Date post: | 10-Mar-2016 |
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Poesiedi
Maccaferri Carmine
CON INUSITATA UMILTA' E RARA DOVIZIA DI RISULTATI MI OFFRO AL VAGLIO DELLA CRITICA CON QUESTA MIA RACCOLTA DI VERSI CHE E' TUTTAVIA GIA' AMPIAMENTE SIGNIFICATIVA AI FINI DI UNA COMPIUTA VALUTAZIONE DELLA MIA PERSONALITA'.
IL PROBLEMA FONDAMENTALE DELLA MIA POETICA E' COCTITUITA DALLA RICERCA D'UNA I S P I R A Z I O N E P O E T I C A U N I V E R S A L E E D ARMONIZZANTE INSITO NELLA NATURA, CHE L ' U O M O H A I L D O V E R E D I S C O P R I R E QUOTIDIANAMENTE, IN UN CONTINUO E COSTANTE ADERIRE ALLE SINGOLE MANIFESTAZIONI CONTIGENTI DAL CONSUMARSI DEL TEMPO.
LA VASTITA' DEGLI INTERESSI NELLA QUALE P R O D U C O , R E N D E L A M I A F I G U R A PARTICOLARMENTE COMPLESSA DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO, MA DECISAMENTE LIMPIDA NELL'ONESTA' E NELL'EQUILIBRIO DEGLI IDEALI. IO NON POSSO ESSERE, NE LO VORREI, ESSERE INQUADRATO IN UNA PRECISA CORRENTE OD IN UNA SCHEMATIZZAZIONE POETICA FORTEMENTE CARATTERIZZATA: SONO PIUTTOSTO UN ESTROSO VAGABONDO DELLA POESIA, AL QUALE SOTTRAGGO CON DELIZIOSO E SAPIENTE GUSTO I TESORI PIU' PROFUMATI E LI TRASFORMO IN IMMAGINI DI INUSITATA DELICATEZZA.
LA MIA SFERA POETICA SI ARTICOLA, IN SINTESI, ATTRAVERSO UNA GAMMA INFINITA DI VALORI SPIRITUALI ED ESTETICI, IN SENSO AI QUALI SI RINVIENE UNA CALDA, VIVA, PALPITANTE UMANITA'.
MACCAFERRI CARMINE
“L’AMORE”
E’ bello amare ed essere amato da una persona.
Amare è come vivere
una vita propria, ossia lasciare la realtà per una vita fantasiosa, ove tutto è più bello.
Senza amore, una persona
è come dire perduta, perché,
sentire tenerezza e affetto per un qualcuno è molto bello,
la più bella cosa del nostro mondo.
“SI RITORNA A SCUOLA”
Ormai siamo alla fine di settembre E con la fine di questo mese
Si ritorna a scuola!
Le vacanze sembran volate, ogn’uno ricorda i bei giorni
trascorsi chi al mare (con le sue spiagge affollate)
chi in montagna e chi in campagna.
Tutto è finito,
si ritorna a scuola!
Bisogna incominciar a preparare libri, quaderni, penne e
tutt’altro che serve a scuola perché si ritorna a scuola!
I nove mesi di scuola non sono poi tanti,
perché come son volati i tre mesi di vacanza,
così voleranno i nove mesi di scuola.
Addio vacanze,
si ritorna a scuola!
“SONO TRIESTE”
Sono triste perché non posso stare insieme
al mio amore.
Senza di Lei il mio mondo è vuoto, anche il mio cuore, il quale
soffre per Lei.
Sono triste!
Sono solo nella mia stanza triste, pensando a Lei, il mio amore.
Sono triste!
Ogni volta che la solitudine
mi avvolge penso a te, col bel viso roseo.
Sono triste,
tutto il mondo è triste e solo tu potrai ridarmi la mia perduta felicità!
“LA PRIMAVERA”
La primavera è la più bella stagione,
tutto rinasce, anche il nostro cuore.
La primavera ci fa
sentire felice di questo mondo in cui viviamo.
E’ primavera!
Sui monti alti si scioglie il gel,
si vestono gli alberi, dai prati viene un odor soave,
un odor di primavera!
Sul vecchio muro dell’orto si vede la nuvola rosa d’un pesco fiorito.
La chiocciola scivola piano
tra i ciuffi dell’erba, lasciando una scia d’argento.
