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Progetto e carta dei servizi

Date post: 22-Mar-2016
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Progetto e carta dei servizi associazione culturale dolce acqua
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Associazione Culturale e Casa Laboratorio DolceAcqua di Bossio Salvatore e Chiuri Eleonora località Ponte Vetrione 170 43049 Contile - Varsi (PR) Phone e Fax +39 052559395 associazioneculturaledolceacqua.blogspot.it 347.7579656 – 349.8850359 C.F. 92168430343 Progetto e Carta dei Servizi DolceAcqua
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Page 1: Progetto e carta dei servizi

Associazione Culturale e Casa Laboratorio

DolceAcqua

di

Bossio Salvatore e Chiuri Eleonora

località Ponte Vetrione 170

43049 Contile - Varsi (PR)

Phone e Fax +39 052559395

associazioneculturaledolceacqua.blogspot.it

347.7579656 – 349.8850359

C.F. 92168430343

Progetto e Carta dei Servizi

DolceAcqua

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COSA CI MUOVE…

“sono talmente emozionata e felice che per una volta non penso ad essere in

ordine…” (ospite di una comunità psichiatrica alla vista del figlio) Che cosa è la famiglia, cosa s’intende per casa? Ogni individuo è propenso ad aggregarsi, a trovare negli altri confronto e conforto. Ogni donna concepisce i-istintivamente la voglia di maternità, un desiderio che non ha nulla di razionale, talmente naturale da diventare un vero è proprio mistero. Così come l’amore, un sentimento tanto straordinario quanto incomprensibile e innato; crea la consapevolezza di aver trovato la persona e le persone che con-divideranno con te tutto il cammino della vita, ti spinge ad un irrefrenabile desi-derio di felicità condivisa e contagiosa. Un percorso tortuoso e complesso ricco d’incomprensioni quotidiane, di lotte feline e riappacificazioni sornione, ma sem-pre sincero e onesto. Arriva un momento in cui decidi di dare anche uno spazio a tutto questo, di riuni-re la gioia che provi in un’alcova che diventerà la tua “casa”. Uno spazio fisico colmo di valori simbolici; dove gli intrecci umani ogni giorno si fanno più intensi, dove, nonostante tutto ti senti al sicuro e protetto. Ma la casa può anche essere il contrario, e può portare estrema infelicità. Da sempre tante persone si trovano nella situazione in cui la propria alcova diventa una prigione o peggio ancora luogo di torture psicologiche e fisiche. Nessuno può privare gli altri della libertà di commettere errori, ma si possono aiutare con-cretamente a trovare un’alternativa, manifestando la forza di combattere in ciò che si crede giusto e costruendo concretamente delle relazioni armoniose. “Una famiglia è un luogo dove marito e moglie si vogliono bene, litigano e vanno d’accordo. Si prendono cura dei figli e della casa. Amarsi è la cosa più importan-te, nonostante le liti, avere forza significa essere robusti e continuare a lotta-

re…” (ospite di una comunità psichiatrica) Il nostro progetto in fondo non è altro che questo: una coppia di ragazzi giovani, e un ragazzo in affido, che credono nell’esistenza di alternative possibili. Persone che vogliono investire tutte le loro forze per costruire un luogo vero, reale, di rela-zioni tra individui e natura. Siamo consapevoli che non possiamo cambiare il pas-sato, ma che il presente possa essere migliore, questo sì. Perché l’unica cosa che può dare un senso alla vita è la gioia di condividere con gli altri, poter vedere “l’altro” con occhi diversi, meno sospettosi o spaventati, semplicemente vivere! Per questi motivi vogliamo creare un luogo, che accolga adulti e minori, un luo-go, dove la cosa più significativa è riuscire a conciliare benessere degli individui con il rispetto per l’ambiente, o meglio una migliore qualità della vita. Bossio Salvatore Presidente Associazione Culturale DolceAcqua

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SOMMARIO

CHI SIAMO………………………………………………………………………………………4

L’ACCOGLIENZA………………………………………………………………………………5

COSA SI FA.……………………………………………………………………………………..6

• Metodologia educativa

• Obiettivi generali

• Obiettivi specifici

ATTIVITA’ E LABORATORI………………………………………………………………….8

• Laboratorio del gioco motorio

• Laboratorio teatrale

• Centro estivo

• Educazione musicale

• Laboratorio di cucina

• Laboratorio di informatica

• Laboratorio ecologico - naturalistico

• Doposcuola

• Attività ludico - ricreative

• Libera aggregazione

• L’equitazione

COSA VOGLIAMO COSTRUIRE E QUALI TECNICHE USEREMO………………...13

• In legno

• Risparmio

• Durata

• La natura

• Resistenza ai sismi

• Resistenza al fuoco

• La salute

• L’estetica

• La natura

LA STRUTTURA……………………………………………………………………………….15

• Il sistema block-bau

• Tronchi in legno nordico

IL LEGNO…………………………………………………………………………………...…..17

• Colore

• Struttura

I PANNELLI SOLARI………………………………………………………………………...22

LA STORIA, LE STORIE, DELLA VALLE DEL CENO………………………………...24

LA GESTIONE DELLA PRIVACY………………………………………………………….26

IL PIANO FINANZIARIO…………………………………………………………………….27

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CHI SIAMO:

Eleonora Chiuri Ho 33 anni, sono nata a Tricase (LE), ma i miei genitori vivevano già a Collecchio (PR), ed è qui che ho vissuto fino ai 19 anni. Sono Educatrice presso la cooperativa sociale Aurora-Domus, dal 2005 lavoro e ho lavorato nelle scuole sia come Educatrice sui disabili che come Educatrice nel centro giochi. Nel mio lavoro cerco sempre di portare la mia più grande passione IL TEATRO, un ottimo veicolo d’espressione sia con gli adulti che coi bambini. Sempre dal 2005 infatti con un gruppo di amici abbiamo creato un’associazione culturale (Acquadimondo) della quale sono Presidente, che dalla sua nascita ha collaborato con vari enti e strutture private: Museo Guatelli, Comune di Parma, Comune di Collecchio. A 19 anni diplomata al liceo scientifico biologico “Piccole Figlie” Parma, decido di trasferirmi a Roma per studiare Antropologia. Al mio rientro da Roma ho peregrinato per le colline della nostra provincia fino a due anni fa quando mi sono trasferita nel Comune di Varsi dove vivo insieme al mio splendido compagno (Salvatore), Educatore anche lui, col quale abbiamo in affido un ragazzo di 19 anni che da quattro anni giorno dopo giorno arricchi-sce le nostre tappe. Sia in me che nel mio compagno c’è sempre stato il desiderio di creare un luogo che potesse dare benessere e da poco abbiamo realizzato sempre nel Comune di Varsi un B&B che è soprattutto Casa Laboratorio per artisti, associazioni, gruppi. Salvatore Bossio Ho 33 anni, sono nato a Crotone (KR), da circa quindici anni vivo in provincia di Parma dove ho studiato Biologia presso l’Università degli studi di Parma. Attualmente svolgo l’attività di Educatore presso la Comunità Psichiatrica Villa S.Andrea, gestita dalla coop. Pro.Ges, nel comune di Medesano, per tanti anni ho lavorato nel mondo della ristorazione svolgendo mansioni di gestione e opera-tive. Sono Presidente di due Associazioni Culturali e da diversi anni con il mio gruppo ci occupiamo di promuovere a vario titolo attività Culturali e di Intrattenimento. Genitore affidatario da circa cinque anni, vivo questa esperienza grazie alla forte propensione verso il sociale. Appassionato di agricoltura e fai da te da due anni abbiamo, con la mia compagna, realizzato il nostro sogno, avere una casa tutta nostra in campagna, adesso possiamo dedicarci seriamente alle attività agricole finalizzate all’autoconsumo. Il progetto che abbiamo realizzato ci proietta verso un mondo che da tanti anni abbiamo ricercato e che forse ora abbiamo trovato….

