Suore Ancelle dell’Immacolata
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SUORE ANCELLE DELL’IMMACOLATA SCUOLA DELL’INFANZIA
ISTITUTO “PIETRASANTA” Via Don Donato Giannotti, 13
81055 Santa Maria Capua Vetere CE
PROGETTO EDUCATIVO E
PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA
Suore Ancelle dell’Immacolata
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INDICE
I Progetto educativo pag. 4
1. Presentazione “ 4
2. Identità culturale “ 4
3. I pilastri dell’azione educativa della scuola dell’infanzia “ 7
3a. Il bambino e la sua famiglia “ 7
3b. Il compito della scuola “ 7
3c. La proposta educativa “ 8
3d. L’insegnante “ 8
3e. Il bambino “ 8
3f. Il metodo “ 8
3g. La programmazione “ 9
3h. La valutazione “ 10
4. Conclusioni “ 11
II Piano dell’Offerta Formativa “ 12
1. Premessa “ 12
2. Chi siamo. Caratteristiche del territorio in cui la scuola opera “ 12
3. Realtà scolastica “ 13
3a. Il tempo “ 13
3b. L’accoglienza “ 13
3c. La cura di sé “ 13
3d. Il pranzo “ 13
3e. Il gioco “ 13
3f. Lo spazio del riposo “ 14
4. Risorse, struttura e attrezzature “ 14
4a. Risorse umane “ 14
4b. Struttura “ 14
4c. Attrezzature “ 14
5. Finalità ed obiettivi educativi della scuola dell’infanzia “ 15
5a. Insegnamenti disciplinari “ 15
5b. Progetti e visite guidate “ 16
6. Valutazione “ 16
7. Documentazione “ 16
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8. I rapporti Scuola/Famiglia “ 17
8a. Accoglienza “ 17
8b. Incontri scuola-famiglia “ 17
9. Organizzazione della vita scolastica “ 17
9a. Orario scolastico “ 17
9b. Attività giornaliera “ 18
10. Le regole della convivenza scolastica “ 18
10a. Entrate, uscite, permessi “ 18
10b. Abbigliamento “ 18
11. Mensa “ 18
12. Organi di partecipazione “ 19
III Programmazione Anno Scolastico 2012-2013 “ 20
1. Settembre “ 20
2. Ottobre/Novembre “ 21
3. Dicembre “ 23
4. Gennaio/Febbraio “ 24
5. Marzo “ 25
6. Aprile/Maggio “ 26
I
PROGETTO EDUCATIVO
Suore Ancelle dell’Immacolata
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1. Presentazione
Le Suore Ancelle dell’Immacolata
- sulla scia del fulgido esempio del loro Fondatore, don Donato Giannotti;
- in attuazione degli indirizzi definiti dalle disposizioni che regolano l’attività
educativa della Congregazione (Cfr. Costituzioni nn. 73-75);
- in ossequio ai principi fondamentali (artt. 1-12) della Costituzione Italiana
presentano il loro PROGETTO EDUCATIVO.
In particolare lo sottopongono:
- ai Genitori, perché siano consapevoli della scelta che fanno iscrivendo i
loro figli ad una Scuola Cattolica;
- ai Docenti, perché si facciano carico di essere i veri animatori della
formazione umana, sociale, civile, culturale, religiosa dei fanciulli loro
affidati;
- agli Scolari, perché crescendo negli anni si responsabilizzino
progressivamente e collaborino attivamente per lo sviluppo integrale della
loro personalità.
L’impegno di tutti, pur nelle differenze di ruoli e funzioni, deve essere quello di
realizzare il PROGETTO EDUCATIVO utilizzando tutte le risorse ed i mezzi di cui
dispongono nel miglior modo possibile.
