+ All Categories
Home > Documents > PRO ADVOCATI FACUNDIA - Bergamo Mons... · 1.b L’arte retorica non ... che dalla sua abilità...

PRO ADVOCATI FACUNDIA - Bergamo Mons... · 1.b L’arte retorica non ... che dalla sua abilità...

Date post: 18-Feb-2019
Category:
Upload: tranhuong
View: 216 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
28
PRO ADVOCATI FACUNDIA L’attività forense come incontro fra scienza giuridica ed arte oratoria: accenno alla teoria retorica degli status causae. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA (Aula Galeotti) 13 marzo 2017 Relatore: Rvdo. D. Luis Miguel Castillo Gualda Segreteria di Stato (ufficio ab epistulis Latinis) Città del Vaticano
Transcript

PRO ADVOCATI FACUNDIA

Lattivit forense come incontro fra scienza giuridica ed arte

oratoria: accenno alla teoria retorica degli status causae.

UNIVERSIT DEGLI STUDI DI BERGAMO DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA

(Aula Galeotti)

13 marzo 2017

Relatore: Rvdo. D. Luis Miguel Castillo Gualda

Segreteria di Stato (ufficio ab epistulis Latinis)

Citt del Vaticano

2

INDICE

1. Singolarit paideutica dellArs Rhetorica nella civilt occidentale. 1.a Introduzione

1.b Larte retorica non dialettica, ma si occupa dei discorsi persuasivi attraverso

il delectare, docere, movere

1.c Il sistema retorico

1.d Parti del discorso

2. Il discorso forense nelloratoria classica. Materia artis: larte del discorso. Tre tipi di discorsi pubblici

3. Dottrina retorica degli status causae: impostazione della causa giudiziaria.

3.a Genesi della causa forense. Nozioni fondamentali: intentio, depulsio, ratio,

rationis infirmatio, quaestio status, iudicatio. Concetto di status causae.

3.b Status rationales: coniecturalis, finitionis, qualitatis, translationis.

3.c Status legales: scripti et voluntatis, ambiguitatis, legum contrariarum,

ratiocinationis.

4. Topica adeguata agli status rationales e legales.

5. Conclusioni.

6. Bibliografia:

6.a Fonti

6.b Letteratura secondaria

7. Quadri sinottici

7.a) Tre tipi di discorsi pubblici: giudiziario, deliberativo ed epidittico.

7.b) Parti del sistema retorico: inventio, dispositio, elocutio, memoria, actio.

7.c) Parti del discorso: exordium, narratio, argumentatio (probatio, refutatio),

peroratio.

7.d) largumentatio: tipi di prove; i loci argumentorum; i loci communes.

7.e) genesi della causa forense: intentio, depulsio, ratio, rationis infirmatio,

quaestio status, iudicatio.

7.f) status causae rationales (coniectura, definitio, qualitas, translatio) et

legales (scriptum et voluntas, ambiguitas, syllogismus, leges contrariae): nomi e

funzioni.

7.g) status rationales et legales: la loro topica corrispondente.

*** *** ***

in copertina: Cicerone denuncia Catilina, noto anche come Cicerone accusa Catilina in Senato,

un affresco del 1880 del pittore e scultore italiano Cesare Maccari. Palazzo Madama, sede del Senato

della Repubblica Italiana, a Roma.

https://it.wikipedia.org/wiki/Affrescohttps://it.wikipedia.org/wiki/1880https://it.wikipedia.org/wiki/Pittorehttps://it.wikipedia.org/wiki/Scultorehttps://it.wikipedia.org/wiki/Italiahttps://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Maccarihttps://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Madama_%28Roma%29https://it.wikipedia.org/wiki/Senato_della_Repubblicahttps://it.wikipedia.org/wiki/Senato_della_Repubblicahttps://it.wikipedia.org/wiki/Roma

3

1.Singolarit paideutica del Ars Rhetorica nella civilt occidentale

1.a) Introduzione

Una delle maggiori imprese culturali delloccidente stata quella di produrre

una teoria sullarticolazione del discorso; in ci consiste, per dirlo in forma breve,

lArs Rhetorica, collegata di pari passo alla cultura della parola; sappiamo infatti che

il percorso paideutico del mondo classico, cio la formazione culturale che era

propria delluomo libero, possessore della humanitas e cultore delle arti liberali, si

suddivideva in tre gradi: la grammatica, la retorica e la filosofia.

Un cittadino che non fosse stato istruito debitamente in arte retorica non

poteva progredire nel cursus honorum neanche prendere parte alle attivit pubbliche

dello Stato; per ci chi esercitava la professione di avvocato nelle cause del foro, non

doveva solamente conoscere il diritto, quindi essere solamente un iuris peritus, ma

soprattutto essere vir bonus dicendi peritus, un uomo buono che sappia parlare,1

istruito nellarte della retorica con la quale organizzare un discorso pubblico2.

Loratore doveva essere un uomo buono e capace di organizzare un discorso; essere

cio un vir bonus dicendi peritus, un uomo buono che sappia parlare,3 consapevole

che dalla sua abilit dipendesse la maggiore o minore riuscita di persuadere coloro

che ascoltavano, se la causa era di tipo giudiziario di convincere il giudice e di

conseguirne la vittoria per la causa sostenuta contro un avversario. Bisogna non

tralasciare la condizione etica delloratore, perche dalla sua bont deriver bene per

la societ e dalla sua ingiustizia e cattiveria mali. Torneremo su questo argomento

alla fine del seminario al considerare le conclusioni.

Ai nostri giorni, sprofondati nella crisi degli studi umanistici, sia nel settore

dellistruzione in generale, (responsabile di dare un tono culturale ad una nazione),

che a livello universitario, presso le Facolt di Diritto si formano coloro che si

apprestano a diventare futuri oratori pubblici in ambito forense (avvocati), senza

necessariamente essere istruiti con tecniche oratorie, che invece dovrebbero

abbondare nella buona riuscita di un discorso daccusa o di difesa in tribunale. Non

per niente gi Ulpiano4 ci informa come a Roma la retribuzione di un avvocato

dipendesse, tra tanti fattori, dalla sua capacit di parlare bene, dalla sua facolt di

interloquire con lespressione che ho scelto come titolo per questa lezzione pro

advocati facundia. Si sapeva infatti perfettamente che la perizia di un avvocato era

fondamentale per vincere una causa, e cos veniva pagato di pi chi meglio riusciva a

parlare in pubblico.

Quanto sembrano lontani quegli oratori classici che, come Demostene e

Cicerone, attiravano lattenzione del pubblico senza far riferimento ad alcun foglio

scritto, arrivando a perorare una causa anche per lungo tempo e come allo stesso

modo facevano i grandi Padri della Chiesa, Crisostomo, Gregorio Nazianzeno e

Agostino, che annunciavano solennemente la Fede ad una assemblea avida di parole!

Loratoria si deve considerare di grande importanza per la vita sociale, come

anche la capacit di attirare lattenzione degli uomini, conseguirne il consenso,

1 Quintiliano XII 1,1 2 In epoca imperiale romana ladvocatus era simile allavvocato attuale, ma in tempi antichi ad-vocati

erano tutti quelli che prendevano parte a una causa giudiziaria, alcuni come oratori, altri come esperti

di diritto, che conoscevano le leggi e sapevano concretizzarne la loro applicazione; poco a poco liuris

peritus sarebbe diventato una personalit isolata dalla vita forense e chiusa nello studio teorico delle

leggi. 3 Quintiliano XII 1,1 4 Ulpianus, 8 de omnibus tribunalibus in D. 50. 13. 1

4

convincerli o meno a seconda dellinteresse che ne scaturisce, per questo motivo la

suddetta oratoria ha sempre prevalso nei popoli liberi e nelle societ governate dalla

pace e dallordine, cos come afferma Crasso nel De oratore di Cicerone:

In verit, non c niente per me di pi bello del potere della parola che ha

per dominare gli animi degli uomini, guadagnarsi la loro volont, spingerli dove uno

voglia, e da dove li si voglia distogliere; presso tutti gli uomini liberi, e soprattutto

negli Stati tranquilli e ordinati, questarte sempre stata tenuta nel massimo onore e

ha sempre dominato.5

Cicerone torna sullidea dellaiuto che leloquenza giova all societ degli

uomini nel Sullinvenzione:

la ragione stessa mi porta a questa opinione: di ritenere che la sapienza

senza leloquenza giovi poco alla collettivit; leloquenza poi senza la sapienza

ritengo sia per lo pi molto dannosa e non giovi mai. 6

Queste parole hanno eco in quelle di Agostino quando nel De doctrina

Christiana afferma:

coloro che hanno giudicato necessario lo studio della retorica, quando hanno

affermato che la sapienza priva di eloquenza di poca utilit alla citt, ma

leloquenza priva di sapienza riesce pi volte molto dannosa e mai utile. Se perci i

maestri di retorica nei loro libri dedicati a questa disciplina, spinti dalla forza della

verit... pur ignorando la vera sapienza... quanto pi dobbiamo essere di questidea

noi, che di quella sapienza siamo figli e ministri? 7

Limportanza delleloquenza, sia per lindividuo sia per la societ, si fonda

sulla facolt di guidare lanima con la forza della parola, di cui aveva gi parlato

Platone, chiamandola psicacoga ().8

Per questo motivo non bisogna mai rinunciare, nellarte dellavvocatura, a

realizzare alcuni costrutti di oratoria nei processi pubblici cos come lo richiedono.

Il fine fondamentale di questa conferenza di accendere linteresse in tutti

voi, studiosi del diritto e avvocati, di ritrovare la vostra primordiale identit, quella

non solo di tecnici del diritto, ma anche di oratori pubblici incaricati di realizzare, in

collaborazione con i giudici, uno dei principali compiti di una societ libera, cos

come lo lamministrazione della giustizia mediante lapplicazione della legge,

collaborando in questo modo allesercizio del potere giudiziario, fondamento di tutto

stato di diritto.

5 Cicerone, Dell oratore I, 30s. 6 Cic. De inventione 1,1: ratio ipsa in hanc potissimum sententiam ducit, ut existimem sapientiam

sine eloquentia parum prodesse civitatibus, eloquentiam vero sine sapientia nimium obesse

plerumque, prodesse nunquam. 7 Agostino, listruzione cristiana IV, V, 7. 8 Platone, Fedro 271 C: .