Una lucertola palpita appena nell’aria serena di primavera.
“NATALE”
Si ode un suono di campane, un suono
a festa, è Natale!
Per le strade della
città si odono i suoni delle cornamuse,
sono suoni misteriosi che riempiono tutte le strade
a festa illuminate.
E’ Natale!
Tutti vanno in chiesa per la Messa di mezzanotte;
tutti son felici perché deve nascere il nostro Redentore.
“ANNO NUOVO”
Ad ogni anno che vien si domanda se sarà buono, se sarà un anno di pace, d’amore e di perdono, perché così desidera il nostro SIGNORE.
Oppure sarà un anno
ancor pien di disgrazie, pene, ansie e dolori.
Tutti chiedono al Signore
di farlo essere propizio e bello quest’anno novello.
“ARRIVA LA BEFANA”
Tutti i bimbi son felici il sei di gennaio perché arriva la Befana.
Viene viene la Befana,
vien dai monti a notte fonda.
La Befana porta tutto, dal trenino all’orsacchiotto.
Viene viene la Befana
sia col gelo e la tramontana.
“DALL’ALBA ALLA NOTTE”
Incomincia ad apparire il chiaror dell’aurora.
Sorge il sole e illumina i tetti
e gli uccelli incominciano a cinguettare.
Il mondo si risveglia e
l’uomo si appresta a fare un nuovo giorno di lavoro.
E’ mezzogiorno e tutti
ritornano a casa a mangiare.
Il sole incomincia a tramontare, le ombre si fanno lunghe e
gli augelli cercano i loro nidi.
Il cielo ormai si fa scuro e s’accendono le luci delle strade.
E’ tutto buio, tutto tace,
si vedono soltanto le stelle brillare nel cielo scuro.
“PIOVE”
Si ode il tic tic della pioggia che cade.
Le gocce posandosi sui vetri
sembran tante perline.
La pioggia è buona: disseta il prato, il campo, l’orto e
il giardino. Piove!
La pioggia picchiando sull’asfalto, sui vetri, sui tetti e sulle foglie
sembra tutt’una musica soave.
“IL VENTO”
Il vento è arrivato all’improvviso,
si ode sbattere le imposte, ululare il vento.
C’è dappertutto un rumore
che mette spavento.
Soffia il vento!
Finito il vento, resta soltanto il vetro rotto di una soffitta.
“UNA NOTTE STELLATA”
Sono alla finestra e vedo il ciel tutto stellato,
le stelle sembran tanti piccoli diamanti che circondano uno un po’ più grande,
la luna!
“IL CORAGGIO”
Sembrava tutto fatto o quasi ormai ma averti conosciuta ancor non basta,
una sola speranza mi è rimasta, chissà se riuscirò a parlarti mai.
Sognarti è bello lo faccio a tutte le ore,
parlo di te di tutto allegramente,
ma quando ti incontro realmente mi accorgo
che mi batte forte il cuore e cado in un silenzio che fa male.
Restare insieme a te è ciò che penso
ma subito mi chiedo a cosa vale pensare un mondo tanto bello
e immenso se mi manca il coraggio di parlare. Essere vicino a te e solo per guardarti
perché dirti non so quanto ti ami eppure tu, soltanto sei che bramo
e per niente al mondo io potrei cambiarti se mi fosse concesso
un po’ di amarti sarei il più felice tra la gente e forse molto più serenamente
sempre vicino a me potrei tenerti.
“DIMENTICARE”
Vorrei scordare di averti conosciuta,
vorrei dimenticare di averti amata,
ma non posso, sei colei che mi dà vita.
“MORIRE”
Morire, trovarsi all’improvviso di fronte all’Eterno che con voce……
soave, tonante, misteriosa:
vieni….. chi sei? Che vuoi? Vai via.
Non sapere che dire;
che pensare; dove andare.
Vedere Colui che si è amato troppo tardi
o troppo presto si è dimenticato.
Morire, sentirsi dire:
vieni, chi sei? Vai maledetto.
“A MORTE”
Nu crisantemo giallo, nu cipresso storto;
Nuvembre: è ‘o tempo d’e muorte, cielo stellato notte senza luna:
e nu ‘nguarda ‘a nisciuno.
