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Tesi di Laurea in Pianificazione Territoriale:Ingegneria del territorio per aree a rischio: inquinamenti e contaminazioni di ecosistemi. Il caso di Taranto.
LaureandoCosimo MicelliMat. 559632
Relatore: Chiar.mo Prof. Dino Borri
Correlatore:Chiar.ma Prof.ssa Adriana Galderisi
Università di Napoli Federico II
POLITECNICO DI BARI Centro Interdipartimentale “Magna Grecia”
Dipartimento DICATECHCorso di Laurea Magistrale in
Ingegneria per l’Ambiente e il TerritorioAnno Accademico 2014-2015
18 Aprile 2016
LO SCENARIO MONDIALE DELL’AMBIENTE E DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ATTUALE.
Strategia globale dello Sviluppo Sostenibile
• Operare scelte (piani) in linea con una corretta gestione delle risorse naturali (acqua, aria, suolo) preservandone il valore legato alla biodiversità e alla capacità di autorigenerazione,
• attraverso il rispetto dei concetti di equità e solidarietà nell’utilizzo di tali risorse.
Intra-generazional
eInter-generazional
e
equità di accesso alle risorse tra le varie civiltà e classi sociali all’interno della stessa generazione
garantire un equo utilizzo delle risorse per le generazioni future
fronteggiare
Imprevedibili effetti del cambiamento
climatico (climate change) già in
attoConferenza e accordo sul clima (Parigi 2015): Global warming; green economy; riduz. emissioni; tecnologie a basso impatto ambientale; limitazione dell’incremento della temperatura media globale a 1,5 °C rispetto ai livelli pre-industriali.
Obiettivo: SUGGERIMENTO DI UN METODO UTILIZZO DELL’ANALISI DI RISCHIO NELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE PER TARANTO
Analisi di rischio territoriale
• Integrazione e colloquio multidisciplinare tra politica e molti settori del sapere specialistico (idrogeologico, ambientale, chimico, sanitario, ecc.);
• Adozione di definizioni e terminologie condivise.
Sistemi di supporto alla decisione (D.S.S.)
• Nuovi algoritmi decisionali per la valutazione del multi-rischio, indirizzati alla sua minimizzazione ;
• ARMONIA;• Procedura SERA;• Progetto Ensure
UE.
decisioni e piani tipici diNuove pratiche di pianificazione• Coerente con le
decisioni che minimizzano il rischio (danno potenziale);
• Efficace ed efficiente;
• Resiliente, quindi sostenibile.
Quantificazione del RISCHIO TERRITORIALERischio Ri (i sta per la tipologia di evento singolo): valutato come prodotto di 3 fattori
• Pericolosità P: si riferisce all’evento in sé (probabilità di accadimento di un evento naturale di determinata entità, intensità, magnitudo);• Esposizione E: caratteristica dovuta a diverse tipologie in cui si inquadrano gli elementi esposti al rischio (tipologie di uso dei suoli, categorie di utenti esposti, ecc.);• Vulnerabilità V: fragilità di un sistema, valutata in funzione dell’entità dell’evento.
Attitudine di un determinato elemento a sopportare gli effetti legati al fenomeno pericoloso (ad es. nel caso di rischio sismico:
capacità di un edificio a resistere all'effetto dello scuotimento).Rischio: entità del danno
probabile derivante dall’interazione tra
eventi naturali e antropici, e condizioni di esposizione e vulnerabilità dell’ambiente
esposto.
NUOVA PRATICA DI PIANIFICAZIONEAttuali difficoltà: oggi l’approccio al rischio è per lo più settoriale e concentrato sulle caratteristiche del pericolo;invece esso deve essere caratterizzato da una visione multidisciplinare del multirischio e più attento ai concetti, ben distinti e complementari, di vulnerabilità e resilienza.