5

1.b) Larte retorica non dialettica, ma si occupa di discorsi persuasivi

tramite il triplice scopo del delectare docere movere.

La retorica si propone di convincere, ma non dimostrando con la forza

dialettica della logica sillogistica, ma con la forza della persuasione che si fonda nel

verosimile, cio in ci che tiene traccia di veridicit.

La comunicazione retorica stabilisce un contatto con lascoltatore non solo a

livello razionale, ma anche passionale, ovverosia per persuadere necessario non

solo insegnare e istruire dandone delle prove, ma anche smuovere il sentimento di

chi ascolta appunto; infatti la retorica considera luomo nella sua coesistenza di

ragione e sentimento pi che la dialettica. La dialettica, che da Zenone di Cizio,

fondatore dello stoicismo, viene comparata ad un pugno chiuso, segno di austerit nel

uso della parola, si serve della forza dei sillogismi, mentre la retorica che viene

comparata ad una mano aperta, segno di abbondanza nel ricorrere alle parole (copia

verborum), essenzialmente amplificatoria e si serve di entimemi o sillogismi

retorici9; ambedue, dialettica e retorica, cercano il modo di convincere, ma solo la

retorica lo far di forma persuasiva.

Come si ottiene la persuasione? Questa si ottiene con la triplice finalit del

discorso, postulata da Cicerone: docere, delectare, movere (istruire, dilettare,

commuovere).

Cicerone la spiega con chiarezza e concisione nel Bruto:

Tre sono infatti a mio parere, i risultati che si debbono ottenere con luso

della parola: informare chi ascolta, dilettarlo, suscitare le emozioni pi forti10

Nove anni prima aveva detto nel De oratore:

Mi occuper delle fonti verso le quali si debba orientare il discorso per

conseguirne gli unici tre obiettivi che possano convincere, accaparrarsi simpatia,

informare e coinvolgere emotivamente chi ascolta. 11

Tre sono gli obiettivi delloratoria che vado a spiegare:

1) dilettare: vuol dire catturare lattenzione del pubblico.

2) istruire: vuol dire dimostrare la veridicit della propria tesi.

9 La dialettica si presenta nel discorso con sillogismi categorici, la retorica invece con entimemi o

sillogismi retorici. Due sono i significati distinti ma non contraddittori dellentimema; il primo,

dovuto agli aristotelici, sostiene che un entimema un sillogismo non fondato su verit universali

(tutte le piante sono esseri viventi), ma generali, accettate da molti e che presentano premesse di

carattere verosimile (i genitori amano i loro figli). Pertanto si basa sulla probabilit ed strumento pi

adatto alla persuasione che alla dimostrazione. Pi avanti, a partire da Quintiliano e Boezio, si

considerer entimema un sillogismo incompleto, cio al quale manca qualcosa: la premessa maggiore

o minore o la conclusione. Alla retorica piace utilizzare questa forma argomentativa non per trascurare

la logica, ma per implicare chi ascolta alla costruzione dellintero argomento, catturando la sua

attenzione, contribuendo alla formazione di schemi che si costruiscono tra loratore e chi ascolta, tali

che questultimo possa riconoscere lellissi realizzata. Pensiamo al sillogismo tutti gli uomini sono

mortali (PM premessa maggiore), Socrate un uomo (Pm premessa minore), perci Socrate

mortale C conclusione. In forma entimemica potremmo dire Socrate mortale perch gli uomini lo

sono se si omette la premessa minore oppure Come uomo, Socrate mortale se si omette la

premessa maggiore. Ovviamente esiste sempre un sillogismo mentale pur essendo abbreviato

linguisticamente. 10 Tria sunt enim, ut quidem ego sentio, quae sint efficienda dicendo: ut doceatur is apud quem dicetur, ut delectetur, ut moveatur vehementius (Cic. Brutus 185). 11 quibus ex locis adeas tris res, quae ad fidem faciendam solae valent, ducatur oratio, ut et concilientur animi et doceantur et moveantur ( Cic. De orat. II 28,128).

6

3) commuovere: si cerca di far scaturire nellanimo lemozione richiesta per

la causa in questione.

Per questo motivo larpinate consiglia per bocca di Antonio dolcezza nel

parlare (lenitatem orationis), acutezza (acumen) ed energia (vim).12 Esse sono

conseguite con diverse strategie, adattandosi al tipo di pubblico, alle circostanze

storiche nelle quali il discorso pronunciato e guidati sempre dal principio

dellaptum, ci che idoneo, (forse la categoria pi complessiva della retorica). Per

dilettare, istruire e commuovere il pubblico, necessario captare la benevolenza,

smuovere i sentimenti ed apportare prove che lo convincano.

Questa dottrina rimase sempre valida e di fatto fu assimilata dal

cristianesimo, come conferma S. Agostino quando nel de doctrina christiana13

afferma:

Quindi uno di loro che se ne intendeva di eloquenza [Cicerone] ha detto e

ripetuto con verit e fermezza che luomo eloquente deve parlare per istruire,

soddisfare e convincere; inoltre ha aggiunto che istruire una necessit, soddisfare

un piacere, convincere la vittoria.

Sostiene ancora S. Agostino che chi invoca lo Spirito Santo non deve rifiutare

larte retorica:

Chiunque afferma che non necessario insegnare agli altri che cosa

oppure in che modo devano insegnare, dato che lo Spirito Santo che rende capaci

di istruire, allo stesso modo costui potrebbe dire che non bisogna pregare perch il

Signore nostro dice: Vostro Padre sa cosa sia necessario prima che lo chiediate. 14

Il docere, il delectare e il movere sono i tre strumenti al servizio della

persuasione, sono cio le risorse grazie alle quali poter convincere il pubblico, sia

con discorsi intenti a comprovare ci che si sostiene (docere), che con argomenti

adeguati e schemi elocutivi (le figure), cercando di accaparrarsi la simpatia del

pubblico e suscitare piet oppure odio ( movere).

Questi elementi si incontrano da per tutto il discorso, ma ovviamente, in

modo speciale il docere nella parte denominata argumentatio, il delectare soprattutto

nellexordium e il movere nella peroratio.

1.c) Il sistema retorico [Tav. 1A, 1B, 1C, 1D]

Non finalit del presente seminario esporre la totalit del sistema retorico,

ma nemmeno durante una conferenza si potrebbe studiare la vastit dellarte retorica

che possiamo denominare come latissima Rhetoricae sylva. Ci basta solamente

menzionare le parti fondamentali in cui stata divisa larte retorica, secondo il de

inventione I 7, 9 di Cicerone:

12 Cic. De orat. II 29,128-129. 13 Agostino, Listruzione cristiana IV, XII, 27 14 Ib. XV, XXXII, 33.

7

Inventio (): invenire quid dicas. Trovare ci che vogliamo dire, cio

ricerca di argomenti veritieri o verosimili che rendano credibile la nostra causa.

Dispositio (): inventa disponere. Mettere in ordine ci che si trovato. La

disposizione consiste nellordinare adeguatamente gli argomenti trovati.

Elocutio (): ornare verbis. Arricchire con figure, consiste nello stile con il

quale si adattano parole adeguate agli argomenti dellinvenzione.

Memoria (): memoriae mandare. Ricorrere alla memoria per sostenere

fermamente le idee e le parole.

Actio (): agere et pronuntiare. Recitare un discorso come un attore; il

risultato dato dal controllo della voce e del corpo, di modo che concordi col

valore delle idee e delle parole.

Secondo Cicerone, infatti, bisogna saper trovare gli argomenti

(inventio), ordenarli (dispositio) e arricchirli nelle forme di espressione (elocutio)

cos come afferma nella sua opera Orator:

Loratore deve tener conto di tre punti: cosa

dire, in che luogo parlare di qualsiasi cosa e in

che modo15.

1.d) Parti del discorso [Tav. 2A, 2B, 3A]

Le parti del discorso si succedono in un ordine fisso, in un ordine logico secondo

i compiti che loratore deve seguire; queste si trovano nel discorso giudiziario o

forense e per estensione in altri tipi di oratoria (deliberativa ed epidittica):

1. Exordium, proemium o principium. Lesordio deve essere appropriato alla causa: suo intento quello di accostarsi a chi ascolta e disporlo ad ascoltare,

per accaparrarsi la benevolenza, lattenzione e la fiducia del pubblico.16

15 Quoniam tria videnda sunt oratori: quid dicat et quo quidque loco et quo modo (Cicero, Orator 14,

43). 16 Auditorem attentum parare (guadagnarsi lattenzione del pubblico): presentando il tema da trattare

come se fosse nuovo, importante per il pubblico, presentandosi curioso, stimolando lascoltatore, con

speranza, paura, avvertenza, con tono divertente eccdando la speranza di essere brevi, concisi e

chiari nel discorso da affrontare.

Auditorem benevolum parare. Ci sono quattro modi per realizzare la captatio benevolentiae:

- Ab nostra persona, avvalorando la nostra causa come meritevole di simpatia da parte degli ascoltatori, la quale si dovr esporre senza arroganza menzionando i nostri meriti e servizi,

minimizzando le accuse che ci fanno o i sospetti che sono sorti a causa dei nostri

comportamenti poco consoni, esponendo le nostre difficolt e riconoscendo i nostri limiti, o

ricorrendo alla supplica con umilt; aiuta anche riconoscere la nostra debolezza o incapacit

di affrontare una situazione, si tratta del locus denominato effetto di modestia che

presuppone linvocazione dellaiuto divino come faceva il poeta invocando le muse.

- Ab adversariorum nostrorum persona. Utilizzando il vituperio della parte opposta per rubargli la simpatia del pubblico; per esempio esponendo azioni vergognose che il nostro

nemico ha potuto compiere, denunciando luso smodato delle sue ricchezze, le relazioni con i

suoi familiari, la sua influenza politica, mostrando cio i suoi vizi e difetti.

