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PROCEDURA DI VERIFICA (SCREENING) … Relazione relativa alla individuazione e valutazione degli...

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ENIA-DOC-002-02 Relazione relativa alla individuazione e valutazione degli impatti ambientali del progetto, Rev. 02 del 01.09.2010 - ESPOSITO SERVIZI ECOLOGICI S.r.l. Il presente documento è di proprietà E sposito Servizi Ecologici S.r.l. E vietato riprodurlo, distribuirlo o utilizzarlo per qualsiasi scopo senza l autorizzazione del titolare dei diritti. Lo Società tutela i propri diritti a termini di legge. UFFICI: via Maestri del Lavoro, 6 IMPIANTO: via Trento, 5 24020 GORLE (BG) - ITALIA Tel. +39 035 515.421 - Fax +39 035 511.492 www.gruppoesposito.it [email protected] IMPIANTO DI TRATTAMENTO/RECUPERO DELLE TERRE DA SPAZZAMENTO STRADALE E DEI RIFIUTI DELL ELIMINAZIONE DELLA SABBIA CON TECNOLOGIA SOIL-WASHING PROCEDURA DI VERIFICA (SCREENING) Relazione relativa alla individuazione e valutazione degli impatti ambientali del progetto Timbro e firma estensore dello studio (ing. Laura Poviani, iscr. Albo Ingegneri di Brescia n. 4603) Gorle, settembre 2010
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ENIA-DOC-002-02 Relazione relativa alla individuazione e valutazione degli impatti ambientali del progetto,

Rev. 02 del 01.09.2010 - ESPOSITO SERVIZI ECOLOGICI S.r.l.

Il presente documento è di proprietà Esposito Servizi Ecologici S.r.l. E vietato riprodurlo, distribuirlo o utilizzarlo per qualsiasi scopo senza l autorizzazione del titolare dei diritti. Lo Società tutela i propri diritti a termini di legge.

UFFICI: via Maestri del Lavoro, 6 IMPIANTO: via Trento, 5 24020 GORLE (BG) - ITALIA Tel. +39 035 515.421 - Fax +39 035 511.492 www.gruppoesposito.it [email protected]

IMPIANTO DI TRATTAMENTO/RECUPERO DELLE

TERRE DA SPAZZAMENTO STRADALE E DEI RIFIUTI

DELL ELIMINAZIONE DELLA SABBIA

CON TECNOLOGIA SOIL-WASHING

PROCEDURA DI VERIFICA (SCREENING)

Relazione relativa alla individuazione e valutazione degli impatti

ambientali del progetto

Timbro e firma estensore dello studio

(ing. Laura Poviani, iscr. Albo Ingegneri di Brescia n. 4603)

Gorle, settembre 2010

ENIA-DOC-002-02 Relazione relativa alla individuazione e valutazione degli impatti ambientali del progetto, Rev. 02 del 01.09.2010 - ESPOSITO SERVIZI ECOLOGICI S.r.l. Pagina 2 di 66

INDICE

1 PREMESSA ..............................................................................................................4

1.1 Aspetti procedurali .................................................................................................11

1.1.1 Legislazione regionale di riferimento per la valutazione di impatto ambientale..................11 1.1.2 Check-list di riferimento per la procedura di screening .......................................................12

2 Aspetti introduttivi .................................................................................................14

2.1 Tipologia di bene/servizio offerto..........................................................................14

2.2 Centro Impianti nell area industriale di Piacenza e localizzazione

dell impianto ...........................................................................................................16

2.3 Principali alternative di progetto ..........................................................................21

3 Quadro di riferimento progettuale .......................................................................25

3.1 Area di progetto......................................................................................................25

3.2 Il processo attuato nell impianto...........................................................................26

3.3 I criteri progettuali adottati...................................................................................26

3.3.1 Fase di carico del silo in di stoccaggio della calce in polvere..............................................28 3.3.2 Sorgenti di rumore................................................................................................................29

3.4 Lay-out generale dell impianto e degli stoccaggi.................................................29

3.5 Conferimenti all impianto, trasporto dei materiali recuperati e di risulta.......32

3.6 Scarico acque reflue ...............................................................................................32

3.7 Dispositivi di prevenzione, eliminazione e/o mitigazione ....................................33

3.8 Sistemi di monitoraggio ambientale......................................................................34

3.9 Piano di emergenza e gestione dei rischi ..............................................................35

3.9.1 Rischio d incendio................................................................................................................36 3.9.2 Rischio di contatto ed emissione di sostanze tossiche (rischio chimico) .............................38 3.9.3 Emergenze ambientali ..........................................................................................................39

3.10 Misure di ripristino dell area ................................................................................39

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4 Quadro di riferimento ambientale e valutazioni degli impatti ambientali

potenziali a breve, medio e lungo periodo ............................................................42

4.1 Atmosfera ................................................................................................................44

4.1.1 Dati sulla metereologia locale ..............................................................................................44 4.1.2 Stato attuale sulla qualità dell aria .......................................................................................44 4.1.3 Possibili interferenze prodotte dall attività ..........................................................................45 4.1.4 Dispositivi di prevenzione e mitigazione degli effetti..........................................................46 4.1.5 Valutazione del potenziale impatto sulla componente .........................................................47

4.2 Suolo, sottosuolo e ambiente idrico superficiale ..................................................48

4.2.1 Potenziali interferenze indotte dall attività ..........................................................................48 4.2.2 Disposizione di prevenzione e mitigazione degli effetti ......................................................48 4.2.3 Valutazione del potenziale impatto sulla componente .........................................................49

4.3 Viabilità dell area ...................................................................................................54

4.3.1 Possibili interferenze e valutazione del potenziale impatto sulla componente.....................57 4.3.2 Valutazione del potenziale impatto sulla componente .........................................................60

4.4 Contesto acustico ....................................................................................................61

4.4.1 Potenziali interferenze indotte dall attività ..........................................................................62 4.4.2 Dispositivi di mitigazione degli effetti .................................................................................64 4.4.3 Valutazione del potenziale impatto sulla componente .........................................................65

5 Conclusioni ..............................................................................................................66

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1 PREMESSA

Il progetto prevede l avvio di un attività di recupero di rifiuti non pericolosi, da svolgere

completamente all interno di un capannone nel quale già oggi è attivo un impianto di

selezione di rifiuti urbani e speciali assimilati, autorizzato con A.I.A. n. 2148 del 30/10/2007.

L intervento si pone come obiettivo la massimizzazione del recupero delle materie prime dai

rifiuti con ricorso residuale allo smaltimento definitivo in discarica, la riduzione gli impatti

ambientali connessi alla gestione dei rifiuti, il rafforzamento del valore economico dei

rifiuti mediante il recupero e l utilizzazione dei materiali di recupero per preservare le

risorse naturali.

Questi obiettivi rientrano nell ambito di un ottica di sviluppo sostenibile .

In base all A.I.A. n. 2148/2007, l impianto oggi operante nel capannone presenta le seguenti

caratteristiche:

L attività di selezione della frazione secca da raccolta differenziata si occupa di separare

dai rifiuti urbani e speciali assimilabili le frazioni merceologiche riutilizzabili per inviale ai

centri di riciclaggio, avviando così al vicino termoutilizzatore solo il sovvallo privo di

materiali recuperabili.

L impianto di selezione è stato realizzato all interno di un capannone chiuso con una

superficie coperta di 1 593 m2. I rifiuti in ingresso al trattamento vengono scaricati in un

cumulo all interno del capannone stesso (fase 1). Una tramoggia di ricezione posta sul piano

della pavimentazione consente l alimentazione di un nastro trasportatore elevatore che

conduce i rifiuti ad un dispositivo rompisacco automatico (fase 2). Un nastro elevatore e in

serie un nastro trasportatore gommato avviano i rifiuti liberati dal contenitore alla

piattaforma di cernita, dove vengono sottoposti a selezione manuale (fase 3). I materiali così

selezionati vengono introdotti in opportuni fori che convogliano i materiali selezionati ai

rispettivi contenitori di raccolta.

Le frazioni riciclabili sono invece raccolte in cassonetti posizionati nella cabina di cernita. Le

frazioni merceologiche che vengono separate sono: legno, ferro, lattine, vetro, carta e

plastica.

Questi ultimi due materiali sono inviati, tramite nastri trasportatori, a una pressa che ne

permette l imballaggio. Ciò avviene alternativamente in modo tale che una sola tipologia di

materiale per volta venga avviata alla pressatura.

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Alla pressa possono essere anche inviati rifiuti monoprodotto, carta e plastica, provenienti

dalla raccolta differenziata. Il nastro trasportatore di convogliamento alla pressa è infatti

collocato in modo tale da permettere anche l ingresso di materiale dall esterno.

La parte restante non recuperabile dei rifiuti, dopo aver superato la piattaforma di cernita,

giunge per caduta dal nastro trasportatore ad un container per essere avviata al

termoutilizzo e/o a discarica.

Sintesi della potenzialità di progetto, della tipologia di rifiuto ed operazioni attualmente già

autorizzate con A.I.A. n. 2148 del 30/10/2007:

la capacità massima dell impianto: 30.000 t/anno di rifiuti in ingresso;

l impianto è autorizzato a trattare i seguenti codici CER:

o 02 01 04 - rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi;

o 02 01 10 - rifiuti metallici;

o 03 03 01 - scarti di corteccia e legno;

o 03 03 08 - scarti della lavorazione della carta e cartone destinati ad essere

riciclati;

o 07 02 13 - rifiuti plastici;

o 15 01 01 - imballaggi in carta e cartone;

o 15 01 02 - imballaggi in plastica;

o 15 01 03 - imballaggi in legno;

o 15 01 04 - imballaggi metallici;

o 15 01 05 - imballaggi in materiali compositi;

o 15 01 06 - imballaggi in materiali misti;

o 15 01 07 - imballaggi in vetro;

o 15 01 09 - imballaggi in materia tessile;

o 15 02 03 - assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi

da quelli di cui alla voce15 02 02;

o 16 02 19 - plastica;

o 17 02 03 - plastica;

o 17 04 11 - cavi, diversi da quelli di cui alla voce 17 04 10;

o 20 01 01 - carta e cartone;

o 20 01 02 - vetro;

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o 20 01 10 - abbigliamento;

o 20 01 11 - prodotti tessili;

o 20 01 38 - legno, diverso da quello di cui alla voce 20 01 37;

o 20 01 39 - plastica;

o 20 01 40 - metallo;

o 20 01 99 - altre frazioni non specificate altrimenti (sacco viola);

o 20 03 01 - rifiuti urbani non differenziati;

o 20 03 02 - rifiuti dei mercati;

o 20 03 03 - residui della pulizia stradale;

o 20 03 07 - rifiuti ingombranti;

o 20 03 99 - rifiuti urbani non specificati altrimenti

operazioni di recupero: R5 (riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche) e R13 (messa

in riserva dei rifiuti per sottoporli ad una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12

(escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti), così

come definite dall allegato C alla Parte IV del D.Lgs. 03/04/2006 152 e s.m.i. (ex

Allegato C al D.Lgs. 22/97);

emissioni in atmosfera: due punti di emissione autorizzati dalla Provincia di Piacenza.

La Società IREN Ambiente intende realizzare in luogo dell impianto di selezione

attualmente autorizzato e nello stesso sito localizzativo un impianto per il trattamento dei

rifiuti provenienti dallo spazzamento stradale e dei rifiuti dell eliminazione della sabbia. Tale

decisione è scaturita in seguito a uno studio di fattibilità tecnico-economica dal quale è

risultato un esito favorevole alla realizzazione di tale tipologia di impianto, soprattutto per

quanto riguarda la tutela ambientale, dal momento che è elevata la percentuale di materiali

recuperabili da tale attività.

In particolare, IREN intende sostituire l impianto esistente, con le caratteristiche appena

descritte, con altro avente le seguenti caratteristiche:

L attività di trattamento del rifiuto terre da spazzamento strade e rifiuti dall eliminazione

sabbia consiste nel sottoporre questi rifiuti a un processo di lavaggio appositamente studiato

e brevettato al fine di rimuoverne i contaminanti (che vengono trasferiti alle particelle

d acqua) e rendere questi materiali idonei ad essere utilizzati come aggregati cementizi e

bituminosi, in conformità con gli impieghi previsti dalla legislazione vigente.

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Le sezioni principali di cui si compone l impianto sono quelle di stoccaggio, separazione e

vagliatura, lavaggio e separazione granulometrica, trattamento acque di lavaggio e

disidratazione fanghi.

Nella sezione di stoccaggio i rifiuti vengono conferiti con autospazzatrici, autospurghi e

automezzi con cassoni e da qui, con l ausilio di macchine operatrici, vengono inviati alle

successive fasi di trattamento.

Nella sezione di separazione e vagliatura vengono eliminati preliminarmente i rifiuti

grossolani e leggeri mediante il passaggio da un vaglio stellare appositamente progettato e

realizzato che consente, grazie all azione di scuotimento esercitata, di separare anche

l eventuale frazione inorganica adesa a foglie e rifiuti misti, quali lattine, bottiglie, plastica in

genere, aumentando in maniera significativa l efficienza di recupero complessiva

dell impianto.

Il cuore dell impianto è rappresentato dall unità di lavaggio, appositamente studiata per il

trattamento dei residui della pulizia stradale, nella quale il rifiuto subisce un lavaggio in

controcorrente e la separazione degli inerti di granulometria superiore a 2mm. La frazione di

dimensione inferiore viene inviata ad una successiva fase di lavaggio per la separazione,

tramite idrociclone e classificatore a spirali, delle sabbie dal limo.

Tutte le acque di lavaggio sono inviate ad una sezione di trattamento per la rimozione degli

inquinanti prima dello scarico in fognatura entro i limiti previsti dalle normative vigenti.

