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PREVENZIONE INCENDI - DIDA: Dipartimento di Architettura · fattore compreso fra 0,8 e 1,2 •...

Date post: 16-Feb-2019
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1 PREVENZIONE INCENDI
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PREVENZIONE INCENDI

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COMBUSTIONELa combustione è la reazione chimica di duesostante (combustibile e comburente) con sviluppodi calore .Condizioni necessarie per la suddetta reazionechimica sono:• presenza di combustibile• presenza di comburente• presenza di una sorgente di calore (innesco)Quando uno dei tre elementi della combustioneviene a mancare, questa non avviene o se già inatto, si estingue.

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Triangolo del fuocoIl grafico è usato per rappresentare visivamente ilprocesso chimico fisico della combustione. I latidell'ipotetico triangolo rappresentano i 3 elementinecessari per la combustione

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Temperatura di accensioneE’ la temperatura minima alla quale la miscelacombustibile/comburente inizia a bruciare inmodo spontaneo e continuo senza ulterioreapporto di calore dall’esterno.Ad es: per il legno e la benzina la temperatura èpari a circa 250 °C, mentre per il gasolio è di cir ca220 °C e per il metano è dell’ordine di 530 °C.

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Temperatura di infiammabilitàE’ la temperatura minima alla quale alcunitipi di sostante allo stato liquidi emettonovapori in quantità tali da potersi incendiarein caso di innesco.La temperatura di infiammabilità si definisceesclusivamente per i liquidi “infiammabili ocombustibili”.E’ il parametro discriminante in merito allapericolosità di un liquido ai fini dellaprevenzione incendi

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Ad es. la benzina, avendo una temperatura diinfiammabilità di – 20 °C, emette vapori ingrado di incendiarsi anche con un piccoloapporto di energia termica (innesco). Il gasolioinvece ha una temperatura di infiammabilitàdell’ordine di 65 °C.Di conseguenza il gasolio a temperaturaambiente è molto meno pericoloso dellabenzina in quanto occorre riscaldarlo ad unatemperatura superiore ai 65 °C affinché emettavapori in grado di partecipare alla reazionechimica della combustione.

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Limiti di infiammabilità (%)Sono la concentrazione percentuale minima emassima di vapore di un liquido infiammabile trale quali, in caso d’innesco, si ha l’accensione e l apropagazione della fiamma nella miscela.Il campo di infiammabilità è definito da un limiteinferiore (LFL) e limite superiore (UFL).Al di sotto di LFL il vapore non sufficientementeconcentrato per incendiarsi; viceversa al di sopradi UFL la miscela è ricca di gas ma carente dicomburente per cui l’incendio non si sviluppa.Ad es. per il metano LFL = 5 % e UFL = 15%, perla benzina LFL = 1% e ULL = 6,5 %.

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Limiti di esplosività (%)Sono la concentrazione percentuale minima emassima di gas o di vapori di un liquidoinfiammabile tra le quali, in caso d’innesco, siverifica l’accensione della miscela, condetonazione (esplosive a velocità supersonica)o deflagrazione (esplosive a velocità subsonica).Il campo di esplosività è definito da un limiteinferiore (LEL) e limite superiore (UEL).Al di sotto della LEL il combustibile non èsufficiente per esplodere; viceversa al di sopradella UEL la miscela è carente di comburenteper cui l’esplosione non si verifica.Ad es. per il metano LEL = 5 % e UEL = 15%, peril gasolio LEL = 1,3 % e UEL = 7,6 %.

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Potere calorificoÉ la quantità di calore prodotta dalla completacombustione dell’unità di massa o di volume diuna determinata sostanza combustibile.Il potere calorifico superiore (p.c.s.) è la quantitàdi calore sviluppata considerando anche ilcalore di condensazione del vapore d’acquaprodotto.Il potere calorifico inferiore (p.c.i.) è definitocome quello superiore non considerando ilcalore di condensazione del vapore d’acqua.Ad es. per il legno il potere calorifico inferiore èpari a 4040 kcal/kg, mentre per la benzina è dicirca 10.000 kcal/kg.

