Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio
I.T.C. “VITTORIO VENETO – SALVEMINI” Viale Mazzini, 4 – 04100 Latina
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EE DDII EEVVAACCUUAAZZIIOONNEE
RSPP esterno Il Dirigente Scolastico
F.to Dr. Stefano Fantinel
F.to Dott.ssa Diana Colongi
Rev. 09/11/2016 - A.S. 2016/17
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INDICE
Introduzione
Comportamento in condizioni di emergenza
Primo soccorso sanitario
Squadra di primo soccorso sanitario
Personale incaricato alla gestione delle emergenze
Procedure di evacuazione
Punti di raccolta
Procedure comportamentali per differenti situazioni di pericolo
Doveri del personale durante le emergenze
Modulistica di riferimento
Note conclusive
Allegati (tavole planimetriche, squadre di emergenza e numeri utili)
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INTRODUZIONE
Il piano di emergenza e di evacuazione (PEE) è uno strumento operativo, specifico per
ogni scuola, attraverso il quale possono essere studiate e pianificate le operazioni da
compiere in caso di emergenza, al fine di consentire un esodo ordinato e sicuro di tutti
gli occupanti di un edificio. Il Decreto ministeriale 26/08/1992 “Norme di prevenzione
incendi per l’edilizia scolastica” ne ha riconosciuta l’importanza rendendolo
obbligatorio nelle norme di esercizio. Con successivo decreto interministeriale del
10/03/1998 sono stati ulteriormente definiti i “criteri generali di sicurezza antincendio e
per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro” in attuazione delle norme
contenute nel e Decreto Legislativo n.81/08 e s.m.i.. Quest’ultima normativa introduce
quale novità fondamentale il principio dell’organizzazione, gestione e programmazione
delle attività di prevenzione nei luoghi di lavoro.
Si applica anche nel settore scolastico per migliorare la sicurezza e la salute del
personale docente e non ed anche degli studenti per le attività nelle quali si prevede
l’uso di attrezzature e materiale di laboratorio. Con apposito Decreto (D.M. del
29/09/1998 n.382) e relativa Circolare del Ministero della Pubblica Istruzione n.119
del 29/04/1999 è stato delineato il quadro complessivo di attuazione della normativa
“T.U.S.L.” nel settore scolastico. Per la scuola la normativa sulla sicurezza e salute nei
luoghi di lavoro al di là degli obblighi che comporta, rappresenta una occasione per
promuovere la cultura della prevenzione, nella consapevolezza che i giovani oggi
formati sulle tematiche della sicurezza potranno essere domani cittadini e lavoratori più
attenti alla propria ed altrui sicurezza.
Questo piano di emergenza redatto dall’attuale Servizio di prevenzione e Protezione
dai Rischi illustra in modo sintetico ed esaustivo i contenuti riportati nel documento di
valutazione dei rischi redatto ai sensi dell’art.28 del D.Lgs. n.81/08 e smi, e fornisce
tutte le indicazioni operative riguardanti gli aspetti dell’evacuazione, della prevenzione
incendi e del primo soccorso sanitario negli scenari di seguito illustrati.
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COMPORTAMENTO IN CONDIZIONI DI EMERGENZA
In tutti gli edifici con alta concentrazione di persone si possono avere situazioni di
emergenza che modificano le condizioni di agibilità degli spazi ed alterano
comportamenti e rapporti interpersonali degli utenti. Ciò causa una reazione che,
specialmente in ambito collettivo, può risultare pericolosa poiché non consente il
controllo della situazione creatasi, coinvolgendo un gran numero di persone e
rendendo difficili eventuali operazioni di soccorso.
Questi comportamenti sono da tutti conosciuti con il termine “panico”, che identifica il
comportamento di persone quando vengono a trovarsi in condizioni di pericolo
imminente. Il panico si manifesta con diversi tipi di reazioni emotive: timore,
oppressione, ansia, paura, fino a raggiungere manifestazioni isteriche, nonché
particolari reazioni dell’organismo quali accelerazioni del battito cardiaco, tremore alle
gambe, difficoltà di respirazione, aumento o caduta della pressione arteriosa, giramenti
di testa e vertigini.
Tutte queste condizioni possono portare le persone a reagire in modo non controllato
e/o irrazionale. In una situazione di pericolo, sia essa presunta o reale, e in presenza di
molte persone, il panico può manifestarsi principalmente in due modi:
coinvolgimento delle persone nell’ansia generale, con invocazioni di aiuto,
grida, atti di disperazione;
l’istinto all’autodifesa con tentativi di fuga che comportano l’esclusione degli
altri, anche in forme violente, con spinte, corse, affermazione dei posti
conquistati verso la salvezza.
Allo stesso tempo possono venire compromesse alcune funzioni comportamentali
quali l’attenzione, il controllo dei movimenti, la facoltà di ragionamento. Tutte queste
reazioni costituiscono elementi di grave turbativa e pericolo.
I comportamenti di cui abbiamo parlato possono essere modificati e ricondotti alla
normalità se il sistema in cui si evolvono è preparato e organizzato per fra fronte ai
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pericoli che lo insidiano. Il piano di emergenza e di evacuazione, con il percorso
conoscitivo necessario per la sua realizzazione, dà un contributo fondamentale in
questa direzione consentendo di:
essere preparati a situazioni di pericolo;
stimolare la fiducia in se stessi;
indurre un sufficiente autocontrollo per attuare comportamenti razionali e
corretti;
controllare la propria emozionalità e saper reagire all’eccitazione collettiva.
In altre parole tende a ridurre i rischi indotti da una condizione di emergenza e
facilità le operazioni di allontanamento da luoghi pericolosi.
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PRIMO SOCCORSO SANITARIO
Oltre alle situazioni di panico descritte nel paragrafo precedente occorre illustrare in
modo schematico le situazioni e gli eventi dannosi cagionati al personale presente
negli edifici scolastici. Nelle pagine seguenti vengono riportati tutti i comportamenti
da porre in essere al presentarsi delle situazioni di seguito descritte che
presuppongano un intervento degli addetti al primo soccorso sanitario.
Il fine del primo soccorso è quello di attuare misure di sopravvivenza provvedendo
alla segnalazione del caso e predisponendo l’infortunato per l’attesa del soccorso
medico. Occorre inoltre proteggere la vittima da nuove lesioni e nuovi pericoli
impedendo interventi maldestri od errati di terzi. Nelle pagine successive verranno
prese in considerazione 15 tipologie di situazioni di infortunio, evidenziando le varie
manifestazioni ed i relativi interventi da effettuare, sottolineando però che tali
interventi potranno essere eseguiti solo da coloro che hanno già effettuato un
apposito corso formativo secondo le disposizioni previste dal DM n.388/2003:
1. Stato di shock
2. Trauma cranico
3. Ustioni
4. Emorragia interna
5. Emorragia esterna
6. Lesioni alla gabbia toracica e all’apparato respiratorio
7. Corpo estraneo in un occhio
8. Frattura degli arti
9. Frattura della colonna vertebrale
10. Arresto cardiaco
11. Stato di coma
12. Folgorazione
13. Epilessia e convulsioni
14. Avvelenamento
15. Contusioni-lussazioni-distorsioni
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1. STATO DI SHOCK
Lo stato di shock consiste in una caduta di pressione arteriosa, può essere causato
da una forte perdita di sangue, da una violenta emozione, da un forte dolore, da un
forte trauma, da una forte disidratazione, insufficienza cardiocircolatoria, ecc.
Manifestazioni principali: pallore marcato, polso con battiti deboli e frequenti, cute
fredda e sudata, brividi, sudore freddo alla fronte, stato di agitazione, ecc.
Interventi: controllare polso e respiro, stendere il soggetto supino, coprirlo in
relazione alle condizioni meteorologiche in atto e tenere sollevati da terra agli arti
inferiori. Se il soggetto è incosciente porlo in posizione di sicurezza, solo se non
respira più è di vitale importanza praticare la respirazione artificiale. Posizione di sicurezza antishock: se cosciente porre il paziente supino con le gambe sollevate e la
testa bassa per facilitare l’afflusso di sangue al cervello. Non si deve: mettere
l’infortunato in posizione seduta, o cercare di farlo camminare o dargli da bere
alcolici.
2. TRAUMA CRANICO
E’ dovuto ad un colpo subito alla testa che può aver provocato una frattura delle
ossa del cranio.
Segni: perdita di coscienza più o meno intermittente, polso debole, diverso
diametro delle pupille, nausea o vomito, agitazione. La frattura della base cranica
può essere evidenziata da sangue che fuoriesce dall’orecchio.