2. Identità culturale
La scuola “Pietrasanta” coi suoi docenti, religiosi e laici, propone a tutti i
discenti una dinamica educativa che, alla luce della cultura contemporanea, è
finalizzata alla formazione integrale dei soggetti in età evolutiva, attraverso la
migliore sintesi possibile del Cristianesimo e delle istanze profondamente
democratiche espresse dalla Carta costituzionale entrata in vigore il 1° gennaio
1948. Partendo dal presupposto teorico che concepisce la cultura come ricerca
e che, naturalmente, per una Scuola ad ispirazione cattolica, comprende la
risposta storica donata da Gesù Maestro, il Quale è Via, Verità e Vita, e
ritenendo che la ricerca della verità sia il fondamentale anelito dell’uomo, la
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nostra scuola non tralascia i valori della tradizione (perché la conoscenza si
fonda sulla memoria del passato, si approfondisce nel presente e prepara, così,
razionalmente ogni buona prospettiva per il futuro) e si apre alle grandi sfide
dell’innovazione. In questa luce, il Progetto Educativo delle Suore Ancelle
dell’Immacolata assume valenze sinergiche e promozionali sui convergenti piani
dell’insegnamento e dell’apprendimento. Si tratta di un’opera che, pur rifacendosi
al Credo cattolico, non tralascia la primaria conoscenza delle altre Confessioni
religiose, stimolando la sollecitudine ecumenica della fratellanza e della pace
universale da attuarsi in seno alla famiglia, alla scuola e a tutte le altre istituzioni
del sistema formativo policentrico che deve man mano diventare sistema
formativo integrato. Inoltre questa scuola cattolica mira a formare una
persona nuova e una società nuova sulla base dei valori evangelici della
libertà e della carità. Quindi non sarà una scuola di élite, ma aperta ai bisogni
effettivi del territorio. Essa può essere definita come una cellula viva di un corpo
più grande, che è la società, al cui progresso e miglioramento contribuiscono tutti.
Il “territorio” con le sue varie realtà istituzionali, culturali, religiose, scientifiche,
sociali, ricreative e quant’altro di utile alle persone e alle famiglie, costituisce,
infatti, il normale ambiente di riferimento della vita scolastica.
Durante la sua “crescita“ ciascun bambino è confortato dai valori ricorrenti del
suo apprendimento e di quelli dei suoi coetanei attraverso una dinamica anche
squisitamente interpersonale che sollecita le valenze del codificare e decodificare,
seguendo una rete psicologica, sociale, scientifica e tecnologica il cui
denominatore è la “persona umana” che vive la propria e le altrui quotidianità. Le
indicazioni della migliore psicopedagogia neoumanistica e scientifica (da Dewey a
Bloom, da Piaget a Don Milani, da Montessori a De Bartolomeis) si
costituiscono in tal modo a monte di ogni itinerario didattico-educativo. Così non
si perviene soltanto ad un traguardo finale di “scuola per l’infanzia”, bensì ad una
consapevole esercitazione della psimotricità e della cognitività, accumulando
capacità, abilità e competenze, anche in vista di un maturo passaggio scolastico
istituzionale, onde evitare un brusco adattamento a nuove realtà che
coinvolgeranno l’alunno negli anni successivi, durante il cammino verso l’età
della fanciullezza.
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La scuola cattolica delle Suore Ancelle dell’Immacolata intende anche confermare
una lunga tradizione, che riteniamo debba essere sempre meglio attuata, nello
spirito comunitario che deve caratterizzarla: Scuola e famiglia insieme per
l’educazione, con l’auspicio che vengano superati gli ostacoli alla piena ed
effettiva libertà educativa, che condizionano ancora oggi pesantemente le scelte
dei genitori per il percorso formativo dei loro figli. Soltanto in questo quadro, del
tutto trasparente e promozionale, la nostra scuola cattolica riuscirà attualmente
ad operare con la consapevolezza, in ogni caso, di ottemperare ad un carisma
ricevuto dal fondatore delle Suore Ancelle dell’Immacolata, don Donato
Giannotti. Riportando, qui di seguito gli articoli da 73 a 75 delle nostre
Costituzioni, riscopriamo, su quella linea imprescindibile, contenuti che sono di
sorprendente attualità.
“L’Istituto si dedica all’azione educativa, partecipando alla missione della
Chiesa; le suore impegnate in questo delicato e difficile settore apostolico,
ricordino di essere non delegate dalle famiglie, ma collaboratrici nella
formazione umana e cristiana dei bambini e dei giovani a loro affidati.
Consapevoli che l’opera educativa non mira ad imporre i propri piani, ma
ad aiutare i giovani nel cammino loro segnato dal Signore, preghino per
loro e li aiutino ad inserirsi nella società. Per questo le suore si aggiornino
nella conoscenza e nell’uso di tutti i sussidi pedagogici e didattici offerti
dalle attuali risorse della scienza. Non si trascuri una profonda e saggia
attenzione all’orientamento vocazionale delle giovani, in modo che esse
facciano una scelta rispondente al disegno di Dio su ciascuna di loro. Le
scuole della Congregazione siano luoghi di formazione e centri di
formazione umana e religiosa nel quartiere e nella zona in cui si trovano”.
