+ All Categories
Home > Documents > Progetto AIDA Advancing Integration for a Dignified Ageing ... · protesi ai disabili, dai servizi...

Progetto AIDA Advancing Integration for a Dignified Ageing ... · protesi ai disabili, dai servizi...

Date post: 18-Feb-2019
Category:
Upload: dangliem
View: 217 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
94
Advancing Integration for a Dignified Ageing Progetto AIDA Advancing Integration for a Dignified Ageing POPOLAZIONE ANZIANA E STRATEGIE PROGRAMMATORIE IN TEMA DI SALUTE
Transcript

Advancing Integration for a Digni�ed Ageing

Progetto AIDA Advancing Integration for a Dignified Ageing

POPOLAZIONE ANZIANA E STRATEGIE PROGRAMMATORIE IN TEMA DI SALUTE

Progetto AIDA Advancing Integration for a Dignified Ageing

POPOLAZIONE ANZIANA E STRATEGIE PROGRAMMATORIE IN TEMA DI SALUTE

Sintesi (Obiettivi progettuali e attività svolte)

Il presente lavoro è finalizzato a soddisfare i seguenti obiettivi progettuali:

1) “realizzazione di uno studio che ricostruisca gli scenari della popolazione anziana in Europa e in Italia nel quinquennio 2011-2015, indicando i previsti incrementi biennali delle classi di popolazione a partire dal 65° anno di età, corredati da strategie programmatorie atte ad indirizzare le politiche per la salute e sociali in relazione ai dati che emergeranno dallo studio stesso” (capitoli 1-3-6);

2) “integrazione delle analisi statistiche di cui al punto 1 con elementi di carattere economico e sociologico, proponendo anche ipotesi di costo sui servizi da pianificare e favore di anziani nel campo della prevenzione, della cura e della salute sociosanitaria. (capitoli 2-4-5).

Per realizzare gli obiettivi progettuali sono state svolte le attività di seguito descritte.

Viene inizialmente descritto il contesto di riferimento (capitoli 1 e 2): governance e aspetti organizzativi del sistema sanitario nazionale, canali di finanziamento e andamento della spesa sanitaria.

Successivamente vengono descritti gli scenari demografici (capitolo 3). A partire dagli scenari nazionali e dal benchmark europeo l’analisi viene condotta su base regionale. Il motivo di questa scelta risiede nel fatto che la programmazione sanitaria in Italia viene svolta principalmente su scala regionale. Obiettivo è stato quello di fornire i dati più aggiornati sull’evoluzione della popolazione regionale e dei principali indicatori demografici (indice di vecchiaia, indice di dipendenza degli anziani, indice di dipendenza strutturale) nel quinquennio 2011-2015 e con proiezioni agli anni 2020, 2025 e 2030. Oltre che alla

1

popolazione complessiva vengono riportati, in termini assoluti e relativi, i segmenti della popolazione anziana per 3 classi di età: 65-74 anni, 75-84 anni, over84.

Nel capitolo 4 viene affrontato il tema della domanda di salute da parte della popolazione anziana e viene focalizzata l’attenzione sulle patologie croniche, sulle patologie gravi e sui ricoveri ospedalieri. Anche in questo caso l’analisi è condotta su base regionale a partire dall’analisi dei microdati dell’Indagine multiscopo Istat 2011. Le analisi sono state condotte con riferimento al segmento di popolazione anziana over64.

Nel capitolo 5 viene affrontato il tema del rapporto fra invecchiamento e andamento della spesa sanitaria. Dopo aver scorporato la spesa sanitaria pro capite per singole voci l’analisi, sempre su base regionale, è stata focalizzata su due temi: gli effetti dell’invecchiamento sulle spese distrettuali per assistenza agli anziani non autosufficienti; gli effetti dell’invecchiamento sui ricoveri ospedalieri. Anche in questo caso le analisi sono state condotte con riferimento al segmento di popolazione anziana over64. Nelle conclusioni del capitolo viene sottolineato come le proiezioni effettuate proiettando le spese complessive in funzione del solo cambiamento demografico vanno considerate con estrema cautela. Esse costituiscono infatti soltanto un punto di riferimento massimo, utile per meglio inquadrare e definire le politiche di programmazione sanitaria.

Nel capitolo 6, infine, vengono brevemente descritte le strategie di programmazione attraverso cui indirizzare le politiche sociali e per la salute della popolazione anziana con riferimento alle malattie non guaribili (cronicità), alla Long Term Care (interventi domiciliari, assistenziali e prestazioni monetarie), all’assistenza post-acuzie. Il capitolo si conclude sottolineando il ruolo dell’invecchiamento attivo, basato sui tre pilastri della salute, della partecipazione e della sicurezza, all’interno delle scelte di programmazione. Viene infatti osservato che invecchiare in modo sano, prevenendo cioè il deterioramento fisico e mentale dovuto all’inattività e all’isolamento degli anziani, può giocare un ruolo decisivo nell’abbassare il costo del Sistema Sanitario Nazionale.

A cura di: Associazione Nuovi Lavori

Roma, 31 gennaio 2013

2

Sommario

1 Il contesto di riferimento ................................................................................................................... 4

1.1 Il Sistema Sanitario Nazionale italiano: governance e aspetti organizzativi ..................................... 4

1.2 Il Fondo Sanitario nazionale .............................................................................................................. 8

2 La spesa sanitaria ............................................................................................................................ 11

2.1 Confronti internazionali ................................................................................................................... 11

2.2 Evoluzione della spesa sanitaria italiana ......................................................................................... 15

3 Gli scenari demografici .................................................................................................................... 18

3.1 I dati di sintesi .................................................................................................................................. 18

3.2 I dati regionali .................................................................................................................................. 27

4 La domanda di salute per la popolazione anziana ............................................................................ 48

4.1 Le patologie croniche ...................................................................................................................... 50

4.2 La patologie gravi e la non autosufficienza ..................................................................................... 58

4.3 I ricoveri ospedalieri ........................................................................................................................ 61

5 L’invecchiamento e la spesa sanitaria .............................................................................................. 63

5.1 Introduzione .................................................................................................................................... 63

5.2 La spesa sanitaria per singole voci................................................................................................... 64

5.3 L’invecchiamento e le spese per l’assistenza agli anziani non autosufficienti ................................ 68

5.4 L’invecchiamento e le spese per l’assistenza ospedaliera............................................................... 73

5.5 Conclusioni ...................................................................................................................................... 75

6 Strategie programmatorie ............................................................................................................... 76

6.1 Cronicità ........................................................................................................................................... 77

6.2 Long Term Care ................................................................................................................................ 79

6.3 Assistenza post-acuzie ..................................................................................................................... 82

6.4 Spesa privata di cura........................................................................................................................ 85

6.5 Invecchiamento attivo e stili di vita ................................................................................................. 87

6.6 Conclusioni ...................................................................................................................................... 89

Bibliografia ............................................................................................................................................. 91

3

1 Il contesto di riferimento

1.1 Il Sistema Sanitario Nazionale italiano: governance e aspetti organizzativi

Il Servizio Sanitario Nazionale italiano (SSN) è l’istituzione attraverso la quale lo Stato garantisce a propri cittadini il diritto costituzionale alla tutela della salute (art. 32 della Costituzione), in condizioni di eguaglianza su tutto il territorio nazionale.

Il SSN è stato istituito con la legge n. 833 del dicembre 1978 e sottintende il complesso di funzioni, strutture, servizi e attività che lo Stato garantisce a tutti i cittadini, senza alcuna distinzione, per il mantenimento e il recupero della salute fisica e psichica, nonché l'attuazione di sistemi di tutela della stessa.

Il Ministero della Salute, che ha il compito di provvedere alla salute pubblica, rappresenta l'organo principale del Servizio Sanitario Nazionale. Attraverso il Piano sanitario nazionale approvato dal Parlamento, il Ministero definisce gli obiettivi generali da raggiungere per la salute pubblica, l'importo del fondo sanitario, il metodo di ripartizione di tale fondo alle Regioni che, mediante una rete di Aziende Sanitarie Locali (ASL), intese come il complesso dei presidi di ricovero, cura e riabilitazione, degli uffici e dei servizi dei comuni (singoli o associati) e delle comunità montane, garantiscono l'attività dei servizi sanitari. Il Ministero definisce inoltre i criteri generali per l'erogazione di tali servizi, le linee guida per la formazione e l'aggiornamento di medici, infermieri e tecnici, nonché i sistemi di controllo e verifica dei risultati raggiunti

Con le riforme varate nel 1992-1993 (D.Lgs. 502/92 e 517/93) e nel 1999 (D.Lgs. 229/99) il SSN si è trasformato quindi in un “sistema di sistemi sanitari regionali”, nel quale la divisione dei poteri e delle funzioni assegna allo Stato i compiti di programmazione, indirizzo, controllo, definizione e ripartizione del budget, mentre alle Regioni spettano i compiti di attuazione legislativa, programmazione, finanziamento, controllo e responsabilità per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza ai cittadini del proprio territorio.

Con livelli essenziali di assistenza (LEA) si intendono le prestazioni ed i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a garantire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket. Essi sono organizzati in tre macro livelli:

1. l’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività ed ai singoli (tutela dagli effetti dell’inquinamento, dai rischi infortunistici negli ambienti di lavoro, sanità

4

veterinaria, tutela degli alimenti, profilassi delle malattie infettive, vaccinazioni e programmi di diagnosi precoce, medicina legale);

2. l’assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e sociosanitari diffusi capillarmente sul territorio, dalla medicina di base all’assistenza farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi ai disabili, dai servizi domiciliari agli anziani e ai malati gravi ai servizi territoriali consultoriali (consultori familiari, SERT, servizi per la salute mentale, servizi di riabilitazione per i disabili, ecc.), alle strutture semiresidenziali e residenziali (residenze per gli anziani e i disabili, centri diurni, case famiglia e comunità terapeutiche);

3. l’assistenza ospedaliera, in pronto soccorso, in ricovero ordinario, in day hospital e day surgery, in strutture per la lungodegenza e la riabilitazione, e così via.

E’ molto importante ricordare che le prestazioni e i servizi inclusi nei LEA rappresentano il livello “essenziale” garantito a tutti i cittadini ma le Regioni, come hanno fatto fino ad oggi, potranno utilizzare risorse proprie per garantire servizi e prestazioni ulteriori rispetto a quelle incluse nei LEA.

Figura 1.1: Ripartizione percentuale della spesa sanitaria nazionale tra i macro livelli di assistenza (Anno 2009)

Fonte: Ministero della Salute – Direzione generale della programmazione sanitaria (Rapporto Nazionale di monitoraggio dell’assistenza sanitaria – Anno 2007 – 2009)

5

L’erogazione dei servizi è operativamente demandata alle Aziende Sanitarie Locali (Asl), 1 che la svolgono sia attraverso strutture interne (es. presidi ospedalieri, servizi di igiene e sanità pubblica, consultori familiari), sia attraverso accordi e contratti con altre istituzioni sanitarie pubbliche (Aziende Ospedaliere, istituti di ricovero e cura, Policlinici universitari) o con strutture o operatori sanitari privati accreditati.

I rapporti tra i livelli di governo del SSN si configurano quindi come rapporti di agenzia, in cui lo Stato affida alle Regioni, che a loro volta delegano alle Aziende Sanitarie il perseguimento delle finalità di promozione e tutela della salute della popolazione, in condizioni di eguaglianza su tutto il territorio nazionale.

Nel corso dell’ultimo decennio le Regioni si sono dotate di strutture e hanno adottato modelli organizzativi assai diversi per governare i propri sistemi sanitari. Il governo dei sistemi sanitari è opera di due condizioni generali:

1. struttura centrale regionale (Giunta regionale e Assessorato alla sanità), politiche sanitarie adottate, strumenti e meccanismi operativi messi in atto e tipo di relazioni instaurate;

2. organizzazione del sistema periferico delle Aziende sanitarie, delle loro capacità strategiche e decisionali, dei contratti e delle relazioni che essi intrattengono con gli erogatori, pubblici e privati, e con i vari portatori di interessi.

Le interazioni tra questi due livelli portano i Sistemi Sanitari Regionali (SSR) a funzionare in modo differenziato tra loro e a raggiungere performance di diverso grado.

A rendere ancora più variegata la situazione a livello regionale ha contribuito la riforma sanitaria del 1992-93, in seguito alla quale le Asl sono diventate Aziende dotate di personalità giuridica pubblica e di autonomia imprenditoriale ed è stata concessa ai maggiori ospedali, in possesso di determinati requisiti, la possibilità di essere riconosciuti indipendenti dalle Asl in qualità di Aziende Ospedaliere, venendo a costituire nuove tipologie di aziende sanitarie. Gli altri ospedali, sprovvisti dei necessari requisiti, sono rimasti all’interno delle Asl come Presidi Ospedalieri (PO), pur dotati di una maggiore autonomia gestionale.

Con la separazione dei maggiori ospedali si sono creati di fatto tre diversi modelli di Aziende territoriali: le Asl integrate (quelle che vedono la presenza di tutti i presidi ospedalieri all’interno dell’Asl), le Asl separate (che al contrario delle precedenti rispondono all’esigenza di separare le funzioni di produzione di servizi da quella del finanziamento) e le Asl miste, che costituiscono appunto una via di mezzo tra i due

1 Dopo la trasformazione delle Unità Sanitarie Locali in Aziende (D.Lgs. 502/92) sono state adottate diverse denominazioni (ASL, AUSL, AUSLL). In questo studio si utilizzerà il termine ASL senza per questo indicare una particolare tipologia organizzativa.

6

modelli appena descritti. A questi si può affiancare un quarto modello, che ha assunto importanza negli anni più recenti, che di fatto costituisce un sotto-tipo del modello integrato: l’Asl unica provinciale o regionale.

L’efficacia del Piano Sanitario Nazionale (PSN), pertanto, è strettamente correlata alla capacità dei diversi soggetti istituzionali, tra i quali gli Enti Locali, di cooperare e di trasformare operativamente, tenendo in considerazione le specificità locali, gli indirizzi in esso riportati.

Il risultato della valutazione del 2010 del Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza in condizioni di appropriatezza ed efficacia nell’utilizzo delle risorse da parte delle Regioni italiane (escluse le Regioni e Province autonome) è riassunto da seguente prospetto, che identifica che Regioni adempienti, quelle parzialmente adempienti e le situazioni critiche.

Figura 1.2: Risultati della valutazione sugli adempimenti delle Regioni italiane (anno 2010)

Fonte: Ministero della Salute – Direzione Generale della Programmazione Sanitaria - Adempimento “mantenimento dell’erogazione dei LEA” attraverso gli indicatori della griglia Lea (2010).

7

1.2 Il Fondo Sanitario nazionale

Il Servizio sanitario nazionale è finanziato attraverso la fiscalità generale con imposte dirette (addizionale IRPEF ed IRAP) e indirette (compartecipazione all'IVA, accise sulla benzina). A tal fine, l'articolo 51 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 ha previsto la costituzione di un Fondo destinato al finanziamento del servizio sanitario nazionale, il cui importo è stanziato in due distinti capitoli a seconda che si tratti di spesa della parte corrente (stato di previsione del Tesoro) o della parte in conto capitale (stato di previsione del Bilancio e Programmazione economica). Le somme stanziate in bilancio sono ripartite dal CIPE tra le Regioni e da queste tra le Aziende sanitarie locali e le Aziende ospedaliere.

Inoltre, le aziende sanitarie locali dispongono di entrate dirette derivanti dai ticket sanitari e dalle prestazioni rese a pagamento, che rappresentano una notevole evoluzione rispetto al precedente meccanismo fondato esclusivamente sul Fondo sanitario nazionale. Tra le risorse che affluiscono alle Regioni per il finanziamento dei livelli essenziali di assistenza vanno quindi considerate anche le compartecipazioni dei cittadini al costo delle prestazioni.

A livello nazionale, sono soggette alla partecipazione al costo le seguenti prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza:

• prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale • prestazioni erogate in regime di ricovero diurno finalizzato ad accertamenti

diagnostici • prestazioni di assistenza termale • prestazioni di assistenza riabilitativa extraospedaliera erogate in regime

domiciliare, ambulatoriale, semi-residenziale e residenziale

Sono esentati dalla compartecipazione i cittadini di età inferiore a 6 anni o superiore a 65, purché appartenenti a nucleo familiare fiscale con reddito lordo complessivo non superiore a 36.151,98 euro, riferito all'anno precedente. Sono inoltre esentati i pensionati sociali e i titolari di pensioni al minimo di età superiore a 60 anni - se appartenenti a nucleo familiare con reddito complessivo (riferito all'anno precedente) inferiore a 8.263,31 euro (se senza familiari a carico) e a 11.362,05 euro (se coniugati per ogni figlio a carico, il reddito va incrementato di 516,46 euro) – e i disoccupati a prescindere dall'età se il reddito rientra nei limiti previsti per i titolari di pensioni al minimo. L'area dell'esenzione per patologia o condizione è circoscritta all'interno delle 51 condizioni e gruppi di malattie croniche e invalidanti che danno diritto all'esenzione generale.

Nella seguente tabella viene proposta la ripartizione regionale delle risorse destinate al servizio sanitario nazionale per l’anno 2012.

8

Figura 1.3: Riparto del Fondo Sanitario Nazionale per Regione (anno 2012)

Fonte: sezione "Conferenze" del sito www.regioni.it (http://www.regioni.it/download.php?id=244387&field=allegato&module=news)

In uno scenario che si connota per la presenza di una molteplicità di soggetti e di strumenti di programmazione, il Piano Sanitario Nazionale rappresenta lo strumento di definizione delle macro linee d’indirizzo della programmazione sanitaria.

Esso, pertanto, costituisce:

• una cornice di sintesi all’interno della quale vanno ricondotti i diversi Accordi, piani e programmi, con evidenza degli elementi di coordinamento,

9

integrazione e sinergia tra di essi. Le macro linee d’indirizzo definite dal PSN, e frutto del processo di concertazione con le Regioni, trovano declinazione operativa nelle attività, nei documenti e negli accordi prodotti dai tavoli tecnici e dalle commissioni;

• l’elemento di garanzia dell’uniforme applicazione degli obiettivi e dei LEA a livello nazionale nella salvaguardia delle specificità territoriali, in rispondenza alle analisi dei bisogni e delle risorse di ciascun contesto locale.

Per l’anno 2011, l’importo della perdita complessiva del SSN, corrispondente alla somma algebrica degli utili e delle perdite delle singole Regioni e province autonome, ammonta a 1,779 miliardi di euro,2 di cui 0,134 miliardi di euro di utili e 1,913 miliardi di euro di perdite (registrate dalle Regioni Liguria, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna).

Si evidenzia un miglioramento dei risultati di gestione a livello nazionale per l’anno 2011 rispetto all’anno 2010, in cui il disavanzo sanitario nazionale era stato pari a 2,206 miliardi di euro. Il miglioramento è valutabile anche in relazione all’incidenza percentuale del disavanzo sanitario rispetto al finanziamento complessivo, pari a circa il 3% negli anni 2008-2009 a fronte di un valore pari a 1,6% nell’anno 2011.

2 La perdita complessiva è costruita matematicamente a partire dai dati di conto economico relativi al IV trimestre 2011 presenti su NSIS alla data del 6 aprile 2012, dalle risorse costituenti il finanziamento da delibera CIPE e dalle risorse delle Regioni a statuto speciale (Fonte: Ministero della Salute, Rapporto sulla Sanità 2011)

10

2 La spesa sanitaria

2.1 Confronti internazionali

Negli ultimi decenni i paesi OCSE hanno registrato importanti progressi per quanto concerne la salute della popolazione. I miglioramenti legati alle condizioni di vita e di lavoro e i comportamenti che influenzano la salute hanno sicuramente contribuito ad un aumento di longevità, insieme ai progressi realizzati nel campo dei trattamenti sanitari (Wilkinson e Marmot, 2003). Complessivamente, i sistemi sanitari dei Paesi OCSE stanno diventando sempre più estesi e complessi, con livelli di spesa relativi (rispetto al PIL) e assoluti in continuo aumento.

Per un confronto tra la situazione italiana e quella degli altri Paesi OCSE e, soprattutto, dei partner Europei, bisogna innanzitutto partire dal presupposto che la speranza di vita in Italia risulta molto elevata: secondo l’ultimo dato disponibile del 2009, la popolazione vive in media 82 anni, contro una speranza di vita media di 80,7 anni nei Paesi UE-15 e di 79,8 nel complesso dei Paesi OCSE.

Tabella 2.1: Speranza di vita media alla nascita, confronto tra Paesi

Fonte: OECD Health Statistics 2012

Alla luce della speranza di vita, che in quasi tutti i Paesi risulta in progressivo aumento negli anni, è interessante misurare gli “anni di vita in buona salute dalla nascita”, ovvero la qualità della vita trascorsa negli anni addizionali, anche per

1960 1980 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011Austria 68,7 72,6 78,2 78,6 78,7 78,7 79,2 79,4 79,9 80,2 80,5 80,4 80,7 ..Belgium 69,8 73,3 77,8 78,0 78,2 78,2 79,0 79,0 79,5 79,8 79,8 80,0 80,3 ..Denmark 72,4 74,3 76,8 77,0 77,1 77,4 77,8 78,2 78,4 78,4 78,8 79,0 79,3 ..Finland 69,0 73,6 77,7 78,1 78,3 78,5 78,9 79,1 79,5 79,6 79,9 80,0 80,2 ..France 70,3 74,3 79,0 79,2 79,3 79,3 80,3 80,3 80,7 80,9 81,0 81,1 81,3 81,5Germany 69,1 72,9 78,2 78,5 78,5 78,6 79,2 79,4 79,8 80,0 80,2 80,3 80,5 ..Greece .. 75,3 78,0 78,5 78,7 78,8 79,0 79,2 79,5 79,5 80,0 80,3 80,6 ..Ireland 70,0 72,8 76,6 77,2 77,9 78,3 78,8 79,4 79,7 79,8 80,1 80,0 81,0 ..Italy .. 74,0 79,8 80,1 80,3 80,0 80,8 80,8 81,3 81,5 81,8 82,0 .. ..Netherlands 73,5 75,8 78,0 78,3 78,3 78,5 79,2 79,4 79,8 80,2 80,3 80,6 80,8 ..Portugal 63,9 71,4 76,7 77,0 77,2 77,4 78,3 78,1 78,9 79,0 79,3 79,5 79,8 ..Spain 69,8 75,4 79,4 79,7 79,8 79,7 80,3 80,3 81,1 81,0 81,3 81,8 82,2 ..Sweden 73,0 75,8 79,7 79,8 79,9 80,2 80,5 80,6 80,8 81,0 81,2 81,4 81,5 81,8United Kingdom 70,8 73,2 77,9 78,2 78,3 78,3 79,0 79,2 79,5 79,7 79,8 80,4 80,6 ..United States 69,8 73,7 76,7 76,8 76,9 77,0 77,4 77,4 77,7 77,9 78,1 78,5 78,7 ..Media UE-15 70,0 73,9 78,1 78,4 78,6 78,7 79,3 79,5 79,9 80,0 80,3 80,5 80,7Media OECD 79,8

11

valutare le implicazioni di lungo periodo per i sistemi sanitari e per l’assistenza.3 Anche il questo caso, l’Italia appare come uno dei Paesi in cui la “aspettativa di vita in buona salute” (67,3 anni) appare più elevata, ben superiore alla media europea.

Tabella 2.2: Anni di vita attesa in buona salute, confronto tra Paesi europei

Fonte: Healthy life years in absolute value at birth, Eurostat Statistics Database 2012

L’aspettativa di vita e l’aspettativa di vita “in buona salute” incidono chiaramente nella spesa sanitaria di ciascun Paese, assieme ad una serie di altri indicatori quali: organizzazione delle aziende sanitarie locali, disponibilità e livello di manutenzione delle strutture sanitarie, numero di ricoveri, tempo medio di degenza, ecc. Si rimanda l’analisi ed il confronto internazionale di tali indicatori ad altri rapporti di ricerca maggiormente incentrati sulla tematica.4

Se si considera l’incidenza della spesa sanitaria complessiva sul PIL (Tabella 2.3), si nota chiaramente come la spesa per la salute italiana sia inferiore sia alla media OECD che alla media UE-15: nel 2011 la spesa sanitaria italiana corrispondeva al 9,1% del PIL, contro il 10,7% della media dell’Europa a 15, ossia un valore inferiore del 17% circa.

3 Gli anni di “vita in buona salute alla nascita” sono definiti come il numero di anni di vita durante i quali le attività quotidiane di una persona non sono limitate da una patologia o da un problema di salute. Gli anni di vita in buona salute sono calcolati da Eurostat per ogni Paese membro usando il metodo Sullivan (Sullivan, 1971). 4 Con riferimento alla copiosa letteratura in materia, si vuole citare senza pretesa di esaustività: la Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2009-2010 del Ministero della Salute; il rapporto sulla sanità 2011 del Ministero della Salute; il rapporto del Ministero dell’Economia e delle Finanze su “Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario 2012; il Rapporto OASI del centro CERGAS dell’Università Bocconi; il rapporto sulla sanità di CEIS dell’Università di Roma Tor Vergata.

2005 2010 2005 2010EU (27 countries) 62.5 62.6 61.1 61.7Germany 54.8 58.7 54.5 57.9Ireland 64 67 62.9 65.9Greece 67.4 67.7 65.9 66.3Spain 63.4 63.9 63.3 64.4France 64.6 63.5 62.3 61.8Italy 67.8 67.3 66.6 67.3Netherlands 63.5 60.2 65.4 61.3Poland 66.9 62.3 61.2 58.5Finland 52.5 58.2 51.7 58.5Sweden 63.2 71.1 64.5 71.7United Kingdom 65.5 65.6 64.2 65

women men

12

Tabella 2.3: Totale spese per la salute in % del prodotto interno lordo

Fonte: OECD Health Data 2012

La tesi non cambia se si prende in considerazione la spesa sanitaria totale procapite: in Italia nel 2010 risulta del 9% inferiore rispetto alla media OECD e del 20% inferiore al dato complessivo UE-15, come risultato di un tasso di crescita medio, tra il 1990 e il 2010, di 1,4 punti percentuali minore rispetto alla media dei quindici Paesi.

Tabella 2.4: Totale spese per la salute procapite (espresso in US$)

Fonte: OECD Health Data 2012

La spesa sanitaria complessiva ha una componente pubblica ed una privata. Per spesa sanitaria “pubblica” si intende la spesa finanziata attraverso fondi pubblici (ossia tributi prelevati dagli enti pubblici territoriali e contributi di schemi assicurativi sociali), mentre la spesa “privata” include schemi assicurativi privati (ovvero volontari), compartecipazioni alla spesa e pagamenti diretti da parte del paziente.

