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Pm 2014 04 anteprima

Date post: 08-Mar-2016
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Liberiamo la pace! Il prossimo 25 aprile, tutti all’Arena di Verona per “liberare la pace” nei cieli e nelle terre del mondo! (speciale). Dopo quasi 25 anni, i costruttori di pace si ritrovano per affermare che la pace è possibile, che ci si può difendere senza armi e che la guerra non è mai la soluzione. In aprile si respira aria nuova di gioia e vita. Aria di Pasqua (…tanto per cominciare) e di incontri con Gesù Risorto che cammina con noi (sulle strade di Gesù) e prende le difese dei piccoli e dei poveri (chasqui). Se non sono ben utilizzati, web e social possono fare molto male a giovani e adolescenti (attualità e P-rate), spesso oggetto di fenomeni di violenza e cyber bullismo. Continua la lotta della Banda PM (fumetto) e dei veneziani per salvare la città di Venezia dall’assalto delle grandi navi e del turismo di massa. A tutti gli amici e le amiche del PM, l’augurio di una Pasqua di pace e serenità!
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APR 2014 n.4 CONTIENE I.P. ANNO 88 - n° 1016 - 3,00 Poste Italiane S.p.a. spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB VERONA Pace bambina
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APR 2014 n.4

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ANNO 88 - n° 1016 - € 3,00Poste Italiane S.p.a. spedizione

in abbonamento postale D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB VERONA

Pace bambina

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far cadere il discorso su quan-to accaduto nei giorni prima. Su quel Maestro avevano tanto scommesso e sognato di vivere con lui una vita bella ed en-tusiasmante. Ma tre giorni fa tutto era crollato. Quanti sogni infranti dietro quella grande pietra rotolata contro l’entrata di quel sepolcro scavato nella roccia!L’estraneo prende allora la pa-rola. Invita i due amici a non fermarsi alla tomba, a cercare oltre. Fa ardere il loro cuore di nuovo entusiasmo, come un fuoco che brucia. Il giorno sta calando, ma non vogliono se-pararsi da quell’estraneo: trop-po bello ascoltarlo! «Resta con noi», gli dicono. Si mette a ta-vola con loro. E spezza il pane,

come fanno papà e mamma in famiglia, come fanno gli amici quando cenano insieme. Ecco il segno che apre loro gli occhi. Nel piccolo segno del pane condiviso si cela la vita piena, la vita più forte della morte.Si aprono i loro occhi e il cuo-re. La notte non c’è più. L’au-rora è eterna. Adesso possono tornare a Gerusalemme.

Buona Pasqua!

Quel Gesù che cammina con noi, ci invita il venerdì di Pasqua, 25 apri-le, a ritrovarci con lui e tanti fratelli e sorelle di buona volontà nell’Are-na di Verona per gridare che un mondo di pace è possibile. (Vedi Speciale, pagina 17).

a cura di p. Elio Boscaini

Q uel mattino, qualcuno aveva scoperto il sepol-cro vuoto.

Nel pomeriggio di quella Pa-squa, due discepoli sono in strada per Emmaus, piccolo villaggio a due ore di cammino da Gerusalemme.Sono tristi, i due amici. Tempo prima erano partiti entusia-smati da un certo Gesù di Na-zaret, dalla sua parola di fuoco e dall’azione effi cace. Con lui, la vita, la speranza, la gioia, soprattutto per i più poveri e deboli.Ma ora sono sgomenti. Qual-cuno si accosta a loro. Un vian-dante cammina con loro, ma non lo conoscono. Normale

Resta con noi

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...tanto per cominciare...tanto per cominciare

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A sk.fm, il social net-work nato in Lettonia nel 2010, si basa prin-

cipalmente sull’interazione “domanda-risposta”, ovvero, attraverso i quesiti lasciati sul proprio profilo da parte de-gli utenti ci si racconta e si fa emergere la propria persona-lità. Non può ancora vantare un numero di iscritti pari a Face-book, tuttavia, ad oggi, con-ta più di sessanta milioni di utenti e spopola soprattutto tra i giovanissimi. Il segreto del suo successo ? La possibi-lità di pubblicare pensieri, foto e qualsiasi altro tipo di fi le in maniera completamente ano-nima. Per registrarsi su Ask.fm

privacyEccesso di

AttualitàAttualità

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Quando l’anonimato nei social network diventa lo strumento preferito dei cyber-bulli per colpire le proprie vittime

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sono richiesti i dati personali (nome, cognome, email) ma, a differenza di Facebook, per esempio, una volta iscritti, si potrà decidere di nasconderli, in questo modo tutto ciò che si pubblicherà sarà coperto dall’anonimato. Le intenzioni dei creatori di questo programma erano buo-ne: far incontrare, per lo meno virtualmente, dei giovani par-ticolarmente timidi, e invece, malgrado il regolamento, la piattaforma è diventata ter-reno fertile per fenomeni di cyber-bullismo. Frasi, immagini offensive e persino istigazioni ad uccider-si possono comparire sul pro-filo personale di un qualsiasi

