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PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia...

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PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo sviluppo Mantova, 18 ottobre 2010
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Page 1: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIAPROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA

Giovanni BilanciaGiovanni BilanciaANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppoANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo

Mantova, 18 ottobre 2010

Page 2: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

INDICEINDICE

EpidemiologiaEpidemiologia Disturbi dell’apprendimento: specifici Disturbi dell’apprendimento: specifici

e aspecificie aspecifici Dislessia (iter diagnostico, prognosi, Dislessia (iter diagnostico, prognosi,

riabilitazione…)riabilitazione…) Disturbo aspecifico di apprendimento Disturbo aspecifico di apprendimento

nel deficit cognitivo lievenel deficit cognitivo lieve Comorbidità e disturbi psicopatologici Comorbidità e disturbi psicopatologici

associatiassociati

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EPIDEMIOLOGIAEPIDEMIOLOGIA

15% della popolazione in età scolare 15% della popolazione in età scolare presenta disturbi dello “sviluppo presenta disturbi dello “sviluppo neuropsichico “ (Levi 1994)neuropsichico “ (Levi 1994)

2,5-3,5 % della popolazione in età scolare 2,5-3,5 % della popolazione in età scolare è affetta da Dislessiaè affetta da Dislessia

2% bambini con certificazione L.104 2% bambini con certificazione L.104 (Parma A.S. 2002/3)(Parma A.S. 2002/3)

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DEFINIZIONE DI DISTURBO DEFINIZIONE DI DISTURBO DELL’APPRENDIMENTODELL’APPRENDIMENTO

Il DA rappresenta un sintomo finale comune a disordini Il DA rappresenta un sintomo finale comune a disordini evolutivi molto diversi fra di loro rispetto alla patogenesi evolutivi molto diversi fra di loro rispetto alla patogenesi

Molte indagini epidemiologiche hanno evidenziato che i Molte indagini epidemiologiche hanno evidenziato che i disturbi dell’apprendimento costituiscono uno dei problemi disturbi dell’apprendimento costituiscono uno dei problemi più rilevanti per l’ambito non solo psico-pedagogico, ma più rilevanti per l’ambito non solo psico-pedagogico, ma anche medico-pediatrico.anche medico-pediatrico.

Il termine “Il termine “DISTURBO DELL’APPRENDIMENTODISTURBO DELL’APPRENDIMENTO” è una ” è una espressione-ombrello che raccoglie una gamma espressione-ombrello che raccoglie una gamma diversificata di problematiche nello sviluppo cognitivo e diversificata di problematiche nello sviluppo cognitivo e nell’apprendimento scolastico, non imputabili nell’apprendimento scolastico, non imputabili primariamente a fattori di handicap grave, e definibili come primariamente a fattori di handicap grave, e definibili come il mancato raggiungimento di taluni criteri rilevanti di il mancato raggiungimento di taluni criteri rilevanti di apprendimento ( differenziati per fasce d’età) per i quali apprendimento ( differenziati per fasce d’età) per i quali esiste un largo consenso.esiste un largo consenso.

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DISTURBI DELL’APPRENDIMENTODISTURBI DELL’APPRENDIMENTO

I DA vengono distinti:I DA vengono distinti:

DA SPECIFICIDA SPECIFICI o primari (dislessia o primari (dislessia

evolutiva) evolutiva)

DA ASPECIFICIDA ASPECIFICI o secondari a diverse o secondari a diverse

condizioni cliniche e noncondizioni cliniche e non

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FATTORI DI ESCLUSIONEFATTORI DI ESCLUSIONE

PATOLOGIE SENSORIALI (deficit uditivo, PATOLOGIE SENSORIALI (deficit uditivo, ipovisione)ipovisione)