Vene pe’ me forse pe’ te, vene pa’ l’uommeni capaci,
vene a purtà, forse nu poco poco ‘e pace.
“SENTO”
Sento il rumore del mare, il fruscio del vento,
il cinguettio degli uccelli.
Sento l’arrivo di un treno, il fischio del capostazione,
il vocio delle persone.
Sento il palpito del tuo cuore, richiamo del tuo amore,
forte, così forte che …… mi fa diventare sordo, e non odo più nulla.
“RISVEGLIO”
Ecco la natura si risveglia dal letargo invernale,
son rimasti solo i sogni, ogni fiore è sbocciato, ogni cuore è rinato.
Ed appena apre gli occhi vede tutto un luccichio di rugiada sui bei fiori
e le piante che eran spoglie hanno ora mille foglie.
Gli animali risvegliati
da quel caldo che ha sfiorato tutti i fiori sopra i prati, saltan ora sopra i monti,
sopra i colli e gli orizzonti.
E’ un rinascere lento, lento; sveglio è tutto il firmamento.
“MORTE”
Fra danze di neri fantasmi, rami contorti, filtrati da raggi di luna,
sul crespo dell’onde argentate….. ………………… la morte …………….
La sento vicino ……………
Silenzio assoluto, pianto
di foglie.
Taccio e piango sogni sfumati nell’ombra:
solo tenebre in cui mi sperdo eternamente.
Un bagliore istantaneo ……….
che rende più buia la notte.
Un pianto distinto ……. e …… ………………….. silenzio ……….
“IN MORTE DELL’AMICO”
Dove un giorno sorse il sole, nella mia piccola città, vivranno le mie parole
e un cuor che non morrà.
Un vero amico vi lasciai, un fratello per me era stato,
le gote calde e lacrimose voltai verso colui che avevo amato.
La mano levai tremante,
-Amico addio – diss’io piangente e, nella sera calante,
io vidi la mia gioia morente.
Guardo il cielo stellato, lo vedo come se fosse qui ma il mio sguardo è velato come il cuore che partì.
“UN SOGNO”
Una notte stellata ti fece venire a casa mia,
dove restasti fino a che le luci della notte non si spensero
per dare posto al sole.
Mi accorsi che la gioia lasciata è migliore di quella trovata
e in seguito risi per notte stellata
e poi piansi per la vita ingrata.
Una notte durò e poi tutto passò nulla di diverso da ieri a oggi
nulla di simile a quello che desidera
il cuore mio quando è in piena.
“PERCHE’”
Un mondo un filo d’amore
che plasmi ogni cuore.
Poi …………… s’alza veloce,
nel cupo silenzio un grido di guerra
siamo soli a guardare, due occhi
lacrimanti nel buio.
“LA MAMMA”
Al mondo, esiste una “cosa”, non una cosa come tutte
le altre ma più bella, questa è la mamma.
“OSSERVAZIONE”
Ciottoli di vetro che brillano sul selciato.
Ciottoli di vetro che nulla hanno,
ma splendono al sole di una luce abbagliante.
Molte persone sono così: nascondono sotto false eppur belle apparenze
cuori aridi, che non conoscono la gioia di un sorriso.
Infelici persone, ciottoli di vetro.
“IL CASTELLO”
Soffiano i venti, smuovono le onde
che frangono gli scogli di questa terra
bruciata dal sole, s’erge il castello sul mare, baciato
eternamente dai quattro venti frementi
che rapiscono come ricordi invisibili granelli
di lava, che lo saldano su questo mare,
sempre lambito dal sole e dai corteggianti venti.
“OTTOBRE”
Ottobre, ti fo tanto di cappello, sei un fenomeno,
ne’ brutto, ne’ bello!
Non sono tutte gialle le foglie che cominciano a cadere,
e le nuvole che coprono il cielo, non sono tutte nere.
Sì, sei bello,
ma quel venticello, che tu porti con te,
ha, con sé, un profumo d’autunno,
di scuola e …… d’alunno.
“LA NOTTE”
E’ notte e sono alla finestra, è stato un giorni di festa, le luci si spengono piano
come le automobili che vanno ed io penso come
luci che non ci saranno così gli occhi dei miei fratelli so chiuderanno.
“TU ………….”
