Sennet L’uomo ar-giano
-‐ PARTE SECONDA Il mes-ere-‐
RICONOSCIMENTO, VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
Modulo B Prof.ssa GIULIANA SANDRONE
A.A. 2015-‐2016
Sennet L’uomo ar-giano
-‐ PARTE SECONDA Il mes-ere-‐
La mano e l’occhio
La mano intelligente “La mano è la finestra della mente” (Kant)
Charles Bell, The Hand: its mechanism and vital endowments as evincing design (1833)
La mano come dono di Dio ma anche strumento che fornisce informazioni più affidabili al cervello rispeYo all’occhio, che può essere ingannato.
Charles Darwin, The Descent of Man (1879)
“Sono sta) gli impieghi della mano, più che le modificazioni della sua stru9ura, ad accompagnare il volume crescente del cervello”. (p.148)
La mano intelligente Afferrare un oggeYo è un aYo intenzionale
Raymond Tallis, The Hand: a philosophical Inquiry in Human Being (2003)
In realtà I cambiamen_ struYurali, fisici della mano hanno consen_to alla specie umana l’esperienza fisica della prensione
Oltre la dimensione fisica “Afferrare un problema”
DIALOGO EVOLUTIVO TRA MANO E CERVELLO
La mano intelligente Sulla punta delle dita la verità
“Quando suono, esperisco l’errore sui polpastrelli, e cercherò di correggere quell’errore. Ho in mente un modello di quello che il suono dovrebbe essere, ma la mia veridicità riposa sul semplice riconoscimento del fa9o che comme9o errori”. (p. 156)
“LA TECNICA SI SVILUPPA GRAZIE ALLA COSTANTE DIALETTICA TRA IL MODO CORRETTO DI FARE UNA COSA E LA DISPONIBILITA’ A SPERIMENTARE L’ERRORE”. (p. 157)
La mano intelligente I due pollici: dalla coordinazione alla collaborazione
Homo sapiens: la scimmia sbilenca. La prensione è sbilenca, asimmetrica, dal momento che l’uomo tende a preferire l’u)lizzo di una mano rispe9o all’altra.
“Per perme9ere che la mano debole sviluppi destrezza bisogna che la compagna più forte calibri la propria forza. Lo stesso vale per le dita”. (pp. 160-‐161)
Michael C. Corballis, The Lopsided Ape (1991)
LA COLLABORAZIONE E’ INSITA NEL DNA UMANO, E’ FISIOLOGICA
La mano intelligente La forza minima
“Nella coordinazione manuale, il punto centrale è l’ineguaglianza della forza tra le par); le mani ineguali lavorano insieme per correggere la debolezza. L’aggiunta del rilasciamento della forza tra9enuta cos)tuisce un passo ulteriore. I due elemen) insieme conferiscono autocontrollo al corpo e precisione al gesto; nel lavoro manuale, la cieca forza bruta è controproducente”. (167)
La mano intelligente Il ritmo della concentrazione
“Per sviluppare la capacità di concentrazione , gli educatori cercano di interessare I bambini mentalmente ed emo)vamente a una certa materia o argomento. L’ipotesi su cui si basano è che il coinvolgimento generi la concentrazione. Lo sviluppo a lungo termine delle abilità manuali dimostra invece il contrario: la capacità di concentrarsi per lunghi periodi viene prima; soltanto quando il sogge9o è in grado di concentrarsi riuscirà a coinvolgersi emo)vamente o intelle9ualmente. La capacità di concentrazione fisica segue regole tu9e sue, basate su come una persona impara a esercitarsi, a ripetere le azioni e a imparare dalla ripe)zione”. (168)
La mano intelligente Il ritmo della concentrazione
“Verrebbe da pensare, come fece Adam Smith parlando del lavoro industriale, che la rou)ne sia insensata, che chi ripete un gesto all’infinito alla fine rincre)nisca; oppure si tende ad associare la rou)ne alla noia.”. (171)
“Quando viene stru9urato come un guardare avan) , il ripetere una cosa sempre di nuovo è s)molante (…) Non è un’esperienza tanto strana; la conosciamo tuf: si chiama ritmo. Il ritmo è iscri9o nelle pulsazioni del cuore umano, l’ar)giano specializzato lo ha esteso alla mano e all’occhio”. (171)
La mano intelligente Il ritmo della concentrazione
“In musica, visivamente il dire9ore d’orchestra dà l’impressione di essere appena in an)cipo nell’indicare la nota, e l’esecutore a sua volta registra il segnale un microsecondo prima di produrla”. (171)
Chi è l’ar-giano?