PATOLOGIE NEUROMOTORIEPATOLOGIE NEUROMOTORIE DEFICIT COGNITIVO (border-line, lieve, DEFICIT COGNITIVO (border-line, lieve,

medio, grave)medio, grave) SVANTAGGIO SOCIOCULTURALE (povertà SVANTAGGIO SOCIOCULTURALE (povertà

di stimoli intellettuali, differenza culturale di stimoli intellettuali, differenza culturale e linguistica…) o SCOLARIZZAZIONE NON e linguistica…) o SCOLARIZZAZIONE NON ADEGUATAADEGUATA

DISTURBI PSICOPATOLOGICIDISTURBI PSICOPATOLOGICI

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DISTURBI SPECIFICI APPRENDIMENTO: DISTURBI SPECIFICI APPRENDIMENTO: DISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVA

DefinizioneDefinizione Modelli di apprendimento della lingua scrittaModelli di apprendimento della lingua scritta Descrizione clinica Descrizione clinica Età diagnosiEtà diagnosi Iter diagnostico e diagnosi differenzialeIter diagnostico e diagnosi differenziale Sottotipi di dislessiaSottotipi di dislessia EziologiaEziologia PrognosiPrognosi ComorbiditàComorbidità

Page 8: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

DEFINIZIONE DEFINIZIONE

La Dislessia evolutiva si configura come La Dislessia evolutiva si configura come un disturbo di apprendimento e un disturbo di apprendimento e successivamente di automatizzazione successivamente di automatizzazione delle procedure di lettura e scrittura, delle procedure di lettura e scrittura, che emerge all’inizio del processo di che emerge all’inizio del processo di scolarizzazione, in bambini che non scolarizzazione, in bambini che non abbiamo altre patologie a cui riferire il abbiamo altre patologie a cui riferire il deficit.deficit.

Page 9: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

Ciò che caratterizza la dislessia:Ciò che caratterizza la dislessia:

1) 1) specificitàspecificità (in quanto si presenta come (in quanto si presenta come disturbo isolato/ riguarda solo alcuni disturbo isolato/ riguarda solo alcuni processi, alcune abilità e non tutti gli processi, alcune abilità e non tutti gli ambiti del funzionamento cognitivo)ambiti del funzionamento cognitivo)

2) ha una origine 2) ha una origine costituzionale costituzionale

3) spesso la dis-lessia (disturbo di 3) spesso la dis-lessia (disturbo di decifrazione) è associata a disturbi della decifrazione) è associata a disturbi della scrittura (dis-ortogrfia, dis-grafia) e disturbi scrittura (dis-ortogrfia, dis-grafia) e disturbi del codice numerico e del calcolo (dis-del codice numerico e del calcolo (dis-calculia)calculia)

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REQUISITI FUNZIONALI PER L'APPRENDIMENTO L-S A 6 ANNI

Decentramento cognitivo

Competenze fonologiche

FUNZIONI ESECUTIVE

attentività memoria-di-lavoro

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Memoria di lavoroMemoria di lavoro

Sistema Esecutivo Centrale

Loop Fonologico

Taccuino Visuo-spaziale

•Comprensione Comprensione linguaggio e linguaggio e letturalettura

•Decodifica letturaDecodifica lettura

•Abilità Abilità aritmetichearitmetiche

•Componenti Componenti concettualiconcettuali vocabolariovocabolario

•Apprendimento nuove Apprendimento nuove paroleparole

•Processazione Processazione sintatticasintattica

•Apprendimento regole Apprendimento regole spaziali e ricordo di spaziali e ricordo di voltivolti

•Abilità aritmeticheAbilità aritmetiche

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Competenze fonologiche

Appr. lingua scritta: regole di conversione + regole di combinazione trasparente

Abilità metafonologiche

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Regole di conversione: [b]=b,B,b [ka]=ca, CA, ca

Combinazione trasparente:[torta]=t o r t a

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Abilità metafonologiche Repertorio procedure sostituzione

Appr.lingua scrittaRegole combinatorie non-trasparenti

Catalogo parole irregolari

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Regole combinatorie non-trasparenti:[ñ]= gn,GN, gn

[ki]= chi, CHI, chi[ƒi]= sci, SCI, sci…………..……………..