- Ab auditorum persona. Servendosi dellelogio di chi ascolta, riconoscendolo capace di giudicare e servendosi della delectatio del pubblico appunto. La delectatio si consegue

attraverso uno stile guidato. Di fatto lesordio deve contenere dignit (gravitas) con luso di

massime, proverbi e sentenze.

8

2. Esporre i fatti. Narratio. Deve essere breve, chiara e facile da seguire,

aperta, verosimile o probabile. Gli elementa narrationis rispondono alle

domande: chi, cosa, dove, con che mezzi, per ch, come, quando? con cui

Matthieu de Vendme nel secolo XII form il famoso esametro quis, quid,

ubi, quibus auxiliis, cur, quomodo, quando17.

3. Elevare il dibattito utilizzando il procedimento dellamplificatio18.

Loratore esce dalla sua tematica per far suscitare linteresse dellascoltatore

tramite una digressio o egressus.

4. Definire il punto di vista con cui tratteremo il tema (constitutio causae), e

le suddivisioni, propositio, (divisio partitio).

5. Argumentatio. Primum nostra firmamus dehinc adversa confringamus

(Isid. 2, 7, 1 2), normalmente in primo luogo presentiamo i nostri argomenti

e dopo rifiutiamo quellaltri del avversario. Consiste in:

a) presentare gli argomenti probatio o confirmatio, parte positiva e

dimostrativa della credibilit della nostra opinione..

b) confutare gli argomenti dellavversario (refutatio o confutatio o

reprehensio, parte negativa, dimostrativa dellinconsistenza dellopinione

contraria.19

- Ab rebus ipsis, partendo dalla propria causa o dai fatti. Ci si realizza eloggiando il nostro

punto di vista e realizzando il vituperio del punto di vista dellavversario mediante allusioni

rispettivamente di lode e disprezzanti.

Auditorem docilem parare (rendere a nostro favore chi ascolta).

Ci si consegue se facciamo brevemente un sunto della causa o fatto da trattare e se riusciamo a trarre

lattenzione, poich docile chi vuole ascoltare con attenzione.

17 quis quid u / bi , quibus / au, xili / is cur / quo modo / quan do (essametro dattilico catalettico) 18 Possiamo affermare che lamplificazione retorica il momento invettivo del discorso nel quale non

si cerca tanto di provare ma di intensificare ci che stato gi provato, aprendo la strada alle passioni,

persuadere, dissuadere, lodare o vituperare. Si tratta di una intensificazione graduale dei dati naturali,

che viene realizzata per mezzo dei ricorsi allarte retorica. I modi per realizzare lamplificazione

(genera amplificationis) sono:

Incrementum. Lincremento consiste in una designazione gradualmente ascendente, vediamo il

seguente esempio che Quintiliano VII 4,4 prende da Cicerone facinus est vincire civem Romanum,

scelus verberare, prope parricidium necare. un delitto incatenare un cittadino romano, un crimine

frustarlo, quasi un parricidio ucciderlo( Cic. Verr. 5, 65, 170)

Comparatio. Lamplificazione si realizza come comparazione attraverso il locus argomentale a

minore ad maius, come elemento minore si far un esempio, un evento storico o irreale superato da

ci che si sta trattando. Lesempio di Quintiliano VIII 4,13 preso dalla prima Catilinaria an vero vir

amplissimus P, Scipio pontifex maximus Tiberium Gracchum mediocriter labefactantem statum rei

publicae privatus interfecit: Catilinam orbem terrae caede atque incendio vastare cupientem nos

consules perferemus se certamente Publio Scipione, di grande prestigio, pontifice massimo, come

cittadino privato uccisse Tiberio Graco, che sconvolgeva la stabilit della Repubblica, noi, o consuli,

soffriremo un Catilina che desidera ardentemente distruggere lorbe della terra con assassini e

incendi? (Cic Cat. 1, 1, 3).

Ratiocinatio. Si tratta di una amplificazione indiretta per mezzo di una congettura. Il ragionamento

lavora soprattutto con loci argumentales ex insequentibus fissandosi nelle conseguenze delloggetto

menzionato come quando Cicerone per amplificare il fatto dellubriachezza di Antonio fa riferimento

al vomito virulento che ne deriv. (cf. Quint. VIII 4, 17)

Congeries. Consiste nellabbondanza di parole e pensieri dello stesso significato ( Quint. 8, 4, 26). 19 Differenti strategie di refutatio (modi reprehensionis cf. Cic. Inv. I, 42, 79):

- Se non si accettano uno o pi premesse dellavversario;

- Si accettano le premesse contrarie ma non le conclusioni;

- Mostrando che la forma del ragionamento dellavversario non corretta;

9

Si aportano delle prove, tra quelle non ottenute secondo larte retorico

ricordiamo il praeiudicium (sentenza iudiziale precedente) e i testes

(dichiarazione dei testimoni), tra quelle invece ottenute secondo larte

retorico sottoliniamo lexemplum, que funziona per induzzione e

largumentum que funziona per inferenza deduttiva, come proprio del

silogismo retorico chiamato entimema sopra studiato (cf. nota 9). La teoria

della topica o dei loci come deposito di idee per svilupare il discorso, punto

cardinale dellinventio retorica, si torna fondamentale nel momento della

argomentazione, dove si parla di loci argumentorum per provare

deduttivamente tramite qualcosa non dubbia la verosimiglianza di qualque

altra cosa dubbia, cio confirmare ci ch dubitoso tramite ci che si riputa

come certo. Nelle opere Topica e de inventione l. I di Cicerone e nel l. V delle

Institutiones Oratoriae de Quintiliano troviamo la trattazione dei luoghi per

argomentare. Presentiamo brevemente una visione generale dei loci:

- Loci a persona, si costruiscono con aributi delle persone: genus, natio, patria, sexus, aetas, educatio et disciplina, habitus

corporis, fortuna, animi natura, studia, ante acta dictaque, nomen

- Loci a re, si costruiscono con atributi del fatto e le sue circostanze:

a causa, a tempore, a loco, a modo, a materia, a toto, a parte, a

genere, a specie, a differentia, a proprio, a definitione, a nomine, a multiplici

appellatione, ab initio, a progressione vel profectu, a perfectione vel

consummatione, a simili (exemplum, similitudo, fabula, imago), a dissimili, a

pari, a contrario, a maiore ad minus, a minore ad maius...

impossibile fare una enumerazione completa e teorica di tutti i loci,

poich senza di essere infiniti lingegno delloratore puo farli crescere pi e

pi.

Non soltanto nellargomentazione corrisponde amplificare ci che

stato argomentato, ma in qualche momento del discorso. Una volta offerti i

luoghi argomentali propri a favore della nostra causa possiamo intensificare

largomento con luoghi comuni20 con cui moviamo lanimo dellauditorio a

favore della nostra opinione.

- Opponendo alla tesi contraria unaltra uguale o pi forte. 20 I luoghi comuni (loci communes). Dice Cicerone che i luoghi comuni sono gli argomenti che possono essere usati per tutte le

cause della stessa natura (cf. inv. 2, 15, 48). Infatti quando gli argumentorum loci si generalizzano e si

applicano di forma infinita, si ottengono i loci comuni. Mentre gli argomenti cercano di provare la

veridicit di quanto diciamo, la finalit dei luoghi comuni, bench perseguitano la verosimiglianza,

lamplificazione. Ci sono due tipi di luoghi comuni:

Loci communes intellettuali, per sviluppare una tesi dubbia dubiae rei amplificatio. Si tratta

di un locus argumentorum convertito in questione infinita, che entra come digressione in una causa

concreta. Ha come oggetto la credibilit delle prove. Per esempio in una congettura il dare credito alla

condotta precedente dellaccusato un luogo comune, poich se previamente stato un malfattore

molto probabile che anche adesso lo sia. Questo luogo comune si fonda sullargomento a vita ante

acta che un locus a persona secondo Quint. 5, 10, 28 spectantur ante acta dictaque (ex praeteritis

enim aestimari solent praesentia).

Loci communes affettivi, da usare soltanto quando la causa stata completamente trattata

certae rei amplificatio, consistono nella lode o vituperio amplificati per il pathos, che cercano affetti

di misericordia e indignazione secondo linteresse della causa. Per laccusa luogo comune esagerare

latrocit del crimine ed affermare che non si deve avere piet dei malfattori, ma per la difesa sar

luogo comune provocare la piet con imprecazioni patetiche.

10

6. Conclusione: Conclusio o peroratio o epilogus. Chiude il discorso e ha

due finalit: a) Rinfrescare la memoria ricapitolando di forma breve gli argomenti

trattati (recapitulatio o enumeratio o ).

b) Influire sugli affetti delluditorio con lindignatio contro la parte

avversaria e la conquestio o commiseratio che cerca la simpatia verso la

propria causa. Lo stile di dizione sar sublime, patetico. Facciamo adesso

riferimento ad alcuni luoghi comuni proposti da Cicerone21 sia per provocare

lindignazione sia per suscitare la compassione. Per la indignatio conviene

ricorrere agli attribbuti personali, ovviamente negativi, del nostro avversario:

amplificare le conseguenze negative del fatto che stiamo giudicando,

amplificare la sua perversit, fare descrizione dettagliata del fatto commesso,

come se luditorio lo potesse contemplare con insistenza sugli aspetti pi

negativi del fatto, ecc Per provocare la compassione si ricorder: la

debolezza umana ed il potere della fortuna sulla vita degli uomini, facendo

vedere alluditorio la sua propria fragilit e possibilit di trovarsi in uguale

situazione dellaccusato, ci lamenteremo di essere stati maltrattati da chi non

aveva diritto a farlo, si puo fare uso della figura della prosopopeia facendo

parlare a qualcuno nelle sue cose e cos provocando commozione sullanimo

di chi lo ama, con linguagio sommesso e umile alzare una supplica fervente

chiedendo compassione alluditorio, mostrare grandeza di spirito e coraggio

per afrontare lavversit, ecc

In forma molto schematica possiamo proporre la seguente distribuzione di un

discorso (oratio), sia per essere espresso, sia scritto per essere letto:

1. exordium 2. narratio 3. argumentatio

-probatio

-refutatio

4. peroratio

***

La parte oggettiva che istruisce e dimostra qualcosa ai giudici costituita dalla

narrazione e dalla conferma di questa, la parte soggettiva, con la quale ci appelliamo

al sentimento e la presentiamo al giudice, costituita dal proemio e dallepilogo.

