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Pop Art a Torino!?

Date post: 05-Aug-2015
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Pop Art a Torino!? a cura di Francesco Poli A partire da sabato 8 dicembre 2012, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) ospiterà una mostra incentrata su cinque figure centrali nell’evoluzione artistica della città di Torino e dell’intero panorama italiano della seconda metà del secolo scorso. In un periodo, quale furono gli anni Sessanta, segnato da grandi cambiamenti nel costume e nella società, e da frenetiche sperimentazioni in ambito artistico, il capoluogo piemontese si pose in una posizione di avanguardia, accogliendo a braccia aperte le novità che giungevano d’oltreoceano. Alighiero Boetti, Piero Gilardi, Aldo Mondino, Ugo Nespolo e Michelangelo Pistoletto furono tra i più importanti interpreti di quest’urgenza di novità linguistica e formale. Troppo frettolosamente racchiusi dalla critica entro i confini dell’Arte Povera – a cui tutti, con più o meno intensità, parteciparono –, questi cinque artisti si sono espressi attraverso modalità che spesso avevano poco a che spartire con il movimento nato alla fine degli anni Sessanta. L’intento di questa mostra – realizzata in collaborazione con le associazioni De Arte e Oesum Led Icima – che mette in scena una teoria del suo curatore, il noto critico e storico dell’arte Francesco Poli, è quello di evidenziare quanto questi artisti, nel loro operare, fossero sovente più affini al mondo della Pop Art, che non a quello del poverismo. «Le immagini variopinte delle varie lettere incasellate degli Arazzi di Boetti – scrive Poli – riconducono all’artista anche persone che ignorano qualsiasi altra opera della sua vastissima ed eclettica produzione.
Il Gilardi dei Tappeti natura è certamente un artista Pop. Egli è fedelissimo all’aura e canonico precetto del Pop italiano consistente nel riportare le cose tali e quali, con puntuale ricalco, contando sull’inevitabile effetto di estraniamento consistente nel ricostruirle con materiali artificiali e con colori violenti. Mondino è uno degli artisti italiani più eclettici, il cui percorso artistico si muove dalla Pop Art al linguaggio poverista degli esordi, alle molteplici sperimentazioni di tecniche e materiali. Nespolo – prosegue il curatore – ha una radice Pop che ha mantenuto immune da aridità concettuali. Per Pistoletto, infine, l’arte crea immagine, anche se non vuole essere rappresentativa. I mezzi d’informazione e di diffusione producono inesorabilmente la trasformazione dell’opera in immagine, qualsiasi essa sia». Giovedì 6 dicembre 2012, alle ore 10.30, la suggestiva Sala delle Colonne di Palazzo Sanseverino-Falcone, sede del MACA, ospiterà un incontro tra Fracensco Poli e gli istituti, i licei artistici e le Accademie di Belle Arti della Calabria, con l’intento di gettare un nuovo sguardo su cinque artisti che hanno avuto un ruolo rivoluzionario nel panorama artistico torinese e nazionale, per insegnare ai giovani che non sempre ciò che è codificato nel libri di storia dell’arte è l’unica verità possibile. La mostra rientra nell’ambito del programma MacArtCalabriaProject, che fa parte della rete di eventi finanzianti dalla Regione Calabria nell’ambito dell’attuazione del
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19 Pop Art a Torino !? B I I D R I D N S E N P T E L O G N P I T E I O O S O T L M L T T A O O O POP ART A TORINO !? POP ART A TORINO !? POP ART A TORINO !? POP ART A TORINO !? POP ART A TORINO !? di FRANCESCO POLI
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ART

A TORINO!?di

FRANCESCO POLI

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19Collana “Quaderni del Museo”

MACA

Museo Arte Contemporanea Acri

Regione Calabria

Cultura

Città di Acri

@macaacri

Page 3: Pop Art a Torino!?

Pop Art a Torino !?

MACA Museo Arte Contemporanea Acri

Silvio Vigliaturo, direttore artistico

Boris Brollo, curatore esterno

Curatore della mostra

Francesco Poli

Organizzazione e coordinamento

Oesum Led Icima

DeArte progetti e servizi per l’arte

Coordinamento generale

Barbara Gamba

Allestimento mostra a cura di

Massimo Garofalo e Valerio Vigliaturo

in collaborazione con:

Giuseppe Tunnera e Gianfranco DeLuca

Crediti fotografici

Luca Bottello

Rapporti con gli organi di informazione

Federico Bria, Ufficio Stampa BCC Mediocrati

Francesco Kostner, portavoce del Rettore Università della

Calabria

Andrea Rodi, responsabile Ufficio Stampa MACA

Collaboratori

Antonella Algieri

Ermanno Benna

Claudio Bottello

Pierangelo Cauda

Franco Gaccione

Andrea Rodi

Antonio Tancredi

Claudio Zucca

Giulia Zucca

Zucca Grafica - Pessione, Torino

Per la disponibilità delle Opere e gentile collaborazione, si ringraziano gli Artisti ed i loro rappresentanti: Alighiero Boetti, Piero Gilardi, Aldo Mondino, Ugo Nespolo,Michelangelo Pistoletto; le Collezioni Private e Gallerie d’Artedi Torino e Finale Ligure.

di Francesco Poli

Oesum led icima - edizione 2012

Evento inserito nel “Piano Regionale per L’Arte Contemporanea in Calabria”. Linea di intervento 5.2.2.4 del PO FESR 2007/2013 - Azioni per lo sviluppo dell’Arte Contemporanea in Calabria

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MACA

Museo Arte Contemporanea Acri

Palazzo Sanseverino Falcone, Acri (CS)

