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Presentazione di PowerPoint nov 2015 - verdi... · conservazione), volta ad anticipare la...

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Giornata da Panico!!!! Sabato 21 novembre2015 dott.ssa Cesia Polloni e dott. Luca Rossi www.centromastermind.it Centro MasterMind Nel cuore della mente
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Giornata da Panico!!!! Sabato 21 novembre2015

dott.ssa Cesia Polloni e dott. Luca Rossi www.centromastermind.it

Centro MasterMind Nel cuore della mente

ANSIA

Che cos’è?

Come si manifesta?

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L’ansia è una reazione fisiologica che si manifesta spesso nella nostra vita ed è un aspetto inscindibile dalla natura umana. Ognuno di noi prova ansia in condizioni e situazioni diverse:

• esame,

• situazioni nuove,

• colloquio di lavoro,

• matrimonio,

• parlare in pubblico.

L’ansia si può manifestare sia in situazioni per noi

spiacevoli (paura) che piacevoli (gioia).

*Ansia 1

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Entro certi limiti, l'ansia permette di migliorare le proprie prestazioni, consentendo di utilizzare al meglio le risorse disponibili.

In condizioni normali, l'ansia costituisce una reazione di difesa dell'organismo (correlata con l'istinto di conservazione), volta ad anticipare la percezione del pericolo prima che questo sia identificato.

Ansia 2

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È accompagnata da un aumento della vigilanza e

dall'attivazione di una serie di meccanismi fisiologici

(fra i quali l'aumento della frequenza cardiaca, del

respiro e del tono della muscolatura), che

predispongono l'organismo alla difesa o all'attacco

Ansia 3

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Quando l’ansia diventa eccessiva, perde la sua funzione adattiva e può manifestarsi come:

• dispnea;

• palpitazioni cardiache;

• dolori al torace;

• sensazione di affogare o di essere soffocato;

• sbandamenti, vertigini o sensazione di non stare bene in piedi;

• formicolii alle mani e ai piedi;

• improvvise sensazioni di caldo e di freddo;

• sudorazione;

• tremori fini o a grandi scosse;

• ecc

Ansia 4

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Vie di scarica dell’ansia

Sistema muscolo – scheletrico

Sistema nervoso autonomo

Sistema cognitivo - percettivo

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Corteccia (processi di pensiero)

Come funzioniamo?

Zona sub-corticale

(processi emotivi)

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Cosa c’è sotto l’ansia?

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Emozioni: che ruolo hanno? come si manifestano?

L’emozione può essere definita come: un insieme di reazioni fisiche e psichiche, che si attivano in risposta ad uno stimolo esterno o interno.

Lo stimolo o evento emotigeno è un evento critico, cioè di particolare importanza per la persona.

L’emozione si accompagna ad una risposta definibile come un processo dinamico, con un inizio e una fine, ha una durata, e coinvolge la persona pervasivamente.

Emozioni 1

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La risposta emotiva viene classificata sulla base di tre componenti principali:

• Valutazione del significato emotivo di uno stimolo

• Espressione di un’emozione

• Esperienza di un’emozione

Emozioni 2

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*

Il RICONOSCIMENTO DELLE EMOZIONI

è un processo complesso e per lo più automatico,

che si basa sull’espressione facciale,

l’intonazione della voce

e gli elementi prosodici del linguaggio,

movimenti corporei,

gesti e posture (indizi non verbali).

Quando le emozioni sono

in conflitto

proviamo ANSIA

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Esistono emozioni di base e emozioni complesse Le emozioni di base sono:

Gioia

Disgusto

Paura

Tristezza

Rabbia

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*

Le emozioni hanno un ruolo centrale nelle relazioni sociali come:

La famiglia,

L’amicizia, La coppia,

Gli affetti,

gli incontri sociali quotidiani,

LE DINAMICHE DI GRUPPO

e il comportamento collettivo.

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*

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*

Il senso di colpa è un sentimento complesso

È un sentimento pro-sociale, si attiva più

facilmente nelle donne rispetto ai maschi.

Serve a mantenere un atteggiamento di cura

prolungato e duraturo nel tempo.

La colpa è il sentimento di inadeguatezza

rispetto a norme morali violate attuando un

comportamento che danneggia altri (o sè stessi).

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*

Una conseguenza del senso di colpa inconscio è l'autosabotaggio,

ovvero il comportamento involontariamente autolesivo che un soggetto può tenere, precludendosi successi e condannandosi alla cronica lamentela per la propria insoddisfacente esistenza.

In questo caso il soggetto non solo non si ritiene degno di vivere in maniera serena e appagante, ma si autopunisce per colpe inconsce e si trova più a proprio agio quando le cose vanno male.

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*

• Interesse e curiosità si possono chiamare emozioni estetiche, sono MOTIVAZIONI di grande importanza, perché rappresentano le basi della capacità di impegnarsi in progetti laboriosi.

• Le emozioni estetiche sono quelle in cui siamo attratti dalla bellezza.

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*

• L’autostima è l’emozione complessa collegata all’immagine di Sé.

