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PROGETTO DI UN LAGHETTO AD USO IRRIGUO IN...

Date post: 12-Jun-2018
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PROGETTO PRELIMINARE LIVELLO DI PROGETTAZIONE 1 TIPO DI ELABORATO N° ELABOR. PROGETTO DI UN LAGHETTO AD USO IRRIGUO IN LOCALITA' GRISIGNANO, Via Malguaia 2 Relazione tecnica PROGETTISTA RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO OGGETTO TITOLO DEL PROGETTO Del. Approvazione Approvato - Data Nome file Data Redatto PROPRIETA' Giannelli Gabriele GIUGNO 2010 dott. geol. Giuseppe Onorevoli COMUNE DI FORLI' Elaborato
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PROGETTO PRELIMINARELIVELLO DI PROGETTAZIONE

1

TIPO DI ELABORATO

N° ELABOR.

PROGETTO DI UN LAGHETTO AD USO IRRIGUO IN LOCALITA'GRISIGNANO, Via Malguaia 2

Relazione tecnica

PROGETTISTA

RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO

OGGETTO

TITOLO DEL PROGETTO

Del. Approvazione Approvato - Data Nome file DataRedatto

PROPRIETA'Giannelli Gabriele

GIUGNO 2010

dott. geol. Giuseppe Onorevoli

COMUNE DI FORLI'

Elaborato

Indice

Pagina

1. Relazione tecnica 22. Verifiche di stabilità 33. Allegati

Dott. Geol. Giuseppe Onorevoli via G. Gaudenzi, 6/1 - 47011 Terra del Sole (FC) Tel. 333–2590690 1

1. Relazione tecnica

Per conto della ditta Giannelli Gabriele C.F. GNNGRL46L16D704H, nato a Forlì il 16.07.1946 e residente in via Violina 1, loc. Grisignano, comune di Forlì, si è predisposto il progetto preliminare di un bacino ad uso irriguo, senza sbarramento, ubicato in località Grisignano, via Malguaia 2, Comune di Forlì, Foglio 267, particelle catastali 555 e 154.

Il presente progetto prevede la realizzazione di un laghetto ad uso irriguo collegato all’attività agricola, estesa su di un ambito di oltre 20 ha, per una capacità di invaso di ca. 14.270 mc.Lo scavo complessivo ammonta a ca. 17.918 mc. ed è suddivisibile in:

• 5.575 mc costituiti da coperture limose superficiali;• 5.973 mc costituiti da sabbie fini e ghiaie da destinare alla commercializzazione;• 6.371 mc di materiale argilloso del substrato marino, comprese localmente fra le quote di 54,0 e

52,5 m. s.l.m.Le prime verranno sbancate, rimosse e la parte di risulta (ca. 5.575 mc) distribuita all’interno della stessa area agricola di proprietà per uno spessore inferiore ai 50 cm, con esclusione di ca. 1.250 mc che verranno selezionati e conservati per la realizzazione della copertura vegetale, spessa ca. 30 cm delle arginature di sicurezza.Le ultime, previa verifica dell’idoneità del materiale, verranno utilizzate in loco per realizzare l’impermeabilizzazione del bacino ed il nucleo degli argini di sicurezza (ca. 1.471 mc).

Per quanto riguarda le modalità di realizzazione degli scavi vanno fatte due distinzioni significative:• scavi nelle coperture superficiali. Si tratta di materiali caratterizzati da significativa coesione ma

che può annullarsi in condizione di saturazione. Si sconsiglia la realizzazione di scavi a parete verticale in questa unità, soprattutto in presenza di acqua circolante o prolungate fasi di precipitazioni che ne comportino la saturazione anche parziale;

• scavi nei livelli costituiti da materiali grossolani. Si tratta di materiali che, anche in presenza di livelli o lenti limo-argillose, mostra un comportamento incoerente, per cui dovranno essere adottate le cautele necessarie ad evitare franamenti, in considerazione dello spessore complessivo delle coperture che supera generalmente i 2,5 m di spessore.

