Produzione, consumo,
disuguaglianze Prof. Stefano Nobile
Corso di Sociologia generale
Produzione e consumo
Produzione Consumo
Prof. Stefano Nobile Produzione, consumo, disuguaglianze 2
Produzione e consumo
• Il feticismo delle merci
• Valore d’uso vs. valore di scambio
• Bisogno, desiderio, capriccio
• Beni durevoli vs. usa e getta
(obsolescenza programmata)
• Beni relazionali vs. beni posizionali
• La nascita del prosumer
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L’avvento del neoliberismo
• Fine del gold exchange standard • Crisi petrolifera • Crisi del keynesismo e del modello
fordista – Piena occupazione e potere di mercato
della forza lavoro → inasprimento della conflittualità
– Mantenimento del consenso da parte dello stato a costo di alte spese → crisi del welfare
– Turbolenza dei mercati → Eclissi della produzione di massa → Crisi delle tecnologie rigide e della standardizzazione dei prodotti → lavoro flessibile
– Invecchiamento della popolazione → taglio della spesa pubblica
– Stagflazione (inflazione + disoccupazione) → inefficacia della curva di Phillips
• Thatcherismo e reaganismo
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La risposta neoliberista alla
crisi degli anni ‘70
• La risposta alla crisi degli anni ’70 fu
(Trentini, 2002: 64): – Monetarismo
– Teoria dell’offerta
– Esternalizzazione (outsourcing) (anni ’90) • Decentramento produttivo
• Riduzione della sindacalizzazione
– Trasformazione dell’azionariato
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Una brevissima storia del
consumo
• La crescita dei consumi tra XVI e XVII secolo
• La nascita delle vetrine nel XVIII secolo
• La rivoluzione del saccarosio e primi lussi democratici
nel ‘700
• Il Crystal Palace di Londra (1851)
• La de-materializzazione del consumo
• La de-mercificazione del consumo – Il caso Ikea e l’incompletezza del prodotto
– Il collezionismo e l’incompletezza degli insiemi
• Lusso e morale → la de-moralizzazione del lusso e la
ricomposizione del conflitto tra attività commerciale e
attività politica
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Moda e consumo
• Il consumo come comportamento collettivo è un fenomeno
sociologicamente assai interessante.
• Per Georg Simmel la moda è una delle forme in cui si
esprimono due esigenze contrastanti e compresenti del vivere
dell’uomo in società: – imitazione → la tendenza alla fusione con il nostro gruppo, che dà
sicurezza e solleva da responsabilità di scelta personale → appaga
il bisogno di appoggio sociale → elemento di continuità e stabilità
– distinzione → il distinguersi rispetto agli altri, marcare la nostra
individualità → appaga il bisogno di diversità → elemento di
cambiamento, differenziazione
• Per Simmel la moda risponde dunque pienamente a un
carattere tipico del tempo: quello dell’impazienza. Essa,
infatti, non fa altro che assolutizzare il cambiamento
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La critica al consumo
• Nella società contemporanea, sotto la spinta dei
potenti mezzi pubblicitari, il soggetto è sempre
più determinato verso “consumi inutili” e “non
necessari”.
• Il consumismo, la ricerca di felicità attraverso
l’accumulazione di beni di consumo, spinge il
soggetto a: – rinchiudersi nella sfera privata;
– allontanarsi dall’impegno pubblico;
– essere culturalmente e politicamente passivo.
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La critica teorica al
consumo • Marx e il feticismo delle merci
• Veblen → La teoria della classe agiata (1899) – Le merci costituiscono la via più rapida per esibire il
proprio status in una società in cui tutti siamo stranieri
uno all’altro
• Adorno e Horkheimer → L’industria culturale e la
dialettica dell’illuminismo (1947)
• Riesman → La folla solitaria (1950)
• Marcuse → L’uomo a una dimensione (1964)
• Baudrillard → Il sistema degli oggetti (1968) – Dall’utilità al segno
• Ritzer → Il mondo alla McDonald (2000)
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Consumo e stili di vita
• Stile di vita = insieme coerente e distinto di scelte di consumo, ma anche di modi in cui si consuma. → effetto Diderot
• Pierre Bourdieu → distinzione sociale → specifici stili di vita e di consumo sono tipici di determinate classi. Gli stili di vita sono differenziati e resi operanti da criteri di gusto: il sapido e l’insipido, il bello e il brutto, il distinto e il volgare. Gli stili di vita non sono il semplice riflesso della posizione di classe, ma conseguenza di un gioco di classificazioni culturali operate e subite dai diversi gruppi.
