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Poste Italiane - Spedizione in A.P. - Art. 2 Comma 20/C legge … · 2014-01-07 · È gradita la...

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n questi giorni leggevo alcuni pensieri di santa Luisa de Ma- rillac e uno di questi era una sua riflessione davanti al presepe. «La culla è il trono del regno della santa povertà. Ho desiderato tan- to di esserci ammessa, perché questa povertà è la virtù più ama- ta dal Re dei poveri, e lo fa vedere questo fatto, che, pur essendo in tutta la terra, Egli è riconosciuto solo da quelli che sono poveri in verità e semplicità. Per questo motivo manifesta la sua nascita con voci celesti, per assicurare che Dio stesso onora quello stato. Per partecipare a questa grazia, bisogna, come i pastori, corri- spondere alle sante ispirazioni, senza indugio» (S. Luisa De Ma- rillac – Scritti Spirituali, Ed CLV, pag. 835). Tra poco inizierà il tempo di Avvento in preparazione al Nata- le. Come Cristiani siamo chiamati a vivere nella vigilanza e nell’attesa. Oggi, questi due at- teggiamenti sono quanto mai im- portanti: purtroppo viviamo un tempo in cui si dà tanta importan- za all’immagine, alla bramosia di denaro, alla sete di potere, alla bellezza a tutti i costi, alla ricerca spasmodica di soddisfazioni, al rincorrere illusioni. Desideri a cui il Natale ha poco da dire. È vero che il Natale è indicato da grandi luminarie, accompagna- to da doni abbondanti, ma rimane vero che il Natale è «un bambino avvolto in fasce, deposto in una mangiatoia» (Lc 2, 12) e che, se la memoria di questo bambino viene meno, il Natale diventa in- sipido, ha poco da dire. Ci viene dato in dono un bambino che non promette successo a nessuno dal momento che anche lui non ha avuto un grande successo. CONTINUA DA PAG. 2 l 12 ottobre 2013 si è svolta a Fasano presso l’Hotel “Sierra Silvana” la Giornata Regionale dei G.V.V. Puglia. Come succede ogni volta le vincenziane, partendo con i pullman da varie località, arrivano con gioia ed entusiasmo per partecipare a una giornata di formazione ed anche per incontrare le amiche. I lavori sono iniziati con la preghiera di suor Rita (suora regionale). Subito dopo vi é stato il saluto della presidente regionale Annamaria Fedele che ci ha comunicato che parteciperemo a una grande festa: quella per i 50 anni di matrimonio di Lucia Tedesco. Successivamente Padre Biagio Falco ha detto che questa giornata di formazione sarebbe stata diversa dalle altre. Infatti ci ha divise in gruppi per lavorare in un modo differente e rendere fruttuosi i momenti trascorsi insieme. Il suo intervento è consistito nel formulare tre schede sulle cui risposte si deciderà e si costruirà il futuro della nostra associazione. Quindi ci ha provocato un pò: sì alla vita, no alla morte. Ci ha esortato a non piangerci addosso, a non lamentarci spesso dicendo che siamo poche, non ci sono nuove iscrizioni. Nessuno dovrebbe dire: io non posso, largo ai giovani. Ricordiamoci che il Signore ci ha scelti, chiamandoci a una vocazione, ci ha consacrati all’amore, alla carità. Dobbiamo perciò essere grati al Signore che ci ha dato in dono i poveri. Dobbiamo ringraziare il Signore per la fiducia che ci ha dato: servire i poveri è opera di Dio. “EVANGE-LIZZARE LA CARITÀ - SERVIRE I POVERI”. CONTINUA DA PAG. 2 Evangelizzare la carità, servire i poveri a cura di Luisa Spinelli con i Gruppi di VOLONTARIATO VINCENZIANO A.I.C. ITALIA di Puglia - Onlus Periodico di formazione e informazione - Autorizzazione Tribunale di Bari n. 1525 del 27/07/2001 Poste Italiane - Spedizione in A.P. - Art. 2 Comma 20/C legge 662/96 Aut. DCO/DCBA/101/2002 ANNO XXI - n. 3 Dicembre 2013 Aspettando il Natale di Padre Giancarlo Passerini c.m. EDITORIALE fine novembre abbiamo avuto a Roma le elezioni per il rinnovo del consiglio nazionale, dopo otto anni e mezzo abbiamo una nuova presidente nazionale, Paola Agnani, la regionale delle Marche. È abbastanza giova- ne e speriamo che abbia an- che voglia di cose nuove. La vice presidente del nord è Ga- briella Raschi della Liguria, la vice del centro è Antonella Fenu del Lazio e per il sud è stata riconfermata Rosalba Gargiulo. La nostra nuova presidente nazionale nella sua lettera per l’avvento ci dice “ Se vogliamo aprirci al futuro, dobbiamo accettare tutte le sfide che ci vengono dal no- stro tempo e guardare alle nostre radici, trovare in esse la forza per un rinnovamento costante che genera coesione e fratellanza. Ripartire dalle radici vuol dire ripartire dalla nostra fede, unica spinta per una vera azione di carità. “ Come vincenziani dobbiamo essere alla ricerca della volon- tà di Dio nella nostra vita ed interpretare i segni del mondo per trovarla con l’aiuto dello Spirito, essere strumenti del Suo progetto di salvezza, con l’amore verso il prossimo, perché il piano di Dio per gli esseri umani è un piano d’amore, per cui non si può pensare partendo da questo progetto di avere nel mondo dei rivali. Con il desiderio di poter lavorare tutti insieme per raggiungere questo scopo auguro a tutti voi e alle vostre famiglie, pace, serenità e buo- na salute. Anna Maria Fedele A I G.V.V. A.I.C. ITALIA / Giornata Regionale - Selva di Fasano, 12 ottobre 2013 I
Transcript

n questi giorni leggevo alcunipensieri di santa Luisa de Ma-

rillac e uno di questi era una suariflessione davanti al presepe. «Laculla è il trono del regno dellasanta povertà. Ho desiderato tan-to di esserci ammessa, perchéquesta povertà è la virtù più ama-ta dal Re dei poveri, e lo fa vederequesto fatto, che, pur essendo intutta la terra, Egli è riconosciutosolo da quelli che sono poveri inverità e semplicità. Per questomotivo manifesta la sua nascitacon voci celesti, per assicurareche Dio stesso onora quello stato.Per partecipare a questa grazia,

bisogna, come i pastori, corri-spondere alle sante ispirazioni,senza indugio» (S. Luisa De Ma-rillac – Scritti Spirituali, Ed CLV,pag. 835).

Tra poco inizierà il tempo diAvvento in preparazione al Nata-le. Come Cristiani siamo chiamatia vivere nella vigilanza enell’attesa. Oggi, questi due at-teggiamenti sono quanto mai im-portanti: purtroppo viviamo untempo in cui si dà tanta importan-za all’immagine, alla bramosia didenaro, alla sete di potere, allabellezza a tutti i costi, alla ricerca

spasmodica di soddisfazioni, alrincorrere illusioni. Desideri a cuiil Natale ha poco da dire.

È vero che il Natale è indicatoda grandi luminarie, accompagna-to da doni abbondanti, ma rimanevero che il Natale è «un bambinoavvolto in fasce, deposto in unamangiatoia» (Lc 2, 12) e che, sela memoria di questo bambinoviene meno, il Natale diventa in-sipido, ha poco da dire. Ci vienedato in dono un bambino che nonpromette successo a nessuno dalmomento che anche lui non haavuto un grande successo.

CONTINUA DA PAG. 2

l 12 ottobre 2013 si è svolta aFasano presso l’Hotel “Sierra

Silvana” la Giornata Regionaledei G.V.V. Puglia. Come succedeogni volta le vincenziane,partendo con i pullman da varielocalità, arrivano con gioia edentusiasmo per partecipare a unagiornata di formazione ed ancheper incontrare le amiche.

I lavori sono iniziati con lapreghiera di suor Rita (suoraregionale). Subito dopo vi é statoil saluto della presidente regionaleAnnamaria Fedele che ci hacomunicato che parteciperemo auna grande festa: quella per i 50anni di matrimonio di LuciaTedesco. Successivamente PadreBiagio Falco ha detto che questagiornata di formazione sarebbestata diversa dalle altre. Infatti ciha divise in gruppi per lavorare inun modo differente e renderefruttuosi i momenti trascorsiinsieme. Il suo intervento èconsistito nel formulare tre schede

sulle cui risposte si deciderà e sicostruirà il futuro della nostraassociazione. Quindi ci haprovocato un pò: sì alla vita, noalla morte. Ci ha esortato a nonpiangerci addosso, a nonlamentarci spesso dicendo chesiamo poche, non ci sono nuoveiscrizioni. Nessuno dovrebbe dire:io non posso, largo ai giovani.Ricordiamoci che il Signore ci ha

scelti, chiamandoci a unavocazione, ci ha consacratiall’amore, alla carità. Dobbiamoperciò essere grati al Signore checi ha dato in dono i poveri.Dobbiamo ringraziare il Signoreper la fiducia che ci ha dato: servirei poveri è opera di Dio.“EVANGE-LIZZARE LACARITÀ - SERVIRE I POVERI”.

CONTINUA DA PAG. 2

con iGruppi di VOLONTARIATO VINCENZIANO A.I.C. ITALIA

di Puglia - OnlusPeriodico di formazione e informazione - Autorizzazione Tribunale di Bari n. 1525 del 27/07/2001

Poste Italiane - Spedizione in A.P. - Art. 2 Comma 20/C legge 662/96 Aut. DCO/DCBA/101/2002

ANNO XV - n. 1 - Marzo 2007

Evangelizzare la carità,servire i poveri

a cura di Luisa Spinelli

con iGruppi di VOLONTARIATO VINCENZIANO A.I.C. ITALIA

di Puglia - OnlusPeriodico di formazione e informazione - Autorizzazione Tribunale di Bari n. 1525 del 27/07/2001

Poste Italiane - Spedizione in A.P. - Art. 2 Comma 20/C legge 662/96 Aut. DCO/DCBA/101/2002

ANNO XXI - n. 3 Dicembre 2013

Aspettando il Nataledi Padre Giancarlo Passerini c.m.

EDITORIALEfine novembre abbiamoavuto a Roma le elezioni

per il rinnovo del consiglionazionale, dopo otto anni emezzo abbiamo una nuovapresidente nazionale, PaolaAgnani, la regionale delleMarche. È abbastanza giova-ne e speriamo che abbia an-che voglia di cose nuove. Lavice presidente del nord è Ga-briella Raschi della Liguria,la vice del centro è AntonellaFenu del Lazio e per il sud èstata riconfermata RosalbaGargiulo. La nostra nuovapresidente nazionale nella sualettera per l’avvento ci dice “Se vogliamo aprirci al futuro,dobbiamo accettare tutte lesfide che ci vengono dal no-stro tempo e guardare allenostre radici, trovare in essela forza per un rinnovamentocostante che genera coesionee fratellanza. Ripartire dalleradici vuol dire ripartire dallanostra fede, unica spinta peruna vera azione di carità. “Come vincenziani dobbiamoessere alla ricerca della volon-tà di Dio nella nostra vita edinterpretare i segni del mondoper trovarla con l’aiuto delloSpirito, essere strumenti delSuo progetto di salvezza, conl’amore verso il prossimo,perché il piano di Dio per gliesseri umani è un pianod’amore, per cui non si puòpensare partendo da questoprogetto di avere nel mondodei rivali. Con il desiderio dipoter lavorare tutti insiemeper raggiungere questo scopoauguro a tutti voi e alle vostrefamiglie, pace, serenità e buo-na salute.

Anna Maria Fedele

AI

G.V.V. A.I.C. ITALIA / Giornata Regionale - Selva di Fasano, 12 ottobre 2013

I

FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 20132 PRIMO

PIANO

filodiretto iscritto al n. 1525 pressoil Tribunale di Bari in data 27/07/2001

filodirettocon i G.V.V. A.I.C. Italia

sez. Puglia ONLUSPeriodico trimestrale

di formazione e informazioneAnno XXI - n. 3 Dicembre 2013

Segretaria di Redazione:Lucia TedescoRedazione:

Via G. Marconi, 41 - 76015 Trinitapoli (BT)Tel./fax [email protected]

Hanno collaborato a questo numero:Anna Maria Fedele, Luisa Spinelli,

P. Giancarlo Passerini, Marisa Caputo,Paola Ciriello, P. Javier Á Ivarez,

M. Michela Nicolais, Egidio Chiarella,Mariella Muraglia, Marisa Carabellese,Pasquale Fallacara, Annalisa Graziano,Sandra Tanzarella, Anna Longo Massarelli,Maria Rosaria Rammazzo, Nicla La Ghezza,Carmela Mastrogiacomo, Mariatina Alò,

Carmela Cagnetta, Maria Losavio,Anna Loliva, Teresa Cambione,

Paola Agnani Morici

Impaginazione grafica:Mario di Bitonto

Stampa:Grafiche Del Negro

Via Cairoli, 35 - Trinitapoli (BT)Tel. 0883.631097 - [email protected]

È gradita la collaborazione di quanti sonointeressati alle tematiche del periodico.

La direzione si riserva il diritto insindacabiledi scelta e correzione.

Delle opinioni espresse in ciascun articolorisponde l’autore stesso.

Responsabile Legale:Anna Maria Fedele

Presidente Regionale G.V.V. PugliaDirettore:

Nicola Simonetti

Evangelizzarela carità,servire i poveri

CONTINUA DA PAG. 1

Padre Biagio ci ha esortate anon proporci traguardi da rag-giungere, a non affannarci inutil-mente; é necessario stare insiemee partecipare alle adunanze, ècome se Dio muovesse carboniaccesi, e quando questi si sposta-no si ravviva la fiamma. Così levincenziane sono infiammatedell’amore di Dio e dei poveri:il fuoco diventa più bello.

Quindi ci ha parlato delle treschede di lavoro sul cosa signifi-chi essere volontario:

1) a livello personale;2) a livello comunitario;3)a livello operativo.Per quanto riguarda la prima

scheda bisogna riflettere che nonsiamo sociologi o filantropi manel servire i poveri è necessarioispirarsi al Vangelo e al carismavincenziano. Il gruppo cresce semettiamo in comune il materialein comune.

Per quanto riguarda la secon-da traccia riflettiamo su ciò che

ha detto Papa Francesco: chiesapovera, sobria, tenera, misericor-diosa. I nostri gruppi e le nostreriunioni diventano luoghi di rela-zioni positive, luoghi di ricercadella volontà di Dio, luoghi dimaturazione umana, luoghi direciproca stima e di corresponsa-bilità rispettando il peso di unruolo o di un compito.

Per quanto riguarda la terzatraccia è necessario sapere doveandiamo, trovare come andarci,fare la “verifica”.

Ci siamo divisi in gruppi econ le varie riflessioni sono staticompilati dei cartelloni che sonostati consegnati a padre Biagio ealla presidente regionale Anna-maria Fedele.

Successivamente sarannocompilate delle sintesi che la pre-sidente regionale distribuirà allepresidenti provinciali e così poiarriveranno a tutte le volontariedi base.

Ci siamo poi recate in chiesaal “Trullo del Signore”. Qui vi éstata una bellissima festa per icinquantanni di matrimonio di

Lucia Tedesco: la chiesa era ad-dobbata con bellissime rose e so-no stati distribuiti dei libricinidella Messa con i nomi di Nunzioe Lucia. Dopo le letture fatte dallapresidente regionale AnnamariaFedele c’è stato il rinnovo dellepromesse nuziali e la benedizionedegli anelli. In questo momentoLucia era particolarmente emo-

zionata. All’offertorio, i nipotinidi Lucia hanno portato i doniall’altare. Dopo vi è stato il pranzoe sui tavoli c’erano i confetti deglisposi con un simpatico cuoricino.

Molte le manifestazioni diaffetto per Lucia che ha volutocondivere questo momento digioia con la famiglia vicenziana.

Aspettandoil Natale

CONTINUA DA PAG. 1

Per chi dunque è il Natale?Lo leggiamo al capitolo 2 di Luca:per i poveri, per quelli che sonoe sanno della povertà della condi-zione umana.

Un uomo nasce piccolo e in-digente; e quando invecchia ritor-na debole e indigente.

In mezzo ci sono gli anni dellamaturità nei quali uno può illuder-si di essere forte e potente. Inrealtà siamo e rimaniamo deboli,che lo si voglia o no. E varrebbela pena confessarlo a noi stessi,anzitutto; poi, forse, anche aglialtri.

La persona efficiente si speri-menta incapace di guidare il figlioadolescente; di coltivare i suoirapporti affettivi, si scopre schiavo

di invidie e pulsioni e meschinitàche non riesce a dominare...L’uomo fisicamente perfetto emoralmente integro è un’ideabellissima che, però, non si vedeincarnata da nessuno. La fragilitàdella condizione umana ci stasopra la testa come una “spada diDamocle”. Perché non lo confes-siamo?

Perché dobbiamo dire a noistessi di essere forti; e dobbiamofarlo credere agli altri. Eppure ilfiglio di Dio, facendosi uomo, siè fatto debole; non ha occupatouna reggia, non si è cinto le tempiecon una corona d’alloro, non haimpaurito nessuno mostrando lasua forza invincibile. Si è fattodebole perché non avessimo pauradi riconoscerci deboli.

L’affermazione della nostraforza tende inevitabilmente a di-viderci, a metterci gli uni controgli altri. Dove, invece, la debolez-za dell’uomo è riconosciuta e con-fessata, lì può nascere molto più

facilmente la solidarietà; ci si sentepiù vicini, si condivide meglio, cisi aiuta generosamente. In fondo,se il Figlio di Dio si è fatto piccolo,vuole dire che c’è “Redenzione”anche per le nostre piccolezze, c’èperdono per i nostri egoismi, c’èsperanza nelle nostre delusioni.Per molti il Natale è un giorno disofferenza acuta. Sanno che ilNatale è festa, che la festa è gioia.E siccome, a motivo delle lorodisgrazie, non riescono a gioire,si sentono quasi in colpa; propriola festa degli altri rende ancorapiù acuta la percezione del maleche ti opprime. E se, invece, riu-scissero a capire che il Natale nonè il dovere di sorridere; è inveceDio che si è fatto vicino alle nostreferite perché non ne avessimotroppa paura; alla nostra debolez-za, perché non ci sentissimo soli.

Ci lamentiamo del mondoperché siamo lasciati soli e, nellostesso tempo, facciamo di tuttoper allontanare gli altri. Perché ilsuccesso, per logica sua, rendesolo; e così il potere e così laricchezza. È la debolezza che ac-coglie volentieri gli altri e diventaper loro invito ad avvicinarsi. Soloattraverso la debolezza l’uomopuò sentire la preziosità della te-nerezza di Dio verso di lui. Comesono quindi vere le parole di SantaLuisa “…Egli è riconosciuto soloda quelli che sono poveri in veritàe semplicità”.

Quindi: buon Natale a chi èpovero e sa di esserlo! Buon Na-tale anche a chi è ricco e s’illudedi esserlo.

FILODIRETTOAnno XXI n. 3

dicembre 2013 3PRIMOPIANO

Signore Gesù,dinanzi ai percorsi difficili della vita, a quei percorsi che talora ci appaiono incomprensibili, pericolosi,insensati, donaci la grazia di saperti riconoscere e l’audacia di scoprirvi una intelligenza più profonda,capace di aprirci a una verità più piena.

Allarga gli spazi del nostro cuore e fa che la novità frizzante del tuo vangelo non sia mai allo strettonella nostra vita.

Possa la nostra testimonianza coraggiosa di Volontarie Vincenziane essere per i fratelli più poverila memoria di un amore grande, che rinnova la speranza e dà compimento e pienezza a ogni gioia umana.

Insegnaci non solo a sognare, ma a realizzare i nostri sogni trasformando i nostri limiti in punti diforza!

Se tu, infatti, non sei con noi e non ti fai compagno della nostra sofferenza, rischiamo di cedere allosconforto, di sognare troppo o di non sognare più. Donaci la semplice audacia di presentarci davanti aTe con tutte le nostre difficoltà e di ritrovare il coraggio di osare una speranza forte e vera per noi e peri fratelli che serviamo.

Signore Gesù, risorto dai morti e Signore della vita, donaci la memoria del cuore perché nemmenole evidenze più schiaccianti delle tenebre ci convincano che tutto sia ormai perduto.