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L’ACCOGLIENZA:

Il progetto è volto alla realizzazione di un luogo gestito dall’Associazione di Promozione Culturale e Sociale, atto ad accogliere:

• Minori e adulti in genere per attività ludico-ricreative. (es. centri estivi, doposcuola, ecc.)

• Minori allontanati dalla famiglia a causa del contesto di grave disgregazione o assenza famigliare e parentale.

• Minori immigrati, privi di un contesto di riferimento nel territorio. • Minori con disagio psico-sociale che esprimono un bisogno di accoglienza, soste-

gno, tutela. • Mamme - bambino che versano in condizioni sociali disagiate. • Adolescenti, in stato di abbandono o disagio familiare dovuto essenzialmente a

situazioni problematiche della famiglia di origine. • Adulti con problematiche di natura psichica per interventi di inserimento lavorati-

vo svolto presso l’Associazione. Gli interventi che si intende attuare sono orientati a: · Soddisfare i bisogni primari di minori e adulti in stato di disagio. · Recuperare e sviluppare le potenzialità soggettive, psichiche e relazionali. · Accogliere il minore e l’adulto, mantenerlo, istruirlo ed educarlo tutelandone lo sviluppo psicofisico e affettivo, curandone le relazioni affettive e sociali, l’incolumità, l’educazione, l’educazione igienica e alimentare. · Sostenere l’autonomia dei soggetti e favorirne l’inserimento nella vita sociale utilizzando al meglio tutte le risorse positive presenti sul territorio. · Ricostruire un contesto di appartenenza che integri le diverse fasi esistenziali. · Facilitare i rapporti tra il minore e i genitori sostenendo il reinserimento, nei casi ove que-sto sia possibile, presso il nucleo familiare di origine. · Curare le attività formative ed educative, favorendo l’inserimento ed il recupero della situazione scolastica e sociale, prestando la massima attenzione alla vita di relazione sia all’interno che all’esterno dell’Associazione. · Creare le opportunità per la fruizione attiva di spettacoli e attività ricreative (cinema, musica, spettacoli teatrali, sport), per la pratica di attività di laboratorio e di animazione teatrale e culturale, infine per il conseguimento degli obiettivi di aggregazione e socializ-zazione. · Stimolare i processi creativi in modo da sviluppare interesse ed autostima. In particolare sono previste attività di manipolazione, attività pittorica, attività di movimento, fruizione guidata dei programmi televisivi, alfabetizzazione informatica, laboratori manuali, attività agricole, ecc. · Instaurare un rapporto educativo, non sostitutivo delle figure genitoriali, attraverso la relazione quotidiana tra minori, adulti e membri dell’Associazione. · Realizzare, attraverso la continuità del rapporto e la collaborazione reciproca, un pro-getto di educazione individualizzata in funzione dei ritmi e degli eventi della vita quoti-diana condivisi. · Richiamare costantemente i minori accolti ai valori di solidarietà e condivisione nella prospettiva della costruzione attiva del proprio futuro. Guidare i minori a raggiungere la consapevolezza e l’importanza dell’ambiente natura.

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COSA SI FA:

METODOLOGIA EDUCATIVA Introduzione L’ingresso nel nuovo ambiente deve essere vissuto dall’ospite con serenità, come crescita personale e non come abbandono da parte di mamma e papà o della società. Sostenere il bambino e l’adulto in questo momento di passaggio è fon-

damentale per la riuscita di un buon inseri-mento, ciò significa porre solide basi per una crescita emotiva ed affettiva, per la costru-zione della propria identità e inseguire curio-sità che costituiranno le basi del suo essere sempre più competente ed autonomo. Come gli adulti, anche i bambini cercano continuamente di dare senso alle loro espe-rienze; per loro l’adattamento ai cambia-menti avviene in maniera graduale e pro-gressiva.

All’interno delle esperienze di una Associazione si possono avere numerose occa-sioni strutturate per aprire spazi di ascolto, per alimentare i processi narrativi e per facilitare il confronto tra coetanei. Il racconto di una fiaba, la conversazione do-po una drammatizzazione, esperienze di gioco di ruolo possono costituire per ec-cellenza ambiti dove sviluppare al massimo la comunicazione tra coetanei, con gli adulti ed ogni singolo fanciullo. La conversazione richiede una sapiente regia da parte degli adulti accoglienti che devono favorire la partecipazione di ogni bambino e adulto, senza che nes-suno si senta escluso o emarginato. I bambini devono sentirsi liberi di aggiungere, integrare, ampliare, esplicitare qualsiasi cosa sia stata ri-chiamata loro dalla trama del racconto o qual-siasi riferimento venga loro in mente in termini di libere associazioni. I bambini sono pieni di curio-sità e di energia, hanno bisogno di interagire con l’adulto; questi ha essenzialmente un ruolo di facilitazione con il compito di: - valorizzare le abilità, le fantasie, i contenuti e-spressi da ogni individuo; - portare a sintesi e sottolineare i contenuti espressi dagli individui in gruppo du-rante la conversazione; - soffermarsi sulle dimensioni emotive maggiormente elaborate dal gruppo; - stimolare il pensiero creativo dei bambini alla ricerca di possibili strategie di solu-zione dei problemi e di alternative ai conflitti evidenziati dal canovaccio del rac-conto.