Country 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011Austria 10,0 10,1 10,1 10,3 10,4 10,4 10,2 10,3 10,5 11,2 11,0 ..Denmark 8,7 9,1 9,3 9,5 9,7 9,8 9,9 10,0 10,2 11,5 11,1 ..France 10,1 10,2 10,6 10,9 11,0 11,2 11,1 11,1 11,0 11,7 11,6 ..Germany 10,4 10,5 10,7 10,9 10,7 10,8 10,6 10,5 10,7 11,7 11,6 ..Greece 8,0 8,9 9,2 9,0 8,8 9,7 9,7 9,8 10,1 10,6 10,2 ..Hungary 7,2 7,2 7,6 8,6 8,2 8,4 8,3 7,7 7,5 7,7 7,8 ..Italy 8,0 8,2 8,3 8,3 8,6 8,9 9,0 8,6 8,9 9,3 9,3 9,1Netherlands 8,0 8,3 8,9 9,8 10,0 9,8 9,7 10,8 11,0 11,9 12,0 ..Poland 5,5 5,9 6,3 6,2 6,2 6,2 6,2 6,3 6,9 7,2 7,0 ..Portugal 9,3 9,3 9,3 9,7 10,0 10,4 10,0 10,0 10,2 10,8 10,7 ..Spain 7,2 7,2 7,3 8,2 8,2 8,3 8,4 8,5 8,9 9,6 9,6 ..United Kingdom 7,0 7,3 7,6 7,8 8,0 8,2 8,5 8,5 8,8 9,8 9,6 ..United States 13,7 14,3 15,1 15,7 15,8 15,8 15,9 16,2 16,6 17,7 17,6Media UE-15 8,3 8,5 8,8 9,1 9,2 9,4 9,3 9,3 9,6 10,4 10,4Media OECD 9,5

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010Austria $2.898 $2.930 $3.084 $3.226 $3.425 $3.503 $3.738 $3.907 $4.173 $4.346 $4.395Denmark $2.507 $2.678 $2.871 $2.893 $3.123 $3.243 $3.577 $3.767 $4.056 $4.385 $4.464France $2.545 $2.716 $2.921 $2.981 $3.109 $3.294 $3.484 $3.667 $3.750 $3.930 $3.974Germany $2.678 $2.805 $2.943 $3.095 $3.166 $3.362 $3.567 $3.722 $3.967 $4.225 $4.338Greece $1.451 $1.754 $1.965 $2.028 $2.090 $2.353 $2.610 $2.723 $2.998 $3.106 $2.914Hungary $853 $970 $1.114 $1.315 $1.331 $1.434 $1.511 $1.453 $1.525 $1.559 $1.601Italy $2.064 $2.228 $2.235 $2.265 $2.372 $2.516 $2.727 $2.769 $2.967 $3.005 $2.964Netherlands $2.340 $2.554 $2.833 $3.098 $3.308 $3.450 $3.702 $4.410 $4.729 $4.886 $5.056Poland $581 $642 $733 $748 $807 $857 $935 $1.061 $1.241 $1.365 $1.389Portugal $1.655 $1.714 $1.780 $1.894 $1.995 $2.212 $2.304 $2.419 $2.549 $2.697 $2.728Spain $1.538 $1.635 $1.745 $2.026 $2.135 $2.274 $2.553 $2.739 $2.966 $3.097 $3.056United Kingdom $1.834 $2.002 $2.187 $2.321 $2.540 $2.700 $2.961 $3.030 $3.143 $3.379 $3.433United States $4.791 $5.142 $5.576 $5.993 $6.355 $6.728 $7.107 $7.483 $7.761 $7.990 $8.233Media UE-15 $2.195 $2.339 $2.536 $2.674 $2.848 $2.988 $3.219 $3.396 $3.604 $3.779 $3.715Media OECD $3.265

13

Per l’Italia, nella spesa sanitaria pubblica è compresa tutta la spesa delle aziende sanitarie e la spesa per la sanità sostenuta da altri enti pubblici, inclusa la spesa del Ministero della Salute.

Mentre i dati di spesa pubblica derivano in genere dal consolidamento dei bilanci delle aziende sanitarie (o delle assicurazioni sociali), integrati da stime relative alla spesa sanitaria sostenuta da altri enti pubblici, quelli di spesa privata provengono da stime ottenute da indagini campionarie sui consumi delle famiglie, con conseguenti minori copertura e attendibilità.

Analizzando la tabella 2.5 si può facilmente notare come nel caso italiano la sanità sia finanziata prevalentemente da fondi pubblici (quasi al 80% nel 2010 contro una media UE-15 del 76% ed una media OECD del 72,2%). Solo la Danimarca. L’Olanda e l’Inghilterra fanno registrare percentuali superiori.

Tabella 2.5: Incidenza della spesa sanitaria pubblica sulla spesa complessiva (valori in %)

Fonte: OECD Health Data 2012

In ultima analisi, la spesa sanitaria italiana nel 2060 (in % del PIL) sarà inferiore alla media europea e, in particolare, nettamente minore rispetto a Austria, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Olanda e Regno Unito. Solo allora raggiungeremo l’attuale livello della Germania.

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011Austria 75,6 75,1 74,8 74,5 74,7 75,3 75,7 75,8 76,3 76,4 76,2 ..Denmark 83,9 84,2 84,5 84,5 84,3 84,5 84,6 84,4 84,7 85,0 85,1 ..France 79,4 79,4 79,7 78,9 78,8 78,8 78,7 78,3 76,7 76,9 77,0 ..Germany 79,5 79,3 79,0 78,5 76,8 76,6 76,5 76,4 76,6 76,9 76,8 ..Greece 60,0 60,8 58,0 59,8 59,1 60,1 62,0 60,3 59,9 61,7 59,4 ..Hungary 70,7 69,0 70,2 71,1 69,6 70,0 69,8 67,3 67,1 65,7 64,8 ..Italy 72,5 74,6 74,5 74,5 76,0 76,2 76,6 76,6 78,9 79,6 79,6 79,0Netherlands 66,4 65,8 65,5 66,5 65,6 65,8 82,4 84,1 84,8 85,4 85,7 85,7Poland 70,0 71,9 71,2 69,9 68,6 69,3 69,9 70,4 71,8 71,6 71,7 ..Portugal 66,6 67,0 68,6 68,7 68,1 68,0 67,0 66,7 65,3 66,5 65,8 ..Spain 71,6 71,2 71,3 70,4 70,6 71,0 71,6 71,9 73,2 74,7 74,2 ..United Kingdom 78,8 79,5 79,6 79,8 81,2 81,7 81,3 81,2 82,5 83,4 83,2 ..United States 43,0 44,0 43,9 43,8 44,1 44,2 45,0 45,2 46,0 47,3 48,2 ..Media UE-15 75,0 75,0 75,0 75,2 75,3 75,4 76,4 76,3 76,6 77,0 76,0Media OECD 72,2

14

2.2 Evoluzione della spesa sanitaria italiana

Sui problemi immediati posti dal doveroso contributo della sanità alle politiche di bilancio si sono innestate le esigenze di modernizzazione del sistema che la crisi economica ha semplicemente acuito e reso più manifeste e di più urgente soluzione. Tali esigenze sono state affrontate attraverso una "manutenzione straordinaria" per rivedere, riqualificare e riorganizzare il sistema assicurando l'invarianza dei servizi ai cittadini. Il cambiamento impresso alle politiche sanitarie nel rispetto dei principi fondamentali del SSN si propone di rendere il suo funzionamento più aderente alle trasformazioni sociali, alla nuova struttura della popolazione e ai cambiamenti dell'epidemiologia, migliorando al contempo la sua sostenibilità, per prevenire i futuri problemi di fabbisogno (da anni segnalati anche in sede Ocse e di recente ricordati dal Presidente del Consiglio) e renderlo più consonante con gli obiettivi di finanza pubblica.

I due pilastri su cui poggia questa trasformazione sono indicati dal decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 (c.d. spending review), che stabilisce la revisione della rete ospedaliera sulla base di standard quali-quantitativi e dal decreto legge 13 settembre 2012, convertito dalla legge 8 novembre 2012 n. 189 (disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute), che riguarda tra l'altro la nuova configurazione dell'esercizio della medicina generale e dell'assistenza primaria sul territorio.

Di fronte a tali cambiamenti, il SSN italiano sta affrontando il periodo di crisi con una dotazione di risorse in sanità che si sta progressivamente riducendo rispetto a quella degli altri Paesi Ocse: i dati del 2011 mostrano come la spesa sanitaria pubblica italiana sia cresciuta di appena l'1,4% rispetto all’anno precedente, a fronte del circa 4% osservato nel complesso dei Paesi Ocse.

La contenuta dinamica della spesa registrata nel 2011 è conseguente alle misure di contenimento messe in campo sia a livello nazionale (es. blocco dei contratti collettivi nazionali di lavoro a decorrere dall’anno 2010, interventi in materia di farmaci, ecc.) sia a livello regionale, per effetto delle misure messe in atto per l’attuazione dei Piani di rientro e dei Programmi operativi di prosecuzione dei Piani di rientro (es. accreditamento degli operatori privati con l’assegnazione di tetti di spesa e l’attribuzione di budget, riorganizzazione della rete ospedaliera, ecc.).

L'offerta dei servizi è vasta e variegata e comprende, tra l'altro, l'assistenza domiciliare, la salute mentale, la sorveglianza epidemiologica, i controlli di prevenzione, le vaccinazioni, la sanità veterinaria. Da notare l’incremento dei servizi di assistenza domiciliare rispetto all’anno precedente, che nel 2010 raggiungono il 4% del totale degli anziani.

15

La spesa complessiva effettiva del SSN italiano5 per il 2011 ammonta a 112,889 miliardi di euro, di cui 112,249 miliardi di euro riferiti alle Regioni e alle Province autonome e 0,641 miliardi di euro agli altri enti del SSN finanziati direttamente dallo Stato (Fonte: Ministero della Salute, Rapporto Sanità 2011). La spesa media pro-capite nazionale è di 1.862 euro, mentre il valore medio riferito alle Regioni e alle Province Autonome è di 1.851 euro.

Figura 2.1: Evoluzione della spesa del SSN (anni 2008-2011 – valori in miliardi di euro)

Fonte: ns. elaborazione su dati Ministero della Salute NSIS - dati di consuntivo per tutti gli anni ad eccezione dell'ultimo anno.

A livello territoriale, il SSN viene ripartito tra le Regioni, dove si riscontra un’ampia variabilità in termini di spesa procapite, con il valore minimo di 1.704 euro della Calabria e i valori massimi, oltre i 2.000 euro, della P.A di Bolzano, della Valle d’Aosta, della Provincia Autonoma di Trento, del Friuli Venezia Giulia, della Liguria e del Molise.

5 La spesa complessiva effettiva del SSN è intesa quale somma dei costi di produzione delle funzioni assistenziali, dei saldi della gestione straordinaria e di quella relativa all’intramoenia e degli ammortamenti.

107,141

110,160

111,333

112,889

104,000

105,000

106,000

107,000

108,000

109,000

110,000

111,000

112,000

113,000

114,000

2.008 2.009 2.010 2.011

16

Tabella 2.6: Spesa del SSN per Regione (anno 2011 – valori in miliardi di euro)

Regione Spesa

(mld di €) % sul 2010

Spesa pro capite

PIEMONTE 8.445,97 -0,3 1.895 V. AOSTA 284,938 2,6 2.222 LOMBARDIA 18.514,01 3,9 1.867 PA BOLZANO 1.145,42 4,2 2.256 PA TRENTO 1.169,56 6,7 2.209 VENETO 8.946,09 1,8 1.812 FRIULI 2.562,46 4,9 2.074 LIGURIA 3.304,10 1,9 2.044 E. ROMAGNA 8.518,79 0,9 1.922 TOSCANA 7.111,20 0,4 1.896 UMBRIA 1.663,05 2,2 1.835 MARCHE 2.797,06 -0,1 1.787 LAZIO 11.280,46 0,8 1.969 ABRUZZO 2.358,25 1,1 1.757 MOLISE 657,897 -0,7 2.057 CAMPANIA 9.976,62 -0,3 1.710 PUGLIA 7.084,00 -2,1 1.731 BASILICATA 1.067,58 0,9 1.817 CALABRIA 3.426,83 -0,8 1.704 SICILIA 8.732,12 2,6 1.729 SARDEGNA 3.202,21 2,4 1.911 TOTALE 112.248,62 1,3 1.851

Fonte: Ministero della Salute NSIS - dati di consuntivo per tutti gli anni ad eccezione dell'ultimo anno.

17

3 Gli scenari demografici

Obiettivo principale dell’analisi demografica è quello di fornire i dati su base regionale essendo la programmazione sanitaria effettuata in Italia su scala regionale.

In questo senso, dopo una descrizione dei dati nazionali anche in relazione ai principali paesi europei, lo sforzo maggiore sarà quello di produrre dati di scenario regionale con riferimento sia ai valori assoluti che al peso delle classi di età più avanzate.

I dati regionali sulle previsioni della popolazione costituiscono pertanto un primo insieme di dati di riferimento per l’elaborazione delle strategie sanitarie.

Per quanto riguarda le fonti utilizzate, si farà riferimento:

- per i dati italiani, alle ultime previsioni demografiche fornite da Istat (dicembre 2012), che consentono di tracciare scenari di lungo periodo nell’arco temporale 2011-2030;

- per i dati internazionali, agli ultimi dati Eurostat disponibili (dicembre 2012).

3.1 I dati di sintesi

Nelle tabelle 3.1 e 3.2 e nel grafico 3.1 sono presentati gli scenari demografici riferiti all’Italia. Gli elementi principali possono così essere sintetizzati:

- La popolazione è destinata ad invecchiare gradualmente, con un’età media che dagli attuali 43,5 anni passerà nel 2030 a 47 anni;

- L’aumento dell’età media è conseguenza di un aumento accentuato della classe di età 65 anni e più (tabella 3 e grafico 1). In particolare si prevede che:

o la classe di età di 65 anni e più passerà dall’attuale 20% al 26% nel 2030, con un aumento in termini assoluti di circa 4 milioni di unità;

o la classe di età di 75 e più passerà dall’attuale 10,1% al 13,4%, con un aumento in termini assoluti di circa 2,4 milioni di unità;

o la classe di età di 85 anni e più, infine, raddoppierà, passando dall’attuale 2,8% al 4,5%, e raggiungendo nel 2030 circa i 3.000.000 di unità,con un aumento in termini assoluti di circa 1,5 milioni rispetto al 2011.

18

- L’impatto dell’aumento del numero di anziani sugli indicatori di carico demografico è molto elevato. Si prevede infatti che:

o L’indice di vecchiaia6 passerà dall’attuale valore di 144,5 al valore di 207,1 (con una forchetta variabile fra 200,3 e 215,5): ciò vuol dire che nel 2030 ci saranno 207 persone con 65 anni e più per 100 giovani da 0 a 14 anni, in pratica due anziani per ogni individuo in età giovanile;

o l’indice di dipendenza degli anziani7 passerà dall’attuale valore di 30,9 al valore di 42,6 (con una forchetta variabile fra 41,6 e 43,6): ciò vuol dire che nel 2030 ci saranno circa 43 anziani per 100 persone in età attiva, in pratica un anziano per due persone in età lavorativa;

o l’indice di dipendenza strutturale8 passerà dall’attuale valore di 52,3 al valore di 63,2 (con una forchetta variabile fra 60,9 e 65,3): ciò vuol dire che nel 2030 ci saranno circa 63 persone in età non attiva per 100 persone in età attiva.

- L’analisi su base regionale mostra andamenti assai differenziati (tabella 3.3 e grafico 3.2). In particolare, soffermandoci all’esame della sola percentuale di anziani sul totale, si osserva che:

o nel 2011, in Italia, a fronte di una percentuale media del 20% di anziani, le regioni si collocano quasi tutte nell’intervallo 18,5%-23,4%; fanno eccezione la Liguria (26,7%), la regione con la più alta percentuale di anziani e, all’estremo opposto la Campania (16,1%), la regione con la più bassa percentuale di anziani;

o valori più elevati della media si riscontrano in Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Piemonte, Marche, Emilia Romagna, Molise; valori più bassi in Veneto, Lazio, Sardegna, Calabria, Trentino Alto Adige, Sicilia e Puglia; valori intorno alla media in Abruzzo, Val d’Aosta, Basilicata, Lombardia.

o le proiezioni al 2030 indicano un salto medio di circa 6 punti percentuali (in Italia la percentuali di anziani supera di poco il 26%) e confermano le situazioni estreme di Liguria (30,4%) e Campania (24,5%);

- 6 l’indice di vecchiaia è dato dal rapporto fra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di età 0-14 anni, moltiplicato per 100; è una misura generale del “carico demografico” degli anziani sulla generazione più giovane;

- 7 l’indice di dipendenza degli anziani è dato dal rapporto fra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100; è una misura generale del “carico demografico” degli anziani sulla popolazione in età lavorativa;

- 8 indice di dipendenza strutturale è dato dal rapporto fra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e la popolazione in età attiva (14-65 anni), moltiplicato per 100; è una misura generale del “carico demografico” della popolazione non attiva sulla popolazione attiva.

19

- Il confronto internazionale mostra che: o in termini assoluti (tabella 3.4), la popolazione italiana nel 2030 sarà di circa

64,5 milioni, con un incremento di oltre 4,1 milioni di abitanti, in termini percentuali 6,9% sul 2010;

o l’incremento risulta di 2 punti percentuali superiore all’incremento medio nei Paesi UE27 (4,2%) ma molto inferiore agli incrementi che saranno riscontrati, a parte la Germania, nei Paesi maggiori (grafico 3.3): Irlanda, Regno Unito, Svezia e Norvegia registreranno aumenti fra il 10 e il 18%; Spagna e Francia dell’8,6%;

o l’indice di dipendenza degli anziani (tabella 3.5) mostra che l’Italia al 2010 è al secondo posto fra i Paesi UE27 in termini di incidenza degli anziani sulla popolazione attiva con un valore dell’indice di 30,8 (al 2010 ci sono pertanto circa 31 anziani della classe di età over64 su 100 abitanti della fascia di età 14-64 anni) ed è superata solo dalla Germania (31,3);

o nel 2030 l’Italia continua ad essere uno dei Paesi a più alta incidenza della popolazione anziana sulla popolazione attiva superato soltanto da Germania e Finlandia (grafico 3.4).

o in termini di variazioni percentuali della popolazione anziana over64 (grafico 3.5) l’Italia si colloca invece al penultimo posto, seguita solo dalla Grecia: l’indice aumenta cioè solo del 33% a fronte di una aumento percentuale medio nei Paesi UE27 di circa il 48%, ben 15 punti percentuali in meno;

o sono infine i Paesi con i valori più bassi dell’indice al 2010 a mostrare le percentuali di aumento maggiori, a dimostrazione che la popolazione europea, nel medio-lungo periodo, è destinata a diventare sempre più vecchia.

Tabella 3.1 – Italia. Popolazione complessiva e popolazione per classi di età, valori assoluti e valori percentuali, vari anni.

Fonte: elaborazione su dati Istat 2012

ITALIA 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 60.626.442 60.916.192 61.178.355 61.417.620 61.636.886 61.838.227 62.023.422 62.194.033 over64 12.301.537 12.554.359 12.793.789 13.039.209 13.241.768 14.062.804 15.076.185 16.580.956 over74 6.147.116 6.262.326 6.395.519 6.559.766 6.726.357 7.204.491 7.923.564 8.505.504 65-74 6.154.421 6.292.033 6.398.270 6.479.443 6.515.411 6.858.313 7.152.621 8.075.452 75-84 4.474.887 4.511.691 4.565.185 4.654.814 4.750.931 4.887.383 5.261.194 5.624.517

over84 1.672.229 1.750.635 1.830.334 1.904.952 1.975.426 2.317.108 2.662.370 2.880.987

over64 20,3% 20,6% 20,9% 21,2% 21,5% 22,5% 23,9% 26,1%over74 10,1% 10,3% 10,5% 10,7% 10,9% 11,5% 12,6% 13,4%65-74 10,2% 10,3% 10,5% 10,5% 10,6% 11,0% 11,3% 12,7%75-84 7,4% 7,4% 7,5% 7,6% 7,7% 7,8% 8,3% 8,9%

over84 2,8% 2,9% 3,0% 3,1% 3,2% 3,7% 4,2% 4,5%

65-74 50,0% 50,1% 50,0% 49,7% 49,2% 48,8% 47,4% 48,7%75-84 36,4% 35,9% 35,7% 35,7% 35,9% 34,8% 34,9% 33,9%

over84 13,6% 13,9% 14,3% 14,6% 14,9% 16,5% 17,7% 17,4%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori assoluti

20

Tabella 3.2 – Italia. Età media, indice di vecchiaia, indice di dipendenza degli anziani, indice di dipendenza strutturale, vari anni, scenari previsivi: centrale, alto, basso.

Fonte: elaborazione su dati Istat 2012

Grafico 3.1 Italia. Indice di vecchiaia, vari anni, scenario previsivo centrale.

Fonte: elaborazione su dati Istat 2012

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Scenario previsivoEtà media della popolazione 43,5 43,7 43,8 44,0 44,2 45,2 46,1 47,0

Indice di vecchiaia (%) 144,5 146,8 149,1 151,7 154,0 165,9 183,6 207,1

Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,9 31,5 32,1 32,8 33,3 35,2 37,9 42,6

Indice di dipendenza strutturale (%) 52,3 53,0 53,7 54,4 54,9 56,4 58,5 63,2Scenario previsivo

Età media della popolazione 43,5 43,7 43,8 44,0 44,2 45,2 46,1 47,1

Indice di vecchiaia (%) 144,5 146,9 149,3 152,0 154,4 167,4 188,1 215,5

Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,9 31,5 32,1 32,7 33,1 34,8 37,1 41,6

Indice di dipendenza strutturale (%) 52,3 53,0 53,6 54,2 54,6 55,5 56,8 60,9Scenario previsivo

Età media della popolazione 43,5 43,7 43,8 44,0 44,2 45,1 46,0 46,9

Indice di vecchiaia (%) 144,5 146,8 149,0 151,5 153,6 164,5 179,9 200,3

Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,9 31,6 32,2 32,9 33,4 35,6 38,6 43,6

Indice di dipendenza strutturale (%) 52,3 53,1 53,8 54,6 55,1 57,2 60,0 65,3

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

ITALIA

144,5 146,8 149,1 151,7 154,0

165,9

183,6

207,1

100,0

150,0

200,0

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Italia: indice di vecchiaia

21

Tabella 3.3 Popolazione residente per regione: classe di età 65 anni e più. Valori assoluti e percentuali sul totale, regioni ordinate in ordine decrescente rispetto alla percentuale sul totale.

Fonte: Elaborazione su dati Istat 2012 (Previsioni regionali della popolazione residente al 2065)

VA % su pop totale VA % su pop totale VA % su pop totale VA % su pop totale VA % su pop totale VA % su pop totale VA % su pop totale VA % su pop totalePiemonte 1.019.577 22,9% 1.036.833 23,2% 1.054.322 23,5% 1.072.204 23,8% 1.085.937 24,0% 1.135.909 24,9% 1.194.198 26,0% 1.284.443 27,8%

Valle d'Aosta 26.800 20,9% 27.299 21,2% 27.817 21,5% 28.439 21,9% 28.985 22,2% 31.041 23,5% 33.363 25,0% 36.783 27,5%Lombardia 1.990.483 20,1% 2.040.846 20,4% 2.085.027 20,7% 2.130.726 21,0% 2.169.739 21,2% 2.319.520 22,1% 2.489.877 23,2% 2.752.845 25,2%

Trentino Alto Adige 192.852 18,6% 197.940 18,9% 201.980 19,1% 206.113 19,4% 209.652 19,5% 228.021 20,5% 252.343 22,0% 288.097 24,4%Veneto 982.283 19,9% 1.008.639 20,3% 1.029.011 20,5% 1.049.641 20,8% 1.067.517 21,0% 1.145.017 21,9% 1.241.283 23,3% 1.385.433 25,5%

Friuli Venezia Giulia 289.395 23,4% 295.801 23,8% 300.948 24,2% 305.854 24,5% 309.427 24,7% 322.921 25,5% 338.602 26,5% 366.301 28,5%Liguria 431.695 26,7% 436.877 27,0% 441.322 27,3% 444.828 27,5% 446.822 27,6% 449.064 27,9% 458.444 28,6% 484.720 30,4%

Emilia Romagna 986.674 22,3% 1.004.783 22,4% 1.021.130 22,6% 1.036.937 22,7% 1.049.169 22,8% 1.096.559 23,0% 1.171.557 23,8% 1.291.967 25,6%Toscana 872.766 23,3% 889.154 23,6% 904.027 23,8% 918.499 24,1% 928.910 24,2% 961.651 24,6% 1.009.465 25,4% 1.091.620 27,2%Umbria 209.066 23,1% 211.707 23,2% 214.526 23,3% 218.003 23,5% 220.597 23,7% 229.242 24,0% 241.425 24,7% 261.925 26,3%Marche 351.797 22,5% 356.781 22,6% 361.366 22,8% 366.151 22,9% 370.118 23,0% 388.793 23,6% 413.739 24,6% 451.885 26,4%Lazio 1.136.022 19,8% 1.159.479 20,1% 1.183.802 20,4% 1.207.700 20,6% 1.226.676 20,8% 1.307.349 21,6% 1.405.887 22,8% 1.558.221 24,8%

Abruzzo 285.063 21,2% 289.157 21,4% 293.534 21,7% 298.543 22,0% 303.064 22,2% 321.328 23,2% 346.006 24,8% 381.160 27,1%Molise 70.024 21,9% 70.654 22,1% 71.497 22,4% 72.489 22,7% 73.558 23,1% 77.213 24,5% 82.050 26,4% 88.966 29,1%

Campania 941.849 16,1% 965.005 16,5% 985.915 16,9% 1.008.059 17,3% 1.027.697 17,7% 1.116.072 19,3% 1.225.918 21,5% 1.375.175 24,5%Puglia 757.272 18,5% 776.336 19,0% 794.808 19,4% 815.382 20,0% 832.129 20,4% 899.163 22,2% 971.997 24,3% 1.066.305 27,1%

Basilicata 118.448 20,2% 119608 20,4% 121198 20,8% 123429 21,2% 125307 21,7% 132465 23,4% 141611 25,7% 154473 28,9%Calabria 377.273 18,8% 383.591 19,1% 391.284 19,5% 398.994 19,9% 405.992 20,3% 435.863 22,1% 470.809 24,2% 515.871 27,0%

Sicilia 936.211 18,5% 950.208 18,8% 968.137 19,2% 985.981 19,5% 1.001.057 19,8% 1.065.843 21,3% 1.146.424 23,1% 1.255.120 25,6%

Sardegna 325.987 19,5% 333.650 19,9% 342.125 20,4% 351.223 20,9% 359.397 21,4% 399.756 23,8% 441.185 26,5% 489.644 29,8%ITALIA 12.301.537 20,3% 12.554.359 20,6% 12.793.789 20,9% 13.039.209 21,2% 13.241.768 21,5% 14.062.804 22,5% 15.076.185 23,9% 16.580.956 26,1%

2020 2025 2030Regioni

2011 2012 2013 2014 2015

22

Grafico 3.2 Popolazione residente per regione: classe di età 65 anni e più. Valori percentuali sul totale, regioni ordinate in ordine decrescente; nel grafico sono riportati soltanto i valori al 2011 e al 2030.