Donaci di uscire ogni giorno incontro alla vita, rischiando anche su cammini temerari per nonrinunciare mai alle speranze più belle.

Quanta vita possono aprire “i nostri sì”… e quanta morte “i nostri no”.Nella precarietà generale dell’ora presente non disperi il nostro cuore, perché Tu sei con noi.La paura del domani non ci induca a dubitare della tua mano paterna e provvidente, perché Tu sei

sempre con noi.Aiutaci, Signore, ad eliminare con coraggio tutto ciò che rischia di assorbire energie senza riuscire

più a dare vita.Per intercessione di Vincenzo e Luisa, donaci di guardare in faccia ciò che è già morto, per aprirci

a nuovi cammini di carità audace che sappia raggiungere il cuore e la vita dei nostri fratelli.

O intensa Luce del mio Dio, vieni in mio aiuto, insegnami a parlare, aiutami a tacere, dirigimi nelcamminare, arrestami per sostare presso di Te, affinchè ogni parola detta o taciuta, ogni passo fatto orespinto, tutto sia nella perfettavolontà di Dio.

Tutti i tuoi caldi raggi, o Luce Divina, Spirito Santo, mi diano l’equilibrio dei Santi.

Preghiera

Una giornata specialedi Marisa Caputo

ome sempre ho il compito diorganizzare e programmare

gli incontri regionali del GVVPuglia, compito che assolvo ognivolta con gioia ed entusiasmo,grazie all’esperienza acquisitaprima con la nostra tanto amataSilvia Viterbo e poi con LuciaTedesco che mi ha trasmessol’entusiasmo dell’appartenenzavincenziana e la gioia di servirel’associazione curando i partico-lari, ma organizzare l’incontroregionale del 12 ottobre 2013 allaSelva di Fasano è stato per memotivo in più di piacevole com-plicità.

Quando Lucia, in occasionedel convegno regionale la cui datacoincideva con la data del suomatrimonio, ha espresso il desi-derio di festeggiare con tutte levolontarie di Puglia il suo cin-quantesimo anniversario di ma-trimonio, mi sono attivata conentusiasmo a trovare la sede ido-nea che potesse abbracciare i dueeventi: il convegno e l’anniversariodi matrimonio.

Ho scelto come cornice deidue eventi la bella Selva di Fasanoe come chiesa per la CelebrazioneEucaristica la parrocchia dellaSelva : il Trullo del Signore.

Lucia si è raccomandata chetutto fosse fatto a sue spese epreparato nel segreto, per fare unapiacevole sorpresa alle volontarie,al marito e ai figli.

Grazie alla disponibilità dellavolontaria di Fasano, Anita, cheha messo in contatto Lucia con ilParroco, con il fiorario e con ilfotografo, Lucia, anche se dalontano, ha organizzato tutto inmaniera splendida.

La sorpresa è riuscita !Quando le volontarie, dopo la

prima parte del convegno, si sonorecate in chiesa per la celebrazioneeucaristica, sono rimaste piace-volmente sorprese nel vedere lachiesa addobbata a festa consplendide composizioni di rosedalle tonalità che andavano dalrosa pallido al fuxia e i libretti perseguire la celebrazione del 50^ diNunzio e Lucia disposti perognuno sui banchi che riprende-vano gli stessi colori dell’addobbo.

Emozionante il momento delrinnovo della promessa matri-moniale e dello scambio deglianelli!

Nunzio e Lucia si sono com-mossi e hanno ripetuto la promessadi amore con la voce rotta dalpianto.

Indimenticabile l’offertorio

preparato con amore e presentatoall’altare dai figli presenti allacerimonia e dai piccoli nipoti.

Lucia ha coinvolto nella cele-brazione anche le vincenzianeriservando alle responsabili deiGVV di Puglia la lettura dellaParola e delle preghiere dei fedeli.

Tutte le volontarie, circa tre-centocinquanta, hanno fatto dacornice agli sposi e hanno condi-viso con loro l’emozione del mo-mento gioiosamente sorprese dipartecipare a questo evento, oggicosì raro.

Grande sorpresa poi al mo-mento del pranzo, quando ognivolontaria ha trovato al suo postoun piccolo dono preparato daglisposi il cui ricavato andava a fi-nanziare progetti in Eritrea: unsacchetto di confetti dorati racchiu-so in un magnete formato da duecuori intrecciati con la scritta: “Ilmagnetismo dell’Amore attrae icuori e li unisce per sempre”.

Dono dei GVV di Puglia agli“sposi”, la splendida torta chechiude il pranzo di ogni nostroincontro regionale, questa volta

dedicata al cinquantesimo anniver-sario di matrimonio di Nunzio eLucia che ho avuto cura di farpreparare in maniera splendidacon la scritta “Insieme persempre”.

Un pensiero che è stato gradi-tissimo sia da parte delle volontarieche da parte degli “sposi”.

Il momento del taglio dellatorta è stato fatto in un clima difestosa allegria, con foto, filmino,ecc., e non è mancato nemmeno

il lancio del piccolo bouquet, presoal volo da una volontaria che fraalcuni anni festeggerà anch’essail 50º anniversario di matrimonio.

È bello condividere questi mo-menti importanti della vita di noi volontarie, ci fa sentire veramenteparte di una grande famiglia, ciunisce e rafforza la nostra appar-tenenza.

Grazie Lucia per averci rega-lato questo momento indimentica-bile!

C

stata veramente una bellagiornata la giornata regiona-

le vissuta alla Selva di Fasanoil 12 ottobre 2013.

L’incontro che ha visto ra-dunati tutti i gruppi della re-gione in numero considerevoleè stato organizzato in modoinnovovativo sul tema dellagiornata “Volontariato Vin-cenziano: proposte e prospet-tive,10 gruppi, composti a casoda volontarie provenienti da

tutta la regione si sono con-frontati sui punti di ombra e diluce del nostro servizio nelcontesto delle diverse realtàterritoriali

Dopo un saluto della Pre-sidente Annamaria Fedele e unmomento di preghiera carico dispiritualità di suor Rita, PadreBiagio ha prima spiegato poidistribuito 3 tracce guida peruna riflessione che, partendodal livello personale di ciascunoe passando dal l’esperienza delgruppo di appartenenza, arriva

alla dimensione operativa.

Prima traccia:livello personale

Icona evangelica: prendereil largo e gettare le reti (luca5,1-19).

In ascolto di San Vincenzo:perseverare nel servizio ai po-veri.

Considerazione: coltivarsinella vita spirituale

1. familiarizzare con il van-gelo;

2. approfondire la conoscen-za del carisma dei fondatori.

Esercizio: tracciare un per-corso individuale (quotidiano,settimanale, mensile) semplicee praticabile e tale da facilitarela nostra fedeltà.

Seconda traccia:livello comunitario

Icona evangelica: gli operaichiamati a varie ore della gior-

nata (mt 20,1-16).In ascolto di San Vincenzo:

la bellezza e la forza di stareinsieme.

Considerazione: ai nostrigruppi è richiesto di configurar-si come luoghi di relazioni po-sitive,di confronto, di ricercadella volontà di Dio, di matura-zione, dove ci si educa gioiosa-mente e generosamente allacorresponsabilità all’impegnoal servizio.

Esercizio: definire uno stileadeguato per le nostre riunioni,ricordando che i nostri gruppisono franmmenti nei quali siriflette l’interezza della chiesachiamata a rivelare l’amoretrinitario nella dimensione dellacomunione fraterna e nel farsiprossimi per i poveri.

Terza traccia:i vignaioli infedeli(Marco 12,1-12)

In ascolto di San Vincenzo:sentimenti che deve nutrire chivisita il povero.

Considerazione: nelle no-stre mani il Signore ha conse-gnato un dono prezioso da do-n a r e a n o s t r a v o l t a :evangelizzare i poveri, annun-ciare il regno, infondere la spe-ranza, il rischio e dimenticarele radici, perdere l’orizzonte,ignorare le esigenze della se-quela che abbiamo scelto.

Senza Cristo (Papa France-s c o ) l a c h i e s a d i v e n t aun’azienda preoccupata solo dainteressi tragicamente umani.

Esercizio: definire uno stileadeguato perchè la nostra pre-senza esprima l’attenzione agli

ultimi, la generosità del donodi noi stessi, la passione di te-stimoni credibili perchè creden-ti.

Partendo da queste traccedi riflessione i gruppi hannocercato di evidenziare le ombreda correggere e le luci su cuilavorare e programmare quelloche nel prossimo periodo sarà il nostro impegno di volontari.

Nel pomeriggio 3 relatorihanno fatto sintesi degli inter-venti delle riflessioni e delleproposte che sono scaturite dalconfronto

La proposta innovat i -va,verifica e nel contempo pro-posta di cambiamento, è statagradita da tutti i gruppi che sisono sentiti giustamente parteattiva nel contesto del conve-gno.

La giornata è stata poi allie-tata in modo inaspettato dallaricorrenza dell’anniversario didi matrimonio, 50 anni, di LuciaTedesco e Nunzio Troiano chehanno voluto accomunarci ailoro figli e nipoti, come in unagrande famiglia allargata nellagioia del festeggiamento di que-sta importante data della lorovita di sposi.

Penso di poter, a nome ditutte noi, ringraziare Lucia eNunzio per l’opportunità che cihanno dato e per l’affetto perl’Associazione di cui facciamoparte, affetto che sento di poterricambiare a nome di tutti.

Auguriamo ancora loro tan-ti anni di vita coniugale serenacircondati dall’amore di figlinipoti e sorelle e fratelli vincen-ziani.

FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 20134 FORMA

ZIONE

Una giornata da non dimenticaredi Paola Ciriello

no dopo l’altro, alcuniamici vengono a cercare

un perché, un valore, se maici fosse, in tutte le amarezzedella vita.

Di fronte alle situazioniquotidiane e inevitabili, e pertante altre circostanze che piùo meno si assomigliano, tro-vo la risposta osservando ciòche accade ad un acino d’uvanel suo normale percorso dal-la vigna alla cantina.

Sarebbe un guaio grossose nella vigna incontrassi ungrappolo dorato che amassefarsi fotografare, accarezzare,ammirare…rispettare. Bastaosservare come e quanto gli“manchi di rispetto” il suoagricoltore.

Quando finalmente lo ve-de bello, ingiallito, rigonfioe maturo lo avvicina con laforbice e lo getta nel cesto aconfondersi con gli altri. Dal

cesto lo fa passare nel torchiobuio che, prima ancora cheaccenni a lamentarsi o a pre-tendere “rispetto”, lo stritolasenza “pietà”, liberandolo co-sì da ogni tentazione di nar-c i s i s m o c h e n a s c edall’egoismo.

In questo terribile mo-mento della vita, il grappoloha perso la sua fisionomia,la sua personalità, tutta la suabellezza; si è sentito calpesta-

to, torturato, dilaniato; in unaparola non ha avverti to“nessun rispetto” da nessuno;nel preciso momento in cuiha perduto la dignità di grap-polo, ha potuto diventare vi-no e rivelare a tutti che cosasignifica beneficare l’uma-nità.

Nel vangelo si parla di ungrappolo che non poteva farsi“rispettare” dagli uomini: do-veva inebriare l’umanità.

Per una riflessionedi Andrea Panont

È

U

ono contento di parteciparecon voi a questo incontro, che

auguro sia molto ricco. Desiderodirvi anche che mi sento vostrofratello, anche se non vi conoscotutti personalmente. Mi sentovostro fratello perché apparte-niamo tutti all’unica FamigliaVincenziana.

Come tutti ben sappiamo, SanVincenzo de’ Paoli diede inizionella Chiesa ad una forma ori-ginale di vivere il vangelo, co-mune a sacerdoti (CM), Figliedella Carità e laici vincenziani(nei suoi diversi rami e movi-menti). Pertanto, si tratta di untema che ci riguarda tutti allostesso modo in quanto FamigliaVincenziana: consacrati e laicivincenziani. Dobbiamo dire, aonor del vero, che i laici furonosempre molto presenti nel percor-so di vita di San Vincenzo, sindall’inizio della sua ricerca. Infat-ti, la prima Confraternita dellaCarità fu avviata l’8 dicembre1617. Inoltre, man mano che an-dava scoprendo il suo camminoe la sua spiritualità nella Chiesa,si rendeva sempre più contodell’importanza dei laici nel suoprogetto di missione e di carità.

Oggi, nella Chiesa e nella so-cietà, la Famiglia Vincenziana èuna grande famiglia, forse la se-conda dal punto di vista numerico.In questa riflessione, intitolataAlle radici dell’identità vincen-ziana, vorrei proporvi i quattronuclei centrali che articolanol’identità vincenziana.

IL PRIMATO DI DIOCioè, a Dio va assegnato il

primo posto in assoluto, in modochiaro e indiscutibile, non strumen-tale. Dar a Dio il primato significalasciarsi interpellare da Lui, dargliil primo posto. Sappiamo che Vin-cenzo, per molti anni, passò iltempo ascoltando Dio, perché capìche Dio lo stava interrogando.Furono i primi 17 anni della suaordinazione sacerdotale, dal 1600fino al 1617. Il 1617 ha una grandeimportanza nella vita di San Vin-cenzo, perché segna il momentodella sua conversione. E non sipuò dire che, prima della sua con-versione, fosse un “sacerdotesenz’anima”, come dice il P. Ro-man nella sua biografia. No, perniente. Aveva certamente interesseper i poveri: per esempio, sappia-

mo che conobbe la Confraternitadell’Ospedale della Carità durantela sua seconda permanenza a Ro-ma. Inoltre, visitò varie voltel’Ospedale della Carità di Parigi,al quale fece anche una donazionedi 15.000 libbre nel 1611, anchese sembra che Vincenzo de’ Paolifosse solo un intermediario nelladonazione. Dobbiamo anche ricor-dare il suo lavoro di catechesi coni piccoli della casa dei Gondi e trai contadini delle sue terre…, Erasenza dubbio un buon sacerdote,tuttavia Dio non era il riferimentoassoluto della sua vita.

C’è un momento nel quale siarrende, si apre e si lascia inter-pellare da Lui. È il 1617. Da que-sto momento, le cose appaionomolto meglio riposizionate inVincenzo. Egli sa, con certezza,che è arrivato dove è arrivato,non grazie alle sue forze, ma peropera di Dio. Vincenzo si sa per-donato, accolto, salvato, abitatoda Dio Padre. Si sa “tempio delloSpirito santo”, “dimora di Dio”,come dice San Paolo. Henry Bre-mond ratifica questo primato diDio in Vincenzo, quando dice che“non furono i poveri a portareVincenzo a Dio, ma fu Dio cheportò Vincenzo ai poveri”.

Abbiamo bisogno di fareesperienza di Dio, come ebbe bi-sogno Vincenzo. L’esperienza diDio ci porta a sentire Dio comeQualcuno che è vivo, che agisce,come Qualcuno che cammina alnostro ritmo. Quando si fa questaesperienza, automaticamente Dioappare al vertice dei valori dellavita. L’esperienza di Dio ha moltoa che fare con la preghiera. In findei conti, le due cose vanno insie-me: senza la preghiera non è pos-sibile fare l’esperienza di Dio

nella nostra vita, né renderci contoche è Lui che dirige la storia. Asua volta, l’esperienza di Dio tro-va nella preghiera un mezzo peresprimersi. Perché, se non abbia-mo questa esperienza di Dio, conquale forza sosterremo le nostreconvinzioni più profonde, conche forza ameremo gli altri…?

Più di 40 anni fa, il teologoKarl Rahner affermò, con acutaintuizione, che il cristiano delfuturo dovrà essere un mistico,cioè “una persona capace di farel’esperienza di Dio nella propriavita”. Altrimenti, gli sarà difficilee s s e r e c r i s t i a n o . S equest’affermazione, conosciuta eapprovata da tutti, si riferisce adogni cristiano, a maggior ragioneva applicata ai noi vincenziani.

Non dimentichiamo una cosafondamentale dentro questo pri-mato di Dio: l’immagine di Dioche dobbiamo avere è l’immagineche appare nei vangeli. Com’èquesta immagine? Dio familiare,vicino, pieno di tenerezza, che haal centro del suo cuore i poveri.Questo fu il Dio di Vincenzo, equesto deve essere il nostro. Chie-diamoci, pertanto, che immagineabbiamo di Dio. Al termine delsuo pontificato, Giovanni PaoloII ripeteva costantemente ”nonabbiate paura”. Molti si chiede-vano il perché di tanta insistenza.Egli stesso lo spiegò in questomodo: perché i credenti stannonella mano di Dio e, in essa, de-vono trovare una grande sicurez-za, capiti quel che capiti.

LA MEDIAZIONEDI GESÙ CRISTO

Fu un altro dei pilastri dellaspiritualità di Vincenza ed è, diconseguenza, un altro elemento

centrale della nostra spiritualitàvincenziana. Ciò che Vincenzosottolinea maggiormente dellafigura di Gesù Cristo è il misterodell’incarnazione. Per cominciare.Possiamo dire che la grande dif-ferenza tra la fede cristiana edaltre confessioni è che Dio si èincarnato solo nella nostra con-fessione. Nessun altra religioneprofessa questo nostro misterodell’incarnazione.

È San Paolo che spiega me-glio di tutti questo mistero chetanto spesso Vincenzo contemplònella sua meditazione: “Gesù Cri-sto - dice - pur essendo di naturadivina, non considerò un tesorogeloso la sua uguaglianza conDio, ma spogliò se stesso, assu-mendo la condizione di servo edivenendo simile agli uomini;apparso in forma umana” (Fil 2.6-7). Da parte sua l’evangelistaGiovanni inizia il suo vangelopresentandoci “il Verbo che sifece carne e venne ad abitare inmezzo a noi” (Gv 1, 14).

Tutti i cristiani hanno in co-mune la sequela di Gesù Cristo:Di conseguenza, nessuno può di-chiararsi cristiano fuori di Lui.Ora, ogni famiglia ha la sua formapeculiare di sequela del Signore.Da qui nasce la diversità e la mol-teplicità di carismi e spiritualità,che sono stati, sono e sarannonella Chiesa. Quali sono i trattidi Gesù Cristo che attiraronomaggiormente l’attenzione diVincenzo e attorno ai quali sisono strutturati il suo carisma ela sua spiritualità? I vincenzianidovrebbero riconoscerli per ripro-durli nella propria vita o, secondol’espressione dello stesso Vincen-zo, per “rivestirsi di essi”. Sonoquesti tre: “Adoratore del Padre,Servitore del suo disegno di amo-re ed Evangelizzatore dei poveri”.

1. Cristo, “Adoratore delPadre”

Vincenzo fu catturato da que-sto tratto di Gesù Cristo. Egli è“Adoratore del Padre” perché Ge-sù coltivò verso Dio suo Padregli atteggiamenti di ammirazione,lode, dipendenza e fiducia. “Gesùaveva di suo Padre una così altastima che gli rendeva omaggioin tutte le cose che aveva nellasua sacra persona e in tutto ciòche faceva…” . Da dove viene

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FILODIRETTOAnno XXI n. 3

dicembre 2013 5FORMAZIONE

S

Alle radici dell’identità vincenzianadi P. Javier Álvarez, CM

Scuola delle presidenti e vicepresidenti Regionali G.V.V. - Roma, 23 novembre 2013

(“Senza di me non potete far nulla”, Gv. 15,5)

FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 20136 FORMA

ZIONEquesta disposizione interiore di Ge-sù? Evidentemente non si può spie-gare questo tratto di Gesù,“Adoratore del Padre”, né gli atteg-giamenti a cui esso dà luogo, se noncomprendiamo la sua intensa vita dipreghiera. Questa era per Gesù Cristopiù che il respiro della propria anima.In essa va scoprendo chi è Dio, chiè Lui, che relazione esiste tra Lui esuo Padre, qual è la missione che ilPadre gli ha affidato. In definitiva,nella preghiera Gesù trova la granderisorsa per mantenere consapevol-mente l’unità tra Dio Padre e Lui.Ed una intensa vita di preghiera dàalla persona un senso di Dio ed unaprofondità di sguardo che è impos-sibile acquisire con altre azioni, perquanto valide esse siano. E ‘la sag-gezza dei semplici, dei quali ci par-lano i Vangeli (cfr. Mt 11, 25) e cheha a che fare con l’immagine di DioPadre.

