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Premessa Il PON Sicurezza 2007-2013 nel contesto delle Politiche di Coesione Europea Catania 12...

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Premessa Il PON Sicurezza 2007-2013 Il PON Sicurezza 2007-2013 nel contesto delle nel contesto delle Politiche di Coesione Politiche di Coesione Europea Europea Catania 12 febbraio Catania 12 febbraio 2010 2010 Antonio Lombardo Antonio Lombardo Antonella Gallucci Antonella Gallucci Paola Sorbelli Paola Sorbelli
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Page 1: Premessa Il PON Sicurezza 2007-2013 nel contesto delle Politiche di Coesione Europea Catania 12 febbraio 2010 Antonio Lombardo Antonella Gallucci Paola.

PremessaIl PON Sicurezza 2007-Il PON Sicurezza 2007-2013 2013 nel contesto dellenel contesto dellePolitiche di Coesione Politiche di Coesione EuropeaEuropea

Catania 12 febbraio Catania 12 febbraio 20102010

Antonio LombardoAntonio LombardoAntonella GallucciAntonella GallucciPaola SorbelliPaola Sorbelli

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Il nuovo servizio di assistenza alle Prefetture Territoriali ed ai Soggetti Proponenti• Intervento integrato di affiancamento ai Prefetti

Coordinatori e Territoriali e di supporto ai proponenti strutturato in 3 distinte azioni sinergiche: Workshop informativi e di confronto (workshop “di base” e

“tematici”); Laboratori tecnici: attività di affiancamento finalizzate a fornire

gli strumenti e i metodi per individuare proposte progettuali esemplari e ad agevolare il lavoro dei Tavoli di Consultazione Territoriale e Tecnici;

Community di progetto sul sito internet del PON concepita come spazio organizzato per il supporto costante ai proponenti a partire dalla presentazione dei progetti.

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Workshop informativi – contenuti

• Workshop sulle competenze di base (proposte di temi): Il PON nel contesto delle Politiche di Coesione europea

(principi e obiettivi dei Fondi Strutturali, la strategia nazionale: il QSN, gli obiettivi del PON con particolare riferimento alla promozione della legalità: Asse 2);

Metodi e strumenti per l’esame delle proposte progettuali e la formulazione del parere;

Flessibilità (principi, regole di ammissibilità delle spese, budget, etc);

Quadro normativo di riferimento per l’attuazione con particolare riferimento al Codice Unico sugli appalti;

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La politica di coesione europea – 1 di 1

• La Commissione ha deciso di concentrare le azioni da supportare su un numero limitato di priorità che riflettono l’agenda sia di Lisbona sia di Goteborg.

• OBIETTIVO: dar luogo attraverso l’intervento comunitario ad un effetto leva in settori chiave come l’innovazione e l’economia della conoscenza, l’ambiente e la prevenzione dei rischi, i servizi di interesse economico generale. Un ulteriore sostegno è diretto ai connessi programmi occupazionali e di inclusione sociale sulla scia di quanto già delineato attraverso la Strategia Europea per l’Occupazione (SEO).

Concentrazione: impostazione più strategica che consolida le priorità dell’Unione sia a livello geografico (80% circa del finanziamento destinato alle regioni meno sviluppate), sia dal punto di vista tematico (strategia incentrata sugli obiettivi di Lisbona e Göteborg);

Semplificazione: riduzione del numero di regolamenti; meno obiettivi – meno Fondi; programmazione; programmi sostenuti da un unico Fondo; una gestione finanziaria più flessibile;

Decentramento: ruolo più incisivo delle regioni e dei soggetti locali.

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La politica di coesione europea – 1 di 2Coerentemente con questa impostazione sono stati individuati tre obiettivi comunitari e i relativi strumenti finanziari:

ConvergenzaConvergenzaAumento e miglioramento della qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società della conoscenza, dell'adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente e l'efficienza amministrativaCompetitività regionale e Competitività regionale e occupazioneoccupazioneIncremento e miglioramento della qualità degli investimenti nel capitale umano, innovazione e promozione della società della conoscenza, imprenditorialità, tutela e miglioramento dell'ambiente e miglioramento dell'accessibilità, dell'adattabilità dei lavoratori e delle imprese

