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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO Author(s): DOMENICO BASSI Source: Aevum, Anno 6, Fasc. 2/3 (APRILE-SETTEMBRE 1932), pp. 225-274 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/25818560 . Accessed: 14/06/2014 05:59 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 62.122.73.34 on Sat, 14 Jun 2014 05:59:18 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIOAuthor(s): DOMENICO BASSISource: Aevum, Anno 6, Fasc. 2/3 (APRILE-SETTEMBRE 1932), pp. 225-274Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/25818560 .

Accessed: 14/06/2014 05:59

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1NEDITA ET RARA

DOMENICO BASSI Bibliotecario capo nella Braidense

POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

Dico 'postille" (1), per seguire, sull'esempio del Lesca (2), il

Bonghi (3); ma le postille, nel senso proprio del vocabolo, sono, come si vedra, in numero minimo. La massima parte sono tradu zioni ora di singole parole ora di frasi, quando di emistichi e

quando di versi interi, raramente di due versi consecutivi, anche

piu di rado di due versi e mezzo o tre. Di Plauto sono postulate tutte le commedie, come e noto,

venti, sulPedizione, una delle migliori prima degli studi intorno al testo plautino del Ritschl, di Zweibriick, 1788 (M. Acci Plauti Comoediae saperstltes viginti, novissime recognitae et emendatae. ?

Biponti, ex Typographia Societatis, CDDCCLXXXVIII, voll. 3), che collazionai colla Teubneriana (nelle mie note alle postille man zoniane e anche prima indicata colla sigla T.) di Goetz e Schoell

(1907-1922, voll. 7). La commedia piu postillata e il Miles gloriosus: 109 postille.

Seguono: Pseudolus, 94; Epidicus, 76; Capttvl, 75; Asinaria, 68 ; Menaechmi, 66; Poenulus, 51; Trinummus, 50; Persa, 45; Mostel

(1) Del resto, il Manzoni stesso nel suo testamento (prima edizione integra di A. Guidi, nel Secolo del 2 aprile 1926; v. ora E. Flori in

Emporium, gennaio 1931, pp. 16-19) dice: ? (11?) ... quei miei libri, ... che portano postille o annotazioni di mia mano ?.

(2) In Nuova Antologia del 1? marzo 1931, p. 91.

(3) Opere inedite o rare di Alessandro Manzoni pubblicate ...da R. Bonghi. II (Milano, Rechiedei, 1885).

? 225 ?

Aevum - Anno VI - 15

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DOMENICO BASSI

laria, 42; Cistellaria, 27; Rudens, 25; Casino, 23; Stichus, 12;

Aalularia, 8; Bacchides, 7; Trucalentus, 5; Amphitruo, 4; Afer

Cfl&r, 3; Curculio, 2.

Delle sei commedie di Terenzio sono postillate cinque (nes suna postilla alYfiecyra), sulFedizione di Verona, per Ferede Merlo, 1816 (Le sei commedie di Terenzio recate in volgar fiorentino da

Antonio Cesari con note, postoci innanzi un ragionamento cioe

difesa delta stil comico fiorentino. Voll. 2), che collazionai colla Teubneriana (T.) del Fleckeisen (1916). Postille 47 ulYAndria, 47 alYHauton timorumenos, 3 per ciascuna commedia agli Adelphoe e

al Phormio, 1 alYEunachus. Da questi dati statistici (nei quali non e tenuto conto delle

postille cancellate, che non sono poche) che cosa si pud dedurre ?

Che il Manzoni abbia letto con predilezione le commedie piu po stillate ? o gli sia sembrato opportuno postillarne alcune piu, altre meno ? Comunque, e certo che Plauto lo lesse tutto e lo cono sceva bene, e deve aver letto tutto anche Terenzio, pur avendolo

postillato assai meno, e niente affatto YHecyra; ma che Fabbia letta risulta in modo indubbio da una sua lettera al Qrossi (1), non posteriore al 1836 o 1837. Sappiamo dal Tommaseo (2) che il Manzoni, il quale ? i vecchi [scrittori latini] li leggeya e stu diara ?, adduceva, in questioni di lingua, ? esempi da Plauto ?.

Quanto a Terenzio, ne cita, pur senza nominarlo, alcune parole cMYAndria in una lettera al Fauriel del marzo 1807 (3); e argu tamente notava come il Cesari non fosse stato ben- consigliato nel tradurlo a scopo morale (4). La cosa ha ben poco o, per dir meglio, punto valore; a ogni modo, si puo anche ricordare che in un'altra lettera al Qrossi del 1822 (5), il Manzoni lo prega di mandargli ? un Terenzio, due vol. ?, quelli appunto delFedizione di Verona.

A me sembra non improbabile Fipotesi che alia naturale buona

arguzia ambrosiana del Manzoni, da lui sparsa a piene mani nei Promessi Sposi e soprattutto nelle lettere familiari, in particolar modo a Bista Giorgini, agli amici intimi, Grossi, Cattaneo, Rossari, alia seconda moglie e al figliastro Stefano Stampa, e sempre viva

(1) In Aevum 1931 p. 182 (e n. 5). (2) Colloquii col Manzoni pubblicati ... da T. Lodi (Firenze, Sansoni,

1929), p. 53.

(3) Carteggio di Alessandro Manzoni a cura di G. Sforza e G. Gal lavresi I (Milano, Hoepli, 1912), p. 70 (e n. 2).

(4) N. Tommaseo o. c. p. 79.

(5) Carteggio ... II (1921), p. 43.

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

sulle sue labbra ? si puo dire che tutti i suoi biografi vanno a

gara nel recare i suoi motti spiritosi ? si sia sposata quella dei

due comici (da lui non solo letti, ma studiati, come dimostrano le

postille), e specialmente di Plauto. Di arguzie Plauto e addirittura maestro: molte sono dawero salaci, molte triviali; ma ve ne ha

pure di non indegne di persone ben educate. Alcune di queste ultime arguzie postillo cioe tradusse il Manzoni come meglio non

sarebbe possibile; mi limito a riportarne qui, per saggio, una: non

uestem amatores amant mailer is 9 sed uestis far turn (Most 169) ?il

ripieno, l'empitura (1)?. Le postille a Plauto sono tutte, naturalmente, al testo, ed e

facile capire perche. Invece, delle postille a Terenzio (e parecchie sono vere 'postille") la maggior parte sono medesimamente al

testo, ma alcune anche alia traduzione, altre alle annofazioni del Cesari ; in qualche luogo dtWAndrla il Manzoni confronta la tra duzione di lui con quella del Machiavelli, del quale in uno la reca senza piu.

Ritornano spesso soprattutto in Plauto o nella stessa commedia o in varie le medesime parole o le medesime espressioni (2) in 'situazioni" simili o corrispondenti. In tali luoghi il Manzoni ora

traduce costantemente nello stesso modo, ora in modo piu o meno

diverso. Ho preso nota di tutte le traduzioni delPuna e delPaltra

specie, e me n"e venuto fuori un elenco troppo lungo, perche sia

consigliabile darlo qui per intero. Bastera, credo, che io rimandi, senza riportarli, ad alcuni esempi di entrambe le specie. Nello stesso modo : Asia. 940, Men. 912, Psead. 1229; Epid. 1, Mil.

59-60; Poen. 907, Trin. 537 ; Cist. 771, Pers. 574, Poen. 311; Mil.

397, Pers. 31; Asin. 146 e 372; Epid. 71 e 353; Asin. 316, Rad. 347; Poen. 351, Psead. 605; Rad. 583, Trin. 297. ? In modo di verso: Asm. 146, 372 e 354; 493 e 502: Asin. 143 e Cist. 624; Asin. 316, Rad. 347 e Asin. 579; Capt. 452 e 900; 484 e 489; Cist. 771, Pers. 574, Poen. 311 e Rud. 540. ? Si da anche il caso che due parole diverse siano tradotte nello stesso modo, soltanto

pero in Mil. 397, Pers. 31 e Asin. 315 ; Care. 510 e Pers. 671. ?

(1) Naturalmente, in tutt'altro modo il Manzoni traduce la parola fartum nella frase fartum facere (MiL 8), metaforica, cioe propriamente iperbolica in bocca del personaggio che la pronunzia e, se si vuole, anche

arguta, ma e un'arguzia di tutt'altro genere, e non maliziosa come in

Most. 169.

(2) V. il Lexicon Ptautinum di O. Lodge (Lipsia, Teubner, 1924 ...), non ancora (dicembre 1931) condotto a termine.

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DOMENICO BASSI

Ancora: alcune parole, variamente interpretate, che s'incontrano

in due o piu commedie, sono tradotte una ,volta sola; p. es. prae

fiscine o praefiscini: A sin. 491, Cas. 932 (1), Rud. 461; la tradu

zione e data soltanto in quest'ultimo luogo. Tutte le traduzioni (per le postille, nei senso proprio del vo

cabolo, cioe annotazioni, Favvertenza, si capisce, e superflua) sono

del Manzoni. Non ne occorrono; ma se occorressero prove, una,

decisiva, sarebbe, anzi e questa: che egli, assai spesso, di una sola

parola o di una sola frase da due traduzioni, talora tre e perfino

quattro. II latino, in quanto lingua antica, e sintetico, laddove

Pitaliano, come lingua moderna, e analitico; la nostra vita e piu varia e le sue manifestazioni sono piu moltiplici che non fossero

Puna e le altre al tempo di Plauto e di Terenzio, e quindi il nostro

vocabolario e molto piu ricco. Inoltre qua e la il Manzoni traduce o in francese o in milanese della citta e del contado. E, mi si passi la frase, tutta farina del proprio sacco.

Poiche certe cose non si possono dire bene che in un modo

solo, bisogna dirle per forza in quel dato modo, a meno di voler

fare, a ogni costo, il prezioso, cio che il Manzoni non ha fatto

mai, in qualche luogo egli traduce come tradussero altri prima di

lui o al suo tempo; ma e molto probabile che quelle traduzioni

egli non le abbia nemmeno guardate. Certo e che, eccettuati quei

pochi luoghi, le sue versioni sono tutt'altre da quelle degli altri

traduttori, come ho potuto accertarmi con numerosi confronti. Cosi non si valse, ne trasse comunque profitto, come medesima

mente ho potuto persuadermi con non meno numerosi confronti, della Calligrafia del Ricci (2), che cita nella postilla, cancellata, a

Pseud. 503: la traduzione ? giornerelli ? di dieculae e cosi ovvia

(v. anche Terenzio, Andr. 710), che a nessuno potrebbe, credo, venire in mente che il Manzoni Pabbia presa da quel repertorio di frasi. E ovvie sono, e convenient*! ed esatte in sommo grado,

(1) . T. profugiens (2) Calligrafia plautina e terenziana contenente le piu pure e nitide

locuzioni di latinitd corrispondenti ud altrettante volgari disposte per alfa beto. Opera ... data gia in luce da Angelo Maria Maggi ed ora ripro dotta con notabili miglioramenti (Parma, Fiaccadori, 1836). II libro era

posseduto dal Manzoni, che lo postilld. Due postille sole: p. 87: Gretola. Trovar qualche gretola. Fingere fallacias. P. Asin. (T. 252

? luogo non

postillato dal Manzoni nelPedizione del 1788). Postilla: ? Rimam reperire. Cure. IV, 2, 25 ? (T. 510).

- p. 89: Guerra. Chi non e mai stato alia

guerra. Umbraticus. P. Curcul. (T. 556 ? come sopra). Post.: ? A guerra

finita. Depugnato proelio. PI. Men. V, 6, 31 ? (T. 989).

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e proprie del linguaggio familiare, quello appunto della commedia, tutte le traduzioni manzoniane. Mi sia lecito richiatnare qui su tre Pattenzione del lettore: Asin. 320: salvi samus ? siamo a

cavallo ? (1); ib. 472: nihili, non vides irasci? ? non vedi che va in bestia per nulla ? ?; Copt. 264: te falsiloquom mihi esse nolo ? bada a non mi piantar carote ? (2). In casi, anzi in 1 situazioni9 simili noi diciamo proprio cosi; sono tre frasi che si presentano da se di primo acchito alia mente. Davvero, e da deplorare che il

Manzoni, invece di accontentarsi di postillare, non abbia tradotto o per intero o almeno in parte una qualunque delle ventisei com medie. La letteratura italiana possederebbe un'autentica opera d'arte in piii; e Plauto o Terenzio rivivrebbe in una veste italiana ben piu appropriata, a tacer d'altro, che in qualsivoglia altra delle nostre traduzioni pur tra le migliori, che sono le piii recenti.

Che il Manzoni abbia letto (non pero nelPedizione del Cesari, che e del 1816) da giovane almeno VAndria di Terenzio e dimo strato dalla sua lettera, sopra citata, al Fauriel: nel 1807 egli aveva ventidue anni. Puo aver letto allora o poco prima o poco

dopo anche le altre commedie di Terenzio e quelle di Plauto (3); le plautine le lesse, una prima volta, indubbiamente, in un' altra

edizione, di versa da quella del 1788, come si deve arguire dalla sua affermazione relativa alia forma opficium (4); ma certamente non le postillo. Le traduzioni attestano una conoscenza cosi pro fonda e sicura del latino che intorno a quel tempo il Manzoni non

poteva ancora possedere. II lavoro non e stato fatto tutto di se

(1) Cosi traduce anche il Rigutini. Meno bene 472: 'balordo, non vedi che lo piglia la collera?'. Giova perb avvertire che nihili, (con vir

gola, anche nelPedizione del 1788) dal Manzoni riferito ad irasci (con cui sarebbe genitivo di limitazione), e, pel Rigutini, e realmente o almeno pare, genitivo di qualita, donde la traduzione, alquanto libera ' balordo \

(2) Se non meno bene, certo meno briosamente il Rigutini traduce: ' badiamo di non mi dir bugie \

(3) Non sara fuor di luogo osservare che il Manzoni in una nota del 'discorso' Del romanzo storico ... accenna all'Amphitruo pur non citan

dolo (? come il Sosia di Plauto, a fronte di Mercurio > [atto I, scena laJ), e nella Parte t dell'opera La rivoluzione francese del 1789 ... cita Curcul, IV, 2 ? (T. 498). NelYAppendice al capitolo III delle Osservazionl

sulla Morale cattolica reca le due prime parole di un verso di Terenzio in ? Eun. I, 1, 4 ? (T. 49). V. Tutte le opere di Alessandro Manzoni ... a cura di G. Lesca (Firenze, Barbera, 19282) rispettivamente pp. 864, 1093 e 221.

(4) V. la * postilla' (e la mia nota) a Pseud. 139 T. officium.