Fonte: Elaborazione su dati Istat 2012 (Previsioni regionali della popolazione residente al 2065)

23

Tabella 3.4 – Proiezione della popolazione nei Paesi UE27: valori assoluti, variazioni assolute e variazioni percentuali, vari anni.

Fonte: Eurostat 2013 Grafico 3.3 – Popolazione: variazione percentuale 2030 su 2010

Countries 2010 2015 2020 2025 2030

variazione assoluta 2030 su

2010

variazione percentuale 2030 su

2010

Belgium 10.839.905 11.238.909 11.592.534 11.910.628 12.204.065 1.364.160 12,6%Bulgaria 7.563.710 7.362.311 7.121.205 6.856.247 6.611.320 952.390- -12,6%Czech Republic 10.506.813 10.691.018 10.816.080 10.863.534 10.839.979 333.166 3,2%Denmark 5.534.738 5.629.468 5.720.332 5.811.158 5.892.997 358.259 6,5%Germany 81.742.884 80.953.582 80.098.347 79.077.629 77.871.675 3.871.209- -4,7%Estonia 1.340.141 1.335.196 1.323.909 1.303.556 1.279.865 60.276- -4,5%Ireland 4.467.854 4.605.490 4.814.602 5.051.866 5.276.163 808.309 18,1%Greece 11.305.118 11.445.190 11.526.085 11.562.199 11.577.875 272.757 2,4%Spain 45.989.016 46.923.019 47.961.070 49.027.829 49.961.157 3.972.141 8,6%France 62.582.650 64.202.980 65.606.558 66.845.909 67.982.012 5.399.362 8,6%Italy 60.340.328 61.787.648 62.876.781 63.737.079 64.491.289 4.150.961 6,9%Cyprus 803.147 839.440 885.452 933.045 973.354 170.207 21,2%Latvia 2.248.374 2.194.382 2.141.315 2.083.063 2.021.890 226.484- -10,1%Lithuania 3.329.039 3.246.156 3.179.986 3.114.641 3.043.919 285.120- -8,6%Luxembourg 502.066 541.014 573.066 600.357 625.941 123.875 24,7%Hungary 10.014.324 9.958.255 9.900.511 9.820.142 9.704.415 309.909- -3,1%Malta 412.970 412.885 415.271 417.736 416.886 3.916 0,9%Netherlands 16.574.989 16.951.017 17.218.675 17.423.492 17.577.605 1.002.616 6,0%Austria 8.375.290 8.470.319 8.591.180 8.729.820 8.849.533 474.243 5,7%Poland 38.167.329 38.369.400 38.395.403 38.121.117 37.564.978 602.351- -1,6%Portugal 10.637.713 10.689.102 10.727.813 10.759.904 10.779.647 141.934 1,3%Romania 21.462.186 21.261.298 21.006.219 20.664.381 20.250.626 1.211.560- -5,6%Slovenia 2.046.976 2.106.182 2.142.217 2.154.934 2.154.609 107.633 5,3%Slovakia 5.424.925 5.510.842 5.576.326 5.600.020 5.579.504 154.579 2,8%Finland 5.351.427 5.474.652 5.577.269 5.654.603 5.704.485 353.058 6,6%Sweden 9.340.682 9.732.212 10.071.521 10.354.529 10.577.959 1.237.277 13,2%United Kingdom 62.008.048 64.147.689 66.292.265 68.350.294 70.207.694 8.199.646 13,2%EU (27 countries) 498.912.642 506.079.656 512.151.992 516.829.712 520.021.442 21.108.800 4,2%

24

Tabella 3.5 – Indice di dipendenza degli anziani: proiezioni nei Paesi UE27: valori dell’indice, variazioni assolute e variazioni percentuali, vari anni.

Fonte: Eurostat 2013

Countries 2010 2015 2020 2025 2030variazione assoluta

2030 su 2010

variazione percentuale

2030 su 2010

Austria 26,1 27,8 29,8 33,3 38,8 12,7 48,8%Belgium 26,0 28,0 30,3 33,2 36,7 10,7 40,9%Bulgaria 25,4 28,9 32,5 35,8 38,7 13,3 52,1%Cyprus 18,6 21,6 24,9 28,2 30,8 12,2 65,2%Czech Republic 21,6 26,0 30,4 32,8 34,3 12,8 59,1%Denmark 24,9 28,8 31,4 33,9 37,0 12,1 48,8%Estonia 25,2 27,2 30,1 33,1 35,8 10,7 42,3%EU (27 countries) 25,9 28,5 31,4 34,6 38,3 12,4 47,9%Finland 25,6 31,4 36,2 39,8 42,7 17,1 66,8%France 25,7 29,2 32,7 35,8 39,1 13,4 52,2%Germany 31,3 32,5 35,8 40,2 47,2 16,0 51,0%Greece 28,4 30,6 32,6 34,9 37,7 9,3 32,8%Hungary 24,2 26,2 30,0 32,8 33,6 9,4 38,7%Iceland 17,9 21,3 25,1 28,8 32,2 14,3 79,9%Ireland 16,8 20,0 22,8 25,1 27,6 10,8 64,0%Italy 30,8 33,1 34,8 37,0 41,1 10,4 33,7%Latvia 25,2 26,6 28,8 32,2 36,2 11,0 43,6%Lithuania 23,3 24,4 26,6 30,4 35,2 11,9 51,2%Luxembourg 20,4 21,3 23,1 26,0 30,0 9,6 46,7%Malta 21,3 27,0 31,8 36,3 39,2 18,0 84,5%Netherlands 22,8 27,1 30,8 35,2 40,3 17,4 76,4%Norway 22,5 25,0 27,4 30,3 33,0 10,6 47,0%Poland 19,0 21,8 26,9 32,4 35,2 16,3 85,9%Portugal 26,7 29,0 31,3 34,0 37,9 11,2 41,8%Romania 21,4 22,6 25,7 29,0 30,2 8,9 41,5%Slovakia 16,9 19,1 23,6 28,0 31,4 14,4 85,2%Slovenia 23,8 25,8 30,4 34,8 38,8 15,0 63,2%Spain 24,7 27,0 28,9 31,6 35,5 10,8 43,9%Sweden 27,7 31,3 33,5 35,3 37,2 9,5 34,2%Switzerland 24,7 27,0 29,5 33,1 38,0 13,3 53,9%United Kingdom 24,9 27,8 29,6 31,7 34,8 10,0 40,1%

25

Grafico 3.4 – Indice di dipendenza degli anziani: valori dell’indice al 2010 e al 2030 (Paesi ordinati in senso decrescente rispetto ai valori 2010)

Fonte: Eurostat 2013 Grafico 3.5 – Indice di dipendenza degli anziani: variazione percentuale 2030 su 2010 (Paesi ordinati in senso decrescente rispetto al valore dell’indice

Fonte: Eurostat 2013

0,0%

20,0%

40,0%

60,0%

80,0%

100,0%

26

3.2 I dati regionali

I dati regionali, riportati nelle tabelle seguenti, sono relativi al periodo temporale 2011-2030 e fanno riferimento ai seguenti aggregati:9

- popolazione complessiva; - popolazione anziana per tre classi di età:

o 65-74 anni o 75-84 anni o 85 e più

- popolazione di 65 anni e più; - popolazione di 75 anni e più;

Oltre ai valori assoluti vengono riportate le percentuali su totale e la percentuale sulla popolazione over64.

Successivamente, con riferimento ai tre scenari costruiti da Istat (scenario centrale, scenario alto e scenario basso), vengono riportati i seguenti dati e indicatori demografici:

- età media; - indice di vecchiaia; - indice di dipendenza degli anziani; - indice di dipendenza strutturale.

Infine, per ciascuna regione viene riportato l’indice di vecchiaia quale indicatore sintetico dell’invecchiamento della popolazione.

Le tabelle sono presentate senza commenti per sottolinearne l’esclusiva valenza operativa; sarà cura infatti delle singole realtà regionali utilizzarle mettendole in relazione agli aspetti relativi alla domanda di salute (capitolo 4) e agli aspetti di costo (capitolo 5).

9 Fonte: elaborazioni su dati Istat 2012

27

ABRUZZO

Abruzzo 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 1.342.366 1.348.435 1.353.946 1.359.006 1.363.674 1.382.387 1.395.548 1.404.577 over64 285.063 289.157 293.534 298.543 303.064 321.328 346.006 381.160 over74 151.523 153.437 155.872 157.988 160.754 164.829 178.594 193.621 65-74 133.540 135.720 137.662 140.555 142.310 156.499 167.412 187.539 75-84 109.019 109.173 109.778 110.317 111.629 108.578 116.853 130.203

over84 42.504 44.264 46.094 47.671 49.125 56.251 61.741 63.418

over64 21,2% 21,4% 21,7% 22,0% 22,2% 23,2% 24,8% 27,1%over74 11,3% 11,4% 11,5% 11,6% 11,8% 11,9% 12,8% 13,8%65-74 9,9% 10,1% 10,2% 10,3% 10,4% 11,3% 12,0% 13,4%75-84 8,1% 8,1% 8,1% 8,1% 8,2% 7,9% 8,4% 9,3%

over84 3,2% 3,3% 3,4% 3,5% 3,6% 4,1% 4,4% 4,5%

65-74 46,8% 46,9% 46,9% 47,1% 47,0% 48,7% 48,4% 49,2%75-84 38,2% 37,8% 37,4% 37,0% 36,8% 33,8% 33,8% 34,2%

over84 14,9% 15,3% 15,7% 16,0% 16,2% 17,5% 17,8% 16,6%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 44,2 44,4 44,6 44,8 44,9 45,9 46,9 47,9Indice di vecchiaia (%) 163,2 164,9 166,8 169,2 171,4 182,5 201,8 231,3

Indice di dipendenza degli anziani (%) 32,3 32,7 33,2 33,8 34,3 36,3 39,4 44,4Indice di dipendenza strutturale (%) 52,1 52,5 53,1 53,7 54,3 56,2 58,9 63,6

Scenario previsivoEtà media della popolazione 44,2 44,4 44,6 44,8 44,9 45,9 46,9 47,9

Indice di vecchiaia (%) 163,2 165,0 166,9 169,5 171,7 183,8 205,8 239,3Indice di dipendenza degli anziani (%) 32,3 32,7 33,1 33,7 34,1 35,8 38,5 43,2Indice di dipendenza strutturale (%) 52,1 52,5 53,0 53,5 54,0 55,3 57,3 61,3

Scenario previsivoEtà media della popolazione 44,2 44,4 44,6 44,8 44,9 45,9 46,8 47,8

Indice di vecchiaia (%) 163,2 164,9 166,7 169,1 171,1 181,2 198,1 224,0Indice di dipendenza degli anziani (%) 32,3 32,7 33,2 33,9 34,4 36,8 40,2 45,4Indice di dipendenza strutturale (%) 52,1 52,6 53,2 53,9 54,6 57,1 60,5 65,7

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

Abruzzo

163,2 164,9 166,8 169,2 171,4

182,5

201,8

231,3

100,0

150,0

200,0

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Abruzzo: indice di vecchiaia

28

BASILICATA

Basilicata 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 587.517 585.556 583.426 581.152 578.753 576.245 573.641 570.952 over64 118.448 119.608 121.198 123.429 125.307 132.465 141.611 154.473 over74 63.606 64.927 66.317 67.476 68.691 68.077 72.310 78.010 65-74 54.842 54.681 54.881 55.953 56.616 64.388 69.301 76.463 75-84 47.448 47.790 48.149 48.397 48.793 44.009 45.673 52.625

over84 16.158 17.137 18.168 19.079 19.898 24.068 26.637 25.385

over64 20,2% 20,4% 20,8% 21,2% 21,7% 23,4% 25,7% 28,9%over74 10,8% 11,1% 11,4% 11,6% 11,9% 12,0% 13,1% 14,6%65-74 9,3% 9,3% 9,4% 9,6% 9,8% 11,4% 12,6% 14,3%75-84 8,1% 8,2% 8,3% 8,3% 8,4% 7,8% 8,3% 9,8%

over84 2,8% 2,9% 3,1% 3,3% 3,4% 4,3% 4,8% 4,7%

65-74 46,3% 45,7% 45,3% 45,3% 45,2% 48,6% 48,9% 49,5%75-84 40,1% 40,0% 39,7% 39,2% 38,9% 33,2% 32,3% 34,1%

over84 13,6% 14,3% 15,0% 15,5% 15,9% 18,2% 18,8% 16,4%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 43,4 43,7 44,0 44,3 44,7 46,1 47,5 48,8Indice di vecchiaia (%) 150,6 154,5 159,1 164,7 170,1 196,5 226,1 264,1

Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,3 30,8 31,4 32,2 33,0 36,2 40,9 48,0Indice di dipendenza strutturale (%) 50,5 50,7 51,1 51,8 52,4 54,7 59,0 66,2

Scenario previsivoEtà media della popolazione 43,4 43,7 44,0 44,3 44,6 46,1 47,4 48,8

Indice di vecchiaia (%) 150,6 154,5 159,1 164,7 170,1 197,0 228,9 270,6Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,3 30,8 31,3 32,1 32,8 35,6 39,8 46,4Indice di dipendenza strutturale (%) 50,5 50,7 51,0 51,6 52,1 53,7 57,2 63,5

Scenario previsivoEtà media della popolazione 43,4 43,7 44,0 44,4 44,7 46,2 47,6 48,9

Indice di vecchiaia (%) 150,6 154,5 159,1 164,6 170,1 195,9 223,2 257,9Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,3 30,8 31,5 32,4 33,2 36,8 41,9 49,5Indice di dipendenza strutturale (%) 50,5 50,7 51,2 52,0 52,7 55,6 60,7 68,7

Scenario alto

Scenario basso

Basilicata

Scenario centrale

150,6 154,5 159,1164,7

170,1

196,5

226,1

264,1

100,0

150,0

200,0

250,0

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Basilicata: indice di vecchiaia

29

CALABRIA

Calabria 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 2.011.395 2.009.452 2.006.835 2.003.673 2.000.044 1.995.999 1.991.586 1.986.837 over64 377.273 383.591 391.284 398.994 405.992 435.863 470.809 515.871 over74 195.686 199.501 202.922 206.415 210.172 216.416 236.797 259.097 65-74 181.587 184.090 188.362 192.579 195.820 219.447 234.012 256.774 75-84 144.720 145.858 146.694 147.832 149.065 142.681 155.494 176.256

over84 50.966 53.643 56.228 58.583 61.107 73.735 81.303 82.841

over64 18,8% 19,1% 19,5% 19,9% 20,3% 22,1% 24,2% 27,0%over74 9,7% 9,9% 10,1% 10,3% 10,5% 10,9% 12,2% 13,6%65-74 9,0% 9,2% 9,4% 9,6% 9,8% 11,1% 12,0% 13,4%75-84 7,2% 7,3% 7,3% 7,4% 7,5% 7,2% 8,0% 9,2%

over84 2,5% 2,7% 2,8% 2,9% 3,1% 3,7% 4,2% 4,3%

65-74 48,1% 48,0% 48,1% 48,3% 48,2% 50,3% 49,7% 49,8%75-84 38,4% 38,0% 37,5% 37,1% 36,7% 32,7% 33,0% 34,2%

over84 13,5% 14,0% 14,4% 14,7% 15,1% 16,9% 17,3% 16,1%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 42,3 42,6 42,9 43,1 43,4 44,8 46,1 47,5Indice di vecchiaia (%) 132,0 135,6 139,5 143,6 147,4 166,4 190,6 223,1

Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,0 28,6 29,3 30,1 30,8 34,1 38,3 44,3Indice di dipendenza strutturale (%) 49,2 49,6 50,3 51,0 51,7 54,6 58,4 64,2

Scenario previsivoEtà media della popolazione 42,3 42,6 42,9 43,1 43,4 44,8 46,1 47,5

Indice di vecchiaia (%) 132,0 135,6 139,6 143,8 147,7 167,6 194,7 231,3Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,0 28,5 29,3 30,0 30,6 33,6 37,4 42,9Indice di dipendenza strutturale (%) 49,2 49,6 50,2 50,8 51,4 53,6 56,5 61,5

Scenario previsivoEtà media della popolazione 42,3 42,6 42,9 43,1 43,4 44,8 46,1 47,4

Indice di vecchiaia (%) 132,0 135,5 139,4 143,5 147,2 165,1 186,6 215,6Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,0 28,6 29,4 30,2 30,9 34,6 39,2 45,6Indice di dipendenza strutturale (%) 49,2 49,7 50,4 51,2 52,0 55,5 60,2 66,8

Scenario basso

Calabria

Scenario centrale

Scenario alto

30

CAMPANIA

Campania 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 5.834.056 5.831.762 5.827.860 5.822.608 5.816.171 5.808.665 5.800.183 5.790.803 over64 941.849 965.005 985.915 1.008.059 1.027.697 1.116.072 1.225.918 1.375.175 over74 455.013 463.024 471.742 481.053 492.272 524.161 596.513 662.856 65-74 486.836 501.981 514.173 527.006 535.425 591.911 629.405 712.319 75-84 343.622 345.482 347.668 350.507 355.805 359.533 410.038 460.464

over84 111.391 117.542 124.074 130.546 136.467 164.628 186.475 202.392

over64 16,1% 16,5% 16,9% 17,3% 17,7% 19,3% 21,5% 24,5%over74 7,8% 7,9% 8,1% 8,3% 8,5% 9,1% 10,5% 11,8%65-74 8,3% 8,6% 8,8% 9,1% 9,2% 10,3% 11,0% 12,7%75-84 5,9% 5,9% 6,0% 6,0% 6,1% 6,2% 7,2% 8,2%

over84 1,9% 2,0% 2,1% 2,2% 2,3% 2,9% 3,3% 3,6%

65-74 51,7% 52,0% 52,2% 52,3% 52,1% 53,0% 51,3% 51,8%75-84 36,5% 35,8% 35,3% 34,8% 34,6% 32,2% 33,4% 33,5%

over84 11,8% 12,2% 12,6% 13,0% 13,3% 14,8% 15,2% 14,7%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 40,2 40,5 40,8 41,1 41,4 42,9 44,4 45,8Indice di vecchiaia (%) 98,7 102,3 105,7 109,3 112,9 131,6 154,7 183,9

Indice di dipendenza degli anziani (%) 23,9 24,6 25,2 25,9 26,5 29,3 33,3 39,3Indice di dipendenza strutturale (%) 48,1 48,6 49,1 49,6 50,0 51,6 54,8 60,7

Scenario previsivoEtà media della popolazione 40,2 40,5 40,8 41,1 41,4 42,9 44,3 45,7

Indice di vecchiaia (%) 98,7 102,4 105,7 109,3 112,9 131,6 155,8 186,4Indice di dipendenza degli anziani (%) 23,9 24,6 25,2 25,8 26,4 28,8 32,3 37,9Indice di dipendenza strutturale (%) 48,1 48,6 49,0 49,4 49,7 50,7 53,1 58,2

Scenario previsivoEtà media della popolazione 40,2 40,5 40,8 41,1 41,4 42,9 44,4 45,8

Indice di vecchiaia (%) 98,7 102,3 105,7 109,3 112,8 131,1 152,6 179,6Indice di dipendenza degli anziani (%) 23,9 24,6 25,3 26,0 26,6 29,8 34,1 40,6Indice di dipendenza strutturale (%) 48,1 48,7 49,2 49,8 50,2 52,5 56,5 63,2

Campania

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

31

EMILIA ROMAGNA

Emilia Romagna 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 4.432.418 4.476.917 4.518.995 4.559.097 4.597.493 4.634.358 4.669.847 4.704.083 over64 986.674 1.004.783 1.021.130 1.036.937 1.049.169 1.096.559 1.171.557 1.291.967 over74 516.747 523.134 532.148 544.349 555.353 584.296 631.582 667.631 65-74 469.927 481.649 488.982 492.588 493.816 512.263 539.975 624.336 75-84 362.533 363.438 366.683 373.957 380.447 387.422 409.818 431.858

over84 154.214 159.696 165.465 170.392 174.906 196.874 221.764 235.773

over64 22,3% 22,4% 22,6% 22,7% 22,8% 23,0% 23,8% 25,6%over74 11,7% 11,7% 11,8% 11,9% 12,1% 12,3% 12,8% 13,2%65-74 10,6% 10,8% 10,8% 10,8% 10,7% 10,7% 11,0% 12,4%75-84 8,2% 8,1% 8,1% 8,2% 8,3% 8,1% 8,3% 8,5%

over84 3,5% 3,6% 3,7% 3,7% 3,8% 4,1% 4,5% 4,7%

65-74 47,6% 47,9% 47,9% 47,5% 47,1% 46,7% 46,1% 48,3%75-84 36,7% 36,2% 35,9% 36,1% 36,3% 35,3% 35,0% 33,4%

over84 15,6% 15,9% 16,2% 16,4% 16,7% 18,0% 18,9% 18,2%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 45,0 45,0 45,0 45,1 45,2 45,6 46,1 46,7Indice di vecchiaia (%) 167,2 166,8 166,5 166,4 166,2 167,7 179,6 197,8

Indice di dipendenza degli anziani (%) 34,6 35,0 35,4 35,8 36,0 36,3 37,9 41,6Indice di dipendenza strutturale (%) 55,2 56,0 56,7 57,3 57,6 58,0 59,0 62,6

Scenario previsivoEtà media della popolazione 45,0 45,0 45,0 45,1 45,2 45,6 46,2 46,9

Indice di vecchiaia (%) 167,2 166,9 166,7 166,8 166,7 169,8 185,1 207,9Indice di dipendenza degli anziani (%) 34,6 35,0 35,4 35,7 35,9 36,0 37,3 40,8Indice di dipendenza strutturale (%) 55,2 56,0 56,6 57,1 57,4 57,2 57,4 60,5

Scenario previsivoEtà media della popolazione 45,0 45,0 45,0 45,1 45,1 45,5 46,0 46,5

Indice di vecchiaia (%) 167,2 166,7 166,3 166,0 165,5 165,5 174,2 188,6Indice di dipendenza degli anziani (%) 34,6 35,0 35,4 35,8 36,1 36,6 38,4 42,2Indice di dipendenza strutturale (%) 55,2 56,1 56,8 57,4 57,9 58,8 60,4 64,6

Emilia Romagna

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

167,2 166,8 166,5 166,4 166,2 167,7179,6

197,8

100,0

150,0

200,0

250,0

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Emilia Romagna: indice di vecchiaia

32

FRIULI VENEZIA GIULIA

Friuli Venezia Giulia 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 1.235.808 1.240.907 1.245.400 1.249.412 1.253.026 1.256.302 1.259.287 1.262.021 over64 289.395 295.801 300.948 305.854 309.427 322.921 338.602 366.301 over74 142.284 144.508 147.449 151.267 155.374 170.915 186.508 196.003 65-74 147.111 151.293 153.499 154.587 154.053 152.006 152.094 170.298 75-84 98.144 98.763 100.391 103.153 106.232 117.005 123.862 124.689

over84 44.140 45.745 47.058 48.114 49.142 53.910 62.646 71.314

over64 23,4% 23,8% 24,2% 24,5% 24,7% 25,5% 26,5% 28,5%over74 11,5% 11,6% 11,8% 12,1% 12,4% 13,5% 14,6% 15,3%65-74 11,9% 12,2% 12,3% 12,4% 12,3% 12,0% 11,9% 13,3%75-84 7,9% 8,0% 8,1% 8,3% 8,5% 9,2% 9,7% 9,7%

over84 3,6% 3,7% 3,8% 3,9% 3,9% 4,3% 4,9% 5,6%

65-74 50,8% 51,1% 51,0% 50,5% 49,8% 47,1% 44,9% 46,5%75-84 33,9% 33,4% 33,4% 33,7% 34,3% 36,2% 36,6% 34,0%

over84 15,3% 15,5% 15,6% 15,7% 15,9% 16,7% 18,5% 19,5%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 45,9 46,0 46,1 46,2 46,4 47,1 47,9 48,5Indice di vecchiaia (%) 186,2 188,8 190,7 193,1 195,0 206,8 224,7 247,2

Indice di dipendenza degli anziani (%) 36,6 37,5 38,3 39,0 39,4 41,0 43,0 47,6Indice di dipendenza strutturale (%) 56,2 57,4 58,3 59,1 59,6 60,8 62,2 66,9

Scenario previsivoEtà media della popolazione 45,9 46,0 46,1 46,3 46,4 47,2 47,9 48,7

Indice di vecchiaia (%) 186,2 188,9 191,0 193,7 195,8 209,7 232,0 259,8Indice di dipendenza degli anziani (%) 36,6 37,5 38,2 38,9 39,3 40,6 42,4 46,8Indice di dipendenza strutturale (%) 56,2 57,4 58,2 58,9 59,4 60,0 60,6 64,8

Scenario previsivoEtà media della popolazione 45,9 46,0 46,1 46,2 46,4 47,1 47,8 48,4

Indice di vecchiaia (%) 186,2 188,7 190,5 192,7 194,4 204,4 218,7 237,0Indice di dipendenza degli anziani (%) 36,6 37,5 38,3 39,0 39,5 41,3 43,6 48,4Indice di dipendenza strutturale (%) 56,2 57,4 58,4 59,3 59,9 61,6 63,6 68,8

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

Friuli Venezia Giulia

33

LAZIO

Lazio 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 5.728.688 5.773.219 5.814.678 5.853.631 5.890.401 5.925.215 5.958.251 5.989.671 over64 1.136.022 1.159.479 1.183.802 1.207.700 1.226.676 1.307.349 1.405.887 1.558.221 over74 556.050 567.875 581.064 596.833 613.077 663.733 733.861 789.196 65-74 579.972 591.604 602.738 610.867 613.599 643.616 672.026 769.025 75-84 407.938 413.248 419.757 429.544 439.501 457.081 492.456 525.027

over84 148.112 154.627 161.307 167.289 173.576 206.652 241.405 264.169

over64 19,8% 20,1% 20,4% 20,6% 20,8% 21,6% 22,8% 24,8%over74 9,7% 9,8% 10,0% 10,2% 10,4% 11,0% 11,9% 12,6%65-74 10,1% 10,2% 10,4% 10,4% 10,4% 10,6% 10,9% 12,3%75-84 7,1% 7,2% 7,2% 7,3% 7,5% 7,6% 8,0% 8,4%

over84 2,6% 2,7% 2,8% 2,9% 2,9% 3,4% 3,9% 4,2%

65-74 51,1% 51,0% 50,9% 50,6% 50,0% 49,2% 47,8% 49,4%75-84 35,9% 35,6% 35,5% 35,6% 35,8% 35,0% 35,0% 33,7%

over84 13,0% 13,3% 13,6% 13,9% 14,2% 15,8% 17,2% 17,0%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 43,3 43,5 43,6 43,8 43,9 44,8 45,6 46,5Indice di vecchiaia (%) 142,0 143,7 145,5 147,5 148,9 158,1 173,4 195,4

Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,0 30,5 31,0 31,6 31,9 33,4 35,5 39,8Indice di dipendenza strutturale (%) 51,0 51,7 52,3 53,0 53,4 54,5 56,0 60,1

Scenario previsivoEtà media della popolazione 43,3 43,5 43,6 43,8 44,0 44,8 45,7 46,5

Indice di vecchiaia (%) 142,0 143,7 145,6 147,7 149,2 159,3 177,1 202,4Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,0 30,4 31,0 31,5 31,8 33,0 34,8 38,8Indice di dipendenza strutturale (%) 51,0 51,6 52,2 52,8 53,1 53,7 54,5 58,0

Scenario previsivoEtà media della popolazione 43,3 43,5 43,6 43,8 43,9 44,7 45,6 46,4

Indice di vecchiaia (%) 142,0 143,6 145,4 147,2 148,5 156,7 169,8 188,9Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,0 30,5 31,1 31,6 32,1 33,8 36,2 40,6Indice di dipendenza strutturale (%) 51,0 51,7 52,4 53,1 53,7 55,3 57,5 62,1

Scenario alto

Scenario basso

Lazio

Scenario centrale

34

LIGURIA

Liguria 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 1.616.788 1.617.646 1.617.922 1.617.729 1.617.143 1.616.222 1.615.024 1.613.604 over64 431.695 436.877 441.322 444.828 446.822 449.064 458.444 484.720 over74 226.229 228.919 232.356 237.060 241.310 249.692 260.042 262.372 65-74 205.466 207.958 208.966 207.768 205.512 199.372 198.402 222.348 75-84 161.014 161.301 162.366 164.557 166.200 165.080 166.070 164.331

over84 65.215 67.618 69.990 72.503 75.110 84.612 93.972 98.041

over64 26,7% 27,0% 27,3% 27,5% 27,6% 27,9% 28,6% 30,4%over74 14,0% 14,2% 14,4% 14,7% 14,9% 15,5% 16,2% 16,5%65-74 12,7% 12,9% 12,9% 12,8% 12,7% 12,4% 12,4% 14,0%75-84 10,0% 10,0% 10,0% 10,2% 10,3% 10,3% 10,4% 10,3%

over84 4,0% 4,2% 4,3% 4,5% 4,6% 5,3% 5,9% 6,2%

65-74 47,6% 47,6% 47,4% 46,7% 46,0% 44,4% 43,3% 45,9%75-84 37,3% 36,9% 36,8% 37,0% 37,2% 36,8% 36,2% 33,9%

over84 15,1% 15,5% 15,9% 16,3% 16,8% 18,8% 20,5% 20,2%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 47,7 47,8 47,9 48,0 48,1 48,6 49,0 49,4Indice di vecchiaia (%) 232,0 233,7 235,1 236,5 237,3 241,8 253,6 270,3

Indice di dipendenza degli anziani (%) 43,2 44,0 44,6 45,2 45,5 46,0 47,7 52,2Indice di dipendenza strutturale (%) 61,8 62,8 63,6 64,3 64,7 65,1 66,5 71,6

Scenario previsivoEtà media della popolazione 47,7 47,8 47,9 48,0 48,1 48,6 49,0 49,5

Indice di vecchiaia (%) 232,0 233,8 235,3 236,8 237,8 243,7 259,1 280,5Indice di dipendenza degli anziani (%) 43,2 43,9 44,6 45,0 45,3 45,5 46,7 51,0Indice di dipendenza strutturale (%) 61,8 62,7 63,5 64,1 64,4 64,1 64,8 69,2

Scenario previsivoEtà media della popolazione 47,7 47,8 47,9 48,0 48,1 48,6 49,0 49,3

Indice di vecchiaia (%) 232,0 233,6 234,9 236,1 236,7 239,5 247,7 260,2Indice di dipendenza degli anziani (%) 43,2 44,0 44,7 45,3 45,7 46,5 48,5 53,3Indice di dipendenza strutturale (%) 61,8 62,8 63,7 64,5 65,0 66,0 68,1 73,8

Scenario basso

Liguria

Scenario centrale

Scenario alto

35

LOMBARDIA

Lombardia 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 9.917.714 10.000.127 10.077.015 10.149.226 10.217.289 10.281.592 10.342.468 10.400.216 over64 1.990.483 2.040.846 2.085.027 2.130.726 2.169.739 2.319.520 2.489.877 2.752.845 over74 957.275 981.940 1.011.853 1.048.516 1.085.757 1.199.381 1.331.346 1.427.969 65-74 1.033.208 1.058.906 1.073.174 1.082.210 1.083.982 1.120.139 1.158.531 1.324.876 75-84 707.094 718.779 734.815 757.897 781.600 827.150 881.396 928.179

over84 250.181 263.161 277.038 290.619 304.157 372.231 449.950 499.790

over64 20,1% 20,4% 20,7% 21,0% 21,2% 22,1% 23,2% 25,2%over74 9,7% 9,8% 10,0% 10,3% 10,6% 11,4% 12,4% 13,1%65-74 10,4% 10,6% 10,6% 10,7% 10,6% 10,7% 10,8% 12,1%75-84 7,1% 7,2% 7,3% 7,5% 7,6% 7,9% 8,2% 8,5%

over84 2,5% 2,6% 2,7% 2,9% 3,0% 3,5% 4,2% 4,6%

65-74 51,9% 51,9% 51,5% 50,8% 50,0% 48,3% 46,5% 48,1%75-84 35,5% 35,2% 35,2% 35,6% 36,0% 35,7% 35,4% 33,7%

over84 12,6% 12,9% 13,3% 13,6% 14,0% 16,0% 18,1% 18,2%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

Valori percentuali sulla popolazione over64

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 43,5 43,7 43,8 43,9 44,1 44,9 45,6 46,3Indice di vecchiaia (%) 141,1 142,6 144,0 145,8 147,4 155,6 169,9 189,5

Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,5 31,3 31,9 32,5 33,0 34,6 36,7 40,9Indice di dipendenza strutturale (%) 52,2 53,2 54,0 54,8 55,4 56,9 58,3 62,5

Scenario previsivoEtà media della popolazione 43,5 43,7 43,8 43,9 44,1 44,9 45,8 46,5

Indice di vecchiaia (%) 141,1 142,7 144,3 146,2 148,0 157,9 175,8 200,2Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,5 31,2 31,8 32,4 32,9 34,3 36,0 40,0Indice di dipendenza strutturale (%) 52,2 53,1 53,9 54,6 55,1 55,9 56,5 60,0

Scenario previsivoEtà media della popolazione 43,5 43,7 43,8 43,9 44,1 44,8 45,6 46,2

Indice di vecchiaia (%) 141,1 142,6 143,9 145,6 147,0 154,4 166,7 183,7Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,5 31,3 31,9 32,6 33,1 35,0 37,3 41,7Indice di dipendenza strutturale (%) 52,2 53,2 54,1 54,9 55,6 57,6 59,7 64,4

Lombardia

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

141,1 142,6 144,0 145,8 147,4155,6

169,9

189,5

100,0

150,0

200,0

250,0

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Lombardia: indice di vecchiaia

36

MARCHE

Marche 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 1.565.335 1.577.062 1.587.955 1.598.164 1.607.778 1.649.132 1.683.304 1.713.032 over64 351.797 356.781 361.366 366.151 370.118 388.793 413.739 451.885 over74 186.425 189.252 192.857 197.516 201.692 208.350 221.977 236.497 65-74 165.372 167.529 168.509 168.635 168.426 180.443 191.762 215.388 75-84 131.987 132.390 133.382 135.849 138.368 136.744 141.056 153.239

over84 54.438 56.862 59.475 61.667 63.324 71.606 80.921 83.258

over64 22,5% 22,6% 22,8% 22,9% 23,0% 23,6% 24,6% 26,4%over74 11,9% 12,0% 12,1% 12,4% 12,5% 12,6% 13,2% 13,8%65-74 10,6% 10,6% 10,6% 10,6% 10,5% 10,9% 11,4% 12,6%75-84 8,4% 8,4% 8,4% 8,5% 8,6% 8,3% 8,4% 8,9%

over84 3,5% 3,6% 3,7% 3,9% 3,9% 4,3% 4,8% 4,9%

65-74 47,0% 47,0% 46,6% 46,1% 45,5% 46,4% 46,3% 47,7%75-84 37,5% 37,1% 36,9% 37,1% 37,4% 35,2% 34,1% 33,9%

over84 15,5% 15,9% 16,5% 16,8% 17,1% 18,4% 19,6% 18,4%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori assoluti

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori percentuali sulla popolazione over64

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 44,8 44,8 45,0 45,1 45,2 45,8 46,5 47,2Indice di vecchiaia (%) 168,7 169,4 170,2 171,5 172,4 179,0 193,5 214,1

Indice di dipendenza degli anziani (%) 35,0 35,3 35,6 36,0 36,2 37,3 39,2 43,0Indice di dipendenza strutturale (%) 55,7 56,2 56,6 56,9 57,2 58,1 59,4 63,1

Scenario previsivoEtà media della popolazione 44,8 44,9 45,0 45,1 45,2 45,8 46,5 47,2

Indice di vecchiaia (%) 168,7 169,5 170,3 171,7 172,7 180,2 197,3 221,3Indice di dipendenza degli anziani (%) 35,0 35,3 35,6 35,8 36,0 36,7 38,3 41,9Indice di dipendenza strutturale (%) 55,7 56,2 56,4 56,7 56,9 57,1 57,7 60,8

Scenario previsivoEtà media della popolazione 44,8 44,8 45,0 45,1 45,2 45,8 46,5 47,1

Indice di vecchiaia (%) 168,7 169,3 170,0 171,2 172,0 177,7 189,7 207,0Indice di dipendenza degli anziani (%) 35,0 35,4 35,7 36,1 36,3 37,7 40,0 44,0Indice di dipendenza strutturale (%) 55,7 56,2 56,7 57,1 57,5 59,0 61,1 65,3

Marche

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

37

MOLISE

Molise 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 319.780 319.513 319.150 318.705 318.196 317.626 317.001 316.327 over64 70.024 70.654 71.497 72.489 73.558 77.213 82.050 88.966 over74 38.777 39.334 39.756 40.022 40.656 39.904 42.469 45.733 65-74 31.247 31.320 31.741 32.467 32.902 37.309 39.581 43.233 75-84 27.928 27.986 27.854 27.739 27.990 25.293 26.812 30.739

over84 10.849 11.348 11.902 12.283 12.666 14.611 15.657 14.994

over64 21,9% 22,1% 22,4% 22,7% 23,1% 24,5% 26,4% 29,1%over74 12,1% 12,3% 12,5% 12,6% 12,8% 12,7% 13,7% 15,0%65-74 9,8% 9,8% 9,9% 10,2% 10,3% 11,8% 12,7% 14,1%75-84 8,7% 8,8% 8,7% 8,7% 8,8% 8,0% 8,6% 10,0%

over84 3,4% 3,6% 3,7% 3,9% 4,0% 4,6% 5,0% 4,9%

65-74 44,6% 44,3% 44,4% 44,8% 44,7% 48,3% 48,2% 48,6%75-84 39,9% 39,6% 39,0% 38,3% 38,1% 32,8% 32,7% 34,6%

over84 15,5% 16,1% 16,6% 16,9% 17,2% 18,9% 19,1% 16,9%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori assoluti

Valori percentuali sulla popolazione totale

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 44,7 44,9 45,2 45,4 45,6 46,8 47,9 49,0Indice di vecchiaia (%) 175,8 179,0 183,0 187,4 192,3 210,8 233,9 268,6

Indice di dipendenza degli anziani (%) 33,4 33,7 34,3 34,9 35,6 38,4 42,4 48,4Indice di dipendenza strutturale (%) 52,3 52,6 53,0 53,6 54,2 56,6 60,5 66,4

Scenario previsivoEtà media della popolazione 44,7 44,9 45,2 45,4 45,6 46,7 47,8 49,0

Indice di vecchiaia (%) 175,8 179,0 183,1 187,5 192,5 211,8 237,5 276,4Indice di dipendenza degli anziani (%) 33,4 33,7 34,2 34,8 35,5 37,9 41,4 47,1Indice di dipendenza strutturale (%) 52,3 52,5 52,9 53,4 53,9 55,7 58,9 64,1

Scenario previsivoEtà media della popolazione 44,7 44,9 45,2 45,4 45,6 46,8 47,9 49,1

Indice di vecchiaia (%) 175,8 178,9 182,9 187,3 192,1 209,8 230,4 261,4Indice di dipendenza degli anziani (%) 33,4 33,8 34,3 35,0 35,8 38,9 43,3 49,6Indice di dipendenza strutturale (%) 52,3 52,6 53,1 53,7 54,4 57,5 62,1 68,6

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

Molise

38

PIEMONTE

Piemonte 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 4.457.335 4.476.445 4.493.296 4.508.259 4.521.597 4.533.476 4.544.046 4.553.433 over64 1.019.577 1.036.833 1.054.322 1.072.204 1.085.937 1.135.909 1.194.198 1.284.443 over74 510.777 521.326 533.648 548.718 563.340 598.945 645.123 678.662 65-74 508.800 515.507 520.674 523.486 522.597 536.964 549.075 605.781 75-84 375.436 379.743 385.355 393.845 401.731 407.079 422.662 442.096

over84 135.341 141.583 148.293 154.873 161.609 191.866 222.461 236.566

over64 22,9% 23,2% 23,5% 23,8% 24,0% 24,9% 26,0% 27,8%over74 11,5% 11,6% 11,9% 12,2% 12,5% 13,1% 14,0% 14,7%65-74 11,4% 11,5% 11,6% 11,6% 11,6% 11,8% 11,9% 13,1%75-84 8,4% 8,5% 8,6% 8,7% 8,9% 8,9% 9,2% 9,6%

over84 3,0% 3,2% 3,3% 3,4% 3,6% 4,2% 4,8% 5,1%

65-74 49,9% 49,7% 49,4% 48,8% 48,1% 47,3% 46,0% 47,2%75-84 36,8% 36,6% 36,6% 36,7% 37,0% 35,8% 35,4% 34,4%

over84 13,3% 13,7% 14,1% 14,4% 14,9% 16,9% 18,6% 18,4%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 45,4 45,5 45,6 45,8 45,9 46,6 47,3 48,0Indice di vecchiaia (%) 177,7 179,0 180,8 183,1 184,9 194,8 211,6 232,0

Indice di dipendenza degli anziani (%) 35,6 36,2 36,9 37,6 38,1 39,9 42,1 46,3Indice di dipendenza strutturale (%) 55,6 56,5 57,3 58,2 58,7 60,3 62,0 66,3

Scenario previsivoEtà media della popolazione 45,4 45,5 45,6 45,8 45,9 46,7 47,4 48,1

Indice di vecchiaia (%) 177,7 179,1 181,1 183,6 185,6 197,5 218,7 244,5Indice di dipendenza degli anziani (%) 35,6 36,2 36,9 37,5 38,0 39,4 41,3 45,3Indice di dipendenza strutturale (%) 55,6 56,5 57,2 58,0 58,5 59,4 60,2 63,8

Scenario previsivoEtà media della popolazione 45,4 45,5 45,6 45,8 45,9 46,6 47,3 47,9

Indice di vecchiaia (%) 177,7 178,9 180,6 182,8 184,4 192,9 206,8 223,7Indice di dipendenza degli anziani (%) 35,6 36,3 37,0 37,7 38,3 40,3 42,8 47,2Indice di dipendenza strutturale (%) 55,6 56,5 57,4 58,3 59,0 61,1 63,5 68,3

Scenario alto

Scenario basso

Piemonte

Scenario centrale

39

PUGLIA

Puglia 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 4.091.259 4.090.312 4.088.185 4.084.988 4.080.787 4.075.639 4.069.601 4.062.732 over64 757.272 776.336 794.808 815.382 832.129 899.163 971.997 1.066.305 over74 370.031 378.259 387.554 397.609 408.253 441.991 502.724 548.647 65-74 387.241 398.077 407.254 417.773 423.876 457.172 469.273 517.658 75-84 275.422 278.349 281.952 286.865 292.426 301.785 341.172 372.352

over84 94.609 99.910 105.602 110.744 115.827 140.206 161.552 176.295

over64 18,5% 19,0% 19,4% 20,0% 20,4% 22,2% 24,3% 27,1%over74 9,0% 9,2% 9,5% 9,7% 10,0% 10,9% 12,6% 13,9%65-74 9,5% 9,7% 10,0% 10,2% 10,4% 11,3% 11,7% 13,2%75-84 6,7% 6,8% 6,9% 7,0% 7,2% 7,5% 8,5% 9,5%

over84 2,3% 2,4% 2,6% 2,7% 2,8% 3,5% 4,0% 4,5%

65-74 51,1% 51,3% 51,2% 51,2% 50,9% 50,8% 48,3% 48,5%75-84 36,4% 35,9% 35,5% 35,2% 35,1% 33,6% 35,1% 34,9%

over84 12,5% 12,9% 13,3% 13,6% 13,9% 15,6% 16,6% 16,5%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 42,0 42,4 42,7 43,0 43,3 44,8 46,2 47,5Indice di vecchiaia (%) 125,2 129,7 134,2 139,3 143,9 166,3 190,9 222,2

Indice di dipendenza degli anziani (%) 27,7 28,6 29,4 30,4 31,2 34,5 38,6 44,7Indice di dipendenza strutturale (%) 49,9 50,6 51,3 52,2 52,8 55,2 58,9 64,8

Scenario previsivoEtà media della popolazione 42,0 42,4 42,7 43,0 43,3 44,8 46,2 47,6

Indice di vecchiaia (%) 125,2 129,8 134,3 139,4 144,2 167,8 195,5 231,1Indice di dipendenza degli anziani (%) 27,7 28,6 29,4 30,3 31,0 34,0 37,7 43,3Indice di dipendenza strutturale (%) 49,9 50,6 51,2 52,0 52,5 54,2 57,0 62,0

Scenario previsivoEtà media della popolazione 42,0 42,4 42,7 43,0 43,3 44,8 46,2 47,5

Indice di vecchiaia (%) 125,2 129,7 134,1 139,1 143,7 165,2 187,7 216,2Indice di dipendenza degli anziani (%) 27,7 28,6 29,5 30,5 31,3 35,0 39,5 46,0Indice di dipendenza strutturale (%) 49,9 50,7 51,5 52,4 53,1 56,1 60,6 67,2

Scenario basso

Puglia

Scenario centrale

Scenario alto

40

SARDEGNA

Sardegna 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 1.675.411 1.677.619 1.679.302 1.680.473 1.681.138 1.681.302 1.680.979 1.680.191 over64 325.987 333.650 342.125 351.223 359.397 399.756 441.185 489.644 over74 153.437 157.920 162.058 166.741 172.470 196.005 222.041 248.821 65-74 172.550 175.730 180.067 184.482 186.927 203.751 219.144 240.823 75-84 113.338 115.299 117.276 119.371 122.843 135.300 151.442 167.314

over84 40.099 42.621 44.782 47.370 49.627 60.705 70.599 81.507

over64 19,5% 19,9% 20,4% 20,9% 21,4% 23,8% 26,5% 29,8%over74 9,2% 9,4% 9,7% 9,9% 10,3% 11,7% 13,3% 15,2%65-74 10,3% 10,5% 10,7% 11,0% 11,1% 12,1% 13,2% 14,7%75-84 6,8% 6,9% 7,0% 7,1% 7,3% 8,1% 9,1% 10,2%

over84 2,4% 2,5% 2,7% 2,8% 3,0% 3,6% 4,2% 5,0%

65-74 52,9% 52,7% 52,6% 52,5% 52,0% 51,0% 49,7% 49,2%75-84 34,8% 34,6% 34,3% 34,0% 34,2% 33,8% 34,3% 34,2%

over84 12,3% 12,8% 13,1% 13,5% 13,8% 15,2% 16,0% 16,6%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 43,8 44,1 44,5 44,8 45,1 46,7 48,3 49,7Indice di vecchiaia (%) 158,6 162,5 166,7 171,3 175,8 202,2 236,5 282,3

Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,5 29,3 30,2 31,2 32,2 37,0 42,6 50,0Indice di dipendenza strutturale (%) 46,5 47,3 48,4 49,5 50,5 55,3 60,6 67,7

Scenario previsivoEtà media della popolazione 43,8 44,1 44,5 44,8 45,1 46,8 48,3 49,8

Indice di vecchiaia (%) 158,6 162,5 167,0 171,7 176,5 205,6 246,0 301,3Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,5 29,3 30,2 31,1 32,0 36,5 41,5 48,4Indice di dipendenza strutturale (%) 46,5 47,3 48,2 49,3 50,1 54,2 58,4 64,4

Scenario previsivoEtà media della popolazione 43,8 44,1 44,5 44,8 45,1 46,7 48,3 49,7

Indice di vecchiaia (%) 158,6 162,4 166,6 171,1 175,5 200,9 232,3 273,9Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,5 29,3 30,3 31,3 32,3 37,5 43,6 51,5Indice di dipendenza strutturale (%) 46,5 47,4 48,4 49,7 50,7 56,2 62,3 70,3

Sardegna

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

41

SICILIA

Sicilia 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 5.051.075 5.051.218 5.049.987 5.047.595 5.044.173 5.039.820 5.034.631 5.028.691 over64 936.211 950.208 968.137 985.981 1.001.057 1.065.843 1.146.424 1.255.120 over74 473.437 479.876 485.124 493.741 502.749 522.550 575.534 626.239 65-74 462.774 470.332 483.013 492.240 498.308 543.293 570.890 628.881 75-84 351.485 352.092 352.762 356.140 360.348 355.819 392.078 433.478

over84 121.952 127.784 132.362 137.601 142.401 166.731 183.456 192.761

over64 18,5% 18,8% 19,2% 19,5% 19,8% 21,3% 23,1% 25,6%over74 9,4% 9,5% 9,6% 9,8% 10,0% 10,4% 11,6% 12,7%65-74 9,2% 9,3% 9,6% 9,8% 9,9% 10,8% 11,5% 12,8%75-84 7,0% 7,0% 7,0% 7,1% 7,1% 7,1% 7,9% 8,8%

over84 2,4% 2,5% 2,6% 2,7% 2,8% 3,3% 3,7% 3,9%

65-74 49,4% 49,5% 49,9% 49,9% 49,8% 51,0% 49,8% 50,1%75-84 37,5% 37,1% 36,4% 36,1% 36,0% 33,4% 34,2% 34,5%

over84 13,0% 13,4% 13,7% 14,0% 14,2% 15,6% 16,0% 15,4%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 41,8 42,0 42,3 42,5 42,8 44,0 45,2 46,3Indice di vecchiaia (%) 122,2 125,1 128,3 131,6 134,7 149,8 169,7 195,8

Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,0 28,4 29,1 29,8 30,3 32,9 36,4 41,6Indice di dipendenza strutturale (%) 50,8 51,2 51,8 52,4 52,9 54,9 57,9 62,9

Scenario previsivoEtà media della popolazione 41,8 42,0 42,3 42,5 42,7 43,9 45,1 46,3

Indice di vecchiaia (%) 122,2 125,1 128,3 131,6 134,7 149,9 171,0 198,6Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,0 28,4 29,0 29,7 30,2 32,4 35,4 40,2Indice di dipendenza strutturale (%) 50,8 51,1 51,7 52,2 52,6 54,0 56,1 60,4

Scenario previsivoEtà media della popolazione 41,8 42,0 42,3 42,5 42,8 44,0 45,2 46,3

Indice di vecchiaia (%) 122,2 125,0 128,3 131,5 134,6 149,2 167,4 191,1Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,0 28,5 29,2 29,9 30,5 33,4 37,3 42,9Indice di dipendenza strutturale (%) 50,8 51,2 51,9 52,6 53,1 55,8 59,6 65,4

Sicilia

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

42

TOSCANA

Toscana 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 3.749.813 3.773.746 3.795.558 3.815.666 3.834.320 3.911.274 3.970.488 4.019.149 over64 872.766 889.154 904.027 918.499 928.910 961.651 1.009.465 1.091.620 over74 450.215 456.043 463.817 474.891 484.441 507.764 552.029 574.759 65-74 422.551 433.111 440.210 443.608 444.469 453.887 457.436 516.861 75-84 317.490 318.359 320.977 327.615 333.422 341.144 364.794 376.847

over84 132.725 137.684 142.840 147.276 151.019 166.620 187.235 197.912

over64 23,3% 23,6% 23,8% 24,1% 24,2% 24,6% 25,4% 27,2%over74 12,0% 12,1% 12,2% 12,4% 12,6% 13,0% 13,9% 14,3%65-74 11,3% 11,5% 11,6% 11,6% 11,6% 11,6% 11,5% 12,9%75-84 8,5% 8,4% 8,5% 8,6% 8,7% 8,7% 9,2% 9,4%

over84 3,5% 3,6% 3,8% 3,9% 3,9% 4,3% 4,7% 4,9%

65-74 48,4% 48,7% 48,7% 48,3% 47,8% 47,2% 45,3% 47,3%75-84 36,4% 35,8% 35,5% 35,7% 35,9% 35,5% 36,1% 34,5%

over84 15,2% 15,5% 15,8% 16,0% 16,3% 17,3% 18,5% 18,1%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori assoluti

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori percentuali sulla popolazione over64

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 45,6 45,7 45,8 45,9 46,0 46,5 47,1 47,7Indice di vecchiaia (%) 182,9 183,7 184,7 186,0 186,7 191,9 206,3 226,8

Indice di dipendenza degli anziani (%) 36,4 37,0 37,6 38,2 38,6 39,3 40,8 44,6Indice di dipendenza strutturale (%) 56,3 57,2 58,0 58,8 59,2 59,7 60,6 64,3

Scenario previsivoEtà media della popolazione 45,6 45,7 45,8 45,9 46,0 46,6 47,2 47,9

Indice di vecchiaia (%) 182,9 183,8 184,9 186,4 187,2 194,0 211,8 236,6Indice di dipendenza degli anziani (%) 36,4 37,0 37,6 38,1 38,5 38,9 40,2 43,8Indice di dipendenza strutturale (%) 56,3 57,2 57,9 58,6 59,0 58,9 59,2 62,3

Scenario previsivoEtà media della popolazione 45,6 45,7 45,8 45,8 45,9 46,5 47,1 47,6

