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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.29

Date post: 17-Mar-2016
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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.29
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Di Biagio, Evani e Zoratto: selezionatori senza meriti Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 29 28 luglio 2011 1€ ISSN 1593-6309 9 7 7 1 5 9 3 6 3 0 0 5 9 8 0 0 2 9 “Papà, ho chiesto l’amicizia su facebook a Sacchi. Che dici, ora mi farà allenare una Under?” Professione Calcio TV canale 940 bouquet Sky Intervista al presidente della Lega di Serie B Andrea Abodi: “Vi racconto quello che sta per accadere” All’interno: tutto sui deferimenti della Procura federale che hanno colpito 26 tesserati e 18 società tra calcio professionistico e Calcio a 5
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Page 1: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.29

Di Biagio, Evani e Zoratto: selezionatori senza meriti

Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma

IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 29 28 luglio 2011 1€

ISS

N 1

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“Papà, ho chiesto l’amicizia su facebook a Sacchi. Che dici, ora mi farà allenare una Under?”

Professione Calcio TV

canale 940

bouquet Sky

Intervista al presidente

della Lega di Serie B

Andrea Abodi:

“Vi racconto quello che sta

per accadere”

All’interno: tutto sui deferimenti

della Procura federale

che hanno colpito 26 tesserati

e 18 società tra calcio

professionistico e Calcio a 5

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2 NUMERO 29 - 28 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009

Amministrazionevia F.T. Marinetti, 221 - 00143 Roma

Tel/Fax 06.5000975email: [email protected]

Direttore responsabileMassimiliano Giacomini

email: [email protected]

CaporedattoreFlavio Grisoli

email: [email protected]

RedattoriFabiola Rieti, Sara Sbaffi

email: [email protected]

Segretaria di RedazioneGerarda Angela Lomonaco

email [email protected]

[email protected] [email protected]

Hanno collaborato Guido Del Re, Mauro Gasperini

Realizzazione GraficaWalter Fantauzzi - www.walterfantauzzi.com

Stampa: Global Stampa - Via Angelo della Pergola, 5 - 00176 Roma

La Molten aveva proposto una sponso-

rizzazione al Cr Lazio e non solo, visto un

accordo con la LND: un kit di 3 palloni ad

un prezzo sotto mercato, paghi 1 prendi 3.

L’azienda giapponese, guardando i nume-

ri del Comitato presieduto da Melchiorre

Zarelli, aveva fatto un conto preciso: noi

diamo tre palloni low cost ma ci sono cir-

ca 10000 società. Non ci guadagneremo

tanto o forse niente ma vuoi mettere la

pubblicità che ci andiamo a fare? E inve-

ce visto che la maggior parte dei palloni

sono rimasti sul groppone al Cr, si è pen-

sato bene dalle stanza di via Tiburtina di

permettere alle società interessate di ac-

quistare quanti kit volevano. Apriti cielo,

la Molten si è alquanto innervosita per la

vendita libera attuata dal Comitato, perché

il loro intento non era la vendita nuda e

cruda ma il ritorno pubblicitario e per que-

sto hanno dato l’aut-aut a Zarelli. Ora c’è da

chiedersi: perché moltissime società non

hanno aderito? La convenienza era ed è

evidente ma il problema non è che molte

società servono solo come partita IVA, e

questo non solo nel Comitato Lazio ma an-

che in tutti gli altri? Tutte le società hanno

diritto a 250mila Euro di esenzione IVA, ma

alcune di queste hanno una sola squadra,

alcune solo la Terza categoria altre solo un

campionato Giovanissimi o Allievi. Possibi-

le che tutte indistintamente possano usu-

fruire dei 250mila Euro di esenzione? Non

sarebbe opportuno rivedere e fare un ta-

bella che favorisca quelle società che han-

no dalla prima squadra fino alla Scuola Cal-

cio, possibile che chi ha una sola squadra

possa avere gli stessi benefici di chi ha nel

suo organico centinaia di ragazzi? Intanto

sempre dal Cr Lazio (colpa del solito segre-

tario?) hanno pubblicato i nuovi organici

di Promozione ed Eccellenza dimentican-

dosi, come già successo lo scorso anno, di

pubblicare le fusioni e i cambi di denomi-

nazioni per cui ci sono alcune squadre che,

“sulla carta” nessuno conosce. Due esem-

pi: Real Monterosi e Grifone Monteverde.

Ok, il Grifone è un animale mitologico ma

qua si esagera. Comunque non tremate

che siamo in buone mani. Dall’alto arriva-

no notizie di svolta, Arrigo Sacchi ha deciso:

confermati nelle nazionali Zoratto, Evani,

Rocca (Antonio) e all’Under 20 udite, udite

Luigi Di Biagio, che va a fare il paio con Pi-

scedda, selezionatore dell’Under 20 di Se-

rie B. I curricula di Zoratto, Evani, teniamo

fuori Rocca che ormai è un veterano delle

rappresentative italiane e Di Biagio, alla

voce “carriera da allenatore” hanno una

sola dicitura: Sacchiani convinti. Piscedda

è un discorso a parte: lui è stato premia-

to per non aver mai vinto nulla in 10 anni

di militanza nella FIGC, interrotta solo per

seguire Giordano al Messina: esonero per

entrambi. Ora manca solo Andrea Agosti-

nelli : 6 esoneri in 10 anni. Per lui le porte

del Club Italia si sarebbero potute aprire,

se solo fosse stato un sac-

chiano.

La Molten infuriata, le solite dimenticanze del segretario del Cr Lazio e le Under ai sacchiani

Massimiliano Giacomini

T C A STattica

LEGENDA

Curiosità Approfondi-mento

Statistica

ADERENTE A:

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4 NUMERO 29 - 28 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Il burbanzoso petroliere sbeffeggia la lettera aperta invia-

tagli da Diego Della Valle per un chiarimento su Calciopoli.

Ed alla proposta di mettersi attorno a un tavolo per chiari-

re, Moratti ormai senza via d’uscita risponde irato: “Tutti

intorno ad un tavolo? Se la sbrighino tra loro, io sarei noio-

sissimo”. Aggiungendo subito dopo: “Non mi piace il tono

e l’Inter non deve spiegare nulla”. Purtroppo per lui dovrà

spiegare, eccome. Ed allora saranno cavoli amari. Nono-

stante i ritardi di Palazzi, gli insabbiamenti di Auricchio, la

sfrontata operazione di Rossi, nonostante un Consiglio Fe-

derale (a maggioranza nerazzurra) che non decide su una

questione lapalissiana. Nonostante questo prima o poi do-

vrà pagare visto che Agnelli, e con lui tutte le società in qual-

che modo danneggiate, si sono coalizzati ed andranno fino

in fondo. Stop. Passiamo al calciomercato che entra nella

sua fase caliente e le squadre,dopo le consuete sgambate

estive nei luoghi di ritiro, ora cominciano a fare sul serio.

L’arrivo di Vidal dà vigore al centrocampo juventino che si è

liberato di Melo, ma che è una squadra ancora incomple-

ta. Prosegue la telenovela Rossi, mentre Conte insiste per il

famoso esterno di sinistra ed attende come una manna un

centrale difensivo di esperienza. Il Milan agisce di soppiatto

ponendo mille interrogativi sia sul famoso Mister X (tutte le

strade portano a Montolivo) mentre ci sembra azzardata,

perché costosa, la via che porta a Fabregas. Il Cavaliere, al di

là del dal famoso lodo Mondadori, ha in mente di staccare

il Milan dalla Fininvest e sembra che la figlia Barbara sarà

a breve la nuova presidente. In casa Inter si susseguono le

voci, ed intanto si rinnova per tre anni al trentatreenne Lu-

cio. Caos alla Roma dopo le esternazioni di Baldini (l’amico-

ne di Auricchio) che ha dato del “pigro” all’amatissimo (dai

tifosi giallorossi) Pupone Totti. Si dovesse aprire una guerra

tra i due, sappiamo già chi sarebbe il vincitore. Lotito (forse

per la prima volta) ha ben operato sul mercato con acquisti

mirati (Klose su tutti,ma anche Cissé) con-

segnando a Reja una squadra niente male.

Moratti prima o poi dovrà dare spiegazioni. Calciomercato, la Juve si libera del... MeloMauro Gasperini

Empoli, Coralli: “Voglio la Serie A e il trono di Re dei bomber” Sara Sbaffi

Due sogni per Claudio Coralli, il bomber dell’Empoli tra i protagonisti della passata

serie cadetta, il primo: «Mi auguro di migliorare il numero di reti fatto lo scorso

anno, diciassette, vorrei arrivare a venti e diventare capocannoniere della Serie bwin».