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DOMENICO BA5JSI

guito; di che e prova materiale la tinta delFinchiostro. Terenzio

probabilmente fu postillato prima; *probabilmente", perche la

qualita della carta dei due volumi e diversa da quella, molto mi

gliore, dei tre volumi di Plauto. Comunque, Paccenno alle locuzioni toscane nelle postille a Most. 987, e Pers. 595 e 663 mi sembra che possa autorizzarci a credere che il lavoro fu eseguito dopo il

primo viaggio, del 1827, del Manzoni in Toscana, dove soggiorno dal 12 agosto alia fine di settembre (1). Accenni del medesimo

genere, e in forma anche piii esplicita, si trovano in due sue

postille al lessico del Forcellini: Inquio ? 7: ? dice; dice pero ? a

foggia d'impersonale e modo delPuso toscano vivente ?, e Pomarium

? 1, pometo: ? pomario e il vocabolo delPuso vivente di Toscana ?.

Si badi a 'vivente", nelle due postille. Al lessico del Forcellini il Manzoni rimanda nelle postille a Men. 165 e aM'Andria 526. Del

Fopera, dico il Totius Latinitatis Lexicon, egli possedeva la terza

edizione, 1827-1831, che postillo; e fra altre postille, ce ne sono alcune anche a Plauto e una a Terenzio; pubblico a loro luogo anche queste. La postillatura dei due volumi terenziani e dei tre

plautini dev'essere, pertanto, stata fatta dal 1831 in poi; e certa mente il lavoro non fu condotto a termine prima del 1836, perche la Calligrafia del Ricci, sopra citata, e appunto di quell" anno.

Inoltre, la mano di scrittura delle postille e precisamente la stessa delle lettere del Manzoni nel decennio 1830-1840 circa, come vedo da confronti ?u confronti; e anche questo argomento e probatorio.

Nel lavoro materiale della postillatura il Manzoni, per cio che

riguarda il testo, non ha preceduto in modo uniforme: ora sotto lineo la parola e per intero la frase, Pemistichio, il verso o i versi

postillati, ora di una frase, di un emistichio, di un verso o di piu versi sottolineo soltanto alcune parole; ora sottolineo tutta una

frase, ma ne postillo, cioe tradusse una sola o due parole; tal

volta, invece di sottolineare, punteggio alcune lettere, talaltra

punteggio e in parte sottolineo; non di rado, ne sottolineatura, ne punti affatto. Rarissima la sottolineatura nelle traduzioni. Alcune postille sono cancel late, quando a pieno inchiostro (mi spiego?) e quando, piu spesso, con freghi ; e in questo caso ora si ora no leggibili. Qua e la, un punto interrogativo in fine, per lo piu fra parentesi: segno evidente di dubbio. Pure qua e la parole sottolineate, ma non postulate; (non e possibile dire se per dimenticanza o perche

' pensandoci su 9 si accorse che non

(1) V. Da Milano a Firenze nei 1827 in // Marzocco 1931,11 ottobre, n.? 41.

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

metteva conto postillare). Tutto cio si vede nella rnia edizione, nella quale le parole in corsivo rappresentano quelle sottolineate dal Manzoni. Di mio ho segnato nel testo latino di versi una

lineetta in mezzo, che tiene il luogo di parole non tradotte, e

(anche nelle note) la doppia virgolatura delle postille, tutte nella colonna di destra. In nota, oltre ad osservazioni di vario genere, le

postille cancellate, e quelle che il Manzoni appose al Forcellini (F.); e il testo latino delle due edizioni Teubneriane, quando e diverso da quello, recato nella colonna di sinistra, delle due edizioni po stulate ? naturalmente non tenendo conto dei casi di semplice gratia (p. es. quidquam o quicquam, nil o nlhil, nisi o nisei)

?

e quindi il senso muta, cio che talora avviene anche, si capisce, per effetto delle interpunzioni. Per risparmio di spazio, ma soprat tutto per comodita, anziche le indicazioni delPatto, della scena e del verso in ciascuna scena ho dato il numero progressivo dei versi delle singole commedie secondo le due edizione Teubneriane; cosi torna assai piu facile trovare subito il testo del luogo postil lato, ne occorre segnare le pagine delle due edizioni usate dal

Manzoni, come ha dovuto fare il Bonghi per le postille pubblicate da lui, ma non fece il Lesca.

PLAUTO

Amphitruo. 327 sibi malam rem arcessit jumento ? la cerca col fuscellino ?

suo.

336 Non edepol nunc ubi terrarum ? non so in che mondo mi sia ?

sim, scio, 343 Utcumque animo conlibitum "st ? Quel che mi pare ?

meo.

1032 a me mendicas malum. ? vieni da me a accattare il ma

lanno >

Asinaria. 127 (1) Siccine hoc fit? 130 At malo cum tuo: 136 lngrata atque inrita 138 Male quod potero facere, faciam, * ti faro il peggio che potrd ?

143 magnas habebas omnibus Diis ? e ringraziare il cielo ?

gratias.

145 me specta ? aspetta (termine di minaccia) ?

? cosi si tratta, eh ? ? ? Ma peggio per te ? ? roba buttata via >

(1) 124-25. ? Cit. senz'altro in F. Contueor ? 6 Contui pro contueri.

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DOMENICO BASSI

146 Nam isti quod succenseam ipsi, nihil est :

149 ne ? quidem ?

dignum esse exi

stumat,

160 ut merita es de me et mea re, tractare exsequar:

162 Magis istuc percipimus lingua dici, quam factis fore.

186 ad suum quemque hominem quae stum esse aequom 'st callidum.

187 Perdidici isthaec (sic) esse vera, damno cum magno meo.

196 Abasa. 203 non dico amplius. 211 Usque adhaerebatis: 219 rem solvont 251 Jam diu 'st factam 264 in mundo 274 Aetatem velim servire,

281 opprimere 288 socium ajd malam rem quaerit,

315-17 Ego (3) mirabar, quod dudum

scapulae gestibant mihi, Hari olari quae occeperunt sibi esse in mundo malum. Quidquid est, eloquere.

319 Habeo opinor familiarem tergum, ne quaeram foris.

320 salvi sumus. 339 Ita enimvero. 349 collide 350 Ausculta ergo; 354 Te non aequom 'st succensere. 360 exasciatum. (4)

? con costei non ho che dire ?

? non si degna nemmeno ?

?ti trattero davvero come me

riti ? ? dal detto al fatto v'e un gran

tratto.?

? Ognuno ha da pensare al suo interesse ?

? l'ho imparato a mie spese ?

? Andati. Se ne son iti? ? non dico di piu ? ? Mse: (1) mi venivate dietro ? ? pagan tutte le spese ?

?eun pezzo ?

<( in aria >

torrei a patti d'esser servo in vita ?

<< cogliere ?

? cerca un compagno nella (2) mala ventura ?

? Andavo pensando perche mi

pizzicasser le spalle; gli e

che indovinavano che c'era

preparati de* guai. Or via; sentiamo - ?

? Ho un buon dosso in casa, senza andarlo a cercare ?.

? siamo a cavallo - ?

? Per l'appunto ? * benissimo >

Senti dunque! ? ? non te n* hai a offendere ? < sgrossato ? ? (5)

(1) ' Milanesee cosi altrove.

(2) Corretto da ? della ?, (3) T. Ergo (4) T. exasciato (5) Segue una parola cancellata (e sottoli?eata), che forse, dico forse,

b : vulnerato ?.

? 232 ?

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

370 oblectabo,

372 caveto ne succenseas.

374 malo cum auspicio 376 Dico ut usus *st fieri. ? Dico hercle ego quoque ut factu

rus sum.

379 jam ego recurro hue. 388 Pol haud periclum "st, cardines

ne foribus effringantur, 391 Clamat,

400-401 aliquantum ventriosus, com

moda statura, tristi f route. 415 malam rem effugies numquam. 426 (1) in splendor em dart 434 (2) delenire apparas. 445 Non etiam. > da, commoda homini amico.

451 Ita iracundia obstitit oculis. ? Non mirum factum 'st.

470 Nimis iracunde. 472 nihiU, non vides irascl?

473 ne male loquatur.

474 Malum hercle vobis quaeritis.

477 Quae res? 481 Dabitur poi supplicium mihi de

tergo vostro.

493 (3) Fortassts: 496 huic capitolo 501 neque deceptus in eo.

? gli daro chiacchiere lo terr6 a bada >

? non ci aver che dire ? ? in mai punto ? ? Intendo secondo il bisogno ?

?Intendo secondo che la mi verra fatta.?

? son qui subito = vo e torno ? ? Non e'e pericolo che si sgan

gheri l'uscio ? ? Chiama il portinaio Grida

al portinaio ? ?

panciutello, statura giusta, fac

cia burbera ? ? non isfuggirai il malanno ?

lustrare ?

? mi vuoi imbonire ? ? Non ancora >

? va, presta agli amici ? ? non ci vedevo piu dalla rabbia ? ? Cose che seguono ? ? Troppa furia ? ? Non vedi che va in bestia per

nulla ? ? ? perche non dica di male pa

role - ?

?Vo' andate a caccia di guai Vo' andate in cerca del vo

stro malanno ?

? Che e codesto ? ? ? Le vostre spalle pagheranno

il fio mi daranno soddisfa zione ?

Sara ?

? a quest* omaccino ?

? e non se n'ebbe a pentire ?

(1) 421 unam sottolineato, ma non * postillato*.

(2) 432-33 ?Cit., con un'annotazione che non riguarda Plauto, in F. Olivum ? 1 Adde Plaut. Pseud. ...

(3) 485 herum nosmet fagitare censes ? La' postilla9 b tutta cancellata, ma si legge ancora tutta: < credi tu che il nostro padrone voglia scappare ? ?

? 233 ?

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DOMENICO BASSI

502 Fortasse. 503 Haud negassim. 527 deperis. 534 Hie dies summa fst (1) apud me

inopiae excusatio. (2) 579 Hariolare. 617 Scio, qui periculum feci. 656 (4) Salus interioris ho minis, 660 ante me ito inanis. 685 redito hue conticinio.

718 tamen, ut ne Salutem culpem. 902 sine! 910 Ecquis currit pollinctorem arces

sere?

933 Nilne te pudet? 940 1 in crucem.

Aulularia. 659 interstringam guiam.

661 Emortuum ? leto malo, 685 Fac mentionem cum

700 (6) ubi de capite meo sunt comitia. 703 hominum mendicabula.

785 quantum 'st, 790 parvi preti, 803 in vado salutis res

Bacchides. 158 Satis historiarum 'st. 409 illorum 412 absque te esset,

? Sara benissimo - >

Non dico di no ? ? vai matta ? ? termine perentorio. ? (3)

? Hai dato nel segno. ? ? Lo so per prova > ?; vita del cor mio ? < vammi dinanzi scarico > ? Mse.- tornate doman mattina

in sul fresco.? < senza far torto alia Salute - ?. (5) ? lascia fare 1 >

Andate per il beccamorti - >

? Non ti vergogni ? ? * VatF impicca

- ?

Pigliar per la gola ? Mse: ac

chiappar per il collo.? morir di mala morte >

? Dinne una parola ? ? si decide della mia vita ? ? poveraglia! >

? in corpo e in anima >

*. poco di buono ?

? la cosa e a buon porto >

non piii storie ?

di quelle cose *

se non eravate voi ?

(1) T. summust

(2) Cit. pure, senz'altro, con alcune parole cancellate, illeggibili, dopo, in F. Excusatio ? 2 iniz.

(3) Le due parole sono scritte su altre, raschiate e svanite, illeggibili. (4) 628.

? F. Cibus ? 1 Suet. Galb. 22 Id. Aug. 76 ... Pro cibo habere - Plant. As. III. 3. 38 Tun' verberes, qui pro cibo habeas te ver berari ? Dar bastonate, tu che ne ricevi a tutto pasto ? ?

(5) Per sbaglio (precede Fortunam): ? Fortuna ? cancellato.

(6) 697 miror ubi sit, parole sottolineate, ma non ' postulate'.

? 234 ?

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

675 hoc digitalis duohus sumebas pri moribus ?

677 quotn parum inmersti ampliter.

707-708 placide volo Unumquidque a

garnus:

1039 si ego in istoc si em loco,

Capteivei. 22 Enimvero Dii nos quasi pilas ho

mines habent.

25 Ut fit in bello, 51 Homunculi quanti sunt, quom re

cogito! 104 (1) sese omnes amant. 121 Si non est quod dem, mene vis

dem ipse in pedes? 135 (3) Ossa atque pellis sum

136 Neque umquam quidquam me juvat, 179 Emtum, 183 Hemlvel jam otium est

192 subducam ratiunculam,

198 morigerari 200 Indigna digna habenda sunt, herus

quae facit.

201-202 Eiulatione haud opu *st: ocu lis multa miseriam additis (5). In re mala animo si bono u

tare, adjuvat.

206^ si solutos sinat

? ne prendevi un pizzico ?

? di non aver cacciata la mano

al fondo ? ? Una cosa alia volta ?

? se fossi in te ?

? Davvero gli dei fanno di noi alia palla

- >

? Come accade alia guerra ? ? Che e Puomo, quando ci pen

so ! ? ? son tutti egoisti

- ? ? Non avendo altro da dare, se

la dessi a gambe ? ? (2) ? son pelle e ossa ?

? Non mi fa pro niente ? ? II contratto e fatto ? (4) ?Son gia in liberta. Son gia

lesto - ?

? faro un conticino ? un conte

rello ? ? ? adattarvici ?

? Bisogna pigliar per bene tutto

quello che il padron vuole - ?

Non serve a nulla il piangere: non fate altro che straccarvi

gli occhi. Nelle disgrazie ci vuol coraggio ?

N. sinere attivo: se ci lascia

slegati - ?

(1) 89. ? Cit. senz' altro in F. Aula fin. Adde in AuU saepe,... ? Id.

in Capt. I. i. frangique aulas in caput?. (2) Cit. pure in F. Do ? 3 Cic. ... 6 Verr. 43... ? [da]rla a gambe ?;

e, senza traduzione, Pes ? 6 apud Ter. Phorm. ...

(3) 124. ? F. Do ? 1 Cic. ... 4. Catii 5 ... ? [i]n caveam met[te]re in gabbia Plaut. Capt. I. 2. 16 ?.

(4) Cit. pure in F. Emptus ? 3 Ex empto... Emtum. Plaut. Capt. I. 2. 72. Accetto. II cont[o] e fatto. Siamo inte[si] >.

(5) T. t multa oculis multa miraclitis.

? 235 ?

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DOMENICO BASSI

215b Obnoxii 225 sobrie, 227-28 haud sumniculose hoc Agen

dum 'st.

244 te oro per precem, 253 (1) Edepol tibi ne quaestioni (2)

issemus, cautum intellego; 264 Quarum rerum te falsiloquom mihi

esse nolo.

