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PNM 4 2014 - Pain Nursing · 2015. 1. 7. · ISSN 2279-7904 Giornale online di infermieristica del...

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ISSN 2279-7904 Giornale online di infermieristica del dolore www.painnursing.it Pain Nursing Magazine Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014 - Trimestrale Editor in chiEf StEfano coaccioli
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Page 1: PNM 4 2014 - Pain Nursing · 2015. 1. 7. · ISSN 2279-7904 Giornale online di infermieristica del dolore P a i n N u r s i n g M a g a z i n e I t a l i a n O n l i n e J o u r n

ISSN 2279-7904

Giornale online di infermieristica del dolore

www.painnursing.it

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Editor in chiEf StEfano coaccioli

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Comprendere e curare il dolorePromuovere

la prevenzione, la diagnosi precoce, la cura e l'assistenza di milioni di malatidi dolore è il principale obiettivo della Fondazione Paolo Procacci, nata gra-zie all'iniziativa dell'AISD, Associazione Italiana per lo Studio del Dolore.

Paolo Procacciuno dei pionieri degli studi sul dolore, ha lavorato intensamente nella comu-nità scientifica internazionale per una maggiore sensibilizzazione sul temae per la diffusione delle linee guida che devono aiutare il medico nella valu-tazione clinica e nella terapia di una così diffusa patologia.

L'AISDdal 1976 sostiene la ricerca sui meccanismi fisiopatologici del dolore ed è at-tivamente impegnata nella promozione degli studi clinici e di base.

La ricerca e la formazione servono a tutti!Aiutaci con una donazione.

IBAN: IT 08 Z 08327 03239 0000 0000 1820Codice fiscale: 09927861006

www.fondazioneprocacci.org

Comprendere e curare il dolorePromuovere

la prevenzione, la diagnosi precoce, la cura e l'assistenza di milioni di malatidi dolore è il principale obiettivo della Fondazione Paolo Procacci, nata gra-zie all'iniziativa dell'AISD, Associazione Italiana per lo Studio del Dolore.

Paolo Procacciuno dei pionieri degli studi sul dolore, ha lavorato intensamente nella comu-nità scientifica internazionale per una maggiore sensibilizzazione sul temae per la diffusione delle linee guida che devono aiutare il medico nella valu-tazione clinica e nella terapia di una così diffusa patologia.

L'AISDdal 1976 sostiene la ricerca sui meccanismi fisiopatologici del dolore ed è at-tivamente impegnata nella promozione degli studi clinici e di base.

Page 3: PNM 4 2014 - Pain Nursing · 2015. 1. 7. · ISSN 2279-7904 Giornale online di infermieristica del dolore P a i n N u r s i n g M a g a z i n e I t a l i a n O n l i n e J o u r n

La Fondazione Paolo Procacci

promuove e sostiene tutte

quelle iniziative utili alla pre-

venzione, alla diagnosi preco-

ce, alla cura e all'assistenza

sociosanitaria della malattia

“dolore” e delle sintomatologie

ad essa collegate. Ne sono

promotori scienziati e ricercatori di livello internazio-

nale, da anni attivi collaboratori delle più importanti

società scientifiche dedicate alla medicina del dolo-

re, quali l'Associazione Italiana per lo Studio del

Dolore, la European Federation of IASP Chapters e

il World Institute of Pain.

The Paolo Procacci Foundation was created to promote

and support initiatives of any form that advance the pre-

vention, the early diagnosis, the cure and social services

for illness called “pain” and related symptoms. The

Foundation is promoted by internationally renown and pro-

ductive scientists and researchers who have been active

for years in some of most important scientific societies and

associations dedicated to pain, including the Associazione

Italiana per lo Studio del Dolore, the European Federation

of IASP Chapters, the International Association for the

Study of Pain and the World Institute of Pain.

www.fondazioneprocacci.org

Direzione Scientifica / Editor in Chief Stefano Coaccioli

Comitato scientifico / Scientific BoardEli Alon, Caterina Aurilio,Alessandro Bertirotti, Giorgia Della Rocca, Serdar Erdine, Magdi Hanna, Raffaele Madaio, Franco Marinangeli, Rossella Marzi, Narinder Rawal, Alessandro F. Sabato, Annalisa Silvestro, Andrea M. Trescot, Giustino Varrassi, Kris Vissers, Stefano Maria Zuccaro

Comitato editoriale / Editorial BoardArea infermieristica

Daniela Cobianchi, Elisabetta Ercolani, Manuela Galleazzi, Roberto Latina, Nicoletta Lombardi, Manuela Rebellato,Daniela Resta, Barbara Rosso, Marina Torresan, Marina VanzettaArea medica

Chiara Angeletti, Daniele Battelli, Cristiana Guetti, Fabrizio La Mura, Ugo Pàstina, Alba Piroli, Mauro Ragosta

Questo numero è stato c hiuso in redazione il 12 dicembre 2014

IndexingPain Nursing Magazine - Italian Online Journal è indicizzato da

Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature - CINAHL.

Indexed in Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature.

Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal Vol. 4 N. 4 Dicembre 2014

www.painnursing.it

Direttore Responsabile / Managing EditorLorenza Saini

Progetto grafico e impaginazioneGraphic project and layoutOsvaldo Saverino

Edito da Fondazione Paolo Procacci OnlusPublisher: Paolo Procacci FoundationVia Tacito 7 – 00193 RomaTel. 339 [email protected]

Aut. Trib. di Roma n. 21/2012 del 26 gennaio 2012 - © Copyright 2014 Fondazione Paolo Procacci Onlus

Gli articoli pubblicati rispecchiano esclusivamente l’esperienza degli Autori, che assicurano altresì che lo scritto è inedito. Con l’invio di un testo per la pubblicazione su

Pain Nursing Magazine gli autori cedono all’editore la proprietà letteraria e ne è vietata la riproduzione, anche parziale in qualsiasi forma e con qualunque mezzo, da

parte di terzi. A causa dei rapidi progressi della scienza medica si raccomanda sempre una verifica indipendente delle diagnosi e dei dosaggi farmacologici riportati. La

pubblicazione di testi ed immagini pubblicitarie non coinvolge la responsabilità dell’editore.

Manuscripts are accepted on the understanding that they report unpublished work that is not under consideration for publication elsewhere. The Authors assign and transfer to the PaoloProcacci Foundation all of the rights, title, and interest in and to the copyright of the work in its current form and in any form subsequently revised for publication and/or electronic dissemina-tion, including translations to another language. The information herein is meant to complement and not replace advice provided by a licensed health care professional. Although great carehas been taken in compiling and checking the information given in this publication for accuracy, the authors, editors and publishers shall not be responsible or in any way liable for any errors,omissions or inaccuracies in this magazine, whether arising from negligence or otherwise, or for any consequences arising therefrom.

Pain Nursing Magazine Italian Online JournalPeriodico trimestrale della Fondazione Paolo Procacci Onlus, con la collaborazione scientifica dell’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore e dell’Associazione Sammarinese per lo Studio del Dolore

Quarterly published by the Paolo Procacci Foundation with the scientific cooperation of the Italian Association for the Study of Pain and the San Marino Association for the Study of Pain

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Associazione Italiana per lo Studio del DolorePer ulteriori informazioni scrivere a: [email protected]

Ci sono almeno 6 buoni motivi per diventare socio AISD Associazione Italiana per lo Studio del Dolore

4Essere sempre informati sulle ultime ricerche nel campo della terapia del dolore

4Essere sempre informati su tutte le iniziative riguardanti la terapia del dolore,

a livello nazionale ed internazionale

4Partecipare attivamente alle attività dell’associazione per il progresso

della terapia del dolore

4Avere un sito di riferimento dove poter scambiare liberamente

informazioni con altri soci

4Avere l’iscrizione al Congresso con quota agevolata

4Consultare gratuitamente online “l’European Journal of Pain”

Accedi alla modalità di iscrizione in 4 semplici mosse

1. Collegati al sito www.aisd.it/associarsi.php

2. Riempi il modulo di iscrizione online

3. La quota annuale di (50,00 euro per i medici e 25,00 euro per gli infermieri)

può essere versata sul seguente conto bancario:

BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI ROMA

IBAN: IT 44 J 08327 03239 0000 0000 2154Intestato a: Associazione Italiana per lo studio del dolore (AISD)indicando nella causale: quota iscrizione anno... oppure puoi pagare con carta di credito tramite Paypal, con accesso dal sito www.aisd.it

4. Spedisci la ricevuta di pagamento tramite e-mail a: [email protected] tramite fax al numero 178.6089948

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www.aisd.it

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­­­4EditorialiVitamina D e dolore cronico 135

Stefano Coaccioli

Mentalmente amorevoli e dolorosi 136

Alessandro Bertirotti

4RassegnaLe conoscenze e le attitudini degli infermieri nella gestione del dolore: una revisionenarrativa della letteratura 138Patrizia Mattacola, Francesca Serio, Lucia Mauro, Loredana Fabriani, Roberto Latina

4EsperienzeIl ruolo dell’infermiere nel trattamento precoce del dolore in triage. L’esperienza del ProntoSoccorso di Pinerolo 156

Alessandra Ghione, Federica Badariotti

4Case ReportTreatment of paraneoplastic complex regional pain syndrome type I (CRPS-I) with perineural catheter:a case report 161

Chiara Angeletti, Martina Paesani, Carla Di Martino,

Paolo Matteo Angeletti, Roberto Berrettoni, Cristiana Guetti

4Caso clinicoCaso clinico: l'utilizzo della Vacuum Assisted Closure Therapy (VAC Therapy) 165

Alberto Carmine Spitilli , Gianfranco Verna

4Dalla letteratura 170

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Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 2 - N. 2 2013

Indice

www.painnursing.it

La ricerca e la formazione servono a tutti!Aiutaci con una donazione.Versa il tuo contributo con bonifico bancario intestato alla Fondazione Paolo Procacci Onlus IBAN: IT 08 Z 08327 03239 000000001820Dona online con le principali carte di credito, dal sito www.fondazioneprocacci.org

Scegli di destinare il tuo 5xmille alla Fondazione ProcacciCodice fiscale  09927861006

La casella è "Sostegno delle attività di volontariato e associazioni non lucrative di utilità sociale"

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Quarterly published by the Paolo Procacci Foundation with the scientific cooperation of the Italian Association for the Study of Pain and the San Marino Association for the Study of Pain

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Norme editoriali

• Pain Nursing Magazine pubblica articoli origina-li, casi clinici, rassegne, editoriali, comunicazioni brevi,commenti di attualità, segnalazioni di progetti organiz-zativi dei servizi socio-sanitari, lettere. Gli articoli devo-no essere inediti e non inviati ad altre case editrici perla pubblicazione. Gli articoli possono essere sia in italia-no che in inglese.Gli articoli proposti per la pubblicazione devono essereinviati in formato elettronico via e-mail alla redazione:[email protected]

• Responsabilità e Conflitto di interessiLa responsabilità del contenuto scientifico è esclusiva-mente degli autori. Con l’invio di un lavoro per la pubbli-cazione su Pain Nursing Magazine gli autori cedono al-l’editore la proprietà letteraria e ne è vietata la riproduzio-ne, anche parziale in qualsiasi forma e con qualunquemezzo, da parte di terzi.All’invio del lavoro gli autori devono allegare una letterache assicuri che lo scritto è inedito, che confermi la ces-sione alla Casa Editrice della proprietà letteraria dell’arti-colo, che dichiari l’assenza di conflitti di interesse. Va inol-tre indicato l’eventuale finanziamento ricevuto per la rea-lizzazione dell’articolo da industrie farmaceutiche, biome-diche, imprese o enti pubblici o privati e la sezione dellaRivista cui vorrebbero destinare il lavoro.Quando gli Autori parlano a nome delle istituzioni di ap-partenenza, dovrà essere fornita anche l'autorizzazionedei rispettivi Responsabili.

• Pubblicazione La pubblicazione è gratuita, previa accettazione del co-mitato scientifico ed editoriale. Non verranno inviate boz-ze agli autori.

• Gli Articoli originali contenuti entro 20.000 caratteri spa-zi inclusi, compresa bibliografia ed abstract (utilizzare lafunzione “conteggio battute” spazi compresi), debbonoessere così strutturati:1. titolo in italiano e in inglese; 2. indicazione degli auto-ri: nome (per esteso), cognome, affiliazione, recapito e-mail dell’autore corrispondente; 3. abstract: in italiano einglese per un massimo di 200 parole; 4. parole chiave:da 2 a 6 in italiano e inglese, in ordine alfabetico; 5. intro-duzione; 6. materiali e metodi; 7. risultati; 8. discussione;9. conclusioni; 10. eventuali ringraziamenti; 11. bibliogra-fia (massimo 30 voci).

• I Casi clinici dovranno essere descritti e commentati inun massimo di 10.000 caratteri, spazi inclusi e inclusibibliografia e riassunti.

Lo schema-tipo è il seguente:1. titolo in italiano e in inglese; 2. indicazione degli auto-ri: nome (per esteso), cognome, affiliazione, recapito e-mail dell’autore corrispondente; 3. riassunto in italiano einglese (massimo 100 parole ciascuno); 4. parole chiave:da 2 a 6 in ordine alfabetico; 5. breve introduzione chedelimita l'area di interesse del caso; 6. descrizione del ca-so con: a. storia clinica; b. segni e sintomi; c. esami dilaboratorio e strumentali; d. risultati; 7. commento cheevidenzia gli aspetti interessanti del caso; 8. eventualiringraziamenti; 9. bibliografia (massimo 15 voci).

Negli articoli originali e in quelli di casistica è consiglia-to l’inserimento di almeno una tabella o di un grafico/immagine. Nel testo va indicata tra parentesi tonde laposizione d’inserimento.

• Le Comunicazioni brevi sono uno strumento per larapida segnalazione di studi originali; al massimo3000/4000 caratteri, spazi inclusi, compreso brevissimoabstract, sia in inglese che in italiano. Sono consentite 1tabella, 1 figura e una bibliografia essenziale.

• Gli Editoriali forniscono spunti di riflessione sullo statoattuale di un problema. Non devono superare i 10.000 ca-ratteri, spazi inclusi e inclusi la bibliografia (massimo 20voci) e i riassunti (100 parole ciascuno) in italiano e in in-glese.

• Le Rassegne presentano un quadro ampio ed aggior-nato della letteratura, contenuto in un massimo di 20.000caratteri, spazi inclusi e inclusi bibliografia (massimo 50voci) e riassunti in italiano e in inglese (100 parole ciascu-no). È suggerito l’inserimento di figure e tabelle.

• Le Lettere (massimo 2000 caratteri spazi inclusi) dovreb-bero contenere preferibilmente interventi su argomentitrattati nella rivista.

• Per la sezione Attualità potranno essere inviate note almassimo di 6.000 caratteri, spazi inclusi.

• Sono inoltre previste sezioni di Approfondimento, FocusOn, Terapia e su Progetti di ricerca e Formazione, i cuiargomenti vanno preventivamente proposti e concordaticon la Direzione Scientifica. Nella sezione Documenti ilComitato Scientifico intende proporre Linee Guida,Raccomandazioni, Dichiarazioni di organismi internazio-nali rilevanti per il problema dolore. La sezione Contributiè aperta alle idee e proposte di tutte le associazioni infer-mieristiche interessate.

• Suggerimenti per la preparazione del manoscritto Indicare nella prima pagina il titolo, il nome (per esteso),il cognome degli autori e l’Istituto di appartenenza; l’indi-rizzo privato dell’autore che presenta il lavoro (con il nu-mero telefonico e l’indirizzo di posta elettronica).Nella seconda pagina dovranno essere riportati riassun-to e parole chiave in italiano e in inglese. I simboli delle unità di misura saranno quelli adottati perconvenzione internazionale (Sistema Internazionale: SI).Le abbreviazioni e gli acronimi debbono essere posti, traparentesi, dopo la prima citazione per intero. I preparatifarmaceutici vanno indicati col nome chimico e, dopo (traparentesi), con quello commerciale.

• Tabelle e figureAndranno citate in extenso nel testo e con numeri arabi(ad es.: tabella 1, figura 1).Ogni figura deve avere la didascalia; ogni tabella deve ave-re un titolo.Grafici e tabelle riprodotti da altre fonti devono riportare l’in-dicazione della fonte e il permesso scritto di riproduzioneda parte del possessore dei diritti deve essere inviato in-sieme al manoscritto. L’autore del manoscritto è responsa-

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bile per l’ottenimento dei permessi di riproduzione di mate-riale i cui diritti sono posseduti da terzi.Le immagini e tabelle vanno presentate con veste graficaaccurata, tale da permettere la riproduzione senza modifi-cazioni. Vanno inviate in file separati, le immagini vannosalvate nel formato JPEG o TIFF. Se le immagini ritraggono pazienti o persone, gli autori de-vono presentare un’autorizzazione firmata dagli stessi chene autorizzi la pubblicazione, oppure le immagini devonoessere modificate per evitare il riconoscimento delle per-sone ritratte.

• RingraziamentiSi invitano gli autori a inserire prima della bibliografiai ringraziamenti.

• BibliografiaLa lista delle voci bibliografiche va numerata nell’ordinecon cui le singole voci vengono citate nel testo. I richiami,nell’articolo, vanno indicati con numerazione araba (traparentesi tonde). Non usare corsivo e grassetto nella li-sta bibliografica.

Esempi di compilazione bibliografica cui attenersiRiviste:- Mustola S, Baer T, Metsa-Ketela T, Laippala P. ADistrict General Hospital pain management programme:first year experiences and outcomes. Anaesthesia 1995;50,114-117.

Libri:Astrand PO, Rodahe K. Textbook of work physiology. New York: Mc-Graw-Hill 1986: 320.Quando gli autori sono più di sei, al posto dei successivimettere et al.

Capitolo di un libro: Villanueva L, Fields H. Endogenous central mechanismsof pain modulation. In: Villanueva L, Dickenson AH, OllatH editor. The pain system in normal and pathological sta-tes: a primer for clinicians. Seattle: IASP Press; 2004; p.223–243

Articolo scaricato da internet:Cruz AA, Coelho RP, Lucchesi MC Upper eyelid shapeand position in the association of Graves’ disease andmyasthenia gravis. Digital J Ophtalmol (Internet) 2000(modificato 10 maggio 2001; consultato 20 giugno 2004); 6(1), Disponibile all’indirizzo: http://www.djo.harvard.edu/meei/OA/Cruz/OA.html(Indicare il DOI se disponibile)

Libro scaricato da internetDonaldson MS. Measuring the quality of health care.Washington: National Academy Press, 1999. (consultatoil 4 aprile 2004). Disponibile all’indirizzo: http://legacy.net-library.com/.

N.B.Prima di inviare l’articolo si consiglia di controllare peraccertarsi che i suggerimenti di cui sopra siano statieffettivamente rispettati.

• Processo di revisione Tutti gli articoli sottoposti verranno inoltrati al Comitato edi-toriale per la prima valutazione e successivamente affida-ti ad un revisore che valuterà nel dettaglio l’aderenza al-le norme editoriali, la qualità metodologica dell’articolo ele eventuali proposte di modifiche da inoltrare agli autori.Nella sua valutazione, il revisore può: valutare l’articoloidoneo alla pubblicazione, accettare l’articolo con richie-sta di modifiche ed infine rifiutare l’articolo. In qualsiasi ca-so il tempo complessivo per ottenere una risposta non su-pererà i tre mesi.

• Pain Nursing Magazine is a quarterly onlinejournal published by the Paolo Procacci Foundation, withthe scientific cooperation of the Italian Association for theStudy of Pain and of the San Marino Association for theStudy of Pain. The aim of the journal is to become aglobal forum on all major aspects of nursing managementof pain. Submissions from all over the world are welcome.Pain Nursing Magazine publishes scientific articles on painnursing management, health organization, health policyand economics, communication between patients andhealthcare professionals, and ethical and social issues ofhealth management. Articles are accepted in English andItalian languages

• Submission of manuscriptsManuscripts (electronic format in an established word pro-cessor, not as a PDF file) must be submitted to the follo-wing e-mail address: [email protected]

• Copyright and DisclosuresManuscripts are accepted on the understanding that theyreport unpublished work that is not under considerationfor publication elsewhere. The Authors assign and trans-fer to the Paolo Procacci Foundation all of the rights, tit-le, and interest in and to the copyright of the work in itscurrent form and in any form subsequently revised forpublication and/or electronic dissemination, includingtranslations to another language. All authors have readand approved the manuscript as submitted and are pre-pared to take public responsibility for the work and theyattest that those individuals or institutions listed in theAcknowledgments or personal communications are awa-re that their names appear.Permission to quote and reproduce material previouslypublished must be obtained from the copyright holder, anda copy of the letter granting such permission must accom-pany the manuscript. Authors are expected to disclose any commercial asso-ciations that might pose a conflict of interest in connectionwith the submitted manuscript. All funding sources sup-porting the work submitted should be properly acknowled-ged on the title page of the manuscript and quoted in themanuscript before the references list.

• EthicsAll experimental work should be in accordance with theethical standards of a responsible committee, the HelsinkiDeclaration.

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Authors reporting on experimental work on humans should,where relevant, submit evidence that the work has beenapproved by an institutional clinical research panel or itsequivalent.

• Proofs and ReprintsNo proofs are sent to the Authors. To order reprints, plea-se contact the editorial staff: [email protected]

• Page charges There will be no page charges for Pain Nursing Magazine.

• Manuscripts Structure and PreparationOriginal Articles (maximum of 20.000 characters, spacesincluded, abstract not exceeding 200 words, key wordsno more than 6, in alphabetical order, max of 30 referen-ces, short running title).Clinical Cases (maximum of 10.000 characters, spacesincluded, abstract not exceeding 100 words, key wordsno more than 6, in alphabetical order, max of 15 referen-ces, short running title).Topical Reviews (maximum of 20.000 characters, spacesincluded, abstract not exceeding 100 words, key wordsno more than 6, in alphabetical order, max of 40 referen-ces, short running title). Editorials maximum of 10.000 characters, spaces inclu-ded 100 words, essential bibliography.Letters to the Editor maximum of 2000 characters, spa-ces included.Short Communications maximum of 3.000/4.000 charac-ters, spaces included, 1 table, 1 figure, essential biblio-graphy).

