Progettazione per l’inclusione scolasticaSerenella Besio
Decreto legislativo13 aprile 2017, n. 66Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13luglio 2015, n. 107
1. L'inclusione scolastica:
a) riguarda le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, le
studentesse e gli studenti, risponde ai differenti bisogni educativi e
si realizza attraverso strategie educative e didattiche finalizzate allo
sviluppo delle potenzialità di ciascuno nel rispetto del diritto
all'autodeterminazione e all'accomodamento ragionevole, nella
prospettiva della migliore qualità di vita;
(1. L'inclusione scolastica)
b) si realizza nell'identità culturale, educativa, progettuale,
nell'organizzazione e nel curricolo delle istituzioni scolastiche,
nonché attraverso la definizione e la condivisione del progetto
individuale fra scuole, famiglie e altri soggetti, pubblici e privati,
operanti sul territorio;
(1. L'inclusione scolastica)
c) è impegno fondamentale di tutte le componenti della comunità
scolastica le quali, nell'ambito degli specifici ruoli e responsabilità,
concorrono ad assicurare il successo formativo delle bambine e dei
bambini, delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli
studenti.
2. Il presente decreto promuove la partecipazione della famiglia, nonché delle associazioni di riferimento, quali interlocutori dei processi di inclusione scolastica e sociale.
Capo III- Procedure di certificazione e documentazione per l’inclusione scolastica
un profilo di funzionamento secondo i criteri del modello bio-psico-sociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) adottata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
ai fini della formulazione
del progetto individuale di cui all'articolo 14 della legge 8 novembre 2000, n. 328
del Piano Educativo Individualizzato (PEI)
Progetto individuale (L. 328/2000)Legge quadro per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi sociali
i comuni, d'intesa con le aziende unità sanitarie locali, predispongono, su richiesta dell'interessato, un progetto individuale
Nell'ambito delle risorse disponibili in base ai piani di cui agli articoli 18 e 19, il progetto individuale comprende, oltre alla valutazione diagnostico-funzionale, le prestazioni di cura e di riabilitazione a carico del Servizio sanitario nazionale, i servizi alla persona a cui provvede il comune in forma diretta o accreditata, con particolare riferimento al recupero e all'integrazione sociale, nonché le misure economiche necessarie per il superamento di condizioni di povertà, emarginazione ed esclusione sociale.
Nel progetto individuale sono definiti le potenzialità e gli eventuali sostegni per il nucleo familiare.
Profilo di Funzionamento
Ricomprende Diagnosi Funzionale Profilo Dinamico Funzionale
Redatto da Unità Valutazione Multidisciplinare:a) un medico specialista o un esperto della condizione di salute
della persona
b) uno specialista in neuropsichiatria infantile
c) un terapista della riabilitazione
d) un assistente sociale o un rappresentante dell'Ente locale di competenza che ha in carico il soggetto
Il Profilo di Funzionamento
a) è il documento propedeutico e necessario alla predisposizione del Progetto Individuale e del PEI
b) definisce anche le competenze professionali e la tipologia delle misure di sostegno e delle risorse strutturali necessarie per l'inclusione scolastica;
c) è redatto con la collaborazione dei genitori della bambina o del bambino, dell'alunna o dell'alunno, della studentessa o dello studente con disabilità, nonché con la partecipazione di un rappresentante dell'amministrazione scolastica, individuato preferibilmente tra i docenti della scuola frequentata;
d) è aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione, a partire dalla scuola dell'infanzia, nonché in presenza di nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento della persona
Capo IV - Progettazione e organizzazione scolastica per l'inclusione – il PeI
a) è elaborato e approvato dai docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori o dei soggetti che ne esercitano la responsabilità, delle figure professionali specifiche interne ed esterne all'istituzione scolastica che interagiscono con la classe e con la bambina o il bambino, l'alunna o l'alunno, la studentessa o lo studente con disabilità nonché con il supporto dell'unità di valutazione multidisciplinare;
b) tiene conto della certificazione di disabilità e del Profilo di funzionamento;
Capo IV - Progettazione e organizzazione scolastica per l'inclusione – il PeI
c) individua strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento nelle dimensioni della relazione, della socializzazione, della comunicazione, dell'interazione, dell'orientamento e delle autonomie;
d) esplicita le modalità didattiche e di valutazione in relazione alla programmazione individualizzata;
e) definisce gli strumenti per l'effettivo svolgimento dell'alternanza scuola-lavoro, assicurando la partecipazione dei soggetti coinvolti nel progetto di inclusione;
Capo IV - Progettazione e organizzazione scolastica per l'inclusione – il PeI
f) indica le modalità di coordinamento degli interventi ivi previsti e la loro interazione con il Progetto individuale;
g) è redatto all'inizio di ogni anno scolastico di riferimento, a partire dalla scuola dell'infanzia, ed è aggiornato in presenza di nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento della persona. Nel passaggio tra i gradi di istruzione, compresi i casi di trasferimento fra scuole, è assicurata l'interlocuzione tra i docenti della scuola di provenienza e quelli della scuola di destinazione;
h) è soggetto a verifiche periodiche nel corso dell'anno scolastico al fine di accertare il raggiungimento degli obiettivi e apportare eventuali modifiche ed integrazioni.