297 Fecit officium hie suum,

301 metuere, 313 Est profecto Deus,

353 Num quae caussa fst 354 Optuma 366 mutatio 396 mora mera 415 Merito tibi ea evenerunt a me. 419 lacrumas excutiunt mihi! 420 corde antare inter se. 452 Bene ambulato.

? Bene vale.

475 tarn aperto capiie 484 scivi extemplo rem de conpacto (5)

geri.

488 una res.

489 Omnes conpacto (6) rent agunt,

493 Qui concilium iniere, 516 Nunc lllud est, quom me fuisse,

quam esse, nimio mavellm:

? tenuti, obbligati - ?

? con giudizio ? ? non bisogna essere addormen

tati ?

?te lo chiedo per piacere ? ? Hai fatto in modo di non dover

far fatica a trovarci ? c E bada a non mi piantar ca

rote ?

? ha fatto il suo dovere a dir la verita - ?

? aver rispetto ?

Nota questo Deus nei signifi cato primitivo

- ? (3) ? ti par giusto... ? ? <c giustissimo ? ? cambio ? (4) < tempo buttato via ? ? ho fatto quel ch' io doveva ? ? mi cavan le lagrime

?

? s'.aman di cuore ?

? Buon viaggio ? ? Buon soggiorno ? ? a faccia scoperta ?

? m'accorsi subito che Pera va

luta intesa ? * sempre lo stesso ?

? vanno d'accordo, si danno Pin

tesa. ?

? hanno fatto congiura ?

ora e il punto ch'io vorrei es

ser morto >

Num quae caussa 'st

Optuma mutatio mora mera

Merito tibi ea evenerunt a me. lacrumas excutiunt mihi! corde antare inter se.

Bene ambulato.

Bene vale.

tarn aperto capiie scivi extemplo rem de conpacto (5)

geri.

una res.

Omnes conpacto (6) rem agunt,

(1) 247 Ne me secus honore honestes, sottolineato e ' postulate*ma

la ' postillaf h cancellata e affatto illeggibile. (2) T. in quaestione (3) Cit. (tutto il verso) pure in F. Deus ? 1 Cic. 1 Tusc. 27... ? Est

profectb Deus... Plaut. Capt. II. 2. 64. Qui non significa uno degli dei, ma Dio ?.

(4) Cosi pure (recato tutto il verso, ma tradotta soltanto la parola mutatio) in F. Mutatio ? 1 Tacit 3 Ann. 44 ...

(5) e (6) T. compecto

? 236 ?

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

522 deprecatio 534 Nunc enitn vero ego occidi: 538 qui ex parata re inparatam omnem

facis.

550 Et illic isti, qui sputatur, morbus interdum venit.

568 Tu enim repertus, 592 Enimvero jam nequeo contineri? 598 Jam deliramenta ioquitur: 611 Quid mi abnutas? 614-15 Garriet quo (1) neque pes um

quam neque caput conpareat Ornamenta absunt;

617 Nunc ego inter sacrum saxumque sto;

618 Do tibi ope ram, 632 Meam rem non cures, si recte

facias, num ego euro tuam?

648 Convenit 655 Nucleum a/wisi, reliquit (2) pigneri

putamina.

701 Sed hoc mihi aegre *st, me huic dedisse operam malam,

732 Non moriri certiu 'st.

787 ductus, (3) 804 prohibete a vobis vim meam. 820 Qui petj-oni nomen indunt ver

veci (4) sectario;

831 Hie homo Ad coenam recipit se ad me.

836 in tempore advenis.

837 eo fastidis.

(1) T. quoi (2) T. reiiqui (3) T. doctus

(4) I tre puntini sono a matita.

(5) II noto poema di Lorenzo Lippi:

? scongiuro ?

? ora si che son servito ? ? che mi guasti la cosa fatta ?

? gli viene il benedetto patisce il mai caduco ?

? Sarai tu quello...! ?

? Non mi tengo piu ? ? comincia a farneticare ?

? Che mi ammicchi ? ? ? Dira cose che non han capo

ne coda gli manca l'abito ?

? son tra Fuscio e *1 muro ? ?

? Son da te ?

non t* impacciar de* fatti miei,

se vuoi far bene: che m'im

paccio io de' tuoi ? ? ? A pennello. Gli e lui. ? ? il cavallo e ito, e' m'ha iasciato

in pegno il capestro - ?

? ma mi sa male di aver dato il malanno a costui di aver

fatto mai' opera ?

? come e fissato che ho da mo

rire ?

? aggirato ?

? guardatevi da me ?

? .... e capra lessa Che fitta

anche gli fu per mannerino -

Malm. II. 33. ? (5) ? Costui s' invita a cena da me ?

? vieni a proposito ? ? percio hai dell'aria ?

// malmantile racquistato.

? 237 ?

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D0MEN1C0 BASSI

848 Hie vigilans somniat. 891 iterant gnatus videor, 900 Bene ambula, et redambula. 912 ne in me faceret inpetum. 937 lingua nulla 'st, qua negem quid

quid roges. 947 (1) mihi libellam pro eo argenti

ne duis.

950 Ubi estis vos ? 954 Age tu iliac procede, bone vir, 958 ubi loci fortunae tuae sint, 959 ex mala meliusculam. 965 sed jam fieri dictis (2) conpen

dium volo. ?

968 tuis rebus feceris meliusculas.

981 Aut ego, aut tu. 986 quojus nihili sit faciunda gratia. 1024 Quasi per nebulam,

Casina. 156-57 ego pol ilium probe incom

modis Dictis angam: faciam

uti, proinde ut est dignus, Vi tam cplat;

161 Meas fortunas eo questum ad vi cinas. (3)

175 male nuptae: 178 Nam 207 Quando tibi nil domi deliquum 'st.

220 condimento 229 atque abstine manum. 239 vix teneor, quin, quae decent te,

dicam.

241 Ut cito conmentatus est ! (4) 243 Scio plus, quam tu me arbitrare.

? sogna ad occhi aperti ? ? mi par di rinascere ? ? Buona andata e felice ritorno > ? non mi venisse addosso ?

? je n' ai rien a vous refuser. ?

? non hai da spendere un quat trino - ?

? Eh, dove siete ? Chi e di la ? >

Vien via tu, galantuomo ? ? a che partito tu sia ? ? ci metterai una toppa ? ? Ma facciamla corta ?

raddirizzerai un pochettino i tuoi affari. ?

?0 io o tu. Un di noi due. ?

di cui non hanno che fare ? ? come in nube ?

gliene vuo" dire: gli faro far la vita che merita ?

vo a sfogarmi un po' colle vicine - ?

ie mal maritate ?

Ecco ?

quando non ti lasci ma near

nulla in casa - ?

salsa >

tien le mani a te ?

Non so chi mi tenga ch'io non ti dica quel che sta bene ?

? come Pha trovata su due piedi? ? Ne so piu di quel che credi ?

(1) 946 Propter meum caput parole sottolineate, ma non ' postulate".

(2) T. dicta

(3) T. uicinam

(4) T. commen[da]tust.

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

245 nihili? 247-48 Bibe, es, disperde rem. 251 Relirque aliquantum orationis, eras

quod mecum litiges. 302 Abin' hinc ab oculis ?

? Invitus me vides :

319 Quam tu mini uxorem ? 332 istos minutos ? Deos

470 habeo viros! 490 Scin' quid nunc facias? 501 Argento parci nolo: 508-509 Sed si nunc facere volt hera

officium suum, Nostra omnis

Us est: 878 pucjet, quod (5) prius non pudi

tum umquam est.

895 manifesta res est.

Cistellaria. 113-15 Cura te, amabo. siccine in

munda, obsecro, Ibis? Inmundas fortunas aequom 'st

squalqrem sequi. Amicu

lum hoc sustolle saltern.

146 praeter vos quidem. 155 perputem. 161 Pedibus perfugium peperit,

? vaurien ? (1) ? Mangia, bevi, butta via ? ? Tienne un po* per domani ?

? levamiti dinanzi Mse = voeut anda fceura di ceucc ? ? (2)

? mi vedi mai volentieri Mse del contado: te me vedet inivid ? (3)

? Che parli di moglie ? ? ? tutta quest'altra marmagiia di

dei. ?

je les tiens ? (4) ? Sai che hai da fare ora ? ? ? senza risparmio ?

? Se la padron[a] vuol fare il suo dovere (la parte sua) ab biam vinta la causa*

? non ho mai avuto una vergo

gna simile. ?

? si sa ogni cosa ?

? Mais voulez-vous paraitre en

ce desordre extreme?.

Et que m'importe, helas! de ces vains ornemen[t]s? Lais sez-moi relever ces voiles

detaches ... Racine Ber. IV.

2. ? (6) ? senza contar voi altri, pero. ?

? conti spiccioli ? ? Metter la salvezza nelle gam

be? ?

(1) mascaizone (la mia traduzione forse e superflua, ma ...).

(2) Vuoi andare fuori degli occhi ?

(3) Tu mi vedi malvolentieri.

(4) gli ho colti.

(5) T. quern (6) 11 luogo, qui recato, della Berenice e postillato dal Manzoni (che

possedeva le Oeuvres completes [sic] del Racine. Paris, 1816, voll. 7) coi versi di Plauto (Bonghi o. c. p. 412).

- 239 -

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DOMENICO BASSI

189 Ut expungatur nomen ne quid debeam.

204 Hanc ego de me conjecturam do mi facio, ne (1) foris quaeram,

493 factione 508 Scis jamdudum omnem meam

sententiam.

551 Jam horret corpus, 584 At non missam oportuit.

588 Me indicabit, 598 occupatus sum ampliter. 609-10 Conteris Tu tua me oratione

622

624 626

628 703 704 712 734 735 737 740 751 768 771

Curculio. 40 scelestam servitutem serviunt.

510 (5) aliquam reperitis rimam.

? perche si dia di frego alia mia

partita - ?

? ne ho la prova in casa senza

andar tanto a cercare ?

? af fare ? ? ? Ho parlato chiaro ?

? mi vengono i bordoni ? ? Ma non bisogna lasciarti an

dare ?

? mi buttera fuori me ? ? ho da fare assai ?

Tu m* infradici co" tuoi di scorsi ?

? fanno uno scellerato mestiere > ? trovate sempre qualche gre

tola >

Quid nunc supjna sur?um in coe

lum (2) conspicis? Diis hercle habeo gratiam :

Nunc mihi bonae necessum "st

esse ingratiis,

egomet potius hanc injbo gratiam quod periit, periit: sunt Qui volunt te conventam

Haec mulier nostra est (3) Sine dicat. Est quidam homo, qui At poi ilia quaedam, in nulla (4) opera gj-atuita 'st.

Ne obloquere.

Quid fit, ? ? Tibi auscultabo.

? che stai a guardare in su, ora? ?

? Lodato il cielo ? ? ora mi bisogna far bene a mio

dispetto ? ? mi faro io questo merito ? ? quel ch'e ito e ito > ? c"e chi ti vuol parlare ? <c Questa e la nostra donna ?

? Lascia parlar lei ?

Conosco uno ?

? ma quella certa tale ? ? non fa niente per niente ?

?-Non interrompere ?

? Che s'ha a fare? Che ne dici? ?

Fo a tuo modo ?

(1) T. ni

(2) T. susum caelum

(3) T. (h)aec mulier * * *

(4) T. nulla (senza in) (5) 248.

? F. Divinkus ? 2 ? Divinitus scire. Plaut. Cure. II. 1. 3 [e 33 e non 3]. Vah! solus hie homo est qui divinitus sciat ?.

? 240 ?

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Page 18: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

Epidicus. 1 Quis, properantem me prehendit(\)

pallio ? 9 agis ut velis? (2) ? Exemplum adest. (3)

13 tu es gradibus grandibus !

15 adipiscendi

? Scurra es.

17 perpetuon' valuisti? 20 PugiUce atque athletice. 25 Jus diets. ? Me decet.

27 At unum ? abest.

? Scies.

39 Supersede istis rebus jam.

48 id ei inpetratum reddidi. 49 Utcumque in alto ventus est, Epi

dice, exin velum vortitur.

71 dinumeraverit.

72 Heu edepol res turbulentas! 81 quo in loco haec res sit, vides, 84 montes mali. 85-86 Neque

? Consilium placet.

? Chi mi tira pel mantello ?

Ti va ella bene ? ? ? Guardami in viso. Come vedi? ? hai il passo lungo. Qui par

detto in doppio senso, poten dosi per gradus intendere

passo e onore. Come vai in

nanzi! ?

? acquistare, per raggiungere e voce del contado milanese. ?

? Buffone! ? ? Sei sempre stato bene ? ? ? come un paladino ?

? parli giusto ? (4) ? Da par mio ? ? manca una cosa ?

? Te lo dico subito ?

?Lascia andar codeste cose.

Smetti. ?

? io Y ho servito. ? ? Volgersi ad ogni vento. Ed al vento che muova il batter

d'ali D'un picciol moscherin voltan

bandiera.

Buon. Fier. IV. 2.? 7.a ? (5) ? abbia contato ?

? Oh quanti imbrogli! ? ? vedi a che siamo ?

? un monte di guai ? ? Non trovo la via. Non ci

veggo modo d'uscirne ?

(1) T. reprehendit (2) T. agis? ut uales?

(3) T. adesse

(4) Al di sopra, una cancellatnra, inintelligibile. (5) Buonarroti, La fiera; nelP edizione del Salvini (Firenze, 1726),

pag. 206: mova, il batter Pali in quella del Fanfani (Firenze, 1860), indubbiamente posteriore alia 'postiHa' del Manzoni, p. 576: mova, al

batter Pali ...

? 241 -

Aevum - Anno VI - 16

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DOMENICO BASSI

103 Hue concedam, 117 Beneficum esse oratione, 133 (1) Quid retulit 139 Men* piacularem opgrtet fieri ob

stultitiam tuam? 142 calidis, 146-47 Facile tu istuc sine periculo et

cura, corde libero Fabulare. 159 Jam senatum convocabo In corde

consiliarium, (2) 189 cluent. 194 orna te, 210 Turn capttvorum quid ducunt se

cum! 237 solens (3) 249 Quasi retruderet hominum me vis

invitum.

269 atque ita curetur, 326 Absurde facts, qut angas te animi.

338 Per hanc curam quieto tibi licet esse. hoc quidem jam periit:

340 Crede modo tu mihi.

353 Manibus his dinumeravl; 408 alias 439 (4) Incertus 434 (4) Eradicabam hominum auris, 464 Nam quid ego apud te parcam (5)

proloqui? 466 Te absolvam brevi:

471 Istis legibus habeas licet. (6) 474 tibi addam dono gratiis. 490 supposita

491 plane et probe. 502 minimi preti.