Catalogo parole irregolari: [kuaderno]= qu,QU, qu

[kuore]= cu, CU, cu……………..…………….

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Automazione del codice

Velocità e risparmioIntegrazione cognitiva

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Competenze semantiche

Automazione del codiceComprensioneGenerazionedi testi scritti

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STADI DI APPRENDIMENTO STADI DI APPRENDIMENTO DELLA LINGUA SCRITTADELLA LINGUA SCRITTA

stadio logograficostadio logografico stadio alfabetico (o sillabico- stadio alfabetico (o sillabico-

alfabetico)alfabetico)

2) stadio ortografico2) stadio ortografico

3) stadio lessicale3) stadio lessicale

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STADIO ALFABETICOSTADIO ALFABETICO

Il bambino legge applicando le regole di Il bambino legge applicando le regole di conversione grafema-fonema e utilizza la conversione grafema-fonema e utilizza la sequenza di suoni così individuata per sequenza di suoni così individuata per risalire al referente lessicale.risalire al referente lessicale.

Questo processo richiede l’attivazione Questo processo richiede l’attivazione cosciente ed il controllo di una serie di cosciente ed il controllo di una serie di competenze che devono essere tra loro competenze che devono essere tra loro integrate:integrate:

Acquisizione della corrispondenza fono-Acquisizione della corrispondenza fono-grafemicagrafemica

Consapevolezza fonologicaConsapevolezza fonologica Competenze metafonologicheCompetenze metafonologiche

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CORRISPONDENZA FONO-GRAFEMICACORRISPONDENZA FONO-GRAFEMICA

L’acquisizione della corrispondenza fono-L’acquisizione della corrispondenza fono-grafemica passa attraverso l’attivazione di una grafemica passa attraverso l’attivazione di una serie di strategie operative di tipo:serie di strategie operative di tipo:

visuo-percettivo (caratteri formali delle lettere)visuo-percettivo (caratteri formali delle lettere) prassico (riproduzione delle lettere)prassico (riproduzione delle lettere) associativo (costruzione di legami convenzionali associativo (costruzione di legami convenzionali

tra suono e segno)tra suono e segno)

L’acquisizione deve divenire STABILE e L’acquisizione deve divenire STABILE e AUTOMATICA per diventare quel binomio AUTOMATICA per diventare quel binomio operativo che sta alla base del sistema operativo che sta alla base del sistema alfabetico.alfabetico.

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CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICACONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA

Il linguaggio è composto da segmenti Il linguaggio è composto da segmenti provvisti di significato (parole) e segmenti provvisti di significato (parole) e segmenti che non hanno significato (fonemi, sillabe, che non hanno significato (fonemi, sillabe, etc.)etc.)

Il linguaggio è costituito da continue e Il linguaggio è costituito da continue e variabili onde di energia acustica da cui non variabili onde di energia acustica da cui non emerge alcun indizio circa la segmentazione emerge alcun indizio circa la segmentazione in fonemiin fonemi

La capacità di percepire il linguaggio come La capacità di percepire il linguaggio come una struttura combinatoria costituita dal una struttura combinatoria costituita dal ripetersi di una serie limitata di suoni (i ripetersi di una serie limitata di suoni (i fonemi)fonemi)

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2) 2) Consapevolezza fonologicaConsapevolezza fonologica: la capacità di : la capacità di riconoscere/codificare i fonemi (o le riconoscere/codificare i fonemi (o le sillabe) che compongono la parola sillabe) che compongono la parola secondo una coordinata temporalesecondo una coordinata temporale

3) 3) Competenze metafonologicheCompetenze metafonologiche Fusione dei suoni e recupero della parola Fusione dei suoni e recupero della parola

nel repertorio lessicale (lettura)nel repertorio lessicale (lettura)

segmentazione della parola nei singoli segmentazione della parola nei singoli fonemi, recupero del grafema in maniera fonemi, recupero del grafema in maniera sequenziale (scrittura)sequenziale (scrittura)

