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PRIMO PIANO PROSPETTIVE Intelligenzaartificiale ......appositecapacità«motorie»e«sensoria-li»:i...

Date post: 15-Feb-2020
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PRIMO PIANO PROSPETTIVE 2 Corriere del Ticino MERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2014 Intelligenza artificiale Anche le macchine imparano dalla «propria» esperienza L’Istituto Dalle Molle inserisce «ricordi» sintetici di tipo medico nei supercomputer E questi sono in grado di formulare nuove diagnosi su casi mai esaminati prima Non è chiaro se il nostro domani sarà più simile a un mondo iper-efficiente e supertecnologico o, piuttosto, ad un incubo distopico alla Blade Runner. La cosa certa è che il rapporto uomo-macchina è destinato a farsi sempre più stretto, tanto più che la ricerca nella robotica e nell’intelligenza artificiale è orientata ad integrare e sviluppare le capacità fisiche e cognitive dell’essere umano. Secondo molti scienziati e intellettuali contemporanei stiamo entran- do a tutti gli effetti nell’era del Post Umanesimo o dell’Umanità espansa: l’Ho- mo Sapiens, a differenza di altre specie, continuerà nel suo percorso evolutivo grazie allo sviluppo tecnologico. L’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale (IDSIA) di Manno è in questo senso una finestra sul futuro: ci siamo affacciati per scrutare l’uomo ed il mondo di domani. PAGINE DI ELEONORA BIONDI e UMBERTO BACCINI zxy Nel secolo scorso, le più grandi inno- vazioni nel campo dell’intelligenza arti- ficiale (IA) hanno riguardato più gli aspetti legati al calcolo rispetto a quelli legati all’intelligenza generale che ca- ratterizza maggiormente le abilità del cervello umano. In questi primi anni del nuovo secolo, la percezione è che le co- se stiano subendo un cambiamento profondo. Grazie ai progressi della ma- tematica, della probabilità e dell’infor- matica, le macchine intelligenti di oggi sono in grado di elaborare autonoma- mente la soluzione di problemi com- plessi basandosi anche sull’esperienza. Un risultato sorprendente, che ha aper- to nuove frontiere in ambiti ad alta spe- cializzazione, come la medicina, in cui le macchine hanno ottenuto prestazio- ni persino superiori a quelle dell’uomo. Nuove prospettive Fino a ieri, le macchine si limitavano a svolgere calcoli. Era compito dell’uomo occuparsi delle fasi precedenti al calco- lo: formalizzare in termini matematici il fenomeno da studiare e individuare gli strumenti teorici utili a farlo risolvere ad un computer. Oggi, i progressi dell’informatica e della matematica hanno permesso agli scienziati di rea- lizzare macchine con un’intelligenza mente in atto le strategie migliori per risolvere problemi relativi a fenomeni di natura e ambiti diversi. Piuttosto che svolgere soltanto ciò che viene coman- dato loro, le IA più avanzate sono capaci di «ragionare» da sole, sulla base di metodologie generali, molto spesso probabilistiche, di cui sono state dotate dagli scienziati. Insieme alle capacità delle macchine, quindi, è cambiato an- che il ruolo dei ricercatori. Questo ap- proccio alla risoluzione dei problemi, caratterizzato da grande generalità, de- ve poi essere indirizzato alla soluzione di problemi specifici. Diagnostica avanzata Come insegna la vita di tutti i giorni, spesso la teoria non basta: l’esperienza è una fonte di apprendimento fonda- mentale per l’uomo e uno strumento decisivo per comprendere i fatti e gli eventi più complessi. È per questo che le capacità teoriche fornite dai ricerca- tori all’IA spesso non sono altro che ca- pacità di apprendimento dall’esperien- za. A tal fine queste macchine vengono dotate di una sorta di «memoria» sulla base della quale possono contare per elaborare risposte ai fenomeni di inte- resse. Un esempio concreto di questo tipo di IA è rappresentato dall’esperi- mento condotto con successo dai ricer- catori dell’Istituto Dalle Molle nell’am- bito della diagnostica. I ricercatori analizzata, così come quelli del singolo individuo. Queste analisi sono preziose per le strategie di marketing aziendali o per i partiti politici, poiché permettono di comprendere in tempo reale i «senti- menti», le preferenze e le reazioni di gruppi di persone a specifici argomenti o eventi, come il lancio di un prodotto o una proposta di legge. Ma gli stessi algo- ritmi si possono applicare con piccole variazioni ad altri ambiti, come la medi- cina, la meteorologia, la finanza, la logi- stica e tanti altri campi di applicazione. La ricerca applicata nel territorio Non sorprende quindi che queste ricer- che abbiano frequenti ricadute sull’eco- nomia: grazie ai programmi della Con- federazione che finanziano collabora- zioni tra enti di ricerca e aziende, questi prodotti dell’IDSIA risultano interes- sintetica in una macchina, mostrando agli occhi elettronici del sistema intelli- gente una serie di tac e radiografie che illustravano la presenza di cancro mam- mario e altre in cui non vi era alcuna formazione tumorale, insegnando alla macchina a riconoscere tali patologie dalle immagini. Sulla base dell’espe- rienza, l’IA in seguito è stata capace di utilizzare tali «ricordi» sintetici formu- lando nuove diagnosi su casi mai ana- lizzati prima. In un test internazionale svoltosi recentemente, l’IA messa a punto dall’IDSIA è riuscita a identificare casi di tumore in immagini diagnosti- che mai osservate in precedenza con un margine di errore inferiore a quello di medici specialistici, ottenendo così la performance migliore rispetto ai sistemi intelligenti di vari altri centri di ricerca al mondo che partecipavano al test. La ricerca di regolarità nei dati è una delle strade maestre attraverso cui i si- stemi intelligenti apprendono e studia- no la realtà. Marco Zaffalon, professore SUPSI presso l’IDSIA, con il suo gruppo di ricerca in probabilità e «data mining», sfrutta questa idea per creare algoritmi che estraggono conoscenza in enormi quantità di dati «grezzi». I dati possono essere numerici o anche testuali e molto eterogenei («non strutturati»), come i commenti pubblicati dagli utenti sui social network e le attività sui motori di ricerca di una popolazione di riferimen- to distinguibile per età, gusti musicali, nazionalità o sesso. L’IA dei moderni supercomputer riesce autonomamente a organizzare, classificare, raggruppare e quantificare tali dati grezzi; in altre parole, riesce ad apprendere dai dati i gusti e le opinioni della popolazione IL NOSTRO CERVELLO IN FORMA ELETTRONICA zxy Potrà mai essere costruita una mac- china capace di replicare l’uomo tal- mente bene da essere definita, essa stes- sa, una macchina «pensante»? In linea teorica, se è lecito pensare all’uomo co- me ad una macchina, allora non do- vrebbe esserci alcun limite alla creazio- ne di sistemi somiglianti in tutto e per tutto all’essere umano. Già, in linea teo- rica. Perché il nostro cervello è talmente complesso da non essere stato ancora compreso integralmente, e tantomeno riprodotto in modo artificiale. Ad oggi, dunque, siamo ancora molto lontani dalla realizzazione di macchine dall’in- telligenza assimilabile a quella dell’uo- mo, anche se, per Luca Maria Gambar- della e Marco Zaffalon, nel futuro que- sto approdo non è per nulla escluso. Riprodurre l’intelletto umano È vero che le IA sviluppate sino a ora rie- di cui sono dotate e ad apprendere in modo autonomo, ma lo fanno limitata- mente ai compiti ed agli ambiti per cui sono state progettate: nessuna IA, at- tualmente, sarebbe in grado di appren- dere e comprendere senza essere stata dotata dai programmatori di una «for- mazione» adeguata. Lo sviluppo delle reti neurali, tuttavia, potrebbe aprire nuove possibilità: questi sistemi infor- matici, infatti, replicano in modo elettro- nico i neuroni e le sinapsi. I ricercatori dell’IDSIA, sotto la guida di Jürgen Sch- midhuber, negli ultimi anni, hanno rea- lizzato algoritmi e reti neurali così raffi- nate da vincere numerosi riconosci- menti scientifici internazionali e stanno lavorando per incrementare ancor di più le capacità computazionali delle reti neurali. Tuttavia, al momento il divario tra ciò che è possibile riprodurre con i supercomputer e l’attività neurale degli Il progetto di Losanna Uno studio internazionale di grande importanza in questa frontiera scienti- fica è lo «Human brain project», avveni- ristica ricerca sviluppata presso l’Uni- versità di Losanna che coinvolge oltre 90 università di 20 diversi Paesi. Questo studio si prefigge di creare una simula- zione olistica del cervello umano, ripro- ducendone in forma elettronica gli aspetti genetici e biologici. Ciò potrà consentire in futuro di dare risposte ai segreti delle dinamiche del cervello umano, svelando le cause e la natura di patologie neurali, psichiatriche e psico- logiche. Inoltre, il successo di questo progetto potrà consentire anche l’accu- rata sperimentazione «virtuale» di far- maci innovativi per queste malattie che, secondo alcune stime, al momento af- fliggono oltre due miliardi di persone nel mondo, quasi un terzo della popo- COME NOI La robotica e lo studio dell’intelligenza artificiale lasciano immaginare scenari nei quali il pensiero umano e anche alcune funzioni fisiche dell’uomo potranno essere simulati dalle macchine in modo sempre più sofisticato. PRIMO PIANO PROSPETTIVE 3 Corriere del Ticino MERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2014 santi ed innovativi per le aziende ticine- si. Tra questi troviamo l’aggregazione intelligente di articoli di giornale sul web, algoritmi per la stima della visibili- tà di