• The title page should include the full title, the full name(no initials) of each author, each author’s affiliation; theaddress (postal and e-mail) of the corresponding author.Whenever possible, the text should be divided into majorsections such as: Introduction, Materials and Methods,Results, Discussion, Acknowledgments and References.

• Units & AbbreviationsAbbreviations, numbers and SI lengths, measurementsof length, height and volume should be reported in metricunits (metre, kilogram, litre).Temperatures should be given in degrees Celsius andblood pressures in millimetres of mercury or kPa with thealternative units inparentheses. All other measurements including labora-tory measurements should be reported in the metricsystem in terms of the International System of Units (SI).Abbreviations should be limited and defined after the firstuse of the term.

• Tables and Figures should have a title and should benumbered with Arabic numbers (1, 2, etc.). The numberof the tables must be kept to a minimum. The data mustbe completely but concisely presented. Make sure that allthe abbreviations and symbols in the figure are explainedin the legend.Keep text and graphics (and any other items) as separa-te files - do not import the figures into the text file. Nameyour files using the correct extension, e.g. text.doc,

fig1a.eps, fig1.tif, tbl1-6.xls, etc.

Generic names of drugs should be used where possible.When quoting from specific materials on proprietary drugs,authors must state in parentheses the name and addressof the manufacturer.

• References should be typed single-spaced at the end ofthe text and numbered consecutively in the order in whichthey are first mentioned. The reference list must includeall authors referred to in the text and in the tables or le-gends. References in the text, tables, and legends mustbe identified by Arabic numerals in parentheses. In thetext, references shall be made by giving the name of theauthors followed by the appropriate number in parenthe-ses (e.g.: “Smith (1) has reported...” or simply by givingthe appropriate number in parentheses (e.g.: “As has re-cently been reported (1,2) ...”). In the text, when there aremore than two authors, only the name of the first authorshould be given, followed by “et al.”. In the reference list,all authors should be listed when there are 6 or fewer,when there are 7 or more only the first 3 should be given,followed by “et al.”.

• ExamplesArticle in a periodical:- Mustola S, Baer T, Metsa-Ketela T, Laippala P. A DistrictGeneral Hospital pain management programme: first yearexperiences and outcomes. Anaesthesia 1995; 50,114-117.

• Chapter in a book: Villanueva L, Fields H. Endogenous central mechanismsof pain modulation. In: Villanueva L, Dickenson AH, OllatH editor. The pain system in normal and pathological sta-tes: a primer for clinicians. Seattle: IASP Press; 2004; p.223–243An entire book: Astrand PO, Rodahe K. Textbook of work physiology. NewYork: Mc-Graw-Hill 1986: 320.Congress Proceedings:Wall PD. Pain in context: the intellectual roots of pain re-search and therapy. In: Devor M, Wiesenfeld-Hallin Z,Rowbotham MC editor. Proceedings of the 9th WorldCongress on Pain. Seattle: IASP Press; 1999; p. 19–33

Personal communications, manuscripts in preparation andother unpublished data should not be cited in the referen-ce list but may be mentioned in the text in parentheses.

• Citing and listing of Web references: As a minimum, the full URL should be given. Any furtherinformation, if known (DOI, author names, dates, referen-ce to a source publication, etc.), should also be given.Web references should be listed separately (e.g., after thereference list) under the heading "Web references".

• Reviewing processThe reviewing process for all articles will be handled bythe Editor-in-Chief and by the Editors. The author will benotified within 3 months of submission as to the status ofthe article.

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n the last ten years the scientific articles focusingon the significant correlation between serum levels of vitamin D (vit. D) and chronic pain (CP)(1) have increased. The evidence of high

prevalence of hypovitaminosis D in patients withnon-specific musculoskeletal CP, with headache, and

chronic fatigue syndrome (2) has suggested the hypothesisthat a supplementation of vit D can help in the treatmentof many clinical conditions characterized by CP (3). The desirable levels of vit. D are comprised between 30and 100 ng/ml, while a deficiency level is identified for values lower than 10; a failure, with values between 10 and 30 and a toxicity for values greater than 100.The metabolism of vit. D is well known (4), but it should beemphasized that, if there is no renal failure (where the necessary metabolite is the one activated, i.e. calcitriol), the suggested metabolite is calcidiol.The review of articles on the subject (1) evalutated double-blind studies on randomized patients and sufferingfrom any CP cause - but especially with musculoskeletalpain - and compared the vit.D supplementation versusplacebo. The primary objectives were represented by at least 50% reduction of CP, by the overall impression of improvement in the general health status from "very" to "excellent", while the secondary objectives were represented by the control and detection of possible adverse events and the number of dropouts from the supplemental therapy.The most significant data can be summarized as follows:decrease of non-steroidal anti-inflammatory drugs used in patients with rheumatoid arthritis; no changes in theglucocorticoids needs in patients with polymyalgiarheumatica; reduction of pain with different scales of painassessment in patients with musculoskeletal CP; absence of differences versus placebo.These findings essentially dichotomous between them(studies that confirm the benefit of supplementation vit.Dand studies that do not observe differences versus placebo)could be caused by the low number of patients studied(never higher than 200 units), by the different vit.D formulations used and by the objective difficulty of studying clinical conditions characterized by extremely different pathogenesis: autoimmune diseases, such

as rheumatoid arthritis; and diseases caused by glucocorticoids deficiency (such as polymyalgia rheumatic), compared to substantially degenerative diseases, such as those represented by the CP musculoskeletal broadly considered. Further study aretherefore needed on homogeneous and more numerouspopulations, especially using the same metabolite (we goback to the suggestion of the use of calcifediol if renalfailure is absent ) in order to define the importance and usefulness of the supplementation of an essential vitamin, as vit.D, in the therapeutic kit for multiple clinical conditions characterized by chronic pain.

References

1. Straube S. et al. Vitamin D for the treatment of chronic painful

conditions in adults. Cochrane Database Syst.

Rev. doi:10.1002/14651858.CD007771.pub2

2. Kragstrup TW. Vitamin D supplementation for patients with

chronic pain. Scand J Primary Health Care 2011;29:4-5

3. Straube S. et al. Vitamin D and chronic pain. Pain 2009;141:10-3

4. Feldman D. et al. Vitamin D. Academic Press 1997.

Stefano Coaccioli, MD, PhDEditor in Chief

Editorial

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Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014134

Vitamin D and chronic pain

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egli ultimi dieci anni sono aumentati i lavoriche hanno messo in evidenza una significativacorrelazione fra i livelli sierici di vitamina D

(vit.D) ed il dolore cronico (DC) (1) ipotizzandoche la supplementazione di vit.D possa essere in

grado di contribuire al trattamento di molteplici con-dizioni cliniche caratterizzate da DC. (2) Questa ipotesimuove dall’evidenza di una alta prevalenza di ipovitaminosiD in pazienti con DC muscoloscheletrico non-specifico, concefalea, e con sindrome da fatica cronica (3).I livelli desiderabili di vit.D sono compresi fra 30 e 100ng/ml, mentre si individuano: uno stato carenziale, per valo-ri inferiori a 10; una insufficienza, con valori compresi fra10 e 30 ed una tossicità per valori superiori a 100.è a tutti noto il metabolismo della vit.D (4), mentre deve essere sottolineato che, in assenza di insufficienzarenale [dove il metabolita necessario è quello attivato, ossiail calcitriolo], il metabolita suggerito è rappresentato dal calcifediolo.Gli studi valutati (1) sono stati realizzati in doppio cieco in pazienti randomizzati ed affetti da DC di qualsiasi origine– ma soprattutto con DC muscoloscheletrico – ed hanno comparato la supplementazione di vit.D contro placebo. Gli obiettivi primari erano rappresentati dalla riduzione del DC di almeno il 50%, dall’impressione globale di un miglioramento dello stato generale di salute da “molto” ad “eccellente”, mentre gli obiettivi secondari erano rappresentati dal controllo e dalla rilevazione di eventualieventi avversi e dal numero di abbandoni della terapia suppletiva. I dati più significativi, rilevati dall’analisi degli studi, possono essere riassunti nei seguenti: riduzione del consumo di anti-infiammatori non-steroidei in pazienticon artrite reumatoide; non variazioni nel fabbisogno di glucocorticoidi in pazienti con polimialgia reumatica; riduzione del dolore con differenti scale di valutazione del dolore in pazienti con DC muscoloscheletrico; assenza di differenze nei confronti con placebo.Queste rilevazioni sostanzialmente dicotomiche fra di loro(studi che confermano il beneficio della supplementazione di vit. D e studi che non rilevano differenze rispetto al placebo) potrebbero essere causate dalla scarsa numerosità

delle popolazioni di pazienti studiati (mai superiori alle 200unità) e dalle diverse formulazioni di vit.D utilizzate, nonchédalla difficoltà oggettiva di studiare condizioni cliniche caratterizzate da patogenesi estremamente diverse fra di loro: malattie autoimmuni, quali l’artrite reumatoide; e malattie da carenza di glucocorticoidi (quale la polimialgiareumatica), rispetto a malattie sostanzialmente degenerati-ve, quali quelle rappresentate dal DC muscoloscheletrico inteso in senso lato. Sono dunque necessari ulteriori studi,condotti su popolazioni omogenee e sicuramente più numerose, soprattutto con l’impiego dello stesso metabolita(torna il suggerimento dell’impiego del calcifediolo in assenza di insufficienza renale) allo scopo di definire l’importanza e l’utilità della supplementazione di una vitamina fondamentale, quale la vit.D, nel corredo terapeutico di molteplici condizioni cliniche caratterizzate da dolore cronico.

Riferimenti bibliografici

1. Straube S. et al. Vitamin D for the treatment of chronic painful

conditions in adults. Cochrane Database Syst.

Rev. doi:10.1002/14651858.CD007771.pub2

2. Kragstrup TW. Vitamin D supplementation for patients with

chronic pain. Scand J Primary Health Care 2011;29:4-5

3. Straube S. et al. Vitamin D and chronic pain. Pain 2009;141:10-3

4. Feldman D. et al. Vitamin D. Academic Press 1997.

Stefano CoaccioliDirettore Scientifico

Editoriale

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Pain Nursing Magazine Italian Online Journal

135Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014

Vitamina D e dolore cronico

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a mente ed il corpo sono in stretta relazione traloro, e senza soluzione di continuità. Questaaffermazione non rappresenta una scoperta,perché da sempre, sebbene a diversi livelli di

coscienza, l'umanità intera ha intuito questa importante relazione esistenziale, anche se solo

recentemente si è attribuito a questa biunivocità un carattere scientificamente rilevante.Nella nostra vita quotidiana dobbiamo affrontare una seriedi problemi, da quelli prevedibili e più semplici ad alcuniimprevedibili che possono essere anche complessi, e che richiedono un impegno mentale maggiore di quello solitamente postulato dalla quotidianità sia consciamenteche inconsciamente.è proprio in questo modo che nella mente individuale convivono quote di banalità assieme ad altre di originalità,dove con le prime intendiamo la presenza di atti e pensieriche possiamo considerare comuni a tutti gli esseri umani,mentre con le seconde intendiamo la capacità reattiva eproattiva di rispondere e proporre soluzioni diversificate da persona a persona.Ogni individuo "attribuisce alla realtà un significato che tenta di comunicare agli altri (…)" (Bertirotti A., 2014:31) e nel fare questo si tenta di ridurre la "complessità a semplicità, ricercando la successione di cause ed effetti.Anche nei rapporti umani si alternano complessità e semplicità e mentre tendiamo ad ammettere la presenza innoi di una grande complessità, nel giudicare gli altri siamoindotti a rifarci a stereotipi e preconcetti di una banalità disarmante. Ci sentiamo diversi anche nell’esperienza del dolore, perché il nostro è sempre più dolore rispetto aquello altrui. In questo modo si manifesta in noi lo stile divita, che è un sistema interiorizzato e stabilizzato di comportamenti visibili, frutto di atteggiamenti mentali che determinano le scelte durevoli nel tempo. Lo stile di vitadiventa un vero e proprio stile cognitivo tipico del singolo,ma inserito nel più ampio sistema culturale" (Bertirotti A.,ibidem:31). La caratteristica forse più interessante di qualsiasi stile di vita umano è la presenza in esso di una dose di amore più o meno forte intendendo per amore quellegame significativamente vincolante l'esistenza stessa della

persona che lo sperimenta. Quando si ama, si attivano, dopo il primo anno di innamoramento, quindi nel corso del secondo e nei successivi abilità mentali cognitive comela razionalità e l'intelletto, grazie alle quali si mantiene in vita il sentimento d'amore di cui ci prendiamo attenta cura,dirottando le emozioni verso il partner e assumendo in noile esigenze altrui.Questo processo, che dura nel tempo e caratterizza tutto ilperiodo esistenziale nel quale ci possiamo dire innamorati(anche se con dinamiche espressive e comunicazionalidiverse e sempre in evoluzione), è costituito anche da momenti di dolore, ossia di disequilibrio fra l’individuo el’ambiente, oppure fra parti interne della stessa persona. è un dolore di tipo mentale, esistenziale, ma che può fortemente influire sulla nostra percezione del mondo e degli altri, oltre che influire, ovviamente, sul soma in generale. Abbiamo iniziato il nostro contributo affermando che i comportamenti umani, "ad una attenta osservazione,possono risultare profondamente banali", anche se ognunodi noi "crede di essere originale, unico e irripetibile. Da uncerto punto di vista è anche vero, ma nella sostanza molteazioni che compiamo possono essere tipiche anche di altrepersone. Molto probabilmenteil risultato delle azioni stessenon cambierebbe se in ogni azione individuale, non ci fosseuna parte di originalità che le rende tipiche di quella persona e non di un’altra. Ma si tratta di quota di originalità,non di assoluta originalità. Consideriamo, ad esempio, l’azione di andare a fare la spesa. Completata la lista di quello che ci serve, e decisi assieme all’amica i criteri con cui scegliere i prodotti, chevada io a comprare oppure lei non fa differenza. Tuttavia,seppure minima, una differenza fra me e la mia amica devepur esserci. E questa differenza infatti esiste e sta nel diverso grado di consapevolezza che io e la mia amicaabbiamo verso l’azione del fare la spesa. In sostanza, la mia storia di vita e le esperienzeche io posseggo sul farela spesa, anche se possono sembrare identiche a quelle della mia amica, appartengono solo a me. La mia mente hasedimentato e organizzato la rappresentazione di tutti i supermercati che ho frequentato all’interno di una storiadel fare la spesa. Ciò mi ha reso consapevole di questo

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Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014136

Mentalmente amorevoli e dolorosiAlessandro Bertirotti*

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evento-azione in maniera diversa rispetto alla mia amica.D’altro canto, anche lei, proprio sulla base di una sua storiapersonale del fare la spesa, avrà ricordi diversi e atteggiamenti mentali conseguenti a questi ricordi"(Bertirotti A., ibidem:32). Non esistono, però, persone e cose che "siano totalmente originali o totalmente banali. Nel mondo i due elementi convivono l’uno accanto all’altro e dipende da colui che osserva la realtà il concentrarsi maggiormente sull’uno oppure sull’altro. Non esiste una persona assolutamente unica, irripetibile, in tutte le sue manifestazioni, come non esiste una sedia che sia talmenteunica nella forma e nell’uso da non avere precedenti. In fondo una sedia è sempre una sedia! Quando riteniamouna cosa assolutamente originale, è perché simboleggia qualcosa di mai visto al mondo, che nessuno ha incontratonella sua vita, un qualcosa simile ad un Ufo, o ad un extraterrestre. Una novità in assoluto fa sempre paura agli esseri umani, proprio perché richiama a qualcosa di non prevedibile, e ritenuta impossibile. (…) Invece, se anche nella novità posso riconoscere qualche elementoche mi è già noto (ecco perché più sopra ho parlato di “quota” di novità), oppure che ho incontratoprecedentemente nella mia esperienza, mi tranquillizzo e mi rassereno” (Bertirotti A., ibidem:32).Ecco perché è decisamente importante, per la nostra mente,collocare quello che valuta e considera della realtà,all’interno di un contesto culturale che dia un contributo alla comprensione, proprio come accade quando abbiamo a che fare con il dolore, sia esso fisico che mentale, oppurepsico-fisico.Sulla base degli esempi riportati, appare ora più chiaro cheanche il dolore possiede un significato culturale, ossia è partedi un contesto storico che lo inserisce in una precisa tradizione di significato, di senso. E il senso del dolore e soprattutto l’espressione di esso variano da cultura a cultura,da popolo a popolo, perché inseriti in una storia esistenzialeche attribuisce al dolore lo stesso valore dell'amore, perchél’uno fa parte dell’altro.In ottica psico-antropologica non può esistere amore disgiunto dal dolore, perché il primo esprime la propria presenza attraverso l'assenza del secondo, anche se in alcuni

casi è proprio quest'ultimo ad indicare alla mente la presenzadi uno stato in sofferenza, grazie al quale ci rendiamo contoche ci stiamo affezionando a qualche cosa oppure a qualcuno. La sofferenza può dunque esercitare diversi ruolinella mente umana, così come può assumere diversi significati. In linea generale, un dolore che porti ad un miglioramento, ad una rinascita, resta per me espressionemisteriosa della nostra evoluzione, e penso che si debbalimitare al massimo il dolore che deriva da una condizione di impotenza, sebbene ne possa persino intuire il valore pedagogico, al quale peraltro non aderisco personalmente.

Bibliografia

Bertirotti A., 2014, La mente ama. Per capire ciò che siamo con gli

affetti e la propria storia, Il Pozzo di Micene – Lucia Pugliese Editori,

Firenze

*Alessandro Bertirotti è docente di Psicologia Generale pressola Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Genova, Vice Segretario Generale e Direttore della Comunicazione e delle Relazioni Esterne dell’Organizzazione Internazionale della Carta dell’Educazione CCLP Worldwide dell’UNESCO, membro del Comitato Scientifico Internazionale del CCLP e Membro della Missione Diplomatica, per l’Italia, Città del Vaticano, Repubblica di San Marino e Malta, del CCLPWorldwide presso l’Unione Europea. Info sulla sua attività sono disponibili nel sito www.alessandrobertirotti.itDa questo numero di Pain Nursing Magazine entra a far parte del comitato scientifico, che lo accoglie con un caloroso benvenuto.

Editoriale

Pain Nursing Magazine Italian Online Journal

137Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014

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138Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014: pp 138-154

Rassegna

g Introduzione

Il dolore è un problema sanitario com-plesso e multidimensionale, molto dif-

fuso nella pratica clinica, ed è uno deisintomi che i pazienti maggiormenteriferiscono e temono (1,2). Il dolore sipuò trasformare da sintomo di una pa-

Le conoscenze e le attitudini degli infermieri nella gestionedel dolore: una revisione narrativa della letteraturaKnowledge and attitudes of nurses in pain managing: a review

RIASSUNTO

Introduzione. Il dolore è un problema sanitario sottovalutato e sot-totrattato. La sua inefficace gestione può essere correlata anchead una carente conoscenza e attitudine del personale sanitario e,in particolare, del personale infermieristico che opera all’internodei sistemi sanitari. Lo scopo di questa revisione è di descriverei risultati degli studi sulle conoscenze e sulle attitudini degli infer-mieri nella valutazione e gestione del dolore. Metodi. È stata effettuata una revisione bibliografica, dal 2004 al2014, utilizzando le banche dati CINHAL, ILISI e Pubmed, includen-do tutti gli studi che focalizzavano l’attenzione sulla misurazione del-le conoscenze e attitudini degli infermieri nella valutazione e gestio-ne del dolore. Le queries di ricerca sono state ottenute utilizzandole parole chiave education, knowledge, pain, pain management, at-titudes, nurses con gli operatori booleani AND, OR o NOT.Risultati. Sono stati ottenuti 417 articoli di cui eleggibili 37. La mag-gior parte degli articoli ha evidenziato una conoscenza insufficien-te e attitudini limitate da parte del personale infermieristico sullavalutazione e trattamento del dolore. Permangono attitudini con-solidate e obsolete e resistenze sull’uso di oppioidi, per timore deiloro effetti collaterali, e sull’uso di strumenti validati utili a misura-re il dolore, insieme ad altri condizionamenti causati dal limitatonumero di infermieri, insufficiente a garantire più adeguate possi-bilità di valutazione e gestione del dolore. I livelli di competenzainfermieristica sono risultati lievemente migliori negli infermieri inpossesso di una formazione post-base o aggiornati con periodicicorsi di formazione o che lavorano in strutture specialistiche, do-ve si affronta quotidianamente il problema “dolore”. Conclusioni. Sono necessari ulteriori studi in grado di monitorare illivello di conoscenza e di attitudini nella gestione del dolore da par-te degli infermieri, e, in particolare in Italia, opportuni programmieducativi rivolti alla riduzione dei gap formativi necessari a limitarela sofferenza.

PAROLE CHIAVE: attitudini, conoscenze, dolore, formazione,

infermieri, gestione del dolore.

ABSTRACT

Introduction. Pain is an underestimated and undertreated healthissue. This review addresses nurses' knowledge and attitudes inthe evaluation and management of chronic clinical pain. Methods. A narrative review was conducted on studies publishedbetween 2004 and 2014 searching in CINHAL, ILISI and Pubmed.Queries were found using Education, Knowledge, Pain, Pain ma-nagement, Attitudes, Nurses as key-words, with boolean AND,OR, NOT.Results. Four hundred and seventeen articles were found and 37were selected for review. Limited nurses' knowledge and attitudesin pain management were documented, such as limited attitudesin using oppioids, because of their potential collaterals effects, andin applying validated instruments for pain evaluation. Others fin-dings were due to the reduced number of nurses employed inchronic pain care. Postgraduate training and working in specia-lized wards improve knowledge and skills in pain managementand treatment.Conclusions. Further studies are needed to evaluate and monitornurses' knowledge and attitudes in pain management. Educationalprograms should be aimed at reducing the gap in pain manage-ment skills.

KEYWORDS: attitudes, education, knowledge, nurses, pain,

pain management.