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La critica pratica al
consumo
• Il luddismo
• I movimenti no-global
• Il consumerismo
• La riduzione dell’impronta antropica → il
consumo a chilometro zero
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Percentuale di spesa media mensile per consumi delle
famiglie italiane dei generi alimentari per categoria di
consumo. Anni 1973-2013
0,0
5,0
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15,0
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25,0
30,0
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79
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85
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91
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94
19
97
20
00
20
03
20
06
20
09
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Pane e cereali
Carne
Pesce
Olii e grassi
Latte, formaggi e uova
Patate, frutta e ortaggi
Zucchero, caffé, thé, cacao edaltro
Bevande
Produzione, consumo, disuguaglianze 15 Prof. Stefano Nobile
Percentuale di spesa media mensile per consumi delle
famiglie italiane dei generi non alimentari per categoria
di consumo. Anni 1973-2013
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
Tabacco Abbigliamento e calzature
Abitazione Combustibili ed energia elettrica
Arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa Sanità
Trasporti e comunicazioni Istruzione, tempo libero e cultura
Altri beni e servizi
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Spesa media mensile per consumi delle
famiglie italiane per macrocategoria di
consumo - Anni 1973-2013
0,0
10,0
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30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
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19
75
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77
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79
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81
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83
19
85
19
87
19
89
19
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19
93
19
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19
97
19
99
20
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20
03
20
05
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07
20
09
20
11
20
13
Alimentari e bevande Non alimentari
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La stratificazione sociale
• La stratificazione sociale è alla base delle capacità di spesa e
consumo di persone e famiglie.
• Essa indica la disposizione oggettiva o la classificazione soggettiva,
dall'alto in basso o viceversa, d'una popolazione di individui o di
collettività (famiglie, gruppi etnici o religiosi), ovvero di POSIZIONI
SOCIALI o RUOLI, in fasce contigue e sovrapposte detti strati
sociali, i quali si distinguono tra loro per il differente ammontare di
ricchezza, di potere, di prestigio o di altra importante proprietà
socialmente rilevante che ciascuno di essi possiede. Il termine
connota sempre l 'idea di una gerarchia; ogni strato si situa in
relazione agli altri in una posizione superiore o inferiore. La S.
sociale è una delle forme principali di DIFFERENZIAZIONE e di
DISEGUAGLIANZA.
Produzione, consumo, disuguaglianze 18 Prof. Stefano Nobile
La stratificazione sociale
• Le questioni concettuali più rilevanti, dal punto di vista
metodologico, riguardano: – La sintesi delle misure di stratificazione in variabili-indici
– La misurazione relativa ad aggregati
– L’incongruenza di status
– Predeterminazione dell’ampiezza del singolo strato • Dire che il largo strato dei lavoratori dipendenti – il 70% della forza
lavoro – ottiene in media un reddito annuo di 18 mila euro, mentre il
ristretto strato dei dirigenti – l’1% della forza lavoro – ne riceve
quasi 200, è meno efficace, come indicatore di disuguaglianza, del
dire che nella medesima società il 20% più ricco della popolazione
riceve un reddito 50 volte maggiore del 20% più povero. (Gallino,
2000: 62-63).