Cooperazione territoriale europeaCooperazione territoriale europeaRafforzamento della cooperazione transfrontaliera e transnazionale mediante azioni volte allo sviluppo territoriale integrato connesse alle priorità comunitarie e allo scambio di esperienze al livello territoriale adeguato

•FSE•FESR•Fondo di Coesione

•FSE•FESR

•FESR

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Ripartizione geografica: focus sull’Ob. CONV

< 75% nell’UE-25

Phasing out:< 75% nell’UE-15;> 75% nell’UE-25

Altre regioni

Indice UE-25 = 100

Fonte: Eurostat

Phasing in:“naturalmente” > 75%

Regioni con PIL inferiore o prossimo alla soglia del 75%Art. 5-8del Reg. 1083/200

6

Art. 5-8del Reg. 1083/200

6

Per la nuova Programmazione 2007-2013 le Regioni europee (NUTS 2) risultano così ripartite:

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La nuova struttura normativa

Reg. 1083/2006Reg. 1083/2006Regolamento recante disposizioni generali su FESR, FSE e Fondo di coesione

Regolamento recante disposizioni generali su FESR, FSE e Fondo di coesione

Ed inoltre …

Regolamento FESRRegolamento FESR

Regolamento FSERegolamento FSE

Regolamento relativo al Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT)

Regolamento relativo al Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT)

Regolamento Fondo di coesioneRegolamento Fondo di coesione

Reg. 1081/2006Reg. 1081/2006

Reg. 1082/2006Reg. 1082/2006

Reg. 1084/2006Reg. 1084/2006

Reg. 1080/2006Reg. 1080/2006

Reg. 1260/1999Reg. 1260/1999

Reg. 1784/1999Reg. 1784/1999

Non previsto Non previsto

Reg. 1264/1999Reg. 1264/1999

Reg. 1783/1999Reg. 1783/1999

Regolamento di attuazioneRegolamento di attuazione Reg. 1828/2006Reg. 1828/2006Reg. 438/2001Reg. 448/2004

Reg. 438/2001Reg. 448/2004

2007-20132007-2013 2000-20062000-2006

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Quadro finanziario – 1 di 1

Programmi Criteri di ammissibilità Priorità Stanziamenti

Bilancio totale:308,041 mld EuroBilancio totale:

308,041 mld Euro

Programmi regionalie nazionali (FESR e FSE)

Fondo di coesione

Regioni con un PIL pro capite < 75% della media dell’UE-25

Effetto statistico: regioni con un PIL Pro capite < 75% dell’UE-15

e > 75% dell’UE-25

Stati membri con RNL pro capite < 90% della media dell’UE-25

•Innovazione•Ambiente/Prevenzione dei rischi •Accessibilità •Infrastrutture •Risorse umane •Capacità amministrativa

•Trasporti (TEN) •Trasporti sostenibili •Ambiente •Energie rinnovabili

70,51%177,08 Mld di euro

6,28%15,77 Mld di euro

23,22%58,308 Mld di euro

Programmi regionali (FESR) e programmi nazionali(FSE)

Gli Stati membripropongono una lista

di regioni(NUTS 1 o NUTS 2)

Sostegno transitorio per leregioni ammissibili all’Ob. 12000-2006 e non coperte

dall’Obiettivo “Convergenza”

•Innovazione•Ambiente/Prevenzione dei rischi•Accessibilità•Strategia europea per l’Occupazione

78,86%38,74 Mld di euro

21,14%10,38 Mld di euro

Obiettivo “Competitività regionale e Occupazione”: 15,95% (49,12 mld di euro)

Obiettivo “Cooperazione territoriale europea”: 2,52% (7,75 mld di euro)

Obiettivo “Convergenza”: 81,54% (251,16 mld di euro)

Art. 18-21del Reg.

1083/2006

Art. 18-21del Reg.