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La nostra intenzionalità progettuale tenderà verso il raggiungimento di traguardi che sul piano comportamentale si configurano come: Obiettivi generali: Creare un ambiente propizio all'accoglienza, al dialogo, all'ascolto, all’affiancamento e all'incoraggiamento. Obiettivi specifici: 1. Sviluppo della conoscenza di sé / consolidamento della propria identità perso-nale 2. Sviluppo della capacità di relazione con il gruppo dei pari, sapendosi rapporta-re alle diversità 3. Sviluppo della capacità di relazione con gli adulti significativi (educatori, volon-tari) 4. Sviluppo della capacità di relazione con il contesto (regole, norme...) 5. Consolidamento e valorizzazione della dimensione di gruppo (importanza del "noi") 6. Avvio e sviluppo dell'autonomia (autopromozione) 7. Sviluppo/consolidamento della propria progettualità 8. Acquisizione di un metodo per svolgere attività di studio e di laboratorio 9. Sviluppo della capacità di riflessione, analisi critica, elaborazione 10. Sviluppo della capacità di rapportarsi al contesto sociale (scuola, quartiere, famiglia) 11. Saper partecipare alla vita scolastica per orientarsi verso la vita

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ATTIVITA’ e LABORATORI:

Introduzione

Le attività che possono essere svolte presso l’Associazion sono numerose e molte-plici considerando le notevoli possibilità che l’ambiente naturale e strutturale of-frono, infatti la struttura è collocata in uno splendido paesaggio rurale caratteriz-zato da boschi e prati. Le attività svolte sono di natura ludico-ricreative-culturali con una particolare propensione alle attività agricole ed espressive. I servizi sa-ranno attivati su richiesta e si svilupperanno sulla base della tipologia e caratteri-stiche degli ospiti presenti all’interno della struttura. Di seguito verranno elencati e spiegati i vari laboratori e servizi proposti:

• Centro estivo. • Doposcuola.

• Eventi artistico-culturali. • Corpo, movimento, salute.

• Libera aggregazione. • Attività ludico ricreative.

• Laboratorio del gioco motorio. • Laboratorio teatrale.

• Laboratorio di informatica. • Educazione musicale.

• Maneggio. • Laboratorio di cucina.

• Laboratorio ecologico-naturalistico. • Laboratorio di bricolage.

• Laboratorio artistico. • Cineforum.

• Valorizzazione del territorio.

Le finalità del centro sono quelle di: • Favorire attraverso l’accoglienza occasioni di incontro, dialogo e confronto tra giovani; al fine di favorirne la permanenza nel circuito scolastico e formativo • Affiancare i minori nel loro percorso di crescita individuale e relazionale • Prevenire il disagio e la dispersione scolastica grazie alla riscoperta di sé e delle proprie potenzialità personali • Favorire occasioni di incontro e dialogo tra culture • Promuovere la cittadinanza responsabile • Sostenere i genitori nell'adempimento del loro ruolo educativo • Consolidare e potenziare il lavoro di rete tra i servizi del territorio

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LABORATORIO DEL GIOCO MOTORIO Il gioco motorio verrà affrontato come modalità per favorire la presa di coscienza del corpo, la riscoperta dei movimenti naturali, il superamento di movimenti stereotipati e la valorizzazione del movimento espressi-vo-creativo. Nel gioco si potrà riscoprire la magia di certi momenti particolarmente ricchi sotto il profilo e-motivo, affettivo, cognitivo e relazionale. Il movimento permetterà di offrire un’ulteriore chiave di lettura dei messaggi che ognuno invia,in modo non sempre con-

sapevole, attraverso la comunicazione non verbale. LABORATORIO TEATRALE Vediamo il teatro sotto le più varie forme: dalla scenetta al canto mimato, dalle ombre al burattino, dal balletto all’azione mimata, fino a rappresentazioni com-plesse e articolate. Sono feste che impegnano notevoli energie,equamente im-pegnate tra prove,costruzione di oggetti o semplici scenografie,scelta delle musi-che,preparazione di costumi e,naturalmente, nel difficile compito di trovare an-cora una volta l’idea giusta. Idea che,nella maggioranza dei casi, si cerca in rac-

conti o fiabe più o meno note, in leggende tradizio-nali o in storie contemporanee, oppure nella prepa-razione di piccoli varietà frutto dell’assemblaggio di numeri diversi eseguiti dai bambini. Ciò che ci sembra importante è ritagliare un piccolo spazio per riflettere sul ruolo dei bambini e sul senso dell’esperienza che, in queste occasioni, si chiede loro di vivere attraverso il teatro. Non bisogna mai dimenticare che il teatro appartiene a chi lo fa, nel senso che deve essere espressione di chi lo produce,

diventare parte del bambino o, più in generale, della persona che fa teatro. Per molti versi, quando si parla di bambini diventa tutto più facile, se non altro perché il teatro, o meglio il gioco di finzione, già appartiene a loro, come è facile intuire provando ad osservare e ad ascoltare con attenzione i loro giochi. I bambini so-no spesso abilissimi nel mostrare la realtà che cono-scono, nel dare una rappresentazione dal loro parti-colare modo di vedere le cose; in più, possiedono quell’istintività e quella spontaneità che scaturisco-no naturalmente dal piacere di imitare. Ci sono pe-rò alcuni elementi da non dimenticare, perché an-che e forse soprattutto da essi dipende quell’appartenenza di cui si è detto. Innanzitutto la capacità di salvaguardare e, quando è il caso, di-fendere il senso dell’intera esperienza, perché non ci sono percorsi di laboratorio o spettacoli finali qualsiasi, ma scelte precise fatte a progetto tenendo nel massimo conto la natura dei bambini con i quali si andrà ad operare. E questo significa, in particolare, non perdere mai di vista quei bam-bini, il loro modo di pensare e di affrontare le cose, la loro visione del mondo e la loro capacità di interpretarlo con quel particolare metro di misura che appartie-ne all’infanzia.

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CENTRO ESTIVO L’estate è il momento di maggiore richiesta per l’animazione, quello per cui si

programmano gli interventi più articolati e tali da integra-re i diversi ambiti. All’interno dei Centri Estivi e servizi ag-gregativi per minori e adolescenti promossi dai Comuni o da realtà private. L’Associazione propone le proprie competenze animative, integrate con quello educativo e organizzativo, proponendo l’ideazione e la gestione dei servizi nel loro complesso.

EDUCAZIONE MUSICALE ed esperienza corporea sono due attività che vanno di pari passo. Grazie ai gesti con i quali si accompagna solitamente la musica, si percepisce il ritmo, si esprimono sentimenti ed emozioni e si coordinano meglio i movimenti del corpo. Durante i momenti destinati all’attività musicale si crea un clima positivo, favorevole al movimento del corpo che, a ritmo di musica, si muo-ve naturalmente. Il ritmo è una dimensione che acco-muna la musica e il movimento. Partiamo da questo concetto basilare per poi coniugare l’apprendimento del ritmo alla scoperta di capacità espressive di ordine motorio, mimico e gestuale. LABORATORIO DI CUCINA E’ fondamentale acquisire buone abitudini alimentari fin da piccoli e stimolare un approccio al cibo sereno ed equilibrato. L’appetito è strettamente legato ad u-na condizione di benessere/malessere psicologico. L’obiettivo dovrà senz’altro essere modellato sulla realtà degli ospiti presenti, ipo-

tizzando giochi e sperimentazioni tesi a raggiungere, ad esempio, finalità quali: - saper riconoscere gli alimenti - rendersi conto della loro varietà - prendere coscienza della propria crescita in rappor-to all’alimentazione - saper classificare, associare, individuare la prove-nienze degli alimenti Saranno allestiti veri e propri centri/laboratori di

cucina provvisti di cibi ed attrezzi che daranno a tutti l’opportunità di sperimentare, manipolare, cucinare. Le attività che vi saranno svolte stimoleranno espe-rienze logico-temporali, matematiche (misurazione delle quantità degli alimenti usati) e linguistiche (arricchire il campo semantico). A seconda dell’impostazione scelta si prenderanno in considerazione le varie suddivisioni interne, stimolando attività di cucina, degustazione, verbalizzazione, discussione, socializzazione di esperienze e vissuti.