Indice di vecchiaia (%) 182,9 183,6 184,5 185,6 186,1 189,9 201,2 217,9Indice di dipendenza degli anziani (%) 36,4 37,1 37,7 38,3 38,7 39,6 41,4 45,4Indice di dipendenza strutturale (%) 56,3 57,2 58,1 58,9 59,5 60,5 62,0 66,2

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

Toscana

182,9 183,7 184,7 186,0 186,7 191,9 206,3

226,8

100,0

150,0

200,0

250,0

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Toscana: indice di vecchiaia

43

TRENTINO ALTO ADIGE

Trentino Alto Adige 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 1.037.114 1.046.730 1.055.845 1.064.560 1.072.947 1.081.056 1.088.928 1.096.594 over64 192.852 197.940 201.980 206.113 209.652 228.021 252.343 288.097 over74 94.564 96.330 98.316 100.913 103.770 117.795 130.924 144.312 65-74 98.288 101.610 103.664 105.200 105.882 110.226 121.419 143.785 75-84 66.844 67.283 68.041 69.475 71.302 80.348 87.842 93.244

over84 27.720 29.047 30.275 31.438 32.468 37.447 43.082 51.068

over64 18,6% 18,9% 19,1% 19,4% 19,5% 20,5% 22,0% 24,4%over74 9,1% 9,2% 9,3% 9,5% 9,7% 10,6% 11,4% 12,2%65-74 9,5% 9,7% 9,8% 9,9% 9,9% 9,9% 10,6% 12,2%75-84 6,4% 6,4% 6,4% 6,5% 6,6% 7,2% 7,7% 7,9%

over84 2,7% 2,8% 2,9% 3,0% 3,0% 3,4% 3,8% 4,3%

65-74 51,0% 51,3% 51,3% 51,0% 50,5% 48,3% 48,1% 49,9%75-84 34,7% 34,0% 33,7% 33,7% 34,0% 35,2% 34,8% 32,4%

over84 14,4% 14,7% 15,0% 15,3% 15,5% 16,4% 17,1% 17,7%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 42,0 42,2 42,4 42,6 42,7 43,7 44,5 45,4Indice di vecchiaia (%) 116,8 119,5 121,8 124,2 126,3 137,3 151,6 170,6

Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,4 29,0 29,4 29,8 30,1 31,8 34,7 39,9Indice di dipendenza strutturale (%) 52,7 53,2 53,5 53,7 53,9 54,9 57,6 63,3

Scenario previsivoEtà media della popolazione 42,0 42,2 42,4 42,6 42,7 43,7 44,6 45,4

Indice di vecchiaia (%) 116,8 119,6 121,8 124,2 126,4 137,9 153,8 175,6Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,4 29,0 29,3 29,7 30,0 31,4 34,0 39,0Indice di dipendenza strutturale (%) 52,7 53,2 53,4 53,6 53,7 54,2 56,1 61,1

Scenario previsivoEtà media della popolazione 42,0 42,2 42,4 42,6 42,7 43,7 44,6 45,4

Indice di vecchiaia (%) 116,8 119,5 121,7 124,1 126,3 137,2 150,7 168,2Indice di dipendenza degli anziani (%) 28,4 29,0 29,4 29,8 30,2 32,1 35,3 40,8Indice di dipendenza strutturale (%) 52,7 53,2 53,5 53,9 54,1 55,5 58,7 65,0

Scenario alto

Scenario basso

Trentino Alto Adige

Scenario centrale

116,8 119,5 121,8 124,2 126,3137,3

151,6

170,6

100,0

150,0

200,0

250,0

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Trentino Alto Adige: indice di vecchiaia

44

UMBRIA

Umbria 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 906.486 913.499 920.001 926.097 931.854 937.317 942.528 947.519 over64 209.066 211.707 214.526 218.003 220.597 229.242 241.425 261.925 over74 110.536 111.711 113.320 115.759 117.629 122.105 130.613 137.393 65-74 98.530 99.996 101.206 102.244 102.968 107.137 110.812 124.532 75-84 78.044 77.719 77.980 79.439 80.455 80.708 85.244 89.912

over84 32.492 33.992 35.340 36.320 37.174 41.397 45.369 47.481

over64 23,1% 23,2% 23,3% 23,5% 23,7% 24,0% 24,7% 26,3%over74 12,2% 12,2% 12,3% 12,5% 12,6% 12,8% 13,4% 13,8%65-74 10,9% 10,9% 11,0% 11,0% 11,0% 11,2% 11,3% 12,5%75-84 8,6% 8,5% 8,5% 8,6% 8,6% 8,4% 8,7% 9,0%

over84 3,6% 3,7% 3,8% 3,9% 4,0% 4,3% 4,6% 4,8%

65-74 47,1% 47,2% 47,2% 46,9% 46,7% 46,7% 45,9% 47,5%75-84 37,3% 36,7% 36,3% 36,4% 36,5% 35,2% 35,3% 34,3%

over84 15,5% 16,1% 16,5% 16,7% 16,9% 18,1% 18,8% 18,1%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

Valori percentuali sulla popolazione over64

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 45,2 45,3 45,3 45,4 45,5 46,0 46,6 47,2Indice di vecchiaia (%) 178,8 178,7 178,9 179,9 180,6 183,6 196,1 214,7

Indice di dipendenza degli anziani (%) 36,0 36,3 36,6 37,1 37,4 38,0 39,4 42,8Indice di dipendenza strutturale (%) 56,2 56,6 57,1 57,8 58,2 58,7 59,4 62,7

Scenario previsivoEtà media della popolazione 45,2 45,3 45,3 45,4 45,5 46,0 46,6 47,2

Indice di vecchiaia (%) 178,8 178,7 179,0 180,1 180,9 184,7 199,7 221,7Indice di dipendenza degli anziani (%) 36,0 36,3 36,6 37,0 37,3 37,6 38,6 41,8Indice di dipendenza strutturale (%) 56,2 56,6 57,0 57,6 57,9 57,9 57,9 60,6

Scenario previsivoEtà media della popolazione 45,2 45,3 45,3 45,4 45,5 46,0 46,5 47,1

Indice di vecchiaia (%) 178,8 178,6 178,7 179,7 180,2 182,2 192,4 207,9Indice di dipendenza degli anziani (%) 36,0 36,3 36,7 37,2 37,6 38,5 40,1 43,7Indice di dipendenza strutturale (%) 56,2 56,6 57,2 58,0 58,4 59,6 60,9 64,7

Scenario basso

Umbria

Scenario centrale

Scenario alto

45

VALLE D’AOSTA

Valle d'Aosta 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 128.230 128.884 129.466 129.987 130.458 130.885 131.271 131.619 over64 26.800 27.299 27.817 28.439 28.985 31.041 33.363 36.783 over74 13.139 13.409 13.714 14.131 14.528 15.948 17.541 18.946 65-74 13.661 13.890 14.103 14.308 14.457 15.093 15.822 17.837 75-84 9.604 9.659 9.767 9.991 10.209 10.923 11.737 12.497

over84 3.535 3.750 3.947 4.140 4.319 5.025 5.804 6.449

over64 20,9% 21,2% 21,5% 21,9% 22,2% 23,5% 25,0% 27,5%over74 10,2% 10,4% 10,6% 10,9% 11,1% 12,1% 13,2% 14,1%65-74 10,7% 10,8% 10,9% 11,0% 11,1% 11,4% 11,9% 13,3%75-84 7,5% 7,5% 7,5% 7,7% 7,8% 8,3% 8,8% 9,3%

over84 2,8% 2,9% 3,0% 3,2% 3,3% 3,8% 4,4% 4,8%

65-74 51,0% 50,9% 50,7% 50,3% 49,9% 48,6% 47,4% 48,5%75-84 35,8% 35,4% 35,1% 35,1% 35,2% 35,2% 35,2% 34,0%

over84 13,2% 13,7% 14,2% 14,6% 14,9% 16,2% 17,4% 17,5%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 44,2 44,4 44,5 44,7 44,9 45,8 46,7 47,5Indice di vecchiaia (%) 149,7 151,4 152,5 155,2 158,1 171,5 192,2 218,0

Indice di dipendenza degli anziani (%) 32,1 32,7 33,4 34,2 34,9 37,4 40,4 45,8Indice di dipendenza strutturale (%) 53,5 54,3 55,2 56,2 56,9 59,2 61,4 66,8

Scenario previsivoEtà media della popolazione 44,2 44,4 44,5 44,7 44,9 45,8 46,7 47,6

Indice di vecchiaia (%) 149,7 151,4 152,6 155,4 158,4 172,6 195,8 225,0Indice di dipendenza degli anziani (%) 32,1 32,7 33,3 34,1 34,7 36,9 39,6 44,7Indice di dipendenza strutturale (%) 53,5 54,2 55,1 56,0 56,7 58,3 59,8 64,6

Scenario previsivoEtà media della popolazione 44,2 44,4 44,5 44,7 44,9 45,8 46,7 47,5

Indice di vecchiaia (%) 149,7 151,3 152,4 155,0 157,8 170,3 188,8 211,5Indice di dipendenza degli anziani (%) 32,1 32,7 33,4 34,3 35,0 37,8 41,1 46,7Indice di dipendenza strutturale (%) 53,5 54,3 55,3 56,3 57,2 59,9 62,9 68,8

Valle d'Aosta

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

149,7 151,4 152,5 155,2 158,1

171,5

192,2

218,0

100,0

150,0

200,0

250,0

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Valle d'Aosta: indice di vecchiaia

46

VENETO

Veneto 2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030

Popolazione 4.937.854 4.977.142 5.013.535 5.047.593 5.079.643 5.109.940 5.138.688 5.166.062 over64 982.283 1.008.639 1.029.011 1.049.641 1.067.517 1.145.017 1.241.283 1.385.433 over74 481.365 491.594 503.613 518.757 534.060 591.624 655.034 708.737 65-74 500.918 517.045 525.398 530.884 533.457 553.393 586.249 676.696 75-84 345.777 348.973 353.539 362.320 372.559 403.695 434.689 459.163

over84 135.588 142.621 150.074 156.437 161.501 187.929 220.345 249.574

over64 19,9% 20,3% 20,5% 20,8% 21,0% 21,9% 23,3% 25,5%over74 9,7% 9,9% 10,0% 10,3% 10,5% 11,3% 12,3% 13,1%65-74 10,1% 10,4% 10,5% 10,5% 10,5% 10,6% 11,0% 12,5%75-84 7,0% 7,0% 7,1% 7,2% 7,3% 7,7% 8,2% 8,5%

over84 2,7% 2,9% 3,0% 3,1% 3,2% 3,6% 4,1% 4,6%

65-74 51,0% 51,3% 51,1% 50,6% 50,0% 48,3% 47,2% 48,8%75-84 35,2% 34,6% 34,4% 34,5% 34,9% 35,3% 35,0% 33,1%

over84 13,8% 14,1% 14,6% 14,9% 15,1% 16,4% 17,8% 18,0%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Valori percentuali sulla popolazione over64

Valori percentuali sulla popolazione totale

Valori assoluti

2011 2012 2013 2014 2015 2020 2025 2030Scenario previsivo

Età media della popolazione 43,5 43,6 43,8 44,0 44,1 45,0 45,8 46,6Indice di vecchiaia (%) 139,8 142,2 144,2 146,5 148,5 160,0 178,1 200,4

Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,2 30,9 31,5 32,0 32,4 34,1 36,6 41,3Indice di dipendenza strutturale (%) 51,8 52,7 53,3 53,8 54,2 55,4 57,2 62,0

Scenario previsivoEtà media della popolazione 43,5 43,6 43,8 44,0 44,1 45,0 46,0 46,8

Indice di vecchiaia (%) 139,8 142,3 144,4 146,8 149,1 162,2 183,7 210,5Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,2 30,9 31,4 31,9 32,3 33,8 36,1 40,7Indice di dipendenza strutturale (%) 51,8 52,7 53,2 53,7 54,0 54,6 55,7 60,0

Scenario previsivoEtà media della popolazione 43,5 43,6 43,8 43,9 44,1 44,9 45,7 46,4

Indice di vecchiaia (%) 139,8 142,2 144,0 146,1 148,0 158,0 173,0 191,5Indice di dipendenza degli anziani (%) 30,2 31,0 31,5 32,1 32,5 34,4 37,1 41,9Indice di dipendenza strutturale (%) 51,8 52,7 53,4 54,0 54,5 56,1 58,5 63,8

Veneto

Scenario centrale

Scenario alto

Scenario basso

47

4 La domanda di salute per la popolazione anziana

Negli ultimi decenni la statistica ufficiale ha contribuito ad arricchire l’informazione per la programmazione sanitaria e non sanitaria, anche attraverso la valorizzazione dei dati raccolti nelle indagini campionarie sulla popolazione.

In questo contesto assumono rilievo particolare le tradizionali Health Interview Surveys (HIS), indagini mediante le quali si rilevano informazioni in tema di salute intervistando direttamente gli individui. Queste indagini sono molto diffuse a livello europeo ed extraeuropeo e rappresentano ottimi strumenti per studiare lo stato di salute della popolazione, i comportamenti e gli atteggiamenti in termini di prevenzione e stili di vita.

La più importante indagine di tipo HIS condotta in Italia è l’indagine quinquennale Istat “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari” (ultima indagine effettata nel 2005). Alcuni aspetti dell’indagine sono rilevati a cadenza annuale all’interno dell’indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” (ultimi dati disponibili 2011). I dati raccolti costituiscono una base conoscitiva molto utile per l’analisi e il monitoraggio dei comportamenti della popolazione rispetto ai principali fattori di rischio di insorgenza delle patologie croniche (alimentazione non salutare ed eccesso di peso, inattività fisica, tabagismo, uso e abuso di alcol).

Le aree tematiche dell’Indagine “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari” sono le seguenti:

stato di salute o percezione dello stato di salute o malattie acute e malattie croniche o salute mentale o disabilità, limitazioni nelle attività e invalidità

prevenzione e stili di vita o prevenzione generale, prevenzione femminile,vaccinazioni non obbligatorie o dieta e peso o fumo o attività fisica

servizi sanitarie trattamenti o servizi ospedalieri, day hospital, riabilitazione,altri servizi sociosanitari o visite mediche e accertamenti diagnostici o uso di apparecchi sanitari o consumo di farmaci e terapie non convenzionali o opinioni su alcuni servizi di pubblica utilità

gravidanza, parto e allattamento

48

L’Indagine annuale Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana”, come detto in precedenza, consente di cogliere solo una parte di questi indicatori ma ha il pregio di essere un punto di riferimento annuale aggiornato con riferimento sia allo stato di salute che agli stili di vita dei cittadini italiani.

Va osservato che l’integrazione dei risultati di queste indagini con i dati e gli indicatori forniti delle organizzazioni sanitarie sul territorio consente di supportare in modo efficace la progettazione delle politiche sanitarie, il monitoraggio e la valutazione della programmazione.

Per un utilizzo efficace dei dati riportati nelle indagini Istat, in particolare l’Indagine “Condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari”del 2005, di rinvia a Agenas (2008).

Di seguito, a partire dagli ultimi dati Istat disponibili (Indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” 2011) si riportano alcune analisi descrittive che possono risultare, insieme agli scenari demografici, utili ai fini di una corretta programmazione sanitaria.

Va ribadito che l’utilità dei dati dell’indagine multiscopo deriva dal fatto che, i flussi correnti, relativi sia al consumo di fattori produttivi (ad esempio farmaci) sia alle prestazioni erogate (ricoveri, visite, esami laboratoristici e strumentali erogati in regime ambulatoriale), derivano quasi esclusivamente dalla dinamica tra domanda e offerta di servizi. Non risultano pertanto del tutto corretti per stimare il bisogno assistenziale, elemento essenziale per una corretta programmazione sanitaria.

In questo senso i dati relativi alle patologie croniche e alle patologie gravi, rilevati direttamente presso la popolazione, risultano di grande rilevanza.

49

4.1 Le patologie croniche

L’indagine annuale Multiscopo Istat fornisce un quadro della popolazione affetta da almeno una patologia cronica.

La tabella 4.1 mostra che il 38,4% degli italiani soffre di almeno una patologia cronica. Se consideriamo le cronicità in funzione dell’età notiamo che la percentuale si alza sensibilmente: oltre l’80% degli over64 soffre infatti di almeno una patologia cronica.

Le regioni caratterizzate da una maggior incidenza di patologie croniche sul totale degli abitanti (grafico 4.1) sono la Liguria (42,5%), la Sardegna (42,3%), il Friuli Venezia Giulia (42%), l’Umbria (41,3%); all’estremo opposto si collocano il Trentino Alto Adige (33,5%), la Campania (34,6%), la Sicilia (35,1%) e la Puglia (36%).

Il dato è ovviamente influenzato dalla struttura per età delle diverse regioni. Se consideriamo infatti i quozienti specifici per età, e cioè l’incidenza della cronicità fra gli anziani, si osserva che la graduatoria precedenza risulta alquanto modificata. Questo aspetto è visualizzato dai grafici 4.1a e 4.1b:

- se consideriamo infatti i quozienti generici (grafico 4.1a), notiamo che Liguria, Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Umbria hanno un’incidenza più elevata della media nazionale di patologie croniche mentre all’estremo opposto si collocano Puglia, Sicilia, Campania e Trentino Alto Adige;

- se consideriamo invece i quozienti specifici per gli anziani (grafico 4.1b) notiamo che solo Umbria e Sardegna conservano la posizione in graduatoria, continuando a presentare anche per gli anziani, una più elevata percentuale di patologie croniche rispetto alla media; Liguria e Friuli Venezia Giulia passano invece all’estremo opposto, con patologie croniche inferiori alla media. Analogo andamento si riscontra per la Calabria e, soprattutto, per la Sicilia.

Ma è forse il dato disaggregato quello che può fornire indicazioni maggiori in termini di programmazione sanitaria. La tabella 4.2 e riporta i quozienti specifici per età relativi all’incidenza di ciascuna patologia mentre la tabella 4.3 riporta i quozienti specifici per età over64 per regioni.

Come si può osservare, le patologie croniche più diffuse fra gli anziani sono le patologie delle articolazioni quali artrite e artrosi (55,1%) e l’ipertensione (circa il 50%); seguono poi l’osteoporosi (28,1%), il diabete (17,5%) e le malattie dell’apparato respiratorio (14,1%).

Nelle regioni a più alto tasso di incidenza la prima conseguenza in termini di programmazione è l’individuazione delle priorità. Così, ad esempio, con riferimento

50

alla tabella 4.310, notiamo che il diabete è maggiormente presente nelle regioni meridionali (Calabria, Basilicata, Puglia), le malattie dell’apparato respiratorio si distribuiscono in modo più uniforme, e così via. I grafici 4.2-4.6 riportano gli andamenti regionali delle principali patologie con riferimento all’ipertensione, alle malattie articolari, all’osteoporosi, al diabete e alle malattie dell’apparato respiratorio.

Vediamo come queste informazioni possono essere utilizzare in sede di programmazione in relazione ad alcune patologie, quali ad esempio il diabete, le bronchiti croniche o l’osteoporosi11.

a) Il caso del diabete

La patologia diabetica viene oggi inquadrata nella più ampia definizione di “sindrome metabolica”, che sta ad indicare la compresenza di almeno tre fattori alterati rispetto ai valori di riferimento tra: indice di massa corporea, circonferenza addome, trigliceridi, colesterolo, glicemia, pressione arteriosa.

Per quanto riguarda gli stili di vita e i fattori di rischio negli anziani over64, esistono due elementi oggettivi che vanno nella direzione di un’elevata prevalenza del diabete: l’elevata prevalenza di sovrappeso e obesità e la loro scarsa propensione a svolgere regolare attività fisica.

Un obiettivo della programmazione sanitaria potrebbe essere quello di abbassare l’incidenza del diabete avvicinandolo alla media nazionale. Tale obiettivo può essere raggiunto, ad esempio, attraverso la prevenzione primaria e cioè attraverso interventi sistematici di educazione alimentare su tutto il territorio regionale. Tale intervento dovrà essere progettato e realizzato a partire dalla rete relazionale e sociale, spesso assai ristretta, nella quale vivono gli anziani. In termini di programmazione dei servizi potrà essere progettata e realizzata una struttura (ospedaliera o territoriale) di Malattie metaboliche e Diabetologia per ciascun distretto.

b) Il caso della bronchite cronica ed enfisema

L’insorgere di questa patologia è spesso associata a fattori di rischio come il fumo e fattori ambientali come l’inquinamento dell’aria.

Anche in questo caso un obiettivo della programmazione sanitaria potrebbe essere quello di abbassare l’incidenza delle bronchiti croniche avvicinandolo alla media nazionale. Le finalità sono la promozione dei fattori di protezione e prevenzione, la rimozione (ove possibile) e comunque l’abbattimento dei fattori di rischio ambientali.

10 Va ancora una volta sottolineato che i confronti andrebbero effettuati sulla base dei quozienti standardizzati. 11 Le considerazioni successive sono basate su: Battista, Villone e Salvante (2008), “L’indagine Istat quale strumento di programmazione sanitaria in Puglia”, in Agenas (2008)

51

Con riferimento alla prima azione è possibile prevedere una campagna di educazione sanitaria per la lotta al tabagismo rivolta agli anziani e alla loro rete sociale di appartenenza, soprattutto le famiglie. Tale campagna dovrebbe essere progettata e realizzata coinvolgendo le famiglie e tutti i soggetti sociali in grado di interagire con essi.

In relazione ai bisogni assistenziali, per ciò che riguarda il dimensionamento dell’offerta, si potrà istituire un servizio territoriale di Malattie dell’apparato respiratorio per ciascun distretto e la presenza di un’unità operativa ospedaliera con posti letto ogni 250.000 residenti, dotata di terapia intensiva respiratoria e di riabilitazione respiratoria.

In relazione infine al rischio ambientale sarebbe auspicabile una maggiore integrazione tra politiche nei diversi settori sociali e produttivi della propria regione ad esempio adottando modelli di sviluppo energetico in grado di ridurre drasticamente combustibili inquinanti.

c) Il caso dell’osteoporosi

È noto che l’esercizio di regolare attività fisica ed un’adeguata alimentazione riducono notevolmente la frequenza, la gravità e l’insorgenza di complicanze della malattia. Anche in questo caso, quindi, interventi sistematici di educazione alimentare e di promozione dell’attività fisica su tutto il territorio regionale sarebbero fortemente auspicati.

Un’attenzione particolare dovrebbe essere dedicata alla popolazione femminile interessata alla corretta gestione della menopausa con la promozione di atteggiamenti e comportamenti atti a contrastare le affezioni morbose correlate alla menopausa, in particolare l’osteoporosi. Destinatari intermedi dovrebbero essere i medici di medicina generale, gli ambulatori territoriali e ospedalieri di discipline che trattano il sistema muscolo-scheletrico (Ortopedia, Medicina Fisica e Riabilitazione, Reumatologia), gli ambulatori di Ginecologia dei Consultori familiari

Le indicazioni operative per la programmazione dei servizi sono in parte sovrapponibili a quelle relative alle altre affezioni del sistema muscolo-scheletrico. Nello specifico si potrebbe predisporre un numero adeguato di posti letto di Ortopedia e traumatologia e la presenza di un servizio di Medicina fisica e riabilitazione per ciascun distretto.

52

Tabella 4.1 Popolazione che dichiara di essere affetta da almeno una patologia cronica, valori assoluti e percentuali nel complesso e per fasce di età anziani.