Piano per l'inclusione
definisce le modalità per l'utilizzo coordinato delle risorse, compresi il superamento delle barriere e l'individuazione dei facilitatori del contesto di riferimento nonché per progettare e programmare gli interventi di miglioramento della qualità dell'inclusione scolastica.
Il Piano per l'inclusione è attuato nei limiti delle risorse finanziarie, umane e strumentali disponibili.
Proviamo a fare una sintesi
Che cosa Chi Quando
Profilo di Funzionamento (PdF)
Unità di Valutazione Multidimensionale (UVMD)
Al passaggio di ogni grado di istruzione, nonché in caso di novità
Progetto Individuale (PI) Il Comune, su richiesta dell’interessato
Rinnovato se (quando) se ne sente l’esigenza
Piano EducativoIndividualizzato (PEI)
Consiglio di classe, famiglia, operatori socio-sanitari di riferimento (con il supporto dell’UVMD)
All’inizio di ogni anno scolastico, verificato durante l’anno scolastico
Piano Annuale dell’Inclusività (PAI)
Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI)
Xxxx???
P.A.I.Normativa di riferimento
• Piano Annuale per l’InclusivitàNota Ministeriale prot.1551 del 27 giugno 2013
richiama nello specifico
• Strumenti di interventi per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica
Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012
• Indicazioni operative Circolare Ministeriale prot. 561 n.8 del 2013
P.A.I.Circolare Ministeriale prot. 561 n.8 del 2013
TRA LE AZIONI STRATEGICHE
PER LA REALIZZAZIONE DI UNA POLITICA
DELL’INCLUSIONE NELLE SINGOLE SCUOLE
la Circolare indica
…elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusivitàriferito a tutti gli alunni con BES,
da redigere al termine di ogni anno scolastico
è uno strumentoche contribuisce ad accrescere
la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi
in relazione alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente
la scuola “per tutti e per ciascuno”
Che cos’è il P.A.I.?Nota Ministeriale prot.1551 del 27 giugno 2013
1
esso è un atto interno della scuola autonoma,
finalizzato all’auto-conoscenza e alla pianificazione, da sviluppare in un
processo responsabile e attivo di crescita e partecipazione
in un’ottica di sviluppo e monitoraggio delle capacità inclusive della scuola
Che cos’è il P.A.I.?Nota Ministeriale prot.1551 del 27 giugno 2013
2
è lo strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo (P.O.F.)
è lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno
nel realizzare gli obiettivi comuni
linee guida per un concreto impegno programmatico per l’inclusione
Che cos’è il P.A.I.?Nota Ministeriale prot.1551 del 27 giugno 2013
3
La scuola ha quindi l’onere di proporre il Piano Annuale per l’Inclusività,
relazionando sul processo di inclusività agito, sullo stato dell’arte in merito agli
interventi inclusivi attivati in itinere e ancor di più presentare una proiezione
globale di miglioramento che essa intende realizzare attraverso tutte le specifiche risorse che possiede
Che cos’è il P.A.I.?Nota Ministeriale prot.1551 del 27 giugno 2013documento-proposta
• un’attenta lettura dei bisogni della scuola• una verifica dei progetti attivati
• un’analisi dei punti di forza e delle criticità che hanno accompagnato le azioni di
inclusione scolastica realizzate nel corso dell’anno scolastico
programmazione degli obiettivi da perseguire edelle attività da porre in essere
negli ambiti dell’insegnamento curricolare della gestione delle classi
dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici
delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie
da perseguire nel senso della trasversalità delle
prassi di inclusione
obiettivi di miglioramento
Chi lo predispone?
il GLI
Gruppo di Lavoro per l’Inclusione
evoluzione del GLHI previsto dalla legge 104/1992
la sua azione comprende tutti gli alunni che presentano bisogni educativi speciali
P.A.I.
Il GLI è Composto da tutti i soggetti coinvolti nel processo educativo:
Insegnanti di sostegno e curricolari
Assistenti educatori
Collaboratori scolastici
Genitori
Rappresentanti dell’ASL, degli enti locali,
delle associazioni che collaborano con la scuola
Rappresentanti degli studenti (scuola secondaria 2° grado)
Chi lo predispone?P.A.I.
DEFINIRE IL P.A.I.:TEMPI E PROCEDURE
NovembreDicembre
AprileMaggio Giugno Settembre
Raccolta dei dati di tipo quantitativo e
qualitativo relativo ad alunni con BES
Verifica dei progetti attivati (sulla base dei modello dell’anno precedente),
analisi dei punti di forza e di criticità delle azioni di inclusione
Predisposizione del P.A.I.
Approvazione del P.A.I. da parte del Collegio Docenti.Presentazione al
Consiglio di Istituto
Invio del P.A.I. ai competenti organi USR/GLIP/GLIR
Adattamento del PIANO in base alle risorse effettivamente assegnate alla
scuola
Quali dati inserire?
Raccoglie dati
di tipo quantitativo e di tipo qualitativo
• Sintesi dei punti di forza e di criticità
• Obiettivi che si intende attuare
• Riprogettazione della scuola (piano di miglioramento)
• Proposta di assegnazione delle risorse funzionali
• Raccolta dei dati degli alunni con BES suddivisi per categorie
• Numero di PDP compilati
• Risorse umane e materiali impegnate
• Relazioni stabilite (famiglie, servizi, …)
P.A.I.
MODELLO PROPOSTO DAL MIUR
P.A.I.
PARTE I ANALISI DEI PUNTI DI FORZA
E DI CRITICITÀ
FASE DELLA MAPPATURA
i dati vanno richiesti ai Consigli di classe
anche tramite modello predisposto
P.A.I.
DEFINIZIONE DEL FUNZIONIGRAMMA
Definire le modalità di utilizzo delle
diverse risorse professionali
Chiarire i ruoli delle figure indicate
P.A.I.MODELLO MIURPARTE I ANALISI DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ
P.A.I.MODELLO MIURPARTE I ANALISI DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ
DEFINIZIONE DEL FUNZIONIGRAMMA
P.A.I.MODELLO MIURPARTE I ANALISI DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ
DEFINIZIONE DEL FUNZIONIGRAMMA
PIANO DI FORMAZIONE ATTIVATO
P.A.I.MODELLO MIURPARTE I ANALISI DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ
AZIONI SUL TERRITORIO
AUTOVALUTAZIONE
Definire le modalità autovalutative
da attivare
P.A.I.MODELLO MIURPARTE I ANALISI DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ
PARTE II - OBIETTIVI DI INCREMENTO DELL’INCLUSIVITÀ
PROPOSTI PER L’ANNO SUCCESSIVO
Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.)
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti
Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive
DEFINIRE LA PROGETTUALITÀ DELL’INCLUSIONE
Formalizzare ruoli, compiti e procedure tenendo presente che il processod’inclusione nella scuola, inoltre, può avvenire realmente solo quando
condiviso da tutto il personale coinvolto (ruolo del Dirigente, della Funzione Strumentale, il Consiglio di classe, i Servizi Sociali, le UONPIA,….)
