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Prefazione RICONOSCIMENTO DEI TITOLI DI STUDIO E...

Date post: 28-Jan-2019
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1 E ssere cittadini europei offre a ciascuno un’opportunità unica. Avere la possibilità di formarsi e lavorare in un paese euro- peo diverso dal proprio, costituisce senza alcun dubbio una garanzia di crescita personale e una possibilità di arricchimento culturale e sociale ineguagliabile. Uno dei principali ostacoli per coloro che desiderano lavorare o frequentare scuole in un altro paese dell’UE oppure spostarsi da un settore all’altro del mercato del lavoro consiste tuttavia nella difficoltà di vedere riconosciute e accettate le proprie qualifiche e competenze. L’Unione europea è da decenni impegnata nella promozione di politiche di integrazione che favoriscano un sistema uniforme, tra- sparente e flessibile di riconoscimento, da parte dei Paesi membri, dei titoli di studio e delle qualifiche professionali acquisite, al fine di creare in Europa, entro il 2010, “l’economia più dinamica e competitiva del mondo”. Il Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 ha costituito una pietra miliare in questa direzione, poiché ha espresso con forza la neces- sità di una collaborazione più stretta tra i paesi dell’UE e ha pro- mosso lo sviluppo di un quadro comune di azione per il riconosci- mento reciproco delle qualifiche. In linea con gli indirizzi comunitari, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sostiene e realizza iniziative volte a supportare tutti coloro che intendono vivere un’esperienza di mobilità per motivi di studio o di lavoro all’interno dell’Unione europea. A tal fine il presente Manuale intende proporsi quale strumento utile ad informare sulle modalità e le procedure di riconoscimento all’estero di titoli e qualifiche acquisite in Italia. Direttore generale Vera Marincioni Prefazione RICONOSCIMENTO DEI TITOLI DI STUDIO E DELLE QUALIFICHE PROFESSIONALI Titoli italiani estero 16-11-2005 12:18 Pagina 1
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Page 1: Prefazione RICONOSCIMENTO DEI TITOLI DI STUDIO E …guidaaiservizi.comune.mesagne.br.it/guidaservizi/allegati/4C0CD496... · 2000, presso l'Università ... Matematica) e ai Colleges

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Essere cittadini europei offre a ciascuno un’opportunità unica.Avere la possibilità di formarsi e lavorare in un paese euro-peo diverso dal proprio, costituisce senza alcun dubbio una

garanzia di crescita personale e una possibilità di arricchimentoculturale e sociale ineguagliabile.Uno dei principali ostacoli per coloro che desiderano lavorare ofrequentare scuole in un altro paese dell’UE oppure spostarsi daun settore all’altro del mercato del lavoro consiste tuttavia nelladifficoltà di vedere riconosciute e accettate le proprie qualifiche ecompetenze.L’Unione europea è da decenni impegnata nella promozione dipolitiche di integrazione che favoriscano un sistema uniforme, tra-sparente e flessibile di riconoscimento, da parte dei Paesi membri,dei titoli di studio e delle qualifiche professionali acquisite, al finedi creare in Europa, entro il 2010, “l’economia più dinamica ecompetitiva del mondo”.Il Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 ha costituito una pietramiliare in questa direzione, poiché ha espresso con forza la neces-sità di una collaborazione più stretta tra i paesi dell’UE e ha pro-mosso lo sviluppo di un quadro comune di azione per il riconosci-mento reciproco delle qualifiche.In linea con gli indirizzi comunitari, il Ministero del Lavoro e dellePolitiche Sociali sostiene e realizza iniziative volte a supportaretutti coloro che intendono vivere un’esperienza di mobilità permotivi di studio o di lavoro all’interno dell’Unione europea.A tal fine il presente Manuale intende proporsi quale strumentoutile ad informare sulle modalità e le procedure di riconoscimentoall’estero di titoli e qualifiche acquisite in Italia.

Direttore generaleVera Marincioni

Prefazione

RICONOSCIMENTO DEI TITOLI DI STUDIO E DELLE QUALIFICHE PROFESSIONALI

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I TITOLI DI STUDIO ITALIANI ALL’ESTEROQuanto valgonoCome usarliCome farli riconoscere

Dall’esperienza quotidiana del Centro RisorseNazionale per l’Orientamento nasce l’esi-genza di realizzare uno strumento di facile

consultazione per gli studenti e i lavoratori italiani cheabbiano la necessità di spostarsi in altri paesi dellaUnione europea.Il riconoscimento del proprio percorso formativo elavorativo è per un giovane di fondamentale impor-tanza poiché rappresenta uno stimolo ad ampliare ipropri confini geografici e sociali, nella consapevo-lezza di poter far valere le proprie competenze e pro-fessionalità acquisite nel corso degli anni. La possibi-lità del riconoscimento e della spendibilità transnazio-nale del titolo di studio posseduto permette inoltre lamoltiplicazione delle opportunità di impiego e di qua-lificazione all'estero.Poter disporre di un manuale che utilizzi un approcciodi facile consultazione e che contenga molte testimo-nianze di successo professionale consente pertanto diaccrescere le esperienze di mobilità e arricchire così ipropri percorsi professionali e formativi. Il manuale “I titoli di studio italiani all'estero” è statorealizzato dal Crno e dal Cimea della Fondazione Ruisu incarico del Ministero del lavoro e delle politichesociali - direzione generale per le politiche per l'orien-tamento e la formazione nell'ambito delle proprie atti-vità di informazione ed orientamento.

Andrea Rocchi

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Andare all’estero per lavoro, studio,stage o volontariato è un’idea cheaffascina molti. Vivere lontano da

casa e dal proprio paese, in mezzo a per-sone che parlano un’altra lingua, confron-tarsi con una mentalità diversa, capirecome si lavora in un altro paese, cercare illavoro dove le condizioni sono più favore-voli: questi sono alcuni dei motivi che spin-gono a valutare l’opportunità di oltrepas-sare i confini nazionali. Confrontarsi con giovani di altre culturematura rapidamente la personalità e valo-rizza le capacità relazionali, la comunica-zione, la tolleranza. Inoltre, un corsoall’estero, in una scuola d’eccellenza, arric-chisce il curriculum e chi offre lavoro valutapositivamente un’esperienza internazionale. La mobilità accademica è sostenuta da spe-cifici programmi europei. È bene peròavere obiettivi chiari e realistici, prendendoin considerazione i problemi e gli ostacoliche, però, diventano facilmente superabiliuna volta conosciuti i propri diritti.Il riconoscimento dei diplomi e la liberacircolazione dei professionisti stannodiventando una realtà. Il riconoscimento dei propri titoli puòessere richiesto per finalità differenti: pro-seguire gli studi; partecipare a concorsi;

accedere a una professione; trovare lavoro.Già oggi, ad esempio, medici e infermieri,ingegneri ed architetti, chimici e biologi,professori e avvocati, assistenti sociali econsulenti del lavoro possono liberamentelavorare e aprire studi negli altri paesicomunitari. Per poter prendere decisioni ponderatesulla mobilità, chi vuole studiare o cercareun lavoro all’estero ha bisogno di informa-zioni su tutta una serie di questioni prati-che, giuridiche e burocratiche. Sono tantele opportunità per fare un’esperienza utilefuori dall’Italia e prepararsi bene è lamiglior garanzia di successo.

Diritto al riconoscimento...

... degli studi secondari per l’accesso all’universitàSe un titolo finale di scuola secondaria con-sente in un paese di iscriversi all’univer-sità, esso sarà accettato anche dagli altripaesi come titolo valido per l’accesso airispettivi sistemi nazionali di istruzionesuperiore, seguendo le procedure previstedalla legislazione nazionale.

... dei periodi di studio all’esteroI periodi di studio effettuati all’estero e gli

I nostri diritti

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Il riconoscimento dei titoli di studio italiani all’estero

I nostri diritti

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esami sostenuti nel quadrodi programmi di scambistudenteschi possonoessere riconosciuti, parzial-mente o totalmente, dal-l’ateneo di provenienza.

...dei cicli parziali di studiuniversitariI cicli di studio - parziali oincompleti - devono esserericonosciuti all’estero conun’abbreviazione di corso eil riconoscimento dei rela-tivi crediti. Possono esserericonosciuti anche i singolianni di studio.

... dei titoli accademicifinaliI titoli accademici finalipossono essere riconosciutiall’estero per accedere astudi di livello più avan-zato o al mercato dellavoro e delle professioni.

... dei titoli professionaliQualsiasi cittadino del-l’Unione Europea, piena-mente abilitato a esercitareuna specifica professionenel proprio paese di ori-gine, ha il diritto di eserci-tare la stessa anche in unaltro paese membro (cosid-detto paese ospitante).

I titoli di studio italiani all’estero

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Gianluigi Sechi (nella foto) è nato adAlghero (SS) e ha studiato Matema-tica presso l'Università di Roma Tre,

dove si è laureato nel 1998 con il massimodei voti. Sempre a Roma ha avuto un ruoloattivo in diverse iniziative culturali del Col-legio RUI. Si è trasferito in Inghilterra nel2000, presso l'Università di Bristol e poi aCambridge, dove ha frequentato il corsoPart Three of the Mathematical Tripos. Quigli è stata offerta una membership presso ilSt. Edmund's College ed è stato ammessoal corso di PhD. Il suo lavoro di ricerca èstato in gran parte finanziato da una borsadi studio della Regione Sardegna.

Cambridge è una sede universitaria diassoluto prestigio. Come ci sei arrivato?Ho inizialmente contattato via posta elet-tronica alcuni docenti presentando un mioprofilo e dicendo che avrei voluto fare ilPhD a Cambridge. Mi hanno risposto infor-mandomi della necessità di frequentare ilPart III e indirizzandomi al BOGS (Boardof Graduate Studies) per le procedure buro-cratiche. Ho ricevuto dal BOGS i modulirelativi alla domanda di iscrizione, che hocompilato allegando il certificato di laurea

e il curriculum vitae. Il BOGS ha poi inol-trato la mia domanda al dipartimento diriferimento (nel mio caso il Dipartimento diMatematica) e ai Colleges che avevo indi-cato come preferiti.

Un processo di ammissione abbastanzasemplice e lineare. Hanno riconosciuto latua laurea e poi ti hanno detto di fre-quentare il Part III. Si tratta di una pro-cedura standard?Quella del Part III dovrebbe essere unaprocedura standard. Almeno per la Mate-matica, la regola è che prima di essereammessi al PhD si deve frequentare il PartIII, che è proprio finalizzato alla selezionedei futuri research students.

Dicevi che la domanda di iscrizione adun certo punto passa ai Colleges. Sitratta senza dubbio di un elemento tipicodel sistema di Oxford e Cambridge.Come entrano nel processo di selezione?Per avere l'ammissione all'Università diCambridge si deve ricevere il doppio parerepositivo del Dipartimento e di uno dei Col-leges. Alcuni di questi sono riservati esclu-sivamente ai graduate students.

Laurea a Romadottorato a Cambridge

Una testimonianza

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La vera forza delsistema britannico èil tutoring

Una volta ottenuta l'ammissione al Col-lege ti sono state fatte ulteriori richieste?Dopo essere stati ammessi si deve darprova di avere un'adeguata conoscenzadella lingua inglese. A Cambridge ricono-scono soltanto i certificati Ielts o Toefl con ipunteggi indicati nel formulario d'ammis-sione. Questi possono variare da dipartimento adipartimento, a seconda degli studi che sivogliono fare. Oltre a questo, si deve darprova di possedere risorse finanziarie per-

sonali (borsa di studio o risorse private) talida coprire i costi relativi al corso richiesto.

Sembra di capire che sono costi che valela pena affrontare…Per quanto riguarda l'esperienza nel suocomplesso, la ritengo estremamente posi-tiva e non faccio altro che raccomandarlaalle persone care. La prima cosa che siosserva in questo sistema è che, sebbene sipretenda moltissimo dalla sua libera ini-ziativa, lo studente non è mai lasciato

Cambridge

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Lo studente è vistocome un patrimonioe un investimentoper la comunità

solo. Anzi, si potrebbe dire che la veraforza del sistema è il tutoring, che assicuraun grande equilibrio tra l'impegno perso-nale dello studente e la guida sicura didocenti capaci. Nel caso di Cambridge, idocenti hanno già scritto in moltissimicasi pagine importanti nel mondo dellaricerca; nonostante ciò essi mostranoanche la volontà di mettere il loro sapererealmente a disposizione dello studente.

Si entra subito a far parte di una grande

comunità scientifica. La cosa dovrebbeessere coinvolgente...Qui la ricerca vive ancora come un patto tragenerazioni in cui lo studente è visto comeun patrimonio e un investimento sul futurodella comunità; e ad esso il docente affer-mato trasmette realmente il frutto delle suefatiche mettendolo in brevissimo tempo alavorare su temi e argomenti di frontiera,facendo valere ancora il principio che “unbambino sulle spalle di un gigante vede piùlontano”.

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Il curriculum vitae europeo consente atutti di riconoscere e valorizzare le pro-prie competenze per proporsi sul mer-

cato del lavoro con un curriculum trasparentee spendibile in tutto il territorio dell’Unione.Il curriculum vitae europeo prende in con-siderazione:• la formazione iniziale e le esperienze di

vita e di lavoro• le competenze maturate a scuola o in un

ambiente formativo e quelle acquisitenella vita professionale e sociale

• le competenze tecnico-professionali tradi-zionali e quelle utili nelle nuove forme diorganizzazione del lavoro e nelle nuoveprofessioni (competenze relazionali,organizzative, ecc.).