Patrizia Mattacola 1, Francesca Serio 2, Lucia Mauro 3, Loredana Fabriani 4, Roberto Latina 5

1 Studente CdL in Scienze infermieristiche ed Ostetriche, Sapienza Università di Roma, Infermiere, Azienda Osp. S. Camillo-Forlanini, Roma2 Studente CdL in Scienze infermieristiche ed Ostetriche, Sapienza Università di Roma, Infermiere, Ospedale George Eastman, Roma3 Prof. a.c. CdL in Scienze infermieristiche ed Ostetriche, Sapienza Università di Roma, Infermiere, Azienda Osp. S. Camillo-Forlanini, Roma4 Direttore e Professore a.c. CdL Magistrale Scienze Infermieristiche Ostetriche, Sapienza Università di Roma5 Dottore di Ricerca in Scienze di Sanità Pubblica e Microbiologia, Infermiere Coordinatore, Azienda Osp. S. Camillo-Forlanini, Roma

Autore corrispondente

Patrizia Mattacola

[email protected]

©2014 Fondazione Paolo Procacci Onlus

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Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014: pp 138-154139

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tologia in una vera e propria malat-tia, come nel caso del dolore croni-co (3), che coinvolge ogni aspettodell’essere umano e ne modifica ilmodo di relazionarsi con se stesso econ gli altri. Il dolore è un’esperien-za soggettiva, che si configura comeun caso unico, perché affrontata evissuta dall’essere umano con unapersonale percezione e connotazio-ne, in base alle personali caratteri-stiche psicologiche, emozionali e co-gnitive (4); pertanto è necessario cheessa sia studiata, ascoltata e compre-sa, individualmente (5). La libertà daldolore è un diritto umano fondamen-tale, per cui non riuscire ad alleviar-lo è moralmente ed eticamente inac-cettabile (6). Inoltre, in virtù del ruo-lo dell’infermiere all’interno del teamdi cura, l’aspetto di tutela - advocacydel paziente con dolore diviene cen-trale (7). Essere in grado di gestireefficacemente il dolore e saperne da-re sollievo è coerente con gli idealidel nursing (8): “l’infermiere si atti-va per prevenire e contrastare il do-lore e alleviare la sofferenza, si ado-pera affinché l’assistito riceva tutti itrattamenti necessari” (9). Sebbeneesistano numerose Linee guida e rac-comandazioni per la gestione del do-lore (10-12), molti pazienti, ancoraoggi, non ne ricevono un adeguatosollievo (13-16). I risultati di nume-rose indagini svolte nel corso degliultimi vent’anni, sia a livello interna-zionale che nazionale, forniscono laprova che molti infermieri che assi-stono i pazienti con dolore manca-no di competenze adeguate per lasua gestione e il suo trattamento(1,2,16-18) e che spesso la pratica

clinica è condizionata dalle attitudi-ni, dai pregiudizi e dagli errori, piùche dalle conoscenze basate su evi-denze scientifiche (19). Inoltre, le co-noscenze possedute sono in relazio-ne con il livello di formazione acca-demica (6), con la frequenza di per-corsi formativi post base (20), conl’esperienza maturata on the jobnell’area critica (21), nell’area onco-logica (22), in quella di emergenza-urgenza (23), oltre che con la stes-sa durata dell’esperienza clinica(24,25). Le attitudini sono legate amotivazioni inconsce che possonoessere modificate dall’esperienza edalla conoscenza. Esse hanno tre di-mensioni: cognitive, affettive e com-portamentali. Tali dimensioni sonocorrelate, ma non necessariamenteinterdipendenti, e possono spiegare,in parte, la frequente incoerenza trateoria e pratica nella gestione del do-lore (17). Inoltre, i pregiudizi che per-sistono nella sua gestione ottimalesono conseguenza: a) della scarsa conoscenza sui meto-di di trattamento farmacologico deldolore (26); b) del timore dei rischi correlati al-l’uso di oppioidi quali la depressio-ne respiratoria, la tolleranza, la di-pendenza (27); c) della scarsa conoscenza degli ef-fetti di questi trattamenti sulla po-polazione pediatrica e geriatrica(28,29); d) dello scarso utilizzo di strumentioggettivi di valutazione del dolore(30-32); e) della difficoltà a considerare co-me gold standard la valutazione sog-gettiva (self-report), vale a dire ciò

che il paziente accusa e ciò che è ingrado di riferire (33-36). Anche tra le necessità di valutazio-ne emerge spesso un gap formativoche porti l’agire professionale a unutilizzo appropriato degli strumentiper l’assessment del dolore acuto ecronico (37). In virtù della comples-sità dei casi in cui i pazienti sono af-fetti da dolore, specialmente quellocronico, si ritiene necessario un ap-proccio olistico (da olos = tutt’uno)alla persona, in grado di valorizzarela globalità di ognuno (7). Si ritienepoi necessario indirizzare la valuta-zione al soddisfacimento dei bisogniindividuali di assistenza, a sostegnodi un modello di cura che comportiuna maggiore autonomia del pazien-te stesso nella gestione del dolore(38,39). La presente revisione dellaletteratura si pone l’obiettivo di de-scrivere i più frequenti gap di cono-scenza e di attitudini del personaleinfermieristico, che possono deter-minare una valutazione e gestioneinadeguata del dolore.

g Metodi

è stata effettuata una revisione del-la letteratura, utilizzando alcune ban-che dati, quali PubMed, CINAHL eIlisi, nell’arco temporale tra il 2004e il 2014, costruendo le queries conle parole chiave “Education”,“Nurses”, “Pain”, “Pain Management”,“Attitudes”, “Knowledge” e attraver-so l’uso degli operatori booleani AND,OR e NOT. I criteri d’inclusione edesclusione degli articoli sono elenca-ti nella tabella 1.

Criteri di inclusione

Articoli pubblicati dal 2004 al 2014 in lingua inglese ed italiana.

Articoli che trattano le conoscenze degli infermieri nella gestione del dolore.

Articoli che trattano le attitudini degli infermieri nella gestione del dolore.

Articoli che trattano la valutazione del dolore da parte degli infermieri.

Criteri di esclusione

Articoli basati su studi condotti su studenti e/o su pazienti.

Articoli realizzati in alcuni campi di specialità cliniche: cardiologico, psichiatrico, reumatologico, ostetrico, pediatrico,neurologico, incoscienza - coma.

Editoriali, Abstract, Poster.

Lingua diversa dall’italiana e dall’inglese.

Tabella 1 - Criteri di inclusione ed esclusione della revisione

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Patrizia Mattacola et al. - Le conoscenze e le attitudini degli infermieri nella gestione del dolore

g Risultati

La sintesi degli articoli inclusi edesclusi nella revisione narrativa è ri-portata nella tabella 2; sette articolisono stati individuati in entrambele banche dati CINAHL e PubMed.Le motivazioni che hanno indotto aescludere moltissimi articoli sonoriassunte nelle figure 1, 2 e 3.Gli articoli selezionati e inclusinell’analisi sono 37. Nella tabella 3(vedi p. 144) sono riportati gli stu-di quantitativi, nella tabella 4 (vedip. 150) gli studi qualitativi.

g Strumenti di valutazione delle conoscenze e attitudini

Per la valutazione delle conoscen-ze molti articoli (19,22,25,38,40,44,47,49,50,52,53,56,58,59)hanno utilizzato il questionario va-lidato da Ferrel e McCaffery nel1987, rivisto nel 2008 (66): NurseKnowledge and Attitudes SurveyRegarding Pain (NKASRP). Tale que-stionario contiene 37 domande conuna sola risposta corretta (vero ofalso), altre domande a risposta mul-tipla e, tra queste, delle vignette. Ilcontenuto del questionario com-prende aspetti di valutazione del do-lore, gli interventi farmacologici enon farmacologici e gli atteggia-menti circa la gestione del dolore.un risultato con il 75-80% di rispo-ste esatte indica una sufficiente co-noscenza e capacità infermieristica

di prendersi cura di un paziente condolore. Sono stati utilizzati altri que-stionari oltre allo NKASRP: un que-stionario validato in un articoloSvedese (55); lo strumento ASPMNin un articolo degli Stati Uniti (33);altri questionari non validatio interviste nei rimanenti (41-43,45,46,48,51,56,57,60,61,92).

g Campione e setting assistenziali

Da una analisi dei risultati degli stu-di quantitativi inclusi nella revisio-ne, emerge che il numero totale diinfermieri presi in considerazione èmaggiore di 7000. Il sesso femmi-nile è di gran lunga prevalenterispetto a quello maschile (circa il90%). L’età maggiormente rappre-sentata nel campione è la fasciacompresa tra 25 e 50 anni. I titolidi studio acquisiti sono costituiti nel38% dal Bachelor in Nursing (inItalia laurea in onfermieristica), nel50% dal diploma in Nursing, nel12% da un’altra certificazione disupporto alle attività assistenziali,non sempre di natura sanitaria-in-fermieristica. L’esperienza lavora-tiva ha un range che va da 2 a ol-tre 30 anni, quella maturata in strut-ture dove si tratta frequentementeil problema del dolore va da 2a 15 anni. Le strutture in cui gliinfermieri prestano la loro attivitàlavorativa sono risultate: 7 ospeda-li universitari (34,42,43,47,

53,55,60,64), 22 ospedali genera-li (7,18,19,22,25,38-41,44,48-52,56-59,62,63), 4 strutture a lun-go degenza (46,61,65,68), 1 hospi-ce (63). Le strutture specialistichepiù rappresentate sono l’oncologia,le degenze post-chirurgiche, le te-rapie intensive, le medicine e le lun-godegenze.

g Conoscenze

In tutti i risultati degli articoli esa-minati è emerso che il livello di co-noscenze e di gestione del dolore èlimitata. In tutti gli articoli laddoveè stato utilizzato il questionarioNKASRP, la quota di risposte corret-te è stata inferiore al 70%. Tuttaviaun migliore livello di conoscenzanella gestione del dolore è risulta-to correlato: 1) al livello del titolo di studioconseguito (33,38,49,51,68); 2) al numero degli anni di esperien-za lavorativa (33,38,49,51,56,60,68,73,92);3) al tempo di esperienza maturatain reparti specialistici, dove si af-fronta quotidianamente il problemadel dolore (22,38,49,56); 4) ai corsi di formazione/aggiorna-mento sul dolore, programmati isti-tuzionalmente o frequentati in mo-do autonomo negli ultimi 2-5 anni(51,60,61,65,73,92). Non è emersa una correlazionesignificativa tra le conoscenze e l’e-tà anagrafica degli infermieri. Undato importante che scaturisce dairisultati è quello relativo agli stru-menti conosciuti e utilizzati dagli in-fermieri per la valutazione del do-lore. Solo pochi studi hanno esami-nato l’utilizzo di una scala di valu-tazione (numerica, nominale, ana-logica o illustrata) (81), che è statautilizzata in circa il 50% dei casi(18,39,41,43,45,55,63,68). In alcu-ni studi, invece, è emerso che gli in-fermieri utilizzano l’intervista sem-

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Tabella 2 - Banche dati e stringhe di ricerca

QUERY di r icerca

PubMed: ("education"[Subheading] AND "Pain"[Mesh]) AND

("Nurse Clinicians"[Mesh] OR "Nurse Practitioners" [Mesh])

PubMed: knowledge AND pain and nurse

NOT student NOT pediatric

CINAHL: (MH &quot;Pain&quot;)

AND (MH &quot;Nursing Knowledge&quot;): EBSCOhost

I lisi: pain AND knowledge

I lisi: pain AND management

Totali

29

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47

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Esclusi

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32

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Inclusi

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plice o metodi non standardizzati(65). In altri studi gli infermieri de-mandano la valutazione al persona-le medico, ritenendola una compe-tenza non infermieristica (34,43-45,52,62). La valutazione si basaspesso su quanto il paziente riferi-sce o su quanto si presume che siail livello di dolore nei casi in cui ipazienti sono incapaci di comuni-carlo (38,42).

g Attitudini

Riguardo le attitudini degli infer-mieri nella gestione del dolore, va-rie barriere vengono individuate co-me responsabili di una gestionesub-ottimale o comunque inadegua-ta del dolore. Tra queste sono stateindividuate barriere di tipo tempo-rale, come l’esperienza pratica quo-tidiana, la mancanza di tempo perla necessità di far fronte ad altricompiti di competenza infermieri-stica e non (34,39,46,52,56,62) ei turni lavorativi, che talvolta nonconsentono la necessaria continui-tà assistenziale (34,39,46,52,62).Altre barriere sono di tipo formati-vo, come le conoscenze non appro-fondite sul dolore e sulle terapie far-macologica e/o complementari(43,62), i pregiudizi sugli effetti col-laterali della terapia con oppioidi ocon altri analgesici, in particolare ilproblema della depressione respi-ratoria (48). Altre barriere riguar-dano la mancanza di autonomia nel-la gestione del problema dolore, chespesso è demandata esclusivamen-te al medico (34,43,45,52,62), e ilfatto che la terapia venga sommini-strata in risposta alla comparsa oaccentuazione della sintomatologiadolorosa, e non come sua preven-zione, soprattutto nei pazienti on-cologici, post-chirurgici e trauma-tizzati (42). Altre barriere sono rap-presentate dalla scarsa o inefficacecomunicazione con il paziente e i

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Figura 1 - Articoli selezionati con CINHAL

Figura 2 - Articoli selezionati con PubMed

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suoi familiari, condizionata da fat-tori socio–culturali (33,34,39,57),dall’esperienza personale e familia-re del vissuto degli infermieri, cheli rendono più o meno sensibili nel-l’affrontare il trattamento e la valu-tazione del problema dolore (64).

g Discussione

Il dolore è un fenomeno universalee diffuso in tutta la popolazione, trale varie fasce di età e tra i vari stra-ti sociali. La sua alta prevalenza trala popolazione da l’idea di quantoesso impatti sulla società. L’Italia èal terzo posto in Europa, dopoNorvegia e Belgio, per quanto ri-guarda la prevalenza del dolore cro-nico e al primo posto per quanto ri-guarda la prevalenza del dolore cro-nico severo (13%)(79). In Italia il 27% della popolazionesoffre di dolore cronico, con dura-ta media di 7 anni, con differenteprevalenza tra il nord (32%) e il sud

(22%) (82,83). La prevalenza del do-lore come sintomo di altre malattieva dal 40% al 63% nei pazienti ospe-dalizzati (83), con picchi dell’82,3%nei pazienti oncologici in stadi avan-zati o terminali della malattia (82).La prevalenza del dolore negli an-ziani non istituzionalizzati varia dal25 al 50%, in quelli istituzionalizza-ti varia dal 45 a oltre l’80% (85,86). Il dolore può esprimersi fisiopato-logicamente come malattia vera epropria, come nel caso del dolorecronico. Il dolore, in particolarequello cronico, è in grado di altera-re l’integrità fisica e psichica del pa-ziente oltre a produrre angoscia epreoccupazione ai suoi familiari,con un notevole impatto sulla qua-lità della vita (QV) (70). Le causepiù comuni di dolore cronico sonole malattie dell’apparato muscolo-scheletrico e la lombalgia. Il 41%dei pazienti lamenta il mancato con-trollo del suo dolore. In ospedale viè una sottostima (21%) del dolore

che è direttamente proporzionaleall’intensità del dolore; la prevalen-za di sotto-trattamento del dolorenel paziente oncologico è del 25%,con picchi del 55% in alcuni grup-pi. La popolazione anziana residen-te in una struttura è quella più a ri-schio di ricevere un inadeguato trat-tamento del dolore (85,86). Secondo i dati IMS MIDAS, anchenel 2009 è stato confermato chel’Italia è al primo posto in Europaper il consumo pro-capite diFarmaci Antinfiammatori NonSteroidei (FANS) e all’ultimo postoper quello dell’uso degli oppiacei(70). Il sollievo dal dolore è un diritto fon-damentale dell’individuo; la figurainfermieristica ha un ruolo centra-le e di responsabilità al fine di ga-rantirne la tutela (6,7,70). Tuttavia,sebbene esistano numerose Lineeguida e raccomandazioni, sia na-zionali che internazionali, per la ge-stione ottimale del dolore (10-12),ancora oggi molti pazienti continua-no a soffrire inutilmente, in quantonon ne ricevono un adeguato sol-lievo (13-16). Inoltre i risultati dinumerose indagini svolte nel corsodegli ultimi vent’anni evidenzianoche molti infermieri che assistono ipazienti con dolore posseggonocompetenze, conoscenze e attitudi-ni inadeguate per la sua gestione(1,2,17-19). Da questa revisioneè emerso che in Italia è stato realiz-zato un numero esiguo di ricerchee di pubblicazioni relative alleconoscenze e alle attitudini degliinfermieri sulla gestione del dolore(19,43) rispetto ad altri Paesi,in particolare agli USA (7,33,38,39,45.53,57,59,61,65).Persiste in Italia una attitudine aconsiderare il dolore come un pro-blema sanitario minoritario, non-ostante la Legge n. 38 del 2010, chepone enfasi sia alla tutela di un di-

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Patrizia Mattacola et al. - Le conoscenze e le attitudini degli infermieri nella gestione del dolore

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Figura 3 - Articoli selezionati con PubMed

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ritto fondamentale sia alle necessi-tà formative di tutto il personalesanitario (72). Di fatto la legge èdel tutto recente, e non ha dato irisultati sperati, a più di 4 anni dal-la sua promulgazione (87). Questarevisione, effettuata con lo scopodi indagare le conoscenze ele attitudini degli infermieri nellagestione del dolore, è stata realiz-zata analizzando i risultati di n.37articoli, di cui n. 29 quantitativi en.8 qualitativi. La maggior partedelle ricerche quantitative(17,19,22,25,33,38,39,41,43-46,49-52,57,58,60,92) è risultatacostituita da studi di prevalenza (otrasversali o cross-sectional study)(88), che permettono di fotografa-re la realtà in uno specifico momen-to e sono anche in grado di deter-minare i gap culturali ed i necessa-ri bisogni formativi, utili per co-struire un percorso di formazionespecifico. Come è noto, la ricercaquantitativa, è un approccio cono-scitivo in grado di determinare laquantificazione di comportamenti,di caratteristiche o di fenomeni (71).Gli studi qualitativi inseriti nella no-stra revisione, invece, hanno misu-rato conoscenze ed attitudini in duemomenti diversi, prima e dopoun evento formativo specifico(34,48,61,63,65,68,73,92). La ri-cerca qualitativa rappresenta un ap-proccio conoscitivo che utilizza me-todi di indagine che enfatizzano lasoggettività e il significato di un’e-sperienza per l’individuo (71). Ildolore, secondo l’InternationalAssociation for the Study of Pain(IASP), rappresenta una spiacevoleesperienza soggettiva sensoriale as-sociata a un danno tessutale realeo potenziale (89) e si configura co-me il quinto parametro vitale (69).L'aspetto della soggettività è fonda-mentale nella valutazione, in parti-colare, dei soggetti non verbalizzan-ti e nel dolore cronico, dove l’aspet-

to emozionale ed affettivo preval-gono su quello fisico e caratterizza-no il vissuto di ogni persona, in ma-niera unica. La formazione specifi-ca integrata alla durata della prati-ca clinica possono garantire miglio-ri risultati per la gestione del dolo-re (74), soprattutto se maturata ne-gli anni e/o presso strutture spe-cialistiche, dove il dolore rappresen-ta un problema di salute e di gestio-ne quotidiana (22,38,46,49,56,92).L'istruzione e l’esperienza non pos-sono comunque cambiare la prati-ca infermieristica se le organizza-zioni sanitarie non istituzionalizza-no gli standard di assistenza sullabase dei principi fondamentali del-la valutazione e gestione del dolo-re nell’attività quotidiana (37).L’apprendimento conseguentead un evento formativo è in gra-do di modificare le attitudini ele conoscenze ed i comporta-menti professionali (40,42,47,48,53,55,56,59,61,92). Da molti studiè risultato che gli infermieri, valu-tati dopo l’evento formativo, aveva-no maggiore consapevolezza deimetodi di trattamento e gestione delproblema “dolore”. Inoltre, in unostudio effettuato su pazienti, èemerso che, nei giorni successivi adun intervento chirurgico, i pazientiricoverati negli ospedali, in cui erastato svolto sugli infermieri unevento formativo sulla gestione deldolore, presentavano un livello me-dio di dolore più basso rispetto aipazienti ricoverati in strutture, do-ve tale evento formativo non si erasvolto (73). Di base invece gli infer-mieri presentano scarse, incomple-te o erronee conoscenze sugli ele-menti identificativi del dolore acu-to e cronico (43,62), sugli effetti deltrattamento analgesico (48), sui do-saggi, sulle peculiarità dei tratta-menti non farmacologici (43,62),sul proprio ruolo e sulle proprie re-sponsabilità (34,43-45,52,62,73).