Esplicitare in modo realistico contenuti di percorsi formativi legati alla tematicadell’inclusione (didattica inclusiva, cooperative learning, intelligenze multiple,….)
Indicare strategie di valutazione inclusive orientate verso larilevazione e l’accertamento delle competenze nell’ottica della
personalizzazione
P.A.I.
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti
Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative
Chiarire le risorse interne da utilizzare per le azioni di supporto organizzativo (Dirigente Scolastico, GLI, funzioni strumentali, personale ATA) e di tutoraggio, recupero e
potenziamento, mediazione culturale (compagni, insegnante di sostegno, docenti curricolari)
Il riferimento va ai soggetti esterni che possono essere attivati per il supporto agli alunni con bisogni educativi speciali (assistenti educatori, specialisti riabilitativi, neuropsichiatri, servizi
sociali,….)
Definire le modalità di coinvolgimento delle famiglie ed eventualmente delle risorse territoriali (strutture sportive, educatori, ecc.) appartenenti al volontariato e/o al privato sociale.
P.A.I.PARTE II - OBIETTIVI DIINCREMENTO DELL’INCLUSIVITÀ PROPOSTI PER IL PROSSIMO ANNO
DEFINIRE LA PROGETTUALITÀ DELL’INCLUSIONE per formulare un’ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche,
istituzionali e non, per incrementare il livello di inclusività generale della scuola nell’anno successivo
Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi
Valorizzazione delle risorse esistenti
Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione
Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.
Chiarire le metodologie didattiche, le strategie, gli approcci funzionali alla valorizzazione delle diversità
Esplicitare le modalità di utilizzo delle risorse professionali, materiali ed organizzative
Definire ulteriori risorse da potenziare (sussidi, laboratori,……)
Definire le modalità utilizzabili nelle fasi di passaggio nei diversi ordini e gradi di scuola e buone prassi per
l’orientamento
P.A.I.PARTE II - OBIETTIVI DIINCREMENTO DELL’INCLUSIVITÀ PROPOSTI PER IL PROSSIMO ANNO DEFINIRE LA PROGETTUALITÀ DELL’INCLUSIONE
Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data _________Deliberato dal Collegio dei Docenti in data _________
Allegati: Proposta di assegnazione organico di sostegno e altre risorse specifiche (AEC, Assistenti Comunicazione, ecc.)
P.A.I.PARTE FINALE
È uno strumento che può aiutare la scuola a pensare utilizzi alternativi delle risorse, delle classi, degli spazi
per la gestione di azioni educative grazie alle quali ogni alunno veda riconosciuta e valorizzata la propria
specificità
P.A.I.
IL P.A.I. OLTRE I BES…
STRUMENTI PER VALUTARE L’INCLUSIONE
La rilevazione,
il monitoraggio e
la valutazione
del grado di inclusività della scuola
sono finalizzate ad accrescere la
consapevolezza dell’intera comunità
educante sulla centralità e la
trasversalità dei processi inclusivi in
relazione alla qualità dei “risultati”
educativi.
Da tali azioni si potranno inoltre
desumere indicatori realistici sui
quali fondare
piani di miglioramento
organizzativo e culturale
Circolare Ministeriale prot. 561 n.8 del 2013
Azioni a livello di singola istituzione scolastica
Ci si potrà inoltre avvalere dell’approccio fondato sul modello ICF dell’OMS e dei
relativi concetti di barriere e facilitatori.