L 80% circa delle acque depurate viene ricircolato nell unità di lavaggio e riutilizzato per il

trattamento dei rifiuti in ingresso.

In uscita dal processo di trattamento si ottengono i seguenti materiali destinati al recupero

e/o smaltimento:

Sabbia, ghiaino, ghiaietto: tutti questi prodotti sono certificati CE, rispettano le norme

tecniche di settore per il relativo utilizzo per aggregati cementizi e aggregati bituminosi e

sono certificati ai sensi della Direttiva 89/106/ CEE (2+) da organismo esterno

accreditato.

Metalli ferrosi: destinati al recupero in impianti metallurgici.

Rifiuti misti: da inviare ad impianti autorizzati allo smaltimento quali termoutilizzatori o

discariche.

Rifiuti organici: da inviare ad impianti autorizzati allo smaltimento quali termoutilizzatori

o discariche.

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Fanghi disidratati: rifiuti non pericolosi recuperabili in fornaci autorizzati in regime

Ordinario o destinati allo smaltimento.

Materiali grossolani: rifiuti non pericolosi da inviare a smaltimento.

Sintesi della potenzialità di progetto, della tipologia di rifiuto ed operazioni (impianto che

sostituirà l impianto di selezione esistente e ubicato all interno del Centro Impianti):

la capacità massima dell impianto: 30.000 t/anno di rifiuti in ingresso;

l impianto sarà autorizzato a trattare i seguenti codici CER:

o 20 03 03 - residui della pulizia stradale;

o 19 08 02 - rifiuti dall eliminazione delle sabbie.

operazioni di recupero: R5 (riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche) e R13 (messa

in riserva dei rifiuti per sottoporli ad una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12

(escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)), così

come definite dall allegato C alla Parte IV del D.Lgs. 03/04/2006 152 e s.m.i. (ex

Allegato C al D.Lgs. 22/97);

emissioni in atmosfera: assenza di emissioni in atmosfera.

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Quindi, si può riassumere quanto segue:

ATTUALE (IMPIANTO DI SELEZIONE)

NUOVO IMPIANTO (O IMPIANTO DI PROGETTO)

POTENZIALITÀ DI TRATTAMENTO 30 000 t/anno 30 000 t/anno

CODICI CER

02 01 04 02 01 10 03 03 01 03 03 08 07 02 13 15 01 01 15 01 02 15 01 03 15 01 04 15 01 05 15 01 06 15 01 07 15 01 09 15 02 03 16 02 19 17 02 03 17 04 11 20 01 01 20 01 02 20 01 10 20 01 11 20 01 38 20 01 39 20 01 40 20 01 99 20 03 01 20 03 02 20 03 03 20 03 07 20 03 99

20 03 03 19 08 02

OPERAZIONI DI TRATTAMENTO

(ALLEGATO C - PARTE IV D.LGS. 152/06 E SMI)

R5 e R13 R5 e R13

PUNTI DI EMISSIONE 2 0

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Come è possibile ricavare dalle informazioni riportate sopra, il nuovo impianto prevede

attività di trattamento analoghe a quelle già in essere nell impianto di selezione - che si

inserisce nel Centro Impianti di Piacenza - e l introduzione di una nuova attività: il recupero

di rifiuti dall eliminazione delle sabbie (rifiuti non pericolosi con codice CER 190802).

Il nuovo impianto, rispetto al precedente:

1. non richiede la realizzazione di nuovi edifici, né l utilizzo o occupazione di aree

diverse da quelle già utilizzate dal precedente impianto;

2. non modifica il quantitativo di rifiuti non pericolosi che si intendono gestire;

3. non modifica le operazioni di recupero che si intendono svolgere;

4. non prevede, a differenza del precedente, emissioni in atmosfera da convogliare .

A questo punto, dopo aver illustrato sinteticamente l obiettivo dell impianto oggetto di studio,

la potenzialità di trattamento dei rifiuti e la tipologia di rifiuto in ingresso all impianto, si

propone un breve excursus della normativa regionale per la Valutazione di Impatto

ambientale e per la Verifica di VIA (vale a dire per lo Screening).

Si illustra quindi la procedura di riferimento per l impianto oggetto di studio e la metodologia

di analisi che verrà utilizzata nella presente relazione di screening.

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1.1 Aspetti procedurali

1.1.1 Legislazione regionale di riferimento per la valutazione di impatto ambientale

L intervento che si intende realizzare concerne la sostituzione con modifica di un impianto di

recupero rifiuti già esistente e autorizzato dalla Provincia di Piacenza.

La prima questione da affrontare consiste quindi nel verificare se, ai sensi della normativa

vigente - nazionale e regionale -, il suddetto impianto debba essere assoggettato a procedura

di valutazione d impatto ambientale (c.d. V.I.A.) oppure a procedura di verifica di V.I.A. (c.d.

screening ).

La normativa in materia di VIA è contenuta nella parte II (articoli 4-36) del D.Lgs. n.

152/2006 così come modificato dal D.Lgs. n. 4/2008, unitamente agli allegati III e IV alla

stessa parte II .

L articolo 35, c. 2 del suddetto decreto legislativo dispone che nelle Regioni che non hanno

adeguato la propria normativa in materia di V.I.A. a quella nazionale, trovano diretta

applicazione le disposizioni del dlgs. n. 152/2006 ovvero le disposizioni regionali vigenti in

quanto compatibili .

Con nota di cui al protocollo 2008/269360 del 12 novembre 2008, la Regione Emilia

Romagna ha emanato la Circolare Prime indicazioni in merito all entrata in vigore del D.

Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, correttivo della parte seconda del D. Lgs. 152/06 come

modificato dal D. Lgs. 4/08 Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, relativa a VAS, VIA e IPPC e

del titolo I della L. R. 13 giugno 2008, n. 9 .

Più recentemente, con circolare del 27 febbraio 2009 l Assessorato all Ambiente della

Regione Emilia-Romagna ha evidenziato quali parti della LR. n. 9/1999 devono ritenersi

modificate dall applicazione delle nuove disposizioni del D.Lgs. n. 152/2006.

In quest ultima circolare vi sono nuove indicazioni - da applicare a far tempo dal 13 febbraio

2009 - che confermano, integrano e modificano quanto già indicato nella prima circolare.

In particolare, a pag. 3 quest ultima circolare recita che l ambito di applicazione delle

procedure di verifica e delle procedure di VIA che quindi continua ad essere definito dagli

Allegati A.1, A.2, A.3, B.1, B.2 e B.3 della L.R. n. 9 del 1999 con le modifiche (elencate

secondo la numerazione degli Allegati della L.R.9/99 ed evidenziate in grassetto)

indicate nella seguente tabella .

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Ai fini dell iter autorizzativo dell impianto oggetto di analisi, si evidenziano:

il nuovo punto A.2.2, pag. 4 della circolare:

il nuovo punto B.2, pag. 8 della circolare:

In conclusione, sulla base dei riferimenti normativi sopra indicati si può quindi

concludere quanto segue:

a) il nuovo impianto non è soggetto a VIA, in quanto non ricompreso nell Allegato A (e,

in particolare, nell Allegato A.2, punto A.2.2);

b) l impianto è ricompreso nell elenco delle opere di cui all Allegato B.2 (e, in

particolare, al punto B.2.57.bis) in quanto modifica di un progetto di cui all Allegato

A.2.

L impianto è quindi soggetto a procedura di verifica di assoggettabilità a VIA (screening).

1.1.2 Check-list di riferimento per la procedura di screening

Per la stesura della seguente relazione sugli effetti ambientali si è fatto riferimento alla check-

list di cui alla Delibera Giunta Regionale n° 1238 del 15/07/2002 Approvazione 'Direttiva

generale sull'attuazione L.R. 9/99 'Disciplina procedura valutazione impatto ambientale' e

delle 'Linee guida generali per redazione e valutazione degli elaborati per la procedura di

verifica (screening) e del SIA per la procedura di VIA' (art.8, L.R.9/99).

In particolare, lo studio è stato suddiviso nei seguenti capitoli:

quadro di riferimento progettuale;

quadro di riferimento ambientale e valutazione degli impatti ambientali potenziali.

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Lo studio della conformità urbanistico-territoriale dell intervento è approfondito nel

documento ENIA-AUT-DOC-003 Relazione relativa alla conformità del progetto alle

previsioni in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica in cui si approfondisce anche

il contenuto dei documenti pianificatori di settore sia a scala locale (regionale) che a livello

sovralocale (e, in particolare, nazionale e regionale).

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2 Aspetti introduttivi

2.1 Tipologia di bene/servizio offerto

L Impianto di trattamento/recupero delle terre da spazzamento stradale con tecnologia soil-

washing oggetto del presente studio si basa su tecnologia brevettata dalla società Esposito

Servizi Ecologici S.r.l.. In riferimento a detta tecnologia, l esperienza maturata dalla società

Esposito Servizi Ecologici S.r.l. nella progettazione, realizzazione e gestione di impianti

analoghi realizzati per conto di altri Committenti ha consentito di acquisire sempre maggiori

competenze, perfezionando ed aggiornando costantemente i processi di trattamento e le

soluzioni tecniche adottate. Nello specifico, l impianto oggetto della procedura di screening,

basato sulla tecnologia del soil-washing, è stato appositamente studiato per il trattamento con

recupero delle terre da spazzamento stradale e rifiuti affini.

In Figura 1 si riporta uno schema semplificato che evidenzia input e output principali

dell impianto.

Figura 1: Schema esemplificato di input e output principali dell impianto di trattamento/recupero rifiuti da trattamento strade e dei rifiuti dell eliminazione sabbie.

II MM PPII AANN TTOO DD II TTRRAATTTTAAMM EENN TTOO// RREECCUUPPEERROO

tt eerr rree ddaa ssppaazzzzaamm eenntt oo sstt rr aaddaallee ee ddaall ll eell iimm iinnaazziioonnee ssaabbbbiiee

RRII FFII UUTTOO

II NN

II NN GGRREESSSSOO

GGHHIIAAIINNOO

SSAABBBBIIAA

GGHHIIAAIIEETTTTOO

MM AATTEERRII EE

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II NN

UUSSCCII TTAA

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Lo schema semplificato rappresentato in Figura 1 è finalizzato alla comprensione della

tipologia di servizio e di beni offerti:

- l impianto tratta i rifiuti terre da spazzamento stradale e rifiuti dell eliminazione delle

sabbie , rifiuti non pericolosi che altrimenti dovrebbero essere allocati in discarica o

in altri impianti come quello che si intende realizzare ubicati fuori Regione;

- il trattamento di tale rifiuto - grazie alla tecnologia messa a punto e già sperimentata

su altri impianti - consente il recupero del materiale sotto forma di materie prime

seconde e, in particolare, di ghiaia, ghiaino e ghiaietto certificati, che rispettano sia il

test di cessione previsto dalle normative vigenti sia le normative tecniche di settore

per lo specifico utilizzo.

Il soddisfacimento della domanda in caso di non realizzazione dell impianto verrebbe

esaurito sostanzialmente con due possibili destini:

- collocazione dei rifiuti in discarica per rifiuti non pericolosi, ovvero non vi sarebbe il

recupero di materie prime seconde da queste tipologie di rifiuti;

- invio di tale tipologia di rifiuti ad impianti analoghi già realizzati da Esposito

Servizi Ecologici e collocati fuori Regione (dai dati a disposizione si desume che una

percentuale del rifiuto che si prevede verrà gestito dall impianto attualmente viene

conferito in parte a Gorle (Ecocentro Soluzioni Ambientali S.r.l.) - in provincia di

Bergamo - e in parte a Milano (CEM Ambiente S.p.a)).

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2.2 Centro Impianti nell area industriale di Piacenza e localizzazione dell impianto

Nell area industriale di Borgoforte, nella periferia Nord-Est della città di Piacenza, IREN

Ambiente gestisce un complesso, denominato appunto Centro Impianti, costituito da:

1. impianto di trattamento biologico delle acque fognarie di Piacenza (utilizzato per il

trattamento di rifiuti liquidi e fanghi);

2. impianto per il trattamento chimico-fisico-biologico di reflui industriali;

3. area di stoccaggio dei rifiuti speciali;

4. centro stoccaggio e trattamento, costituito da cernita e triturazione, di rifiuti solidi urbani

(RSU) e rifiuti speciali assimilabili (RSA);

5. impianto di selezione della frazione secca da raccolta differenziata;

6. area per il deposito preliminare e la messa in riserva di alcune frazioni derivanti dalla

raccolta differenziata (RD) effettuata nella Provincia di Piacenza

L area oggetto dell intervento (che coincide con l area in cui è localizzata l attività di cui al

punto 5 dell elenco sopra riportato, attualmente autorizzata e che verrà completamente

sostituita dall attività in studio) è evidenziata in rosso in Figura 2; la suddetta area, di circa

2 000 mq, è totalmente integrata nel Centro Servizi; in particolare, confina verso Nord con le

aree del depuratore, verso Est e Ovest con le aree di trattamento di rifiuti e verso Sud con il

Termovalorizzatore Tecnoborgo.

Tutte le attività sono quindi previste all interno del capannone esistente attualmente utilizzato

per lo svolgimento dell attività di trattamento rifiuti autorizzata e l operazione di recupero

non comporta alcuna edificazione.

Figura 2 : Foto aerea area intervento.

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La localizzazione di tali attività all interno del Centro Impianti di Borgoforte è indicata nella

immagine di seguito riportata.

Figura 3 : Planimetria del Centro Impianti di Piacenza, con la localizzazione delle attività.

L area individuata per la localizzazione del nuovo impianto di lavaggio dei rifiuti da

spazzamento strade e rifiuti dall eliminazione sabbie sarà all interno dell esistente piattaforma

IREN Ambiente Centro Impianti di Piacenza.