Tali risultati prescindono dalla po-sizione geografica delle strutture incui gli infermieri operano e dal con-testo socio-culturale e ambientalein cui dette strutture sono situate.Un altro dato importante che emer-ge dalla nostra revisione è la limi-tata conoscenza sui metodi di valu-tazione del dolore e sul loro utiliz-zo (18,39,41,43,45,55,63,68).L’uso delle scale di valutazione deldolore da parte degli infermieri rap-presenta una metodologia ancorapoco diffusa tra gli infermieri; esse,come è noto, sono in grado di og-gettivare il risultato della misura-zione di un parametro soggettivo,in cui la presenza e la severità è inrelazione all’unicità di ogni indivi-duo (31). I pazienti hanno diritto adun’appropriata valutazione e gestio-ne del dolore in base agli indicato-ri descritti dalla Joint CommissionInternational (JCI) (75). L’utilizzo distrumenti validi sono necessari perlimitare i bias (errori) di valutazio-ne che potrebbero condizionare oinficiare l’ottimale gestione e l’effi-cace trattamento del dolore (42,48).Le misurazioni dei fenomeni sog-gettivi–psicomentrici necessitanodell’ausilio di strumenti in grado disoddisfare i requisiti di validità e af-fidabilità. Per validità o accuracy siintende la capacità di effettuare lemisurazioni in maniera accurata;per affidabilità o reliability la capa-cità di dare sempre lo stesso risul-tato in occasione di misurazioni suc-cessive (76). L’utilizzo di strumentinon validi e affidabili può rappre-sentare un bias ed un limite della ri-cerca perché i risultati desumibilida tali studi possono non riflettereaccuratamente la situazione reale erisultano di difficile interpretazio-ne, sintesi e confronto (71). Gli stu-di che hanno utilizzato strumentinon validati nelle indagini(18,34,42,43,45,46,48,51,57,60-65,68) potrebbero portare ad una

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Jarrett et al. 2013 (40) - Clin Nurse Spec. Mar-Apr;27(2):81-7CAMPIONE206 infermieri, di età compresa tra 21 e 69 anni.PAESE E SETTINGStati Uniti. Unità Operative (UO) mediche e chirurgiche e terapia intensiva in diversi Ospedali. METODOLOGIA/STRUMENTI Sondaggio NKASRP prima e dopo intervento educativo (subito e dopo 6 mesi); sondaggio HCAHPS prima e dopo l'intervento educativo.CONOSCENZE O ATTITUDINIAl sondaggio NKASRP gli scores di conoscenza e attitudini di base sono pari a 27.67. Dopo 6 mesi dall’intervento formativo passano a 31.66 e 36.47, con migliore gestione del dolore, migliori esiti e maggiore soddisfazione dei pazienti. Nessun rapporto tra intervento educativo e risultati del sondaggio HCAHPS.

Al-Shaer et al. 2011 (38) - Medsurg Nurs. Jan-Feb;20(1):7-11CAMPIONE129 infermieri, di età compresa tra 18 e 65 anni.PAESE E SETTINGStati Uniti (Chicago). 10 distinte UO di pneumologia, ortopedia, medicina, oncologia, neurologia, terapia intensiva cardiologia e chirurgica, cardiologia interventistica, chirurgia specialistica, sub-intenviva cardiologica) di un ospedale metropolitano del Midwest.METODOLOGIA/STRUMENTI Questionario NKASRP.CONOSCENZE O ATTITUDININella valutazione e la gestione del dolore Il 90,7 % degli infermieri raggiunge un punteggio > 70 e solo il 61,2% >80. Scarse conoscenze in farmacologia (meperidina e aspirina). Tutti sanno utilizzare uno strumento di valutazione self-report, ma hanno scarsa fiducia nelle dichiarazioni dei pazienti. Maggiori conoscenze hanno gli infermieri più esperti (più di 16 anni di esperienza), quelli con la laurea, quelli dei reparti oncologici, quelli con una maggiore esperienza nella stessa unità operativa.

Rose et al. 2011 (41) Intensive Crit Care Nurs. Jun;27(3):121-8CAMPIONE800 infermieri, di età non specificata.PAESE E SETTINGCanada. UO Area critica. METODOLOGIA/STRUMENTI Lo strumento consta di 5 parti: 1) utilizzo degli strumenti di valutazione; 2) fattori comportamentali associati all'utilizzo di questi strumenti; 3)conoscenza delle linee guide locali;4) livello di formazione sul dolore; 5) comunicazione riguardo il dolore.CONOSCENZE O ATTITUDINI1) Gli infermieri utilizzano strumenti per la valutazione del dolore nel 33% dei casi in cui i pazienti non comunicano e nell'89%

in quelli in cui comunicano. 2) La scala di valutazione è ritenuta meno utile (74%) degli strumenti self report (88%)3) solo il 29% conosce le linee guida 4) il 65% è formato sulla valutazione e sui principi farmacologici; il 53% sulla gestione ; il 45% sulle raccomandazioni pratiche. 5) il 61% riferisce i punteggi di valuazione del dolore nelle consegne.

Ware et al 2011 (33) - Pain Manag Nurs.Mar;12(1):25-32CAMPIONE188 infermieri, 79,7% di essi di età 40-59 anni.PAESE E SETTINGStati Uniti. Membri dell’American Society for Pain Management Nursing (ASPMN) METODOLOGIA/STRUMENTI Indagine con questionario inviato on line a tutti gli infermieri dell’ASPM.Lo strumento utilizzato è l’Advocacy Survey Instrument (AASI), sviluppato dai membri del comitato di ricerca della società ASPMNCONOSCENZE O ATTITUDINIGli intervistati erano impiegati come infermieri nella gestione del dolore nel 31% dei casi e avevano una certificazione specifica nel 47% dei casi. Erano informati circa la gestione del dolore e le migliori pratiche / migliore evidenza, con le eccezioni di questioni legislative e di formazione multimediale. La "mancanza di tempo" è stata identificata come la barriera di difesa vissuta dal maggior numero di infermieri.

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Abdalrahim et al 2010 (42) - Appl Nurs Res Aug;23(3):164-70CAMPIONE65 infermieri, 45 donne, 60% di età 30-50 aa, 69,2% diplomati, con esperienza media di 13 anni.PAESE E SETTINGGiordania. Ospedale universitario. Reparto di pazienti candidati a chirurgia generale.METODOLOGIA/STRUMENTI Questionario di 21 elementi somministrato prima e dopo programma educazionale e 240 registrazioni di pazienti.CONOSCENZE O ATTITUDINIDopo l'attuazione del programma, i punteggi medi per tutte le domande del questionario sono aumentati del 75%, passando da 16 a 21 risposte corrette (p<0,05). Miglioramento della documentazione della cura dei pazienti nel'85% dei casi.

Di Muzio et al 2010 (43) - Infermiere Oggi;20(2):3–9.CAMPIONE50 infermieri, 58% donne, il 78% di eta ̀31-50 anni, il 24% con laurea, il 58% con diploma scuola superiore.PAESE E SETTINGItalia. Campione di ricerca di tipo “a presentazione”.Reparti di chirurgia, medicina e di terapia intensiva di un policlinico di Roma. METODOLOGIA/STRUMENTI Questionario, a risposta multipla: la I parte sui dati personali (reparto, anzianità di servizio, titolo di studio), la II parte con 23 item (6 a risposta si/no, 5 a risposta aperta, 12 a risposta multipla).CONOSCENZE O ATTITUDINIGli infermieri hanno frequentato corsi di aggiornamento sul dolore nel 64% dei casi, e lo considerano come sintomo di una malattia nel 62% dei casi. La valutazione e la gestione del dolore è considerata come una responsabilità medica nel 50% dei casi ed infermieristica nel 38%. Gli infermieri considerano che è possibile valutare il dolore anche nei pazienti non verbalizzanti nell’88% dei casi. È emerso che gli infermieri reputano l’'esperienza del dolore “soggettiva” e il paziente deve essere creduto.Sono poco utilizzati gli strumenti di valutazione del dolore, le conoscenze teorico-pratiche sono minime, sono carenti le conoscenze delle tecniche non farmacologiche.

Wang HL, Tsai YF 2010 (44) - J Clin Nurs Nov;19(21-22):3188-96CAMPIONE370 infermieri. 99,7% donne, età 20-48 anni, il 40,5% laureati e, con esperienza in UTIC in media di 52,2 mesi, il 31%con corsi di aggiornamento sul dolore, il 90% dedito a pazienti con dolore.PAESE E SETTINGTaiwan. Terapie intensive di 16 ospedali della Contea di Taipei.METODOLOGIA STRUMENTI METODOLOGIA/STRUMENTI CONOSCENZE O ATTITUDINIScarsa conoscenza di gestione del dolore (53,4% di risposte corrette), Dipendenza dei comportamenti legata alle prescrizioni mediche, Conoscenza significativamente diversa in base a: livello di istruzione (laureate con scores più alti delle diplomate), livello di competenza clinica. Tra le barriere riferite sono emerse queste: il paziente è sedato, quindi, non si può valutare il dolore; una correttaprescrizione per il dolore ha bisogno dell'approvazione del medico, non può dipendere dagli infermieri; se il paziente ha una storia di alcolismo non si può valutare se l’antidolorifico è sufficiente.

Willens et al 2010 (45) - Pain Manag Nurs. Jun;11(2):68-75CAMPIONE1500 infermieri, più della metà di età tra 50 e 59 anni, il 33% laureati; 585 test valutabili.PAESE E SETTINGStati Uniti.METODOLOGIA/STRUMENTI Test pilota on-line con questionario di verifica.CONOSCENZE O ATTITUDINIL’80% degli infermieri è certificato in gestione infermieristica del dolore e più del 50% impiega il 75-100% del tempo lavorativoin gestione del dolore. Gli infermieri ritengono utile conseguire una certificazione nella gestione del dolore. Tale certificazione è una misura dell'eccellenza infermieristica, perché indicatore di educazione continua, leadership, crescita professionale e pratica sicura.

Takai J, Uchida Y 2009 (46) - Jpn J Nurs Sci. Dec;6(2):111-22CAMPIONE123 operatori, di età media 25-50 anni: 31 infermieri e 92 operatori di assistenza. PAESE E SETTINGGiappone. 8 residenze con 18 pazienti con dolore cronico. METODOLOGIA/STRUMENTI Studio descrittivo con la somministrazione di un questionario in quattro parti formulato su dati raccolti dalla letteratura sulla gestione del dolore cronico.

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Patrizia Mattacola et al. - Le conoscenze e le attitudini degli infermieri nella gestione del dolore

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CONOSCENZE O ATTITUDINIGli infermieri lamentano mancanza di tempo per il monitoraggio di effetti collaterali e l’educazione dei residenti. Essi si dedicano principalmente alle terapie farmacologiche e alle procedure mediche; altri fattori che influenzano sono la qualifica, gli annidi esperienza e la formazione post base sul dolore cronico. Gli infermieri e gli operatori in questo studio hanno dichiarato la mancanza di strategie di gestione del dolore, come ad esempio le linee guida e le scale del dolore.

Zhang et al 2008 (47) - J Pain Symptom Manage. Dec;36(6):616-27CAMPIONE196 infermieri, il 92% di età < 40 anni: 106 sperimentale, 90 controllo, il 47,6% con corsi sul dolore, il 96,3% con esperienzasu gestione dolore.PAESE E SETTINGCina. 5 unità di cura in 2 Ospedali universitari. METODOLOGIA/STRUMENTI Studio quasi sperimentale con questionario NKASRP somministrato prima e dopo intervento educativo.CONOSCENZE O ATTITUDINIGli infermieri cinesi possiedono la metà delle conoscenze di base di quelli occidentali; il Pain Education Program aumenta gli scores conoscitivi, ma ciò non necessariamente impatta positivamente sui comportamenti.

Lin et al 2008 (48) - Journal of Clinical Nursing Aug; 17(15):2032-41CAMPIONE81 infermieri, di età 22-41 anni: 42 gruppo di studio, 39 di controllo. Il 43% con precedente corso di formazione; con esperienza lavorativa > 6 anni ed esperienza specifica > 4 anni.PAESE E SETTINGTaiwan. Ospedali generali: Reparti di ortopedia, chirurgia plastica o chirurgia generale a Taipei. METODOLOGIA/STRUMENTI Questionario prima della formazione, subito dopo e a distanza di tempo.CONOSCENZE O ATTITUDINIGli scores ai test valutativi delle conoscenze erano < 50%, miglioravano del 15% dopo la formazione e si mantenevano stabili nel tempo. Viene proposto: formazione continua, facilitazione nell'applicazione clinica delle conoscenze acquisite con i Corsi, implementazione delle conoscenze dei pazienti.

Lui LYY et al 2008 (25) - Journal of Clinical Nursing Aug; 17(15):2014-21CAMPIONE143 infermieri, di età non specificata: esperienza >5 anni, il 19% con precedenti corsi sul dolore, il 70% aggiornati su libri o riviste, il 65% che applicavano conoscenze a praticaPAESE E SETTINGHong Kong. Cina. Ospedali pubblici: Reparti medicina. METODOLOGIA/STRUMENTI NKASRP cinese.CONOSCENZE O ATTITUDINIC'è un deficit di conoscenze con rilievo ai test valutativi di scores < 50%. Gli scores più alti vengono raggiunti da infermieri con più lunga esperienza e che quotidianamente gestiscono pazienti con dolore.

Gregory J et Haigh C 2008 (49) - Nurse Educ Pract. Jul;8(4):249-57CAMPIONE192 Registered Nurses (RN), 101 non RN, entrambi di età non specificata, 36 medici di reparti medicina per acuti 58 fisioterapisti 20 farmacisti.PAESE E SETTINGRegno Unito. Ospedale generale.METODOLOGIA/STRUMENTI Questionario NKASRP.CONOSCENZE O ATTITUDINIGli infermieri hanno ottenuto un punteggio medio del 72,6% (inferiore al minimo accettato del 75-80%) così le altre figure professionali, i medici hanno raggiunto un punteggio dell'82,5%. Il tasso di risposta più basso è stato raggiuntodai non RN, quello più alto dai RN formati.

Matthews E et Malcolm C 2007 (50) - British J Nurs. Feb 8-21;16(3):174-9CAMPIONE113 infermieri: 65 del gruppo con programma completato, 48 del gruppo con programma incompleto, di età media 25-54 anni. PAESE E SETTINGRegno Unito e Irlanda del nord. Centro ortopedico.METODOLOGIA/STRUMENTI Il questionario utilizzato è NKASRP; programma di formazione sulla gestione del dolore.

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CONOSCENZE O ATTITUDINIRisposte corrette: 75% nel primo gruppo e 72,6% nel secondo. Le conoscenze sono >70% e cioè sono alte e non differiscono tra i due gruppi. C'è un deficit conoscitivo sui metodi non farmacologici e sull'uso degli oppioidi.Yu H Petrini MA 2007 (51) - J Clin Nurs. May;16(5):963-70CAMPIONE621 infermieri, 98,6% donne, 79% di età 21-40 anni, 39,6% con meno di 5 anni di esperienza.PAESE E SETTINGCina. 3 Ospedali di WuhanMETODOLOGIA/STRUMENTI Questionario a risposta aperta.CONOSCENZE O ATTITUDINIPer quanto riguarda le conoscenze, i punteggi sono in media 41,7. Le conoscenze sono migliori negli infermieri di Università /Ospedali, in quelli di Oncologia e UTIC e in quelli di maggiore età ed esperienza lavorativa.

Tsai et al 2007 (52) - Journal of Clinical Nursing Nov;16(11):2088-95CAMPIONE249 infermieri, di età media 28,1anni (20-50), con >6 anni di esperienza generale e >4 anni in Dipartimento di Emergenza, il 55% dei quali con formazione sul dolore.PAESE E SETTINGTaiwan. Dipartimenti di Emergenza in Centri di Medicina, Ospedali regionali e Ospedali di distretto.METODOLOGIA/STRUMENTI NKASRP versione taiwaneseCONOSCENZE O ATTITUDINILe barriere all’ottimale gestione del dolore derivano dal dover trattare pazienti in acuto e con dolore, dalla paura di trattare pazienti con abitudini alcoliche e dalla inadeguatezza della valutazione del dolore.

Bernardi et al 2007 (19) - Eur J Oncol Nurs. Jul;11(3):272-9CAMPIONE66 infermieri : 80,3% donne, età 24-50 anni, il 60,6% con diploma regionale, il 21,2% con laurea, il 75,8% con 1-3 anni di esperienza,84,8% con formazione sul dolore, il 30,3% con esperienza personale o familiare del dolore.PAESE E SETTINGItalia. 21 reparti oncologici distribuiti tra nord, centro e sud Italia.METODOLOGIA/STRUMENTI NKASRP (versione italiana) e un modulo di informazioni di base.CONOSCENZE O ATTITUDINIPiù del 30% degli infermieri sottovaluta il dolore dei pazienti e non lo tratta in modo corretto; ha una scorretta autovalutazione delle loro conoscenze sul trattamento del dolore con solo il 62% di risposte esatte; gli infermieri che hanno fatto corsi di formazione post base hanno una più alta percentuale di risposte esatte.

Michaels et al 2007 (53) - J Nurs Care Qual. Jul-Sep;22(3):260-5.CAMPIONE10 infermieri, di età non specificata; 911 pazienti.PAESE E SETTINGStati Uniti. Centro medico accademico con 841 posti letto in Reparti di medicina, chirurgia, terapia intensiva, pediatria.METODOLOGIA/STRUMENTI Sondaggio NKASRP sugli infermieri, sondaggio sui pazienti e famiglia e valutazione della documentazione clinica: al momento di un intervento educativo, dopo un mese e dopo 6 mesi.CONOSCENZE O ATTITUDINII risultati non hanno dimostrato differenze significative tra i due gruppi di intervento e controllo, in tutte e tre le osservazioni: documentazione clinica, sondaggio infermieri, sondaggio famiglia pazienti.

Wilson Benita 2007 (54) - J Clin Nurs Jun;16(6):1012-20CAMPIONE72 infermieri selezionati su 86 responders ai questionari: 35 infermieri specialisti, di età 25-49 anni, 37 generalisti, di età 26-54 anni.PAESE E SETTINGStati Uniti.METODOLOGIA/STRUMENTI Indagine trasversale; questionario vero - falso, nella versione presa dall’indagine di McCaffery’s del 1986 e rivisitata da Hamilton e Edgar nel 1992. CONOSCENZE O ATTITUDINIGli infermieri specializzati hanno una conoscenza di base più completa rispetto a quelli generici; la loro conoscenza non sembrainfluenzata dalla esperienza professionale in termini di anni lavorativi.

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Patrizia Mattacola et al. - Le conoscenze e le attitudini degli infermieri nella gestione del dolore

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Hansson et al 2006 (55) - Pain Manag Nurs. Sep;7(3):93-108CAMPIONEInfermieri e medici assegnati a un gruppo di controllo per 2 mesi nel 2002 (86 infermieri, 16 medici, 181 pazienti) e a un gruppo di intervento per 2 mesi nel 2003 (101 infermieri, 17 medici, 234 pazienti). Età non specificata. PAESE E SETTINGSvezia. Reparti per acuti in Medicina e chirurgia e 1 Dipartimento di Emergenza in Ospedale universitario. METODOLOGIA/STRUMENTI Questionario rivolto ai pazienti e uno rivolto al personale (validati da precedenti studi in Svezia in cui lo stesso autore ha partecipato).CONOSCENZE O ATTITUDINIGli infermieri che hanno partecipato al programma educativo hanno aumentato le loro conoscenze sul dolore e hanno modificato le pratiche di gestione, utilizzando di più la ricerca sul web di siti internet sull'argomento. Il numero dei pazienti valutati con scale di valutazione del dolore è aumentato senza differenza in severità dello stesso, e uso di metodi non farmacologici. I pazienti nel gruppo d’intervento sono stati valutati con uno strumento (VAS / NRS) con il risultato di un grado più elevato rispettoai pazienti del gruppo di controllo (28,8% vs 16,7%).

Patiraki et al 2006 (56) - Eur J Oncol Nurs. Dec;10(5):337-52CAMPIONE112 infermieri: 92.9% donne, età 37.9 anni, con 15 anni esperienza infermieristica o di pz con K, 56% con diploma.PAESE E SETTINGGrecia. Ospedale pubblico Oncologico. METODOLOGIA/STRUMENTI Disegno sperimentale con i 4 gruppi di Solomon e il questionario NKASRP nella versione ellenica convalidata.CONOSCENZE O ATTITUDINILe conoscenze di base sono scarse con 45.1% di risposte corrette, migliorano dopo formazione raggiungendo il 60.7%.

McDonald et al 2007 (57) - Int J Nurs Stud. Jan;44(1):29-35CAMPIONE122 infermieri, di età media 39 anni (22-65).PAESE E SETTINGStati Uniti. 6 ospedali e una scuola per infermieri. situata nel nordest degli Stati Uniti. METODOLOGIA/STRUMENTI Utilizzo di vignette con diverse tipologie di dolore descritte dal paziente: quali azioni avrebbe intrapreso l’infermiere nel prendersi cura del paziente descritto nella vignetta (paziente con vari tipi di dolore in rapporto a trauma con fratture multiple e contusioni da incidente automobilistico). CONOSCENZE O ATTITUDINIGli infermieri hanno risposto con simili strategie di gestione del dolore, nonostante le diverse descrizioni dei casi nelle vignette. Gli infermieri dimostrano maggiori conoscenze riguardo alla valutazione del dolore, e minori riguardo agli interventi da attuare.

Layman Young et al 2006 (39) - Journal of Advanced Nursing Feb; 53 (4): 412-21. CAMPIONE52 infermieri, di età non specificata.PAESE E SETTINGStati Uniti. Terapia intensiva di un ospedale di comunità. METODOLOGIA/STRUMENTI Campione di convenienza. Questionario a risposta aperta sull’utilizzo degli strumenti di valutazione. È stata usata la formula di Fishbein and Ajzen. CONOSCENZE O ATTITUDINILa formula si è rivelata uno strumento valutativo molto utile per indagare sulle attitudini degli infermieri ad Stati Unitire strumenti valutativi del dolore. È opportuno estendere lo studio a un campione più ampio e con un questionario a risposta chiusa. Il punteggiofinale indica un atteggiamento positivo nei confronti degli strumenti di valutazione di pazienti nel dolore. Il consenso degli infermieri nell’uso di strumenti di valutazione del dolore, riflette una convinzione positiva sul miglioramento degli outcomes dei pazienti.

Greenberger et al 2006 (58) - International Journal of Nursing Education Scholarship;3(1):1-23CAMPIONE1149 studiati, di cui 349 infermieri, di età media 30,1 anni.PAESE E SETTINGIsraele.METODOLOGIA/STRUMENTI Questionario NKASRP. CONOSCENZE O ATTITUDINIIl livello di formazione è il più forte predittore delle conoscenze ed attitudini degli infermieri, contribuendo a più del 42% della varianza.La formazione è il migliore veicolo per aumentare le conoscenza e le attitudini.

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Mc Millan et al 2005 (59) - Oncology Nursing ForumJul;32(4):835-42CAMPIONE18 infermieri, di età media 43,1 anni.PAESE E SETTINGStati Uniti. Veterans Administration, Ospedali Oncologici. METODOLOGIA/STRUMENTI Questionario NKASRP.CONOSCENZE O ATTITUDINIGli scores dei test valutativi delle conoscenze e attitudini sono elevati di base (67%), ma non sufficienti; essi aumentano dopo una formazionedi 32h. I Corsi sono efficaci, vanno ripetuti; i metodi valutativi sono validi.