Non si tratta di un certificato, bensì di unadichiarazione autocertificata e volontaria.Il curriculum vitae europeo fornisce infor-mazioni su:• competenze linguistiche• esperienze lavorative• qualifiche e titoli di istruzione e forma-

zione• abilità e competenze acquisite anche al di

fuori dei percorsi tradizionali di formazione.L’adozione di un formato standard per tutti ipaesi elimina le barriere poste dai diversimetodi istituzionali e nazionali di riconosci-mento delle competenze, permettendo allepersone di esprimere la propria storia e la

propria esperienza in modo comprensibileper tutti.Il curriculum vitae europeo è uno stru-mento utile ai cittadini europei che:• desiderano lavorare in un paese europeodiverso da quello d’origine;• hanno acquisito un titolo di studioall’estero;• hanno avuto esperienze di lavoro indiversi paesi europei;• desiderano continuare il proprio percorsoformativo anche in un paese europeodiverso da quello d’origine valorizzandonon solo i titoli di studio e professionali,ma le competenze acquisite e le esperienzeeffettuate.Il curriculum vitae costituisce spesso ilprimo contatto con un futuro datore dilavoro; deve quindi attirare la sua attenzionefin dai primi secondi di lettura e permetteredi essere convocati per un colloquio.Un datore di lavoro dedica generalmentemeno di un minuto all’esame di un curricu-lum vitae europeo per effettuare una primaselezione dei candidati, perciò doveteessere convincenti per non perdere levostre opportunità.Ricordate alcuni principi importanti:- redigete con cura il vostro curriculum

vitae: presentate le vostre qualificazioni ecompetenze in modo chiaro e logico, pervalorizzare i vostri punti forti;

I titoli di studio italiani all’estero

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Il curriculum vitaeeuropeo

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- non trascurate alcun dettaglio, né nelmerito, né nella forma; gli errori d’orto-grafia e di punteggiatura devono ovvia-mente essere evitati;

- concentratevi sull’essenziale: il curricu-lum vitae deve essere breve, in genere duepagine bastano per valorizzare il vostroprofilo; tre pagine possono sembrareeccessive in alcuni paesi, anche se aveteuna vasta esperienza professionale;

- se la vostra esperienza professionale èancora limitata (ad es. se avete appena ter-minato la scuola o l’università), invertitel’ordine delle voci e comminciate dalpunto «Istruzione e formazione»; sottoli-

neate i periodi di tirocinio svolti durantegli studi;

- concentratevi sulle informazioni essen-ziali che danno un valore aggiunto allavostra candidatura: non occorre menzio-nare una vecchia esperienza professionaleche non ha alcun rapporto con la vostracandidatura;

- adattate il vostro curriculum vitae in fun-zione dell’impiego che cercate: rileggetesistematicamente il vostro curriculum vitaeprima di inviarlo a un datore di lavoro perverificare che corrisponda al profilo richie-sto; valorizzate i punti forti della vostracandidatura; cercate di ottenere informa-

Il curriculum vitae europeo

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I titoli di studio italiani all’estero

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Esempio di curriculum

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zioni sull’azienda interessata per meglioadattare il vostro curriculum vitae al profilorichiesto;

- non mentite nel vostro curriculum vitae:rischiate di screditarvi nel corso del collo-quio.

Istruzioni per l’uso del Curriculum vitae EuropassIl curriculum vitae Europass vi permette dipresentare le vostre qualifiche, attitudini ecompetenze in modo logico, quindi rispet-tate la struttura del modello proposto:

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- informazioni personali;- descrizione dell’esperienza professionale;- descrizione del percorso educativo e for-

mativo (che potete collocare prima dellavoce esperienza professionale se que-st’ultima è limitata);

- descrizione dettagliata delle capacità ecompetenze, acquisite nel corso del per-corso formativo, della carriera professio-nale o della vita quotidiana.

Consigli pratici- stampate il testo su carta bianca;- mantenete il font e l’impaginazione;- evitate di scrivere frasi intere sottolineate,

maiuscole o in grassetto, che rendonomeno leggibile il documento;

- evitate che una voce (ad es. la forma-zione) sia a cavallo su due pagine;

- siate chiari e concisi: la lettura del curricu-lum deve permettere al reclutatore di cono-scere il vostro profilo in pochi secondi;

- concentratevi sui principali elementi dellavostra formazione e della vostra espe-rienza professionale;

- giustificate le eventuali interruzioni neivostri studi o nella vostra carriera;

- eliminate tutte le voci su cui non avetenulla da dire; tutte le voci indicate comefacoltative possono essere tolte se le rite-nete inutili;

- rileggete attentamente il testo, per elimi-nare ogni errore d’ortografia e verificareche la formulazione sia chiara e logica;

- fate rileggere il curriculum ad altre per-sone per assicurarvi che il suo contenutosia chiaro e facile da capire.

La griglia di autovalutazionedelle lingue Questa griglia è stata sviluppata dal Consi-glio d’Europa all’interno del Quadro euro-peo comune di riferimento per le lingue.La griglia è articolata in tre categorie:- livello elementare (livelli A1 e A2);- livello intermedio (livelli B1 e B2);- livello avanzatto (livelli C1 e C2).Per valutare il vostro livello di conoscenzadi una lingua straniera, leggete le descri-zioni riportate qui di seguito:

Comprensione / AscoltoA1 - Riesco a riconoscere parole che mi sono familiari edespressioni molto semplici riferite a me stesso, alla miafamiglia e al mio ambiente, purché le persone parlino len-tamente e chiaramente.A2 - Riesco a capire espressioni e parole di uso molto fre-quente relative a ciò che mi riguarda direttamente (peresempio informazioni di base sulla mia persona e sulla miafamiglia, gli acquisti, l'ambiente circostante e il lavoro).Riesco ad afferrare l'essenziale di messaggi e annuncibrevi, semplici e chiari.B1 - Riesco a capire gli elementi principali in un discorsochiaro in lingua standard su argomenti familiari, cheaffronto frequentemente al lavoro, a scuola, nel tempolibero ecc. Riesco a capire l'essenziale di molte trasmis-

I titoli di studio italiani all’estero

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Per informazioni- CENTRO NAZIONALE EUROPASS - Isfol

Via G.B. Morgagni 33, 00161 RomaTel. 06-44590528 e-mail: [email protected]: www.europass-italia.it

- PUNTO NAZIONALE DI RIFERIMENTO

PER LA TRASPARENZA - IsfolVia G.B. Morgagni 33, 00161 RomaTel. 06-44590519e-mail: [email protected]: www.nrpitalia.it

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Il curriculum vitae europeo

sioni radiofoniche e televisive su argomenti di attualità otemi di mio interesse personale o professionale, purché ildiscorso sia relativamente lento e chiaro.B2 - Riesco a capire discorsi di una certa lunghezza e con-ferenze e a seguire argomentazioni anche complesse purchéil tema mi sia relativamente familiare. Riesco a capire lamaggior parte dei notiziari e delle trasmissioni TV cheriguardano fatti d'attualità e la maggior parte dei film in lin-gua standard.C1 - Riesco a capire un discorso lungo anche se non struttu-rato e le relazioni non vengono segnalate, ma rimangonoimplicite. Riesco a capire senza troppo sforzo le trasmis-sioni televisive e i film.C2 - Non ho nessuna difficoltà a capire qualsiasi linguaparlata, sia dal vivo sia trasmessa, anche se il discorso ètenuto in modo veloce da un madrelingua, purché abbia iltempo di abituarmi all'accento.Comprensione / LetturaA1 - Riesco a capire i nomi e le persone che mi sono fami-liari e frasi molto semplici, per esempio quelle di annunci,cartelloni, cataloghi.A2 - Riesco a leggere testi molto brevi e semplici e a tro-vare informazioni specifiche e prevedibili in materiale diuso quotidiano, quali pubblicità, programmi, menù e orari.Riesco a capire lettere personali semplici e brevi.B1 - Riesco a capire testi scritti di uso corrente legati allasfera quotidiana o al lavoro. Riesco a capire la descrizionedi avvenimenti, di sentimenti e di desideri contenuta in let-tere personali.B2 - Riesco a leggere articoli e relazioni su questioni d'at-tualità in cui l'autore prende posizione ed esprime un puntodi vista determinato. Riesco a comprendere un testo narra-tivo contemporaneo.C1 - Riesco a capire testi letterari e informativi lunghi ecomplessi e so apprezzare le differenze di stile. Riesco acapire articoli specialistici e istruzioni tecniche piuttostolunghe, anche quando non appartengono al mio settore.C2 - Riesco a capire con facilità praticamente tutte le formedi lingua scritta inclusi i testi teorici, strutturalmente o lin-guisticamante complessi, quali manuali, articoli speciali-stici e opere letterarie.Parlato / InterazioneA1 - Riesco a interagire in modo semplice se l'interlocutoreè disposto a ripetere o a riformulare più lentamente certecose e mi aiuta a formulare ciò che cerco di dire. Riesco aporre e a rispondere a domande semplici su argomentimolto familiari o che riguardano bisogni immediati.A2 - Riesco a comunicare affrontando compiti semplici e diroutine che richiedano solo uno scambio semplice e diretto diinformazioni su argomenti e attività consuete. Riesco a parte-cipare a brevi conversazioni, anche se di solito non capiscoabbastanza per riuscire a sostenere la conversazione.B1 - Riesco ad affrontare molte delle situazioni che si pos-

sono presentare viaggiando in una zona dove si parla la lin-gua. Riesco a partecipare, senza essermi preparato, a con-versazioni su argomenti familiari, di interesse personale origuardanti la vita quotidiana ( per esempio la famiglia, glihobby, il lavoro, i viaggi e i fatti di attualità).B2 - Riesco a comunicare con un grado di spontaneità escioltezza sufficiente per interagire in modo normale conparlanti nativi. Riesco a partecipare attivamente a unadiscussione in contesti familiari, esponendo e sostenendo lemie opinioni.C1 - Riesco ad esprimermi in modo sciolto e spontaneosenza dover cercare troppo le parole. Riesco a usare la lin-gua in modo flessibile ed efficace nelle relazioni sociali eprofessionali. Riesco a formulare idee e opinioni in modopreciso e a collegare abilmente i miei interventi con quellidi altri interlocutori.C2 - Riesco a partecipare senza sforzi a qualsiasi conversa-zione e discussione e ho familiarità con le espressioni idio-matiche e colloquiali. Riesco a esprimermi con scioltezza ea rendere con precisione sottili sfumature di significato. Incaso di difficoltà, riesco a ritornare sul discorso e a riformu-larlo in modo cosí scorrevole che difficilmente qualcuno sene accorge.ScrittoA1 - Riesco a scrivere una breve e semplice cartolina, adesempio per mandare i saluti delle vacanze. Riesco a com-pilare moduli con dati personali scrivendo per esempio ilmio nome, la nazionalità e l'indirizzo sulla scheda di regi-strazione di un albergo.A2 - Riesco a prendere semplici appunti e a scrivere brevimessaggi su argomenti riguardanti bisogni immediati. Rie-sco a scrivere una lettera personale molto semplice, peresempio per ringraziare qualcuno.B1 - Riesco a scrivere testi semplici e coerenti su argomentia me noti o di mio interesse. Riesco a scrivere lettere perso-nali esponendo esperienze e impressioni.B2 - Riesco a scrivere testi chiari e articolati su un'ampiagamma di argomenti che mi interessano. Riesco a scriveresaggi e relazioni, fornendo informazioni e ragioni a favoreo contro una determinata opinione. Riesco a scrivere letteremettendo in evidenza il significato che attribuisco personal-mente agli avvenimenti e alle esperienze.C1 - Riesco a scrivere testi chiari e ben strutturati svilup-pando analiticamente il mio punto di vista. Riesco a scri-vere lettere, saggi e relazioni esponendo argomenti com-plessi, evidenziando i punti che ritengo salienti. Riesco ascegliere lo stile adatto ai lettori ai quali intendo rivolgermi.C2 - Riesco a scrivere testi chiari, scorrevoli e stilistica-mente appropriati. Riesco a scrivere lettere, relazioni e arti-coli complessi, supportando il contenuto con una strutturalogica efficace che aiuti il destinatario a identificare i puntisalienti da rammentare. Riesco a scrivere riassunti e recen-sioni di opere letterarie e di testi specialisti.

Il curriculum vitae europeo

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Nieves Trelles (nella foto) e IsabelBarrios sono le responsabili del cen-tro spagnolo della rete Naric (Natio-

nal Academic Recognition InformationCentres). Lavorano presso la SubdireccionGeneral de Titulos, Convalidaciones yHomologaciones del Ministerio de Educa-cion y Ciencia (Mec) a Madrid, che svolgecompiti esclusivamente informativi; laresponsabilità delle procedure di riconosci-mento, sia accademico che professionale, èattribuita per legge ad altri uffici dellastessa sottodirezione del Mec, o ad altreautorità pubbliche, a seconda del caso.

L'Italia è stato il primo paese europeo adattuare la riforma di Bologna adottandoil cosiddetto 3 + 2. Come procedono lecose in Spagna?Il Parlamento spagnolo ha approvato lanuova legislazione universitaria nel gen-naio del 2005. Il Ministero e le università stanno elabo-rando ora i piani di studio dei nuovi corsi di1° ciclo, con un carico di lavoro variabiletra i 180 e i 240 crediti ECTS (3 o 4 anni),che rilasceranno i titulos universitarios ofi-

ciales de grado. Seguiranno poi gli studi di2° ciclo con un carico di lavoro variabile trai 60/120 crediti, (uno o due anni rispettiva-mente); si concluderanno con il rilascio deititulos oficiales de Master. L’implementazione completa della riformarichiederà qualche anno; prevediamo dirispettare la scadenza europea del 2010.

Che cosa consigliate agli studenti italianiche, dopo la laurea triennale, volesseroproseguire gli studi in Spagna? Devonochiedere l'omologazione (homologacion)della laurea con una diplomatura, ilvostro vecchio titolo triennale, e poi faredomanda di iscrizione al 4° anno di uncorso di licenciatura? Oppure, a seguitodello Scambio di Note tra Italia e Spagnadel 1999, avete messo a punto una proce-dura più snella e rapida?Le università spagnole offrono corsi didiplomatura in un numero limitato di mate-rie; perciò solo pochissime lauree italianetrovano nel nostro sistema una diplomaturadi contenuto analogo con cui poter ottenerel'omologazione. Inoltre l'omologazione èuna procedura di riconoscimento accade-

I titoli italiani in Spagna

Intervista al centro Naric spagnolo

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Per lavorare inSpagna occorre lahomologacion deltitolo italiano

mico complessa e lunga in quanto centra-lizzata nel nostro Ministero, che ricevemigliaia di domande all'anno. Suggerisco perciò ai neolaureati italiani discegliere un corso di licenciatura nel lorostesso campo disciplinare, e poi di chiederedirettamente all’università spagnola la con-valida (convalidacion) delle materie cherisultano simili a quelle spagnole; in questomodo è possibile che ottengano l'ammis-sione alla seconda parte del corso di licen-ciatura, che in genere dura due anni, con laconvalida delle materie dei primi due o treanni. Il numero delle materie convalidabilisarà tanto maggiore quanto più simili sono icorsi di studio italiano e spagnolo messi aconfronto.

Questa modalità semplificata di ricono-scimento, la convalidacion, è possibileanche per chi vuole iscriversi in Spagnaa un dottorato? Vi risulta che le univer-sità spagnole accettino i titoli italiani di2° ciclo per l'ammissione ai loro corsi didottorato senza pretenderne l'omologa-zione con una licenciatura?Certamente, non ci sono problemi! Questi futuri doctores diciamo così perconvalida non potranno però utilizzare inSpagna il titulo de doctor ai fini professio-nali, ad esempio per intraprendere la car-

riera di docente universitario; a tale scopo èinfatti obbligatorio ottenere l'omologazionedel loro precedente titolo italiano con lalicenciatura corrispondente. È dunque molto importante ricordare che laconvalidacion serve a semplificare la pro-secuzione degli studi a livello più avanzato,mentre se ci si vuole inserire nel mercatospagnolo del lavoro è indispensabile supe-rare le procedure di homologacion. Come si fa il riconoscimento dei titoli pro-fessionali italiani, quelli che consentonoda noi l'esercizio di professioni regola-mentate quali quelle di agente di commer-cio, architetto, avvocato, biologo, chimico,estetista, infermiere, ingegnere…...?La Spagna ha recepito tutte le direttivecomunitarie. I cittadini italiani che desiderano svolgerein Spagna un'attività regolamentata pos-sono chiedere il riconoscimento delle loroqualifiche professionali alle autorità spa-gnole competenti; si tratta generalmente diministeri o altre autorità pubbliche chevigilano sulle corrispondenti professionispagnole. Le informazioni generali sul riconosci-mento professionale insieme agli elenchidelle nostre professioni regolamentate edelle autorità competenti al riconoscimentosono disponibili nel sito web www.mec.es.