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CLASSI DI INCENDIO

Classe A – Fuochi di materiali solidi conformazione di braciAd es. legna, carta, carbone, tessuti, gomma.La separazione dall'ossigeno dell'aria è relativame ntesemplice dato che il combustibile non tende a sparg ersi.ESTINGUENTI: Acqua, schiuma e polveri chimiche

Classe B – Fuochi di liquidi o solidi chepossono liquefareAd es. idrocarburi, oli, grassi, alcoli, etere, sol venti,carburanti, lubrificanti.E’ necessario contenere la diffusione del combustib ileai fini dell’estinzione dell’incendio.ESTINGUENTI: Schiuma, CO2 e polveri chimiche

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Classe C – Fuochi di sostanze gassoseAd es. GPL, metano, idrogeno, propano, butano, etil ene,propilene.I gas combustibili sono molto pericolosi se miscela ti inaria, per la possibilità di generare esplosioni .

ESTINGUENTI: CO2, polveri chimiche, alogenati

Classe D – Fuochi di sostanze metallicheAd es. metalli alcalini terrosi leggeri quali il ma gnesio, ilmanganese, l'alluminio (quest'ultimo solo se in pol verefine), i metalli alcalini quali il sodio, potassio e litio, iperossidi, i clorati e i perclorati.Hanno la caratteristica di interagire con i comuni mezzidi spegnimento in particolare con l'acqua.ESTINGUENTI: CO2 e polveri chimiche

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Liquidi infiammabili o combustibiliLa temperatura di infiammabilità consente diclassificare i liquidi.Classe A - liquidi molto infiammabilitemperatura di infiammabilità inferiore a 21 °C (ades. benzina, petrolio greggio)

Classe B - liquidi infiammabilitemperatura di infiammabilità compresa tra 21 °Ce 65 °C (ad es. acqua ragia minerale, alcol, cherosene)

Classe C - liquidi combustibilitemperatura di infiammabilità superiore a 65 °Cma non superiore a 125 °C (ad es. gasolio, oliocombustibile)

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COMPORTAMENTO AL FUOCOInsieme di trasformazioni fisiche e chimiche diun materiale o di un elemento da costruzionesottoposto all'azione del fuoco.Il comportamento al fuoco comprende la" reazione al fuoco dei materiali ” e la" resistenza al fuoco delle strutture ”

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Reazione al fuoco/1E’ il grado di partecipazione di un materialecombustibile al fuoco al quale è sottoposto.Individua l'attitudine di un materiale adincendiarsi quando è innescato da una piccolafiamma o a propagare l'incendio.E’ il parametro che esprime la facilità con cui ilmateriale brucia contribuendo allo sviluppo edalla gravità dell'incendio.Non tiene conto dei rischi derivanti dai fumiemessi dal materiale stesso nel processo dicombustione .

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Reazione al fuoco/2Il D.M. 26/06/1984 individua 6 classi di reazione a lfuoco (da “0” a “5”).I materiali di classe "0" non sono combustibili,mentre quelli di classe da 1 a 5 sono combustibili.La loro partecipazione alla combustione aumentaal crescere della classe.Per i mobili imbottiti le classi sono tre (da 1.IM - lapiù severa - a 3.IM).Infine, per i prodotti da costruzione da impiegarsinelle opere per le quali e' prescritto il requisitodella sicurezza in caso d'incendio, è prevista (DM10/03/2005) una specifica classificazione (dalleclassi A alle F) in accordo con la normativaeuropea.

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Reazione al fuoco/3La classe di reazione al fuoco è determinatamediante prove di laboratorio e in base ad essecertificata.I certificati di prova vengono rilasciati dalMinistero dell'Interno o da laboratori autorizzati esono validi 5 anni.Le prove di reazione al fuoco riguardano non soloil materiale ma anche le modalità di posa in opera(libero, a parete, a pavimento, a soffitto, ecc.).Quelle relative ai mobili imbottiti si riferisconoinvece all’imbottitura nel suo insieme.

