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PK I PATERNESI - francocrisafi.it sicilia 2007/i paternesi 5 04 2007.pdf · in altre parti...

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I Paternesi speciale di Free Press allegato de “La Sicilia” all’edizione di Catania del 5 aprile 2007 - e-mail: [email protected] - Spedizione A.P. comma 20b - Art. 2 legge 662/96 Pubblicità Publikompass Catania tel. 095 7306311 - Progetto grafico Studio Di Marco - Realizzazione Melamedia s.a.s. - Tipografia e stampa E.TI.S. 2000 S.p.A. PK 39,20x50 PK 39,20x50 QUINDICINALE D’INFORMAZIONE LOCALE 5 APRILE 2007 il de I PATERNESI PK/ 212 mm x 45,5 mm colore Q Q u u e e l l l l a a s s t t o o r r i i a a i i n n f f i i n n i i t t a a d d e e l l v v e e l l o o d d r r o o m m o o S S a a l l i i n n e e l l l l e e Club e associazioni: un cioccolatino per... regalare una vacanza a degli orfani bosniaci Carmine Rapisarda: la mia Paternò tra storia, miti e leggende Fede rossassurra: Ciccio Fascetto, il difensore con il vizio del gol L L A A P P A A S S Q Q U U A A P P A A T T E E R R N N E E S S E E T T R R A A S S A A C C R R O O E E P P R R O O F F A A N N O O
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I Paternesi speciale di Free Press allegato de “La Sicilia” all’edizione di Catania del 5 aprile 2007 - e-mail: [email protected] Spedizione A.P. comma 20b - Art. 2 legge 662/96 Pubblicità Publikompass Catania tel. 095 7306311 - Progetto grafico Studio Di Marco -

Realizzazione Melamedia s.a.s. - Tipografia e stampa E.TI.S. 2000 S.p.A.

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QUINDICINALED’INFORMAZIONE LOCALE 5 APRILE 2007

il de

I PATERNESI

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QQQQuuuueeee llll llll aaaa ssss ttttoooorrrr iiii aaaa iiiinnnnffff iiiinnnniiii ttttaaaaddddeeee llll vvvveeee llllooooddddrrrroooommmmoooo

SSSSaaaa llll iiiinnnneeee llll llll eeee

Club e associazioni:un cioccolatino per... regalareuna vacanza a degli orfanibosniaci

Carmine Rapisarda:la mia Paternò tra storia,miti e leggende

Fede rossassurra:Ciccio Fascetto, il difensorecon il vizio del gol

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Nella foto:una bellaimmaginesimbolicadella Pasquaa Paternò

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Igiorni della Settimana Santa e della Pasqua, certamente il periodo spiritualmente più importante peri cristiani in tutto il mondo. E a Paternò, come in ogni città della Sicilia, in questi giorni i riti e letradizioni pasquali rivivono in tutta la loro suggestiva bellezza. Così, come scrive Francesco Giordanonel servizio principale di questo nuovo numero de I Paternesi, - oltre ai momenti strettamente liturgici -la nostra città ridiventa il teatro barocco di ogni anno. E riappaiono per le strade antiche del centro

storico i nostri Misteri: la Madonna addolorata e il Cristo morto. Due figure profondamente amate e radicatenella coscienza dei paternesi, il Figlio e la Mater dolorosa, i veri protagonisti della Settimana Santa fino al giorno

della Pasqua, quando il simulacro del Cristo risorto, scendendo dalla Collina monumentale,diventa il simbolo più tangibile della Resurrezione dell’Uomo-Dio, della rinascita, del passaggioda quelle tenebre - in cui l’Addolorata và in cerca del proprio figlio e in cui Dio muore, lasciandol’umanità apparentemente orfana -, alla luce della vita e della gioia. Non a caso la processionedel Venerdì Santo si svolge all’imbrunire, e quella del Cristo risorto in pieno giorno. Ma, inSicilia, a Pasqua, oltre che sui suggestivi riti religiosi, è d’obbligo puntare l’attenzione anchesulla ricca tradizione gastronomica e, specialmente, sulla produzione dei magnifici dolci. Infatti,dopo la sobrietà della Quaresima, nelle pasticcerie e sulle tavole dei siciliani esplodono i colori,le fogge e i profumi di una varietà incredibile di specialità.