Inoltre, Gesù era “Adoratore delPadre”, perché durante tutta la suavita egli fu attento a compiere la Suavolontà. Molto spesso, Vincenzoenfatizza questa caratteristica. Basti,per ora, questa citazione: “Il Figliodi Dio non ha fatto nient’altro interra che la volontà del Padre suo,per tutta la vita ha seguito le regoledel suo divino Padre, anche quandonon erano scritte, perché le cono-sceva prima di venire al mondo esi offrì di venire al mondo proprioper osservarle. E le osservò cosìperfettamente in tutte le cose, chenon fece nulla più che ciò che sapevaconforme ad esse e gradito a Dio”.Quando Vincenzo parlava ai missio-nari e alle suore della necessità dicompiere in tutto la volontà di Dio,pensava a Gesù Cristo, il cui ciboera “fare la volontà del Padre”. Quiun vincenziano può trovarel’esempio, il percorso e la motiva-zione più profonda.

Imitare questo tratto di Gesùcome “Adoratore del Padre” significaper un vincenziano due cose: primo,essere alla continua ricerca dellavolontà di Dio. “Signore, cosa vuoida me in questa tappa concreta dellamia vita, in questa particolare situa-zione? Cosa devo fare in questo mo-mento, Signore, o come dovrei com-portarmi?”. Queste sono le domandeche spesso devono affiorare sullalabbra di ogni seguace di Vincenzo.

Per scoprire la volontà di Dio,Vincenzo ci invita ad approfondirele Scritture, a seguire gli orientamentidella Chiesa e ad interpretare gliavvenimenti che accadono nel nostromondo, che sono come segni di Dio.È ciò che oggi è indicato conl’espressione “segni dei tempi”. Vin-cenzo è stato un vero maestronell’interpretare e vedere in essi lavolontà di Dio. Ci propone anche ilseguente metodo pratico per cono-scere la volontà di Dio: davanti aduna domanda o ad una situazionedifficile, quando non si sa facilmente

quale dovrebbe essere il comporta-mento da mettere in atto, possiamochiederci come Gesù avrebbe agito.Sicuramente, la risposta che diamo,ci dirà in che direzione va la volontàdi Dio.

Ora, però, non basta sapere qualè la volontà di Dio per essere“Adoratori del Padre”. Abbiamobisogno, in seconda battuta, di ap-provare, accettare e compiere quantoè stato scoperto come la volontà diDio. “Non chiunque mi dice: Signo-re, Signore, entrerà nel regno deicieli, ma colui che fa la volontà delPadre mio che è nei cieli” (Mt 7,21). L’esempio di Gesù è chiaro estimolante: la volontà di Dio lo portòpersino a prendere su di sé la croce.Non è sempre facile afferrare e com-piere la volontà di Dio. Ci vuolecoraggio, “parresia”. Abbiamo biso-

gno, insomma, dell’aiuto delloSpirito Santo. Nel titolo di questaconferenza ho citato Giovanni 15:5.Qui ci viene ricordato che senza diLui non possiamo fare nulla, ma conLui potremo fare molto.

2. Cristo come “Servitore delprogetto amoroso del Padre”

Il piano di Dio per l’umanità èun disegno di amore: Dio ha creatogli esseri umani per stabilire con loroun rapporto di amicizia (cfr. Gn 2 ,5-25) . Dopo il peccato, Dio stessopropone l’Alleanza perché l’uomopossa avere, ancora una volta,l’accesso a Dio (cfr. Es 19 ss). Poiviene la elezione del popolo di Isra-ele, l’invio dei profeti, la venuta diGesù Cristo ... Tutte queste e moltealtre iniziative non hanno altro mo-tivo di essere che la comunicazionedi Dio con l’umanità, della qualenon si può dimenticare. La S. Scrit-tura usa le immagini tanto vigoroseed evocative come quelle di unachioccia con i suoi pulcini o di unpastore che si prende cura del suogregge (cfr. Sal 22). Così è Dio neiconfronti dell’uomo che ha creato.A partire da questo “progettod’amore” non si potrà mai pensarea Dio e all’essere umano come adavversari o rivali: Dio ha creatol’uomo ed è determinato a renderlofelice. L’ uomo, da parte sua, ha

bisogno di Dio per costruire la societàumana. L’uomo senza Dio diventaun essere alienato e vuoto. Solo quan-do possiede Dio si completa e sicompie. Il disegno di Dio si completaquando la Sacra Scrittura dice che,all’interno dell’umanità, Dio ha unapredilezione particolare per i suoifigli più bisognosi e per le situazionipiù difficili . Se nel nostro mondovediamo come i genitori naturali sioccupano, con molto più interesse eintensità, dei loro bambini più biso-gnosi e meno dotati , come potrà nonfare la stessa cosa Dio nostro Padre?Infatti, la Scrittura ci assicura che:“Se voi che siete cattivi, sapete darecose buone ai vostri figli, quanto piùil Padre vostro nei cieli…” ( Mt 11,13) .

San Vincenzo è affascinatoquando Gesù si dice inviato ai poveri

e agli oppressi. Certamente c’è inGesù una specialissima e innegabilededizione a coloro che vengono abi-tualmente emarginati dalla società:i miserabili, i peccatori, le prostitute,i bambini, i pubblicani disprezzati… “Gesù si dedicò ai poveri, airicchi solo di passaggio”, arrivò adire San Vincenzo. Mai un leadercosì alto si dedicò a cose così basse. Mai nessuno così concentrato sullecose spirituali ebbe tanta attenzionepere i problemi materiali del popolo.Questa dedizione all’umanità piùumile e sporca, ha sconcertato i suoicontemporanei e i potenti di tutti itempi . Questa predilezione, chevediamo messa in pratica, la si trovaanche nella teoria . Quando Gesùdice che è il prossimo, dice che ècolui che si trova nella sofferenza enella miseria (cfr. Lc 10 , 29 ). Quan-do nomina i preferiti del suo regno,questi sono i poveri , gli afflitti, coloroche hanno fame, i perseguitati per lagiustizia (cf. Lc 6 , 20 ). Questatenerezza di Gesù per i poveri è qual-cosa di inaudito tra i grandi leaderdella storia. A San Vincenzo nonsfuggì questo sguardo misericordiosodi Gesù Cristo.

3. Cristo, “Evangelizzatore deipoveri”

Vincenzo viene catturato da que-sta terza distintiva di Gesù Cristo.

Quando Egli viene alla sinagoga diNazareth, la prima cosa che fa èpresentarsi in questo modo, applican-do a sé il capitolo 61 di Isaia: “LoSpirito del Signore è su di me, perchémi ha mandato a portare il lietoannuncio ai poveri” (Lc 4, 18). Intutti i Vangeli, questo breve discorsopuò essere qualificato come un vero“discorso programmatico”. L’interavita di Gesù Cristo non sarà che unaspiegazione di questo passo. SanVincenzo si sentì così penetrato daquesta caratteristica di Gesù Cristo,ne fu così segnato, che sentiva ognigiorno di più il bisogno di fare ciò.Quando Vincenzo scoprì la situazio-ne dei poveri contadini (totalmenteabbandonati e ignoranti per quantoriguarda la conoscenza del messag-gio evangelico) non riuscì più a con-tenere l’indicazione che lo SpiritoSanto gli stava suggerendo. Da quelmomento la sua vita cambiò rotta esi rivolse ad evangelizzare i poveri, proprio come il Figlio di Dio. GesùCristo, evangelizzatore dei poveri,non solo ha ispirato e ha segnato lasua spiritualità, ma ha anche orientatotutte le istituzioni fondate nel corsodella sua vita.

Ma che cosa significa“evangelizzare”? Vincenzo dice che“evangelizzare i poveri non vuol diresolo insegnare i misteri necessarialla salvezza, ma fare tutte le cosepredette dai profeti per realizzare ilVangelo”. E, secondo lo stesso GesùCristo, evangelizzare è “predicare labuona novella ai poveri, guarire gliafflitti di cuore, proclamare la libertàai prigionieri, dare la vista aiciechi…” (Lc 4, 18-19 ). In altreparole, evangelizzare significa pre-sentare il Vangelo in parole e gestisignificativi, con opere concrete. Èdare speranza alla gente che mancadi essa, sia sul piano materiale chesul piano spirituale. E questo perchéil Vangelo abbraccia tutta la persona.Gesù non è venuto a stabilire stranedicotomie tra corpo e spirito, ma asalvare in forma temporale ed eterna.P e r t a n t o , i l V a n g e l o el’evangelizzazione riguardano il ser-vizio corporale e spirituale ai poveri.Alcuni documenti della Chiesa, adesempio l’esortazione apostolica Vitac o n s e c r a t a , p a r l adell’evangelizzazione in termini iden-tici: “Servire i poveri, dice, è un attodi evangelizzazione e, allo stessotempo, segno di autenticitàevangelica” . Da quanto detto possia-mo facilmente giungere a questa con-clusione: qualsiasi servizio materiale,per quanto umile possa essere, nonva visto solo come una testimonianzapositiva in vista dell’evangeliz-zazione, ma come opera evangelizza-trice di prim’ordine, che rende attualela salvezza di Gesù Cristo.

Diventare evangelizzatori deipoveri, come lo furono Gesù Cristoe San Vincenzo, presuppone di la-sciarsi raggiungere dall’amore di Dio,

FILODIRETTOAnno XX n. 3

dicembre 2012 7FORMAZIONElasciarsi bruciare dentro come se sitrattasse di un fuoco. Usiamo questaimmagine perché è San Vincenzostesso che la usa spesso. Pertanto, sesi vuole trasmettere con un minimodi coerenza la Buona Novella, dob-biamo prenderci cura del nostro viso,perché non si può dare una buonanotizia (e un servizio ai poveri è unabuona notizia in azione) con unafaccia triste e amareggiata. Spesso icredenti sono stati accusati di viveretroppo ancorati nel “Venerdì Santo”.Non dimentichiamo che il VenerdìSanto porta alla Domenica di Pasqua.Questo è ciò che è definitivo, nonquello. La tristezza prolungata rifiuta,in pratica, la risurrezione di GesùCristo; invece la gioia spontanea delmistero della Redenzione aggiungecolore e brillantezza alla vita. Quandodiciamo che, come vincenziani, dob-biamo curare il nostro viso, in realtàdiciamo che dobbiamo curare la fede.Questo è il volto dello spirito, il segnodistintivo dell’evangelista.L’esortazione apostolica Evangeliinuntiandi ha detto chiaramente chel’uomo contemporaneo ascolta più itestimoni che i maestri o, se ascoltai maestri, lo fa perché sono dei testi-moni di ciò che vivono all’interno.

LA PASSIONE PERIL MONDO E PER I POVERI

A partire dal primato di Dio edella sequela di Gesù Cristo Vincenzode Paoli incorpora nella sua spiritua-lità ciò che vi è di più originale inessa, rispetto ad altre spiritualità delsuo tempo: i poveri.

Penso che il film su MonsieurVincent di Jean Arnouilh ci avvicinaalla possibile esperienza dei poveriche fece San Vincenzo e che lo portòa ripetere, con tanta forza e convin-zione, che Dio si identifica con ipoveri e che questo porta a Dio. Aun certo punto del film, la telecameraindugia per alcuni secondi sugli occhidi Vincenzo. È un primo piano. Ilsuo sguardo è fisso, perso, senzaconcentrarsi su un punto particolare.Le sue mani sono raccolte. Tuttoindica che è molto concentrato su uncerto pensiero o una certa esperienzainteriore. All’improvviso le sue labbrasi aprono delicatamente e a malapenasi coglie questa frase: “Perdono,Signore, perdono, non lo sapevo”San Vincenzo ha appena fatto lagrande scoperta che ha trasformatola sua vita. Ora comprendeva moltoprofondamente e molto chiaramenteil capitolo 25 di Matteo: “Ogni voltache avete fatto queste cose a uno deimiei più piccoli , l’avete fatto a me”.Naturalmente Vincenzo conoscevaquesto passo e lo aveva meditatomolte volte, ma è in quel momentoche gli diventa particolarmente chia-ro, con una profondità e un sensocompletamente nuovi. Fu una folgo-razione che lo colpì personalmentee a partire da essa cominciò a vederela vita in modo diverso. Se Gesù

Cristo si identifica con i poveri ,significa che nel servire loro e lavo-rare con loro, si può incontrare Dio.Così pensò San Vicenzo. E questasemplice conclusione lo ha portatoa iniziare nella Chiesa una spiritualitàche integri azione e contemplazione.

Niente di meglio, per capire ilcuore della spiritualità vincenziana,che quella famosa leggenda che halasciato Albert Camus: San Demetrio“aveva un appuntamento con Diostesso in persona e si affrettava perarrivare all’appuntamento quandoincontrò un agricoltore che aveva ilcarro incastrato. Allora San Deme-trio lo aiutò. Il fango era denso e labuca profonda. Dovette lottare perun’ora. E quando finì, San Demetriocorse all’appuntamento. Ma Dio nonc’era più”. E Camus concluse: “Cisarà sempre chi arriva in ritardo agliappuntamenti con Dio, perché cisono troppi carri nel pantano e troppifratelli da aiutare”.

Vincenzo, come se avesse saputoin anticipo la lamentela del famosopremio Nobel, disse alle Figlie dellaCarità: “Se fosse volontà di Dio chedoveste assistere ad un malato ingiorno di domenica, invece di andareall’Eucaristia, anche se d’obbligo,dovreste farlo. Questo si chiamalasciare Dio per Dio” (IX, 725).

“Lasciare Dio per Dio”. Conquesta frase immortale Vincenzorisponde a Camus. Per Vincenzo nona r r i v e r à m a i i n r i t a r d oall’appuntamento con Dio, che siferma a tirar fuori un carro da unsolco. “Lasciare Dio per Dio nonsignifica lasciare Dio” (IX, 297).Che cosa significa questo per unseguace di Vincenzo? Che si incontracon Dio quando si va in cappella,quando partecipa all’Eucaristia, quan-do prega. Ma si incontra con Dioanche quando fa qualche servizioalle persone bisognose. Per Vincenzoe per noi, la preghiera e l’azione nonsono azioni completamente diverse.Entrambe hanno il denominatorecomune della presenza di Dio. Ab-biamo bisogno, però, di agire e viverecon la convinzione e la freschezzache ci dà Matteo 25: “Ogni volta cheavete fatto queste cose a uno dei mieipiù piccoli, l’avete fatto a me”.

LA ORGANIZZAZIONEDELLA CARITÀ

Non si può essere con i poverisenza, allo stesso tempo, lottare con-tro la povertà e le cause che la pro-vocano. Purtroppo, questa verità la-palissiana è stata ed è troppo spessodimenticata dai cristiani. Questa ne-gligenza equivale per Vicenzo a smet-tere di essere cristiani: “Vedere qual-cuno che soffre - ha scritto Vincenzo- e non partecipare con lui alla suamiseria, è come essere cristiani di-pinti, non avere umanità, essere peg-gio delle bestie”. Così chiaro e forte.E lui, che è uno dei pochi santi chehanno avuto il senso della realtà eco-

nomiche e dell’efficacia organizzati-va, mette in moto tutto un sistemacompleto di azione sociale, che an-cora oggi a molti sembra rivoluzio-nario. Questo piano di carità com-prende tre aree:

• Cominciò con l’azione assi-stenziale. Sollecitato dalla malattia,la fame, la disoccupazione, la guerra,l’abbandono persistente. Un’azioneche non sparirà più dalla sua vita, dalsuo messaggio, né delle istituzionida lui fondate. Organizza, durante laGuerra dei Trent’anni e quella delledue fronde, una vasta rete di raccolta,conservazione e distribuzione degliaiuti che arrivano alla maggior partedella Francia.

• Non si ferma a questo primolivello. Come è naturale ed inevita-bile, lo completa con il secondo,l’azione promozionale. Con essacerca di fornire i mezzi perché i po-veri, personalmente e collettivamente,siano protagonisti della propria cre-scita umana e cristiana. “Non appenauno abbia un po’ di forza per lavo-rare, sarà necessario acquistare al-cuni strumenti conformi alla suaprofessione, ma senza dargli di più.Le elemosine non sono per coloroche possono lavorare”. Così pensae si esprime Vincenzo. Questa azionepromozionale agisce sulle cause dellapovertà diffusa in diversi settori dellasocietà. E dura fino a quando essisaranno in grado di tirarsi fuori dallaloro situazione.

In termini generali, questo è ciòa cui si tende oggi, quando si vuollavorare per i poveri con la metodo-logia del “cambiamento sistemico”.

• Ma la realizzazione del suovasto piano sociale comprende unterzo livello: la denuncia profeticadell’ingiustizia. Comprende che ilcristiano, spinto dall’amore di Cristoe dei suoi fratelli, non solo deve esseregiusto. È anche necessario impegnarsinella lotta per la giustizia, comeespressione di carità.

Chiunque si avvicina, senza pre-giudizi, alla vita di Vincenzo troveràuna quantità enorme di parole, atteg-giamenti e scelte, con le quali cercadi impedire alla società di continuaread essere una macchina che producepoveri. Per questo si compiace nelpresentare come modello Suor Gio-

vanna Dalmagne che “rendendosiconto che alcune persone ricche sonostate esentate dalle tasse, per so-vraccaricarne i poveri, disse loroliberamente che era contro la giu-stizia e che Dio li avrebbe giudicatidi questi abusi”.

Vincenzo stesso non esita alanciarsi in politica in una situazionenella quale il primo ministro, Maz-zarino, è la causa della sofferenzadel popolo. Per questo va a Saint-Germain-en-Laye, dove si trova, perdirgli, come aveva detto anche allaregina, di sospendere il blocco deglialimenti cui era sottoposto il popolodi Parigi. E due anni e mezzo dopo,scrive allo stesso Mazzarino perdirgli, senza mezzi termini, di al-lontanarsi dal regno. E questo perchéritiene che egli sia la causa principaledella sofferenza del popolo. Questaazione politica gli costò un esilio disei mesi fuori da Parigi, come purela rinuncia al Consiglio di Coscienza.Egli sa che il servizio dei poveri hasempre i suoi rischi.

CONCLUSIONEPer concludere, torno nuova-

mente al titolo di questa conferenza:“Alle radici del l ’ ident i tàvincenziana”. “Senza di me nonpotete far nulla” (Gv 15, 5). Quandoci si avvicina alle radici della nostraspiritualità, come abbiamo fatto oggi,ci si rende immediatamente contoche si sta avvicinando al cuore stessodel Vangelo e che, inoltre, questaspiritualità non ci chiude in un mondoa se stante o in un mondo strano, maci getta dentro la vita, in mezzo alle

persone. I due punti di vista sonocerti.

Noi vincenziani siamo personee cristiani che ascoltano il Vangelo,sappiamo chi ci sta dietro a sostenercie poi ci apriamo alla gente. Ci lascia-mo facilmente coinvolgere dalla com-passione, quando vediamo la gentesoffre. Questa è la nostra spiritualitàe il nostro modo di vivere il Vangelonella Chiesa. Allo stesso tempo, sia-mo consapevoli della nostra debolez-za. Per questo sottoscriviamo in pienola frase evangelica “senza di me nonpotete far nulla”. Ora, con Lui siamosicuri che possiamo fare qualcosa.Questo è il nostro segreto.

Cinque pilastri peruna teologia della donna

a cura di M. Michela Nicolais

FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 20138 FORMA

ZIONE

F

Cinque parole, per cinque donneche “rileggono” le frasi pronunciatedal Papa a Rio sulla questione fem-minile, definita una priorità da affron-tare all’interno della più generaleriforma della Chiesa.

ertilità, partecipazione, si-nodalità, reciprocità e condi-

visione. Cinque parole, percinque donne che “rileggono” leparole pronunciate dal Papa, nelviaggio di ritorno da Rio, sullaquestione femminile, definitauna priorità da affrontareall’interno della più generaleriforma della Chiesa. “UnaChiesa senza le donne è comeil collegio senza Maria. E laMadonna è più importante degliapostoli”, ha detto Papa Fran-cesco conversando in aereo coni giornalisti: “Credo non ab-

biamo ancora fatto una profondateologia della donna nella Chie-sa. Non dev’essere solo lavora-trice, mamma. Così è limitata,né fare solo la chierichetta, c’èdi più! Sull’ordinazione delledonne, la Chiesa ha detto no,Giovanni Paolo II si è pronun-ciato con una formulazione de-finitiva. Ma ricordiamo che ladonna nella Chiesa è più impor-tante di vescovi e preti”.