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Quando si va all’estero per studiare olavorare ci si imbatte in sistemidiversi da quelli che ci sono più

familiari.Le differenze più evidenti si riferiscono:- alla lingua- alla legislazione- alla regolamentazione del mercato del

lavoro- al sistema di istruzione- al funzionamento degli uffici pubblici.In tutti i casi di riconoscimento, la docu-mentazione da presentare per il riconosci-mento è definita dall’autorità competente.Per questo si deve verificare:- a quale ufficio porre la domanda- quali documenti sono necessari - la procedura da seguire.Per quanto riguarda l’ufficio al quale porrela domanda si rimanda al capitolo sui centriEnic e Naric.Esistono numerosi strumenti di trasparenzache aiutano a comprendere meglio un titolodi studio e a verificarne l’autenticità.Alcuni di questi strumenti sono raccoman-dati dalle organizzazioni internazionalicome l’Unione europea, il Consiglio d’Eu-ropa e l’Unesco. Tutti sono utili per favo-

rire la mobilità dei cittadini. Eccone unarassegna.

Il Diploma supplementIl Diploma supplement è un documentorilasciato dalle università in allegato aldiploma di laurea. Vuole migliorare la tra-sparenza internazionale dei titoli e facili-tarne così il riconoscimento accademico eprofessionale all’estero. Descrive la natura,il livello, il contesto, il contenuto e lo statusdegli studi intrapresi e completati dallo stu-dente. Non contiene giudizi di valore,dichiarazioni di equivalenza o suggeri-menti per il riconoscimento. È composto di otto sezioni:- i dati anagrafici dello studente- le informazioni sul titolo di studio e l’uni-

versità che lo ha rilasciato- il livello del titolo- il curriculum: gli esami superati e i voti

ottenuti- gli studi ulteriori e lo status professionale

cui il titolo dà accesso- le fonti d’informazione- la certificazione del titolo- le informazioni sul sistema nazionale di

istruzione superiore.

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Come avviene il riconoscimentoGli strumenti e la procedura

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Le università italiane sono obbligate perlegge a rilasciare il Diploma supplement atutti i laureati del nuovo ordinamento.

Il sistema Ects - European credit transfer and accumulation systemIl sistema di crediti è un modo di descrivereun programma di studi attribuendo dei cre-diti alle sue componenti. La definizione deicrediti può essere basata su diversi parame-tri: il carico di lavoro per studente, i risultatidell’apprendimento e le ore di lezione.Il sistema europeo di accumulazione e tra-sferimento dei crediti è un sistema incen-trato sullo studente e basato sul carico dilavoro richiesto ad uno studente per rag-

giungere gli obiettivi di un corso di studio,espressi in termini di risultati dell’apprendi-mento e di competenze da acquisire. In molti paesi esistono sistemi nazionali diaccumulo dei crediti che si basano su para-metri differenti tra un sistema e l’altro e chedifferiscono anche in maniera sostanziale dalsistema Ects. A differenza di tali sistemi, ilsistema Ects ha un respiro sovranazionale:l’Ects è stato introdotto nel 1989 nell’ambitodel programma Erasmus ed è l’unico sistemadi crediti testato e usato con successo in tuttaEuropa. Inizialmente concepito per il solotrasferimento dei crediti, il sistema ha facili-tato il riconoscimento di periodi di studioall’estero, permettendo di aumentare la qua-lità e il volume della mobilità studentesca in

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ambito europeo. Negli ultimi anni l’Ects si èevoluto in un sistema di accumulazione dautilizzare a livello istituzionale, regionale,nazionale ed europeo.L’ Ects si basa sulla convenzione che 60crediti misurino il carico di lavoro di unostudente a tempo pieno nell’arco di un annoaccademico. Il carico di lavoro di un pro-gramma di studio a tempo pieno in Europaequivale nella maggioranza dei casi a 36/40settimane l’anno e in tali casi un creditorappresenta un carico di lavoro variantedalle 25 alle 30 ore settimanali. Il carico dilavoro si riferisce al tempo teorico nelquale si ritiene che uno studente mediopossa ottenere i risultati di apprendimentorichiesti e include il tempo dedicato adassistere a lezioni e seminari, allo studioautonomo, alla preparazione e al sosteni-mento di esami, ecc.La ripartizione dei crediti Ects è basatasulla lunghezza ufficiale di un ciclo distudi, quindi il carico di lavoro totalenecessario per ottenere un titolo di primolivello della durata ufficiale di tre o quattro

anni è espresso in 180 o 240 crediti.I crediti sono ripartiti fra tutte le attivitàdidattiche di un programma di studi(lezioni, seminari, esercitazioni, tirocini,esami, studio individuale, ecc.); riflettonola quantità di lavoro che ciascuna attivitàrichiede in relazione alla quantità di lavorototale richiesta per completare un interoanno di studi nel programma consideratoma non riflettono il voto ottenuto dallo stu-dente. Infatti, il sistema di votazionerimane sempre quello adottato nazional-mente, anche se è stata introdotta nelsistema Ects una scala di votazione stan-dard al fine di comparare i voti ottenuti insistemi differenti, tenuto conto che non esi-ste ancora oggi, almeno nell’ambito deipaesi UE, una scala di conversione ufficialedelle votazioni nazionali.I voti Ects sono i seguenti:

A al migliore 10% di esaminatiB al successivo 25%C al successivo 30%D al successivo 25%E al successivo 10%.

I titoli di studio italiani all’estero

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Scale nazionali di votazione a confronto con la scala Ects

paese Scala Voto massimo Voto minimoECTS E - A A EBELGIO 10 - 20 20 10 - satisfactionFRANCIA 10 - 20 20 10 - passableGERMANIA 4.0 - 1.0 1.0 4.0 - ausreichendITALIA 18 - 30 30 18REGNO UNITO 40 (3rd class) - 100 (1st class) 40 (3rd class) - pass

100 (1st class)

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Inoltre il sistema Ects fa una distinzione frai voti FX e F che vengono usati per gli stu-denti che non hanno superato gli esami: FXsignifica: “respinto – occorre un limitatoimpegno supplementare per essere pro-mosso” mentre F significa: “respinto –occorre un considerevole impegno supple-mentare”.L’Italia, come molti altri paesi dell’UnioneEuropea, ha adottato in pieno il sistemaEcts, attribuendo a ogni anno di corso 60crediti. Ogni Cfu (Credito formativo uni-versitario) equivale a 25 ore di carico dilavoro dello studente.

Postilla de L’AiaÈ una forma di autenticazione o di legaliz-zazione dei diplomi introdotta nel 1961dalla Convenzione internazionale de L’Aiaal fine di semplificare le relazioni giuridi-che internazionali. La Postilla ha la forma di un quadrato delledimensioni di 8 x 8 cm e viene apposta suglioriginali dei documenti pubblici per attestarnel’autenticità. Essa rende pertanto superfluo ilcoinvolgimento di funzionari consolari delloStato destinatario del documento. La Postilla viene emessa dagli organiamministrativi se il documento è di carat-tere amministrativo, dai tribunali se il docu-mento è di carattere giurisprudenziale.La Postilla su un titolo di studio non attestache quel titolo sia vero o che sia rilasciatoda una istituzione legalmente riconosciuta;attesta solo che si tratta di documento origi-nale rilasciato con firma autentica. Ciòsignifica che la Postilla non è requisito suf-

ficiente per dichiarare che un titolo di stu-dio sia valido nel paese di provenienza.

Traduzione legaleSulle traduzioni ogni paese può usare prati-che e strumenti differenti. Di norma è beneinformarsi su quale tipo di traduzione vienerichiesta per la procedura di riconosci-mento. Talvolta il servizio di traduzionelegale viene offerto dalle autorità diploma-tiche estere in Italia o dalle rappresentanze

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diplomatiche italiane all’estero. Altra solu-zione è quella di rivolgersi a un traduttoregiurato, cioè a quei professionisti che pre-stano giuramento in tribunale di aver tra-dotto rispettando fedelmente il testo origi-nale. Le traduzioni hanno un costo profes-sionale che varia a seconda delle lingue edella difficoltà del testo da tradurre.

Attestato di conformitàAi professionisti italiani che chiedono ilriconoscimento all’estero del loro titoloprofessionale viene spesso richiesto unattestato di conformità. Questo documento, citato in alcune diret-tive europee, è rilasciato dal ministero ita-liano che vigila sulla professione svolta.Attesta l’effettivo possesso dei requisitiprofessionali prescritti e l’applicabilità delregime di riconoscimento previsto dalledirettive comunitarie. Il professionista che chiede all’estero ilriconoscimento della sua abilitazione pro-fessionale può dunque procurarsi questoattestato presso il Ministero della salute(per le professioni sanitarie) o il Ministerodella giustizia (per la maggioranza dellelibere professioni).

I documenti EuropassLa Decisione 2241/2004/CE del Parla-mento europeo e del Consiglio del 15dicembre 2004, relativa a un quadro comu-nitario unico per la trasparenza delle quali-fiche e delle competenze (Europass) hapredisposto dei formati comuni per alcunidocumenti che attestano le qualifiche per-sonali e le varie competenze aquisite daisoggetti. Obiettivo di questa Decisione èsviluppare un’istruzione e una formazionedi qualità e facilitare la mobilità tra i varipaesi e i vari settori nel campo dell’occupa-zione. Tutti i documenti Europass possonoessere consultati e scaricati dal portaleeuropeo:www.europass-italia.it

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Europass ha in Italia un Punto nazionale diriferimento, promosso dall’Unione europeae dal Ministero del lavoro e delle politichesociali. Fornisce informazioni sui sistemid’istruzione e formazione professionale esulle certificazioni delle qualifiche profes-sionali.Europass Italia fa parte di una rete europeadi Punti nazionali di riferimento promossadall’Unione europea, per sostenere la mobi-lità dei cittadini e promuovere una mag-giore trasparenza dei sistemi di qualifica-zione nazionali.

Ecco la rassegna dei documenti Europass. Curriculum vitaeÈ il modello standardizzato che descrive leproprie esperienze di studio e di lavoro e lecompetenze personali. Viene allegato auna candidatura per un lavoro o alladomanda per la prosecuzione di un per-corso formativo. Il curriculum vitae europeo è descritto indettaglio a pag. 8 e segg.

Europass mobilitàÈ la registrazione di ogni periodo organiz-zato che una persona trascorre in un altropaese per motivi di studio o di formazione:• un lavoro o uno stage in un’azienda• un periodo di studio nell’ambito di un pro-gramma di scambio• un’attività di volontariato in un’organiz-zazione non governativa.L’esperienza di mobilità è monitorata dadue partner: il primo è un ente del paesed’origine e il secondo un ente del paese

ospitante. I due partner concordano l’obiet-tivo, il contenuto e la durata dell’espe-rienza; inoltre nel paese ospitante vieneindividuato un tutor. I partner possonoessere università, scuole, centri di forma-zione, aziende, ong, ecc.Europass mobilità è una certificazionedestinata a chiunque viva un’esperienza dimobilità in un paese europeo, a prescinderedalla sua età o livello d’istruzione ed è com-pilato dall’organismo promotore di un pro-getto di mobilità, dall’ente ospitante e dallapersona interessata.

Passaporto delle lingueDescrive le competenze linguistiche, essen-ziali per studiare e lavorare in Europa. IlPassaporto delle lingue è stato messo apunto dal Consiglio d’Europa quale partedel Portfolio europeo delle lingue che con-siste di tre documenti: il Passaporto, la Bio-grafia linguistica e il Dossier.

Supplemento al certificatoÈ rilasciato in allegato agli attestati finalid’istruzione e formazione professionale eintegra le informazioni già comprese nelcertificato ufficiale, agevolandone lacomprensione e la valutazione da partedei datori di lavoro e delle imprese. Leinformazioni che compaiono nel Supple-mento sono fornite dagli enti certificatoriinteressati.Il Supplemento al certificato Europass:• non sostituisce il certificato originale;• non è un sistema automatico che garanti-sce il suo riconoscimento.

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Ricezione dei documenti

Verifica della presenzadi tutti i documenti

Verifica della autenticitàdi tutti i documenti

Valutazione dei documentitenendo presente:

- il tipo di riconoscimento richiesto- la legislazione nazionale e internazionale- i casi simili già affrontati- il contenuto delle qualifiche presentate- le informazioni ottenute dalle autorità straniere

RIFIUTODELLA

DOMANDA

DECISIONEACCETTAZIONE

DELLADOMANDA

RIFIUTOGIUSTIFICATO

richiesta di ulteriori

documenti

Procedura di riconoscimento

se no

se no

se sì

Negativa Positiva

se sì

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Il Supplemento alCertificato Europassè rilasciato dallestesse autorità cherilasciano l’attestatodi qualifica professio-nale originale.

Come avvieneil riconosci-mento deltitolo estero La procedura di rico-noscimento di untitolo di studio esteroè prevista dai regola-menti ed è dunquestandardizzata. Loschema nella paginaaccanto consente diseguire integralmenteil cammino del titolodi studio dalla suapresentazione al rico-noscimento ufficiale.

In prospettivaÈ in preparazione unnuovo strumento cheha l’obiettivo di faci-

litare il riconosci-mento dei titoli di stu-dio e la comparazionetra i differenti sistemidi istruzione. Si tratta dello Euro-pean qualificationsframework - Eqf, cioèil quadro europeodelle qualifichenazionali. Ogni paeseeuropeo sta elabo-rando il quadro nazio-nale di tutte le qualifi-che rilasciate, daquelle delle scuoleelementari fino aititoli universitari epost-universitari.L’Eqf è progettato suotto livelli. Sarà cosìmolto semplice indi-viduare la corrispon-denza e il valoreall’estero del propriotitolo nazionale.L’Eqf servirà inoltre adare una immagineunitaria dei titoli rila-sciati in Europa.

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Per saperne di più

http://www.europassitalia.it/NrpItalia/default.htm

http://www.europass-italia.it/

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Elvira Parravicini, di Seregno (MI) (asinistra nella foto), si è laureata inmedicina e specializzata in pediatria

all’Università degli studi di Milano. Nel1986, grazie a una borsa dell’Istra, ha fre-quentato il dipartimento di Patologia neo-natale della Columbia University di NewYork e l’Hospital for sick children diToronto. Tornata in Italia ha lavorato comeassistente e poi come aiuto presso la Pato-logia neonatale dell’ospedale di Monza.Nel 1993 ha lavorato per sei mesi in unaclinica di Lagos in Nigeria con un progettodi cooperazione dell’Avsi finanziato dalMinistero degli affari esteri italiano. Dal1994 è a New York come Assistant profes-sor alla Columbia University.