A tal fine possono essere adottati sia strumenti strutturati reperibili in rete
come l’Index per
l’inclusione
il progetto Quadis
(http://www.quadis.it/jm/)
sia concordati a livello
territoriale
STRUMENTI PER VALUTARE L’INCLUSIONE
Circolare Ministeriale prot. 561 n.8 del 2013
il compito è demandato
alla singola istituzione
scolastica, con modalità
di lavoro che possono
essere ricondotte
AUTOANALISI
D’ISTITUTO
STRUMENTI PER VALUTARE L’INCLUSIONE
attività finalizzata a promuovere un cambiamento delle
condizioni di apprendimento utile ad un più efficace perseguimento degli
obiettivi educativi della scuola
AUTOANALISI
un’ispezione sistematica (descrizione e analisi)
da parte di una scuola dell’attuale funzionamento della scuola stessa
come primo passo di un processo di miglioramento
STRUMENTI PER VALUTARE L’INCLUSIONE
attività valutativa volta ad acquisireinformazioni sulla natura dell’oggettoconsiderato e ad accertarne il valore eil merito attraverso modalità rigorose eformalizzate
un soggetto collettivo interno alla scuola
un insieme di condizioni organizzative ed educative che qualificano l’erogazione del
servizio formativo da parte di un determinato Istituto scolastico
scopo produrre un processo di cambiamento
oggettoistituto scolastico come sottosistema organizzato dotato di una
autonomia sostanziale e inserito in un determinato contesto
ambientale
modalità di lavorovalutazione interna fondata su un accertamento sistematico
della qualità dei processi e dei prodotti educativi della scuola
da parte degli stessi soggetti che operano in essa
STRUMENTI PER VALUTARE L’INCLUSIONE
AUTOANALISI D’ISTITUTO
Come si situa in questo panorama
l’autovalutazione del grado di inclusività della scuola?
Si tratta di “individuare indicatori realistici”
per migliorare questo aspetto.
I modelli a disposizione sono molti, fra gli altri:
✓Caf – Common Assesment Framework
✓Modello rete europea delle Scuole che Promuovono Salute
✓Index per l’inclusione
✓Quadis, Kit per l’ autoanalisi e l’autovalutazione d’istituto sull’integrazione
✓Altro...
STRUMENTI PER VALUTARE L’INCLUSIONE
Didattica speciale - 2015/2016
Inclusione
Speciale normalità
InclusioneChe cos’è?
possono essere ugualmente valorizzati, trattati con rispetto e forniti di uguali opportunità di apprendimento, di socializzazione e in generale di sviluppo, lungo tutto il
loro percorso scolastico (Booth e Ainscow, 2008)
a prescindere da differenze di abilità, genere, linguaggio, origine etnica o culturale
dentro cui gli alunni
è una cornice educativa
Didattica speciale - 2015/2016
Inclusioneognuno sente di essere apprezzato e che la sua partecipazione è gradita
implica il riconoscimento che c’è un rischio di esclusione, che occorre prevenire attivamente
afferma l’importanza del coinvolgimento di tutti gli alunni nella realizzazione di una scuola realmente accogliente,
mediante la trasformazione del curriculum e delle strategie organizzative delle scuole, che devono diventare sensibili all’intera gradazione delle diversità presenti nei gruppi di alunni (Dovigo, 2007)
Didattica speciale - 2015/2016
concetto di inclusione ha sempre una duplice valenzaBooth e Ainscow (1998)
un ideale, un orizzonte valoriale a cui tendere, che rappresenta la concretizzazione di un impegno politico e sociale che vede nella
rete di relazioni promossa dall’inclusione l’espressione di una “comunità di educazione
globale”
un’attività molto concreta, che si esprime attraverso la realizzazione
di buone pratiche ed è frutto dell’apporto di due processi
interconnessi: l’accrescimento della partecipazione degli alunni e la riduzione dell’esclusione dalle culture e dai curricoli comuni.
Didattica speciale - 2015/2016
Inclusione
Dire che l’inclusione “include” anche l’integrazione significa riconoscere che le condizioni di contesto offerte da una scuola realmente accogliente o inclusiva per tutti gli alunni sono anche le condizioni ideali per l’integrazione degli alunni disabili.
Proprio la presenza di questi alunni ha provocato la scuola a ripensarsi in termini di flessibilità organizzativa e didattica, imparando a cambiare per essere più rispondente alle nuove richieste “speciali”, e così scoprendo che, in realtà, tutti gli alunni ricavano benefici da una didattica rinnovata e più attenta alle differenze individuali.