un prodotto su Internet a fini di marketing, la previsione delle vendite di beni di consumo, la stima della proba- bilità di rimborso di crediti, la valutazio- ne di strumenti finanziari. Partendo da informazioni raccolte sul campo l’IDSIA collabora con aziende ticinesi anche nei settori dell’ottimizzazione della produ- zione e dello spostamento di beni e di persone e nell’ottimizzazione dell’uso e produzione quotidiana dell’energia elettrica. Sono anche attivi progetti con enti della Confederazione come Arma- suisse e MeteoSvizzera. Un altro esem- pio è l’importante collaborazione tra l’IDSIA e i ricercatori dell’Istituto Onco- logico di Ricerca ticinese (IOR), tesa ancora una volta ad analizzare grandi moli di dati per apprendere automatica- mente modelli matematici – composti da milioni di variabili – che simulino e comprendano i meccanismi genomici che causano l’insorgenza di alcuni tipi di tumore, identificandone cause, svi- luppo e possibilità di contrasto. L’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligen- za artificiale (IDSIA, www.idsia.ch), attivo sin dal 1988, prende il nome dal suo fonda- tore, l’imprenditore e mecenate italiano An- gelo Dalle Molle. È affiliato al Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI ed alla facoltà di informatica dell’USI. Diretto da Luca Maria Gambardella, l’IDSIA oggi conta oltre 60 persone in organico ed offre Master in sistemi intelligenti ed informatica appli- cata e programmi dottorali. I pensieri nel computer Esistono tuttavia anche molti altri pro- getti che potrebbero, in un certo sen- so, ridefinire il concetto di «impossibi- le» nel prossimo futuro: uno di questi è il cosiddetto «mind uploading», os- sia il trasferimento della mente umana in una struttura non biologica (ovve- rosia più semplicemente, in una mac- china). Esattamente come avviene per i nostri cellulari e per le macchine fotografi- che digitali, un domani – se queste tecnologie verranno progettate e rea- lizzate con successo – sarà possibile trasferire i propri pensieri nella me- moria dei computer, rendendoli assi- milabili a dati digitali pronti ad essere utilizzati come un qualunque altro fi- le. Persino concetti come la mortalità e la singolarità degli individui sarebbero a questo punto posti in discussione. zxy Sfide incerte I limiti dell’IA Nonostante i grandi pro- gressi, l’IA non è ancora paragonabile all’intelli- genza dell’uomo. In alcuni casi, anzi, ci si è «fidati» troppo dei computer. Le macchine intelligenti sono capaci di gestire modelli con milioni di variabili e effettuare previsioni raffi- nate grazie al calcolo pro- babilistico, ma non posso- no elaborare in modo strategico tutti i fattori potenzialmente decisivi, specialmente quelli non numerici. Nel caso, per esempio, che le Borse eu- ropee crollino per una guerra, l’IA potrebbe non riconoscere la portata di questo evento, prevedendo magari un rialzo nelle ore successive. Superato il test di Turing? Pochi giorni fa il ricerca- tore Kevin Warwick ha annunciato che un suo software ha superato per la prima volta il famoso test di Turing: il suo pro- gramma è riuscito a far credere a parte di una giu- ria di essere un umano, precisamente un 13.enne ucraino chiamato Eugene Goostman. La notizia ha fatto il giro del mondo, ma gli esperti del settore hanno subito definito l’e- vento come una «bufala». Il test, ideato oltre ses- sant’anni fa da Alan Tu- ring, consiste nel fare co- municare – scrivendo al computer – una giuria con un umano e con un’IA; se in numerosi casi i giurati non distinguono con chi dei due stanno comuni- cando, il test può dirsi su- perato: la macchina avrebbe dimostrato di po- ter pensare come un uma- no. Eugene ha «inganna- to» molti giurati, il 33%, ma secondo gli esperti ci sarebbe riuscito grazie al- la sua «ignoranza» piutto- sto che alle sue capacità: le risposte dell’IA erano piene di errori linguistici e logici, interpretati dai giu- rati come la fisiologica dif- ficoltà con l’inglese di un ragazzino straniero. Pro- prio questo ha spinto la giuria a pensare che Euge- ne fosse un umano. Il test, quindi, è stato aggirato, ma non superato.. Robot Tecnologie per integrare il corpo e la mente In arrivo braccia e gambe meccaniche che accresceranno la forza degli arti zxy Nei processi industriali i robot da anni sono impiegati per gestire funzioni logi- stiche complesse e operazioni e svolgere compiti di precisione negli stabilimenti produttivi di tutto il mondo, oltre che per le funzioni ripetitive e di bassa comples- sità. Grazie ai progressi nel campo dell’in- telligenza artificiale (che può essere defi- nita come «la mente» dell’automa) oggi queste sono entrare di diritto in molti altri ambiti della nostra vita, e lo faranno in modo sempre più incisivo nei prossimi anni. Un settore in espansione Gli orizzonti di questo settore sono in continua espansione. Recentemente so- no state realizzate, per esempio, le prime «mani robot» controllate con precisione quasi perfetta dalla mente del paziente e capaci di far percepire la consistenza, la temperatura e la conformazione degli oggetti toccati. Tutto ciò è reso possibile dall’incremento delle capacità dinami- che ed ergonomiche di questi prodigi meccanici e, soprattutto, da complicati sistemi d’intelligenza artificiale capaci di trasformare gli impulsi provenienti dal sistema nervoso dell’uomo in algo- ritmi matematici che determinano i mo- vimenti degli arti-robot di nuova gene- razione. Non solo: presto si useranno braccia e gambe meccaniche non solo per sostituire parti del corpo umano, ma anche per integrarlo. Indossate quasi come un «vestito» cibernetico, queste tecnologie accresceranno la forza e la resistenza degli arti. La robotica sta cam- biando anche il mondo della chirurgia mini-invasiva. Sempre più tipologie di operazioni di precisione, infatti, non ri- chiedono più la proverbiale «fermezza della mano» del chirurgo: l’équipe medi- ca è oggi chiamata a programmare e controllare a distanza, attraverso appo- siti «joystick», i movimenti di braccia e mani robotiche che, fattivamente, porta- no a termine interventi chirurgici ad alto rischio in zone del corpo di difficile ac- cesso, con una precisione inarrivabile per un essere umano. Squadre di soccorso e droni Gli eserciti di androidi e macchine intelli- genti sono ancora lontani, ma negli ulti- mi anni l’IA e la robotica hanno preso piede prepotentemente nelle cronache di guerra. L’utilizzo di droni militari in sce- nari di battaglia ha radicalmente modifi- cato il modo in cui vengono condotte le operazioni belliche, aprendo seri dibattiti anche in ambito etico e di diritto interna- zionale. Queste tecnologie, però, non so- no impiegate soltanto in scenari militari. Il direttore dell’IDSIA ci ha mostrato uno sciame di droni «a riposo» in uno dei la- boratori dell’Istituto, spiegandoci che queste macchine sofisticate sono le pro- tagoniste di «Swarmanoid», progetto na- to dalla collaborazione tra l’IDSIA EPFL e l’Università di Bruxelles volto allo svilup- po di sistemi integrati di droni per sup- portare l’uomo in specifiche attività di ri- cognizione e salvataggio. Lo sciame è composto da tre diverse tipologie di mac- chine – ognuna delle quali replica una parte del corpo umano – specializzate in funzioni distinte e per questo dotate di apposite capacità «motorie» e «sensoria- li»: i «droni-piede» sono pensati per tra- sportare oggetti, attraversando ambienti e terreni accidentati. I «droni-occhio», invece, sono macchine capaci di volare dotate di visori per osservare l’ambiente dall’alto, fornendo informazioni sull’am- biente agli altri robot dello sciame e agli uomini che li controllano a distanza. I «droni-braccia», infine, sono capaci di muovere e prendere oggetti, così come scavare o scalare superfici. Oltre a per- mettere il controllo a distanza dall’uomo, l’IA dei singoli robot consente alle singole macchine dello sciame di integrarsi tra loro, sviluppando in automatico un au- tentico gioco di squadra. In questo modo il team di robot è capace di operare in modo coordinato, aiutando gli esseri umani – o sostituendoli – nello svolgere funzioni di ricognizione e di ricerca o operazioni di salvataggio di dispersi altri- menti inaccessibili o molto rischiose per l’uomo. I ricercatori dell’IDSIA hanno pensato di integrare i cani da soccorso in queste squadre di salvataggio. Il cane è in grado di cercare persone disperse anche collaborando con droni volanti che lo conducono ad esplorare zone difficil- mente accessibili ai soccorritori. Un controllo più semplice Secondo Gambardella, una delle sfide più importanti nell’immediato futuro della robotica consiste nel migliorare la facilità di controllo e di guida di queste macchine intelligenti. L’esempio più im- mediato riguarda proprio lo sciame di droni. Attualmente è richiesta la presen- za di più uomini per guidare e controlla- re ogni singolo robot della squadra e tale gestione richiede grandi competenze tecniche. In futuro si cercherà di ottimiz- zare e semplificare il controllo e la guida dei robot, facendo sì che un solo uomo sia in grado di gestire, per esempio, inte- re squadre di droni, guidandoli con semplici gesti e con la voce. IL DIRETTORE Luca Maria Gambardella non esclude macchine dall’intelli- genza simile a quella umana. NON SOLO MILITARI Oltre ai droni per usi bellici oggi è possibile crearne per aiutare l’uomo in operazioni di salvataggio. Sopra: un robot-occhio volante. il Ticino della ricerca
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MERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2014