Nel secondo servizio portante del giornale Mary Sottile punta l’attenzione sul Velodromo Salinelle. Sono infattitrascorsi quattordici anni dalla posa della prima pietra della struttura, ma a causa di innumerevoli problemiburocratici - sopratutto tra la Provincia e la ditta esecutrice dei lavori - l’impianto è abbandonato al propriodestino, e diventato addirittura palestra per cani da combattimento e rifugio per i senzatetto. Adesso, si sperache qualcosa possa finalmente muoversi, per evitare che questa imponente struttura - che potrebbe ospitareanche le gare casalinghe del Paternò Calcio - resti ancora per molto una grande incompiuta.In Club e associazioni, Giorgio Cicciarella ha intervistato i componenti della Luciano Lama, che a breveospiteranno nella nostra città degli orfanelli bosniaci per una breve vacanza. Nello spazio riservato ai personaggipiù in vista della comunità cittadina, Salvo Spampinato traccia un ritratto di Carmine Rapisarda, lo storicocittadino vivente dalla più ampia produzione letteraria. E infine, per il calcio, Antonino Sambataro ci parla diCiccio Fascetto, difensore-bomber del Paternò Calcio. All’interno del giornale anche le rubriche fotografiche delnostro Orazio Oliveri.Vi auguriamo una buona lettura, ricordandovi che il prossimo numero del nostro periodico sarà in edicola conLa Sicilia il 19 aprile.

I Paternesi

EDITORIALE

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LLLLAAAA PPPPAAAASSSSQQQQUUUUAAAA PPPPAAAATTTTEEEERRRRNNNNEEEESSSSEEEETTTTRRRRAAAA SSSSAAAACCCCRRRROOOO EEEE PPPPRRRROOOOFFFFAAAANNNNOOOO

Igiorni della Settimana Santae della Pasqua, certamente ilperiodo spiritualmente piùimportante per i cristiani intutto il mondo. E a Paternò,

come in ogni città della Sicilia,inquesti giorni i riti e le tradizionipasquali rivivono in tutta la lorosuggestiva bellezza.

Così - oltre ai momenti stretta-mente liturgici - la nostra cittàridiventa il teatro barocco di ognianno. E riappaiono per le stradeantiche del centro storico i nostriMisteri: la Madonna addolorata e ilCristo morto. Due figure profon-damente amate e radicate nellacoscienza dei paternesi, il Cristo ela Mater dolorosa, i veri protago-nisti della Settimana Santa fino algiorno della Pasqua, quando ilsimulacro del Cristo risorto, scen-dendo dalla Collina monumenta-le, diventa il simbolo più tangibile

Anche quest’annola comunità cittadinasi riunirà per vivereil sempre toccante

spettacolo dei MisteriMa oltre che con le

tradizioni strettamentereligiose, le festività

pasquali tornanoprepotentemente

anche sulle nostretavole, in particolaregrazie a gustosissimidolci come ‘u cicilìu,

‘i picureddi e‘i cassateddi

di Francesco Giordano

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della Resurrezione dell’Uomo-Dio,della rinascita, del passaggio daquelle tenebre - in cui l’Addolora-ta và in cerca del proprio figlio ein cui Dio muore, lasciando l’u-manità apparentemente orfana -,alla luce della vita e della gioia.Non a caso la processione delVenerdì Santo si svolge all’imbru-nire, e quella del Cristo risorto inpieno giorno.

Ma, in Sicilia, a Pasqua, oltre chesui suggestivi riti religiosi, è d’ob-bligo puntare l’attenzione anchesulla ricca tradizione gastronomicae, specialmente, sulla produzionedei magnifici dolci. Infatti, dopola sobrietà della Quaresima, nellepasticcerie e sulle tavole dei sici-liani esplodono i colori, le fogge e iprofumi di una varietà incredibiledi specialità. Si tratta di prodottiartigianali sopravvissuti all’offen-siva dei prodotti consumistico-industriali e che hanno anticheorigini pagano-religiose, simbolie testimonianze legati al periodopasquale e immutati nei secoli.

Sacro e profano si incontrano equesti dolci - quelli che contengo-no l’uovo vero e proprio, o quelliche ne assumono la forma - spie-gano il significato originario delperiodo pasquale: la rinascitadella natura, un simbolo paganosuperato dall’avvento del cristia-nesimo, portatore di un significa-to trascendente, la speranza dellaresurrezione e della vita eternaper ogni credente.

L’uovo quindi - la componentefemminile utile per la riproduzionein diversi esseri viventi -, accogliein se una serie di significati: la fer-tilità, la rigenerazione della natura(la Pasqua coincide infatti con laPrimavera, il periodo dell’anno incui la natura si risveglia), e larinascita spirituale degli uomini iquali, alla luce della Resurrezionedi Cristo, ricevono la grazia peruna vita nuova.

Pertanto, i dolci pasquali, sonotutt’altro che un banale prodottoartigianale frutto della creativitàdi pasticcieri e panificatori. Essisono colmi di un profondo quantoatavico significato antropologico,di cui gli stessi artigiani sonospesso ignari.