Il secondo: «Vorrei arrivare

nel massimo campionato

con l’Empoli». Quest’anno

la Serie A è stata solo sfiorata

ma per il futuro l’attaccante

azzurro assicura che la musi-

ca cambierà: «Faremo bene,

me lo sento, abbiamo messo

su un bel gruppo maturo – il

mister Alfredo Aglietti è sta-

to riconfermato in panchina

e con lui il rapporto è ot-

timo – mi trovo benissimo,

sono contento sia rimasto».

Quello che sta per iniziare è

il suo quarto anno consecu-

tivo ad Empoli, ormai dai

tifosi è considerato una bandiera, e di bandiere ce ne sono rimaste poche nel calcio:

«Sì, sono un po’ il trascinatore, sono loro che mi hanno ribattezzato “Il Cobra”, ma

adesso è tornato anche Antonio Buscè», centrocampista molto amato dalla tifoseria,

era giunto in quel di Toscana nel giugno 2002 in Serie A sotto la guida di Baldini vantan-

do 242 presenze e 24 gol. Coralli, nato nel 1983 nella provincia fiorentina, ammette

candidamente di non essere stato contattato da altre squadre nel corso dell’ultimo

calciomercato: «Non ho avuto altre richieste, neanche una, per questo sono rimasto

qui, però pretendo la A oppure i play-off. Se non sono riuscito ad arrivare nel mas-

simo campionato professionistico passando in altre squadre, voglio approdarci con

l’Empoli». Curioso che nessun club di palcoscenici importanti si sia fatto sotto per il

Cobra vista l’ottima annata appena conclusasi: per amore dei numeri il centravanti

mugellano ha collezionato 243 presenze tra A, B ex C/1 e C/2 con 90 reti realizzate.

L’arrivo in azzurro di Francesco “Ciccio” Tavano (in verità è un altro ritorno, visto che

ha già vestito questi colori tra il 2001 e il 2006) è importante per rinforzare ancora

l’attacco e con Coralli si prevede una coppia d’oro: «La vedo bene questa accoppiata!

Ci stiamo capendo anche in campo, lo conoscevo già sette o otto anni fa quando era

ad Empoli però non ci avevo mai giocato». Se il buongiorno si vede dal mattino, il

precampionato dell’Empoli mostra un Coralli in forma smagliante: nell’amichevole gi-

ocata domenica 24 contro i dilettanti del Pontedera, il Cobra ha messo

a segno una splendida tripletta, nel complessivo 4-0 finale.

Coralli (Foto Archivio)

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6 NUMERO 29 - 28 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

“In God we trust” “Poiché siamo in vena di confidenze, diciamo al presidente Abete che a seguito della inter-

pellanza presentata da un Deputato della Repubblica al Ministro della Giustizia e a seguito di un nostro esposto su alcune designazioni irregolari fatte dal presidente della Commissione antidoping e sulla nomina della Commissione stessa, sta indagando la Procura della Repub-

blica di Roma. Al Gip spetterà decidere se vi fu in quelle circostanze ed in quei fatti un “fumus delicti”, e qualora quanto da me sostenuto sarà accertato e condiviso, l’eventuale rinvio a

giudizio per i responsabili con l’ipotesi di abuso di ufficio”

Che i nostri articoli ed il nostro

giornale non piacessero al presi-

dente Abete ed al Direttore Generale

Valentini era ed è nell’ordine naturale

delle cose. È storia vecchia che al gril-

lo parlante che dice la verità si schiac-

cia la testa per farlo tacere, cosa che

il presidente Abete con me ha tentato

di fare senza però riuscirvi. Allora si è

passati alle blandizie, successivamen-

te alle minacce compresa quella di

ricorrere alle vie legali. Ebbene Presi-

dente Abete e Direttore Generale Va-

lentini, è proprio lì che vogliamo arri-

vare. “Fusse che fusse la vorta bona”

che lor Signori dovranno spiegare di

fronte ad un magistrato ordinario del-

la Repubblica se è morale che chi è

stato condannato per calcioscommes-

se faccia il presidente degli allenatori,

dovranno ancora spiegare se è moral-

mente etico che il designatore della

massima divisione nazionale in pas-

sato abbia avuto problemi con la giu-

stizia sportiva. Dovranno spiegare se

è vero o non è vero che il Presidente

dell’AIA settore arbitrale e il suo vice

in passato abbiano tenuto compor-

tamenti discutibili e censurabili an-

che dalla magistratura ordinaria. Se è

vero o non è vero che fra le assunzioni

di personale da loro fatte, senza uno

straccio di selezioni, vi siano figli, pa-

renti e affini di persone già dipenden-

ti della Federcalcio. Dovranno inoltre

spiegare perché le loro e segretarie e

altri raccomandati siano stati promos-

si quadri, quando persone con titoli di

studio confacenti ed esperienze ade-

guate di lavoro alle spalle siano stati

scartati. Dovranno dirci lor signori,

in quella sede se esiste o non esiste

un contratto di consulenza fra il set-

tore tecnico Federale di Coverciano

ed il Consigliere Federale Ulivieri per

la sua funzione di direttore dei corsi.

Dovranno dirci se esiste o non esiste

con l’ex procuratore di Baggio, oggi

membro del settore tecnico federale,

un contratto per diritto di immagine

e dovranno dirci se su tutte queste

cose, in un momento in cui l’opinione

pubblica e le massime autorità della

Repubblica chiedono correttezza e

trasparenza, siano o non siano fatti

eticamente condannabili. Ma poiché

siamo in vena di confidenze, diciamo

al presidente Abete che a seguito del-

la interpellanza presentata da un De-

putato della Repubblica al Ministro

della Giustizia e a seguito di un nostro

esposto su alcune designazioni irre-

golari fatte dal presidente della Com-

missione antidoping e sulla nomina

della Commissione stessa, sta inda-

gando la Procura della Repubblica di

Roma. Al Gip spetterà decidere se vi

fu in quelle circostanze ed in quei fat-

ti un “fumus delicti”, e qualora quan-

to da me sostenuto sarà accertato e

condiviso, l’eventuale rinvio a giudi-

zio per i responsabili con l’ipotesi di

abuso di ufficio. Siamo fiduciosi delle

nostre buone ragioni e crediamo che

prima o poi la verità viene sempre a

galla e la giustizia trionfa. E per dirlo

all’americana “in God we

trust”.

Gino Tapinassi

Tapinassi (Foto Archivio)

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Flavio Grisoli

Andrea Abodi è il primo presidente della neo-

nata Lega di Serie B, nata nel giugno dello

scorso anno dopo la scissione della Lega Nazion-

ale Professionisti. Ad un anno di distanza, e dopo

essere stato ospite nei nostri studi televisivi (can-

ale 940-Blu Sky) nello scorso inverno in una delle

sue prime apparizioni, lo ritroviamo per fare il

punto della situazione del calcio italiano alla luce

degli ultimi avvenimenti: il Consiglio federale del

18 luglio con la ratifica della “non competenza”

dello stesso a decidere sulla revoca o meno dello

Scudetto del 2006; il caso calcioscommesse; il

campionato di Serie bwin 2011/2012 che sta

prendendo forma. Affabile, dai toni cortesi e con

una dialettica chiara e mai banale, Abodi (nato a

Roma nel 1960 e laureato in Economia e Com-

mercio), parla schiettamente con noi di tutto,

senza esimersi dal commentare anche i casi più

spinosi. Partendo proprio dal primo: il Consiglio

federale. Al momento di votare la delibera che

sanciva la “non competenza” di cui sopra, Abodi

insieme al presidente della Lazio Claudio Lotito

hanno abbandonato la sala. Perché, a questo

punto, non votare direttamente “no”, come ha

fatto invece Dante Cudicio, esponente dell’AIAC?

«Io ho dato una spiegazione, che era coerente

con la posizione assunta da diverse settimane.