• scavi nelle argille del substrato. Si tratta di materiale sostanzialmente impermeabile e caratterizzato da elevata coesione. In questo caso il materiale è in grado di sostenere uno scavo a parete verticale previa valutazione in-situ delle caratteristiche meccaniche e in particolare della eventuale circolazione idrica e della fratturazione.

Durante l’effettuazione dei saggi non è stata individuata la presenza di falda.E’ ipotizzabile essenzialmente un solo tipo di circolazione idrica superficiale/sub-superficiale:

• falda sospesa di sbarramento, derivante dalla concentrazione delle acque di infiltrazione in corrispondenza della superficie impermeabile del substrato.

Nel caso si presenti la situazione sopra descritta i lavori dovranno essere immediatamente sospesi ed adottati gli accorgimenti adeguati alla casistica per ripristinare le condizioni di sicurezza (paratie, dreni, rimozione del materiale filtrante, ecc...).

L’impermeabilizzazione verrà realizzata su tutta l’area del bacino tramite fasi successive di fresatura e rullatura su strati dello spessore di 20-30 cm, accumulati in successione.Gli argini di sicurezza verranno realizzati con il materiale argilloso rimanente e verranno ricoperti con uno strato di limo delle coperture al fine di facilitarne l’inerbimento.Nel caso le condizioni climatiche comportino il rischio di dilavamento superficiale e/o difficoltà nell’attecchimento della vegetazione, si consiglia il ricorso a stuoie protettive.

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A completamento dell’argine è prevista la realizzazione di una canaletta perimetrale lungo il perimetro esterno che consenta la raccolta ed il deflusso regolare delle acque meteoriche. Tale canaletta andrà collegata, in uno o più punti, al fine di facilitare il deflusso nel fosso di scolo posto a raso della viabilità interpoderale esistente.Al fosso di scolo andranno collegati anche i dispositivi di troppo pieno del bacino.

Una volta completato il bacino, andrà attrezzato con:a. una recinzione alta almeno 1,8 m e relativo cancello di accesso lucchettato;b. 2 scalette di emergenza;c. 2 salvagenti;d. adeguata cartellonistica di divieto di accesso e segnalazione di pericolo;

2. Verifiche di stabilità

Nella cartografia geologica ufficiale della Regione E.R. (Fig. 1 e relativa legenda), la zona in esame è caratterizzata dalla presenza di depositi quaternari continentali della successione neogenico - quaternaria del margine appenninico padano. L’area oggetto di studio è stata attribuita all’Unità AES8 (Subsintema di Ravenna), di età pleistocenico superiore - olocenica, costituita da ghiaie da molto grossolane a fini con matrice sabbiosa, sabbie e limi stratificati con copertura discontinua di limi argillosi, limi e limi sabbiosi, rispettivamente depositi di conoide ghiaiosa, intravallivi terrazzati e di interconoide. Argille, limi ed alternanze limoso-sabbiose di tracimazione fluviale (piana inondabile, argine, e tracimazioni indifferenziate). Limite superiore coincidente con il piano topografico costituito da suoli, variabili da non calcarei a calcarei, a basso grado di alterazione con fronte di alterazione potente meno di 150 cm, e a luoghi parziale decarbonatazione; orizzonti superficiali di colore giallo- bruno. I suoli non calcarei e scarsamente calcarei hanno colore bruno scuro e bruno scuro giallastro, spessore dell'alterazione da 0,5 ad 1,5 m, contengono frequenti reperti archeologici di età del Bronzo, del Ferro e Romana.