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LABORATORIO DI INFORMATICA Vista l’importanza della conoscenza dell’uso di strumenti tecnologici, già da diversi anni abbiamo strutturato un la-boratorio per consentire a giovani e giovani adulti di ac-quisire competenze specifiche spendibili a livello lavorati-vo. Obiettivi del corso: • orientamento al lavoro • acquisizione di competenze specifiche • acquisizione di un metodo di lavoro LABORATORIO ECOLOGICO-NATURALISTICO

Da sempre l’ambiente che ci circonda è stato frutto delle nostre fantasie e domande. L’universo ha sempre ispirato la nostra immaginazione, nei bambini ancora di più stimola interesse e curiosità. Il contatto con la natura è fondamentale nella crescita di un bambino, gli permette attraverso il gioco di essere consapevole del mondo che lo circonda e con il quale dovrà senz’altro avere un rapporto equilibrato da gran-de. Imparerà cosi a rispettarlo ed a trovare importanti insegnamenti da esso.

ATTIVITA’: passeggiate naturalistiche maneggio laboratori manuali con materiali di recupero cura di un orto annuale cura animali da cortile

OBIETTIVI: sviluppare un maggior senso

dell’orientamento ed un acuto spirito di osservazione valorizzare la cultura del riciclo ed una consapevolezza dei danni cau-

sati dagli sprechi comprendere come nascono e da dove provengono i nostri alimenti entrare in confidenza con gli animali per superare la paura dell’altro e

della diversità in genere

DOPOSCUOLA Il sostegno scolastico è per i ragazzi in base alla fascia d'età (scuola elementare, scuola media e superiore), e vuole da-re risposta al problema legato alla dispersione scolastica, che riguarda la fascia dell'obbligo e i primi anni delle scuo-le medie superiori. Questa attività viene svolta in sinergia con la scuola e i servizi di zona in quanto alcuni obiettivi perso-nali vengono concordati con insegnanti e operatori.

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ATTIVITA’ LUDICO RICREATIVE Si tratta di gite, vacanze, feste, momenti autogestiti e di aggregazione. Questi momenti sono pensati per rispondere al bisogno di creare rapporti significativi con i propri pari e con gli adulti e vanno anche incontro al bisogno di apparte-nenza. LIBERA AGGREGAZIONE È previsto uno spazio aperto dalle 16,30 alle 18,00 per i preadolescen-ti nei giorni di lunedì, martedì e giovedì; dalle 18,00 alle 19,00 per gli adolescenti dal lunedì al venerdì. In tali spazi i ragazzi possono libera-mente proporre le attività di gioco (ping pong, calciobalilla, giochi da tavolo, ecc.) o di laboratorio anche invitando ragazzi non abi-tualmente frequentanti l’Associazione. La presenza dell'educatore è, in questi momenti, essenzialmente quella di un osservatore pronto ad offrire stimoli e di garante del rispetto generale delle regole del cen-tro.

L'EQUITAZIONE

L'equitazione è vissuta, oltre che come attività sportiva, anche come momento ricreativo in cui è privilegiato il rapporto con L'animale, i ragazzi partecipano attivamente alla gestione del ca-vallo, imparando ad accudirlo e a sellarlo. Durante la pratica equestre i ragazzi vengono suddivisi in piccoli gruppi in base al livello tecnico: ai principianti viene

così offerta la possibilità di ap-prendere gradualmente le nozio-ni di base, ed ai cavalieri più e-sperti di approfondire e perfezio-nare la tecnica equestre. Lezioni in maneggio condotte da istruttori qualificati, alternate a giochi equestri, permettono di abbinare l'aspetto tecnico a momenti di puro divertimen-

to, offrendo agli allievi un confronto costante con le proprie capacità.

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COSA VOGLIAMO COSTRUIRE E QUALI TECNICHE USEREMO: Verrà realizzata una struttura polivalente, il tutto in legno e con la completa auto-sufficienza dal punto di vista del fabbisogno energetico, questo per comincia-re…..

IN LEGNO: Molti ancora le associano alla baita tirolese con le imposte intagliate, tipiche finlandesi. Eppure, grazie alle moderne tecnologie costruttive, le case in legno sono diventate un’alternativa adatta a molti contesti urbani, e specialmente un aiuto concreto nei confronti dell’ambiente. RISPARMIO: Le abitazioni in legno hanno prezzi piuttosto competitivi rispetto alle tradizionali costruzioni in calcestruzzo, vanno dagli 800 ai 1100 euro/mq, comprensivi di struttura, copertura, serramenti e predisposizione degli impianti. Le spese di manutenzione vanno effettuate in genere ogni tre anni. DURATA: La durata del legno varia da pochi anni a qualche secolo. Il legno non deve presentare problematiche come tarli e funghi, che ne alte-rano aspetto e struttura. Altro fattore di rischio è dato da pioggia e sole, che permettono ai parassiti di proliferare. Ma per mantenere a lungo “in salute” la propria casa in legno è sufficiente che sia rialzata da terra e che vengano a-dottati agenti protettivi specifici per una manutenzione annuale.

RESISTENZA AI SISMI: La resistenza agli eventi eccezionali, quali i terremoti, è stato osservato in na-zioni dove gli edifici costruiti su delle piattaforme di cemento, in caso di solle-citazioni sismiche “galleggiano” sul terreno, senza riportare alcun danno. RESISTENZA AL FUOCO: Il legno, inizia il suo processo di autocombustione solo a temperature superiori ai 300°C, mentre i materiali “tradizionali” come acciaio e calcestruzzo, si dila-tano alla temperatura di 200°C.

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LA SALUTE: Abitare in una casa in legno significa vivere in un ambiente salubre e benefi-co, questo perché il legno non produce emissioni nocive, è un isolante natura-le, non crea problemi di muffa e umidità e non richiede trattamenti chimici aggressivi. Una casa di legno è anche una casa che “respira”, calda d’inverno e fresca d’estate, che in più offre un’elevata protezione acustica. L’ESTETICA: Tronchi circolari, lamellari, squadrati…la scelta è vasta, ma resta il fatto che una casa in legno è certamente bella da vedere.

LA NATURA: Il legname impiegato proviene da foreste controllate, che vengono costante-mente rimboschite e in cui il taglio è sempre monitorato, il ciclo ecologico del-la pianta, a crescita lenta, è tenuto nella massima considerazione. L’impatto ambientale, in questo modo, è praticamente nullo, in quanto si tratta di case con sistemi ad incastro che riducono drasticamente l’impiego di materiali chi-mici.