Ed è in questo contesto che, nellanostra Paternò, come nel resto del-la Sicilia (senza voler superare ilconfine geografico dello stretto diMessina), nasce il celebre cicilìu.Questo è il tipico pane pasquale,in origine a forma di cestino conmanico, decorato con uova sode econ zucchero colorato. Il cicilìupaternese, dalla semplice e origina-ria forma, ha man mano assuntocaratteristiche e dimensioni sem-pre più varie e complesse. Bastipensare che, il 27 e il 28 marzoscorso, all’interno di Palazzo Alessi,la sede di rappresentanza del Co-mune di Paternò, si è tenuta lamostra del Cicilìu d’oru, in cui sipotevano ammirare un vasta seriedi spettacolari prodotti dolciaripasquali tipici della nostra città.La mostra ha riscosso un certosuccesso, ma essa è il chiaro sinto-mo di una tradizione che rischiaormai di essere musealizzata, pro-dotta soltanto per esigenze com-merciali e non più dalle famigliecittadine.

Superando i confini della nostracittà, è davvero impressionantevedere quanto ricca sia stata - e loè tuttora - la tradizione dei dolcipasquali. Ad esempio, in altri luo-ghi della Sicilia quali Licata,Palazzolo Acreide, San Biagio Pla-tani e Buccheri il pane canonicodella Pasqua si chiama panierino oporcospino. Nel siracusano, trovia-mo il pane pasquale di Buscemi(forma rotonda con in mezzo unacrocetta, rilevata nella stessa pasta

che rimanda al pane tetrablomo,raffigurante l’ostia del banchettoeucaristico), a Messina c’è ‘a cud-dura ‘i Pasqua (un dolce biscottodi mandorle a forma di ciambella,con sopra due o tre uova di pastareale e in cima una stella a sei pun-te di carta colorata), a Canicattini

Bagni, invece, per il Giovedì Santo,si usa portare in chiesa un cane-stro, il cosiddetto pani r’a puòstoli- il pane degli apostoli -, distribuitosimbolicamente a dodici “poveri”.

Quello che a Paternò è ‘u cicilìu,in altre parti dell’Isola è ‘u pupuccu l’ovu. Si tratta, anche qui, di

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A sinistra:il cilìu, tipicodolce pasqualepaternese

Sopra:la grandepartecipazionedella cittadinanzapaternesealla processionedel Venerdì Santo

di una speciale radice, la rùggia.Altro forte elemento simbolico

pasquale, che fa la sua bella pre-senza tra i dolci - e non soltanto -di questo periodo è ovviamentel’agnello. Qui il simbolismo ètutto cristiano: l’agnello rappre-senta il sacrifico di Cristo perredimere l’umanità dai suoi pec-cati, l’agnello di Dio che toglie ipeccati del mondo. Così, le vetri-ne delle pasticcerie si riempionodi picureddi, piccole pecore dipasta reale sdraiate sopra un verdeprato colmo di confetti colorati,

pane o pasta dolce di dimensionidiverse e con forme diverse (bam-bola o mostro, animale, angelo,prete, etc...). Dentro o sopra que-sto dolce vi sono le immancabiliuova sode, insieme ai semi disesamo o di papavero. La tradizio-nale ricetta del pupu ccu l’ovu si èpoi arricchita di altri ingredienti edecorazioni più complesse. Oggi,questo pane viene ricoperto di glas-sa di zucchero, albume e limone(marmurata, vilata, allustrata ojelu) e le stesse uova sode, vengonocolorate di rosso attraverso l’infuso

la tradizionale foggia e i sempliciingredienti delle antiche ricette.

Ma, su tutti i dolci, la cassata la fada regina! La cassata, in passato, sipreparava specialmente a Pasqua,

punto focale delle festività religiosedell’anno. A Paternò, invece, comeben noto, al posto della cassata sipreparavano ‘i cassateddi ‘i Pasqua,che andavano letteralmente a ruba.Cassate e cassatèddi di ogni formae dimensioni, ben gonfie di ricottaaddolcita, decorate e ricolme difrutta candita e marmellata, e ri-coperte da glassa colorata. Era d’obbligo mangiarle, e si usava escla-mare: cu nn’appi nn’appi de cas-satèddi ‘i Pasqua, oppure, mischìnucu nun manciàu cassati ‘a matìna‘i Pasqua.

Infine, non meno interessante - edolce -, è la tradizione delle uova dicioccolata. Anche se non rientranei riti siciliani, e malgrado si trat-ti ormai di un prodotto industria-le, questo dolce contiene in se ilsimbolismo dell’uovo di cui dice-vamo prima. Ma non soltanto que-sto. L’uovo di cioccolato, infatti,non è privo di altri significati. Essocontiene la cosiddetta sorpresa,un oggetto che deve indurre alla

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gioia, colui che rompe l’uovo. Inquesto caso, la piccola gioia delregalo rimanda alla grande e veraGioia del messaggio pasquale: ildono della vita terrena, e della vita

eterna per coloro che credononella Resurrezione di Gesù Cristo,il dono più grande per l’umanità.

il tutto all’interno di un ovile.Questo agnello spesso regge unvessillo bianco con croce rossa,chiaro richiamo della vittoria diCristo sulla morte, attraverso la

Resurrezione. Gli agnellini sonorealizzati con la pasta reale dettaanche Martorana - poiché a inven-tarla furono le monache delMonastero della Martorana diPalermo che ne hanno tramanda-to la splendida tradizione, vantodella pasticceria siciliana in tuttoil mondo. Altro nome di questaspecialità è “marzapane”, dall’ara-bo mauthaban, che in origineindicava una moneta, successiva-mente un’unita di misura, e infinelo stesso contenitore del marzapa-ne. È interessante notare come,spesso, i picureddi ‘i pasta reali,comprati o regalati, non vengonoconsumati all’interno delle fami-glie, ma conservate ed esposte inbella mostra dietro una vetrina,poiché considerati oggetti porta-tori di prosperità e buona fortuna.

