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PRINCIPI MATEMATICI i della Filosofia...

Date post: 15-Feb-2019
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I i PRINCIPI MATEMATICI della Filosofia naturale di Isaac Newton m i I I 1 1 I % t I I i A CURA DI ALBERTO PALA UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE TORINESE 1 i I É m
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della Filosofia naturale

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A C U R A D I

A L B E R T O PA L A

UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE TORINESE

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SCOLIO GENERALE

Uop&YCL si chiude con uno Scolio Gùfieràle che comPclyc solonella seconda edizione dell'opera. Dopo unHniziale polemicacon la fisica cartesiana, i due motivi fondamentali di questoscolio sono rappresentati dalla dottrina teologica e dall espressione Hypotheses non fingo.

Con quest'ultima Newton voleva rivendicare alla scienzauna precisa autonomia da ogni causa esplicativa che risiedessefuori dei fenomeni da spiegare e, contemporaneamente volevamunirla di una metodologia per cui suo fine diventava non ilperché dei fenomeni ma il come, ossia il comportamento osservabile di essi. Non è il caso di ricordare in questa sedequale è stata l'importanza storica di questo atteggiamento;basti soltanto dire che ispirò gli illuministi della Enciclopediae che ad esso si attennero rigidamente i positivisti inglesi efrancesi dell'800. Un esempio di questa posizione di Newtonè fornito dalle sue ripetute affermazioni di non conoscere lacausa della gravitazione, e dal suo dichiarare che allo scienziatodeve bastare che il fenomeno esista e si comporti come vienep r e v i s t o . j . .

Questa spina della gravitazione ci porta a riflettere sul primomotivo dello scolio: alla dottrina di Dio. In effetti non si puòdire che Newton abbia mai espresso pubblicamente una teologia,tuttavia sia attraverso l'analisi delle sue opere sia attraversol'analisi dei manoscritti siamo in grado di delineare la sua posizione nel modo seguente. Newton - sappiamo per certo -era un unitariano e gli unitariani erano dei razionalisti. Ma

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si può anche dire che il suo era tin razionalismo di tipo nuovo{a cui attinse gran parte del movimento illuininisticó), ossiaun razionalismo che, mentre scorgeva nella divinità la garanziadell ordine dell universo, proprio nella precisa conoscenza deilimiti della ragione trovava il modo di impiegare e far fruttaremeglio gli strumenti razionali. Questo con successo Newtonha fatto in meccanica, questo stesso avrebbe tentato di fare inteologia, ma non con altrettanto successo. Al razionalismo teologico si viene infatti ad a'ffiancare, ad un certo momento, unmisticismo che a volte si colora di panteismo. Basta una letturadello Scolio per trovare esempi di quanto detto.

Come spiegare la contraddizione che nasce dalVaffermazionecontemporanea delVautonomia della scienza e della presenza diDio nel mondo? Probabilmente, la spiegazione è di ordine storico: per un verso abbiamo lo scienziato geniale che intravede ilcampo di sviluppo più proprio alle scienze e ne detta alcunedelle proprietà, per l'altro verso abbiamo Vuomo del propriotempo, condizionato appunto da quella cultura e da quellareligione. Per conseguenza c'è continuamente questa alternasovrapposizione di piani: ora è lo scienziato che afferma laragione autonoma della sua scienza, ora è il teologo che di frontealle difficoltà incontrate^dallo scienziato è portato a trovare inDio il modo di risolvere alla base le difficoltà stesse. Per l'obiettività storica dobbiamo aggiungere che mentre nei lavori pubblicati da Newton viene costantemente affermata la posizioneautonoma della scienza di fronte ad ogni forma di spiegazioneextra scientifica, le varie soluzioni mistiche sono posizioni osollecitate o private, affidate a manoscritti che non videro maila luce. Infatti anche negli scritti teologici pubblicati durantela v%tad% Newton, troviamo quel processo di razionalizzazionecui si è poco sopra accennato. Per un'analisi piii approfonditadi questa caratteristica situazione, si rinvia Introduzione.