Didattica speciale - 2015/2016
Inclusione
Il modello scolastico è inclusivo se di fronte alle sfide che ogni diversità pone all’organizzazione scolastica, scatta un procedimento di ricerca che impegna tutti e che ha come scopo quello di allestire risposte educative e didattiche anche differenziate, individualizzate e personalizzate, ma dentro la «normalità» dell’organizzazione scolastica e non, invece, attraverso un meccanismo di delega, di richiesta di intervento sostitutivo, di emarginazione e di allontanamento (Fiorin 2007).
Didattica speciale - 2015/2016
Speciale normalità«Una risposta realmente inclusiva è una risposta individualizzata quanto necessario» (Ianes, 2005)
Speciale normalitàChe cos’è?
È una condizione di sintesi, una condizione largamente
superiore alle due
“Le aspettative, gli obiettivi, le prassi per tutti gli alunni,
nessuno escluso, nelle ordinarie e normali attività, che però si arricchiscono di una specificità non comune, fondata su dati scientifici e
richiesta dalla complessità dei bisogni educativi speciali”
Didattica speciale - 2015/2016
La normalità sta nel bisogno di educazione e formazione, il bisogno di
uno sviluppo e di una funzionalità il più possibile normale,
rispondente alle normali richieste dei normali
contesti di vita
La specialità, la differenza e la
peculiarità, anche estrema della persona,
dei suoi funzionamenti, dei suoi
bisogni/difficoltà e dei modi in cui rispondervi
Didattica speciale - 2015/2016
Speciale normalità
Sostiene l’importanza dell’uso prioritario di risorse normali (per tutti gli alunni e nelle normali attività scolastiche) per l’inclusione,
risorse però che vanno potenziate con “principi attivi” di carattere tecnico specifico, pena altrimenti la loro inefficacia
Didattica speciale - 2015/2016
Speciale normalità
Cornice metodologico-didattico-organizzativa
secondo la speciale normalità
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
3. L’adattamento degli obiettivi e dei materiali della classe
4. L’autoregolazione cognitiva e nei comportamenti-relazioni
5. L’intervento psicoeducativopositivo sui comportamenti
problema
5 dimensioni metodologiche
(Ianes, Macchia, 2008)Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
3. L’adattamento degli obiettivi e dei materiali della classe
4. L’autoregolazione cognitiva e nei comportamenti-relazioni
5. L’intervento psicoeducativopositivo sui comportamenti
problema
(Ianes, Macchia, 2008)Didattica speciale - 2015/2016
Cornice metodologico-didattico-organizzativa
secondo la speciale normalità
Strategie di sviluppo
della “forza del gruppo” e
della sua resilienza
Didattica inclusiva
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
RESILIENZADa latino resilire, “saltare indietro, rimbalzare”.Per gli ingegneri descrive la capacità di un materiale di resistere agli urti senzaspezzarsi.In ecologia riassume una forza intrinseca degli ecosistemi: la predisposizione aritrovare un equilibrio dopo uno choc esterno.Per le scienze umane è la capacità dell’uomo di affrontare le avversità dellavita, superarle e uscirne rinforzato o trasformato.
Classe resiliente (Doll, Zucher e Brehm, 2004)
“essere un posto dove tutti i bambini possano avere successo in ambito emozionale, cognitivo e interpersonale”
un luogo che resiste agli urti delle difficoltà e che migliora continuamente se stesso
Didattica inclusiva
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Classe resiliente
rendere la classe più resistente agli urti dei vari bisogni educativi speciali,delle disabilità, delle necessità di individualizzare, di sostenere strategiedidattiche anche più impegnative, di modificare anche profondamenteil modo di insegnare e di apprendere reciprocamente e di vivere eimparare insieme tutti i giorni
rafforzando la trama di vissuti e
di processi interpersonali, emozionali, cognitivi…
Didattica inclusiva
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Didattica inclusiva
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Quando i suoi alunni:
Si vedono come persone competenti ed efficaci
nell’apprendimento (autoefficacia scolastica)
Si muovono verso obiettivi conosciuti ma anche il più
possibile scelti autonomamente (autodeterminazione scolastica)
Si comportano in modo appropriato e adattivo con una minima supervisione da parte dell’adulto (autoregolazione
comportamentale)
Vivono relazioni di cura autentiche con gli
insegnanti
Vivono relazioni gratificanti con i
compagni
Hanno famiglie che conoscono e sostengono gli apprendimenti che
avvengono a scuola realizzando una buona partnership educativa
Didattica inclusiva
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Autoefficacia scolastica
Autodeterminazione scolastica
Autoregolazione comportamentale
Relazioni con l’insegnante
Relazioni con i compagni
Partnership con la
famiglia
Classe resiliente
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Autoefficacia scolastica
Gli alunni elaborano la convinzione positiva, singola e collettiva, delle proprie capacità di avere successo, di
apprendere, di reggere le sfide che il percorso scolastico porta con sé.