Ciascuna di queste parti possiede delle regole in relazione con il documento che le

stato assegnato e comporta limpiego di uno dei tre strumenti delleloquenza:

conciliare (placere o delectare) per fare una chiamata al sentimento e alla simpatia

nellesordio; probare (docere) per la dimostrazione nella conferma-confutazione e

movere (flectere) per suscitare la piet o lodio nella conclusione. Il buon oratore

sapr applicare le norme retoriche secondo il criterio dellaptum o convenienza.

21 Cf. Cic. Inv. I 53, 100 56, 109

11

2. Il discorso forense nelloratoria classica

Materia artis: larte del discorso, tre tipi di discorsi pubblici.

La condicio sine qua non per essere pronti a esprimere un discorso avere la

consapevolezza di voler dire qualcosa, di avere qualcosa da dire, senza la quale non

pu tenersi (o non si dovrebbe avere) un discorso; cos come quando si parla senza

conoscerne il motivo effettivo, si parla soltanto per parlare, senza dire nulla e ci

una sciocchezza priva di contenuto (garrulitas).

Se loratore scarseggia nei contenuti bisogna o che si astenga dal parlare o che si

accerti precedentemente sul tema da trattare.

Circa la materia del discorso occorre chiarire che larte retorica non specialista

di nessuna materia in particolare, bens se ne serve per organizzare tutti i tipi di

discorso, incluso quelli sulle scienze specialistiche e sulla filosofia; in origine, in

epoca greco-romana, il campo dei discorsi si limitava alla sfera etico-politica, quindi

circoscritto alla vita pubblica; si trattava di discorsi concreti chiamati cause, che

davano luogo a un discorso giudiziario davanti ad un tribunale, tramite il quale si

denunciava un fatto; a un discorso deliberativo, davanti ad unassemblea popolare,

alla quale si chiedeva di prendere una decisione; a un discorso epidittico o

dimostrativo (laudatio oppure il suo contrario vituperatio), laudatio se era

pronunciato in assemblea solenne per elogiare una persona, una comunit (patria,

citt) oppure unattivit (professione, studio), o qualsiasi altra cosa da celebrare e

lodare (per esempio i panegirici ai defunti); vituperatio invece se fosse stato il

contrario e cio disprezzare qualsiasi cosa o persona.

Definiamo ora lidentit di ciascuno dei tre tipi di discorso, secondo i tre tipi di

causa: [Tav. 4]

1) Il discorso giudiziario oppure forense si pronuncia in tribunale con la finalit di fare emettere alliudice una sentenza, ovviamente in presenza di

una difesa e di unaccusa. Il valore (qualifica sullo stato dei fatti) che muove

laccusa quello di denunciare il fatto accaduto come ingiusto, mentre la

difesa tenta di dichiararlo giusto; si ricorre preferentemente alla tecnica

argomentativa deduttiva (loci argumentorum).

2) Il discorso deliberativo si pronunciava davanti ad unassemblea con il fine di prendere una decisione rispetto ad unazione futura, che loratore consigliava

o meno; se si voleva consigliare qualcuno de fare qualcosa (suasio) si doveva

sostenere lazione come utile; al contrario se si voleva dissuadere (dissuasio)

qualcuno bisognava avvalorarla come qualcosa di dannoso, ingiusto e/o

disonesto. La prova tipica di questo tipo di discorso lesempio.

3) Il discorso epidittico o dimostrativo era pronunciato davanti a spettatori in onore o elogio di qualcuno, di unistituzione, una professione Ci che lo

avvalorava era la presentazione di ci che si elogiava (laudatio) come

qualcosa di nobile, onesto (honestum), al contrario per il vituperio

(vituperatio), come qualcosa di vile o disonesto (turpe); a livello di ingegno

questo tipo di oratoria si appoggiava allamplificazione dei dettagli, rinforzata

dalle tecniche dellornamento o elocuzione del discorso.

12

3) Dottrina retorica degli status causae: impostazione della

causa giudiziaria. [Tav. 5A, 5B]

Una delle tecniche pi complesse sviluppate dal sistema retorico fu il

procedimento degli status causae.

Proviamo adesso a rispondere ad un duplice quesito in cosa consisteva e

quali diverse forme adottava lo status della causa? Una delle tecniche pi complesse

sviluppate dal sistema retorico fu il procedimento degli status causae.

3.a. Genesi della causa forense. Nozioni fondamentali: intentio, depulsio,

ratio, rationis infirmatio, quaestio status, iudicatio. Concetto di status causae.

Tutti i processi giuridici hanno due parti: laccusa e laccusato. La parte

dellaccusa (pars agentis) detiene liniziativa e la parte della difesa, che respinge

laccusa (pars recusantis), si oppone a suddetta iniziativa. Questo carattere dialettico

delle cause giuridiche provoca come frutto di confronto la presenza di una questione,

(quaestio) o punto di domanda che corrisponde a ci che deve essere indagato, era il

punto di disaccordo da ambo le parti; a seconda della formulazione della questione si

stabiliva uno o laltro status della causa (status causae); pertanto lo status che da

consistenza alla causa.

Percorriamo adesso il cammino logico che si ha nella genesi di tutta la causa

giuridica, secondo la dottrina dei teorici e della retorica classica.

Il primo momento consisteva nella formulazione di unaccusa (intentio)

svolta dalla pars agens.

La risposta era una replica (depulsio o defensio) dellimputato (pars

recusans). Come risultato di risoluzione a questo conflitto, sorge la questione

(quaestio) a risolverlo, punto di convergenza nella discussione tra le due parti. La

causa nasce dalla suddetta questione. Ovviamente la causa variava in funzione di

come fosse stata formulata la questione; alla questione sorta corrispondeva uno stato

della causa (status o constitutio) che era la materia di conflitto tra le parti, il risultato

di una specie di gioco iniziale dellaccusa e della difesa.

Lo status o stato della causa consentiva in ultima analisi di sviluppare una

causa, originata da un conflitto tra unaccusa e una difesa; lo status era dunque ci

che dava fondamento o consistenza alla causa (constitutio),22 il suo punto focale

(caput causae). La strategia di difesa stabiliva il tipo di status della causa adottato,

nonch il procedimento da seguire fino ad ottenere la sentenza del tribunale. Lo

status aveva dunque la funzione di fissare la situazione del contrasto, allinizio del

processo.

In sintesi allaccusa seguiva una difesa che dava luogo ad una questione,

corrispondente ad un determinato tipo di stato, secondo lo stato e con dati concreti

della causa il giudice elaborava mentalmente il suo giudizio o delibera. In un

secondo momento si dava la possibilit di far intervenire laccusato, aggiungendo

giustificazioni alla propria azione (ratio) e poi allaccusa che cercava di annullarle

(infirmatio rationis).

Il Frutto di questo secondo dibattito era di arrivare a determinare ci su cui il

giudice avrebbe emesso il proprio giudizio (iudicatio o ). Il punto di

22 La dottrina sulla nascita e gli elementi sulla questione (quaestio) viene esposta con alcune diversit

in Cic, inv.I 13,18-14,19; Retorica a Erennio I 16,26 e Quint. 3,6,4-20.

13

giudicare corrispondeva allo status stabilito e al contenuto della causa che si stava

trattando.

In ultima analisi conviene tenere a mente che nel corso di un processo

potevano apparire nuovi status: durante lo sviluppo del processo potevano sorgere

nuove situazioni e di conseguenza nuovi status, diversi dalla situazione iniziale.

Ci determinava che una causa con ununica quaestio poteva sviluppare

diverse rationes, che generavano a loro volta diversi status e iudicationes; inoltre,

per risolvere una questione qualitativa con un suo status principalis, si era soliti

ricorrere ad uno status incidens o ausiliare.

Per esempio se limputato si difendeva da unaccusa di omicidio con la ratio,

s lho ucciso, ma giustamente perch egli era lamante di mia moglie si stabiliva

una questione ausiliare con il suo status incidens: quelluomo era un adultero? (an

ille adulter fuerit che pertinente alla congettura e non pi alla qualit, come lo era

la prima questione an recte fecerit, aveva diritto di farlo?).23

Alcuni esempi serviranno a chiarire ci che tentiamo di spiegare.

Quando la causa era impiantata come una qualitas (domanda sulla qualit

dellazione), lo schema che ne deriva il seguente:

-Intentio (accusa): Tizio veniva accusato di aver ucciso Caio.

-Depulsio-Ratio (difesa): Tizio si difendeva, accertato il crimine, ma

obiettava ho agito giustamente, perch era un traditore della patria.

-Quaestio-Status: Ag giustamente? la forza ricade sulla qualificazione

dellazione, sul modo an recte fecerit; per questo motivo parliamo di status

qualitatis.

-Infirmatio Rationis (accusa): Caio non fu un traditore.

-Iudicatio: fu Caio un traditore della patria? (quindi adesso la domanda

congetturale e non pi qualitativa).

Una variazione di questo tipo di quaestio qualitatis labbiamo con questo

esempio (inv. Cic. I 13-14, 18):

-Intentio (accusa): Oreste ha ucciso sua madre Clitemnestra

-Depulsio (difesa): Oreste dice: Certo lho fatto ma con diritto

- Ratio (difesa): poich lei aveva uccisso mio padre Agamennone

-Quaestio Status: la questione si formuler an recte fecerit lo status uno

status qualitatis

-Infirmatio Rationis (accusa): Non sei tu, suo figlio, che doveva ucciderla, il

suo gesto poteva essere punito senza che tu commettessi un crimine.

-Iudicatio: Oreste aveva diritto di uccidere sua madre, visto che questa aveva

ucciso il padre di Oreste? (adesso la domanda qualitativa).