Interventi: coprire con bende sterili eventuali ferite alla testa, tenere caldo il
soggetto, non dargli da bere; anche se la vittima non mostra segni esterni di lesione
ed è vigile, attendere comunque l’ambulanza. Vedere se respira, ponendo una
mano sul torace all’altezza dell’ultima costola di lato sull’addome, se il soggetto
respira spontaneamente, porlo in posizione laterale di sicurezza con molta cautela;
se non respira, praticare la respirazione artificiale dopo aver liberato le vie aeree.
Posizione laterale di sicurezza: (infortunato in stato di incoscienza con polso e
respirazione presenti), se si è sicuri che non esista alcuna lesione alla colonna
vertebrale e in attesa che giunga l’autoambulanza, sdraiarlo su un fianco, testa estesa
(reclinata all’indietro) per favorire una buona respirazione, bocca aperta rivolta
verso terra per facilitare la fuoriuscita di liquidi che potrebbero causare
soffocamento, gamba piegata, un braccio piegato in modo da fornire sostegno alla
testa. In caso di fuoriuscita di sangue dall’orecchio, poggiare il paziente sul lato della
lesione in modo che il sangue esca liberamente.
3. USTIONI
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La gravità dell’ustione è determinata dal grado e dalla superficie del corpo
interessata; le ustioni estese ad oltre 1/3 del corpo sono gravissime.
Segni: pelle arrossata e dolorante (1 grado); pelle fortemente arrossata e presenza di
vesciche, dolore molto intenso (2 grado) pelle necrotizzata di colore marrone o
nerastro, dolore meno intenso perché sono state distrutte le terminazioni nervose (3
grado)
Interventi: non staccare i brandelli di tessuto eventualmente aderenti alla pelle ed
evitare qualsiasi forma di medicazione della zona ustionata; se l’ustione riguarda agli
arti, immergerli in acqua fredda al fine di attenuare il dolore. Non forare le
vesciche, non usare polveri o pomate, non disinfettare, ma proteggere le ustioni da
infezioni ricoprendo la parte lesa con materiale sterile (garze, teli, ecc..).
Combattere lo stato di shock in attesa dell’ambulanza.
4. EMORRAGIA INTERNA
Si ha quando il sangue si versa o si raccoglie in una cavità interna del corpo (cranio,
addome, ecc..).
Segni : il traumatizzato è in stato di shock e in alcuni casi può esserci fuoriuscita di
sangue dalla bocca, naso o orecchie.
Interventi: trattandosi di caso molto grave, l’infortunato va posto in posizione
antishock ed avviato in ospedale al più presto con un’ambulanza. Se vi è fuoriuscita
di sangue da bocca, naso o orecchie occorre lasciarlo defluire.
5. EMORRAGIA ESTERNA
Segni : nell'emorragia esterna arteriosa il sangue fuoriesce a getto intermittente, ed è
di colorito rosso vivo; in quella venosa di colorito scuro e fuoriesce a ritmo costante
ed uniforme.
Interventi : se la vittima di un incidente presenta una ferita sanguinante si deve
astenersi dal lavare o cospargere con polveri e pomate disinfettanti la ferita coprire
la ferita con materiale possibilmente sterile porre il ferito in posizione semiseduta,
se cosciente, o in posizione di sicurezza, se incosciente
Un' emorragia venosa si tratta applicando sulla ferita un tampone fatto con garza
sterile o con un fazzoletto pulito, ripiegato più volte, bloccato sulla ferita, ed
eseguendo poi una fasciatura compressiva. Non rimuovere dalla ferita eventuali
corpi estranei conficcati (vetro, schegge, ecc...); prestare però attenzione a non farli
affondare durante la fasciatura. Nel caso di evidente emorragia da un arto si deve
tamponare mediante compressione la vena a valle dall'emorragia rispetto al cuore.
Sollevare poi l’arto in modo che la ferita si trovi più in alto del cuore. In caso di
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emorragia arteriosa agire come segue: comprimere con forza l’arteria principale
interessata per arrestare il flusso del sangue; in caso di evidente emorragia da un
arto si deve premere l’arteria tra la ferita e il cuore; soltanto come estremo rimedio,
qualora non si riesca ad arrestare l'emorragia con altri mezzi, si può impiegare il
laccio emostatico applicato alla radice dell’arto.
Un laccio emostatico di fortuna può essere realizzato con strisce di stoffa. Il laccio
così applicato arresta completamente il flusso sanguigno, e va quindi allentato per
almeno un minuto ogni venti minuti circa; ricordarsi quindi di segnare l’ora di
posizionamento del laccio per poterlo allentare con regolarità.
6. LESIONI ALLA GABBIA TORACICA E ALL' APPARATO RESPIRATORIO
Possono essere dovute a fratture delle costole o dello sterno aggravate da possibili
lesioni ai polmoni.
Segni : l’infortunato respira con molta difficoltà, labbra e unghie assumono un
colore bluastro, compaiono i segni dello stato di shock; in casi estremamente gravi
si può avere un arresto respiratorio.
Interventi : in caso di ferita profonda comprimere con pezzuola pulita o, se non si
ha a disposizione altro, con il palmo della mano, mantenendo la pressione fino al
ricovero in ospedale.
Nel caso in cui l’infortunato abbia riportato un trauma della gabbia toracica (se
cosciente) bisogna facilitare la respirazione ponendo il soggetto semiseduto e
proibirgli di bere e di mangiare.
7. CORPO ESTRANEO IN UN OCCHIO
Se la vittima presenta un corpo estraneo in un occhio si deve evitare sfregamenti
sull’occhio da parte della vittima per non causare una lesione più grave rimuoverlo
delicatamente con la punta di un fazzoletto pulito, ponendo attenzione affinché non
penetri nel bulbo se il corpo è penetrato nel bulbo, bendare l’occhio senza
rimuovere il corpo estraneo e portare la vittima dall’oculista
8. FRATTURA DEGLI ARTI
La frattura è una rottura di un osso; se vi è anche rottura della pelle, la frattura di
dice “esposta”.
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Segni : dolore violentissimo al minimo movimento dell’arto, gonfiore sulla parte
lesa, deformazione della zona di frattura, impossibilità di usare o muovere l’arto.
Interventi : nel caso in cui la vittima presenti uno o più arti fratturati si deve non
muovere assolutamente l’arto e impedire che il soggetto lo muova, immobilizzando
con mezzi di fortuna; dopo tale operazione attuare le comuni misure antishock.
Nelle fratture esposte immobilizzare l’arto e coprire la ferita con materiale sterile o
pulito.
9. FRATTURA COLONNA VERTEBRALE
Segni : l’esistenza di una frattura vertebrale in un infortunato è evidenziata dal fatto
che il soggetto avverte un forte dolore alla schiena con impossibilità di eseguire
movimento volontari, presenta formicolii o insensibilità agli arti.
Interventi : non cambiare la posizione del traumatizzato, assicurandosi che non
subisca spostamenti fino all’arrivo del soccorso qualificato.
Intervenire solo se il paziente è in arresto cardio - respiratorio.
10. ARRESTO CARDIACO
In caso di arresto cardiaco primario la circolazione del sangue si ferma
completamente, l'ossigeno non arriva più agli organi vitali, come il cervello, nel
quale il danno neurologico irreversibile inizia circa 4 minuti dopo l'arresto. L'arresto
cardiaco può essere provocato da infarto cardiaco, emorragia grave, folgorazione,
trauma con emorragia importante. L'intervento del soccorritore in caso di arresto
cardiaco, che si accerta con la palpazione del polso carotideo, permette di
ripristinare attraverso il massaggio cardiaco esterno una circolazione sanguigna
adeguata a proteggere il cervello e gli altri organi vitali dall'anossia (mancanza di
ossigeno). Nel caso dello stato di come primario, cioè non dovuto ad arresto
cardiaco, potrà essere presente attività respiratoria e cardiaca normale.