? Mi tirero qui da canto ?

esser generoso in parole ?

t Che serviva dunque ? ? Ho da portar io la pena del

tuo peccato ? ? ? calde calde ? * Vous en parlez a votre aise. >

* Faro consulta dentro di me ?

? passano per ?

? rassertati >

? E quanti prigioni ne menano! ?

? come uomo costumato ?

<( come se fossi cacciato dalla folia >

? si faccia in modo (?) > ? Fai male a crucciarti ? ? Di questo non ti dar piu pen

siero; che e ito. ?

? Basta che tu mi creda ? ? Fho contato con queste mani ? ? altri?

? senza risposta >

? toglieva gli orecchi alia gente ? ? Non fo mistero ?

< ve la fo corta ?

A questi parti e vostra ? * sopra mercato, per soprappiu ?

? appiccicata - fitta. - data in

iscambio ? ?

4k di proposito ?

? il piu dappoco ?

(1) 120 pretto pretioso parole sottolineate, ma non 1 postulate'

(2) consiliarium, benche formi un concetto solo con convocabo, non e sottolineato.

(3) T. sciens

(4) T. i versi di questo gruppo sono in altro ordine. (5) T. te uer[b]a -parcam (6) T. istis legibus? Habeas licet:

? 242 ?

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

505 incerto (1) scio. 512 numquid me vis ceterum? 569 Remigrat animus nunc demum mini. 591 (2) haec mea culpa non est: 592 mihi magister fuiU 597 quibtis De signis 620 (3) gravastellus 623 Usque ab unguiculo ad capillum

summum

631 absolve me, (4)

634 Satin9 ego oculis utilitatem obtineo sincere ?

638 Quod quidem nunc veniat in men tern mihi.

640 mi homo. 668 sine me hominem apisci. 671 Quot

? exemplis

687 Nihil moror mihi precatorem. (5)

691 Tibi moram facis, 693 mos geratur. 695 Nihil vero obnoxiose. 698- Libuit: 699 vet du pignus, 702 ut omnem rem scias.

705 te tetigi (7) triginta minis. 707 Factum hercle vero, et recte fac

tual judico.

709 benigno, 710 ferocia 'st? (8) 711 Quom tu es liber, gaudeo. 713 Jam ipsa res dicet tibi.

? non lo so di certo ?

ti occorre altro ? ?

Mi torna il fiato in corpo ? ? non e mia colpa ? ? m' ha imboccata ? ? A che segnale ? ? ? gravacciuolo (?) ?

Da capo a pie. ?

?spediscimi spacciami spic ciami ?

Mi serve bene la vista ? ?

? Ch* io mi ricordi ?

? il mio uomo ? ? Lascia ch'io agguanti Fuomo ? ? in quanti modi ? ? Non ho bisogno delta tua in

tercessione - ?

? Perdi tempo (?) ? ? servilo, accontentalo ?

* Senza far male perd (?) ? ? M'e piaciuto ? (6) ? dammi caparra ?

? per dirtela tonda ? ? F ho servito in trenta mine ?

Cosi e, e non me ne pento.?

? dolce, sciocco ?

? sfrontatezza ?

? Se sei libero, me ne rallegro > ? La cosa parlera da se ?

(1) T. incerte

(2) 587 Tua istaec culpa 'st, non mea. sottolineato, ma non ' postil

lato', probabilmente perche 587 = (in parte) 591.

(3) 618 in mundo sottolineato, ma non 4 postillato \

(4) T. absolue (senza me) (5) T. Nil moror mihi deprecari. (6)

' Postilla' interlineare sostituita ad altra, marginale, raschiata.

(7) T. tetigi (senza te) (8) T. inpudentiast ?

? 243 -

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Page 21: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

DOMENICO BASSI

718 messem metas! 721 (1) Quid istic (2) oratis opere

tanto ?

Menaechmei. 89 rostrum

100 escae maxumae,

139 per tempos 165 Captum sit collegium augurum.

? raccogliere ? ? ciarlate, che state qui tanto a

predicare ? ?

? il grifo ? ? di buona bocca ? ? a tempo ?

Capi autem virgo (vestalis) propterea dici videtur quia P. M. manu prehensa ab eo

parente, in cujus potestate est, veluti bello capta, abdu citur... Plerique autem capi virginem solam debere dici

putant Sed flamines quoque Diales, item pontifices et au

gures capi dicebantur. Gell. I. 12. Ma negli esempi citati da Gellio capere e capi non

significano che cooptare, co

optart d'un individuo. Che forza abbia il capi detto del

collegio non si ritrae ne da

qui, ne da altro luogo ch' io

sappia: il Forcel. non reca

questo es.? di Plauto. Forse

qui significa radunarsi; e il senso della frase o del ribo bolo sarebbe: fa conto d'in

terrogar gti auguri: io non so indovinar meno di loro.

Lo stesso senso a un di presso ne verrebbe se capere signi ficasse qui eligere (Forcell.

Capio ?. 10) fa conto d'esser venuto agli auguri

- ? (3)

(1) 727 opu'est, quod pappet? La 'postilla' e cancellata e illeggibile. (2) T. isti

(3) II Rigutini traduce: ' Fa' conto di consultare tutto il collegio degli auguri*

? T. collegium (senza augurum).

? 244 ?

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

204 Qui quidem ad mendicifatem se

properent detrudere. 206 Quatuor minae periere plane, ut

ratio redditur. 211 aut aliquid ad eum modum: 212 milvinam suggerant 213 Atque actutum. 250 non tuo hoc fiet modo. 280 Non hercle verol 381 delicias facis, 400 penetravi pedem. 416 Peristi, si intrassis intra limen. 439 Mihi dolebit, 457 Affatim est hominum, in dies qui

singulas escas edunt: (1) 468 Non faxo earn esse dices:

471 Non hercle is sum, qui sum, 490 Quid de te merui ? 491 Ut subripuisti te mihi 502 mihi odiosus ne sies.

520 Omhes in te ? recident 524 amare ? te multum 528 Et istud, et aliud, 543 Ut te libenter videam,

544 manupretinm

596 mihi ? conrupit diem 604 Sic datur 607-608 Quid tu mihi Tristis es ? 619 mihi expedi. 621 Responsant ? 625 Non edepol deliqui quidquam. 626 quid tibi aegre est ? 627 Potin' ut mihi molestus ne sis ? 631 Nego hercle vero.

? cioe quei che han fretta d'an dare in malora.?

? Son quattro mine andate, a codesto conto - ?

? qualche cosa cosi ? ? aguzzin Pappetito > ? E subito > ? Non si fara a tuo modo ? ? No eh ? ?

fai celia ? ? ho messo piede ? ? Se passi la soglia, sei servito ? ? Sara mio danno ? ? Ce n'e di quelli che fanno un

pasto al giorno ? ? Non ti parra quelia Non la

conoscerai ?

Non son chi sono. ?

? Che t*ho fatto ? ?

m'hai piantato ? ? non mi seccare non mi dar

noia ?

?torneranno addosso a te ? ? che le farai molto piacere ? ? E questo e altro ? ? ti veda volentieri ti faccia

buona cera ?

? la fattura ?

? m"ha guasto la giornata ?

? Ben gli sta > ? Che hai con me ?

spiegati ? ? rispondono ? (2) ? Io non ho fatto nulla ? ? cos'e che ti da noia ? ? (3) ? Vuoi tu lasciarmi stare ? ? ? Lo nego sicuro ? (4)

(1) T. edint

(2) Precede una parola cancellata, illeggibile. (3) Sotto, cancellato: ? che e che ti da fastidio? ?

(4) ' Postilla9 interlineare, sostituita ad altra, marginale, raschiata.

? 245 ?

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DOMENICO BASSI

639 Quasi tu nescias. 648 periit domo. 658-59 do foras,

? utendum. 661 Ex re tua ? feceris. 667 (2) Nam ex hac familia me plane

excidisse tntellego. 670 pattundum: 679 ordine 686 ad earn rem affectas vtam. 698 nunc ego sum exclusissumus: 706 Demiror,

744 Q#i/ra tu hominem me arbttrare, nescio.

757 onustum gero corpus;

809 dissertatis,

888 m0P*/ (5) formicinum gradum.

912 Qa//z suspendis ? 915 QaiVe & is in malam crucem ?

921 percipit insania ?

925 tibi intestina crepant.

? Come se tu non lo sapessi ? ? e andata a spasso ?

? presto ? (1) Meglio per te ? ? in questa casa, ho fritto. per

me e finita ? ?

pazienza!? ? per filo e per segno ? <c a questo tiri ? ? ora son fuori a pie pari? (3) ? Vorrei un po' sapere. NB. in

qualche provincia francese si dice in questo significato: Je m'e'tonne un peu. Forse al

tempo di L XIV, era modo di dire francese: On ne ces

sait de s'etonner de ce que

pouvait devenir Fargent du roi. S. Simon, A. 222 ? (4)

t Non so per chi tu mi prenda ?

son pesante gravaccio

porto i frasconi ?

? Milanese: far chiacchiere, far

ragioni ?

cammina a passo di formica

va come le formicole. ?

c Vatti impicca ?

? Va alia malora ?

che gli venga Paccesso (?) che esca dai manichi >

?ti gorgoglia il corpo ti gor

goglian le budella ?

(1) Segue una canceliaiura.

(2) 666. ? Cit. in F. Cum ? 14 Cic. 9, Fam. 13 ... ? Cum iteratus

apud Plaut. Men. IV. 2. 105 Cum virum, cum uxorem Dii vos perdant ?

[e 103, e non 105]. (3) Sotto, canceiiato: ? ora son proprio in istrada mezzo alia via ?.

(4) Nemmeno valendomi della Table ginirale analytique non ho po tato trovare nei Me1 moires de Saint-Simon (Nouvelle edition par A. De

Boislisle ... Paris, 1879-1930) il luogo a cui accenna il Manzoni.

(5) T. moue

? 246 ?

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

927 Hoc quidem edepol hood pro in sano verbum respondit mihi.

946 quidquid factor us, face. 947 Scin' quid facias optumum ? 950 aliquos viginti dies. 989 depugnato proelio. 992 ablatus sublimis (1) siet, 993 Nisi ? nikili penditis. 996 Occidi! 1022 Nam absque ted esset, hodie num

quam ad solem occasum vi

verem.

1025 Adulescens, erras. 1029 Mea ? caussa

1080 praeripere (1150) praesenti pecania.

Mercator. 7 Mwi tanti facere,

84 Amorem missum facere me,

176 (4) 7# quidem ex ore orationem mihi eripis.

Miles gloriosus. 7 Qa/fl jampridem feriatam ge?

stitem, 8 fartum (5) facere

34 (7) /i* dfe/ites dentiant;

59-60 /?o/#0 reprehenderunt. 68 M/w/fl's* miseria 71 Ut tuo non liceat operam dare

negptio.

? questa volta, non ha parlato da pazzo ?

? fa quel che hai da fare ?

Sai che s'ha a fare ? ? ? un qualche venti giorni ?

? a guerra f inita ? ? portatelo di peso ? ? Se vi premono > ? sto fresco ? ? Se non eri tu (2), io non vedeva

la fine di questo giorno.?

? sbagliate (3), il mio giovane ? ? quanto a me ?

? portarteio via ? ? a contanti?

? importi poco > ? Che avrei mandato a spasso

1'amore ?

? mi rompi le parole in bocca ?

? ch'io le faccia far festa ?

? far polpette far salsiccia ? (6) ? per non rimanere a denti sec

chi?

? mi tirarono pel mantelio > ? una disgrazia >

? Da non potere attendere a" fatti tuoi *.

(1) T. sublimen

(2) Prima il Manzoni aveva scritto ? Se tu ? poi cancello ?tu ? e lo

traspose.

(3) Sostituito a ? prendete equivoco ? cancellato. (4) 153. ? F. Palpum Plant. Amph.... ? Merc. 1.2.42. palpo percutis ?

senz'altro.

(5) T. t fratrem

(6) Cosi pure in F. Fartum ? 3 Id. Mil. I. 1. 8...

(7) 28 eram. accanto: ? iceram. ? [che h la lezione vera]

? 247 ?

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DOMENICO BASSI

90 Stercoreus,

112 clam matrem suam,

125 Conqueritur mecum ? fortunas suas:

133 is non sprevit nuntium; 145 haud magni preti, 148 Glaucomam ob oculos objiciemus :

150-51 haec duarum hodie vicem Et hie et illinc mulier feret imaginem;

179 ita respondit, 187 vero (1) vincat, 189a Os habet 193-94 olitori numquam supplicat

?

Domi habet hortum et condi menta

196 Quod volutas tute tecum in corde ? 206 crebro conmutat status. 226 cedo calidum consilium 229 si recipere hoc ad te dicis,

234 Salva sumes indidem.

240 Tarn similem, quam lacte lacti:

250 trecentae possunt caussae conligi: 258 dabo. 260 sumam operam (2) 265 Novi morem ego: 277 Volupe 9st convenisse. 294 fraudem capitalem

?- creas.

300 Pergin* 303 eadem 310 has sustollat uedis totas, 316 Non ego nunc emam vitam tuam (4)

vitiosa mice.

? Feccioso ?

? di nascosto alia madre ? Iamentar

? Si mise a piangere con me i casi suoi ?

? non fu detto a sordo ? ? dappoco ? ? Gli getteremo la polvere negli

occhi ?

? fara due parti in commedia ?

? disse cosi ? ? sostenga ?

? non le manca faccia ?

? non ha bisogno d'andare alia

bottega: ne ha la fabbrica in casa ?.

? che vai ruminando ? ? non trova luogo ?

? fuori un trovato ?

? Se tu pigli questa impresa. Se tu pigli la cosa sopra di te ?

?Sai che saranno in buone mani ?

? come due gocce d'acqua ? ?

?trovar mille scuse ?

? Te la daro ? ? comincero (?)? ? Conosco Tusanza ?

? ben trovato ?

? Metti in compromesso. Tiri un

malanno addosso ?

? E pur via (?) Encore ? franc. ?

insieme (?) ? ? Mse: el tra gio la ca. ? (3) Non darei un quattrino della

tua vita ? e piu vicino al senso letterale, un frullo. ?

(1) T. uerbis

(2) T. operam ? dabo,

(3) egli tira giu (cioe abbatte) la casa.

(4) T. ego [muliuam empsim uitam

? 248 ?

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

324 Abi; 336 oculis uti? 342 Dignus es verberibus multis ?

345 volo scire, 347 nec rogo utendos foris. 353 verba mihi numquam dabunt

359 istoc exemplo

369 Numquam hercle deterrebor, 397 TimeOf quid rerum gesserim: ita

dorsus totus prurit.