Fertilità. “Sono entusiasta”:è il commento di Lucetta Sca-

raffia alle parole del Papa sulledonne. A Rio, secondo la storica,Papa Francesco ha insistito so-prat tut to sul concet to di“fertilità”, declinato ad amplis-simo raggio. “Anche in altri mo-menti - ricorda Scaraffia - il Papaha detto che una Chiesa senzale donne non è fertile, ma la chia-rezza degli accenti usati a Riorimanda all’idea che in base aquesta fertilità la donna, nellaChiesa, possa produrre idee, pro-poste. Può essere la fonte di quelrinnovamento che Papa France-sco invoca sempre e che è così

difficile da suscitare”. In questosenso, c’è continuità con il suopredecessore: “Anche BenedettoXVI - precisa Scaraffia - eramolto attento alla questione fem-minile all’interno della Chiesa.Con Papa Francesco, si è fattoun passo concreto verso la par-tecipazione delle donne alle scel-te fondamentali per il futuro,anche come presenza capace diguidare la Chiesa a livello dileadership”.

Partecipazione. “È la prima

volta che un Papa pone il proble-ma della necessità di un ripensa-mento della presenza femminileall’interno della Chiesa”. A sot-tolinearlo è la sociologa GiuliaPaola Di Nicola, che mettel ’ a c c e n t o s u l l a p a r o l a“partecipazione” e ringrazia Pa-pa Francesco “per aver apertoquesto spiraglio”. “Quando ilPapa dice che la donna non èsolo lavoratrice e non è solo ma-dre - spiega - mette l’accento sulfatto che la questione femminilenon si può impostare solo ‘adextra’, ma prima di tutto va im-postata ‘ad intra’, e pone conforza la necessità di rifare unateologia della donna”. PapaFrancesco, in altre parole, “vedeche questa assenza della donnanella Chiesa è un segnale di nonevangelicità. Maria c’era nellastoria della Chiesa: come mai èscomparsa? Dov’è oggi Marianella Chiesa?”, si chiede il Papa.Sulla linea della “Lettera alledonne” di Giovanni Paolo II, e

delle intuizioni diBenedetto XVI,che “aveva giàdetto che Maria è‘ p i ù ’ d e g l iapostoli”, il Papapone “la questionedell’esclusione, difatto, delle donnedalla vita dellaChiesa, pur senzadare risposte - maincaricando unaCommissione difarlo - sui modiconcreti dell’eser-cizio di questapartecipazione”.

Sinodalità .Inquadrare anchela questione fem-minile all’internodella più generale,e urgente, riforma

della Chiesa: è il suggerimentodella teologa Cettina Militello,secondo la quale “c’è molta at-tesa che Papa Francesco mettain atto la riforma della Chiesa:il modo in cui si affronterà laquestione femminile, verrà diconseguenza”. Per l’esperta, an-che la questione del ruolo delladonna va inquadrata all’internodella “sinodalità”: “Nella Chiesa- osserva - va realizzata la sino-dalità effettiva, che riguardal’episcopato, le Chiese locali, la

riattivazione dei meccanismidell’organizzazione ecclesiale,tutte questioni ferme ormai dacirca 25 anni”.

Reciprocità. “I cattolici non

devono lasciare gli studi di ge-nere in mano ai fautori diun’antropologia costruttivista -per cui il dato biologico non con-ta, e il ‘genere’ è frutto solo dellacultura - ma al contrario riappro-priarsene per rivalutare la cate-goria della reciprocità tra uomoe donna come modello per larelazione di genere”. ChiaraGiaccardi, docente di sociologiad e l l a c o m u n i c a z i o n eall’Università Cattolica, defini-sce “quanto mai opportune” leaffermazioni di Papa Francescosulla donna, che da Rio possonocontribuire a “rilanciare gli studidi genere a partire da una pro-spettiva cattolica”. Per l’esperta,si può partire proprio “dalla plu-ralità e dalla bellezza delle figurefemminile presenti nel Vangelo,del quale il Papa ha richiamatol’importanza e che possono co-stituire la base per elaborare unateologia che rivisiti il ruolo fem-m i n i l e n e l l a c o m u n i t àecclesiale”.

Condivisione. “Serve unaprofonda teologia della donnanella Chiesa”. Così Paola RicciSindoni, docente di filosofia mo-rale all’Università di Messina,sintetizza il pensiero del Papa,con il quale “non si può che con-cordare, visto che la complessatematica della questione femmi-nile in ambito ecclesiale è stataaffrontata, con rarissime eccezio-ni, solo dalle teologhe donne. Chehanno offerto dei contributi inte-ressanti, ma che non hanno avutoancora l’opportunità storica diconfrontarsi sul tema con i colle-ghi maschi, per dare vita a unaprofonda teologia, che sia espres-sione di tutti, uomini e donne”.È questo, per la filosofa, “uno deimotivi della scarsa incidenza, an-cora, di una riflessione approfon-dita e condivisa nella Chiesa sullaquestione femminile”.

I suggerimenti di LucettaScaraffia (fertilità), Giulia PaolaDi Nicola (partecipazione), Cet-tina Militello (sinodalità), ChiaraGiaccardi (reciprocità), PaolaRicci Sindoni (condivisione).

FILODIRETTOAnno XXI n. 3

dicembre 2013 9FORMAZIONE

La Madonna, nel disegno divino,è l'opera nella quale non si riscontra

alcuna imperfezionedi Egidio Chiarella

iamo innamorati di Maria?Oggi, mentre ricordiamo

l’immacolato concepimento dellaMadre di Dio, come si pone lasocietà dinnanzi a questo grandemistero? È consapevole che do-narsi e affidarsi alla Madonnarappresenta lo scudo necessarioper non essere inghiottiti nellesabbie mobili del relativismoaccattivante e imbevuto da unafalsa centralità dell’uomo? Inquesto nostro tempo purtropposi è persa la dimensione sopran-naturale, scivolando in un buo-nismo di facciata che salva leapparenze, ma lascia intattol’inquinamento interiore. La ca-techesi avviata in questi giornidal teologo e pastore, Mons.Costantino Di Bruno, che spessomi pregio di citare nelle mie ri-flessioni e di cui oggi ne riporto,in toto, il pensiero su Maria, cista guidando su un percorso cheporta a non vergognarsi dalvangelo, per non caderenell’ipocrisia del credente agettoni! Eppure della Madonnasi parla poco o ci si vergogna difarlo! La citiamo di certo e disolito nelle ricorrenze, in alcunimomenti sacri o incontri ad hoce poi? Si preferisce il linguaggioc o r r e n t e , m a g a r i f i g l i odell’immoralità, della superfi-c ia l i tà , del l ’es ter ior i tà edell’ipocrisia, di cui nessuno peròsi vergogna! Papa Francesco dal

primo suo saluto al mondo si èaffidato alle Sue cure e ha alzatogli occhi al cielo, per chiedereprotezione lungo il suo nuovo edifficile cammino di Vicario diCristo. L’ha poi invocata per lapace in ogni angolo del mondo,al di là del censo, della razza,della religione, della posizionesociale. Questo Papa è di Maria!

Ogni fedele e devoto figliodella Vergine Maria, con una an-tica invocazione, così si rivolgealla Madre celeste: “Dignare melaudare te, Virgo sacrata. Da mihivirtutem contra hostes tuos”.“Rendimi degno di lodare te, Ver-gine santa. Dammi la forza controi tuoi nemici”. Mons. Di Brunoscrive che nessun uomo sulla terra

è capace di celebrare degnamentele lodi della Vergine Maria. Tuttele parole umane, le frasi più no-bili, i concetti più elevati e pro-fondi sono sempre inadeguati. LaVergine Maria è infinitamenteoltre ogni nostro pensiero, ogninostra formulazione di lode, ogninostra concettualizzazionedell’altissimo mistero che il Padrenostro celeste ha voluto e vuolerealizzare attraverso di lei, la Don-na grandissima per la sua umiltà.Solo lo Spirito Santo può cantarein pienezza di verità le lodi dellasua Mistica Sposa, della vera Fi-glia del Padre, della Madre delVerbo della vita. Lui però ha na-scosto tutto nel suo cuore, ha si-gillato il mistero della Madre diDio. Solo di volta in volta donaqualche goccia di conoscenza edi sapienza, perché mai ci abi-tuiamo alla grandezza della Ma-dre celeste. La Vergine Maria,sottolinea ancora il sacerdote,dovrà essere sempre più nuovaai nostri occhi, sempre più vera,sempre più immersa nel mistero,sempre più eccelsa ed elevata,sempre più facente parte in modounico della mistero della reden-zione. Così agendo ci dona lagioia di scoprire sempre cosenuove sulla Madre di Dio, coseinimmaginabili, impensabili an-che per la fantasia più fantasiosa.

Questa grazia dobbiamochiederla sempre ugualmente allaVergine Maria. Lodare degna-mente la Vergine Santa è puragrazia di Dio. Lui ha pensato efatto così la Madre del suo Divin

Figlio. Lui deve concederci las a p i e n z a , l a s a g g e z z a ,l‘intelligenza per comprendere labellezza del suo Capolavoro. Ilteologo, assistente centrale delMovimento Apostolico, affermache la Vergine Maria è il veroCapolavoro di Dio. È lo splendoredella sua creazione. È l’idealeperfettissimo di ogni opera delPadre. È opera così unica, cosìoriginale, così speciale, cosìparticolare che anche se volesse,non ne potrebbe creare una simile.Maria è l’unicità di Dio. La suaimmagina esatta. In Lei può ris-pecchiarsi quasi per intero. Puòvedere se stesso più chenell’intera sua creazione. Pos-siamo affermare che la VergineMaria è l’immacolata concezionedi Dio. Questa affermazione si-gnifica una cosa sola: Maria, neldisegno eterno di Dio, è l’operanella quale non si riscontra alcunaimperfezione. In tutte le altre cre-ature, uomini e angeli, Dio puòtrovare dei difetti, avrebbe potutocrearli in un altro modo. Mariapoteva essere creata solo in questomodo e in nessun altro. Se unaltro modo fosse stato possibile,Dio l’avrebbe fatto. Nessuna bel-lezza deve essere negata a Maria.Nessuna santità. Nessuna perfe-zione. Nessuna virtù. È questo ilmotivo per cui Dio si può rispec-chiare tutto in Maria. Monsignorechiude evidenziando che di Mariala nostra lode può proclamaretutto il bene, il bene pensato e dapensare, immaginato e da imma-ginare, la bellezza vista e quellada vedere. Alla Vergine Mariamanca solo la divinità, l’eternità. Ogni altra cosa le è stata conferitada Dio. Lei non è stata privata dinessuna bellezza fisica, spirituale,morale. Dio l’ha voluta senzaalcuna macchia. L’ha voluta tuttabella. Mi auguro che l’uomo ca-pisca veramente che la VergineMaria sia il vero capolavoro diDio e affidandosi a Lei porti ilmondo a ritrovare il suo realesplendore sociale, morale, politicoed economico. Oltre, lo verifichia-mo ogni giorno, c’è il vuotodell’apparenza, manca la visionesoprannaturale capace di capireil capolavoro di Dio.

S

FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 201310 AREA

PROGETTI

“Senza età 2011”a cura di Mariella Moraglia

l Servizio Civile Nazionale,istituito con la legge 6 marzo

2001 nr. 64, che dal 1° gennaio2005 si svolge su base preva-lentemente volontaria, in partea n c h e r e t r i b u i t a , èl’opportunità messa a dispo-sizione dei giovani, dai 18 ai28 anni, di dedicare un annodella propria vita a favore diun impegno solidaristico intesocome impegno per il bene ditutti e di ciascuno e quindicome valore di coesione so-ciale.

Per il terzo anno, i vo-lontari del Servizio Civilehanno affiancato, e affian-cheranno anche nel 2014, leoperatrici socio sanitarie, le

assistenti sociali, le Figliedella Carità, le cuoche, lasegreteria, i l servizio diEconomato della Casa di Ri-poso S. Vincenzo de Paoli diPalo del Colle, con lo scopocomune di vivere e far vivere,in uno scambio osmotico,momenti di vita quanto piùpossibile consoni alla dignitàdella persona, indipendente-mente dall’età, sesso e con-dizione sociale.

Il Gruppo di VolontariatoVincenziano di Palo del Colle,sotto la guida vigile e attentadella Responsabile Regionaledel Servizio Civile, LuciaTedesco, e la tenacia dellavolontaria vincenziana Ma-

riella Moraglia, segretaria re-gionale dei GVV A.I.C. ItaliaPuglia Onlus, ha dato il via aquesta nuova esperienza per igiovani di Palo e dei paesi li-mitrofi.

Ha lavorato in rete conl’Amministrazione Comunale,con l’Amministrazione dellaCasa di Riposo, con le Figliedella Carità, per salvaguardaregli anziani che rappresentanoil bene comune della cittadi-nanza palese.

Senza un’intesa di fondosugli obiettivi e sulle risorseumane e non della Casa, nonsarebbe stato possibile portareavanti un Progetto di ServizioCivile Nazionale.

Un sentito ringraziamentova alle persone preposte peraver creduto in un progettocomune.

Nel 2009, con il Progetto“Old Time”, ha lavorato la vo-lontaria Monica Vero; nel2012, con il Progetto “Senzaetà 2011”, hanno lavorato altri3 volontari: Annalisa Fontana,Annarita Masiello, Michele Pe-rillo; nel 2014, con il Progetto“Senza età 2012” lavorerannoaltri 3 volontari, di cui uno conbassa scolarizzazione.

Il Progetto “Senza età2011” è terminato il 31 agosto2012; i tre giovani volontari,con l’impegno giornaliero di6 ore per 5 gg. alla settimana,

per un intero anno, si sono resiutili alla Casa ma anche allacomunità palese; a volte sonostati insostituibili per alcuneiniziative e, soprattutto, hannoaffinato la loro sensibilità ver-so le persone più disagiate epiù indifese.

Ogni mese ci si incontravaper la verifica e si scoprivanelle loro parole, nei lorosguardi, nelle loro espressionil’affetto che nutrivano per inonnini, le complicità che sicreavano con loro, le confiden-ze che ricevevano, la gioia direndersi utili, il desiderio diandare oltre il 31 agosto, datadi scadenza del servizio.

Di volta in volta i volontari

annotavano e fotografavanocon entusiasmo, ma anche contanta serietà, responsabilità eprofessionalità.

Qui di seguito si riportanoi loro pensieri, i loro appunti,la loro esperienza:

“il servizio civile, così co-me noi volontari lo intendiamo,è un servizio alla comunità cherende coloro che ne fanno par-te, cittadini attivi. Si ponel’obiettivo primario di rispet-tare la legge italiana, principal-mente l’art. 3 della Costituzio-ne che focalizza l’attenzionedegli italiani sull’uguaglianzasostanziale. Ma cosa intendia-mo per uguaglianza sostanzia-le? La realizzazione concreta

dell’uguaglianza, il sostegnodelle persone più disagiate, lapossibilità di rendere inviola-bili i diritti di tutti, così comesancito dalla Costituzione!

Il volontario, dunque, di-venta cittadino attivo nel mo-mento in cui avverte il sensodell’appartenenza non solo allastretta cerchia familiare, maalla comunità locale, in unaprospettiva più ampia che gliconsente di arricchirsi comepersona e come cittadino.

Nel nostro paese il ServizioCivile è stato accreditato aduna ben nota Associazione diVolontariato, che opera da tantianni nel settore del Sociale intutto il mondo: il Gruppo di

Volontariato Vin-cenziano A.I.C.(Associazione In-ternazionale della Carità) Italia Pu-glia Onlus, fondatada S. Vincenzo dePaoli nel 1617.

Missione delGVV è quella dieducare alla gra-tuità, alla relazio-nalità che rendeautonomo (e maid i p e n d e n t e ) i ls i n g o l o ,all’impegno socio-pol i t ico e a l lasussidiarietà. Inlinea con le indi-cazione del pro-getto “senza età2011” per il Ser-vizio Civile, vintoa livello nazionaledal GVV di Palodel Colle, noi vo-

lontari abbiamo ipotizzato di-verse attività da svolgere du-rante l’anno di volontariato2012-2013. Le attività sono leseguenti:

• Old diary (novem-bre/dicembre);

• Il canto giovane(vari periodi);

• Laboratori (manua-lità, disegno, scrittura);

• C u r a d i s é(all’occorrenza);

• Proiezione video;• Collaborazione con

animatrici del ServizioSociale e uscite;

• Organizzazione fe-ste di compleanno a sor-presa (tutto l’anno).

Alcuni ospiti durante l’attività motoria, nel cortile della Casa di Riposo “S. Vincenzo de Paoli”.

I

Progetto di Servizio Civile - G.V.V. Palo del Colle

FILODIRETTOAnno XXI n. 3

dicembre 2013 11AREAPROGETTI

Old Diary - Nasce dalcuore dei volontari del Ser-vizio Civile, dopo due mesidi attività presso la Casa diRiposo “San Vincenzo dePaoli”, si tratta di una ini-z ia t iva spontanea , conl’intento di portar fuori daquella porta, la bellissima eimportante realtà della per-sona anziana. Vivere con glianziani la quotidianità, legioie e le sofferenze di tuttii giorni, è per noi un grandemomento di crescita, arric-chimento e conoscenza; vo-gliamo parlare dei nostri an-ziani, degli adulti di ieri, e ibambini di un tempo, delleloro esperienze e di quello chehanno da darci ancora oggi.Vogliamo renderli protago-nisti della comunità locale,semplicemente dando vocealla loro esistenza, e alleemozioni che ci regalano si-lenziosamente ogni giorno. Ilgiornalino contiene i raccontifiabeschi di Rosina, le ricettedi nonna Pasqua, i racconti diuna vita spensierata e gioiosadi ciascuno. Inoltre, è statoarricchito da giochi divertenti e impreziosito dalle immaginidelle nostre attività quoti-diane!

Tutti in movimento -Abbiamo proposto agli ospitidella Casa di Riposo un pic-colo programma di attivitàmotoria che ha ottenuto undiscreto successo grazie alladisponibilità e all’entusiasmodi tutti. Riteniamo che lapratica regolare dell’attivitàfisica sia fondamentale per lapersona anziana. Spesso

l’atteggiamento della personadi una certa età è di sfiduciae rassegnazione, frasi tipichecome “ormai sono vecchio” o“non ho mai fatto ginnasticain vita mia” diventano carat-teristiche di molti. Ecco per-ché è necessario dare agli an-ziani stimoli e indicazioniprecise, che servono a comu-nicare fiducia e maggior sicu-rezza in se stessi. È fondamen-tale far sentire loro di essereancora validi e convincerlidell’importanza di fare eserci-zi fisici, necessari per mante-nere un cer to grado d iautonomia e sicurezza moto-ria. L’anziano deve esser mo-tivato alla finalità del movi-m e n t o , s o l l e c i t a n d ol’attenzione del proprio corpo,la prontezza dei riflessi e lamemoria, e soprattutto devemigliorare l’equilibrio, perevitare rovinose cadute.

Il canto e i laboratori - Per canto giovane si intendeil ripristino del genere musi-cale di un tempo, mediante unlaboratorio musicale. Il cantoè un tuffo nel passato, un viag-gio nelle origini e nelle tradi-zioni in cui ci si sente giovani, forti e belli. Il canto è accom-pagnato dalla mimica facciale,dalla gestualità, dai sorrisi, daquegli occhi soddisfatti cheriempiono il cuore di gioia.Sebbene il fluire del temposcavi le rughe, spenga le tona-lità e le vitalità, le care nonni-ne riescono, attraverso il can-to, a portare alla luce questequa l i t à r ing iovanendos iall’improvviso.

La giovinezza, infatti, non

è un periodo della vita ma unostato d’animo. L’attività è sta-ta condotta a periodi alterniai laboratori artistici aventi imedesimi obiettivi.

Tra questi: la realizzazionedi lavoretti durante i periodifestivi, attività di pre-grafismoper gli ospiti analfabeti, conun ospite è stato possibile at-tuare un laboratorio di inglese.Infine sono state attuate occa-sionalmente delle video proie-zioni di festival della musicaanni 70/80, sketch di film co-mici, fotografie di eventi con-divisi insieme durante l’anno.