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LA STRUTTURA:

Le fondazioni possono essere a platea, in cemento armato, o consistere in uno scantinato con muri e solaio. Parte questo il resto della struttura è realizzata in legno. Le pareti interne e quelle esterne sono costituite da telai in legno, di sezione 4,50x10cm, posti verticalmente ad interasse ci circa 40cm, collegati al piede ed in sommità da dormienti e correnti della stessa sezione. Questi telai sono poi irrigiditi dall’apposizione di pannelli in legname multistrato di vario spessore. Il collegamento fra la struttura in legno e le fondazioni viene assicurato me-diante barre filettate in acciaio DN 14mm, precedentemente annegate nel getto, tirate per mezzo di dadi metallici, oppure con appositi tasselli ad espan-sione. I solai intermedi o di sottotetto possono essere realizzati con travi in legno la-mellare appoggiate, qualora si voglia lasciare il solaio a vista dall’interno, op-pure con tavole da 4,50x21,50cm poste ad interasse variabile a seconda della luce, se il solaio deve essere controsoffittato.

La copertura viene affidata a un’orditura principale con travi in lamellare o tavole; in questo caso il perlinato ha uno spessore di 2 cm. Il completamento del manto si ottiene con la posa di isolamento e ventilazione, per concludere con la tegola in cotto o canadese, chiodata su listelli in legno.

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IL SISTEMA BLOCK-BAU: Prevede sostanzialmente l’impiego di pareti portanti. Molto gradevole dal punto di vista estetico, questa tecnica vede l’impiego di tronchi in legno mas-siccio o lamellare di varie essenze e misure, circolari o squadrati, con lavora-zione maschio-femmina: una volta sovrapposti tra loro con il sistema ad inca-stro vanno a formare la parete portante o divisoria. Il Block-bau garantisce un notevole isolamento termo-acustico: una parete viene formata grazie ad ele-menti di 9cm di spessore (che hanno lo stesso potere isolante di un muro fatto in mattoni spesso 50cm). Va poi considerato l’effetto di solidità che questi tronchi sovrapposti danno. Il progetto fa suo il criterio costruttivo, usando pare-ti esterne e portanti in legno di abete (massiccio o lamellare), dello spessore di 50mm per la trave ad incastro, 90mm per 2 incastri o 120mm per tre incastri. Le travi vengono piallate e fissate al basamento per mezzo di piastre metalliche tassellate. Caratteristico, in alcuni casi, l’incastro con sporgenza esterna, detto “a coda di rondine”.

TRONCHI IN LEGNO NORDICO: Ecco le varie tipologie:

• Tronchi fresati di pino nordico da 170, 190, 210, 230mm – umidità 16/18% ca – trattato, per immersione all’origine, contro muffe, brunitura, funghi e batteri. • Tronchi a D (D-log, massiccio o bilama) da 115/135 mm: ideali per legno a vi-sta + controparte isolante interna in perline di legno o in cartongesso o altro. • Tronchi Bilama da 95/115/135/180/205 (trilama) mm. Tronchi New Tirol da 115 mm a coda di rondine: ideali per pareti esterne rifinite con cappotto termo/acustico intonacato o parete ventilata o mattoni a vista.

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IL LEGNO

Il legno è il materiale ricavato dai fusti delle piante, in particolare dagli alberi ma anche dagli arbusti. Si ricava sia dalle Conifere sia dalle Latifoglie; dalle Palme non si ricava legno vero e pro-prio perché sono in pratica delle gigan-tesche erbe.

Queste piante perenni sono caratteriz-zate dall'avere fusto e rami che cresco-no concentricamente verso l'esterno di anno in anno e di avere i tessuti compo-sti essenzialmente da cellulosa, emicel-lulosa e lignina.

Le piante che non producono legno so-no dette erbacee e includono tutte le piante annuali, molte perenni e molte

piante acquatiche subacquee e gal-leggianti. Il legno è prodotto dalla pianta come elemento strutturale, dalle ottime carat-teristiche di robustezza e resistenza, ed è per questo impiegato utilmente dall'uomo. Come già accennato, il le-gno è costituito da fibre di cellulosa trat-tenute da una matrice di lignina; il ruolo dell'emicellulosa non è stato ancora chiarito.

Una volta tagliato e stagionato od es-siccato, il legno è destinato ad un'am-pia varietà di utilizzi: Scomposto in fibre da origine alla polpa di legno, impiegata per produrre la car-ta Può essere scolpito e lavorato con ap-positi utensili

È stato un importante materiale da co-struzione fin dalle origini dell'umanità, quando l'uomo iniziò a costruirsi i propri ripari e tuttora in uso

È impiegato come combustibile per il riscaldamento e la cucina

• È impiegato per la produzione della carta, tramite la produzione di polpa di cellulosa, avendo sostituito nell'era indu-striale il cotone o altre piante, più ricche di cellulosa ma meno abbondanti e quindi meno adatte ai nuovi regimi di produzione Attualmente l'uso del legno è stato in molti casi sostituito da metallo e plasti-ca. Sono anche impiegati derivati eco-nomici del legno al posto del legno classico, come per esempio il medium-density fibreboard (MDF).

Il legno è commercialmente classificato in tenero e duro. Il legno derivato dalle conifere (per esempio il pino o l'abete) è di tipo tenero, il legno delle Angio-sperme (ontano, quercia, noce) è duro. In realtà questa suddivisione può essere

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fuorviante, poiché alcuni legni duri sono più teneri di quelli definiti teneri, per e-sempio la balsa, mentre alcuni teneri sono più duri dei duri, per esempio il tas-so. In realtà questa disinzione deriva dalla nomenclatura inglese che defini-sce le conifere "softwood" e le latifoglie "hardwood", ma la traduzione in legno tenero e legno duro è un errore di iper-correttismo, visto che le due parole in-glesi stanno a significare semplicemen-te - e rispettivamente - conifere e latifo-glie.

Il legno proveniente da specie differenti ha diverso colore, diversa densità e di-verse caratteristiche della venatura. A causa di queste differenze e ai differenti tassi di crescita, i differenti tipi di legno presentano differenti qualità e valore. Per esempio il mogano vero (Swiestenia mahogani), denso e scuro, è ottimo per gli intarsi e le finiture raffinate, mentre la balsa, leggera, soffice, dalla consisten-za spugnosa facilmente intagliabile, è usato nella realizzazione di modellini.

I nemici naturali del legno sono i funghi e gli insetti.