Poichè si tratta di una fase progettuale preliminare e sapendo che le condizioni idrologiche sub-superficiali a monte del bacino verranno modificate secondo modalità non ancora del tutto note in seguito alla realizzazione di un tratto dell’arteria viaria che collegherà la valle del F. Rabbi al sistema di tangenziali di Forlì, le verifiche di stabilità sono state effettuate principalmente per individuare la presenza di potenziali situazioni critiche connesse.In particolare sono state prese in esame le condizioni collegate a flussi superficiali e sub-superficiali ipotizzandone valori sostanzialmente diversi, significativamente più alti, rispetto quelli attualmente rilevati in situ:

Argine di monte:1. Lago al colmo (z = 58,5 m) con filtrazione nei depositi permeabili e carico idrostatico di 4,5

m non drenato;2. Lago al colmo (z = 58,5 m) con filtrazione nei depositi permeabili e carico idrostatico di 4,5

m drenato;3. Lago vuoto (z = 54,0 m) con filtrazione nei depositi permeabili e carico idrostatico di 4,5 m

non drenato;4. Lago vuoto (z = 54,0 m) con filtrazione nei depositi permeabili e carico idrostatico di 4,5 m

drenato;Argine di valle:

5. Lago al colmo (z = 58,5 m) con filtrazione nei depositi permeabili senza carico idrostatico;

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6. Lago vuoto (z = 54,0 m) con filtrazione nei depositi permeabili senza carico idrostatico;

Per lo studio della filtrazione si è utilizzato un modello ad elementi finiti discretizzato a maglie triangolari utilizzando curve di ritenzione idrica definite secondo la formulazione di Van Genuchten mentre, per le verifiche di stabilità il metodo dell’equilibrio limite nella formulazione di Morgenstern e Price in condizioni sismiche. I parametri meccanici ed idraulici adottati per i vari materiali sono:Substrato:

Peso di volume = 22 kN/m3

Coesione = 20 kN/m2

Phi = 28°Ks = 3.35e-7 m/sAlpha = 2,7 1/mn = 1.23

Argille dell’impermeabilizzazione costipate:Peso di volume = 22 kN/m3

Coesione = 20 kN/m2

Phi = 28°Ks = 3.35e-7 m/sAlpha = 2,7 1/mn = 1.23

Argille dell’argine mediamente costipate:Peso di volume = 22 kN/m3

Coesione = 20 kN/m2

Phi = 28°Ks = 3.35e-7 m/sAlpha = 2,7 1/mn = 1.23

Limi argillosi delle coperture:Peso di volume = 20 kN/m3

Coesione = 10 kN/m2

Phi = 28°Ks = 5.5e-8 m/sAlpha = 0.05 1/mn = 1.09

Sabbie e ghiaie delle coperture:Peso di volume = 22 kN/m3

Coesione = 1 kN/m2

Phi = 35°Ks = 1.00e-4 m/s

I risultati sono rappresentati nelle tavole allegate (Allegato A) dove sono riprodotte solo le superfici di scivolamento più critiche e riepilogati nella seguente tabella:

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Condizioni esaminateCondizioni esaminate Fs

Argine di monte Lago al colmo (z = 58,5 m) con falda non drenata; 2,265Argine di monte

Lago al colmo (z = 58,5 m) con falda drenata; 3,728

Argine di monte

Lago vuoto (z = 54,0 m) con falda non drenata; 1,356

Argine di monte

Lago vuoto (z = 54,0 m) con falda drenata; 1,985

Argine di valle Lago al colmo (z = 58,5 m) e falda non drenata; 2,791Argine di valle

Lago vuoto (z = 54,0 m) e falda non drenata; 1,776

I risultati mostrano come, nel caso di incrementi significativi della circolazione sub-superficiale all’interno del livello permeabile, le condizioni di stabilità dei fianchi dello scavo possono essere influenzate negativamente.Non è questa la sede per individuare le soluzioni costruttive ottimali (in questo caso si è ipotizzata la presenza di una conduttura drenante) ma in sede di progettazione definitiva e/o esecutiva tali problematiche dovranno sicuramente essere affrontate nella prospettiva delle modifiche permanenti indotte dalle opere viarie pubbliche in progetto.