Da una così profonda riflessione sembra riemergere la voce di Jacques Maritain,
allorquando afferma, contro esagerate concezioni pragmatiche ed empiristiche,
tuttora ricorrenti, che la pedagogia è disciplina filosofica e, pertanto, si fonda
su una dominante realtà filosofico-religiosa dell’uomo. Pertanto, si è già detto,
fine dell’educazione è la formazione integrale della persona: è questo il principio
vitale per cui l’educazione deve favorire le predisposizioni naturali, intime e
personali del soggetto nell’età dello sviluppo, in quanto la sua personalità è
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sicuramente tesa alla sua libertà di pensiero e di azione. In una feconda armonia
con quella degli altri suoi simili, già nel contesto della prima infanzia e per
sempre.
3. I pilastri dell’azione educativa della scuola dell’infanzia
3a. Il bambino e la sua famiglia
Il bambino ha la radice e il principale riferimento nella sua famiglia. Essa è il
primo luogo nel quale impara a vivere e a stare di fronte alla realtà. All’ingresso
nella scuola dell’infanzia ha già una sua storia personale che gli consente di
possedere un patrimonio di atteggiamenti e capacità. Egli è un soggetto attivo,
curioso, interessato a conoscere e capire, capace di interagire con i coetanei e
adulti al di fuori dei legami parentali.
3b. Il compito della scuola
La scuola dell’infanzia si pone quindi come primo aiuto sistematico alla
responsabilità educativa della famiglia. Per questo curiamo in modo particolare
sia il momento del distacco per l’inserimento sia, nell’arco degli anni, il rapporto
con la famiglia come fonte di identità e ricerca di un cammino adeguato ad ogni
bambino.
La scuola dell’infanzia rappresenta per quasi tutti i bambini il primo luogo,
diverso dalla casa, in cui vivere con altri coetanei e adulti per molte ore al giorno.
Questo passaggio può rappresentare un momento piacevole e rassicurante di
crescita solo se la scuola è capace di accogliere ciascun bambino, aiutandolo a
trovare, nell’incontro con nuove persone e con un nuovo ambiente, un riferimento
che lo rassicuri, ponendosi in continuità con la famiglia e offrendo l’apertura a
nuove esperienze. Tale apertura non tarderà a tradursi in curiosità conoscitiva,
che verrà soddisfatta in modo sistematico nella scuola elementare. Il vero apporto
che vogliamo dare è favorire un interessamento gioioso alla realtà.
3c. La proposta educativa
Educare significa introdurre il bambino a conoscere la realtà e a scoprire che i
“frammenti della vita” sono legati da un significato.
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Questa affermazione si esplicita attraverso una qualità di relazione con
l’insegnante: è innanzitutto l’esperienza di un rapporto personale che introduce il
bambino ad un modo di guardare e di conoscere la realtà positivamente. Il criterio
che deve sostenere una proposta educativa è riconoscere il bambino nella sua
globalità cioè nella sua unità affettiva e cognitiva. Questa globalità si esprime
nella valorizzazione della domanda di
senso che il bambino pone sulla realtà.
3d. L’insegnante
Se il vero apporto che la scuola dell’infanzia deve dare è il “favorire un gioioso
interessamento alla realtà”, l’insegnante deve essere persona ricca di senso della
realtà stessa, persona che vive la propria esperienza umana e per questo capace
di comunicarla rendendo affascinante il cammino del bambino e
accompagnandolo nei passi quotidiani fatti di gioco, esplorazione, amicizia e
conquiste.
3e. Il bambino
Il bambino è “uno” che pensa, che è capace di un giudizio, che prova desideri, che
ha attese. Per questo non pensiamo ad un modello di bambino precostituito, ma
valorizziamo ogni bambino per quello che realmente è, ne sollecitiamo la curiosità
sì che l’incontro con la realtà diventi stupore e desiderio di conoscere. Ogni
aspetto della sua persona viene così preso in considerazione perché ognuno
cresca avendo stima di sé e delle sue possibilità.
3f. Il metodo
Il metodo è la strada che aiuta ad arrivare allo scopo di educare un bambino
aiutandolo a sviluppare tutte le strutture individuali fino alla loro realizzazione
integrale. Esso è caratterizzato dall’esperienza, un’esperienza che non può essere
insegnata ma vissuta.