Sei come il vento sei come il mare
vai e vieni lontano e vicino mi pare di averti
e poi non ti ho più, ma tu ritorni
come il gabbiano che ogni sera
torna sull’albero di nave e allora ti ho ti stringo ti guardo
e nei tuoi occhi colmi d’amore io vedo il vento io vedo il mare.
“IL MARE”
Nel mare tutto è una meraviglia, tu trovi sulla spiaggia
una conchiglia, ci puoi trovare
anche un pesciolino, ma morto, poverino!
Se vai nell’acqua forse troverai un granchio grande grande, e tu scapperai gridando:
“Mamma!”
Ma poi tornerai contento a giocare nell’onda felicemente.
“VELE”
All’orizzonte, là dove il cielo ed il mare sono una sola meraviglia, multicolori volano leggere.
Alte, slanciate, dolci,
scuotono la superficie increspata dell’enorme distesa azzurra.
Il vento le spinge, le accarezza,
ed esse si muovono come se una mano invisibile
le spingesse.
“VENDEMMIA”
Nel tino ancora odoroso del mosto dell’anno passato si riversa con gioie felici il buon vino venturo.
All’ombra della vite, inerme cantan le cicale a lieto fine, sale al cielo un canto benigno
mandato dal cuor di un sereno bambino.
“IL GATTINO”
Il gattino tutti i dì và sul tetto per dormire.
La sua micia bella adorata, l’ha lasciato solo soletto lì.
E lui bel gattino piange, piange, oh! che poverino: si dispera vuol dormire.
Ecco, che la micetta, di un ble dì torna,
lì sul tettin, ed il bel gattin nel vederla lì è contento:
da impazzir, la micetta lo saluta con una smorfietta,
ed il gatto fa: “Miauuuu! Son contento che sei qui.”
“LA BAMBOLA”
Silenziosa, nel lettino,
una bimba dorme, e tra le braccia
ha la sua cara bambola.
Anche se piccola, ad essa, non importa, perché pensa alle tante bambine,
come lei, che non hanno la
loro bambola.
Ella quando gioca immagina di
essere, una piccola mamma.
Ella,
l’ama tanto anche se è soltanto
una bambola.
“SPRAZZI NEL CIELO AZZURRO”
Sprazzi di cielo azzurro, fra le cupe nubi nere.
Sprazzi di cielo azzurro
che ci fanno vedere come il sereno ritornerà.
E fra i tetti grigi si vedono a tratti
guizzi di luce, raggi di sole che vengono e vanno.
La tempesta è passata non c’è più da temere or che il sole ritorna
fuor dalle nubi.
“ADDIO VACANZE”
Addio vacanze inizia la scuola!
Torniamo a studiare,
a imparare!
Addio spiagge assolate, verdeggianti montagne,
belle campagne!
Addio vacanze inizia la scuola!
Prepariamo i libri, quaderni, cartella, ma ancora pensiamo a quei giorni felici.
Addio vacanze inizia la scuola!
Nove mesi di studio, anch’essi pur belli.
Addio vacanze inizia la scuola!
“SOLITUDINE”
La casa mi parve vuota, spoglia, nuda,
di quelle voci vive, colte che ora come d’incanto lasciano dietro di sé
il silenzio più profondo. Non più il canto sereno
dei bambini. Non più la voce serena di mamma, non più la voce allegra di papà,
ora tutto tace e tutto è immerso
nella grande solitudine. Ma il silenzio è rotto,
il vento penetra e la porta sbatte accompagnata dal lento ritmo delle fronde agitate,
un rumore di passi, la porta sbatte e si richiude,
quasi automaticamente una voce, altre voci, altre ancora
e il vuoto lasciato, un vuoto che sembrava non si dovesse riempire.
Poi lentamente si odono risa liete e felici di uomini, donne e bambini.
“IL CANE”
Ringo, mio buon amico,
ogni giorno aspetti il mio ritorno;
la mattina riconosci la mia voce,
al ritorno mi chiami a te
in segno d’amore, vuoi che io ti
sleghi per poterti far festeggiare il mio ritorno.
Però un giorno
anche tu mi lascerai.
“IL MIO AMORE PER MICHELA”
Amo una ragazza non so da quanti anni, l’amo da quand’era
una ragazzina; il mio però è vero amore.
Senza di lei non saprei
vivere, perché per me le è tutto.
Ha conquistato il mio cuore, e il mio cuore
sarà sempre suo fino alla morte.