Colore

Nelle specie con evidente distinzione tra durame e alburno il colore del primo è normalmente più scuro del secondo ed il contrasto è spesso notevole. Il co-lore è dovuto al deposito di diversi ma-teriali risultanti dal processo di crescita, dall'ossidazione e altre reazioni chimi-che e comunque non ha influenza sulle proprietà meccaniche del legno. Alcuni studi su legname molto resinoso di pino hanno mostrato un aumento di resisten-za, probabilmente per la presenza della resina nel legno secco. Le strutture realizzate con legno resinoso sono meno attaccabili dal marciume e dalle termiti, ma per contro è maggior-mente infiammabile; ceppi di vecchi pini sono scavati, tagliati in piccoli pezzi, venduti ed utilizzati per accendere il fuoco. Il legno di abete rosso impregnato di re-sina ed essiccato presenta un consisten-te incremento di resistenza.

Poiché il legno formato più tardivamen-te è di solito più scuro di quello giovane, è possibile valutare da questo la densità e quindi la durezza e la resistenza del materiale, in particolare per il legno di conifere. Nel legno con porosità ad a-nello i vasi del legno giovane spesso ap-paiono sulla superficie finita con un co-lore più scuro rispetto al legno più vec-chio e denso, mentre nelle sezioni tra-sversali di durame è comune il fenome-no inverso. A differenza di questi casi il

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colore del legno non è indice di durez-za. Una anormale perdita di colore del le-gno denota una condizione di possibile malessere della pianta, come attacchi di insetti, o altri animali. Il semplice sco-lorimento può essere prodotto da una ferita, che non ha influenza comunque sulle caratteristiche del legno. Certi a-genti induttori della putrefazione come i funghi impartiscono un colore che è spesso sintomatico della malattia. La macchiatura della linfa è dovuta alla crescita di funghi, ma che non necessa-riamente portano ad uno stato di ma-lattia.

Struttura L'albero cresce in diametro con lo svi-luppo, deponendo uno strato di nuovo legno tra il vecchio legno e la cortec-cia, che ha la funzione di proteggere fusto, rami e radici. In condizioni normali viene formato un anello ogni anno ed in sezione trasversale si osserva una serie di anelli concentrici. Lo studio di questi a-nelli è effettuato dalla Dendrocronologi-a.

Questi strati sono costituiti da cellule le-gnose di vario tipo, in massima parte fi-brose. Nelle conifere e nelle specie a legno tenero le cellule sono quasi esclu-sivamente di tipo a trachea, propria-mente dette tracheidi, e come conse-guenza il legno ha una consistenza più uniforme rispetto ai legni duri. Nelle co-nifere non ci sono pori così evidenti co-

me nell'ontano e nel frassino. Ogni anello è costituito da due strati più o meno definiti. La parte più vicina la centro, di colore più chiaro e trama più diradata, si forma durante la stagione primaverile, quando la crescita è più rapida. È per questo chiamato legno precoce, legno primaverile o legno pri-maticcio. La parte esterna è chiamata

legno tardivo, legno autunnale o legno estivo, poiché la sua produzione avvie-ne alla fine della stagione vegetativa tra l'estate e l'autunno. Nei pini del ge-nere Strobus non c'è molto contrasto tra le parti ed il legno è molto uniforme e facile da lavorare. Nel genere Pinus il legno tardivo è più scuro ed è evidente il contrasto con il legno primaverile. Nel legno con porosità ad anello, ogni crescita stagionale è ben definita, poi-ché i grandi pori del tessuto primaverile spiccano rispetto al tessuto autunnale. Nel legno a pori diffusi, la demarcazione è spesso poco chiara e in alcuni casi invisibile ad occhio nudo.

La struttura delle latifoglie è più com-plessa, poiché includono ampi vasi, in alcuni casi (ontano, castagno, frassino) larghi e separati, in altri (salice, pioppo) molto piccoli e distinguibili con l'aiuto di una lente. Questo tipo di legno è classificato in du-e categorie: a porosità ad anello e a porosità diffusa.

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Nelle specie con porosità ad anello co-me frassino, castagno, olmo, gelso ed ontano, i grandi vasi o pori (come sono detti i vasi visti in sezione) sono situati nella parte di legno formatasi in prima-vera, costituendo una regione di tessuto più o meno porosa. La zona estiva contiene pochi vasi e u-na maggiore porzione di fibre di legno, che al contrario dei vasi danno la du-rezza e la resistenza al materiale. Nel legno a porosità diffusa i vasi sono dispersi per tutto l'anello di crescita. E-sempi di questo tipo sono la betulla, l'acero, il pioppo ed il salice. Alcune specie come la noce ed il ciliegio han-no caratteristiche intermedie e costitui-scono un gruppo a parte. Se un legno di pino duro viene confron-tato con un esemplare più leggero, si può notare come nel legno duro sia presente una maggiore quantità di le-gno tardivo, ed è di aspetto più scuro. In tutte la specie il legno tardivo è più denso di quello precoce, per cui mag-giore è la sua quantità, maggiore è la densità e la resistenza del legno. Osser-vato al microscopio il legno estivo mo-stra cellule con una parete molto spes-sa e una piccola cavità interna, mentre quello precoce ha pareti sottili e ampie cavità. E la resistenza è data dalle pare-ti, non dalle cavità. Dovendo scegliere un legno di pino per avere resistenza o rigidità, l'elemento da considerare è il rapporto tra legno tardi-vo e legno precoce. Lo spessore degli anelli non è tanto importante quanto l'abbondanza di legno tardivo. Non solo la proporzione è importante ma anche la quantità totale. In esemplari con una abbondante porzione di legno tardivo è evidente anche una maggiore porosi-tà, e per questo può costituire una mas-sa minore rispetto ad una porzione mi-nore ma più densa. La stima visiva della resistenza deve te-nere conto anche della densità.

Tronchi di alberi provenienti dai boschi delle alture di Biella, in Piemonte

Non c'è una spiegazione univoca del motivo alla base della formazione dei due tipi di legno, molti fattori entrano in gioco. Nelle conifere, il tasso di crescita da solo non giustifica la proporzione tra le parti dell'anello; in alcuni casi il legno a cre-scita lenta è più duro e denso, in altri è vero l'opposto. La qualità del luogo nel quale l'albero è cresciuto incidono sulle proprietà del legno, anche se non è possibile stabilire una regola generale. Si può grossomo-do dire che se occorre resistenza e la-vorabilità è preferibile utilizzare legno a moderata o lenta crescita, ma nella scelta di uno specifico esemplare non si deve guardare lo spessore degli anelli, ma la proporzione tra legno precoce e tardivo e le caratteristiche di quest'ulti-mo. Nel caso del legno duro con porosità ad anello sembra esistere una relazione tra il tasso di crescita e le proprietà del legname, riassumibile nell'affermazione che maggiore è la velocità di crescita o maggiore è lo spessore degli anelli, maggiore è la densità, la durezza e la rigidità.