Naser et al 2005 (22) - Singapore nursing journal; Apr-Jun 32(2):29-36CAMPIONE198 infermieri; 53,6% con esperienza >10 anni, di età media 36 anni.PAESE E SETTINGSingapore. Ospedali generali o di Specialità o con Emergenza. METODOLOGIA/STRUMENTI Questionario NKASRPCONOSCENZE O ATTITUDINIGli infermieri hanno conoscenze sub-ottimali; quelli che lavorano in terapie intensive hanno migliori conoscenze. È molto importante la formazione.

Horbury C et al 2005 (60) - Journal of Continuing Education in Nursing, Feb Jan; 36(1):18-24, 46-7CAMPIONE886 infermieri di chirurgia, medicina, ed oncologia (77,4% professionali, di età 20-50 anni). PAESE E SETTINGAustralia. Ospedale Universitario: reparti di chirurgia,medicina e oncologia, compresa area critica, a Brisbane. METODOLOGIA/STRUMENTI Un questionario di dieci pagine con otto diversi scenari paziente.CONOSCENZE O ATTITUDINISi evidenzia un deficit di conoscenze per trattare in modo ottimale i vari tipi di dolore e la necessità di innovative strategie di formazione.

Patiraki-Kourbani et al 2004 (92) - Int J Nurs Stud. May;41(4):345-54CAMPIONE46 infermieri, di età media 33,5 anni, il 41% donne, con esperienza di 10 anni, 48,8% di esperienza con pazienti con K. PAESE E SETTINGGrecia, Atene. Membri della Sezione oncologica dell’Associazione nazionale Infermieri greci, Ospedale oncologico e generale in Atene.METODOLOGIA/STRUMENTI Questionario con 39 items: (22 vero-falso, 13 risposta multipla, 2 casi studio con 2 domande).CONOSCENZE O ATTITUDINISignificativa relazione tra esperienza personale e professionale del dolore, migliori risultati correlati ad esperienza professionale e a recente corso di aggiornamento.

Jones et al 2004 (61) - Gerontologist Aug;44(4):469-78CAMPIONE678 infermieri, di età media 40 anni (17-73): 300 con sondaggio prima dell'intervento educativo, 378 dopo. Solo 43 infermieri hanno completato il sondaggio in entrambi i periodi a causa dell'elevato turn-over lavorativo.PAESE E SETTINGStati Uniti. 12 case di cura: 6 con intervento educativo e 6 di controllo divise equamente tra aree urbane ed aree rurali. METODOLOGIA/STRUMENTI Intervento: quattro sessioni educative su quattro aspetti: valutazione del dolore, trattamento farmacologico, comunicazione, analisi di casi. Questionario di valutazione suddiviso: 36 quesiti sulla conoscenza; 21 sugli atteggiamenti; 2 casi studio; 14 sulle possibili barriere alla gestione efficace del dolore.CONOSCENZE O ATTITUDINIIl personale ha dimostrato deficit di conoscenze simili che sono migliorate dopo l'intervento educativo, ma solo in alcune case di cura con significative differenze tra Infermieri e assistenti. Campione troppo piccolo. Una barriera importante è l'eccessivo turn-over del personale e le attitudini e credenze personali. Scarse le conoscenze sui trattamenti non farmacologici.

Legenda:NKASRP: Nurse Knowledge and Attitudes Survey Regarding Pain

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Patrizia Mattacola et al. - Le conoscenze e le attitudini degli infermieri nella gestione del dolore

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De Silva & Rolls 2011 (62) - Nurs Health Sci. Dec;13(4):419-24CAMPIONE8 infermieri, età 33-42 anni, esperienza 3-16 anni, esperienza in oncologia di almeno 2 anni.PAESE E SETTINGSri Lanka. Reparto oncologico di un ospedale della capitale. METODOLOGIA/STRUMENTI Studio qualitativo: osservazione dell'attività degli infermieri 1-2 ore la mattina e il pomeriggio e interviste semi-strutturatedella durata di un'ora in singalese.CONOSCENZE O ATTITUDINIGli infermieri non utilizzano strumenti per la valutazione del dolore, non hanno grandi conoscenze, non hanno risorse, sono oberati dal lavoro, sono pochi e non fanno corsi di formazione. Somministrati farmaci antidolorifici solo su prescrizione medica. La terapia maggiormente utilizzata è quella farmacologica, non c'è un approccio individualizzato.

Ribeiro et al 2011 (18) - Rev Esc Enferm USP. Mar;45(1):146-52CAMPIONE27 Infermieri,92,6% donne età 31-40 aa 51,8% laureati da meno di un anno. PAESE E SETTINGBrasile. Ospedale pubblico: Dipartimento di emergenza, Terapia intensiva, Centro ustionati, Reparto chirurgico. METODOLOGIA/STRUMENTI Campione non probabilistico. Questionario e test conoscitivo.CONOSCENZE O ATTITUDINIGli infermieri conoscono il concetto di dolore, i segni e i sintomi e id in parte i rimedi, ma sono carenti (59,3% dei casi) sugli strumenti valutativi che impattano sulla terapia e sugli esiti, La maggior parte gli infermieri che hanno una certa familiarità con gli strumenti valutativi, utilizza la scala numerica.

Rejeh et al 2008 (34) - Int Nurs Rev. Dec;55(4):468-75 CAMPIONE26 infermieri. 24 donne. Età 23 - 50 anni. Esperienza 2- 26 anni, 21 diplomati e 4 laureatI.PAESE E SETTINGTeheran. 3 Ospedali universitari. METODOLOGIA/STRUMENTI Interviste semi-strutturate.CONOSCENZE O ATTITUDINIRilievi principali emersi: mancanza di preparazione formativa, limitata autorità infermieri. limitata relazione infermiere-paziente, difficoltà negli interventi sulla gestione del dolore (carichi di lavoro, mancanza di tempo, ritardi di tempo, ecc.).

Kaasalainen et al 2007 (68) - West J Nurs Res. Aug;29(5):561-80;discussion 581-8CAMPIONE3 gruppi di operatori sanitari: 9 medici, 24 Infermieri, 33 Infermieri di pratica avanzata. Infermieri: 96% donne, 56% >46 anni, 27% >10 anni lavorativi; Infermieri di pratica avanzata: 97%donne, 74% >46 anni,64% > 10 anni lavorativi.PAESE E SETTINGCanada. 4 strutture a lunga degenza dell’Ontario. METODOLOGIA/STRUMENTI Interviste di un'ora e focus group composti di 5 - 10 partecipanti. CONOSCENZE O ATTITUDINIMancanza di riconoscimento del dolore. I Incertezza circa l'accuratezza di valutazione del dolore, la diagnosi e il trattamento.Riluttanza a utilizzare oppiacei. Necessità di lavorare con un approccio individualizzato nel trattamento del dolore. I medici hanno espresso il bisogno di contare sugli infermieri per la valutazione del dolore e per il monitoraggio dell’efficacia e degli effetti collaterali dei farmaci prescritti. Barriere riscontrate: scarse conoscenze, comunicazione inefficace, eccessivi carichi di lavoro.

Richards J, Hubbert AO 2007 (7) - Pain Manag Nurs. Mar;8(1):17-24CAMPIONE3 infermieri esperti (minimo 5 anni) in gestione del dolore post operatorio, di età 43- 46 anni, laureati. PAESE E SETTINGStati Uniti, Nevada. Ospedale urbano, Terapia intensiva con 41 letti, METODOLOGIA/STRUMENTI Interviste su 2 quesiti: come valutano il dolore, quali tecniche utilizzano nella gestione del post operatorio. Utilizzano il modello di Dreyfus validato da Patricia Benner.CONOSCENZE O ATTITUDINIQuattro temi emersi: considerare l'intera persona, l'arte indipendente del nursing, accettare quello che dice il paziente, e l'impegno di cura chirurgica.

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Pain Nursing Magazine Italian Online Journal

Wilson B, McSherry W 2006 (63) - Journal of Clinical Nursing;15:459-468CAMPIONE72 infermieri: 35 specialisti in Oncologia e 37 non specialisti, con >3 anni di esperienza professionale e quelli specialisti, con >1 anno nella specialità.PAESE E SETTINGRegno Unito. Hospice/Oncologia.METODOLOGIA/STRUMENTI Questionario, vignette.CONOSCENZE O ATTITUDINILa formazione di base e l’esperienza clinica influenzano le conoscenze. Gli infermieri specialisti utilizzano spesso meccanismi di difesa per protezione dal burn-out.

Manias et al 2005 (64) - Pain Manag Nurs. Mar;6(1):18-29CAMPIONE52 infermieri: 96,2% donne, età 21-55 anni, esperienza da 4 a 408 mesi,79,8% infermiere cliniche, 80,8% laureate, 76,9% con esperienza chirurgica intermedia o elevata.PAESE E SETTINGAustralia. 2 unità chirurgiche di un Ospedale universitario di Melbourne. METODOLOGIA/STRUMENTI Osservazioni e colloqui individuali.CONOSCENZE O ATTITUDINIGli infermieri vedono il dolore come normale evento post-operatorio, un efficace trattamento del dolore si attua in pochi casi, perché gli infermieri hanno altre priorità e sottostimano il dolore dei pazienti; i medici devono avere più consapevolezza del dolore e gestirlo in modo pro-attivo dal punto farmacologico e non.

Clark et al 2004 (65) - West J Nurs Res. Nov;26(7):733-50CAMPIONEInfermieri divisi in 21 focus group, con 6-12 partecipanti ciascuno. Età non specificata.PAESE E SETTINGUSA. 12 case di cura: 6 urbane, 6 in zone rurali, nel Colorado. METODOLOGIA/STRUMENTI 21 focus group: 8 personale sanitario con titolo; 6 personale senza titolo; 6 combinati. Temi trattati: modalità di valutazione del dolore;trattamento del dolore adottato; idee per migliorare le conoscenze in merito. CONOSCENZE O ATTITUDINILa valutazione del dolore nelle case di cura è basata principalmente sulla relazione e sulla conoscenza dei residenti maturata nel corso di settimane o addirittura mesi. L'alto turn-over del personale alcune volte impedisce l'instaurarsi di questo tipo di rapporto. Un punto debole è la comunicazione tra le diverse figure che lavorano nelle suddette strutture. Mancano strumenti di valutazione standardizzati.

Legenda:NKASRP: Nurse Knowledge and Attitudes Survey Regarding Pain HCAHPS: Hospital Consumer Assessment of Healthcare Provides and SystemsASPMN: American Society for Pain Management Nursing

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interpretazione poco attendibile del-le misurazioni realizzate. In meritoagli strumenti utilizzati dai ricerca-tori nelle indagini incluse in questarevisione, lo strumento maggior-mente utilizzato è stato il NKASRP,validato da Ferrell e Mc Caffery(1987) e rivisitato successivamen-te nel 2008. Il contenuto dello stru-mento valutativo è stato costruitoda un comitato di esperti sul tema,sulla base dei principi di gestionedel dolore dell’ American SocietyPain, dell’OMS e dell’Agency forHealth Care Policy and Research. In un secondo momento lo stru-

mento è stato sottoposto ad un testper misurarne la consistenza inter-na e a un test-retest per misurarnel’affidabilità (66). Gli studi che han-no utilizzato lo strumento NKASRP(19,22,25,38,40,41,44,47,49,50,52,53,56,58,59) sono quelli più at-tendibili, data la sua ormai confer-mata validità ed affidabilità, che nepermette una facile interpretazionee il confronto dei risultati. Altri studi, hanno invece utilizzatoun differente strumento validato(7,33,39,55,63), o uno strumentonon validato (18,34,42,43,45,46,48,51,57,60-65,68,92). Negli stu-

di di natura qualitativa inclusi inquesta revisione, gli autori hannoutilizzato strumenti diversi, tipicidella ricerca qualitativa, riguardogli atteggiamenti verso il problema“dolore” attraverso l’uso di metodie strumenti, quali i focus group mul-ti-professionali (65,68), le intervi-ste (7,34,68); la somministrazionedi questionari (18,63) oppure attra-verso l’analisi e le osservazioni rea-lizzate sul campo (62,64). Dalle in-terviste e dalle relazioni dei focusgroup sono emersi diversi proble-mi relativi alla pratica quotidianadegli infermieri nella gestione del

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Patrizia Mattacola et al. - Le conoscenze e le attitudini degli infermieri nella gestione del dolore

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dolore: erronee conoscenze riguar-do la somministrazione di analgesi-ci e sui loro effetti collaterali(18,33,34); mancanza di tempo,motivata dalla necessità di far fron-te al notevole carico assistenzialerelativo alla figura infermieristica;la presenza discontinuità assisten-ziale sul campo dovuta ai turnilavorativi, che non permette agliinfermieri una reale ed approfondi-ta conoscenza dei pazienti e delleloro problematiche (34,39,46,52,62,65). In particolare nello studiodi De Silva et al. (62), emerge chegli infermieri non utilizzano stru-menti di valutazione del dolore inquanto oberati dal lavoro, con stan-dard numerici al di sotto del nume-ro totale di pazienti, e impossibili-tati a frequentare corsi di formazio-ne specifici sul dolore. Inoltre lasomministrazione dei farmaci eraprevista solo previa prescrizionemedica, in assenza presumibilmen-te di protocolli condivisi per il trat-tamento del dolore ed in assenza diapprocci individualizzati-standar-dizzati. Tali problematiche, potreb-bero rispecchiare la realtà italiana,che è caratterizzata da una carenzacronica di personale sanitario (90),e da altri vincoli organizzativi (77).Molti Paesi europei mostrano un in-cremento del turn over nelle pro-fessioni sanitarie causato in parteda bassi livelli retributivi e in parteda fattori non finanziari, come lecondizioni di lavoro non soddisfa-centi (78). Inoltre circa 60 Paesi intutto il mondo si trovano in deficitdi personale sanitario, un debito cheammonta a circa 2 milioni e quat-trocentomila operatori tra infermie-ri, medici, fisioterapisti, logopedistie altre figure professionali (90). Trai risultati che emergono dagli studiinseriti in questa revisione c'è unapersistenza di troppi pregiudizi su-gli effetti collaterali per l’uso deitrattamenti con oppioidi o con altri

analgesici, in particolare la possibi-lità di insorgenza di depressione re-spiratoria (50,68). La formazionedegli operatori sanitari consente disuperare la riluttanza e le resisten-ze a prescrivere oppioidi e di ren-dere il sollievo dal dolore una prio-rità nella cura del paziente (79). Latipologia di campionamento mag-giormente utilizzata negli studiquantitativi è stato di tipo non pro-babilistico, attraverso un campiona-mento di convenienza. Questo hapotuto provocare dei bias interpre-tativi ed una non generalizzabilitàdei risultati, poiché sono stati arruo-lati solo gli operatori maggiormen-te motivati e interessati all’argo-mento. Solo in uno studio il cam-pione è stato molto ampio e casua-le (800 infermieri di area critica)(41).

g Conclusioni

I dati, che emergono dall’analisi de-gli articoli esaminati, sembrano uni-voci nell’indicare limitate ed inade-guate conoscenze e attitudini per lavalutazione e gestione del dolore daparte degli infermieri. Emerge per-tanto una necessità impellente re-lativa ai percorsi di formazione ba-se e post base, in diversi distretti delmondo in cui opera la figura infer-mieristica, dove il dolore continuaad essere un problema di sanitàpubblica ancora oggi sottotrattatoo non adeguatamente trattato. Il do-lore, come fenomeno multidimen-sionale, necessita di un approcciolegato alla globalità e complessitàdell’assistito, in cui più disciplineconcorrono in maniera armonicasulla determinazione di esiti assi-stenziali in grado di limitare la sof-ferenza dell’individuo. Tale proble-matica nel panorama internaziona-le si delinea in maniera parallela al-la realtà italiana, dove persistonoresistenze nella implementazione di

modelli assistenziali innovativi e for-mativi in grado di tutelare il dirittoa non soffrire inutilmente (69,80).Ancora oggi, in molti casi, la forma-zione sanitaria di base in Italia nonè in grado di applicare i principienunciati dall’art. 8 dalla L 15 mar-zo 2010 n°38 (69). I risultati diuna Legge non sempre sono otteni-bili in tempi brevi; spesso le mag-giori resistenze provengono propriodagli operatori sanitari coinvolti di-rettamente nel processo di cura.Pertanto la formazione continua do-vrebbe essere affiancata alla forma-zione permanente (life long lear-ning) in grado di fornire attitudini,approcci e comportamenti innova-tivi conformi ai mutevoli problemidi salute. Una risposta a tutto ciòpuò essere rappresentata dalla for-mazione specifica, a tutti i livelli eper tutte le figure sanitarie, che nelcaso degli infermieri viene realizza-ta dai Master di I livello in cure pal-liative e terapia del dolore (91), masoprattutto da una consapevolezzacritica dei propri bisogni e gap for-mativi necessari al soddisfacimen-to dei bisogni di salute dei cittadi-ni, che richiedono e pretendono unaassistenza competente, qualificatae soprattutto umana.

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Il ruolo dell’infermiere nel trattamento precocedel dolore in triage. L’esperienza del ProntoSoccorso di PineroloRole of nurses in the early treatment of pain in triage. The experience of the Emergency Department of Pinerolo

RIASSUNTO

Obiettivi. Recentemente la Joint Commission International (JCI) haaffermato che il dolore non trattato è uno dei principali responsabilidegli effetti avversi sia fisici che psicologici: per questo motivo è ar-rivata a considerare il dolore come quinto segno vitale. Il dolore èinfatti il sintomo più frequente che spinge le persone a presentarsiin Pronto Soccorso e spesso è sottovalutato e inadeguatamente trat-tato. L’obiettivo dello studio è valutare l’efficacia e l’efficienza del pro-tocollo messo in uso presso il Pronto Soccorso di Pinerolo, al fine diottenere un rapido controllo del dolore al triage e di migliorare la“presa in carico” dell’assistito.Metodi. Compilazione delle schede di triage e rilevazione dei datisulla somministrazione della terapia antidolorifica. Somministrazionedi un questionario agli utenti trattati per dolore al triage.Somministrazione di un questionario a tutti gli infermieri triagisti, pervalutare la loro opinione riguardo l’aspetto del dolore ed al tratta-mento precoce in Pronto Soccorso.Risultati. Lo studio è stato effettuato da agosto ad ottobre 2013. Dei180 utenti presentatisi in Pronto Soccorso con dolore, nel 51% deicasi è stata somministrata terapia al triage secondo protocollo. Neicasi in cui la terapia non è stata somministrata (49%), la motivazio-ne è stata dettata da un rifiuto della persona (81%), mentre nel 17%dei casi veniva riferita assunzione di terapia antidolorifica a domici-lio. L’83% degli assistiti riferisce diminuzione del sintomo dolore.L’introduzione del protocollo ha ridotto a 5 minuti l’attesa media peril trattamento del dolore, rispetto ai 45 minuti previsti per la valuta-zione medica. Il protocollo è utilizzato da tutti gli infermieri di triage.Il 75% ritiene che il dolore è un sintomo importante da considerarecome quinto segno vitale. Il 95% degli utenti ha dichiarato di sen-tirsi prontamente preso in carico e per l’83% gli infermieri prestanoattenzione al dolore. Per il 70% delle persone trattate, l’attesa risul-ta meno lunga. Non si è verificato nessun evento avverso in segui-to della somministrazione della terapia antidolorifica. Conclusioni. Il protocollo messo in uso è efficace, ha apportato be-neficio agli assistiti, migliorando di conseguenza l’assistenza eroga-ta e la qualità delle cure.

PAROLE CHIAVE: dolore, pronto soccorso, protocollo, terapia antidolorifica, triage.

ABSTRACT

Objectives. Recently the Joint Commission International (JCI)declared that untreated pain is one of the main causes of ad-verse effects, both physical and psychological. This is the rea-son why pain has been considered as the fifth vital sign. Pain isthe most common symptom that causes people to visit the emer-gency room and is often underestimated and inadequately trea-ted. The aim of the study was to evaluate the effectiveness andefficiency of the protocol put into use at the emergency depart-ment of Pinerolo, in order to achieve quick control of pain andimprove the assistance to the patient.Methods. Data recording on the triage schedules and collectionof data about the administration of pain medication. Patientswere asked to fill in a questionnaire about pain treatment. Nursesfilled in a questionnaire, to evaluate their opinion about pain andearly treatment in the emergency room.Results. The study was conducted from August to October 2013.180 patients came to the emergency room with pain, 51% ofthem were treated according to the triage protocol. Therapy wasnot administered (49%), because of a refusal of the person(81%), while in 17% of cases they reported taking pain medica-tion at home. 83% of the patients reported decreased painsymptoms. The introduction of the protocol has reduced the ave-rage waiting: 5 minutes for treatment of pain, compared to 45minutes provided for medical evaluation. The protocol is usedby all triage nurses. 75% believe that pain is an importantsymptom to be considered as a fifth vital sign. 95% of patientssaid they felt promptly cured and 83% nurses pay attention topain. For 70% of people treated, waiting was less long. No ad-verse events following administration of pain medication havebeen reported.Conclusions. The protocol put into use is effective, has broughtbenefit to patients, thereby improving the care provided and thequality of care.

KEY WORDS: pain, emergency room, protocol, pain medication,triage.