(Bandura, 1996,2000Caprara 2001)
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Autoefficacia scolastica
Autoefficacia?
Convinzione nelle proprie capacità di raggiungere il successo nell’esecuzione di un compito,
Il senso di portecela fare
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Autoefficacia scolastica
Gli alunni con un buon senso di autoefficaciaapprendono meglio le strategie di autoregolazionerispetto ad altri di pari capacità cognitive
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Autoefficacia scolastica
Dipende anche da cosa?
Dall’atteggiamento ottimistico dell’insegnante“trasmissione di forza” (Borkowski, 1990)
Crede nelle risorse e le valorizzaOffre un modello di persuasione e di forza psicologica
Programmazione basata sul successo
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Possibilità che gli alunni definiscano autonomamente i loro obiettivi di apprendimento, sappiano identificare e risolvere problemi che li ostacolano e scelgano e usino
azioni che li portino più vicino ai loro obiettivi
Autodeterminazione scolastica
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Una classe più riflessiva,metacognitivamente più consapevole, è una classe più
entusiasta e intrinsecamente motivata
Gli alunni che sentono gli obiettivi più vicini al proprio significato, ai propri interessi attivano un investimento energetico maggiore e sviluppano un maggior senso di
appartenenza e migliore resistenza alla frustrazione
Autodeterminazione scolastica
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Ottica socio-costruttivista
Approccio metacognitivo
Apprendimento significativo
Valutazione autentica
Autodeterminazione scolastica
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Gli alunni sanno gestire i loro comportamenti con l’aiuto di routine, incluse nell’ordinaria gestione, favorendo
comportamenti positivi: attenzione, costanza, cooperazione, responsabilità, rispetto delle regole
elaborate e condivise, soluzione negoziata dei conflitti, condivisione e turni
Autoregolazione comportamentale
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
“Ethos di cura”
Darsi momenti di attività libera, di ascolto, di dialogo personale, di crescita del senso di appartenere a una relazione significativa di cura e di aiuto con i propri
insegnanti, in cui l’alunno sviluppa fiducia, stima e da cui ne ricava sicurezza, autostima e autoefficacia
Relazione autentica con gli insegnanti
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Qualcosa di più della semplice prosocialità
Gli alunni creano amicizie, rapporti informali, di aiuto reciproco, si cercano, si invitano, progettano insieme
come passare il tempo libero, …
Obiettivo da perseguire con decisione e sistematicità
Relazioni con i compagni
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Le idee e le aspettative degli alunni sull’apprendimento sono molto influenzate da quelle del contesto familiare: se i valori e gli obiettivi della famiglia e della scuola si
avvicinano è molto più facile per l’alunno riconoscerli e farli propri interiorizzandoli
Partnership educativa tra la scuola e la famiglia
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Quando una classe è resiliente?
Didattica inclusiva
Costruire un insieme di significati, di obiettivi e di vissuti condivisi e di modalità, più o meno formalizzate, di
comunicare, decidere insieme e valutare le cose fatte.