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L'indice di Gini
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Relazione tra l’indice di Gini
e disuguaglianze
Produzione, consumo, disuguaglianze 21 Prof. Stefano Nobile
Le disuguaglianze in cifre
• Le disuguaglianze di classe sono aumentate nel passaggio dal fordismo al postfordismo
• In occidente, sono maggiori nel sistema americano che non in quello europeo
• Negli Stati Uniti, il coefficiente di Gini è cresciuto ininterrottamente negli Stati Uniti dal 1970
• Il 20% della popolazione mondiale dei paesi con il reddito più elevato effettua l'86% dei consumi privati totali; il 20% più povero l'1,3%
Produzione, consumo, disuguaglianze 22 Prof. Stefano Nobile
La povertà
• Da dove derivano essenzialmente le opportunità di consumo? – Disuguaglianze
– Mobilità sociale
• Esistono due modi di definire la povertà. – Si parla di povertà assoluta, quando una persona non è in grado di
provvedere ai propri bisogni di base (cibo, vestiario, alloggio).
Convenzionalmente, questa condizione coincide con un limite di reddito
inferiore a 2 dollari al giorno
– Si parla di povertà relativa in relazione al benessere di altri, cioè a uno
standard variabile nel tempo: è povero in questo senso chi può contare su
risorse significativamente inferiori a quelle di cui possono godere gli altri
membri della stessa società. Anche in questo caso, convenzionalmente
sono ritenuti poveri coloro che possiedono meno della metà del reddito
medio di una certa popolazione.
Produzione, consumo, disuguaglianze 23 Prof. Stefano Nobile
Intensità della povertà relativa
in Italia - Anni 1980-2014
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
Produzione, consumo, disuguaglianze 24
Fonte: Istat, Indagine sui consumi delle famiglie (1980-2013), Indagine sulle spese delle famiglie (2014)
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La mobilità sociale
Mobilità sociale
Orizzontale / Verticale
Ascendente / Discendente
Intergenerazionale / Intragenerazionale
Di breve raggio / Di lungo raggio
Assoluta / Relativa
Individuale / Di gruppo
Produzione, consumo, disuguaglianze 25 Prof. Stefano Nobile
Possibili effetti della
mobilità sociale
• I processi di ricambio degli strati sociali, imputabili alla mobilità, sono di grande interesse tanto per la sociologia quanto per la politica sociale. Le principali ragioni di ciò sono: – La reputazione che le società con alto tasso di mobilità siano
meno soggette a tensioni sociali, nonostante le differenze rilevate tra mobilità oggettiva e speranza di mobilità.
– Aumento in termini di efficacia ed efficienza dell’intera organizzazione sociale.
– Per contro, la mobilità discendente di larga scala diventa un fattore di radicalizzazione politica.
– Come ha mostrato Mannheim (Ideologia e utopia, 1929), una elevata mobilità ascendente è spesso all’origine di una crisi delle concezioni tradizionali del mondo, originando idee innovative. Al tempo stesso, essa può indurre un aumento dell’ansia individuale e collettiva.
Produzione, consumo, disuguaglianze 28 Prof. Stefano Nobile
Problemi metodologici nella
rilevazione della mobilità sociale
Mobilità intergenerazionale: a quale punto della
carriera porre le comparazioni?
Quali variabili confrontare?