Figura 4 : Loc alizzaz ion e de ll are a individuat a pe r la loc alizzaz ion e de ll im piant o c on t rat t e ggio (indicativo) de ll are a de ll e s is t e n t e piat t aform a

Ce nt ro Im piant i - IREN - Sc ala 1 :2 5 0 0 0 - Stralcio della C.T.R..

l impianto verrà localizzato nel

capannone attualmente utilizzato per

attività di trattamento rifiuti

autorizzate per le stesse tipologie di

operazioni (R5 e R13) e per lo stesso

quantitativo annuo (30 000 t/anno).

In particolare la nuova attività

rimpiazzerà in toto quella attuale.

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Figura 5 : Fo t o ae re a de lla piat t aform a Ce nt ro im pian t i - IREN

Oltre che per le sue peculiarità, il sito è stato scelto all interno del Centro Impianti IREN di

Piacenza anche in virtù della disponibilità all interno della piattaforma Centro Impianti di un

capannone nel quale, a seguito di idonei interventi di adeguamento, potrà essere installato il

nuovo impianto (in sostituzione di impianto già autorizzato che tratta lo stesso quantitativo di

rifiuti e che effettua sui rifiuti le stesse tipologie di attività di recupero).

L area localizzativa prescelta si colloca a circa 46,70 m s.l.m., nel Comune di Piacenza, in

Strada Borgoforte n. 22, nel Quartiere Il Capitolo , a circa 3 km dal centro storico della città,

in prossimità del fiume Po, in un tratto in cui il corso d acqua costituisce il confine regionale

tra Emilia Romagna e Lombardia.

Altri centri abitati di rilievo distano dal sito alcune decine di Km e sono:

- Cremona (25 km a est, nord/est) ;

- Lodi (34 km a nord-ovest) ;

- Parma (55 km sud-est) ;

- Milano (65 km a nord-ovest).

L impianto è ubicato pressoché in posizione centrale di un triangolo virtualmente tracciabile e

delimitato dal fiume Po, dall autostrada A1 (Bologna-Milano) e dall autostrada A21 (Torino-

Piacenza), ad una distanza da ciascun elemento inferiore al km.

L area in cui sorge l impianto è classificata dall art. 40.11 del Piano Regolatore Generale

vigente, approvato dalla Giunta Comunale nel marzo 2001, ed è definita come AREA PER

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ATTREZZATURE TECNOLOGICHE ED ECOLOGICHE , come si approfondirà meglio

nella Relazione relativa alla conformità del progetto alle previsioni in materia urbanistica,

ambientale e paesaggistica.

L area, di proprietà di IREN presenta numerosi vantaggi:

- posizione baricentrica rispetto ai principali flussi del territorio provinciale;

- vicinanza alla città di Piacenza dove si concentra la maggior produzione complessiva

di questa tipologia di rifiuti della Provincia;

- reti viarie di collegamento con le altre Provincie servite dall impianto facilmente

raggiungibili dal sito localizzativo;

- adiacenza all impianto di depurazione delle acque reflue civili di Piacenza, che

consente la cessione all impianto di depurazione dei reflui prodotti dall impianto;

- il sito è urbanisticamente marginale, dal momento che è interclusa tra grandi vie di

comunicazione (autostrade, strada statale);

- è distante dai centri urbani.

Come si può vedere dall estratto riportato in Figura 6, il sito dove si intende ubicare

l impianto di trattamento/recupero rifiuti da spazzamento strade e dei rifiuti dell eliminazione

delle sabbie con tecnologia soil-washing è presente sul foglio catastale n°22 del Comune di

Piacenza ed è all interno della particella 225.

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Figura 6 : Loc alizzaz ion e de ll are a dove s i in s e die rà l im piant o ogge t t o di studio (fuori scala) - dati catastali del Comune di Piacenza: foglio n.22

part ic e lla n .2 2 5 (s i ve da an c h e l e laborat o proge t t uale ENIA-AUT-010-Inquadramento-t e rrit oriale ).

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2.3 Principali alternative di progetto

La scelta dell ubicazione e della concezione dell intervento proposto, nonché la dimensione

dell area prevista per l insediamento, discendono in via prioritaria da obiettivi tecnico-

economici derivanti dalle caratteristiche del servizio che si intende fornire attraverso

l intervento stesso.

La scelta del sito non è stata finalizzata all individuazione della soluzione definitiva rispetto a

diversi siti alternativi, bensì si è basata principalmente sulla disponibilità dell area adiacente

alle strutture aziendali già esistenti (si sottolinea che l intervento si andrà a collocare in un

polo logistico di trattamento-recupero dei rifiuti già consolidato e all interno di un

capannone esistente) e sugli indiscutibili vantaggi che la soluzione prevista, in tale

localizzazione, può offrire.

Si ribadisce, come già evidenziato, che l area localizzativa prescelta è all interno del

Centro Impianti IREN nella stessa area dove viene svolta l attività di trattamento rifiuti

che verrà sostituita dall attività realizzata dall impianto in studio.

Quindi, l impianto non solo tratterà lo stesso quantitativo annuo di rifiuti in ingresso e

svolgerà la stessa tipologia di operazioni di recupero dell impianto di selezione esistente,

collocato all interno del Centro Impianti IREN di Piacenza, bensì verrà anche ubicato

nella medesima area in cui oggi opera l impianto di selezione che si intende sostituire.

Si pone in evidenza sin d ora che rispetto alla situazione attuale non vi saranno nuovi

impatti sotto il profilo urbanistico e paesaggistico-territoriale, in quanto l impianto

sostituirà un impianto già attivo sull area; si rimarca che i macchinari del nuovo

impianto verranno collocati nel capannone esistente.

Aspetti che hanno contribuito attivamente a confermare la scelta del sito sono:

- la localizzazione del servizio rispetto alla dislocazione dell utenza;

- l idoneo collegamento alla viabilità principale;

- la posizione rispetto ai punti di conferimento finale;

- la interrelazione con i servizi integrati (facilità di collegamento alle reti di servizi energia,

telefono, acqua, fognatura);

- l ottimizzazione degli aspetti gestionali anche attraverso l utilizzo dei servizi commerciali

e logistici facenti capo all attività già in essere;

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- la lontananza da nuclei abitati e da potenziali ricettori sensibili;

- il risparmio di suolo agricolo vergine.

Di seguito si analizza ciascuno dei singoli aspetti sopraindicati.

2.3.1.1 Localizzazione rispetto al bacino di utenza

L impianto in oggetto si pone a servizio di un bacino di utenza prevalentemente a scala

regionale.

Il Centro Impianti è un area di proprietà di IREN che funge da base logistica per i servizi

operativi nel settore nord-est della città ed è già utilizzata per le attività di trattamento,

gestione e trasferimento dei rifiuti.

A riconferma del ruolo centrale della piattaforma di IREN, nel rapporto I rifiuti urbani in

Provincia di Piacenza - anno 2008 nella definizione delle ipotesi di sviluppo del sistema di

gestione dei rifiuti, l Agenzia d Ambito ha considerato - tra gli altri fattori - la distanza dei

singoli comuni dal principale polo impiantistico e di supporto logistico (sede operativa di

IREN di Piacenza e impianto di termovalorizzazione Tecnoborgo) (pag. 20 del succitato

rapporto dell Osservatorio Provinciale Rifiuti).

Considerata la tipologia dei rifiuti in conferimento, la collocazione baricentrica dell impianto

rispetto al bacino d utenza contribuisce positivamente al raggiungimento del duplice obiettivo

di ridurre i costi di trasporto e di contenere i costi di conferimento all impianto.

2.3.1.2 Raccordo con la viabilità principale

Gli assi viari principali a servizio dell impianto sono rappresentati da reti viarie di importanza

sovra locale, come si approfondirà nel proseguo della relazione. L estrema vicinanza del sito

all accesso a tali arterie costituisce un ulteriore indiscutibile vantaggio e contribuisce

positivamente a confermare la localizzazione prevista

2.3.1.3 Vicinanza dei punti di conferimento finale

I materiali recuperati avranno di massima le seguenti destinazioni e utilizzi:

- edilizia, industria dei laterizi, dell argilla espansa e produzione di conglomerati cementizi,

bituminosi e produzione di calcestruzzi;

- spargimento sulle strade in caso di neve e/o gelo (ghiaino 2-8 mm);

- realizzazione di rilevati e sottofondi stradali;

- recuperi ambientali;

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- ricopertura di discariche;

- utilizzi commerciali usuali (materiali ferrosi);

- ogni altro utilizzo consentito dalle Normative Vigenti.

I punti di conferimento finali per i prodotti dell impianto di valorizzazione saranno

necessariamente determinati da fattori di mercato (tra cui il più decisivo sarà contenimento dei

costi di trasporto considerato che si tratta di materiali di basso costo), ma sono comunque

notevolmente diffusi nella stessa provincia di Piacenza per cui si prevede che la destinazione

possa rientrare in un raggio massimo di 20 km dal punto di produzione.

I materiali di scarto derivanti dal processo di lavaggio, costituiti essenzialmente dalle sostanze

organiche e dal fango disidratato verranno inviati allo smaltimento definitivo in impianti

autorizzati. In particolare, i materiali grossolani > 20 mm e parte dei fanghi disidratati

verranno smaltiti in discarica, ai sensi del DM 03/08/2005 - Criteri di ammissibilità dei rifiuti

in discarica; si precisa che i fanghi potranno in alternativa essere avviati a recupero in fornaci

e/o cementifici, mentre il materiale organico lavato potrà essere avviato a termovalorizzazione

e/o compostaggio.

Impianti in grado di ricevere residui di questo tipo sono ben distribuiti in provincia di

Piacenza; in particolare gli stessi impianti del Centro Impianti di Piacenza gestito da IREN

Ambiente sono in grado di coprire parte delle necessità di smaltimento di tali scarti mediante

il termovalorizzatore. Per la frazione non destinabile al Centro impianti (es. fanghi) si prevede

che lo smaltimento possa essere effettuato presso impianti autorizzati ed ubicati in un raggio

massimo di 80-100 km.

2.3.1.4 Lontananza da nuclei abitati e da ricettori sensibili

Rispetto all ambito territoriale indagato (intorno di 500 m dal perimetro del sito):

- assenza di ricettori sensibili;

- scarsa presenza di insediamenti rurali isolati e abitazioni isolate;

Questi fattori costituiscono ulteriori indiscutibili vantaggi e concorrono a confermare i

vantaggi che potranno scaturire dalla scelta localizzativa prevista.

2.3.1.5 Compatibilità urbanistica e risparmio di suolo

Come già evidenziato nelle sezioni precedenti, anche la compatibilità con gli strumenti

urbanistici nonché l indotto mancato consumo di ulteriore suolo (nemmeno a destinazione

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diversa - ad esempio agricola), costituiscono ulteriori indiscutibili vantaggi e contribuiscono a

confermare l idoneità della localizzazione prevista.

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3 Quadro di riferimento progettuale

3.1 Area di progetto

L area in oggetto è attualmente utilizzata da IREN Ambiente per le attività di trattamento e

recupero di rifiuti urbani e speciali assimilati autorizzate con Det. n. 2148 del 30/10/2007.

Il progetto oggetto di screening riguarda interventi che non modificheranno l attuale aspetto

dell area, e che rimarranno funzionalmente omogenei con quanto già presente nel Centro

Impianti di Borgoforte. L area inoltre non ricade in zona ambientale a particolare sensibilità

(quali le zone costiere/montuose/forestali/a forte densità demografica) e non è caratterizzata

da valenza naturalistica.

La foto riportata di seguito mostra lo stato attuale dell area che, come detto, si inserisce in un

contesto fortemente urbanizzato.

Figura 7 : Fo t o de ll are a in c ui s i in s e rirà l ope ra ogge t t o di s t udio .

Il progetto non prevede di interessare nuove aree esterne al Centro Servizi IREN Ambiente; in

particolare si svilupperà su un area edificata attualmente utilizzata per il trattamento di Rifiuti

Urbani.

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3.2 Il processo attuato nell impianto

L obiettivo dell impianto è la valorizzazione dei rifiuti residui della pulizia delle strade e della

eliminazione delle sabbie.

In particolare, nell impianto oggetto della presente relazione si attua un processo di lavaggio,

ovvero si sfrutta il principio del trasferimento delle sostanze inquinanti (presenti in forma

disciolta, emulsionata o in sospensione) dai rifiuti lavati all acqua.

Il trasferimento delle sostanze inquinanti viene attuato in vari passaggi: innanzitutto vi è

separazione delle particelle di sostanze contaminanti solide mediante processi di selezione (il

materiale sottoposto al processo passa attraverso vagli); in un secondo step vi è rimozione dei

contaminanti trasferiti dalle particelle all acqua mediante processi chimico-fisici di

precipitazione, disemulsionamento, coagulazione, flocculazione, rottura delle molecole,

sedimentazione e infine vi è la concentrazione dei contaminati organici nel limo e separazione

del limo dai materiali di recupero.

Questi passaggi rendono necessari, a complemento del processo di lavaggio, due ulteriori

trattamenti:

- trattamento chimico-fisico della torbida contenente il limo e le sostanze inquinanti e

ricircolo dell acqua depurata;

- trattamento biologico a fanghi attivi delle acque di supero per renderle idonee allo

scarico in fognatura.

Quindi l impianto è composto di due sezioni fondamentali:

- sezione di lavaggio e selezione granulometrica (impianto di valorizzazione);

- sezione di trattamento chimico-fisico-biologico della torbida di lavaggio e ricircolo

delle acque depurate (impianto depurazione acque).

