PERCORSO “POSATORA - PARCO DEL CRAS” Il percorso unisce il quartiere di Posatora con il parco del CRAS e si sviluppa partendo dalla vecchia chiesa di “Santa Maria Liberatrice”, salendo lungo via del Fornetto fino all’incrocio con via Cupa di Posatora, che viene percorsa fino alla “casa rossa” dove si immette su via Anders fino a giungere al CRAS. Il percorso prevede la possibilità di tornare sui propri passi mediante il così detto “Anello della Cupa” che segue un sentiero parallelo al fosso adiacente a via Madre Teresa di Calcutta e poi risale per via Cupa di Posatora. Lungo via del Fornetto il percorso si connette con il limitrofo “Parco del Fornetto”. PERCORSO “VALLE MIANO – PEDOCICLOVIA” Gran parte del percorso è già esistente ed è così detto “Direzione Parco”, già allestito dall’associazione “Casa delle Culture”. Il percorso parte da via Luigi Paolucci, in corrispondenza del magazzino comunale, si percorre via Paolucci si prosegue lungo via Bartolini, via del Conero fino a congiungersi con la pedociclovia di prossima realizzazione da parte del Comune di Ancona. Percorrendo parte della ciclopedovia in direzione Portonovo si può seguire il così detto “Anello della Vedova” che permette il ritorno attraverso strade vicinali e vecchi sentieri storici ormai inutilizzati, che verranno recuperati. L’anello si collega alla “strada del Castellano” (capolinea bus n. 42) e a “Villa Romana”, connettendosi al “cammino Porta d’Oriente”. Alternativa all’”Anello della Vedova” è il così detto “Anello di Pietralacroce” che si sviluppa lungo la salita di via del Conero fino al capolinea del bus n. 91, prosegue per un tratto lungo la strada provinciale del Conero per poi immettersi in via Giuseppe Impastato, scendere a valle lungo via Bartolini e ricongiurgersi con via Paolucci. PERCORSO “PARCO CRAS – VALLE MIANO” E’ il percorso urbano di collegamento che fa da cerniera tra i due percorsi extraurbani, realizzando un percorso unico che attraversa il territorio anconetano da ovest a est, ai cui estremi si possono ammirare gli orizzonti marini sulle coste a nord e sud della città di Ancona. Si sviluppa dal Parco del Cras lungo via Cristoforo Colombo, piazza Ugo Bassi, via della Ricostruzione, sale lungo via Fano e poi scende verso la valle del Miano, lungo via Paolucci, fino ad incrociare il sentiero “Direzione Parco”.

Chiesa di Santa Maria Liberatrice

E’, probabilmente, la più piccola chiesa aperta al pubblico della città di Ancona. Fu edificata nel XVI secolo su un precedente

edificio sacro del XIII secolo; fu il Comune e non le autorità ecclesiastiche a promuoverne la ricostruzione, come si evince dal

civico stemma sovrastante il portale di accesso. È infatti una chiesa votiva, sorta cioè per voto popolare in seguito alla

cessazione di un'epidemia di peste ed il nome "liberatrice" è dovuto proprio a ciò.

È costituita da un'unica sala circolare trilobata e rimane l'unico esempio superstite di edificio sacro cinquecentesco di Ancona.

La chiesa è legata alle vicende della Santa Casa di Loreto: secondo le documentazioni storiche e archeologiche esistenti,

infatti, nel viaggio che ha accompagnato la Santa Casa da Nazareth fino alle Marche, gli angeli "posarono" le tre pareti della

Santa Casa Nazaretana per nove mesi proprio dove oggi sorge la chiesetta dedicata al culto mariano. Da questo fatto,

secondo la tradizione, prende il nome il quartiere di Posatora, dal latino “posat et ora”, cioè pòggiati (fermati) e prega.

Parco del CRAS

E' una mini-città-giardino il regalo ricevuto dagli abitanti di Ancona dopo la chiusura dell'ex manicomio CRASS. Mentre i vecchi

e lugubri padiglioni venivano restaurati e i muri divisori, tra i diversi reparti e i rispettivi giardini, abbattuti, gli alberi secolari

sparsi ovunque erano liberi di crescere a modo loro allargandosi e crescendo in altezza sbucando, a volte, al di sopra degli

stessi edifici.

Si dice che il giardiniere, non ancora maggiorenne, fosse un malato rinchiuso nello "Spedale dei Pazzi" dove restò fino alla

vecchiaia.