11. STATO DI COMA
Per stato di coma si intende la condizione in cui l'infortunato non risponde ai
comandi elementari come la richiesta di mostrare la lingua o di aprire gli occhi,
oppure non reagisce a stimoli semplici come un pizzicotto o uno schiaffo. Lo stato
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di coma può essere provocato da: ictus intossicazione da farmaci sincope
ipoglicemia folgorazione epilessia Il soccorritore dovrà provvedere a mantenere
libere le vie aeree contrastando l'abbassamento della base delle lingua con la
manovra di ipertensione del capo e a porre il paziente in posizione di sicurezza
laterale in quanto durante il coma possono non funzionare i riflessi della tosse e
della deglutizione. Tale deficit espone il paziente al rischio di inalazione di
materiale gastrico eventualmente rigurgitato con conseguente soffocamento. Se
l'infortunato è immobile, occorre controllare la reazione delle pupille: si restringono
avvicinando una luce, mentre nel morto le pupille sono dilatate e ferme. Intervento:
Per un corretto ed efficace approccio ad una persona con arresto delle funzioni
vitali è necessario seguire una sequenza di operazioni predefinita che permette al
soccorritore di non omettere manovre importanti e di mantenere la necessaria
calma anche in circostanze drammatiche. La sequenza consta delle seguenti fasi:
1. Verifica dello stato di coscienza
2. Chiamare il più vicino centro di soccorso (tel.118)
3. Apert. della bocca e verifica pervietà delle vie aeree(guardare, ascoltare e sentire)
4. Ventilazione di soccorso (2 insufflazioni)
5. Palpazione del polso carotideo
6. Inizio del massaggio cardiaco (15 compressioni)
7. Prosecuzione dei cicli di massaggio cardiaco e ventilazione bocca a bocca con
rapporto 15:2
Arrivando presso una persona vittima di un malore si deve accertare la presenza o
meno della coscienza chiedendo: "Come stai ?" e scuotendo leggermente la spalla.
Se non si ottiene risposta (stato di coma) si deve telefonare al centro di soccorso
fornendo di seguenti dati: località dell'evento numero telefonico chiamante
descrizione dell'episodio numero di persone coinvolte condizioni della vittima
(coscienza, respiro, attività cardiaca)
Il passo successivo consiste nella valutazione dell'attività respiratoria.
Tale analisi richiede alcune manovre preliminari: sistemazione della vittima in
posizione supina su superficie dura (pavimento) apertura della bocca con le dita
incrociate per accertare la presenza di materiale solido o liquido da rimuovere con
fazzoletto e dita ad uncino posizionamento della testa in ipertensione che si ottiene
con una mano sulla fronte e una sotto la mandibola; la manovra serve a sollevare la
base della lingua che potrebbe ostruire le vie aeree.
Ipertensione della testa e apertura della bocca
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A questo punto è possibile valutare l'assenza della respirazione spontanea
avvicinando l'orecchio alla bocca della vittima per non più di 5 secondi. Da questa
posizione si guardano con la coda dell'occhio i movimenti della gabbia toracica, si
ascoltano i rumori respiratori e si sente il passaggio di aria calda. Valutazione
dell'attività respiratoria Accertata l'assenza di respiro spontaneo, il soccorritore deve
eseguire due respirazioni di soccorso soffiando lentamente circa 800 cc (equivalente
ad un'espirazione forzata) di aria nei polmoni dell'infortunato con il metodo bocca a
bocca cioè circondando con la propria bocca quella dell'infortunato avendo cura di
tappare con le dita le narici e di mantenere la posizione ipertesa del capo con l'altra
mano.
Respirazione bocca a bocca
In questa fase può succedere di non riuscire a far entrare aria nei polmoni
dell'infortunato; tale evenienza deve far pensare ad un corpo estraneo collocato in
una zona irraggiungibile dalle dita del soccorritore e si rende necessaria la manovra
di Heimlich: il principio fisico di tale manovra si basa sul brusco aumento della
pressione intratoracica, ottenuto per mezzo di una compressione applicata a livello
dell'epigastrio (area addominale alta subito al di sotto dello sterno). Il brusco
aumento della pressione intratoracica crea un potente flusso di aria verso l'esterno
che molte volte può mobilizzare eventuali corpi estranei. La manovra può essere
eseguita a paziente supino, applicando la pressione in modo intermittente con le
mani sovrapposte a livello dell'epigastrio oppure afferrando il paziente
posteriormente e incrociando le mani sempre a livello epigastrico per imprimere
delle compressioni intermittenti.
Manovra di Heimlich Dopo le prime due respirazioni di soccorso il soccorritore
deve accertarsi della presenza o meno di attività cardiaca palpando per non più di
10 secondi il polso carotideo Questa manovra si esegue mantenendo l'ipertensione
della testa con una mano sulla fronte e cercando, con tre dita dell'altra mano (ad
esclusione del dito pollice) posizionate nello spazio tra la laringe e i muscoli del
collo, la presenza del polso. Palpazione del polso carotideo La rilevazione del
battito cardiaco al polso non è attendibile in quanto in alcune situazioni può essere
assente pur essendo mantenuta l'attività cardiaca; tuttavia il polso si sente facilmente
premendo leggermente con le punte dell’indice e del medio (non del pollice)
sull’arteria radiale. In condizioni normali il polso è generalmente compreso tra 60 e
80 battiti al minuto. Accertata l'assenza di polso carotideo e quindi la condizione di
arresto cardiaco, il soccorritore deve iniziare immediatamente la manovra di
massaggio cardiaco che consiste nel comprimere il cuore fra lo sterno e la colonna
vertebrale. Il soccorritore si pone in ginocchio a lato della vittima, appoggiando le
mani sovrapposte sulla metà inferiore dello sterno, applicare il palmo di una mano
su questo punto; l'altra mano viene sovrapposta alla prima, tutte le dita vengono
estese e sollevate in modo da non entrare in contatto con il torace, poi con le
braccia tese comprime lo sterno con forza sufficiente ad abbassarlo di 4-5 cm. (80 -
100 compressioni al minuto)
Massaggio cardiaco
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Si eseguono in questo modo 15 compressioni alle quali si fa seguire nuovamente
una doppia respirazione di soccorso. La sequenza di 2 respirazioni alternate a 15
compressioni va proseguita fino all'arrivo del Medico e ha lo scopo di pompare
sangue sufficientemente ossigenato negli organi vitali, come il cervello che viene in
questo modo protetto dall'anossia (mancanza di ossigeno) Dopo 4 cicli di
compressioni e ventilazioni (15:2) il soccorritore deve ricontrollare il polso
carotideo per accertarsi del perdurare o meno dell'arresto cardiaco.
Uso delle bende mettersi di fronte al paziente tenere estesa la parte da fasciare
incominciare il bendaggio partendo dal basso e dirigendosi verso l'alto. Il capo della
benda dovrà essere posto obliquamente verso l'alto e dovrà essere fissato con uno o
due giri ben stretti effettuare la fasciatura coprendo ad ogni giro i due terzi del giro
sottostante. La benda dovrà essere svolta affinché la medicazione sia effettuata con
una pressione costante per evitare che dei giri siano lenti e degli altri troppo stretti
fissare il capo terminale della benda mediante cerotto
Tecnica della fasciatura
Per eseguire la medicazione di una ferita occorre: lavare , con acqua possibilmente
corrente e sapone, la ferita (lasciandola sanguinare un po') e la pelle circostante
disinfettare un acqua ossigenata le ferite poco estese coprire con cerotto medicato
se la lesione è piccola In ferite di grande entità occorre: mettere sulla ferita una
falda di garza sterile (masi cotone) e, sopra la garza, uno strato di cotone fasciare e
fissare con cerotto la garza (mai cerotto sulla ferita) per fissare la medicazione
possono essere anche usate le retine elastiche di varie misure.
12. FOLGORAZIONE
La folgorazione rappresenta un'emergenza gravissima che può interessare i vari
sistemi e apparati, dipendendo prevalentemente dall'intensità di corrente, dalla
durata del contatto organismo - conduttore, dal percorso dello stimolo elettrico
attraverso il corpo. Durante lo svolgimento del soccorso è importante il
raggiungimento dei seguenti obiettivi (fase immediata): 1. garantire la sicurezza dei
soccorritori in modo che non si aggiungano altre vittime a quella già presente.
Deconnettere la corrente di rete con un interruttore, se possibile, altrimenti
allontanare la vittima con mezzi sicuramente non conduttori (in genere non
facilmente reperibili in breve tempo) 2. il passaggio della corrente attraverso
l'organismo causa primitivamente arresto cardiaco e/o respiratorio, ustioni estese e
con meccanismo indiretto, fratture; i pazienti vittima di questa sindrome presentano
in genere lesioni funzionali e anatomiche per cui l'intervento di rianimazione e di
stabilizzazione dev'essere precocissimo e aggressivo 3. stabilizzare sin dai primi
momenti il tratto cervicale della colonna 4. proteggere solamente in un secondo
tempo, le eventuali ustioni e immobilizzare le fratture instabili dei segmenti
periferici
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13. EPILESSIA E CONVULSIONI
L'episodio convulsivo (nella sua forma più caratteristica e conosciuta: irrigidimento
muscolare generalizzato seguito da scosse muscolari più o meno ritmiche con
perdita di coscienza, morso della lingua, perdita di urine) è la manifestazione acuta
dell'epilessia. Intervento: Non eseguire nessuna manovra di inserimento di corpi
estranei nella bocca che potrebbero danneggiare la dentatura, provocare
sanguinamento o dislocare eventuali protesi; provvedere ad immobilizzare la testa e
il tratto cervicale della colonna per evitare eventuali traumatismi; allontanare
eventuali oggetti nelle vicinanze del paziente; controllo frequente della pervietà delle
vie aeree.