3.3 I criteri progettuali adottati

I criteri che stanno alla base della progettazione del nuovo impianto di lavaggio e degli

stoccaggi dei rifiuti sono principalmente i seguenti:

scelte orientate a minimizzare l impatto ambientale;

scelte orientate alla sicurezza e alla salubrità dell ambiente di lavoro;

scelte orientate a massimizzare il recupero ed il relativo riutilizzo di materiali e a

minimizzare lo spreco di risorse.

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Scelte orientate a minimizzare l impatto ambientale Contenimento di eventuali emissioni puntuali e degli odori Particolare attenzione, in sede di progettazione, è rivolta al contenimento di eventuali emissioni e odori. In

particolare si possono evidenziare i seguenti aspetti progettuali:

tutte le operazioni di trattamento e di stoccaggio si svolgeranno al coperto;

sull acqua di ricircolo utilizzata per il lavaggio dei materiali contaminati è previsto il dosaggio di una

soluzione di ipoclorito di sodio, così da rimuovere eventuali emissioni diffuse di COV ed odori sul nascere;

sul silo di stoccaggio della calce idrata è previsto un filtro a cartucce per l abbattimento delle emissioni

polverose durante le operazioni di carico del silo stesso;

i rifiuti da spazzamento stradale sono di norma conferiti umidi e pertanto non costituiscono fonte di

emissioni polverose in fase di scarico e movimentazione. Tuttavia, a maggior tutela, sul box di stoccaggio

rifiuti in ingresso è prevista una rete di ugelli alimentati con acqua di rete per l abbattimento di eventuali

emissioni polverose durante le operazioni di conferimento dei rifiuti.

Contenimento di eventuali emissioni diffuse L esercizio di impianti analoghi recentemente realizzati dai Progettisti del presente impianto

dimostra che questa tipologia di impianti e relativi rifiuti trattati non sono sorgenti di emissioni.

Nell impianto non saranno presenti punti di emissione (camini) per i quali richiedere l autorizzazione ai

sensi del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., parte V (ex D.P.R. 203/88).

Contenimento dei rumori Il progetto dei macchinari che costituiscono l impianto di lavaggio sarà eseguito in modo da

contenere i rumori. Inoltre sono previsti i seguenti accorgimenti:

i macchinari utilizzati per la movimentazione dei rifiuti e dei materiali recuperati (pala gommata, carrello

elevatore) saranno dotati di silenziatori ad elevata efficienza;

tutte le operazioni di trattamento si svolgeranno all interno di capannoni, adeguatamente isolati dall esterno

con tamponamenti e portoni.

Contenimento del rischio di inquinamento della falda acquifera e dei corpi idrici superficiali

tutte le superfici dove si effettueranno le operazioni di movimentazione, stoccaggio e trattamento dei rifiuti

saranno al coperto, così da evitare possibili dilavamenti dei rifiuti;

le superfici di transito, movimentazione, stoccaggio e trattamento dei rifiuti saranno costituite da pavimento

in c.a. impermeabile ad elevata resistenza;

lo stoccaggio dei rifiuti sarà realizzato in box all interno del capannone, chiusi su tre lati, realizzati su

pavimento impermeabile, provvisti di rete di drenaggio delle acque con raccolta e convogliamento delle

stesse ad apposito pozzetto interno al capannone dal quale verranno ricircolate in testa all impianto di

lavaggio;

la nuova pavimentazione dell intero capannone sarà dotata di reti di drenaggio per la raccolta di colaticci,

acque di lavaggio macchinari, acque di troppo pieno, etc. che saranno raccolte nel pozzetto interno al

capannone e ricircolate in testa all impianto.

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Scelte orientate alla sicurezza e alla salubrità dell ambiente di lavoro Certificazione macchinari e mantenimento ambiente di lavoro salubre Tutti i macchinari e gli impianti saranno progettati nel rispetto delle Normative Vigenti in materia di sicurezza e

di prevenzione infortuni (D. Lgs. 81/2008 e ss.mm.ii) e della Direttiva Macchine. In particolare:

tutti i macchinari saranno corredati di marchio CE di rispondenza alla Direttiva Macchine;

al termine della realizzazione dell impianto il medesimo sarà certificato secondo i criteri previsti dalla

Direttiva Macchine;

durante le operazioni di trattamento, sull acqua di lavaggio ricircolata, se necessario, verrà dosata una

soluzione di ipoclorito di sodio, così da rimuovere sul nascere eventuali emissioni di odori, a tutela

dell ambiente di lavoro;

la vasca di raccolta e omogeneizzazione delle acque di ricircolo sarà dotata di aeratore sommerso, così da

evitare l insorgere di eventuali odori soprattutto nel periodo estivo;

i macchinari saranno progettati in modo da contenere le emissioni rumorose sull ambiente di lavoro.

Scelte orientate a massimizzare il recupero ed il relativo riutilizzo di materiali e a minimizzare lo spreco di risorse Recupero di materiali riutilizzabili dai rifiuti e utilizzo di acqua di ricircolo L impianto presenta le seguenti peculiarità:

è progettato appositamente per trattare rifiuti e recuperare materiali riutilizzabili quali ghiaino, ghiaietto e

sabbia;

sarà dotato di sezione di trattamento chimico-fisico delle acque di lavaggio, così che le medesime potranno

essere ricircolate. La percentuale di ricircolo delle acque di lavaggio sarà mediamente di circa il 78%,

variabile a seconda delle necessità operative.

3.3.1 Fase di carico del silo in di stoccaggio della calce in polvere

Il silo di stoccaggio della calce in polvere, del volume utile di ca. 20 m3, sarà ubicato

all interno del capannone. Il carico del silo di stoccaggio potrà dar luogo ad emissioni

polverose: per questo alla sommità del silo sarà installato un filtro statico a cartucce per la

depolverazione.

Il filtro previsto e adeguatamente dimensionato presenta elevata superficie filtrante e sarà

provvisto di sistema automatico di controlavaggio ad aria compressa.

Le emissioni polverose saranno limitate alla fase di carico del silo che avverrà

indicativamente ogni 14 giorni circa; la durata media prevista per la fase di carico è di circa

30 min.

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3.3.2 Sorgenti di rumore

Le possibili sorgenti di rumore previste, connesse con l attività del nuovo impianto, possono

essere ricondotte essenzialmente ai seguenti aspetti:

- rumorosità dei macchinari che costituiscono il nuovo impianto di lavaggio;

- flusso veicolare (mezzi di conferimento dei rifiuti in ingresso, mezzi di trasporto dei

materiali recuperati e dei rifiuti decadenti dall impianto, mezzi per il rifornimento dei

reagenti chimici, mezzi per la movimentazione dei rifiuti e dei materiali recuperati

pala gommata e carrello elevatore).

In ogni caso si devono tener presenti le seguenti considerazioni di carattere generale:

- il progetto dei macchinari che costituiscono l impianto di lavaggio sarà eseguito in

modo da ottenere un elevato grado di contenimento del rumore prodotto;

- le operazioni di stoccaggio, movimentazione e trattamento dei rifiuti e dei materiali

recuperati saranno svolte in un capannone chiuso, isolato verso l esterno da

tamponamenti e portoni;

- i mezzi per la movimentazione dei rifiuti e dei materiali recuperati saranno dotati di

silenziatori ad elevata efficienza;

- la viabilità all interno della piattaforma sarà regolamentata fin dalle fasi di

pianificazione dei conferimenti, compatibilmente con le esigenze dell impianto, in

modo da limitare sovraccarichi nella fascia oraria di punta.

3.4 Lay-out generale dell impianto e degli stoccaggi

Dalla tavola LAY-OUT IMPIANTO si possono rilevare:

- l ubicazione del nuovo impianto di trattamento;

- gli stoccaggi dei rifiuti in ingresso, dei materiali recuperati e dei rifiuti decadenti

dall impianto;

- il punto di scarico acque depurate;

- gli accessi all impianto;

- le uscite di emergenza;

- i dispositivi antincendio.

Per quanto riguarda la collocazione dell area localizzativa all interno del Centro Impianti di

IREN si rimanda alla Figura 3.

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Figura 8 : Lay-out impianto.

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Dalla tavola PIANTA STOCCAGGI si possono distinguere gli stoccaggi dei rifiuti in

ingresso e dei materiali recuperati.

Figura 9 : Pianta stoccaggi.

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3.5 Conferimenti all impianto, trasporto dei materiali recuperati e di risulta

A fronte di un ingresso pari a 30 000 t/anno di cui 4 500 conferite direttamente dalle

spazzatrici urbane, si ipotizza un uscita (complessiva tra rifiuti e prodotti recuperati) pari a

28 500 t/anno (ottenuti detraendo dall ingresso un 5% pari al contenuto di acqua); di questi

28 500 il 28% circa (7 980 t/anno) è costituito da rifiuti che saranno smaltiti nel

termovalorizzatore interno al Centro Impianti per cui il trasporto all esterno sarà costituito

dalla restante frazione pari a circa 20 520 t/anno (tra rifiuti e prodotti).

Si riassumono i dati circa il numero di mezzi in ingresso e in uscita indotti dal nuovo

impianto:

MEZZI CHE CONFERISCONO IL RIFIUTO IN INGRESSO

Considerata la tipologia dei rifiuti previsti (spazzamento e rifiuti dall eliminazione sabbie) e la provenienza si ipotizza il seguente numero di mezzi:

tipologia di automezzi da 30 t/cad da 4 t/cad mezzi/giorno 2,88 4,33

MEZZI CHE CONFERISCONO I PRODOTTI/RIFIUTI IN USCITA

Le 20 520 t/anno saranno trasportate da automezzi da 30 t/cad, sia che si tratti di rifiuti che di prodotti.

tipologia di automezzi da 30 t/cad mezzi/giorno 2,63

In totale i mezzi che conferiscono i rifiuti in ingresso all impianto oggetto di studio saranno

circa 7 (dei quali circa 3 da 30 t e 4 da 4 t) al giorno, mentre quelli funzionali a trasportare i

prodotti/rifiuti in uscita saranno circa 2/3 al giorno.

Tuttavia si deve considerare che alcuni rifiuti attualmente conferiti all impianto di selezione

saranno comunque conferiti all interno del Centro Impianti, ma verranno dirottati verso altri

impianti.

Per la stima della variazione del flusso di traffico in seguito alla realizzazione dell intervento

si rimanda alla sezione della presente relazione Quadro di riferimento ambientale e

valutazioni degli impatti ambientali potenziali a breve, medio e lungo periodo

componente

viabilità dell area .

3.6 Scarico acque reflue

A fronte di una portata giornaliera media delle acque di reintegro di ca. 184,6 m3/d (portata

media calcolata su un anno con impianto a regime) emunta da pozzo, si prevede la medesima

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portata di acque di scarico nella fognatura interna del Centro Impianti IREN Ambiente, cioè

ca. 184,6 m3/d.

Lo scarico in fognatura avverrà per gravità, tramite il collegamento della nuova rete fognaria

interna al capannone, che sarà appositamente realizzata, alla rete fognaria esistente presso il

Centro Impianti.

Sulla tubazione di scarico è prevista l installazione di un misuratore di portata a campi

elettromagnetici per la misura e la totalizzazione dell acqua scaricata.

Sulla tubazione di scarico, prima del collettamento alla rete fognaria, è previsto un pozzetto di

campionamento, realizzato secondo le prescrizioni normative vigenti.

3.7 Dispositivi di prevenzione, eliminazione e/o mitigazione

I dispositivi di prevenzione, eliminazione e/o mitigazione degli impatti ambientali del

processo sono trattati nelle specifiche sezioni della presente relazione e approfonditi in

funzione della specifica componente ambientale potenzialmente soggetta a subire

interferenze.

Si ribadisce che in caso si verificassero emergenze ambientali (per esempio emergenza

alluvione), verranno rispettate inoltre le procedure elaborate nell ambito della certificazione

ambientale UNI EN ISO 14001.

Si riassumono in sintesi i dispositivi progettuali previsti per prevenire, eliminare e/o mitigare

gli impatti:

scelta di modalità operative orientate a massimizzare il recupero ed il riutilizzo di materiali

e a minimizzare lo spreco di risorse;

gestione di rifiuti non pericolosi in forma non polverulenta;

gestione operativa della piattaforma basata su procedure di controllo dei rifiuti in

accettazione e dei materiali recuperati in uscita e sull ottimizzazione dei flussi in

ingresso/uscita in funzione delle capacità di stoccaggio dell impianto;

svolgimento delle fasi operative al coperto, nell ambito di una struttura realizzata con

materiali opportuni per minimizzare la dispersione verso l esterno di eventuali emissioni;

gestione dei flussi di traffico in ingresso/uscita e dei percorsi viabilistici in modo da

minimizzare l interferenza con il sistema viabilistico locale;

realizzazione di opportune reti di drenaggio per la raccolta di colaticci, acque di lavaggio

macchinari, acque di troppo pieno, etc.;

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utilizzo delle reti di raccolta delle acque capannone meteoriche esistenti scaricate per il

convogliamento delle stesse nella fognatura interna al Centro Impianti;

massimizzazione del riutilizzo delle acque nel ciclo di trattamento al fine di ridurre il

consumo di risorse e limitare gli effluenti liquidi in uscita dal ciclo;

destinazione degli scarichi liquidi residui alla rete fognaria esistente nel Centro Impianti di

IREN Ambiente.

3.8 Sistemi di monitoraggio ambientale

Il sito di localizzazione dell impianto di valorizzazione ricade all interno del Centro Impianti

IREN Ambiente di Piacenza, attualmente soggetto a procedure di monitoraggio ambientale

previste nell ambito del sistema di certificazione UNI EN ISO 14001.

I rifiuti seguiranno una specifica procedura di trattamento e recupero; i materiali lavati e

recuperati saranno sottoposti a controlli analitici e alle seguenti opportune verifiche previste

dalle normative vigenti:

conformità alle caratteristiche previste dal D.M. 05/02/98 e s.m.i. individuazione dei rifiuti

non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e

33 del D.Lgs. n. 22 del 05/02/97 ;

conformità alle normative previste dal settore di riutilizzo.