421 Quid tibi istic ? debetur ? 424 Quae circum vicjnos vaga es.

510 tractavisti 528 aperitur dolus. (3) 564 Domitos habere 583 hae consilescunt turbaef 609 Sterilis hinc prospectus 660 amicus amico 680 Licuit 735 esset his annona vilior. 742 odiosus siet. 755 Insanivisti 757 Fit pol illud ad illud exemplum. 768 admutiletur 781 confer maxume ad conpendium.

784 Aeque (6) istuc facio,

793 (7) Erroy

798 interpres. 801 ille eiusmodi est;

? Va via ?

? vederci. ?

? meriti le bastonate ? ? V0g#0 tf/z /w' vedere ? (1) ? ne li vo cercando in prestito ? ? non me la daranno ad inten

dere ?

? a questa guisa. in questa fi

gura ?

? Non mi si fara mai credere ?

Ho paura d'averla farta bella:

tanto mi pizzican le spal

le ? (2) ? Che hai tu che fare ? ? ? Che vai gironi pel vicinato - ? ? hai messo le mani addosso ?

? si scopre Tinganno ? ? tenere a segno ?

? S'acquetin questi romori ? (4) ? Piazza franca - ? (5) ? amico delFamico ? ? potevo ?

? ce ne sarebbe piu abbondanza.?

? venga a noia ?

? Le son pazzie ?

? Tale quale. ?

? pelare ?

? vieni alle corte ?

? E tutt' uno Cela revient au me me ?

? Non veggo -

piu letteralmente:

Non so fermare il pensiero ?

? franc.: truchement. ?

? e un uomo cosi fatto ?

(1) Sostituito a ? sapere ? cancellato.

(2) Sostituito a ? reni ? cancellato.

(3) T. foris (invece di dolus) (4) Anche altrove, in queste 'postille": romore.

(5) Sotto, parole raschiate.

(6) T. Aequi (7) 783 Quoi facetiarum etc.: in margine, parole raschiate.

? 249 ?

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DOMENICO BASSI

802 studiosus ret nullae (1) aliae est, 803-804 si ipsi soli quaerendas dares,

Lepidiores daas 808 Pax! 810 quando usus poscet: 816 nisi negotium, 844 ut tu ipse me dixisse delices; 847 age loquere audacter 858 Bacchanal facitis, 905 de meo nihil his novom apposivL

913 tuis verbts. 927 quiescas cetera.

964 respondere (2) 984 quae 1021 sic f rostra ? 1022 Patere, 1034 face te fastidi plenam, 1035 quia sic te volgo volgem.

1041 te habeas carum, 1047 ita me occursant multae:

1068 animi excrucias,

1073 risu me (4) admoderarier. 1088 ut cor ei saliat.

1090 clam nostrum hunc sermonem

sublegerunt.

1091-92 gubernabunt doctius porro Rem.

1101 tempus maxamam (6) 1124 voluntate 1125-26 per gratiam Bonam

? non pensa ad altro ? ? a cercarle apposta (?) due piu

a proposito ? ? franc.: paix ?

? al bisogno a suo tempo ? ? se non sei impedito ? ? Affinche tu mi faccia la spia ? ? di su francamente ? ? fate baldoria (?) > ?non ci ho messo nulla del

mio ?

? da parte tua ?

?Non pensare. Milanese: sta

pur quieto.? ? dar ricapito ? ? una che ?

* cosi per niente ? ? abbi pazienza ?

fa lo "svogliato ? ? ch'io ti metta cosi all'incan

to (?)? ? Mse: sta su de prezi ? (3) ? son tante quelle che m'affron

tano ?

? tieni sulla corda ?

? tenermi dalle risa >

?da farle balzare il cor nel

petto ? ? sono stati qui dentro a ori

gliare. ?

? potranno meglio governar la cosa. ? (5)

< il buon momento ?

per amore ?

? d'amore e d'accordo ?

(1) T. nulli

(2) T. responsare[t] (3) Tener alto il prezzo. (4) T. risu[mj (5) Cancellato: governeranno meglio la cosa ?

(6) E cit. senz'altro tutto il verso in F. Tempus ? 7 iniz.

? 250 ?

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

1134 Satin1 ut 1137 arbiter. 1143 Bono animo es, negotium omne

jam succedit sub manus. 1144 date operam adjutabilem. 1159 hunt tibi ego impero provinciam. 1188 ventum operam dare. 1192 ut tu scias, 1203 ut lenta materies fuitf 1215 Mode rare animo: 1217 limis oculis 1243 te ultro largiere. 1256 (1) o(jk>re nasum sentiat, 1265 Nescio, tun1 ex me hoc audieris,

an non :

1266 Ut me veretur! 1279 Vide ne sis in exspectatione; 1311 Quid modi flendo, quaeso, hodie

fades ? 1326 si libenter ? hie eras.

1331-32 animo male Factum fst 1334 resipiscit. 1388 sese jam inpedivit in plagas.

1393 Nunc in tumultum ibo:

Mostellaria. 37 Met tergi

?- fiducia 41 Quid tu vis fieri ? 48 Sine alliato (4) fungi fortunas

meas.

49 patiunda sunt. 74 teque amove.

110 reddere alias 123-24 et in speciem populo Sint: 169 fartum (5)

? pud egii... piu ... ? >

?terzo >

? stai di buon animo tutto va a secorida ?

? date mano ?

ti assegno questa parte ? ? il vento e favorevole ? ? sappi? ? quanto e'e voluto ! > * Rattemperati ?

sott'occhi ?

te le getti dietro ? ? lo sentirei al fiuto > ? Non so se te T abbia mai

detto ? ? Che suggezione ha di me! ? ? Non ti far aspettare ? ? Quando (2) finiamo di pian

gere ? ? ? ci stavi volentieri ? ? Te venuto male ? (3) ? torna in se ?

? e entrato neila trappola rete ?

? corro al romore ?

? sutle mie spalle ? ? Che vuoi ? ? ? Lascia ch' io me la sciali con

Fagliata >

bisogna aver pazienza ?

? levati di qui > ? rimettere ?

? e si facQiano onore nel mondo ? * il ripieno Pempitura ?

(1) 1253 Mutuum fit. sottolineato, ma non (postillato (2) Davanti a ? finiamo >: ? la > cancellato.

(3) Precede una parola canceilata, illeggibile. (4) T. me aleato

(5) T. fartim

- 251 ?

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DOMENICO BASS!

170 sapit scelesta multum! 173 Virtute formae id evenit, te ut de

cent, quidquid habeas.

184 infecta dona facio. 199 rem vides, quae sim, 203 Vix conprimor, ? stimulatrici

214 illi ? gratiam referre, 215 ut ilium minor is pendant. 221 extudi, 235-36 diesque noctesque estur, Bibi

tur, neque quisquam parsimo niam adhibet: sagina plane est.

237 In te herle certum 'st principium, ut sim parcus, experiri.

256 Vah, quid ilia pote pejus quid quam

? memof arier ?

279 cuncta callet! 292 Nimis diu abstineo manum. 304 accepti atque expensi 890 Ferocem facis, 897-98 abstine jam sermonem De istis

rebus

937 Quae haec est fabula ? 946 Ita loquor. 948 quotiens dicendum 'st tibi ? 949 hie nemo habitat. 987 Quid mejear, quamobrem men

tiar?

993 quid opus est verbis ? 996 ita ubi nunc sim nescio.

999 Numquid processit ? novi ?

1000-1001 Hem Novom! 1003 res novas 1011 Numquam nummum, quod sciam.

1040 Quis me exemplls

la sa lunga la ribalda. ? c codesto e effetto della bellezza

che tutfo ti stia bene ogni cosa ti Xotni?

? tiro Indietro il dono ? ? vedi che cosa io sono * ? Non so che mi tenga ? ? attizzatrice attizzatora ? ? rimeritarlo ?

? ch'io ne faccia meno stima ?

ne ho cavato ?

? di e notte si mangia e si beve senza risparmio Ye una cuc

cagna (?) ? ? Sii pur sicura che il risparmio

comincera da te ? ? Si puo dar di peggio ? ?

? Le sa tutte ? ? Non mi tengo piu ? ? il dare e 1 avere ? ? Fai il bravo ? ? lascia andar codeste cose ?

? Che storia e codesta ? ? ? Gia ? ? quante volte ve Fho a dire ? ? ? qui non ci sta nessuno ?

? Milanese : che mi verrebbe in borsa a me, a dir la bugia ? Toscano: a me non me ne

vien nulla, a dir la bugia ? ? che serve ? ? ?non so in che mondo mi

sia ?

? Ce nulla di nuovo ? ? ? Gran novita! ?

novita ?

< Ne anche un soldo, ch'io sap pia

- ?

? di che sorta ?

? 252 ?

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

1067 nunc te vide re meliu 'st, quid agas, Tranio, (1)

1101 meticulosa 1105 aspicedum contra me. 1122 atque obdormivi (2) crapulam,

1168 Fac istam cunctam gratiam:

Persa. 17 Vivitur. 31 Basilico accipiere victu. 32 scapulae pruriunt, 37 (3) in hoc triduo, aut quatriduo. 93 Rem loquitur meram. 108 Sapis multum ad Genium. 112 Sed quid cessamus proelium con

mittere ? 130 Res ita "st. 153 pejor 164 Sibi habeat, 192 Scelus tu pueri es: 199 Vola curriculo. 212 Tuo ex ingenio mores alienos

probas.

272 (4) Pensum meum, quod datum

'st, confeci.

360 quae hae res sunt ? 428 (6) Referundae ego habeo lin

guam natam gratiae.

494-95 Faciam, ut mei memineris, dum vitam vivas.

530-31 Nihil mihi opu 'st Litibus, ne

que tricis.

?e tempo di pensare ai fatti tuoi - ?

? scabrosa ?

? guardami in viso ? ? m'e uscito il vin dal capo

franc; j'ai cuve mon vin ?

Fa la grazia intera ?

? Si vive. Si tira via ? ? sarai trattato da re > ? mi pizzican le spalle > ? in questi tre o quattro giorni ? ? Dice la cosa appunto ? ? Fintendi di leccornia ? ? Ma che s" indugia di venire

alie mani ? ? ? Codesto e vero ?

? piii trista ? ? Sia sua ?

? Sei una peste ? ? Va di corsa ?

? Vous jugez les autres d'apres vous-meme >

? J'ai acheve ma tache ?

? Mse: coss" e sti coss ? ? (5) ? Per ricambiar complimenti ho

una lingua fatta apposta - ?

? T'hai a ricordar di me fin che tu cam pi?

?Non ho bisogno di liti ne d^ imbrogli, io

- >

(1) Tranio e sottolineato, ma non e tradotto, e mn oecorreva tradurlo.

(2) T. e[bldorraiui (3) 35 potis es sottolineato, ma non '

postillato'. (4) 214 Satis jam dictum habeo. ' Postilla9 raschiata.

(5) Cosa e (cioe: sono) queste cose ?

(6) 420. ? F. Civitas ? 7 ... pro urbe ... ? Pro cive ? Plant. Pers. 111.

3.16. Conpendium tritor, pistrinorum civitas. h. e. civitate donatus? come a dire: naturalizzato galeptto; cittadino di galera

? Cosi Servitus, pro servo, pochi versi dopo ? [cioe 21 == 425].

? 253 ?

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DOMENICO BASSI

542-43 Videam modo Mercimonium. 563 (1) Ex tuo, inguam, usu est: 564 Edepol qui quom hanc magis

contemplo, magis placet. 574 atque ausculta mihi 575 Modo ut sciam, quanti indicet.

579 pretio suo. 580 Atqui aut hoc emtore vendes

pulchre, aut alio non potes. 586 Indica, fac pretium.

? tua indicatio fst.

588 Age, indica prognariter. 590 minimo daturas qui sis, 593 Et quidem hercle tu me monuisti

haud male.

595 quantum 'st

604 A terra ad coelum, 615 heus tu, advigila. 618 facient officium suum. 652 (4) Divitias tu ex istac facies. 659 Age, si quid agis: 661 Turn tu pauca in verba confer:

662 ut emas,

663 Nummus abesse hinc non potest,

666 Dii Deaeque te agitant irati,

667 Heu, praedatus probe !

670-71 non tu ilium vides Quaerere ansam, infectum ut faciat ?

Vedremo la mercanzia >

? ? il fatto tuo ?

?Piu la guardo (2) piii mi

piace ? ? fa a mio modo ?

?Sol ch'io sappia quanto ne vuole ?

? il giusto quel che vale ? ? O a costui o a nessuno ?

? Stimala, di quanto ne vuoi dare ?

? a te tocca domandare ?

c Via, dillo da bravo ? c il ristretto prezzo ? ? non mi dai un cattivo parere ?

* ce que c'est que de... (3) franc,

cosa vuol dire di.. . toscano

? dal Fa alia zeta ? ? Attenta! Giudizio! ? ? faranno il dover loro ? ? Farai tesori ?

? Non perder tempo ? ? Poche parole ?

? Se la volete o Per far con

tralto ? ? non posso levare nemmeno un

soldo, tosc. ? (5) ?franc. Tu as le diable au

corps ?

? Mse ? rubata L' hai avuta

per un pezzo di pane ?

<c Non vedi che cerca una gre

tola per buttare in aria il

negozio ? ?

(1) 563 (il primo emistichio) Verba quidem baud indocte fecit ' Po

stilla1 cancellata: ? Non parla indottamente ?.

(2) Corretto da ? ragguardo ?

(3) Sopra, una raschiatura.

(4) 628 hunc mensem vortentem, sottolineato, ma non ' postillato \

(5) Sopra e accanto: ? ne reduire d'un sou. franc. ? tutto cancellato.

- 254 ?

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Page 32: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

681 Quod te dignum fst, me dignum ? Son cose che le faresti tu. ? esse vis.

713 Nam non emisti hanc, verum fe- ? Phai avuta per niente ? cisti lucri.

729 Dictum sapienti sat est. ? A buon intenditor poche pa role ?

Poenulus. 159 nequam dare 261 Astans obstipuisti? 311 (1) ausculta mihi modo, 327 Damnum, 333 Quid eo ? 345-47 Sunt mihi intus nescio quot

nummi aurei lymphatici. De

ferto ad me, faxo actutum con stiterit lymphaticum. Bellula hercle !

351 faeere conpendi 384 Inpias, here, te: 487 pinna sua sibi, 505 quidquid agit, properat omnia. 528 Neque nos populus pro cerritis

insectabit lapidibus. 542-44 Per jocum itidem dictum (2)

habeto, quae nos tibi respon dimus. Obsecro hercle ope

ram celocem hanc mihi, ne

corbitam date: Attrepidate sal

tern, nam vos approperare haud

postulo. 562 Meministis memoriter:. servastis

me.

564 Id duplicabit omne furtum. 603 Heu, edepol mortalis malos! 622b Letter (3) 643 ita vostra *st benignitas. 778 ravio. 783 Vae vostrae aetati! Id quidem

in mundo est tuae.