Continuando il nostro elenco,sempre in Sicilia, è notevole pervarietà e quantità anche la produ-zione di biscotti da forno come iviscòtta di casa, che mantengono

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Sono passati quattordici anni dalla posadella prima pietra della struttura, ma a causadi innumerevoli problemi burocratici- sopratutto tra la Provinciae la ditta esecutricedei lavori -l’impianto è abbandonatoal proprio destino,e diventato addiritturapalestra per canida combattimentoe rifugioper i senzatetto

QQQQUUUUEEEELLLLLLLLAAAA SSSSTTTTOOOORRRRIIIIAAAA IIIINNNNFFFFIIIINNNNIIIITTTTAAAADDDDEEEELLLL VVVVEEEELLLLOOOODDDDRRRROOOOMMMMOOOO SSSSAAAALLLLIIIINNNNEEEELLLLLLLLEEEE

di Mary Sottile

Un tira e molla esaspe-rante che a tutt’ogginon ha portato a unasoluzione chiara e uni-voca. Quattordici anni

d’attesa - era il 1993 quandovenne posta la prima pietra - ecirca quattro milioni di eurospesi, per non avere ancora nullain mano.

Il velodromo Salinelle è l’enne-sima vittima di una burocraziainsensata e lenta, una strutturache si erge nel quartiere di viaFonte Maimonide, nata sotto imigliori auspici e uccisa dallecarte bollate, dai rimpalli di com-petenze, dalla distrazione e dall’incuria.

Nella pagina e nel servizio:alcune immagini che illustranoil degrado del luogo

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Il risultato è il lento ma inesora-bile decadimento di un impiantosportivo che potrebbe essere - usia-mo il condizionale perché, da otti-misti, pensiamo a un suo comple-to recupero - uno dei fiori all’oc-chiello per la provincia di Cataniae per l’intera Sicilia orientale.

Ci occupiamo del velodromoperché aspettando il taglio delnastro (non ancora arrivato) lastruttura ha trovato, in questianni, altre destinazioni d’uso,tutte, ovviamente, abusive: dapalestra d’ allenamento per canida combattimento - due i pitbull

alloggiati in passato negli ampilocali -, a ricovero per senzatetto,a passatempo per i vandali che l’hanno ridotta a un quasi rottame.

E tutto questo nonostante i lavo-ri siano stati quasi completamen-te ultimati già nel 2004. Tuttofinito, curato in ogni dettaglio,con spogliatoi, saletta per gli arbi-tri, ampi locali in ogni piano, finoa una grande sala stampa. L’unicacosa mancante erano gli arredi, el’annunciato campo di calcio.

L’intoppo, se così si può defini-re, è rappresentato dalla pistaciclabile, saltata per quasi tutto ilpercorso poco dopo la sua instal-lazione. E qui si apre un conten-zioso tra la Provincia regionale diCatania, Ente proprietario dellastruttura sportiva e finanziatoredell’opera, e la ditta esecutrice dei lavori.

La Provincia, sostiene infatti chenon può prendere in consegna l’

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derazione Italiana Ciclisti, Nun-zio Uccellatore - e non credo più,come un tempo, all’ultimazione di quest’ impianto. Per noi appas-sionati di ciclismo il Salinelle rap-presentava una grande speranza,

un sogno diventato realtà. ComeFederazione siamo pronti a pren-derlo in gestione quando saràcompletato, poiché questa strut-tura è importante non soltanto

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possa essere accettato e come siagià pronta la nomina di un nuovocollaudatore.

Praticamente si ricomincia.“Sono sconfortato - evidenzia il

presidente provinciale della Fe-

ditta esecutrice dei lavori, perchénonostante i lavori fossero stati ultimati da diversi mesi, la Pro-vincia non ha preso in consegna l’impianto.

Da entrambe le parti, comun-que, nel corso diquesti anni si è cercato di arrivare a una soluzione. Per trovare unpunto d’unione, sono stati effettuatidecine gli incontri. Decine anche isopralluoghi, all’ ultimo dei quali,avvenuto alla fine dello scorso anno,era presente anche la Federazione na-zionale ciclisti, che ha confermato: “inquello stato la pista non è omologabile”.