Quando invece la causa era impiantata come una coniectura (cio se cerca di

comprovare il fatto):

-Intentio: Tizio veniva accusato di aver ucciso Caio

23 I procesi (cause) che non hanno una materia chiara di conflitto non hanno status. Nellasystata

controversia niente c che laccusatore possa ribattere, che la difesa possa giustificare, che il giudice

possa valutare. Queste cause si adeguano allamplificazione lavorando con luoghi comuni. Per

esempio: tre facevano insieme il cammino, tornano soltanto due e si accusano mutuamente di

omicidio del terzo. Il giudice non trova cosa seguire (cf. Fortun. 1, 2 p. 83, 6).

14

-Depulsio: Tizio si difendeva negando il crimine

adesso per la natura della congettura non servono n ratio n infirmatio

rationis

-quaestio status iudicatio: Tizio ha ucciso Caio? Questione tipo An

fecerit? parliamo di status coniecturalis, non si sa se lha fatto perch il reo non

lacetta. Il giudice deve giudicare veramente Tizio ha ucciso Caio?

nello status coniecturalis c identit tra questione, stato e punto a giudicare.

Esistono due tipi fondamentali di risposta da parte dellimputato:

- Risposta forte: Non commisi tale crimine, non feci, dando luogo a una causa che procede secondo il corso della causa congetturale, poich si congettura

se commise il crimine.

- Risposta debole, che prevede due tipi di risposta, la prima detta nuda: lo commisi, feci; si tratta di una confessione e include tutta lazione giuridica;

limputato si dichiara colpevole e pertanto non ha luogo la causa; la seconda detta

debole e vestita: se si aggiunge una limitazione,lo commise, ma , feci sed.

Se il ma si riferisce alla denominazione o natura dellatto, si procede con lo

stato definitivo; si tratta di definire correttamente ci che si commesso per non

essere accusato di altro; si modifica il contenuto dellazione: Lo commise, ma non

questo crimine, bens questaltro. (feci sed aliud).

Se il ma modifica il carattere giuridico dellazione: lo commise, ma

giustamente, feci sed iure (recte), da luogo allo stato di qualit.

Se il ma limita lazione giuridica in generale, si impugna la legalit del

procedimento e da luogo allo stato traslativo, lo commise, (o non lo commise), ma

questazione non possiede legittimit. Feci (vel non feci) sed actio non iure

intenditur.

3.b. Status rationales: coniecturalis, finitionis, qualitatis, translationis.

Data la complessit della tradizione dottrinale a noi trasmessa, dai vari autori

e da varie scuole filosofiche (stoica o accademico-peripatetica), noi seguiamo lo

schema degli status causae secondo la teoria di Ermagora di Temno, offerto dalla

Prof.ssa Lucia Calboli Montefusco24. Tutto ci che veniva posto in discussione

doveva essere indagato applicando uno degli status. Analizzando dunque la teoria

arriviamo a definire che gli status della causa si identificano in due tipi: razionali e

legali.

Razionali (status rationales, genus rationale = ),

rispondono a una domanda teorica, se realizza un ragionamento.

Domanda che poteva essere di congettura, di definizione o di qualit;

abbiamo anche lo status translationis detto di competenza.

1. Status coniecturae ()25: si pone la domanda an fecerit, ci si

chiede se Tizio abbia fatto ci di cui viene accusato o meno; si tratta di una risposta

24 Calboli Montefusco, Lucia. La dottrina degli status nella retorica greca e romana, Hildesheim

1986, p.35. 25 Cic. Part. Or. 34- 40; Cic. Inv. 2. 14-51; Quint. 7,2,1-57

15

forte dellimputato, che nega di aver commesso ci di cui lo si accusa; questo tipo di

status ha la funzione di dare prova di un fatto accaduto, coniectura de re (an

fecerit); a questo tipo di congettura sono pertinenti anche le questioni circa lidentit

personale Quis sit? Qui fecerit? o di dar prova ad una disposizione psicologica,

coniectura de animo, che si pone domande circa la volont (an voluerit o qua

mente?). [Tav. 6 A]

Esempio:

-Tu hai rubato la mia macchina;

-Io non lho fatto;

-Lo avr fatto? (come domanda diretta) oppure il giudice se lo chiede tra s e

s (domanda indiretta) Se labbia fatto?.

Altro esempio nelloratio pro Archia, nella quale lo status coniecturalis

risponde alla quaestio an Archias civis Romanus sit.

2. status (de)finitionis ()26 vale a dire an hoc fecerit oppure quid fecerit,

cosa abbia fatto oppure quale sia il nome appropriato per definire ci di cui

limputato viene accusato; ha la funzione di dare prova della natura di un fatto

attraverso la denominazione, definendolo dunque adeguatamente. [Tav. 6 A]

Limputato non nega il fatto di cui viene accusato, ma non conviene con

laccusatore sulla natura del reato, con la risposta (depulsio): Feci sed non hoc.

Esempi:

- Hai rubato le formule segrete del nuovo farmaco, hai fatto spionaggio industriale.

- Ho commesso un furto, ma non spionaggio.

Oppure:

- Hai rubato il denaro del tempio di Apollo; hai commesso un sacrilegio - Rubai il denaro, ma non feci sacrilegio (perche ho rubato denaro personale

non un oggetto sacro)

Lo stato di definizione cerca sempre di allontanarsi dalla situazione pi

negativa o dallaccusa pi pericolosa, perch peggio essere accusato di spionaggio

che di furto o di sacrilegio che di furto.

3. Status qualitatis () 27: si pone la domanda an iure fecerit, se abbia

commesso ci giustamente o se aveva diritto a farlo; detiene inoltre una missione

qualitativa avverbiale del fatto commesso; lo stato di qualit pu a sua volta

suddividersi in: [Tav. 6 A]

-qualitas absoluta (). Rappresenta il grado pi forte della difesa; si

presenta lazione, per sua propria qualit, come giustificata, conforme alle norme

giuridiche. Le norme possiedono diverso grado di forza. Essendo il grado supremo il

diritto divino, dopo il naturale e per ultimo il positivo. Esempio: I Tebani alzarono

un trofeo per ricordare la loro vittoria sui spartani, poich era di loro usanza innalzare

trofei nella frontiera, ma furono accusati di aver fatto qualcosa di ingiusto poich non

conviene che i greci ricordino linimicizia tra loro. Quindi i tebani hanno agito

correttamente? Si giustificher il fatto basandosi sulle abitudini e sulle leggi.

26 Cic. Part. Or. 123-128; Cic. Inv. 2, 52-56; Quint. 7,3,1-36 27 Cic. Part.Or. 129-138; Cic inv. 62-115, Quint. 7,4,1-44

16

Ugualmente gli apostoli si appellarono al diritto divino per giustificare la

loro attivit, poich conviene obbedire a Dio piuttosto che agli uomini (Act. 5,29).

-qualitas adsumptiva (). In questo caso la qualit dellazione

analizzata non pu giustificare s stessa rifacendosi a norme, ma ricorrendo a fatti

alieni (altre circostanze); si cerca di dare qualit giuridica favorevole. La qualit

adsumptiva viene suddivisa secondo il grado di forza decrescente della difesa in:

) Relatio (),28 feci sed meruit. Feci quidem, sed ut facerem ante

provocatus sum (difesa propria). Grado pi forte della difesa; laccusato al quale si

cerca di far giustizia, considerato colpevole del fatto, risulta a sua volta vittima di un

fatto precedente che ora ha causato il motivo per il quale colpevole: fu assassinato,

ma era un ladro oppure stato accecato, ma era un rapitore; Milone si difende

dicendo che assassin Clodio giustamente perch tram unimboscata (an recte

Clodium Milo occiderit) tramite congettura, se laccusa lo negava, si doveva

verificare se effettivamente Clodio avesse fatto delle imboscate. Secondo Cic. Mil.

4,11 insidiatorem interfeci iure posse cio si appella alla legge secondo la quale si

giustifica lassassinio di chi trama imboscate.

- ) Comparatio (),29 feci sed profui. Laccusato paragona e giustifica lingiustizia della propria azione con il vantaggio che ha arrecato,

definendolo pi importante. La comparatio sceglie tra i due mali il minore, che

corrisponde allazione dellaccusato, che ha a suo favore lutilitas per del bene

comune.

Esempio:

Un generale circondato dal nemico e non potendo scappare, accett di

gettare le sue armi e di ritirarsi; cos facendo salv la vita dei suoi soldati, ma

successivamente viene accusato di alto tradimento.

- Accusa: Non doveva abbandonare le armi; - Difesa: S, dovette; - Questione: Dovette farlo?

- Giustificazione della difesa: I suoi soldati sarebbero morti; - Infirmatio rationis: non sarebbero morti, o meglio non fu questo il motivo

reale, o ancora meglio, era preferibile perdere i soldati piuttosto che abbandonare le

armi al nemico.

- Iudicatio: si formuler in accordo al rifiuto fatto dallaccusatore (infirmatio rationis) della giustificazione allagata dallaccusato (ratio).

Nell esempio esposto la formula sar la seguente: sarebbero morti? Perch

lo ha fatto? oppure Sarebbe stato meglio perdere i soldati o accettare queste

condizioni?

- ) Remotio ().30Si presenta quando limputato si riconosce colpevole del fatto commesso, ma scarica la colpa del fatto a terzi, come autori del

fatto in s. La risposta dellimputato sar la seguente: feci, sed alter me impulit ut

facerem. Infondo la colpa scaricata ad altri pu essere una forma particolare di

28 Cic. inv. 2, 24, 71; Quint. 7, 4, 8. 29 Cic. inv. 1, 11, 15; Quint. 7, 4, 12. 30 Cic. inv. 1, 11, 15; 2, 24, 71; Quint. 7, 4, 14.

17

translatio, ma, mentre nello stato di recusatio si mette in dubbio la competenza del

tribunale, nella remotio, si impugna per cos dire la competenza allaccusato; ci

sono due modi per scaricare la colpa: in personam e in rem.

-In personam: riguarda la persona che ha provocato la realizzazione di una

azione e chi realmente il colpevole. Questa persona avr autorit sullattore

esercitandogli un obbligo morale o fisico. Pu essere un superiore, la seduzione

femminile (Gen 3,12) oppure il popolo (Ex 32,22).

- In rem: riguarda una cosa che esercita unautorit sulla persona, (una legge, una guerra, unepidemia, lamore).

) Concessio o excusatio ()31. Grado pi debole della difesa.