Intelligenza artificialeAnche le macchine imparanodalla «propria» esperienzaL’IstitutoDalleMolle inserisce «ricordi» sinteticidi tipomediconei supercomputerEquesti sono ingradodi formularenuovediagnosi sucasimaiesaminatiprima

Non è chiaro se il nostro domani sarà più simile a unmondo iper-efficiente esupertecnologico o, piuttosto, ad un incubo distopico alla Blade Runner. Lacosa certa è che il rapporto uomo-macchina è destinato a farsi sempre piùstretto, tanto più che la ricerca nella robotica e nell’intelligenza artificiale èorientata ad integrare e sviluppare le capacità fisiche e cognitive dell’essereumano.Secondomolti scienziatie intellettualicontemporaneistiamoentran-doa tutti gli effettinell’eradelPostUmanesimoodell’Umanitàespansa: l’Ho-moSapiens,adifferenzadialtrespecie,continuerànelsuopercorsoevolutivograzieallosviluppotecnologico.L’IstitutoDalleMolledistudisull’intelligenzaartificiale (IDSIA)diMannoè inquestosensounafinestra sul futuro: ci siamoaffacciati per scrutare l’uomoed ilmondodidomani.

PAGINE DIELEONORA BIONDI e UMBERTO BACCINI

zxyNel secolo scorso, le più grandi inno-vazioninel campodell’intelligenzaarti-ficiale (IA) hanno riguardato più gliaspetti legati al calcolo rispetto a quellilegati all’intelligenza generale che ca-ratterizza maggiormente le abilità delcervelloumano. Inquestiprimiannidelnuovo secolo, la percezione è che le co-se stiano subendo un cambiamentoprofondo. Grazie ai progressi della ma-tematica, della probabilità e dell’infor-matica, le macchine intelligenti di oggisono in grado di elaborare autonoma-mente la soluzione di problemi com-plessi basandosi anche sull’esperienza.Un risultato sorprendente, che ha aper-to nuove frontiere in ambiti ad alta spe-cializzazione, come la medicina, in cuile macchine hanno ottenuto prestazio-ni persino superiori a quelle dell’uomo.