L'ipotesi dei vortici è soggetta a molte difficoltà. Perchéun qualsiasi pianeta, condotto il raggio verso il Sole, descrivaaree proporzionali ai tempi, i tempi periodici deUe parti deivortici dovrebbero essere in ragione del quadrato deUe distanze dal Sole. Perché i tempi periodici dei pi eti sianonella proporzione della potenza {2 delle loro distanze dalSole, i tempi periodici delle parti dei vortici dovrebberoessere proporzionali alla potenza (2 delle loro distanze.Perché i vortici minori possano conservare le loro rivoluzioni intorno a Saturno, Giove e agU altri pianeti e possanonavigare liberamente nel vortice del Sole, i tempi periodicidelle parti dei vortici solari dovrebbero essere uguali. Lerivoluzioni del Sole e dei pianeti intomo ai loro assi, le qualidovrebbero accordarsi con i moti dei vortici, discordano datutte queste proporzioni. I moti delle comete sono sommamente regolari, osservano le medesime leggi dei moti deipianeti, e non possono essere spiegati per mezzo dei vortici.Le comete sono trasportate con moti fortemente eccentnciin tutte le parti del cielo, U che non potrebbe essere fattose non si eliminano i vortici.

I proiettili della nostra aria risentono della resistenzadeUa sola aria. EHminata l'aria, come avviene nel vuotoboyleano la resistenza cessa; in tal modo una piuma leg-

1 Si tratta del vuoto praticato in grandi recipienti da una pompaad aria. Il meccanismo era stato inventato da Von Guencke che col suo

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gera e il pesante oro precipitano in questo vuoto con velocitàuguale. E un identico ragionamento vale anche per gli spazicelesti che stanno sopra l'atmosfera della Terra. Tutti i corpiin questi spazi devono potersi muovere liberissimamente;perciò 1 pianeti e le comete devono poter ruotare in perpetuo,in orbite date per specie e per posizione, secondo le leggiesposte sopra. È vero che per la legge di gravità si manterranno nelle proprie orbite, ma mediante queste leggi nonpoterono affatto aver acquistato fin dall'inizio la posizioneregolare delle orbite.

I sei principali pianeti ruotano intorno al Sole in cerchiconcentrici al Sole, con la medesima direzione di moto eapprossimativamente sul medesimo piano. Dieci lune ruotanointorno alla Terra, a Giove e a Saturno in cerchi concentrici,con la medesima direzione di moto, e approssimativamentesui piani delle orbite dei pianeti. Tutti questi moti regolarinon hanno origine da cause meccaniche; le comete infattisono trasportate liberamente secondo orbite fortemente eccentriche e in tutte le parti del cielo. A causa di quel generedi moto le comete passano molto facihnente e molto celermente attraverso le orbite dei pianeti, e nei propri afelii,dove sono più lente e sostano più a lungo, sono talmentelontane le une dalle altre, che si attirano mutuamente inmisura minima. Questa elegantissima compagine del Sole,dei pianeti e delle comete non potè nascere senza il disegnoe la potenza di un ente intelligente e potente. E se le stellefisse sono centri di analoghi sistemi, tutti questi, essendocostruiti con un identico disegno, saranno soggetti alla potenza dell'Uno: soprattutto in quanto la luce delle stellefisse è della stessa natura deUa luce del Sole, e tutti i sistemiinviano la luce verso tutti gU altri. E affinché i sistemi deUe

esperii nto dette delle sfere di Magdeburgo. rispondeva indirettamenteaUa cartesiana negazione del vuoto. Boyle non fece altro che perfezionarela pompa, e sembra che in questo lavoro il maggior merito spetti a Hooke.talché anche la legge sull'aria, nota come legge di Boyle è. almeno inp te, di Hooke. La legge dice: la pressione di una determinata quantitàdana moltiplicata per il suo volume è costante se rimane costante latemperatura.

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Stelle fisse non cadano, a causa della gravità, vicendevolmente l'uno sull'altro, questo stesso pose una distanza immensa f ra d i loro.