Quando laccusato non difende il fatto commesso ma si confessa colpevole e chiede

perdono. Presenta due modalit:

.1) Purgatio (scusa). Consiste nella difesa della buona volont di colui che ha

commesso lazione non factum ipsum, sed voluntas defenditur. Tale azione fu

compiuta in buona fede di chi la commise appunto, in presenza di condizioni estreme

quali lerrore, la sorte, lobbligo morale o la necessit fisica, la dimenticanza.

- Error o ignoratia o imprudentia: dovuto allignoranza o allerrore della

facolt conoscitiva come quando ad esempio si confondono due gemelli.

- Casus o fortuna. Dato dallintervento di un potere casuale, una disgrazia,

come nel caso di un cacciatore che volendo sparare ad un animale, colpisce un uomo.

- Necessitas. La necessit si presenta quando limputato agisce non

volontariamente, ma per necessit appunto; come quelloratore che fu catturato dai

nemici e costretto a realizzare una lode riferita a loro; successivamente fu accusato di

essere un traditore della patria. Esiste anche una necessit fisica, come quel soldato

che non potette presentarsi nel giorno della sua convocazione a causa di un fiume

esondato.

- Oblivio: consiste nella perdita della memoria, proposta come scusante

davanti allinadempimento degli obblighi.

.2) Deprecatio (supplica). Laccusato non difende la sua condotta ma chiede

direttamente il perdono.

4. Status translationis () 32, blocca il processo per difetto formale;

possiamo definirlo recusatio o di competenza.

Consiste nellimpugnazione da parte dellaccusato della legalit del processo,

replicando non habes ius actionis e impedendo cos il normale corso dellazione

giuridica allatto di utilizzare le eccezioni.

Normalmente si erigeva come misura durante la fase istruttoria detta in iure

davanti al pretore, ma a volte aveva luogo durante la discussione delle due parti detta

in iudicio, servendosi della protesta di una delle parti.

Vediamo come la controversia fosse utile per conoscere chi ha diritto di dar

inizio alla causa e contro chi; con che procedimento, davanti a quale giurisdizione,

con che diritto e in che momento.

Alcuni autori accettano una translatio legalis, cio non fondata sul

ragionamento bens sul ricorso di una legge, nella fattispecie in cui una legge ci

31 Cic. inv. 1, 11, 15 e 2, 31, 94ss.; Quint. 7, 4, 14s. 32 Cic. Part.Or. 99s.; Cic. Inv. 2,57-61; Quint. 7, 5,1-6; 3, 6,73. 83-84; 7,5,2-4;

18

tutela con qualcosa che ci permette di impedire lazione giuridica della parte opposta,

come la norma bis de eadem re agere ne liceat; ne deriva che se una persona

accusata di omicidio e viene assolta, non potr essere accusata nuovamente.

3.c Status legales: scripti et voluntatis, ambiguitatis, legum contrariarum, ratiocinationis. [Tav. 6B]

Gli status legales avevano come finalit quella di far chiarezza sul significato

di un testo (legge o testamento); potevano dare risposta ad una domanda teorica e

una volta stabilita la controversia tra le due parti, fondata sullinterpretazione di ci

che realmente il legislatore di una legge o lautore del testamento sosteneva,

risolvere il significato di tale legge o testamento (disceptatio in scriptis ) 33.

Le leggi necessitano continuamente di interpretazione che ponga relazione tra

il suo contenuto e le pluralit delle azioni. Tale procedimento retorico dello stato

legale della causa, prevedeva quattro modalit di controversia:

1. Status scripti et voluntatis ( )34: chiamato anche status scripti et sententiae; si presentava nel caso in cui ci che scritto mostra

discrepanza con quello che ha voluto esprimere il legislatore, si cerca pertanto di

trovare lintento dellautore. Ci sono due varianti che dipendono dalla relazione

con il sentimento naturale del diritto:

a) Genus ex iure obscuro: Il testo offre oscurit di forma tale che il principio enunciato dalla legge non chiaro. Es.: Il nato da una prostituta

non parler mai in una assemblea popolare. Una donna che gi aveva un

figlio a un certo punto ha iniziato ad esercitare la prostituzione

proibendosi al figlio la possibilit di parlare in assemblea. Il senso del

testo chiaro quando la donna era prostituta prima di partorirlo ma non

nel caso citato pocanzi.

b) Genus ex iure manifesto: Quando il testo presenta un principio chiaro ma non chiara la sua applicabilit. Es.: Chi sia sorpreso di notte, in

possesso di un ferro, sia detenuto. chiaramente vietato portare un ferro

con s ma loscurit procede nellappurare che tipo di ferro sia, non tutto

ferro (erga omnes) ma quello che sia unarma (erga noxium ferrum). Se il

difensore del testo scritto si impegna a difendere la sua interpretazione

cadr nel paradosso e nel ridicolo come un magistrato trov un uomo con

un anello di ferro e lo fece carcerare.

In questo tipo di controversia una parte si atteneva letteralmente al testo

(scriptum) di una legge oppure testamento, invece laltra si sforzava in interpretare

lintenzione dellautore del nominato testo, ci che realmente aveva voluto dire il

legislatore o autore del testamento (voluntas vel sententia).

33 Per farsi idea dellimportanza culturale di questa tecnica inventiva degli stati della causa serve

ricordare che gli status legales furono utilizzati dai Padri della Chiesa ed autori del cristianesimo

antico come Tertuliano, Agostino, Girolamo, ecc... per interpretare passi biblici (considerando la

Sacra Scrittura una testimonianza o una sorta di legge) nelle polemiche, cercando di dimostrare che il

testo non dice ci che ha in bocca lavversario.

34 Cic. inv. 2,121-143; Cic. Part. Or. 133-137; Quint. 7, 6, 1-12.

19

2. Status ambiguitatis ()35: la discussione emergeva dallambiguit delle parole presenti in un testo legale che presentava un passo oscuro. Quintiliano

distingue due tipi di ambiguit: quella derivata dalle parole individuali (omonimia) e

quellaltra derivata dallunioni delle parole (collocazione).

3. Status syllogismi () (ratiocinationis) 36. Se esponendo un fatto

a favore di una delle due parti in causa si concludeva con una affermazione che non

stava esplicitamente scritta nel testo di una legge, si tentava di farla derivare

comunque dal testo della legge stessa per ratiocinationem, ossia per analogia.

3. Status legum contrariarum ()37. Se il problema della controversia nasceva dallesistenza di leggi che si contraddicono.

4) Topica adeguata agli status rationales e legales. [ Tav. 7A]

Quali sono i luoghi a cui ricorrere per sviluppare questi stati della causa? Le

prescrizioni retoriche determinavano formule di ricerca (luoghi = loci = )

affinch loratore non lavorasse alloscuro ma che trovasse gli argomenti adeguati

allo stato della sua causa.

4.1) Status causae rationales.

4.1.1) Status coniecturalis.

Per trattare gli argomenti della congettura si propone la successione an

voluerit, an potuerit, an fecerit.

An voluerit: anzitutto si deve determinare se lindividuo ha voluto fare

lazione. Per fare questo si ricorre agli argomenti ex persona, che considerano gli

abiti della vita dellaccusato ed agli argomenti ex causa, cio alle motivazioni che

hanno potuto muovere allautore (impulsio) nonch la finalit che ha potuto avere in

mente per fare tale azione (consilia, ratiocinatio).

Gli argomenti ex persona sono usati dallaccusatore per provocare il sospetto

e la difesa per mostrare lonest del reo. Implicano gli attributi personali come:

nomen, natura, virtus, fortuna, habitus, affectio, studium, ecc infatti se

qualcuno viene chiamato caldus vuol dire che ha un carattere veemente. Ugualmente

let, il sesso, famiglia, ricchezze, ecc... aiutano per realizzare delle congetture. Cos

chi noto come uomo tranquillo difficile che sia stato promotore di un omicidio

oppure chi ricco, sar inverosimile che possa aver commesso una rapina.

Gli argomenti ex causa considerano le cause psichiche cio gli affetti

(impulsio), poich unazione si compie mosso dallimpulso della passione oppure

frutto di una riflessione, cio con premeditazione (consilium), con lobbiettivo di

conseguire un vantaggio (oppure per evitare un svantaggio). Ovviamente

laccusatore amplificher questi sentimenti o vantaggi per potenziare il sospetto,

invece la difesa li negher o diminuer per sciogliere i sospetti di colpevolezza.

35 Cic. inv. 2,116 -121; Cic. Part. Or. 108, 132s.; 36 Cic. inv. 2,148-153; Quint. 7,8,1-7 37 Cic. inv. 2,144-147; Quint. 7,7, 1-10

20

An potuerit: si riferisce alla possibilit fsica del reo per compiere lazione,

suppone di trattare la potestas che si riferisce alla capacit propria dellautore.

Laccusa sostiene che altri, bench avessero motivi per fare il crimine, ignoravano

come farlo oppure non erano presenti nel luogo dove si commise il delitto o non

avevano la capacit per farlo. Si useranno in questo caso argomenti a persona (sopra

menzionati), infatti poco verosimile che un debole anziano abbia fatto uno stupro.

Si tratter anche la facultas, che si riferisce alla possibilit inerente alle circostanze

che facilitano od ostacolano lazione sottomessa a giudizio.

An fecerit: si riferisce agli eventi vincolati con il fatto imputato, perci si

useranno argomenti pressi ex facto ipso che si dividono in:

a) Verba et facta: Parole e fatti del reo e di altre persone espresse prima, durante o dopo il fatto in giudizio.

b) Signa (indicia, vestigia) segnali palesi dellazione che collegano il fatto commesso allautore. Per esempio una spada insanguinata

rispetto ad un omicidio o la gravidanza di una dona rispetto ai

precedenti rapporti sessuali.

Conviene esaminare la narrazione dei fatti e farsi delle domande: perch

stato fatto di una forma e non dellaltra? perch questa persona e non quella? perch

non ci sono testimoni o ci sono e perch questi in concreto? Perch ha fatto il reo una

certa cosa prima del fatto oppure dopo? (per esempio perch sfuggiva alla polizia?)

loci communes:

- dare credito ai sospetti accusatore

- non dar credito ai sospetti difesa

- amplificare latrocit del fatto accusatore

- invocare la piet del tribunale - difesa

4.1.2) Status finitionis [ Tav. 7B]

Bisogna definire il fatto commesso di forma favorevole alla nostra causa.