Nuove prospettiveFino a ieri, le macchine si limitavano asvolgerecalcoli. Eracompitodell’uomooccuparsi delle fasi precedenti al calco-lo: formalizzare in terminimatematici ilfenomeno da studiare e individuare glistrumenti teorici utili a farlo risolveread un computer. Oggi, i progressidell’informatica e della matematicahanno permesso agli scienziati di rea-lizzare macchine con un’intelligenzadinamica, capacidimettereautonoma-

mente in atto le strategie migliori perrisolvere problemi relativi a fenomenidi natura e ambiti diversi. Piuttosto chesvolgere soltanto ciò che viene coman-dato loro, le IApiùavanzate sonocapacidi «ragionare» da sole, sulla base dimetodologie generali, molto spessoprobabilistiche, di cui sono state dotatedagli scienziati. Insieme alle capacitàdellemacchine, quindi, è cambiato an-che il ruolo dei ricercatori. Questo ap-proccio alla risoluzione dei problemi,caratterizzato da grande generalità, de-ve poi essere indirizzato alla soluzionedi problemi specifici.

Diagnostica avanzataCome insegna la vita di tutti i giorni,spesso la teoria non basta: l’esperienzaè una fonte di apprendimento fonda-mentale per l’uomo e uno strumentodecisivo per comprendere i fatti e glieventi più complessi. È per questo chele capacità teoriche fornite dai ricerca-tori all’IA spesso non sono altro che ca-pacità di apprendimento dall’esperien-za. A tal fine questemacchine vengonodotate di una sorta di «memoria» sullabase della quale possono contare perelaborare risposte ai fenomeni di inte-resse. Un esempio concreto di questotipo di IA è rappresentato dall’esperi-mento condotto con successo dai ricer-catori dell’Istituto Dalle Molle nell’am-bito della diagnostica. I ricercatoridell’IDSIA hanno creato un’esperienza

analizzata, così come quelli del singoloindividuo. Queste analisi sono prezioseper le strategie di marketing aziendali oper i partiti politici, poiché permettonodi comprendere in tempo reale i «senti-menti», le preferenze e le reazioni digruppi di persone a specifici argomentio eventi, come il lancio di unprodotto ounapropostadi legge.Magli stessi algo-ritmi si possono applicare con piccolevariazioni adaltri ambiti, come lamedi-cina, lameteorologia, la finanza, la logi-stica e tanti altri campidi applicazione.

La ricerca applicata nel territorioNon sorprende quindi che queste ricer-cheabbiano frequenti ricadute sull’eco-nomia: grazie ai programmi della Con-federazione che finanziano collabora-zioni tra enti di ricerca e aziende, questiprodotti dell’IDSIA risultano interes-

santi ed innovativi per le aziende ticine-si. Tra questi troviamo l’aggregazioneintelligente di articoli di giornale sulweb, algoritmiper la stimadella visibili-tà di un prodotto su Internet a fini dimarketing, laprevisionedellevenditedibeni di consumo, la stima della proba-bilitàdi rimborsodicrediti, lavalutazio-ne di strumenti finanziari. Partendo dainformazioni raccoltesulcampol’IDSIAcollaboraconaziende ticinesiancheneisettori dell’ottimizzazione della produ-zione e dello spostamento di beni e dipersone e nell’ottimizzazione dell’uso eproduzione quotidiana dell’energiaelettrica. Sono anche attivi progetti conenti della Confederazione come Arma-suisse e MeteoSvizzera. Un altro esem-pio è l’importante collaborazione tral’IDSIAe i ricercatori dell’IstitutoOnco-logico di Ricerca ticinese (IOR), tesa

ancora una volta ad analizzare grandimolididatiperapprendereautomatica-mente modelli matematici – compostida milioni di variabili – che simulino ecomprendano i meccanismi genomiciche causano l’insorgenza di alcuni tipidi tumore, identificandone cause, svi-luppoepossibilità di contrasto.

L’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligen-za artificiale (IDSIA, www.idsia.ch), attivosin dal 1988, prende il nome dal suo fonda-tore, l’imprenditore e mecenate italiano An-gelo Dalle Molle. È affiliato al Dipartimentotecnologie innovative della SUPSI ed allafacoltà di informatica dell’USI. Diretto daLuca Maria Gambardella, l’IDSIA oggi contaoltre 60 persone in organico ed offre Masterin sistemi intelligenti ed informatica appli-cata e programmi dottorali.

sintetica in una macchina, mostrandoagli occhi elettronici del sistema intelli-gente una serie di tac e radiografie cheillustravano lapresenzadicancromam-mario e altre in cui non vi era alcunaformazione tumorale, insegnando allamacchina a riconoscere tali patologiedalle immagini. Sulla base dell’espe-rienza, l’IA in seguito è stata capace diutilizzare tali «ricordi» sintetici formu-lando nuove diagnosi su casi mai ana-lizzati prima. In un test internazionalesvoltosi recentemente, l’IA messa apuntodall’IDSIAèriuscitaa identificarecasi di tumore in immagini diagnosti-chemaiosservate inprecedenzaconunmargine di errore inferiore a quello dimedici specialistici, ottenendo così laperformancemigliore rispettoai sistemiintelligentidi vari altri centridi ricercaalmondochepartecipavanoal test.

La ricerca di regolarità nei dati è unadelle strade maestre attraverso cui i si-stemi intelligenti apprendono e studia-no la realtà.MarcoZaffalon, professoreSUPSI presso l’IDSIA, con il suo gruppodi ricerca inprobabilitàe«datamining»,sfrutta questa idea per creare algoritmiche estraggono conoscenza in enormiquantità di dati «grezzi». I dati possonoesserenumericioanchetestuali emoltoeterogenei («non strutturati»), come icommenti pubblicati dagli utenti suisocial network e le attività sui motori diricercadiunapopolazionedi riferimen-to distinguibile per età, gusti musicali,nazionalità o sesso. L’IA dei modernisupercomputer riesce autonomamentea organizzare, classificare, raggrupparee quantificare tali dati grezzi; in altreparole, riesce ad apprendere dai dati igusti e le opinioni della popolazione

IL NOSTRO CERVELLO IN FORMA ELETTRONICAzxy Potrà mai essere costruita una mac-china capace di replicare l’uomo tal-mentebenedaesseredefinita,essastes-sa, una macchina «pensante»? In lineateorica, se è lecito pensare all’uomo co-me ad una macchina, allora non do-vrebbe esserci alcun limite alla creazio-ne di sistemi somiglianti in tutto e pertutto all’essere umano.Già, in linea teo-rica.Perché ilnostrocervelloè talmentecomplesso da non essere stato ancoracompreso integralmente, e tantomenoriprodotto in modo artificiale. Ad oggi,dunque, siamo ancora molto lontanidalla realizzazione dimacchine dall’in-telligenza assimilabile a quella dell’uo-mo, anche se, perLucaMariaGambar-della eMarcoZaffalon, nel futuro que-sto approdononèpernulla escluso.

Riprodurre l’intelletto umanoÈveroche le IA sviluppate sinoaora rie-scono a utilizzare gli strumenti analitici

di cui sono dotate e ad apprendere inmodo autonomo, ma lo fanno limitata-mente ai compiti ed agli ambiti per cuisono state progettate: nessuna IA, at-tualmente, sarebbe in grado di appren-dere e comprendere senza essere statadotata dai programmatori di una «for-mazione» adeguata. Lo sviluppo dellereti neurali, tuttavia, potrebbe aprirenuove possibilità: questi sistemi infor-matici, infatti, replicanoinmodoelettro-nico i neuroni e le sinapsi. I ricercatoridell’IDSIA, sotto la guidadi JürgenSch-midhuber,negliultimianni,hannorea-lizzato algoritmi e reti neurali così raffi-nate da vincere numerosi riconosci-menti scientifici internazionali e stannolavorando per incrementare ancor dipiù le capacità computazionali delle retineurali. Tuttavia, al momento il divariotra ciò che è possibile riprodurre con isupercomputer e l’attività neurale degliesseriumanièancoraenorme.