• Si attiva attraverso una buona conoscenza della propria personalità e dei meccanismi che utilizziamo nell’affrontare i giudizi che riceviamo nel corso della propria maturazione.

• Oltre alla capacità di trovare soddisfazione per il successo attribuito al proprio merito.

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*

Imbarazzo e timidezza sono accomunati dall’attenzione a se stessi, in cui il soggetto si sdoppia e crea un giudice

interno che valuta la propria immagine e ritiene inadeguato il comportamento.

Si differenziano perché l’imbarazzo è

temporaneo e legato agli eventi, la

timidezza è un tratto stabile del carattere.

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*

• Il perdono favorisce la riparazione del danno e la ricomposizione della relazione interpersonale, favorisce la collaborazione.

• Il perdono richiede una autostima forte e una capacità affettiva matura.

• Il perdono può essere fonte di libertà.

• Il perdono implica una inter-relazione con il senso di colpa e il pentimento.

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*

• Le emozioni della mancanza di affetto sono freddezza e sadismo.

• Alimentano il distacco e l’incomprensione.

• Sollecitano l’allontanamento.

INVIDIA

Quali credenze attivano l’invidia?

che un’altra persona ha qualcosa che il soggetto non ha o crede di non avere.

L’invidioso vive lo scopo di avere l’oggetto che non ha.

l’individuo crede di non poter avere l’oggetto nell’intervallo di tempo in cui vuole realizzare un certo scopo.

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COSA SI INVIDIA?

Quali sono gli scopi che provocano in noi invidia?

l’invidioso invidierà l’invidiato tanto più quanto più vorrebbe

essere apprezzato e ammirato;

l’invidioso invidierà più le persone con cui può essere confrontato (o può confrontarsi), che altri completamente estranei ai suoi “giri”.

l’invidioso invidierà quanto più le differenze di potere con l’invidiato sono pubbliche.

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CHI SI INVIDIA?

L’invidia ha luogo più facilmente e fortemente tra:

chi si conosce (regola della vicinanza);

chi condivide gli stessi scopi (regola della somiglianza di scopi);

chi condivide possibilità simili.

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per nascondere la propria inferiorità

per evitare sanzioni sociali negative

per perseguire più efficacemente lo scopo di

danneggiare l’altro

PERCHE’ L’INVIDIOSO NASCONDE LA PROPRIA INVIDIA?

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*

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Esiste una competizione sana in cui le persone

hanno la stessa assertività, correlata al rispetto reciproco.

Essa diventa una sana motivazione

per raggiungere obiettivi finalizzati al miglioramento

delle proprie competenze e abilità.

Non c’è sana competizione se c’è gelosia.

GELOSIA

Come l’invidia, la gelosia è un rapporto a tre termini: chi è geloso, ciò di cui è geloso, colui nei confronti del quale è geloso;

La gelosia non implica riconoscimento della superiorità dell’altro, è più spesso “desiderio di primeggiare”, e va oltre il semplice malanimo;

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*

Le emozioni, nate nelle primissime fasi

dell’evoluzione della specie, che sono dirette contro

gli elementi esterni della nostra umanità, sono le più

pericolose del repertorio umano.

Sono le emozioni di disprezzo, di odio che portano

all’umiliazione e svilimento dei rapporti umani,

ereditate antropologicamente

contemporaneamente alla capacità di amare,

ma contrapposte.

Imbarazzo e Vergogna

L’imbarazzo sorge per l’infrazione, vera o temuta, di regole sociali condivise o meno, o in assenza di regole. La vergogna è il segnale di una rottura di regole morali alle quali si aderisce personalmente.

L’mbarazzo è il campanello di allarme delle brutte figure; è il dispiacere o timore della frustrazione della buona immagine e/o autostima;

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VERGOGNA

L’imbarazzo protegge l’immagine pubblica, la vergogna mira

a ristabilire un’immagine interna accettabile di sé.

Chi si vergogna è dispiaciuto o timoroso che gli altri, o lui stesso, possano avere una valutazione negativa di se stesso,

Svaluta la propria immagine o autoimmagine di fronte ad uno scopo od obiettivo rispetto al quale vuol mostrare di essere adeguato o idealizza prestazioni elevate.

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DI CHE COSA CI SI VERGOGNA

Ci si può vergognare di qualsiasi evento, proprietà o azione che permetta agli altri o a noi stessi di assumere su di noi una valutazione negativa

(proprietà fisiche e morali, familiari o amici, situazioni permanenti o transitorie)

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A CHE SERVE LA VERGOGNA?

La vergogna può essere utile all’individuo, in quanto la sofferenza che provoca lo informa dell’avvenuta, o possibile, compromissione dei suoi obiettivi e della sua immagine o dell’autostima.

I problemi e la compromissione dell’autostima si presentano invece quando si sanziona l’espressione e il vissuto stesso della vergogna, disprezzando o ridicolizzando chi la prova.

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Cesia Polloni

Luca Rossi

Comitato genitori ISTITUTI

«G. VERDI» VALDOBBIADENE


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