8 dicembre 2012 - 10 febbraio 2013

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In questi primi sei anni di attività, il MACA ha portato avanti una personalissima linea di lavoro incentrata sullariscoperta e la celebrazione di artisti del Novecento che, per un motivo o per l’altro, non vengono comunementericordati nella schiera dei nomi più popolari, anche se la qualità dei loro lavori e le intenzioni teoriche da cuinascevano non avevano nulla da invidiare a chi di fama ne aveva guadagnata fin troppa. Questa ricerca costantetra le righe della storia dell’arte ha portato ad Acri delle mostre uniche, delle primizie che hanno spesso aiutato afar rifiorire l’interesse della critica e degli addetti ai lavori verso i vari soggetti di volta in volta in esposizione.Questa volta però, ci troviamo di fronte a una situazione diversa, almeno in apparenza. Alighiero Boetti è statodi recente protagonista di un’importante retrospettiva alla Tate Modern di Londra ed è riconosciuto a livellointernazionale tra gli artisti più influenti del secolo scorso. Non più tardi un anno fa, Piero Gilardi esponeva i suoilavori al Castello di Rivoli e al Van Abbemuseum di Eindhoven, in Olanda. Aldo Mondino è reduce da due ampiemostre a Pietrasanta e al MACA stesso. Ugo Nespolo ha da poco esposto i suoi lavori poversiti alla GAM di Torino edè stato nominato Direttore del Museo del Cinema della stessa città. Michelangelo Pistoletto, infine, è il protagonista diun numero svariato di mostre, da Venezia a Firenze. Non siamo certamente di fronte a degli sconosciuti o a deinomi riconoscibili da pochi eletti. Questi cinque artisti hanno fatto la storia dell’arte italiana della seconda metàdel Novecento, ma, come spesso accade con la storia dell’arte, la critica li riconduce unilateralmente a un unicomovimento, quello dell’Arte Povera, sorvolando su di una vasta e importante parte della loro produzione. Anche in questo caso, quindi, ci troviamo di fronte a una mostra di “riscoperta”, attraverso la quale l’eminente criticoe storico dell’arte Francesco Poli, curatore della rassegna, intende gettare uno sguardo inedito su cinque artistifrettolosamente codificati come poversiti, ma che, in realtà, sono estremamente affini alla corrente della Pop Art.I nomi sono noti a tutti, ma questa mostra svela al pubblico una loro attitudine marcata, ma spesso dimenticata,a ricordarci il valore infinito della ricerca che, a volte, deve avere il coraggio andare a scontrarsi con le veritàcodificate dei libri di storia.I nostri ringraziamenti vanno al curatore della mostra, Francesco Poli, all’associazione De Arte, che ha collaboratoalla sua realizzazione, e allo staff del MACA.

Luigi MaioranoVice Sindaco facente funzioni

Anna VigliaturoAssessore alla cultura della città di Acri

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POP ART E DINTORNI A TORINO

Una Pop Art (Arte Popolare) italiana effettiva non esiste come corrente o movimento artistico nazionale, mentrequella americana, che vincerà nel 1964 la Biennale di Venezia con Robert Rauschenberg, era strutturata sia cometeoria che come mercato, grazie anche al gallerista Leo Castelli. Vi sarà invece una risposta europea organizzatanel Nouveau Realisme diretto e coordinato da Pierre Restany a cui farà testo, fra gli italiani, il bravo Mimmo Rotella.Per il resto della penisola, come ben dice Francesco Poli, vi è un fiorire di personalità artistiche che operanoinfluenzate da queste due grandi direttrici internazionali. A Roma: Ceroli, Tano Festa, Angeli, Schifano, Gnoli.A Bologna: Concetto Pozzati. A Napoli: Lucio Del Pezzo. Così, a memoria! Torino fa caso a sé per la qualitàdell’ambiente in cui operano questi cinque artisti qui invitati. Torino negli anni Sessanta “ quando l’arte non eraancora povera”(*) ha un humus artistico di levatura: vi operano architetti di rilievo come Carlo Mollino e PaoloSoleri che a Vietri lascerà (unico progetto italiano) la fabbrica di ceramiche Solimene ed emigrerà negli Stati Uniti;galleristi come la Cristian Stein, Luciano Pistoi e Gian Enzo Sperone. Assieme ai qui presenti: Gilardi, Pistoletto,Mondino, Nespolo e Boetti, vi si trovano ad operare in quegli anni Sessanta, sempre a Torino, i Mario Merz, CarolRama, Pinot Gallizio (il re degli zingari). Vi si agitano, in quel di Alba fra le colline, i fantasmi della quarta internaziona-le della Bauhaus Immaginista (MIBI), appunto con il Pinot Gallizio, Asger Jorn il vichingo, Constant Nieuwenhuys,l’olandese Karel Appel ed Enrico Baj, altro autore pop surrealista. Luigi Carluccio, critico, che arriverà anni più tardialla guida della Biennale di Venezia, è lì che vigila. Da questo quadro emerge una Torino centrale per l’arte italiana,e non solo, oggi sappiamo che, come molte correnti di pensiero, l’Arte non si può confinare dentro un destinopreciso fatto di categorie, in quanto essa si dirama in propaggini che si spostano da un riferimento all’altro, percui troveremo gli stessi autori in seguito a formare un altro raggruppamento artistico, molto torinese per adepti,ma con a testa un giovane critico genovese, Germano Celant , che ipotecherà l’arte degli anni Settanta lanciandoun grande movimento come quello dell’Arte Povera dove, sempre a Torino, nel Dicembre del 1968, si terrà laseconda mostra di lancio nazionale. E questa, come si suol dire, è tutta un’altra storia.