14. AVVELENAMENTO
Viene causato dall'azione di medicinali, di sostanze di uso domestico, chimiche,
vegetali e di cibi avariati.
A) Avvelenamento per inalazione Esempio tipico è l'inalazione di ossido di
carbonio che è un gas incolore ed inodore e può essere prodotto da stufe, fornelli,
incendi, gas di scarico dei motori in ambienti male ossigenati. Il malato presenta:
mal di testa e vertigini, debolezza, pelle - unghie e labbra possono assumere colore
rosso vivo. Cosa fare: Portare subito il colpito all'aria aperta o aprire porte e
finestre, iniziare la respirazione artificiale e somministrare abbondante ossigeno,
coprire e tenere caldo.
B) Avvelenamento per ingestione di veleni ignoti Se il veleno è sconosciuto non
provocare il vomito; se il paziente vomita spontaneamente, è necessario mantenerlo
in posizione laterale di sicurezza ed ospedalizzare il più velocemente possibile.
C) Avvelenamento per ingestione di veleni noti Se il veleno risulta essere un acido o
un alcale forte (lo si può dedurre dalla bocca ustionata) come acido muriatico,
varechina, ammoniaca, non provocare il vomito. Applicare le manovre di
rianimazione se necessaria e ospedalizzare il paziente. Tutti gli interventi di
neutralizzazione della sostanza tossica debbono essere eseguiti da personale
esperto. Cercare di dare maggiori ragguagli possibili circa il tipo di veleno, portando
in ospedale eventuali scatole, bottiglie, contenitori vari che si possono ritenere
responsabili dell'avvelenamento. Importante è anche la quantità di veleno ingerito.
Portare anche i resti del veleno, di rigurgiti ed eventuali campioni di urina per
l'analisi.
D) Avvelenamento da funghi E' necessario procedere così: raccogliere gli avanzi dei
funghi per facilitare l'esatto riconoscimento della specie, se i sintomi si sono
manifestati entro poche ore dall'ingestione provocare il vomito e ospedalizzare.
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15. CONTUSIONI - LUSSAZIONI - DISTORSIONI
Contusioni : Le contusioni sono causate da urti e cadute senza interrompere la
continuità della pelle. La parte colpita si presenta dolente, tumefatta, talvolta
violacea e calda. Fare impacchi freddi e mettere a riposo la parte. Consultare
Medico.
Lussazioni : La lussazione è la perdita dei rapporti anatomici tra due capi ossei.
Non cercare di rimettere a posto l'articolazione, ma trasportare l'infortunato in
ospedale mettendo sulla parte lesa del ghiaccio. Immobilizzare come per una
frattura.
Distorsioni : La distorsione è la momentanea perdita di rapporto tra due capi ossei
con lacerazione della capsula articolare e dei legamenti vicini. Conseguono a
movimenti di brusca torsione delle articolazioni. Possono accompagnarsi a
lacerazioni di legamenti e fratture. Anche qui applicare impacchi freddi e mettere a
riposo la parte. Per l'immobilizzazione è necessario il medico.
Primo soccorso asfittici
BASIC LIFE SUPPORT (BLS)
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La respirazione, o meglio, la ventilazione polmonare che consente il ricambio
dell'aria negli alveoli polmonari, è una delle funzioni indispensabili alla vita
dell'uomo. Costatarne l'assenza in un infortunato suggerisce imperiosamente la
necessità di attivare le manovre di:
FASI DELLA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE
1. distendere la persona colta da malore su una superficie rigida;
2. iperestendere il capo tirando il mento in alto e premendo la fronte in basso;
3. assicurarsi dell'assenza di atti respiratori (dopo l'iperestensione potrebbe
anche riprendere a respirare);
4. far chiamare il Soccorso Sanitario Nazionale: 118
5. eseguire due lente insufflazioni attraverso il naso, tenendo chiusa la bocca;
oppure insufflare attraverso la bocca, dopo aver chiuso le narici;
6. mentre si soffia verificare il sollevamento del torace! se non c'è
sollevamento è evidente che la nostra aria non giunge ai polmoni;
7. allontanare le labbra e sollevarsi a inspirare aria fresca, verificando il
riabbassarsi del torace; 8. continuare con le insufflazioni ad una frequenza di 16, 18 al minuto.
E' IMPORTANTE
agire senza perdite di tempo e mantenere la calma;
non inspirare troppo profondamente: per non rischiare un malore a causa della
iperossigenazione cui ci sottoporremmo;
dopo le prime due insufflazioni, controllare la presenza di pulsazioni e poi
ripetere questo controllo a brevi intervalli.
L'altra funzione molto critica per la vita è la circolazione del sangue: l'ossigeno
fornito dagli atti respiratori deve raggiungere tutte le cellule del corpo! Di questo, tra
l'altro, è incaricata la circolazione sanguigna.
Motore della circolazione è il cuore; un segno della sua attività è la pulsazione delle
arterie: palpando al lato del collo o il polso, si può sentire il passaggio dell'onda
sistolica, rispettivamente della carotide e dell'arteria radiale. Se al controllo si
constatasse l'arresto cardio-circolatorio, allora sarebbe indispensabile integrare la
manovra descritta sopra, con il
MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO:
1. seguire la sporgenza dell'arco costale,dal lato a noi vicino, fino alla
congiunzione con lo sterno, misurare lo spessore di due dita, appoggiare il
carpo di una mano sullo sterno e sovrapporre l'altra mano
2. a braccia tese, esercitare una pressione decisa e perfettamente verticale a
comprimere il torace
3. rilasciare e tornare a comprimere con una frequenza di c.a. 80 pressioni al minuto
E' IMPORTANTE
17
non eseguire se non si è certi del blocco cardiaco in atto
alternare le due manovre nel rapporto di due insufflazioni per quindici
compressioni controllare a brevi intervalli l'eventuale ripresa delle funzioni naturali
CON UN SECONDO SOCCORRITORE
Dovranno occuparsi ognuno di un compito:
uno praticherà le due insufflazioni e subito dopo l'altro eserciterà le quindici
compressioni sullo sterno, e continueranno così con le stesse precauzioni già
descritte.
BB..LL..SS..
protocollo per un corretto comportamento
a sostegno della vita, nell'emergenza
Valutazione scena
verifica la sicurezza dell'ambiente, eventualmente
neutralizza le situazioni di pericolo ancora attive
VVaalluuttaazziioonnee iinnffoorrttuunnaattoo
verifica lo stato di
coscienza:
se è presente, effettua altri controlli (emorragie, fratture)
se assente, attiva il SSN (118) e verifica la presenza dei parametri vitali !!
AAtttt.. ssiisstteemmaa ssooccccoorrssoo
comunica il tuo
nome, un recapito telefonico, il luogo dell'incidente e le
condizioni dell'infortunato
18
ABC della rianimazione
Airwais …
apri le vie aeree; verifica l'attività respiratoria fino a 10";
favorisci la sua efficacia
Breathing …
se assente, esegui
subito da 2 a 5 insufflazioni
Circulation …
verifica l'attività cardio-circolatoria fino a 10",
se presente riprendi la R.A.
Se non rilevi attività,
pratica immediatamente 30 compressioni e 2 insufflazioni fino al collegamento del
defibrillatore
NUMERI UTILI TELEFONO
Ospedale Santa Maria Goretti Via Canova 0773-6551
Agenzia Reg.le Emergenza Sanitaria 118 Via Guido Reni 0773-665894
Ambulanze Croce Bianca Via Pantanaccio 0773-480030
19
SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO SANITARIO
In attuazione delle disposizioni previste dall’art. 45 del D.Lgs. n.81/08 e del D.M.
n.388/03, il Dirigente Scolastico ha provveduto a formare la squadra di emergenza dell’
Istituto in questione nominando le seguenti figure:
SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO
Prof.ssa Maria Gabriella Ferraro
Prof.ssa Anna Fusco Prof. Remo Saputo
Prof. Paolo Incollingo Prof.ssa Alessandra Nalli Prof.ssa Patrizia Visaggi Sig. Carmine Censorio Sig.ra Carla Verdone
Sig.ra Antonietta Carascone, Sig.ra Maria Luisa Bianchi
Sig. Vincenzo Azzolina Sig. Francesco Annessi Sig. Biagio Rubinacci Sig. Filippo Vecchione
In caso di infortunio occorso agli alunni o al personale docente e non, o di pronto
intervento sanitario, la persona o le persone venute a conoscenza dell’evento, dovranno
procedere a comunicare con urgenza ai locali di portineria e/o segreteria la situazione
manifestata, adoperandosi allo svolgimento degli interventi di seguito indicati:
chiamare il numero telefonico 118 o il Pronto Soccorso più vicino ed esporre con
calma la richiesta all’operatore di centrale, avvalendosi, se necessario di telefono
mobile. Fornire inoltre con estrema chiarezza il luogo da dove si chiama, il numero
delle persone coinvolte e lo stato di salute evidenziato in modo da fornire un esatto
quadro della situazione verificatasi. Chiedere inoltre all’operatore se occorre porre in
essere azioni o particolari comportamenti in attesa del soccorso richiesto. Servirsi se
necessario della cassetta medica di pronto_intervento_presente_nell’ Istituto. Il
20
responsabile di portineria e/o di segreteria interpellato dovrà procedere a contattare
nell’aula di presenza il personale componente la squadra di primo soccorso sanitario
che dovrà recarsi con immediatezza nel luogo dell’evento.