Egli regge tutte le cose non come anima del mondo, macome signore dell'universo. E a causa del suo dominio suoleessere chiamato Signore-Dio, navroxpaTwp. Dio infatti è unaparola relativa e si riferisce ai servi: e la divinità è la signoriadi Dio, non sul proprio corpo, come vien ritenuto da coloroper i quali Dio è l'anima del mondo, ma sui servi. Dio è ilsommo ente etemo, infinito, assolutamente perfetto: ma unente senza dominio, benché perfetto, non è U Signore Dio.Infatti diciamo Dio mio. Dio vostro. Dio dì Israele, Dio degUdèi. Signore dei potenti; ma non diciamo etemo mio, etemovostro eterno di Israele, eterno degU dèi; non diciamo infinitomio o perfetto mio. Questi appellativi non hanno rapportocon i servi. La voce Dio^ significa sempre signore: ina nonogni signore è Dio. La dominazione di un ente spiritualecostituisce Dio, la vera dominazione il vero, la somma ilsommo, la falsa il falso. E dalla vera dominazione segue cheil vero Dio è vivo, inteUigente e potente; e dalle restantiperfezioni segue che è sommo o sommamente perfetto. Eetemo e infinito, onnipotente e onnisciente, ossia, dura dall'eternità in eterno e dall'infinito è presente neU'mfimto: reggeogni cosa e conosce ogni cosa che è o può esse. Non el'eternità o l'infinità, ma è etemo e mfinito; non e la duratae lo spazio, ma dura ed è presente. Dura sempre ed e presente ovunque, ed esistendo sempre ed ovunque, fonda ladurata e lo spazio. Poiché ogni particella deUo spazio esempre, e ogni momento indivisibUe deUa durata e ovuiique,certamente l'Artefice e U Signore di tutte le cose sara sempree ovunque. Ogni anima senziente nei 'versi sensi e organi di movimento è la medesima persona

dalle genti, ma falsamente, per difetto di dommio (N.d.A.).

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indivisibile. Le parti sono successive nella durata, coesistentinello spazio, ma nessuna^ delle due è data nella personadell'uomo o nel suo principio razionale, e molto meno nellasostanza pensante di Dio. Ogni uomo, in quanto sostanzasenziente, è un unico e identico uomo durante tutta la suavita in tutti e nei singoli organi di senso. Dio è un unico eidentico Dio sempre e ovunque, È onnipresente non per solavirtù, ma anche sostanzialmente: infatti la virtù senza lasostanza non può sussistere. In esso ^ gli universi sono contenuti e mossi, ma senza nessun mutuo perturbamento.Dio non patisce nulla a causa dei moti dei corpi: questinon trovano alcuna resistenza a causa dell'onnipresenza diDio. E manifesto che il sommo Dio deve esistere necessariamente, e per la stessa necessità è sempre e ovunque. Diconseguenza egh è anche interamente simile a sé stesso, tuttoocchio, tutto orecchio, tutto cervello, tutto braccio, tuttaforza sensoriale, intellettiva e attiva, ma in modo nienteaffatto umano, niente affatto corporeo; in modo a noi assolutamente sconosciuto. Come il cieco non ha idea dei colori,cosi noi non abbiamo idea dei modi con i quali Dio sapientissimo sente e capisce tutte le cose. È completamente privodi ogni corpo e di ogni figura corporea, e perciò non puòessere visto, ne essere udito, né essere toccato, né deve esserevenerato sotto la specie di alcunché di corporeo. Abbiamoidea dei suoi attributi, ma non conosciamo affatto che cosasia la sostanza di una cosa. Dei corpi vediamo soltanto lefigure e i colori, sentiamo soltanto i suoni, tocchiamo soltanto le superfici esteme, odoriamo soltanto gli odori egustiamo i sapori; ma non conosciamo le sostanze intime

Cosi pensavano gli antichi, come Pitagora, in Cicerone, De naturadeorum, hb. I; Talete, Anassagora-, Virgilio, Georgiche, Ub IV V 200Eneide, lib. VI, V. 721; Filone, Allegorie. Ub. X. all'iiùzio; ARl;o!TnPhenom., ali inizio. Cosi anche gli scrittori sacri come Paolo Atti XVII

39 = '4: Davide; Salmi,CXXXIX, 7. 8, 9; Salomone, / Re, VIII. 27; Giobbe. XXII, 12, 13.14, Geremia, XXIII. 23, 24. Gli idolatri immaginavano, ma falsamente,che 11 sole, la luna e gU astri, le anime degU uomini e le altre parti delmondo fossero parti del sommo dio, e perciò da adorare (N.d.A.).