Ritenevo, e ritengo che il Consiglio federale

potesse esprimere qualcosa di più rispetto alla

delibera votata lunedì. E ritengo che la Federazi-

one potesse fare affidamento su quanto dettato

dallo Statuto. Faccio riferimento all’articolo 13.2

assegna alla Federazione il compito di decidere

sull’assegnazione dello Scudetto. Chiaramente se

sul campo si svolge tutto in modo regolare, si

tratta solo di una certificazione. Ma se al con-

trario si verifica qualche anomalia, appare evi-

dente che la Federazione svolge una funzione di

decidere sulla non assegnabilità dello Scudetto. in

più - prosegue il presidente della Lega di Serie B -

volevo andare andare un po’ oltre a quelle che

sono le semplici prerogative formali. Avrei auspi-

cato che ci si potesse assumere delle responsabil-

ità correlate a quello che è successo rispetto ad

una stagione che vogliamo lasciarci definitiva-

mente alle spalle. Pensavo quindi che prendere

una decisione netta e dura non assegnando

quello Scudetto, potesse andare in quella direzi-

one. Credo che gli amanti del calcio si aspettasse-

ro una risposta del genere. Chiaramente - e qui

Abodi, come molti altri, tira in ballo i fautori di

tutta l’inchiesta - se ancora oggi, a distanza di così

tanti anni, parliamo ancora di questi fatti, è per-

ché c’è un vizio all’origine, ovvero di chi ha selezi-

onato le intercettazioni, incidendo in maniera

verticale coinvolgendo alcune squadre escluden-

done altre. La Giustizia Sportiva qui c’entra poco,

perché deve fare affidamento su quello che riceve

dalla Procura della Repubblica. Quindi, di questo

vizio di partenza ne abbiamo fatto le spese tutti».

Per quanto riguarda invece la mancata parteci-

pazione al voto, esprimendo di fatto il suo dis-

senso, Abodi precisa: «È stato un modo rispetto-

so dell’istituzione, ma la sostanza non cambia».

Sul fatto che Abete abbia precisato, in conferenza

stampa, che se anche il Cf avesse avuto la possi-

bilità di decidere (ammesso e non concesso che

in questo caso non avrebbe potuto), avrebbe

proposto ugualmente la non revoca del titolo,

Abodi risponde così: «Per amor di verità bisogna

essere chiari. Lo Scudetto 2004/2005 non fu as-

segnato per ragioni di illeciti diffusi. La stagione

seguente fu tendenzialmente regolare, perché

non c’è nessuna intercettazione che la riguarda.

Quindi, il convincimento del presidente è che in

Andrea Abodi: “Vi racconto tutto, dallo Scudetto del 2006 alla nuova serie bwin che nascerà”

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IL PRESIDENTE DELLA LEGA DI B

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mancanza di intercettazioni e di prove, quello

Scudetto assegnato per scorrimento della classi-

fica non si potesse revocare in nessun caso. Non

solo per mancanza di un atto amministrativo a

monte - anche se qui c’è da dire che c’è un fortis-

simo dibattimento in merito - ma perché man-

cano i presupposti per la revoca. L’unico modo

per “togliere” quello Scudetto all’Inter era

l’accertamento di eventuali illeciti nella stagione

2004/05, ormai però prescritta. Viene a mancare

quindi il presupposto tecnico-giuridico. Sta di fat-

to però - continua Abodi - che l’Inter avrebbe po-

tuto dare la sua disponibilità a farsi valutare, a

rinunciare alla prescrizione». Anche su questo

punto, c’è chi dice - e Abete ha preso la palla al

balzo in conferenza stampa, non esitando a

ricordarlo - che non sia possibile rinunciare alla

prescrizione. E poi, insomma, sarebbe come dire

che tre ladri vanno a rubare in un negozio; ne

prendono 2 e il terzo dopo sette anni si pente e

decide di rinunciare alla prescrizione. Non scher-

ziamo... «Può sembrare anacronistico in un

Paese come il nostro dove si utilizzano le scorcia-

toie per raggiungere un obiettivo, me ne rendo

conto. Certo però è stridente il contrasto tra una

dimensione etica enunciata da una società glori-

osa, seria come l’Inter e i riscontri oggettivi».

L’altro argomento principale sul tavolo

del Cf di lunedì 18 luglio era il ricorso

delle società bocciate in prima istanza

dalla Co.vi.Soc. per l’iscrizione al prossi-

mo campionato. In Lega Pro Atletico

Roma, Ravenna e Catanzaro non ce

l’hanno fatta; per quanto riguarda la Se-

rie B l’unica sotto esame era l’Ascoli, che

però ha visto accolto il suo ricorso: «Pri-

ma vorrei fare una considerazione di

carattere generale. Quando spariscono

delle società non è mai una giornata

positiva, al di là della fredda selezione

naturale e della riforma dei campionati.

Segno di una situazione socio-economi-

ca molto difficile e di un calcio professionistico che

si è gonfiato secondo logiche di cattiva program-

mazione. Per la Serie B è stata una giornata posi-

tiva perché certifica uno stato di salute che sta

migliorando nel tempo. Non nego che ad un cer-

to punto ho temuto che si potesse iniziare in 21,

ma va reso grande merito allo sforzo del presi-

dente Benigni e alla proprietà dell’Ascoli una

grandissima proprietà di sacrificio». Vedremo

punti di penalizzazione nella prossima stagione di

Serie bwin? «Purtroppo sì, credo sicuramente tre

squadre ne avranno. Una proveniente dalla Lega

Pro, una sarà l’Ascoli e un’altra che già appartene-

va al nostro organico nella stagione appena ter-

minata». Come detto, si riparte in 22: quando ci

si ritroverà in 20? «Alla fine della stagione

2013/2014. Abbiamo già dato un indirizzo molto

chiaro in questo senso: dalla stagione 2012/2013

ci saranno 5 retrocessioni in Lega Pro, quindi ci

sarà un profilo di rischio più alto di retrocessione;

poi il ciclo si concluderà con la stagione successiva

con la seconda asimmetria tra promozioni e ret-

rocessioni, a meno che non intervengano altri

fattori, ma io chiaramente non me lo auguro

mai». Sul calcioscommesse: «È un fatto che mi

preoccupa ma per principio, anche perché non

voglio entrare nel merito a differenza di altri sog-

getti istituzionali. C’è stata molta mancanza di

sobrietà nel momento in cui si sono accese tante

telecamere. Attendiamo le risultanze del lavoro

di Palazzi e del suo staff, ma da quello che si vede

è che sono coinvolti tanti giocatori quante le dita

di una mano, nessun dirigente di società. C’è

sempre il tema della responsabilità oggettiva che

pende sulla testa delle squadre anche quando

sono palesemente danneggiate dai propri

tesserati, ma io mi fido e mi affido del buon senso

e della sensibilità dei giudici nei vari gradi di gi-

udizio che possa tener conto di tutti i fattori nella

modulazione della responsabilità oggettiva».

Una delle maggiori note liete della gestione di

Abodi, che ha reintrodotto la Rappresentativa di

Serie B, guidata in panchina da Massimo Pisced-

da che ha lo scopo precipuo di mettere in luce i

tanti giovani del campionato cadetto: «L’obiettivo

della selezione è quello di fornire giocatori alle

Nazionali, e la convocazione di Capuano e De

Luca nell’Under 21 di Ciro Ferrara è la dimostrazi-

one che siamo un ponte con l’Under 21 che è la

nostra Nazionale. Quest’anno ripartiremo a

settembre con tre amichevoli: Ungheria, Serbia e

Russia. Contro la selezione russa giocheremo a

Sochi, sede dei prossimi giochi olimpici invernali.

Poi ho fatto una richiesta alla Lega di Serie A:

creare una loro Rappresentativa e or-

ganizzare una gara prima di Natale

contro la nostra “B Italia” con l’incasso

devoluto in beneficenza». Si chiude poi,

con una nota geografica per la prossima

stagione: torna la Campania, con Noce-

rina e Juve Stabia, in Serie B. «Non solo,

ma anche l’Umbria (Gubbio), la Puglia

(Bari) e la Liguria (Sampdoria). Ci las-

ciano momentaneamente e gli auguri-

amo di tornare presto il Lazio con il

Frosinone, la favola romantica del Por-

togruaro, il Piacenza, che tanto ha dato

a Serie A e B negli anni pas-

sati e la Triestina».