? dare il malanno ? ? Stai li come un ceppo ? ? fa a modo mio ?

? un malanno ?

? a che fare ? ? ? Ho in casa non so che ruspi

smaniosi. Portali a me:

gli acquietero io. Carina, davvero!?

? risparmiare ?

? commetti un sacrilegio ?

? colla sua penna di lui ? ? vuol far tutto in fretta ? ? Non ci vogliam far pigliare a

sassi >

Fate conto che per ridere ab biam risposto anche noi. Via fatemi questo servigio per le poste, e non per vet

tura. Non dico andar di car

riera, ma uscir di passo - ?

? La sapete a menadito: slate benedetti?

? Questo aggravera ii caso. ?

? Che furbi! ? ? cosi cosi > c tanto siete cortesi ?

?franc: jusqu' a extinction * ? Malanno a voi t apparec

chiato per te ?

(1) 299 cor do Hum, sottolineato, ma non ' postillato

(2) T. dicta[m] (3) T. leniter

? 255 ?

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DOMENICO BASSI

787 haud arbitrario. 792 pro spisso (1) 793 praesentarium 'st. 800 subscribam homini dicam. 832 velis, 834 Omnia genera 835 haud secus. 850 Lepidam Venerem! 866-67 Memorandum! (2)

? Quid est?

870 Adde operam, 884 ne a te perdeam. (4)

907 Profecto ad incitas ? rediget, 908 faxo, quam unam calcem civerit

913 Non dictum 'st. 914 At enim nihil est, nisi, dum calet,

hoc agitur.

916 Mihi commoditatem creas. 966 ante oculos, 972 Quid tu mihi testis ? 973 Aliqua for tuna fuerit adjutrix tibi. 989 Periere 1085 si quid me fuai 1154 leviter (5) laudabitis. 1194 Stylta ? es magis, quam vqlo. 1197 At enim volo hoc agas. 1199 abusa 'st 1221 cogitate, 1236 oleo tranquilliorem. 1299 Satin' ego oculis cerno? 1310 hallex viri? 1319 Scin',

? senza forse ?

? pian piano ? ? b li subito ? ? gli mando un libello ? ? Vuoi? ? Ogni razza di gente ? ? ne piu ne meno >

? Brava Venere! ?

? Come diamine ? Che mi con ti ? ? (3)

? Da una mano >

?d'esser rovinato per tua ca

gione ? ? porra alle strette ?

E ti so dire, in modo che non

possa dare un crollo ? ? E sotterra ?

? Non facciam nulla, se non si batte il ferro mentre ch'egli e caldo.?

? Mi fai servizio ? ? su gli occhi ? ? Che testi moni ? ?

? Qualche santo ti aiutera ? ? furon portati via ?

? se avvenga altro di me (?) ? ? non siate troppo contenti ? ? Ti vorrei piu saggia ? ? Sta attento, di grazia ? ? ha consumato ?

? pensatamente ?

? cheto come olio ?

? ho io le traveggole ? ? ? Schiuma de' ribaldi ? ? Vuoi vedere ?

(1) T. perspisso (2) T. Memora num

(3) F. Memorandus ? 2 fin. ? Memorandum! interjective. Plaut. Poen. IV. 2. 45 Memorandum! esse aliter decet. Muacolo! Che? Come dia

mine ? ?

(4) T. ne me perduim. (5) T. leniter

- 256 -

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

1321 in serium convortere. 1350 De prandio tu dicis.

Pseudolus. 5 pursissem lubens,

27 inclementer dicis 48 vide sis, quam tu rem geras. 55 symbolum, 59 praestituta 'st, 76 exspuant 79 Heu? id quidem tibi hercle, ne

parsis, dabo.

90 Certum fst mihi 103 ne pave,

109 mea si conmovi sacra,

111 omnes spes aetati meae.

139-40 hoc est eorum opus. (1) 140 Ut mavelis 144 Nisi somnum socordiamque ex pec

tore oculisque amovetis, (2) 148 dederamque eas provincias: 150 malo 152 ut alias res aguntl 155 sic datur, 167 accipere 170 pros:

? prendere in sul serio ? ? Vuoi dir del pranzo ?

? avrei risparmiato volentieri ?

? parli senza rispetto ? * vedi bel negozio che fai! ? ? contrassegno ?

? fissato ? ? buttin fuori? ? Degli ohime quanti ne volete ?

? Son risoluto ? ? non aver paura ?

? s' io aguzzo i miei ferri ?

? Ogni speranza de' fatti miei ? ? questo e il loro fare ? ? piuttosto ?

? Se non vi snighittite ?

? parti ? ? colle cattive ? ? sono altrove ?

? cosi si fa ?

?trattare ? (3) ? innanzi >

(1) T. officium ? Credo di poter recare qui la 'postilla' a F. offi cium ... est a verbo officio ... ? Pare piu probabile che sia un'alterazione

del voc. Opificium, il lavoro, la cosa da farsi. In Plauto si legge sempre o quasi sempre Opjicium, forma omessa in questo lessico. ? ? [officium pud o potrebbe essere, per usare un'espressione rigorosamente scientifica, 'forma sincopata" di opificium, se, come altri vuole, non deriva invece

da ob e dal tema di facere; ma non e esatto che in Plauto si legga sempre o quasi sempre opficium; nelF edizione postillata dal Manzoni si trova sempre officium, come ho constatato, per tutti i luoghi in cui occorre il vocabolo, coll'aiuto del Lexicon Plautinum sopra cit. II Manzoni deve aver avuto fra mano un'altra edizione. Opficium non e dato nem

meno nelPultima edizione del Forcellini, del De Vit, ne lo trovo in altri lessici, eccettuato, fra' recenti, quello del Quicherat, Thesaurus poeticus linguae latinae (Paris, 18953)].

(2) T. exmouetis

(3) Precede una parola cancellata, illeggibile, forse: ? ricevere ?.

? 257 ?

Aevum - Anno VI - 17

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DOMENICO BASSI

176 (1) Quam libtrtam fore mihi cre

dam, et quam venalem hodie

experiar.

178 Nam nisi penus annuus hodie

convenit, eras populo prosti tuam vos.

181 Manipulatim

? Oggi vedrd chi ho da liberare e chi ho da vendere ?

Plauto mori sotto il consolato di P. Claudio Pulcro e di L. Porcio Licino. In quell'anno fu eletto censore il gran Ca tone. Vedi quel che dice il savio Rollin (2) delFuomo e

della carica. C'eiait dans cette vue que les romains avaient

etabli les censeurs, pour etre comme gardiens, inspecteurs et reformateurs des moeurs,

pour empecher que Ton ne

quittat le chemin de la vertu, et qu'on ne se jetat dans celui de la volupte et du vice. Ca tone poi era la virtu stessa:

bisogna vedere le riforme che

introdusse, e quelle che tento. Ma penso egli a riformare

questa usanzetta che un uomo

prostituisse a suo capriccio al

popolo quante donne poteva avere in propriety? Che? Ca tone non era un songe-creux,

un di questi ottimisti teorici: era un uomo positivo, un

uomo grande, * e i suoi am

miratori ? grandi, sto per dire

quanto lui! ? ? a frotte ? (3)

(1) 171 Vel opperire: ? anzi aspettare ?; la 'postilla' e cancellata.

(2) Histoire Romaine IV (Paris, MDCCCXVI1I), p. 407. Le Oeuvres

competes del Rollin erano possedute dal Manzoni, che le postilld (Bonghi o. c. pp. 253-302). * Nella '

postilla' al Rollin V p. 59 sg. (Bonghi p. 269) il Manzoni

accoppia Catone il censore a Nasica e li designa come ? deux heroiques coquins ?. veramente uno dei casi in cui raggettivo fa passare il sostantivo!

(3) Nel margine interno, perche V esterno e tutto occupato, anche nella parte inferiore.

? 258 -

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

195 b sed tace, atque hanc rem gere. 202 (2) Hanccine hie homineni pati

223 reprehendam ego cuncta hercle una

opera,

234 (3) Mittam hodie huic suo die na tali malam rem magnam et

maturam

236 Fac possis 242 Quid properas ? placide! 245 sunt (4) conloqui Qui volant te 254 Licet Ne ohsecro vivere (5), an non

licet? 257 Dediy dum fuit.

258 Dabo, quando erit ? DucitOy

261 rem actam agis. 263 b ambula tu. 267 potius rem divinam deseram. 273 Quidagitur? 284 ob simultatem suam.

289 Non periclum 'st, ne quid recte monstres.

290 cauto

291 Audio. 305 Credere autem? eho, an poenitet

te, quanto hie fuerit usui?

358 (6) Numquam ? aeque cursim

curram,

362 Sunt mea haec ista.

? ma zitto e attento ? (1) che un uomo tale abbia da

.? te le faro pagar tutte in una volta ?

? gli daro, per la sua festa, un malanno ben condizionato ?

Fa di potere ? ? Tanta fretta ? adagio ? * e'e chi v'ha da dir due parole > ? di grazia, si puo egli esser la

sciato stare ? ?

?te n'ho dato fin che ne ho avuto ?

te ne dard quando ne avrd > ? Fa* un po* il conto ?

incenso ai morti ? ? cammina tu ?

pianterei la cerimonia ? c Che si fa ? ? ? per fargli dispetto ? * Non e'e pericolo che tu dia

un buon parere (?) ? ? avvertito che sta tanto in

sulle sue ?

Capisco. Va bene >.

?A credenza eh ? Puoi forse dolerti d'aver fatto male i tuoi affari con costui ? ?

?Non andrei tanto di buone

gambe ? ? gli e tutto fatto mio ?

(1) Sopra, una raschiatura.

(2) 198 oneri uberi ' postilla1 raschiata.

(3) 233 Jamdiu ego kmc bene et hie mihi volumus, sottolineato, ma non ' postillato \

(4) T. em

(5) T. Licetne, opsecro, bitere

(6) 353 Nempe conceptis verbis. 4 in precise parole ? canceliato. ?

ib. Etiam consaltis (T. consutis) quoque. ? E pesate anche ? canceliato.

? 259 ?

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DOMENICO BASSI

362 Perge tu. 363 Vetera vuticinamini. 386 non qui vigilans dormiaL

387 Tempori ego faxo scies :

393 tibi moram dictis creas. 396 Largitus dictis dapsilis? 402 nusquam est gentium, 408 praesensit prius. 423 Occisa est haec res, haeret hoc ne

gotium.

428 Si meo arbitratu ticeat, omnes pen deant,

435 Lepidum senem! 442 patrissat 444 illuc (2) est

457 Statur hie ad hunc modum. 458 Statum Yide hominis ? quam ba

silicum ! 461 Servom superbum esse, 469 Fac sis vacivas (4), Pseudole, aedis

aurium,

473 ut tu praedicas,

484 Ecquas viginti minas 492 Quia nolebam ex me morem prae

gigni malum, 498 Te expertem

? habuerim. 500 in mundo

503 huic erant dieculae. 529 Quid est? (6)

? Avanti ? A te ? ? (1) ? Cose che nan tanto di barba ? 4 non d'un addormentato

d'un che dorma d'un dor malf oco ?

? a suo tempo lo saprete ?

? perdi il tempo in parole ? ? ho prom esso mari e monti ?

? non c'& al mondo ?

? n'ebbe odore ?

? questa e spacciata; Faffare h sulle secche.?

?li vorrei veder tutti impic cati ?

? Caro vecchietto ? ? patrizza ? questo e franc: voila ce qui

s'appelle ? ? sta (3) cosi come vedete ? ? Yedi se non ista da re. Milse ?

? portar la testa alta ? ? Apri ben gli orecchi?

? a tuo conto ?

? Che e di certe venti mine... ? ?

? non voleva dar questo cattivo

esempio ?

? ti ho tenuto al buio ? ? in pronto apparecchiato

meglio: in aria ? ? e'eran de* giornerelli. > (5) ? Che ? ?

(1) Precede una parola cancellata, forse ?suvvia?; nel margine in terno: ? A te ? canceliato.

(2) T. illic

(3) Precede una raschiatura.

(4) T. uocivas

(5) Sotto: due lineette cancellate; nella la in fine (il principio e

illeggibile) ? Giornerello. ?; nella 2a: ? Ricci, Calligraf. ? II Ricci ha

(pag. 85): ci sono de' giornerelli. (6) T. (et) quidem

? 260 -

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

602 (1) ilia omnia missa habeo, 605 conpendium ego te fdcere pultandi

volo; 609 Quasi te dicas 641 scin1 quid est? 659 Apud anum illarri doliarem,

660 Inde ui me arcessas,

663 Sed vide sis, ne in quuestione sis, quando arcessam, mihi.

667 conservavlt me 747 (3) Quid, quom manifesto tenetur ? 760 defaecatum 'st: 825 pecudes non edunt, 955 ex transvorso (6) 973 vix decimus quisque est, 977 Scivin' ego ? 984 in medio luto estf 1016 Uter remoratur ? 1096 Vide modo, ne illic sit contechna

tus quidpiam.

1129 populi (8) 1145 flagitare saepe clamore in forot 1166 quid nunc mihi es auctor, ??

1196 nullius coloris novi.

? a monte tutto ?

? risparmia il picchiare ?

? Gome sarebbe a dire ? ? Sai che e ? ?

? Mse: quel vassel d'ona don na ? (2)

? Che tu mi venga a chiamar cola ?

? di non farti cercare. lasciati trovare. fa ch'io ti trovi fa di esservi quando io ver

ro ?

? m'ha dato la vita ?

? Ma se e colto sul fatto ? ? ? chiarito. ? (4) ? le bestie non ne vogliono ? (5) ? per traverso ?

? uno in dieci ?

? Lo sapeva io! ? e nel fango. ? (7)

? Chi e che ritarda ? ?

?bada che non ci sia dentro

qualche macchina di colui * ? la gente (?) ? ? se* tirato spesso pel ferraiolo ? ? che s'ha a fare ? che parer

mi dai ? ? ? Milanese: no soo gnanca de

che color el sia.? (9)

(1) 600 Mem hie est homo, la 'postilla' e raschiata. (2) quella botte di una donna.

(3) 687 Sed jam satis est philosophatum. Sottolineato, ma non * po

stillato \

(4) Segue una raschiatura.

(5) Sopra, cancellato: ? il bestiame non ne vuole ?

(6) T. Vt transuorsus, (7) Sotto, una raschiatura di due lineette.

(8) T. Populo (9) Non so nemmeno di che colore egli sia. ? Sopra, cancellato

? non 1' ho veduto mai ne bianco ne nero. ?

? 261 ?

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DOMENICO BASSI

1227 dixin', ? centies?

1229 Si mihi argentum dederis, te su

spendito.