↓↓VIA FONOLOGICA VIA FONOLOGICA

(scrittura/lettura di parole piane o con (scrittura/lettura di parole piane o con gruppi consonantici)gruppi consonantici)

Page 23: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

FASE ORTOGRAFICAFASE ORTOGRAFICA Le strategie operative della fase alfabetica Le strategie operative della fase alfabetica

(conversione suono/segno) devono essere (conversione suono/segno) devono essere integrate in un processo che contempli integrate in un processo che contempli delle “eccezioni”, che non sono più delle “eccezioni”, che non sono più direttamente desumibili dalle informazioni direttamente desumibili dalle informazioni fonologichefonologiche

(ex: un grafema “c” o “g” che si può (ex: un grafema “c” o “g” che si può leggere in modi diversi; due grafemi “sc” o leggere in modi diversi; due grafemi “sc” o “gl” che corrispondono ad un singolo “gl” che corrispondono ad un singolo fonema; apostrofo, …)fonema; apostrofo, …)

(scrittura/lettura di parole con digrammi (scrittura/lettura di parole con digrammi ortografici)ortografici)

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FASE LESSICALEFASE LESSICALE Fase in cui le parole vengono lette o scritte Fase in cui le parole vengono lette o scritte

globalmente (senza doverle analizzare globalmente (senza doverle analizzare lettera per lettera), in quanto richiamate lettera per lettera), in quanto richiamate da una sorta di archivio di parole in forma da una sorta di archivio di parole in forma scritta (lessico ortografico). La forma scritta (lessico ortografico). La forma scritta della parola viene riconosciuta scritta della parola viene riconosciuta direttamente solo se richiama direttamente solo se richiama automaticamente il significato della automaticamente il significato della parola. parola.

↓↓

VIA VISIVA-LESSICALEVIA VISIVA-LESSICALE

(netto incremento della velocità)(netto incremento della velocità)

Page 25: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

Due tipologie possibiliDue tipologie possibili

Accesso FASE DISLESSIAAccesso FASE DISLESSIA

Indiretto ALFABETICA FONOLOGICAIndiretto ALFABETICA FONOLOGICA

(via fonologica) o MISTA(via fonologica) o MISTA

Accesso FASE DISLESSIA Accesso FASE DISLESSIA

diretto ORTOGRAFICA SUPERFICIALE diretto ORTOGRAFICA SUPERFICIALE

(via visiva-lessicale)(via visiva-lessicale)

Page 26: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

DESCRIZIONE CLINICADESCRIZIONE CLINICA

Dis-lessia è un difetto nella decifrazione, i Dis-lessia è un difetto nella decifrazione, i cui parametri di rilevazione clinica sono:cui parametri di rilevazione clinica sono:

correttezza (errori visivi, fonologici, di correttezza (errori visivi, fonologici, di anticipazione)anticipazione)

Rapidità (t/sill o sill/sec)Rapidità (t/sill o sill/sec) Comprensione del testo letto variabileComprensione del testo letto variabile

Page 27: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

DIS-ORTOGRAFIADIS-ORTOGRAFIA

È il difetto della codifica della lingua È il difetto della codifica della lingua scritta, della applicazione delle regole scritta, della applicazione delle regole di trascrizione nelle operazioni di di trascrizione nelle operazioni di esecuzione( cioè nelle varie forme di esecuzione( cioè nelle varie forme di scrittura). scrittura).