L’amo!
“MICHELA”
Michela ti amo e ti amerò per sempre.
Io con te vorrei starci sempre,
per tutta la vita perché tu per me sei tutto,
ed io senza te non saprei come vivere.
Ti amo, Michela!
Vorrei tenerti sempre tra le mie braccia,
e unire la mia bocca alla tua.
Ho sempre la tua immagine impressa nei miei occhi, non dimenticherò mai il tuo bel viso roseo,
la tua splendida bocca, i tuoi bei capelli biondi,
le tue gambe, il tuo seno,
tutto ricordo di te.
“SOGNARE”
Sognare è come vivere e ritornare dopo tanto tempo e accorgersi di ritrovare nell’aria, nelle vie, nei palazzi
di una città un pizzico di tutta la felicità perduta.
“INSIEME”
Stretti per mano correvamo sulla
collina, guardandoci negli occhi e capire
la difficoltà del nostro amore; tu guardandomi mi attiri a te
per un momento di follia.
“IL NOSTRO AMORE”
Ripercorrere la stessa strada, ricordare insieme una terribile avventura, accorgersi che tante cose sono cambiate
ma che ancora vive il nostro
amore.
“REALTA’”
Mentre mi stringevi a te per parlarmi
d’amore, la voce della tua
anima ti richiamava a quella sconcertante pericolosa realtà.
“TI AMO”
Dopo la tempesta viene la quiete e la quiete è
dolce vivere quando basta guardarsi
negli occhi per dirsi “ti amo!”
“LACRIME PER TE”
Passano giorni brutti, cento contro uno, l’unica persona
a difendere un immenso e infinito amore.
A volte pensandoci piangeva,
e ogni tanto piangendo guardava le foto del
suo amore dicendo …..: “Sono lacrime
per te”.
“MORIRE”
Morire fra le tue braccia è bello ……..
Morire sentendosi dire
ti amo è bello ………..
Morire per la patria è un dovere.
“O’ SOL”
Sol che risplendo tutti i raggi miei, per te soltanto
serbar vorrei…..
“LA MIA VECCHIA CASA”
Torno alla mia vecchia casa dove ho trascorso
i primi anni della mia vita; c’è ancora
la vecchia casetta dove giocavamo quando eravamo
bambini; c’è ancora la vecchia barchetta di legno fatta da te, e che
poi mi regalasti. E pensare che nel nostro cuore c’erano
giocattoli, e adesso c’è l’amore.
“UN DONO DELLA NATURA”
Il sole mi ha donato i suoi raggi per i miei capelli ……….
Il fuoco il suo calore.
La rosa la delicatezza, la Madonna il suo viso.
Il Signore mi ha donato
a te, frutto della mia vita.
E tu mi doni il tuo amore.
“FELICITA’?”
La felicità è molto bella …….
Felicità di avere una data
cosa ………
Felicità di avere un bel voto ……..
Felicità di essere libero.
Ma chi tutto questo ha e niente amore,
è come se non avesse vita.
“ADDIO!”
Le valigie sono pronte, addio ..……… mamma,
addio ……….….. a tutti; chissà se tornerò,
muoio per la mia patria e son felice di morire.
Addio, addio a tutti, addio al mio paese
e al mio unico amore che sempre penserò.
“AMARE”
Amo il mio paese, amo il cuore di mia madre,
amo la mia patria come la mia casa.
Amo te più di tutte le
altre cose.
“TRISTEZZA”
Sono triste da più di un giorno, non vedo il mio amore da tanto tempo, non sento più la sua voce che mi chiama Amore ………., non sento più la mia
mano nella sua, non ho nessuno al mondo che amo più di lei e forse anche questo amore finirà.
“IL MIO PRIMO BACIO”
Ho dato a te il mio primo bacio
pieno d’amore e di poesia, era una sera buia in
compagnia di tanti bambini, sembravano angeli vicino
a Gesù.
“TRE LUMI ACCESI”
Tre lumi sono accesi in una stanza oscura: uno è per guardare nel profondo dei tuoi occhi; un altro è per guardare
la tua bocca; un altro ancora è
per guardare profondamente il tuo volto.
All’improvviso tutto rimane
buio come la notte, ma rimane davanti a me ancora la tua immagine che nella mia mente mai si
spegnerà.
