1180-1185: guerra Genpei (Taira vs Minamoto) e vittoria di Minamoto Yoritomo nella battaglia navale di Dannoura
istituzione del bakufu, «governo della tenda» a Kamakura
trasferimento del potere dai kuge ai buke
Yoritomo organizza una coalizione di guerrieri provinciali (gokenin)
Struttura gerarchica interna alla classe militare: Gokenin, samurai, zusa
Vincolo di obbedienza e lealtà verso il superiore
Lealtà, onore, coraggio, disciplina, frugalità
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1185: Yoritomo ottiene il titolo di ʺcapo della polizia militareʺ
1192: imp. Go Toba gli conferisce la carica di
shōgun legittimazione!
abbreviazione di seii tai shōgun, «grande generale conquistatore dei barbari»
il controllo amministrativo e militare del Paese di accentra progressivamente nel bakufu
in periodo Kamakura: governo duale --
Bakufu si fonda su tre organismi:
Samurai Dokoro, «Ufficio degli affari militari»
Mandokoro, «Ufficio amministrativo»
Monchūjo, «Ufficio investigativo»
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1199: muore Yoritomo
i due figli non sanno gestire il potere
1203: il nonno materno Hōjō Tokimasa diviene shikken, ovvero reggente dello shōgun
la famiglia Hōjō gestisce il potere fino alla fine del periodo Kamakura
1221: imp. in ritiro Go Toba tenta di attaccare il bakufu e di restaurare il potere imperiale
fallisce e viene esiliato
Due tentati attacchi da parte di Qubilay Qan nel 1274 e nel 1281
Falliscono a causa di tifoni (kamikaze)
MA imprese molto costose per il bakufu, che non ha nemmeno un bottino da distribuire a samurai e templi
accentua il malcontento verso gli Hōjō, soprattutto degli Ashikaga
1321: imp. Go Daigo abolisce il sistema insei e complotta contro gli Hōjō
1331: Kamakura invia uomini armati, Go Daigo
fugge ma viene catturato e esiliato, ma fugge dall’esilio. Gli viene inviato contro Ashikaga Takauji che però si allea con lui
1333: Ashikaga Takauji ristabilisce Go Daigo; il
suo alleato Nitta Yoshisada distrugge le istituzioni di Kamakura
1334: Go Daigo proclama l’inizio dell’era Kenmu e avvia un tentativo di restaurare il potere imperiale
1336: Ashikaga Takauji si ribella, sconfigge le
truppe imperiali, destituisce Go Daigo che fugge a Yoshino (1336-1392: periodo delle “Corti del Sud e del Nord”, Nanbokuchō)
1338: Takauji venne nominato shōgun
Nuovo governo militare, basato nella capitale
Pdv culturale
Produzione: aristocrazia kuge e monaci
Ricezione: si amplia il pubblico con i bushi
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Il Buddhismo si afferma anche fra gli strati meno elevati della società
desiderio di salvezza mappō
Shōbō «Vera Legge»
Zōbō «Parvenza della Legge»
Mappō «Disfacimento della Legge»
salvezza non jiriki ma tariki, affidandosi al Buddha Amida (nenbutsu)
Buddhismo della Terra Pura:
- Jōdōshū di Honen
- Jōdōshū di Shinran
Hokke, «Scuola del Loto» di Nichiren
Zen, legato soprattutto al monaco Dōgen
Poesia in giapponese
Waka periodo di splendore
- Poesia vista dai kuge come simbolo di superiorità culturale
- 1201: imp. in ritiro Go Toba organizza il Wakadokoro (Ufficio imperiale per la poesia)
- Attività di alcune delle personalità poetiche più rilevanti della storia della letteratura giapponese. Es. Fujiwara no Teika
Fujiwara no Teika (1162-1241)
- Poeta, teorico, critico, esegeta, filologo
- Primo kajin a essere incaricato della compilazione di due antologie imperiali
- Trattato poetico Kindai shūka (Eccellenti poesie dei tempi moderni), 1209
Se per le parole [kotoba] si segue l’antico; se per il cuore [kokoro] si cerca il nuovo; se si punta a una
resa complessiva [sugata] di irraggiungibile elevatezza; se si studia la poesia dell’era Kanpyō
[889-898] o di prima, come non si potrà comporre cose buone?