1249-50 saeviendum mihi Hodie est

magnum hoc vitium vino est,

1282 crapulam dum amoverem.

Rudens.

207 (3) summae opes oppido, 260 gravatam 293 de ornatu 341 Non est meum, (5) 347 Ariolare. 352 Inest lepos in nuntio tuo magnus,

373 fastidiosus. 382 Res palam est 392-93 ne copia esset eius, Qui 398 Jam istoc magis usus facto 'st, 461 praefiscine, 523 O scirpe, scirpe! laudo fortunas

tuas,

533 Utinam fortuna nunc anatina ute

rer,

535 locem 540 (6) Tibi auscultavi, 542 conruere oosse ? divitias.

549 redactus sum

? non te Fho detto le cento volte ? ?

Dammi il danaro, e poi vatti

impicca ?

mi bisognera venire alle bru

sche, il vino ha questo mala detto vizio ? (1)

?finche passasse Fubbriachez

za ? (2)

? tutto il mio avere. > ? disdegnosa ?(4) ? Francese: d notre toilette ? ? contra il mio solito ? ? hai indovinato. ? ? Mi dai utia bona nova dav

vero ?

? rigoroso ?

? Fe chiara ? ? perche non avesse modo di ? ? Ora il meglio sara che...?

? saF mi sia ? ? invidio la tua sorte beati giun

chi! ? ? fossi del la condizion delFani

tre come le anitre ? * mettersi, porsi, acconciarsi ?

? ho dato retta a te ? ? potrei far danari a balle. a

macca. a iosa. a sacca.

? son ridotto ?

(1) Prim a il Manzoni aveva premesso ? vizio ? a ? maladetto ?; poi la parola la cancello e la pospose.

(2) Sostituito a ? Pubbriacatura ? cancellato.

(3) 181 de illarum ? vesperi 'postilla', di due lineette e mezzo, raschiata.

(4) F. Gravatus ? 2 ? Plaut; Rud. 1. 5. 3 [= 260-61] obsequentem deam ... exsequuntur ? senz'altro.

(5) Vera praedicas. ? Cosi h ?, cancellato.

(6) 537 Jure optumo la sottolineatura e raschiata, la * postilla' can

cellata, ma ancora leggibile: ? di santa ragione ?

? 262 ?

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POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

567 Nempe puellae ? > Nempe molestus es:

583 nihil moror :

730 ornatum 1012 Hinc tu, nisi malum, frunisci nil

potes,

1303 Dii te ament cum inraso capite.

1330 non potest triobolum hinc abesse

1368 Benigne edepol facis.

Stichus. 18 vitae me ? saturant:

23 istaec joculo dicit:

2A Neque ille sibi mereat 29-30 ut abierunt, Hie tertius annus. 83 (3) nolo turbos. 79 (3) meas novi optume.

179 per annonam caram

188 repererunt ei verbo vicarium,

285-86 (5) cave quemquam flocciferis, Cubitis depulsa de via; tran

quillam concinna viam. 294 An vero nugas censeas? 297 neque id vero (6) officium arbitror. 467 Sustentatum 'st seduto.

? Fanciulle, e vero ? ? ? M" hai seccato, b vero ? ? ? non ho bisogno non so che

fare ?

? conciato ? (1) ? Qui non puoi altro acquistare

che il tuo malanno. > < Buon giorno, quel della zucca

monda >

? non posso levare nemmeuo un

soldo. V. Pers 4. 5. 110 (2). franc: e'est a prendre ou a

laisser. >

c Vedete che bonta! >

?mi fanno venir in odio la vita - >

? parla cosi per chiasso dice

queste cose per celia >

manco se gli dessero ? ? fe il terzo anno che ?

non voglio guai >

conosco i miei polli > ? in tempo di carestia > (4) ? Oil han data per sostituto una

sguaiata parola ? ? Non guardare in viso a nes

suno; Fatti largo a gomitate. >

Che son bagatelle ? ? ? non mi par giusto > ? S'e tirato via ?

(1) F. ornatus ? 2 fin. ? conciato, servito. Plaut. Rud. III. IV. 26 Ita hinc ego te ornatum ,.. ?.

(2) 663 (v. la nota ivi). (3) T. I versi di questo luogo sono disposti in altro ordine.

(4) Cosi pure in F. Annona ? 1 Cic. ... Dom. 5 ...

(5) 261 e 270 F. Ecce ? 4 Id. (Plaut.) Amph. 2. 2.146... ? Id. Stich. 1. 3. 105 Eccam illam quae etc. Ibid. 113. Eccum Dinacium ejus puerum >. senz'altro.

(6) T. uiri

? 263 ?

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Page 41: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

DOMENICO BASSI

Trinummus. 22 Tantam 'st. 33 Neque quidquam hie vile mine est,

66 (2) aufer ridicularia: 104 Est, atque non est, mihi in manu,

245 (3) cuculus 280 per pietatem I (5) 288 quod manu non queunt Tangere,

tantum fas habent, quo manus dbslineaht:

291 quin prius Me ad plures pene truvi?

293 gratiam Facio 297 nihil Moror 306 animus

308 actum 'st: 355 Deum virtute 360 Qui comedit quod fuit, quod non

fuit? 367 Non aetate, verum ingenio adipi

scitur sapientia. 372 Pol ego istam volo me rationem

edoceas.

379 addideris nostrae lepidam famam familiae.

388 Gravius erit tuum unum verbum ad earn rem, quam centum

mea.

419 Ratio quidem, hercle, apparet ar

gentum ot^srai.

? Ne altro. ?

? non e'e altra (1) abbondanza a

questi giorni ? ? lasciam le celie ? ? Dipende e non dipende da

me. ?

Mse: el coco ? (4) ? per amor mio (?) ?

?lascianb stare soltanto dove non arrivano ?

? Perche non son io andato fra

quei piu ? ? ? Ti do licenza. ironico. ? ? Non so che fare ? ? genio, inclinazione, capriccio,

umore. ?

? e finita ? ? grazie a Dio - la Dio grazia ? ? Che ha divorato il suo e quel

d'altri ? ? ? Chi non nasce savio non si

fara mai ? ? Sentiamo un po* questa. ?

? ci faremo onore ?

? Varra piu una (6) vostra parola che cento delle mie. ?

? II conto torna; il danaro e ito.?

(1) Fin qui su una raschiatura.

(2) 60 Faxo haud tantillum etc. ' postilla' raschiata.

(3) 166 F. Unus ? 15 Id. (Plaut.) Bacch. 4. 7. 34 ...? Plaut. Trin. 1. 2. 29. [cioe 129] rure dum sum ego unos sex dies ...? senz'altro.

(4) il cuculo.

(5) Cosi senz'altro in F. Pietas ? 2 iniz.

(6) Dopo ? una ? una raschiatura, forse: ?tua? (mi sembra di vedere il filetto di: a)

? 264 ?

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Page 42: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

423 in porta est locus,

438 Edepol mutudm riiecum facit. 481 Decedam ego ill! de via, de semita. 483 Non hercle hoc longe, (1) 522 Audi re edepol lubet 525 A page! 537 ad incitas 539 alternae arbores.

542 patientissumum 'st 553 Hospitium 'st calamitatis. 573 Quid istic ?

584 De dote ut videat, quid opus sit

facto.

589 Potissumum mihi id obsit. 612 Flagitium

? fiet

620 amicum, ita ut nomen cluet, 747 Nam hercle omnia istaec veniunt

in mentem mihi. 910 Atque etiam modo vorsabatur mihi

in labris primoribus. 912 Jamne conmentatus (4) es nomen? 945 Deinde porro. ? Deinde porro nolo quidquam prae

dices.

962 Si capiiis res siet, 965 in mensa 967 Mirum quin 982 Scribtum (5) quidem.

? Milanese: Stara negli apparta menti di fuori ?

? e ben corrisposto ? ? Gli daro la mano ? ? Ne anche tanto cosi ? ? la sentiro volentieri > ? Alia lontana I ? ? al verde alle strette ? ? la meta (2) degii alberi ? ? che ha Possa piu dure ? ? E il ridotto dei malanni ? ? Che vuoi tu eh* io dica ?

Che posso dire ? ? ? Come s'abbia a far per la dote ?

? Abbia a far io la penitenza ? k Se ne fara un chiasso ?

? un amico davvero ?

?Questo e quel che pensavo anch' io. ?

? V avevo in sulla punta della

lingua. Varchi, Ercol.? (3) ? Uhai trovato questo nome? ? ? E poi ...?

? E poi non vo* sentir altro. ?

< se si trattasse della testa ? ? sul banco ? ? Sta a vedere ?

? Sulla carta ?

(1) longe h cancellato, e poi fu riscritto e al di sopra, una parola raschiata. Nel margine inf. due linee cancellate, ma ancora leggibili: ? Perd la locuzione Non hercle hoc longe ritorna anche nella Cistellaria II. 3.a 40 [= 582] Ne anche tanto cosi ?

(2) Sostituito a ? mezzi? cancellato.

(3) Nell'edizione dei ' Ciassici Italiani' (Miiano, 1804) e vol. I p. (126) 127: (Io l'ho in sulla punta della lingua'. Naturalmente, il Manzoni al

presente sostitui Y imperfetto, come h vorsabatur, invece del quale il Varchi da versatur.

(4) T. lam recommentatu's

(5) Cosi nel testo e non b errore; ma T. Scriptum

- 265 -

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Page 43: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

DOMENICO BASSI

989 Abi hinc ab oculis.

1003 et Mud mille nummum quam rem

agat.

1062 quid ago ?

1103 unum curriculum face. 1127 (1) Nam exaedificavisset me ex

his aedibus, absque te foret. 1154 tunica propior pallio est.

1161 Jus hie orat

Truculentus.

158 Rationem dicam: 218 humanum facinus factum 'st. 409 O merces malae I 468 Nimis quam paucae 613 offatim conficiam. (2)

? Mse: vammi fuor degli occhi. Levamiti dinanzi?

? cosa vogiian dire quei mille

ruspi. ?

che fo io ? ?

? Mse: fa una galoppata sola. ? ? So non eri tu, mi scasava da

casa mia ?

? stringe piu la camicia che la

gonnella ? ? chiede il giusto ?

? Diro la ragione > ? Cose di questo mondo ? ? O trista roba! mercanzia! ? ? Quanto poche ? ? Mse: te foo in d'on carsen

sin > (3)

TERENZIO Andria.

172 Non dubium est, quin uxorem nolit filium.

173-74 Ita Davum modo timere sensi, ubi nuptias Futuras esse audi vit: (C [= Cesari]): Cosi ho sentito che anche Davo te

meva, poiche ebbe inteso che si facean queste nozze.

202 nihil circuitione (4) usus es 236 officium patris ? (5)

? La rifiuta senz'altro. ?

in modo ho sentito temer Davo etc. traduce il Mach.: e pare

che abbia preso meglio il senso del testo - ?

? senza metafora ?

* trattar da padre ?

(1) 1115 F. Homo ? 19 iniz. ? Hie homo pro Ego etc. Plaut. Trin. 5. 1. 1 ... ?.

(2) T offig[i]am (3) Stiacciatina, focaccina; la frase: ti scofaccio, ti schiaccio come

focaccia.

(4) T. nil circum itione

(5) T. patris (senza officium)

? 266 ?

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Page 44: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO

348 et id (1) scio. 359 ex ipsa re mihi (2) incidit suspi

cio. hem!

385 Suadere noli. 389-90 sic (3) reddes omnia, Quae nunc

sunt certa ei consilia, incerta ut sient,

403 Curabitur. (C): Si fara opera. 418 Probe. 421 Obmutuit. 423 excidit. 443 Laado. 446 animum ad uxorem appulit. 495 (5) Certe hercle nunc hie se ipsus

fallit, baud ego. (C): Gnaffe, ed io ti prometto, che costui

pfende un granchio egli, non io.

500 eho! an tute intellexti hoc adsi mulari ?

A PLAUTO E A TERENZIO

Se 10 SO ?

la cosa stessa mi ha messo in malizia. Che ? ?

Non me ne parlare ?

? voi gli scompigliate tutti i suoi

disegni ?

? E' vi si ara avvertenza. Mach. ?

< Bravo. ?

? ha perso la parola (?) ? ? puo sputarne la vogiia ? ? Ha fatto bene ? (4)

S'e adattato alle nozze ?

Questo passo sembra meglio inteso dal Mach., il qual tra duce : Veramente costui s' in

ganna da se; non lo inganno io ? E sottintende folio, il che par richiesto manifesta mente dal se ipsus: faUor non

e'e ragione di sottintenderlo *, che Davo non era in dubbio nessuno d'esser gabbato lui ?

? Si, che voi lo avrete inteso da

per voi etc. ? (6)

(1) T. etsi scio?

(2) T. ex re eapse mi

(3) T. hie?

(4) Al di sopra ? Sta bene ? canceliato

(5) 494 Saltern accurate, ut metui videar, certe si resciveritn. In mar

gine (ma tutto canceliato): ? Fa le cose almeno in modo che paia che tu abbi paura di me, quando io lo risapessi. Mach. Infatti il certe si

resciverim, pare messo per contrapposto alia congettura che allora faceva d'essere burlato; l'altra interpretazione [vale a dire quella del C.: almeno un po' di discrezione, per dar vista di temermi. Ma se io risappia ... ti

prometto ...] non s'accomoda cosi bene al resto del discorso ? Cosi il verso che segue ? [cioe 495; v. la '

postilla9 quassu] A queste cinque ultime parole e sostituito: ? Questo passo ? e prima di ? meglio > e can celiato ? piu ?.

* E scritto: ? sottintendevalo ?.

(6) ? etc.? cioe, come traduce il C.: che questa e una favola ? o. come traduce il Machiavelli: che questa e una finzione ?

- 267 ?

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Page 45: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

DOMENICO BASSI

502 quasi tu dicas 526 mihi multo maximum est. Anno

tazioni (pag. 99): 3 ... Questo

Magnus e Maximus, in questo senso di Caro, Di pregio, Che vale a qualche cosa; non fu per avventura notato dal Forcellini nel suo gran Vocabolario.

586 Nam propemodum habeo tibi (1) jam fidem.

587 quid non? 590-91 Hem! numnam periimus? 598 Quiescus.

? mirum, ni domi est 604 quod si quie?sem, nihil evenisset

mali.

610 inultum id numquam a me auferet.

614 nec de me equidem (4): atque id

ago sedulo.

682 at jam hoc opus est. 704 ne erres.

710 dieculam 712 ridiculum! 757 idonei 769 O hominem audacem!

? Come a dire ...?

? V. al ? 22. Magnum etiam di citur id quod vim magnam habet ad aliquid faciendum ?

? Son li li per fidarmi di te. ?

