Quesito 1
«Fine dell’educazione è la conoscenza del mondo e delle sue leggi. Conoscenza che ha
una struttura e una sua storia che ci consentono di ordinare e definire l’esperienze» (J.
Bruner)
In che modo le Indicazioni Nazionali tengono conto di questa riflessione di Bruner?
L’idea forte in cui ritroviamo l’indicazione di Bruner è quella del curricolo unitario e verticale.
La prima riflessione ci porta a considerare la funzione dell’esperienza: se essa è posta alla base della
conoscenza, un primo elemento di unitarietà è dato dalla continuità delle esperienze, inteso come
metodo privilegiato di approccio alla conoscenza. Se questa è la forma fondamentale di organizzare la
conoscenza nella scuola dell’infanzia (i campi di esperienza), essa rimane il modo più efficace
attraverso cui si apprende anche negli altri ordini scolastici. Occorre dunque analizzare le forme di
aggregazione della conoscenza (i campi di esperienza prima e le discipline in seguito), conoscerne lo
scopo e l’organizzazione interna, per cogliere gli elementi specifici e quelli generalizzabili, per
individuare in essi i «contenuti» e i «concetti».
E’ l’individuare della «struttura disciplinare» (Bruner) che ci interessa, per poter individuare gli
elementi su cui costruire il curricolo verticale, fondamento disciplinare delle Indicazioni Nazionali.
E’ su questi elementi strutturali, che possiamo definire «quadri concettuali», che una disciplina o
un’area disciplinare può essere sviluppata sull’asse temporale, costituendo così l’impianto del curricolo
unitario e continuo.
Quesito 2
Il conseguimento delle competenze costituisce l’obiettivo generale del sistema
educativo e formativo italiano “ (Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012)
Il candidato legga il documento alla luce di questa affermazione ed indichi quali
strumenti normativi ed organizzativi possono essere adottati delle Istituzioni
Scolastiche al fine di conseguire tale obiettivo.
Le Indicazioni Nazionali per il curricolo 2012 si articolano avendo come sfondo di
riferimento il Quadro delle competenze-chiave per l’apprendimento permanente del
Consiglio dell’Unione Europea ( Raccomandazione del 18/12/2006). In particolare, esse
delineano le competenze culturali basilari ed irrinunciabili che costituiranno il
presupposto per l’acquisizione delle competenze-chiave in età adulta.
A queste ultime si riferisce il documento quando definisce il “Profilo dello studente al
termine del primo ciclo dell’Istruzione” e lo indica come traguardo comune e vincolante
per il sistema formativo nazionale. Esso prevede infatti competenze disciplinari e
strumentali, di cittadinanza e meta-cognitive.
Allo scopo di contribuire a definire curricoli orientati al conseguimento di competenze, il
documento indica inoltre i traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine di
ciascun ordine di scuola, in riferimento ai campi di esperienza ed alle singole discipline.
Raccomanda inoltre l’attuazione di curricoli verticali continui ed unitari che esprimano e
valorizzino le professionalità presenti all’interno degli Istituti Comprensivi e consentano
un efficace raccordo fra i diversi ordini di scuola.
Nella stesura del Piano dell’Offerta Formativa, le singole istituzioni scolastiche possono
attuare, tenendo conto delle esigenze formative dell’utenza, le forme di flessibilità
organizzativa e didattica e sfruttare gli spazi di integrazione curricolare previsti dal
Regolamento dell’autonomia(DPR 275/99). Questi strumenti consentono ai docenti di
proporre conoscenze ed esperienze di apprendimento attuali e personalizzate ed agli
alunni di mettere a frutto lo loro potenzialità, organizzando consapevolmente i contenuti e
le abilità appresi, in un percorso virtuoso che genera competenze stabili.
QUESITO 3
Using nursery rhymes is a very powerful strategy to teach a foreign language to young
learners. Give a short account of the positive effects of such an activity. Then, imagine
you have to plan a lesson in a primary school introducing Solomon Grundy, one of the
most popular nursery rhymes in English speaking countries.
Exploiting Nursery Rhymes is considered one of the most useful strategies in foreign
language teaching in primary school. I think nursery rhymes can have many positive
effects on the learning and teaching process. In fact, through the various activities
connected to their introduction, pupils can get in touch with peculiar cultural aspects of
the English speaking countries, have great fun and also implement their linguistic
knowledge and communicative competence.
Solomon Grundy is one of the most popular English nursery rhymes. I would introduce it in
a second class, linked to the study of the days of the week.
First, I would show the rhyme on the IWB, accompanied by pictures describing Solomon’s
short life and I would invite my pupils to make hypotheses about the content.
After that, I would explain the meaning of the rhyme and ask the children to repeat it in
chorus. I would ask them to start the repetition in a happy mood and then change it
gradually to a really sad tone at Solomon’s death on Sunday.
Then I would invite my pupils to divide into groups of four or five and to write down their
own nursery rhymes on the days of the week, following Solomon Grundy as a model.
Finally the groups should act out their own rhymes in front of the class.
Quesito 4.
La “via italiana” per l’integrazione degli alunni immigrati configura una serie di scelte
etiche, educative e didattiche all’avanguardia a livello europeo. Il candidato ne
individui i concetti fondamentali.
Il documento ministeriale “ La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione
degli alunni stranieri”, pubblicato nell’ottobre del 2007, rappresenta un documento
all’avanguardia a livello europeo. In esso, nella direzione già indicata da norme
“inclusive” quali la L.517/77 e la L. 104/92, vengono a delinearsi scelte etiche, educative
e didattiche che ogni scuola, nel pieno dell’autonomia, può attuare per favorire i
processi di integrazione. Accoglienza, inserimento e inclusione degli alunni immigrati
nelle classi comuni risultano essere concetti fondamentali, non solo ai fini di una
effettiva integrazione, ma soprattutto per poter avviare, fin dai primi anni di scolarità,
percorsi formativi interculturali, basati su interazioni tra diverse culture, valori e idee,
progettati in curricoli atti a promuovere la valorizzazione di tutte le culture presenti
nella scuola. Nell’ottica in cui le diversità costituiscono arricchimento culturale ed
educativo, si delinea una nuova connotazione della scuola in chiave interculturale, che
sollecita ad ogni alunno il riconoscimento reciproco e dell’identità di ciascuno; nel
contempo assicura un percorso formativo multietnico che conduca a cittadini italiani che
siano altrettanto cittadini dell’Europa e del mondo, così come delineato dalle attuali
Indicazioni Nazionali per il curricolo.