1083/2006

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Quadro finanziario: l’Italia – 2 di 2Prezzi 2004

Risorse Comunitarie ITALIA:

28,81 mld Euro

Nota D(2006)1027 della CE relativa alla ripartizione

annuale delle risorse assegnate all’Italia

comprensiva dell’indicizzazione

Risorse Comunitarie ITALIA:

28,81 mld Euro

Nota D(2006)1027 della CE relativa alla ripartizione

annuale delle risorse assegnate all’Italia

comprensiva dell’indicizzazione

Obiettivo “Cooperazione territorialeeuropea”Obiettivo “Cooperazione territorialeeuropea”

Obiettivo “Convergenza”Obiettivo “Convergenza”

Fonte: QSN

Euro 21.640.425.296Di cui:

FESR 1 7.882.902.254FSE 3 .757.523.042

Euro 21.640.425.296Di cui:

FESR 1 7.882.902.254FSE 3 .757.523.042

Obiettivo “Competitività regionalee Occupazione”Obiettivo “Competitività regionalee Occupazione”

Euro 6.324.890.107Di cui: FESR 3 .144.405.253

FSE 3 .180.484.854

Euro 6.324.890.107Di cui: FESR 3 .144.405.253

FSE 3 .180.484.854

Euro 846.453.517Euro 846.453.517

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Il nuovo processo di programmazione: La politica regionale unitaria

1. processo unitario di programmazione della politica regionale – sia comunitaria (finanziata dai Fondi Strutturali e dal cofinanziamento nazionale, regionale e locale) che nazionale (finanziata dal Fondo per le Aree Sottoutilizzate – FAS);

2. processo unitario di programmazione “coeso” con la programmazione delle risorse ordinarie, nazionali e regionali.di conseguenza

adeguamento delle modalità di attuazione della programmazione; convergenza e semplificazione della governance delle due politiche; rafforzamento del loro coordinamento operativo.

Le Linee Guida per la stesura del QSN della Politica di coesione 2007/2013 hanno operato una duplice scelta

Le Linee Guida per la stesura del QSN della Politica di coesione 2007/2013 hanno operato una duplice scelta

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Il QSN

• Il Quadro Strategico Nazionale assume 4 macro-obiettivi che dovranno costituire il riferimento costante per l’attuazione della politica regionale per la scelta delle linee di intervento più adeguate ed efficaci: sviluppare i circuiti della conoscenza accrescere la qualità della vita, la sicurezza e l’inclusione sociale nei territori potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza internazionalizzare e modernizzare

• Ciascun macrobiettivo è tradotto in priorità tematiche, che si articolano in obiettivi generali e obiettivi specifici.

• La proposta strategica, declinata nelle 10 priorità, delibera un’azione per la politica regionale finalizzata a: integrare attori e territori diversi nei percorsi di innovazione e competitività; migliorare la collocazione negli scenari di competizione globale; migliorare la coesione economica, sociale e territoriale del paese,

promuovendo condizioni di vita e di partecipazione alle attività economiche sempre meno squilibrate.

Macroobiettivi

PiroritàTematiche

ObiettiviGenerali

Obiettivispecifici

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L’attuazione delle priorità del QSN nel PON Sicurezza

B) Accrescere la qualità della vita, la sicurezza e l’inclusione sociale nei territori

B) Accrescere la qualità della vita, la sicurezza e l’inclusione sociale nei territori

A) Sviluppare i circuiti della conoscenza

A) Sviluppare i circuiti della conoscenza

1) Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane

1) Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane

2) Promozione, valorizzazione e diffusione della Ricerca e dell’innovazione per la competitività

2) Promozione, valorizzazione e diffusione della Ricerca e dell’innovazione per la competitività

3) Energia e ambiente: uso sostenibile e efficiente delle risorse per lo sviluppo

3) Energia e ambiente: uso sostenibile e efficiente delle risorse per lo sviluppo

4) Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale

4) Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale

C) Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza

C) Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza

5) Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività per lo sviluppo

5) Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività per lo sviluppo

6) Reti e collegamenti per la mobilità6) Reti e collegamenti per la mobilità

7) Competitività dei sistemi produttivi e occupazione

7) Competitività dei sistemi produttivi e occupazione

D) Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza

D) Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza

8) Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani

8) Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani

9) Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse

9) Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse

10) Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali e efficaci

10) Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali e efficaci

PrioritàMacro

ObiettiviObiettivi specifici attuati dal PON

4.1.2 Garantire migliori condizioni di sicurezza a cittadini e imprese contribuendo alla riqualificazione dei contesti caratterizzati da maggiore pervasività e rilevanza dei fenomeni criminali.

4.1.2 Garantire migliori condizioni di sicurezza a cittadini e imprese contribuendo alla riqualificazione dei contesti caratterizzati da maggiore pervasività e rilevanza dei fenomeni criminali.