? Ah no ? ? ? Ahi! che fossimo serviti ? ? ? Lasciate fare - State sopra

di me ?

avrebbe a essere in casa ?

che, se io me ne stava fiiori,

non nasceva niente - ?

non ne uscira netto = non gli

andera netta = non se 1' ha a

passar liscia. Corla netta vale

riuscir la cosa a uno, non

andarne impunito. V. anche

Tes.0 delPAmbra Cofan. (2) 4.

15, donde Faut. (3) ha cavato

questa locuz.e ?

? E ne anche di me; e questo e quel che mi preme ?

? Qui sta il punto ?

non pensate ?

? un giornerello ?

Ciance. ? (5) uomini da ... Mach. ?

Oh faccia tosta! ?

(1) T. habeo iam (senza tibi) (2) Francesco cPAmbra, La Cofanaria, commedia in versi. Firenze,

Oiunti, 1593.

(3) Cioe il traduttore, il Cesari, che tradusse: non la cogliera cosi netta. II Manzoni sortolineo il verbo.

(4) T. Nec mequidem, (5) Prima ? Ciarice! ?, poi il .piinto esclamativo fii ridotto a punto

fermo, cioe il Manzoni cancelld la parte sUperiore del segno.

? 268 ?

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Page 46: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO

777 teque ibidem pervoivam in luto 791 Eho inepta! 794-95 Paullum jnteresse censes, ex

animo omnia Ut fert natura, facias, an de industria?

817 antiquum obtines.

845 (1) in vado. 847 curasti probe.

856 quantivis preti: 864 Ego jam te commotum (2) red

dam.

878 Num ejus color pudoris signum usquam indigat?

892 viceris.

907 insolens ? 925 fabulam inceptat.

A PLAUTO E A TERENZIO

? ti ruzzolo nella mota ? ? Povera donna! ?

? Pensi tu che sia lo stesso, par lar davvero o per intesa? far

le cose naturalmente o ap

posta. ?

Sei sempre quel desso - quel

d'una volta ?

?in porto ? ? Ci hai atteso - Non se* stato

colle mani in mano - ?

? una coppa d'oro ?

? Ora ti metto io in pensiero. ?

Donato pero spiega il com

motum per citum, celerem; al che bisogna chinare il capo, quantunque l'altro significato paia adattarsi meglio al con

testo ?

? ha fatto almeno il viso ros

so? * (3) ? Sia tua la vittoria. Salv. Av

vert. (4) L. II. 19. ? ? che miracolo ? ? <* La mette sul subbio. ?

(1) 827 injuriis. ? piati, carico, querele, accuse, richiami e sim. Injuria qui par che abbia il senso dichiarato dal Fore. ? 6. Pur [?] v. Fes.? di

Ulp (*) teneri injuriarum. Libello delPingiuria vedilo nella Cr. (**) a Libello, in un es.? del Varchi. NB. il Fore, cita questa frase di Ter. al ? I. e quindi,

mi pare, fuor di luogo. Fatto sta che Sim. (***) fa qui tutFaltro che in

giuriar Cremete ?. In margine (ma tutto cancellato). 842. Animo ? otioso esse impero ? abbiate fiducia! ?, cancellato.

(2) T. ego te continuo mutum

(3) Al di sopra due righi cancellati; non si legge piu che ? menp ? e ? rosso ?.

(4) Lionardo Salviati, Avvertimenti delta Lingua sopra 'I Decamerone. Volume primo (Venezia, MDLXXXXIII) p. 147 fin. (Napoli, 1712, p. 128

fin.) ? siesi loro la uittoria ?.

(*) Ulpiano. (**) It Manzoni possedeva del Vocabolario degli Accademici della Crusca la 4a impres

sione (Firenze, 1731-1733). Appunto a 'Libello* ? I si trova l'esempio del Varchi.

(***) Simone.

? 269 ?

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Page 47: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

DOMENICO BASSI

942 (1) Nomen non convenit.

950 (3) Nempe. (4) Scilicet. Annota zioni (pag. 153): 7. Come a

dire? Queste parole si vogliono accompagnare co' cenni, ed e

un parlar muto. Pamfilo ac

cenna al padre colle dita,

quanta sara la dote ...

976 (5) facturum, quae voles,

Hauton timorumenos. 98 haec clam me omnia.

118 clam me

158 Ita res est, fateor: peccatum a me

maximum est.

172 egomet convivas moror:

182 quid ais ? 192 miserum ? quern minus credere

est ? (8) 200-202 ut ut erat, mansum tamen

oportuit. Fortasse aliquanto

iniquior erat praeter, ejus lu bidinem. Pateretur: nam quern

ferret, si parentem non ferret suum?

?II nome non mi riscontra (2). Mach. *

? Qui non s'e ancora entrato in dote. II nempe e lo scilicet

valgono entrambi quel me

desimo: eh via! che? appunto detto ironicamente, in rispo sta al dubbio di Cremete >

? fara ogni tuo piacere ?

*tutto questo di nascosto a me. > (6)

* di nascosto a me ? (7) ? Pur troppo la e cosi i ma chi

ci ha piu colpa son io.? < Son io che mi fo aspettare ? ? Che! ? ? Chi sta meglio di lui ?

? qual che il padre si fosse, non si doveva scappar cosi di casa. Via, egli era forse un

po* troppo duro contro i

capricci del figliuolo. Oh! aver pazienza: con chi Favra

se non Febbe col padre ? ?

(1) 926 Itane vero? La 'postilla' e cancellata; si vede ancora ? St? e forse era: ? Sta cosi ? ?

(2) II Manzoni riscrisse ? riscontra ?, cancellando ? rise > scritto prima. (3) 945 ipsa est. ? e dessa > canceliato.

(4) T. Nempe id?

(5) 966 Nescis, quid mihi obtigerit. ? Non sai tu quel che m'e toc cato ? tutto canceliato.

970 Pater amicus summus nobis. La ' postilla' e cancellata; si vede

ancora ? II padre e in ?.

(6) Tra* due righi, uno canceliato, ma si legge ancora: ? nascosa

mente da me >

(7) Al di sopra, un rigo canceliato, ma si legge ancora: ? di nuovo senza me > (le due ultime parole sono pero dubbie, o almeno rultima). Credo che ? di nuovo ? sia un richiamo al verso 98.

(8) T. crederes ?

? 270 ?

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Page 48: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

210 Scitum est; periculum ex aliis fa

cere, tibi quod ex usu siet. 215 Neque illarum affines rerum esse

218 et cognoscendi, et ignoscendi da bitur peccatis (1) locus :

220 facinora 225 is quoque suarum rerum sata

git, (2) 232 mihi animum exaugeant; 331 Experiundo scies. 349 Concaluit. 358 (3) istum exora, 374 Laudabis. 382 Id cum studuisti, isti formae mo

res ut consimiles forent: 420-21 Aut ego profecto ingenio egre

gie (4) ad miseriam Natus

sum;

Annotazioni (pag. 220): 1. la gabella ec. [cioe di tutte le miserie] Questo modo di di re contiene tutto il sentimento

deWegregienatum ad miseriam, che vale singolarita in fatto di miserie ...

427-28 nuntium apporto tibi, Cujus maxime te fieri participem cu

pis.

459 lenius 465 Sumat, consumat, perdat; 508 Dissolvi me, otiosus operam ut

tibi darem.

514 hosce id struere? 594 jam minus minusque

?Ora tu hai di che imparare alFaltrui spese. ?

?e non correr mai a quelle

cose ?

? sapro vedere e tacere ?

? prodezze, cosette. ?

< ha anch'egli le sue brighe ?

? mi si sia guastata ? ,

? lo vedrete alia prova ? ? e cotto ?

< ottenete da costui ? ? Sarai contento ?

?che hai saputo esser savia

quanto sei bella ?

?o io son nato colla maladi zione addosso di non esser

mai lieto ?

miseriam qui non equivale a miserie ?

?ti porto la novella che piu brami - ?

? piu abboccato piu amabile ? ? Spenda, spanda > ? mi son disimpegnato, per es

ser tutto al vostro servi

gio - ?

? chV ne macchinavano una ?

? ogni di meno ?

(1) T. peccati (2) T. sat agitat, (3) 356 F. Homo ? 19 iniz. ? Hie homo pro Ego etc. Ter. Heaut. 2,

3, 115. ...?.

(4) T. egregio

? 271 ?

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DOMENICO BASSI

612 quid (1) istuc? miror. 621 Nae ista hercle magno jam conatu

magnas nugas dixerit.

623-24 Primum te hoc oro, ne quid credas me adversum edictum

tuum Facere ausam. Annota

zioni (p. 240): 1. Primum te oro ec. Ecco buessa di donna,

scusandosi non richiesta, s'ac

cusa ella da se.

673 bolum tantum mihi ereptum tarn subito e faucibus.

674 ratio de integro ineunda est mihi. 688 Ita credo 694 Loquere, audio, at jam hoc non

ages.

700 quidni ? 741 non est temere. 748 Tu nescis id quod (3) scis, Dromo,

si sapies.

753 Ita magno desiderio fuit ei filius:

766 Non hercle vero: verum dico. 771 quod superest failaciae. 783 Ita tu istaec tua misceto, ne me

admisceas.

785 Credebam. 796 jus summum, saepe snmma est

malitia.

? Non intendo perche. ? ? con grande importanza mi dira

qualche gran bazzecola > ? Anzi ella veniva per accusarsi;

ma son codeste le cose da notare in una scena dove un

padre sgrida la moglie che non gli abbia ammazzata la

creatura, come aveva ordina

to ? ? (2) ? Che mi sia rotto cosi Fuovo

in bocca ? ? bisogna far da capo ? ? Davvero ?

? Di pure, io odo Ma non ascolterai ?

? Benissimo ? ? non son ciarle ?

? Tu Dromone, vedi, non hai da

saper nulla ?

?tanto egli sospirava quel fi

gliuolo ?

Non e vanto; e fatto ? ? Quel che ci voleva ?

Fa pur tu codesti tuoi imbro

gli, ma non imbrogliar me >

? L'avrei creauto ?

Chi va sopra tutti i p*inti non

puo esser buono. Monos. (4) p. 232 Meno male ad ogni modo che quello qui sopra, il quale non risponde punto al latino, ne alia circostan

za. ? (5)

(1) T. qui (2) Prima il Manzoni aveva scritto: ? e codesta materia da rifles

sione ?, che poi modified come si legge quassu.

(3) T. nescies quod (4) Non mi e stato possibile trovare Topera cit. dal Manzoni; fra'

suoi libri, posseduti dalla Braidense, non c'e.

(5) ? quello qui sopra ? e la traduzione del Cesari: Chi troppo Y as

sottiglia, si scavezza.

? 272 ?

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Page 50: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

915-17 merito mihi nunc ego succen seo. Quot res dedere, ubi pos sem persentiscere, Ni essem

lapis! 970 scelestus, quanias turbas concivi

insciens!

980 Adeon' rem rediisse, ut periculum etiam fame (1) mihi sit,

990 Est verisimile.

991 Non arbitror. 996 recte suades: faciam.

Eunuchus. 1011 (2) At etiam

Adelphoe. 83 dixin* hoc fore ?

84-85 neque pudet Quidquam, nec metuit quemquam,

123 aut cedo quemvis arbitrum:

Phormio. 42 Ut semper aliquid adamant divitio

ribus! Annotazioni (pag. 262): 1. colmar il sacco a9 ricchi.

Questo bel proverbio abbiam noi Lombard]*, per dir, che la roba corre sempre dietro a*

ricchi; Chi truova un sasso (io scrivo Toscanamente), lo getta

sempre sopra una moriccia.

543 non triumpho, ex nuptiis tuis si nil nasciscor maii; Annotazio ni (pag. 327): 1. Non triumpho

? ma io ho piu di che adirarmi con me medesimo. Quanti indizi me ne han dati. Se io non fossi stato un ceppo! ?

? Sciaurato me! che diavoleto ho fatto nascere, senza sa

perlo! ?

Che la cosa dovesse riuscir a

termine di trovarmi in peri colo di patir la fame! ?

? Sai che la cosa ha del verisi mile ?

? Non pare ? ? mi dai un buon parere; e cosi

voglio fare ?

? E si che...?

? Pho detto, io! ? ? non ha vergogna di nulla, ne

rispetto a nessuno ?

? o rimettiamola in chi tu vor rai ?.

? e i toscani: la roba va alia roba. Monos. p. 325 ?

Non e egli gia un miracoio s'io ne esco netto di codeste

nozze, che tu mi forzi anche

(1) T. a fame

(2) 532 Pico ego senza * postilla9; soltanto, in margine una lineetta

nel rigo corrispondente. 1083 Mirum, ni la 'postilla' e cancellata e ilieggibile.

? 273 -

Aevum - Anno VI - 18

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Page 51: POSTILLE INEDITE DI ALESSANDRO MANZONI A PLAUTO E A TERENZIO

DOMENICO BASSI

ec. Non so, se questo costrutto

vaglia quanto dire: Propemo

a buscarmi un malanno peg gio, per amor di costui ? ? (1)

dum triumpho: come dicesse, Direi quasi di trionfare, se esco di questo pericolo..

792-93 virum me natam vellem. Ego ? credo che Yostenderem abbia

farei ben vedere...

Tra le carte Manzoniane, possedute dalla Braidense (fondo Brambilla), si trovano due fogli sciolti e mezzo foglietto (XIV 8), di mano del Man

zoni, contenenti una raccolta di versi di Plauto, Ex Plauto ?. Sono tolti da quindici commedie (escluse Amphitruo, Aulularia, Curcutio, Mercator e Poenulus): poco meno di una settantina, tra versi interi ed emistichi, tutti compresi nel novero di quelli postillati nelFedizione del 1788 e nel

Forcellini; b indicato, per ciascuno, il luogo, cioe atto, scena e verso. Soltanto a Cistellaria 712 (T.) Haec mulier nostra est e aggiunto fra paren tesi: ? scil.: quae in re nostra est ?. A Captiyi 22 (T.) la stessa traduzione che nella postilla. Ad Asinaria 685 (T.): conticinio: ? corrisponde al

Domani, detto ironicamente per Non mai, del Malmantile, citato dalla Crusca. La locuzione milanese, Domani mattina sul fresco, s'accosta an

cora piii alia latina, essendo il Conticinium pars ilia noctis quae est inter

gallicinium et diluculum. Forcellini ?.

(1) La scrittura e molto sbiadita, ma la lettura e sicura.

(2) Le parole ? credo che abbia ? sono sostituite ad altre cancellate, delle quali si leggono con assoluta certezza. tre sole: ? Non che ha ?

ostenderem. (C.): E* bisogna va ch'io fossi nata uomo: gli

un senso compiuto, e corri

sponda al farla vedere. ? (2)

? 274 ?

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