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• stabilità "R”attitudine a conservare la resistenza meccanica sot tol'azione del fuoco

• tenuta "E”attitudine a non lasciar passare né produrre - sesottoposto all'azione del fuoco su un lato - fiamme ,vapori o gas caldi sul lato non esposto

• isolamento termico "I”attitudine a ridurre, entro un dato limite, latrasmissione del calore

Resistenza al fuoco/1E’ l’attitudine di un elemento da costruzione(componente o struttura) a conservare, secondoun programma termico prestabilito e per untempo determinato, in tutto o in parte:

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Resistenza al fuoco/2Il D.M. 16 febbraio 2007 introduce anche ulterioriprestazioni da assicurare sotto l’azione delfuoco (ad es. M - capacità di sopportare unimpatto meccanico).La classificazione degli elementi da costruzionein relazione alla resistenza al fuoco è effettuataattribuendo specifici requisiti (simboli: R, E , I, Me gli altri previsti dal sopra citato D.M. 16/2/07) edeterminando il tempo (in minuti) per il qualedevono essere garantiti (classe:15, 20, 30, 45, 60,90, 120, 180, 240, 360).

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Resistenza al fuoco/3

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Carico d’incendio (DM 9 marzo 2007)

Compartimento antincendioparte della costruzione organizzata per rispondere alleesigenze della sicurezza in caso di incendio e deli mitata daelementi costruttivi idonei a garantire, sotto l’az ione delfuoco e per un dato intervallo di tempo, le prestaz ionirichieste ai fini antincendio.

Carico d’incendio (MJ)potenziale termico netto della totalità dei materia licombustibili contenuti in uno spazio, corretto in b ase aiparametri indicativi della partecipazione alla comb ustionedei singoli materiali. Convenzionalmente 1 MJ è ass untopari a 0,054 kg di legna equivalente .

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Carico d’incendio specifico (MJ/m 2)carico di incendio riferito all’unità di superficie lorda delcompartimento a cui è riferito il carico d’incendio .Il carico l’incendio specifico q f si calcola mediante larelazione

q f = (ΣΣΣΣ g i Hi m i ψψψψi) / Adove

g i = massa dell’i-esimo materiale combustibile (kg)Hi = p.c.i. dell’i-esimo materiale combustibile (MJ/kg)m i = fattore di partecipazione (0,8 per il legno o assi milati,

1 per altri tipi di combustibile)ψψψψi = fattore di limitazione (0 per materiali in conten itori

progettati per resistere al fuoco; 0,85 per i mater ialiin contenitori non combustibili ma non progettati p er

resistere al fuoco; 1 in tutti gli altri c asi )A = superficie in pianta lorda del compartimento (m2)

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Carico d’incendio specifico di progetto (MJ/m 2)carico d’incendio specifico moltiplicato per una se rie difattori rappresentativi del rischio di incendio (ve di tab. 1, 2,3 del DM 9/3/07) relativi a:• dimensione del compartimento

fattore compreso fra 1 e 2• tipo di attività

fattore compreso fra 0,8 e 1,2• misure di protezione

fattori (9) compresi fra 0,6 e 0,9

Classe di resistenza al fuocointervallo di tempo espresso in minuti, definito in base alcarico di incendio specifico di progetto, durante i l quale ilcompartimento antincendio garantisce la capacità dicompartimentazione.