Page 13: Premessa Il PON Sicurezza 2007-2013 nel contesto delle Politiche di Coesione Europea Catania 12 febbraio 2010 Antonio Lombardo Antonella Gallucci Paola.

Orientamenti Integrati per la crescita e l’occupazione

Programma Nazionale di Riforma

Orientamenti Strategici Comunitari

Programmi Ope

rativi

PO

Nazionali

PO

Regionali

PO

Interregionali

Rilanciano la Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione. Rappresentano la base per la definizione del Programma Nazionale di Riforma.

Elaborato sulla base degli orientamenti integrati, esplica la politica nazionale per la crescita e l’occupazione.

Recepiscono le priorità della Comunità al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile rafforzando la crescita, la competitività, l’occupazione e l’inclusione sociale.

Assicura la coerenza dell’intervento dei Fondi con gli orientamenti strategici comunitari e identifica il collegamento con le priorità della Comunità, da un lato, e con il programma nazionale di riforma, dall’altro. Rappresenta lo strumento di riferimento per la Programmazione del Fondi Strutturali.

Settoriali, la cui Autorità di Gestione è una Amministrazione Centrale.

Multisettoriali, riferiti alle singole regioni gestiti dalle Amministrazioni Regionali. Per ciascuna Regione c’è un POR FESR e un POR FSE;

Su tematiche in cui risulta efficace un’azione coordinata fra Regioni (Energia, Attrattori culturali naturali e turismo);

Dagli orientamenti comunitari ai Programmi Operativi:L’inquadramento strategico del PON “Sicurezza”

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La filosofia del PON SicurezzaLa qualità della vita, la sicurezza, l’inclusione sociale condizionano la capacità di attrazione e il potenziale competitivo dei territori regionali.

Le Regioni Obiettivo Convergenza, in particolare, hanno forti potenzialità di sviluppo legate alla compresenza di risorse diverse ma sono frenate dalla elevata penetrazione della criminalità organizzata.

Al PON Sicurezza per lo Sviluppo è quindi attribuito l’obiettivo di elevare gli standard di sicurezza sia per i cittadini che per le imprese attraverso il contrasto alle aggressioni della criminalità al sistema produttivo e il miglioramento delle condizioni di legalità.

In tale contesto, il PON promuove iniziative di carattere sistemico, a scala sovra-regionale, in grado di raggiungere la massa critica e l’incisività necessaria ad un’azione di contrasto. Allo stesso tempo sono promosse azioni a carattere “prototipale” concentrate su contesti territoriali e/o su fenomenologie criminali emblematici per impatto negativo sullo sviluppo, sulla attrattività delle aree e sull’esercizio dei diritti fondamentali il cui contenuto di innovazione richiede conoscenze specifiche e una scala dimensionale adeguata.

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La Governance del PON Sicurezza 2007/2013

Ministro

Dip. Libertà Civili e

Immigrazione

Dip. Affari Interni e

Territoriali

Capo della Polizia

Dip. Amministrazione del

personale, risorse strumentali e

finanziarie

Dip. Vigili del Fuoco

Dip. della Pubblica Sicurezza

Vice Direttore GeneraleDirettore centrale polizia criminale

Dirigente Ufficio I

Direttore Centrale

AdA

AdA

delegat

a

Vice Direttore Generale

con funzioni di vicario

Vice Direttore Generale

con funzioni di coordinamento

AdGAdC

AdC

delegat

aDirigente Div. III

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La Governance del PON Sicurezza 2007/2013

AUTORITÀ DI GESTIONE

Vice Direttore Generale con

funzioni di Vicario

Segreteria Strategica

Prefetto Coordinatore Referente Conoscitivo

Task Force Tecnologie

Responsabile Asse I

Responsabile Asse II

Responsabile Asse III

Responsabili OO

Responsabili OO

Responsabili OO

Segreteria Tecnica del PON

EY

Beneficiari dei progetti

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La Governance del PON Sicurezza 2007/2013

Direttore Segreteria

Ufficio Gestione

Ufficio Pagamenti

Ufficio Contratti

Ufficio Controlli di

primo livello

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concertare le attività da realizzare con il

partenariato istituzionale e socio –

economico al fine di rispondere in modo

più efficace ed aderente possibile ai

fabbisogni locali ed evitare

sovrapposizioni tra strumenti finanziari

I Tavoli di Consultazione Territoriale

IL CARATTERE TERRITORIALE DEGLI INTERVENTI RENDE NECESSARIO

IL CARATTERE TERRITORIALE DEGLI INTERVENTI RENDE NECESSARIO

sensibilizzare le istituzioni locali e far

conoscere le opportunità offerte dal

Programma al fine di stimolare la

presentazione di progetti

Al fine di soddisfare tali esigenze, l’Autorità di Gestione, di concerto con i Prefetti

Coordinatori, ha istituito i Tavoli di Consultazione Territoriali.