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

Grafico 4.1a Popolazione che dichiara di essere affetta da almeno una patologia cronica, valori percentuali sulla popolazione totale

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

RegioniPopolazione con almeno una malattia

% su pop 2011

Popolazione over64 con almeno una

% su pop over64

Piemonte e Val d'Aosta 1.701.315 37,5% 795.025 78,2%

Lombardia 3.885.934 39,5% 1.544.812 79,4%

Trentino Alto Adige 343.238 33,5% 132.355 71,4%

Veneto 1.918.404 39,2% 757.800 79,8%

Friuli Venezia Giulia 512.224 42,0% 221.948 78,8%

Liguria 680.182 42,4% 327.258 77,4%

Emilia Romagna 1.801.218 41,0% 777.293 80,5%

Toscana 1.511.763 40,6% 678.569 79,0%

Umbria 371.654 41,3% 176.343 85,8%

Marche 596.973 38,4% 276.078 79,9%

Lazio 2.136.279 37,6% 933.512 83,6%

Abruzzo 532.864 39,9% 231.651 82,3%

Molise 125.089 39,4% 57.551 83,0%

Campania 2.009.663 34,6% 780.275 83,5%

Puglia 1.465.898 36,0% 615.210 82,0%

Basilicata 226.048 38,7% 95.714 81,7%

Calabria 806.721 40,3% 328.914 87,9%

Sicilia 1.766.153 35,1% 788.365 85,2%

Sardegna 704.233 42,3% 271.407 84,4%

ITALIA 23.095.853 38,4% 9.790.080 81,1%

53

Grafico 4.1b Popolazione anziana over64 che dichiara di essere affetta da almeno una patologia cronica, valori percentuali sugli anziani over64

Tabella 4.2 Distribuzione delle patologie croniche per classi di età (valori percentuali sul totale)

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

80,0%

90,0%

No Sì % Sì su totale No Sì % Sì su totale No Sì % Sì su totaleda 0 a 14 anni 8.051.319 19.746 0,2% da 0 a 14 8.068.407 - 0,0% da 0 a 14 8.051.386 12.625 0,2%da 15 a 64 anni 36.742.095 925.802 2,5% da 15 a 64 34.094.661 3.815.318 10,1% da 15 a

37.335.977 249.772 0,7%

da 65 a 74 anni 4.998.944 859.283 14,7% da 65 a 74 3.240.507 2.710.695 45,5% da 65 a

5.547.791 263.288 4,5%da 75 a 84 anni 3.304.170 834.823 20,2% da 75 a 84 1.945.948 2.241.437 53,5% da 75 a

3.797.006 296.948 7,3%

85 e più 1.065.072 297.758 21,8% 85 e più 585.209 798.460 57,7% 85 e più 1.241.243 114.162 8,4%Totale 54.161.600 2.937.412 5,1% Totale 47.934.732 9.565.910 16,6% Totale 55.973.403 936.795 1,6%

No Sì % Sì su totale No Sì % Sì su totale No Sì % Sì su totale

da 0 a 14 anni 8.033.596 32.782 0,4% da 0 a 14 8.032.113 37.510 0,5% da 0 a 14 7.904.312 176.105 2,2%da 15 a 64 anni 37.204.207 370.081 1,0% da 15 a 64 36.819.274 762.746 2,0% da 15 a

36.509.600 1.076.924 2,9%

da 65 a 74 anni 5.371.288 442.526 7,6% da 65 a 74 5.270.585 560.912 9,6% da 65 a

5.498.306 295.473 5,1%da 75 a 84 anni 3.608.589 500.649 12,2% da 75 a 84 3.376.940 739.855 18,0% da 75 a

3.685.437 413.908 10,1%

85 e più 1.129.949 237.115 17,3% 85 e più 1.063.587 298.713 21,9% 85 e più 1.196.314 159.369 11,8%Totale 55.347.629 1.583.153 2,8% Totale 54.562.499 2.399.736 4,2% Totale 54.793.969 2.121.779 3,7%

No Sì % Sì su totale No Sì % Sì su totale No Sì % Sì su totaleda 0 a 14 anni 7.407.363 683.051 8,4% da 0 a 14 8.060.880 9.029 0,1% da 0 a 14 8.064.681 - 0,0%da 15 a 64 anni 33.132.140 4.581.379 12,1% da 15 a 64 37.132.386 424.749 1,1% da 15 a

36.674.205 856.441 2,3%

da 65 a 74 anni 5.315.300 491.212 8,5% da 65 a 74 5.528.308 281.070 4,8% da 65 a

5.425.293 359.061 6,2%da 75 a 84 anni 3.729.890 370.948 9,0% da 75 a 84 3.922.576 179.782 4,4% da 75 a

3.831.894 272.376 6,6%

85 e più 1.251.971 99.886 7,4% 85 e più 1.289.026 63.068 4,7% 85 e più 1.259.518 97.134 7,2%Totale 50.836.664 6.226.476 10,9% Totale 55.933.176 957.698 1,7% Totale 55.255.591 1.585.012 2,8%

No Sì % Sì su totale No Sì % Sì su totale No Sì % Sì su totaleda 0 a 14 anni 8.062.509 6.796 0,1% da 0 a 14 8.057.977 10.127 0,1% da 0 a 14 8.052.107 16.760 0,2%da 15 a 64 anni 37.035.191 527.381 1,4% da 15 a 64 37.438.501 77.806 0,2% da 15 a

36.801.488 736.504 2,0%

da 65 a 74 anni 5.542.051 244.157 4,2% da 65 a 74 5.741.526 37.640 0,7% da 65 a

5.561.627 222.810 3,9%da 75 a 84 anni 3.859.890 240.111 5,9% da 75 a 84 4.046.195 38.705 0,9% da 75 a

3.861.988 236.723 5,8%

85 e più 1.256.723 95.717 7,1% 85 e più 1.334.187 13.536 1,0% 85 e più 1.280.430 65.026 4,8%Totale 55.756.364 1.114.162 2,0% Totale 56.618.386 177.814 0,3% Totale 55.557.640 1.277.823 2,2%

No Sì % Sì su totale No Sì % Sì su totale No Sì % Sì su totaleda 0 a 14 anni 8.057.572 13.180 0,2% da 0 a 14 8.066.143 - 0,0% da 0 a 14 8.017.797 35.250 0,4%da 15 a 64 anni 33.758.110 3.984.984 10,6% da 15 a 64 36.400.435 1.159.146 3,1% da 15 a

36.264.361 1.304.580 3,5%

da 65 a 74 anni 3.123.707 2.798.458 47,3% da 65 a 74 4.596.382 1.243.634 21,3% da 65 a

5.320.943 470.417 8,1%da 75 a 84 anni 1.599.795 2.571.750 61,6% da 75 a 84 2.777.203 1.356.302 32,8% da 75 a

3.678.269 418.754 10,2%

85 e più 426.495 952.056 69,1% 85 e più 781.292 586.601 42,9% 85 e più 1.151.263 204.021 15,1%Totale 46.965.679 10.320.428 18,0% Totale 52.621.455 4.345.683 7,6% Totale 54.432.633 2.433.022 4,3%

Età in classiIpertensione arteriosa Età in

classiInfarto del miocardio

Età in classiDiabete

Età in classi

Angina pectoris o altre malattie del cuore

Età in classi

Bronchite cronica, enfisema, insufficienza respiratoria Età in

classi

Asma bronchiale

Età in classiMalattie allergiche Età in

classi

Età in classi Età in classi

Età in classi Età in classi Età in classi

Età in classi

Osteoporosi Disturbi nervosi

Ulcera gastrica e duodenale

Età in classiCalcolosi del fegato o delle vie biliari Cirrosi epatica Calcolosi renale

Artrosi, artrite

Tumori

54

Tabella 4.3 Distribuzione delle patologie croniche nella classe di età over64 per regioni (valori percentuali sul totale).

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

Grafico 4.2 Incidenza dell’ipertensione arteriosa negli anziani over64, valori percentuali per regione (regioni ordinate in senso decrescente).

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

Regione DiabeteIpertensione

arteriosaInfarto del miocardio

Malattie cardiache

Bronchite cronica,

enfisema, insuff. respir.

Asma bronchiale

Malattie allergiche

TumoriUlcera

gastrica e duodenale

Calcolosi del fegato o delle

vie biliari

Cirrosi epatica

Calcolosi renale

Artrosi, artrite

OsteoporosiDisturbi nervosi

Piemonte e Val d'Aosta 17,4% 47,9% 6,2% 8,6% 13,1% 6,3% 7,6% 4,9% 5,9% 5,7% 0,5% 5,5% 45,5% 20,7% 9,2%

Lombardia 12,9% 47,9% 5,7% 9,9% 13,4% 6,5% 8,6% 7,9% 5,8% 6,7% 1,2% 4,5% 52,3% 26,4% 7,2%

Trentino Alto Adige 10,9% 41,1% 5,1% 11,1% 5,8% 4,6% 6,2% 3,5% 5,5% 4,0% 0,2% 1,1% 44,2% 14,3% 7,6%

Veneto 12,4% 46,4% 4,8% 10,2% 10,1% 6,1% 8,3% 5,4% 5,9% 6,3% 0,6% 4,8% 52,6% 21,6% 8,7%

Friuli Venezia Giulia 14,5% 50,6% 6,9% 11,7% 13,4% 5,3% 6,6% 6,3% 5,1% 6,5% 0,5% 3,8% 46,3% 18,5% 7,9%

Liguria 10,0% 49,1% 3,7% 5,9% 8,8% 6,3% 6,4% 4,2% 3,5% 7,3% 0,8% 3,8% 51,1% 29,4% 10,2%

Emilia Romagna 13,8% 48,4% 5,1% 12,7% 8,8% 4,7% 6,3% 3,5% 8,0% 4,3% 0,4% 3,0% 56,4% 23,9% 8,2%

Toscana 18,6% 48,8% 6,8% 12,2% 10,9% 6,0% 7,6% 4,3% 4,6% 5,3% 0,5% 4,8% 52,4% 27,8% 9,6%

Umbria 17,0% 48,2% 4,4% 9,5% 18,9% 10,9% 9,3% 3,8% 9,3% 5,9% 0,6% 4,7% 64,3% 33,3% 17,4%

Marche 12,2% 43,8% 3,2% 10,2% 10,9% 6,2% 4,6% 4,6% 5,2% 4,1% 0,0% 4,3% 57,7% 28,6% 9,5%

Lazio 20,0% 52,1% 7,1% 11,9% 20,2% 10,6% 10,4% 4,6% 8,3% 3,7% 1,2% 5,7% 60,7% 32,5% 9,8%

Abruzzo 19,4% 52,5% 7,1% 6,9% 12,6% 10,4% 15,3% 2,7% 4,2% 4,9% 0,9% 7,2% 60,6% 32,5% 9,3%

Molise 22,9% 48,4% 4,5% 13,2% 12,9% 8,4% 11,0% 2,5% 6,7% 5,9% 0,6% 5,4% 57,3% 28,9% 10,7%

Campania 24,3% 51,3% 6,7% 10,4% 18,7% 12,7% 8,0% 2,7% 7,0% 2,6% 0,9% 3,4% 58,9% 30,5% 14,0%

Puglia 25,2% 53,1% 6,1% 11,1% 15,7% 8,2% 7,6% 2,4% 4,5% 5,2% 1,4% 3,4% 52,1% 32,1% 8,9%

Basilicata 28,4% 52,4% 6,2% 13,1% 18,1% 10,8% 9,8% 3,5% 9,3% 6,4% 0,5% 6,7% 59,5% 33,1% 9,9%

Calabria 29,4% 58,4% 5,9% 10,2% 20,1% 10,6% 11,7% 4,1% 10,1% 6,2% 1,0% 5,5% 69,1% 37,8% 13,1%

Sicilia 20,8% 57,0% 6,7% 8,0% 17,4% 8,4% 9,6% 2,5% 7,4% 3,5% 0,7% 5,6% 60,1% 32,6% 11,7%

Sardegna 13,5% 46,5% 9,3% 16,5% 17,4% 8,5% 14,5% 8,1% 10,8% 6,3% 1,0% 8,6% 61,8% 42,5% 10,8%

Totale 17,5% 49,9% 6,0% 10,5% 14,1% 7,7% 8,5% 4,7% 6,5% 5,2% 0,8% 4,7% 55,1% 28,1% 9,7%

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

55

Grafico 4.3 Incidenza dell’artrite e artrosi negli anziani over64, valori percentuali per regione (regioni ordinate in senso decrescente).

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

Grafico 4.4 Incidenza del diabete negli anziani over64, valori percentuali per regione (regioni ordinate in senso decrescente).

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

56

Grafico 4.5 Incidenza della bronchite cronica, enfisema ed insufficienza respiratoria negli anziani over64, valori percentuali per regione (regioni ordinate in senso decrescente).

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

Grafico 4.6 Incidenza dell’osteoporosi negli anziani over64, valori percentuali per regione (regioni ordinate in senso decrescente).

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

57

4.2 La patologie gravi e la non autosufficienza

In modo analogo alle patologie croniche è possibile ragionare sui dati relativi alle patologie gravi e alla non autosufficienza. L’Indagine multiscopo 2011 fornisce al riguardo alcuni importanti spunti.

La tabella 4.4 mostra che circa il 5% della popolazione italiana è affetta da limitazioni gravi che durano da almeno sei mesi. Le percentuali risultano crescenti al crescere delle età con punte di circa il 40% tra gli ultra-ottantacinquenni. Umbria, Marche, Liguria e Friuli Venezia Giulia (grafico 4.7) sono le regioni che presentano le percentuali più elevate ma, anche in questo caso, il dato risente dalla diversa struttura per età.

La tabella 4.5 riporta il quoziente specifico per età relativo agli anziani over64. Il dato medio nazionale è di circa 17 anziani over64 su 100 che mostrano almeno una patologia grave. L’intervallo va dal valore minimo di 13,4 relativo al Piemonte e Val d’Aosta al valore di circa 21 della Sardegna. Sono percentuali elevate che sottolineano il grande sforzo che il sistema sanitario deve sostenere per assicurare un’assistenza adeguata. L’andamento regionale del quoziente specifico per età (grafico 4.8) è solo in parte diverso da quello espresso dal grafico precedente; si osservi l’andamento della Liguria che, come in relazione alle patologie croniche, si sposta verso il versante destro del diagramma con un valore inferiore alla media, a testimonianza di una migliore condizione relativa degli anziani rispetto alla media. Tale condizione è comune anche a Piemonte e Val d’Aosta, Trentino Alto Adige e Lombardia.

Tabella 4.4 Popolazione con limitazioni gravi, valori assoluti e percentuali nel complesso e per fasce di età anziani.

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

Limitazioni gravi

Limitazioni non gravi

Nessuna limitazione Totale

Limitazioni gravi su totale

da 0 a 14 anni 90.388 260.022 7.177.176 7.527.586 1,2%da 15 a 64 anni 919.365 4.404.368 30.674.570 35.998.303 2,6%da 65 a 74 anni 560.677 1.882.421 3.318.692 5.761.790 9,7%da 75 a 84 anni 810.326 1.670.909 1.621.762 4.102.997 19,7%85 e più 528.575 518.846 315.875 1.363.296 38,8%Totale 2.909.331 8.736.566 43.108.075 54.753.972 5,3%

Età in classi

In che misura ha limitazioni che durano da almeno sei mesi nelle attivita' che le persone abitualmente svolgono

58

Grafico 4.7 Popolazione che dichiara di essere affetta da patologia grave, valori percentuali sulla popolazione totale (Regioni ordinate in senso decrescente).

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

Tabella 4.5 Popolazione con limitazioni gravi. Incidenza percentuale della popolazione anziana over65.

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

Regione

% di persone con limitazioni gravi

nella fascia di età over65

Abruzzo 16,9%Basilicata 17,1%Calabria 19,2%Campania 18,0%Emilia Romagna 18,5%Friuli Venezia Giulia 18,1%Lazio 18,3%Liguria 15,2%Lombardia 13,8%Marche 18,2%Molise 19,2%Piemonte e Val d'Aosta 13,4%Puglia 18,5%Sardegna 20,9%Sicilia 17,9%Toscana 19,7%Trentino Alto Adige 14,6%Umbria 20,8%Veneto 15,0%ITALIA 16,9%

59

Grafico 4.8 Persone over64 che dichiarano di essere affette da patologia grave, valori percentuali sulla popolazione complessiva anziana over64 (Regioni ordinate in senso decrescente).

Fonte: elaborazioni su Indagine Istat Multiscopo 2011

60

4.3 I ricoveri ospedalieri

Uno dei cambiamenti più significativi nell’assistenza sanitaria è avvenuto nel settore ospedaliero. L’ospedale si è progressivamente trasformato da luogo di confinamento della malattia a presidio di erogazione di prestazioni, mediche e principalmente chirurgiche, di alta complessità e la degenza ha perso sempre più la sua connotazione di tipo assistenziale.

In termini quantitativi sono diminuiti i posti letto e i giorni medi di degenza, sono diminuiti i ricoveri ordinari per acuti (di gran lunga la percentuale maggiore dei ricoveri) ma non è diminuita la spesa sanitaria, né in valore assoluto né in valore proporzionale rispetto alla spesa sanitaria globale (vedi capitolo 2).

La tabella 4.6 mostra che su circa 8 milioni di ricoveri in regime ordinario al 2009 (ultimo dato disponibile su base regionale), circa 3,5 milioni (oltre il 43% del totale) sono relativi ad anziani over64. Il confronto regionale basato sulla percentuale sul totale è ovviamente influenzato dalla diversa struttura per età delle regioni e mostra un intervallo variabile fra il 35,7% della Campania, regione più giovane d’Italia, e i valori di oltre il 51% della Liguria e del Friuli Venezia Giulia.

Il grafico 4.9 riporta l’andamento dei quozienti specifici per la classe di età over64. Le percentuali dei ricoveri sul totale, calcolati sugli anziani, mostrano che Molise, Puglia, Emilia Romagna e Lombardia presentano le percentuali più elevate rispetto alla media; all’estremo opposto si collocano Piemonte e val d’Aosta, Liguria e Calabria. Le percentuali così calcolate mostrano che Friuli Venezia Giulia e Liguria, le due ragioni con un numero di ricoveri superiore alla media rispetto al totale della popolazione regionale, presentano invece valori più bassi della media a testimonianza di un più basso tasso relativo di ricoveri rispetto alle altre regioni.

61

Tabella 4.6 - Ricoveri totali in regime ordinario nel complesso e per la fascia di età over64, valori assoluti e percentuali. Anno 2009

Fonte: Ministero della salute, dati sulle dimissioni ospedaliere

Grafico 4.9 - Ricoveri totali in regime ordinario per gli anziani over64 sul totale anziani over64, valori percentuali. Anno 2009

Fonte: Ministero della salute, dati sulle dimissioni ospedaliere

Regioni

Ricoveri totali in regime

ordinario al 2009

Ricoveri over64 al

2009

% ricoveri over64 su

ricoveri tot

% ricoveri over64 su

anziani over64

Piemonte 550.678 253.196 46,0% 24,8%Valle D'Aosta 14.716 6.615 45,0% 24,7%Lombardia 1.410.040 594.054 42,1% 29,8%Veneto 570.414 270.325 47,4% 27,5%

Friuli Venezia Giulia 152.003 78.837 51,9% 27,3%Liguria 207.721 106.140 51,1% 24,6%Emilia Romagna 645.100 305.552 47,4% 30,9%Toscana 468.953 225.870 48,2% 25,9%Umbria 124.118 57.514 46,3% 27,5%Marche 205.198 98.308 47,9% 27,9%Lazio 792.391 318.296 40,2% 28,1%Abruzzo 179.168 83.211 46,4% 29,2%Molise 53.456 25.446 47,6% 36,3%Campania 768.087 274.125 35,7% 29,2%Puglia 609.143 245.597 40,3% 32,4%Basilicata 64.320 31.335 48,7% 26,4%Calabria 220.038 91.230 41,5% 24,1%Sicilia 617.335 247.204 40,0% 26,5%Sardegna 200.559 84.532 42,1% 25,9%ITALIA 7.992.105 3.462.820 43,3% 28,1%

62

5 L’invecchiamento e la spesa sanitaria

5.1 Introduzione

Negli ultimi anni l’impatto delle variabili demografiche sulla spesa sanitaria è stato molto enfatizzato. Si è affermato spesso che l’invecchiamento della popolazione, comune in tutti i Paesi occidentali, comporterà una crescita elevata delle esigenze di cura, sia sanitarie sia assistenziali, da parte delle persone, con inevitabili riflessi sulla spesa per la salute, pubblica e privata.

Tale affermazione discende dalla considerazione che, osservati in un dato periodo di tempo, i consumi sanitari pro-capite sono significativamente crescenti con l’età. La curva delle spese sanitarie per età mostra infatti un andamento a «J»: dopo una riduzione negli anni successivi all’infanzia, i consumi pro-capite aumentano lievemente, per poi mostrare una crescita esponenziale superata la soglia dei 65 anni. Dall’osservazione di tale curva si inferisce che l’aumento della quota di popolazione anziana – caratterizzata da elevati consumi per la salute – comporterà necessariamente un ingente incremento della spesa aggregata.

Tuttavia, da un attento esame della letteratura teorica ed empirica si deduce che gli effetti dell’invecchiamento sulla spesa sanitaria sono in realtà molto più incerti di quelli che derivano dalla semplice osservazione di un profilo dei consumi per la salute crescente con l’età.

La crescita della spesa sembra essere correlata maggiormente ad altri fattori che agiscono sia dal lato della domanda di assistenza da parte dei cittadini (più che l’invecchiamento sembrano infatti giocare un ruolo decisivo l’incremento del reddito pro-capite e l’estensione della copertura assicurativa offerta dai sistemi di welfare) sia dal lato dell’offerta (la crescita dei costi unitari della sanità, gli effetti di induzione della domanda da parte delle strutture di offerta, facilitati anche dall’esistenza di asimmetrie informative fra medici, pazienti e finanziatori dei servizi, dal progresso tecnologico che, estendendo il numero di patologie curabili, genera una rilevante crescita della domanda e della spesa totale) (Gabriele e Raitano 2009; Raitano 2010).

La domanda di consumi sanitari sembra dipendere sempre più dallo stato di salute degli individui che dall’età in sé. Per prevedere l’evoluzione dei consumi sanitari non ci si può quindi limitare a valutare l’evoluzione della longevità, ma occorre analizzare come si modifica lo stato di salute degli individui.

63

L’evoluzione del grado di salute che seguirà all’incremento della longevità dipende da numerosi fattori, soprattutto di tipo epidemiologico e legati all’andamento del progresso tecnico, difficilmente prevedibili. Va, ad esempio, valutato se l’incremento di longevità sarà causato da una migliore prevenzione e da un maggior controllo dei principali fattori di rischio (alcool, fumo, obesità) e, quindi, sarà accompagnato da una crescita degli anni in buona salute e da una minor domanda di consumi o, al contrario, da un mero incremento del tasso di sopravvivenza una volta malati (ad esempio, mediante cronicizzazione di alcune attuali patologie letali, quali l’Aids, o da un aumento del numero di individui affetti da Alzheimer).

Allo stesso tempo, in un contesto di crescita della vita media, l’evoluzione delle patologie potrà comportare significative variazioni dell’importanza delle cure sanitarie e assistenziali. Ad esempio, qualora gli anziani, nello scenario futuro, soffrissero meno di patologie acute e maggiormente di una progressiva invalidità, più che di cure mediche potrà ad esempio crescere la necessità di assistenza a lungo termine (long term care). L’analisi dell’evoluzione dello stato di salute conferma quanto sia semplicistico – ed accettabile solo in prima approssimazione – limitarsi a valutare l’evoluzione attesa dei consumi sanitari ipotizzando costante la relazione fra spesa pro-capite per la salute ed età.

In altri termini interessa chiedersi: all’aumentare dell’aspettativa di vita, come varia il numero di anni di vita in buona salute? Gli anni aggiuntivi saranno vissuti in buona salute, o si assisterà, contestualmente all’incremento della longevità, ad una crescita della disabilità?

I dati presentati in precedenza costituiscono una prima base conoscitiva per condurre alcuni ragionamenti iniziali sulla relazione sempre difficile fra invecchiamento della popolazione da un lato ed effetti sul sistema sanitario dall’altro.

In questo capitolo, dopo aver presentato i dati di costo su alcuni dei segmenti più significativi della spesa sanitaria, vengono presentati a titolo di esempio due semplici simulazione relative agli effetti dell’invecchiamento sulla spesa per gli anziani.

5.2 La spesa sanitaria per singole voci

In tabella 5.1 è riportata la spesa sanitaria al 2009 per le tre principali categoria di spesa: sanitaria collettiva, distrettuale e ospedaliera. La spesa supera i 115 miliardi di euro e deriva principalmente dalle spese distrettuali (48,8%) e dalla spesa ospedaliera (47%).

La tabelle 5.2, 5.3 e 5.4 riportano la disaggregazione delle categorie di spesa.

64

La tabella 5.2 mostra che, all’interno della spesa sanitaria collettiva, è la spesa per igiene e sanità pubblica a rivestire il ruolo maggiore (circa la metà della spesa complessiva).

La tabella 5.3 mostra invece che, all’interno della spesa distrettuale, il peso maggiore è imputabile alle spese per l’assistenza farmaceutica (26,8%) e alla spesa per assistenza specialistica (20,9%). La spesa per assistenza agli anziani ammonta invece a oltre 3,5 miliardi con un peso percentuale del 6% sulla spesa distrettuale. Va osservato a questo proposito che la spesa media pro capite per anziano over64 risulta pari a circa 260,00 euro.

La tabella 5.4 mostra infine che, all’interno della spesa ospedaliera, è la spesa per degenza ordinaria, con il 75% del totale, ad avere il peso maggiore. Seguono poi le spese per Day Hospital o Day Surgery con circa il 13% del totale.

Tabella 5.1 : Spesa sanitaria complessiva e pro capite al 2009.

Fonte: elaborazione su dati Ministero della salute 2011 (Rapporto nazionale di monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza, anni 2007-2009)

Tabella 5.2: Spesa sanitaria collettiva complessiva e pro capite al 2009.

Fonte: elaborazione su dati Ministero della salute 2011 (Rapporto nazionale di monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza, anni 2007-2009)

Tipologia di spesaSpesa pro

capiteSpesa sanitaria

complessiva %

Sanitaria collettiva nei luoghi di vita e di lavoro 80,9 4.904.679.158 4,2

Distrettuale 917,1 55.600.509.958 48,8

Ospedaliera 911,5 55.261.001.883 47,0

Totale 1909,5 115.766.190.999 100,0

Tipologia di spesa Spesa pro capite

Spesa sanitaria complessiva

%

Igiene e sanità pubblica 36,1 2.188.614.556 44,5

Igiene alimenti e nutrizione 6,4 388.009.229 7,9

Prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro

10,8 654.765.574 13,3

Sanità pubblica veterinaria 19,2 1.164.027.686 23,8

Altro 8,4 509.262.113 10,5

Totale 80,9 4.904.679.158 100,0

65

Tabella 5.3: Spesa sanitaria per Assistenza distrettuale, complessiva e pro capite, al 2009.

Fonte: elaborazione su dati Ministero della salute 2011 (Rapporto nazionale di monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza, anni 2007-2009)

Tabella 5.4: Spesa sanitaria per Assistenza ospedaliera, complessiva e pro capite, al 2009 (valori percentuali al 2007)

Fonte: elaborazione su dati Ministero della salute (2011) e Agenas (2010))

Nota: i valori espressi nelle ultime due colonne della tabella (spesa totale e spesa totale pro capite) sono stati calcolati applicando le percentuali di spesa 2007 al valore della spesa complessiva procapite 2009.

Tipologia di spesa Spesa pro capite

Spesa sanitaria complessiva

%

Medicina generale e guardia medica 115,4 6.996.291.407 12,2

Assistenza farmaceutica 235,1 14.253.276.514 26,8

Assistenza territoriale, semiresidenziale e residenziale per tossicodipendenza e alcooldipendenza

18,5 1.121.589.177 2,1

Assistenza territoriale, semiresidenziale e residenziale ai disabil i

52,0 3.152.574.984 5,5

Assistenza specialistica 196,8 11.931.283.786 20,9

Assistenza territoriale, semiresidenziale e residenziale agli anziani

56,3 3.413.268.685 6,0

Altro 243,0 14.734.135.139 26,5

Totale 917,1 55.600.509.958 100,0

Tipologia di spesaValori %

2007Spesa totale

(proiezione 2009)Spesa pro capite

(proiezione 2009)

Degenza ordinaria 75,4 41.650.217.119 687,0

Day Hospital e Day Surgery 12,9 7.106.564.842 117,2

Lungodegenza e Riabilitazione 4,8 2.663.580.291 43,9

Pronto Soccorso 4,3 2.392.801.382 39,5

Altra assistenza 2,6 1.447.838.249 23,9

Totale 100,0 55.261.001.883 911,5

66

Nel paragrafo successivo, a partire da alcuni dati qui presentati, verranno condotte due semplici simulazioni degli effetti dell’invecchiamento su due importanti componenti di spesa per il segmento degli anziani over64:

- la spesa distrettuale per assistenza; - la spesa ospedaliera per la degenza ordinaria.

67

5.3 L’invecchiamento e le spese per l’assistenza agli anziani non autosufficienti

Un recente progetto (Progetto Corrente 2006) ha consentito di stimare alcuni degli indicatori necessari per effettuare previsioni di spesa sugli anziani non autosufficienti.

Il progetto ha svolto un’analisi accurata dei valori di spesa per i livelli essenziali di assistenza (modello LA) in relazione sia alle cure domiciliari che alla residenzialità.

Per quantificare la spesa “necessaria” per l’assistenza agli anziani non autosufficienti occorre conoscere sia il costo per anziano residente su base annua sia il numero di anziani non autosufficienti.

Inoltre, per tener conto della diversa composizione demografica della popolazione nelle regioni, è più corretto riferire la spesa complessiva alla popolazione anziana piuttosto che all’intera popolazione.

La spesa necessaria per l’assistenza agli anziani non autosufficienti (SA*) risulta pari al prodotto fra costo annuale e numero di anziani non autosufficienti. In formule:

SA * = Cpc × (AnzNA/Popover64),

dove il primo fattore Cpc indica il costo unitario annuale per ogni anziano trattato e il secondo indica il numero degli anziani non autosufficienti (AnzNA) rispetto agli anziani residenti (Popover64). L’asterisco indica che il valore così ottenuto è un valore ideale, corrispondente alla completa copertura dei bisogni degli anziani non autosufficienti presenti nel complesso o in una certa regione.