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Classe di resistenza al fuocointervallo di tempo espresso in minuti, relazionato alcarico di incendio specifico di progetto, durante i l quale ilcompartimento antincendio garantisce la capacità dicompartimentazione.Ad es. se alla costruzione è richiesto “il mantenim ento deirequisiti di resistenza al fuoco per un periodo con gruo conla gestione dell’emergenza” (III livello di prestaz ione) larelativa classe di resistenza al fuoco è individuat a comesegue:

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PROTEZIONI ANTINCENDIO

Protezione passivaMisure di protezione che non richiedono l’azione di unuomo o l’azionamento di un impianto.Hanno come obiettivo la limitazione degli effettidell’incendio nello spazio e nel tempo.Le principali misure da porre in atti riguardano:• la compartimentazione antincendio• le distanze di sicurezza• il sistema di esodoCome è evidente si tratta di accorgimenti che non i ncidonosulla probabilità che l’evento si verifichi, ma che tendonoad ostacolare il propagarsi di eventuali focolai di incendioe a consentire l’abbandono dell’edificio nelle mass imecondizioni di sicurezza.

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Compartimentazione antincendio

E’ la suddivisione di un'area a rischio d'incendio indue o più zone indipendenti in grado ognuna disopportare un incendio senza che questo si propaghialle zone adiacenti.Un compartimento non ha delimitazione oconfigurazione fissa; può essere una stanza o ungruppo di stanze, una scala o un corridoio.Ogni compartimento deve essere delimitato daelementi costruttivi di resistenza al fuocopredeterminata (ad es. REI 120) e comunque conformealle norme di prevenzione incendi.

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Filtro a prova di fumoCompartimento antincendio delimitato da strutture c onresistenza al fuoco non inferiore a REI 60, dotato di almenodue porte di REI pari a quella delle strutture muni te diautochiusura, provvisto di camino di ventilazione s fociantea quota copertura e avente sezione ≥≥≥≥ 0,1 m2, o aeratodirettamente dall’esterno con aperture di sezione ≥≥≥≥ 1 m2 oin sovrappressione di almeno 0,3 mbar (anche in con dizionidi emergenza).

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Filtri a prova di fumo - esemplificazioni

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Distanze di sicurezzaDistanza di sicurezza esternaValore minimo, stabilito dalla normativa, delle dis tanzemisurate orizzontalmente tra il perimetro in pianta diciascun elemento pericoloso di una attività e il pe rimetrodel più vicino fabbricato esterno alla attività ste ssa o dialtre opere oppure rispetto ai confini di aree edif icabili.

Distanza di sicurezza internaValore minimo, stabilito dalla normativa, delle dis tanzemisurate orizzontalmente tra i rispettivi perimetri in piantadei vari elementi pericolosi di una attività.

Distanza di protezioneValore minimo, stabilito dalla norma, delle distanz emisurate orizzontalmente tra il perimetro in pianta diciascun elemento pericoloso di una attività e la re cinzione(ove prescritta) ovvero il confine dell'area su cui sorgel'attività stessa.

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Sistema di esodoSpazio scopertoSpazio a cielo libero o superiormente grigliato ave ntesuperficie in pianta non inferiore a 3 volte l'alte zza dellaeventuale parete più bassa che lo delimita.La distanza fra le strutture verticali che eventual mentedelimitano lo spazio scoperto deve essere ≥≥≥≥ 3,50 m.Se le pareti delimitanti lo spazio aggettano o rien trano, lospazio è considerato "scoperto" se, oltre ad essererispettate le distanze sopra indicate, il rapporto fra lasporgenza (o la rientranza) e la relativa altezza d iimpostazione è ≤≤≤≤ 1/2.La superficie minima dello spazio scoperto deve ris ultare alnetto delle superfici aggettanti.La distanza minima di 3,50 m deve essere computata fra lepareti più vicine in caso di rientranze, fra la par ete e il limiteesterno della proiezione dell'aggetto in caso di sp orgenze,fra i limiti delle proiezioni nel caso di aggetti p rospicienti.