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Avvio attività dei Tavoli

10 febbraio ‘09 Napoli

11 febbraio ’09 Bari

3 marzo ’09 Palermo

1 aprile 09 Reggio Calabria

Funzioni principali

• Sollecitazione dell’attività propositiva

• Raccordo ed integrazione sinergica con le azioni finanziate dai POR

• Individuazione e verifica delle priorità in materia di sicurezza e legalità a livello locale

• Supporto e orientamento ai soggetti proponenti/potenziali beneficiari

Le attività del Tavolo di Consultazione sono supportate da un Tavolo tecnico ristretto composto da rappresentati della Prefettura, dalle Autorità di Gestione dei POR e dall’assistenza tecnica.

I Tavoli di Consultazione Territoriale

Prefetti territoriali

Autorità di Gestione POR

Associazioni sindacali

Associazioni datoriali

Terzo settore

Prefetto Coordinatore

TAVOLI DI CONSULTAZIONE TERRITORIALE

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L’articolazione del PON SicurezzaObiettivo globale Assi Obiettivi specifici

Importo

Euro

Totale Programma 1.158.080.874

Asse 1

Sicurezza per la libertà

economica e d’impresa

1. Determinare una

maggiore sicurezza per la

libertà economica e

d’impresa.

Asse 3

Assistenza Tecnica

2. Diffondere migliori

condizioni di legalità e

giustizia a cittadini e

imprese anche mediante il

miglioramento della

gestione dell'impatto

migratorio

573.250.034

538.507.606

46.323.234

Diffondere migliori condizioni di

sicurezza, giustizia e legalità

per i cittadini e le imprese,

contribuendo alla

riqualificazione dei contesti

caratterizzati da maggiore

pervasività e rilevanza dei

fenomeni criminali e

all’incremento della fiducia da

parte della cittadinanza e degli

operatori economici.3. Migliorare l'efficienza e

l'efficacia del Programma

mediante azioni e strumenti

di supporto

Asse 2

Diffusione della legalità

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L’intero impianto strategico dell’Asse 1 è orientato a contribuire alla creazione di un contesto più favorevole alla vita economica, attraverso l’abolizione delle distorsioni della libera concorrenza tra imprese legate all’operato della criminalità organizzata, al fine di promuovere uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile delle attività economiche, un alto grado di competitività e un generale miglioramento del tenore e della qualità della vita.

Gli obiettivi operativi dell’Asse vengono declinati in attività di natura tecnologica finalizzate al controllo del territorio e delle vie di comunicazione, alla tutela ambientale tramite sistemi di monitoraggio del territorio, al contrasto del commercio illegale e delle attività di contraffazione. Il perseguimento degli Obiettivi Operativi dell’Asse è rafforzato dalla possibilità di attivare iniziative sperimentali di formazione integrata in materia di sicurezza.

L’Asse I “Sicurezza per la libertà economica e d’impresa”

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L’Asse II “Diffusione della legalità”L’Asse II “Diffusione della legalità” ha come Obiettivo Specifico la diffusione di “migliori condizioni di legalità e giustizia per cittadini e imprese anche mediante il miglioramento della gestione dell’impatto migratorio”. Attraverso azioni di prevenzione e promozione della cultura del diritto si intende agire nel contesto della “legalità debole” intesa come “il complesso di inadempienze e inefficienze che viene a verificarsi a fronte di un atteggiamento generalizzato di scarso rispetto per le regole, siano esse norme penali sia di diversa natura”.