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FAAFAA

FAApsFAAps

99

88

1919

1111

55

1717

77

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1010

1212

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24241818

1717

2121

2424

4242

2727

3333

1212

2727

1818

2020

1919

1515

1212

255010Sezione:

SAN MARTINO IN STRADA

overview

255060255050254080

255020254040 255010

240140239160 240130

239120

255100

240090

255090

Rilevamento geologico originale eseguito alla scala 1:10.000,

negli anni 1982\1996. Revisione della banca dati regionale,

relativo aggiornamento delle unità geologiche e coperture

eseguiti alla data 25\03\2009.

carta geologica dell'appennino emiliano-romagnolo

a scala 1:10.000

edizione 2009

0 1.000100 200 300 400 500 600 700 800 900Metri

Toponimo:

Figura 1 - Stralcio della cartografia geologica della Regione Emilia-Romagna (in rosso lʼubicazione dellʼarea di progetto)

SAN MARTINO IN STRADA255010SEZIONE -DESCRIZIONE DELLE UNITA' GEOLOGICHE PRESENTI IN CARTA

(solo quelle rappresentate in forma poligonale)

Depositi quaternari continentali

a1d - Deposito di frana attiva per colamento lento

a1g - Deposito di frana attiva complessa

a2d - Deposito di frana quiescente per colamento lento

b1 - Deposito alluvionale in evoluzione

i2 - Conoide torrentizia inattiva

h3 - Cava

Successione neogenico - quaternaria del margine appenninico padano

AES8 - Subsintema di Ravenna

AES8a - Unità di Modena

AES7 - Subsintema di Villa Verucchio

AES6 - Subsintema di Bazzano

AES5 - Subsintema di Torre Stagni

AES4 - Subsintema di Liano

FAA - Argille Azzurre

FAAps - Argille Azzurre - litofacies pelitico-sabbiosa

Pagina 1

In Provincia di Forlì-Cesena

Depositi quaternari continentali

a1d - Deposito di frana attiva per colamento lento

Deposito messo in posto da movimento distribuito in maniera continuata all'interno della massa spostata. Le superfici di taglio all'interno di questa sono multiple, temporanee e generalmente non vengono conservate. I materiali coinvolti sono per lo più coesivi. I depositi più frequenti sono costituiti in prevalenza da una matrice pelitica e/o pelitico-sabbiosa che include clasti di dimensioni variabili.

a1g - Deposito di frana attiva complessa

Deposito messo in posto in seguito alla combinazione nello spazio e nel tempo di due o più tipi di movimento.

a2d - Deposito di frana quiescente per colamento lento

Deposito messo in posto da movimento distribuito in maniera continuata all'interno della massa spostata. Le superfici di taglio all'interno di questa sono multiple, temporanee e generalmente non vengono conservate. I materiali coinvolti sono per lo più coesivi. I depositi più frequenti sono costituiti in prevalenza da una matrice pelitica e/o pelitico-sabbiosa che include clasti di dimensioni variabili.

b1 - Deposito alluvionale in evoluzione

Ghiaie, talora embriciate, sabbie e limi argillosi di origine fluviale, attualmente soggetti a variazioni dovute alla dinamica fluviale; detrito generalmente incoerente e caotico, costituito da clasti eterometrici ed eterogenei, talora arrotondati, in matrice sabbiosa, allo sbocco di impluvi e valli secondarie. Sono talora fissati da vegetazione (b1a).

i2 - Conoide torrentizia inattiva

Depositi alluvionali, prevalentemente ghiaiosi, a forma di ventaglio aperto verso valle, in corrispondenza dello sbocco di valli e vallecole trasvesali ai corsi d'acqua principali ove la diminuzione di pendenza provoca la sedimentazione del materiale trasportato dall'acqua, attualmente non soggetti ad evoluzione.