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Sistema di esodoSpazio scoperto - esemplificazioni

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Sistema di esodoLuogo sicuroSpazio scoperto ovvero compartimento antincendio,separato da altri compartimenti mediante spazio sco pertoo filtri a prova di fumo, avente caratteristiche id onee aricevere e contenere un predeterminato numero di pe rsone(luogo sicuro statico ) ovvero a consentirne il movimentoordinato ( luogo sicuro dinamico ).

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Sistema di esodoUscitaApertura atta a consentire il deflusso di persone v erso unluogo sicuro avente altezza non inferiore a 2,00 m.

Modulo di uscitaUnità di misura della larghezza delle uscite.Il "modulo uno", che si assume uguale a 0,60 m, esp rime lalarghezza media occupata da una persona.

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Sistema di esodoDensità di affollamentoNumero massimo di persone assunto per unità di supe rficielorda di pavimento (persone/m 2).

Valori di densità di affollamento ricorrenti• locali di riunione 0,70 persone/m 2

• mense, aule e simili 0,70 persone/m 2

• uffici e locali di lavoro 0,10 persone/m 2

• autorimesse non sorvegliate 0,10 persone/m 2

• locali di deposito 0,04 persone/m 2

• aree di vendita in centri commerciali 0,20 persone /m2

Massimo affollamento ipotizzabileMassimo numero di persone ammesso in un compartimen to.E' determinato dal prodotto della densità di affoll amento perla superficie lorda del pavimento.

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Sistema di esodoCapacità di deflusso o di sfollamentoNumero massimo di persone che, in un sistema di vie di esodo, sipresume possano defluire attraverso una uscita di "modulo 1”.La capacità di deflusso è fissata dalla normativa di prevenzioneincendi e tiene conto del tempo occorrente per lo sfollamentoordinato di un compartimento.

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Sistema di esodoScala di sicurezza esternaScala totalmente esterna al fabbricato, munita di p arapettodi regolamentare, avente caratteristiche tecniche edimensionali stabilite dalla normativa di prevenzio neincendi.Una scala esterna deve essere sufficientemente dist antedalle aperture dell’edificio, da cui potrebbero usc ire prodottidella combustione che la rendono impraticabile.

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Sistema di esodoScala a prova di fumoScala in vano costituente compartimento antincendio a cui siaccede da ogni piano, mediante porta almeno RE conautochiusura, da spazio scoperto o da disimpegno ap erto suspazio scoperto provvisto di parapetto a giorno.

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Sistema di esodoScala a prova di fumo internaScala in vano costituente compartimento antincendio aventeaccesso, per ogni piano, da filtro a prova di fumo.

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Sistema di esodoScala protettaScala in vano costituente compartimento antincendioavente accesso diretto da ogni piano, con porte REI dotatedi congegno di autochiusura.

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Sistema di vie d’uscita

Percorso senza ostacoli al deflusso che consente al lepersone che occupano un edificio o un locale diraggiungere un luogo sicuro.La lunghezza massima del sistema di vie di uscita èstabilita dalle norme.Un elemento molto importante è la lunghezza del per corsofra un qualsiasi punto del locale e l'uscita dal lo cale stesso;tale percorso deve essere tanto più breve quanto ma ggioreè il rischio di incendio nell'ambiente considerato.In genere la lunghezza massima del percorso di esod oammessa dalle vigenti normative di prevenzione ince ndi èdi 30 ÷ 40 m.

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PROTEZIONI ANTINCENDIO

Protezione attivaMisure di protezione che richiedono l’azione di un uomo ol’azionamento di un impianto.Sono finalizzate alla precoce rilevazione dell’ince ndio, allasegnalazione e all’azione di spegnimento dello stes so.Comprendono in particolare:• gli impianti e i sistemi di allarme• gli impianti e i sistemi di spegnimento (estintori , naspi,

idranti, ecc.)• l’organizzazione (uomini e mezzi) formata per

fronteggiare l’emergenza incendio

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Pulsante di allarme

Sirena di allarme

Rivelatori di fumo

Centralina di allarme

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Estintore portatile

Estintore carrellato

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