Mostrare che la definizione sia adeguata oppure no al fatto commesso, qualificando

la definizione dellavversario non degna, non vera, non utile. Convince la definizione

che (secondo i loci propri della definizione):

a.si accorda con luso generale del pensiero e linguaggio

b.si accorda con letimologia

c.risponda allintenzione del legislatore

d.si accorda con aequitas, verum, honestum e utile

e. sia pi efficace sullanimo del giudice, perci si aiuter dallevocazione patetica

Possiamo ricorrere anche ai luoghi comuni:

- mostrare la cattiveria dellaccusato, il quale fa ci che vuole qualificando il fatto a

suo piacimento.

- Laccusatore cercher di stravolgere i fatti alterando il significato delle parole.

- Provocare indignazione e commiserazione

21

4.1.3) Status qualitatis. [Tav. 7D]

4.1.3.1) Qualitas absoluta

Bisogna presentare il fatto giustificato dalle norme, perci si ricorre ai loci

aequitatis38 per analizzare il giusto ed lingiusto:

- Diritto divino, il pi forte - Diritto naturale, determinato dalle virt come pietas, fides,, pi forte del

positivo.

- Diritto positivo: si fonda sulle leggi, abitudini e sentenze precedenti. Sempre si potr ricorrere ai luoghi comuni suscitando indignazione

oppure piet a partire dalla causa o bene ai luoghi comuni sullutilit e natura

del diritto.

4.1.3.2) Qualitas assumptiva

4.1.3.2.1) Comparatio

Feci sed profui, cio adducendo il motivo dellutilit. Si procede con

congetture allalternativa che laccusato oppone ai fatti che lo imputano, cos che

la conseguenza, sostenuta dalla difesa, non sarebbe avvenuta se laccusato non

avesse comesso lazione, oppure conviene provare che i fatti non si debbano ai

motivi allegati dallacusato. Talvolta serve la topica dello stato definitivo per

discernere se il reo abbia fatto ci di cui viene accusato. Da parte sua laccusato

si sforzer per presentare i fatti come degni (honestum), utili (utilitas) e necessari

(necessarium), cio con la topica del genus deliberativum come trattando

qualcosa su cui fosse stata chiesta unopinione. Laccusatore invece diminuir i

vantaggi, con i luoghi comuni indicher linutilit e infamia dellazione

commessa; invece la difesa agir contrariamente affermando che nessuna azione

possa essere qualificata come vergognosa senza conoscere lintenzioni,

amplificher i benefici conseguiti con la sua azione oppure far una descrizione

cos intensa che faccia pensare alluditorio che anche loro avrebbero fatto uguale

nelle stesse condizioni.

4.1.3.2.2) Relatio

Feci sed meruit reus, si cerca di giustificare il crimine addossando la

responsabilit alla vittima (che ha provocato un fatto con estorsione, usura, stupro,

ecc...)

Accusa: Appurare con congetture se la vittima ha provocato ci che

laccusato sostiene. Mostrare che la pena commessa dalla vittima meno grave di

quella del reo.

Citare leggi e tribunali capaci di giudicare quel delitto. Amplificare lutilit, dignit e

necessit dellazione commessa.

Accusato: Aumenter la colpa della vittima e riprodurr la scena davanti al

pubblico cercando di suscitare indignazione.

38 cf. Cic. Part. Or. 129 -131.

22

4.1.3.2.3) Concessio: Purgatio Deprecatio

Si riconosce la colpa, concessio, presentando una scusa, purgatio, o

supplicando il perdono, purgatio.

Purgatio: Appellare allignoranza, alla fortuna e alla necessit.

Accusa: Cerca di rendere i fatti come intenzionali e non involontari tramite

congetture. Cerca di provare che i fatti potevano essere evitati o previsti.

Difesa: Giustifica le intenzioni dellaccusato; ricorda che condannare un innocente

riprovevole.

Deprecatio: Laccusato chiede perdono senza difendere la sua condotta.

Ricorda dei suoi servizi alla patria ed che meritevole di perdono per un solo errore,

facendo una promessa solenne di non essere recidivo. Laccusatore invece sostiene

che ha eseguito lazione mosso dalla cattiveria e che non si corregger dalla sua

condotta. Luogo comune: suscitare indignazione-compassione.

4.1.3.2.4) Remotio [Tav. 7E]

Feci, sed alter me impulit ut facerem. Si deve agire su due forme: rifiutando

la causa dellatto oppure rifiutando il proprio atto. Possiamo approfittare per questo

tipo di cause largomentazioni della relatio e la comparatio nonch dello stato

congetturale.

Laccusatore difender il fatto che ciascuno dovr compiere il suo dovere e

che la mancanza di uno non giustifica quella dellaltro.

La difesa sosterr che laccusato non doveva o poteva fare ci che laccusatore

sostiene che doveva aver fatto, invece mostrer che ha agito secondo lutilit e la

dignit. Essa mostrer la coerenza della vita precedente dellaccusato.

Luoghi comuni: indignazione-compassione.

4.1.4) Status translationis. [Tav. 7C]

Loci proprii:

Si agisce di cinque forme diverse secondo la restrizione (exceptio) allegata,

corrisponda a:

- persona (dellaccusatore/accusato) Tu non mi puoi accusare.

- luogo (qu non posso essere accusato).

- Tempo (non adesso ma allora dovesti rinunciare)

- Assunto in lite (non puoi far causa contro tuo padre per tirannia)

- Modus/numerus (non secondo questo ma secondo quellaltro editto puoi

accusarmi)

Loci communes:

- dellaccusatore: laccusato cerca di evitare giudizio e pena perch non ha fiducia

nella sua causa

- dellaccusato: manifestare i problemi derivati da un procedimento sbagliato come

accusare qualcuno indebitamente.

23

4.2) Status causae legales. [Tav. 7E]

4.2.1) Status scripti et voluntatis = status scripti et sententiae.

A favore del testo: lodare lautore della legge. Affermare che i giudici

debbano basarsi su ci che scritto. Rifiutare lobbiezione dellavversario contro lo

scritto, dimostrando che pericoloso allontanarsi dal testo.

A favore dellintenzione del legislatore: Deve mostrare laequitas della

causa; sostiene che la legge deva essere interpretata; sostiene che chiaro, dallo

stesso contenuto della legge, che essa stessa non pu essere sempre letteralmente

osservata; trovare nel testo della legge indizi per chiarire la voluntas dellautore;

proporre integrazione del testo della legge perspicuitatis causa (per esempio

Epaminonda ha tenuto il comando supremo dellesercito, per la situazione militare,

qualche giorno in pi di quanto era permesso dalla legge e cos ha vinto a Leuctra,

come fu accusato di infrangere la legge, lui si difeso appellandosi alla voluntas e

laequitas della legge e proponendo unintegrazione nel testo sed si nihil urgeat).

.

4.2.2) Status ambiguitatis

La controversia ex ambiguo si origina quando il testo della legge permetteva

due o pi significati non risultando chiaro cosa voleva dire lautore del testo. La

tecnica retorica propone dei precetti per sciogliere lambiguit del testo39

dimostrando che il testo non ambiguo poich luso delle parole di accordo con il

linguaggio quotidiano; trovando il senso dal contesto e dagli altri scritti dellautore;

considerando linterpretazione dellavversario assurda, inutile e indegna. Si fa vedere

cosa avrebbe scritto lautore del testo se avesse voluto dire ci che interpreta il nostro

avversario con espressioni del tipo: non avrebbe detto che... il legislatore avrebbe

redatto il testo cos...

4.2.3) Status syllogismi

Quando si ha gi una legge alla quale poter fare riferimento, si differenziano

cinque varianti:40

-Se ci che vale una volta, deve valere in casi analoghi an quod semel ius est,

idem et saepius.

-Se ci che vale per una questione, vale anche per molte an quod in uno et in

pluribus.

-Se ci che vale prima, vale anche dopo an quod ante et postea.

-Se ci che vale per la totalit dei casi, vale anche per il singolo caso an quod in

toto idem in parte.

-Se ci che vale per il singolo caso vale anche per la totalit an quod in parte,

idem in toto.

Quando non c legge si dovr studiare se ci su cui si tratta si somiglia a

qualcosa prevista in unaltra legge, ragionando a contrario oppure a simili, a minore

ad maius, a maiore ad minus. 41 Si fa la lode del testo invocato e si mette in rapporto

39 Cic. inv. 2, 116 121 e Quint. 7, 9, 15 40 Quint. 7, 8, 3ss 41 Quint. 7, 8, 7.

24

il nostro caso con qualche altro previo, dicendo che non c legislazione perch il

legislatore pensava fosse palese la relazione con altri casi. Invece chi contro

lapplicazione analogica di una legge deve attaccare la somiglianza trai due casi.

Luoghi comuni: necessario passare per congetture dallo scritto al non scritto,

poich non tutto puo essere scritto. Al contrario si dir che cominciare a congetturare

fare adivinazione.

4.2.4) Status legum contrariarum [Tav. 7F]

Lavvocato d pi importanza alla legge che favorisce la sua causa. Si

procede comparando le leggi e scegliendo (cf. Cic. inv. II; Quint. VII):

- La legge che si riferisca a cose pi importanti, oneste o necessarie.

- La legge che sia pi recente.

- La legge che ordina e non che consente.

- La legge che preveda una pena maggiore.

- La legge che esige unurgenza anzich quella che permette dilazione.

- La legge che ordina anzich quella che vieta.

- La legge che chiara anzich ambigua.

- La legge in cui c accordo tra lo scritto e lintenzione anzich quella dove c

disaccordo.

Luoghi comuni: ricorrere allutilit e allonore per dimostrare a che legge, delle due

in conflitto, attenersi.