Elvira, gli Stati uniti sono certamenteuna meta importante per chi come tesvolge una professione medica incentratasulla ricerca. Come ci sei arrivata?Mi sono trasferita a New York per motivipersonali, ma certamente mi attirava l’am-biente accademico statunitense. Avevo giàlavorato alla Columbia ed ero rimasta col-pita dall’impegno richiesto agli studenti eda come era pensata e gestita la didattica.

Quando hai voluto far riconoscere i tuoititoli italiani cos’è successo?Poiché ero già aiuto ospedaliero in un poli-clinico universitario italiano, l’AmericanAcademy of Pediatrics mi ha riconosciutodue dei tre anni della specialità in pediatria.Per questo motivo ho dovuto fare un annodi residency presso la New York University.

Elvira, scusa la domanda, ma cos’è ilresidency?Il residency è l’analogo della scuola di spe-cializzazione italiana in medicina. È statoun anno molto duro perché dovevo fre-quentare il reparto per circa cento ore allasettimana. Fortunatamente a un carico dilavoro così intenso corrispondeva unottimo stipendio. Inoltre ho dovuto fare laspecializzazione in neonatologia per 3 anni(che qui si chiama fellowship), che è statamolto interessante perché prevede sei mesiall’anno di pratica clinica in reparto e seimesi di ricerca, sempre accompagnata daun ottimo stipendio. Per questa specializza-zione ho frequentato la Columbia Univer-sity che mi ha offerto una posizione di Assi-stant professor al conseguimento della spe-cializzazione.

Una pediatra italianaa New York

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La differenza piùgrande che ho nota-to è nella organizza-zione del lavoro

Hai avuto problemi per l’ingresso negliStati uniti?No, è stato relativamente facile in quantosono in possesso della green card. Col pas-sare del tempo mi sembra che la selezioneper concedere visti a stranieri stia aumen-tando e le possibilità di avere un vistodiventano sempre più difficili.

Quali differenze hai notato tra Italia eUsa?L’ambiente di lavoro è totalmente diversoda quello italiano e rifare un periodo di spe-cializzazione è assolutemente necessario.La differenza di lingua non conta più ditanto perché in ambito medico, anche inItalia, si studia spesso in inglese e la termi-nologia tecnica deriva dal latino e dalgreco. La differenza più evidente è nellaorganizzazione del lavoro. Naturalmentenon conosco tutti gli ospedali ma mi riferi-sco a un ospedale molto importante come laColumbia University, che è il primo ospe-dale di New York e il quinto negli Statiuniti per la pediatria. L’attenzione riservataai giovani è il primo obiettivo della didat-tica clinica. Ad esempio, ogni mattina,durante il giro guidato dall’Assistant pro-fessor (che dura quattro o cinque ore), ognicaso clinico è presentato da uno specializ-zando. Questa è una grande occasione per

porre domande e approfondire i casi clinicisul posto: insomma, s’impara al letto delpaziente. Inoltre tutte le procedure medichesono compito esclusivo dello specializ-zando sotto la supervisione del medico“anziano”.

Elvira, cos’hai riscontrato invece dinegativo negli Usa?Se c’è un neo nella didattica statunitense èl’eccessivo “tecnicismo”. La medicina èfrantumata in mille pezzettini, mille specia-lità. Sia l’insegnamento della disciplinamedica che l’approccio al paziente sonosempre più solo a livello tecnico. Quandoho studiato medicina in Italia l’approccioera sicuramente più unitario, almeno alivello dell’insegnamento che ho ricevutoda alcuni professori. Il rapporto col malatoè una continua sfida per l’operatore sanita-rio: il paziente pone al medico moltedomande anche sul senso della malattia edel dolore e non si accontenta di essere trat-tato come una “cosa da aggiustare”. Questoè vero in Italia come negli Stati uniti. Certo, se dovessi ricominciare a studiareprobabilmente sceglierei gli Stati uniti perla qualità della didattica e della ricerca. Maavrei bisogno di un benefattore visto che ilcosto di un anno alla Columbia Universityè di circa 50.000 dollari.

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I titoli di studio italiani all’estero

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Le motivazioni e gli obiettividella Convenzione di LisbonaI processi di internazionalizzazione checoinvolgono in particolare i sistemi educa-tivi e il mondo delle professioni devononecessariamente creare delle infrastrutturedi sostegno che facilitino e fluidifichino icorrelati flussi di mobilità. Una di questeinfrastrutture è la Convenzione sul ricono-scimento dei titoli di studio relativi all'inse-gnamento superiore nella regione europea,nota anche con la dizione sintetica diConvenzione di Lisbona perché approvatal'11 aprile 1997 dalla conferenza diploma-tica ospitata dalla capitale portoghese. Lasua ratifica da parte italiana è avvenuta conla Legge 148 del 2002.

I principi ispiratori della Convenzione sonoi seguenti:- la realizzazione del diritto allo studio;- il diritto al riconoscimento dei titoli di

studio;- la responsabilità delle università per la

promozione della pace, della comprensio-ne reciproca e della tolleranza;

- il valore dell'ampia diversificazione dei

sistemi di istruzione e delle culture nellaregione europea;

- l'accesso ai sistemi di istruzione degli altripaesi;

- la promozione della mobilità accademicatra i paesi firmatari (i paesi europei, gliUsa, il Canada, l’Australia, Israele,Turchia).

Gli obiettivi che la Convenzione di Lisbonavuole raggiungere sono numerosi. Sonoinnanzitutto gli obiettivi specifici del reci-proco riconoscimento dei titoli di studio:- consentire ai diplomati della scuola

secondaria superiore di accedere alle uni-versità e agli altri istituti di istruzionesuperiore di tutti i paesi;

- facilitare i programmi di scambi accade-mici studenteschi garantendo il riconosci-mento dei periodi e dei cicli di studioeffettuati all'estero;

- utilizzare i titoli accademici nazionalifinali per l'accesso al mercato del lavoro edelle professioni regolate in tutti i paesi oper proseguire gli studi a un livello piùavanzato;

- aumentare la quantità, la qualità e la tra-sparenza dell'informazione disponibile

La Convenzione di Lisbona

Sei un diplomato e vuoi proseguire gli studi all'estero? Sei uno studente universitario e vuoi fare dei periodi di studio in un altro paese?Sei un laureato e vuoi fare un dottorato in un paese estero?Hai un titolo professionale che vuoi utilizzare altrove?Se rientri in una di queste categorie, devi conoscere la Convenzione di Lisbona.

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sui sistemi nazionali di istruzione superio-re, sulle università e i loro programmi, sul-l'offerta formativa, sui titoli di studioanche attraverso lo sviluppo dei centrinazionali d'informazione sulla mobilità eil riconoscimento dei titoli e la diffusionedi nuovi strumenti di certificazione comeil supplemento al diploma.

Le regole del riconoscimento1. Il riconoscimento dei titoli di studio deve

avvenire esclusivamente sulla base di unaadeguata valutazione delle conoscenze edelle competenze acquisite, prescindendoda fattori di altro genere non attinenti alvalore del titolo di studio. La Convenzionevieta qualsiasi discriminazione di sesso,

razza, colore, disabilità, lingua, religione,opinioni politiche, origini nazionali, etnicheo sociali, appartenenza a minoranze nazio-nali, proprietà, nascita o altro stato civile.

2. Le procedure e i criteri impiegati per lavalutazione dei titoli esteri e per il lororiconoscimento devono essere “traspa-renti, coerenti e affidabili”. L'ente chericonosce il titolo estero deve dunquerendere noti i propri criteri di valutazione(trasparenza). Tali criteri devono esserecerti e non discrezionali; devono cioèapplicarsi ai richiedenti senza sensibilidifferenze di comportamento tra un’isti-tuzione e l'altra (coerenza). I criteri divalutazione devono infine essere fondatisu principi validi e condivisi nella comu-

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I titoli di studio italiani all’estero

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nità scientifica internazionale, e seguirecodici di buona pratica (affidabilità).

3. La decisione di riconoscere un titoloestero deve essere adottata sulla base diadeguate informazioni. Fornire informa-zioni utili è compito del richiedente e del-l'università o dell’istituto che ha rilasciatoquel titolo.

4. Le decisioni relative al riconoscimentodevono essere adottate entro un lasso ditempo ragionevole. Nella linea della tra-sparenza, il rifiuto del riconoscimento diun titolo deve essere motivato e deve con-tenere l'indicazione di eventuali procedu-re alternative. Nel caso in cui il riconosci-mento non venga effettuato, ovvero nonvenga adottata alcuna decisione, il richie-dente deve potersi appellare ad un’autori-

tà definita dalla normativa nazionale.

Il riconoscimentodei titoli di acces-so all'universitàLa quarta sezione dellaConvenzione di Lisbonaregola il riconoscimentodei titoli esteri di scuolasecondaria per l'accessoalle diverse forme diistruzione superiore pre-senti in un paese, elabo-rando un codice di com-portamento di settenorme condivise:1. Se un titolo consentein un paese di accederea quel sistema di istru-zione superiore, essosarà accettato anchedagli altri paesi come

titolo valido per l'accesso ai rispettivisistemi nazionali di istruzione superiore.L'accesso a un titolo estero può essererifiutato qualora sussistano sostanziali ecomprovate differenze tra i requisiti gene-rali di accesso nei due paesi. È il caso, adesempio, di quei paesi nei quali la scolari-tà pre-universitaria ammonta complessi-vamente a dieci o undici anni.

2. Si deve tener conto della situazione diquei paesi che prevedono che determinatititoli di scuola secondaria diano accessosolo ad alcune tipologie di istituti di istru-zione superiore o ad alcune aree discipli-nari e non ad altre. La Convenzione pre-vede in questo caso che anche il paeseestero possa limitare l'accesso con queltitolo ad analoghi istituti di istruzionesuperiore o ad analoghi programmi.

Lisbona

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La Convenzione di Lisbona

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3. Si deve tener conto della situazione diquei paesi nei quali esiste una distinzionetra condizioni generali di accesso all'istru-zione superiore e condizioni specificheper l'accesso a determinati corsi. LaConvenzione prevede quindi che nei casiin cui in un paese l'ammissione a partico-lari programmi di insegnamento superioredipenda dalla presenza di requisiti specifi-ci, oltre a quelli generali previsti per l'ac-cesso, i paesi di destinazione potrannoimporre la presenza degli stessi ulteriorirequisiti.

4. Nei casi in cui l'ammissione a un deter-minato istituto di insegnamento superiore(numero chiuso) o a un determinato corsodi studio (ad esempio, medicina) sia limi-tata o selettiva, la Convenzione stabilisceche: a) nei casi in cui in un certo paese idiplomi di scuola secondaria diano acces-so all'insegnamento superiore solo se sisuperano ulteriori esami di ammissione,gli altri paesi permetteranno l'accessosolo se tali requisiti vengano soddisfatti(ovvero offrano un'alternativa per poterlisoddisfare nell'ambito dei propri sistemidi istruzione); b) nei casi di ammissione anumero chiuso o selettivo, occorra assi-curare che la valutazione dei titoli di stu-dio esteri venga effettuata in base a prin-cipi di equità.

5. A chi viene dall'estero per studiare puòessere richiesto di dimostrare una cono-scenza sufficiente della lingua (o delle lin-gue) in cui viene impartito l’insegnamen-to nazionale.

6. In numerosi paesi si può accedere all'uni-versità anche in assenza del tradizionalerequisito del possesso di un titolo finale discuola secondaria: ad esempio un adulto,

che abbia una certa età o abbia accumula-to una determinata esperienza professio-nale, anche se privo del diploma, puòaccedere a un esame semplificato e imma-tricolarsi all'università. Tale opportunità -secondo la Convenzione di Lisbona - nonimpegna i paesi in cui tale opportunità nonsia prevista a riconoscerla per l'accesso alproprio sistema di istruzione superiore.

7. Ogni paese può stabilire che il riconosci-mento dei titoli di studio rilasciati da scuo-le estere che operano nel proprio territorio(ad esempio, le scuole francesi o britanni-che in Italia), ai fini dell'ammissione aprogrammi di insegnamento superiore, siasubordinata a condizioni specifiche previ-ste dalla legislazione nazionale o ad accor-di governativi bilaterali.

Il riconoscimento dei periodidi studioI programmi di cooperazione universitariainternazionale e di mobilità studentesca(quali, ad esempio, Erasmus, Tempus,Nordplus, Ceepus) hanno reso familiareagli atenei europei la prassi di integrare ilcurriculum studiorum nazionale con unperiodo di studi effettuato all'estero. La Convenzione di Lisbona dedica la suasezione quinta a questo processo e stabili-sce il principio che i cicli e i periodi di stu-dio effettuati all'estero siano riconosciutidall'istituzione di provenienza. Tale principio è valido sia nel caso di studen-ti che si muovano nel quadro di programmiorganizzati di mobilità sia nel caso di studen-ti free movers. Resta naturalmente salva lapossibilità di rifiutare il riconoscimento nelcaso siano rilevate differenze sostanziali diformazione tra i due curricula nazionali.

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I titoli di studio italiani all’estero

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La Convenzione individua inoltre due con-dizioni che facilitano il riconoscimento deiperiodi di studio effettuati all'estero:1. l'esistenza di un accordo previo di colla-

borazione (learning agreement) tra le dueistituzioni, quella di origine e quella didestinazione dello studente;

2. il rilascio, da parte dell'istituzione estera,di un certificato attestante che lo studenteabbia soddisfatto i requisiti richiesti perdetto periodo di studio. Molto utile sirivela in questi casi l'uso della strumenta-zione prevista dal sistema Ects -European credit transfer system (vedi apag. 17).

Il riconoscimento dei titolifinali di istruzione superioreLa sesta sezione della Convenzione diLisbona impegna i paesi firmatari a ricono-scersi reciprocamente i titoli accademicifinali, qualunque sia il modello ispiratoredel sistema nazionale di riconoscimento deititoli esteri (equipollenza, omologazione,nostrificazione, riconoscimento finalizzato,accettazione, accreditamento, ecc.).In particolare il riconoscimento di un titoloaccademico estero dovrà portare almeno aduna delle conseguenze seguenti:- l'accesso a studi di livello più avanzato o

al dottorato di ricerca, alle stesse condi-zioni previste per i candidati in possessodi qualifiche nazionali;

- l'uso del titolo accademico autorizzato nelpaese di origine;

- l'accesso al mercato del lavoro.La valutazione del titolo accademico esteropuò essere effettuata in uno dei terminiseguenti:

- parere ai fini dell'occupazione in generale;- parere a un istituto accademico ai fini del-

l'ammissione ai suoi programmi di studio;- parere a qualunque altra autorità compe-

tente in materia di riconoscimento.