Alessandra Ghione 1, Federica Badariotti 2

1 Infermiera Ospedali Riuniti di Pinerolo2 Studente Corso di Laurea in Infermieristica sede San Luigi Gonzaga

Autore corrispondente

Alessandra Ghione

[email protected]

©2014 Fondazione Paolo Procacci Onlus

Esperienze

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157Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014: pp 156-160

g Introduzione Il dolore è il sintomo più frequentenegli utenti che si presentano inPronto Soccorso, con una prevalen-za stimata del 60-70% (1, infatti piùdi un terzo delle persone riferisce diprovare dolore moderato/severo (2).Malgrado la Joint Commission onAccreditation of HealtcareOrganizazion abbia dichiarato che lepersone hanno il diritto di veder va-lutato, trattato e misurato il dolore,alcuni studi hanno dimostrato che ildolore è sottovalutato e inadeguata-mente trattato nei Dipartimenti diemergenza (3,4). Infatti, in alcunerealtà è stato rilevato che circa il 70%delle persone che accedono aiDipartimenti d’emergenza con dolo-re acuto, non riceve alcun trattamen-to (5). Nel 1989 Wilson e Pendiltonconiarono il termine “oligoanalgesia”per rappresentare il fallimento nelriconoscere e trattare appropriata-mente il dolore. Da allora molti studi in tutto il mon-do hanno confermato la diffusa esi-stenza di questo fenomeno in diver-si casi, come le fratture ossee, il do-lore muscolo scheletrico, il mal dischiena, l’emicrania, i traumi e leustioni (6). Le cause di questo feno-meno possono trovare spiegazionenel fatto che per molto tempo il sin-tomo dolore è stato considerato dalmedico quasi unicamente come ele-mento capace di aiutare il procedi-mento diagnostico; solo dopo averformulato la diagnosi si riteneva cor-retto eseguire la terapia antidolori-fica, perché se somministrata trop-po precocemente avrebbe confusoil quadro clinico. Il dolore era cosìpercepito come una conseguenzainevitabile di una data patologia daaccertarsi con una certa rassegna-zione fino alla risoluzione del pro-blema di base (1,5). Le cause lega-te all’oligoanalgesia nei Dipartimentidi emergenza sono, da una parte, le

pratiche di triage, sviluppate senzaconsiderare il dolore, e dall’altra lacarenza formativa degli infermierinella gestione del dolore (7). Il ritar-do nella gestione del dolore neiDipartimenti di emergenza può por-tare ad un elevato grado di insoddi-sfazione dell’utente, nonché ad out-come clinici negativi (1) quali soffe-renza, ansia, paura, frustrazione eaggressività (8). Fortunatamente ne-gli ultimi anni l’attenzione nei con-fronti del sintomo dolore e delle sueconseguenze negative sull’utente ènotevolmente aumentata a tutti i li-velli dell’organizzazione sanitaria eanche nel Pronto Soccorso è andataaffermandosi la consapevolezza didover valutare e trattare in manierarapida e adeguata la sintomatologiadolorosa, indipendentemente dallecause (1). L’infermiere di triage puòessere la figura ideale per la valuta-zione ed il trattamento precoce deldolore nei Pronto Soccorso, contri-buendo così a ridurre i tempi d’atte-sa per ricevere trattamenti antalgicie di conseguenza far diminuire il do-lore, aumentando la soddisfazionedell’utente e migliorando la qualitàdelle cure (9). Nel caso della sommi-nistrazione di analgesici, in coeren-za con quanto indicato dalle lineeguida ministeriali, è opportuna l’a-dozione di protocolli e linee guidavalidati dall’Azienda, che dovrannorispondere alla più aggiornata edevoluta letteratura scientifica in ma-teria ed essere al passo con le piùmoderne normative e regole del set-tore, nonché essere basati su provedi efficacia (10).

g Obiettivo del lavoro

Questo lavoro nasce con lo scopodi trattare precocemente il dolorein tutti gli utenti che afferiscono inPronto Soccorso degli OspedaliRiuniti di Pinerolo. In particolare siè voluto valutare come l’intervento

dell’infermiere al triage può atte-nuare il sintomo dolore già dall’in-gresso della persona in Ospedale,senza dover attendere la visita me-dica per la somministrazione dellaterapia antalgica. Inoltre, si è volu-to indagare il percepito dell’utenteriguardo la somministrazione pre-coce di un antalgico al triage, non-ché l’aderenza del gruppo infermie-ristico al protocollo.

g Metodi

Lo studio ha previsto tre fasiprincipali.Prima fase: stesura del protocolloAll’interno del Pronto Soccorso de-gli Ospedali Riuniti di Pinerolo è sta-to redatto, da un gruppo di esperti,un protocollo per la gestione preco-ce del dolore da parte del persona-le infermieristico al triage. Grazie al-l’introduzione di questo strumento,gli utenti con dolore afferenti al ser-vizio sono valutati dall’infermiere ditriage attraverso l’utilizzo della sca-la di valutazione NRS.Successivamente, l’infermiere puòsomministrare terapia antalgica intriage, utilizzando un’apposita sche-da (Figura 1), per segnalare la valu-tazione del dolore iniziale, il proble-ma di salute principale, la terapiasomministrata e la rivalutazione deldolore. I farmaci scelti per il tratta-mento del dolore sono: paracetamo-lo 1gr, paracetamolo 500 mg+co-deina 30mg, ibuprofene 600 mg,oxibuprocaina cloridato. A distanza di un’ora deve essere ri-valutato il dolore. I criteri di inclusione ed esclusioneLa scelta dei criteri di inclusionedegli utenti al protocollo deriva dauna rilevazione dati eseguita pre-cedentemente alla stesura, in cuisono state valutate le principalicause di accesso in ProntoSoccorso ed evidenziate quelle chepresentavano il sintomo dolore.

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Alessandra Ghione, Federica Badariotti - Il ruolo dell’infermiere nel trattamento precoce del dolore in triage

Sono così state prese in conside-razione quelle cause di accessocon frequenza maggiore: traumaisolato di un arto, algia atraumati-ca ed isolata di un arto, odontal-gia, dolore al fianco, dismenorrea,dolore oftalmico, otalgia, cervical-gia, trauma isolato emicostato,ustione 1°-2°grado. Un criterio di esclusione riguardal’utente che manifesta dolore im-portante (NRS>=8), a cui viene at-

tribuito un codice di priorità ele-vato (giallo), per cui il suo tempod’attesa è limitato a pochi minuti.Vengono invece inclusi nel proto-collo gli utenti con dolore basso-moderato (NRS<8) a cui è assegna-to un codice di priorità basso (ver-de-bianco), poiché mediamente itempi di attesa sono più lunghi ela somministrazione precoce di unfarmaco può migliorare la sinto-matologia dolore dall’ingresso in

Pronto Soccorso. Sono stati inol-tre individuati criteri di esclusio-ne dal protocollo per tutti gli uten-ti che presentano: gravidanza inatto, nausea e/o vomito, problema-tiche nell’assunzione della terapiaper via orale, gastropatia nota, al-lergia. Inoltre sono stati esclusi gliutenti in fascia pediatrica (<16 aa),e chiunque avesse assunto terapiaanta,lgica a domicilio (<4 ore).Seconda fase: formazioneSuccessivamente alla stesura del pro-tocollo, è stato programmato ed ese-guito un corso di formazione sull’u-tilizzo dello strumento, indirizzato atutto il personale infermieristico abi-litato alla funzione di triage. Terza fase: sperimentazioneDal 31 luglio 2013 al 14 settem-bre 2013 è stata eseguita una spe-rimentazione del protocollo, pervalutarne l’appropriatezza. Inoltre,sono stati somministrati questio-nari agli utenti per rilevare il gra-do di soddisfazione della presta-zione, ed agli infermieri per valu-tare l’aderenza all’utilizzo dellanuova procedura (Figura 1).

g Risultati

Durante il periodo di sperimenta-zione sono stati inclusi nel proto-collo per il trattamento precoce deldolore in triage 180 utenti. In par-ticolare, 92 assistiti (il 51%) han-no ricevuto la terapia per il dolo-re, mentre 88 (il 49%) non hannoricevuto alcun trattamento.Il campione dei 92 utenti trattatiper il dolore è rappresentato perla maggior parte (72%) da perso-ne a cui è stato assegnato il codi-ce di priorità 1 verde, mentre al re-stante 20% è stato attribuito il co-dice 2 verde, e solo al 9% il codi-ce 1 bianco. Il dolore è stato va-lutato attraverso l’utilizzo dellaNRS. Sono state individuate 2 ca-tegorie: la prima con NRS < 4 per

Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014: pp 156-160158

Figura 1 - Griglia utilizzata per la raccolta dati in triage

Codice priorità❏ 2 verde ❏ 1 bianco❏ 1 bianco

Codice priorità

❏ 3/4 ❏ 5/7

PROBLEMA RILEVATO

❏ trauma isolato di un arto❏ algia atraumatica isolata di un arto❏ odontalgia❏ dolore al fianco in soggetti con storia di colica renale❏ dolori mestruali❏ dolore oftalmico❏ otalgia❏ cervicalgia❏ trauma isolato emicostato❏ ustione 1°-2° grado

TERAPIA ANTALGICA

❏ SI

❏ PARACETAMOLO 1000 MG

❏ PARACETAMOLO 500

+CODEINA 30 MG

❏ IBUPROFENE 600 M

❏ NOVESINA 1 GTT

❏ NO

❏ RIFIUTA TERAPIA

❏ GRAVIDANZA

❏ PRESENTA VOMITO/NAUSEA

❏ HA ASSUNTO ANALGESICI DA < 4 H

❏ ALLERGIA A FANS/PARACETAMOLO

❏ GASTROPATIE NOTE

ORA DI SOMMINISTRAZIONE:______________________________

FIRMA INFERMIERE:_______________________________________

ORA DI RIVALUTAZIONE: ____________

NRS:❏ 3/4 ❏ 5/7 ❏ 8/10

RIVALUTAZIONE NRS

Cognome: _____________________________

Nome: ________________________________

Data __________________________________

NRS

TRATTAMENTO PRECOCE DEL DOLORE IN PS Scheda registrazione dati

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Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014: pp 156-160159

Pain Nursing Magazine Italian Online Journal

individuare un dolore lieve, la se-conda con NRS da 5 a 7 per defi-nire un dolore più modesto. Nelcampione studiato solo il 37% del-le persone ha dichiarato di prova-re un dolore lieve, mentre il restan-te 63% dichiarava un dolore mode-rato. La maggior parte del campio-ne è composta da persone che han-no presentato dolore traumatico diun arto (47%), dolore oftalmico(24%) e dolore atraumatico di unarto (11%). Non vi sono invece sta-ti casi in cui l’utente sia stato trat-tato per cervicalgia o dolore corre-lato ad ustione. Pochi, ma non nul-li, i casi di trattamento per doloreda trauma all’emicostato (4%), otal-gia (6%), dismenorrea (1%), doloreal fianco (1%) e odontalgia (6%)(Figura 2). Nella maggior parte deicasi (40%) il dolore è stato tratta-to attraverso la somministrazionedi paracetamolo, mentre nel restan-te 25% con l’ibuprofene e solo nel

10% con paracetamolo-codeina.Nel 25% il dolore oftalmico èstato trattato con oxibuprocainacloridato. Nell’83% dei casi la terapia è stataefficace e ha portato ad una diminu-zione del dolore, mentre nel restan-te 17% l’intensità del dolore è rima-sta uguale. Tuttavia non vi sono sta-ti casi in cui l‘NRS sia aumentata(Figura 3).Come detto in precedenza, dei 180utenti inclusi nel protocollo una par-te ha ricevuto la terapia, mentre ilrestante 49% non è stato trattatoper il dolore. Nella maggior partedei casi il motivo per cui la terapianon è stata somministrata è per il ri-fiuto della persona assistita (81%),mentre nel 17% perché aveva già as-sunto analgesici a domicilio. Dal pun-to di vista dell’utente, con l’introdu-zione del protocollo la maggior par-te delle persone (95%) ha percepitouna maggiore comprensione e con-

siderazione del sintomo dolore daparte dell’infermiere di triage, men-tre solo una piccola parte (5%) nonsi è sentito adeguatamente preso incarico.Infatti, nel 69% dei casi l’attesa del-la persona trattata farmacologica-mente per il dolore risulta essere me-no lunga, mentre per il 31% non visono cambiamenti.Oltre al dolore è stato valutato sepresente o meno il fattore “ansia”,che molto spesso si associa al sinto-mo del dolore, peggiorandone la per-cezione: nel 65% dei casi le personehanno dichiarato di provare ansia esolo il 35% non manifestava questodisturbo. La maggior parte delle personetrattate per dolore in triage si sentepresa in considerazione (85%), men-tre solo una piccola parte di utenti(15%) dichiara che non vi è una mi-gliore presa in carico. Una buonaparte di infermieri triagisti intervista-ti ha dichiarato di considerare sem-pre il dolore come segno vitale (75%),mentre una piccola parte (25%) loconsidera raramente e nessuno nonlo considera. L’aderenza all’utilizzodel protocollo da perte degli infer-miere è infatti del 71%, mentre vie-ne utilizzato raramente solo nel 29%dei casi. Il personale dichiara di sen-tirsi continuamente aggiornato(79%), mentre in pochi (21%) hannoriferito di sentirsi esclusi da eventua-li aggiornamenti. Molti infermieri (88%) percepisco-no una migliore aderenza alle cu-re per gli utenti trattati per dolore,mentre per altri (12%), non vi so-no cambiamenti.

g Discussione dei risultati

Attraverso la rilevazione e l’analisidei dati emerge come ancora unavolta il “problema dolore” sia unaquestione dominante nel contestodel Pronto Soccorso.

Figura 2 - Problemi di salute trattat

Figura 3 - Valutazione NRS dopo somministrazione di analgesico

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Infatti la maggior parte del cam-pione studiato ha dichiarato diprovare dolore (1). In particolareun terzo degli assistiti ha dichia-rato di provare dolore lieve (NRS3-4), mentre il restante due terziun dolore moderato (NRS 5-7). La somministrazione della terapiain triage è risultata efficace poichéin quasi tutti i casi vi è stata unadiminuzione del sintomo dolore,che ha portato così beneficio al-l’assistito. Inoltre il tempo d’atte-sa per ricevere un antidolorifico èdiminuito, passando da una mediadi 45 minuti ad un massimo di 5minuti: quindi nella maggior par-te dei casi l’assisto ha eseguito ac-certamenti clinico-diagnostici edè stato dimesso con NRS inferiorerispetto all’ingresso o completa-mente senza dolore (8). Tuttavia una parte di assistiti harifiutato la somministrazione del-la terapia, ma dall’analisi dei datiè risultato che la maggior parte dipersone presentava un dolore lie-ve (NRS 3-4), e che in pochi han-no dichiarato di provare un dolo-re modesto (NRS 5-7) (11). La maggior parte di loro accusavaquindi un dolore lieve e verosimil-mente poco importante: questo da-to potrebbe giustificare in parte ilrifiuto dell’utente nel ricevere laterapia antidolorifica (5). Durante il periodo di sperimenta-zione non si sono verificati eventiavversi che hanno portato outco-me clinici negativi (8), ma la dimi-nuzione del dolore ha aumentatoil grado di soddisfazione negliutenti. Infatti la maggior parte dipersona ha dichiarato una aumen-tata sensazione di presa in carico,una diminuzione dell’ansia e lapercezione di un’attesa per la visi-ta medica più confortevole (13).Questi risultati positivi della spe-rimentazione derivano sicuramen-

te dalla motivazione che spinge l’a-gire professionale degli infermie-ri, infatti la maggior parte di loroha dichiarato di prestare assolutaimportanza al dolore e di utilizza-re il protocollo. Sicuramente l’ag-giornamento continuo è spessodifficoltoso e faticoso, ma neces-sario per una crescita continua.Proprio per questo motivo biso-gnerà lavorare molto sugli aspet-ti formativi, per migliorare la pra-tica quotidiana (14), aumentare lecompetenze dei professionisti inquesto ambito e sensibilizzarlimaggiormente nella cura e tratta-mento del dolore (10).Quindi, attraverso un’attenta ed in-novativa pratica di triage da unaparte, e percorsi formativi dall’al-tra, si può evitare il fattore dell’o-ligoanalgesia (12).

g Conclusioni

A fronte dei risultati ottenuti si puòaffermare che il protocollo messoin uso è uno strumento efficaceper il trattamento precoce del do-lore in Pronto Soccorso.Infatti le persone che sono statetrattate con un antidolorifico du-rante il processo di triage e ancorprima della visita medica, hannoavuto beneficio dal trattamento.Durante la sperimentazione non sisono verificati eventi avversi cor-relati alla somministrazione di unfarmaco: ciò significa che l’infer-miere, attraverso il protocollo, ope-ra in modo sicuro. Concludendo sipuò affermare che il periodo disperimentazione ha portato degliottimi risultati aumentando il gra-do di soddisfazione degli utenti equindi la qualità delle cure, anchese vi sono ancora ampi margini dimiglioramento. Il dolore, quinto se-gno vitale, non deve essere sotto-valutato e come ci ricorda il nostro

codice deontologico, l'infermiere siattiva per prevenire e contrastareil dolore e alleviare la sofferenza esi adopera affinché l’assistito rice-va tutti i trattamenti necessari.

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g Introduction Complex regional pain syndrometype I (CRPS-I) is rarely linked to ad-vanced neoplastic disease. However,a clinical presentation of CRPS-I co-uld be considered as a paraneopla-stic manifestation. The latter couldrepresent evidence of an early unk-nown oncological pathology, or theaverment of nerves due to metata-stic infiltration of nerves in compro-mised patients. As there is no specific diagnostic test,

CRPS-I diagnosis is clinical, based ona careful anamnesis and objective te-sting in order to discard any othercauses of pain and neurological dis-fluency. Furthermore, CRPS-I diagno-sis monitors algodystrophysymptom reduction after selectivesympathetic block (1) by ex iuvanti-bus. CRPS-I usually causes oedema,severe pain and skin temperature al-terations together with dyschromiaand severe functional constraint(range of motion, ROM), whichusually concerns a wider and moredistal area compared with the can-cer seat. Sensory and motorsymptoms damage muscle strengthand tonicity due to the movement ofthe injured extremity (2-3). Duringthe first period the pain is burning,

severe and steady. Moreover its in-tensity can change depending onmovement, mechanical force orstress (4). Pain extension is regional,not dermatomeric but widespread,and its distal extension involves thehomolateral end. In addition the paincauses allodynia and hyperalgesiaon more than one single nervoustrunk occupying a wider surfacearea. The latter are the basis for cli-nical diagnosis of the syndrome (5).Because of the overlapping of diffe-rent clinical pictures, both the pain-ful neoplastic one and the autono-mic and dystrophic one, treatmentis often complicated. Besides which,pharmacological / analgesic thera-pies combined with the administra-tion of strong opiates and active ad-

Chiara Angeletti 1, Martina Paesani 1, Carla Di Martino 1, Paolo Matteo Angeletti 1, Roberto Berrettoni 1

Cristiana Guetti 2

1 Operative Unit of Anesthesiology, Intensive Care and Pain Medicine, Civil Hospital “G. Mazzini” of Teramo, 2 Operative Unit of Anesthesia, Intensive Care and Pain Medicine, Hospital of San Lazzaro, Alba, Cuneo

Treatment of paraneoplastic complex regional pain syndrome type I (CRPS-I)with perineural catheter: a case reportCRPS-I di origine neoplastica trattata tramite posizionamento di cateterino perineurale: case report

Case Report

Autore corrispondente

Martina Paesani

[email protected]

©2014 Fondazione Paolo Procacci Onlus

ABSTRACT

We describe the case of a female patient with complex regional painsyndrome type I (CRPS-I) on the left upper limb caused by left brachial plexus infiltration due to mammary carcinoma trea-ted with continuous infraclavear brachial plexus block.Keywords: complex regional pain syndrome type I, continuous in-fraclavear brachial plexus block, mammary carcinoma.

KEY WORDS: complex regional pain syndrome type I, continuous infraclavear brachial plexus block, mammary carcinoma.

RIASSUNTO

Descriviamo il caso di una paziente con sindrome dolorosa regio-nale complessa di tipo I (CRPS-I), a livello dell'arto superiore sini-stro, secondaria a infiltrazione del plesso brachiale sinistro da car-cinoma mammario, trattato con blocco del plesso brachiale, conti-nuo, per via infraclaveare.

PAROLE CHIAVE: sindrome dolorosa regionale complessa, blocco del plesso brachiale, continuo per via infraclaveare, carcinomamammario.