Lo stesso dovrà porre in essere, coadiuvato dagli altri collaboratori se presenti, alle
disposizioni operative previste dall’attuale normativa in materia di primo soccorso
sanitario (metodo LBS). Tutte le persone presenti e non coinvolte dovranno prestare
nell’ambito delle proprie competenze l’assistenza richiesta, in attesa dell’arrivo
dell’unità mobile di pronto soccorso sanitario. Al riguardo si segnala la presenza presso
ogni locale di portineria e/o di segreteria, di un apposito elenco indicante i numeri utili
di pronto soccorso. Nel caso nessun elemento componente la squadra di primo
soccorso sanitario fosse presente al verificarsi di un sinistro, occorrerà procedere a
contattare telefonicamente e/o direttamente i responsabili e/o preposti alla sicurezza
dell’altro Istituto presente, i quali si attiveranno mettendo in pratica le procedure di
primo soccorso stabilite.
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PERSONALE INCARICATO ALLA GESTIONE DELLE EMERGENZE
Organigramma della Sicurezza
I seguenti incarichi fanno riferimento al personale docente e non docente dell’ I.T.C.
“VITTORIO VENETO - SALVEMINI”. In condizioni di ordinario svolgimento delle
attività di lavoro è incaricato al controllo e mantenimento delle condizioni di sicurezza,
il personale di seguito indicato:
Dirigente Scolastico
Dott.ssa Diana Colongi
ASPP / Preposti
Proff. Incollingo-Nalli
RLS
Sig. Enrico Calabrò
RSPP
Dott. Stefano Fantinel
Medico competente
(non previsto)
Addetti alle procedure di
Antincendio ed Evacuazione
Prof.ssa Fusco Anna Prof. Incollingo Paolo Sig. Azzolina Vincenzo Sig. Annessi Francesco Sig. Rubinacci Biagio Sig.ra Carascone Antonietta Sig. Censorio Carmine Sig.ra Montin Simonetta Sig.ra Ferrarese Antonella
Sig. Calabrò Enrico
Addetti alle procedure di
Primo Soccorso
Prof.ssa Maria Gabriella Ferraro Prof.ssa Anna Fusco Prof. Remo Saputo Prof. Paolo Incollingo Prof.ssa Alessandra Nalli Prof.ssa Patrizia Visaggi Sig. Carmine Censorio Sig.ra Carla Verdone Sig.ra Antonietta Carascone, Sig.ra Maria Luisa Bianchi Sig. Vincenzo Azzolina Sig. Francesco Annessi Sig. Biagio Rubinacci Sig. Filippo Vecchione
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SQUADRA ANTINCENDIO E
DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE
Prof.ssa Fusco Anna Prof. Incollingo Paolo
Sig. Azzolina Vincenzo Sig. Annessi Francesco Sig. Rubinacci Biagio
Sig.ra Carascone Antonietta Sig. Censorio Carmine
Sig.ra Montin Simonetta Sig.ra Ferrarese Antonella
Sig. Calabrò Enrico
A coloro spetta verificare, segnalandone al Dirigente Scolastico e/o ASPP e/o RSPP
tramite l’ RLS, i guasti e le manomissioni dei seguenti sistemi di sicurezza:
la fruibilità delle vie di esodo (corridoi, porte, scale, ecc…);
la fruibilità degli spazi per portatori di handicap (ascensore e pedane);
l’efficienza degli impianti e delle attrezzature di difesa (idranti, estintori, cassetta
sanitaria di pronto soccorso, porte antincendio, …);
efficienza degli impianti di sicurezza ed allarme (illuminazione, campanelli
cartellonistica di sicurezza, ecc…).
Eventuali anomalie, guasti e manomissioni delle difese e sistemi di sicurezza debbono
essere tempestivamente segnalate al Dirigente Scolastico e/o ASPP e/o RSPP tramite l’
RLS. La temporanea inefficienza dell’elemento di sicurezza deve essere portato a
conoscenza dell’utenza attraverso la specifica “Procedura di fuori servizio”. In
condizioni di emergenza simulata o reale, è incaricato a svolgere un ruolo attivo nella
gestione delle procedure di contrasto e di evacuazione, il seguente personale:
1. Responsabili di coordinamento;
2. Addette alla gestione delle emergenze;
3. Addetti al pronto intervento;
4. Addetti di supporto;
23
5. Apri-fila e chiudi-fila;
6. Masse passive.
1. Responsabili di coordinamento. Costoro assumono decisioni commisurate alla
natura, entità ed evoluzione dell’incidente, impartiscono ordini agli addetti
attivamente impiegati per la gestione dell’emergenza, attivano i nuclei di pronto
intervento per contrastare l’evento con le difese e le dotazioni disponibili,
impartiscono “l’ordine di evacuazione”. Questi abbandoneranno la scuola o il
settore loro assegnato per ultimi (Componenti SPP).
2. Addetti alla gestione delle emergenze. Costoro attivano la segnalazione acustica
di evacuazione parziale/totale di piano e/o e di edificio, provvedendo ad
interdire l‘uso degli ascensori presenti, disattivano i quadri elettrici di piano,
canalizzano i flussi di coloro che effettuano l’evacuazione segnalando i percorsi
di esodo, rassicurano le masse per consentire un deflusso ordinato e composto,
aiutano le persone in stato di maggiore emotività o con difficoltà motorie,
controllano che la sezione di edificio a loro affidata sia stata interamente
evacuata. Costoro abbandoneranno la sezione dell’edificio a loro volta affidata
per ultimi (componenti squadra di emergenza e di evacuazione). Si rammenta
così come riportato nelle apposite planimetrie, che l’interruttore generale di
energia elettrica è posto all’interno del locale Reception (ingresso principale)
mentre la valvola di chiusura del gas metano è posta nel cortile esterno (attiguo
alla centrale termica).
FONTE ENERGETICA PUNTO DI CHIUSURA
ENERGIA ELETTRICA Locale reception – Ingresso principale
GAS METANO Cortile esterno – Centrale termica
3. Addetti al pronto intervento. Costoro provvedono, ove possibile, a contrastare
l’evento con le difese e le attrezzature disponibili all’interno della scuola. Le
azioni di contrasto devono essere eseguite solamente quando gli operatori hanno
24
la certezza assoluta di non pregiudicare la propria ed altrui incolumità con le
operazioni eseguite ed anche quando si è convinti di conoscere l’uso appropriato
degli impianti e delle attrezzature di “protezione e difesa”. Ogni manovra ed
oppressione compiuta da costoro, comunque non deve essere in contrasto con
quelle svolte dagli altri incaricati alla gestione delle emergenze ne deve rallentare
od ostacolare l’evacuazione in atto. Gli operatori di pronto intervento devono
mantenere un costante grado di addestramento e capacità operativa effettuando
almeno ogni tre anni un corso di qualificazione riconosciuto presso un’unità
interne/esterna alla scuola al fine dell’assolvimento degli artt. 36-37 del D.Lgs.
n.81/08 (Componenti squadre di antincendio e di primo soccorso).
4. Addetti di supporto. Costoro collaborano con le figure di cui al punto 3) per il
trasferimento di messaggi e disposizioni, ed assistano materialmente i disabili
presenti ad evacuare dal settore interessato dalla emergenza. Sono i primi ad
effettuare l’emergenza. Qualunque loro impegno deve svolgersi in sicurezza e
non deve in alcun modo arrecare pregiudizio alla propria incolumità fisica.
5. Apri-fila e chiudi-fila. Costoro si dispongono durante l’evacuazione ordinata del
piano/settore alla testa e alla coda delle “colonne”. Ogni aula dell’Istituto ha
provveduto, di concerto con i propri docenti, a nominare n.2 alunni apri-fila e
n.2 alunni chiudi-fila riportati tra l’altro per iscritto nell’apposito modulo affisso
nel registro di classe di pertinenza. Costoro con il loro comportamento sicuro e
determinato devono trasmettere fiducia e tranquillità ai compagni.