I parametri di rilevazione clinica sono I parametri di rilevazione clinica sono la correttezza e il tempo della la correttezza e il tempo della scritturascrittura

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DIS-CALCULIADIS-CALCULIA

Dis-calculia: difetto (accuratezza/ rapidità) Dis-calculia: difetto (accuratezza/ rapidità) nelle operazioni di processing numerico nelle operazioni di processing numerico (enumerazione, lettura e scrittura numeri, (enumerazione, lettura e scrittura numeri, calcoli a mente, calcoli scritti, recupero calcoli a mente, calcoli scritti, recupero delle tabelline)delle tabelline)

Page 29: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

ETA’ DIAGNOSIETA’ DIAGNOSI

La diagnosi di Dislessia non può essere La diagnosi di Dislessia non può essere formulata prima della fine della 2ª formulata prima della fine della 2ª elementare.elementare.

Tuttavia, già in 1ª elementare possono Tuttavia, già in 1ª elementare possono essere rilevati come indicatori di rischio, essere rilevati come indicatori di rischio, segni importanti di discrepanza tra le segni importanti di discrepanza tra le competenze cognitive generali e competenze cognitive generali e l’apprendimento della letto-scrittural’apprendimento della letto-scrittura..

Page 30: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

ITER DIAGNOSTICOITER DIAGNOSTICO

Anamnesi personale e familiareAnamnesi personale e familiare Valutaz. dell’intelligenza generaleValutaz. dell’intelligenza generale Valutaz. abilità di lettura, scrittura, calcoloValutaz. abilità di lettura, scrittura, calcolo Valutaz. funzioni neuropsicologiche Valutaz. funzioni neuropsicologiche

(attenzione visiva e uditiva, memoria, (attenzione visiva e uditiva, memoria, linguaggio e abilità metafonologiche, linguaggio e abilità metafonologiche, funzioni esecutive, abilità visuo-motorie e funzioni esecutive, abilità visuo-motorie e visuo-spaziali,…)visuo-spaziali,…)

Valutazione psicodiagnosticaValutazione psicodiagnostica Indagini cliniche e/o strumentali (EEG, Indagini cliniche e/o strumentali (EEG,

RMN, vis. Oculistica,…)RMN, vis. Oculistica,…)

Page 31: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

PROFILI EVOL. DI DISLESSIAPROFILI EVOL. DI DISLESSIA

Con pregresso e/o persistente Con pregresso e/o persistente disturbo di sviluppo del linguaggio disturbo di sviluppo del linguaggio

Senza evidente pregresso disturbo Senza evidente pregresso disturbo del linguaggio del linguaggio

Del solo versante produttivoDel solo versante produttivo Associazione con discalculiaAssociazione con discalculia Entità del difetto di automazioneEntità del difetto di automazione Prevalenza del sottotipo funzionalePrevalenza del sottotipo funzionale

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PROGNOSIPROGNOSI

Necessario distinguere:Necessario distinguere: prognosi del disturbo (inteso come l’evoluzione a prognosi del disturbo (inteso come l’evoluzione a

distanza delle difficoltà di letto-scrittura)distanza delle difficoltà di letto-scrittura) prognosi psico-sociale intesa come:prognosi psico-sociale intesa come:

- possibilità di sviluppare un disturbo mentale - possibilità di sviluppare un disturbo mentale

- avanzamento carriera scolastica o precoce - avanzamento carriera scolastica o precoce abbandonoabbandono

- carriera lavorativa- carriera lavorativa

I due tipi di prognosi sono ampiamente dissociati in I due tipi di prognosi sono ampiamente dissociati in quanto correlati a fattori diversi.quanto correlati a fattori diversi.