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Questo è però valido solo per il legno con porosità ad anello, come l'ontano e altre specie, ed esistono naturalmente delle eccezioni e limitazioni. Il legno con porosità ad anello di cresci-ta sana, le fibre con pareti spesse e ro-buste sono più abbondanti nella porzio-ne intermedia del tronco. Con la diminuzione del lume dei vasi, anche la porzione intermedia si riduce in maniera tale che una crescita lenta produce un legno più leggero, compo-sto da pareti sottili e parenchima. Nell'ontano di buona qualità questi vasi occupano dal 6 al 10% del volume del tronco, mentre nel materiale di inferiore qualità si può arrivare al 25% ed oltre. Il legno tardivo di ontano di buon livello, ad esclusione di zone grigie dovute a piccoli pori, è di colore scuro, solido ed è costituito per metà o più da fibre con parete spessa. Il legno tardivo di ontano di bassa quali-tà, l'area di queste fibre è molto minore in quantità e qualità. Questa differenza è in larga misura dovuta ad un diverso tasso di crescita. Il legno con ampi anelli è anche detto di seconda crescita, poiché a causa dell'abbattimento dei vecchi alberi cir-costanti, il giovane albero cresce più rapidamente che se fosse rimasto in mezzo alla foresta. Questo tipo di legno è preferito nella costruzione di manufatti dove sia importante la resistenza, per esempio nei manici e nei raggi delle ruote in legno, dove è importante non

solo la resistenza ma anche la durezza e la resilienza. Utilizzi Come nel resto del mondo, anche in Italia il legno strutturale è stato larga-mente usato come materia prima per la costruzione di case ed altri edifici fino agli anni venti del XX secolo. Successi-vamente è stato sostituito dal mattone e dal cemento. Oggi sta riacquistando la sua importanza, grazie anche ad una nuova coscienza ambientale.

Gli elementi dell'arredamento sono fre-quentemente realizzati in legno, così pure come rivestimento (pavimenti in legno, pannellature ecc.). L'uso più importante per l'evoluzione della civiltà umana è però legato alla creazione del fuoco e al suo utilizzo co-me fonte di energia, che permise agli uomini preistorici di cucinare, scaldarsi e difendersi dagli animali. Il suo utilizzo co-me fonte energetica è continuato per tutta la storia dell'umanità fino a tutto il XVIII secolo, quando cominciò ad esse-re sostituito dal carbone, dal potere ca-lorifico più elevato e più adeguato per le nascenti necessità industriali. Il fuoco di legna è tuttora usato in molte abita-zioni per il riscaldamento. Se bruciato nelle efficienti stufe moderne e preleva-to da foreste appositamente coltivate, il legno può essere visto come un'ottima fonte di energia rinnovabile.

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IL PANNELLO SOLARE

Schema di un pannello solare: 1)Valvola 2)Serbatoio di accumulo 3)Condotto di inserimento 4)Pannello di assorbimento 5)Condotto di inserimento dell'acqua fredda Il pannello solare termico (detto anche collettore solare) è un dispositivo atto alla conversione della radiazione solare in energia termica e al suo trasferimen-to, per esempio, verso un accumulatore per un uso successivo; questa tecnolo-gia, cioè l'insieme dei componenti che oltre al pannello solare costituiscono l'impianto, viene detta nel suo comples-so solare termico.. Tecnologia Un sistema solare termico normalmente è composto da un pannello che riceve l'energia solare, da uno scambiatore dove circola il fluido utilizzato per trasfe-rirla al serbatoio utilizzato per immagaz-zinare l'energia accumulata. Il sistema può avere due tipi di circolazione, natu-rale o forzata. Circolazione naturale Nel caso della circolazione naturale a termosifone, per far circolare il fluido vettore nel sistema solare, si sfrutta la

convezione. Il liquido vettore riscaldan-dosi nel pannello solare si dilata e gal-leggia rispetto a quello più freddo pre-sente nello scambiatore del serbatoio di accumulo spostandosi, quindi, nello scambiatore posto più alto rispetto al pannello solare cedendo il suo calore all'acqua sanitaria del secondario . Questa tipologia è più semplice ed e-conomica di quella a circolazione for-zata. Non esiste consumo elettrico do-vuto alla pompa di circolazione e alla centralina solare differenziale presente nel sistema a circolazione forzata. Il flui-do vettore usato nel circuito primario è glicole propilenico atossico (comunemente conosciuto come anti-gelo) miscelato con acqua in una per-centuale tale da garantire una ade-guata resistenza al gelo. Il serbatoio vie-ne disposto ad un'altezza maggiore di quella dei pannelli solari a cui è colle-gato e per ragioni estetiche è del tipo orizzontale ad intercapedine. La disposi-zione più funzionale sarebbe verticale per favorire la stratificazione del calore accumulato ma sarebbe decisamente antiestetica. La circolazione naturale, rispetto a quella forzata, risulta essere più sensibile alle perdite di carico del circuito primario e vengono, quindi, rea-lizzati sistemi kit compatti ove il serbato-io di accumulo è sito molto vicino al pannello solare. Il serbatoio di accumu-lo coibentato è posto all'esterno e si ha comunque una inevitabile dispersione termica del calore raccolto ed è poco adottato in regioni fredde e nevose quali quelle montane. Un impianto a cir-colazione naturale con serbatoio ester-no è adatto in regioni con temperature notturne non rigide. Attualmente viene fatta molta attenzione all'impatto visivo di tali sistemi colorando i serbatoi di co-lor tegola oppure disponendoli diretta-mente a terra.

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Circolazione forzata

Schema di un impianto a circolazione forzata: 1) Pannello solare; 2) regolatore 3) Pompa 4) Pressostato 5) Serbatoio d'acqua 6) Altra fonte di calore (caldaia, pompa di calore ecc.) La circolazione del liquido avviene con l'aiuto di pompe solo quando nei pan-nelli il fluido vettore si trova ad una tem-peratura più elevata rispetto a quella dell'acqua contenuta nei serbatoi di accumulo. Per regolare la circolazione ci si avvale di sensori che confrontano la temperatura del fluido vettore nel collettore con quella nel serbatoio di accumulo (termocoppia). In tali impian-ti ci sono meno vincoli per l'ubicazione dei serbatoi di accumulo. La maggiore velocità del fluido vettore permette un maggiore scambio termico e quindi il rendimento del pannello è leggermente superiore, anche perché si possono uti-lizzare proficuamente tecnologie e ma-teriali il cui costo non sarebbe giustifica-to in un impianto a circolazione natura-le per i motivi sopra descritti. Normal-mente, il circuito idraulico collegato al pannello è chiuso e separato da quello dell'acqua che riscalda, posizionando una serpentina nel serbatoio come scambiatore di calore. Le serpentine possono anche essere due nel caso si

voglia anche preriscaldare il fluido dell'impianto di riscaldamento tramite l'acqua del serbatoio. Si può anche in-tegrare una resistenza elettrica per ri-scaldare l'acqua in caso di insufficiente o assente (nelle ore notturne) irradiazio-ne solare. Componenti Pannello solare Quasi tutti i pannelli solari implementa-no in vario modo questi componenti: • copertura trasparente • assorbitore • isolamento • collegamenti • contenitore Componenti opzionali Accumulo L'accumulo talvolta è parte integrante del pannello solare e in questi casi spes-so è in vista immediatamente sopra ad esso o nelle immediate vicinanze. Molto spesso l'accumulo non fa parte del pan-nello ma dell'impianto termico. Tipologie I pannelli solari si possono suddividere in alcune tipologie costruttive: • piani non vetrati • piani vetrati • piani vetrati non selettivi • piani vetrati selettivi • sottovuoto • vetrati con aria calda • scoperti

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La Storia, le storie, della valle del Ceno.