L’Asse persegue determinati Obiettivi Operativi riguardanti l’integrazione e l’accoglienza degli immigrati, la tutela del lavoro regolare, la trasparenza negli appalti pubblici, il contrasto al racket delle estorsioni e all’usura, la riqualificazione e la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità, il contenimento dei fenomeni di devianza, il miglioramento dell’efficienza della PA, il recupero ed il riutilizzo di strutture pubbliche a fini di aggregazione sociale in aree particolarmente degradate. Anche all’interno dell’Asse II possono essere attivate azioni di formazione integrata, strettamente legate al raggiungimento degli Obiettivi Operativi, attraverso il coinvolgimento dei soggetti che operano per il mantenimento della legalità.

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L’Asse III “Assistenza Tecnica”

L’Asse III “Assistenza Tecnica” comprende le attività di supporto, consulenza ed assistenza per l’attuazione e valutazione del PON, nonché di comunicazione.L’obiettivo dell’Asse è il supporto all’attuazione e alla gestione del Programma, il monitoraggio e la valutazione del suo avanzamento, assicurando l’utilizzo di procedure di gestione e controllo efficienti ed efficaci, garantendo allo stesso tempo l’attuazione del Piano di comunicazione e lo sviluppo di eventuali attività di studio strettamente aderenti alle finalità del Programma.

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Le iniziative territoriali nell’ambito dell’Asse I possono essere presentate a valere degli Obiettivi Operativi 1.3 “Tutelare il contesto ambientale” ed 1.5 “Realizzare formazione integrata per operatori di sicurezza – a tutti i livelli - e altri soggetti che comunque operino nell’ambito della sicurezza”

L’Asse I “Sicurezza per la libertà economica e d’impresa”

Contrasto alle “ecomafie”

È finalizzato alla tutela del benessere sociale ed economico dei territori delle Regioni CONV, al fine di evitare che la criminalità organizzata (nella sua specifica accezione di “ecomafia”) colga le occasioni offerte dallo sviluppo imprenditoriale ed urbanistico per procurarsi illecito arricchimento mediante aggressioni al comune patrimonio costituito dall’ambiente.

Formazione integrata tra gli

operatori di sicurezza

Mira alla creazione di comuni modelli operativi, allo scambio di buone pratiche mediante la reciproca contaminazione culturale e la congiunta partecipazione ad iniziative locali.

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Obiettivi operativi e contenuti del dell’Asse II

Gestione dell’impatto migratorio

Trasparenza negli appalti

pubblici

Contrasto al racket delle

estorsioni e dell’usura

Miglioramento

della gestione dei beni

confiscati

Contenimento

degli effetti

delle

manifestazion

i di devianza

Tutela del lavoro

regolare

La gestione dell’impatto migratorio è intesa, nell’ambito della strategia del Programma, nell’accezione di tutela degli immigrati extracomunitari dall’eventuale fagocitamento e reclutamento da parte della criminalità o dallo sfruttamento lavorativo, ponendo in essere, ogni intervento praticabile per la loro integrazione. La società inclusiva si garantisce anche mediante il riconoscimento del diritto ad un lavoro regolare e sicuro e, pertanto, l’obiettivo della diffusione della legalità sarà perseguito anche attraverso il miglioramento dell’azione di contrasto all’economia sommersa, con particolare riguardo al “lavoro nero” ed alle sue connessioni con l’immigrazione irregolare.

L’azione del PON mira ad incrementare la sicurezza, la legalità e la trasparenza amministrativa nel settore dei pubblici appalti attraverso infrastrutture informatiche nonché mediante più intensa collaborazione interistituzionale per la prevenzione, il controllo e il contrasto dei tentativi di infiltrazione criminale.

Persegue il miglioramento del sistema di protezione delle vittime al fine di stimolare la loro propensione alla denuncia, la capacità di conoscere gli strumenti normativi a loro tutela nonché la “messa a fattor comune” delle significative iniziative antiracket e antiusura già esistenti.

Il recupero di beni immobili alla criminalità organizzata oltre a risultati efficaci sul piano etico ed emblematico deve puntare alla riconduzione di tali beni nel circuito produttivo legale. Ciò al fine di evitare che da un loro macato contributo al benessere generale possa derivare un’occasione di rivincita per la criminalità.

L’obiettivo si riferisce specificamente alle forme di devianza propedeutiche al “salto di qualità” verso la condotta criminale. Oltre ai fenomeni tradizionali (tossicodipendenza, alcolismo, ecc.) hanno acquistato nel tempo sempre più preoccupante valenza, i fenomeni del teppismo urbano, delle baby gang e del bullismo giovanile, in particolare a danno di ragazze e soggetti deboli.