Qualcosa è sem-brato muoversi ainizio anno, quan-do il collaudo èstato effettuato con risultato positivo. Si badi bene, positivo per l’impianto, ma non per l’anello ciclabile.

Ma mentre dalla ditta si evi-denzia l’ottenimento del collaudo,dalla Provincia regionale di Cata-nia, si sottolinea come questo non

impianto visto le condizioni dellapista ciclabile. Soltanto a operaultimata in ogni parte, compresa,quindi la pista per i ciclisti, cosìcome previsto dal bando di gara,si potrà accettare, da parte dellaProvincia, la presa in possesso dell’impianto.

Non dello stesso avviso la dittaesecutrice dei lavori, secondo cuila pista si è rovinata ma diversotempo dopo la sua installazione.Per la ditta, dunque, a provocare ildeterioramento dell’anello cicla-bile sarebbe stata la sua mancatamanutenzione che ha portato alcompleto deterioramento. Manu-tenzione mancata, sempre per la

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Nunzio Uccellatore

L’assessore Nino Naso

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per i tanti ciclisti di Paternò, maper le migliaia di appassionatidelle province della Sicilia orien-tale. A questo si deve aggiungerela grande visibilità che la struttu-ra potrebbe dare al nostro territo-rio, visto che in quest’impiantopotrebbero disputarsi gare a livel-lo nazionale e internazionale”.

Nella diatriba tra ditta e Pro-vincia rimane al momento esclusala questione campo di calcio. Perquest’ultimo, la realizzazione èstata pensata quasi a conclusionelavori del velodromo - siamo acavallo tra il 2001 ed il 2002 -,facendo ben sperare i tanti tifosidel Paternò Calcio.

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Anche la realizzazione del ter-reno da gioco, però, ha fin dasubito presentato problemi lega-ti all’orientamento del rettangoloe alle sue misure. Col passare deimesi l’attenzione sul campo dicalcio è calata lentamente e l’ar-gomento è stato praticamenteaccantonato.

“Noi - spiega il presidente delPaternò Calcio, Nello Galati - spe-riamo ancora che questo campo,un giorno, possa essere realizzato.Puntiamo molto su questa strut-tura, visto le carenze che riscon-triamo al Falcone-Borsellino”.

Nell’attesa… ai vandali l’arduasentenza. Una sentenza di mortese non si farà presto qualcosa,visto lo stato dei locali. A comin-ciare dalle vetrate esterne, di cuimolte mandate in frantumi. Dauna di esse, posta al pian terreno,è anche facile entrare all’internodella struttura, senza alcuno osta-colo, il tutto senza un impianto diallarme che possa svelare l’intru-sione di estranei. A questo deveaggiungersi poi la distruzione diparte dei locali del pianterreno,dati anche alle fiamme come sivede nelle nostre foto.

“Ho sempre seguito con la massima attenzione - spiega l’assessore comunale allo sport,Nino Naso - la questione velodro-mo. Purtroppo, a oggi, i problemisono rimasti irrisolti. Ho, comun-que, già preso contatti con laProvincia regionale di Catania per poter organizzare una confe-renza di servizi tra le parti. Forse,con la nostra intermediazionepotremmo raggiungere i risultatimancati”.

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rimaste sole a causa di un’assurdaguerra che li ha privati degli affettipiù cari. Ad accoglierli troverannocentinaia di genitori affidatari, pro-venienti da ogni parte della regione,che li ospiteranno offrendogli un’infinita dose di affetto e i piccoliagi di una vita domestica scono-sciuta alla gran parte di loro.

Anche Paternò darà il propriocontributo ospitando dieci giovanidi età compresa tra i sei e i 14 anniche, per due volte all’anno, vengonoportati via dalla loro, spesso tragi-ca, quotidianità dall’associazioneLuciano Lama di Enna. Nessunvolo pindarico, nessuna sterileillusione per il futuro. Lo scopo dichi accoglie i bambini è semplice-mente quello di donare amore, inmodo disinteressato e senza riser-ve: nessuno fino a ora è mai venu-to meno a questo patto d’onore.

A Paternò tutto ebbe inizio conl’impegno di una coppia, i coniugiNino ed Emma Maurici, che con

I genitori paternesiche fanno partedella Luciano Lamaospiteranno a brevei bimbidell’ex Jugoslavia,grazie anchea un innovativa ideadi autofinanziamento

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Come da tradizione, gliorfanelli bosniaci giun-geranno in Sicilia afine giugno, dopo unviaggio a dir poco este-

nuante. Uno sforzo duro perchiunque, a maggior ragione perqueste persone piccole e indifese,

UN CIOCCOLATINO PER...REGALARE UNA VACANZA

A DEGLI ORFANI BOSNIACI

Le vostre istantanee15 I PATERNESI GIOVEDÌ 5 APRILE 2007

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Seppur con qualche giorno di ritardo,in questo numero ci teniamo a fare tantiauguri di compleanno ad Antonio Dovì,che ha compiuto cinque anni il 31 marzoscorso.Al nostro messaggio si uniscono i genitoriFabio e Kay e il fratellino Giuseppe- quattro anni.A tutti loro, i complimenti della nostraredazione

Le immagini da pubblicare vanno fatte pervenire al nostro fotografo: Foto flash di Orazio Oliveri, via Vittorio Emanuele 324 PaternòTel.095/841087 -. 347/1742823

o inviate agli indirizzi e-mail: [email protected] o [email protected]

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cui c’è tanta povertà e in moltihanno bisogno di aiuto, in parti-colare i bimbi”.