h3 - Cava

Successione neogenico - quaternaria del margine appenninico padano

AES8 - Subsintema di Ravenna

Ghiaie da molto grossolane a fini con matrice sabbiosa, sabbie e limi stratificati con copertura discontinua di limi argillosi, limi e limi sabbiosi, rispettivamente depositi di conoide ghiaiosa, intravallivi terrazzati e di interconoide. Argille, limi ed alternanze limoso-sabbiose di tracimazione fluviale (piana inondabile, argine, e tracimazioni indifferenziate). Il tetto dell'unità è rappresentato dalla superficie deposizionale, per gran parte relitta, corrispondente al piano topografico. A tetto suoli, variabili da non calcarei a calcarei, a basso grado di alterazione con fronte di alterazione potente meno di 150 cm, e a luoghi parziale decarbonatazione; orizzonti superficiali di colore giallo-bruno. I suoli non calcarei e scarsamente calcarei hanno colore bruno scuro e bruno scuro giallastro, spessore dell'alterazione da 0,5 ad 1,5 m, contengono frequenti reperti archeologici di età del Bronzo, del Ferro e Romana. I suoli calcarei appartengono all'unita' AES8a. nel sottosuolo della pianura: depositi argillosi e limosi grigi e grigio scuri, arricchiti in sostanza organica, di piana inondabile non drenata, palude e laguna passanti, verso l'alto, a limi-sabbiosi, limi ed argille bruni e giallastri di piana alluvion Il contatto di base è discontinuo, spesso erosivo e discordante, sugli altri subsintemi e sulle unità più antiche. Lo spessore massimo dell'unità circa 28 metri. Pleistocene sup. - Olocene

AES8a - Unità di Modena

Ghiaie prevalenti e sabbie, ricoperte da una coltre limoso argillosa discontinua, talora organizzate in corpi a geometrie lenticolari, nastriformi, tabulari e cuneiformi. Depositi alluvionali intravallivi, terrazzati, deltizi, litorali, di conoide e, localmente, di piana inondabile. Limite superiore coincidente con il piano topografico dato da un suolo calcareo di colore bruno olivastro e bruno grigiastro. Il profilo di alterazione è di esiguo spessore (meno di 100 cm). Può ricoprire resti archeologici di età romana del VI secolo d.C Limite inferiore inconforme, marcato da una superficie di erosione fluviale lateralmente correlata a un suolo da decarbonatato a parzialmente carbonatato contenente resti archeologici di età dal Neolitico al Romano. Lo spessore massimo dell'unità è generaOlocene

Pagina 2

AES7 - Subsintema di Villa Verucchio

Ghiaie, sabbie, limi ed argille di origine fluviale, piana intravalliva e conoide alluvionale. Depositi organizzati in diversi ordini di terrazzo. Il tetto dell'unità è generalmente rappresentato da suoli non calcarei molto evoluti di colore bruno scuro. Il limite inferiore è erosivo e discordante sui depositi sottostanti. Nel sottosuolo di pianura l'unità corrisponde ad un ciclo trasgressivo-regressivo costituito da una porzione basale, di pochi metri, di sabbie litorali (Tirreniano Auct.) e argille e limi palustri; una porzione intermedia contenente limi-sabbiosi, limi ed Lo spessore massimo è di 10 m circa. Pleistocene medio - sup.

AES6 - Subsintema di Bazzano

Depositi ghiaiosi, sabbiosi e limo-argillosi di terrazzo intravallivo e di conoide alluvionale. Al tetto suoli decarbonatati con fronte di alterazione fino a 5-7 m, colore variabile da rosso bruno a giallo bruno. Contatto inferiore in discontinuità su unità più antiche. Nel sottosuolo di pianura (Foglio256): unità correlata, su base geometrica, ad un ciclo trasgressivo-regressivo costituito da: una porzione basale di argille e limi palustri; una porzione intermedia contenente limi sabbiosi, limi ed argille di argine, rot Potenza inferiorie ai 20 m in affioramento e circa 60 m nel sottosuolo della pianura.Pleistocene medio

AES5 - Subsintema di Torre Stagni

Depositi ghiaioso-sabbiosi, limosi e limo argillosi di terrazzo intravallivo e conoide alluvionale; contengono diverse intercalazioni di suoli. Al tetto suoli decarbonatati di colore bruno giallastro o bruno scuro spesso con fronte di alterazione fino a 10 m, a luoghi rubefatti, al di sotto dei quali possono essere presenti diversi suoli non calcarei meno sviluppati. Contatto inferiore erosivo e in discontinuità su unità più antiche. Spessore massimo di circa 20 m.Pleistocene medio