Cura di sé - Il laboratoriodella cura di sé nasce conl’intento di aiutare le ospitidella casa a recuperare il pia-cere di sentirsi belle e curate,d a t o l ’ a n n u l l a m e n t o el’estraniamento dal proprioaspetto estetico constatato danoi ragazzi nei primi mesi diservizio civile. Pochi cosme-tici sono stati utili a far ri-splender in loro la bellezzadi sentirsi vive e apprezzate,sfoggiando il loro sorriso mi-gliore, questa attività è statacondotta inizialmente su ini-ziativa di noi volontari e suc-cessivamente su richiesta dellenostre signore. Questo risulta-to è stato sufficiente a dimo-strare che l’obiettivo è statop i e n a m e n t e r a g g i u n t o .All’interno di questa iniziativaci siamo presi l’impegno dic u r a r e a n c h e l ’ a s p e t t odell’interiorità, ritagliandoogni giorno dei piccoli mo-menti di condivisione con cia-scun ospite, finalizzati ascoprire il mondo interiore di

ogni anziano edando a tutti lapossibilità di sen-tirsi ancora uniciproprietari di ri-cordi ed esperienzeimportanti.

O r g a n i z z a -zione di feste dicompleanni - Lafesta a sorpresapiace davvero atutti , bambini ea n z i a n i !L’abbiamo potutoc o n s t a t a r equest’anno che lefeste di comple-anno sono diven-tate un momento dicondivisione e diallegria inaspettatoe tanto gradito dao g n i a n z i a n o !Palloncini, festoni,dolci e regalini,hanno fa t to dacornice ad ognis ingolo evento,

rendendo davvero indimenti-cabile “per un giorno un ospitesi è sentito protagonista!”.L’originalità di questa inizia-tiva ha fatto sì che, accantoalle feste tradizionali, impor-tanti per tutti, ci fosse occa-sione per ciascuno di sentirsiparte di una vera famiglia,uscendo dall’anonimato e co-lorando di nuove occasioni ilcalendario della Casa!

CONCLUSIONIAl termine di quest’anno

di Servizio Civile, possiamoconcludere che è stato possi-bile creare un legame specialecon gli anziani, fatto di parolee di silenzi complici e pienidi affetto. Abbiamo interpre-tato l’anzianità come un ritor-no all’età infantile dove lostupore e la voglia di impara-re, nonostante l’età, sono statii protagonisti assoluti che han-no reso possibile la realizza-zione di ogni attività e il pro-gresso di ogni anziano maanche di noi ragazzi, che ac-c a n t o a l l e n o s t r e“competenze” abbiamo impa-rato a farci piccoli e semplicicome loro, adeguandoci alleloro esigenze e mettendole inatto con umiltà. Per noi questanon è stata una semplice atti-vità retribuita ma l’inizio diun volontariato fatto di passio-ne e continuità.

I volontari: Annarita MA-SIELLO, Annalisa FONTA-NA, Michele PERILLO.

La referente dei Progettidi Servizio Civile: MariellaMORAGLIA.

La “reginetta” della giornata, con la superiore suor Mariella De Vanna.

FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 201312 LETTO

PER VOI

Preti da galeraDal diario di una vincenziana

Scatterà l’ora dei laici? Signore Gesù, donasanti battezzati, santefamiglie, santi preti-beri alla tua chiesa:tutti figli dell’unico Pa-dre, fratelli Tuoi eperciò fratelli fra loro.(Fulvio De Giorni).

di MARISA CARABELLESE

n prete da galera”, erascritto a grandi caratteri

sulla copertina di uno degli ultiminumeri di Famiglia Cristiana. Chisi fosse limitato a queste parolenon si sarebbe reso conto che il“prete da galera” era il benemeritoex cappellano del carcere di Re-bibbia, del quale si parlava in unarticolo all’interno della rivista.

Questo mi ha riportato in men-te l’analogo titolo apparso anni fasulla Gazzetta del Mezzogiorno:“Un prete dietro le sbarre”. Nelleedicole la locandina del giornalecon questo titolo in grande eviden-za e la foto di Don Gennaro eimmediatamente si sparge la voceche don Gennaro è stato arrestato,ipotesi subito smentita da chi siaffretta a leggere l’articolo che èun bellissimo elogio del Parrocodella Chiesa di Santa Teresa aMolfetta.

Don Gennaro aveva iniziatoda alcuni anni a prendersi curadelle detenute del carcere femmi-

nile di Trani che ospitava anchedelle ergastolane e poi ha coinvol-to alcune volontarie vincenzianeed è stata una esperienza indimen-ticabile. Si andava in un piccologruppo, a volte con qualcuno chefaceva da animatore con sempliciscenette che divertivano molto lerecluse, a volte si instauravanorapporti personali e si diventavapunti di riferimento per loro. Perme la conoscenza con Marta (ov-viamente non è il suo vero nome)è iniziata quando don Gennaro miha chiesto se avessi voluto scriveread una detenuta completamentesola, la sua famiglia era in Siciliae i figli non avevano la possibilitàdi venire a trovarla e non le scri-vevano mai, il marito era stato unadelle cause della sua sciagura edera ormai fuori dalla sua vita. Ab-biamo cominciato a scriverci edopo alcune lettere Marta ha co-minciato a confidarsi raccontan-domi cose che, mi ha detto poi,non aveva raccontato neanche allaEducatrice o all’Assistente sociale.Queste lettere l’hanno poi aiutataad ottenere la riduzione della penae la libertà vigilata, poiché io neho parlato con l’Assistente socialeche mi ha proposto di farle leggereal Giudice. Rivelavano i suoi sen-timenti autentici, il suo vero, pro-

fondo pentimento per l’errorecommesso in un momento di an-nebbiamento della ragione, comediceva lei, era convinta che eragiusto espiare e aveva avuto du-rante la detenzione un comporta-mento esemplare. Riuscii poi, conl’aiuto del Sacerdote responsabiledella Caritas di Molfetta a farleavere un lavoro a Roma, condizio-ne indispensabile per poter uscire.Durante i suoi ultimi anni di de-tenzione ho avuto il permesso perpotermi recare a trovarla anche aldi fuori delle visite del gruppo edè stata una esperienza intensa. Matorniamo a don Gennaro che eraveramente un animatore, gli in-contri con le detenute, nel grandesalone dove vi era anche un ma-landato palcoscenico, iniziavanocon una sua breve preghiera e unpensiero spirituale, sobrio e sem-plice. Poi si rideva, si scherzava,si tentavano colloqui personalisoffocati dalla musica ad altissimovolume di una tastiera – a loropiaceva così – portata da ragazzianche loro volontari e si faceva“il trenino”, sempre con a capoun sorridente don Gennaro, matutto questo portava al suo interes-samento per i singoli casi, a col-loqui e confessioni personali, alletante lettere che gli giungevano a

casa – me lo diceva sua sorella –ad aiutarle in tanti modi. Quandosul palcoscenico si improvvisava-no scenette che coinvolgevanospesso le detenute, per poco piùdi un’ora le mura tristi del “salone”sembrava non esistessero più.

Don Gennaro è scomparsoda qualche anno, ancora un picco-lo gruppo va al carcere, ma tantecose sono cambiate, resta indele-bile il ricordo del nostro Parroco,“il prete dietro le sbarre”.

“U

di PASQUALE FALLACARA

ino a quando avremo bat-tezzati invisibili e ‘marginali’?La Chiesa pensata da Gesù tutto

era eccetto una casta sacerdotalechiusa nei suoi privilegi; ciò che peril Maestro era evidente: ogni suoseguace – maschio e femmina chefosse – era soggetto di evangeliz-zazione e non oggetto, era partecostitutiva della comunità e non un‘invitato’. Nessuno era marginaleper Lui. Di ciascuno conosceva lavoce ed il cuore. Lui aveva perfinocontato i capelli sul capo di ciascuno.

La Chiesa è i l f rut todell’eucarestia, nella quale Cristovivo è presente con la potenza dellasua croce, la Chiesa è corpus Christi:Cristo ne è il Fondatore, il Capo, ilSostenitore, il Conservatore, egli lasostiene sia attraverso il suo Spirito,‘anima della Chiesa’ sia con lamissione dei successori degli Apo-stoli e soprattutto del successore diPietro: “si trovano quindi in peri-

coloso errore quelli che ritengono dipoter aderire a Cristo, Capo dellaChiesa, pur non aderendo formal-mente al suo Vicario in terra”.

La Chiesa, nel rispetto dei diffe-renti ministeri,, assicura che ognunodei suoi membri sia oggetto e sog-getto attivo di formazione, e in par-ticolare che i laici non siano solo‘consumatori di senso’ ma‘produttori di senso’ in forza del lorobattesimo e del dono dello SpiritoSanto di cui sono destinatari.

Bisogna incentivare il laico apensare il suo lavoro come missionenel mondo per contribuire alla co-struzione del Regno, incoraggiarloa collaborare con ogni uomo “dibuona volontà”, educarlo ad ascoltarela voce dello Spirito e a contestarele soverchierie del ‘sistema’ sui po-veri,,Far comprendere al Laico chequando egli opera nel mondo dellavoro, nella sua professione, conatteggiamenti di vero cristiano, ca-pace anche di pagare di persona ilconto, è fatto non solo come scelta

personale ma anche in nome diquella Chiesa nel cui seno vive edella cui comunione si alimenta.

I laici, chiamati ad essere «lucenel mondo», si trovano ad esseresoltanto un riflesso significativo delVangelo sull’economia, la politica,il lavoro, la cultura, l’educazione,la pace e la guerra, la fame,l’opulenza. Quanti ministri cattolicinei governi e quanto poco Vangelonell’attenzione alla povera gente nonprivilegiata!

Viene spontaneo chiedersi alloradove sta il difetto. Abbiamo laicipoco coraggiosi, poco formati, scar-samente convinti? O forse una gerar-chia ecclesiale poco incline a‘lasciare’ ambiti prettamente laicalidove l’iniziativa e la libertà sono piùevangeliche dell’obbedienza?

Gli effetti contemporaneidel paradigma clericaletridentino.

La società europea dell’età mo-derna era una società di ceti o di

ordini, strutturati e rigidamente divisain ‘stati’: Nobiltà, clero; terzo stato.In questa società viveva un regimedi ‘cristanità, sia pure ormai divisoe confessionalmente definito: PaesiCattolici e Paesi protestanti cuiusregio eius religio.

Conseguentemente e coerente-mente la Chiesa cattolica, con ilConcilio di Trento puntava su unaprofonda riforma spirituale e orga-nizzativa, che faceva fulcro sul clerodiocesano. Si toglievano precedentiabusi e scandali. Si istituivano i se-minari per formare in profonditàcoloro che dovevano costituirel’ossatura fondamentale della Chiesae, insieme, della cristianità; essendoriconosciuti come un ordine a se.

F

FILODIRETTOAnno XXI n. 3

dicembre 2013 13LETTOPER VOI

La Chiesa cioè si strutturava inmodo speculare allo Stato moderno.E se lo Stato presentava Monarchiaassoluta a sua volta, la Chiesa Catto-lica si organizzava con Monarchiapapale assoluta (con una curia e uncentralismo romano), clero diocesano(uniformemente educato nei semina-ri) che formava l’ossatura fondamen-tale della Chiesa e insieme dellacristianità.

Il paradigma tridentino, a tra-zione clericale, ha efficacementeoperato per tutta l’età moderna, ri-pensandoci poi, con difficoltà, macomunque permanendo anchenell’ottocento e novecento

Il Concilio Vaticano ha, a suavolta, promosso una altrettanto pro-fonda riforma cattolica: se il conciliodi Trento ha fatto centro sul clero ilVaticano II ha fatto centro sul laicato.Perciò se non si promuove veramenteil laicato, non si promuove veramentela riforma cattolica e perciò la nuovaevangelizzazione, indicata e ispiratadal Vaticano II.

Ma perché ciò si realizzi è purnecessario una fase storica di pro-gressiva evoluzione e di superamentodel paradigma tridentino poiché nonsiamo più in una società di anticoregime ma viviamo in una societàdemocratica, laica pluralistica, concrescenti presenze multireligiose nelmondo contemporaneo.

Questo anacronismo spiega la‘coscienza infelice’ ma anche la so-stanziale impotenza di tanti presbiteri,che vorrebbero superare ogni cleri-calismo. A parole, poi, sono ormaipochi coloro che difendono il cleri-calismo: molto di più sono quelli chedi fatto lo perpetuano con i loropensieri, opere ed omissioni.

Non vogliamo chiudere spazialla speranza vi sono tanti piccoligermi di un cammino dove il cristia-no laico può vivere in maniera sana-mente partecipe la sua appartenenzacristiana, compagno di viaggio deipreti anch’essi adulti nella fede econsapevoli degli spazi e dei limitidella propria specifica identità e mis-sione.

Chiesa come popolo di DioY Congar affermava: «chi è il

sacramento della salvezza? Il popolodi Dio. Dove e in che modo? In tuttala sua vita in tutta la sua storia, vissutanella storia del mondo».

Giovanni Paolo II afferma inChristifideles Laici: “in forza dellacomune dignità battesimale il fedelelaico è corresponsabile, insieme coni ministri ordinati e con i religiosi ele religiose, della missione dellaChiesa (n.15); la corresponsabilitàdei fedeli laici nella Chiesa“missione” . Il Papa afferma inoltre:nel contesto della missione dellaChiesa il Signore affida ai fedelilaici, in comunione con tutti gli altrimembri del popolo di Dio, una gran-de parte di responsabilità.

Ci si deve rendere conto che ilRegno di Dio non è questione dicibo, di bevanda (e neppure di nove-ne e di devozione), ma di pace, giu-stizia e “gioia nello Spirito” (Rm14,17-19). Comprendere che il Re-gno di Dio si avvicina quando unuomo con gli occhi fissi al Vangelo,appassionato della vita come lo fuCristo, costruisce pace, ha il coraggiodi amare, difende la giustizia, affra-tella i popoli, critica una finanziariaassassina, soccorre un barbone, de-nuncia l’ingordigia di ricchi cattolicifa spazio agli sventurati, aborredall’idea stessa di respingimento deidisgraziati che approdano tra noi; secomprendessimo tutto questo capi-remmo che la sequela al Cristo nonsi consuma solo tra le quattro muradel tempio, ma sulle strade del mon-do dove l’uomo vive, si dispera e, avolte, ha solo bisogno di qualcunoche lo aiuti concretamente a sperare.

Certo il compito specifico deilaici riguarda - come ha ripetutamen-te evidenziato il Vaticano II nel IV

cap. della LG: “l’animazione dellerealtà temporali. Ma proprio per ilfatto che per il Concilio, Chiesa emondo non sono due realtà parallelema si intrecciano – sono realtà di-stinte inadeguatamente, cioè inserital’una nell’altra impedisce che sipossa appaltare la Chiesa al cleroe il mondo ai laici. Si parla di uno‘specifico’ non di una ‘esclusiva”.Quindi il laico che ha tempo, talentied energie non solo può ma è invitatoa dare disponibilità anche ai servizidirettamente ecclesiali, secondo lostile della corresponsabilità.

La ‘comunione’ ecclesiale nonè uniformità e appiattimento, bensìconvergenza delle diversità, circola-zione di doni differenti perl’edificazione comune.

Nessun carisma può essere trat-tenuto per se o esercitato nel disordineperché soffocherebbe in poco tempo;infatti i dono spirituali si alimentanoe crescono nel momento stesso in cuivengono comunicati ai fratelli, attra-verso la testimonianza di vita,l’annuncio esplicito e l’azione concre-ta. L’esercizio di ogni carisma trovail criterio fondamentale nella carità la‘via migliore di tutte’ (1 Cor 12,31).

“Chi non è contro di me è conme” disse Gesù. A quanto pare alfiglio dell’uomo importava più lapromozione della vita che la sotto-missione al suo essere capogruppo.

Quante volte Gesù ha detto;“non abbiate paura!”. La paura è lapiù grande alleata dei potenti chevogliono possedere prestazioni ementi dei sudditi. Solo che nellaChiesa non esistono sudditi ma fra-telli aiutati e guidati da altri fratelli.Perché l’unico nostro Pastore è ilSignore.

Realisticamente il clericalismonon sarà superato velocemente (edel resto, forse, non sarebbe neppureauspicabile, nel senso che una smo-bilitazione rapida avrebbe effettidisorientanti imprevedibili).

I più veri e forti antidoti percombattere il clericalismo sono: laparola di Dio e l’Eucarestia. Quantopiù la Chiesa cerca di conformarsial Vangelo, quanto più è realmentecomunità eucaristica, tanto più sideclarizza.

Bisogna riprendere il magisterodel Concilio Vaticano II e mirare arapporti fraterni tra clero e laici

Mons. Luigi Serenthà afferma-va: “soltanto un prete che vive inten-samente la fraternità, fa comunionecon gli altri fratelli del presbiterio,e con tutti i fratelli di fede veramenteimpegnati nei ministeri, entra edaxtra parrocchiali, è un prete cheinterpreta le esigenze di ritorno alVangelo, di obbedienza allo Spiritoe di fedeltà alla croce”.

Dalla Chiesa ‘corpo’alla Chiesa ‘corporazione’.

La comunione ecclesiale quindinon è una semplice convergenza diintenti, né una granitica uniformità.Questa concezione evidenzia il radi-camento della Chiesa nella storia: etutto ciò perchè mantiene la continu-ità tra la Chiesa e il verbo incarnato,sottolineando la presenza viva diCristo nella Chiesa,.

La partecipazione corale e orga-nica di tutti i membri del popolo diDio non è solo un obbiettivo, ma lavia per raggiungere la meta di unapresenza evangelicamente trasparen-te e incisiva.

Don Tonino Bello scrive: “Laici,cresimati del mondo. Prendete attodella dignità a cui il Signore vi hachiamati assimilandovi alla sua mis-sione sacerdotale questo significaanzitutto che dovete sforzarvi di es-sere santi come lui è santo. …Assu-metevi le vostre responsabilità Ri-f u g g i t e d a l l e d e l e g h efacili…Riappropriatevi dei compitiche vi spettano. La vostra dignitàsacerdotale non contempla necessa-riamente spazi all’interno del pre-sbiterio ma spazi nel vortice dellepiazze dove per secoli si è sperimen-tata la vostra colpevole latitanza.

Aiutate i vostri presbiteri… ama-teli, perché, dopo che si sono stancatidi lavare i piedi a tutti, non trovanonessuno che li ricambi, quando nehanno bisogno, con la stessatenerezza”.

Anticipazione fantasticadi una Chiesa conciliare e oltre.Nella Chiesa del XXII secolo

Con un esercizio di ‘fantasiapastorale! Spostiamo decisamentein avanti l’orologio, anzi il calendariodella storia. Quale sarà la Chiesa nel2113? Forse ci sarà già stato il Con-cilio Vaticano III o forse no. LaChiesa si articolerà in tante piccolecomunità ecclesiali viventi, sparsesul territorio, rifulgeranno le due‘vocazioni’ fondamentali: alla vergi-nità consacrata e al matrimonio. Edalla prima verranno, prevalentemen-te, i vescovi a reggere la diocesi,indicati – se non proprio eletti – datutti i cristiani di quelle chiese locali.

Prevalentemente dai coniugati,invece, dopo una lunga e provatatestimonianza di vita, le piccole co-munità eleggeranno gli ‘anziani’(maschi o femmine) chiamati a pre-siedere l’eucarestia e a guidare spi-ritualmente quelle ‘chiese tra le case’:il vescovo vaglierà gli eletti e li or-dinerà per quel ministero. Non sichiameranno ‘sacerdoti’ perché ov-viamente tutti i battezzati adulti, cioèi ‘santi’ o ‘cristiani’ sapranno diessere sacerdoti in forza del battesimo

Lo sforzo maggiore della diocesisarà la cura dei giovani, per formarebuoni coniugi e buoni celibi consa-crati.

“In un mondo che va in frantumiper l’usura del tempo e la malvagitàdilagante tu ci chiedi, Signore; dirimanere ancorati a te… metti sulnostro labbro la parola sapiente,nella nostra mente la luce del discer-nimento, nel nostro cuore il coraggiodi testimoniare la forza disarmantedell’amore”.

(Dall’editoriale, relazioni di:Fulvio De Giorni Professore ordina-rio di storia dell’educazione Univer-sità di Modena e Reggio Emilia, donElio Castellucci docente di teologiae parroco di Forlì, don Pio Zuppadocente di teologia pastorale Istituto‘Regina Apulia’ Molfetta).

FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 201314 LETTO

PER VOI

L’infanzia di GesùJoseph Ratzinger - BENEDETTO XVI

Casa editrice Rizzoli - pagg. 173 - Euro 17,00

di MARISA CARABELLESE

sorprendente constatare chequanto ritenevamo parte delle

nostre certezze, conosciuto forsefin dall’infanzia, si possa rivelareai nostri occhi, alla nostra com-prensione, completamente dariacquisire. È quanto può avvenirea chi si accosta al libro di Bene-detto XVI, il teologo JosephRatzinger, “L’infanzia di Gesù”.Dopo le prime pagine ci si ac-corge che non si può dare nienteper scontato, che tutto è da ri-scoprire.

Il complesso e profondopensiero del grande teologo èespresso in questo libro in modolimpido e accessibile, Papa Be-nedetto va all’essenziale. L’operateologica di Ratzinger è una pietramiliare nel pensiero della Chiesa.Sulla spinta del Concilio Vati-cano II il Teologo rilegge ilcontenuto della fede di sempreindicando nuove strade. Tuttala sua opera tocca l’intero con-tenuto della fede, infatti da Papa,Benedetto XVI ha indetto l’Annodella Fede, il cui compito è quellodi indicare la via della speranza,perché credere non vuol direaderire ad una teoria ma incon-trare una persona: Gesù Cristo.

Joseph Ratzinger è nato inGermania il 1927, ordinato sa-cerdote è divenuto poi arcive-scovo di Monaco e Frisinga ecreato Cardinale nel 1977; nel1981 è stato nominato da Gio-vanni Paolo II Prefetto dellaCongregazione per la Dottrinadella Fede. Il 19 aprile 2005 èstato eletto Papa, assumendo ilnome di Benedetto XVI. Dopoessere succeduto al “ciclone”Wojtyla, è storia dei nostri giornila sua profetica rinuncia che haportato alla elezione al papato diPapa Francesco, colui che stadando un volto nuovo alla Chiesae al nostro essere cristiani.

Il libro “L’infanzia di Gesù”completa la trilogia su Gesù diNazaret. Nei primi due volumi“Gesù di Nazaret- dal battesimoalla trasfigurazione” e “Gesù diNazareth – dall’ingresso in Ge-r u s a l e m m e f i n o a l l aresurrezione”, Benedetto XVIincontra il mistero del figlio diDio con precisione da storico,unendo alla dottrina del grandeteologo il carisma di Pastore.

“Ho voluto fare il tentativodi presentare il Gesù dei Vangeli

come il Gesù rea-le, come il Gesùstorico in sensovero e proprio.[…] Io sono con-vinto che questafigura è molto piùlogica e com-prensibile dellericostruzioni conle quali ci siamodovuti confrontarenegli ultimi de-cenni. Io ritengoche proprio questoGesù – quello deiVangeli – sia unafigura straordina-riamente sensata econvincente”, so-no parole dellostesso BenedettoXVI. Ancora PapaBenedetto nellapremessa al volu-me “L’infanzia di Gesù” uscitodopo gli altri due – prima edizionenovembre 2012 - scrive: “non sitratta di un terzo volume, ma diuna specie di piccola salad’ingresso ai primi due precedentivolumi sulla figura e sul messag-gio di Gesù di Nazaret. Qui oraho cercato di interpretare, in dia-logo con esegeti del passato e delpresente, ciò che Matteo e Lucaraccontano, all’inizio dei loroVangeli, sull’infanzia di Gesù”.

Con umiltà e semplicità PapaBenedetto conclude la sua pre-messa scrivendo “Spero che ilpiccolo libro, nonostante i suoilimiti, possa aiutare molte personenel loro cammino verso e conGesù”. Il testo si divide in quattrograndi capitoli: 1) Di dove seitu?, 2) L’annuncio della nascitadi Giovanni Battista e della nasci-ta di Gesù, 3) la nascita di Gesùa Betlemme, 4) i Magi d’Orientee la fuga in Egitto, e l’epilogo,Gesù dodicenne nel tempio. Chiè Gesù? Di dove viene? Èl’interrogativo iniziale. Lo scopodei quattro Vangeli è risponderea queste domande.

Tante volte abbiamo lettol’inizio del vangelo di Matteo:“Libro delle origini di Gesù Cri-sto, figlio di David, figlio di Abra-mo – e una lunghissima sfilza dinomi – Abramo generò Isacco,Isacco generò Giacobbe, Giacob-be generò Giuda e i suoifratel l i…” e così f ino a“Giacobbe generò Giuseppe, losposo di Maria, dalla quale nac-

que Gesù, detto il Cristo”. Cisaremo spesso chiesti il perchédi questa lunga lista di nomi, al-cuni noti altri completamente sco-nosciuti, Benedetto XVI ci illu-mina subito: iniziando il suoVangelo con la genealogia di Ge-sù, Matteo vuol subito mettere inluce la domanda circa la sua ori-gine. Due nomi sono determinantiper capire il “di dove viene” Gesù:Abramo e Davide. Dall’iniziodella genealogia lo sguardo sirivolge già verso la conclusionedel Vangelo con l’esortazione delRisorto ai discepoli: “Fate disce-poli tutti i popoli”. Nella storiaparticolare, presentata dalla gene-alogia, è comunque presente findall’inizio la tensione verso latotalità: “ In Lui saranno benedet-te tutte le nazioni”. Nel vangelodi Luca la genealogia introducela vita pubblica di Gesù.

Nel capitolo sulla nascita delBattista e di Gesù i due avveni-menti sono collegati molto stret-tamente, anche se in modo diver-so, all’Antico Testamento. Matteoe Luca volevano non tanto rac-contare, ciascuno a suo modo,“storie”, ma scrivere storia reale,avvenuta, e una delle fonti eracertamente Maria, che conservavanel suo cuore tutte queste cose.Affascinante quanto Ratzinger cidice del la differenza tral’annuncio della nascita del Bat-tista a Zaccaria e l’annuncio dellanascita di Gesù a Maria. Zaccariaè sacerdote e riceve il messaggionel Tempio, durante la liturgia, a

Maria l’angelo Gabriele vienemandato da Dio. Non potrebbeessere più grande il contrasto : dauna parte il sacerdote, il Tempio,dall’altra “una giovane donnaignota – una piccola città ignota– un’ignota casa privata. Il segnodella Nuova Alleanza è l’umiltà,il nascondimento: il granello disenape. Il figlio di Dio vienedall’umiltà”. Bellissime le paginesul sì di Maria e sulla figura diSan Giuseppe “uomo giusto”. Cir-ca il parto virginale di Maria,come la resurrezione dal sepolcro,l’ Autore scrive che sono pietredi paragone per la fede. “Se Dionon ha anche potere sulla materia,allora egli non è Dio”.

La nascita, i Magi, sono capi-toli altrettanto densi di dottrina,di indagine sulle fonti, di confron-to con altre culture, e tutto èespresso con un linguaggio acces-sibile e chiaro. Nell’epilogo, ilritrovamento di Gesù fra i dottori,Luca ci ha conservato un preziosodettaglio in cui traspare in modosingolare il mistero di Gesù. Co-me dice il Papa, ci mostra chenella Santa Famiglia libertà e ob-bedienza erano conciliate l’unacon l’altra.

Il Papa Benedetto nella pre-messa ci pone la domanda: “Èvero ciò che è stato detto? Riguar-da me? E se mi riguarda in chemodo?”. Alla prima domanda ri-sponde egli stesso in modo esau-riente, alla seconda non può cherispondere ciascuno di noi.

È

l 2014 porta con sé interessantinovità per il mondo del Terzo

Settore meridionale, grazie a dueimportanti avvisi della Fondazio-ne con il Sud.

Ente non profit privato natonel 2006 dall’alleanza tra le fon-dazioni di origine bancaria e ilmondo del terzo settore e delvolontariato, la Fondazione conil Sud ha come obiettivo la pro-mozione dell’infrastrutturazionesociale del Mezzogiorno, attra-verso la realizzazione di percorsidi coesione sociale per lo svilup-po.

T r a g l i i n t e r v e n t i“esemplari” promossi, ci sonoquelli per l’educazione dei ra-gazzi alla legalità e per il contra-sto alla dispersione scolastica.In questo ambito, la Fondazionecon il Sud promuove la terzaedizione del “Bando Educazio-ne dei Giovani”, al fine di so-stenere interventi concreti percontrastare la dispersione el’abbandono scolastici nelleregioni meridionali.

Il Bando mette a disposizio-ne complessivamente € 4,5 mi-lioni ed è rivolto alle organizza-zioni del volontariato e delTerzo Settore delle aree meridio-nali in cui si registrano sia unelevato tasso di studenti a rischioabbandono scolastico sia

un’elevata percentuale di disper-sione scolastica: Crotone in Ca-labria; Caserta, Napoli e Salernoin Campania; Brindisi, Foggia,Taranto in Puglia; Cagliari,Nuoro, Oristano, Sassari in Sar-degna; Catania, Caltanissetta,Enna, Palermo, Ragusa, Siracu-sa, Trapani in Sicilia. L’iniziativaprevede due specifiche linee dii n t e r v e n t o : u n a c o n t r ol’abbandono scolastico e l’altracontro la dispersione scolastica.

La prima è rivolta a percorsiformativi individualizzati,complementari a quello tradizio-n a l e , p e r c o n t r a s t a r el’abbandono. Si sosterranno, conun massimo di € 2,5 milioni pro-getti che prevedano azioni con-giunte “dentro e fuori la scuola”puntando, ad esempio, a creareoccasioni di sperimentazionedel lavoro nel periodo di forma-zione scolastica secondaria disecondo grado, attraverso per-corsi di alternanza scuola-lavoro.La seconda linea mette a dispo-sizione fino a € 2 milioni perinterventi contro la dispersionescolastica che prevedano attivitàdi potenziamento delle compe-tenze in ambito scientifico, tec-nologico e economico.

Le partnership dovranno es-sere costituite da almeno tres o g g e t t i , d i c u i

un’organizzazione non profite un istituto scolastico pubblico.

Tutte le attività previste do-vranno svolgersi con la parteci-pazione concreta e il pieno coin-volgimento, fin dalla fase diprogettazione, delle scuole pub-bliche con forti criticità educati-ve e con la partecipazione diinsegnanti e genitori.

I progetti potranno coinvol-gere, inoltre, il volontariato, leuniversità, il mondo della ricercascientifica, delle imprese, le isti-tuzioni locali e altri operatoriinteressati nella sperimentazionedi soluzioni innovative per pre-venire e contrastare la dispersio-ne e l’abbandono scolastico.

Il Bando prevede la presen-tazione delle proposte esclusiva-mente online.

La scadenza è diversificatain base alla regione di intervento:in PUGLIA ORE 17.00 il 6FEBBRAIO 2014.

Per rafforzare le principaliattività di volontariato, ampli-ficarne l'impatto sociale sul ter-ritorio, favorendo la sperimenta-zione di nuove modalità dilavoro e cooperazione è statainvece pubblicata dalla Fonda-zione con il Sud la III edizionedel Bando Volontariato, rivoltoalle organizzazioni e reti divolontariato del Mezzogiorno

(Basilicata, Calabria, Campania,Puglia, Sardegna, Sicilia). IlBando mette a disposizione € 10milioni per sostenere programmiche prevedano una durata com-presa tra i 18 e i 24 mesi concontributi tra gli € 80.000 e120.000 euro le Reti nazionali(fino a un massimo di € 2,5 mi-lioni) e tra € 40.000 e i 60.000per le Reti locali (fino a un mas-simo di € 7,5 milioni di euro).

L’obiettivo è, da un lato, ac-crescere l’impatto sociale sullacomunità delle Reti nazionalicon attività finalizzate al coordi-namento, rafforzamento e svilup-po nel territorio di riferimentoe, dall’altro, migliorare e amplia-re l’offerta dei servizi ai cittadini,rafforzando il ruolo e l’impattodell’azione svolta dalle Reti lo-cali di volontariato nel Mezzo-giorno.

Il Bando prevede la presen-tazione delle proposte esclusi-vamente on-line.

La scadenza è diversificata:per le Reti locali di Puglia è il27 FEBBRAIO 2014; per tuttele Reti nazionali il 20 MARZO2014.Per maggiori informazioni suibandi, è possibile consultare ilsito internet della Fondazione:www.fondazioneconilsud.it

FILODIRETTOAnno XXI n. 3

dicembre 2013 15LA LEGGEINFORMA

Dott.ssa Annalisa Graziano / [email protected]

I

Associazioni e studenti delMezzogiorno protagonisti, grazie

alla Fondazione con il Sud

CAMPAGNA ABBONAMENTI

CONTO CORRENTE POSTALE n. 37034865

Filo Diretto è un ottimo mezzo di informazionee formazione per ogni volontario vincenziano.

ABBONATI SUBITO!

intestato a: Volontariato Vincenziano - Sezione Puglia / Via Marconi, 41 - 76015 Trinitapoli (BT)

Abbonamento sostenitoreEuro 20,00

Abbonamento ordinario annualeEuro 5,00

FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 201316 PERnon

DIMENTICARE

di Anna Longo Massarelli

l Gruppo di Volontariato di Mo-dugno si assottiglia con tri-

stezza per la perdita della caraconsorella Rita Ventrella Martuc-ci Zecca, la più anziana di appar-tenenza all’Associazione (anno1966).

La sua presenza era un vantoed una gioia per noi, perché Ritarappresentava nel Gruppo unacontinuità che risaliva a sua suo-cera Rosa Martucci Zecca.

Da fedele e convinta volonta-

ria, aveva saputo trasmettere asua figlia Rosa e a sua nipoteA n n a r i t a i l s e n s odell’appartenenza agli ideali vin-cenziani, sì che anch’esse entra-rono a far parte della nostra fami-glia.

Rita nella sua vita colpita pre-cocemente dalla perdita del suoamato marito, aveva mostrato co-raggio, abnegazione, fede, forzadi volontà, statura morale noncomune.

La presenza di quattro figli,di cui l’ultimo di soli otto mesi,

fu per lei conforto ma anche gran-de impegno e responsabilità.

Mai venne meno in lei la di-gnità del suo stato, ragione percui i suoi sacrifici silenziosi furo-no immani.

Il Signore l’ha premiata conuna bella famiglia, che l’ha grati-ficata di tutte le sue sofferenzecircondandola di cure e affetto.

Noi amiche non la dimenti-cheremo e, nel contempo,l’affidiamo alle preghiere di tuttala nostra famiglia vincenziana.

In ricordo di…

di Maria RosariaRammazzo

l Gruppo di VolontariatoVincenziano di Mesagne

vuole ricordare le tre conso-relle Ester Polito Semeraro,Vittoria Natoli De Guida,Vittoria Perrucci Ribrezzi lequali, nel corso dell’ultimoanno, sono tornate alla casadel Padre.

Madri di famiglia ededucatrici esemplari nellescuole pubbliche, per varidecenni, sono state vincen-ziane attive, esprimendo co-stantemente una forte sensi-bilità ed una istintiva efervida Carità nei confrontidei fratelli bisognosi.

Indelebile resterà, nellememoria collettiva del Grup-po, il ricordo delle loro figuree d i n p a r t i c o l a r edell’interesse e della costantee generosa opera di sostegno,morale e materiale, alle varieattività delle consorelle, ma-nifestati anche negli ultimianni della loro vita, allorchéproblemi legati all’età le han-no tenute lontane fisicamen-te, ma sempre spiritualmentepresenti e coinvolte nella vitadell’Associazione.

Ricordo di tre indimenticabili socie

In memoria diRita Ventrella Martucci Zecca

Ricorda-ndo…

di Sandra Tanzarella

iesce difficile trovare le pa-role per delineare l’iter di

vita di tre socie vincenziane cheda pochi mesi sono ascese nelRegno dei Cieli.

Seppure avanti negli anni, lenostre “Api della carità” hanno,fino all’ultimo, profuso interessee condivisione per tutte le ini-ziative che la nostra Associazioneha proposto.

Con semplicità e umiltà, letre consorelle Rosa MelpignanoTanzarella, Nennella Ungaro,Maria Amalia Loparco sono statevicine alle necessità dei menofortunati, apportando loro so-stegno materiale e spirituale.

Rosa, Nennella e Pupettaerano entrate a far partedell’associazione quando, sulnostro territorio, gli enti assi-stenziali erano davvero pochi e

le vincenziane supportavano consilenziosa carità le varie situazio-ni di disagio e di bisogno.

Le “Dame”, così come veni-vano un tempo denominate, ope-rano in Ostuni dal 1894.

In quegli anni giunse nel no-stro paese suor Maria Fuentesche subito rilevò la necessità diistituire in loco un’assoaciazioneche si prendesse cura delle per-sone bisognose.

Suor Fuentes riunì le signorebenestanti di Ostuni che subitooffrirono la propria disponibilitàe generosità, adoperandosi conogni mezzo per arginare la mise-ria economica morale e culturalecosì diffusa.

Pupetta Ayroldi, socia dal1953, ha sostenuto l’Associa-zione fino a pochi giorni primadella sua dipartita;quando, nono-stante fosse degente in ospedale,fece giungere all’associazione

una sua offerta.La disponibilità e la bontà di

Nennella Ungaro si respira anco-ra nel racconto di chi l’ha cono-sciuta e goduto della sua amici-zia. Ogni mattina prima diiniziare il suo lavoro in ospedaleera solita recarsi nelle corsie deivari reparti e confortare i degentie i loro parenti.

Rosa Melpignano Tanzarella,socia dal 1930, è stata sempredisponibile e, negli ultimi tempi,presagendo la sua fine, alle socie“anziane” che andavano a visi-tarla ricordava che, al suo fu-nerale, avrebbe gradito la par-tecipazione di tutte le iscritte, permanifestare l’appartenenzaall’Associazione per la qualeaveva profuso, per tanti anni, lesue energie.

Per tutte e tre le indimenti-cabili socie, il gruppo di volon-tariato costituiva il completa-

mento della loro famiglia e siprodigavano con la stessa dedi-zione e lo stesso amore che siriserva agli affetti più cari.

Con grande tristezza noi tuttele ricordiamo, affinchè il loroimpegno sia di esempio ai giova-ni che si accingono a far partedella nostra Associazione, la cuifinalità è quella di sostenere, in-coraggiare e tutelare i meno for-tunati, mantenendo sempre quellegame profondo allo spirito diS. Luisa e San Vincenzo.

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I

FILODIRETTOAnno XXI n. 3

dicembre 2013 17PERnonDIMENTICARE

Lettera alla cara Eleonora Sansonetti dai volontari di Fasano

ara Eleonora,

il giorno 20 novembre non ab-biamo celebrato il tuo funeraleperché la fede ci dice che seientrata in un’altra dimensionedi vita.

In questa terra sei stata pernoi come un albero rigogliosoche ha dato frutti di carità, cheDio ha piantato nel cielo nellanuova Gerusalemme.

E sì, le tue lunghe faticheapostoliche, le tue catechesi,l’impegno profuso per la nuovachiesa di S. Francesco d’Assisi,hanno fatto di te la donna forte,la donna evangelica che non siè risparmiata per donarsi aglialtri.

Ma le tue doti, cara Eleono-ra, di fede autentica, i tuoi ta-lenti li hai fatti fruttificare so-prattutto nel volontariatovincenziano.

Da sei anni circa il Signoreti aveva affidato il servizio dianimatrice di quello che tu chia-mavi il “nostro sodalizio”, sottola protezione di S. Vincenzo

de’ Paol i , inqualità di presi-dente cittadina dicinque gruppip a r r o c c h i a l i ,compreso quellodi Pezze di Gre-co.

Hai portatoavanti il lavorodei gruppi conimpegno e fe-deltà al carismavincenziano, in-c o r a g g i a n d o ,stimolando, uti-lizzando la tuadelicata creati-vità e il tuo en-tusiasmo, pro-gettando tanteiniziative a fa-vore dei poveri. La tua anima eralimpida, scevrada compromessiche potesseroo s c u r a r e l ’ i m m a g i n edell’associazione.

Chi non ha apprezzato latua umanità? La tua rettitudine,il tuo amore per i poveri?

Eleonora, la tua morte ci hareso tristi, abbiamo perduto unagrande donna, il nostro puntodi riferimento, colei che ha fattodella propria vita un dono per

la sua bella famiglia, che il Si-gnore le aveva dato e per i suoipoveri, fino alla fine, un donoper il creato.

La testimonianza che haireso con la tua vita è un faroper l’associazione, un esempioluminoso per continuare il cam-mino di carità che tu hai trac-ciato con il tuo luminoso esem-pio e la tua fervida costanza.Eri solita pronunciare le paroledi San Paolo:”Per Gesù Cristovale la fede, se si rende operosa,per mezzo della carità”.