Diffusione della

cultura della legalità

Efficienza e trasparenza

della PA

Formazione per soggetti che

operano per ilmantenimento della legalità

L’obiettivo è quello di rendere servizi rapidi ed efficienti al cittadino e/o all’impresa laddove la loro carenza sia opportunità per la criminalità organizzata nonché strumento di illegalità o mancato perseguimento della giustizia.

L’obiettivo mira al consolidamento di comportamenti orientati al rispetto delle regole e recupero di spazi alla criminalità e di restituirli alla cittadinanza.

Mira a creare un linguaggio ed una metodica comuni, anche mediante la reciproca contaminazione culturale e la congiunta partecipazione ad iniziative locali.

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Obiettivo Operativo 2.1 Gestione dell’impatto migratorio

progetti di infrastrutturazione a finalità sociale (79)

azioni di informazione e formazione per la tutela della dignità e dei diritti dell’immigrato e per il contrasto dell’opera di reclutamento da parte della criminalità organizzata (70);

sistemi informativi innovativi di monitoraggio del fenomeno migratorio (11);

banche dati fondate sulla condivisione di informazioni, conoscenze, strumenti, metodi e buone pratiche (11);

portali internet e/o di altre iniziative di carattere tecnologico finalizzate a facilitare l’accesso alle informazioni a più ampie categorie di soggetti a rischio di cadere nell’illegalità (11).

Aderenza al Piano ImmigrazioneNo Contrasto Immigrazione irregolare

No Azioni per cittadini comunitari (ad es. Rom comunitari)

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Obiettivo Operativo 2.2: Tutela del lavoro regolare

banche dati tra diversi soggetti istituzionali (es. tra Agenzia delle Entrate e Forze di Polizia) (11);

sistemi tecnologici di monitoraggio e controllo a supporto delle attività ispettive poste in essere dagli organi competenti (Forze dell’Ordine, Ministero del Lavoro, INPS, INAIL, ecc.) (11).

Soprattutto progetti di sistema Collaborazione interistituzionale

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Obiettivo Operativo 2.4: Contrastare il racket delle estorsioni e dell’usura

progetti di risanamento e recupero urbano (giacché il degrado cittadino unito ad alti livelli di criminalità diffusa favorisce il determinarsi di condizioni di contesto atti all’insorgere del fenomeno estorsivo) (61).

sportelli presso le Prefetture e nei capoluoghi di provincia per la realizzazione di informazione e orientamento anche attraverso la promozione di partenariati e di reti tra i diversi soggetti interessati dal fenomeno di contrasto alle estorsioni ed all’usura (ad esempio associazioni antiracket, associazioni di categoria, Enti pubblici ecc..), nonché attraverso azioni rivolte all’individuazione di nuovi modelli e allo scambio di buone pratiche, (11/80).

I progetti di risanamento e recupero urbano possono essere ammessi solo se riguardanti zone fortemente colpite dal fenomeno delle

estorsioni e dell’usura

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Obiettivo Operativo 2.5: Migliorare la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata

progetti di ristrutturazione di immobili confiscati alla criminalità organizzata (79);

progetti finalizzati alla riconversione di beni confiscati alla criminalità organizzata, al fine del loro reinserimento nel circuito produttivo anche attraverso il coinvolgimento di associazioni di promozione sociale e di cooperative sociali per la realizzazione di iniziative a beneficio di categorie deboli (minori, donne vittime di tratta o di sfruttamento, detenuti ed ex detenuti, comunità di recupero per tossicodipendenti, soggetti discriminati, ecc) (79).

Opportuna l’integrazione con l’O.O. 2.6I progetti di ristrutturazione devono essere

finalizzati al riutilizzo sociale del bene

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Obiettivo Operativo 2.6: Contenere gli effetti delle manifestazioni di devianza

percorsi di integrazione e reinserimento dei soggetti svantaggiati; costruzione di reti locali; azioni finalizzate a rassicurare le vittime e; indagini di tipo statistico-documentale a livello regionale e locale anche per l’omogeneizzazione ed unificazione delle schede di rilevazione in uso nei servizi territoriali che impattano con le vittime (71);

data base condivisi dalle varie amministrazioni titolari dei vari interventi (per nuovi approcci comunicativi, capaci di stabilire contatti stabili e continuativi con popolazioni abitualmente poco raggiunte dai normali strumenti di comunicazione (11).

infrastrutture di carattere sociale volte al recupero dei soggetti svantaggiati ed a rischio devianza (cat. 79).