Apprendimento meccanico vs coinvolgimento emo_vo ?
Il coinvolgimento emo_vo si manifesta in due forme
DECISIONE OBBLIGO MORALE
Valu_amo se vale la pena compiere una certa azione o dedicare il nostro tempo a una certa persona
Ci soYomecamo ad un dovere, a un’usanza o alla necessità di un’altra persona, a cose che non abbiamo deciso noi
RIPETIZIONE/RITO
VALORE
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Le istruzioni espressive
Le istruzioni espressive Esiste uno scarto tra linguaggio delle istruzioni e il corpo
“Il linguaggio è sempre in difficoltà quando deve descrivere le azioni fisiche, e lo è sopra9u9o quando vuole impar)re istruzioni”. (p.174)
“Nel laboratorio, la parola orale sembra essere più efficace delle istruzioni scri9e. (…) Eppure limitarsi a privilegiare la voce, il rapporto faccia a faccia, è una soluzione parziale”. (p.174)
Le istruzioni espressive
Limi_ dell’oralità “faccia a faccia”
“Anziché escludere la scri9ura, la vera sfida consiste nel fare in modo che le istruzioni scri9e diven)no comunica)ve: occorre creare istruzioni espressive”. (p.174)
-‐ Gli interlocutori si devono trovare nel medesimo luogo
-‐ Il dialogo orale tende ad essere disordinato e pieno di divagazioni
Le istruzioni espressive La rappresentazione fisica comunica più cose
dell’e_cheYa astraYa
“Ci si aspe9a che l’apprendista assorba l’esempio del maestro per osmosi; la dimostrazione del maestro propone un a9o compiuto corre9amente ed è lasciato all’apprendista di capire quale sia, per così dire, il trucco. L’apprendimento a9raverso l’esempio pone tu9o l’onere sul’apprendista; parte inoltre dal presupposto che si possa dare un imitazione dire9a. Spesso il metodo funziona, non c’è dubbio; ma altre9anto spesso fallisce ”. (p.177)
Il maestro dimostra con le sue azioni, all’apprendista, il procedimento correYo. Quella dimostrazione diventa la guida
Le istruzioni espressive Il linguaggio direcvo scriYo può rendere il
processo di osmosi più concreto e più definito
La riceYa scriYa: il Poulet à la d’Albufera
Le capacità manuali si incontrano/scontrano con il linguaggio
La scriYura deve essere più efficace possibile
Sennet presenta tre modi diversi di presentare la riceYa, tre modalità espressive diverse della lingua faYe da tre “food blogger” vintage
Le istruzioni espressive Esemplificazioni di istruzioni espressive
Iden_ficazione con il cuoco o l’alimento, u_lizzo di narrazioni sceniche, aneddo_ e metafore, osservazioni anche non per_nen_
“Le istruzioni espressive riconne9ono il mes)ere tecnico con l’immaginazione. Sono a9rezzi linguis)ci che possono essere applica) all’insegnamento della musica, alla compilazione di manuali per computer o alla filosofia”. (p. 186)
Linguaggio espressivo ed immagina_vo
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ADrezzi che eccitano la mente
ADrezzi che eccitano la mente
Albori scienza moderna (XVI°-‐XVII°)
“Il telescopio contribuì a detronizzare l’uomo dalla sua posizione al centro dell’universo; il microscopio rivelò una vita brulicante invisibile ad occhio nudo; il bisturi assicurò agli anatomis) una nuova conoscenza della stru9ura organica. Ques) strumen) s)molarono il pensiero scien)fico grazie ai loro difef e limi) non meno che per le loro capacità rivelatrici”. (p. 188)
ADrezzi che eccitano la mente
Da Galvani a Frankestein