Eleonora, noi ti avremosempre nei nostri cuori. Dopoaver sofferto con dignità e nelsilenzio, ora godi la tua pace,senza dolori, senza paure, senzatristezza, ora che sei nella gloriadel Signore, prega per noi, perla tua famiglia, per il volonta-riato vincenziano.

Sei andata incontro alla tuapiccola Claudia dicendo a Dio:“Eccomi, vengo a Te, Gesù,come la creatura che tu resuscitia vita nuova. Ti ho incontratonel Tuo splendore, ora donamil’amore del Padre. Amen”.

diCarmelaMastrogiacomo

passato quasi un anno dal-la sua morte e tutte noi

vincenziane pensiamo ancoracon tristezza alla nostra caraamica Geppina.

È stata sempre presentenel gruppo diventando il no-stro punto di riferimento perla sua veneranda età e soprat-tutto conoscendo il suo ope-rato come Presidente delleDame di Carità degli anni pas-sati.

Una delle prime personea Bisceglie che avesse dedi-cato le sue ore libere ai pove-ri.

Io personalmente la ricor-do con tanta nostalgia.

Ricordo come fosse ieri lasua spontaneità e la sua vogliadi vivere dimenticando gli an-ni che inesorabilmente passa-vano.

Ricordo la sua voce al te-lefono che mi chiedeva il re-

soconto della precedente riu-nione nei minimi particolari,perché pur essendo presente,aveva difficoltà di udito.

Ricordo le sue visite incompagnia della badante e lasua gioia nel vedermi.

Il giorno in cui abbiamosaputo della sua orribile mor-te, siamo sprofondate incredu-le nel dolore.

Una vera assurdità pensareche una mano criminale abbiapotuto colpire un “angelo”indifeso, una persona cosìspeciale

Cara amica,come mi sarebbe piaciuto

sentire ancora la tua voce altelefono e la conferma di untuo piacevole incontro!

Sarai sempre nei nostricuori e nelle preghiere cherivolgiamo al Signore con lacertezza che, quale angelo co-me quale tu sei stata, ti è statocertamente riservato un postoprivilegiato accanto a Lui.

dai volontari di Martina Franca

e Volontarie Vincenziane di Martina Franca il giorno 16luglio, festa della Madonna del Carmine, si uniranno in

preghiera per la Liturgia Eucaristica, officiata da Mons.Luigi Angelini, in ricordo di Carmela Bruno, che le halasciate il 18 giugno scorso.

Carmela, professoressa di Matematica attenta e precisa,è stata uno dei pilastri del Gruppo Vincenziano di Martina,per aver ricoperto il ruolo di cassiera scrupolosa e puntualeper molti anni. Ella ha assolto con competenza e granderesponsabilità il servizio che le era stato assegnato. Puressendo molto schiva e riservata, aveva sempre la battutapronta ed uno spirito ironico ed intelligente che emergevadurante le riunioni del Gruppo. Anche quando non ha avutopiù un compito specifico in seno all’Associazione, ha par-tecipato con interesse agli incontri di formazione spiritualee non ha fatto mai mancare la sua generosità e solidarietàverso le famiglie indigenti. Ci mancherà una cara amica etutte noi Vincenziane sentiamo il dovere di ringraziarla peril bene che ha elargito a quanti si sono rivolti a lei. In questotriste momento siamo molto vicine al marito, anche luinostro valido collaboratore, che l’ha curata con tanto amorein questi giorni di grande sofferenza e tanta speranza.

Siamo sicure che Carmela è stata accolta nelle bracciamisericordiose del Padre, perché, come dice il Salmo: “Leanime dei Giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormentole toccherà”.

RicordiamoCarmela

Ricordandoun angelo

C

L È

FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 201318 NOTIZIE

daiGRUPPIBRINDISI

L

Mercatino del dolce e del salato

È

dai VOLONTARI

a giornata non si presentavacerto luminosa, domenica

mattina, 10 novembre, a causa diqualche minaccioso nuvolone chenon lasciava ben sperare. In Piaz-za Duomo, intorno alle 8.30, giàfervevano i preparativi del“Mercatino del dolce e del salato”organizzato dal Gruppo di Volon-tariato Vincenziano di Brindisi.

Sin da subito si è venuto adeterminare un clima di gioia edi festa. Il Mercatino costituisceun importante appuntamento eun’occasione per raccogliere fon-di da destinare alle opere di carità.

All’evento era presente tuttala Famiglia vincenziana: volontarie volontarie, amici, simpatizzantie, in prima linea, le Figlie dellaCarità.

Il Mercatino è stato portato abuon fine grazie alla preziosa egenerosa adesione di tanti volon-tari e non che, con grande entu-siasmo ed apprezzabile fantasia,si sono impegnati a preparare dol-ci di ogni genere e tante specialitàdi buona e rustica gastronomia.Quanto realizzato è stato donatoa coloro che hanno espresso con-cretamente con una libera offertail loro senso di solidarietà a favore

dei fratelli in difficoltà.A partire dalle ore 9.00, sui

due grandi tavoli collocati neipressi dell’ingresso della Catte-drale si potevano vedere in buonordine le moltissime squisitezze.Le varie confezioni, adeguata-mente decorate, apparivano gra-ziose e appetibili. Uno spettacolounico!

Alle 9.30 si è avuta la gradi-tissima visita di S. E. DomenicoCaliandro, Arcivescovo di Brin-disi e Ostuni. Il “padre” Arcive-scovo, ha invitato i presenti arecitare il “Padrenostro”, si è com-plimentato con l’Associazione e,infine, ha benedetto persone ecose.

Tutto si è svolto nel miglioredei modi. Nel corso della matti-nata e in particolare al terminedelle Sante Messe, molte persone,informate e sensibilizzate ancheda don Adriano Miglietta, Parrocodella Cattedrale, si sono fermatelì vicino per ammirare la speciale“mostra” ricca di tantissimi pro-dotti: dolci d’ogni tipo, torte, cro-state, dolcetti vari, cotognate, va-setti di marmellata, ed inoltrepane cotto nel forno a legna, pastafresca fatta in casa, focacce, sot-tolio, ecc.. Il quadro d’insiemerisultava molto gradevole per la

particolarità e l’originalità di cia-scun pezzo.

Nella splendida cornice diPiazza Duomo il Mercatino si èrivelato fonte di aggregazione edi sensibilizzazione. Visibile esentito il coinvolgimento di moltepersone e di tanti stranieri. Cosìl’ampio consenso rilevato è statola miglior prova della validitàdella proposta.

Al di là dei risultati piena-mente soddisfacenti per i fondiraccolti e per la ragguardevolepartecipazione, va detto che que-sta piacevole manifestazione, ol-

tre a far “sentire” genuini saporie buoni profumi, è stata per ilGruppo e per tutti i partecipantiun’opportunità di dialogo e dicondivisione, un invito per met-tere in atto comunanza di buonipropositi e sentimenti di fratellan-za.

Insomma, si può ben afferma-re che l’iniziativa ha voluto esseresoprattutto un’apertura alla bontà,all’incontro, all’amicizia per uncomune cammino di conversionee di comunione e, nello stessotempo di reciproco progresso.

MOLFETTA - S. MARIA ASSUNTA IN CATTEDRALE

Comunità e partecipazione di NICLA LA GREZZA

divenuto, già da qualche an-no, consuetudine far festa in-

sieme agli assistiti dal G.V.V.Cattedrale e dalla Caritas delDuomo San Corrado.

Le due comunità infatti, ope-rano in territori contigui, dovevivono sacche di povertà ben notealle Assistenti Sociali del nostroComune che lavorano insieme alnostro Gruppo per far fronte aibisogni più urgenti degli assistiti.

Si è concordato di scegliereproprio il 15 giugno perché ricor-re l’onomastico dell’Assistentespirituale del GVV don Vito Bufiche è anche responsabile dellacomunità Duomo da quando ilnostro Vescovo, don Luigi Mar-tella, ha voluto che le due comu-nità siano insieme operatrici dicondivisione, di iniziative equant’altro finalizzate alla cresci-ta spirituale ed umana del quar-tiere.

Le volontarie tutte, dopo averpartecipato insieme agli assistitialla Santa Messa celebrata inCattedrale, hanno servitonell’atrio del Seminario Vescovi-le, una ricca cena, mentre volon-tari – animatori mandavano inonda ritmi musicali che hannoconsentito ai partecipanti, tra cuic’erano tantissimi bambini e ra-gazzi, di ballare, di festeggiare edi tenere per qualche ora lontanii pensieri di precarietà che quoti-

dianamente li assillano.Si è scritta in tal modo una

bella pagina di comunità parteci-pativa perché si è potuto consta-tare come l’impegno nel socialedel volontariato vincenziano edelle altre associazioni che ope-rano nelle due comunità, sia ri-volto a dar voce a chi non ce l’ha.

Si è potuto toccare con mano,pertanto, il messaggio evangelicotrasmessoci e raccomandatoci daSan Vincenzo che ci prospettacome nella vita del buon cristianosia essenziale la condivisione,l’attenzione partecipativa nei con-fronti dei bisognosi che si tradu-cono nell’aver l’occhio attento adiscernere la presenza e le neces-sità di chi deve quotidianamenteaffrontare disagi e difficoltà.

Solo in questo modo il Vin-cenziano si fa “prossimo” e di-venta il “buon samaritano” comeci hanno raccomandato san Vin-cenzo e Santa Luisa.

Brindisi. Cattedrale

di MARIATINA ALÒ

gruppi di Volontariato Vin-cenziano della provincia di

Foggia, grazie all’impegno dellapresidente provinciale Lina Lo-conte, si sono fatti portatori diuna nuova speranza presso ilreparto di Psichiatria infantiledegli Ospedali Riuniti d Foggia.Nel pieno del carisma vincen-ziano, ogni gruppo ha fatto lapropria offerta e sono stati ac-quistati sei televisori da donareai piccoli degenti del reparto.Lunedi 30 settembre c’è statauna ricca rappresentanza di tuttii gruppi della provincia a testi-moniare l’unione di intese e lacoordinazione delle azioni ai varil ive l l i de l l ’assoc iaz ione .L’accoglienza nel reparto è statafatta dall’assistente sociale, laquale ha ringraziato le volontarieper il gesto generoso ed ha par-lato delle gravi problematicheche i ricoverati vivono nel con-testo di provenienza e delle dif-ficoltà che le famiglie, spessodisfunzionali, hanno nello gestireil disagio del minore. Si tratta diun disagio che non può esserecircoscritto al solo paziente mache necessariamente chiama incausa il sistema famiglia e il si-stema società. “In questo lavorotutti si sentono responsabili perle persone che incontriamo e cifacciamo carico anche delle ca-

renze che il sistema sanitario pre-senta. Abbiamo bisogno di tuttociò che possa rendere la degenzadei bambini, degli adolescenti edelle loro famiglie meno pesantee li faccia sentire a proprio agio.Bisogna creare spazi di umaniz-zazione in cui le famiglie e i pa-zienti si sentano accolti”. Le vo-lontarie entrano nella stanza deigiochi, una piccola stanza conpiccole sedie e tanti disegni at-taccati ai muri che richiamano leesperienze di vita che hanno at-traversato quel luogo e gli incrocidi affetti che si sono generati. Glioperatori del reparto osservanoquesto gruppo di donne consguardi curiosi e benevoli, hannopreparato anche una torta per

farle sentire a casa. Don GerardoRauseo scalda il clima con paroledi ringraziamento, “Il nostro èsolo un piccolo segno nello spi-rito vincenziano” dice “ma po-trebbe aprirsi anche ad altre pro-spettive. In questa esperienza didono siamo noi a ringraziare voiper averci accolto e siamo prontia rispondere alle vostre esigenzeper quello che possiamo, le vin-cenziane sono un gruppo ben di-stribuito e molto collaborativo”.

Il primario, dott. Mazzocco,circondato dai suoi collaboratori,prende la parola, e racconta dellavoro in reparto e della tipologiadi minori che vengono ricoverati,dell’età e delle problematiche che

si incontrano. “Grazie per questodono” ribadisce “è importanteperché avere la televisione quiconsente ai piccoli di poter avereun momento di svago, questoperché al centro della cura siasempre considerata la persona.Vorrei che ci tenessimo in con-tatto e attivassimo collaborazionifuture”. Le volontarie interven-gono dichiarandosi disponibili adare il proprio aiuto e ad organiz-zare l’intervento secondo unaprogettazione programmata chetenga conto dei bisogni reali delreparto e delle risorse chel’associazione può mettere in cir-colo, anche in termini di coinvol-gimento attivo del territorio inuna politica di solidarietà.L’incontro si chiude, tra le parolee lo scambio di saluti, i ringrazia-menti e le promesse, una voce sifa strada e chiede di poter avereun po’ di attenzione. “Vogliocantare una canzone” dice a tutti,le tirocinanti gli stanno vicino elo sollecitano per alleviare il suoimbarazzo, ma la voglia di essereascoltato supera quella prima dif-ficoltà. Così, questo ragazzinodai capelli alla moda e gli occhi neri si prende il suo spazio, levolontarie applaudono e gli sor-ridono, scappa una carezza sullatesta di una bimba, qualcuno sicommuove e presto la vita didentro riprende senza tanto ru-more.

FILODIRETTOAnno XXI n. 3

dicembre 2013 19NOTIZIEdaiGRUPPI

I

di CARMELA CAGNETTA

una pagina che rimarrà nellastoria del pontificato.L’11 ottobre 2012 Papa Be-

nedetto XVI proclamava l’annodella Fede che si concluderà il24 novembre 2013.

È l’invito a tutti a rifletteresul dono incomparabile della Fe-de. E ognuno si pone la doman-da: cos’è per me la fede? È undono di grazia, di riflessione, dipensiero, di convinzione.

Io ho fede in Te perché ti hocreduto, incontrato.

Ti ho conosciuto, mi hai par-lato, ho ascoltato la Tua parola,

l’ho meditata, l’ho creduta. Euna grazia infinita mi ha inondatae con la preghiera che ne è sca-turita ti ho parlato, ho contem-pla to le tue meravig l ie ,l’immensità del Tuo creato, laTua luce e i tramonti e in questofulgore mi sono abbandonata,sicura che con Te vicino di nonsmarrire mai la strada. Questa èla forza della mia fede. Incrolla-bile.

Ti ho creduto e anche se lastrada della vita sarà stretta efaticoso il cammino, con Te nelcuore non avrò mai paura e fidu-ciosa Ti dirò sempre grazie.

TRINITAPOLI

Un gesto di solidarietàI G.V.V. della provincia di Foggia incontrano

il Reparto di Psichiatria infantile, presso gli Ospedali Riuniti

PUTIGNANO

Riflessioni sul dono della fede

È

Putignano. Chiesa di San Pietro

FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 201320 NOTIZIE

daiGRUPPIBRINDISI

Festa diSan Vincenzo de’ Paoli

PUTIGNANO

Festività di Ognissantie commemorazione dei defunti

dai VOLONTARI

l 27 settembre, come registratonel calendario, ricorre il “dies

natalis”, l’anniversario dellamorte-rinascita, di San Vincenzode’ Paoli, patrono di tutte le operesociali. In preparazione alla festadel Santo nei giorni 24, 25, 26settembre, alle ore 18.00, è statacelebrata nella Cattedrale la SantaMessa, preceduta dalla Liturgiadel Vespro e sempre in onore delSanto, venerdì 27 settembre, èstata celebrata, alle ore 10.00,nella stessa Cattedrale la SantaMessa solenne.

La famiglia vincenziana infesta, insieme agli amici simpa-t i zzan t i e a l l e famig l ie“accompagnate”, si è ritrovata,alle 9.30 del suddetto giorno inPiazza Duomo. Lì Suor GiovannaFanuli, superiora dell’Istituto S.Vincenzo, e le altre Figlie dellaCarità hanno accolto tutti conaffetto e gioia. Volontari vin-cenziani e amici si sono scambiatiun fraterno abbraccio di saluto edi augurio.

Gli intervenuti sono poi en-trati in Chiesa per assistere allaSanta Messa, celebrata da donPierluigi Ruggiero, che aveva giàanimato il triduo dei giorni pre-cedenti con le sue omelie, raf-forzando, senza dubbio, le mo-

tivazioni che stanno alla base del-la carità vincenziana e del buoncristiano.

Durante la cerimonia religiosahanno destato emozione le letturerelative alla virtù della Carità:passi del libro dei Proverbi, unSalmo e l’ineguagliabile passosulla Carità di San Paolo nellaPrima Lettera ai Corinzi (1 Cor.13, 1-13).

Altro momento di intensaemozione è stato quello in cuidon Pierluigi, poco dopo, si èsoffermato nella sua omelia, di-retta e chiara, sulla figura esull’azione di S. Vincenzo de’Paoli, modello tanto della vitaattiva che della vita contemplativai n q u a n t o h a s v o l t oun’eccezionale opera di rinnova-mento nella chiesa e nella societàe di cui ancor oggi si sentono ifrutti. Don Pierluigi, con moltaincisività e carica emotiva, haribadito, con S. Vincenzo, cheDio è presente nei poveri e chenei loro volti dobbiamo vedere ilvolto di Gesù. I poveri sono“nostri signori e nostri padroni”.

Alla luce di ciò la carità vaorganizzata con azioni dirette alsollievo delle povertà e alla pro-mozione umana dei poveri e tuttocon profonda umiltà, con spiritodi tenerezza e di delicatezza neiloro confronti.

L’omelia di don Pier-luigi, così straordinaria-mente addentro al carismavincenziano, ha creato fortimomenti di ascolto e di ri-flessione sul cammino chedeve fare chi si dedica alleopere caritative.

Un altro momento diviva commozione è statovissuto da tutti quando SuorGiovanna ha presentatosull’altare Valentina, una giovaneragazza siciliana, che proprio nelgiorno celebrativo di S. Vincenzoha iniziato il suo postulato in vistadi un suo futuro ingresso tra leFiglie della Carità. Valentina, asua volta, ha indicato i motividella sua chiamata, primo tra it a n t i q u e l l o d i e s s e r s i“pazzamente” innamorata di SanVincenzo.

La famiglia vincenziana e tut-ti i presenti, visibilmente com-mossi, si sono sentiti indubbia-m e n t e p i ù v i c i n i n e l l acondivisione di quei momenti.

Particolarmente toccanti lemusiche e i canti che hanno ac-compagnato tutta la celebrazioneeucaristica.

Al termine della Santa Messa,buona parte dei presenti si è recatanei locali dell’Istituto. Suor Gio-vanna, accompagnata da altreconsorelle, ha ricevuto i familiari

dei ragazzi del Centro socio-educativo ai quali è stato offertoun piccolo rinfresco seguito daldono di alcuni generi alimentari.

I volontari vincenziani e SuorChiara, invece, hanno accolto nelCentro Sociale le famiglie che,nel tempo, vengono accompagna-te nella loro situazione di difficol-tà.

L’incontro è stato occasionedi conversazione, di scambio difraternità e di degustazione didolci e di bevande offerti dallevolontarie. Anche in questa sedesi è proceduto alla donazione diutili generi alimentari.

Tutti hanno manifestato laloro piena soddisfazione per lagiornata trascorsa e per lo svolgi-mento dell’evento che ha unito ecoinvolto tante e tante personenel nome di S. Vincenzo de’ Pa-oli.

di CARMELA CAGNETTA

n rito per ricordare e visitarei nostri cari defunti, per de-

porre un fiore sulla loro tomba.Mesta la gente va con i suoi ri-cordi e il suo dolore.

All’ingresso del cimitero tro-viamo le Vinceziane … perché?

Fu una iniziativa maturatadiversi anni fa all’interno delnostro gruppo. Libera scelta diognuna di noi di farsi in queigiorni povera tra i poveri, starelì ore e ore a tendere la mano, achiedere la carità per raccogliererisorse per aiutare altri poveri,per chi vive ogni giorno difficol-

tà economiche che non può fron-teggiare.

E quando a sera torniamo acasa stanche, infreddolite e coni piedi che fanno male, ci sentia-mo soddisfatte perché sappiamoche quelle monete raccolte, queifiori di carità, hanno il colore eil profumo dell’amore fraternoche unisce e rende tutti ugualiagli occhi di Dio, hanno il pro-fumo acuto e delicato della soli-darietà cui tutti ci sentiamo chia-mati.