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Chiara Angeletti et al. - Treatment of paraneoplastic complex regional pain syndrome type I (CRPS-I)

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juvant on the neur- modulation ofthe syndromic frame, usually do nothave great success (three antidepres-sant cycles, corticosteroids, SSRI, ga-bapentinoids, anticonvulsants, cap-saicin, calcitonin, alpha adrenergicetc.). Different kinds of treatment havebeen applied: from single shot blocksto continuous analgesia with a per-cutaneous catheter. In all cases wehave noticed possible pain controland a reduction in the linkedsymptoms (6-7). The continuousblock of the brachial plexus, thanksto the placement of continuous aninfusion catheter (with a different in-fraclavear approach compared toRaj’s (8) technique), determinesblock anesthesia of all sensory-mo-tor muscle fibres related to the arminnervations. The continuous blockof the brachial plexus is very easy toapply and catheterise. Moreover itsdirect fixing on the skin is safe andreduces catheter kinking or closure.The present study describes the ob-servation of a female patient withcomplex regional pain syndrometype I (CRPS-I) on the left upper limbcaused by left brachial plexus infil-tration due to mammary carcinoma.She has been treated with conti-nuous infraclavear brachial plexusblock.

g Case study This report concerns a 55 years oldwoman. At the time of the algologictest the patient was affected by lo-cal infiltrating mammary carcinomawhich had revealed itself as pulmo-nary metastasis. In 2003 she under-went left quadrantectomy with ho-molateral auxillary emptying. Later,homolateral laterocervical lymph no-des were removed as well as lowerclavear lymph nodes. Each operationwas followed by chemo- and radio-therapy. After the last surgical pro-

cedure the patient presented severepain on her left arm (NRS-score 8-10). The electromyography showedmedian and radial nerve deficit pro-bably due to neoplastic infiltration.The neurologist’s prescription con-sisted of OS-therapy: pregabalin 300mg/a day, tramadol 100mg/a day,metilprednisoline 8mg/ a day toge-ther with the application of a tutoron the left hand for three months.The pain reduced (NRS- score 2); ashort time later a TC was made. Ithighlighted both multiple relapsesand secondary pulmonary localisa-tion related to the early neoplasm.Since inoperable, the patient under-went oral oncologic therapy (1Xeloda tablet every three weeks) andradiotherapy. In October 2010 the patient had on-ce again pain on her left arm sho-wing a complex regional painsyndrome type I (CRPS-I) due to neo-plastic lesion. The clinical picture was very com-plex and the physical neuroalgolo-gic test displayed ache (NRS-score8-9), paresthesia, hyperalgesia, irre-gular sweating on the algic area,dyschromic/ thermoregulating alte-ration of the left upper limb togetherwith a limb hyposthenia, tremor anddystonia. Neuropatic componentwas predominant causing tinglingsensation, pin pricks, hypoanalgesiaof the injured area and allodynia.Moreover, during the last month thepatient often presented paroxysmalshooting pain (DEI) (NRS-score 10)which invalidated the pharmacolo-gical treatment completely. At thispoint we had to bind the left upperlimb posture in order to avoid thepain paroxysm and severe hyposte-nia. The arm was fixed in the follo-wing way: arm and forearm set at90 degrees between them and benttowards the abdomen so that the pa-tient could not stretch it out. The up-per extremity appeared hindered

and altered during both finger ex-tension /prehension and precisiongrips. Along the entire limb weclearly observed: hand oedema ex-tended to the proximal limb seg-ments, superficial skin circle anoma-lies and atrophy affecting the adne-xa, hair and nails. All thesesymptoms formed the basis for theneoplastic complex regional painsyndrome type I (CRPS-I) diagnosis. Pharmacological anamnesis high-lighted the administration of strongopiates according to the followingscheme:

❏ Transdermic fentanyl 75 mcg every 72 hours;

❏ Fentanyl orodispersible 800 mcg if needed;

❏ Pregabalin 300 mg/die

This pharmacological approach re-vealed itself inadequate for the algicsymptomatology control (NRS-sco-re 7). After the failure of the opiatetherapy, the most suitable treatmentwas the invasive regional analgesictechnique. The latter could exploitthe use of local anaesthetic, whichis more appropriate for the neuro-vegetative presentation of thesyndrome due to its strong neuro-pathic characterisation. We placedan infraclavear catheter accordingto the Raj’s technique (8). Thereforewe followed Step 3 in the WHO sca-le to step 4, when palliative interven-tion should begin. The patient wasinformed of the entire procedureand she gave us her prior writtenconsent. The analgesic treatmentwas executed in an operating roomprovided with all the equipment nee-ded should complications arise .Then we proceeded with an electro-stimulation needle (ENS) for conti-nuous nerve stimulation (Plexygon,Nerve Stimulator, Vygon®) in orderto guarantee a plexus identificationand the final catheter localisation

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Pain Nursing Magazine Italian Online Journal

163Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014: pp 161-164

(Multiplex Catheter, Vygon®). Ouraim was to obtain a muscle reaction<0.5mA and its dissolution at 0.3mA,in order to exclude accidental intra-neural injection. The patient waslying down on her back with herhead turned towards the right up-per limb while the left one was linedup with the trunk. The infraclavearapproach takes place thanks to theintroduction of the stimulation need-le (at least 10 cm long) at a point si-tuated approximately 3 cm underthe middle of the collarbone. Moreprecisely, this point is situated on aline traced as an extension of thesternocleidomastoid muscle poste-rior edge. This line crosses the col-larbone extending till the armpit,where the auxillary artery pulsationis registered. This repere ideally re-presents on the skin the plexus co-urse. The surgeon stands on the pa-tient’s side. After cutaneous and sub-cutaneous pomphus, the surgeon in-troduces the needle perpendicularlyto the skin and makes a 30 degreesangle in the direction of the armpitand the auxillary artery pulsationserves as repere. The adducted arm(average deepness 5 cm) allowed usto find the nerve vascular plexus andmuscle reaction are provoked (thetypical TWITCHS), that is the elbow/wrist /finger flex-extension. The ca-theter was introduced after the bra-chial plexus localisation. It followedthe skull caudal direction towardsthe armpit which can be fixed on thedeltoid- pectoral area skin.Ropivacaine analgesia HCI 0,2% af-ter early 3 ml bolus had producedgeneral anaesthesia on all the partsaffected by CRPS-1. At the same ti-me, pain was reduced (NRS-score 1)by the use of repeated bolus (ropi-vacaine HCI 0,2% till 1ml a bolusevery 6-7 hours). The safest andmost effective local anaesthetic ad-ministration occurs when devicesprovided with flow restrictors such

as elastomeric pumps are used.In fact, the catheter itself was fittedwith a mechanical elastomer withvariable infusion speed: 2-4-6 ml/h.The latter was supplied with ropica-caine HCI 0,2% every 6-7 hours and,as established by the bolus dose, upto 1ml was administered dependingon necessity. No complication dueto local anaesthetic or an error in thecatheter setting such as dislocationor oozing / inflammation / infectionon the introduction site occurred.We interrupted the opiate therapycontextually. Steady results came outtwo days after the treatment: signi-ficant pain reduction (NRS-score 1),better arm/hand trophic conditionsand progressive disappearance ofoedema, dyschromia and dystrophy.In the following days we registeredgradual sensory/ motor recovery ofboth hands and the entire left upperlimb which improved the patientsmood and autonomy.Treatment allowed us to obtaina complete pain relief together witha good compliance and patient'ssatisfaction.Opiate therapy suspension has eli-minated troubles such as constipa-tion, sensitiveness and asthenia. Wehave noticed a great improvementin the patient’s general conditionsand way of living: appetite recovery,physical appearance and social life.

g Discussion The relationship between cancer andCRPS-I was discovered around 70years ago (9). Symptoms concerningthis syndrome are sensory and mo-tor related. However, they can cau-se a strong autonomic malfunctionwhich represents the clinical andphysiopathological manifestationsof the syndrome. Nowadays thereare many theories about thissymptomatology but none of themis exhaustive. Many researchers be-

lieve that sympathetic system hype-ractiveness and linked inflamma-tions are not sufficient for CRPS-Isyndrome clarification. In fact, scho-lars have added other causal factorssuch as neuroendocrine return,psychic malfunctions and stress dueto awareness of neoplastic disease(10). Moreover, the cause of the rightneurofunctional syndrome, whetherperipheral (11) or central (9), is stillunknown. The central mechanismsinvolved are central sensitisation andreduced pain threshold thanks to the“wide-dynamic” neuron group. Theseneurones are multi-convergent cellsof the spinal marrow which respondboth to nociceptive and non-noci-ceptive incentives (12). Autonomic contribution causingconstant pain can vary both fromone patient to another and from oneregion to another of the neoplasticprogression mass area. Thus, a cli-nical picture and severe pain evalua-tion due to CRPS-I syndrome can becaused or complicated by neoplasm.In the case of upper limb CRPS-I,stellate ganglion block is the goldtherapeutic standard for theshort/long-term outcome in thesepatients. More precisely, we have ob-tained the best results thanks to lo-cal anaesthetic administration. Onthe other hand, the same result co-uld not be achieved by opiate the-rapy (13). Therefore, this case is avalid example of cancer pain treatedby analgesic interventions whenopiate therapy does not work. Sinceopiate therapy was not the bettertreatment for our patient and it hascaused many complications, we de-cided to find another one which wasbetter able to improve the clinicalpicture and the psychic effects cau-sed by the syndrome. We have cho-sen the application of a catheter pro-viding continuous brachial plexusblock, whose main function was tocontrol neuropathic cancer pain (e.g.

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Pancoast syndrome). The latter infact, does not respond to any othertreatment when it affects the arm orshoulder. This technique is usuallyapplied to the interscaline, auxillaryand infra-upper clavear duringpostoperative analgesia. In 1973, Raj(8) proposed a new approach whichwas able to include all the fibresconnected to arm innervations. This technique is a development ofold ones (14) and is very positivefor the following reasons: - musclecutaneous nerve inclusion;

- simple application and catheterisation;

- steady fixing on the skin;Less onset of complications such aspneumothorax, phrenic nerve block,intravertebral arterial injection andintra/extra dural puncture. After the treatment, the patient hasreduced pain, motor and sensory dis-ability of the injured arm and shehas improved her state of mind andway of living in the short/ mediumtime. Opiate therapy interruption

has not caused any complicationsand the patient is completely sati-sfied and continues with the therapy.

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15. Borgeat A, Ekatodramis G, Dumont C. An

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a modified approach of the Raj technique.

Anesth Analg 2001;93:436-441.3

Traduzione italiana disponibileonline: www.painnursing.it

164

Chiara Angeletti et al. - Treatment of paraneoplastic complex regional pain syndrome type I (CRPS-I)

Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014: pp. 161-164

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Pain Nursing Magazine Italian Online Journal

165Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014: pp 165-167

g Introduzione Nel corso del secolo passato la ge-stione della ferita ha subito innova-zioni importanti e continue. Fino aglianni '70 si riteneva che l'accelera-zione de processo di guarigione de-le ferite fosse favorito dal manteni-mento di un ambiente "secco" nel mi-croambiente della lesione. Studi suc-cessivi hanno dimostrato che l'am-biente migliore è invece quello “umi-do” e sono stati proposti nella medi-cazione l'utilizzo di materiali comepolietilene e poliuretano.Arriviamo all'attualità con l'impiegodi prodotti come idrocolloidi, idro-

gel ecc. e della Vacuum AssistedClosure Therapy (VAC Therapy).Il primo utilizzo della VAC Therapyin campo sanitario, quale strumen-to per il trattamento delle frattureaperte in stadio avanzato o ferite gra-vi o complesse, risale al 1993.Il sistema si basa sull'utilizzo di undevice che funge da unità di aspira-zione, in grado di generare una pres-sione negativa topica nei confrontidella ferita. Le azioni positive che ildevice produce sul processo di gua-rigione sono principalmente:• la creazione di un ambiente

ostile alla crescita di batteri;• l'agevolazione del riavvicinamento

dei lembi di cute lesa e la ricomparsa del tessuto di granulazione, favorendo il processo di rimarginazione tessutale;

• l'aspirazione dei fluidi secreti dalla ferita che evita la macerazione della lesione.

g Descrizione del caso clinico

Storia clinica: paziente di sesso ma-schile di sessanta anni, diabetico ininadeguato controllo glicemico, af-fetto da piede diabetico e sottopostoad asportazione di un dito del piede.Durante il decorso post operatoriosi sviluppa un'infezione all'internodella ferita e nelle prossimali. Vienepertanto ritenuto necessario proce-dere all'amputazione delle altre quat-tro dita residue.Il processo settico e l'inadeguatocontrollo glicemico ostacolanola corretta riparazione tessutale,pertanto la ferita chirurgica nongiunge a completa rimarginazione(Figura 1). Il paziente, quindi, cheinizialmente era stato sottoposto atrattamento ambulatoriale, vienericoverato nel reparto “Malattie in-fettive”.

Alberto Carmine Spitilli 1, Gianfranco Verna 2

1 Neolaureato in Infermieristica Università “G. D'Annunzio” Pescara-Chieti2 Lanciano Vasto Chieti, P.O. Chieti, Dottore magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche

Caso clinico: l'utilizzo della Vacuum AssistedClosure Therapy (VAC Therapy)Clinical case: use of VAC Therapy

Autore corrispondente

Alberto Carmine Spitilli

[email protected]

©2014 Fondazione Paolo Procacci Onlus

RIASSUNTO

Viene descritto il caso di un paziente diabetico che ha subito l’aspor-tazione delle dita del piede destro per la comparsa di un’infezioneche si è diffusa tra le stesse. Al fine di migliorare le condizioni dellaferita, che con l’ausilio di medicazioni tradizionali non ha ricevuto be-nefici, è stato applicato un regime di Vacuum Assisted Closure TherapyVAC Therapy. Già nell’arco di tre sostituzioni della medicazione si so-no potuti riscontrare i notevoli benefici che la lesione ha tratto da que-sta medicazione avanzata.

PAROLE CHIAVE: piede diabetico, infezione, cura delle ferite, VAC Therapy

ABSTRACT

The study describes the case of a diabetic patient who has undergo-ne the removal of the fingers of the right foot, for the appearance ofan infection that has spread between them. After traditional treat-ments did not bring any benefit, a regime of Vacuum Assisted ClosureTherapy (VAC Therapy). was applied. After three dressing changes,we got some significant benefits.

KEY WORDS: diabetic foot, infection, VAC Therapy, wound care

Caso clinico

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Alberto Carmine Spitilli, Gianfranco Verna - L'utilizzo della Vacuum Assisted Closure Therapy (VAC Therapy)

Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014: pp 165-167

Segni e sintomi La ferita presenta bordi arrossati e al suo internovi è un'elevata presenza di fibrina. Dalla ferita vie-ne emanato un odore pungente, tipico delle le-sioni infette.

Esami di laboratorio e strumentaliSi provvede ad effettuare un eco-color-Doppler ar-terioso dell'arto inferiore destro che documentauna discreta funzionalità del letto vascolare. Si pro-cede quindi ad ottimizzazione del profilo glicemi-co. Viene quindi prelevato un tampone dalla le-sione in modo da isolare l'agente patogeno causadell'infezione ed avviare una corretta terapia an-tibiotica. Vengono quindi prelevate emoculture.

g Risultati Le medicazioni effettuate inizialmente in regimeambulatoriale con metodi tradizionali (garze io-doformiche) non avevano favorito la rimargina-zione tessutale, né avevano sortito particolari ef-fetti benefici sui segni di flogosi presenti.Il paziente pertanto è stato ospedalizzato e il vul-nologo ha deciso di trattare la ferita con l'applica-zione della VAC Therapy. Per coprire la lesione, alposto delle spugnette standard sono state utiliz-zate spugnette contenenti ioni di argento, colle-gate alla VAC. La medicazione è sostituita con unafrequenza di due volte a settimana. Durante la so-stituzione della medicazione si è proceduto a de-tersione della lesione e disinfezione con iodiopo-vidone. Prima di ogni medicazione viene esegui-ta la toilette chirurgica per rimuovere la fibrinaformatasi. Già dopo la prima medicazione (Figura2) sono stati osservati i primi miglioramenti, conriduzione in particolare della quantità di fibrina.Dopo due settimane (Figura 3) risultati eccellen-ti: presenza di fibrina in minima quantità ed am-pia ricomparsa del tessuto di granulazione. La fe-rita è evidentemente avviata alla guarigione.

g Discussione è interessante notare come l'utilizzo della VACTherapy sia risultato particolarmente efficaceavendo apportato miglioramenti visibili nell'arcodi due settimane ed avendo successivamente de-terminato la completa guarigione di una lesione

Figura 1 - Il piede dopo diversi mesi di trattamento con medicazioni tradizionali si presenta con notevole quantità di fibrina, non vi è tessuto di granulazione ed ha il caratteristico odore pungente di un infezione.

Figura 2 - La ferita mostra notevole miglioramento, la quantità di fibrina è diminui-ta; si può notare una parziale riperfusione della ferita. Tuttavia, anche se attenua-to, persiste l’odore dovuto all’infezione.

Figura 3 - La presenza di tessuto di granulazione è visibile e la fibrina ulterior-mente ridotta. L’infezione migliora grazie al contemporaneo utilizzo della VACTherapy e di terapia antibiotica mirata. La lesione è avviata a risoluzione.

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Pain Nursing Magazine Italian Online Journal

preoccupante, infetta e fortementeinfiammata.Indubbiamente la VAC Therapy rap-presenta una tecnica ottimale perportare a chiusura le lesioni di con-tinuo della cute croniche e difficili. Il conseguimento di un risultato ot-timale sembrerebbe essere stato fa-vorito dalla creazione di un ambien-te confortevole attorno al paziente.La presenza e l'affetto dei familia-ri e la disponibilità del personalehanno fatto sì che il degente noncedesse alla depressione e fossecollaborativo.L'infermiere durante il trattamento

ha avuto un ruolo di rilevante impor-tanza e non solo nella gestione del-la parte non chirurgica della medi-cazione della ferita.In situazioni come quella descritta ilpaziente ha ridotte capacità di mo-vimento, perciò l'équipe infermieri-stica si è prodigata anche nel ridur-re il disagio mobilizzandolo. Al finedi prevenire ulteriori complicanze,come lesioni da decubito; l'infermie-re ha inoltre controllato ad interval-li regolari il posizionamento nel let-to, il cambio della postura, l'igienedel paziente ed ha consapevolizza-to i suoi familiari su detti rischi.

RingraziamentiRingrazio il dottor Raffaele Trulli siaper la sua umanità che per la dispo-nibilità. oltre che per avermi consen-tito di seguire questo caso clinico.Ringrazio il paziente che ha dato ilconsenso per lo studio di questo ca-so clinico.

g Bibliografia

1. Stanton-Hicks M, Janig W, Hassenbusch

S, et al.: Reflex sympathetic dystrophy:

changing concepts and taxonomy. Pain

1995;63:127-133.

2. Veldman PHJM, Reynen HM, Arntz IE,6-

441.3

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ASSOCIAZIONE ITALIANAPER LO STUDIO DEL DOLORE

BARI28-30 maggio 2015Centro Congressi Nicolaus Hotel

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CONGRESSONAZIONALE AISD

ASSOCIAZIONE ITALIANAPER LO STUDIO DEL DOLORE

BARI28-30 maggio 2015Centro Congressi Nicolaus Hotel

• Analgesici tradizionali e adiuvanti• Cannabinoidi• Cefalee• Cure palliative e terapia del dolore nel paziente

pediatrico• Dolore acuto e cronico• Dolore acuto in medicina generale• Dolore e assistenza infermieristica• Dolore e cure palliative• Dolore e depressione• Dolore e sofferenza: tra medicina, cultura ed etica

delle cure• Dolore in oncologia• Dolore nell’anziano• Dolore neuropatico• Dolori facciali e del collo• Empatia e comunicazione paziente/operatore

sanitario• Fisiopatologia del dolore• Fisioterapia e riabilitazione• Gestione del dolore e qualità di vita• Il dolore in tempo di crisi• Problematiche legali e assicurative in algologia• Radiofrequenza nella terapia del dolore• Terapie alternative ed integrative in medicina del

dolore

DEADLINE PER ABSTRACT 30 MARZO 2015

Bari 28-30 MAGGIO 2015

S A V E T H E D A T E

CONGRESSONAZIONALE AISD

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA

AIM Group International - Sede di RomaVia Flaminia, 1068 - 00189 RomaTel. +39 06 330531 - Fax +39 06 [email protected]

SEGRETERIA SCIENTIFICA

Associazione Italiana per lo Studio del Dolore OnlusFondazione Paolo Procacci Onluswww.aisd.it · [email protected] · [email protected]

COMITATO SCIENTIFICO

C. AurilioF. Bruno (Comitato Organizzatore Locale)

S. CoaccioliM. EvangelistaD.M.M. Fornasari (Coordinatore)

F. La MuraF. MarinangeliM.C. PaceE. PolatiA.F. SabatoA. Truini

TOPICS

S A V E

NAZIONALE AISDCONGRESSO

28-30 MAGGIO 2015Bari

D A T E

NAZIONALE AISDCONGRESSO

T H E

28-30 MAGGIO 2015Bari

D A T E

. MarinangeliF

. La MuraF(Coordinatore)nasari D.M.M. For

M. EvangelistaS. Coaccioli

(Comitato Organizzatore Locale). Bruno FC. Aurilio

COMITATO SCIENTIFICO

Dolore acuto e cronicopediatricopediatricopediatricopediatricoDolore acuto e cronicoDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto e cronicoDolore acuto in medicina generaleDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronico

•Dolore acuto e cronicopediatricopediatricopediatricopediatrico

•pediatricoCure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente •Cefalee•Cannabinoidi•Analgesici tradizionali e adiuvanti•

TOPICS

(Coordinatore)

(Comitato Organizzatore Locale)

COMITATO SCIENTIFICO

Dolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronicopediatricoCure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente

Cannabinoidi

Dolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto in medicina generaleDolore acuto e cronicoDolore acuto in medicina generale

Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente

Dolore acuto e cronicoDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronicoDolore acuto e cronico

Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente pediatricoCure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente

Analgesici tradizionali e adiuvantiAnalgesici tradizionali e adiuvantiAnalgesici tradizionali e adiuvantiAnalgesici tradizionali e adiuvantiAnalgesici tradizionali e adiuvantiAnalgesici tradizionali e adiuvantiAnalgesici tradizionali e adiuvantiAnalgesici tradizionali e adiuvantiAnalgesici tradizionali e adiuvantiAnalgesici tradizionali e adiuvantiCannabinoidiCannabinoidiAnalgesici tradizionali e adiuvantiAnalgesici tradizionali e adiuvantiAnalgesici tradizionali e adiuvanti

Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente Cure palliative e terapia del dolore nel paziente

ruiniA. T. SabatoA.F

E. PolatiM.C. Pace. Marinangeli

sanitariosanitarioEmpatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Dolori facciali e del collo

Dolore neuropatico•

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Dolore in oncologia••

Dolore e sofDolore e sofDolore e depressione

Dolore e cure palliative•

Dolore e assistenza infer••

sanitarioEmpatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Dolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolori facciali e del collo

•Dolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolore neuropaticoDolore neuropaticoDolore neuropaticoDolore neuropaticoDolore neuropatico

•Dolore neuropaticoDolore neuropaticoDolore nell’anzianoDolore nell’anzianoDolore nell’anzianoDolore nell’anzianoDolore nell’anziano

Dolore in oncologiaDolore nell’anzianoDolore in oncologiaDolore in oncologiaDolore in oncologiaDolore in oncologia

delle cureDolore in oncologiadelle curedelle curedelle curedelle cure

•delle curedelle cureDolore e sofDolore e sofDolore e sofDolore e sofDolore e sofDolore e sofDolore e depressioneDolore e depressioneDolore e depressioneDolore e depressioneDolore e depressione

•Dolore e depressioneDolore e depressioneDolore e cure palliativeDolore e cure palliativeDolore e cure palliativeDolore e cure palliativeDolore e cure palliative

Dolore e assistenza inferDolore e cure palliativeDolore e assistenza inferDolore e assistenza inferDolore e assistenza inferDolore e assistenza infer