Il progetto di LosannaUno studio internazionale di grandeimportanza in questa frontiera scienti-ficaè lo«Humanbrainproject», avveni-ristica ricerca sviluppata presso l’Uni-versità di Losanna che coinvolge oltre90 università di 20 diversi Paesi. Questostudio si prefigge di creare una simula-zioneolisticadel cervelloumano, ripro-ducendone in forma elettronica gliaspetti genetici e biologici. Ciò potràconsentire in futuro di dare risposte aisegreti delle dinamiche del cervelloumano, svelando le cause e la natura dipatologieneurali, psichiatricheepsico-logiche. Inoltre, il successo di questoprogetto potrà consentire anche l’accu-rata sperimentazione «virtuale» di far-maci innovativiperquestemalattie che,secondo alcune stime, al momento af-fliggono oltre due miliardi di personenel mondo, quasi un terzo della popo-lazionedel Pianeta.

I pensieri nel computerEsistono tuttavia anchemolti altri pro-getti che potrebbero, in un certo sen-so, ridefinire il concetto di «impossibi-le» nel prossimo futuro: uno di questiè il cosiddetto «mind uploading», os-sia il trasferimento dellamente umanain una struttura non biologica (ovve-rosia più semplicemente, in una mac-china).Esattamente come avviene per i nostricellulari e per le macchine fotografi-che digitali, un domani – se questetecnologie verranno progettate e rea-lizzate con successo – sarà possibiletrasferire i propri pensieri nella me-moria dei computer, rendendoli assi-milabili a dati digitali pronti ad essereutilizzati come un qualunque altro fi-le.Persino concetti come lamortalità e lasingolarità degli individui sarebbero aquesto punto posti in discussione.

zxy Sfide incerteI limiti dell’IANonostante i grandi pro-gressi, l’IA non è ancoraparagonabile all’intelli-genza dell’uomo. In alcunicasi, anzi, ci si è «fidati»troppo dei computer. Lemacchine intelligenti sonocapaci di gestire modellicon milioni di variabili eeffettuare previsioni raffi-nate grazie al calcolo pro-babilistico, ma non posso-no elaborare in modostrategico tutti i fattoripotenzialmente decisivi,specialmente quelli nonnumerici. Nel caso, peresempio, che le Borse eu-ropee crollino per unaguerra, l’IA potrebbe nonriconoscere la portata diquesto evento, prevedendomagari un rialzo nelle oresuccessive.

Superato il test di Turing?Pochi giorni fa il ricerca-tore Kevin Warwick haannunciato che un suosoftware ha superato perla prima volta il famosotest di Turing: il suo pro-gramma è riuscito a farcredere a parte di una giu-ria di essere un umano,precisamente un 13.enneucraino chiamato EugeneGoostman. La notizia hafatto il giro del mondo,ma gli esperti del settorehanno subito definito l’e-vento come una «bufala».Il test, ideato oltre ses-sant’anni fa da Alan Tu-ring, consiste nel fare co-municare – scrivendo alcomputer – una giuria conun umano e con un’IA; sein numerosi casi i giuratinon distinguono con chidei due stanno comuni-cando, il test può dirsi su-perato: la macchinaavrebbe dimostrato di po-ter pensare come un uma-no. Eugene ha «inganna-to» molti giurati, il 33%,ma secondo gli esperti cisarebbe riuscito grazie al-la sua «ignoranza» piutto-sto che alle sue capacità:le risposte dell’IA eranopiene di errori linguistici elogici, interpretati dai giu-rati come la fisiologica dif-ficoltà con l’inglese di unragazzino straniero. Pro-prio questo ha spinto lagiuria a pensare che Euge-ne fosse un umano. Il test,quindi, è stato aggirato,ma non superato..

Robot Tecnologieper integrareil corpo e la menteInarrivobracciaegambemeccanichecheaccresceranno la forzadegli artizxyNei processi industriali i robot da annisono impiegati per gestire funzioni logi-stiche complesse e operazioni e svolgerecompiti di precisione negli stabilimentiproduttivi di tutto ilmondo, oltre che perle funzioni ripetitive e di bassa comples-sità.Grazieaiprogressinel campodell’in-telligenza artificiale (che può essere defi-nita come «la mente» dell’automa) oggiqueste sonoentraredidiritto inmolti altriambiti della nostra vita, e lo faranno inmodo sempre più incisivo nei prossimianni.

Un settore in espansioneGli orizzonti di questo settore sono incontinua espansione. Recentemente so-no state realizzate, per esempio, le prime«mani robot» controllate con precisionequasi perfetta dallamentedel paziente ecapaci di far percepire la consistenza, latemperatura e la conformazione deglioggetti toccati. Tutto ciò è reso possibiledall’incremento delle capacità dinami-che ed ergonomiche di questi prodigimeccanici e, soprattutto, da complicatisistemi d’intelligenza artificiale capacidi trasformare gli impulsi provenientidal sistema nervoso dell’uomo in algo-ritmimatematici chedeterminano imo-vimenti degli arti-robot di nuova gene-razione. Non solo: presto si userannobraccia e gambe meccaniche non soloper sostituire parti del corpo umano,maanche per integrarlo. Indossate quasicome un «vestito» cibernetico, questetecnologie accresceranno la forza e laresistenzadegli arti. La robotica sta cam-biando anche il mondo della chirurgiamini-invasiva. Sempre più tipologie dioperazioni di precisione, infatti, non ri-chiedono più la proverbiale «fermezzadellamano»del chirurgo: l’équipemedi-ca è oggi chiamata a programmare econtrollare a distanza, attraverso appo-siti «joystick», i movimenti di braccia emani robotiche che, fattivamente, porta-no a termine interventi chirurgici ad altorischio in zone del corpo di difficile ac-cesso, con una precisione inarrivabileper un essere umano.

Squadre di soccorso e droniGli eserciti di androidi emacchine intelli-genti sono ancora lontani, ma negli ulti-mi anni l’IA e la robotica hanno presopiedeprepotentementenelle cronachediguerra. L’utilizzo di droni militari in sce-nari di battaglia ha radicalmentemodifi-cato il modo in cui vengono condotte leoperazionibelliche, aprendoseridibattitianche in ambito etico e di diritto interna-zionale. Queste tecnologie, però, non so-

no impiegate soltanto in scenari militari.Il direttore dell’IDSIA ci hamostrato unosciame di droni «a riposo» in uno dei la-boratori dell’Istituto, spiegandoci chequeste macchine sofisticate sono le pro-tagoniste di «Swarmanoid», progetto na-todalla collaborazione tra l’IDSIAEPFLel’Università di Bruxelles volto allo svilup-po di sistemi integrati di droni per sup-portare l’uomo in specifiche attività di ri-cognizione e salvataggio. Lo sciame ècompostoda trediverse tipologiedimac-chine – ognuna delle quali replica unaparte del corpo umano – specializzate infunzioni distinte e per questo dotate diapposite capacità «motorie» e «sensoria-li»: i «droni-piede» sono pensati per tra-sportare oggetti, attraversando ambientie terreni accidentati. I «droni-occhio»,invece, sono macchine capaci di volaredotate di visori per osservare l’ambientedall’alto, fornendo informazioni sull’am-biente agli altri robot dello sciame e agliuomini che li controllano a distanza. I«droni-braccia», infine, sono capaci dimuovere e prendere oggetti, così comescavare o scalare superfici. Oltre a per-mettere il controllo a distanza dall’uomo,l’IAdei singoli robot consentealle singolemacchine dello sciame di integrarsi traloro, sviluppando in automatico un au-tentico gioco di squadra. In questomodoil team di robot è capace di operare inmodo coordinato, aiutando gli esseriumani – o sostituendoli – nello svolgerefunzioni di ricognizione e di ricerca ooperazioni di salvataggio di dispersi altri-menti inaccessibili o molto rischiose perl’uomo. I ricercatori dell’IDSIA hannopensato di integrare i cani da soccorso inqueste squadre di salvataggio. Il cane è ingrado di cercare persone disperse anchecollaborando con droni volanti che loconducono ad esplorare zone difficil-mente accessibili ai soccorritori.