Partnership educativa tra la scuola e la famiglia
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Didattica inclusiva
Didattica speciale - 2015/2016
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
Sfondo positivo da curare e sviluppareIn cui attivare metodologie didattiche utili nei
processi di inclusione/individualizzazione
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
3. L’adattamento degli obiettivi e dei materiali della classe
4. L’autoregolazione cognitiva e nei comportamenti-relazioni
5. L’intervento psicoeducativopositivo sui comportamenti
problema
(Ianes, Macchia, 2008)Didattica speciale - 2015/2016
Cornice metodologico-didattico-organizzativa
secondo la speciale normalità
1. Lo sviluppo della resilienza collettiva
2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
3. L’adattamento degli obiettivi e dei materiali della classe
4. L’autoregolazione cognitiva e nei comportamenti-relazioni
5. L’intervento psicoeducativopositivo sui comportamenti
problema
(Ianes, Macchia, 2008)Didattica speciale - 2015/2016
Cornice metodologico-didattico-organizzativa
secondo la speciale normalità
Creare reti informali di sostegno e di amicizia nella
classe
Apprendimento per gruppi cooperativi
Tutoring
Didattica inclusiva
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2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
Attenzione sistematica e un uso specifico
di una serie di strategie diffuse di sostegno
alla prosocialità e alla solidarietà tra alunni
(Stainback e Stainback, 1993,1996)
Didattica inclusiva
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2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
Creare reti informali di sostegno e di
amicizia nella classe
PROSOCIALITA’
Comportamenti che, senza la ricerca di ricompenseesterne, favoriscono altre persone o gruppi, secondoi criteri di questi, o mete sociali obiettivamentepositive e che aumentano la probabilità di generareuna reciprocità positiva di qualità e solidale nellerelazioni interpersonali o sociali conseguenti,salvaguardando l’identità, la creatività e l’iniziativadegli individui o gruppi implicati (Roche, 1991)
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2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
Creare reti informali di sostegno e di amicizia nella
classe
PROSOCIALITA’
Collaborazione, altruismo, comprensione, compassione, gentilezza, azione di aiuto, empatia, divisione dei beni, donazione,
interessamento agli altri, generosità, assistenza, valorizzazione delle diversità, solidarietà
Didattica inclusiva
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2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
De Beni, Prosocialità ed altruismo. Guida all’educazione socio-affettivaSalfi, Barbara, La prosocialità: una proposta curricolare
AA.VV., Educare alla prosocialità
Creare reti informali di sostegno e di amicizia nella
classe
L’ambiente interpersonale in classe ha un’influenza importante sugli atteggiamenti dell’alunno, sui suoi
interessi, sull’impegno, e sul rendimento
A lungo termine le risorse investite per favorire comportamenti prosociali negli alunni fanno
risparmiare tempo ed energia, prevenendo l’insorgenza di problemi nell’ambito delle relazioni e
portando benefici in ambito cognitivo
(Walberg e Greenberg, 1997)
Didattica inclusiva
Didattica speciale - 2015/2016
2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
Creare reti informali di sostegno e di amicizia nella
classe
1. Attività per conoscere e valorizzare le differenze
2. Attività esplicite sull’amicizia
3. Attività per favorire la coesione della classe
4. …
5. …
Didattica inclusiva
Didattica speciale - 2015/2016
2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
Creare reti informali di sostegno e di amicizia nella
classe
1. Attività per conoscere e valorizzare le differenze• cartone di identità,• cartellone dei ricercati,• interviste e presentazioni
2. Attività esplicite sull’amicizia• discussioni su cosa significa avere un amico, sulle qualità che
una vera amicizia deve possedere, sul loro che l’amicizia ha perle persone
• attività di scrittura e lettura con i più grandi• drammatizzazioni e giochi di ruoli con i più piccoli
3. Attività per favorire la coesione della classe• libro con la storia della classe o album di fotografie• giornate speciali della classe• pagine gialle della classe (emozioni, interessi, abilità,..)• giornalino della classe
Didattica inclusiva
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2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
Creare reti informali di sostegno e di amicizia nella
classe
Consapevolezza degli insegnanti
del proprio stile interattivo
Utilizzo di un tono positivo
Modello di accoglienza e valorizzazione della diversità
Concentrarsi sui comportamenti positivi
Trasmettere messaggi di fiducia
Dare feedback positivi
Ascoltare attivamente
Didattica inclusiva
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2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
Creare reti informali di sostegno e di amicizia nella
classe
Consapevolezza della disabilità
Didattica inclusiva
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2. L’attivazione della risorsa compagni di classe/scuola
Creare reti informali di sostegno e di amicizia nella
classe