6. Masse passive. Effettuano l’evacuazione seguendo le disposizioni e gli ordini
impartiti dai preposti. Defluiscono dai luoghi minacciati dall’incidente
disponendosi tra i capo-fila e chiudi-fila. Sostano nelle aree esterne di raccolta,
mantenendo un comportamento disciplinato ed ordinato per non intralciare e
rendere difficile il controllo delle presenze da parte dell’incaricato.
PROCEDURE DI EVACUAZIONE
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In relazione alle indicazioni fornite dal Documento di valutazione dei rischi si
configurano due distinte situazioni di crisi che comportano l’adozione di un
provvedimento di evacuazione dell’edificio:
1. Evacuazione precauzionale segnalata da una serie di 3 (tre) trilli pulsanti
intervallati da una pausa di durata maggiore in successione fino a completa
evacuazione dell’edificio. Questa procedura, di carattere precauzionale, si attua
quando si ritiene che l’incidente accertato possa progredire ed evolversi nel
tempo ad assumere una configurazione che arrivi a pregiudicare l’incolumità
delle persone.
2. Evacuazione di emergenza segnalata da un lungo trillo di sirena o campanella
intervallato da una pausa di almeno tre secondi in successione fino a completa
evacuazione dell’edificio. Costituisce un provvedimento da adottare ogni
qualvolta che si accerta un incidente la cui consistenza già pregiudica l’integrità
fisica, ed anche quando non si è in grado di prevedere l’evoluzione del
fenomeno sinistruoso (es. progressione incendio, terremoto, fuga di gas, ecc…) e
le dirette conseguenze dell’uomo.
In ogni caso “l’ordine di evacuazione” deve essere impartito di norma da un
Responsabile del coordinamento, con l’eccezione di quelle circostanze in cui l’entità
dell’evento accertato è tale per gravità da giustificare altrui decisioni.
Il Responsabile del coordinamento si porta nell’area in cui si è verificato l’incidente per
la valutazione dell’entità, della evoluzione e delle ulteriori azioni di contrasto che si
devono porre in essere.
L’incaricato rilancia l’emergenza in atto alle Strutture Pubbliche di Pronto soccorso
(vedasi paragrafi precedenti).
Gli addetti (ai piani/settori) alla gestione dell’emergenza eseguono i compiti codificati
dal piano di emergenza commisurando le azioni alle circostanze in atto:
26
aprono il cancello al contorno dell’edificio per consentire l’accesso ai mezzi di
soccorso (posto su Via Rosmini per l’ingresso nel cortile interno);
accertano e se necessario rimuovono gli ostacoli di impedimento alla fruizione
dei mezzi fissi di difesa o che condizionano il deflusso delle masse verso i luoghi
sicuri;
disattivano i quadri elettrici di piano;
segnalano i percorsi di esodo ai flussi che evacuano il piano,
rassicurano le masse per consentire un deflusso ordinato e composto;
aiutano le persone in evidente stato di agitazione;
ispezionano i locali di piano/settore prima di abbandonare la postazione.
Su quest’ultimo aspetto si è proceduto ad effettuare una formazione preventiva di tutta
l’utenza scolastica, con particolare riferimento ai docenti e agli alunni chiudi-fila che
dovranno, in caso di evacuazione, chiudere dietro di se, dopo una verifica visiva,
l’ambiente in cui si trovavano con la propria classe. La “porta chiusa” va intesa quale
segnale convenzionale di messa in sicurezza dell’ambiente abbandonato.
Gli addetti al pronto intervento raggiungono l’area in cui si è verificato l’incidente ed
eseguono i compiti individuati dal piano di emergenza, commisurando le azioni o alle
circostanze in atto:
contrastano l’evento con le difese, attrezzature e risorse disponibili;
predispongono i mezzi di contrasto all’evento all’uso da parte delle squadre
esterne di soccorso;
collaborano con le squadre esterne di soccorso con azioni di supporto e
forniscono a quest’ultimo ogni utile informazione per localizzare le difese ed i
mezzi di contrasto esistenti nella scuola;
abbandonano e/o si allontanano dalla zona interessata dall’incidente su
disposizione del coordinatore e/o degli operatori esterni di soccorso.
27
Gli ausiliari di pronto soccorso al piano/settore :
raggiungono gli addetti alla gestione dell’emergenza ponendosi a loro
disposizione;
trasferiscono le disposizioni e/o i messaggi scambiati tra gli addetti;
abbandonano la postazione su disposizione degli addetti alla gestione
dell’emergenza e/o degli operatori esterni e comunque in ogni caso qualora
l’evacuazione è completata.
Gli ausiliari per l’assistenza ai disabili:
raggiungono il disabile al quale il piano di emergenza ha affidato l’assistenza;
affrettano l’evacuazione dei disabili;
assistono i disabili anche dopo aver raggiunto il luogo sicuro previsto dal piano
di emergenza.
Gli apri-fila e chiudi-fila:
precedono e seguono la “colonna” che defluisce dal settore/aula da evacuare;
controllano che i compagni non indugino a raccogliere effetti personali ed
indumenti;
uno dei due si dispone nell’ultima postazione della “colonna” per controllare
che questa non si disgreghi durante l’esodo.
Le masse passive:
eseguono con diligenza gli ordini impartiti dai preposti;
evitano di portare ogni effetto personale pesante e/o voluminoso;
compongono la “colonna” de deflusso disponendosi preferibilmente in fila;
raggiungono il luogo sicuro esterno rimanendo sempre nel gruppo fino alla
cessazione dell’emergenza.
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PUNTI DI RACCOLTA
In caso di emergenza e di evacuazione dell’immobile sono stati individuati n.2 punti di
raccolta sicuri siti all’esterno del fabbricato che possono essere considerati “luogo
sicuro” ove radunare gli occupanti il fabbricato lontani da eventuali pericoli.
I punti di raccolta sono in numero di due ed associati alle otto uscite di sicurezza.
I punti di raccolta sono individuati in:
punto di raccolta interno nel cortile interno per le uscite 4, 6, 7 e 8;
punto di raccolta esterno nel marciapiede esterno (Via le Mazzini) per le uscite
1, 2, 3 e 5. Al riguardo si fa rinvio alle planimetrie allegate al presente
documento.
Il punto di raccolta interno è inteso quale punto di raccolta primario, mentre l’utilizzo
parziale e/o totale del punto esterno rappresenta il punto secondario in caso di
impossibilità di fruire delle uscite di emergenza che portano a quello principale.
Tutti i luoghi sono indicati nell’apposita planimetria allegata al presente piano di
emergenza e sono state affisse in ogni luogo di lavoro (aule, laboratori, palestra, uffici e
servizi igienici). Oltre alla planimetria generale dell’edificio scolastico con l’indicazione
dei punti di raccolta esterni, è stata predisposta all’interno dei luoghi sopra indicati, un
ulteriore planimetria indicante attraverso le vie di fuga da seguire la scala da utilizzare
per raggiungere il corrispondente punto di raccolta.
Una volta raggiunto il punto di raccolta competente seguendo le procedure indicate nei
paragrafi precedenti occorre procedere alle operazioni di contrappello da parte del
personale docente per l’aula di propria competenza attraverso l’ausilio degli apri-fila e
chiudi-fila. Il numero dei presenti nel punto di raccolta dovrà corrispondere a quello
dei presenti in aula al momento dell’evacuazione. Nel caso di difformità occorrerà
procedere a verificare la presenza delle persone mancanti presso altre zone e/o punti di
raccolta. Nel caso di mancato riscontro occorrerà procedere alla procedura di
segnalazione all’Autorità competenti di soccorso della presenza di persone
disperse/ferite.
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Oltre ai punti di raccolta sono state introdotte delle zone di ricezione per i mezzi di
soccorso esterni. La zona anteriore dell’edificio in prossimità dell’ingresso principale
dovrà essere destinata ai mezzi del soccorso sanitario e dei VV.F. così come quella
interna del cortile con accesso dal cancello su Via Rosmini. Al riguardo sono state
programmati degli interventi per realizzare le opportune segnaletiche pavimentali e
verticali di divieto di sosta e/o parcheggio con indicazione della tipologia dei mezzi
mobili da ricevere.
Note:
L’Istituto si trova a condividere una parte dell’edificio con altro Istituto Scolastico (L.S.
Manzoni) con il quale è stato predisposto un apposito verbale di coordinamento per le
aree comuni poste sul lato Via Gioberti in corrispondenza dell’ingresso di quest’ultimo
Istituto e dell’accesso alla palestra.