Un controllo più sempliceSecondo Gambardella, una delle sfidepiù importanti nell’immediato futurodella robotica consiste nel migliorare lafacilità di controllo e di guida di questemacchine intelligenti. L’esempio più im-mediato riguarda proprio lo sciame didroni. Attualmente è richiesta la presen-za di più uomini per guidare e controlla-re ogni singolo robot della squadra e talegestione richiede grandi competenzetecniche. In futuro si cercheràdi ottimiz-zare e semplificare il controllo e la guidadei robot, facendo sì che un solo uomosia in grado di gestire, per esempio, inte-re squadre di droni, guidandoli consemplici gesti e con la voce.

IL DIRETTORE Luca Maria Gambardella non esclude macchine dall’intelli-genza simile a quella umana.

NON SOLO MILITARI Oltre ai droni per usi bellici oggi è possibile crearne peraiutare l’uomo in operazioni di salvataggio. Sopra: un robot-occhio volante.

COME NOI La robotica e lo studio dell’intelligenza artificiale lasciano immaginare scenari nei quali il pensiero umano e anche alcune funzioni fisiche dell’uomopotranno essere simulati dalle macchine in modo sempre più sofisticato.

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PRIMO PIANO PROSPETTIVE 3Corriere del TicinoMERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2014PRIMO PIANO PROSPETTIVE2 Corriere del Ticino

MERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2014

Intelligenza artificialeAnche le macchine imparanodalla «propria» esperienzaL’IstitutoDalleMolle inserisce «ricordi» sinteticidi tipomediconei supercomputerEquesti sono ingradodi formularenuovediagnosi sucasimaiesaminatiprima

Non è chiaro se il nostro domani sarà più simile a unmondo iper-efficiente esupertecnologico o, piuttosto, ad un incubo distopico alla Blade Runner. Lacosa certa è che il rapporto uomo-macchina è destinato a farsi sempre piùstretto, tanto più che la ricerca nella robotica e nell’intelligenza artificiale èorientata ad integrare e sviluppare le capacità fisiche e cognitive dell’essereumano.Secondomolti scienziatie intellettualicontemporaneistiamoentran-doa tutti gli effettinell’eradelPostUmanesimoodell’Umanitàespansa: l’Ho-moSapiens,adifferenzadialtrespecie,continuerànelsuopercorsoevolutivograzieallosviluppotecnologico.L’IstitutoDalleMolledistudisull’intelligenzaartificiale (IDSIA)diMannoè inquestosensounafinestra sul futuro: ci siamoaffacciati per scrutare l’uomoed ilmondodidomani.

PAGINE DIELEONORA BIONDI e UMBERTO BACCINI

zxyNel secolo scorso, le più grandi inno-vazioninel campodell’intelligenzaarti-ficiale (IA) hanno riguardato più gliaspetti legati al calcolo rispetto a quellilegati all’intelligenza generale che ca-ratterizza maggiormente le abilità delcervelloumano. Inquestiprimiannidelnuovo secolo, la percezione è che le co-se stiano subendo un cambiamentoprofondo. Grazie ai progressi della ma-tematica, della probabilità e dell’infor-matica, le macchine intelligenti di oggisono in grado di elaborare autonoma-mente la soluzione di problemi com-plessi basandosi anche sull’esperienza.Un risultato sorprendente, che ha aper-to nuove frontiere in ambiti ad alta spe-cializzazione, come la medicina, in cuile macchine hanno ottenuto prestazio-ni persino superiori a quelle dell’uomo.

Nuove prospettiveFino a ieri, le macchine si limitavano asvolgerecalcoli. Eracompitodell’uomooccuparsi delle fasi precedenti al calco-lo: formalizzare in terminimatematici ilfenomeno da studiare e individuare glistrumenti teorici utili a farlo risolveread un computer. Oggi, i progressidell’informatica e della matematicahanno permesso agli scienziati di rea-lizzare macchine con un’intelligenzadinamica, capacidimettereautonoma-

mente in atto le strategie migliori perrisolvere problemi relativi a fenomenidi natura e ambiti diversi. Piuttosto chesvolgere soltanto ciò che viene coman-dato loro, le IApiùavanzate sonocapacidi «ragionare» da sole, sulla base dimetodologie generali, molto spessoprobabilistiche, di cui sono state dotatedagli scienziati. Insieme alle capacitàdellemacchine, quindi, è cambiato an-che il ruolo dei ricercatori. Questo ap-proccio alla risoluzione dei problemi,caratterizzato da grande generalità, de-ve poi essere indirizzato alla soluzionedi problemi specifici.

Diagnostica avanzataCome insegna la vita di tutti i giorni,spesso la teoria non basta: l’esperienzaè una fonte di apprendimento fonda-mentale per l’uomo e uno strumentodecisivo per comprendere i fatti e glieventi più complessi. È per questo chele capacità teoriche fornite dai ricerca-tori all’IA spesso non sono altro che ca-pacità di apprendimento dall’esperien-za. A tal fine questemacchine vengonodotate di una sorta di «memoria» sullabase della quale possono contare perelaborare risposte ai fenomeni di inte-resse. Un esempio concreto di questotipo di IA è rappresentato dall’esperi-mento condotto con successo dai ricer-catori dell’Istituto Dalle Molle nell’am-bito della diagnostica. I ricercatoridell’IDSIA hanno creato un’esperienza

analizzata, così come quelli del singoloindividuo. Queste analisi sono prezioseper le strategie di marketing aziendali oper i partiti politici, poiché permettonodi comprendere in tempo reale i «senti-menti», le preferenze e le reazioni digruppi di persone a specifici argomentio eventi, come il lancio di unprodotto ounapropostadi legge.Magli stessi algo-ritmi si possono applicare con piccolevariazioni adaltri ambiti, come lamedi-cina, lameteorologia, la finanza, la logi-stica e tanti altri campidi applicazione.