AES4 - Subsintema di Liano

Ghiaie di conoide alluvionale, spesse sino ad una decina di metri, passanti ad alternanze di limi sabbiosi e limi argillosi; ghiaie sabbiose di terrazzo intravallivo. Al tetto è generalmente presente un suolo non calcareo, con fronte di alterazione <10m, di colore bruno giallastro; a tratti sono presenti suoli non calcarei di colore bruno rossastro, sviluppati direttamente sulle ghiaie. Il limite inferiore è erosivo e Pleistocene medio

FAA - Argille Azzurre

Argille, argille marnose, localmente siltose, marne argillose e siltose, grigie e grigio-azzurre, talora grigio plumbeo, a stratificazione mal distinguibile per bioturbazione; locali intercalazioni di sabbie fini in strati sottili o medi. Talora livelli a slump. Nella parte inferiore della formazione localmente sono presenti sottili livelli discontinui di biocalcareniti fini e siltiti giallo, o ocra se alterate, sottilmente laminate. Frequenti microfossili; variabile la concentrazione di malacofaune a Gasteropodi e Lamellibranchi, sia come biosomi che come bioclasti. Presenti anche blocchi di aq (AQV-Formazione di Acquaviva), costituita da torbiditi arenaceo-marnoso-pelitiche con marne a forte componente carbonatica. L'ambiente di sedimentazione varia da piattaforma, localmente litorale, a scarpata. Foraminiferi planctonici appartenenti nei vari livelli alle zone a Globorotalia margaritae, G. puncticulata, G. bononiensis, G. crassaformis, G. inflata e Hyalinea baltica Contatto inferiore graduale rapido su CEA, paraconcordante o marcato da una lieve discordanza angolare su FCO, discordante su unità più antiche. Potenza fino a 1000 m circa.Pliocene inf. - Pleistocene inf.

FAAps - Argille Azzurre - litofacies pelitico-sabbiosa

Alternanza di: arenarie e siltiti, in strati da molto sottili a medi; argille siltoso-sabbiose, argille marnose, marne argillose grigio-verdastre, in strati sottili e molto sottili, lenticolari, con laminazione piano-parallela, ondulata e incrociata (vi compaiono livelli di concentrazione di biosomi, bioclasti e frustoli carboniosi); arenarie e siltiti con alta componente argilloso-siltosa; argille e siltiti, con subordinate sabbie e siltiti argillose, mal stratificate; argille grigio-scure, un po' sabbiose, in lenti di potenza metrica; arenarie in lenti di potenza metrica. Vi si intercalano lenti decimetriche di argille massive (FAA). Microfossili scarsi, con Foraminiferi planctonici forse appartenenti nella parte alta alla zona a Hyalinea balthica. Potenza affiorante oltre 600 m. Talora costituisce la parte superiore della formazione.

Pagina 3

Allegato A - Tavole delle verifiche di stabilità

Dott. Geol. Giuseppe Onorevoli via G. Gaudenzi, 6/1 - 47011 Terra del Sole (FC) Tel. 333–2590690 6

2.7912.7912.7912.791

3.4e-007

5.5e-0085.5e-0085.5e-0085.5e-0085.5e-0085.5e-0085.5e-0085.5e-0085.5e-0085.5e-0085.5e-0085.5e-0085.5e-008 3.4e-0073.4e-0073.4e-0073.4e-007

58.558.558.558.558.558.558.558.558.5

58.5

58.5

58.5

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58.5

58.5

58.5

58.5

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58.5

58.5

58.5

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58.5

Safety Factor0.0000.2500.5000.7501.0001.2501.5001.7502.0002.2502.5002.7503.0003.2503.5003.7504.0004.2504.5004.7505.0005.2505.5005.7506.000+

TotalHydraulic Gradient

0.00e+0009.50e-0021.90e-0012.85e-0013.80e-0014.75e-0015.70e-0016.65e-0017.60e-0018.55e-0019.50e-0011.05e+0001.14e+0001.24e+0001.33e+0001.43e+0001.52e+0001.62e+0001.71e+0001.81e+0001.90e+0002.00e+0002.09e+0002.19e+0002.28e+000

52 m

5456

5860

6264

66

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