Riguardo ai flussi del personale presente in tale Istituto è stato predisposta una
evacuazione ripartita per numero di classi e di alunni in rapporto al numero di scale
presenti (tra parentesi i dati di riferimento del corso serale).
L’Istituto in questione risulta composto da n. 561+(95) persone max così suddivise:
Gli alunni risultano distribuiti nei vari piani secondo la tabella di seguito riportata:
N.560 473 + (87) ALUNNI
N. 2 2 + (=) D.S. – D.S.G.A.
N. 60 70 + (7) DOCENTI
N. 17 16 + (1) A.A. – A.T. – C.S. ( Tra parentesi l’utenza scolastica del corso serale collocata nel piano terra lato Via Rosmini )
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GRIGLIA DI MASSIMO AFFOLLAMENTO
SEDE
PIANO
NR.CLASSI
per piano
(lab.esclusi)
NR.ALUNNI
presenti per
piano
NR.Medio
Alunni
NR. Min/MAX
Alunni per classe
Latina Terra 9 (5) 194 (87) 21,6 (17,4) 10/28 (8/30)
Latina Primo 14 279 19,9 14/26
Latina Secondo == == == ==
23 (5) 473 (87) 20,6 (17,4) 10/28 (8/30)
DISTRIBUZIONE DEL CARICO DI EVACUAZIONE (solo Alunni)
Corso diurno
Punti di raccolta/Scale
______________________
Piano
Via
Ro
smin
i
Via
Gio
bert
i
Terra
194
Uff.*
194
Primo
187
92
279
Secondo
==
==
==
381
92
473
(*) Il personale amministrativo e di segreteria (piano terra) utilizza varie vie di fuga riconducibili tutte al punto di raccolta interno tramite l’uscita 3.
Note: La popolazione scolastica può subire delle variazioni nel corso dell’ a.s. (+/- 5%)
I dati tra (parentesi) sono relativi al corso serale.
31
PROCEDURE COMPORTAMENTALI PER
DIFFERENTI SITUAZIONI DI PERICOLO
INCENDIO
In caso di incendio con presenza di fiamme e fumo in un locale, i presenti
devono allontanarsi celermente da questo, avendo cura di chiudere alla fine
dell’evacuazione la porta del locale, avvisare gli addetti alla gestione della
emergenza, portarsi, secondo le procedure pianificate, lontani dal locale e
rimanere in “colonna” in prossimità della più vicina via di esodo in attesa che
venga diramato l’ordine di evacuazione generale dell’edificio.
In caso di incendio in ambienti distinti e relativamente lontani da quello in cui si
trova attendere che i preposti diramino le direttive di evacuazione ordinata e
composta. Ciascuno è obbligato ad osservare le procedure stabilite dal piano di
emergenza.
Nelle vie di esodo (corridoio, atrio, ecc…) in presenza di fumo in quantità tale da
rendere difficoltosa la respirazione, camminare chini, proteggere naso e bocca
con un fazzoletto (meglio se bagnato) ed orientarsi tramite il contatto con pareti
per raggiungere i luoghi sicuri dinamici (scale esterne). E’ preferibile tenersi per
mano e non incorrere in isterismi che rendono più difficoltoso l’esodo.
Nel caso in cui il percorso che conduce alle uscite di sicurezza fosse impedito da
fiamme e fumo, dirigersi all’esterno utilizzando le scale alternative di deflusso.
Nel caso in cui dal luogo in cui ci si trova non fosse possibile evacuare all’esterno
per impedimenti dovuti a fiamme, fumosità e forte calore, è indispensabile
restare nell’ambiente in cui ci si trova avendo cura di chiudere completamente la
porta di accesso. Le fessure a filo pavimento potranno essere agevolmente
occluse con indumenti disponibili all’interno. Le finestre, se l’ambiente non è
interessato da fumo, dovranno essere mantenute chiuse.
32
Gli arredi (armadi, scrivanie, sedie, banchi, ecc…) dovranno essere allontanati
dalla porta ed accostati in luogo distanze dalle finestre in posizione contrapposta
all’area d’attesa dei presenti. Le persone che indossano tessuti sintetici
altamente infiammabili (poliestere, nylon, …) dovranno spogliarsi di questi.
Segnalare ai soccorritori radunati all’esterno la presenza forzata nell’ambiente.
In caso di incendio è proibito categoricamente utilizzare l’ascensore per le
operazioni di evacuazione. E’ fatto divieto percorre le vie di esodo in direzione
opposta ai normali flussi.
E’ fatto divieto a chiunque non abbia avuto una preparazione specifica di tentare
di estinguere l’incendio con le dotazioni mobili e specialmente quando le
fiamme hanno forte intensità espansiva. La corretta operazione da compiere è
quella di avvisare gli addetti, segnalare l’evento pacatamente ai presenti e lasciare
ai preposti l’incarico di richiamare i soccorsi pubblici.
Qualunque uso di lance idriche è consentito dopo aver accertato la
disattivazione dei circuiti elettrici (almeno sul piano interessato). L’operazione
può essere eseguita solamente dagli addetti al pronto intervento. Gli incedi di
natura elettrica possono essere spenti solo con l’impiego di estintori in CO2.
Se l’incendio ha coinvolto una persona è opportuno impedire che questa possa
correre; bisogna obbligarla a distendersi e poi soffocare le fiamme con
indumenti, coperte od altro. Se disponibile può essere utilizzato un estintore in
polvere.
Al di là dei suggerimenti tecnici è opportuno che durante le operazioni di
evacuazione ciascuno mantenga un comportamento di solidarietà, civismo e
collaborazione verso gli altri.
Raggiunte le aree esterne, coloro che non hanno specifiche mansioni previste dal
piano di emergenza devono sostare nell’area di raccolta per non ostacolare le
operazioni di salvataggio e di estinzione delle Strutture pubbliche di Soccorso
(VV.F, Croce Rossa, Polizia, …).
Tenere sempre a mente i numeri di Soccorso Pubblico Nazionale: 115 (Vigili
del Fuoco) – 113 (Polizia di Stato) – 112 (Carabinieri).
33
Nell’ambito della valutazione dei rischi è stato evidenziato il RISCHIO MEDIO
per l’attività svolta dal presente Istituto.
TERREMOTO
In caso di evento sismico, alle prime scosse telluriche, anche di breve intensità, è
necessario portarsi al di fuori dell’edificio scolastico in modo ordinato,
utilizzando le regolari vie di esodo, escludendo gli ascensori ed attuando
l’evacuazione secondo le procedure gia verificate in occasione di simulazioni.
Nel caso che le scosse telluriche dovessero coinvolgere subito l’edificio e
dovessero interessare le strutture, tanto da non permettere l’esodo delle
persone, è preferibile non sostare al centro degli ambienti e raggrupparsi
possibilmente vicino alle pareti perimetrali od in aree d’angolo in quanto
strutture più resistenti.
Prima di abbandonare l’edificio, una volta terminata l’emergenza, accertarsi con
cautela se le regolari vie di esodo sono integre e fruibili, altrimenti attendere
l’arrivo dei soccorsi.
Se lo stabile è interessato in maniera consistente nella resistenza delle strutture,
restare nell’attesa di soccorsi ed evitare sollecitazioni che potrebbero causare
ulteriori crolli.
FUGE DI GAS
In caso di fuga di gas o presenza di odori che lasciano prevedere la presenza di
sostanze pericolose, è necessario evitare di accendere utilizzatori elettrici né
spegnerli nel luogo invaso da gas ma è preferibile disattivare l’energia elettrica
del quadro di piano e/o generale. Evitare altresì la formazione di scintille e
l’accensione di fiamme libere.
Aerare il locale aprendo le finestre, ma avendo cura di mantenere la porta
chiusa dopo all’allontanamento dal luogo.
Respirare con calma e se fosse necessario frapporre tra la bocca, il naso e
l’ambiente esterno un fazzoletto (bagnato se possibile).
34
Mantenersi il più lontano possibile dalla sorgente di emissione del gas o dei
vapori tossici e nocivi.
ALLUVIONE
In caso di alluvione che interessi il territorio su cui insiste l’edificio scolastico,
portarsi subito dal piano terra ai piani superiori (tutti gli alunni rientrano nelle
classi di competenza al primo e secondo piano). L’energia elettrica dovrà essere
interrotta dal quadro generale dal preposto.
Non cercare di attraversare ambienti interessati dall’acqua, se non si conosce
perfettamente il luogo, la profondità dell’acqua stessa e l’esistenza nell’ambiente
di pozzetti, fosse e depressioni.
Non allontanarsi mai dall’edificio quando la zona circostante è completamente
invasa dalla acque alluvionali, per non incorrere nel trascimento per violenza
delle stesse.