La ricerca applicata nel territorioNon sorprende quindi che queste ricer-cheabbiano frequenti ricadute sull’eco-nomia: grazie ai programmi della Con-federazione che finanziano collabora-zioni tra enti di ricerca e aziende, questiprodotti dell’IDSIA risultano interes-

santi ed innovativi per le aziende ticine-si. Tra questi troviamo l’aggregazioneintelligente di articoli di giornale sulweb, algoritmiper la stimadella visibili-tà di un prodotto su Internet a fini dimarketing, laprevisionedellevenditedibeni di consumo, la stima della proba-bilitàdi rimborsodicrediti, lavalutazio-ne di strumenti finanziari. Partendo dainformazioni raccoltesulcampol’IDSIAcollaboraconaziende ticinesiancheneisettori dell’ottimizzazione della produ-zione e dello spostamento di beni e dipersone e nell’ottimizzazione dell’uso eproduzione quotidiana dell’energiaelettrica. Sono anche attivi progetti conenti della Confederazione come Arma-suisse e MeteoSvizzera. Un altro esem-pio è l’importante collaborazione tral’IDSIAe i ricercatori dell’IstitutoOnco-logico di Ricerca ticinese (IOR), tesa

ancora una volta ad analizzare grandimolididatiperapprendereautomatica-mente modelli matematici – compostida milioni di variabili – che simulino ecomprendano i meccanismi genomiciche causano l’insorgenza di alcuni tipidi tumore, identificandone cause, svi-luppoepossibilità di contrasto.

L’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligen-za artificiale (IDSIA, www.idsia.ch), attivosin dal 1988, prende il nome dal suo fonda-tore, l’imprenditore e mecenate italiano An-gelo Dalle Molle. È affiliato al Dipartimentotecnologie innovative della SUPSI ed allafacoltà di informatica dell’USI. Diretto daLuca Maria Gambardella, l’IDSIA oggi contaoltre 60 persone in organico ed offre Masterin sistemi intelligenti ed informatica appli-cata e programmi dottorali.

sintetica in una macchina, mostrandoagli occhi elettronici del sistema intelli-gente una serie di tac e radiografie cheillustravano lapresenzadicancromam-mario e altre in cui non vi era alcunaformazione tumorale, insegnando allamacchina a riconoscere tali patologiedalle immagini. Sulla base dell’espe-rienza, l’IA in seguito è stata capace diutilizzare tali «ricordi» sintetici formu-lando nuove diagnosi su casi mai ana-lizzati prima. In un test internazionalesvoltosi recentemente, l’IA messa apuntodall’IDSIAèriuscitaa identificarecasi di tumore in immagini diagnosti-chemaiosservate inprecedenzaconunmargine di errore inferiore a quello dimedici specialistici, ottenendo così laperformancemigliore rispettoai sistemiintelligentidi vari altri centridi ricercaalmondochepartecipavanoal test.

La ricerca di regolarità nei dati è unadelle strade maestre attraverso cui i si-stemi intelligenti apprendono e studia-no la realtà.MarcoZaffalon, professoreSUPSI presso l’IDSIA, con il suo gruppodi ricerca inprobabilitàe«datamining»,sfrutta questa idea per creare algoritmiche estraggono conoscenza in enormiquantità di dati «grezzi». I dati possonoesserenumericioanchetestuali emoltoeterogenei («non strutturati»), come icommenti pubblicati dagli utenti suisocial network e le attività sui motori diricercadiunapopolazionedi riferimen-to distinguibile per età, gusti musicali,nazionalità o sesso. L’IA dei modernisupercomputer riesce autonomamentea organizzare, classificare, raggrupparee quantificare tali dati grezzi; in altreparole, riesce ad apprendere dai dati igusti e le opinioni della popolazione

IL NOSTRO CERVELLO IN FORMA ELETTRONICAzxy Potrà mai essere costruita una mac-china capace di replicare l’uomo tal-mentebenedaesseredefinita,essastes-sa, una macchina «pensante»? In lineateorica, se è lecito pensare all’uomo co-me ad una macchina, allora non do-vrebbe esserci alcun limite alla creazio-ne di sistemi somiglianti in tutto e pertutto all’essere umano.Già, in linea teo-rica.Perché ilnostrocervelloè talmentecomplesso da non essere stato ancoracompreso integralmente, e tantomenoriprodotto in modo artificiale. Ad oggi,dunque, siamo ancora molto lontanidalla realizzazione dimacchine dall’in-telligenza assimilabile a quella dell’uo-mo, anche se, perLucaMariaGambar-della eMarcoZaffalon, nel futuro que-sto approdononèpernulla escluso.

Riprodurre l’intelletto umanoÈveroche le IA sviluppate sinoaora rie-scono a utilizzare gli strumenti analitici

di cui sono dotate e ad apprendere inmodo autonomo, ma lo fanno limitata-mente ai compiti ed agli ambiti per cuisono state progettate: nessuna IA, at-tualmente, sarebbe in grado di appren-dere e comprendere senza essere statadotata dai programmatori di una «for-mazione» adeguata. Lo sviluppo dellereti neurali, tuttavia, potrebbe aprirenuove possibilità: questi sistemi infor-matici, infatti, replicanoinmodoelettro-nico i neuroni e le sinapsi. I ricercatoridell’IDSIA, sotto la guidadi JürgenSch-midhuber,negliultimianni,hannorea-lizzato algoritmi e reti neurali così raffi-nate da vincere numerosi riconosci-menti scientifici internazionali e stannolavorando per incrementare ancor dipiù le capacità computazionali delle retineurali. Tuttavia, al momento il divariotra ciò che è possibile riprodurre con isupercomputer e l’attività neurale degliesseriumanièancoraenorme.

Il progetto di LosannaUno studio internazionale di grandeimportanza in questa frontiera scienti-ficaè lo«Humanbrainproject», avveni-ristica ricerca sviluppata presso l’Uni-versità di Losanna che coinvolge oltre90 università di 20 diversi Paesi. Questostudio si prefigge di creare una simula-zioneolisticadel cervelloumano, ripro-ducendone in forma elettronica gliaspetti genetici e biologici. Ciò potràconsentire in futuro di dare risposte aisegreti delle dinamiche del cervelloumano, svelando le cause e la natura dipatologieneurali, psichiatricheepsico-logiche. Inoltre, il successo di questoprogetto potrà consentire anche l’accu-rata sperimentazione «virtuale» di far-maci innovativiperquestemalattie che,secondo alcune stime, al momento af-fliggono oltre due miliardi di personenel mondo, quasi un terzo della popo-lazionedel Pianeta.

I pensieri nel computerEsistono tuttavia anchemolti altri pro-getti che potrebbero, in un certo sen-so, ridefinire il concetto di «impossibi-le» nel prossimo futuro: uno di questiè il cosiddetto «mind uploading», os-sia il trasferimento dellamente umanain una struttura non biologica (ovve-rosia più semplicemente, in una mac-china).Esattamente come avviene per i nostricellulari e per le macchine fotografi-che digitali, un domani – se questetecnologie verranno progettate e rea-lizzate con successo – sarà possibiletrasferire i propri pensieri nella me-moria dei computer, rendendoli assi-milabili a dati digitali pronti ad essereutilizzati come un qualunque altro fi-le.Persino concetti come lamortalità e lasingolarità degli individui sarebbero aquesto punto posti in discussione.

zxy Sfide incerteI limiti dell’IANonostante i grandi pro-gressi, l’IA non è ancoraparagonabile all’intelli-genza dell’uomo. In alcunicasi, anzi, ci si è «fidati»troppo dei computer. Lemacchine intelligenti sonocapaci di gestire modellicon milioni di variabili eeffettuare previsioni raffi-nate grazie al calcolo pro-babilistico, ma non posso-no elaborare in modostrategico tutti i fattoripotenzialmente decisivi,specialmente quelli nonnumerici. Nel caso, peresempio, che le Borse eu-ropee crollino per unaguerra, l’IA potrebbe nonriconoscere la portata diquesto evento, prevedendomagari un rialzo nelle oresuccessive.