I materiali recuperati saranno sottoposti al test di cessione ed alle analisi previste dal Decreto

Ministeriale 186 del 05/04/2006 - Allegato 3 per il recupero di rifiuti non pericolosi, e alle

analisi previste per il settore di riutilizzo, a seconda della destinazione d uso.

I materiali di recupero sabbia, ghiaino e ghiaietto saranno inoltre conformi alle Normative

per lo specifico utilizzo, ovvero soddisferanno le specifiche dei Materiali da utilizzare come

materie prime secondarie per aggregati cementizi e aggregati bituminosi (si veda la Tabella

A).

Tabella A: Normative di riferimento per lo specifico utilizzo dei materiali di recupero.

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I rifiuti decadenti dall impianto e destinati ad altri impianti di recupero autorizzati (anche con

procedura semplificata come previsto dal D.M. 5 febbraio 1998, così come modificato dal

Decreto Ministeriale 186 del 05/04/2006) saranno i metalli ferrosi di cui al CER 191202.

Tali rifiuti potranno essere destinati al recupero in impianti metallurgici, nel rispetto delle

caratteristiche previste dal par. 3.1.2 Caratteristiche del rifiuto dell Allegato 1 Suballegato 1

al D.M. 5 febbraio 1998, così come da modifiche di cui al D.M. 5 aprile 2006 186, oppure

potranno essere recuperati in impianti autorizzati con procedura ordinaria.

In considerazione:

delle tipologie di rifiuti in ingresso (esclusivamente non pericolosi);

della scelta progettuale che non prevede alcun tipo di scarico diverso da quello in fognatura

del Centro impianti IREN Ambiente con avvio al depuratore presente nella stessa area;

di tutti i dispositivi di prevenzione, eliminazione e/o mitigazione previsti dal progetto.

Si ritiene non indispensabile l attuazione di ulteriori sistemi di monitoraggio per il controllo

ambientale in continuo delle restanti componenti ambientali (es. aria, rumore).

In ogni caso, nel Centro Impianti in cui si colloca l impianto, sono già previste periodiche

rilevazioni sul rumore, già in atto per le attività dell insediamento.

3.9 Piano di emergenza e gestione dei rischi

L azienda prevede di installare una serie d attrezzature atte alla prevenzione di possibili danni

ambientali.

La preparazione del Piano di Emergenza Interno, obbligatoria con l entrata in vigore del

D.Lgs. n. 81 del 2008 e s.m.i. sarà predisposta in fase di realizzazione dell impianto con

l intento di perseguire i seguenti obiettivi:

descrivere l organizzazione per affrontare l emergenza fin dal primo insorgere e contenerne

gli effetti in modo da riportare rapidamente la situazione in condizioni di normale esercizio;

pianificare le azioni necessarie per:

- proteggere le persone sia all interno che all esterno dello stabilimento;

- prevenire o limitare i danni all ambiente circostante ed alle proprietà;

- isolare e bonificare l area interessata dall incidente;

- coordinare i servizi di emergenza, lo staff tecnico e la direzione aziendale;

descrivere le procedure e le norme d emergenza per il personale addetto agli impianti.

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In sede di inizio attività sarà inoltre riportato l elenco del personale che lavora presso

l impianto di trattamento/recupero delle terre da spazzamento stradale e da spurgo pozzetti

stradali con tecnologia soil-washing di IREN con la relativa localizzazione.

Gli addetti e il responsabile dell impianto faranno parte anche dell organigramma

dell emergenza.

Per effettuare l analisi delle potenziali situazioni di emergenza per l attività in esame, si dovrà

tener conto che:

l attività svolta sarà: trattamento di rifiuti da spazzamento strade e dall eliminazione delle

sabbie con annesso impianto di trattamento e di ricircolo delle acque di lavaggio;

i rifiuti in lavorazione saranno speciali non pericolosi;

le lavorazioni saranno svolte tutte all interno di locali chiusi;

gli unici prodotti chimici in uso saranno l ipoclorito di sodio (al 12 -13% di cloro attivo) e

come reagenti l idrossido di sodio al 30%, il cloruro ferrico al 41%, il policloruro di

alluminio al 18%, il coagulante organico (prodotto commerciale), idrossido di calcio,

antischiuma (se necessario), acido solforico, acido fosforico e polielettrolita flocculante

(concentrazione 1 ÷ 2 ).

Da quanto detto si può affermare che le attività saranno svolte in modo da evitare il verificarsi

di situazioni di emergenza, adottando specifiche modalità operative e precauzioni per

prevenire possibili eventi dannosi per le persone e/o per l ambiente.

Nell eventualità remota che si dovessero verificare situazioni anomale tali da determinare

condizioni di emergenza nell area oggetto di approfondimento, si farà fronte attuando il piano

di emergenza stilato sulla base dell analisi dei rischi.

3.9.1 Rischio d incendio

L attività di trattamento dell impianto rientra nelle categorie soggette a controllo di

prevenzione incendi come:

ATTIVITA n° 46: depositi di scarti contenenti legno, fogliame con quantitativi superiore a 50 q.li ma inferiori

a 500 q.li. Infatti il materiale di risulta dallo spazzamento stradale contiene materiali organici vari, conferiti

umidi, in prevalenza di natura vegetale (quali, ad es., foglie, aghi di pino, carta, etc.) nella misura di circa il 25%

in peso (la percentuale e l umidità possono variare da stagione in stagione e a seconda delle condizioni meteo-

climatiche). Il potere calorifico di tali rifiuti può essere quantificato in 2000 3000 kcal/kg.

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Dall analisi effettuata per altri impianti simili all impianto in oggetto recentemente realizzati,

l attività si può quindi considerare a rischio di incendio MEDIO ai sensi del D.M. 10/03/1998.

Come disposto dal citato decreto, l azienda si attiverà nella predisposizione di uno specifico

piano di emergenza/evacuazione, con relative procedure, disegni ed attribuzione di

responsabilità specifiche. Tale piano sarà provato e verificato.

Si farà inoltre ricorso ad addetti alla squadra antincendio già addestrati che operano presso il

Centro Impianti. L obiettivo sarà quello di avere almeno un addetto alla squadra di emergenza

sempre presente in azienda durante le ore lavorative.

In caso di incendio gli addetti all impianto dovranno:

indossare, qualora ne fossero sprovvisti, gli indumenti protettivi (tuta da lavoro, guanti,

stivali, caschetto e visiera);

verificare l origine dell incendio;

adottare le misure di sicurezza necessarie per eliminare ogni fonte di innesco (togliere

tensione alle utenze elettriche, non fumare, spegnere i motori, etc.);

avvertire il responsabile dell impianto dell accaduto;

preparare i mezzi idonei (estintori, idranti, etc.) per attaccare un eventuale fiamma; i mezzi

da predisporre sono quelli più vicini al punto di rilascio.

In ogni caso, difficilmente l evento potrà essere tale da ricadere nella fascia degli eventi

significativi-gravi, in quanto per le caratteristiche di combustibilità dei prodotti trattati

nell impianto sarà alquanto improbabile che i rifiuti trattati possano essere coinvolti in un

incendio.

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3.9.2 Rischio di contatto ed emissione di sostanze tossiche (rischio chimico)

I reagenti chimici impiegati nel processo sono i seguenti:

Gli operatori comunque non verranno in alcun modo in contatto con gli stessi: infatti i

reagenti chimici saranno stoccati in adeguati contenitori e sia la fase di carico, sia quella di

trasferimento dei prodotti all impianto, avverranno attraverso sistemi di pompaggio.

In ogni caso, durante le operazioni di carico dei reagenti, gli operatori dovranno indossare i

dispositivi di protezione individuale previsti dal Piano di emergenza, che verrà redatto in un

secondo momento, come da iter procedurale previsto dalla normativa vigente.

In prossimità dei serbatoi di stoccaggio reagenti sarà installata una doccia antinfortunistica,

dotata di lavaocchi e realizzata secondo le Normative Vigenti in materia di sicurezza.

Nell eventualità di esalazione di sostanze tossiche durante il trattamento, gli addetti

all impianto dovranno comportarsi nel modo seguente:

indossare, qualora ne fossero sprovvisti, gli indumenti protettivi (tuta da lavoro, guanti,

stivali, caschetto, visiera, maschera antigas);

interrompere le operazioni di trasferimento della sostanza pericolosa che potrebbe avere

provocato la formazione della sostanza tossica, arrestando la pompa attraverso il pulsante di

emergenza o sezionando l alimentazione elettrica;

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avvertire il coordinatore dell emergenza dell accaduto;

utilizzare il getto di un idrante UNI 45 con acqua frazionata per abbattere i vapori formati.

3.9.3 Emergenze ambientali

Uniche emergenze ambientali ipotizzabili - connesse all attività svolta all interno

dell impianto - sono quelle di sversamento accidentale dei prodotti chimici.

I prodotti chimici saranno stoccati in serbatoi di 1,5 o 2,5 m3 cad. e posizionati in vasca di

contenimento, che garantisce la tenuta in caso di versamenti o rotture accidentali.

Per gli eventuali piccoli versamenti che dovessero verificarsi durante la fase di carico, saranno

predisposte idonee istruzioni per il personale interno addetto al controllo di tali fasi e messi in

dotazione idonei mezzi di contenimento ed assorbimento.

Le operazioni di scarico di tali rifiuti avverranno sempre in luoghi protetti, coperti,

pavimentati ed idonei.

Il danno ambientale in caso di incendio è da considerarsi poco rilevante.

Il piano d emergenza aziendale identificherà anche le emergenze ambientali e sarà teso a

controllare e circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzarne gli effetti e limitarne i danni

per l uomo, per l ambiente e per i beni.

3.10 Misure di ripristino dell area

L area è all interno del Centro Impianti IREN continuerà ad essere utilizzato per le attività

dell Azienda.

In caso di chiusura dell attività autorizzata, IREN provvederà a redigere un piano che

identifichi i sistemi di smaltimento di rifiuti e materiali residui, finalizzato al ripristino finale

ed al recupero ambientale dell area su cui insiste l impianto, secondo quanto previsto dai

D.M. 16/05/1989 e dalla Parte IV - Titolo V del D.Lgs. 152 del 03.04.2006 e s.m.i. (ex

D.M. 471 del 25/10/1999).

Il piano identificherà le verifiche atte ad accertare la sussistenza di possibili rischi o

l eventuale presenza di fattori di nocività o contaminazioni, nonché i conseguenti interventi,

ove necessario, di messa in sicurezza e/o bonifica.

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Nello specifico, il piano di intervento, sottoposto all approvazione degli Enti competenti, sarà

articolato per fasi successive, secondo le procedure stabilite dalle normative tecniche di

riferimento. In particolare esso prevederà:

ricostruzione dei dati di utilizzo dell area e individuazione degli elementi di rischio, con

verifica preliminare del loro stato e relativa rappresentazione cartografica;

primo inquadramento morfologico e idrogeologico/idrochimico del sito;

piano di eventuali indagini dirette o indirette sui servizi/sottoservizi/impianti;

piano di eventuali indagini fisiche;

piano di indagini mediante sondaggi/escavazioni/carotaggi in corrispondenza delle

potenziali fonti di rischio riconosciute;

proposta di smantellamento delle strutture ed eventuale bonifica, rimozione e smaltimento

dei rifiuti, dei materiali e degli impianti obsoleti;

progetto di riutilizzo dell area, con rifacimento delle strutture in relazione alle nuove attività

previste.

Le modalità di ripristino finale e recupero ambientale dell area saranno comunque effettuate

previo nulla osta della Provincia di Piacenza, fermo restando gli obblighi previsti dalle

normative vigenti in materia.

Le modalità operative di riferimento, in linea di massima, sono le seguenti:

asportazione di tutti i rifiuti - eventualmente presenti sull impianto - ed invio dei medesimi a

centri di trattamento e smaltimento regolarmente autorizzati;

pulizia delle pavimentazioni, delle vasche e delle opere murarie con getti di acqua e

pulivapor, con raccolta e smaltimento delle acque di risulta presso centri esterni

regolarmente autorizzati;

pulizia dei serbatoi e dei macchinari con getti di acqua e pulivapor, con raccolta delle acque

di risulta ed invio delle medesime a centri di trattamento e smaltimento regolarmente

autorizzati;

smantellamento e asportazione dei macchinari puliti;

prelievo di campioni del suolo e sottosuolo ed invio a laboratori specializzati per la

certificazione di suolo e sottosuolo non contaminati;

verifica di conformità degli interventi eseguiti, da parte degli Enti di controllo.

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Al termine delle operazioni, alla Provincia di Piacenza sarà demandata la verifica del corretto

ripristino finale e recupero ambientale dell area al fine del successivo svincolo della garanzia

fideiussoria.

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4 Quadro di riferimento ambientale e valutazioni degli impatti ambientali potenziali a

breve, medio e lungo periodo

Oggetto della presente sezione è la descrizione delle componenti ambientali potenzialmente

interessate dalle interferenze delle azioni elementari di impatto, sia in fase di cantiere che in

fase di esercizio e la valutazione degli effetti sulle stesse componenti ambientali, indotti dalla

sostituzione dell impianto oggetto di studio in luogo dell attuale impianto di selezione rifiuti,

- collocati all interno del Centro Impianti IREN di Piacenza - e dalle connesse attività di

trasporto.

In merito alle componenti ambientali oggetto di approfondimento circa i potenziali

effetti dell intervento, si sono individuate:

- atmosfera;

- viabilità;

- suolo, sottosuolo e ambiente idrico;

- contesto acustico.