ʺParole antiche, cuore nuovoʺ
Fujiwara no Teika (1162-1241)
- Poeta, teorico, critico, esegeta, filologo
- Primo kajin a essere incaricato della compilazione di due antologie imperiali
- Trattato poetico Kindai shūka (Eccellenti poesie dei tempi moderni), 1209
- Antologia Ogura hyakunin isshu (Cento poesie per cento poeti)
Committente: imp. in ritiro Go Toba
Compilatori: sei membri del Wakadokoro Minamoto Michitomo, Fujiwara Arie, Fujiwara Teika, Fujiwara Ietaka, Fujiwara Masatsune, monaco Jakuren
Struttura: - segue lo schema del Kokinshū, ad eccezione di
due sezioni (al posto di “Nomi delle cose” e “Canti da cerimonie imperiali” ci sono “Poesie Shintō” e “Poesie Buddhiste”)
- 1978 waka - grande spazio ad autori contemporanei e
professionisti; pochi anonimi
Concetti estetici:
- Yojō (allusione): indica risonanze e ampliamenti di senso che il testo suggerisce grazie a figure retoriche (soprattutto il kakekotoba)
- Yūgen (misteriosa profondità): significati complessi condensati in poche parole, grazie all’uso di risonanze intertestuali
- Sabi: valorizzazione in poesia di una bellezza naturale spoglia, monocroma, di cui il poeta fa esperienza in una condizione di solitudine e abbandono
Valorizzazione elementi naturali con nuove tecniche, come il taigendome, la pratica di chiudere il verso con un sostantivo
Yama fukami /haru to mo shiranu /matsu no to ni/ taedae kataru/ yuki no tamamizu Perline di neve disciolta/ che sgocciolano a singhiozzo /sulla mia porta di legno di pino / che nei recessi della montagna / ignora perfino che la primavera è qui
Shinkokinshū I:3, Primavera 1
Rapporto con la letteratura classica:
- allusioni e riferimenti intertestuali
- honkadori: inserimento in una poesia di un certo numero di more tratte da un componimento precedente e noto
Poesia originale:
Teri mo sezu/ kumori mo hatenu/ haru no yo no/ oborozukiyo ni/ shiku mono zo naki
Non c’è nulla di pari/ alla luna velata/ nella notte di primavera/ che le nubi non coprono del tutto/ né pienamente splende
Poesia derivata (di Teika)
Ōzora wa/ ume no nioi ni/ kasumitsutsu/ kumori mo hatenu/ haru no yo no tsuki
La volta celeste/ si offusca/ del profumo dei susini/ la luna nella notte di primavera/ che le nubi non coprono del tutto
Presenza di poeti della classe militare (non si riconosce però la loro origine!):
- Saigyō: si fa monaco eremita
Novità: tema del romitaggio
Sabishisa ni/ taetaru hito no/ mata mo are na/ iori narabemu/ fuyu no yamazato
Ah, se ci fosse qualcun altro/ cui non pesasse/ la solitudine/ costruiremmo i nostri abituri l’uno accanto all’altro/ nel villaggio di montagna, in inverno
Shinkokinshū VI:627, Inverno
Poesia in giapponese
Renga «poesia a catena», «poesia legata»
- Deriva dal waka
- Pratica di comporre in coppia, a turno, le due parti di un tanka (maeku o kami no ku e tsukeku o shimo no ku)
- Primo esempio nel Kojiki: scambio fra Yamatotakeru e un vecchio incontrato lungo la via
- Eempi nel Man’yōshū e nella letteratura di periodo Heian
In periodo Kamakura:
- autonomizzazione dal waka
evoluzione da tanrenga (renga breve) a kusari renga (renga a catena, o chōrenga, renga lungo), formato da una successione di ku del tipo 5-7-5, 7-7, 5-7-5, 7-7, ecc.