Anche la solidarietà, però, ha isuoi costi. Il solo biglietto per ilviaggio in pullman costa ben 360euro a bimbo, una cifra non indif-ferente che in passato il Comunedi Paternò sosteneva in parte, mache oggi, in questa fase pre-eletto-rale, non è possibile pagare perproblemi di Bilancio.

Per questo i genitori affidatari - che pensano a breve di costituirsiin associazione onlus - hanno mes-so in moto la macchina dell’ auto-finanziamento. Da qui la nascitadi Un cioccolatino per… iniziativavolta a sensibilizzare i giovanidelle scuola cittadine alla temati-ca dell’affido temporaneo. Gli sco-lari, acquistando della cioccolata,danno un contributo per il sog-giorno degli orfanelli e ad incenti-varli sono le foto dei loro coetaneibosniaci e la concreta prospettiva diincontrarli poche settimane dopo.

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GIORGIO CICCIARELLA

entusiasmo si accostarono all’espe-rienza dell’affido familiare. Dopo,molti altri hanno seguito il loro,nobile, esempio.

“Ad accogliere i bimbi - spiegaEnza Conti - ci spinge la solidarie-tà nei loro confronti, troppo spessocostretti a tante rinunce, e poi l’affetto per il piccolo Edin, che vivein orfanotrofio. Io e mio marito loospiteremo per la quarta volta”.

Michel Granieri e Ionella Palum-bo, invece, di bimbi ne accoglie-ranno ben due.

“All’inizio - spiega Michel - eromolto restio a lanciarmi in questaesperienza, poi mia figlia mi diedela spinta iniziale e oggi non potreipiù farne a meno. Stavolta c’eraun bimbo che rischiava di non

venire perché mancavano le fami-glie disposte a ospitarlo, così hoguardato in faccia mia moglie eabbiamo raddoppiato”.

Pino Daidone e Giusy Licandri,genitori di tre splendidi figlimaschi, si sono lanciati in quest’avventura senza paracadute: ogginon riuscirebbero a fare a meno diAlma, che contattano settimanal-mente in orfanotrofio.

“È un’esperienza entusiasmante- affermano -, sopratutto perchécondivisa anche con i nostri figli.Alma ci ha dato tantissimo, per

noi è tutto”. Giusy, la mammaaffidataria, le ha perfino dedicatouna poesia.

“Dalibor - interviene Lina Gra-nieri - è arrivato all’improvviso, in una fase della vita di coppia in cui io e mio marito, con i figligià grandi, avevamo dimenticatocerte emozioni”.

Emozioni provate anche daGaetano Mongiovì e dalla moglieMarisa Orto.“Noi non abbiamo figli - dicono -

e quando arriva Amar, un bimbodi dieci anni, riempie le nostrevite portandoci una gioia infinita,difficile anche da spiegare. In casagli abbiamo riservato una stanzadove trova i suoi vestiti, i suoi gio-cattoli, le sue cose”.

Maria Cunsolo ospita Dejana, edè la meno giovano del gruppo.

“All’inizio - dice - ero contrariaa ospitare i bimbi: temevo di affe-zionarmici troppo. Invece ho cono-sciuto Dejana e da allora non possopiù fare a meno di ospitarla”.

Da Nino Maurici, invece, il rac-conto del suo viaggio a Sarajevo,dove con gli altri volontari dell’associazione Luciano Lama è an-dato a prendere i ragazzi negliorfanotrofi per portali in Italia.

“Sembra - racconta - di esserein un’altra epoca, in un mondo in

“L’attività - spiega Emma Mauri-ci - è stata già avviata nella scuolaMarconi e sarà riproposta in occa-sione della Festa di Primavera dell’istituto Virgillito, dove disporremodi uno stand per spiegare l’inizia-tiva ai genitori. Colgo l’occasioneper ringraziare i dirigenti scola-stici e gli insegnanti che hannoassecondato, senza riserve, lanostra iniziativa e quelli degli altriistituti che vorranno aggiungersiper continuare quest’autenticagara di solidarietà”.

Chi volesse contribuire a questanobile causa può farlo tramite ilconto corrente dell’associazioneLuciano Lama: Bcc San Michele,Enna Bassa, Cc 134426, Abi08979, Cab 16800, Cin J, motivosottoscrizione: erogazione liberale-29° Accoglienza Paternò.