99w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 29 - 28 luglio 2011

Abodi nella nostra redazione (Foto Archivio)

Page 10: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.29

Flavio Grisoli

Nella mattinata di martedì 26 luglio, con

un giorno di ritardo rispetto alla tabella di

marcia prefissata da Palazzi, la Procura federale

ha diramato i tanto attesi deferimenti per lo

scandalo calcioscommesse. Partiamo dai carat-

teri generali: 26 tesserati e 18 società deferite

alla Commissione Disciplinare Nazionale. Per

quanto riguarda i tesserati: Antonio Bellavista,

Stefano Bettarini, Mauro Bressan, Giorgio Buf-

fone, Antonio Ciriello, Daniele Deoma, Cristiano

Doni, Massimo Erodiani, Gianni Fabbri,

Claudio Furlan, Carlo Gervasoni, Mauro

Gibellini, Thomas Manfredini, Vittorio

Micolucci, Marco Paoloni, Gianfranco Par-

lato, Daniele Quadrini, Leonardo Rossi,

Nicola Santoni, Davide Saverino, Giuseppe

Signori, Vincenzo Sommese, Ivan Tisci, Gi-

anluca Tuccella, Giorgio Veltroni, Federico

Zaccanti. Società: Alessandria, Ascoli,

Atalanta, Benevento, Chievo Verona, Cre-

monese, Cus Chieti (Calcio a 5), Esperia

Viareggio, Hellas Verona, Piacenza, ASD

Pino Di Matteo (Calcio a 5), Portogruaro,

Ravenna, Reggiana, Sassuolo, Spezia, Ta-

ranto, Virtus Entella. In particolare, si leg-

ge nel dispositivo redatto da Palazzi, “Erodiani,

Paoloni, Parlato, Bellavista, Buffone, Bressan,

Gervasoni, Micolucci, Signori, Sommese e Tuc-

cella per essersi associati fra loro, in numero di

tre o superiore a tre, al fine di commettere una

serie indeterminata di illeciti disciplinari, fra i

quali illeciti sportivi ex art. 7 CGS e effettuazione

scommesse illecite ex artt. 1 e 6 CGS, operando

con condotte finalizzate ad alterare il regolare

svolgimento e il risultato di gare dei campionati

nazionali con lo scopo di illecite locupletazioni o

mediante dazioni di denaro costituenti il com-

penso per l’illecita attività posta in essere ovvero

mediante scommesse dall’esito sicuro perché

realizzate su gare combinate”. A questi è stato

contestato anche (e soprattutto) l’articolo 9

CGS (associazione finalizzata alla commissione

di illeciti). Sicuramente la posizione di questi 11

è la più pesante, perché gli è stata contestata

anche l’associazione. Le gare che saranno poste

al vaglio della Commissione Disci-

plinare Nazionale, presumibilmente

a partire dalla prossima settimana

(i deferiti hanno 5 giorni di tempo

per preparare le memorie difen-

sive), sono: Monza-Cremonese del

21/11/2010; Cremonese-Paganese

del 14/11/2010 (quella del presun-

to avvelenamento con il Minias

da parte di Paoloni); Spal-Cremo-

nese del 16/01/2011; Benevento-

Viareggio del 13/02/2011; Hellas

Verona-Ravenna del 27/02/2011;

Benevento-Cosenza 28/02/2011; As-

coli-Atalanta del 12/03/2011; Taran-

Su 26 tesserati e 18 società si abbatte la scure del Procuratore Stefano PalazziAtletico Roma e Ravenna fuori dalla Lega Pro. In Serie D c’è il caso Montecchio

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Deferimenti e ricorsi

Marco Paoloni (Foto Archivio)

Page 11: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.29

to-Benevento del 13/03/2011; Atalanta-Piacen-

za del 19/03/2011; Inter-Lecce del 20/03/2011;

Alessandria-Ravenna del 20/03/2011 (qui en-

trambe le società sono state deferite per respon-

sabilità diretta); Benevento-Pisa del 21/03/2011;

Padova-Atalanta del 26/03/2011; Siena-Sassuolo

del 27/03/2011; Ravenna-Spezia del 27/03/2011

(qui lo Spezia è stato deferito per responsabilità

presunta, per l’illecito sportivo commesso a pro-

prio vantaggio da persone ad essa estranee);

Reggiana-Ravenna del 10/04/2011; Novara-

Ascoli del 02/04/2011. In tutto 17 le gare in es-

ame, ma cosa rischiano i deferiti? Sicuramente,

l’aggravante dell’associazione per gli undici citati

all’inizio, rende molto delicata la loro posizione.

La radiazione potrebbe apparire un provvedi-

mento sì “esemplare”, ma anche adeguato per

la gravità degli addebiti. In particolare Massimo

Erodiani, che risulta tesserato come calciatore

presso la società ASD Pino Di Matteo C5 (calcio

a 5), ha a suo carico la bellezza di 22 deferimenti;

Marco Paoloni e Gianfranco Parlato 11, Vittorio

Micolucci 10, Antonio Bellavista e Giorgio Buf-

fone 9, Vincenzo Sommese 8, Giuseppe Signori

e Gianluca Tuccella 5, Carlo Gervasoni 3, Mauro

Bressan 2. Nel frattempo, l’Alta Corte di Giusti-

zia presso il CONI, ha bocciato i ricorsi di Atleti-

co Roma e Ravenna, le due società escluse dal

prossimo campionato di Prima Divisione dopo

l’analisi della relazione della Co.vi.Soc. inviata al

Consiglio federale del 18 luglio scorso. La situ-

azione dell’Atletico Roma appariva fin da subito

molto complicata, perché oltre alla questione

dello stadio (la società dei fratelli Ciaccia ha do-

vuto fare a meno del “Flaminio”, e si è ritrovata

a girovagare per il Lazio: prima Pomezia, poi Ri-

eti) ha presentato una garanzia fideiussoria per

l’iscrizione al prossimo campionato “non veridi-

ca”, come siamo abituati a sentir dire. In buona

sostanza, falsa. Nei giorni seguenti la decisione

del consesso federale, il presidente della com-

pagine romana aveva dichiarato che non solo

avrebbe vinto il ricorso, ma sareb-

be stato ripescato in Serie Bwin

perché avrebbe portato delle

prove a sostegno della tesi che lo

scorso torneo di Prima Divisione

sarebbe stato oggetto di pesanti

illeciti sportivi. In attesa che i fra-

telli Ciaccia facciano conoscere

al mondo intero gli illeciti di cui

parlano (e forse Palazzi dovrebbe

interessarsene, anche perché di-

chiarazioni di quel tipo ledono

l’immagine di tutto quanto il sis-

tema, oltre che delle avversarie),

sparisce la terza squadra della

Capitale. Per quanto riguarda il Ravenna, invece,

dagli ambienti della Lega Pro trapelava un certo

ottimismo sulla possibilità di accoglimento del

ricorso. La società del neopresidente Aletti (ex

vicepresidente del Cesena) aveva sì presentato

il piano di rientro dai debiti verso l’Erario, ma

senza la garanzia fideussoria per la relativa co-

pertura, portata poi in ritardo. Un’inadempienza

che, a naso, sarebbe potuta essere passata tra

le maglie (una volta larghe, adesso sembra non

più) dell’Alta Corte. Invece nella serata di lunedì,

la doccia fredda: ricorso bocciato, il Ravenna è

fuori dal calcio professionistico. Al di là del calci-

oscommesse. Al TNAS, invece, il Catanzaro por-

tava avanti la sua personale battaglia. La nuova

società, sorta dalle ceneri di quella fallita alla

fine della stagione appena conclusa, non aveva

l’affiliazione alla FIGC, motivo per cui Abete ha

deciso di non procedere all’iscrizione. Al mo-

mento di chiusura del giornale, il Tribunale Na-

zionale di Arbitrato per lo Sport doveva ancora

prendere la sua decisione, comunque appare

assai improbabile che la nuova società possa

salvare il titolo sportivo, e comunque si tratta del

secondo fallimento nel giro di cinque stagioni.

Ma non è tutto, purtroppo. Tra le pieghe dei ri-

corsi di Atletico Roma e Ravenna, l’Alta Corte di

Giustizia presso il CONI ha valutato anche quello

del Montecchio Maggiore (Serie D, girone C). La

società del presidente Aleardi aveva presentato

ricorso in prima istanza per la non omologazione

del risultato di Montebelluna-Este 2-1: «Ave-

vamo fatto ricorso - le parole di Aleardi - perché

il Montebelluna, nella girandola dei cambi, non

aveva rispettato la regola degli under. Io ero allo

stadio - e qui Aleardi scaglia la sua accusa più

pesante - e l’Este sapeva di questa cosa, ma non

ha detto nulla». Con quella vittoria, il Montebel-

luna superò in classifica proprio il Montecchio,

costringendolo a giocare i play-out, poi persi. Il

primo ricorso del Montecchio fu accolto dal Giu-

dice Sportivo dando la vittoria a tavolino all’Este

(perché l’Este, la squadra in teoria danneggiata,

non fece appello), ma la contromossa del Mon-

tebelluna fu accettata dalla Corte di Giustizia

federale, che riportò ad effettiva omologazione

il risultato scaturito dal campo. Ora l’Alta Corte

dà ragione al Montecchio. Che succede adesso?