La spesa programmata per anziano non autosufficiente procapite per anziano residente (SAprog) dovrebbe derivare dalla precedente, in funzione del grado di copertura che ciascuna regione decide di assegnare a questo livello di assistenza:

SAprog = SA * × grado di copertura

In conclusione, per formulare decisioni informate sull’ammontare di spesa da destinare agli anziani non autosufficienti, è necessario conoscere, oltre al grado di copertura che si vuole assicurare (decisione politica derivante dalle scelte prioritarie della Regione) anche valori sufficientemente attendibili sui due fattori della che compongono SA*, ossia il costo medio annuo per assistere un anziano non autosufficiente (Cpc) e la quota di popolazione non autosufficiente sulla popolazione anziana over64.

La disponibilità di questi dati consente di formulare semplici simulazioni in grado di tener conto dell’impatto dell’invecchiamento sulle spese di assistenza.

68

Queste stime sono state ricavate in base ad alcuni scenari che discendono da alcune ipotesi operative sintetizzati nella tabella 5.4.

In particolare, sono stati identificati 3 scenari principali ciascuno caratterizzato da una differente configurazione in termini di:

- mix fra assistenza (residenziale vs. domiciliare);

- costo della giornata di assistenza (residenziale vs. domiciliare);

- numero di giorni di assistenza (residenziale vs. domiciliare).

Tali scenari sono stati così definiti:

- “situazione attuale”, caratterizzata da una prevalenza dell’assistenza residenziale rispetto all’assistenza domiciliare (75% vs. 25%); essa prevede un numero medio di giorni di assistenza pari a 300;

- “situazione di eccellenza o di best practice”, caratterizzata da un sostanziale equilibrio fra assistenza residenziale e assistenza domiciliare (50% vs. 50%); essa prevede un numero medio di giorni di assistenza pari a 240;

- “situazione di radicale cambiamento organizzativo”, caratterizzata da un minor ricorso dell’assistenza residenziale rispetto all’assistenza domiciliare (25% vs. 75%); essa prevede un numero medio di giorni di assistenza pari a 170.

Tabella 5.4: Scenari di assistenza per anziani non autosufficienti in base ad alcuni parametri

Fonte: Progetto Corrente 2006

mix fra residenziale e

domiciliarecosto 1 g RES

Costo 1 g domiciliare

n° gg assistenza

RES

n° gg assistenza

DOM

costo giornaliero anziano NA

gg di degenza

annuiScenari

75% RES e 25% Dom

68 25 360 104 58 300situazione

attuale50% RES e 50%

Dom72 30 360 104 51 240 best practice

25% RES e 75% Dom

75 33 360 104 44 170cambiamento organizzativo

radicale

69

Una volta nota la proporzione di anziani non autosufficienti sulla popolazione anziana (over64) è possibile stimare la spesa per anziano non autosufficiente. Un valore realistico può essere compreso fra il 4% e l’8% degli anziani over64. E’ possibile avere, quindi, tre stime diverse a seconda che la percentuale considerata sia rispettivamente: 4%, 6% o 8%.

La sintesi di questi ragionamenti è espressa dalla tabella 5.6, dove sono calcolati i valori della spesa da programmare (SAprog) per gli anziani non autosufficienti risultanti dalle combinazioni di diverse ipotesi fra loro alternative. In particolare, la tabella è stata costruita con riferimento allo scenario definito “situazione attuale” e nell’ipotesi di una proporzione di anziani non autosufficienti su popolazione over64 pari al 6%; la popolazione di riferimento considerata è quella residente al 2011.

In tabella sono riportati:

- La spesa pro capite per anziani al 2007, calcolata all’interno del progetto Corrente e che ammonta in media a circa 377,00 euro. Va osservato che tale valore risulta più elevato di quello desunto in precedenza e riportato in tabella 5.3 (in tabella, infatti, a una spesa pro capite di circa 56,00 euro corrisponde una spesa per anziani over64 di circa 260,00 euro): la differenza è ovviamente in relazione alla diversa modalità di calcolo;

- Le variabili demografiche al 2011: popolazione totale, numero di anziani over64 e percentuale sul totale;

- La spesa attuale sostenuta per assistenza anziani, ottenuta moltiplicando le spese pro capite per il numero di anziani over64;

- La spesa annuale per assistenza anziani non autosufficienti (copertura al 100% dei non autosufficienti) ottenuta secondo i parametri considerati all’interno dello scenario “situazione attuale” (mix di assistenza al 75% residenziale e 25% domiciliare, 300 giorni di degenza annui ad un costo giornaliero di 58,00 euro) e una percentuale di anziani non autosufficienti pari al 6% degli anziani over64;

- La percentuale di copertura, ottenuta rapportando la spesa sostenuta alla spesa annuale con copertura al 100%.

Nello scenario attuale la spesa sostenuta è pari a circa 4,2 miliardi di euro con un diverso grado di copertura fra le singole regioni come si evince dal grafico 5.1. I valori presentano infatti un’elevata variabilità. A fronte di un tasso medio di copertura dell’Italia pari a circa il 36% (soltanto un anziano non autosufficiente riceve un’assistenza appropriata), si osservano tassi di copertura minimi e prossimi al 10% per Sardegna, Campania e Puglia a cui fanno riscontro tassi di copertura molto elevati rispetto alla media in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia ed Emilia Romagna.

70

Tabella 5.5: Scenario “Situazione attuale”. Stima della spesa annuale per anziani non autosufficienti per regione e stima del tasso di copertura

Fonte: elaborazione su dati Corrente 2007 e Istat 2012

Grafico 5.1: Scenario “Situazione attuale”. Andamento regionale del grado di copertura

Fonte: elaborazione su dati Corrente 2007 e Istat 2012

Regioni

Spesa pro capite per anziano per

assistenza anziani al 2007

Popolazione 2011% popolazione

over64 2011

Popolazione con 65 anni e più

2011

Spesa attuale sostenuta per

assistenza anziani

Spesa annuale per assistenza anziani NA

(copertura al 100%)

Stima della percentuale

attuale di copertura

Piemonte 353,65 4.457.335 22,9% 1.020.730 360.981.064 1.065.641.822 33,9%Valle d'Aosta 194,42 128.230 20,9% 26.800 5.210.470 27.979.273 18,6%Lombardia 525,81 9.917.714 20,1% 1.993.461 1.048.181.473 2.081.172.777 50,4%Veneto 690,06 4.937.854 19,9% 982.633 678.075.691 1.025.868.796 66,1%Friuli Venezia Giulia 610,07 1.235.808 23,4% 289.179 176.419.476 301.902.951 58,4%Liguria 303,73 1.616.788 26,7% 431.682 131.114.894 450.676.421 29,1%Emilia Romagna 489,4 4.432.418 22,3% 988.429 483.737.257 1.031.920.099 46,9%Toscana 353,39 3.749.813 23,3% 873.706 308.759.115 912.149.512 33,8%Umbria 374,97 906.486 23,1% 209.398 78.518.068 218.611.790 35,9%Marche 302,15 1.565.335 22,5% 352.200 106.417.343 367.697.192 28,9%Lazio 349,28 5.728.688 19,8% 1.134.280 396.181.397 1.184.188.554 33,5%Abruzzo 262,77 1.342.366 21,2% 284.582 74.779.505 297.103.182 25,2%Molise 157,7 319.780 21,9% 70.032 11.044.018 73.113.220 15,1%Campania 113,39 5.834.056 16,1% 939.283 106.505.301 980.611.469 10,9%Puglia 117,7 4.091.259 18,5% 756.883 89.085.119 790.185.763 11,3%Basilicata 171,79 587.517 20,2% 118.678 20.387.768 123.900.285 16,5%Calabria 163,39 2.011.395 18,8% 378.142 61.784.664 394.780.519 15,7%Sicilia 137,79 5.051.075 18,5% 934.449 128.757.710 975.564.626 13,2%Sardegna 99,01 1.675.411 19,5% 326.705 32.347.076 341.080.171 9,5%ITALIA 377,64 60.626.442 20,3% 12.307.168 4.647.678.820 12.848.683.106 36,2%

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

71

Combinando i diversi parametri sono ottenibili diversi scenari, così come facendo variare il tasso di anziani non autosufficienti sul totale degli anziani over64 posti tutti uguali al 6% nella tabella.

Facendo infine variare la sola percentuale di anziani over64 sulla popolazione totale secondo gli scenari demografici presentati in precedenza (capitolo 3) si possono ottenere semplici simulazioni.

La tabella 5.6 riporta a titolo di esempio le proiezioni della spesa annuale per anziani non autosufficienti da sostenere per un tasso di copertura del 40% ed è stata costruita a partire dalla tabella precedente facendo variare la sola percentuale di anziani over64 per effetto dell’invecchiamento della popolazione.

Si osserva che la spesa subisce una variazione considerevole in dieci anni: per assicurare un tasso di copertura del 40% (quasi ad un anziano non autosufficiente su due) la spesa cresce di circa il 10%.

Preme però osservare che questi risultati vanno considerati con estrema cautela, proprio per quanto discusso all’inizio del presente capitolo.

Tabella 5.6: Proiezione della spesa annuale per anziani non autosufficienti per un tasso di copertura del 40% negli anni 2015 e 2020

Fonte: elaborazione su dati Corrente 2007 e Istat 2012

RegioniCopertura al 40% al

2011Copertura al 40% al

2015

Variazione copertura

rispetto al 2011

Copertura al 40% al 2020

Variazione copertura rispetto

al 2011

Piemonte 323.922.753 447.042.223 4,9% 462.746.790 7,9%Valle d'Aosta 8.800.016 11.897.418 6,3% 12.571.451 11,0%Lombardia 639.988.516 879.516.290 5,7% 914.269.309 8,9%Veneto 316.784.360 433.351.539 5,6% 452.549.086 9,3%Friuli Venezia Giulia 92.081.648 127.441.131 5,5% 131.545.211 8,2%Liguria 131.799.776 186.551.906 3,5% 188.285.395 4,3%Emilia Romagna 297.905.870 422.401.618 2,3% 425.579.814 3,0%Toscana 269.505.348 379.363.360 4,0% 385.007.639 5,2%Umbria 63.479.390 89.613.475 2,5% 90.684.842 3,6%Marche 107.876.996 150.481.084 2,3% 154.109.994 4,6%Lazio 361.976.450 498.196.494 5,2% 517.109.214 8,4%Abruzzo 91.211.249 124.581.979 4,8% 130.301.785 8,8%Molise 22.924.107 30.870.736 5,6% 32.748.724 10,7%Campania 329.894.293 430.485.974 9,7% 471.277.562 16,8%Puglia 265.734.198 348.388.808 10,2% 379.620.283 16,7%Basilicata 40.239.870 53.120.604 7,2% 57.485.529 13,8%Calabria 129.664.261 170.504.475 8,0% 185.234.658 14,8%Sicilia 313.818.785 418.613.414 7,3% 448.312.549 13,0%Sardegna 116.722.981 149.572.907 9,6% 166.747.115 18,2%ITALIA 3.987.797.790 5.439.110.184 5,8% 5.696.853.985 9,8%

72

5.4 L’invecchiamento e le spese per l’assistenza ospedaliera

Simulazioni analoghe, anche se effettuate con una minore disponibilità di dati, possono essere condotte sull’assistenza ospedaliera.

La tabella 5.7 riporta la spesa ospedaliera, complessiva e per gli anziani, su base regionale. La tabella è stata così costruita:

- La spesa ospedaliera complessiva è stata ottenuta moltiplicando la spesa pro capite 2009 (ultimo dato disponibile) per la popolazione al 2011;

- La spesa totale per gli anziani over64 è stata calcolata moltiplicando la spesa pro capite per anziani over64 per il numero di anziani over 64 al 2011;

- La spesa pro capite per anziano over64 è stata considerata come il 25% in più della spesa pro capite della popolazione in età 0-64.

Tabella 5.7: Spesa ospedaliera, complessiva e per anziani over64, per regioni

Fonte: elaborazione su dati Ministero della Salute 2011 e Istat 2012

Regioni

spesa ospedaliera

pro capite al 2009

popolazione al 2011

spesa ospedaliera complessiva 2011

% pop over64

% pop 0-64spesa pc

pop over64 (25% in più)

spesa pc Pop 0-64

% spesa anziani su

tot

Piemonte 826,6 4.457.335 3.684.433.111 22,9% 77,1% 1.024,0 768,0 28,4%

Valle D'Aosta 1055,4 128.230 135.333.942 20,9% 79,1% 1.315,6 986,7 26,1%

Lombardia 868,6 9.917.714 8.614.526.380 20,1% 79,9% 1.085,4 814,1 25,1%

Veneto 837,3 4.937.854 4.134.465.154 19,9% 80,1% 1.047,0 785,2 24,9%

Friuli Venezia Giulia 967,7 1.235.808 1.195.891.402 23,4% 76,6% 1.196,9 897,7 28,9%

Liguria 871,3 1.616.788 1.408.707.384 26,7% 73,3% 1.066,8 800,1 32,7%

Emilia Romagna 869,6 4.432.418 3.854.430.693 22,3% 77,7% 1.079,2 809,4 27,7%

Toscana 861,5 3.749.813 3.230.463.900 23,3% 76,7% 1.065,9 799,4 28,8%

Umbria 866,8 906.486 785.742.065 23,1% 76,9% 1.073,1 804,8 28,6%

Marche 850,9 1.565.335 1.331.943.552 22,5% 77,5% 1.055,4 791,5 27,9%

Lazio 1118,1 5.728.688 6.405.246.053 19,8% 80,2% 1.398,5 1.048,9 24,8%

Abruzzo 1037,2 1.342.366 1.392.302.015 21,2% 78,8% 1.291,7 968,7 26,4%

Molise 957,6 319.780 306.221.328 21,9% 78,1% 1.189,9 892,5 27,2%

Campania 943,5 5.834.056 5.504.431.836 16,1% 83,9% 1.193,9 895,4 20,4%

Puglia 916,8 4.091.259 3.750.866.251 18,5% 81,5% 1.151,4 863,5 23,2%

Basilicata 916,6 587.517 538.518.082 20,2% 79,8% 1.145,0 858,8 25,2%

Calabria nd 2.011.395 nd 18,8% 81,2% nd nd nd

Sicilia 933,9 5.051.075 4.717.198.943 18,5% 81,5% 1.172,9 879,7 23,2%

Sardegna 941,7 1.675.411 1.577.734.539 19,5% 80,5% 1.179,0 884,2 24,4%

ITALIA 911,5 60.626.442 55.261.001.883 20,3% 79,7% 1.138,3 853,7 25,4%

73

Dalla tabella si osserva che la spesa per anziani è circa il 25% della spesa complessiva.

Facendo variare soltanto la composizione demografica dell’Italia e delle singole regioni, e cioè la percentuali degli anziani over64 sul totale della popolazione, si ottiene la tabella 5.8, che mostra come varia la composizione della spesa complessiva per effetto dell’invecchiamento della popolazione. La spesa per gli anziani over64 dal valore iniziale al 2011 del 25% della spesa complessiva al 2030 raggiunge il 32%.

Anche in questo caso, però, vanno avanzate alcune cautele indispensabili per una più corretta interpretazione dei risultati. Tali aspetti verranno brevemente discussi nel prossimo paragrafo.

Tabella 5.8: Proiezione della spesa ospedaliera per degenza ordinaria: spesa totale al 2011 e percentuali della spesa complessiva per gli anziani over64 nel complesso e per regioni

Fonte: elaborazione su dati Ministero della Salute 2011 e Istat 2012

2011 2015 2020 2025 2030

Piemonte 3.684.433.111 28,4% 29,6% 30,6% 31,9% 34,0%Valle D'Aosta 135.333.942 26,1% 27,6% 29,0% 30,8% 33,5%Lombardia 8.614.526.380 25,1% 26,4% 27,4% 28,7% 31,0%Veneto 4.134.465.154 24,9% 26,2% 27,3% 28,8% 31,4%

Friuli Venezia Giulia 1.195.891.402 28,9% 30,4% 31,3% 32,5% 34,8%Liguria 1.408.707.384 32,7% 33,7% 34,0% 34,9% 36,9%Emilia Romagna 3.854.430.693 27,7% 28,3% 28,5% 29,4% 31,4%Toscana 3.230.463.900 28,8% 29,9% 30,3% 31,3% 33,2%Umbria 785.742.065 28,6% 29,3% 29,6% 30,4% 32,2%Marche 1.331.943.552 27,9% 28,5% 29,1% 30,3% 32,3%Lazio 6.405.246.053 24,8% 26,0% 26,9% 28,2% 30,6%Abruzzo 1.392.302.015 26,4% 27,6% 28,8% 30,5% 33,2%Molise 306.221.328 27,2% 28,6% 30,2% 32,4% 35,4%Campania 5.504.431.836 20,4% 22,2% 24,2% 26,7% 30,2%Puglia 3.750.866.251 23,2% 25,5% 27,6% 30,0% 33,2%Basil icata 538.518.082 25,2% 26,9% 29,0% 31,6% 35,1%Calabria nd nd nd nd nd ndSicil ia 4.717.198.943 23,2% 24,8% 26,5% 28,6% 31,4%Sardegna 1.577.734.539 24,4% 26,6% 29,4% 32,5% 36,2%ITALIA 55.261.001.883 25,4% 26,7% 27,9% 29,5% 32,0%

Regioni

% della spesa per anziani over64

Spesa totale 2011

74

5.5 Conclusioni

La stima degli effetti dell’invecchiamento sulla spesa sanitaria, come si diceva all’inizio del capitolo, è un argomento assai delicato e complesso.

Va ricordato a questo proposito che in letteratura sono stati proposti 3 principali scenari di simulazione degli effetti demografici (Raitano 2006):

Espansione della morbilità: gli anni di vita «aggiuntivi» sono, almeno in parte, trascorsi in cattiva salute (il numero di anni in buona salute cresce meno del numero di anni di vita). L’assunzione di un profilo costante di spesa per età può essere interpretato come il limite estremo di tale ipotesi, dato che si basa su un’invarianza della domanda di cure al ridursi della mortalità (a 70 anni un individuo ha, ad esempio, le stesse esigenze di consumo sanitario indipendentemente dal numero di anni di vita residui).

Equilibrio dinamico: il numero di anni in cattiva salute rimane costante in valore assoluto; l’aspettativa di vita in assenza di disabilità cresce quindi quanto la longevità. La curva di domanda dei consumi sanitari per età si sposta in ragione dell’incremento dell’aspettativa di vita (in altri termini, se in venti anni l’aspettativa di vita cresce di 5 anni, i bisogni sanitari di un settantacinquenne diventano quelli di chi aveva settant’anni venti anni prima).

Compressione della morbilità: il numero di anni in cattiva salute si riduce in valore assoluto al crescere della longevità; il numero di anni in buona salute migliora quindi più che proporzionalmente al crescere dell’aspettativa di vita. La disponibilità di dati sull’evoluzione dello stato di salute individuale (e la difficoltà di costruire un indicatore preciso basato su tale concetto), non consente di definire in modo certo quale scenario futuro sia più probabile.

Le proiezioni effettuate all’interno del più semplice - anche se meno realistico - scenario di espansione della morbilità, proiettando le spese in funzione del solo cambiamento del profilo demografico, definiscono un contesto in cui si raggiunge il limite superiore della spesa per motivi demografici, utile soltanto come punto di riferimento per valutare l’impatto degli altri scenari e l’effetto delle assunzioni relative alla variazione attesa dello stato di salute.

La costruzione di scenari alternativi presuppone uno sforzo maggiore in termini di raccolta e monitoraggio di dati affidabili ed aggiornati sia sugli aspetti amministrativi sia sugli aspetti relativi allo stato di salute e agli stili di vita. E’ forse questa una delle sfide decisive per una più efficace razionalizzazione del sistema sanitario.

75

6 Strategie programmatorie

Il settore sociosanitario del welfare italiano può essere rappresentato, nel suo complesso, come un arcipelago di produttori e di attori complementari, in cui non sempre è rintracciabile una chiara azione di regia complessiva. Del resto non è mai intervenuta una riforma organica del settore, che si ritrova pertanto ad essere la sommatoria di tante azioni parziali, talvolta pensate a livello nazionale, altre a livello regionale o locale, su spinta del settore sociale o, alternativamente, di quello sanitario.

I produttori di servizi sociosanitari si inseriscono nel sistema così definito adattandovisi, contribuendo a comporre una geografia estremamente articolata e poco sinergica e determinando alcune rilevanti criticità e conseguenti obiettivi di governo del committente pubblico.

Con riferimento alle strategie programmatorie atte ad indirizzare le politiche per la salute e sociali in relazione alla popolazione anziana, si intende porre l’attenzione sui seguenti argomenti, che verranno trattati di seguito in maniera più specifica:

a) Malattie non guaribili (cronicità); b) Long Term Care (interventi domiciliari, residenziali e prestazioni monetarie); c) Assistenza post-acuzia; d) Spesa privata di cura; e) Invecchiamento attivo e stili di vita;

76

6.1 Cronicità

Negli ultimi anni il tema della malattie croniche si è prepotentemente posto al centro dell’attenzione mondiale. L’aumento costante del numero di malati cronici negli ultimi decenni rappresenta sempre di più la sfida a livello globale per tutti i sistemi sanitari. Le malattie croniche sono, infatti, la principale causa di morte in quasi tutti i Paesi sviluppati e sono responsabili dell’86% dei decessi in tutta Europa (European Health Report, 2005).

L’attuale sistema di protezione sociale italiano non è orientato al mantenimento della condizione di autosufficienza della persona anziana, ma semmai al recupero di situazioni di difficoltà fisica e psichica.

In tal senso, pesano negativamente gli scarsi investimenti in prevenzione, l’attuale inadeguatezza dell’assistenza sanitaria territoriale (tranne alcune realtà) e del sistema degli interventi di carattere sociale, nonché la difficoltà ad accedere alle terapie/dispositivi più innovativi in grado di ridurre il tasso di disabilità correlato alla patologia.

A fronte di una progressiva riduzione degli investimenti pubblici in tema di sanità previste con la spending review, si scarica sempre più sulla famiglia il carico assistenziale dell’anziano malato cronico, anche dal punto di vista economico.

Figura 6.1: Caratteristiche delle malattie acute e croniche

Fonte: Ministero della Salute, Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2009 - 2010

77

In tema di strategie, si riportano di seguito le proposte avanzate dal Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva: 12

• definire e approvare i Livelli Essenziali di Assistenza Sociale (LIVEAS); • rifinanziare i Fondi nazionali a carattere sociale, con particolare riguardo al

Fondo Nazionale per le Politiche sociali; • prevedere l’obbligatorietà di un unico momento per l’accertamento dei requisiti

sanitari per il riconoscimento dell’invalidità civile e delle relative indennità economiche, evitando così al cittadino l’attuale doppia visita;

• riorganizzare, potenziare e avviare un’attività di valutazione dell’assistenza sanitaria territoriale. In particolare si auspica per i MMG la diffusione della medicina associativa e la completa informatizzazione. Per l’assistenza domiciliare integrata, per l’assistenza residenziale e semiresidenziale, nonché per la riabilitazione, si auspicano livelli uniformi di offerta assistenziale su tutto il territorio nazionale;

• eliminare i Prontuari Terapeutici Ospedalieri Regionali vincolanti, al fine di garantire uniformemente i LEA definiti dall’AIFA in ambito farmaceutico;

• prevedere forme permanenti di coinvolgimento delle Organizzazioni civiche di tutela del diritto alla Salute nelle politiche farmaceutiche;

• aggiornare l’elenco ministeriale delle patologie croniche e invalidanti, l’elenco delle patologie rare, nonché il nomenclatore tariffario dei presidi, delle protesi e degli ausili.

Per garantire la sostenibilità di lungo periodo del sistema sanitario e per attivare processi di “budgeting aziendali” credibili e motivanti, è necessario tuttavia agire sulle “determinanti” dei costi, ossia sui comportamenti che li determinano, senza tagli indiscriminati alle risorse, ma responsabilizzando i professionisti sugli impatti economici che le loro scelte producono.

Agire sulle patologie croniche con un approccio proattivo che preveda, ad esempio, percorsi di priorità nella presa in carico di persone con basso titolo di studio o comunque con maggiori problematiche socio-economiche, può permettere di ridurre i ricoveri inappropriati non programmati.

Interventi come quello appena descritto possono liberare risorse finanziarie da destinare ai servizi di prevenzione e di promozione della salute, che permetterebbero di evitare l’insorgere di alcune nuove patologie, permettendo nel complesso una progressiva riduzione delle malattie croniche.

12 Per maggiori dettagli si consulti il sito: http://www.sanita.ilsole24ore.com/pdf2010/Sanita2/_Oggetti_Correlati/Documenti/Medicina-e-Scienza/CITTADINANZATTIVA_CRONICITA_RAPPORTO.pdf?uuid=204a3fc4-1773-11e2-bf10-911036b9e47f

78

6.2 Long Term Care

L’assistenza continuativa, o ciò che comunemente viene definita long-term care dagli addetti ai lavori, secondo la definizione di Laing comprende “tutte le forme di cura della persona e di assistenza sanitaria, e gli interventi di cura domestica associati, che abbiano natura continuativa. Tali interventi sono forniti a domicilio, in centri diurni o in strutture residenziali ad individui non autosufficienti” (Laing, 1993).

In Italia, il long-term care degli anziani comprende tre tipi di assistenza che condividono la finalità di soddisfare il bisogno assistenziale determinato dall’insorgere della non autosufficienza nella popolazione anziana: gli interventi domiciliari, residenziali e le prestazioni monetarie.

La Ragioneria Generale dello Stato indica che la spesa per Long-term Care (LTC) in Italia nel 2010 è stata pari all’1,28% del PIL, in aumento rispetto all’1,18% del 2008 (+0,1%), mentre nel 2004 era pari all’1,05%. Tra il 2004 e il 2010 l’aumento è stato dello 0,23% del Pil.

Tabella 6.1: Andamento della spesa pubblica per Long-term Care per anziani non autosufficienti secondo le diverse componenti di spesa (Anni 2004-2010)

Spesa pubblica per LCT per anziani non autosufficienti 2004 2010 Differenza 2004-2010

Componente sanitarie per LCT 0,45% 0,51% 0,06% Indennità di accompagnamento 0,48% 0,62% 0,14% Spesa sociale dei Comuni 0,11% 0,15% 0,04% TOTALE 1,05% 1,28% 0,23% Fonte: elaborazione IRCCS-INRCA per il Network nazionale per l’invecchiamento su dati Ragioneria

Generale dello Stato

Di per sé questo aumento di spesa potrebbe indicare una maggiore attenzione verso il tema della non autosufficienza. Tuttavia due ordini di considerazioni sono necessarie. Prima di tutto, è aumentata la spesa, ma chiaramente è aumentato il numero di persone in condizioni di bisogno. Inoltre, non va trascurato l’aspetto qualitativo della spesa. Quella ad essere incrementata maggiormente è infatti la componente di spesa pubblica per l’erogazione dell’indennità di accompagnamento (+0,14% del Pil tra il 2004-2010). Questo dato conferma sia il rafforzamento della natura prevalentemente monetaria dell’intervento pubblico nella LTC italiana, ma anche che l’aumento di spesa è connesso principalmente all’incremento delle persone in condizioni di necessità (dato che l’indennità cresce direttamente in proporzione delle persone in stato di riconosciuta non autosufficienza). L’incremento

79

più consistente è stato poi quello della componente sanitaria (+0,06%), mentre gli interventi di natura sociale (+0,04%) sono all’ultima posizione per investimenti del pubblico.