I dati ambientali delle componenti descritte nei paragrafi che seguono sono stati presi dai

seguenti documenti:

Piano Conoscitivo - PTCP del Comune di Piacenza;

Dichiarazione ambientale 2008 - Tecnoborgo S.p.A.;

ARPA.

Lo studio di ciascuna componente ambientale potenzialmente impattata dalle azioni di

modifica dell attuale progetto autorizzato dalla Provincia di Piacenza è stato strutturato in

varie fasi e, più precisamente:

il punto di partenza degli approfondimenti di indagine relativi a ciascuna componente è

la descrizione e caratterizzazione della stessa, finalizzata alla definizione dello stato di

fatto in cui si inserisce l intervento (stato della componente ante-operam );

identificazione delle potenziali interferenze indotte dalle modifiche delle attività

attualmente effettuata all interno del Centro Impianti;

approfondimento in merito ai dispositivi di prevenzione eliminazione e/o mitigazione

previsti dal progetto relativo all impianto che andrà a sostituire l impianto di selezione

esistente;

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valutazione dell entità dei potenziali impatti sulla componente (eventuali pressioni

indotte sulla componente durante la fase di cantiere e di esercizio dell attività che si

intende localizzare in luogo dell attività di selezione esistente).

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4.1 Atmosfera

4.1.1 Dati sulla metereologia locale

La Regione Emilia Romagna è caratterizzata da un clima continentale con inverni rigidi ed

estati calde. Gli aspetti più significativi sono: l umidità molto elevata e le nebbie frequenti nei

periodi invernali di cui sono responsabili le acque superficiali ed in particolare tutta la rete

idrografica del Po, che in questo senso influenza tutta la Pianura Padana.

Le piogge sono più abbondanti in primavera e autunno, risulta comunque essere frequente

l attività temporalesca anche nei mesi più caldi.

I venti sono caratterizzati in estate da correnti prevalentemente sud-orientali, in inverno da

correnti nord occidentali mentre nelle stagioni intermedie prevalgono venti da Nord-Est. La

loro intensità è generalmente moderata ed il periodo più ventilato coincide con la primavera,

soprattutto durante il mese di aprile.

L area di indagine dista pochi chilometri dalle pendici del versante settentrionale

dell Appennino Tosco-Emiliano. Questo influisce sull andamento delle temperature e delle

piogge in quanto costituisce uno schermo alle correnti umide che provengono da Sud mentre

quelle fredde da Nord sono schermate dalla catena alpina.

Il clima dell area in esame presenta tutte le caratteristiche tipiche della regione

precedentemente descritte.

4.1.2 Stato attuale sulla qualità dell aria

La qualità dell aria nell area dove verrà localizzato l impianto si può dedurre dai report

relativi al monitoraggio dell aria effettuati dall ARPA di Piacenza. Tuttavia, l impianto non

presenta emissioni diffuse o concentrate di inquinanti e quindi lo stato di qualità della

componente non può venire alterato.

Si consideri inoltre che l impianto attualmente attivo e autorizzato che si intende sostituire

con l impianto in studio presenta due punti di emissione in atmosfera autorizzati dalla

Provincia di Piacenza.

La qualità dell aria non potrà quindi che subire un impatto positivo in seguito all installazione

del nuovo impianto.

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4.1.3 Possibili interferenze prodotte dall attività

Le possibili emissioni fuggitive dell impianto oggetto di studio sono principalmente legate ai

fenomeni di seguito elencati:

- dispersione di polveri durante il trasporto veicolare;

- emissioni di polveri, SOV, SIV durante le operazioni di movimentazione, carico-

scarico, stoccaggio (per altro effettuate tutte in area coperta).

In ogni caso, è previsto un sistema di umidificazione con ugelli in uno dei box di stoccaggio

dei rifiuti in ingresso.

L esercizio di impianti analoghi recentemente realizzati da Esposito Servizi Ecologici

dimostra che questa tipologia di impianti e relativi rifiuti trattati non sono sorgenti di

emissioni.

Più in dettaglio, si pone in evidenza che nell impianto non saranno presenti punti di

emissione per i quali richiedere l autorizzazione ai sensi del D.Lgs. 152 del 03.04.2006,

parte V (ex D.P.R. 203/88).

Non è quindi prevista alcuna interferenza dell attività correlata a sorgenti puntiformi in

quanto non sono presenti tali tipologie di emissioni di cui al succitato decreto.

Anzi, a completezza dello studio della componente si sottolinea che l impianto di selezione

che verrà sostituito dal nuovo impianto oggetto del presente studio ha i seguenti due punti di

emissione:

E24-aspiratore polveri;

E25-biofiltro.

Più precisamente, nel complesso la Provincia di Piacenza ha autorizzato, con Determinazione

Dirigenziale n.168 del 23 gennaio 2003, come modificata dalle Determinazioni Dirigenziali

n.2314 del 18 settembre 2003 e n.148 del 26 gennaio 2005, ai sensi del DPR 203/1988, le

seguenti emissioni in atmosfera:

E2 - silo calce;

E3 - camino inceneritore (non più attiva);

E4 - E5 cogeneratori (non più attive);

E6 - centrale termica;

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E7 - saldatura (non più attiva);

E8 - E9 - E10 - aspirazione gas di scarico;

E11 - macchina di lavaggio;

E12 - E 22- E23 - bruciatore idropulitrice;

E13 - E20 espulsione aria Karin B ;

E21 - filtrazione fanghi (non più attive);

E24 - aspiratore polveri impianto di selezione;

E 25 - biofiltro impianto di selezione.

Quindi l impianto che si intende localizzare nel Centro Impianti IREN di Piacenza farà sì che

due dei punti di emissione attualmente autorizzati nella Piattaforma diventino non più attivi

in quanto sostituirà l impianto fonte dei punti di emissione E24 ed E25.

Ciò riconferma che l impianto oggetto di studio non impatterà negativamente la componente

atmosfera, bensì per quanto sopra detto farà sì che si verifichi un impatto positivo sulla

componente.

4.1.4 Dispositivi di prevenzione e mitigazione degli effetti

In merito, si evidenziano i seguenti aspetti progettuali/gestionali:

- i rifiuti da spazzamento strade sono di fatto umidi e non daranno quindi origine

all interno dei capannoni ad emissioni polverose diffuse in fase di scarico e

movimentazione;

- gli stoccaggi saranno realizzati al coperto sotto il capannone, isolato verso l esterno

da tamponamenti e portoni;

- tutte le operazioni di trattamento e di stoccaggio si svolgeranno in un capannone

chiuso;

- il trattamento dei rifiuti non darà origine ad emissioni polverose diffuse in quanto si

avvale di processi ad umido con un rapporto medio acqua/rifiuti di circa 8:1;

- i rifiuti da trattare sono lavati ed in movimento e, in genere, non danno origine ad

odori molesti; comunque, a maggior garanzia e tutela dell ambiente di lavoro, sulla

tubazione dell acqua di ricircolo è previsto il dosaggio di una soluzione di ipoclorito

di sodio, così da prevenire eventuali emissioni diffuse di COV e odori dovuti

essenzialmente all eventuale presenza di sostanze organiche,;

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- i materiali di recupero saranno materiali umidi lavati e pertanto non costituiranno

fonte di emissioni polverose ed odori diffusi;

- la viabilità all interno della piattaforma impiantistica è regolamentata affinché il

transito dei mezzi non costituisca situazione di pericolo per gli operatori addetti agli

impianti, per gli addetti che transitano nella piattaforma e per i visitatori. In

particolare, fin dalle fasi di pianificazione dei conferimenti, e compatibilmente con le

esigenze del cliente e dell impianto, verrà distribuito al meglio l afflusso degli

automezzi durante la giornata limitando, per quanto possibile, i sovraccarichi nelle

fasce orarie di punta.

4.1.5 Valutazione del potenziale impatto sulla componente

L analisi delle disposizioni progettuali relative alle procedure operative e gestionali adottate

mette in luce che gli impatti sulla componente atmosfera indotti dalla modifica che si vuole

apportare consistente nella sostituzione dell impianto di selezione con l impianto oggetto di

studio possono essere ritenuti trascurabili.

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4.2 Suolo, sottosuolo e ambiente idrico superficiale

L impianto dista 250 m dal fiume Po, corso d acqua principale che scorre a nord del sito

localizzativo. L area risulta interamente impostata sui depositi alluvionali attuali e recenti,

costituiti prevalentemente dalle sabbie del fiume Po.

L area interessata dall impianto si presenta pianeggiante e nelle immediate vicinanze non

sono presenti elementi idrografici di rilievo.

In condizione di normale deflusso la falda superficiale scorre da sud verso nord con gradiente

intorno allo 0,1%. La superficie piezometrica è condizionata dal livello del fiume Po che, in

condizioni di pine massicce e prolungate, alimenta direttamente la falda con deflusso inverso.

4.2.1 Potenziali interferenze indotte dall attività

La contaminazione potenziale delle componenti suolo, sottosuolo e ambiente idrico può

derivare dai seguenti fattori:

- prelievo della risorsa idrica per effettuare le operazioni di soil washing ;

- ricadute al suolo di polveri emesse durante il trasporto veicolare e durante le

operazioni di movimentazione, carico-scarico, stoccaggio dei materiali in

ingresso/uscita, che tuttavia sono conferiti umidi e quindi rendono tale circostanza

remota;

- sversamenti sul suolo, nei corpi idrici superficiali e infiltrazione nel sottosuolo di

effluenti liquidi, reagenti di processo, acque di percolazione dei rifiuti o acque

meteoriche contaminate.

4.2.2 Disposizione di prevenzione e mitigazione degli effetti

In sede di progettazione è stata rivolta particolare attenzione al contenimento del rischio di

inquinamento del suolo, della falda acquifera e dei corpi idrici superficiali.

In merito, si possono evidenziare i seguenti aspetti progettuali:

- tutte le superfici dove è previsto che si effettuino le operazioni di movimentazione,

stoccaggio e trattamento dei rifiuti saranno al coperto, così da evitare possibili

dilavamenti dei rifiuti;

- le superfici di transito, movimentazione, stoccaggio e trattamento dei rifiuti sono

costituite da pavimento in c.a. impermeabile e ad elevata resistenza;

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- lo stoccaggio dei rifiuti sarà effettuato in due box di stoccaggio indipendenti realizzati

all interno del capannone, chiusi su tre lati, su pavimenti impermeabili, provvisti di

rete di drenaggio delle acque con raccolta e convogliamento nella suddetta vasca di

raccolta e rilancio all impianto chimico-fisico dedicato;

- i serbatoi di stoccaggio dei reagenti saranno collocati in appositi bacini di

contenimento realizzati in c.a impermeabilizzato con resine antiacido epossidiche

resistenti all azione di reagenti chimici;

- la viabilità all interno della piattaforma impiantistica è regolamentata, mediante

percorsi obbligati in ingresso ed in uscita ed apposita segnaletica, al fine di ridurre la

possibilità di incidenti con conseguente sversamento di rifiuti sul suolo;

- l impianto sarà dotato di sezione di trattamento chimico-fisico-biologico delle acque

di lavaggio, così che le medesime potranno essere ricircolate (con percentuale di

riutilizzo di circa il 78 %);

- anche le acque raccolte dal pavimento quali colaticci, acque di lavaggio della

pavimentazione, scarichi da troppo-pieno, etc., verranno raccolte da una apposita rete

di drenaggio, immesse nel ciclo di lavaggio e quindi depurate nella sezione di

trattamento chimico-fisico;

- infine, le acque reflue residue non ricircolate verranno scaricate in fognatura.

4.2.3 Valutazione del potenziale impatto sulla componente

I potenziali impatti che potrebbero generare una pressione sulla componente sono

riconducibili alle seguenti cause, di seguito analizzate:

- utilizzo della risorsa idrica;

- impatto sulle acque superficiali;

- quantitativo di reflui avviati al depuratore del Centro Impianti;

- ricadute al suolo di polveri;

- sversamenti e percolazioni.

Utilizzo della risorsa idrica

Attualmente il prelievo della risorsa idrica dai n.2 pozzi interni al Centro Impianti IREN di

Piacenza è stato pari, nell anno 2009, a 250 000 m3.

Il nuovo impianto necessiterà un quantitativo di acqua pari a circa 48 000 m3/anno, con un

aumento pari al 19% dell acqua prelevata attualmente dal Centro Impianti.

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Tale quantitativo deve essere valutato rispetto all attuale prelievo di risorsa complessivo del

Centro Impianti. In tabella si riassume la situazione attuale di prelievi idrici autorizzati e il

quantitativo di risorsa effettivamente prelevato.

Prelievo autorizzato

(m3)

Prelievo Anno 2009

(m3)

Stima consumi nuovo impianto

(m3)

Stima consumi con nuovo

impianto (m3)

% di incremento di

consumi (rispetto al totale

prelevato da falda)

Pozzo industriale 270.000 140.000 48.000 188.000 34% Pozzo potabile 110.430 110.000 - 110.000 0% Totale 380.430 250.000 48.000 298.000 19 %

Per raggiungere l obiettivo di valorizzazione dei rifiuti da spazzamento strade il nuovo

impianto attua un processo di lavaggio dei rifiuti al fine di trasferire le sostanze inquinanti dai

rifiuti all acqua per poi separarle mediante appositi macchinari.

Il processo richiede quindi l utilizzo di acqua.

Tuttavia si sottolinea che le operazioni di trattamento dell impianto e le sezioni dell impianto

sono state studiate per minimizzare l utilizzo della risorsa acqua e che, in ogni caso, l acqua

utilizzata sarà acqua ad uso industriale e non verrà impiegata acqua potabile, risorsa preziosa

e il cui uso deve essere razionalizzato.