+ Resilienza+ (adattabilità o trasformabilità)
-Vulnerabilità- (fragilità)
PREVENZIONE E
MITIGAZIONE SOSTENIBILE
del RISCHIO TERRITORIALE
Analisi dei fattori di resilienza(ecosistema territoriale)
Analisi dei fattori di vulnerabilità ed esposizione (ecosistema territoriale)
Fronteggiare
effetti incerti
nel lungo termine
Fronteggiare impatti certi nell’immediato post-evento
INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE DEI FATTORI DI ESPOSIZIONE E VULNERABILITÀ TERRITORIALE(fonte: C. Aubrecht, S. Freire, K. Steinnocher, Land use planning, regulations and environment, 2012)
ESPOSIZIONE (DIM. FISICA di ELEM. ESPOSTI)
VULNERABILITÀ (FRAGILITÀ)
1) DIMENSIONE FISICA: Suscettività al danno primario di ogni elemento esposto con fattori diversi per:
Possibile alterazione di aree naturali e rurali; aree urbane residenziali e industriali: (ad es. in
funz. di caratteristiche strutturali e materiali utilizzati negli edifici)
infrastrutture: caratteristiche di segmenti e incroci delle reti;
popolazione: caratteristiche degli utenti (età, disabilità, ecc.).
2) DIMENSIONI SOCIO-ECONOMICHE: Suscettività al danno funzionale secondario di ogni elemento esposto con fattori legati, tra gli altri, alla accessibilità delle aree e preparazione di fronte alle emergenze.
Variano anche il base al tipo di rischio
Suddivisione in sistemi e sotto-sistemi, in ciascuno dei quali, in base a dati posseduti, bisogna valutare diversi aspetti di presenza, quantità e rilevanza.
1) SISTEMA DELLE AREE NATURALI E RURALI: prevede 2 sotto-sistemi: rilevanza degli ecosistemi naturali (terrestri, marini, di transizione,…) e delle aree coltivate.
2) SISTEMA DEI CENTRI ABITATI: prevede 4 sotto-sistemi: zone residenziali (e pubbliche attrezzature), siti produttivi, infrastrutture, popolazione.
Modello concettuale schematizza e inquadra i fattori di resilienza lungo:
tre diversi livelli di operatività (dal nucleo interno all’ esterno: finalità, obiettivi politici, azioni operative) diverse fasi temporali di risposta di un sistema urbano a un fattore perturbativo esterno - prevenzione e mitigazione pre-evento- fase di prima emergenza nel post impatto - fase di recupero/transizione verso vecchie o nuove condizioni di equilibrio.
MODELLO CONCETTUALE DI RESILIENZA URBANA(A. Galderisi, 2013)
TIPOLOGIE DI RISCHIO TERRITORIALEIl rischio territoriale appartiene all’arena dei rischi collettivi i quali hanno delle complessità intrinseche maggiori dei rischi individuali (che coinvolgono le decisioni consapevoli del singolo individuo).
Rischi naturali (sismico, vulcanico, dovuto a frane, alluvioni, valanghe, incendi, ecc.); Rischi tecnologici (legati ad attività produttive antropiche e ai loro impatti a carattere sanitario ed ambientale:
incidenti industriali, esplosioni, rilascio o emissioni di sostanze tossiche, ecc.); Queste sono le due principali famiglie di rischio territoriale Ri, la cui influenza reciproca origina il rischio territoriale totale attraverso catene di multirischio o di rischio concatenato (es. rischio Na-Tech: Na sta per Natural e Tech per Technological).
1. Suddivisione dell’area a rischio in singole unità territoriali (SUS) che possono comprendere più unità singole di censimento;
2. Raccolta di dati statistici di censimento;3. In base a essi è possibile ottenere il valore di specifici
attributi di pericolo, esposizione e vulnerabilità (indicatori)
4. Definizione del criterio di analisi (M.A.D.M.);5. Ottenimento dell’indice di rischio aggregato (es. Na-
Tech);6. Implementazione in software GIS per la restituzione di
mappe di rischio aggregato;7. Selezione delle aree prioritarie di intervento.