Page 33: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

PROGNOSIPROGNOSIL’evoluzione del disturbo di l-s è influenzato da:L’evoluzione del disturbo di l-s è influenzato da: gravità del DSA sulla base del parametro velocità gravità del DSA sulla base del parametro velocità

di lettura misurato in 3ª el.di lettura misurato in 3ª el. associazione di difficoltà nelle tre aeree (lettura, associazione di difficoltà nelle tre aeree (lettura,

scrittura, calcolo)scrittura, calcolo) precocità diagnosi (fine 2ª-inizio 3ª el) e dell’inizio precocità diagnosi (fine 2ª-inizio 3ª el) e dell’inizio

trattamento rieducativo trattamento rieducativo livello cognitivo e metacognitivolivello cognitivo e metacognitivo gravità delle compromissioni neuropsicologiche gravità delle compromissioni neuropsicologiche

associateassociate comorbidità psichiatricacomorbidità psichiatrica compliance ambientale (scuola, famiglia)compliance ambientale (scuola, famiglia) familiarità positivafamiliarità positiva

Page 34: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

DISTURBI ASPECIFICI APPRENDIMENTODISTURBI ASPECIFICI APPRENDIMENTO

Condizioni cliniche mascherate:Condizioni cliniche mascherate:

Ritardo mentale lieve e/o borderlineRitardo mentale lieve e/o borderline Deficit primitivi delleFE(ADHD)Deficit primitivi delleFE(ADHD) Disturbi psico-patologici minoriDisturbi psico-patologici minori Disfunzioni parossistiche (o Epilessie) Disfunzioni parossistiche (o Epilessie)

infracliniche (ex. Piccolo male, ESES)infracliniche (ex. Piccolo male, ESES)

Page 35: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

RITARDO MENTALE LIEVE e/o RITARDO MENTALE LIEVE e/o BORDERLINEBORDERLINE (Diagnosi differenziale) (Diagnosi differenziale)

Se la DD non pone particolare difficoltà, in quanto una Se la DD non pone particolare difficoltà, in quanto una prima variabile discriminante è ricavabile dall’analisi dei prima variabile discriminante è ricavabile dall’analisi dei punteggi alle prove che misurano le abilità intellettive, la punteggi alle prove che misurano le abilità intellettive, la determinazione dei profili funzionali risulta più complessa e determinazione dei profili funzionali risulta più complessa e comunque strettamente correlata alla fase evolutiva. comunque strettamente correlata alla fase evolutiva.

ICD-10 : RML QI < 70ICD-10 : RML QI < 70

Borderline QI 70-85Borderline QI 70-85

Profilo degli apprendimenti scolasticiProfilo degli apprendimenti scolastici::

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DISTURBI PRIMITIVI DELLE FUNZIONI DISTURBI PRIMITIVI DELLE FUNZIONI ESECUTIVE(ADHD)ESECUTIVE(ADHD)

Controllo delle “decisoni”-inibizione degli Controllo delle “decisoni”-inibizione degli impulsi-comportamento iperattivoimpulsi-comportamento iperattivo

Regolazione del “traffico delle informazioni”: Regolazione del “traffico delle informazioni”: selettività e tenuta attentivaselettività e tenuta attentiva

Relazione critica fra carico cognitivo e Funzioni Relazione critica fra carico cognitivo e Funzioni Esecutive.Esecutive.

Relazione critica fra durata dei compiti e Relazione critica fra durata dei compiti e Funzioni esecutiveFunzioni esecutive

““temperatura” emotiva delle informazioni e temperatura” emotiva delle informazioni e delle cornici dei compitidelle cornici dei compiti

Page 37: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

a)a) 1° ciclo elementare1° ciclo elementare - difficoltà/ritardo di apprendimento - difficoltà/ritardo di apprendimento

corrispondenza fono-grafemicacorrispondenza fono-grafemica

- difficoltà nel racconto orale- difficoltà nel racconto orale

- difficoltà aritmetica (cardinalità, - difficoltà aritmetica (cardinalità, seriazioneseriazione

- instabilità comportamentale e bassa - instabilità comportamentale e bassa tenutatenuta

- -

Page 38: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

b) 2° ciclo elementareb) 2° ciclo elementare

- difficoltà di comprensione del testo (cattivi lettori) a - difficoltà di comprensione del testo (cattivi lettori) a

fronte di discrete abilità di decodifica (lettori veloci e fronte di discrete abilità di decodifica (lettori veloci e accurati)accurati)