•Dolore e assistenza infer•

ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica

mieristicamieristicamieristicaDolore e cure palliativeDolore e cure palliativeDolore e cure palliativeDolore e cure palliativeDolore e assistenza inferDolore e assistenza inferDolore e assistenza inferDolore e assistenza infer

ferenza: tra medicina, cultura ed etica

Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Dolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolore neuropaticoDolore nell’anzianoDolore in oncologiaDolore in oncologiadelle cureDolore e sofDolore e sofDolore e depressioneDolore e depressioneDolore e cure palliativeDolore e assistenza inferDolore e assistenza infer

Empatia e comunicazione paziente/operatore Dolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolori facciali e del colloDolore neuropaticoDolore neuropaticoDolore neuropaticoDolore neuropaticoDolore neuropaticoDolore neuropaticoDolore neuropaticoDolore nell’anzianoDolore nell’anzianoDolore nell’anzianoDolore nell’anzianoDolore nell’anzianoDolore nell’anzianoDolore nell’anziano

ferenza: tra medicina, cultura ed etica

Dolore in oncologiaDolore in oncologiaDolore in oncologiaDolore in oncologiaDolore in oncologiaDolore in oncologia

ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica delle cure

ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica

mieristica

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mieristicamieristicaDolore e assistenza inferDolore e assistenza infermieristicaDolore e assistenza inferDolore e assistenza inferDolore e assistenza inferDolore e assistenza inferDolore e assistenza inferDolore e assistenza infer

ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica

Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore Empatia e comunicazione paziente/operatore

ferenza: tra medicina, cultura ed etica ferenza: tra medicina, cultura ed etica

DEADLINE PER ABSTRACT DEADLINE PER ABSTRACT DEADLINE PER ABSTRACT DEADLINE PER ABSTRACT DEADLINE PER ABSTRACT DEADLINE PER ABSTRACT DEADLINE PER ABSTRACT DEADLINE PER ABSTRACT

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Radiofrequenza nella terapia del dolore•

Problematiche legali e assicurative in algologia••••

Fisioterapia e riabilitazione•

Fisiopatologia del dolore•

sanitario•

DEADLINE PER ABSTRACT

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Radiofrequenza nella terapia del doloreRadiofrequenza nella terapia del doloreRadiofrequenza nella terapia del doloreTTerapie alterTTerapie alterRadiofrequenza nella terapia del doloreRadiofrequenza nella terapia del dolore

•Radiofrequenza nella terapia del doloreRadiofrequenza nella terapia del doloreProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologia

Il dolore in tempo di crisiProblematiche legali e assicurative in algologiaIl dolore in tempo di crisiIl dolore in tempo di crisiIl dolore in tempo di crisiIl dolore in tempo di crisi

•Il dolore in tempo di crisiGestione del dolore e qualità di vitaIl dolore in tempo di crisiGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vita

•Gestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazione

•Fisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloreFisiopatologia del dolore

•Fisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloresanitariosanitariosanitariosanitariosanitario

•sanitario

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30 MARZO 2015

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DEADLINE PER ABSTRACT

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Radiofrequenza nella terapia del doloreRadiofrequenza nella terapia del doloreRadiofrequenza nella terapia del doloreRadiofrequenza nella terapia del doloreRadiofrequenza nella terapia del doloreProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologia

Gestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaIl dolore in tempo di crisiIl dolore in tempo di crisiIl dolore in tempo di crisiIl dolore in tempo di crisiIl dolore in tempo di crisiIl dolore in tempo di crisiIl dolore in tempo di crisiIl dolore in tempo di crisiIl dolore in tempo di crisiGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaGestione del dolore e qualità di vitaFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisioterapia e riabilitazioneFisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloreFisiopatologia del doloreFisiopatologia del dolore

native ed integrative in medicina del native ed integrative in medicina del native ed integrative in medicina del native ed integrative in medicina del native ed integrative in medicina del

Problematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologiaProblematiche legali e assicurative in algologia

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9 [email protected]@[email protected]@[email protected]@[email protected]@[email protected]

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA SEGRETERIA ORGANIZZATIVA SEGRETERIA ORGANIZZATIVA SEGRETERIA ORGANIZZATIVA SEGRETERIA ORGANIZZATIVA SEGRETERIA ORGANIZZATIVA

A M Ga Fa F a

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Page 46: PNM 4 2014 - Pain Nursing · 2015. 1. 7. · ISSN 2279-7904 Giornale online di infermieristica del dolore P a i n N u r s i n g M a g a z i n e I t a l i a n O n l i n e J o u r n

Nonostante la conoscenza sul dolo-re neonatale sia migliorata, il dolo-re neonatale è ancora poco ricono-sciuto, sottotrattato ed è sempre unasfida. Lo studio descrive un’indagi-ne condotta su 343 infermieri dineonatalogia (237 statunitensi e106 cinesi) per conoscere loro per-cezione e conoscenza del dolore in-fantile. Le risposte degli infermierisul dolore neonatale hanno dimo-strato adeguate conoscenze deiconcetti generali del dolore, ma so-no emerse carenze su alcune tema-tiche (per esempio, neonati prema-turi e conseguenze a lungo terminedel dolore). La maggior parte haconfermato di usare regolarmente

gli strumenti di valutazione del do-lore, ma pochi erano sicuri che lostrumento utilizzato fosse adegua-to e preciso. Gli infermieri america-ni (83%) si sentivano più sicuri ri-spetto ai colleghi cinesi (58%) nel-l'uso dei farmaci, mentre gli infer-mieri cinesi (78%) hanno riconosciu-to l'efficacia degli interventi non far-macologici, rispetto ai colleghi ame-ricani (61%). Circa la metà ha rife-rito che il dolore nelle loro unità eraben gestito (americani: 44,3%; cine-si: 55,7%), e meno della metà ritie-ne che i protocolli sul dolore sianobasati sulla ricerca (americani:42,6%; cinesi: 34,9%). La percezio-ne di una buona gestione del dolo-

re nei propri reparti era significati-vamente correlata a un'adeguataformazione, all’utilizzo di strumen-ti precisi e a protocolli basati sullaricerca. Ostacoli a una gestione ef-ficace del dolore erano rappresen-tati da: resistenza al cambiamento,mancanza di conoscenza, mancan-za di tempo, paura degli effetti col-laterali di farmaci antidolorifici emancanza di fiducia negli strumen-ti. L'indagine ha comunque eviden-ziato la preoccupazione che il dolo-re non sia stato ben gestito in mol-te unità di terapia intensiva neona-tale negli Stati Uniti e in Cina. 3

La percezione del dolore tra gli infermieri di neonatologia:indagine USA/CinaCong X, McGrath JM, Delaney C, Chen H, Liang S, Vazquez V, Keating L, Chang K, Dejong A

Neonatal Nurses’ Perceptions of Pain Management: Survey of the United States and China. Pain Management

Nursing 2014;15:834-844

Diversi studi hanno posto l’atten-zione sull'impatto delle convinzio-ni del paziente sul dolore post ope-ratorio e hanno evidenziato cheidee sbagliate complicano le possi-bilità di un trattamento efficace. Inquesto studio tutti i pazienti in at-tesa di sottoporsi a intervento car-diaco di vari tipi sono stati contat-tati e invitati a compilare un que-stionario anonimo che comprende-va le domande del BarriersQuestionnaire e dello ScreeningTool for Addiction Risk (STAR)

Questionnaire. Tutti i questionaricompilati sono stati raccolti la se-ra o la mattina prima dell’interven-to. Dei 564 pazienti in attesa di in-tervento chirurgico, 379 pazienti(67,5%) hanno restituito i questio-nari compilati. L'età media era di60,3 anni, il 66,0% era di sesso ma-schile. I risultati del BarriersQuestionnaire hanno dimostratoche il 31% dei pazienti era forte-mente convinto che "è facile diven-tare dipendenti dai farmaci antido-lorifici," il 20% conveniva che "i bra-

vi pazienti non parlano del loro do-lore", e il 36% riteneva che "l’anti-dolorifico deve essere usato nel ca-so il dolore peggiori” (letteralmen-te: risparmiato per essere usato incaso di necessità). Si è riusciti a farpoco per ridurre o correggere i ma-lintesi relativi al trattamento del do-lore. Emerge quindi la forte neces-sità di fornire una adeguata prepa-razione e informazione sul doloreai pazienti sottoposti a interventocardiochirurgico.3

Sindrome dell'intestino irritabile e sistema immunitario Hughes PA, Moretta M, Lim A, Grasby DJ, Bird D, Brierley SM, Liebregts T, Adam B, Ashley Blackshaw L,

Holtmann G, Bampton P, Hoffmann P, Andrews JM, Zola H, Krumbiegel D.

Immune derived opioidergic inhibition of viscerosensory afferents is decreased in Irritable Bowel Syndrome patients.

Brain Behav Immun. 2014;42:191-203

170Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014

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Page 47: PNM 4 2014 - Pain Nursing · 2015. 1. 7. · ISSN 2279-7904 Giornale online di infermieristica del dolore P a i n N u r s i n g M a g a z i n e I t a l i a n O n l i n e J o u r n

Il dolore cronico ha una elevata pre-valenza nella popolazione anziana.Tra le condizioni neurologiche e psi-chiatriche è di gran lunga quella conun impatto sociale più gravoso, siain termini economici che di qualitàdella vita dei pazienti. Il dolore cro-nico è frequente tra i pazienti affet-ti da malattie neurodegenerative. Inquesti pazienti, nelle aree interessa-te da processi neurodegenerativi, so-no intensi i processi di neuroinfiam-mazione. Le cellule immunitarie ne-gli anziani sono in generale più sen-sibili agli stimoli nocivi e rispondo-no in modo più marcato e per perio-di prolungati ad essi. Le citochinepro-infiammatorie ed i fattori trofi-

ci prodotti in eccesso nelle stazionicentrali del sistema somatosensoria-le possono influenzare notevolmen-te i processi del dolore. Molte cito-chine e fattori trofici possono agiredirettamente sui neuroni somatosen-soriali di secondo e terzo ordine cau-sando uno stato di ipereccitabilitàneuronale che favorisce la sensitiz-zazione centrale. La produzione per-sistente di citochine pro-infiamma-torie può anche danneggiare l’inte-grità della sostanza bianca e l’ultra-struttura della guaina mielinica e del-le fibre neuronali, facilitando lo svi-luppo del dolore neuropatico. Il con-trollo della neuroinfiammazione nelpaziente anziano, in particolare se

affetto da malattie neurodegenera-tive è fondamentale per la gestionedel dolore cronico e neuropatico. Lamaggior parte delle terapie farma-cologiche disponibili per il dolore so-no, invece, per lo più incentrate sulcontrollo della funzionalità neurona-le. Forse per questa ragione risulta-no scarsamente efficaci, poco sicu-re e non idonee a terapie croniche.E’ pertanto necessario che nel futu-ro la scelta terapeutica sia orientataverso strumenti innovativi che ten-gano conto della complessità del do-lore cronico e dei meccanismi pato-genetici che amplificano e alteranola percezione, la trasmissione e l’e-laborazione dei segnali dolorosi.3

Il controllo della neuroinfiammazione nel paziente anziano èfondamentale per la gestione del dolore cronico e neuropaticoVarrassi G, Fusco M, Coaccioli S, Paladini A.

Chronic Pain and Neurodegenerative Processes in Elderly People. Pain Pract. 2014. doi: 10.1111/papr.12254.

Pain Nursing Magazine Italian Online Journal

Uno studio apparso su JAMAInternal Medicine ha cercato di ac-quisire una più approfondita com-prensione della portata del proble-ma all'interno delle forze armate. Lostudio è stato condotto su 2.597 sol-dati che hanno prestato servito inIraq o in Afghanistan nel 2011.Obiettivo era quello di scoprire laprevalenza del dolore cronico in que-sta popolazione e di valutare l'uso dioppiacei (sia appropriato che inap-propriato).Secondo l'autrice, Robin L. Toblin,PhD, psicologa presso il Walter ReedArmy Institute, Bethesda, il potenzia-le di abuso e uso improprio associa-to ad oppioidi è stata una delle prin-cipali considerazioni all’avvio del pro-getto di analisi. Data la combinazio-ne di danni fisici e problemi psichia-trici (ad esempio, disturbo da stresspost-traumatico) che molti di questi

soldati devono affrontare a causa del-la guerra, un corretto uso della tera-pia con oppiacei è cruciale.Dei 2.597 soldati esaminati dalladottoressa Toblin e dai suoi colleghi,il 45,4% ha riferito che soffriva perle ferite da combattimento e il 44%ha riferito dolore cronico. Di que-st'ultimo gruppo, il 48,3% ha riferi-to dolore che perdurava da almenoun anno e il 55,6% ha dichiarato diavere costantemente dolore; per il51,2% il dolore era da moderato agrave. Complessivamente, il 15,1%dei soldati intervistati ha detto diaver ricevuto una terapia a base dioppioidi; il 23,2% ha dichiarato diaver utilizzato oppioidi nel mese pri-ma di essere intervistati, a indicazio-ne che molti di loro stavano usandoquesti farmaci a lungo termine, an-che se l’utilizzo a lungo termine dioppioidi non è raccomandato in ba-

se alle attuali direttive militari statu-nitensi per la gestione del dolore. Gliautori auspicano quindi che questirisultati rendano più consapevoli ivertici militari che il trattamento deldolore va intensificato.Nello stesso numero di JAMA InternMed è apparso anche un commen-to di due ufficiali medici (il tenentecolonnello (Ret.) Wayne B. Jonas,MD, Samueli Insitute, Alexandria,Virginia ed E. Eric B. Schoomaker,MD, PhD, Lt. Gen. (ret.)dell'Uniformed Services Universityof the Health Sciences, Bethesda: "ladifesa della nazione si basa sulla for-ma fisica globale del soldato, men-te, corpo e spirito. Il dolore cronicoe l'uso di oppioidi comportano un ri-schio di compromissione funziona-le delle forze di combattimento USA”(JAMA Intern Med 2014; 174:1402-1403).3

Studio americano sul dolore cronico tra i militari al fronte Toblin RL, Quartana PJ, Riviere LA, Walper KC, Hoge CW.

Chronic pain and opioid use in US soldiers after combat deployment. JAMA Intern Med. 2014;174(8):1400-1.

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172Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014

Il 70% degli accessi in pronto soc-corso presentano dolore acuto chedeve essere curato al più presto.La Società italiana di anestesiaanalgesia, rianimazione e terapiaintensiva (SIAARTI) insieme allaSocietà italiana di medicina diemergenza-urgenza (SIMEU), e adaltre cinque Società scientifiche:Italian Resuscitation Council (IRC),Società italiana di anestesia riani-mazione emergenza e dolore (SIA-RED), Società italiana sistema 118(SIS 118), Associazione italiana perlo studio del dolore (AISD), Societàitaliana di chirurgia d’urgenza edel trauma (SICUT) hanno pubbli-cato le prime linee guida naziona-li sulla gestione del dolore in emer-genza. Le linee guida, o raccoman-dazioni, hanno lo scopo di dareuna traccia per uniformare i per-corsi terapeutici in tutte le strut-ture di emergenza sanitaria inItalia.Sul dolore dei pazienti bisogna in-tervenire presto e subito, fin daiprimi soccorsi in ambulanza e inpronto soccorso, con procedure efarmaci adatti al singolo caso e arapida azione. è questo il sensodelle prime Raccomandazioni ita-liane sulla gestione del dolore inemergenza risultato della collabo-razione intersocietaria. Il dolore èun sintomo importante nei pazien-ti dell'emergenza: il 70% degli ac-cessi in pronto soccorso sono cor-relati a problematiche di doloreacuto.Con le nuove linee guida si com-

pletano i percorsi ospedale-terri-torio senza dolore auspicati dallalegge 38 del 2010 sul dolore e sul-le cure palliative. Tutti gli opera-tori devono saper distinguere tradolore nocicettivo, neuropatico emisto e devono saper individuarei segni di allarme (bandierine ros-se) di sindromi gravi da un puntodi vista diagnostico, anche se il lo-ro numero è veramente margina-le (< 1/10000).Il paziente che arriva al prontosoccorso accusando forte doloreviene trattao con farmaci da ban-co, come il paracetamolo, nel do-lore lieve e moderato e con farma-ci oppioidi nel dolore severo, - manon mancano le tecniche non far-macologiche come il ghiaccio, tu-tori, protossido d'azoto, tecnichepsicologiche cognitivo comporta-mentali e/o tecniche locoregiona-li di infiltrazione con anestetici lo-cali o blocchi locoregionali ecogui-dati. L’utilizzo dei nuovi protocol-li contribuirà anche a ridurre le at-tuali disparità tra sesso e razza. Alivello internazionale e in Italia -ricordano gli studiosi - c’è una ri-dotta somministrazione di analge-sici nelle donne e nei pazienti nonitaliani.Da un lato le raccomandazioni for-niscono indicazioni scientificamen-te inoppugnabili, basate sulle evi-denze, e dall’altro pongono l’ac-cento sulla competenza degli ope-ratori nella gestione di farmaci an-che particolarmente potenti: la co-munità scientifica riconosce che,

con un’adeguata preparazione, tut-ti i medici specialisti dell’emergen-za debbono poter utilizzare libera-mente e consapevolmente i farma-ci più efficaci, indipendentementedalla specialità d'appartenenza.Infine, nelle Raccomandazioni in-tersocietarie sono contenuti ele-menti di grande modernità: dal ri-conoscimento della possibilità disomministrazione già al triage, daparte dell’infermiere competente,di alcuni analgesici come il para-cetamolo, alla presa d’atto dell’ef-ficacia di alcune vie alternative disomministrazione come l’endona-sale, di grande utilità nella popo-lazione pediatrica”.Le Raccomandazioni sono unostrumento di lavoro finalmentecondiviso con altre figure profes-sionali, che supporteranno gli ope-ratori della Medicina d’EmergenzaUrgenza che operano tutti i gior-ni nei Pronto Soccorso italiani.3

Dolore in emergenza: linee guida intersocietarieSiedlecki SL, Modic MB, Bernhofer E, Sorrell J, Strumble P, Kato Savoia G, Coluzzi F, Di Maria C, Ambrosio F,

Della Corte F, Oggioni R, Messina A, Costantini A, Launo C, Mattia C, Paoletti F, Lo Presti C, Bertini L, Peduto A, De Iaco

F, Schiraldi F, Bussani F, De Vito L, Giagnorio G, Marinangeli F, Coaccioli S, Aurilio C, Valenti F, Bonetti C, Piroli A, Paladini

A, Ciccozzi A, Matarazzo T, Marraro G, Paolicchi A, Martino A, De Blasio E, Cerchiari E,

Radeschi G.

Italian Intersociety Recommendations (SIAARTI, SIMEU, SIS 118, AISD, SIARED, SICUT, IRC) on Pain Management

in the Emergency Setting. Minerva Anestesiol. 2014 May 22. [Epub ahead of print]

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Page 49: PNM 4 2014 - Pain Nursing · 2015. 1. 7. · ISSN 2279-7904 Giornale online di infermieristica del dolore P a i n N u r s i n g M a g a z i n e I t a l i a n O n l i n e J o u r n

Pain Nursing Magazine - Italian Online Journal • Vol. 3 - N. 4 2014173

Un comitato internazionale diesperti ha valutato le evidenze e lelinee guida esistenti sull'appropria-to impiego della neurostimolazio-ne. La neurostimolazione può pre-sentare dei risparmi a lungo termi-ne e un miglioramento dello statofunzionale senza le complicazioniche possono derivare dalla terapia

con oppioidi a lungo termine.Indicazioni per prendere in consi-derazione la neurostimolazione in-cludono: persistenza e/o ricorren-za di dolore o insorgenza di nuovodolore dopo intervento alla colon-na vertebrale, sindrome dolorosaregionale complessa, dolore neuro-patico periferico, dolore ischemico

periferiche cronico e angina pec-toris refrattaria. Criteri fondamen-tali per il successo dell’interventosono la selezione appropriata delpaziente, il corretto utilizzo di strut-ture sterili, attento follow-up daparte del team di assistenza sanita-ria e la formazione dello speciali-sta.3

Special report sulle linee guida per la neurostimolazioneJason E Pope, Stanley Golovac, Simon Thomson, Timothy R Deer.

Special Report - First Comprehensive Guidelines Published for Neurostimulation Therapy. US Neurology, 2014;10(2):122-4

Dolore nei bambini

Iniziativa del ideata dal gruppo P.I.P.E.R. (Pain In Pediatric Emengecy Room) costituito da 19 Pronto SoccorsoPediatrici italiani, con il patrocinio del Ministero Della Salute. Nel video “Dolore? No Grazie!” (disponibile suYouTube. http://goo.gl/VW0O1g) si offrono delle spiegazioni semplici e chiare per sensibilizzare genitori, medici,e infermieri a valutare e trattare il dolore nei bambini. L’obiettivo di queste raccomandazioni è ridurre il tempo diattesa per il trattamento del dolore in Pronto Soccorso: secondo PIPER passano in media 50 minuti prima che ipiccoli pazienti siano valutati dal medico di Pronto Soccorso.

Un'altra interessante iniziativa è quella dell'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù con il sito le «Storie favolose»,scritte dai piccoli pazienti del Bambin Gesù e recitate da attori www.storiefavolose.itUna raccolta di racconti dove i bambini sono autori e gli attori esecutori che interpretano il loro mondo immagi-nario. Un progetto nato per valorizzare le invenzioni infantili e dimostrare come, in un posto come l’ospedale, nonabiti solo sofferenza, ma anche speranza e invenzione.3

Il dolore spiegato a bambini e adolescenti in 10 minuti di video con cartoni Un'iniziativa del centro per la cura del dolore pediatrico dell'Ospedale di Datteln Witten/Herdecke University,Germania: un video dedicato ai bambini e agli adolescenti che soffrono di dolore cronico.Il video è disponibile in 22 lingue, tra cui anche l'italiano. Si può anche scaricare un libretto di 40 pagine che spie-ga come è nata l'idea, come è stata realizzata e presenta degli approfondimenti.3

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http://goo.gl/2YyQpP

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www.painnursing.it

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