Boris BrolloCuratore esterno del MACA

(*): Quando l’arte non era ancora povera è il titolo di una mostra tenutasi a Torino alla Galleria Del Ponte nel 2008.

Quando mi è stata presentata l’idea di questa mostra, non nego di essermi trovato spiazzato e confuso. Passi perPiero Gilardi, Aldo Mondino e Ugo Nespolo – artisti talmente poliedrici da essere difficilmente incasellabili –, macome si può affermare che Alighiero Boetti e Michelangelo Pistoletto sono degli artisti Pop? Proprio loro che sonoi nomi più celebri, nonché gli iniziatori del movimento dell’Arte Povera, così rigoroso e scarno, spesso fatto diopere quasi nude, spoglie di qualsiasi orpello formale e cromatico e così lontane, dunque, dalla sensibilità dellaPop Art. Come artista, ho passato la mia intera carriera a Torino, città in cui anche questi cinque nomi sono nati, quantomenoartisticamente, e sono assurti alla ribalta del palcoscenico internazionale proprio grazie a quello che è stato l’ultimogrande gruppo artistico della storia dell’arte italiana – quantomeno l’ultimo che abbia veramente contato qualcosa alivello internazionale –: l’Arte Povera, appunto. Alighiero Boetti e Michelangelo Pistoletto, come accennato pocosopra, sono stati addirittura tra gli iniziatori del movimento e i loro nomi, ancora oggi, vengono immediatamentericondotti ad esso. Gilardi, Mondino e Nespolo hanno frequentato per breve tempo i poveristi, ma, anch’essi, trala fine degli anni ’60 e l’inizio del decennio successivo, facevano parte di quel mondo. Nelle biografie di ciascunodi essi non manca mai un riferimento all’Arte Povera, ma non se ne trova alcuno alla Pop Art.Proprio per questo motivo l’idea del Prof. Francesco Poli è incredibilmente coraggiosa. Lui, che è uno dei criticie storici dell’arte più noti in Italia, e non solo, ha deciso di sottolineare una mancanza importante nella storiadell’arte e ha le prove per farlo nelle quaranta opere esposte al MACA. I variopinti arazzi di Boetti, le repliche ingomma piuma dei tappeti-natura di Gilardi, la pittura eclettica di Mondino – a cui il MACA ha già dedicato un’ampiaretrospettiva nel 2010 –, gli acrilici su legno di Nespolo, così immediatamente comunicativi da sembrare fattiapposta per la pubblicità, e le tirature seriali di Pistoletto sono tutti intimamente Pop, seppur non nell’accezionespettacolare warholiana a cui siamo abituati. È una Pop Art più meditata, concettuale, che risente delle influenzedell’arte europea e che si innesta sull’esperienza dell’Arte Povera.Questa mostra, infatti, non intende cancellare questi cinque nomi dal novero dei poveristi. Si tratta di una mostradi ricerca, tesa a gettare uno sguardo nuovo su degli artisti che sono parte del patrimonio comune, dei gigantidell’arte italiana del Novecento – ed è per questo che si lega perfettamente al percorso espositivo del MACA –;una mostra che intende implementare ciò che la storia dell’arte ha codificato, ricordandoci che un artista subiscesempre più di un’influenza e che il suo percorso non è mai così lineare da permettere una riduzione così netta aun’unica categoria. Il Prof. Poli ha inteso porre Boetti, Gilardi, Mondino, Nespolo e Pistoletto sotto una lented’ingrandimento, per restituirne degli artisti ancor più interessanti, perché capaci di metabolizzare delle suggestioniapparentemente incompatibili tra di loro. Osservando le opere in mostra, allora, viene da domandarsi come siastato possibile non accorgersi prima di quanto questi artisti siano sempre stati Pop.

Silvio Vigliaturo

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POP ARTA TOR I NO ! ?

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Francesco Poli (Torino 1949) è professore di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera a Milano. È char-gé de Cours all’ Université Paris 8., Parigi. Insegna “Arte e comunicazione” a Scienze della comunicazione, Facoltàdi Lettere e Filosofia, Torino. Ha curato numerose mostre in spazi pubblici e privati. Collabora con riviste specializzate e con continuità con ilquotidiano “La Stampa”.