Basta camminare tra le diverse aree verdi per sentirsi immersi in una specie di orto botanico, sovrastati da tigli, platani, tassi,

magnolie, lecci, ippocastani, bagolari monumentali e anche da allori piantati in sequenza come canne d'organo. E' una

meraviglia, a pochi passi da uno dei più trafficati snodi stradali della città.

Nacque nel 1901 come giardino dell'Ospedale Psichiatrico. È interessante anche per l'organizzazione degli spazi in grandi

cortili verdi collegati da porticati coperti da capriate in legno. Questi camminamenti rendono il parco visitabile anche con la

pioggia.

Cupa di Posatora

E’ un vecchio sentiero di campagna nel Rione Posatora nascosto dalla vegetazione.

La “cupa” è di norma una strada campestre stretta e con il fondo sottostante ai terreni adiacenti.

A dare luogo ad una cupa è generalmente lo scolo delle acque piovane.

Parco del Fornetto Inaugurato nel giugno del 2015, il parco è caratterizzato da un percorso ciclopedonale ad anello, il parco comunale adagiato sul versante della collina di Posatora che degrada verso il mare, offre un panorama che spazia – nelle giornate più limpide – dal parco cittadino del Cardeto fino a Fano. E’ uno spicchio verde cui si accede da via del Fornetto, delimitato, in alto, da via del Golfo e, in basso, da via del Carmine. Nella zona a boscaglia sono presenti acero campestre, orniello, pino d’aleppo, cipresso, leccio, biancospino, ginestra corbezzolo, pioppo bianco e frassino. Nella zona a cespuglieto, salicone, salice ripaiolo, ginestra, prugnolo, fusaggine, tamarice, olivello di boemia, oleandro, cotoneaster, mentre per la zona a boscotermoigrofilo alloro,corbezzolo, salicone,ontano, roverella, biancospino, olmo campestre, pino domestico, tamarice , ciliegio sevatico e carpino nero. La statua bronzea di San Padre Pio che arricchisce il parco dal 1982 – anno in cui la frana Barducci cancellò gran parte del quartiere di Posatora – è opera del maestro Tito Neri.

Pietralacroce L’ex villaggio di Pietra della Croce è ricco di testimonianze architettonico-monumentali risorgimentali e post-unitarie. Ci sono ben quattro forti militari (Altavilla, Garibaldi, Pezzotti, Lucarino), Villa Lollini, dove morì quello straordinario personaggio che era Giuseppe Lahoz, insorgente e primo patriota italiano, Villa Fazioli, intitolata alla famiglia del gonfaloniere e primo sindaco di Ancona, lapidi dedicate ai patrioti e, naturalmente, il monumento ai caduti della battaglia di Monte Pelago. Strada di Pietralacroce La strada vecchia di Pietralacroce è una via antica di collegamento con la città; essa attraversa una zona di grande interesse naturalistico su cui s’affacciano Forte Garibaldi e i ruderi della Polveriera Bianchi (risalente al 1° dopoguerra). La Vedova La localita “La Vedova”, poco conosciuta col suo toponimo “Nave” è un piccolo borgo costituito da 17 edifici lungo la dorsale del Monte Conero, adiacente alla strada provinciale. Attraverso il sentiero della Vedova, che scende lungo la parete scoscesa del promontorio, si può raggiungere la spiaggia della Vedova, completamente selvaggia, priva di stabilimenti o bar e molto suggestiva. Percorrendo il sentiero si gode di uno splendido panorama fino agli Scogli del Cavallo. Dalla spiaggia della Vedova si può percorre la costa verso Nord che prosegue in scogliere e tratti di spiaggia suggestivi ed imperdibili fatti di rocce, sassi e piccoli ciottoli.

“IL SENTIERO DELLE API” In fase di progettazione a cura centro polifunzionale-socioculturale “Scholanova di Varano” con le finalità di arricchire il territorio comunale di un percorso naturale nel rispetto dell’ecosistema, di valorizzare i gesti della nostra quotidianità. Il “Sentiero delle api” connette le varie zone verdi della città con il Parco del Conero attraverso incontri e percorsi di arnie didattiche, che uniranno Ancona con i vari apicoltori del Parco del Conero non solo in modo artistico ma anche con un laboratorio di smielatura sociale per giovani apicoltori (già sperimentato in Toscana e Veneto), con la conoscenza delle piante mellifere con corsi ed azioni collettive di semina di fiori, distribuzione di semi e piantine da utilizzare negli spazi verdi pubblici e privati. I percorsi didattici di teoria e di pratica, non solo nelle scuole, permetterà a tutti di assimilare conoscenza e di contribuire a migliorare l’habitat delle api, diventando così parte di un movimento di protezione degli impollinatori, ormai globale ed indispensabile.