I Rapporti sulle tendenze a medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario si ripetono con cadenza annuale a partire dal 2001 e ci offrono dati sempre più raffinati e aggiornati, che vanno tutti verso la direzione di un aumento (in relazione al PIL) della spesa pubblica per la sanità, con una quota via via maggiore di risorse da dedicare al LTC, che assume quindi un ruolo sempre più importante nella sanità italiana.

Tabella 6.2: Previsioni di spesa sanitaria pubblica e LTC (Long Term Care) in % del Pil, (2012)

2020 2030 2040 2050 2060 Sanità 7.1 7.4 7.9 8.2 8.2 di cui LTC 0.8 0.8 0.9 1.1 1.1 LTC (% su sanità) 1.9 2.0 2.3 2.7 2.9

Fonte: Ministri dell’economia e delle finanze Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato. Ispettorato Generale per la Spesa Sociale. Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario. Previsioni elaborate con i modelli della Ragioneria Generale dello Stato aggiornati al 2012. Rapporto n. 13, Anno 2012

Riguardo alle strategie programmatorie in tema di LCT, diviene prioritario in primo luogo attivare nuovi percorsi di conoscenza e di approfondimento circa le diverse situazioni e problematiche particolari che caratterizzano la popolazione anziana nei specifici contesti regionali e/o locali. Da questo punto di vista si ritiene opportuno indagare più nel dettaglio circa il livello di integrazione dei servizi di assistenza sociale e sanitaria, le tipologie alternative di gestione dei servizi, le modalità di integrazione delle assistenti familiari nella rete dei servizi pubblici e le conseguenze a lungo termine delle contribuzioni economiche dirette in seno alla famiglia, senza dimenticare l’analisi della struttura delle reti informali di aiuto, dei processi relazionali impliciti, del rapporto tra esigenze dell’anziano ed esigenze dei familiari che se ne occupano.

In secondo luogo, la mancanza di coordinamento operativo e di un sistema di integrazione tra il “terzo settore”, le politiche istituzionali e le reti sociali informali, rappresenta uno spreco di potenziale e di occasioni di capitalizzazione delle risorse sociali già operative sul territorio, al quale bisognerebbe al più presto porre rimedio. Ancora troppo spesso, infatti, il privato sociale è vissuto dall’ente pubblico come mero esecutore delle prestazioni affidategli, invece che come portatore di esperienze e prezioso partner nella lotta verso una migliore integrazione socio-sanitaria.

80

Dal punto di vista del binomio tra domiciliarietà e residenzialità (l’anziano è spesso mantenuto tra le pareti domestiche sino a quando le condizioni cliniche permettono una gestione domiciliare delle pratiche di assistenza, per essere poi trasferito in struttura residenziale) è evidente la necessità di sviluppare servizi intermedi, rafforzando le pratiche di assistenza domiciliare integrata, ospedalizzazione a domicilio, day hospital, così come del resto è previsto in numerosi documenti di programmazione, nazionali e regionali.

Infine, una breve riflessione sull’importante tema del ricovero in struttura: in considerazione delle dinamiche socio-demografiche e di salute della popolazione anziana analizzate nei precedenti capitoli, è assai probabile che in futuro il fabbisogno di posti letto in strutture residenziali possa conoscere un notevole incremento. Allora si porrà il problema di scegliere se e come espandere la ricettività delle strutture di ricovero.

Partendo dalle considerazioni sul ruolo e sull’importanza delle reti informali, sarà fondamentale quindi operare sul piano delle politiche sociali per lo sviluppo di sistemi e culture di "prossimità a distanza", ovvero di meccanismi relazionali che possano costituire un supporto efficace all'anziano anche in presenza di scarse risorse parentali attivabili: diversificare le modalità di fruizione delle strutture residenziali; potenziare i Centri Diurni Integrati; favorire l’integrazione tra l’attività della struttura e le risorse di volontariato presenti nel tessuto sociale. Partendo da questo presupposto sarà necessario sviluppare un modello di struttura residenziale che sia in grado di garantire il mantenimento degli ospiti in una rete di relazioni sociali presenti sul territorio, in cui la struttura di ricovero non è vista come alternativa al polo familiare, ma semmai come parte di un tessuto ben più ampio di servizi e relazioni.

81

6.3 Assistenza post-acuzie

Il settore della post-acuzie, per quanto poco definito e dai confini incerti, ha registrato negli ultimi anni una progressiva crescita in termini di posti letto attivi e di risorse impegnate. Appare quindi necessario giungere a definire regole e comportamenti coerenti per definirne una nomenclatura di sistema, obiettivi condivisi, criteri di verifica della qualità dell’assistenza e programmazione finalizzata delle risorse.

Innanzitutto va definito che con il termine di post-acuzie si intende quel complesso di cure che vengono erogate in un preciso momento della storia della malattia, successiva alla fase acuta (o di “criticità”) e precedente la fase stabilizzata (o di “cronicità”). Ha quindi un tempo di inizio, una precisa successione temporale nella storia di malattia, una durata non indefinita. Per quanto concerne gli obiettivi si tratta di cure che sono finalizzate ad accompagnare la stabilizzazione della malattia, verso i due possibili esiti di “guarigione” o di “cronicità”. In ragione delle caratteristiche della patologia di base e delle specifico sviluppo delle cure, gli obiettivi sono riferibili alle grandi categorie della Medicina Post Acuzie (comunemente Lungodegenza) ed al Recupero e Rieducazione Funzionale (comunemente Riabilitazione).

In particolare, le unità di lungodegenza sono riservate a quei pazienti che, conclusa la fase acuta del ricovero, necessitano di un prolungamento dell’intervento assistenziale ospedaliero in quanto presentano una situazione funzionale compromessa. Tali forme di assistenza sono rivolte principalmente agli anziani, oltre che ai disabili e alle persone affette da patologie psichiatriche.

In Italia, nel 2006, il tasso di ospedalizzazione per 100 anziani nei reparti di lungodenza e riabilitazione sono stati rispettivamente pari allo 0,8% e al 2,5%. Il tasso di degenze nelle sole RSA (presidi residenziali per anziani non autosufficienti necessitanti di un medio-elevato supporto assistenziale e di prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative) nello stesso anno è stato dell’1,2%.13

13 Fonte: ISTAT, Struttura e attività degli istituti di cura (2010b) e ISTAT, L’assistenza residenziale e socio-assistenziale in Italia (2010a).

82

Tabella 6.3: Degenze in Residenze Sanitarie Assistite (% anziani), durata media e tassi di degenza nei reparti di lungodegenza e riabilitazione intensiva ospedaliera (% anziani)

Fonte: ISTAT, Struttura e attività degli istituti di cura (2010b) e ISTAT, L’assistenza residenziale e socio-assistenziale in Italia (2010a).

Riguardo alle politiche programmatorie sui sistemi di assistenza nella post-acuzie emerge un quadro di relativa precarietà ed indeterminatezza che è urgente risolvere avendo chiari alcuni punti essenziali:

1. E’ necessario definire con chiarezza gli ambiti ed i limiti dell’Assistenza Post-acuta nei confronti dell’acuzie da un lato e della cronicità dall’altro;

2. Anche il mondo del post-acute care deve trovare giustificazione in percorsi coerenti ed in modelli di evidenza clinica misurabili;

3. Una chiara individuazione e separazione di programmi riabilitativi e interventi assistenziali, anche intensivi, è la chiave per programmare una assistenza appropriata e per leggere gli ambiti di copertura dei Livelli essenziali di Assistenza;

83

4. Tutto il sistema deve essere leggibile attraverso flussi informativi oggettivi e coerenti su scala nazionale.

L’esigenza di rendere più efficiente il Sistema Sanitario Nazionale, tuttavia, impone di migliorare l’appropriatezza dell’assistenza post-acuzie, che incide significativamente nella spesa pubblica per la sanità, ottimizzando l’utilizzo delle risorse.

Per perseguire tali obiettivi viene spesso suggerito di ridurre il ricorso all’ospedalizzazione, incrementando contestualmente l’assistenza distrettuale nei diversi regimi residenziale, semiresidenziale e domiciliare.

Le informazioni rese disponibili dal Ministero della Sanità evidenziano che le prestazioni residenziali agli anziani assorbono la maggiore quota, pertanto ove si consideri anche il progressivo invecchiamento della popolazione, con l’inevitabile aumento dei bisogni ai maggiori livelli di non autosufficienza delle età anziane, si può evidenziare l’esigenza di limitare le analisi in tale ambito.

E' quindi necessario lavorare per la riduzione della degenza nei reparti della post-acuzie, sia per quanto attiene alla riabilitazione che alla lungodegenza, in particolare creando un sistema a rete che correli le attività cliniche delle due fasi in un processo realmente sinergico. Questo percorso "virtuoso" è stato positivamente impostato per il versante della riabilitazione con il Piano di Indirizzo Nazionale 2011 , in via di attuazione in molte regioni.

Da ciò discende la necessità di una riflessione ed una razionalizzazione dell’intera rete della post-acuzie e delle strutture territoriali per garantire al paziente una risposta ai bisogni sanitari e assistenziali flessibile, nel rispetto dell’appropriatezza, della qualità e del corretto uso delle risorse, garantendo quanto più precocemente, con strumenti omogenei, la valutazione multidimensionale dei bisogni e la definizione del Piano assistenziale, condiviso tra ospedale e territorio, in collegamento con il distretto.

84

6.4 Spesa privata di cura

Nel prendere in considerazione le principali strategie programmatorie atte ad indirizzare le politiche per la salute e sociali in relazione alla popolazione anziana, non si può trascurare l’importanza della spesa privata di cura, trattata solo marginalmente all’interno del presente rapporto.

Un’indagine del CENSIS sulla percezione della sanità da parte degli italiani14 ha evidenziato che oltre il 38% dei cittadini italiani dichiara di avere fatto ricorso alla sanità privata per almeno una prestazione, percentuale che raggiunge il 40% se si tratta di anziani. La spesa riguarda soprattutto l’acquisto di prodotti medicinali, articoli sanitari e materiale terapeutico, ma è ingente anche il costo privato dei servizi ambulatoriali, che negli ultimi 10 anni è aumentato del 35%, come si può notare dalla tabella seguente.

Tabella 6.4: Spesa sanitaria privata – Anni 2000-2007-2010 (v.a. in milioni di € a prezzi correnti, var. % nominale)

2000 2007 2010 Differenza %

2000-2010

Prodotti medicinali, articoli sanitari e materiale terapeutico 11.714 13.411 14.185 21,09%

Servizi ambulatoriali 8.467 10.277 11.418 34,85%

Servizi ospedalieri 4.192 4.615 4.988 18,99%

Totale sanità 24.373 28.303 30.591 25,51%

Spesa totale per consumi 727.205 917.575 941.510 29,47%

Fonte: elaborazione Fbm-Censis su dati Istat

L’ “out of pocket”, ovvero la spesa privata pagata di tasca propria dai cittadini, registra in Italia un’incidenza più elevata rispetto alla media degli altri Paesi europei, con una percentuale che si aggira intorno al 23% del totale della spesa sanitaria. Secondo i dati Istat, la maggiore partecipazione delle famiglie alla spesa sanitaria privata si è registrata in Friuli (27%), Emilia Romagna e Piemonte (26%). A livelli più bassi si collocano tutte le Regioni del Meridione: Basilicata, Sicilia e Sardegna.

14 L’indagine è un contributo al Rapporto Farmafactoring 2012, in cui il CENSIS ha condotto un’indagine su un campione nazionale di 1.200 cittadini, al fine di comprendere meglio come gli italiani stanno percependo questo particolare periodo storico in rapporto con il mondo della sanità.

85

Calcolata per famiglia, la spesa sanitaria privata nel 2011 è pari a 955 euro al Sud e a 1.265 euro al Centro-Nord, confermando così le differenze di reddito tra le varie aree geografiche.

Alla luce di questa breve carrellata di dati, si deve considerare che le motivazioni delle prestazioni a pagamento stanno non solo nella quantità, ma soprattutto nella qualità delle prestazione del S.S.N., che comprendono i tempi di attesa Si tratta di una qualità percepita e non misurata, per cui è possibile che non sempre corrisponda alla realtà, ma il dato certo da prendere in considerazione riguarda il fatto che il servizio pubblico deve crescere in fiducia rispetto agli utenti, anche rendendo le proprie strutture più accoglienti.

Il SSN. ha come principio fondamentale la garanzia dei livelli essenziali di assistenza, che però non bastano per dare garanzia sulla qualità percepita dei servizi erogati, specie quando si tratta di servizi qualificati.

Se per determinate prestazioni (una su tutte le visite ginecologiche) la maggioranza della popolazione sceglie le prestazioni a pagamento anziché quelle garantite dal servizio sanitario pubblico, ciò non è solo interpretabile come un legittimo esercizio della libertà di scelta, ma è forse anche una costrizione dovuta all’inadeguatezza dei servizi garantiti. La presenza di servizi a pagamento è allora sicuramente positiva non solo perché ciascuno sia in grado di effettuare liberamente le proprie scelte, ma anche perché essi funzionano da campanello d’allarme in situazioni in cui i servizi del SSN raggiungono un livello minimo di gradimento.

E’ soprattutto per quest’ultima ragione che il servizio sanitario non deve assolutamente tralasciare di analizzare ed interpretare i dati relativi alle prestazioni erogate in regime di Out of Pocket.

86

6.5 Invecchiamento attivo e stili di vita

Il concetto di invecchiamento attivo, elaborato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), rimanda alla massima realizzazione delle potenzialità fisiche, mentali, sociali ed economiche delle persone anziane. Il termine “attivo” si riferisce all’effettiva partecipazione sociale, economica e culturale della persona anziana alla vita.

Secondo l’OMS i pilastri dell’invecchiamento attivo sono: salute, partecipazione e sicurezza. Con riferimento al pilastro salute l’OMS afferma, tra l’altro, la necessità di prevenire e ridurre l’eccesso di disabilità e malattie croniche, nonché di sviluppare costantemente servizi sociosanitari accessibili e fruibili per le persone che invecchiano.

Figura 6.2: L’invecchiamento attivo e i suoi pilastri (OMS 2002)

Il concetto di invecchiamento attivo sposta l’attenzione dai bisogni ai diritti della persona anziana, considerando un’esistenza e un’attività che si protraggono dopo gli anni lavorativi per ottimizzare il tempo rimasto libero. Quindi l’invecchiamento attivo è un costrutto che si compone e si consolida progressivamente con scelte di vita che possono prevedere anche l’indirizzarsi verso attività nuove o precedentemente trascurate.

La partecipazione alla comunità da un punto di vista sociale e culturale comporta il ripensare alla propria posizione nella società. L’invecchiamento attivo si riferisce a un’aspettativa di vita sana e di una buona qualità di vita per le persone che invecchiano, anche per coloro che sono fragili, disabili e che necessitano di assistenza. Le persone anziane che non lavorano più o che vivono con alcune disabilità possono comunque fornire un contributo attivo alle loro famiglie e alla collettività.

87

Il termine salute nel contesto dell’invecchiamento attivo si riferisce ad una condizione di benessere che include tutti quegli elementi (salute mentale, legami e inserimento nel sociale), che nella fase più avanzata della vita di una persona assumono la stessa importanza di quei fattori che ne migliorano la salute fisica.

Invecchiare in modo sano e prevenire il deterioramento fisico e mentale delle persone sono azioni potenzialmente efficaci per promuovere risultati positivi di salute e per ridurre i costi del Sistema Sanitario Nazionale. Secondo le proiezioni OCSE, l’invecchiamento sano e gli incrementi di efficienza nei servizi potrebbero compensare parzialmente la futura crescita dei costi di LTC, riducendo gli aumenti di spesa previsti del 5-10% circa entro il 2050.

Tuttavia, gli interventi innovativi a favore dell’invecchiamento sano e della prevenzione sono ancora rari e persistono grandi incertezze su quali siano le specifiche azioni capaci di produrre i migliori frutti o di presentare il miglior rapporto costo-efficacia nel gestire l’utilizzo di assistenza continuativa e nel prevenire la cronicità. Rafforzare le conoscenze in merito attraverso una rigorosa ricerca scientifica sarebbe un’azione molto importante in prospettiva di una pianificazione dettagliata delle future attività.

Più in generale appare necessario ed urgente spostare l’attenzione dalla sanità in senso stretto alla salute sostenibile, che inevitabilmente richiede una forte relazione organizzativa, gestionale ed economica con i servizi di natura sociale. Questo passaggio richiede un profondo cambiamento a livello culturale da parte sia delle Istituzioni pubbliche che degli operatori privati, fino ad raggiungere i singoli cittadini e la collettività tutta.

88

6.6 Conclusioni

L’offerta ospedaliera in Italia appare caratterizzata da un eccessivo numero di piccoli ospedali, non sempre giustificati da motivazioni di carattere sanitario o geografico, ma dalla incapacità di una riconversione di strutture ospedaliere in strutture socio sanitarie, finalizzate a intercettare la domanda che si rivolge impropriamente verso il ricovero e a facilitare il percorso successivo alla degenza.

I fondamentali indicatori di assistenza ospedaliera segnalano un indubbio miglioramento nel nostro Paese, anche in riferimento ai dati internazionali, tuttavia tale performance appare ancora assai diversificata fra centro nord e sud Italia.

E’ necessario quindi tendere verso un incremento fisiologico delle prestazioni, soprattutto nei contesti meno avanzati, grazie soprattutto a miglioramenti organizzativi e allo sviluppo di nuove tecnologie. E' improbabile tuttavia che ciò si traduca in un’ulteriore sostanziale riduzione di posti letto e dei tassi di ospedalizzazione. In altri Paesi si segnalano infatti problematiche connesse alla carenza di flessibilità nei posti letto ospedalieri, ed esempio in relazione a situazioni di maggiore richiesta, come i periodi influenzali, nonché un’espansione dell’ospedalizzazione (ad esempio in Germania) per la diffusione di interventi a classi di età che accedevano in misura ridotta a tale tipologia di prestazioni.

Un’ulteriore riduzione della degenza sarà quindi possibile solo con un contestuale incremento della ricettività e della qualità delle strutture riabilitative e di low care, rivolte in particolare al settore anziani e non autosufficienza, in carenza delle quali non sarà possibile un effettivo miglioramento di molte performance ospedaliere.

Economia della conoscenza e sostenibilità economica e sociale dei Sistemi Sanitari richiedono alle aziende del settore una forte crescita nella cultura gestionale e organizzativa, un utilizzo più integrato e diffuso delle tecnologie ICT e web per gestire la crescente complessità dei mercati e una maggiore capacità di collaborare e fare rete per far leva sui punti di forza del sistema.

Una delle sfide più importanti riguarda appunto i legami tra sanità ed assistenza continuativa: la gestione delle loro interazioni, se opportunamente condotta, può portare a guadagnare notevolmente in efficienza e qualità delle prestazioni, oltre a garantire sostenibilità all’intero sistema socio-sanitario.

In vari Paesi OCSE, ad esempio, anziani con bisogni di assistenza continuativa sono seguiti in strutture o servizi per le acuzie, che risultano più costosi e meno adeguati alle loro esigenze. Le politiche per facilitare l’appropriato coordinamento tra servizi sanitari e assistenza continuativa possono includere la predisposizione di un’adeguata offerta di servizi e supporti post-ospedalieri (Australia, Ungheria, Regno Unito e Svezia) e la modifica delle modalità di remunerazione degli erogatori, così da scoraggiare l’utilizzo di servizi per le acuzie in presenza di bisogni di assistenza

89

continuativa (ad esempio, il sistema “pay-for-performance” del programma Medicaid negli USA).

Con il perdurare della crisi economica ed il progressivo contenimento delle risorse da destinare alla sanità, si scarica sempre più sulla famiglia il carico assistenziale dell’anziano malato, anche dal punto di vista economico. La famiglia, vero pilastro del Welfare, per fare fronte a questa necessità si trova a dover rinunciare in molti casi al proprio lavoro con un impatto negativo sull’economia generale del Paese.

In Italia, più che in altre nazioni europee, la famiglia rappresenta infatti uno dei principali attori nel panorama della sanità ed in particolare della LTC, poiché tradizionalmente il welfare del nostro Paese si è appoggiato ad esse per supplire le carenze del sistema di assistenza formale. E’ evidente quindi che un sistema di welfare virtuoso deve tenere in dovuta considerazione questi aspetti, in modo che i servizi erogati diventino anche un fattore di sviluppo ed un volano per l’economia del Paese.

Va rilevato infine che le persone anziane non esprimono soltanto bisogni di tipo sanitario ed assistenziale: benché non si possa parlare di solitudine ed abbandono come situazioni generalizzate, l'area delle relazioni interpersonali ed affettive è certamente una delle più delicate e significative per promuovere la qualità della vita della popolazione anziana. Si tratta piuttosto di far emergere le necessità, espresse o latenti, attivando verso di esse risorse che possono avere diversa natura: il vicinato; i volontari e le loro associazioni; gli anziani stessi, attraverso forme di auto-aiuto e auto-organizzazione; servizi di teleassistenza; interventi mirati di operatori professionali nei casi in cui si rendano necessari (si pensi ad esempio al supporto psicologico).

Per le ragioni già esposte, l'anziano non è soltanto da vedere come un soggetto debole e bisognoso di cure. L'anziano può ancora rappresentare una risorsa per la società, così come spesso avviene nell'ambito della sua famiglia.

90

Bibliografia

- Agenas (2008), Approfondimento sull’indagine multiscopo Istat 2005, I Quaderni di

Monitor n.3, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, Roma

- Agenas (2010), L’attività ospedaliera: dati e riflessioni, I quaderni di Monitor n.5,

Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, Roma

- Balboni, E., Baroni, B., Mattioni, A., e Pastori, G. (2007), Il sistema integrato dei

servizi sociali, Giuffrè, Milano, 2007

- Banchero, A. (2005), Programmare i servizi sociali e sanitari. Elementi di

conoscenza, riflessione e orientamento sull’evoluzione della materia dagli anni

Cinquanta al nuovo Millennio, Il Mulino, Bologna, 2005;

- Bissolo, G., e Fazzi, L., (2005), Costruire l’integrazione socio-sanitaria, Carocci,

Roma

- CEIS (2012), VIII Rapporto sanità CEIS, Opzioni di Welfare e integrazione delle

politiche, Centre for Economic and International Studies, Università degli Studi di

Roma “Tor Vergata”, Edizioni Health Communication, giugno.

- Censis e Cergas (2012), Il Sistema Sanitario in controluce. Rapporto 2012,

Fondazione Censis e Cergas-Bocconi su progetto Fondazione Farmafactoring

- Cergas (2011), Rapporto Osservatorio Sanità Privata 2010-2011,

http://portale.unibocconi.it/wps/wcm/connect/Centro_CERGASit/Home

- Cergas (2012), Rapporto OASI 2012, Centro CERGAS, Università Bocconi, Milano;

- CERM (2004), Le proiezioni di lungo periodo della spesa sociale nell’UE: l’impatto

demografico e il possibile impatto della tecnologia sulla spesa sanitaria,Quaderni

CERM, marzo

- CNAMC (2012), Emergenza famiglie: l’insostenibile leggerezza del Welfare, XI°

Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità, Cittadinanza Attiva e

Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici

- Corrente (2006), Rilevazione dell’attuale spesa pubblica per l’assistenza

sociosanitaria agli anziani non autosufficienti e quantificazione del fabbisogno

finanziario per garantire livelli standard. Relazione Finale, Ministero del Lavoro,

91

della Salute e delle Politiche sociali, Programma di ricerca Corrente – Anno

Finanziario 2006

- EH Ambrosetti (2012), Meridiano Sanità. Le coordinate della salute. Rapporto 2012,

The European House Ambrosetti;

- Formez (2007), I sistemi di governance dei Servizi Sanitari Regionali, Quaderni

Formez n. 57, Formez, Roma

- Gabriele, S., e Raitano, M., (2009), Invecchiamento, salute, spesa sanitaria e di

cura in Italia, in “Studi e Note di Economia”, Anno XIV, n.3

- IRCCS-INRCA (2011), L’Assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia, Il

monitoraggio degli interventi e il punto sulla residenzialità, Rapporto promosso

dall’IRCCS-INRCA per il Network nazionale per l’invecchiamento;

- Istat (2012a), Sanità e salute, in Rapporto annuale, Istat, Roma

- Istat (2012b), Il futuro demografico del Paese. Previsioni regionali della popolazione

residente 2011-2065, Istat, Roma

- MEF (2012), Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-

sanitario, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Roma;

- Ministero del lavoro e delle politiche sociali (2011), Rapporto sulla non

autosufficienza in Italia, Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Roma,

febbraio

- Ministero della Salute (2010a), Piano sanitario nazionale 2011-2013, Ministero della

Salute;

- Ministero della Salute (2010b), Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2009-

2010, Ministero della Salute, Roma;

- Ministero della Salute (2011a), Rapporto Nazionale di Monitoraggio dei Livelli

Essenziali di Assistenza. Anno 2007 – 2009, novembre 2011;

- Ministero della Salute (2011b), Relazione sullo stato sanitario del Paese. 2009-

2010, Ministero della salute, Roma

- Ministero della Salute (2011c),Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero.

Dati SDO 2009, Ministero della Salute, novembre

- Ministero della Salute (2012a), “Attività gestionali ed economiche delle aziende

ospedaliere”, in Annuario statistico del servizio sanitario nazionale, gennaio 2012

92

- Noto, G., Raschetti, R., e Maggini, M, (2011), Gestione Integrata e percorsi

assistenziali, Progetto IGEA, Il Pensiero Scientifico Editore

- OMS (2008), Piano di azione per la strategia globale di prevenzione e controllo

delle malattie croniche, 2008-2013, Organizzazione Mondiale della Sanità;

- Raitano, M., (2004), Invecchiamento e crescita dei consumi sanitari, in “Rivista della

Scuola superiore dell'economia e delle finanze”, Ministero di Economia e Finanze

- Scheggi, M. (2009), Costi standard e livelli essenziali di assistenza, Problemi

applicativi del federalismo nel settore sanitario, Istituto di Management Sanitario

93


Recommended