Produzione artistica e mercato, Einaudi 1975L’arte bella, Feltrinelli 1979 (with L. Caramel)La Metafisica, Laterza 1989 (II edition 2004)Giulio Paolini, Lindau 1990Dizionario di arte contemporanea (con M.Corgnati), Feltrinelli 1994Minimalismo, Arte Povera, Arte Concettuale, Laterza 1995 (VIII edition 2009)Catalogo generale delle opere di Felice Casorati. I dipinti, (con G.Bertolino), 2 vol., Allemandi 1996 (II edizione in3 volumi Le sculture e l’aggiornamento dipinti, 2004)Il sistema dell’arte contemporanea, Laterza 1999 (IX edizione. 2008)Gian Enzo Sperone. Torino, Roma, New York, 2 volumi, Hopeful Monster 2000Dizionario dell’arte del Novecento (con M. Corgnati), Bruno Mondadori 2001 (pocket book 2009)Arte Contemporanea. Le ricerche internazionali dagli anni Cinquanta ad oggi, Electa, Milano 2003, IV ed. 2008La scultura del Novecento, Laterza 2006Arte Moderna. Dal postimpressionismo all’informale, Electa, Milano 2007Felice Casorati, «Art & Dossier», Ed. Giunti, Firenze 2007Arte contemporanea, Arnoldo Mondatori Editore, Milano 2007L’arte del Novecento in Piemonte, Regione Piemonte, Priuli e Verlucca ed., Torino 2008Gli anni Cinquanta, Arte Contemporanea, Electa (per « L’Espresso »), Milano 2008Standing sculpture (con R.Fuchs e J. Gachnang), Castello di Rivoli 1988Il colore del lavoro (con C.Gianferrari), Mole Antonelliana, Torino; Palazzo Reale, Milano; Palazzo GoticoPiacenza, 1990Pinot Gallizio nell’Europa dei dissimmetrici, Promotrice delle Belle Arti, Torino 1992-3Sezione “Persone” (F.Mauri, E.Isgrò), Padiglione italiano, XLV Biennale di Venezia, 1993Felice Casorati, Palazzo Bricherasio, Torino 1996Curatore della XIII Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1999Da Warhol al 2000. Gian Enzo Sperone 35 anni di mostre tra Europa e America, Palazzo Cavour, Torino 2000Naif? Da Rousseau a Ligabue, Palazzo Bricherasio, Torino 2002André Derain. La forma classica, Centro St.Benin Aosta, e Permanente Milano, 2003L’estetica della macchina. Da Balla al futurismo torinese (con altri), Palazzo Cavour, Torino 2005Chronos. Il tempo nell’arte dall’età barocca a oggi (cum alii), Ex-Filatoio Caraglio 2005Curatore della XIII Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, 2008In-Finitum (with A.Vervoordt, D.Ferretti, G.D.Romanelli), Palazzo Fortuny, Venezia 2009Alberto Burri, Palazzo Clemente Fondazione Menegaz, Borgo medioevale di Castelbasso, 2009Di isola in isola I linguaggi delle seconde avanguardie - Palazzo Ducale Genova marzo - aprile 2010.Tempi precari, Fondazione Merz novembre 2010.Arte giovane, Torino - maggio 2011Gran Torino, Frost Art Museum Miami (USA) - novembre 2011Luigi Spazzapan, Castello Mirandolo - Pinerolo (TO) - ottobre 2012Jessica Carroll, Fonderie Limone Torino - novembre 2012

Francesco Poli

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Pop Art a Torino?

L'italian pop è l'arte della "dolce vita", del "boom economico", di quel momento cruciale nell'evoluzione dellasocietà e del costume italiano degli anni Sessanta. Anche gli artisti torinesi sono influenzati dalle tendenzed'oltreoceano, ma le metabolizzano e le trasfigurano in chiave più "colta" tra istanze ideologico-politiche e umorismocaustico. Lo testimoniano le 25 opere circa dei cinque artisti torinesi in esposizione, provenienti da importantigallerie e collezioni private italiane e straniere. E' evidente come l'invenzione figurativa degli artisti ruoti intorno alcosiddetto "mondo nuovo", sfoggiando un repertorio di immagini legate ai rotocalchi, al cinema, ai manifestipubblicitari, alla televisione, al mondo dei mass-media insomma. Anche se ognuno tende a personalizzarequesto rapporto. Protagonisti sono: Alighiero Boetti, Piero Gilardi, Aldo Mondino, Ugo Nespolo e Michelangelo Pistoletto, artisti trai più noti dell'arte italiana della seconda metà del secolo, le cui figure sono divenute, a loro volta, icone delmondo artistico contemporaneo, con gli sviluppi successivi delle loro ricerche.La Pop Art opera in una realtà in cui l’oggetto assume un valore autonomo e comunica in un proprio linguaggioartistico. Gli artisti del Pop americano rinunciavano al segno umano e pittorico per presentare impersonalmentel’immagine dei mass media della pubblicità. L’oggetto diventa indipendente, cercando così di imporre senzaalcuna mediazione il suo essere. La Pop art europea prende le distanze da quella statunitense rifiutando alcunielementi fondamentali per quest’ultima, attraverso una visione più critica della realtà della società dei consumi. Gli “arazzetti”, immagini variopinte con varie lettere incasellate (talvolta delle vere e proprie poesie condensatein un solo enunciato), riconducono ad Alighiero Boetti anche le persone che ignorano qualsiasi altra opera dellasua complessa produzione ludico - concettuale .Questi lavori si configurano come dei ricami di lettere policrome, che nella maggior parte dei casi sonogovernati dall’equivalenza del numero di lettere e i riquadri da occupare; le proposizioni, che si identificanocon il titolo dell’opera, possono essere di tipo tautologico cinquepercinqueventicinque,Venticinqueperventicinqueseicentoventicinque oppure dei veri e propri concentrati poetici di pensiero.Il Gilardi dei “tappeti natura” è certamente un artista Pop: come nota Renato Barilli “egli è fedelissimo all’aura e