Per ulteriori informazioni con-tattare Emma Maurici allo095/855780.

Sopra: alcune delle famiglie affidatarie

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Personaggi di oggi

del compianto latinista e storicoBarbaro Rapisarda, Carmine haproseguito la strada della ricercastorica imboccata dal padre pub-blicando più di dieci opere sulpassato di Paternò e i suoi voltiancora nascosti. Un po’ scrittoree un po’ detective, Rapisarda con-ferma come la nostra città celiancora molti dei suoi misteri.

“A cominciare dal nome diPaternò - dice - su cui ancora nonsi è fatta piena luce. Il nostro centro abitato, infatti, ha ancoratanto da raccontare e scavare nelsuo passato non è affatto facile”.

La contemporanea mancanza diun centro specializzato per laricerca e la presenza massiccia ditombaroli, in più, avrebbero per-messo, secondo lo studioso, laperdita di tracce storiche im-portanti per la ricostruzione delmosaico storico paternese.

A tal proposito, Rapisarda lan-cia un appello: “un progetto difondamentale importanza per la

memoria storica di Paternò sareb-be l’istituzione di un centro didocumentazione permanente perla raccolta e catalogazione deimanoscritti storici”.

Come i molti presenti all’estero,per esempio, in cui Rapisarda hatrovato numerosi documenti suPaternò e i suoi monumenti.

“Questa città - afferma - è dav-vero un tesoro ancora tutto dascoprire. Ciò che noi oggi cono-sciamo è soltanto una parte dellecostruzioni che resero in qualchemodo celebre Paternò”.

Nel suo libro Paternò medioe-vale Rapisarda cita gli edifici a usocivile o religioso presenti nel borgoetneo.

“Molte delle chiese medioeva-li realizzate in epoca normanna - racconta - sono andate distrutte(nel libro ne vengono citate 28).Oggi, di ciò che esisteva nelmedioevo restano, oltre ai monu-menti più conosciuti, tracce diquattro o cinque chiese normanne

Carmine Rapisarda è lo storico cittadino viventedalla più ampia produzione letteraria,autore di volumi molto interessanti e,

in alcuni casi, rivoluzionari

LA MIA PATERNÒTRA STORIA,

MITI E LEGGENDE

Fra i tanti appassionatidi storia della nostracittà, Carmine Rapisar-da merita un discorso a sé. Quarantasettenne,

docente di inglese del liceo clas-sico Cutelli di Catania e in alcunefacoltà universitarie del capoluo-go etneo quali scienze dell’educa-zione e scienze agrarie, Rapisar-da è il paternese vivente dalla più

ampia produzione letteraria. In-teressanti, e in alcuni casi rivolu-zionari, sono stati i risultati dellesue ricerche che, in taluni casi, lohanno condotto anche fra le biblio-teche di Parigi e Londra.

“Credo - spiega lo scrittore - chela passione che nutro per la storiadi Paternò mi sia stata trasmessada mio padre”.

Raccogliendone le motivazioni

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Personaggi di oggitra cui potrebbe esserci la famosachiesa di San Nicolò dei lombardi,eretta dai cavalieri teutonici cheportarono a Paternò il culto diSanta Barbara”.

Altro capitolo importante deglistudi di Rapisarda è dedicato allaraccolta dei miti e delle leggendetrasmesse oralmente e giunte sinoa noi.“Paternò - conferma - ha una mole

impressionante di leggende legate

al ritrovamento di tesori, alla Santapatrona o al suo stesso nome”.

Eccone una. Mentre nel 1576 aPaternò imperversava la peste, auna povera donna, una notte,apparve in sogno Santa Barbara.La Santa disse alla donna di riferi-re alle guardie di scavare vicinouna chiesa. Lì avrebbero trovatodelle corde, le avrebbero dovutebruciare e la peste sarebbe finita.E così avvenne.

Al di là delle leggende, comun-que, il processo che portò i pater-nesi ad abbandonare il culto diSan Vincenzo adottando quellodell’attuale patrona è importanteper cogliere alcune aspetti dellasocietà cittadina del tempo.

“Consideriamo - afferma Rapisar-da - che il culto di San Vincenzofu in qualche modo imposto daglispagnoli e non scelto dalla cittadi-nanza. Il caso del miracolo della

SALVO SPAMPINATO

peste fu l’ennesimo buon motivoaddotto dal popolo per abbraccia-re la nuova Santa il cui culto aPaternò era già diffuso”.

Ciò che potrebbe stupire, leg-gendo i libri dello storico, è la pre-senza a Paternò di diversi simboliesoterici che Rapisarda spiegacosì: “tracciando delle linee lungole finestre della parete del castelloche si affaccia a oriente (la piùvisibile) si può tracciare una stelladi David, considerata dagli anti-chi portatrice di buona sorte.Restando al castello ho ipotizza-to, destando qualche stupore, chela dislocazione delle tre torri, diPaternò, Adrano e Motta, possaseguire quella delle stelle checompongono la cintura di Orione,nell’omonima costellazione, cosìcome ipotizzato per le piramidi”.