Un soggiorno a Neverland fornisce una magnifica occasione per un suggestivo viaggio alla scoperta delle notevoli bellezze naturali, della storia, dell'arte e delle tradizioni di questa terra. Attraverso borghi, castelli ed ancora incontaminati boschi e torrenti, il viaggiatore percorre sentieri che rimandano ad antiche storie d'armi, di cavalieri e potenti si-gnori, ma anche a storie minime di quotidiana fatica di boscaioli, contadini ed emigranti.

La valle del Ceno fu sicuramente abitata già nella Preistoria; infatti vari ritrova-menti di utensili in selce testimoniano la presenza di accampamenti di cacciatori mesolitici databili intorno a 10.000 anni fa. Dalle caratteristiche degli oggetti rinvenuti negli insediamenti risalenti alla succes-siva Età del Bronzo si desume l'origine Ligure di queste popolazioni.

Come riporta lo storico Polibio, i Liguri erano Celti provenienti dalla Gallia Narbo-nese e come questi ultimi avevano una religione caratterizzata dal culto per

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la Natura e per le sue manifestazioni. In generale gli autori di epoca romana descrivono questo indomito popolo di montanari usando termini non molto lusinghieri, malcelando il risentimento per genti forse rozze e male armate, ma capaci di tenere testa per quasi un secolo ai potenti Romani invasori. Alla caduta dell'Impero Romano i Longobardi occuparono l'Italia Settentrionale arrivando anche in val Ceno. Essi fondarono numerosi monasteri ed abbazie; im-portantissima fu la pieve di Varsi che ci ha tramandato ben undici pergamene originali (si pensi che solo sette documenti sono invece stati ritrovati a Pavia che era la capitale del regno).

Il basso Medioevo vide il progressivo sviluppo dei monasteri che, inizialmente nati con lo scopo di garantire ricovero e sicurezza ai mercanti e ai pellegrini in viag-gio, di fatto divennero il fulcro intorno a cui ruotava la vita e l'economia della val-le. Di grande rilevanza fu il monastero di "Caribaldasco" (Carpadasco) di cui i ter-reni della nostra azienda facevano sicuramente parte e oggi ne sono confinanti. Con il declino di questi monasteri subentrarono nel controllo della valle le grandi dinastie feudali; da questo momento i Malaspina, i Landi, i Visconti, gli Sforza, i Doria e i Farnese si successero nel dominio della valle del Ceno e della contigua valle del Taro, ottenendole per investitura, mercato o conquista. Il feudalesimo scomparve solamente nel 1805, con l'annessione all'Impero France-se di Napoleone.

... Poi è storia moderna, non meno interessante per chi vorrà ascoltare i racconti di anziani contadini che, inizialmente schivi, dopo averci offerto un bicchiere di vino ci racconteranno di se e dei propri padri; di Re e di guerre non capite, di secchi di latte portati a piedi fino ai caseifici, di feste povere per la mietitura o per l'uccisione del maiale, di boschi tagliati in paesi lontani, di ritirate in Russia e Resi-stenza sui monti.

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LA GESTIONE DELLA PRIVACY

Le modalità di trattamento dei dati sono conformi a quanto previsto dalle vigenti normative in materia, con particolare riferimento al decreto legislativo D. Lgs. 196/2003. Nello specifico i dati oggetto del trattamento sono:

trattati in modo lecito secondo correttezza; raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, ed utilizzati in altre

operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi esatti e, se necessario, aggiornati pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono rac-

colti o successivamente trattati conservati in forma che consenta l’identificazione dell’interessato per un periodo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati. Titolare del trattamento dei dati è l’Associazione Dolceacqua ( art. 28 D.Lgs 196/03). In sede di inserimento presso la ns. struttura all'ospite viene consegnata l’informativa ex. Art. 13 D.lgs 196/2003 e il relativo modulo per il consenso informato. L’autorizzazione al trattamento dei dati personali viene restituita firmata agli ope-ratori che la trattengono nella cartella.

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IL PIANO FINANZIARIO:

Si intende promuovere la firma di convenzioni con i Comuni della Regione ed altri istituzioni locali.

Si intende promuovere convenzioni e accordi di gestione della struttura e dei servizi, con le cooperative già presenti sul territorio locale.

Si intende promuovere l’accordo con la Fondazione del banco Alimentare al fine di ottenere la donazione del cibo.

Si intende organizzare eventi culturali con la finalità di effettuare raccolte fon-di per le spese e la realizzazione del progetto.

Si intende promuovere collaborazioni con tutte le associazioni o singoli indivi-dui che operino in ambito: sociale, culturale, artistico e ricreativo

Determinazione del contributo economico: il contributo economico giornalie-ro è calcolato per il numero di giornate comprese tra la data di accoglien-za effettiva (comunicata per iscritto) e quella di uscita definitiva (comunicata per iscritto) dall’Associazione.

Calcolo della retta giornaliera: il contributo economico giornaliero richiesto concorre a garantire tutto quanto si renda necessario al mantenimento, all’istruzione e alla educazione di ciascun minore e adulto secondo le pro-prie caratteristiche e gli specifici bisogni (cibo, vestiario, cure ed assistenza sanitaria primaria, spese per attività scolastiche, per iniziative ricreative, sportive ed associative, per eventuali soggiorni di vacanza, ecc.)

Impossibilità di diminuzioni delle rette: non sono ammesse riduzioni di contribu-to a motivo di eventuali assenza temporanee dell’ospite ( rientri presso la famiglia d’origine nei fine settimana, vacanze o soggiorni personali, ecc..). Motivate e temporanee eccezioni potranno essere esaminate da tutti gli adulti accoglienti.

Modalità di pagamento degli oneri: per il pagamento degli oneri a carico de-gli Enti o persone richiedenti l’accoglienza degli ospiti, sarà a mezzo di bo-nifico bancario o versamento in conto corrente postale.

Si intende infine, partecipare ai bandi di concorso per progetti effettuati da enti locali, governo, Unione Europea e Fondazioni vari

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Associazione Culturale e Casa Laboratorio

DolceAcqua

di

Bossio Salvatore e Chiuri Eleonora

località Ponte Vetrione 170

43049 Contile - Varsi (PR)

Phone e Fax +39 052559395

associazioneculturaledolceacqua.blogspot.it

347.7579656 – 349.8850359

C.F. 92168430343

INFO e CONTATTI:

Salvatore Bossio Eleonora Chiuri

Località Ponte Vetrione 170 43049 Contile - Varsi (PR)

phone: 347.7579656 / 0525.59395 [email protected]

associazioneculturaledolceacqua.blogspot.it


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