il ku di 5-7-5 (maeku) stabiliva il tema (dai) della composizione e quello che “rispondeva” (tsukeku) doveva farlo con parole e temi consoni
Prosa: Gunki Monogatari
Cronache, racconti militari
- Eventi legati ai bushi
- Storie di personaggi realmente esistiti, pur con elementi di fiction
Tema della fragilità della condizione umana
- Concetto buddhista di mujō
Heike Monogatari 平家物語
ʺStoria dei Tairaʺ, metà XIII secolo
Autore anonimo, probabilmente aristocratico:
- riferimenti a cronache e diari del passato
- terminologia buddhista
- citazioni di classici cinesi
Possibile influenza di qualcuno vicino al mondo samuraico:
- descrizioni minuziose delle province orientali, della vita e delle gesta dei guerrieri
Presenti termini colloquiali e onomatopee
derivano dalla recitazione del testo dei biwa hōshi
Biwa hōshi : cantastorie itineranti ciechi
formano una corporazione specializzata che contribuisce alla popolarizzazione della letteratura
Katarimono (o kataribon): testi scritti da raccontare o ascoltare, scritti da aristocratici o monaci per un pubblico che cambia e che contribuisce a modificare il contenuto
Tradizionalmente attribuito all’ex-governatore Yukinaga che lo avrebbe insegnato al biwa hōshi Shōbutsu, esortandolo a diffonderlo
Testo canonizato nel codice Kakuchibon (1371) dal biwa hōshi Kakuichi: 12 maki divisi in 2 parti
Vari episodi in narrazione lineare cronologica
-Episodi diffusi anche singolarmente: heikyoku in forma scritta: yomihon in forma orale: kataribon
Ispirazione per la letteratura successiva, soprattutto per il teatro di (nō, kabuki, ningyō jōruri)
Racconto in ordine cronologico dell’ascesa e caduta dei Taira tra 1131 e 1191
- Prima parte: storia di Taira no Kiyomori e conflitto con la corte imperiale e con i Minamoto
- Seconda parte: Yoritomo, Yoshinaka, Yoshitsune
Eroi-guerrieri visti nel momento della sconfitta personale
Nuove figure femminili di diversa appartenenza sociale che non accettano passivamente il destino
Cronaca militare sullo sfondo, grande rilevanza è data alla fragilità umana
Concetti buddhisti di mappō e mujō
ʺIl rintocco delle campane del tempio di Gion
riecheggia la caducità di tutte le cose. Il colore dei fiori di śāla dimostra la realtà che chi
eccelle è destinato a cadere. I violenti non dureranno, simili al sogno di una notte
di primavera. Anche i prodi saranno infine travolti, come polvere di
fronte al vento.ʺ
Basta che la vostra fede sia profonda, che non concepiate il più leggero dubbio. Allora, se con perfetta devozione invocherete
dieci volte, o anche solo una volta, il suo Nome, Amida ridurrà il suo corpo incommensurabile come la sabbia del fiume Gange
alla misura di una testa e, circondato da Kannon, da Seishi, e dalla santa coorte degli innumerevoli buddha e bodhisattva,
finalmente visibili ai vostri occhi, al suono di strumenti musicali, nell’armonia degli inni sacri, apparirà sulla soglia
orientale del paradiso, per accogliervi. Così, anche se vi crederete immerso al fondo del mare ceruleo, sarete innalzato –
è certo – al di sopra delle nubi purpuree. E quando, vicino al Buddha, nel perfetto distacco realizzerete l’illuminazione,
allora, senza dubbio alcuno, potrete tornare in questa terra di sofferenza per guidare la vostra sposa e i vostri figli,
compiendo il viaggio di ritorno in questo mondo impuro per la salvezza degli uomini.
Prosa: Inja Bungaku
«Letteratura dell’eremita», o sōan bungaku «letteratura dell’eremo»
Temi: fugacità e vanità della vita mondana
visione del mondo in termini mappō e mujō
Eremiti:
- Filone ʺreligiosoʺ: hijiri e shugenja
- Filone ʺ(semi) laicoʺ: tonseisha, autori di inja bungaku
Natura: dimensione salvifica per eccellenza
Opere più importanti sono zuihitsu:
- Hōjōki (Ricordi di un eremo), Kamo no Chōmei
- Tsurezuregusa (Ore d’ozio), Yoshida Kaneyoshi
Hōjōki 方丈記 1212
Kamo no Chōmei
- alla corte di Gotoba come poeta e suonatore di biwa
- quando la corte inizia a crollare si ritira a Toyama, «eremita a metà»
- Mumyōshō (Note senza nome), 1211-12 circa
- Hosshinshū (Raccolta di aneddoti per risvegliare la mente), 1208-1216 circa
Il modello è il Chiteiki (Memorie di un ritiro sul lago, 982 circa) di Yoshihige no Yasutane
- Entrambi descrivono la decadenza della capitale ed esaltano la vita in solitudine
- Hōjōki è più accurato e dettagliato nelle descrizioni, maggiore realismo e maggiore rilievo al sentimento religioso
Chiteiki: “Un uomo di bassa estrazione che ha dei rapporti con una famiglia influente non può ridere di cuore anche quando è molto contento; non può piangere apertamente
anche se è triste. È ansioso di come si comporta, incerto nel giudizio, proprio come un passero o una cornacchia che si
trovino vicino a un falco.”