«Vediamo un po’, comunque questa sentenza ci

rende di fatto reintegrati, e non ripescati, in Se-

rie D - prosegue e conclude Aleardi - perché quel

play-out noi non lo dovevamo giocare. Queste

cose nel mondo del calcio non

devono accadere».

1111w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 29 - 28 luglio 2011

Mario Ciaccia, ad Atletico Roma (Foto Sito)

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Tutta la documentazione relativa al ripescaggio in Prima Divisione è in

fase di preparazione, ma i tempi stringono e il 29 luglio (il termine ulti-

mo per presentare la domanda) è dietro l’angolo. Il presidente dell’Avellino,

Marco Cipriano, lo sa bene e si sta adoperando per riuscirci: «Stiamo la-

vorando in merito. Vogliamo valorizzare questa società. Certo è meno

vantaggioso dal punto di vista economico, bisogna vedere se tutti i soci si

adopereranno per garantire le richieste necessarie. Siamo un sodalizio a

capitale sociale e bisogna prima trovare l’approvazione di tutti». Ma dando

uno sguardo ai movimenti del mercato biancoverde balza subito agli oc-

chi che la squadra che si sta costruendo sarà pronta a giocare ad alti livelli:

«Ci siamo mossi parecchio sul mercato, se rimaniamo in Seconda Divisione

puntiamo a fare una stagione da leader, nel caso in cui approderemo alle

Prima faremo un discreto campionato e sarebbe la base per un discorso di

costruzione per il futuro». Salvatore Vullo è stato riconfermato in panchina:

«In lui ho piena fiducia», afferma il numero uno irpino. Il tecnico, intanto,

dal ritiro di Caposele attende di sapere in quale categoria giocherà: «Siamo

in un momento di incertezza, non c’è organizzazione. Per il momento pun-

tiamo a fare il meglio possibile. Se rimaniamo in Seconda Divisione dob-

biamo avere un atteggiamento importante, se invece dovessimo essere

ripescati dovremmo gestire al meglio la situazione - continua l’allenatore

dei lupi - ma nel frattempo, aspettando il 29 luglio, ci prepariamo e aspetti-

amo per le ultime modifiche». Sullo scandalo del calcioscommesse il mister

non vuole esporsi: «Mi vergogno solo a parlarne. Noi non possiamo sapere

le cose come stanno, corriamo il rischio di prendere degli abbagli, lascio agli

organi competenti il mestiere di giudicare». Infine sulla riforma dei campi-

onati afferma: «Ci sarà ancora parecchio da discutere, ci sono idee contrap-

poste, da una parte la Lega

Pro che vuole ridimensionare,

dall’altra l’AIC e gli altri organi

competenti dicono che ridurre

vuol dire lasciare a casa molti

professionisti. Deve prevalere

il buon senso».

(S.S.)

Avellino in ritiro attendendo la buona novella, Cipriano: “Pronti sia per la 1 ̂che per la 2 ̂Divisione”

Pro Vercelli: due moduli tattici per sfruttare la forza del gruppoServizi di Fabiola Rieti e Sara Sbaffi

La Pro Vercelli riparte da una certezza: Maurizio Braghin. Il tecnico dei bi-

anchi ha disposto un piano di lavoro serrato per i suoi giocatori: «Stiamo la-

vorando con una seduta al giorno e il lavoro si intensificherà nei prossimi giorni

quando partiremo per il ritiro». L’allenatore garantisce: «Ci saranno ancora

alcuni innesti da fare. Cerchiamo dei giovani e vogliamo rinforzare soprattutto

l’attacco». La progettualità nel calcio è un argomento che interessa molte so-

cietà, soprattutto con il coinvolgimento degli under diventato obbligatorio con

una norma ad hoc: «Lavoriamo con i giovani come impone la categoria, anche

se fa strano trattare un classe ’90 già come fosse un vecchio. Io credo che

quando un giocatore vale e merita di giocare, trova la sua strada a prescindere

dall’età e dalle norme». Il mister ex Rodengo Saiano vuole indirizzare i suoi ad

un gioco offensivo: «Userò il modulo 4-3-3 e la variante 4-3-1-2. Non punterò

su un giocatore in particolare perché la nostra forza è il gruppo, in particolare

la coesione e l’amicizia tra i ragazzi. Nella scorsa stagione ha fatto la differenza,

speriamo sia così anche in questa». La compagine piemontese presenterà

domanda di ripescaggio, ma i tempi per organizzare i campionati diventano

sempre più lunghi ed è più complesso anche per gli addetti ai lavori fare una

programmazione sul lungo termine, ma il mister dei leoni è convinto che serva

una presa di posizione forte e decisa: «La riforma è necessaria perché siamo ad

un punto di non ritorno, non c’è chiarezza. Ci sono società che pagano ogni sei

mesi, chi non paga e parlo per esperienza personale. Anche quest’anno molte

squadre partiranno con punti di penalizzazione. Chi non si allinea alle regole

è giusto che rimanga fuori. È un calcio che si gioca sui tavoli ormai, e non sul

campo. Io auspico si torni a vivere come questo sport come succedeva quando

ero giocatore io. All’epoca si sapeva già prima del ritiro in che

categoria si giocava e chi erano i tuoi avversari». (F.B.)

Mister Vullo: “Obiettivi diversi a seconda della categoria. Calcioscommesse? Mi vergogno solo a parlarne”

Vullo (Foto Archivio)

Il tecnico dei bianchi Maurizio Braghin: “4-3-3 o 4-3-1-2, ma la vera fortuna di un allenatore è il rapporto tra i calciatori”

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Fabiola Rieti

Mancano pochi giorni alla presentazione delle

domande per richiedere il ripescaggio e Fabio

Guido Aureli, direttore generale de L’Aquila, spiega la

posizione della sua squadra: «Stiamo catalizzando

le forze per inoltrare la nostra candidatura, ci sono

molte compagini che hanno punteggi più alti del nos-

tro e non è prevedibile quanti rinunceranno a questa

possibilità. Il presidente sta cercando di coinvolgere

altri imprenditori e il passaggio in Prima Divisione

sarebbe un premio per la serietà e la correttezza della

nostra società». Il progetto, vista l’incertezza della se-

rie, non è ancora stato definito in modo decisivo, in-

fatti secondo il dg abruzzese ci sono due opzioni: «Se

dovessimo arrivare nell’ex C/1 punteremo ad un cam-

pionato tranquillo, nel caso in cui dovessimo rima-

nere nella categoria di appartenenza aspiriamo alle

zone alte e alla promozione. In questo anno ci siamo

divertiti e abbiamo mostrato un buon calcio, è logico

voler fare un passo in più». Altro nodo da sciogliere,

ma a quanto pare non sarà imminente, è la scelta del

tecnico dei rossoblu: «Per il mister si sta lavorando

con impegno e molto dipenderà dalla categoria in

cui giocheremo, perché si potrebbe puntare sulla

progettualità dello scorso anno visto che Maurizio

Ianni ha fatto bene, ma anche cercare un allenatore

di una certa caratura». È inevitabile un pensiero al

terremoto e agli strascichi che ha lasciato, ma soprat-

tutto alla distruzione e ad una ricostruzione che sem-

bra ancora troppo lontana, però il dirigente aquilano

crede nel potere terapeutico del calcio: «Lo sport, in

generale, può essere un elemento aggregativo e non

discriminante. La città è devastata, si sta ripopolando

solo nelle zone periferiche, ma il centro non ha più le

sue radici. Invece, entrando nello stadio, sembra non

sia successo nulla. L’Aquila Calcio può essere il modo

per continuare a dare attenzioni a questa città e ad un

popolo ferito, ma anche il mezzo per regalare qualche

gioia ed un sorriso in più. La situazione sociale qui è

ancora molto buia e se ne rendono conto anche i

dirigenti delle squadre avversarie che

quando vengono ripartono sconvolti».