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CYBER-BULLISMO: il termine indica atti di molestia perpetrati online attraverso e-mail, blog, chat, siti web e social networks. Vi sono poi diversi generi di cyber-bullismo, tra i più tristemen-te famosi compaiono il “fl aming” (messaggi online violenti e vol-gari), “impersonation” (fi ngersi un’altra persona per pubblicare messaggi deplorevoli),”exposure” (pubblicazione di informazioni strettamente private o imbarazzanti di una persona).

ADOLESCENZA: le parole di Eugenio Scalfari spiegano bene cosa signifi chi attraversare questa fase della vita: “Che stagione l’adolescenza! Senti di poter essere tutto e ancora non sei nulla e proprio questa è la ragione della tua onnipotenza mentale”. Forse, a volte, noi adulti ce ne dimentichiamo.

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Nadia purtroppo però non è la prima vittima di questo social network: Hannah Smith, Sa-rah Pulgsey, Erin Gallagher, Jo-shua Unsworth, Jessica Laney e Rebecca Ann Sedwick sono i nomi di altre giovanissime vite stroncate dall’uso improprio della rete. Cosa si può quindi fare per ri-solvere il problema ? In molti hanno chiesto la chiusura del

sito. Servirebbe a qualcosa ? Per un Ask.fm chiuso, infat-ti, dopo poco ne verrebbero aperti altri dieci: una battaglia senza fi ne, insomma, non con-tando che il proibizionismo non ha mai portato gli effetti sperati.A mio avviso le parole chiavi sono educazione e sorveglian-za. Educazione da parte di noi adulti e della scuola che, oltre

iscritto perché i bulli, questi vigliacchi, si sentono “auto-rizzati” a scrivere tutte le cat-tiverie che gli passano per la testa sapendo che la faranno franca. Deresponsabilizzati e fi sicamente lontani dalla per-sona oggetto di scherno, non immaginano nemmeno fi no a che punto possano essere seri i danni provocati dalle loro pa-role. L’adolescenza è un perio-do particolarmente delicato della vita e spesso il giudizio di amici e parenti è il metro con cui i ragazzi si “auto”-valuta-no: essere accettati dai propri coetanei, sentirsi parte di un gruppo è fondamentale. Es-sere esclusi e derisi equivale a sentirsi delle nullità. Ultimamente si è parlato di Ask.fm per l’ennesimo triste caso di cronaca nera: il suici-dio della quattordicenne Na-dia, di Cittadella (PD), che, dopo aver ricevuto pesanti insulti e l’“invito” a farla fi nita, ha deciso di gettarsi nel vuoto.

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SpecialeSpeciale

liberiamo liberiamo lala PACEPACE

Anche oggi, nel 2014, dopo quasi 25 anni dalla prima ma-nifestazione di Arena di pace, nella data in cui ricordiamo la liberazione dal nazi-fascismo che tanta morte e distruzione hanno portato, ritorniamo a dire che “la pace è possibile”.

a cura di Marco Braggion

U na canzone dei Nomadi dice: “mi chiedo come può l’uomo uccidere un

suo fratello”. È la domanda che da secoli l’uomo si fa. Ma da secoli, purtroppo, la guer-ra uccide milioni di uomini! Nella storia dell’uomo, però, la guerra non c’è sempre stata! Il prossimo 25 aprile tantis-sime persone e associazioni andranno all’Arena di Verona per gridare forte a tutti che “LA PACE È POSSIBILE!”. È un evento importante che si ripete dopo molti anni da quando, verso la fi ne degli anni ’80, era diventato un appunta-mento fisso che riuniva tutti gli uomini di buona volontà che non ne volevano sapere di stare in silenzio di fronte alle violenze, alle ingiustizie, alla lenta ma continua distruzione dell’ambiente del pianeta.

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La pace è possibile se...

sappiamo che ci sono ancora tante guerre da

abbattere!Oggi sono in atto 37 conflitti armati, che vedono fronteg-giarsi eserciti o gruppi in armi. Se conteggiamo anche i con-fl itti a “bassa intensità” che si manifestano principalmente con attentati terroristici di va-rio livello di distruzione, sono 60 gli stati coinvolti in confl itti e 523 i gruppi armati impegna-ti in guerre, guerriglie o atti di violenza o terrorismo.