Attendere pazientemente l’intervento dei soccorritori segnalando la posizione ed
i luoghi in cui si sosta.
Evitare di permanere in ambienti con presenza di apparecchiature elettriche,
specialmente se interessati dalle acque alluvionali.
TROMBA D’ARIA
Alle prime manifestazioni della formazione di una tromba d’aria, rientrare nei
locali dell’edificio scolastico.
Trovandosi all’interno dell’edificio, porsi lontano da finestre, porte o da
qualunque altra area dove sono possibili cadute da vetri, arredi, ecc…
Prima di uscire dall’edificio scolastico, accertarsi che l’ambiente esterno e le vie
di esodo siano privi di elementi sospesi o in procinto di cadere.
CADUTA AEROMOBILI – CROLLI – ESPLOSIONI- ATTENTATI
35
In questo caso ed in altri simili in cui l’evento interessa direttamente aree esterne alla
scuola, è prevista espressamente la “non evacuazione”. I messaggi saranno diramati, in
mancanza di sistema fonico, direttamente dal personale addetto. In ogni caso i
comportamenti da tenere sono i seguenti:
Non abbandonare il proprio posto di lavoro e non affacciarsi alle finestre per
curiosare;
Mantenere la calma e non condizionare i comportamenti altrui con isterismi ed
urla;
Rincuorare ed assistere coloro che si mostrano in evidente stato diagitazione;
Attendere le ulteriori istruzioni che verranno fornite dagli addetti alla gestione.
MINACCIA ARMATA E PRESENZA FOLLE
Anche in questo caso è espressamente prevista la “non evacuazione”. Saranno fornite
direttamente dagli addetti le informazioni e in ogni caso i comportamenti dovranno
uniformarsi ai seguenti principi generali:
Non abbandonare il proprio posto di lavoro e non affacciarsi alle porte del
locale per curiosare all’esterno;
Non concentrarsi per non offrire maggiore superficie ad azioni di offesa fisica;
Non contrastare con i propri comportamenti le azioni compiute
dall’attentatore/folle;
Mantenere la calma ed il controllo delle proprie azioni per offese ricevute e non
deridere i comportamenti squilibrati del folle;
Qualsiasi azione e/o movimento compiuto deve essere eseguito con naturalezza
e con calma (nessuna azione che possa apparire furtiva – nessun movimento che
possa apparire una fuga o una reazione di difesa).
36
DOVERI DEL PERSONALE DURANTE LE EMERGENZE
IN CASO DI INCENDIO
Attraverso una specifica azione di informazione prima e formazione poi, tutti i
lavoratori che hanno partecipato o parteciperanno ai corsi antincendio e primo
soccorso sanitario verranno edotti dei contenuti e delle modalità delle presente
disposizioni.
IN CASO DI FUGA DI GAS
Intervenire con le seguenti azioni:
Spegnere le fiamme libere e le sigarette.
Interrompere immediatamente l’erogazione di gas dal contatore esterno.
Aprire immediatamente tutte le finestre.
Aprire interruttore Energia Elettrica centralizzato solo se esterno al locale e non
effettuare nessuna altra operazione elettrica.
Fare evacuare ordinatamente tutto il personale non addetto all’emergenza
seguendo le vie di fuga abituali segnalate.
Verificare che all’interno del locale non siano rimaste bloccate persone.
Presidiare l’ingresso impedendo l’accesso a chiunque non sia addetto alle
operazioni di emergenza.
Verificare se vi sono causate accertabili di fughe di gas (rubinetti aperti, visibili
rotture di tubi in gomma, ecc…)
Se si è in grado di eliminare la causa della perdita, eliminarla. Se invece non si è in
grado di eliminarla, telefonare ai VV.F. al numero 115.
Al termine della fuga di gas:
Lasciare ventilare il locale fino a che non si percepisca più l’odore del gas.
Dichiarare la fine dell’emergenza.
Riprendere le normali attività lavorative.
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IN CASO DI SEGNALAZIONE DI ORDIGNO
Avvertire immediatamente l’Autorità di Pubblica Sicurezza telefonando alla
Polizia (113) o ai Carabinieri (112).
Non effettuare ricerche per individuare l’ordigno.
Fare evacuare ordinatamente il personale non addetto all’emergenza seguendo
le vie di fuga segnalate.
Verificare che non siano rimaste bloccate persone.
Presidiare l’ingresso impedendo l’accesso a chiunque non sia addetto alle
operazioni di emergenza.
IN CASO DI INFORTUNIO O MALORE
Convocare immediatamente sul luogo dell’infortunio/malore l’incaricato
aziendale a pronto soccorso.
Astenersi da qualsiasi intervento sull’infortunato fino all’arrivo dell’incaricato al
pronto soccorso.
Evitare affollamenti nei pressi dell’infortunato.
Collaborare con l’incaricato del pronto soccorso seguendone le istruzioni e
fornendogli le attrezzature ed i materiali richiesti.
Chiamare telefonicamente il soccorso medico esterno.
IN CASO DI GUASTO ELETTRICO
Se le lampade di emergenza si sono regolarmente accese, invitare il personale a
rimanere nella posizione in cui si trovano. Attendere qualche minuto, poi fare
evacuare ordinatamente i visitatori ed il personale seguendo le vie di fuga
predefinite.
Se le lampade di emergenza non si sono accese, invitare il personale a rimanere
nella posizione in cui si trovano. Procurarsi delle torce elettriche e fare evacuare
ordinatamente i visitatori ed il personale illuminando le vie di fuga.
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IN CASO DI ALLAGAMENTO
Interrompere immediatamente l’erogazione dell’acqua dal contenitore esterno.
Aprire l’interruttore EE centralizzato e non effettuare nessuna altra operazione
elettrica.
Fare evacuare l’ingresso impedendo l’accesso a chiunque non sia addetto alle
operazioni di emergenza.
Verificare se vi sono cause accertabili della perdita di acqua (rubinetti aperti,
visibile rottura di tubazioni, ecc…).
Se si è in grado di eliminare la causa di perdita, procedere alla sua eliminazione. In
caso contrario telefonare all’Azienda dell’acqua e/o ai Vigili del Fuoco.
Al termine della perdita di acqua:
Drenare l’acqua dal pavimento;
Assorbire con segatura e stracci;
Verificare che il pavimento sia asciutto e non scivoloso;
Verificare che l’acqua non abbia raggiunto quadri, apparecchi elettrici e scatole
di derivazioni. Se questo è avvenuto non richiudere l’interruttore generale fino al
completamento delle relative attività di manutenzione;
Dichiarare la fine dell’emergenza;
Riprendere le normali attività lavorative.
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MODULISTICA DI RIFERIMENTO
La modulistica in questione, prelevata dall’originario Documento di valutazione dei
rischi elaborato ai sensi dell’art. 28 D.Lgs. n.81/08, riporta in modo schematico tutte
quelle indicazioni precedentemente descritte per fornire dei documenti di sintesi aventi
lo scopo di fornire al personale docente e non e agli alunni, tutte quelle indicazioni di
massima per procedere alle operazioni di evacuazione.
Tali allegati sono stati confermati nella loro validità nell’aggiornamento del Documento
di valutazione dei rischi elaborato in data 31/10/2008 ai sensi dell’art. 28 D.Lgs.
n.81/2008 e s.m.i. ed in corso di aggiornamento per l’a.s. corrente.
DESTINATARI OGGETTO RIF.
Docenti/Alunni/ATA Planimetria piano terra Allegato
Docenti/Alunni/ATA Planimetria piano primo Allegato
Docenti/Alunni/ATA Planimetria piano secondo No
Docenti/Alunni/ATA Procedura sintetica di evacuazione Allegato
Docenti/Alunni/ATA Elenco numeri utili Allegato
Docenti/Alunni/ATA Organico di fatto delle classi Allegato
Docenti/Alunni/ATA Modulo di evacuazione (classi) Allegato
Docenti/Alunni/ATA Modulo di evacuazione (uffici) Allegato
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NOTE CONCLUSIVE
La competenza giuridica di operare negli interventi di carattere strutturale e
straordinari, e di in alcuni casi anche in quelli ordinari, spetta all’Amministrazione
Provinciale di Latina.
Il presente documento viene messo a disposizione di tutti i componenti del S.P.P. e
dei preposti, componenti le squadre di emergenza e primo soccorso sanitario.
Latina, 09/11/2016.
RSPP esterno Il Dirigente Scolastico
F.to Dott. Stefano Fantinel
F.to Dott.ssa Diana Colongi
p.p.v. RLS F.to Sig. Enrico Calabrò
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PLANIMETRIA PIANO TERRA
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PLANIMETRIA PIANO PRIMO
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