- difficoltà controllo ortografico e di composizione di un - difficoltà controllo ortografico e di composizione di un testo (generatore verbale)testo (generatore verbale)

- difficoltà ragionamento logico-matematiche (basso - difficoltà ragionamento logico-matematiche (basso rapporto tra concetti/procedure-diff. risoluzione problemi) a rapporto tra concetti/procedure-diff. risoluzione problemi) a fronte di abilità di calcolo mentale, conteggio seriale fronte di abilità di calcolo mentale, conteggio seriale progressivo e regressivo senza problemi di rilievoprogressivo e regressivo senza problemi di rilievo

- persistenti problemi di adattamento e comportamento - persistenti problemi di adattamento e comportamento socialesociale

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DISTURBI DELLA SFERA EMOTIVA: TIPOLOGIA DISTURBI DELLA SFERA EMOTIVA: TIPOLOGIA DELLE POSSIBILITÀ DI RAPPORTO DELLE POSSIBILITÀ DI RAPPORTO

PATOGENETICO CON IL D.APATOGENETICO CON IL D.A.. Nella pratica clinica è frequente il riscontro di Nella pratica clinica è frequente il riscontro di

situazioni in cui è presente una concomitanza o situazioni in cui è presente una concomitanza o comorbidità tra DSA e Disturbi psicopatologici comorbidità tra DSA e Disturbi psicopatologici (DSM-IV 50% casi)(DSM-IV 50% casi)

Il rapporto tra Disturbi psicopatologici e difficoltà Il rapporto tra Disturbi psicopatologici e difficoltà scolastiche è particolarmente complesso, poiché scolastiche è particolarmente complesso, poiché disturbi emotivo-affettivi ed “intellettivi” in età disturbi emotivo-affettivi ed “intellettivi” in età evolutiva sono strettamente intrecciati. La evolutiva sono strettamente intrecciati. La relazione causale è quindi potenzialmente relazione causale è quindi potenzialmente bidirezionale.bidirezionale.

difficoltà scolastica difficoltà scolastica disturbo emotivo disturbo emotivo

Page 40: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

Disturbi d’ansiaDisturbi d’ansia, , Disturbi depressiviDisturbi depressivi, , Disturbi della condottaDisturbi della condotta sono presenti in b. con sono presenti in b. con DA con frequenza da 3 a 6 volte superiore che in DA con frequenza da 3 a 6 volte superiore che in bambino con normale apprendimentobambino con normale apprendimento

Due categorie fenomeniche:Due categorie fenomeniche:

a) Disturbi esternalizzati o disturbi con a) Disturbi esternalizzati o disturbi con comportamento disturbante:comportamento disturbante:

- disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività- disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività

- disturbo oppositivo-provocatorio- disturbo oppositivo-provocatorio

- disturbi della condotta e inerenti l’area della- disturbi della condotta e inerenti l’area della

devianza socialedevianza sociale

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b) b) Disturbi internalizzatiDisturbi internalizzati

- disturbi d’ansia (attacchi di panico, ansia di - disturbi d’ansia (attacchi di panico, ansia di separazione, fobie semplici, fobia sociale). Questi separazione, fobie semplici, fobia sociale). Questi disturbi possono condurre al ritiro dalla scuola, disturbi possono condurre al ritiro dalla scuola, per periodi transitori o prolungati, e comunque per periodi transitori o prolungati, e comunque interferiscono sulle possibilità del recuperointerferiscono sulle possibilità del recupero

- disturbi somatici (cefalea, dolori - disturbi somatici (cefalea, dolori addominali,senso di soffocamento, palpitazioni) addominali,senso di soffocamento, palpitazioni) spesso associati a disturbi del sonno, enuresi o spesso associati a disturbi del sonno, enuresi o encopresi, tics o balbuzie, disturbi della sfera encopresi, tics o balbuzie, disturbi della sfera alimentarealimentare