La Convenzione prevede che l'analisi deltitolo estero avvenga sotto due profili: laricognizione da un lato delle conoscenze edall'altro delle competenze dichiarate neltitolo di studio. Questa distinzione tra l'accertamento delsapere e del saper fare è naturalmente pre-ordinata ad una valutazione attenta e nonsuperficiale dei contenuti professionaliorientati allo svolgimento di professionispecifiche. L'indicazione della Convenzione per ilriconoscimento dei titoli accademici esteriè temperata tuttavia da alcune riserve:- il riconoscimento può essere rifiutato

qualora si riscontrino differenze sostan-ziali - da documentare adeguatamente -tra i contenuti formativi del titolo este-ro e quelli del corrispondente titolonazionale;

- il riconoscimento del titolo estero ai finidell'accesso a professioni regolamentate- in assenza di un diverso quadro di rico-noscimento dei titoli professionali (qualequello disegnato dal sistema di direttivecomunitarie in materia di libera circola-zione dei professionisti) - può esserelegato alla richiesta di soddisfare ulterio-ri requisiti di tipo generalmente nonaccademico: tirocinio professionale didurata definita; esame di Stato abilitanteall'esercizio della professione; accerta-mento della conoscenza della linguanazionale.

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La Convenzione di Lisbona

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Viene regolato anche il riconoscimento deititoli accademici rilasciati da atenei operan-ti in un determinato paese ma che fannoriferimento all'ordinamento universitario dialtri paesi. È il fenomeno noto con il termine di trans-national education. La Convenzione prevede che ogni paesepossa stabilire che il riconoscimento deititoli di studio rilasciati da atenei esteri cheoperano nel proprio territorio sia subordina-to alle condizioni previste da una normativanazionale specifica o da accordi governati-vi bilaterali.

Il riconoscimento dei titoli di studio dei rifugiati

La Convenzione di Lisbona contiene normedi particolare valore civile che regolano ilriconoscimento dei titoli dichiarati dai rifu-giati, dai profughi o da altre persone in pos-sesso di status giuridici equivalenti o assi-milabili. È previsto che ogni paese adottitutti i provvedimenti possibili e ragionevoliper elaborare procedure atte a valutareequamente ed efficacemente se i rifugiatisoddisfano i requisiti per l'accesso all'istru-zione superiore, a studi più avanzati o

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all'esercizio di attività professionali regola-mentate anche nei casi in cui i titoli di stu-dio dichiarati non possono essere compro-vati dai relativi documenti.

L'applicazione in ItaliaL'Italia ha provveduto alla ratifica formaledella Convenzione di Lisbona con la Leggen. 148 del 21 luglio 2002, a cinque anni didistanza dalla conferenza diplomatica diapprovazione. Al di là degli aspetti formali connessi allaratifica di un atto internazionale, l'Italia hacolto l'occasione della Convenzione diLisbona per aggiornare e razionalizzare ilquadro normativo interno in materia diriconoscimento dei titoli esteri. Negli ultimi decenni le risposte legislative

italiane specificamente mirate al riconosci-mento dei titoli esteri sono legate da unrapporto causa/effetto con almeno tre rile-vanti fenomeni di mobilità sociale:1. il rientro in Italia di un numero significa-

tivo di nostri emigrati all'estero; 2. la crescita dell'immigrazione, in partico-

lare dai paesi in via di sviluppodell'Africa, dell'Asia e dell'America latinae, più recentemente, dall'Europa dell'Est;

3. la mobilità accademica e professionaletra l'Italia e gli altri paesi dell'Unioneeuropea. La mobilità degli studenti è stataincentivata dal programma Erasmus, dalriconoscimento dei periodi di studio effet-tuati all'estero e dalla sperimentazione delsistema Ects (European credit transfersystem).

I titoli di studio italiani all’estero

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La mobilità dei professionisti è stata favo-rita dalle direttive settoriali e generali sulmutuo riconoscimento dei titoli professio-nali. Fa da corollario al riconoscimento deititoli professionali la possibilità di parteci-pare ai concorsi di accesso alla pubblicaamministrazione anche con un titolo esteroconseguito nell'Unione europea è ricono-sciuto dal Dipartimento della funzionepubblica.Nel nuovo quadro giuridico vengono pro-gressivamente superati e abbandonati ilconcetto e la prassi dell'equipollenza. Adessa si sostituisce una gamma di riconosci-menti finalizzati, di concezione più moder-na e coerente con le attuali tendenze in attosul piano internazionale. La decisione di riconoscere un titolo esteroper finalità accademiche è ricondotta conchiarezza alla competenza delle università. La legge di ratifica della Convenzione diLisbona - coerentemente con il nuovo qua-dro di autonomia delle università - si espri-me infatti in questi termini: «la competenzaper il riconoscimento dei cicli e dei periodidi studio svolti all'estero e dei titoli di stu-dio stranieri, ai fini dell'accesso all'istruzio-ne superiore, del proseguimento degli studiuniversitari e del conseguimento dei titoliuniversitari italiani, è attribuita alleUniversità ed agli Istituti di istruzione uni-versitaria, che la esercitano nell'ambitodella loro autonomia e in conformità airispettivi ordinamenti, fatti salvi gli accordibilaterali in materia».

La Convenzione di Lisbona

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Il Naric austriaco è stato attivato pressoil Ministero federale dell'educazione,scienza e cultura, all'interno della Dire-

zione generale per l'istruzione superiore.Ingrid Hirschfeld (nella foto) spiega che ilcentro svolge funzioni informative e diconsulenza in materia di riconoscimentodei titoli di studio e professionali esteri;fornisce inoltre informazioni dettagliate sulsistema educativo austriaco, con particolareriferimento all’istruzione superiore, e suisistemi educativi esteri. Il personale constadel direttore e di altre cinque personeimpiegate a tempo pieno: quattro accade-mici esperti di sistemi esteri e un assistenteamministrativo. Il centro si avvale anchedella collaborazione di esperti esterni a cuivengono assegnati incarichi che presup-pongono competenze molto specifiche.

Ingrid, cosa vuoi dire ai giovani italianiche dopo la maturità vogliono proseguiregli studi in Austria?Direi che il nostro è un sistema binario;questo significa che possono decidere difrequentare i corsi di studio di loro inte-resse, per esempio in economia, o presso

le istituzioni universitarie (Universitae-ten, Hochschulen) o presso le scuolesuperiori ad indirizzo specialist ico(Fachhochschulen). La differenza sta nella diversa natura deglistudi, da cui conseguono diverse metodolo-gie di insegnamento/apprendimento: nelleuniversità prevale l'orientamento accade-mico-scientifico attraverso lo studio piùapprofondito dei contenuti teorici dellediverse materie e una costante inclinazionealla ricerca, mentre nelle Fachhochschulen,istituite piuttosto recentemente (1993), icorsi hanno un'impostazione professionaliz-zante, e di conseguenza privilegiano le atti-vità didattiche di tipo pratico-applicativo. Le Fachhochschulen, che in inglese defi-niamo universities of applied sciences (uni-versità delle scienze applicate), in realtàhanno uno status giuridico diverso dalleuniversità; tra l'altro, non vi si svolge atti-vità di ricerca.La formazione data in Italia dalle univer-sità e dalle istituzioni del sistema Afam èpiù simile a quella del nostro settore uni-versitario che non a quella delle Fachho-chschulen.

I titoli italiani in Austria

Intervista al centro Naric austriaco

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Quello austriaco èun sistema binario,con università efachhochschulen

Quali titoli rilasciano questi due diversitipi di istituzioni?Università e Fachhochschulen rilascianoper lo più gli stessi titoli, così come sonostati definiti con l 'introduzione dellariforma di Bologna: il bakkalaureat (180-240 crediti Ects) che è il titolo di 1° ciclo, ilmagister e ildiplom, a secondadel campo disci-plinare, entrambidi 2° ciclo (90-120 crediti). Le varianti fem-minili dei titolimagister e doktorsono rispettiva-mente magistra edoktorin. Quantoagli studi di dok-torat, che appar-tengono al 3°ciclo e conferi-scono il titolo didoktor o philoso-phy doctor,abbreviati rispet-tivamente in Dr. ePhD, attualmentesono attivati dallesole università.

Occorre tenere presente che le istituzioni,quando descrivono i propri corsi, ne indi-cano la durata in semestri (per es. sei seme-stri invece di tre anni). Alcune università hanno conservato qual-che vecchio corso di lunga durata (diecisemestri) in alcuni settori dell'ingegneria e

dell'architettura,chimica, fisica,medicina, e altriancora; questicorsi sono disecondo ciclo econferiscono iltitolo di magistero diplom.

Allora un nostrolaureato in inge-gneria del vec-chio ordina-mento puòancora ottenerel’equipollenza(nostrifizierung)con il vostrodiplom ingenieurdi 10 semestri.Basta che chiedal'applicazionedell'accordo

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Vienna

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bilateraleAustria-Italia.Esatto! L’equi-pollenza è indi-spensabile solose vuole utiliz-zare i titoli nelnostro mercatodel lavoro; seinvece intendeproseguire glistudi, per esem-pio in un corsodi doktorat, leistituzioniaustriache valu-teranno global-mente il suodiploma di laurea (vecchio ordinamento) aifini dell'ammissione al corso di livellosuperiore. Di norma non ci sono problemi: sia il vec-chio diploma di laurea che la nuova laureaspecialistica/magistrale sono accettati perl'ammissione ai corsi austriaci di dottorato.Ti ricordo che le tabelle di equipollenza piùaggiornate sono quelle allegate agli scambidi note del 1999 e del 2003.

Possiamo allora rassicurare gli studentiitaliani che vogliono studiare in Austria

dicendo che levostre univer-sità ritengonola laurea trien-nale compara-bile al bakka-laureat e la lau-rea speciali-stica/ magi-strale al magi-ster/diplom epertanto non neesigono l'equi-pollenza perconsentirel'iscrizione aivostri corsi deicicli successivi?

Certamente. Puoi anche aggiungere un'altrabuona notizia: da quando l'Austria ha ratifi-cato la Convenzione di Lisbona (1999), ilriconoscimento accademico si basa su unavalutazione meno analitica dei percorsi for-mativi esteri; di conseguenza, pur in man-canza delle tabelle di equipollenza fra inuovi titoli austriaci e italiani, colorovogliono utilizzare la propria laurea trien-nale o specialistica nel nostro mercato dellavoro si vedranno applicare procedure piùsemplici e rapide.

La laurea triennaleitaliana è compara-bile al bakkalaureataustriaco

Lo staff del Naric austriaco

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Porte aperte ancheai lavoratori e pro-fessionisti italiani

Per quanto riguarda i nostri biologi,dentisti, estetisti, fisioterapisti, inse-gnanti, in breve tutti coloro che eserci-tano in Italia una professione regolamen-tata? Come procede in Austria il ricono-scimento professionale regolato dallanormativa comunitaria?L'Austria ha abolito l'obbligo, un tempoimprescindibile, secondo cui il possessoredi un titolo professionale estero dovevaprima ottenerne l'equipollenza con un titoloaccademico austriaco e poi conseguirel'abilitazione professionale in Austria.Ormai applichiamo ai professionisti comu-nitari tutte le direttive dell'Ue.

I lavoratori e i professionisti italiani chedesiderano svolgere in Austria un'attivitàregolamentata possono chiedere il ricono-scimento delle loro qualifiche alle autoritàaustriache competenti. Queste, se riscontreranno che percorsi for-mativi e mansioni professionali sostanzial-mente corrispondono agli analoghi profiliaustriaci, li autorizzeranno all'esercizioprofessionale. Informazioni relative ai vari titoli professio-nali e alle corrispondenti direttive dell'Uesono disponibili nel nostro sito alla paginawww.bmbwk.gv.at/fremdsprachig/en/univ/naric/Naric_Service_Profession6454.xml.

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Il termine “Processo di Bolo-gna” indica quel movi-mento di riforme ini-

ziato nel giugno del 1999a Bologna, dove i mini-stri dell'istruzione di 29paesi europei sotto-scrissero una dichiara-zione congiunta per lacostituzione di uno spa-zio europeo dell'istruzionesuperiore, con l'obiettivo direalizzarlo entro il 2010. Lo spazio europeo è l'Europa delleUniversità. Un'Europa dove la mobilitàdegli studenti e dei ricercatori è favorita (enon ostacolata); dove i titoli sono recipro-camente riconosciuti (e non carta stracciasenza valore); dove i percorsi di studiosono armonizzati (e non una babele dicorsi). Un'Europa che vuole attrarre stu-denti da tutto il mondo, grazie alla qualitàdei suoi corsi e all'eccellenza dei suoi luo-ghi di studio e di ricerca.

Un po' di storiaIl Processo di Bologna ha un precedentenel 1998, con la firma di una dichiarazionecongiunta alla Sorbona di Parigi da partedei ministri dell'educazione di Francia,Germania, Italia e Regno unito.

Nel 1999 viene solennemente fir-mata la Dichiarazione di

Bologna nell’aula magnadell'Alma mater.Nel 2001 i ministri di 33paesi si ritrovano aPraga per verificare lostato di avanzamentodel Processo e per defi-

nire i nuovi passi daaffrontare.

Il Comunicato di Pragaribadisce e calibra i principi

contenuti nella Dichiarazione diBologna e impegna i governi dei 33 paesiin nuovi settori.Nel 2003 avviene il successivo passo diverifica a Berlino, dove i paesi firmatari -divenuti 40 - riaffermano la propria volontàdi continuare sulla strada intrapresa e sotto-scrivono nuovi impegni in settori non men-zionati dalla Dichiarazione di Bologna.Altro contenuto fondamentale del Comuni-cato di Berlino è l'identificazione dellepriorità da raggiungere a metà percorso,vale a dire entro il 2005.L'ultimo incontro si è svolto nel maggio del2005 a Bergen (Norvegia) dove sono statedefinite le nuove priorità dell'Europa per lacostituzione dello spazio europeo dell'istru-zione superiore.

I titoli di studio italiani all’estero

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Il Processo di Bologna

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Gli obiettiviLo scopo principale del Processo di Bolo-gna è quello di far convergere i differentisistemi nazionali di istruzione universitariaverso un sistema comune caratterizzato dauna architettura basata su tre cicli. Al fine dicostituire uno spazio europeo dell'istruzionesuperiore, i governi si sono basati su prin-cipi comuni: nella Dichiarazione di Bolo-gna ne sono stati indicati sei; in seguito que-sti sono stati integrati da altri quattro, tre nelComunicato di Praga e uno nel Comunicatodi Berlino.

Dichiarazione di Bologna:- adozione di un sistema di titoli di semplice

leggibilità e comparabilità anche tramitel'implementazione del Diploma supple-ment (Supplemento al diploma);

- adozione di un sistema essenzialmentebasato su due cicli, rispettivamente diprimo e secondo livello;

- consolidamento di un sistema di crediticostruito sul modello Ects (European cre-dit transfer system);

- promozione della mobilità di studenti,docenti, ricercatori e personale tecnicoamministrativo;

- promozione della cooperazione europeanella valutazione della qualità;

- promozione della dimensione europea del-l'istruzione superiore con riferimento allosviluppo dei curricula, alla cooperazionefra istituzioni, agli schemi di mobilità e aiprogrammi integrati di studio, formazionee ricerca, ai titoli congiunti e ai doppititoli.