Proprio in questi giorni lo stori-co paternese sta lavorando sulleprossime opere.“Manderò presto alle stampe - di-

ce - nuovi volumi dedicati alla sto-ria di Paternò e alla Santa patrona”.

La speranza è che CarmineRapisarda, insieme agli altri stori-ci cittadini, riesca a contribuirecon i propri studi alla conoscenzadi ciò che per secoli rappresentòPaternò: quella civitas fertilissi-ma, menzionata dagli storici diogni epoca e latitudine.

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Fede rossazzurra

continua a pagina 23Con la salvezza ormai a un passo, in casa rossazzurra si raccol-gono le forze in vistadegli ultimi impegni

di campionato, che vedranno gli uomini di mister Busetta lottareper la conquista di quei punti

CICCIO FASCETTO,IL DIFENSORECON IL VIZIO

DEL GOLNato a Trecastagni 24 anni fa,

è in grado di giocare sia da esterno destroche da centrale e,

cosa non di poco conto,è uno specialista sui calci di punizione

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Le immagini da pubblicare vanno fatte pervenire al nostro fotografo: Foto flash di Orazio Oliveri, via Vittorio Emanuele 324 PaternòTel.095/841087 -. 347/1742823

o inviate agli indirizzi e-mail: [email protected] o [email protected]

Dopo il freddo pungente di qualche settimanafa, si comincia finalmente a respirare ariadi primavera.Per questo motivo, il nostro fotografoOrazio Oliveri ha deciso di proporci questapanoramica “floreale” di Paternò, ripresadalla sommità della nostra Collina storica

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Cartoline da Paternò

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Fede rossazzurra

ANTONINO SAMBATARO

nel rettangolo di gioco, per cui dipende soltan-

to da noi. Dobbiamo fare gli ultimi sforzi

per regalare ai nostri tifosi untraguardo dovu-to”.Proprio un’esi-gua frangia deltipo rossazzur-ro aveva evi-denziato qual-che malumorecontestando, in alcune occasio-

ni, il rendimento della squadra e

alcune scelte del mister.

Contestazioni che so-no state però smentite

dai risultati delle ultime giornate.

“Non è successo nulla di importante - continua il difensorerossazzurro -, nell’arco di una sta-

gione ci può stare qualche malu-more da parte dei tifosi. Noi siamouna squadra composta da giovanie ogni domenica abbiamo bisogno di trovare nel loro calore un soste-gno e uno stimolo per far bene e vincere la partita. Personalmentepoi, ho un ottimo rapporto contutti”.

Riguardo ai progetti per la pros-sima stagione, anche Fascettoconcorda con quella che è la linea generale della squadra, rimandan-do ogni discorso a campionato con-cluso.“Quando la scorsa estate - conclu-

de - fui contattato dalla società,accettai subito la loro offerta. Og-gi non si sa ancora cosa nascerà in futuro, perché abbiamo ancorauna salvezza da centrare. La mia volontà è quella di rimanere, ma èchiaro che bisogna volerlo in due. Speriamo di rivederci l’anno pros-simo”.

spero di riuscire a togliermi qual-che altra soddisfazione, anche sel’obiettivo principale resta quello della salvezza”.

Ciò che più conforta l’intero ambiente paternese, è che daqualche partita a questa parte la squadra ha ritrovato un attacca-mento alla maglia e una voglia di vincere che in passato trop-pe volte erano venute meno. È soprattutto in questo senso che va elogiato e sottolineato il lavo-ro di un tecnico navigato qual’è Busetta.

“La nostra stagione - afferma Fascetto - è stata un po’ travaglia-ta. Abbiamo avuto tanti infortuni e qualche squalifica di troppo.Questo è un campionato molto duro ed equilibrato, dove le forzein campo quasi sempre si equival-gono. Adesso abbiamo trovato latranquillità e il giusto equilibrio

necessari per confermare la catego-ria e cominciare a programmarefin da subito la prossima stagione.

Uno degli uomini da cui poterripartire è sicuramente CiccioFascetto. Nato a Trecastagni 24anni fa, Fascetto è un difensoremolto duttile in grado di giocaresia da esterno destro che da cen-trale e, cosa non di poco conto,specialista sui calci piazzati. Ilgiovane difensore, infatti, in que-sta stagione ha messo a segno tre reti, anche se il suo recordpersonale risale alla stagionedisputata a Lentini, dove realizzòben sette gol.

“Fin da quando giocavo nelle giovanili - dice -, sono semprestato io l’incaricato a calciare le punizioni. Con gli anni ho unpo’ perfezionato la tecnica, anche se, a volte, molto dipende dalla fortuna. Ci sono periodi dove lapalla va sempre dentro e altri, come questo,dove ti gira un po’ sto storto. In queste ulti-me gior-n a t e

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