METODO GENERALE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO CONCATENATO O AGGREGATO (MULTI-RISCHIO)
(A. Galderisi, A. Ceudech e M. Pistucci, 2008)
Inquadrati nelle matrici di valutazione del M.A.D.M. (Multi Attribute Decision Model);
Rispetto delle Direttive Seveso I e Seveso II;
Utilizzo di logiche fuzzy per la gestione di informazioni qualitative non quantificabili.
Matrice di valutazione del M.A.D.M. (Multi Attribute Decision Model);
METODO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO CONCATENATO O AGGREGATO (MULTI-RISCHIO)
(A. Galderisi, A. Ceudech e M. Pistucci, 2008)
Le soluzioni non sono soltanto ingegneristiche (dighe, argini, barriere frangiflutti, opere di sostegno, ecc.), ma possono essere integrate efficacemente con quelle naturali, sfruttando le opportunità fornite dagli ecosistemi, capaci anche di regolare il clima in maniera virtuosa:
Lacune da affrontare: studio e condivisione delle conoscenze limitati in tale ambito, applicazioni limitate e non sempre vincenti, se non integrate con altri tipi di soluzioni.
INFLUENZA DEGLI ECOSISTEMI NATURALI NELLA RIDUZIONE DEI RISCHI
Assenza di studi specialistici, con visione globale multidisciplinare integrata, sulla qualificazione e quantificazione dei vari aspetti di vulnerabilità e resilienza territoriale;
Se presenti, gli studi specialistici sono spesso limitati in quanto troppo settoriali e spesso isolati (di iniziativa di parte: associazioni ambientaliste come Peacelink, contributi di medici che ne condividono le finalità);
Aspetto sociale: catene di dipendenza cognitiva, della popolazione rispetto alla grande industria, ancora molto forti.
DIFFICOLTÀ APPLICATIVE DELL’ANALISI DI RISCHIO A TARANTO
DIFFICOLTÀ APPLICATIVE
DALLE DIFFICOLTÀ APPLICATIVE ALLE POSSIBILI SOLUZIONI
POSSIBILI SOLUZIONI
Osservazione empirica di operazioni vincenti in realtà simili o in situazioni ambientali anche più gravi (Modello tedesco: Amburgo, Friburgo, Ruhr);
Incentivazione della coesione, condivisione e diversificazione delle conoscenze esperte: economia della conoscenza (si può ottenere a partire dal rafforzamento del polo universitario cittadino);
Utilizzo del modello concettuale di resilienza territoriale, come quello proposto da A. Galderisi (2013);- valutazione dei fattori di vulnerabilità territoriale secondo diverse dimensioni fisiche e socio economiche, - quantificazione dei fattori fisici di esposizione.
Facilita
SITUAZIONE ATTUALE A TARANTO(fonte: M.A. Nico “GIS a supporto degli studi di inquinamento atmosferico”, Tesi di master universitario di II livello in Pianificazione Territoriale e Ambientale, Politecnico di
Bari, A.A. 2013-2014)
CONTAMINAZIONE E INQUINAMENTO
DELLE TRE MATRICI AMBIENTALI
(Atmosfera, acque, suolo)
Matrice atmosferica (qualità dell’aria): sono stati analizzati al GIS i dati orari di qualità dell’aria rilevati dalle 13 stazioni di
monitoraggio della Qualità dell’Aria gestite da ARPA Puglia dal 2005 al 2014.
i dati spaziali sull’uso dei suoli, sui maggiori insediamenti produttivi, residenziali ed energetici;
i dati sulle emissioni massiche (inventario IN.EM.AR., aggiornato fino al 2010).
RISULTATI E RIFLESSIONI
I dati raccolti al 2014 (report ARPA) sui principali inquinanti atmosferici PM10, NO2, O3, Benzene, IPA, metalli pesanti, CO ed SO2 (i cui limiti sono regolati dalla normativa comunitaria, statale e regionale), mostrano la mancanza di significativi superamenti dei valori limite di legge.La diossina (al centro di recenti vicende giudiziarie) non è inclusa nell’elenco dei principali inquinanti atmosferici (cioè di quelli che destano maggiore preoccupazione in ragione della loro pericolosità e dannosità) così come definite dalla D.G.R. n. 1440/2003 e dunque non è stata analizzata al GIS, pur essendoci limiti definiti dall’A.I.A..