Comunicato di Praga:- sviluppo della formazione continua e

ricorrente (lifelong learning);- partecipazione attiva degli studenti al Pro-

cesso di Bologna;- promozione dell'attrattività dello spazio

europeo di istruzione superiore tramite lacostituzione di un comune disegno euro-

Il Processo di Bologna

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AlbaniaAndorraArmeniaAustriaAzerbaigianBelgioBosnia e HerzegovinaBulgariaCittà del VaticanoCroaziaCiproDanimarcaEstoniaFinlandiaFranciaGeorgiaGermaniaGreciaIrlandaIslandaItaliaLettoniaLiechtenstein

LituaniaLussemburgoMaltaMoldaviaNorvegiaOlandaPoloniaPortogalloRegno unitoRepubblica cecaRepubblica ex-jugo-slava di MacedoniaRepubblica slovaccaRomaniaRussiaSerbia e MontenegroSloveniaSpagnaSveziaSvizzeraTurchiaUcrainaUngheria

I 45 paesi che partecipano al Processo di Bologna

anno 2005

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I titoli di studio italiani all’estero

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peo delle qualifiche, unsistema di valutazionedella qualità e di accredi-tamento e un rafforza-mento di strutture infor-mative.

Comunicato di Berlino:- inserimento del dotto-

rato come terzo ciclo delProcesso di Bologna esegnalazione dell'impor-tanza della ricerca.

I tre cicliIl Processo di Bologna prevede che in tutti ipaesi gli studi universitari siano articolati intre cicli: - un primo ciclo della durata minima di tre

anni - da 180 a 240 cre-diti Ects

- un secondo ciclo delladurata di uno o due anni- da 60 a 120 crediti Ects

- un terzo ciclo di studidottorali il quale nondeve necessariamenteessere espresso in formadi crediti (la durata deglistudi dottorali nella mag-gior parte dei paesi è ditre anni) al quale diregola si accede dopoaver accumulato com-plessivamente 300 creditiEcts - circa cinque annidi corso (vedi tabella).

In linea generale, i titolicorrispondenti a ogni ciclogarantiscono l'accesso alciclo successivo, tenutoconto delle regole internestabilite dai vari ordina-menti dei paesi membri.In un solo ciclo possonoessere inserite varie tipo-logie di corsi che possonoquindi avere differentedurata, differenti obiettiviformativi e possono esserecaratterizzati da un’im-pronta più accademica o

più professionalizzante. Se si pensa al caso italiano, abbiamo cometitolo di primo ciclo la laurea (180 creditiEcts), nel secondo ciclo troviamo invece la

laurea magistrale (120crediti) e nel terzo cicloabbiamo il dottorato diricerca (al quale non sonostati attribuiti crediti).

Per ulteriori informazioni:www.bologna-bergen2005.no (sito in inglese)www.bologna-berlin2003.de (sito in inglese)www.bolognaprocess.it(sito in italiano)

I tre cicli

Primo cicloda 180 a 240 crediti

Secondo cicloda 60 a 120 crediti

Terzo ciclomediamente 3 anni

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THE EUROPEAN HIGHER EDUCATION AREAJoint declaration of the European Ministers of Education

Convened in Bologna on the 19th of June 1999

........................

We engage in co-ordinating our policies to reach in the short term, and in any case within the first deca-de of the third millennium, the following objectives, which we consider to be of primary relevance inorder to establish the European area of higher education and to promote the European system of highereducation world-wide:

� Adoption of a system of easily readable and comparable degrees, also through the implementationof the Diploma Supplement, in order to promote European citizens' employability and the internationalcompetitiveness of the European higher education system.

� Adoption of a system essentially based on two main cycles, undergraduate and graduate. Access tothe second cycle shall require successful completion of first cycle studies, lasting a minimum of threeyears. The degree awarded after the first cycle shall also be relevant to the European labour market asan appropriate level of qualification. The second cycle should lead to the master and/or doctoratedegree as in many European countries.

� Establishment of a system of credits - such as in the ECTS system - as a proper means of promotingthe most widespread student mobility. Credits could also be acquired in non-higher education contexts,including lifelong learning, provided they are recognised by receiving Universities concerned.

� Promotion of mobility by overcoming obstacles to the effective exercise of free movement with par-ticular attention to:- for students, access to study and training opportunities and to related services- for teachers, researchers and administrative staff, recognition and valorisation of periods spent in aEuropean contest researching, teaching and training, without prejudicing their statutory rights.

� Promotion of European co-operation in quality assurance with a view to develop comparable crite-ria and methodologies.

� Promotion of the necessary European dimensions in higher education, particularly with regards tocurricular development, inter-institutional co-operation, mobility schemes and integrated programmesof study, training and research.

We hereby undertake to attain these objectives - within the framework of our institutional competencesand taking full respect of the diversity of cultures, languages, national education systems and ofUniversity autonomy - to consolidate the European area of higher education. To that end, we will pur-sue the ways of intergovernmental co-operation, together with those of non governmental Europeanorganisations with competence on higher education. We expect Universities to again respond promptlyand positively and to contribute actively to the success of our endeavour.

Il Processo di Bologna

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Il documento

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paese Primo ciclo Secondo ciclo Terzo ciclo

ITALIA Laurea Laurea specialistica/ Dottorato di ricercamagistrale

AUSTRIA Bakkalaureus Magister/Diplom Doktor

BELGIO Bachelier/Bachelor Master Doctorat/Doctor

DANIMARCA Bachelorgrad Magistergrad PhD grad

ESTONIA Bakalaureusekraad Magistrikraad Doktorikraad

FINLANDIA Kandidaatti/ Maisteri/ Tohtori/ Kandidat Magister Doktor

FRANCIA Licence Diplôme de Master Doctorat

GERMANIA Bakkalaureat Diplom/ Doktorprüfung/Staatsexamen/ Promotion

Magister artium

IRLANDA Bachelor Master PhD

I titoli di studio italiani all’estero

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I nuovi titoli europei

Numerosi paesi europei, insieme con l’Italia, hanno riformato in questianni l’architettura degli studi superiori. Nel quadro del Processo diBologna i titoli accademici sono ora articolati su tre cicli. Il quadro che segue mostra la corrispondenza tra i titoli italiani e i titolidegli altri paesi europei

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paese Primo ciclo Secondo ciclo Terzo ciclo

LETTONIA Bakalaurs Magistrs Doktors

LITUANIA Bakalauras Magistras Daktaras

LUSSEMBURGO Bachelor Master Docteur

MALTA Bachelor Master PhD

OLANDA Bachelor Master PhD

POLONIA Licencjat / Magister / DoktorInzynier Lekarz

PORTOGALLO Bacharel Licenciado Doutor

REGNO UNITO Bachelor Master PhD

REP. CECA Bakalár / Magistr / Doktor / PhDBakalár umeni Magistr umeni

SLOVACCHIA Bakalár Magister Philosophiae doctor

SPAGNA Títulos universitarios Título oficial Doctorado oficiales de Grado de Màster

SVEZIA Kandidatexamen Magisterexamen Doktorsexamen

UNGHERIA Alapfokozat / Mesterfokozat / Doktori fokozatBaccalaureus Magister

Il Processo di Bologna

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Mi chiamo Lorenzo Paolasini, ho 26anni (quasi) e nel febbraio 2004 misono laureato in Economia e com-

mercio, con indirizzo in Intermediari finan-ziari; voto: 107/110.Durante il mio percorso di studi ho parteci-pato (nell’anno accademico. 2001-2002) alprogramma di scambio internazionaleSocrates-Erasmus presso l’Università diStoccolma, in Svezia.

Lorenzo, com'è andata la tua esperienzadi studente Erasmus in Svezia?Un'esperienza indimenticabile. Indimenti-cabile sotto il profilo educativo, culturale epersonale.

Ma che cos'è, in concreto, il programmaErasmus?Erasmus è un'azione di Socrates, il pro-gramma comunitario in materia d'istru-zione, il cui scopo è quello di stimolare lacooperazione internazionale fra gli istitutidi istruzione superiore, di accrescere lamobilità degli studenti e di migliorare latrasparenza e il pieno riconoscimento acca-demico delle attività svolte all'estero.

Erasmus permette agli studenti di trascor-rere un periodo di studio da tre mesi a unintero anno accademico in uno dei paesipartecipanti al Programma; abbraccia tuttele discipline e i livelli di studio.

Ne vale la pena?La bellezza di Erasmus nasce dal confrontodei diversi piani e metodi di studio, dall'im-parare o perfezionare una lingua straniera,dallo scambio di opinioni ed esperienze constudenti di culture diverse. Si coglie l'occasione di vivere da soli, diincontrare altri giovani di tutto il mondo, siacquisisce autonomia e s’impara così la tol-leranza e il rispetto dell'altro. Tutti questi elementi fanno dell'Erasmusun'esperienza unica: da non trascurare ilfatto che Erasmus arricchisce il curriculumaccademico di ogni studente.

Ti hanno riconosciuto gli esami?A livello educativo, oltre all'innovativo edefficiente sistema universitario svedese, citengo a sottolineare la disponibilità delcoordinatore italiano ad accettare il miopiano di studi all'estero e, conseguente-

Lode ad Erasmus

Il racconto di un ex-borsista

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L ’ e s p e r i e n z aall’estero mi ha aiu-tato a inserirmi inuna grande azienda

mente, a riconoscere senza problemi i risul-tati ottenuti.Questo anche grazie ad accordi specifici trail responsabile della mia università (Uni-versità politecnica delle Marche, Ancona) eil suo corrispondente estero.Data una situazione di fatto, quale la nonperfetta similarità dei corsi esteri disponi-bili con quelli dell'università in Italia,l'unica scelta logica per rendere possibile loscambio è quella di accettare eventuali pic-cole discrepanze (comunque il campo distudi rimane lo stesso: un esame di econo-mia per un esame di economia, diritto perdiritto).Si accetta una corrispondenza non puntualetra gli esami a vantaggio di un'esperienzacomunque tecnica-mente valida dalpunto di vista edu-cativo (lievementediversa, non peg-giore) e che per-mette una crescitaculturale (padro-nanza vera dellalingua inglese,conoscenza di unpaese di tradizionie cultura differenti,confronto con gio-

vani di varie e diverse nazionalità, europeee non) e personale (vivere all'estero e impa-rare a cavarsela senza la mamma). Unagrande esperienza.

Ti è servita l'esperienza Erasmus?La conoscenza dell’inglese (e di uno spa-gnolo più che maccheronico ma comunqueutile), l’interesse per diverse culture (e lacapacità di raffrontarcisi), così come ladisponibilità a viaggiare (tutti interessi ecapacità sviluppati grazie all’Erasmus), mihanno aiutato a inserirmi (presto stabil-mente…) in una grande azienda leadermondiale nel campo del riscaldamento-acqua e climatizzazione.Il mio lavoro (area manager junior - ufficio

estero) consiste nelgestire attivamentei rapporti con iclienti; questocomprende stretti econtinui contatti(via telefono, e-mail, ecc.) e incon-tri personali (danoi o, più spesso,in visita all'estero)oltre che partecipa-zioni a fiere e atti-vità promozionali.

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Stoccolma

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I titoli di studio italiani all’estero

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La libera circolazione dei lavoratori èsempre stato uno dei principaliobiettivi del lungo processo di

costruzione dell’Europa unita, dalle originidella Comunità economica europea con ilTrattato di Roma del 1957, fino alla realiz-zazione del mercato unico con il Trattato diMaastricht nel 1993 e alla nascita del-l'Unione europea (Ue).L'obiettivo è stato raggiunto attraversotappe successive. Si è via via realizzata lalibera circolazione delle persone e dei lavo-ratori subordinati, la caduta delle barriere,il superamento delle discriminazioni e suc-cessivamente, a partire dal 1975, la con-creta affermazione del diritto di stabili-mento e di prestazione dei servizi all'esteroanche per i lavoratori autonomi e per iliberi professionisti.Il presupposto indispensabile per la liberacircolazione dei professionisti è il reci-proco riconoscimento dei titoli di studioconseguiti e delle abilitazioni all'eserciziodell’attività professionale. Lo strumento utilizzato nella Comunità peril conseguimento di questi obiettivi è laDirettiva, una norma che vincola il paese

membro per quanto riguarda il risultato daraggiungere, salvo restando la competenzadegli organi nazionali in merito alla formae ai mezzi. In concreto il diritto alla libera circolazioneprevede che qualsiasi cittadino dell’Uepossa recarsi nel territorio di un altro paesemembro per lavorare o per cercare unimpiego, sia nel settore privato (imprese,commercio e servizi, libere professioni)che nel settore pubblico (sanità, istruzione,servizi pubblici, ecc.). In caso di accogli-mento della domanda di assunzione si ha ildiritto a trasferirsi nel paese in questione einiziare l’attività. Tra un paese e l'altro esistono però differenzerilevanti tra i percorsi di studio e i sistemi diabilitazione professionale. Talvolta è difficilefar riconoscere il giusto valore alla propriaformazione o spiegare quali sono le propriecompetenze professionali. È per questa ragione che l'Ue ha istituitodei meccanismi di riconoscimento profes-sionale che consistono nell'accettazionereciproca delle qualifiche e dei titoli pro-fessionali necessari per esercitare una pro-fessione.

Le professioni riconosciute

Sei architetto, infermiere, biologo, assistente sociale, avvocato o un altro professionista?Hai un’abilitazione professionale e vuoi lavorare anche all’estero?Il riconoscimento all'estero del titolo professionale è un tuo diritto.Ti raccontiamo come si è arrivati a realizzare la libera circolazione dei professionisti equali sono le regole da conoscere.

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La libera circolazione dei professionisti

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Il principio di base da cui partire èche qualsiasi cittadino dell’Ue, pie-namente qualificato a esercitare unaspecifica professione nel propriopaese di origine, possa esercitare lastessa anche in un altro paese mem-bro (cosiddetto paese ospitante)senza dover abilitarsi di nuovo. Tale principio si applica alle profes-sioni regolamentate, quelle cioè percui la legge prescrive il possesso dideterminati titoli e il superamento diprove di abilitazione professionale,come ad esempio le professioni diavvocato, commercialista, inse-gnante, fisioterapista, biologo, inge-gnere e tante altre.