canonico precetto (del Pop italiano) consistente nel riportare le cose “tali e quali”, con puntuale ricalco, contandosull’inevitabile effetto di estraniamento consistente nel ricostruirle con materiali artificiali e con colori violenti”. Puravendo l’ambiguità del vero e l’apparenza del trompe –l’oeil esse si scoprono per quello che sono: semplicioggetti che mettono orgogliosamente a nudo la loro identità tecnologica. Ma le differenze e le varianti che egli viinserisce sono significative: in antitesi alla Pop statunitense, rifiuta la manipolazione dell’oggetto fine a se stesso eprivo di identità semantiche. Senza ridurre l’oggetto a pura presenza, a mera “idea”, come un lavoro di ricreazione,mantenendo il concetto di lavoro artistico come atto relazionale inserito in un contesto globale.Mondino è uno degli artisti italiani più eclettici, il cui percorso artistico si muove dalla pop art al linguaggiopoverista degli esordi alle molteplici sperimentazioni di tecniche e materiali. Dal 1960 sono aperte citazioni dipittori come Dine, con riferimenti al mondo pop, alla segnaletica stradale e all’universo infantile. Nel 1969 cominciaad utilizzare scritte, parole e a sperimentare materiali inusuali come lo zucchero e il cioccolato.Nespolo ha una radice "pop" che ha mantenuto immune da aridita' concettuali; ha una vena surreale con cui hafiancheggiato, e fiancheggia, la “Patafisica”; tutti riferimenti già puntualizzati e che, peraltro, l'artista non solo nonsconfessa, ma riconosce come fondamentali. Tuttavia egli svolazza, come uno spirito folletto, sin dagli Anni 60,quando era appena ventenne. Stavolta entriamo in uno spazio coloratissimo, popolato di oggetti nei materiali piùdiversi, soprattutto quelli che si prestano ai suoi incantevoli puzzle.Pistoletto dice: ”L’arte crea immagine. Anche se non vuole essere rappresentativa. I mezzi d’informazione edi diffusione producono inesorabilmente la trasformazione dell’opera in immagine, qualsiasi essa sia. Questofenomeno conduce implicitamente ed automaticamente ad una doppia risultanza: la mitizzazione del prodottoartistico, da una parte e la consumazione dello stesso prodotto, dall’altra. II media moderno perpetua il mitodell’arte quanto ne determina il superamento”.Attraverso le opere di questi artisti (a cui si potrebbero aggiungere altri esponenti torinesi) emerge in modosignificativo un aspetto particolare, ma non meno importante della Pop Art italiana.

Francesco Poli

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noNespoloPistoletto BoettiGilardiMondi

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18_19Alighiero Boetti

(1940-1994) - o Alighiero e Boetti come si firma a partire dal 1973 - nasce a Torino dove esordisce nell’ambitodell’Arte Povera a gennaio del 1967. Nel 1972 si trasferisce a Roma, città in cui scopre il piacere della luce e deicolori lontani dall’austerità torinese. Già l’anno precedente ha scoperto l’Afghanistan e avviato il lavoro artisticoche affida alle ricamatrici afghane, tra cui le Mappe, planisferi colorati che egli riproporrà lungo gli anni comeregistro dei mutamenti politici del mondo.Artista concettuale, versatile e caleidoscopico, produce una grande varietà di tipologie di opere e per alcunedelega l’esecuzione manuale ad altri, ma sempre secondo regole del gioco ben precise e principi come quello‘della necessità e del caso’ per citare Jacques Monod premio Nobel per la Fisica 1971.Nascono così i monocromi a biro (blu, neri, rossi, verdi) in cui la campitura tratteggiata su carta mette in scena illinguaggio; ugualmente tutte le opere ricamate su stoffa, non solo le Mappe del mondo ma anche certe com-posizioni di lettere, sempre quadrate e multicolore (sul modello Ordine e disordine); infine i Tutto, fitti puzzle incui si ritrova davvero tutto: figure da rotocalchi, oggetti da scrivania, sagome di animali…Altre tipologie di opere di Boetti sono invece di mano esclusivamente sua. Sono ad esempio i Lavori postali,giocati sulla permutazione matematica dei francobolli, sull’aleatoria avventura del viaggio postale e (a partire daglianni 80) sulla segreta bellezza dei fogli inviati nelle buste. Oppure nei primi anni 70, i tanti ‘esercizi’ a matita sucarta quadrettata, basati su ritmi musicali o matematici. Infine negli anni 80 e 90 le composizioni colorate e ditecnica mista su carta in cui scorrono schiere di animali, memori della decorazione etrusca o pompeiana.Il tempo, il suo scorrere affascinante e ineluttabile, è forse il tema unificante nella pluralità tipologica e iconograficadi Boetti.

Tra le ultime opere alcune sono monumentali, come i 50 arazzi con testi in italiano e persiano (esposti a Parigi nellamostra ‘Les Magiciens de la terre’, 1989), oppure i 50 khilim esposti al Magasin di Grenoble a dicembre 1993nell’ultima mostra inaugurata alla presenza dell’artista allora già molto malatoAlighiero Boetti ha esposto nelle mostre più prestigiose e emblematiche della sua generazione, da ‘When attitudesbecome form’ (1969 ) a ‘Contemporanea’ (Roma, 1973), da ‘Identité italienne’ (Parigi, 1981) a ‘The italianmetamorphosis 1943-1968’ (Guggenheim Museum New York, 1994). E’ stato sei volte presente alla Biennale diVenezia, con sala personale premiata nell’edizione del 1990 e un omaggio postumo nel 2001.La sua opera nonché le sue scelte in quanto artista hanno fortemente influenzato la generazione successiva e moltigiovani del nuovo millennio, in Italia e nel mondo.

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Rane1986

tecnica mista su cartoncinocm.70x100

A come Alighiero B come Boetti1988

ricamo su telacm. 24x20

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Mistico romantico1993

ricamo su telacm. 17x18

Sentieri di pensieriricamo su tela

cm. 41x39,5

Incontri e scontriricamo su tela

cm. 18x18

Normale e anormalericamo su tela

cm. 18x1822_23

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Dare tempo al temporicamo su tela

cm. 18x19

Tra il cielo e la terraricamo su tela

cm. 28x26

Cinque per cinque venticinquericamo su tela

cm. 20,5x22

Page 15: Pop Art a Torino!?

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Da uno a diecitecnica mista su carta

anni ‘ 80

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28_29Piero Gilardi

Nasce a Torino nel 1942. Nel 1963, realizza la sua prima mostra personale "Macchine per il futuro". Due anni piùtardi realizza le prime opere in poliuretano espanso ed espone a Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdame New York.

A partire dal 1968 interrompe la produzione di opere per partecipare all'elaborazione tecnica delle nuovetendenze artistiche della fine degli anni '60: Arte Povera, Land Art, Antiform Art. Collabora alla realizzazione delledue prime rassegne internazionali delle nuove tendenze allo Stedelijk Museum di Amsterdam e alla Kunsthalledi Berna.