Riferimento al capofamiglia
Definizione della contiguità tra le
classi
Produzione, consumo, disuguaglianze 30 Prof. Stefano Nobile
Tipi di mobilità sociale
intergenerazionale
• Immobili
• Mobili con ritorno alle origini
• Mobili all’entrata nella vita attiva
• Mobili nel corso della vita attiva
• Supermobili
Produzione, consumo, disuguaglianze 31 Prof. Stefano Nobile
Mobilità intergenerazionale
e disuguaglianze
Produzione, consumo, disuguaglianze 32 Prof. Stefano Nobile
Per approfondire
Alberoni, F. (1964). Consumi e società. Bologna: Il Mulino. Baudrillard, J. (1968). Il sistema degli oggetti. Milano: Bompiani. Baudrillard, J. (1974). La società dei consumi. Bologna: Il Mulino. Bauman, Z. (2007). Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi. Gardolo (TN): Erickson. Beck, U. (2016). Disuguaglianza senza confini. Bari-Roma: Laterza. Castelletti, M. (2013). Verso la fine dell'economia. Apice e collasso del consumismo. Roma: Fuoco. Codeluppi, V. (2002). Che cos'è la moda. Roma: Carocci. Corrigan, P. (1997). La sociologia dei consumi. Milano: Franco Angeli. Curcio, A. M. (1994). La moda: identità negata. Milano: Franco Angeli. Douglas, M., & Isherwood, B. (1979). Il mondo delle cose. Bologna: Il Mulino. Duflo, E., & Banerjee, A. V. (2012). L'economia dei poveri. Milano: Feltrinelli. Durning, A. (1994). Quanto basta? La società dei consumi e il futuro. Milano: Franco Angeli. Fabris, G. (1995). Consumatore e mercato. Le nuove regole. Milano: Sperling & Kupfler. Fabris, G. (2003). Il nuovo consumatore: verso il postmoderno. Milano: Franco Angeli. Fabris, G. (2010). La società post-crescita. Consumi e stili di vita. Milano: Egea. Franzini, M., & Pianta, M. (2016). Disuguaglianze. Quante sono, come combatterle. Bari-Roma: Laterza. Gallino, L. (2000). Globalizzazione e disuguaglianze. Bari-Roma: Laterza. Gutgeld, Y. (2013). Più uguali, più ricchi. Milano: Rizzoli. Katz, E., & Lazarsfeld, P. F. (1955). Personal influence. New York: The Free Press. Kawamura, Y. (2005). La moda. Bologna: Il Mulino. König, R. (1992). Il potere della moda. Napoli: Liguori. Latouche, S. (2010). Come si esce dalla società dei consumi. Milano: Bollati Boringhieri. Lazarsfeld, P. F., Berelson, B., & Gaudet, H. (1944). The People's Choice. How the Voter Makes up His Mind in a Presidential Campaign. New York: Columbia University Press. Mafai, G. (1998). Storia della moda. Roma: Editori Riuniti. Nobile, S. (2007). Società, rischio e alimentazione. In E. Battaglini (A cura di), Il gusto riflessivo. Verso una sociologia della produzione e del consumo alimentare (p. 127-156). Acireale-Roma: Bonanno. Packard, V. (1958). I persuasori occulti. Torino: Einaudi. Paglia, V. (1994). Storia dei poveri in Occidente. Indigenza e carità. Milano: Rizzoli. Ragone, G. (A cura di). (1976). Sociologia dei fenomeni di moda. Milano: Franco Angeli. Ritzer, G. (1999). La religione dei consumi. Bologna: Il Mulino. Saraceno, C. (2015). Il lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi. Milano: Feltrinelli. Sassatelli, R. (2004). Consumo, cultura e società. Bologna: Il Mulino. Secondulfo, D. (1995). Ditelo con i fiori. Strutture del consumo e comunicazione sociale. Milano: Franco Angeli. Simmel, G. (1908). Il povero. Roma: Armando. Simmel, G. (1910). La moda. (A. M. Curcio, A cura di) Sesto San Giovanni: Mimesis. Staglianò, R. (2018). Lavoretti. Così la sharing economy ci rende tutti più poveri. Torino: Einaudi. Stiglitz, J. E. (2017). La grande frattura. La disuguaglianza e i modi per sconfiggerla. Torino: Einaudi. Stiglitz, J. E. (2018). Invertire la rotta. Disuguaglianza e crescita economica. Bari-Roma: Laterza. Trentini, M. (2002). Il governo dell'economia da Keynes alla globalizzazione. Roma: Carocci. Trentmann, F. (2017). L'impero delle cose. Come siamo diventati consumatori. Dal XV al XXI secolo. Torino: Einaudi. Varoufakis, Y. (2015). È l'economia che cambia il mondo. Quando la disuguaglianza mette a rischio il nostro futuro. Milano: Rizzoli. Veblen, T. (1899). The Theory of the leisure class. New York: Penguin Books.
Produzione, consumo, disuguaglianze 33 Prof. Stefano Nobile