La legislazione comunitariaIl riconoscimento professionale èl’accettazione delle qualifiche pro-fessionali di una persona, necessarieper praticare un'attività professio-nale. A livello europeo è previsto unsistema generale di riconoscimentodei titoli che si applica a tutte le pro-fessioni regolamentate e ai lavora-tori, sia dipendenti che autonomi,cittadini di un paese membro. Il sistema generale comprende laDirettiva 89/48/Cee, relativa a unsistema di riconoscimento dei diplomi diistruzione superiore che attestano forma-zioni professionali di una durata minima ditre anni, e la Direttiva complementare

92/51/Cee, che si applica ai titoli professio-nali più brevi, di durata inferiore ai tre anni. Tali direttive non individuano le singoleprofessioni alle quali applicare il sistemama forniscono la definizione generale di

Le professioni riconosciute

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I titoli di studio italiani all’estero

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professione regolamentata. Il campo diapplicazione delle direttive varia, quindi,da paese a paese e comprende un numero diprofessioni variabile anche all'interno delsingolo paese in funzione di una possibileevoluzione normativa.Il sistema generale non prevede il ricono-scimento automatico delle qualifiche pro-fessionali acquisite in un altro paese mem-bro. La richiesta dovrà essere presentataindividualmente, specificando chiara-mente qual è la professione che si desideraesercitare. Esistono anche alcune direttive settorialiche disciplinano il riconoscimento dei titoliche autorizzano l'esercizio delle profes-sioni di infermiere, dentista, veterinario,ostetrica, farmacista, medico e architetto.Molte di loro prevedono anche un'armoniz-zazione preventiva della formazione d'ac-cesso alle singole professioni. In questocaso ogni paese membro, quando deve pro-gettare i piani di studio per la formazionedel personale sanitario, è vincolato alleindicazioni previste dalle direttive. Particolarmente interessante è la Direttiva98/5/CE che regola il diritto di stabilimentodegli avvocati e che subordina il riconosci-mento, in alternativa alla prova attitudinaledi conoscenza del diritto nazionale, a untirocinio di tre anni in uno studio legalenazionale.La Direttiva 1999/42/CE regola il reci-proco riconoscimento delle qualifichebasate sull'esperienza professionale matu-rata nel paese di provenienza. Si tratta diattività artigianali, commerciali e indu-

striali che non richiedono necessariamenteil possesso di una specifica formazioneprofessionale ma sono basate anche suconoscenze e abilità maturate tramitel’esperienza professionale.Nel caso in cui la professione che si intendeesercitare all'estero non sia regolamentatanel paese ospitante, il riconoscimento deltitolo non sarà necessario e nessun ostacologiuridico legato alla propria formazione oqualifica potrà essere invocato per impe-dire di andare a lavorare in tale paese. Nel 2005, facendo tesoro dell'esperienzamaturata, è stata approvata la nuova Diret-tiva 2005/36/Ce relativa al riconoscimentodelle qualifiche professionali. Essa sostitui-sce tutte le precedenti direttive e si proponedi rendere più semplici le procedure.

La procedura di riconoscimentoPer ottenere il riconoscimento del propriotitolo occorre presentare una domandaall'autorità competente del paese ospitante.Tale autorità verifica: - che la professione regolamentata che si

intende esercitare nel paese membro ospi-tante sia la stessa per il cui esercizio lapersona possiede tutti i titoli richiesti nelpaese di provenienza;

- che la durata e il contenuto della forma-zione non presentino differenze sostan-ziali con la durata e il contenuto di quellarichiesta nel paese ospitante.

Se si tratta della stessa professione e le for-mazioni sono sostanzialmente simili, l'auto-rità competente riconosce i titoli presentati.

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Le professioni riconosciute

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Se invece la stessa autorità dimostra che esi-stono differenze sostanziali nelle professionioppure nella durata o nel contenuto delle for-mazioni, allora può esigere una misura dicompensazione. Tale misura si applica indeterminate situazioni. Se la durata delle for-mazioni differisce di almeno un anno, adesempio, l'autorità competente può esigereche la persona dimostri un'esperienza profes-sionale (della durata variabile da uno a quat-tro anni). In caso di differenze sostanziali trale professioni o nel contenuto delle forma-zioni, l'autorità competente può imporre untirocinio o un esame (di regola a scelta delrichiedente) da svolgersi presso strutturericonosciute dalle autorità pubbliche. laprova può essere sostenuta per due volte, laseconda dopo un periodo di sei mesi. In tuttii casi, però, può imporre una sola misura di

compensazione. Deve inoltre tener contodell'esperienza professionale eventualmenteacquisita nel paese di provenienza o in qual-siasi altro paese membro. Tale esperienzapotrà semplificare la misura di compensa-zione prevista o evitarne l'applicazione. Se la professione per la quale è richiesto ilriconoscimento dei titoli, invece, non éregolamentata nel paese di provenienza,l'autorità competente potrà esigere il pos-sesso di un'esperienza professionale di dueanni (in questo caso potrà essere utile for-nire anche un certificato attestante che l'in-teressato ha esercitato la professione perdue anni, almeno negli ultimi dieci anni).Infine, se il diploma è stato ottenuto in unpaese non membro dell'Ue ed è già statoriconosciuto in un paese membro nel qualela professione è stata esercitata, il diploma

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I titoli di studio italiani all’estero

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potrà essere riconosciuto anche nel paeseospitante. L'autorità competente dispone di quattromesi per esaminare la domanda e prendereuna decisione. Essa può alternativamente:riconoscere i titoli; subordinare il ricono-scimento a una misura di compensazione;respingere la domanda. La decisione che rigetta la domanda oimpone una misura di compensazione deveindicarne i motivi. Si ha naturalmente ildiritto - in caso di rifiuto - di fare ricorso. Il ricorso giudiziario consentirà di verifi-care se la decisione di rigetto è conforme aldiritto comunitario. Le domande di riconoscimento vanno indi-rizzate all'autorità competente a ricevere etrattare le domande relative alla profes-sione regolamentata che il richiedenteintende esercitare. Per identificare l'autoritàcompetente e avere la lista dei documentida presentare ci si può rivolgere al punto dicontatto del paese ospitante. In linea di massima non vengono impostiesami per accertare la conoscenza della lin-

gua. Tuttavia, il paese ospitante può richie-dere conoscenze relative alla propria lin-gua, qualora queste siano giustificate dallanatura stessa della professione che si desi-dera esercitare. In ogni caso, le conoscenzelinguistiche richieste non possono andare aldi là di ciò che è obiettivamente necessarioall'esercizio della professione in questione.Inoltre, in ogni caso, indipendentementedalla professione regolamentata in que-stione, il fascicolo sarà trattato nella linguadel paese ospitante e all'occorrenza, se èrichiesta una prova attitudinale, essa sisvolgerà nella lingua di tale paese. I documenti dovranno essere forniti in ori-ginale o in copia autenticata. Il paese ospitante può esigere che i docu-menti presentati a sostegno della richiestasiano tradotti nella lingua ufficiale o in unadelle lingue ufficiali del paese ospitante. Inoltre, il paese ospitante può esigere che latraduzione di questi documenti sia effettuatada un traduttore giurato o riconosciuto daun'autorità competente di tale paese. Potrà essere chiesto il pagamento dellespese amministrative per registrare ladomanda, per esaminarla e, se necessario,per organizzare l'esame o il tirocinio.

Più informazioni?- il portale “la tua Europa”:http://europa.eu.int/youreurope/index_it.html- i titoli professionali: http://europa.eu.int/comm/internal_market/

qualifications/ (in inglese, francese o tedesco).- Il Dipartimento delle politiche comunitariehttp://www.politichecomunitarie.it/

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Le professioni riconosciute

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ProfessioniAgrotecnico; assistente sociale; attuario; avvocato; bio-logo; chimico; consulente del lavoro; dottore agronomo edottore forestale; dottore commercialista; geologo; geo-metra; giornalista; ingegnere; perito agrario; perito indu-striale; psicologo; ragioniere e perito commerciale; revi-sore contabile; tecnologo alimentare

Assistente sanitario; dietista; educatore professionale; far-macista; fisioterapista; igienista dentale; infermiere; infer-miere pediatrico; logopedista; medico-chirurgo; medico-chirurgo specialista; odontoiatra; odontotecnico; ortotti-sta-assistente di oftalmologia; ostetrica/o; ottico; podo-logo; tecnico audiometrista; tecnico audioprotesista; tec-nico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi dilavoro; tecnico della riabilitazione psichiatrica; tecnico difisiopatologia cardiocircolatoria; tecnico di neurofisiopa-tologia; tecnico ortopedico; tecnico sanitario di laboratoriobiomedico; tecnico sanitario di radiologia medica; terapi-sta della neuro-e-psicomotricità dell'età evolutiva; terapi-sta occupazionale; veterinario

Docente di scuola materna; docente di scuola elementare;docente di scuola secondaria; docente negli istituti di for-mazione superiore artistica e musicale; professioni del-l'architettura; enologo; ricercatore universitario

Consulente della proprietà industriale; mediatore di commercio; periti ed esperti; guida turistica e altri operatori del turismo; servizi di pulizie; attività di autori-parazione; impiantistica

Estetista; attività basate su una formazione professionaledi livello secondario

Guida alpina; guida speleologica; istruttore nautico; maestro di sci

Istruttori di guida; insegnanti di teoria

Promotori finanziari

Autorità competenti Ministero della giustizia

Ministero della salute

Ministero dell'istruzione, università e ricerca

Ministero delle attività produttive

Ministero del lavoro e delle politichesociali

Ministero per beni e attività culturali

Ministero infrastrutture e trasporti

Consob

Professioni regolate in Italia

Elenco delle professioni regolate oggetto delle direttive comunitarie e delle rispettiveautorità italiane competenti per il riconoscimento

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Il Naric tedesco si chiama Zentralstellefür ausländisches bildungswesen (Zab)e dipende dalla Conferenza permanente

dei Ministri dell'educazione e della culturanella Repubblica federale di Germania. Lo Zab informa sul riconoscimento deititoli di studio esteri e dà consulenza alleautorità tedesche per la redazione diaccordi bilaterali in materia di reciprocoriconoscimento dei titoli di studio.Peter Oberschelp, il direttore, e TatjanaJurek (nella foto), la responsabile delleinformazioni sul sistema italiano, spie-gano il sistema tedesco di istruzione supe-riore e le diverse norme che regolano ilriconoscimento in Germania dei titoli distudio esteri.L'istruzione superiore tedesca si articola dasempre in un sistema binario, vale a dire indue settori distinti, quello universitario lecui istituzioni (universitäten e hochschulen)offrono corsi di natura accademica, caratte-rizzati dall'approfondimento teorico dellevaie materie, e quello non-universitariodelle fachochschulen (scuole superiori aindirizzo specialistico) con corsi a orienta-mento applicativo e professionalizzante.

Tradizionalmente i corsi italiani di istru-zione superiore, sia universitari che arti-stici, trovavano una migliore corrispon-denza nel vostro settore universitariopiuttosto che nei corsi delle fachochschu-len. Ti risulta che questa conclusione siatuttora valida, dopo la riforma del 1999che ha trasformato notevolmente ilsistema universitario italiano?La risposta è senz'altro affermativa. Infattiè vero che le lauree del vostro attualesistema possono avere un orientamentoprofessionalizzante e che in fase di attiva-zione le università sono tenute a preve-derne in modo concreto i relativi sbocchiprofessionali, mentre in passato il vostrosistema universitario si distingueva per lapropria impostazione fortemente accade-mico-scientifica. Tuttavia bisogna conside-rare che la riforma di Bologna ha prodottodelle trasformazioni anche nel sistema uni-versitario tedesco. Per esempio, noi pureabbiamo introdotto corsi di studio piùbrevi, articolati su due cicli: i corsi dibachelor, ben comparabili con le laureeitaliane, e i nuovi corsi di master , dellivello delle lauree specialistiche italiane.

I titoli italiani in Germania

Intervista al centro Naric tedesco

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Il Processo diBologna ha prodot-to trasformazioninel sistema tedesco

E cosa ne è stato dei vostri corsi universi-tari lunghi (per lo più di cinque anni),che si concludevano con il magister, ildiplom o lo staatsexamen?I corsi tradizionali di lunga durata sono tut-tora presenti nelle università tedesche. Glistudi di diplom si concentrano su un unicocampo disciplinare (per es. economia, inge-gneria, psicologia, ecc.), mentre i corsi di

magister consentono la combinazione didiversi ambiti disciplinari, generalmenteuno principale (hauptfach) e due secondari(nebenfaecher), oppure due campi diuguale portata. Gli studi che si concludonocon uno staatsexamen riguardano i settoriche conducono alle professioni regolamen-tate quali l'insegnamento, il medico, il far-macista, ecc.

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Berlino

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Gli studenti italiani interessati a prose-guire gli studi in Germania hanno dun-que parecchie opportunità.Sì. Uno studente italiano in possesso dellamaturità può essere ammesso sia ai vecchicorsi sia ai nuovi corsi di bachelor. Chi hauna laurea triennale, viene ammesso confacilità ai nuovi corsi master dal momentoche la sua laurea è ritenuta dello stessolivello del bachelor; volendo, può anchechiedere l'ammissione a uno degli ultimianni dei nostri corsi quinquennali (quelli dimagister, diplom, o staatsexamen): otterràdalle università l'abbreviazione del corsoprescelto, sempre che nel curriculum dellalaurea ci siano materie presenti anche nelpiano di studi del corso tedesco. Infinecoloro che sono titolari di una laurea spe-cialistica o di una laurea del vecchio ordi-namento si possono inserire nei corsi didottorato (promotion) o in quelli di aufbau-studium, simili ai corsi di perfezionamentodel sistema italiano.

Anche in Germania, come nella maggio-ranza dei paesi dell'Ue, il riconoscimentodei titoli accademici è piuttosto semplicequando ha lo scopo di consentire la conti-nuazione degli studi nel vostro paese. Èsempre così o questa facilità riguardasolo i titoli universitari italiani?

Si tratta di una procedura generalizzata, cherisponde allo spirito delle Convenzioniinternazionali del Consiglio d'Europa e del-l'Unesco in materia di riconoscimento deititoli; la Germania le ha ratificate tutte conla sola eccezione della Convenzione diLisbona del 1997. Per quanto riguarda l'Ita-lia, la cooperazione culturale fra i nostridue paesi è tale che ha dato luogo a unaccordo bilaterale firmato a Bonn nel 1993;esso sancisce il reciproco riconoscimentodei titoli di studio superiori proprio perfacilitare la prosecuzione degli studi alivelli più avanzati, e viene ancora appli-cato ai titoli del vecchio ordinamento uni-versitario italiano.

Se un laureato italiano viene in Germa-nia per motivi di lavoro, come deve rego-larsi per ottenere il riconoscimento delsuo titolo accademico? In Germania non esistono procedure corri-spondenti all'equipollenza italiana, allahomologacion spagnola o alla nostrifizie-rung austriaca. Se un ente pubblico o pri-vato (ad esempio un Ministero, le ammini-strazioni pubbliche, le istituzioni, i datoridi lavoro, ecc.) deve valutare un titoloestero ai fini lavorativi e si trova in imba-razzo, può chiedere un parere allo Zab che,oltre a fornire informazioni, si esprime

Con una Laureatriennale italiana siha facile accesso ainuovi corsi Master

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Abbiamo rilasciatoparecchi certificatidi equipollenza suititoli italiani

sulla corrispondenza del titolo in questionerispetto al sistema tedesco. Si tratta dei nostri cosiddetti certificati diequipollenza; nel corso degli anni neabbiamo rilasciati parecchi sui titoli acca-demici italiani!