Nel 1969, comincia una lunga esperienza transculturale diretta all'analisi teorica e alla pratica della congiunzione"Arte Vita". Come militante politico e animatore della cultura giovanile conduce svariate esperienze di creativitàcollettiva nelle periferie urbane e "mondiali": Nicaragua, Riserve Indiane negli USA e Africa.

Nel 1981 riprende l'attività nel mondo artistico, esponendo in gallerie delle installazioni accompagnate daworkshops creativi con il pubblico.

A partire dal 1985 inizia una ricerca artistica con le nuove tecnologie attraverso l'elaborazione del Progetto"IXIANA" che, presentato al Parc de la Villette di Parigi, prefigura un parco tecnologico nel quale il grande pubblicopoteva sperimentare in senso artistico le tecnologie digitali. Nel corso degli ultimi anni ha sviluppato una serie diinstallazioni interattive multimediali con una intensa attività internazionale. Insieme a Claude Faure e Piotr Kowalski,ha costituito l'associazione internazionale "Ars Technica". In qualità di responsabile della sezione italiana di ArsTechnica promuove a Torino le mostre internazionali "Arslab. Metodi ed Emozioni" (1992), "Arslab. I Sensidel Virtuale" (1995), “Arslab. I labirinti del corpo in gioco” (1999) e numerosi convegni di studio sull'arte deinuovi media.

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Pervinche1994

poliuretano espansocm. 50x50

All'indomani della Burrascapoliuretano espanso

cm. 150x150

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Spiaggia a ponentepoliuretano espanso

cm. 50x50

Gazza sulla nevepoliuretano espanso

cm. 70x70

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Ai piedi delle Falaisespoliuretano espanso

cm. 100x100

Spiaggia con rizomapoliuretano espanso

cm. 100x100

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Nell’ortopoliuretano espanso

cm. 30x30

Mele e pere1993

poliuretano espansocm. 50x50

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38_39 Aldo Mondino

È nato a Torino nel 1938. Nel 1959 si trasferisce a Parigi, dove frequenta l’atelier di William Heyter, l'Ecole du Louvre e frequenta il corso dimosaico dell'Accademia di Belle Arti con Severini e Licata. A Parigi ha contatti con importanti artisti: Tancredi Parmeggiani, Alain Jouffroy, Errò, Jean-Jacques Lebel; incontraanche artisti affermati come Sebastian Matta, esponente del surrealismo, e Wilfredo Lam. È grazie a Tancredi che,nel 1960 riesce a esporre per la prima volta , alla Galerie Bellechasse, con quadri di evidente influenza surrealista.Rientrato in Italia, inizia la sua attività espositiva alla Galleria L'Immagine di Torino (1961) e alla Galleria Alfa diVenezia (1962). L'incontro con Gian Enzo Sperone, direttore della Galleria Il Punto, risulta fondamentale per la suacarriera artistica, con un sodalizio tuttora esistente. Importanti personali vengono presentate anche presso laGalleria Stein di Torino, lo Studio Marconi di Milano, la Galleria La Salita di Roma, la Galleria Paludetto di Torino. Tra le principali mostre si ricordano le due partecipazioni alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1993, le personalial Museum fϋr Moderne Kunst - Palais Lichtenstein di Vienna (1991), al Suthanamet Museo Topkapi di Istanbul(1992, 1996), al Museo Ebraico di Bologna (1995), alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Trento (2000). Mondino lavora a Parigi dalla fine del 1973 a tutto il 1980; questo impegno si concretizza nella partecipazione allaBiennale di Venezia del 1976.Affascinato dalla cultura orientale, presenta nel 1990 da Sperone Westwater a New York una serie che "ritrae"trentasei sultani tutti vissuti tra il 1200 e il 1920.Seguono, tra le altre, la mostra alla Fondazione Mudima di Milano, a Chicago, Ginevra, Parigi, Vienna, Londra.Dell'ambito orientalista fa anche parte la realizzazione di tappeti sovrapposti in composizioni a parete, con colorivivaci e realizzati su eraclite, un materiale industriale utilizzato nell'edilizia.Nel 1993, alla Biennale di Venezia curata da Achille Bonito Oliva, in una sala personale presenta una serie di quadri digrandi dimensioni che rappresentano i dervisci nell'atto di danzare; in quell'occasione, autentici dervisci hannodanzato davanti al pubblico.Nel 2000 compie il suo primo viaggio in India e realizza una mostra dal titolo Flovers alla Birla Academy diCalcutta.A cavallo tra il 2000 e il 2001 Santo Ficara presenta a Firenze una prima retrospettiva di Mondino.Nel 2001 la galleria di Norimberga Linding in Paludetto allestisce una piccola, ma significativa, mostra di suoi lavori.Tra tutti, da ricordare Danaublau, un quadro di 6 metri composto da 2000 cioccolatini.Una severa forma di polmonite lo costringe a due ricoveri in ospedale, ciononostante riesce a preparare la mostraalla Galleria Carlina di Torino, dove vengono esposte per la prima volta delle sculture in vetro, realizzate a Murano.Nel novembre 2003 ha luogo a Ravenna (Loggetta lombardesca) la mostra antologica Aldologica nella quale sirivedono per la prima volta insieme i lavori degli ultimi quarant'anni.Aldo Mondino muore a Torino nel 2005.Nel 2007 il Museo di Arte Moderna di Bologna allestisce presso la sua sede di Villa delle Rose la prima antologicadedicata all'artista dopo la sua scomparsa. La mostra si intitola "Mondo Mondino".