5) CONCLUSIONI

Alla fine di questo seminario di approfondimento penso che sarebbe utile

elencare le seguenti conclusioni:

1. Anzitutto vorrei segnalare la validit della tecnica retorica osservata oggi

per lattivit forense odierna. Infatti la difesa con la sua acuta strategia determiner lo

stato della causa con cui pensa opportuno avviare la lite forense. Dallacutezza allo

scegliere la depulsio e la ratio, deriver oppure no il successo personale nel processo.

2. Non solo di interesse la teoria inventiva degli status per lattivit forense

ma tante altre strategie retoriche. Ci sarebbe materia di studio per unaltra

occasione, adesso acceno qualche altro aspetto della retorica utile per lavvocato: Le

figure retoriche ed il suo ruolo nellargomentazione come: loccultatio, dissimulatio,

apostrofe, indignatio, sermocinatio, prosopopea. Importanza dei modi di

confutazione. Il color nella narratio dei fatti, etc...

3. Vorrei anche approffitare loccasione per rivendicare, davanti allautorit

accademiche qu presenti, la formazione retorico-oratoria nel percorso degli studi di

giurisprudenza. curioso che nel percorso degli studi di diritto non ci sia la materia

di retorica forense antica dove si possa imparare come i grandi avvocati-oratori,

25

come Cicerone, organizzavano il discorso secondo le norme della retorica. Dato che

c questa lacuna formativa, consiglio agli interessati di leggere le fonti (per esempio

i discorsi giudiziari di Cicerone, che elenco nella bibliografia) anche con aiuto di

traduzione e analizare le diverse parti del discorso e argomentazioni, etc...

4. Bisogna sempre fare un richiamo allunit di vita e cos alla condotta etica

delloratore, in questo caso dellavvocato, poich uno che vive male non puo avere

una parola accreditata nel tribunale. Ecco il limite della persuasione oratoria, cio

mai si dovrebbe esercitare leloquenza contro il bene e la verit. Muoversi

nellambito della verosimiglianza non vuol dire sfuggire alla verit. Questintimo

rapporto tra la condizione etica e leloquenza viene espresso nella formula di S.

Agostino sit eius quasi copia dicendi forma vivendi42 cio il modo di vivere quasi

un discorso eloquente, espressione che raccoglie tutta una tradizione classica43 a

favore di presentare loratore come un vir bonus. Infatti per Catone loratore deve

essere un vir bonus dicendi peritus, un uomo buono che sa parlare cos ci dice

Quintiliano XII 1,1 chiamando lattenzione sul fatto che Catone abbia messo al

primo posto quello che loratore sia un uomo onorevole, buono (vir bonus).

La logica internadellassioma di Agostino consiste che un discorso debba

apparire veritiero e chi persuader da questo se non un uomo onorevole che dir

frequentemente il vero e lonesto? utrum igitur hoc facilius bonus vir persuadebit an

malus? Bonus quidem et dicet saepius vera atque honesta (Quint. XII, 1, 11). Gi

allora Aristotele (Arist. Retor. 1356a 5-7) sosteneva che il carattere di colui che parla

( ) presenta loratore davanti al pubblico come degno o no di

credibilit e quindi con capacit di persuadere. Questo carattere deve avere le

seguenti tre qualit: (prudenza), (virt) y (benevolenza).

Possiamo cos capire che loratoria, in mano dei cattivi, sia una calamit.

Infatti abbiamo tanti esempi nella storia della propaganda con ideologie perverse che

hanno affascinato le masse, servendosi delle tecniche retoriche. Serve non soltanto

parlare bene ma anche parlare al servizio del bene e non della falsit, bona et bene

dicere44. Questi limiti etici nel persuadere ci faranno evitare linganno ed il

paralogismo, cos come nascondere perversamente delle prove (cosa diversa sar

interpretarle con strategia pro parte nostra). Conviene persuadere certamente, ma

senza trascurare il dimostrare.

5. Vorrei per finire questo seminario fare una riflessione, quasi per cos dire

filosofica, sullimportanza e peculiarit della causa giudiziaria, cio della sua tecnica

retorica letteraria, per la storia della cultura, cio sui fondamenti giuridici della

nostra cultura e ugualmente segnalare la grande importanza per la vita sociale nel

dedicarsi a studiare, insegnare e esercitare il diritto. una attivit di grande rilevanza

culturale. Infatti il palese carattere dialettico nello scontro di due volont che

determina tutto latto giuridico (sia processo criminale sia civile), da una parte

42 Aug. De doctrina christiana IV XXVIII 61 43 Lintima relazione tra la condizione morale dellindividuo e la sua qualit come oratore una costante nella riflessione sulloratoria Cic. Tusc. 5, 16, 47: qualis autem homo ipse esset, talem esse

eius orationem; y en el de oratore II 85 as se expresa: tantum ego in excelente oratore et eodem bono

viro pono esse ornamenti universae civitati (sono convinto che un oratore eccellente che sia al

contempo un uomo onesto illumina lintera comunit; Menand. Monostici 26 (fr. 143 Kock):

(dal discorso si conosce il carattere delluomo).

44 cf. S. Agostino, listuzione cristiana IV, XXI, 50.

26

acutizza lingenium, poich luomo si prodiga nella contraddizione, producendo una

fiorita argomentazione a suo favore e dallaltro canto stimola la capacit delluomo

dinfluire su un altro uomo con la forza della persuasione che sorpassa il limite della

sola ragione. Certamente il carattere dialettico dellars rhetorica dove meglio si

esprime nella causa giudiziaria. Nelloratoria forense dove la retorica si trova

nella sua naturale atmosfera. Nella storia della cultura accaduto che la teoria

retorica sugli status dalla quaestio giudiziaria passata ad applicarsi a tutti gli altri

tipi di quaestiones (cio alloratoria deliberativa e laudativa) organizzando i diversi

tipi di trattati della letteratura. Cos anche la teoria retorica greco-romana degli status

causae, che oggi abbiamo preso in considerazione, ha unapplicazione nella

letteratura per trattare le idee e la loro formulazione letteraria, come afferma il

prestigioso filologo tedesco Heinrich Lausberg nel suo Handbuch der literarischen

Rhetorik, 1960 52.74.94. 96.

Vorrei per conseguenza che tutti voi, studiosi e profesionisti della

giurisprudenza, foste consapevoli di essere protagonisti di un momento intenso di

produzione di cultura ogni volta che contribuirete con il vostro studio e la vostra

attivit forense alla realizzazione dellatto umanissimo di impartire giustizia tra i

cittadini. Umanissimo per essere proprio di uomini liberi che costituiscono una

civitas. Adesso sar nelle vostre mani, per la bont del vostro cuore e la competenza

della vostra tecnica giuridico-oratoria, che questa civitas non si conformi con essere

una sola civitas terrena, ma sia ogni giorno un po pi civitas Dei, civitas caelestis,

che spera con pazienza la patria definitiva ed eterna fino che ci sia un giudizio con

autentica giustizia (sal 94, 15), in espressione di S. Agostino, una abbondante e

pericolosa impresa, ma Dio nostro aiuto. 45

Dixi.

45 S. Agostino, La citt di Dio I prefazzio: Magnum opus et arduum sed Deus adiutor noster est.

27

6) Bibliografia

6.a Fonti

-Agostino, Listruzione cristiana.

-Aristotele, Retorica.

-Cicerone, linvenzione retorica.

--, Topici.

--, Le partizioni oratorie.

--, Loratore.

--, Delloratore.

--, Bruto.

--, Orazioni giudiziarie: Pro Quinctio; Pro Sexto Roscio Amerino;

In Verrem; Pro Fonteio; Pro Caecina; Pro Cluentio; Pro Rabirio perduellionis

reo; Pro Murena; Pro Flacco; Pro Sestio; Pro Caelio; Pro Balbo; Pro Plancio;

Pro Milone; Pro Ligario, pro Archia poeta; pro domo sua; pro Sulla; pro rege

Deiotaro.

-Quintiliano, Istituzioni oratorie.

-La Retorica a Gaio Erennio.

6.b Letteratura secondaria

Barthes, Roland. La retorica antica, Milano 2000.

Bellodi Ansaloni, Anna. Scienza giuridica e retorica forense. Santarcangelo di

Romagna 2012.

Calboli Montefusco, Lucia, La dottrina degli Status nella retorica greca e romana.

Hildesheim 1986.

Classen, Carl Joachim. Diritto, retorica, politica, La strategia retorica di Cicerone.

Bologna 1998.

Lausberg, Heinrich. Elementi di retorica, Bologna 2002.

Marsich, Paolo (a cura di ). Cicerone: larte di comunicare. Milano 2013.

Masselli, Grazia Maria. Status causae tra dottrina e prassi scolastica. Madrid 2016.

Mortara Garavelli, Bice. Manuale di retorica. Milano 1994.

Narducci, Emmanuele. Cicerone e leloquenza romana. Roma Bari 1997.

- - , La parola e la politica, Roma Bari, 2009.

Perelman, Cham & Lucie Olbrechts-Tyteca. Trattato dellargomentazione. La nuova

retorica, Torino 1989.

Reboul, Olivier. Introduzione alla retorica, Bologna 1996.

Riccio Coletti, Maria Laetitia. La Retorica a Roma, Roma 2004.

Tedeschi, Antonella. Lezione di buon governo per un dittatore. Cicerone, Pro

Marcello: saggio di commento. Bari 2005.

Traversi, Alessandro. La difesa penale. Tecniche argomentative e oratorie. Milano

2014.

28

7) Alcuni quadri sinottici

1..C.D. Parti del sistema retorico: inventio, dispositio, elocutio, memoria,

actio.

2A.B. Parti del discorso: exordium, narratio, argumentatio (probatio,

refutatio), peroratio.

3A.B.C. Largumentatio: tipi di prove; i loci argumentorum; i loci

communes.

4.Tre tipi di discorsi pubblici: giudiziario, deliberativo ed epidittico.

5A.B. Genesi della causa forense (giudiziaria): intentio, depulsio, ratio,

rationis infirmatio, quaestio status, iudicatio.

6A.B. Status causae rationales (coniectura, definitio, qualitas, translatio) e

legales (scriptum et voluntas, ambiguitas, syllogismus, leges contrariae): nomi e

funzioni.

7A.B.C.D.E.F. Status rationales e legales: la loro topica corrispondente.


Recommended