Nello specifico, il consumo di acqua da pozzo industriale si incrementerà del 34%, pur

rimanendo nel complesso al di sotto dei limiti di prelievo già autorizzati; tale prelievo inciderà

per il 19% complessivo di acqua prelevata (considerando appunto anche gli altri prelievi di

acqua potabile che, comunque, non subiscono variazioni ma che interessano la piattaforma

nella sua globalità), sempre rimanendo inferiore al limite autorizzato.

In sostanza, se è pur vero che da un lato il processo attuato determinerà un incremento nel

prelievo di risorsa idrica (seppure solo industriale e non potabile) dall altro consentirà di

recuperare da rifiuti oggi interamente destinati allo smaltimento in discarica una frazione

superiore al 50% di prodotti utilizzabili nel settore dell edilizia e delle costruzioni, che

dovrebbero altrimenti essere prelevati dalle cave; il processo di soil-washing attuato

nell impianto consentirà quindi di ottenere un importante ed innegabile beneficio da un punto

di vista ambientale.

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E infine interessante, in questa valutazione, sottolineare che il prelievo d acqua è diminuito

nel corso degli anni grazie alla progressiva eliminazione dei consumi, come riassunto nel

grafico riportato in Figura 10 dal quale si evince che il trend è la riduzione del consumo di

risorsa idrica.

Figura 10: Consumi idrici complessivi del Centro Impianti IREN Periodo 2006-2009.

Rispetto al trend dimostrato dal grafico precedente è vero che l impianto proposto

determinerà un incremento nel consumo di risorsa idrica prelevata dalla rete industriale

poiché si tratta di un impianto di lavaggio con tecnologia soil-washing che, per il buon esito

del processo di trattamento, richiede grandi quantitativi di acqua. Si deve infatti avere

garanzia che il rifiuto sia lavato correttamente e che ne siano rimosse le sostanze inquinanti

contenute così da assicurare la qualità sia chimica che fisica dei prodotti recuperati.

Si vuole sottolineare però che, a fronte di un esigenza di acqua pari ad oltre 7/8 volte il

quantitativo di rifiuto (per 9 t/h di potenzialità vengono utilizzati circa 70 m3/h di acqua di

lavaggio) una minima parte viene reintegrata dalla rete industriale poiché oltre il 70%

dell acqua di lavaggio, previo idoneo trattamento chimico-fisico, viene ricircolata e

riutilizzata nel processo di trattamento.

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In conclusione, in virtù dell analisi effettuata si è rilevato che l incremento dei prelievi di

acqua futuri rispetto agli attuali sarà pari a 1/5 e sarà esclusivamente di acqua ad uso

industriale e non di acqua potabile.

Si ribadisce inoltre che tale quantitativo è comunque inferiore rispetto all attuale prelievo

autorizzato.

In sintesi quindi l impatto sulla componente acque superficiali è da ritenersi non significativo

se rapportato ai benefici ambientali che la realizzazione dell impianto comporta e se si

considera che il processo è stato ottimizzato in modo da utilizzare per la gran parte acqua di

ricircolo.

Infine, il processo di recupero attuato è significativo in quanto fortemente in linea con la

strategia nazionale per la riduzione della produzione, il recupero di materia e il recupero

energetico dei rifiuti.

Quantitativo di reflui avviati al depuratore del Centro Impianti

Nel 2009 il quantitativo dei reflui depurati dal depuratore sito nel Centro Impianti è stato di

12 838 966 m3; se a tale quantitativo si somma il quantitativo annuo di circa 48.000 m3 di

acque di scarico provenienti dal nuovo impianto, si ha che l incremento di reflui è pari allo

0,4% del quantitativo attualmente trattato.

L incremento dei reflui avviati al depuratore del Centro Impianti pari allo 0,4% non

costituisce alcun impatto sulla componente acque superficiali in quanto lo scarico in pubblica

fognatura avverrà rispettando comunque i limiti già concessi per gli altri impianti presenti

all interno del Centro Impianti.

Ricadute al suolo di polveri

Dalle descrizioni riportate in precedenza, si possono sintetizzare le seguenti valutazioni

relativamente alle potenziali ricadute al suolo di polveri:

- i rifiuti conferiti all impianto e i materiali recuperati non presentano forma

polverulenta;

- tutte le altre operazioni verranno realizzate al coperto all interno del capannone in

zone isolate verso l esterno;

- sul silo di stoccaggio della calce idrata è previsto un filtro a cartucce per

l abbattimento delle emissioni polverose durante le operazioni di carico del silo stesso.

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Questi fattori non generano un impatto sulla componente in virtù della tipologia di rifiuto

conferita all impianto e dei presidi impiantistici adottati.

In definitiva, si può pertanto affermare che le ricadute al suolo di polveri emesse durante il

trasporto veicolare e durante le operazioni di movimentazione, carico-scarico, stoccaggio dei

materiali in ingresso/uscita sono da ritenersi trascurabili.

Sversamenti e percolazioni

Sversamenti sul suolo e/o nei corpi idrici superficiali e infiltrazioni nel sottosuolo di effluenti

liquidi, reagenti di processo, acque di percolazione dei rifiuti o acque meteoriche contaminate

sono da ritenersi altamente improbabili in ragione del fatto che sono adottati in fase

progettuale numerosi dispositivi di prevenzione e mitigazione dettagliatamente descritti nella

relazione tecnica allegata al progetto.

Si evidenzia inoltre che le scelte progettuali effettuate non prevedono alcun tipo di scarico

diverso da quello in fognatura.

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4.3 Viabilità dell area

La rete stradale è caratterizzata da un assetto spiccatamente radiocentrico, con il nodo di

Piacenza - polo interregionale - su cui convergono le principali infrastrutture viarie. In

particolare, a Piacenza vi è un importante nodo autostradale su cui convergono le autostrade

A21 (Torino-Piacenza) e A1 (Autostrada del Sole).

Il sistema delle autostrade crea, in località Le Mose, un intersvincolo dove si realizza la

saldatura tra direttrici autostradali e viabilità ordinaria (statali e provinciali).

Piacenza è caratterizzata dalla presenza di numerose arterie stradali (SS 9 e SP 10 R) e

provinciali (SP 7, SP 28, SP 6) che attraversano il tessuto urbano.

La Strada Statale n.9 (via Emilia) da Piacenza attraversa tutta la regione fino a Rimini e la

Strada Statale n.10 che congiunge Piacenza con Cremona verso est rappresentano due

importanti direttrici per la viabilità provinciale.

Inoltre, in particolare, nella zona nord-est della città la SP 10R si sovrappone, confluendovi,

alla SS9; queste due importanti arterie attraversano, interferendo con il traffico urbano,

quartieri densamente abitati. Il volume di traffico è conseguentemente ai livelli di saturazione,

con basse velocità e forte inquinamento ambientale atmosferico.

Situazione analoga si presenta nella zona sud della città. [Fonte: PTCP, Quadro Conoscitivo -

Volume C Sistema Territoriale ]

AREA DI INTERVENTO

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Figura 11: Stralcio TAV.I2 del PTCP adottato con C.P. n.17/2009.

Nel documento conoscitivo preliminare alla stesura della variante del PTCP recentemente

approvata, si riporta che la stima del dei mezzi pesanti che transitano durante l ora di punta

7,00-9,00 del mattino è pari a n. 6.718 spostamenti.

In aggiunta, nel documento preliminare redatto prima della stesura della variante del PTCP

recentemente adottata per aggiornare/completare le previsioni del PTCP approvato nel luglio

2000, sono riportati alcuni interventi ipotizzati per il potenziamento della rete infrastrutturale

esistente.

In particolare sono previsti:

- rafforzamento delle connessioni con la grande rete di collegamento

nazionale/regionale e la rete regionale di base, tra cui il rafforzamento della

viabilità esterna mediante realizzazione del nuovo Ponte sul Po nel quadrante est di

Piacenza;

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- il potenziamento delle connessioni trasversali interne al territorio provinciale e,

in particolare, - di rilievo per lo studio in oggetto - della SP n.10 Padana inferiore

nella porzione est del territorio, con incremento della capacità di servizio da

conseguire attraverso interventi di riqualificazione e anche, nei tratti più critici,

mediante raddoppio di carreggiata;

- incremento della capacità di servizio delle connessioni radiali con il Capoluogo;

- decongestionamento degli assi viari di attraversamento dei principali centri urbani.

I vari scenari ipotizzati nel Volume C del Piano Conoscitivo del PTCP conducono allo

scenario riportato nella successiva figura 12.

Figura 12: Scenario pedemontano di cui al Volume C del PTCP (pag.235)

La situazione sopra riportata è quella attualmente descritta nei documenti pianificatori e negli

elaborati complementari ad essi; tuttavia si sottolinea che da Giugno 2010 è stata aperta al

traffico la bretella stradale che collega direttamente la tangenziale Sud e il casello autostradale

di Piacenza Sud con Strada Borgoforte, strada in cui è localizzato il Centro Impianti.

Il nuovo collegamento è di fondamentale importanza per l accesso al Centro impianti in

quanto farà sì che avvenga dalla Tangenziale e dall autostrada sia più agevole e diretto,

evitando l attuale percorso lungo la strada Caorsana e via Portapuglia.

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Figura 13: Viabilità per l accesso al Centro Impianti IREN Ambiente

4.3.1 Possibili interferenze e valutazione del potenziale impatto sulla componente

L impianto in oggetto, come evidenziato in precedenza (paragrafo 3.5), interessa circa 7

mezzi/giorno per il conferimento dei rifiuti in ingresso e 3 mezzi/giorno circa per il trasporto

dei prodotti/rifiuti in uscita dal Centro impianti, con potenziale interferenza sul contesto

acustico e sulla componente atmosfera, oltre che sulla viabilità dell area.

Al fine di valutare l effettiva interferenza di cui sopra si riportano le considerazioni che

seguono.

Nel 2009 al Centro Impianti sono stati stoccati 6.457 ton di rifiuti da spazzamento e di 1.690

ton di sabbia da depurazione per un totale di 8.147 ton.

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Tuttavia, se si considera che i rifiuti conferiti all impianto di selezione saranno comunque

conferiti all interno del Centro Impianti (non presso l attuale piattaforma, bensì su altre

piazzole) l incremento di traffico dovuto al nuovo impianto sarà quello riepilogato nelle

successive tabelle:

Rifiuti in ingresso Quantità

Totale rifiuti in ingresso (richiesta autorizzazione 30.000 t

Totale rifiuti in ingresso anno 2009 (CER 200303, CER 190802) 6.457 + 1.690 = 8.147 t

Incremento di rifiuti potenziale richiesto 30.000 t 8.147 t = 21.853 t

Incremento di mezzi al giorno in entrata 728 mezzi (21.853/30) /260 gg = + 2,8 mezzi/giorno

Rifiuti/Prodotti in uscita Quantità

Totale rifiuti in uscita dal nuovo impianto di recupero

20.520 t (considerando la perdita d acqua + rif. smaltiti dal Termovalorizzatore Tecnoborgo ubicato presso il Centro Impianti e quindi nello stesso polo logistico)

Portata mezzi a pieno carico 30 t Totale mezzi in uscita 20.520 t/30 t = 684 mezzi

Totale mezzi in uscita (anno 2009) 188 mezzi

Totale annuo mezzi in uscita potenziali 684 188 = 496 mezzi

Incremento mezzi in uscita rispetto alla situazione attuale

496 mezzi /260 gg = + 1.9 mezzi/giorno

La significatività dei dati sopra esposti, in relazione all incremento di traffico generato dal

nuovo impianto, può essere valutata solo se i dati stessi vengono rapportati al totale dei mezzi

in ingresso e in uscita dal Centro Impianti e riportati nella tabella sottostante:

anno n. mezzi in entrata n. mezzi in uscita totale

2008 94 669 10 796 105 465

2009 98 314 11 917 110 231

1° semestre 2010 49 786 6 066 55 852

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Dai dati riportati in tabella si ha che il traffico indotto dal nuovo impianto, per quanto

riguarda i mezzi in entrata, farà incrementare il traffico attuale dello 0,74% rispetto al traffico

del 2009 (728 mezzi che si aggiungeranno agli attuali 98.314); l incremento calcolato sul

numero attuale di mezzi in uscita sarà lievemente superiore ma comunque esiguo e, nello

specifico, sarà di poco inferiore all 1% rispetto al traffico del 2009.

Se si calcola l incremento percentuale riferito ai dati del 2010 (anche se riferiti solo al primo

semestre) si osservano variazioni in aumento ancora meno significative.

Alla luce di quanto sopra si può concludere che l impatto relativo al traffico indotto rispetto

alla situazione attuale del Centro Impianti di IREN Ambiente è del tutto trascurabile poiché

l attività del nuovo impianto determinerà un incremento del numero di mezzi complessivo

(rifiuti in ingresso e rifiuti/prodotti in uscita) pari a meno dell 1% rispetto alla attuale

situazione del Centro Impianti di IREN Ambiente.

La poca significatività dell impatto è inoltre determinata anche dal fatto che tutti i mezzi in

ingresso e uscita seguiranno il percorso illustrato nei paragrafi precedenti, ovvero potranno

usufruire del nuovo collegamento più agevole e diretto dalle grandi arterie stradali

(tangenziale, autostrada) al Centro Impianti e viceversa.

Oltre a quanto sopra illustrato, e a parziale completamento delle suddette considerazioni, si

ritiene opportuno evidenziare alcune altre valutazioni di impatto su area vasta. Infatti, si deve

osservare che il numero dei mezzi attualmente utilizzati per la gestione dei rifiuti che saranno

in futuro destinati al nuovo impianto è pari a circa 163 veicoli/anno; in considerazione degli

attuali destini di smaltimento questi veicoli percorrono lunghe distanze, come si può vedere

dall analisi riassuntiva riproposta nella tabella che segue:

DESTINAZIONE DISTANZE (KM)

FLUSSO VEICOLI/ ANNO

TOTALE KM PERCORSI

LISCATE 140 52 7 280

SPAZZAMENTO GORLE (BG) 280 51 14 280

NOVELLARA (RE) 200 3 600

SABBIE CARPINETI (RE) 250 57 14 250

TOTALE 163 36.410

Il bacino d utenza previsto per l impianto in oggetto invece sarà principalmente la Regione

Emilia Romagna e, in particolare, la Provincia di Piacenza e le Province limitrofe.