- disturbi dell’umore (depressione)- disturbi dell’umore (depressione)

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In alcuni casi il Disturbo psicopatologico sembra essere una In alcuni casi il Disturbo psicopatologico sembra essere una conseguenza del DA e dell’insuccesso scolastico che esso conseguenza del DA e dell’insuccesso scolastico che esso comporta: in questi casi il disturbo psicopatologico tende a comporta: in questi casi il disturbo psicopatologico tende a ridursi spontaneamente in parallelo con la riduzione delle ridursi spontaneamente in parallelo con la riduzione delle difficoltà scolastiche(“associazione”).difficoltà scolastiche(“associazione”).

In altri casi il DSA appare agire come fattore scatenante per In altri casi il DSA appare agire come fattore scatenante per la strutturazione di un disturbo psicopatologico già la strutturazione di un disturbo psicopatologico già presente, seppure in forma larvata, negli anni precedenti: in presente, seppure in forma larvata, negli anni precedenti: in questo caso l’andamento dei due disturbi appare questo caso l’andamento dei due disturbi appare relativamente indipendente(“comorbidità”).relativamente indipendente(“comorbidità”).

Queste due situazioni non vanno confuse con il percorso Queste due situazioni non vanno confuse con il percorso inverso, quando cioè il DA è aspecifico e rappresenta solo inverso, quando cioè il DA è aspecifico e rappresenta solo un sintomo del disturbo psicopatologico(“inibizione prim.”).un sintomo del disturbo psicopatologico(“inibizione prim.”).

Page 43: PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA PROFILI CLINICI NELLA DISLESSIA Giovanni Bilancia ANSvi - accademia neuropsicologia dello sviluppo Mantova, 18 ottobre.

La Dislessia può rappresentare un elemento La Dislessia può rappresentare un elemento potenziale di rischio psicopatologico , ma tale potenziale di rischio psicopatologico , ma tale potenzialità diviene realtà quando potenzialità diviene realtà quando fattori fattori concomitanticoncomitanti, spesso non direttamente evidenti , spesso non direttamente evidenti (es. disturbo psicologico pre-clinico o sub-clinico, (es. disturbo psicologico pre-clinico o sub-clinico, atipie temperamentali individuali o del nucleo atipie temperamentali individuali o del nucleo familiare, condizioni socio-ambientali sfavorevoli, familiare, condizioni socio-ambientali sfavorevoli, eventi vitali negativi) rendono meno efficienti le eventi vitali negativi) rendono meno efficienti le risorse psichiche del soggetto.risorse psichiche del soggetto.

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Nella dislessia la comparsa di disturbi “emotivi” viene più Nella dislessia la comparsa di disturbi “emotivi” viene più frequentemente segnalato a partire dall’età di latenza frequentemente segnalato a partire dall’età di latenza

la scuola media è certamente il banco di prova più severo la scuola media è certamente il banco di prova più severo per i b. dislessici, in quanto si rende sempre più evidente il per i b. dislessici, in quanto si rende sempre più evidente il peso specifico del DA, ed in particolare il rapporto tra la peso specifico del DA, ed in particolare il rapporto tra la disfunzionalità (diseconomicità) delle procedure di l-s e disfunzionalità (diseconomicità) delle procedure di l-s e calcolo rispetto al loro utilizzo nei campi di apprendimento calcolo rispetto al loro utilizzo nei campi di apprendimento che divengono sempre più complessiche divengono sempre più complessi

difficoltà, soprattutto in rapporto all’aumentare dell’età, a difficoltà, soprattutto in rapporto all’aumentare dell’età, a definire una sequenza patogeneticadefinire una sequenza patogenetica

L’associazione tra le due condizioni ha un valore L’associazione tra le due condizioni ha un valore prognostico negativo, aumentando il rischio di una prognostico negativo, aumentando il rischio di una cronicizzazione del disturbo psicopatologicocronicizzazione del disturbo psicopatologico


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