L’Aquila, il dg Aureli: “Il calcio come speranza”

(Foto Archivio)

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La Sambonifacese gioca duro e propone come nuovo allenatore Flavio

Carnovelli, ex tecnico della Beretti e cresciuto calcisticamente pro-

prio a San Bonifacio. Intanto sono cominciate le prime sgambate nelle

quali il mister rossoblu ha avuto modo di testare i suoi, parlandone così:

«Sto guidando gli allenamenti ed ho avuto ottime impressioni sui raga-

zzi». Il vero colpo di mercato della Lega Pro per ora è arrivato proprio

dalle sponde veronesi con

l’ingaggio dell’ex laziale Chris-

tian Manfredini. L’allenatore

ha speso belle parole per il

centrocampista classe ’75: «È

un ragazzo eccezionale, si è

inserito subito ed ha sempre

una buona parola per i più

giovani. Ha voglia di mettersi

in gioco, deve riacquistare il

livello atletico, ma con una

carriera di 15 anni tra serie A

e B speriamo sia la ciliegina

sulla torta». Carnovelli con-

tinua a raccontare il suo club

e spiega che non ha chiesto

altri giocatori: «Al momento siamo al completo, naturalmente la società

si guarda intorno, perché con questa nuova formula a due gironi, molti

giocatori rimarranno senza squadra e si potrebbero fare dei buoni affari».

Per quanto riguarda gli obiettivi, il tecnico veneto preferisce volare basso:

«Giocheremo alla giornata, cercando di conquistare i punti salvezza il pri-

ma possibile». Dal punto di vista tattico invece ribadisce: «I numeri non

contano, partiremo con un 4-4-2, ma poi nel corso dell’anno

potremmo anche cambiare»

Sambonifacese, Carnovelli e Manfredini uniti per la salvezza

Vincenzo Esposito inaugura la

stagione sulla panchina del

Prato con buoni propositi e tanta

passione. L’allenatore toscano parla

di questa nuova esperienza: «È una

città che conosco perfettamente. In

questo ruolo c’è una nuova energia,

un bell’entusiasmo e la voglia di fare

qualcosa di positivo. Abbiamo fatto

i test, ma siamo ancora in fase con-

oscitiva». Per quanto riguarda la rosa

sottolinea: «Quasi nessun organico

si può definire completo. Il mercato

è aperto fino al 31 agosto, poi con

il calcioscommesse e la riforma dei

c a m p i -

o n a t i

ci sono

m o l t i

lavori in

corso» .

Tuttavia la situazione del calcio pro-

fessionistico preoccupa anche gli ad-

detti ai lavori come spiega il mister

biancoazzurro: «Ogni fallimento di

una società è anche quello di un sis-

tema. Il pensiero che tante persone

che lavorano nel calcio possano per-

dere le certezze, è una cosa che mi

disturba profondamente. Si deve

andare verso un numero di squadre

che garantisca il campionato. In

Lega Pro i presidenti sono virtuosi,

ma ci sono poche risorse». Per il

futuro, le aspirazioni sono ancora

incerte e dipenderanno dalle fasi

di ripescaggio: «L’obiettivo dipende

dalla categoria. Se rimaniamo in

Seconda Divisione puntiamo al salto

di categoria, se saremo nell’ex C/1

puntiamo a mante-

nere la serie».

In panchina l’Aversa Normanna

punta tutto su Nicola Romaniello,

un’esordiente dalle belle speranze

che è molto amato dalla piazza cam-

pana. Il mister dei granata sembra

un predestinato, dopo essere stato

il capitano dei normanni, arriva a

dirigere la prima squadra e racco-

nta del coraggioso piano di lavoro

stilato dalla società: «Proporremo

una squadra giovanissima e con il

mio entusiasmo da tecnico neopa-

tentato che cercherò di trasmettere

ai ragazzi». L’allenatore è fiducioso

e speranzoso: «Auspico di trovare

giovani motivati a dare il massimo

e sarà fondamentale l’apporto di

giocatori come Giuseppe Mattera e

Francesco Zolfo che dovranno fare

da chioccia ai nuovi arrivi per aiu-

tarli ad inserirsi». Il completamento

dell’organico è ancora da valutare:

«Partiremo per il ritiro con 24 gioca-

tori, poi vedremo durante il lavoro

in gruppo se manca qualche ruolo

e valuteremo con la società come

muoverci». Il sistema di gioco non

è ancora stato definito e il tecnico si

riserva di scegliere dopo aver fatto

le valutazioni nei giorni del ritiro:

«Per la scelta dell’impostazione tat-

tica aspetto di conoscere meglio

l’organico. Potrei proporre un 4-4-2

o un 4-3-3, ma poi tutto dipende dai

giocatori che si hanno in

campo».

Prato, Esposito: “Siamo work in progress” Romaniello: “Aversa, sono un neopatentato senza paura”

Servizi di Fabiola Rieti

Carnovelli (Foto Archivio)

(Foto Archivio)

(Foto Archivio)

Manfredini (Foto Archivio)

Page 16: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.29

Flavio Grisoli

L’Italia stecca l’appuntamento casalingo nella penultima

tappa dell’Euro League Beach Soccer tenutasi a Marina

di Ravenna (sede dei campionati del Mondo che si terran-

no dall’1 all’11 settembre prossimi) nello scorso fine setti-

mana. La qualificazione per le Superfinal di Mosca del 5-7

agosto non è in discussione, i ragazzi di mister Esposito non

sono messi male in classifica, ciò che preoccupa maggior-

mente l’entourage azzurro, a partire dal capodelegazione

e vicepresidente della Lega Nazionale Dilettanti Alberto

Mambelli, è il deciso passo indietro sotto il punto di vista

del gioco rispetto alle uscite precedenti, che aveva-

no lasciato ben sperare alla vigilia di questo atteso

appuntamento. Il primo campanello d’allarme era

scattato già nella prima giornata di gare, quella di

venerdì 22, nella quale una rete a tempo pratica-

mente scaduto di Paolo Palmacci (presentatosi con

un taglio di capelli molto corto, a differenza della

folta chioma alla quale eravamo abituati) aveva

dato la vittoria all’Italia dopo che Olejniczak aveva

pareggiato la rete di bomber Soria. Il problema ap-

parso subito più evidente è la sterilità offensiva degli

azzurri, che hanno faticato molto, al di là di qualche

legno colpito di troppo, a creare occasioni da rete

degne di essere segnate sul taccuino degli addetti

ai lavori. Una vittoria che doveva portare fiducia

nell’ambiente, soprattutto perché la “sindrome da esordio

casalingo” può giocare brutti scherzi, soprattutto di fronte

ad un pubblico ravennate molto presente (circa tremila

spettatori a tutti e tre gli incontri degli azzurri) e molto ru-

moroso. Invece i buoni auspici si sono rivelati presto senza

fondamento. La gara del sabato pomeriggio, alle 18, ve-

deva opposta l’Italia alla Romania. Una buona formazione,

quella rumena, ma nulla più. Invece, dopo un primo tem-

po conclusosi a reti bianche nel quale le occasioni migliori

per l’Italia le ha create l’estremo difensore Del Mestre (poi

premiato a fine torneo come migliore portiere della tappa

di Marina di Ravenna dell’EBSL) con due tiri dalla distanza

neutralizzati dal “collega” Gandac, la seconda frazione di

gioco vede una Nazionale azzurra completamente in bam-

bola, preda della migliore organizzazione e applicazione

tattica dei rumeni, che si concretizza nella seconda parte di

frazione con la doppietta di Maciuca. Storditi e attoniti, i gi-

ocatori di casa sono stati strigliati da un Esposito imbufalito

al secondo intervallo, ma probabilmente il mister deve an-

cora trovare il bandolo di una matassa che a poco più di un

mese di distanza dal Mondiale si fa sempre più intri-

cata. Pronti, via e il terzo tempo è un incubo: nel giro

di trenta secondi Lucian buca per altre due volte Del

Mestre e il tabellone, a sette minuti dalla fine della

partita segna Italia 0, Romania 4. Le poche occasio-

ni per gli azzurri sono bloccate da un Gandac in vera

e propria giornata di grazia, e a quel punto un mo-

rale già sotto i tacchi, finisce ben presto sotto la sab-

bia. Il rigore realizzato da capitan Leghissa, apparso

un po’ imballato in questa tre giorni di gare, è solo

un amaro brodino, perché Lucian firma la tripletta

personale meno di due minuti dopo, scavando un

solco irrecuperabile. Ci pensa Feudi (poi ammonito

per proteste sul finire della partita) a rendere meno

duro il passivo, ma perdere 5-2 dalla Romania

La Nazionale Italiana guidata da mister Esposito, ad un mese dal Mondiale, regala due prestazioni disastrose contro Romania e Svizzera

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Beach SoccerImmagini del match contro la Romania (Foto FG)

L’Italia (Foto FG)

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fa molto male. L’analisi di Alberto Mambelli a fine gara è

durissima: «È stata una brutta prestazione, non c’è dubbio.