SALUTE: COMPROVATA MAGGIORE INCIDENZA
DELLE PATOLOGIE LEGATE
ALL’INQUINAMENTO
EPPURE…
sindrome del “fumatore incallito” in bambini di 10 anni (2007); nel marzo 2012 i medici nominati dal Gip Patrizia Todisco mostrano i
risultati della perizia epidemiologica, sugli effetti sanitari delle emissioni dell’area industriale sui cittadini tarantini tra il 2004 e il 2010:
media di 83 morti/anno causate dal superamento delle concentrazioni limite di polveri sottili nell’aria; media che sale a 91 se si considerano i quartieri Tamburi e Borgo, più vicini allo stabilimento;
Ricoveri per cause cardio-respiratorie in misura media di 648/anno;
Situazione ancora più drammatica per gli ex operai dello stabilimento che hanno prestato servizio nell’impianto siderurgico negli anni ’70 – ’90. Si registrano significativi incrementi rispetto a valori normali per patologie tumorali dello stomaco (+107%), della pleura (+71%), della prostata (+50%), della vescica (+69%); malattie neurologiche (+64%) e cardiache (+14%).In seguito a questi dati, la magistratura ha iniziato a indagare nuovamente, e tali indagini sono sfociate
nel clamoroso sequestro dell’area a caldo dell’Ilva il 26 luglio 2012
SITUAZIONE ATTUALE A TARANTO E CONCLUSIONI
ASPETTI AMBIENTALI
CONTAMINAZIONE E INQUINAMENTO DELLE TRE
MATRICI AMBIENTALI
ASPETTI SANITARI
COMPROVATA MAGGIORE INCIDENZA DELLE
PATOLOGIE LEGATE ALL’INQUINAMENTO
ASPETTI ECONOMICO-SOCIALI
CRISI ECONOMICA, CRISI MONDIALE DOMANDA
ACCIAIO, DISOCCUPAZIONE, DISPARITÀ SOCIALI
NUOVO MODELLO DI SVILUPPO SOSTENIBILE
A LUNGO TERMINE (50 ANNI) BASATO SU ANALISI COMPLESSE MULTI-DIMENSIONALI
Occasione imprescindibile per intraprendere, nel rispetto della Normativa Comunitaria ambientale, la strada verso un
SUGGERIMENTI PER
Nuovi modelli di pianificazione territoriale (analisi del multi-rischio);
Riferimento del modello tedesco per la riconversione territoriale (Amburgo, Friburgo, Ruhr)
Diversificazione produttiva e reimpostazione economica (abbandono obsoleta monocoltura industriale, rafforzamento del settore primario e terziario);
Economia della conoscenza.
Incremento della resilienza sociale (abbandono delle “catene di dipendenza cognitiva” rispetto alla grande industria);
Valorizzazione aree militari in progressiva smilitarizzazione;
Valorizzazione turistica della cultura, formula dell’ “ospitalità diffusa”
Interventi fisici e non, strutturali e non, (utilizzo del contributo degli ecosistemi naturali) per la riduzione del rischio eco-sistemico (green economy);
NUOVO MODELLO DI SVILUPPO SOSTENIBILE PER TARANTOA LUNGO TERMINE (50 ANNI) BASATO SU ANALISI
COMPLESSE MULTI-DIMENSIONALI
Grazie per l’attenzione.
“La forte domanda accoppiata con una generale carenza di risorse rendono pianificare una necessità, piuttosto che un'opzione.” (Vejre, 2008)
“La pianificazione di un uso efficiente e sostenibile di queste risorse è una dinamica, un processo complesso che spesso richiede il bilanciamento degli interessi e delle aspettative concorrenti, in ordine per selezionare e adottare quelle opzioni di uso del suolo che meglio soddisfano le esigenze della società” (FAO, 1993)