Hōjōki : “Chi, essendo di umili natali, abita vicino al palazzo di un potente, non può dar libero sfogo alla gioia se ha
qualcosa di cui rallegrarsi, né piangere ad alta voce se ha l’animo straziato. Simile a passero che s’avvicini al nido di un falco, i suoi movimenti non sono liberi: ogni volta che
siede o si alza egli tremerà dalla paura.”
Come anche il Chiteiki è diviso in due parti:
1. racconto di cinque eventi disastrosi che colpiscono la capitale
precarietà della condizione umana
decisione di abbandonare il mondo
Scorre incessante il fiume e la sua acqua non è mai la stessa. Nelle sacche, le bolle là si formano qui si
dissolvono, non una di esse rimane per molto: così è per l’uomo e la sua abitazione.
Più di trent’anni m’ero tormentato il cuore nel sopportare questo mondo impossibile. E in quel lasso di tempo i fallimenti di questa o quell’ora mi avevano
portato alla consapevolezza che la fortuna non i avrebbe arriso. Così, con l’arrivo dei miei
cinquant’anni, lasciai la mia casa e voltai le spalle al mondo.
Come anche il Chiteiki è diviso in due parti:
1. racconto di cinque eventi disastrosi che colpiscono la capitale
precarietà della condizione umana
decisione di abbandonare il mondo
2. resoconto della vita in ritiro a Toyama
contrapposizione città/natura
Qui, a sessant’anni, quand’è vicina a dissolversi questa mia vita di rugiada, mi sono costruito un
altro rifugio, foglia dell’ultima stagione.
L’essenza di quanto il Buddha ha voluto insegnarci è che non dobbiamo avere nessun
attaccamento. Anche l’affetto che ho per questo abituro è quindi una colpa e anche il mio amore per questa vita di tranquilla solitudine diventerà
un ostacolo alla salvezza…
Tsurezuregusa 徒然草 1333
Yoshida Kaneyoshi, noto come Kenkō Hoshi
- dopo anni a corte di fa monaco e vagabonda
- rinomato poeta
- osserva il mondo con apparente distacco e autoironi
243 brani indipendenti di varia lunghezza preceduti da un’introduzione di poche righe
Manoscritto più antico che segue la successione attuale risale al 1431, la numerazione al XVII sec.
Titolo assegnato a posteriori dall’incipit
Tsurezure naru mama ni, hikurashi suzuri ni mukaite, kokoro ni utsuriyuku yoshinashigoto wo,
sokowa ka to naku kakitsukureba, ayashū koso monoguruoshikere
Nelle mie ore d’ozio seduto davanti al calamaio, vado annotando giorno dopo giorno, senza alcun motivo
particolare, ogni pensiero che mi passa per la mente, per quanto futile sia: è una cosa questa che mi
procura una sensazione davvero strana, simile a una lieve ebbrezza.
Grande varietà di argomenti
- osservazioni, giudizi, aneddoti su nobili e monaci, storie di guerrieri e mercanti, norme di buon comportamento
- giudizi espressi in forma di liste
- più aperto rispetto alle classi popolari e anche critico nei confronti delle classi dominanti
- tono meno pessimista rispetto allo Hōjōki
- Katō Shūichi lo definisce «renga in prosa»
- richiamo per la classicità di periodo Heian
Ci sono sette tipi di persone che non possono essere buoni amici: primo, i personaggi di alto livello sociale; secondo, i
giovani; terzo, chi ha una salute ottima e non è mai malato; quarto, quelli a cui piace il sake; quinto, gli uomini d’armi irruenti e baldanzosi; sesto, i bugiardi; settimo, gli
avidi egoisti. I buoni amici sono di tre tipi: quelli che fanno regali; i medici; le
persone sagge.
Cose che tradiscono il cattivo gusto. Troppi mobili negli
ambienti in cui si sta. Troppi pennelli nel calamaio. Troppi Buddha sull’altare domestico. Troppe pietre, alberi o erbe nel giardino. Troppi figli o nipoti. Troppe parole quando
s’incontra uno.