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Inoltre il destino delle materie prime seconde (sabbia-ghiaino-ghiaietto), risorse output del

trattamento, sarà nel raggio massimo di 20 km, mentre i rifiuti in uscita (sostanzialmente

fanghi), saranno conferiti ad impianti di trattamento autorizzati ubicati in un raggio massimo

di 80/100 km.

In considerazione di ciò è possibile trarre dunque ulteriori conclusioni per comprendere quali

vantaggi (oltre ad incrementare l autosufficienza Regionale del trattamento di rifiuti) porterà

il trattamento degli stessi presso il Centro Impianti di IREN Ambiente sull impatto del

traffico veicolare di area vasta e quali incrementi percentuali del tutto trascurabili del traffico

veicolare su scala locale.

IREN Ambiente grazie al processo attuato nell impianto in progetto sarà in grado di produrre

materiali di elevata qualità da utilizzarsi per impieghi nell edilizia pubblica e privata grazie ad

un processo di trattamento che consentirà di diversificare flussi di rifiuti (terre da

spazzamento strade e rifiuti dall eliminazione delle sabbie) attualmente indifferenziati e che,

allo stato attuale sono destinati solo ad essere smaltiti in discarica.

In sintesi, si può concludere che oltre ad avere una notevole valenza ambientale, l impianto

attua i principi contenuti nelle direttive comunitarie, regionali e provinciali, prevedendo una

riduzione del quantitativo di rifiuti da avviare in discarica.

4.3.2 Valutazione del potenziale impatto sulla componente

In considerazione degli scenari ante-operam e post-operam, gli impatti sulla componente

viabilità possono pertanto essere ritenuti positivi su ampia scala e non significativi a livello

locale.

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4.4 Contesto acustico

Nella presente sezione verranno analizzati i potenziali effetti generati sul contesto acustico

dall intervento in oggetto, con lo scopo di illustrare la situazione di fatto in cui si inserisce

l intervento, di individuare le principali fonti rumorose indotte e di verificare i possibili effetti

sui principali ricettori identificati.

Si rimanda inoltre al documento ENIA-AUT-DOC-04-Previsione di impatto acustico ,

documento che approfondisce e quantifica quanto esposto in questo paragrafo solo a livello

qualitativo.

Le considerazioni qui contenute sono articolate in due fasi:

- situazione ante-operam: descrizione qualitativa del clima acustico attuale e

localizzazione dei principali ricettori;

- esame delle principali fonti rumorose connesse all intervento in oggetto e

valutazione dei potenziali effetti generati dall intervento sul contesto acustico.

Il Comune di Piacenza ha adottato la zonizzazione acustica del proprio territorio (DCC n.98

del 30.03.2007) e le scelte oggi vigenti, in regime di salvaguardia, assegnano all area di

interessa la Classe VI (esclusivamente industriale), come verificabile nel successivo stralcio

del Piano di Zonizzazione.

Figura 14: Stralcio del Piano di zonizzazione acustica del Comune di Piacenza.

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L attività produttiva è completamente inclusa nella Classe VI avente i valori limite di livello

sonoro di immissione pari a 70 dBA sia nel periodo diurno che notturno ed esclusione

dell applicazione del cosiddetto Criterio Differenziale all interno della U.T.O. medesima,

mentre nelle restanti Classi a confine della U.T.O. di IREN, oltre ai rispettivi limiti di livello

sonoro di immissione in ambiente esterno debbono essere rispettati anche i valori limite di

immissione differenziale presso eventuali ambienti abitativi , così come definiti dalla L.

26.10.1995 n.447.

Si osserva che l area localizzativa è inserita in un area più vasta di proprietà di IREN, che

svolge la stessa attività di tipo industriale.

Si constata inoltre che non sono presenti recettori sensibili ai confini di quest area.

4.4.1 Potenziali interferenze indotte dall attività

Fase di cantiere

Le fonti rumorose durante le attività di cantierizzazione saranno costituite dai mezzi

meccanici utilizzati nella realizzazione delle opere oltre che dagli effetti dell incremento dei

flussi di traffico (in particolare degli autocarri addetti al trasporto del materiale). Le attività

condotte in tale fase, sono da considerarsi a carattere temporaneo: limitate nel tempo e

discontinue. Esse rappresentano comunque una potenziale sorgente di rumore verso il

contesto esterno potenzialmente accompagnate da componenti impulsive.

Gli effetti rumorosi sono riconducibili ai cicli lavorativi diurni delle imprese appaltatrici,

durante l intero periodo di cantierizzazione.

Il periodo di cantierizzazione coinvolgerà il movimento solo dei mezzi necessari al trasporto

delle apparecchiature e del materiale di carpenteria che si renderà necessario per adattare il

capannone esistente all impianto oggetto di studio.

Gli effetti della viabilità principale adiacente l area, la distanza del sito dai ricettori

individuabili e la classificazione prevista nell ambito di riferimento, portano ad escludere la

generazione di incrementi dei livelli sonori, riconducibili all attività di cantierizzazione,

incompatibili con i limiti di legge.

Si tenga anche presente che la realizzazione dell impianto avverrà, come più volte detto,

all interno di un capannone esistente per cui la maggior parte delle attività di cantiere si

svolgerà in un area chiusa e coperta.

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Si specifica infine che le attività lavorative sono previste esclusivamente in periodo diurno e

che, in fase di cantiere, verranno adottate tutte le modalità operative atte a limitare sino al

minimo indispensabile, il potenziale disturbo arrecato.

Fase di esercizio

Nella tabella successiva sono riassunte le principali fonti rumorose in fase di esercizio

individuate dai progettisti dell impianto oggetto di studio, con i relativi valori di emissione

sonora.

PRINCIPALI FONTI RUMOROSE IN FASE DI ESERCIZIO

ID DESCRIZIONE Lw

T101 TRAMOGGIA DI CARICO 85dB(A)

5 sec ogni 10 min

N001 NASTRO ESTRATTORE 70 dB(A)

N002 NASTRO RACCOLTA SOTTOVAGLIO VGS101 65 dB(A)

N003 NASTRO RACCOLTA SOPRA-VAGLIO VGS101 65 dB(A)

VGS101 VAGLIO STELLARE 75 dB(A)

N101 NASTRO ALIMENTAZIONE LAVATORE IN CONTROCORRENTE 65 dB(A)

N102 SEPARATORE MAGNETICO A NASTRO 65 dB(A)

LBT101 LAVATORE IN CONTROCORRENTE 82 dB(A)

V101 VAGLIO VIBRANTE DRENANTE (FRAZIONE ORGANICA > 2 mm) 82 dB(A)

V102 VIBROASCIUGATORE (FRAZIONE ORGANICA < 2 mm) 80 dB(A)

V103 VIBROASCIUGATORE (SABBIE 0,063 2 mm) 82 dB(A)

CCL101 COCLEA COMPATTATRICE FRAZIONE ORGANICA > 2 mm 70 dB(A)

CCL102 COCLEA COMPATTATRICE FRAZIONE ORGANICA < 2 mm 65 dB(A)

N103 NASTRO TRASPORTATORE GHIAINO (2 8 mm) 65 dB(A)

N104 NASTRO TRASPORTATORE GHIAIETTO (8 20 mm) 65 dB(A)

N105 NASTRO TRASPORTATORE SABBIA (0,063 2 mm) 65 dB(A)

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N106 NASTRO TRASPORTATORE FRAZIONE ORGANICA (> 2 mm) 65 dB(A)

VS101 VASCA RACCOLTA TORBIDA DI LAVAGGIO (AGITATORE VASCA, POMPA

IDROCICLONE) 80 dB(A)

SF101 SOFFIATORE AERAZIONE REATTORE BIOLOGICO 85 dB(A)

80 dB(A) TK103

STOCCAGGIO E DOSAGGIO REAGENTI:

VIBRATORI DI FONDO;

COCLEA DOSATRICE. 75 dB(A)

Tabella B: Elenco principali sorgenti rumorose durante la fase di esercizio.

I restanti macchinari presentano livelli considerati trascurabili.

Tutti gli impianti saranno installati e attivati esclusivamente all interno dei fabbricati chiusi.

Le tamponature laterali degli edifici sono realizzate in pannelli prefabbricati con portoni di

ingresso/uscita del tipo ad impacchettamento rapito,.

Le tamponature, in parte, sono già esistenti in quanto il capannone è esistente.

Per il confronto tra la situazione attuale e quella prevista per adeguare il capannone si rimanda

alla relazione tecnica di progetto ed alle tavole grafiche allegate in cui sono descritti in modo

approfondito gli interventi di adeguamento al capannone esistente previsti.

In relazione alla presenza di ulteriori fonti potenzialmente interferenti con la componente

ambientale, una sorgente significativa sarà rappresentata dai flussi veicolari degli automezzi

all interno dell area e dal traffico indotto lungo le vie di comunicazione sfruttate per

l accesso.

Il flusso di traffico complessivo connesso con la fase di esercizio dell impianto è stimato in

circa 7 automezzi/giorno in ingresso e circa 2/3 automezzi/giorno in uscita. Si rimanda

alle considerazioni riportate in merito alla componente viabilità circa l impatto trascurabile

della realizzazione del nuovo impianto.

Infine, per una corretta valutazione del contesto acustico non si deve tralasciare che, nel caso

oggetto di approfondimento, le sorgenti di rumore conseguenti all attività di lavaggio delle

terre da spazzamento stradale e da eliminazione delle sabbie si inseriscono in un ambiente

avente già un rumore di fondo non trascurabile, come sarà dettagliatamente illustrato nella

valutazione di impatto acustico che sarà presentata contestualmente al presente studio.

4.4.2 Dispositivi di mitigazione degli effetti

Tra i dispositivi di prevenzione e mitigazione individuati in progetto si annoverano:

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- le attività lavorative di cantierizzazione sono previste esclusivamente in periodo

diurno; in fase di cantiere, verranno adottate le modalità operative atte a limitare sino

al minimo indispensabile, il potenziale disturbo arrecato;

- il progetto dei macchinari che costituiscono l impianto di lavaggio sarà eseguito in

modo da ottenere un elevato grado di contenimento del rumore prodotto;

- i macchinari utilizzati per la movimentazione dei rifiuti e dei materiali recuperati

(ruspa, muletto) saranno dotati di silenziatori ad elevata efficienza;

- tutte le operazioni di trattamento si svolgeranno in capannone chiuso, con tamponature

e portoni dotati di idoneo grado di isolamento acustico;

- la viabilità all interno della piattaforma impiantistica è regolamentata. In particolare,

come detto in precedenza, fin dalle fasi di pianificazione dei conferimenti,

compatibilmente con le esigenze dell impianto, verrà distribuito al meglio l afflusso

degli automezzi durante la giornata limitando, per quanto possibile, i sovraccarichi

nelle fasce orarie di punta.

4.4.3 Valutazione del potenziale impatto sulla componente

In relazione alle analisi svolte in tale fase preventiva è possibile affermare che sia durante la

fase di cantierizzazione sia durante la fase di esercizio, l attività legata all intervento in

oggetto produrrà incrementi del livello rumoroso da ritenersi trascurabili e, in ogni caso,

compatibili con i limiti di legge.

Si rimanda comunque all analisi e alle considerazioni contenute nel documento ENIA-AUT-

DOC-04-Previsione di impatto acustico .

ENIA-DOC-002-02 Relazione relativa alla individuazione e valutazione degli impatti ambientali del progetto, Rev. 02 del 01.09.2010 - ESPOSITO SERVIZI ECOLOGICI S.r.l. Pagina 66 di 66

5 Conclusioni

Il Centro Impianti in cui si intende installare l impianto oggetto di studio è autorizzato con

AIA n.2148 del 30 ottobre 2007 della Provincia di Piacenza pertanto l attività costituisce

modifica dell attuale autorizzazione del Centro Impianti.

L attività di trattamento/recupero dei rifiuti da spazzamento stradale e dall eliminazione delle

sabbie con tecnologia soil-washing verrà effettuata all interno del succitato Centro Impianti

già esistente, per la precisione in sostituzione di un attività analoga già autorizzata, sia in

termini di tipologia che di potenzialità.

L impianto in analisi si localizzerà in un area specificatamente attrezzata collocata all interno

di un polo-logistico attualmente già utilizzata per le operazioni di gestione di diverse tipologie

di rifiuti.

L area di intervento non avrà un incidenza spaziale significativa in quanto non verrà utilizzato

suolo vergine e il nuovo impianto verrà installato all interno di un capannone esistente che

verrà sottoposto alle opere edili necessarie all adeguamento.

D altro canto la realizzazione dell impianto consente la valorizzazione di un rifiuto il cui

destino attuale è per la maggior parte dei casi la discarica oppure il trattamento dello stesso in

impianti analoghi a quello che si intende realizzare, ubicati fuori Regione; l intervento è

quindi in linea con l obiettivo dell annullamento del fabbisogno di discarica previsto dalla

Normativa Comunitaria e Nazionale.

In conclusione, si ritiene che la realizzazione dell Impianto di trattamento/recupero delle

terre da spazzamento stradale e da spurgo pozzetti stradali con tecnologia soil washing è

compatibile con l ambiente in cui si inserisce.

Timbro e firma dell estensore dello studio

ing. Laura Poviani


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