Superato il test di Turing?Pochi giorni fa il ricerca-tore Kevin Warwick haannunciato che un suosoftware ha superato perla prima volta il famosotest di Turing: il suo pro-gramma è riuscito a farcredere a parte di una giu-ria di essere un umano,precisamente un 13.enneucraino chiamato EugeneGoostman. La notizia hafatto il giro del mondo,ma gli esperti del settorehanno subito definito l’e-vento come una «bufala».Il test, ideato oltre ses-sant’anni fa da Alan Tu-ring, consiste nel fare co-municare – scrivendo alcomputer – una giuria conun umano e con un’IA; sein numerosi casi i giuratinon distinguono con chidei due stanno comuni-cando, il test può dirsi su-perato: la macchinaavrebbe dimostrato di po-ter pensare come un uma-no. Eugene ha «inganna-to» molti giurati, il 33%,ma secondo gli esperti cisarebbe riuscito grazie al-la sua «ignoranza» piutto-sto che alle sue capacità:le risposte dell’IA eranopiene di errori linguistici elogici, interpretati dai giu-rati come la fisiologica dif-ficoltà con l’inglese di unragazzino straniero. Pro-prio questo ha spinto lagiuria a pensare che Euge-ne fosse un umano. Il test,quindi, è stato aggirato,ma non superato..

Robot Tecnologieper integrareil corpo e la menteInarrivobracciaegambemeccanichecheaccresceranno la forzadegli artizxyNei processi industriali i robot da annisono impiegati per gestire funzioni logi-stiche complesse e operazioni e svolgerecompiti di precisione negli stabilimentiproduttivi di tutto ilmondo, oltre che perle funzioni ripetitive e di bassa comples-sità.Grazieaiprogressinel campodell’in-telligenza artificiale (che può essere defi-nita come «la mente» dell’automa) oggiqueste sonoentraredidiritto inmolti altriambiti della nostra vita, e lo faranno inmodo sempre più incisivo nei prossimianni.

Un settore in espansioneGli orizzonti di questo settore sono incontinua espansione. Recentemente so-no state realizzate, per esempio, le prime«mani robot» controllate con precisionequasi perfetta dallamentedel paziente ecapaci di far percepire la consistenza, latemperatura e la conformazione deglioggetti toccati. Tutto ciò è reso possibiledall’incremento delle capacità dinami-che ed ergonomiche di questi prodigimeccanici e, soprattutto, da complicatisistemi d’intelligenza artificiale capacidi trasformare gli impulsi provenientidal sistema nervoso dell’uomo in algo-ritmimatematici chedeterminano imo-vimenti degli arti-robot di nuova gene-razione. Non solo: presto si userannobraccia e gambe meccaniche non soloper sostituire parti del corpo umano,maanche per integrarlo. Indossate quasicome un «vestito» cibernetico, questetecnologie accresceranno la forza e laresistenzadegli arti. La robotica sta cam-biando anche il mondo della chirurgiamini-invasiva. Sempre più tipologie dioperazioni di precisione, infatti, non ri-chiedono più la proverbiale «fermezzadellamano»del chirurgo: l’équipemedi-ca è oggi chiamata a programmare econtrollare a distanza, attraverso appo-siti «joystick», i movimenti di braccia emani robotiche che, fattivamente, porta-no a termine interventi chirurgici ad altorischio in zone del corpo di difficile ac-cesso, con una precisione inarrivabileper un essere umano.

Squadre di soccorso e droniGli eserciti di androidi emacchine intelli-genti sono ancora lontani, ma negli ulti-mi anni l’IA e la robotica hanno presopiedeprepotentementenelle cronachediguerra. L’utilizzo di droni militari in sce-nari di battaglia ha radicalmentemodifi-cato il modo in cui vengono condotte leoperazionibelliche, aprendoseridibattitianche in ambito etico e di diritto interna-zionale. Queste tecnologie, però, non so-

no impiegate soltanto in scenari militari.Il direttore dell’IDSIA ci hamostrato unosciame di droni «a riposo» in uno dei la-boratori dell’Istituto, spiegandoci chequeste macchine sofisticate sono le pro-tagoniste di «Swarmanoid», progetto na-todalla collaborazione tra l’IDSIAEPFLel’Università di Bruxelles volto allo svilup-po di sistemi integrati di droni per sup-portare l’uomo in specifiche attività di ri-cognizione e salvataggio. Lo sciame ècompostoda trediverse tipologiedimac-chine – ognuna delle quali replica unaparte del corpo umano – specializzate infunzioni distinte e per questo dotate diapposite capacità «motorie» e «sensoria-li»: i «droni-piede» sono pensati per tra-sportare oggetti, attraversando ambientie terreni accidentati. I «droni-occhio»,invece, sono macchine capaci di volaredotate di visori per osservare l’ambientedall’alto, fornendo informazioni sull’am-biente agli altri robot dello sciame e agliuomini che li controllano a distanza. I«droni-braccia», infine, sono capaci dimuovere e prendere oggetti, così comescavare o scalare superfici. Oltre a per-mettere il controllo a distanza dall’uomo,l’IAdei singoli robot consentealle singolemacchine dello sciame di integrarsi traloro, sviluppando in automatico un au-tentico gioco di squadra. In questomodoil team di robot è capace di operare inmodo coordinato, aiutando gli esseriumani – o sostituendoli – nello svolgerefunzioni di ricognizione e di ricerca ooperazioni di salvataggio di dispersi altri-menti inaccessibili o molto rischiose perl’uomo. I ricercatori dell’IDSIA hannopensato di integrare i cani da soccorso inqueste squadre di salvataggio. Il cane è ingrado di cercare persone disperse anchecollaborando con droni volanti che loconducono ad esplorare zone difficil-mente accessibili ai soccorritori.

Un controllo più sempliceSecondo Gambardella, una delle sfidepiù importanti nell’immediato futurodella robotica consiste nel migliorare lafacilità di controllo e di guida di questemacchine intelligenti. L’esempio più im-mediato riguarda proprio lo sciame didroni. Attualmente è richiesta la presen-za di più uomini per guidare e controlla-re ogni singolo robot della squadra e talegestione richiede grandi competenzetecniche. In futuro si cercheràdi ottimiz-zare e semplificare il controllo e la guidadei robot, facendo sì che un solo uomosia in grado di gestire, per esempio, inte-re squadre di droni, guidandoli consemplici gesti e con la voce.

IL DIRETTORE Luca Maria Gambardella non esclude macchine dall’intelli-genza simile a quella umana.

NON SOLO MILITARI Oltre ai droni per usi bellici oggi è possibile crearne peraiutare l’uomo in operazioni di salvataggio. Sopra: un robot-occhio volante.

COME NOI La robotica e lo studio dell’intelligenza artificiale lasciano immaginare scenari nei quali il pensiero umano e anche alcune funzioni fisiche dell’uomopotranno essere simulati dalle macchine in modo sempre più sofisticato.

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