“Pur non avendo laboratori a disposizione, Mary Shelley fu una scienziata più seria di Galvani; voleva scoprire e conseguenze di quella scienza. Voleva comprenderla meglio e il suo strumento fu l’immaginazione ”. (p. 200)
ADrezzi che eccitano la mente
Il salto intui_vo nell’ignoto
“L’intuizione sca9a a par)re dal sen)mento che ciò che ancora non esiste potrebbe esistere. Come ci viene questo sen)mento? Nel lavoro tecnico, il sen)mento del possibile si fonda sul senso di frustrazione per le limitazioni di un certo a9rezzo; oppure è provocato dalle potenzialità ancora non verificate che un a9rezzo possiede”. (p. 201)
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Resistenza ed ambiguità
Resistenza ed ambiguità “Non si os_ni a voler colpire il bersaglio”
“L’arciere inesperto è esortato a lavorare con la resistenza dell’arco, a esplorare modi diversi di puntare la freccia, come se si trovasse di fronte ad un procedimento ambiguo. Alla fine la sua mira migliorerà ”. (p. 201)
Resistenza ed ambiguità Come l’ar_giano lavora con la resistenza
“Ci sono due )pi di resistenza: quella che si trova e quella che si provoca. Come il falegname può scoprire nodi inaspe9a) in un pezzo di legno, così il costru9ore troverà del terreno fangoso so9o l’area da costruire. In questo caso la resistenza è trovata, a differenza di quello che succede al pi9ore che gra9a via un ritra9o preesistente e in perfe9o stato perché ha deciso di ripar)re da capo. Qui è l’ar)sta che pone un ostacolo sulla propria strada”. (p. 201)
Resistenza ed ambiguità Come l’ar_giano lavora con la resistenza
“Certo, di fronte a una resistenza troppo forte o troppo prolungata o non analizzabile, gli ingranaggi della nostra mente possono arrestarsi. Ciascuna di queste situazioni può benissimo indurre una persona a ge9are la spugna. Quali sono allora le abilità che ci consentono di indugiare, indugiare in modo produfvo, nelle situazioni frustran)?” (p. 210)
1) La capacità di riconfigurare il problema in termini diversi
2) La capacità di riadaYare la propria condoYa qualora il problema permanga più a lungo del previsto
3) La capacità di iden_ficarsi con l’elemento più abbordabile del problema
Resistenza ed ambiguità Come l’ar_giano lavora con l’ambiguità
“L’improvvisazione ha luogo nelle bo9eghe ar)giane, negli uffici e nei laboratori non meno che nelle strade. Come nel jazz, anche queste forma di improvvisazione coinvolgono abilità che possono essere sv i luppate e p e r f e z i o n a t e . L a c a p a c i t à d i an)cipazione può essere rafforzata; le persone possono diventare più brave a ges)re confini e limi); possono diventare più selefve nella scelta delle cose da variare”. (p. 226)
Per (non) concludere “Nel lavoro, come in amore, i progressi avvengono a sbalzi. Ma migliorare si può , come tuf noi consta)amo. Magari ci piacerebbe semplificare e razionalizzare le abilità tecniche, come fanno spesso i manuali didafci, ma questo non è possibile, perché siamo organismi complessi. Ma quanto più una persona afnge a queste tecniche, quanto più le scandaglia, tanto più o9errà la ricompensa emo)va dell’uomo ar)giano: un senso soggefvo di competenza”. (p. 227)
Il mondo di oggi è invece ossessionato dalla quan_tà, con ritmi spesso implacabili, che si contrappone con la condizione ar_gianale,
maggiormente tesa a fare bene le cose con una certa maestria tecnica