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Chasqui

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squuiiisquuuiiiqq

a cura di Pablo Sartori

T utti noi abitiamo nell’Indira Camp N°4, in Vikaspuri, West Delhi. Vikaspu-ri signifi ca “progresso”. Ma non fatevi

ingannare dal nome: l’unico progresso che esiste nel campo è quello che c’è nei nostri cuori. E nel cuore dei miei ragazzi della My Angel’s Academy.Quel giorno, la nostra squadretta di calcio stava giocando contro un team di una scuola dei quartieri ricchi della città. I nostri ragaz-zini era da soli in campo: nessuno faceva il tifo per loro, dato che i loro genitori, parenti e amici erano tutti a lavorare. I papà dei nostri avversari, invece, continuavano a gridare e a prendere in giro i nostri giocatori. Insultava-no il piccolo Kishan dicendo: «Tornatene nel tuo letamaio. Vai a raccogliere l’immondizia, da dove vieni, e smettila di giocare a pallone, che non sei capace!». Kishan mi guardò fisso negli occhi, quasi chiedendomi come doveva comportarsi di

fronte agli insulti di quelle per-sone tanto ricche quanto male-ducate. Allora io gli gridai: «Ki-shan, non ascoltare, lascia per-dere! Tu corri, corri e falli fuori tutti!». Kishan scattò come una furia. Prese palla al centro campo, dribblò tre o quattro avversari, entrò nella loro area e con un rasoterra micidiale fece secco il por-tiere. Quel giorno Kishan segnò due gol e noi vincemmo la partita contro la squadra dei “fi gli di papà” della scuola per ricchi.Nella nostra accademia di calcio nello slum, i bambini si allenano all’alba perché non li vo-gliono nel campetto nelle altre ore del giorno. Si allenano presto anche per un altro motivo: di giorno devono andare a lavorare. Costret-ti a lavorare fi n da piccolissimi, come le loro mamme e papà. Sono fi gli e fi glie di spazzini, raccoglitori di immondizie, ciclisti di risciò a pedali, donne delle pulizie, venditrici ambu-lanti. Sono anche fratelli e sorelle di giovani che rubano, spacciano e si drogano. Persone

L'accademiaL'accademiadegli

angeliangeli

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Sulle strade di Gesùe strade di GesùleSulle strade di Gesù

Ti rivedrò

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Ma quella mattina Susanna era scappata da casa davvero per-ché le era giunta notizia che il Maestro era stato arrestato. Mai avrebbe pensato che fos-se possibile fare del male a un uomo così buono. Fatico-samente sgomitava per farsi strada tra la folla e arrivare al più presto ai palazzi del potere. C’erano soldati romani ovun-que. Una misura di prevenzio-ne e di minaccia contro ogni rivolta. Susanna urtò il piede di un anziano facendolo cade-re a terra. «Scusami, nonnino. Mi dispiace. Ti ho fatto male?». L’uomo la guardò con un vol-to spiacente, come volesse

lui chiederle scusa. Lo aiutò a mettersi in piedi e baciandogli le ruvide mani gli chiese: «Hai qualche notizia di Yashua?». Lui la guardò stupito. Secondo lei era naturale che tutti doves-sero sapere cosa era successo al “suo” profeta di Nazaret.Susanna riprese a cercare su e giù per le strette vie di Gerusa-lemme. Da una via secondaria intravide un gruppo di soldati che conducevano un uomo legato. Si fermò, terrorizzata, davanti a quella orribile vista.

a cura di p. Giancarlo Ramanzini

<<S usanna, dove sei. Ho bisogno di te!». Mamma Dalila era

tutta indaffarata con gli altri suoi quattro fi gli. Le gridò an-cora con insistenza: “Non farmi arrabbiare!”. Dall’altra parte del recinto, la vicina l’aveva senti-ta strillare: «Ho visto Susanna uscire di corsa…» – gridò. «Su-sanna mi fa impazzire. Esce da casa da sola e senza dirmi nien-te…». «Eh, sì! – rispose la don-na – I giovani abbandonano le tradizioni. E poi ci si mettono anche questi nuovi maestri che vanno predicando: “La mia pa-rola vi farà liberi!”». Mamma Dalila sapeva benissi-mo che dal giorno in cui Ma-estro Yashua aveva restituito la vita a Susanna, lei non era più la stessa. Era innamorata pazza! Susanna aveva appena 13 anni! Come rimedio, papà Giàiro cercava di darla in spo-sa: “È molto carina e tanto ob-bediente”. Ma i pretendenti, una volta conosciuto il passato della ragazzina, scuotevano la testa e scomparivano.Susanna ricordava benissi-mo quella voce e quella mano che le ordinava: «Talità kum. Alzati, ragazza!». Da allora, il Maestro era entrato nella vita, nei discorsi e nei sogni di Su-sanna. «Una vera ossessione» diceva sempre sua madre.


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