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con nessun senso, con nessun atto di riflessione; e, moltomeno, abbiamo un'idea della sostanza di Dio. Lo conosciamosolo attraverso le sue proprietà ed i suoi attributi, per lasapientissima e ottima struttura delle cose e per le causefinali, e l'ammiriamo a causa della perfezione; ma lo veneriamo, invero, e lo adoriamo a causa del dominio. Adoriamoinfatti come servi, e Dio senza dominio, provvidenza e causefinali non è altro che fato e natura. Da una cieca necessitàmetafisica, che è assolutamente identica sempre e ovunque,non nasce alcuna varietà di cose. L'intera varietà deUe cosecreate, per luoghi e per tempi, potè essere fatta nasceresoltanto daUe idee e dalla volontà di un ente necessariamenteesistente. Allegoricamente, infatti, si dice che Dio veda, oda,parli, rida, ami, odi, desideri, dia, prenda, goda, si adm,combatta, fabbrichi, fondi, costruisca. Infatti, ogni idea intorno a Dio deriva interamente, per simihtudine, dalle coseumane, non certo perfetta ma tuttavia somigUante. Questecose intomo a Dio: sul quale spetta alla filosofia naturale diparlare muovendo dai fenomeni. , , .Fin qui ho spiegato i fenomeni del cielo e del nostromare mediante la forza di gravità, ma non ho mai fissatola causa della gravità. Questa forza nasce interdente daqualche causa, che penetra fino al centro del Sole e deipianeti, senza diminuzione della capacita, e opera non mrelazione alla quantità deUe superile delle prticelle suUequali agisce (come sogUono le cause meccaniche) ma m rela-Lne L quantità di materia solida. La sua azione siestende per ogni dove ad immensescendo in proporzione inversa al quadrato e e s a 'gravità veL U Sole è composta deUa gravita verso le singleparticene del Sole, e aUontanandosi dal decree ctemente in ragione inversa del quadratoall'orbita di Saturno, come e manifesto d afelu dei pianeti, e fino agU ultimi afehi de , Pche Quegli afelii siano in quiete. In_vmt.a non sono ancora

° ;ìì^Fi5tn55tiirQSirunque cosa, mtat i.

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filosofia Sperimentale non trovano posto le ipotesi sia metafisiche, sia fisiche, sia delle qualità occulte, sia meccaniche.In questa filosofia le proposizioni vengono dedotte dai fenomeni, e sono rese generali per induzione. In tal modo divennero note 1 unpenetrabilita, la mobilità e l'impulso dei corpi,le leggi del moto e la gravità. Ed e sufficiente che la gravitàesista di fatto, agisca secondo le leggi da noi esposte, e spieghitutti i movimenti dei corpi celesti e del nostro mare.

Ora sarebbe lecito aggiungere qualcosa circa quello spiritosottilissimo che pervade i grossi corpi e che in essi si na-sconde; mediante la forza e le azioni del quale le particelledei corpi a distanze minime si attraggono mutuamente edivenute contigue aderiscono intimamente; i 'corpi elettriciagiscono a distanze maggiori, tanto respingendo quanto attraendo i corpuscoli vicini; la luce viene emessa, riflessa,rifratta, inflessa, e riscalda i corpi; tutta la sensazione èeccitata e le membra degli animali si muovono a volontà,ossia, mediante le vibrazioni di questo spirito, si propaga,attraverso i filamenti solidi dei nervi, dagli organi esterni deisensi al cervello e dal cervello ai muscoli. Ma queste cosenon possono essere esposte in poche parole; né vi è sufficienteabbondanza di esperimenti, mediante i quali le leggi delleazioni di questo spirito possano essere accuratamente determinate e mostrate.


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