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40_41

Ortensia e Juan1975

olio su telacm. 180x140

Acquerello classicoAnni ‘60

olio, acquerello, china su tavolacm. 180x140

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42_43

Giamaica - Omaggio a Bob Marley1983

olio su telacm. 164x80

Oskar à Venise1983

olio su telacm. 160x100

La barca che affonda1980/81

acrilico su telacm. 145x115

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44_45

Bulli1993

olio su linoleum e ceramicacm. 90x120

Il cuore del Monferrato2000

cioccolatini su tavolacm. 60x40

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46_47

Gibson cacciatore di orchidee2003

olio su linoleum cm. 140x120

Derwishivacrilico su linoleum con cioccolatini

cm. 40x40

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48_49Ugo Nespolo

Nasce a Mosso nel 1941. Diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, laureato in Lettere Moderne, vive e lavoraa Torino. I suoi esordi nel panorama artistico italiano risalgono agli anni Sessanta, alla Pop Art, ai futuri concettuali e poveristi,seguendo poi una propria strada artistica personalissima. Negli Anni Settanta Nespolo si esprime anche attraverso il cinema:in particolare quello sperimentale, d’artista. Ai suoi film hanno dedicato ampie rassegne istituzioni culturali come il CentreGeorges Pompidou di Parigi, il Philadelphia Museum of Modern Art, la Filmoteka Polska di Varsavia, la Galleria Civica d’ArteModerna di Ferrara. Una personale alla Promotrice delle Belle Arti di Torino a cura della Regione Piemonte. Una mostra itinerantein America Latina: Buenos Aires (Museo Nacional de Bellas Artes), Cordoba (Centro de Arte Contemporaneo de Cordoba,Chateau Carreras), Mendoza (Museo Municipal de Arte Moderno de Mendoza) e Montevideo (Museo Nacional de ArtesVisuales). Nel '98 inizia la collaborazione con la storica vetreria d'arte Barovier & Toso di Murano per la quale Nespolo crea unaserie di opere da esporre a Palazzo Ducale di Venezia. Una personale a Fukui per "Italia in Giappone 2001". 2002: Nespoloviene nominato consulente e coordinatore delle comunicazioni artistiche nelle stazioni della costruenda Metropolitana diTorino. Intenso il programma per il 2003: l’Alitalia inaugura la sede di New York con una personale di Nespolo; una mostraitinerante nei Paesi dell’Est: dalla Galleria d’Arte Moderna di Mosca, all’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo a Minsk(Museo Nazionale d’Arte Moderna), poi in Lettonia (Riga, Galleria d’Arte Moderna). Una mostra personale all’Istituto Italiano diCultura di Parigi. Due personali per il Festival del Cinema di Locarno: presso la sede del Festival ed alla Galleria d’Arte Moderna.Una personale al Museo Nazionale Cinese di Pechino. Inizia il 2004 con due importanti mostre personali: a Vilnius, Lituania, alCiurlionis National Museum of Art ed a Canton, Cina, al Guang Dong Museum of Art di Guangzhou. Una personale a PalazzoDoria, Loano, ed una al Moscow Museum of Modern Art, quindi al Museo dell’Accademia di San Pietroburgo. 2005: unapersonale al Poldi Pezzoli di Milano, poi l’ideazione filmata di “Dentro e Fuori/un ritratto di Angelo Pezzana” per il MuseoNazionale del Cinema di Torino; l’illustrazione di “Mille e una Notte” in edizione pregiata; una personale al Museo del Mare diGenova. L’ideazione artistica di “Progetto Italiana”, filmato prodotto da Cinecittà, testimonial Giancarlo Giannini. 2006: immaginivideo e vetrofanie di Nespolo per la Metropolitana di Torino, due mostre personali in occasione dei Giochi Olimpici Invernalidi Torino 2006 (Galleria Carlina e Centro Arte La Tesoriera). Alla Basilica di San Francesco ad Assisi la cerimonia di Natale vedeun volo di bianche colombe ideate da Nespolo come simbolo di pace. Per il 53° Festival Puccini 2007 realizza scenografie ecostumi di “Madama Butterfly”. “Superglance” per il Museo del Cinema di Torino: cortometraggio in collaborazione con il poetaEdoardo Sanguineti. La personale “My way” al Palazzo Mostre e Congressi di Alba in contemporanea alla RassegnaInternazionale del Tartufo. 2008: a New York la personale “Points of view” (Galleria Walter Wickiser Inc.). Su invito dellaDirezione di Palazzo Grassi a Venezia partecipa con due opere alla mostra “Italics: Arte Italiana fra tradizione e rivoluzione,1968-2008” organizzata in collaborazione con il Museo di Arte Contemporanea di Chicago. La 48a Mostra della Ceramica diCastellamonte inaugura il “Monumento alla Stufa” opera permanente di Nespolo. Vetrate ed arredi scultura per la nuovaParrocchia di Maria Vergine di Borgaro Torinese. 2009: Mostra Antologica “Nespolo, ritorno a casa” presso il Museo delTerritorio Biellese, Biella. “Novantiqua” (2009 – 2010). Il Museo Nazionale del Bargello di Firenze dedica la sua 1ª Mostra d’ArteContemporanea a Ugo Nespolo con questa personale di 40 opere. 2010: La Campari festeggia i suoi 150 anni di attività conl’arte di Ugo Nespolo alla Stazione Centrale di Milano. Il Comune di Pontedera affida all’artista il “Cantiere Nespolo”, progettodi interventi effimeri ed opere permanenti in loco. Mostra personale a Villa Bertelli di Forte dei Marmi. “Il Numero d’Oro” (Utet– De Agostini), libro d’artista realizzato da Nespolo in 425 esemplari. 2011: “La bella intolerancia” Museo Nacional de BellasArtes de La Habana, Cuba. “Nespolo Films & Visions 1967-2010” (DVD+Libro) presentazione presso il MAXXI di Roma.Personale di opere dagli Anni ’60 ad oggi, nelle sale storiche di Palazzo Mathis. Dal 21 Ottobre Nespolo è il nuovo Presidentedel Museo Nazionale del Cinema di Torino. Per il periodo Natalizio Nespolo ha creato “Illuminando Pompei”, una scenografiadi luci decorative che contribuisce a rafforzare l’immagine della Città regina della cultura.2012: ha interpretato per Campari la nuova insegna del “Camparino”, lo storico caffè della Galleria Vittorio Emanuele di Milano,aperto nel 1915 da Davide Campari. “Elogio del Bello”, personale che la Fondazione Banca del Monte di Lucca promuove edospita nelle sale di Palazzo San Martino. Museum Nasional di Jakarta. Art Centre Bahrain National Museum, mostra personale didipinti e ricami, sotto il Patronato del Ministero alla Cultura del Bahrain.Mostra “Ugo Nespolo. Il Numero d’Oro” Ed. Utet, Museo Lev Tolstoy Jasnaja Poljana, Russia.