Sono ammissibili solo attività rivolte a particolari target di popolazione specificamente individuati

(soggetti particolarmente esposti al rischio di coinvolgimento in attività criminali, soggetti

detenuti ed ex detenuti, vittime della tratta, altre categorie a rischio criminalità)

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Obiettivo Operativo 2.7: Potenziare la dotazione tecnologica della PA ai fini di migliorare l'efficienza e la trasparenza dei processi gestionali

realizzazione e sviluppo di avanzati sistemi informativi finalizzati al miglioramento dell’efficienza e della trasparenza delle Amministrazioni più esposte in tema di legalità e in particolare per quei profili che attengono al sistema della giustizia, sia penale che civile (11).

Poche iniziative concentrate

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Obiettivo Operativo 2.8: Diffondere la cultura della legalità

progetti di recupero alla legalità di porzioni delle aree urbane, anche attraverso il recupero di beni pubblici per la creazione di centri di aggregazione ed aree attrezzate (61)

Non sono ammesse spese di urbanizzazione primaria

Deve essere dimostrato il nesso tra l’intervento e le specifiche problematiche di sicurezza e legalità riscontrate sul territorio

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Obiettivo Operativo 2.9: Realizzare tra gli operatori di sicurezza a tutti i livelli e altri soggetti che comunque operino nell’ambito del mantenimento della legalità una formazione integrata.

realizzazione di iniziative di formazione integrata per il potenziamento dei “saperi” in materia di sicurezza e diffusione della legalità in particolare, promozione di azioni di formazione/informazione per la tutela del lavoro regolare e cicli informativi destinati agli operatori dei servizi, alle Forze dell’Ordine, alla magistratura, alle associazioni territoriali e sindacali (81)

La formazione deve essere strettamente funzionale al raggiungimento degli Obiettivi

Operativi dell’Asse IIDevono essere scrupolosamente seguite le

regole d’attuazione del FSE

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I progetti territoriali in Sicilia: la ripartizione per Ob. Op.

OBIETTIVO OPERATIVOINIZIATIVA TERRITORIALE

Programmazione32,00% *

INIZIATIVA TERRITORIALEProgetti finanziati al

05/02/2010DISPONIBILITA' RESIDUA

Ob. Op. 1.3 - Tutela ambiente 3.200.000,00 60.000,00 3.140.000,00Ob. Op. 1.5 - Formazione FFPP 11.680.000,00 855.950,00 10.824.050,00TOTALE ASSE 1 14.880.000,00 915.950,00 13.964.050,00

OBIETTIVO OPERATIVOINIZIATIVA TERRITORIALE

Programmazione32,00% *

INIZIATIVA TERRITORIALEProgetti finanziati al

05/02/2010DISPONIBILITA' RESIDUA

Ob. Op. 2.1 - Impatto migratorio 12.427.711,20 1.567.750,00 10.859.961,20Ob. Op. 2.2 - Tutela lavoro regolare 7.755.467,84 7.755.467,84Ob. Op. 2.4 - Contrasto racket 8.443.799,17 1.947.764,00 6.496.035,17Ob. Op. 2.5 - Beni confiscati 29.294.813,76 6.798.200,04 22.496.613,72Ob. Op. 2.6 - Contenimento devianza 4.456.121,60 1.218.720,00 3.237.401,60Ob. Op. 2.7- Tecnologie per trasparenza PA 837.733,76 837.733,76Ob. Op. 2.8 - Recupero aree urbane 17.232.243,52 1.516.000,00 15.716.243,52Ob. Op. 2.9 - Formazione integrata 1.723.224,32 700.000,00 1.023.224,32TOTALE ASSE 2 82.171.115,17 13.748.434,04 68.422.681,13

TOTALE GENERALE 97.051.115,17 14.664.384,04 82.386.731,13

* I valori percentuali si riferiscono al totale dotazione programmata per le iniziative territoriali per l'intero periodo di programmazione.

ASSE 2

ASSE I


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