È che quanto abbiamo fattoè stato gradito ai nostri defunticome il fiore più bello.

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dicembre 2013 21NOTIZIEdaiGRUPPI

GIOIA DEL COLLE

MASSAFRA

Nuove volontarie nel GVV

da una volontaria

l GVV di Gioia del Collelo scorso 7 settembre 21013

è stato coinvolto e ha parteci-pato ad una iniziativa solidale,voluta dalla Coop Estense incollaborazione col CSV diBari, a sostegno delle fami-glie bisognose: “UNA MA-NO PER LA SCUOLA”.

All'ingresso del puntovendita di Gioia del Colle iconsumatori hanno trovato levolonarie del centro, guidatedalla presidente sig.ra AnnaFortunato, che hanno conse-gnato loro un sportina da ri-consegnare all’uscita per laraccolta di qualsiasi materialedi cancelleria. Il materialeraccolto è stato distribuito allefamiglie assistite e a quellesegnalate dai Servizi Socialie dai Dirigenti Scolastici delterritorio.

L'iniziativa ha avuto unbuon riscontro grazie alla sen-sibilità dei cittadini e il GVV,punto di riferimento per chiè in difficoltà, si è ritenutosoddisfatto e orgoglioso peraver offerto speranza, solida-rietà e conforto.

di MARIA LOSAVIO

ella splendida cornicedell’Antica Chiesa Madre in

Massafra, giovedì 17 ottobre2013, il gruppo di volontariatovincenziano ha accolto con gioiaquattro nuovi vincenziano:Marianna Marangi, Rosa Ra-munno, Luigi Cafuoti e MimmoSpada, che dopo aver seguito dadiverso tempo l’associazionedall’esterno, hanno scelto congrande generosità di dedicare laloro competenza e il loro tempoalla nostra associazione purcollaborando già in altri ambiti:sociali, culturali ed ecclesiastici.A presiedere l’Eucarestia e lacerimonia dell’Atto di impegnodei nuovi volontari è stato mons.Cosimo Damiano Fonseca, ac-cademico dei Lincei e dal Padrespirituale del gruppo massafresedon Gregorio Szczepaniak.

La presidente del gruppoMaria Losavio dopo aver salu-t a t o i c o n c e l e b r a n t i ,l’amministrazione comunalenella persona del vicesindaco

dott. Viesti e gli assessori Cerbi-no e Fuggiano, ha ricordato cheil gruppo di volontariato vincen-ziano è presente in ogni parte delmondo ed ha la responsabilitàdei poveri, la responsabilità diun’opera, del lavoro che essacompie e di quello che potrebbecompiere.

Siamo anche responsabilidell’immagine che diamo della

Chiesa testimoniando la carità.La presidente conclude di-

cendo che siamo certi e grati aDio che ci ha dato questa respon-sabilità e noi accettandola abbia-mo la sensazione di fare la suavolontà.

L’austera cerimonia e la toc-cante riflessione tenuta da mons.Fonseca dopo il vangelo, ha su-scitato una forte emozione nei

presenti, emozione palpabile neiquattro nuovi volontari consape-voli dell’impegno che assumeva-no di fronte al Signore.

L’ingresso di questi nuovisoci ci ha rassicurati del sostegnod e l S i g n o r e t r a m i t el’intercessione di San Vincenzoe Santa Luisa, nell’opera che Luistesso ha suscitato a condizioneche tutti noi perseveriamonell’impegno sincero al serviziodei fratelli nel bisogno, non di-stratti dal desiderio di protagoni-smo.

La cerimonia si è conclusacon un semplice momento diconvivialità fraterna alla presen-za del presidente provincialeGVV Taranto , del Gruppo GVVdi Massafra e delle famiglie deinuovi soci.

MOLFETTA - S. MARIA ASSUNTA IN CATTEDRALE

SolidarietàCoop-

vincenziane

Un amore di cena di NICLA LA GREZZA

stato questo il logo della se-rata di beneficenza organiz-

zata dalle volontarie del GVVSanta Maria Assunta in Cattedraleche hanno potuto condividere unvalore che deve accompagnareogni cristiano: la Carità.

All’inizio della serata laPresidente, Pina Sallustio, hainformato gli amici-sostenitori

circa il lavoro che nella primametà dell’anno è stato svolto at-traverso i vari servizi cui il Grup-po attende.

Quello dell’ascolto è stato ilpiù oneroso perché ha comportatol’esborso di una importante cifrain danaro per tener testa ai bisognidi una larga fascia sociale, nellaquale vivono bambini in teneris-sima età, oberata dalla impossibi-lità di tenere testa ai bisogni es-

senziali per mancanza di lavorodei capofamiglia.

Al nuovo Sindaco della cittàche è intervenuto per portare isaluti di tutta l’Amministrazione,sono stati comunicati i nostri “desiderata” tra i quali c’è quellodi avere più spazi per poter por-tare avanti un servizio che sta acuore a noi tutte e che ha vistol’avvicinarsi di insegnanti – vo-lontari esterni che hanno seguitoin maniera eccellente i bambiniaccolti i quali sarebbero potutiessere di più se gli spazi dellanostra sede fossero stati più ampi.

La serata, arricchita da unmenù essenziale ma raffinato eda buona musica, ha contribuitosenz’altro a rendere compartecipigli amici del nostro gruppo aiquali è giunto il messaggio re-lativo al nostro servizio: il ser-vizio del GVV non è semplicesolidarietà o altruismo, ma èimmagine di Amore-Carità, virtùche trasforma, costruisce, anchese, come una montagna faticosada scalare, è difficile da conse-guire.

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FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 201322 NOTIZIE

daiGRUPPI

BARLETTA

Quattro nuove volontarie fra noi

MOLFETTA - S. MARIA ASSUNTA IN CATTEDRALE

Umbria: sacra, dolce, verde

di NICLA LA GREZZA

ono questi i tre aggettivi chehanno caratterizzato il viag-

gio organizzato dal GVVS.Maria Assunta in Cattedrale.

Si sono scoperte tre qualitàdi questa regione italiana che,situata nel cuore dell’Italia, èsenz’altro il polmone verde del-la parte peninsulare del nostroterritorio.

Ma la Vera Gioia, come re-cita un famoso canto, tratto daun testo biblico, nasce dallapace che comunica la figura delSanto di Assisi che, con purezzadisinteressata e amore incondi-zionato accoglieva semplice-mente, diventava prossimo diogni uomo, al di là di ogni estra-neità culturale, politica, religio-sa. In tal modo non solo abbia-mo po tu to r ipassa re g l i

insegnamenti del nostroSan Vincenzo, ma ab-biamo avuto anche lapossibilità di stimolarele nostre forze interiori,di fare il pieno di tutte leenergie necessarie percontinuare ad impegnarciin modo concreto e ca-pace di dare la Speranzanecessaria ai nostri as-sistiti che chiedono div e d e r e l a l u c enell’oscurità della lorodisperazione.

Alla preghiera per-sonale presso la tombadel Santo, ha fatto se-guito, concelebrata dalnostro assistente spiri-tuale, don Vito Bufi, lasanta Messa, estrema-

mente suggestiva.Circondati, infatti, dagli af-

freschi e dai colori di Giotto, epochi metri sopra la tomba delSanto, la partecipazione Euca-ristica ha permesso ad ognunodi godere della “Vera gio-ia…dono di Cristo …che tuttiunisce come in un abbraccio etutti ama nella carità”.

Non è mancata la recita co-munitaria del Santo Rosario,

aiuto spirituale dell’anima, cuiha fatto seguito, nella cornicedella piazza antistante la Basi-lica Papale di Santa Maria degliAngeli, la processione auxflambeaux con la statua dellaMadonna, seguita da migliaiadi fedeli.

Il viaggio, poi, non ha trala-sciato di godere sia dell’artepittorica ed architettonica pre-sente nella città di Perugina, siaquella del gusto che lo stabili-mento della Perugina, dagli ini-zi del secolo scorso, rende lacittà famosa nel mondo.

La storia della società, intermini di evoluzione tecnica,commerciale e di comunicazio-ne, ha affascinato tutti noi cheabbiamo potuto, presso la Casad e l C i o c c o l a t o , s i t u a t aall’interno dello stabilimentodi San Sisto, non solo assapora-re i profumi e il gusto immersitra incarti, confezioni e filmati,ma anche ammirare l’operositàdelle macchine e degli operai,che, ininterrottamente, durantetutte le 24 ore della giornata,confezionano cioccolata cosìcome noi la vediamo negli scaf-fali delle pasticcerie.

dai VOLONTARI

l 27 settembre 2013, festa diS. Vincenzo de Paoli, abbia-

mo avuto la gioia di accoglierenella nostra famiglia quattronuove consorelle.

Rispettosi della regola maaltrettanto aperti alle novità,abbiamo fatto un cammino diformazione con loro durato piùdi due anni, nella volontà chefossero davvero convintedell’impegno che si andavanoad assumere. Di dame, a riposo,ne abbiamo fin troppe, inveceabbiamo bisogno di vere vo-lontarie sul campo prontesempre a sporcarsi le mani, enon con scadenze quindicinalicome gli incontri.

L’assistente spiri tuale,Mons. Leonardo Doronzo, dopol’omelia sulla vita di S. Vin-cenzo, ha proseguito con il ritoper l’atto d’impegno dellequattro nuove consorelle ac-

compagnate dalla presidenteSig. Grazia Varvara e dal pro-vinciale Michele Giannella.

L’assistente ha esortato lenuove consorelle ad assumersile responsabilità dell’atto da-vanti a Dio e alla società, nellosvolgere il loro impegno conumiltà, sincerità e amore per ipoveri.

Dopo la benedizione deicrocifissi, dei distintivi, lo sta-tuto e le norme interne, tuttiinsieme abbiamo rinnovatol’atto d’impegno augurando allenuove consorelle un lungo cam-mino con noi. Nella giornatadel 29 settembre invece abbia-mo nuovamente riproposto suCorso Vit tor io Emanuelel’“Autunno Vincenziano” giun-t o a l l a 2 4 ° e d i z i o n e .Nell’occasione ci siamo fattipromotori con un’opera di vo-lantinaggio di alcuni progetti disostegno all’azione del Gruppo,proponendo piccoli progetti, da

un buono pasto alla scuola alcorredo scolastico alle spese diprimaria necessità. Avendo

adottato le direttive regionali inmerito all’apertura di un contocorrente questo ha consentito amolti di donare la loro offerta

essendo poi deducibile dalproprio reddito. Essere al passocoi tempi aiuta la Carità!

Anche questa è inventivacome diceva il nostro Santo.

Buon lavoro a tutti.

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Barletta. Concattedrale di Santa Maria Maggiore.

FILODIRETTOAnno XXI n. 3

dicembre 2013 23NOTIZIEdaiGRUPPI

ANDRIA

Il 7 settembre a Castel del Monte di ANNA LOLIVA

ome ormai molti sanno,ilGruppo Volontariato Vincen-

ziano di Andria è alle prese conun progetto di promozione, soste-nuto dal centro servizi al volon-tariato San Nicola di Bari, chetiene impegnate tutte le socie sinoalla fine del mese di ottobre 2013.Fra le varie tappe del progetto il7 settembre abbiamo avuto unincontro fra villeggianti e nostriassistiti proprio a Castel del Mon-te presso la parrocchia di SantaMaria al Monte di cui è parrocodon Giuseppe Lapenna.

Erano le 15,30 del 7, bellagiornata di sole, radunate pressola stazione di Andria socie vin-cenziane e famiglie da noi assisti-te erano in attesa del pullman perCastel del Monte, 23 bambini dai3 ai 10 anni, 12 mamme. Aveva-mo avvertito i responsabili dellamobilità di mettere un bus da 50posti, avevamo preso i bigliettiper tutti. Flora vice-presidente delGruppo di Andria era stata inca-ricata dalla presidente, impossibi-litata quel giorno ad essere pre-sente, di seguire il gruppo,eravamo un po’ preoccupate per-ché ci avevano informato dei po-chi posti a sedere che hanno questimezzi urbani. Alle 15,45 partenzae dopo mezz’ora finalmente arri-

vo nel piazzale antistante la chie-sa. Erano lì ad attendere Anna eFranca , vincenziane villeggiantiin quella zona, grande emozione,sorrisi di bimbi strette di manodi mamme, l’incontro con il par-roco, la presentazione del nostro

provinciale Michele Giannellache ci ha raggiunto da Barletta,del nostro padre spirituale donLeo Pinnelli giunto da Andria; sisono aperti i cancelli del cortilealberato di proprietà della parroc-chia, guarnito di panchine di pie-tra, affiancato da un localino prov-visto di servizi igienici; sonoarrivate le signorine vestite da

pagliaccio e 50 palloncini azzurrie bianchi con la scritta “si puòsorridere anche con poco”, titolodel nostro progetto. Le vincenzia-ne avevano portato merendine,aranciate , acqua,bicchieri, busto-ni raccolta rifiuti e apparecchiato

un tavolo imbandito per la meren-da.

Le signorine hanno attivatogiochi, distribuito palloncini arti-stici, cantato, messo musica , tuttocon grande calore e affetto, tuttocon costante attenzione. Alle18,45 sono stati distribuiti i pal-loni azzurri e bianchi, al via sonovolati nel cielo portando le spe-

ranze di un futuro migliore ed isogni innocenti dei bambini cheseguiamo con tanta dedizione.Poi tutti in chiesa, don Leo haparlato ai bambini e alle mam-me,abbiamo pregato insieme e lagioia per la giornata trascorsapiacevolmente traspariva dai visicolmi di meraviglia, abituati forsead altro. Quando è giunto l’orariodel rientro abbiamo percorso unbreve tratto della statale badandoai bambini e speranzose che tuttoandasse per il meglio.

Giunto il pullman alla stazio-ne di Andria , scesi tutti, un ap-plauso inaspettato ha ricolmo ilnostro cuore di mamme e nonne.È stato per noi più di un grazie,renderci conto di avere donatopiù di quanto si aspettavano ci haportato a riflettere: è vero si puòsorridere anche con poco! lemamme chiedevano con ansiaquanto dobbiamo pagare, per loroil timore che non fosse tutto gra-tuito era rimasto sino al terminedella gita! Pensiamoci bene, lagratuità non è dare quanto loro èdovuto, è dare con affetto un po’di serenità a chi dalla mattina allasera è in continuo affanno perriuscire a risolvere problemi suproblemi e ancora problemi. Que-sto è volontariato puro, una ric-chezza invisibile !

MOLFETTA - S. MARIA ASSUNTA IN CATTEDRALE

Il Melodramma di Verdi in scenaper il GVV “Santa Luisa”

di TERESA CAMBIONE

ulle note del Melodramma diGiuseppe Verdi, il G.V.V. di

Molfetta “S. Luisa” si è cimentato

nell’organizzazione di un concer-to per raccogliere fondi e per farfronte alle esigenze delle famiglieche, dato il momento di crisi,ancora di più vengono a bussare

alle nostre porte per chiedere unsostegno morale ed economico.

Il coro ha esordito con ilNabucco e successivamente sonoandati in scena alcuni brani delDon Carlos, Rigoletto, Trovatoreed hanno concluso con il Brindiside la Traviata. Classici pezzi daantologia musicale per una seratache ha fatto il tutto esaurito e cheha coinvolto il pubblico di Mol-fetta che ha apprezzato e ap-plaudito in maniera scrosciantele interpretazioni magistrali delsoprano Marilena Gaudio, delmezzosoprano Lucrezia Messa,del baritono Antonio Stragapede,del tenore Nicola Cuocci accom-pagnati al piano da MassimoSciannamea e dal coro “AlterChorus”. Il tutto diretto impecca-bilmente dal maestro Antonio

Allegretta.Il teatro che ha ospitato

l’evento non è di quelli tradizio-nali ma che hanno una buona acu-stica e che fanno assaporare lenote, la musica, il bel canto e leparole per un pubblico attentoalla cultura e all’intrattenimento:la parrocchia San Pio X, amabil-mente messa a disposizione dalparroco don Giuseppe Pischettiper la serata piovosa e fredda del1° dicembre scorso.

La serata si è conclusa conun rinfresco nei locali parrocchia-li. Anche qui il tutto all’insegnadella creatività, questa volta culi-naria delle volontarie del gruppoche hanno invitato i cantanti adegustare dolci molfettesi esclu-sivamente fatti in casa.

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FILODIRETTOAnno XXI n. 3dicembre 201324 NOTIZIEper

iVOLONTARI

XIII CONGRESSO NAZIONALE

Il saluto e l’augurio della neo-elettaPresidente Nazionale

La redazione di Filo Diretto si congratula con gli eletti e augurabuon lavoro alla nostra Presidente Nazionale PAOLA AGNANI MORICI

e a tutti i componenti il nuovo direttivo nazionale:

arissime,“L’avvicinarsi della fine di

un anno, inevitabilmente, portacon sé delle considerazioni suciò che abbiamo raggiunto e suciò che intendiamo realizzare.

Ancor più quest’ anno dopoche la mia nomina a Presidentenazionale mi ha chiamata ad unimpegno e ad una responsabilitàche riuscirò a sostenere solo sesostenuto dall’aiuto di tutti.

I gruppi di VolontariatoVincenziano sono una realtàoperativa che, seppure conmezzi e forze limitate, riesconoad intervenire socialmentenell’aiuto e nella promozionedei poveri.

I nostri fondatori, con unosguardo profetico, hanno volutoorganizzare la “Carità” perchéfossero ottimizzati gli aiuti eperché il bene comune e lagiustizia potessero essere rag-giunti attraverso un percorso incui ognuno di noi è chiamato apartecipare dalla responsabilità.

Viviamo un tempo di crisi,economica, politica, di valori incui c’è chiesto un “di più”: unamaggiore coerenza cristiana, unmaggiore coinvolgimento, un

maggiore impegno,la testimonianza diquei valori che cicostituiscono per-s o n a l m e n t e enell’associazione.

Se vogliamoaprirci al futuro,dobbiamo accettaretutte le sfide che civengono dal nostrotempo e guardarealle nostre radici,trovare in esse laforza per un rinno-vamento costanteche genera coesionee fratellanza. Ri-partire dalle radicivuol dire ripartiredalla nostra fede,unica spinta per unavera azione di ca-rità.

Chi crede in Diosa che ha un com-pito da svolgere nella società,sa che deve rendere migliorel’angolo di mondo che occupaanche a costo di sacrifici perso-nali, sa che la speranza non re-lega in un miracolo l’interventodi Dio, ma è consapevolezza del

dono della Sua forza.La carità autentica è un cam-

mino, un esodo che ci aiuta aduscire da noi stessi per andareverso gli altri, compromettendo-ci a favore e a fianco dei poveri,per incarnarci nelle situazioni e

rendere attuale la salvezza por-tata da Cristo.

Contempliamo in questotempo la fede di Maria,l’umiltà e la debolezza di unDio che si fa bambino, contem-pliamoli con la volontà di com-piere nel nostro oggi e nellanostra storia gesti di amore au-tentici che non si accontentanodi dare risposte incomplete allapovertà, ma sono segni di spe-ranza concreta.

Non ci raggiunga la tenta-zione dello sconforto di frontealla pochezza della nostra realtà,ma anzi facciamo che essa siala testimone della “possibile im-possibilità di Dio” che agiscenella storia di ogni uomo.

Vorrei raggiungere ognunadi voi, i volti, i cuori che costi-tuiscono la nostra realtà, e sus-surrarvi in un abbraccio: "BuonAvvento!" che il Signore ci doniuno sguardo di fede capace divedere, oltre gli affanni del tem-po, la gioia di un autentico ab-braccio d’amore che riscalderàogni uomo”.

La Presidente NazionalePaola Agnani Morici

UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERE

PARTECIP IAMO NUMEROSE

“Da Gerusalemme a Gerico: il VolontariatoVincenziano per una comunità solidale”

Gabriella Raschi - Vicepresidente Nazionale per il Nord,Antonella Fenu - Vicepresidente Nazionale per il Centro,Rosalba Gargiulo - Vicepresidente Nazionale per il Sud,

alla segretaria Rosanna Rufini e al nuovo tesoriere Giorgio Desiderati

HOTEL “PUNTA NORD” – TORRE PEDRERA – RIMINI

7-8-9-10 MAGGIO 2014

C

Paola Agnani Morici - PresidenteNazionale G.V.V. A.I.C. Italia


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