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50_51

19864350961974

legno intarsiato e acrilicicm. 120x80

Vola vola1980

acrilici su legno (in tre parti)

cm. 140x185

Fantasmi romantici1983

legno intarsiato e acrilicicm. 80x120

Page 28: Pop Art a Torino!?

52_53

Insonnia1988

legno intarsiato e acrilicicm. 35x50

Cannibalismo1988

legno intarsiato e acrilicicm. 50x70

Grey window1984

acrilici su legno ritagliatocm. 120x80

Page 29: Pop Art a Torino!?

54_55

Mario 25-10-41legno intarsiato e acrilici

cm. 35x50

Conto orizzontale2009

legno e nitrocm. 92x132

Conto verticale2009

legno e nitrocm. 132x92

Page 30: Pop Art a Torino!?

56_5 7Michelangelo Pistoletto

Nasce a Biella nel 1933. Inizia a esporre nel 1955 e nel 1960 tiene la sua prima personale alla Galleria Galatea diTorino. La sua prima produzione pittorica è caratterizzata da una ricerca sull’autoritratto. Nel biennio 1961-1962approda alla realizzazione dei Quadri specchianti, che includono direttamente nell’opera la presenza dellospettatore, la dimensione reale del tempo e riaprono inoltre la prospettiva, rovesciando quella rinascimentalechiusa dalle avanguardie del XX secolo. Con questi lavori Pistoletto raggiunge in breve riconoscimento e successointernazionali, che lo portano a realizzare, già nel corso degli anni Sessanta, mostre personali in prestigiose galleriee musei in Europa e negli Stati Uniti. I Quadri specchianti costituiranno la base della sua successiva produzioneartistica e riflessione teorica.Tra il 1965 e il 1966 produce un insieme di lavori intitolati Oggetti in meno, considerati basilari per la nascitadell’Arte Povera, movimento artistico di cui Pistoletto è animatore e protagonista. A partire dal 1967 realizza, fuoridai tradizionali spazi espositivi, azioni che rappresentano le prime manifestazioni di quella “collaborazione creativa”che Pistoletto svilupperà nel corso dei decenni successivi, mettendo in relazione artisti provenienti da diversediscipline e settori sempre più ampi della società. Tra il 1975 e il 1976 realizza Torino un ciclo di dodici mostreconsecutive nella stessa galleria di Torino, Le Stanze, il primo di una serie di complessi lavori articolati nell’arco diun anno, chiamati “continenti di tempo”, come Anno Bianco (1989) e Tartaruga Felice (1992). Nel 1978 tiene unamostra nel corso della quale presenta due fondamentali direzioni della sua futura ricerca e produzione artistica:Divisione e moltiplicazione dello specchio e L’arte assume la religione. All’inizio degli anni Ottanta realizza unaserie di sculture in poliuretano rigido, tradotte in marmo per la mostra personale del 1984 al Forte di Belvedere diFirenze. Dal 1985 al 1989 crea la serie di volumi “scuri” denominata Arte dello squallore. Nel corso degli anniNovanta, con Progetto Arte e con la creazione a Biella di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e dell’Università delleIdee, mette l’arte in relazione attiva con i diversi ambiti del tessuto sociale al fine di ispirare e produrre unatrasformazione responsabile della società. Nel 2003 è insignito del Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale diVenezia. Nel 2004 l'Università di Torino gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze Politiche. In tale occasionel'artista annuncia quella che costituisce la fase più recente del suo lavoro, denominata Terzo Paradiso. Nel 2007riceve a Gerusalemme il Wolf Foundation Prize in Arts, “per la sua carriera costantemente creativa come artista,educatore e attivatore, la cui instancabile intelligenza ha dato origine a forme d'arte premonitrici che contribuisconoad una nuova comprensione del mondo”.È Direttore Artistico di Evento 2011 a Bordeaux. È invitato a tenere una mostra personale al Museo del Louvre aParigi nel 2013.

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58_59

Gabbietta1962-74serigraphy on stainless steelcm. 100x70

Pappagallo blu1971

serigraphy on stainless steelcm. 100x70

Coniglio appeso1973

serigraphy on stainless steelcm. 100x70

Page 32: Pop Art a Torino!?

60_61

Specchio da toeletta1975

serigraphy on stainless steelcm. 100x70

Uovo1987

serigraphy on stainless steelcm. 50x40

Page 33: Pop Art a Torino!?

62_63

Venere con la pipa1972

serigraphy on stainless steelcm. 125x150

Page 34: Pop Art a Torino!?

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