Come devono comportarsi i cittadini ita-liani in possesso di titoli professionali checonsentono l'esercizio di professioniregolamentate quali, per esempio, quelle

di estetista, fisioterapista, ingegnere,parrucchiere, avvocato, medico?Possono rivolgersi allo Zab, che svolge siale funzioni di Naric che di contact point perle direttive dell'Ue. Per ogni professione noiindichiamo qual è l'autorità competente acui va indirizzata la domanda di riconosci-mento professionale nel Land in cui l'inte-ressato già risiede o intende stabilirsi. Indi-chiamo anche quale direttiva dell'Ue vieneapplicata in ciascun singolo caso.

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Lo staff del Naric tedesco: Peter Oberschelp e Tatjana Jurek

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I titoli di studio italiani all’estero

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Lo studente e il professionista chehanno conseguito in Italia titoli acca-demici e professionali hanno diritto a

vederli riconosciuti nel paese estero in cuisi rechino per ragioni di studio o di lavoro.

In molti paesi esiste un centro nazionaled'informazione sul riconoscimento deititoli di studio conseguiti all'estero. Chi èinteressato a veder riconosciuti all'estero ipropri titoli può rivolgersi direttamente alcentro d'informazione nel paese in cuiintende trasferirsi per studio o lavoro:otterrà informazioni sulle opportunità diriconoscimento e sulle procedure previste.

I centri nazionali d'informazione sono col-legati da due reti europee.

La rete NaricLa rete Naric (National academic recogni-tion information centres) è nata nel 1984per iniziativa della Commissione europea. Collega i centri d'informazione designati

dalle autorità nazionali dei paesi membridell'Unione europea. La rete opera all'in-terno del programma comunitario Socra-tes/Erasmus che ha l'obiettivo di promuo-vere la cooperazione universitaria europeae la mobilità accademica di studenti edocenti.

La rete EnicLa rete Enic (European network of nationalinformation centres on academic recogni-tion and mobility) collega i centri nazionalid'informazione designati dalle autoritànazionali dei paesi membri della Conven-zione culturale europea del Consiglio d'Eu-ropa e della Regione Europa dell'Unesco.La rete promuove il riconoscimento deititoli esteri, la mobilità accademica interna-zionale e l'applicazione della Convenzionedi Lisbona sul riconoscimento dei titoliaccademici.

Per maggiori informazioni:www.enic-naric.net

Naric ed EnicI centri nazionali d’informazione sul riconoscimento dei titoli esteri

Devi far riconoscere il tuo titolo all’estero?

Vuoi sapere come fare?

Puoi rivolgerti ai centri Naric ed Enic

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I centri Naric ed Enic

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Directorate of Higher Education and Recognition of DiplomasDurresi Street nr 23 Tirana, AlbaniaPhone: +355 4 22 79 75 E-mail: [email protected] site: http://www.mash.gov.al Contact person: Dr. Agim Mucas

AEI National Office of Overseas Skills Recognition (AEI-NOOSR)Department of Education, Science and TrainingGPO Box 1407 Canberra ACT 2601, AustraliaPhone: +61 2 6240 7628 E-mail: [email protected] site: aei.dest.gov.au/AEI/QualificationsRecognition/Default.htm Contact person: Ms. Mary Finlay

ENIC NARIC AustriaFederal Ministry of Education, Science and CultureTeinfaltstrasse 8, A-1014 Wien, ÖsterreichPhone: +43 1 531 20 5922 E-mail: [email protected] site: http://www.bmbwk.gv.at/naric Contact person: Dr. Heinz Kasparovsky

NARIC-FlandersDepartment of Education, Higher Education AdministrationNARIC-Vlaanderen, Hendrik ConsciencegebouwToren A 7, Koning Albert II-laan 15 B-1210 Brussels, BelgiumPhone: +32 2 553 98 19 E-mail: [email protected] site: www.ond.vlaanderen.be/hogeronderwijs/interna/Naricdefault.htm Contact person: Mr. Erwin Malfroy

NARIC of the Belgian French CommunityDirection générale de l'enseignement non obligatoire et de la recherchescientifiqueRue A. Lavallée 1 B-1080 Bruxelles, BelgiquePhone: +32-2-690 87 03 E-mail: [email protected] site: www.enseignement.be/infosup/ Contact person: Mme Chantal Kaufmann

Indirizzi dei Centri Naric ed Enic

ALBANIA

AUSTRALIA

AUSTRIA

BELGIO

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I titoli di studio italiani all’estero

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National Information Centre for Academic Recognition and MobilityMinistry of Education and Science2A Kniaz Dondukov Bld. 1000 Sofia, BulgariaPhone: +359 2 92 17 635 E-mail: [email protected] site: www.minedu.government.bg Contact person: Dr. Rossitza Velinova

Canadian Information Centre for International Credentials (CICIC)95 St. Clair Avenue West, Suite 1106 Toronto, Ontario, Canada M4V 1N6Phone: +1-416-962-8100 ext. 242 E-mail: [email protected] site: www.cicic.ca/ Contact person: Mr. Yves Beaudin

Agency for Science and Higher EducationCroatian ENIC/NARIC officeSavska cesta 41/VIII 10000 Zagreb, CroatiaPhone: +385 1 4594385, +385 1 4594 374 E-mail: [email protected] site: www.mzos.hr/ENIC/ Contact person: Ms. Emita Blagdan

Cypriot Council for the Recognition of Higher Education QualificationsP.C 12758, 2252 Nicosia, Cyprus Phone: +357 22 402 472; +357 22 402 473 E-mail: [email protected] site: www.moec.gov.cy/kysats.html Contact person: Professor Elpida Keraunou-Papailiou

Danish Centre for Assessment of Foreign Qualifications (CVUU)Fiolstræde 44 1171 Copenhagen K, Denmark Phone: +45 33 95 70 00 Fax: +45 33 33 95 70 01E-mail: [email protected] site: www.cvuu.dk/ Contact person: Anne-Kathrine Mandrup

Estonian ENIC/NARICFoundation ArchimedesL.Koidula 13A 10125 Tallinn, EstoniaPhone: +372 696 24 15 Fax: +372 696 24 19 E-mail: [email protected] Web site: www.socrates.ee/et/enicnaric.html Contact person: Gunnar Vaht

BULGARIA

CANADA

CROAZIA

CIPRO

DANIMARCA

ESTONIA

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I centri Naric ed Enic

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National Information Centre for Academic Recognition and MobilityMikluho-Maklaya St. 6, RUDN, 117593 Moscow, Russia Phone: +07 095 958-2881, 955-0818 E-mail: [email protected] Web site: http://www.russianenic.ru Contact person: Gennady Lukichev

Finnish National Board of EducationPO Box 380, SF-00531 Helsinki, FinlandPhone: +358 9 774 775 Fax: +358 9 7747 7201 E-mail: [email protected] site: www.oph.fi/info/recognition Contact person: Ms. Carita Blomqvist

Centre international d'études pédagogiquesENIC-NARIC France CIEP 4rue Danton 75006 Paris, FrancePhone: +33 1 55 55 04 28 E-mail: [email protected] site: www.ciep.fr/enic-naricfr/ Contact person: Mme Françoise Profit

Central Office for Foreign Education in the Secretariat of the Standing Confe-rence of the Ministers of Education and Cultural Affairs in the Federal Republicof GermanyP.O. Box 2240, D-53012 Bonn, GermanyPhone: +49 228 501 264 E-mail: [email protected] site: www.kmk.org/zab/home.htm Contact person: Dr. Holger Conrad

D.O.A.T.A.P. - Hellenic NARIC223 Messogion Avenue GR-11525 Athens, GreecePhone: +30 210 67 56362 E-mail: [email protected] site: www.dikatsa.gr Contact person: Mr. George Leontaris

Institute of Technological Education (I.T.E.), Ministry of National Educationand Religious Affairs56, Syngrou Ave., Gr-11742 Athens, GreecePhone: +30 2 10 92 21 000 E-mail: [email protected] site: http://www.ypepth.gr Contact person: Dr. Basilios Kotsakis

FEDERAZIONE RUSSA

FINLANDIA

FRANCIA

GERMANIA

GRECIA

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I titoli di studio italiani all’estero

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National Qualifications Authority of Ireland5th Floor Jervis HouseJervis Street - Dublin 1, IrelandPhone: +353 1 887 1500 E-mail: [email protected] site: www.nqai.ie Contact person: Ms. Carmel Kelly

Department for Evaluation of Foreign Academic DegreesMinistry of Education, Culture and Sport2 Devora Haneviah Street - Jerusalem, Israel 91911Phone: +972 2 560 2853/63 E-mail: [email protected] site: www.education.gov.il/ Contact person: Dr. Yaffa Gev

CIMEA - Centro di informazione sulla mobilità e le equivalenze accademicheFondazione RuiViale Ventuno Aprile, 36 I - 00162 Rome, ItalyPhone: +39-06-863 21 281 E-mail: [email protected] site: www.cimea.it/ Contact person: Carlo Finocchietti

Academic Information Centre (Latvian ENIC/NARIC)Valnu iela 2, 1050 Riga, LatviaPhone: +371 7 225 155 E-mail: [email protected] site: www.aic.lv/ Contact person: Ms. Baiba Ramina

Centre for Quality Assessment in Higher Education (Lithuanian ENIC/NARIC)Suvalku Str. 1, LT-03106 Vilnius, LithuaniaPhone: +370 5 210 47 77 E-mail: [email protected] site: www.skvc.lt/ Contact person: Darius Tamosiunas

IRLANDA

ISRAELE

ITALIA

LETTONIA

LITUANIA

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La libera circolazione dei professionisti

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Ministry of Culture, Higher Education and Research18-20, Montée de la PétrusseL-2912 LuxembourgPhone: +352 478-5139 E-mail: [email protected] site: www.cedies.public.lu Contact person: Mr. Jean Tagliaferri

Malta Qualification Recognition Information Centre Ministry of Education Room No 328Great Siege Road Floriana, MaltaPhone: +356 21 240419 E-mail: [email protected] site: www.education.gov.mt/ Contact person: Anthony DeGiovanni

NOKUT - Norwegian Agency for Quality Assurance in EducationP.O. Box 1708 Vika 0121 Oslo, NorwayPhone: +47 21 02 18 60 E-mail: [email protected] Web site: www.nokut.no/ Contact person: Ms. Anne Marie Heszlein

New Zealand Qualifications AuthorityPO Box 160, Wellington 6015New ZealandPhone: +64-4-804 3413 E-mail: [email protected] site: www.nzqa.govt.nz/ Contact person: Mrs. Pamela Hulston

Centre for International Recognition and Certification (CIRC)Kortenaerkade 11, Postbus 29 777 2502 LT Den Haag, The NetherlandsPhone: +31 70 426 0270 E-mail: [email protected] site: www.nuffic.nl Contact person: Mr. Jindra Divis

I centri Naric ed Enic

LUSSEMBURGO

MALTA

NORVEGIA

NUOVA ZELANDA

PAESI BASSI

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I titoli di studio italiani all’estero

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Bureau for Academic Recognition and International Exchangeul. Smolna 13, 00-375 Warszawa, PolandPhone: +48 22 828 81 61 E-mail: [email protected] site: www.buwiwm.edu.pl Contact person: Mrs. Ewa Majdowska

NARIC PortugalAv. Duque d’Ávila no. 137- 2° 1069-016 Lisboa, PortugalPhone: +351 21 312 6098 E-mail: [email protected] site: http://www.naricportugal.pt/naric/ Contact person: Ms. Manuela Paiva

The National Recognition Information Centre - UK NaricOriel House, Oriel Road, Cheltenham, GloucestershireGL50 1XP, United KingdomPhone: +44 870 990 4088 E-mail: [email protected] site: www.naric.org.uk/ Contact person: Dr. Cloud Bai Yun

Centre for Equivalence of DiplomasU Luzického semináre 1311 800 Praha 1 - Czech RepublicPhone: +420 257 530 500, +420 257 011 335 E-mail: [email protected] site: www.naric.cz Contact person: Stepánka Skuhrová

Centre for Equivalence of Diplomas, Institute of Information andPrognoses of EducationStaré Grunty 52, SR-842 44 Bratislava, Slovak RepublicPhone: +421 2 6542 6521 E-mail: [email protected] site: www.uips.sk/ Contact person: Mr Peter Plavcan

POLONIA

PORTOGALLO

REGNO UNITO

REPUBBLICA CECA

REPUBBLICA SLOVACCA

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National Centre for Recognition and Equivalence of Diplomas Granted Abroad28-30 G-ral Berthelot010168 Bucharest, RomaniaPhone: +40 21 313 26 77 E-mail: [email protected] site: www.edu.ro/cnred1b.htm Contact person: Mrs. Daniela Girbea

Dipartimento Pubblica IstruzioneContrada Omerelli 23 47890 Repubblica di San MarinoPhone: +378-0549882550 E-mail: [email protected] person: Mr. Filiberto Bernardi

Congregatio de Institutione Catholica00120 Roma, Città del VaticanoPhone: +39 06 69 88 41 67 E-mail: [email protected] site: www.vatican.va/ Contact person: Rev. Pascale Ide

Ministry of Higher Education, Science and Technology, EducationRecognition OfficeTrg OF 13, 1000 Ljubljana, SI SloveniaPhone: +386 1 478 47 45 E-mail: [email protected] site: www.mvzt.gov.si/index.php?id=345 Contact person: Ms. Polona Miklavc Valencic

Subdirección General de Títulos, Convalidaciones y Homologaciones Paseo del Prado, 28 28014 Madrid, SpainPhone: +34 91 506 5593 E-mail: [email protected] site: www.mec.es/index.html Contact person: Ms. Nieves Trelles

I centri Naric ed Enic

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ROMANIA

SAN MARINO

SANTA SEDE

SLOVENIA

SPAGNA

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National Agency for Higher EducationLuntmakargatan 13PO Box 7851 SE-103 99 Stockholm, SwedenPhone: +46 8 56 30 85 00 E-mail: [email protected] site: www.hsv.se/ Contact person: Mr. Lars Petersson

Swiss ENIC, Recognition Information CentreRectors' Conference of the Swiss Universities Swiss ENIC Sennweg 2 CH-3012 Bern, Switzerland Phone: +41 31 306 60 32 E-mail: [email protected] site: www.crus.ch/engl/enic/ Contact person: Ms. Christine Gehrig

Turkish NARIC OfficeThe Council of Higher Education (YOK) Bilkent, Ankara European Union OfficePhone: +90 312 298 7227 E-mail: [email protected] person: Ms. Deniz Ates

Ministry of Education, Hungarian Equivalence and Information CentreBudapest, Szalay u. 10-14., H-1055 HungaryPhone: +36 1 473 7321 E-mail: [email protected] site: www.naric.hu/ Contact person: Dr. Gábor Mészáros

United States Network for Education Information (USNEI)/US ENICInternational Affairs Office/OS, U.S. Department of Education 400Maryland Avenue, SW, Washington, DC 20202-8401, USA Phone: +1 202 401 3710 E-mail: [email protected] site:www.ed.gov/NLE/USNEI/ Contact person: Dr. E. Stephen Hunt, Ph.D

I titoli di studio italiani all’estero

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SVEZIA

SVIZZERA

TURCHIA

UNGHERIA

USA

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