Abbiamo avuto molta sfortuna, con pali e traverse colpite e

il loro portiere in giornata di grazia, però è stata una prova

incolore. Incontriamo – prosegue Mambelli, confermando

le impressioni della gara di ieri, vinta solo 2-1 – molte dif-

ficoltà in attacco, ed è stato fatto un passo indietro rispetto

alle precedenti uscite. Questa Romania non è una squadra

trascendentale, ma l’approccio alla gara è stato sbagliato,

e sono molto deluso, soprattutto perché c’era tanto pub-

blico a sostenere i ragazzi. Speriamo nel riscatto domani

con la Svizzera, ma se non dovessimo vincere – con l’Italia di

oggi sarebbe dura, visto e considerato che gli elvetici sono

una delle forze emergenti del panorama europeo di ques-

to sport insieme alla Russia - e la Romania dovesse battere

la Polonia, allora saranno problemi». Mai previsione fu più

realistica, purtroppo, come vedremo in seguito. Il commis-

sario tecnico Massimiliano Esposito ha lasciato l’impianto

appena finita la gara, per sbollire la rabbia. Raggiunto tel-

efonicamente, ha dichiarato: «Sono scontento, soprattutto

perché oggi era determinante. Più che giocare bene, ser-

viva il carattere – eufemismo, il mister ha usato un altro

termine facilmente intuibile - per vincere. Con questo at-

teggiamento non andiamo da nessuna parte, e cercherò

di farlo capire ai ragazzi da stasera stessa». Quello che si

cercava era una reazione ad un rovescio pesantissimo, e la

Svizzera vicecampione del Mondo (orfana oltretutto della

stella Stankovic per squalifica) poteva, e doveva, essere

l’avversario ideale. Domenica 24 luglio, sei di pomeriggio:

Beach Arena di Marina di Ravenna. Spalti gremiti, un vento

fresco che spazzava la spiaggia romagnola e una Nazionale

italiana in cerca di riscatto. Che non sarebbe stato facile, lo

si sapeva e lo si è intuito fin dalle prime battute di gioco:

Italia imballata e povera di idee offensive. Poca manovra,

molti lanci lunghi direttamente dal portiere (con Pal-

macci in attacco, di certo non un gigante contro i rocciosi

difensori elvetici è apparsa una scelta quantomeno poco

condivisibile) e conclusioni nello specchio della porta che

si contano nelle dita di una mano. Gli svizzeri non fanno

nulla per alzare il ritmo, limitandosi a controllare il gioco

(avranno studiato bene la prestazione della Romania del

giorno prima), pronti a colpire al momento giusto. Emozi-

oni poche, reti anche: Palmacci ci prova in rovesciata, ma

senza fortuna. Dea bendata che invece arride alla stessa

acrobazia dello svizzero Rodrigues, che fulmina Del Mes-

tre. L’Italia sembra aver accusato il colpo, e alla Svizzera

va benissimo così: con una vittoria si aggiudicherebbe

la tappa di Ravenna e la qualificazione alle Superfinal di

Mosca. Ramacciotti, solo davanti al portiere, fallisce la più

facile delle occasioni: un rimbalzo inaspettato del pallone

lo tradisce, e da lì si capisce che per l’Italia non c’è più nulla

da fare. La pietra tombale su una tre giorni da dimenticare

la mette Leu a quattro minuti dalla fine. Si può recriminare

su un arbitraggio discutibile, ma terminare una partita di

Beach Soccer senza segnare neanche una rete, e averne

messe quattro a referto in tre partite, è un dato che deve

far riflettere. Ora l’Euro League si sposta, nel prossimo fine

settimana, a The Hague (Den Haag in olandese), nei Paesi

Bassi, dove si definirà la griglia delle parteci-

panti alle Superfinal di Mosca.

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Colpaccio per la Polisportiva Virtus Castelfranco: ingaggiato il

centrocampista Nicolas Migliaccio dalla Reggiana. Il presidente

Paolo Chezzi non può che essere soddisfatto: «Per sostituire un buon

giocatore come Giuriola dovevamo prendere un altro buon giocatore

- classe 1988, ex Crociati Noceto in Seconda Divisione ed ex Castel-

larano in serie D, era ambito

anche da altre società come

il Mezzolara - abbiamo poi

una punta giovane in prova e

per il momento basta, verso

il 20 agosto nell’altra fase del

mercato vediamo se c’è qual-

cosa da sistemare». La Virtus

Castelfranco della stagione

2011/2012 sarà un gruppo

fortemente rinnovato: «Abbiamo cambiato molto, tre ragazzi sono

andati nei professionisti, altre due pietre miliari hanno smesso e si

sono buttati nella carriera da allenatore. Praticamente il 70% della

squadra è stato riformato e i rischi ci sono, speriamo di averci azzec-

cato. Faremo del nostro meglio, ma per esigenze di mercato abbiamo

dovuto cambiare». Lunedì 25 luglio è iniziata ufficialmente la stagione

della compagine modenese, in panchina sempre Marcello Chezzi,

figlio del presidente ormai al suo settimo anno. Ma le preoccupazioni

per la situazione economica di alcune società non fanno stare tran-

quillo il numero uno emiliano: «Purtroppo il calcio di D è in crisi e

quello di Lega Pro ancora peggio. Mi meraviglio che si investano tanti

soldi quando questi non ci sono, e non ci sono neanche gli sponsor.

Bisogna fare economia in questo periodo di difficoltà. Noi da parte

nostra cerchiamo regolarità e di fare tutto per bene, il co-

siddetto fair play finanziario».

Castelfranco, colpo Migliaccio. Chezzi: “Abbiamo rifondato”

Per la Turris oltre il danno (la parti-

ta persa ai play-off contro il Rimini

a Terni) è arrivata anche la beffa, con

il blocco dei ripescaggi. Il presidente

Rosario Gaglione critica la decisione

e si interroga sull’utilità di questi play-

off: «Qua succedono cose strane.

Sono vent’anni che si fa il ripescag-

gio, stranamente quest’anno no. Gli

spareggi promozione non hanno

avuto nessun senso. Sarà un caso che

proprio quindici squadre non si sono

iscritte e si arriva a settantasei come

voleva Macalli? Il numero è preciso,

sarà una coincidenza? Assocalciatori

e Lega

Pro sono

stati trop-

po leg-

geri, ora

q u a n t i

disoccupati ci saranno?». Il mas-

simo dirigente biancorosso si rif-

erisce al fatto che quindici società,

per fallimenti e precarie situazioni

economiche, non parteciperanno al

prossimo campionato 2011/2012,

e quindi la proposta della Lega Pro

di ridurre a due i gironi di Seconda

Divisione (per un totale di quaranta

club) può essere applicata. La com-

pagine di Torre del Greco vorrebbe

un posto che sente suo di diritto:

«Abbiamo fatto la finale play-off e

abbiamo vinto la Coppa Italia, siamo

primi nella graduatoria dei ripescaggi

ma guarda caso li bloccano». Intanto

Gaglione pensa ad un campionato

da Serie D: «Faremo un gruppo com-

petitivo, poi vediamo quello che suc-

cede, sto aspettando

certe situazioni».

Angelo Londrillo, il nuovo di-

rettore generale della Renato

Curi Angolana, ci parla delle prob-

lematicità per allestire una squadra

competitiva in vista della prossima

stagione: «Purtroppo quest’anno

siamo condannati a soffrire per le

difficoltà economiche. Puntiamo sul

settore giovanile, la prima squadra

sarà rivoluzionata. Rispetto allo

scorso campionato saremo più in-

centrati sui giovani e sul risparmio».

In panchina, al posto di Daniele

Amaolo, siederà un nuovo allena-

tore: «Per la scelta c’è stata una

volata a due tra il figlio di Zeman,

Karel, e Fabio Montani. Sono stati

messi ai voti e alla fine ha prevalso

quest’ultimo. Montani è di Pescara e

ha sposato subito il nostro progetto.

È la sua prima volta in serie D, men-

tre nella vecchia serie C è stato il vice

di Andrea Camplone a Lanciano».

Per concludere, un pensiero alla

squadre che non sono riuscite ad is-

criversi: «Questo è un problema, io

mi ritengo felice del discorso Ango-

lana. Abbiamo mantenuto sempre

gli impegni presi. Purtroppo oggi

nel calcio i soldi sono finiti. O si pro-

gramma bene o si rischia di scom-

parire. Quattro società non iscritte

sono dati importanti, andrebbe

cambiato un po’ tutto, a partire dal

rimborso ai giocatori».