“QUELLO CHE IO AMO”
Amo la notte silenziosa che brilla di mille stelle d’oro
e la luna misteriosa che guarda il mondo che dorme.
Amo la corolla profumata
della rosa umida di rugiada.
Amo la brezza profumata che viene dai boschi in fiore.
Amo anche la malinconia
della sera, dal soffio armonioso quando la fresca melodia
dell’usignolo scende dal cielo.
Amo la mia mamma, il suo sorriso consolante,
i suoi dolci baci e la preghiera che mi faceva dire
da bambino.
Ma tre queste cose che amo ci sei tu che io amo di più.
“SERENATE DI GRILLI”
Serenate di grilli prolungate sonnolenti
uguali parlate a me soltanto
stanotte: siate i soli compagni
in questo eremo ancora più sperduto
nel buio.
“LA STRADA”
Picconi e pale danzano
sulle pietre smosse: sono dei lieti studenti che fanno la strada,
il popolo guarda attonito:
le pagine dei Fioretti rivivono ancora.
“VIOLENZA”
Esiste per l’ampia terra il ghigno beffardo della violenza
che fredda nella morte i buoni
assume vari nomi vari aspetti varie figure peggiore
è quella
che indossa veste religiosa
mascherata di sorriso.
“AL CIMITERO”
Quanta pena questi salici
anche senza foglie! Ho parlato
ancora una volta con te:
non mi stanco di chiederti ancora
dove sei? Non senti la mamma
che affannosa ripete il tuo nome?
“FIDUCIA”
Rassegnati povero cuore in tormento:
quello che conta è il sentirsi
buoni quando tramonta
il sole.
“COMPRENSIONE”
Non chiedermi perché sia triste tanto:
arrossirei ……. ma se tu sapessi
ogni cosa mi daresti una mano.
“TENTAZIONE”
L’ombra che mi segue sei tu:
ti sento ovunque io respiri
ti vedo ovunque io guardi: lasciami ti prego
io sono dell’umanità se mi rendessi
tutto tuo saresti come
un ladro prendendo
ciò che appartiene a tutti.
“NON TUTTO E’ PERDUTO”
Sono felice come un bambino a cui è tornato
il pallone smarrito: ho visto nei tuoi occhi
un segno di riconoscenza: non è inutile la mia vita
se riesco a farti del bene.
“AMORE”
Nei tuoi occhi teneri come la bocca
io mi tuffo per annegare in un immensità di gioia; per ricordare, gridare
urlare con forza, impeto, ardore,
una sola parola …… ……………... Amore.
“MAMMA”
Mamma è la prima parola che abbiamo pronunciato.
Tu ci hai sorriso
appena ci hai visto.
Ci hai guidato nei primi passi. Ci hai nutrito e vestiti con amore.
I tuoi baci ci hanno sempre rassenerato.
I tuoi occhi hanno il colore dell’amore.
Tu ci ami sempre,
anche quando facciamo i capricci.
Tu sei la più bella.
Quella stella grande grande ha il tuo sorriso.
Il tuo cuore canta quando ci abbracci.
Peccato che questa paginetta sia così corta.
Ti vogliamo bene.
“TAL; E SI FOSSE PER ME DESIDEREREI”
Primavera che arrivi pian pianino tu rechi calor al cuor
d’ogni bambino; il tuo tiepido calor riscalda
le tenere mani d’un angioletto d’or.
In mezzo a un prato verde cresce una rosa coi petali tiepidi
e ancor pieni di rugiada, ed io guardo
e tenerezza invade il mio cuor. Bambin che sorride alla prima carezza
d’amor tal la tenera rosa
al primo calor del sole. Sembran farfalle che volan lontano
quando i bambini corrono per i prati e poi, lenti, van tra le braccia d’una
mamma, che stringe al proprio cuor quell’angioletto e dice:
“tesoro mio”. Tal; e si fosse per me desidererei ma non vedo alcun braccio disteso che accolga un cuor sperduto in un
bosco oscuro e che cerca già il sentir
che porti all’ascesa. E se per caso,
stretto sentier, spinoso, ritrovar potesse, molti ponti e valli li interrompono
e fan girare le spalle a ricercar altro cammin,
fin quando, un fosso attende che il piede
inciampi e cada orribilmente.
The End
Maccaferri Carmine