Gaglione, Turris: “Ripescaggi? Situazioni anomale” Londrillo, dg RC Angolana: “Giovani e low budget”

Servizi di Sara Sbaffi

Migliaccio con la maglia del Crociati Noceto (Foto Archivio)

(Foto Archivio)

(Foto Archivio)

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Page 21: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.29

In un periodo storico in cui l’integrazione razziale

sta finalmente diventando realtà anche in Italia

con le prime classi delle elementari sempre più pie-

ne di giovanissimi stranieri, si impone anche per le

organizzazioni sportive l’esigenza di adeguare le

proprie normative alla mutata dimensione socio-

culturale del Paese. Di frequente si sente parlare

di bambini spesso extracomunitari, che, introdot-

ti in Italia da soggetti che operano ai limiti della

legalità vengono poi abbandonati al loro destino

in caso non dimostrino doti tecniche adeguate. La

disciplina del tesseramento degli stranieri nei cam-

pionati Dilettantistici si articola nelle disposizioni

delle NOIF nonché nelle nuove normative FIFA in

vigore dal 1/10/ 2009, in materia di minori. Queste

ultime riducono significativamente la circolazio-

ne di tali atleti, allo scopo di impedire che sportivi

giovani ed ingenui, vengano strappati via dal loro

contesto di vita per finalità speculative legate allo

svolgimento dell’attività sportiva. La “base” su

cui si fonda la normativa, è costituita dall’art. 40

bis NOIF che, negli ultimi anni, è stato integrato

e corretto dal Consiglio federale, per agevolare le

società Dilettantistiche nel rispetto degli adempi-

menti previsti dalla ‘legge Bossi-Fini’ in materia di

permessi di soggiorno. In particolare, il comma 11

della disposizione, stabilisce che: “[...] le società del-

la LND possono tesserare, entro il 31/12, e schie-

rare in campo un solo calciatore straniero, ovvero

una sola calciatrice straniera, che siano stati tesse-

rati per società appartenenti a Federazioni estere,

purché in regola con le leggi vigenti in materia di

immigrazione, ingresso e soggiorno in Italia, e sia

documentato: 1. Calciatori extracomunitari: a)

la qualifica di “non professionista” risultante dal

“transfert internazionale”; b) lo svolgimento di

attività lavorativa mediante esibizione di certifica-

zione dell’Ente competente attestante la regolare

assunzione; c) in alternativa, se studente, lo svolgi-

mento dell’attività di studio mediante esibizione di

certificato di iscrizione o frequenza a corsi scolastici

o assimilabili riconosciuti dalle competenti autori-

tà; d) la residenza e il permesso di soggiorno per un

periodo non inferiore ad un anno o che comunque

sia valido per l’intero periodo di tesseramento. La

residenza e il permesso di soggiorno devono risul-

tare nel Comune sede della società o in Comune

della stessa Provincia o di Provincia limitrofa. 2.

Calciatori comunitari: a) la qualifica di “non profes-

sionista” risultante dal “transfert internazionale”;

b) la residenza che, nel caso di minori di età, deve

essere necessariamente fissata nel Comune sede

della società o in Comune della stessa Provincia o

in Provincia limitrofa; I calciatori tesserati a norma

dei precedenti punti 1) e 2) non possono essere

trasferiti ed il tesseramento ha validità per una sta-

gione sportiva; Il tesseramento decorre dalla data

di comunicazione della FIGC e, per i calciatori extra-

comunitari che non potranno essere trasferiti, avrà

validità fino al termine della stagione sportiva”. Gli

aspetti trattati dalla disposizione sono molteplici

e costituiscono specificazioni della procedura di

tesseramento dei calciatori non Professionisti, non-

ché della disciplina del rapporto tra club ed atleta.

Innanzitutto, è previsto un limite numerico e tem-

porale, con una particolarità: a fronte dell’afferma-

zione dei principi di libertà di circolazione e stabi-

limento dei cittadini comunitari in territorio UE, le

restrizioni riguardano ‘calciatori stranieri che siano

stati tesserati per federazioni estere’, senza distin-

zione tra comunitari ed extracomunitari. Pertanto,

la fonte regolatrice del tesseramento nei Dilettan-

ti si differenzia notevolmente da quelle vigenti in

ambito professionistico (in cui i club possono tes-

serare un numero illimitato di giocatori di paesi

appartenenti all’Unione Europea): all’interno della

LND, i club hanno il limite di tesserare un solo stra-

niero, entro il termine del 31/12 di ogni stagione.

Chiaramente, poiché la disciplina che in materia

di instaurazione del rapporto in ambito FIGC non

può prescindere dalla legislazione statuale, l’equi-

parazione, nei dilettanti, tra atleta comunitario

ed extracomunitario (effettiva per quanto riguar-

da limite numerico e temporale) si ferma davanti

agli obblighi documentali incombenti sulle società,

chiamate a dimostrare, in ogni caso, che il vincolo

con il calciatore dipende da motivi diversi dal cal-

cio. (Continua nel prossimo numero)

www.studiolegaledelre.it

([email protected])

Dal campo al Foro

Guido Del Re

Tesseramento per gli atleti stranieri nei campionati dilettantistici

21NUMERO 29 - 28 luglio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Prima Parte

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Che non sarebbe stato facile per la Juvenes/Doga-

na la gara di ritorno contro i macedoni del Rabot-

nicki nel ritorno del secondo turno di qualificazione

all’Europa League, lo si sapeva. Il risultato dell’andata

(1-0 per gli slavi), però aveva lasciato, oltre alla sod-

disfazione per non aver subìto un rovescio, anche la

flebile speranza di potersela giocare un minimo. «Par-

tita attenta in fase difensiva - la prima richiesta di mis-

ter Paolo Reciputi ai suoi ragazzi - e poi vediamo che

succede»: questo il diktat del tecnico. Effettivamente

così è stato, ma i macedoni nel loro impianto (il “Grad-

ski Stadion” di Skopje, la capitale della Repubblica ex

jugoslava) hanno impresso un ritmo molto forte, e il

sedici tiri dalla bandierina a fronte di nessuno battuto

dai titani, ne sono una testimonianza molto chiara.

«Ma non abbiamo subìto poi così tanto la loro pres-

sione - ci tiene a precisare Reciputi - poi è chiaro che

alla prima disattenzione dietro, questi ti puniscono.

Anche perché, voglio ricordare, noi giochiamo diret-

tamente il secondo turno di qualificazione, quindi si

vanno ad incontrare squadre di buon livello». La gara,

per la cronaca, è terminata 3-0 per gli uomini di Goran

Petreski, grazie alle reti di Manevski al 35’, di Petkoski

al 50’ e di Petrovic appena cinque minuti dopo. Una

buona gara, comunque, per la Juvenes/Dogana: «Sì,

sicuramente delle tre partecipanti sammarinesi alle

Coppe Europee, siamo quella andata meglio guar-

dando i risultati. La Federazione ci ha portato i suoi

complimenti, peccato per le assenze alle quali ab-

biamo dovuto far fronte tra squalifiche, infortuni e

qualcuno che non si è potuto liberare dagli impegni

lavorativi». Due ammoniti, uno per parte (Selva per i

sammarinesi e Petkoski per i padroni di casa per ess-

ersi tolto la maglia dopo il gol realizzato), e gara diretta

dal magiaro Andro Szabo Sandor che è filata liscia, a

differenza di quella dell’andata nella quale c’erano

state diverse recriminazioni per le scelte arbitrali.

Adesso, un po’ di meritato riposo e poi la preparazi-

one per il campionato: «Sì, ora ci facciamo un me-

setto di vacanza, e poi subito dopo Ferragosto com-

inciamo la preparazione per la nuova stagione» dice

Reciputi, che continua: «Affronteremo il campionato

aggredendo, non difendendoci come in queste due

partite di Europa League. Il nostro obiettivo è dichiar-

ato: conquistare l’Europa, e il sogno è quello di portare

per la prima nella bacheca della Juvenes/Dogana il

campionato». Bacheca della società di Piazza Tini che

ospita, ad oggi, due Coppa Titano: la prima nel 2009 e

la seconda quella della scorsa stagione. Vittoria che le

ha garantito la partecipazione al secon-

do turno preliminare di Europa League.

La Juvenes/Dogana (Foto Archivio)

Juvenes/Dogana, l’Europa resta ancora un sognoFlavio Grisoli Campionato Sammarinese

23NUMERO 29 - 28 luglio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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