Abbiamo verificato che il bambino piccolo ha bisogno che ogni proposta parta da
un adulto che lo accompagni, lo guardi, lo confermi, lo sostenga. Tipica è
l’espressione “guarda!” con la quale il bambino coinvolge l’insegnante
ogniqualvolta rimane egli stesso sorpreso di ciò che è accaduto. L’esperienza è
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vera se ha una risonanza nell’intero mondo interiore del bambino e mobilita la
sua intelligenza, affettività e curiosità.
Non è solo il “fare”, ma è creare le condizioni perché il bambino possa compiere
un passo in più nella consapevolezza di ciò che gli accade in modo che il suo
agire diventi sempre più ricco di significato. L’esperienza genera quindi una
coscienza di sé e una possibilità di crescita. Il metodo di apprendimento che
stiamo cercando di diffondere è quello del saper cogliere nuove conoscenze del
saper comparare, del mettere in relazione, del domandarsi perché, del fare (anche
provando per tentativi ed errori per sapersi correggere), del saper riflettere sul
percorso di conoscenza. L’insegnamento non è visto come un percorso lineare e
fisso ma è caratterizzato dalla flessibilità e dalla continua verifica che permette di
renderlo sempre più aderente alla realtà dei bambini.
3g. La programmazione
La programmazione viene fatta all’inizio dell’anno scolastico, attraverso un
progetto unitario condiviso dal collegio delle insegnanti il quale, preceduto dal
monitoraggio della situazione e sviluppato e verificato periodicamente, attraverso
diverse unità d’apprendimento, permette un approccio globale ed intrecci
trasversali tra i diversi campi d’esperienza. La programmazione prende avvio da
una posizione intenzionale dell’adulto ma è qualificata da ciò che accade “mentre”
l’azione si svolge. Ciò che accade rappresenta il “cuore” imprevedibile della
didattica rispetto al quale l’adulto ha un compito di osservazione, riflessione e
comunicazione alle famiglie.
La nostra scuola mira ad accogliere ogni bambino come persona, con la sua
famiglia, la sua storia, la sua esperienza. Per poter conoscere e valorizzare le
abilità e le capacità di ognuno, intesse un dialogo con le singole famiglie
utilizzando vari strumenti primo fra tutti l’incontro e il colloquio personale con i
genitori. L’azione educativa e didattica parte da un iniziale monitoraggio dei
problemi e delle risorse dei bambini e, lungo il suo procedere, mantiene sempre
come punto di partenza l’osservazione da parte dei docenti. Gli insegnanti
cercano di instaurare buone relazioni con i bambini,con gli altri docenti, con le
famiglie e con tutte le persone che entrano nella scuola. Conosciuti gli alunni,
cercano di percepire e indirizzare le loro potenzialità, offrendo svariate attività per
dar modo a ciascuno di sviluppare la propria creatività. Ritengono importante
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creare ambienti di apprendimento e stimolano i bambini nel comunicare loro
l’emozione del conoscere. Gli ambienti di apprendimento proposti sono molteplici
e differenziati ed ogni insegnante ne fa uso, “inventando” percorsi didattici.
3h. La valutazione
La valutazione non intende giudicare il bambino bensì evidenziare il suo percorso,
la proposta educativa e l’azione dell’adulto attraverso le “risposte” dei bambini.
Una valutazione così intesa tenta anche di individuare gli stili di apprendimento
dei bambini, configurandosi come sistema di controllo continuo che permette di
convalidare l’azione didattica e adattarla alle situazioni.
Una simile verifica può essere realizzata solo attraverso un’adeguata
documentazione che:
a) permette all’insegnante di monitorare continuamente il proprio intervento
educativo valutandolo e modificandolo all’occorrenza;
b) permette ai bambini di ripercorrere la propria storia analizzando le difficoltà
incontrate, le abilità consolidate, gli interventi eseguiti;
c) permette alle famiglie di partecipare al percorso intrapreso ai propri figli
all’interno dell’Istituzione scolastica. In concreto la documentazione si presenta
sotto diverse forme: cartelloni prodotti durante l’anno scolastico, schede e testi
utilizzati dai bambini che vengono consegnati a ciascuno al termine del lavoro
svolto ….. La valutazione dell’attività svolta avviene in forma interna, fra il gruppo
insegnanti e fra le insegnanti e i bambini, e in forma esterna, con la possibilità
per i genitori di esprimere attraverso colloqui e sondaggi il loro pensiero. Alla base
dell’azione educativa rimane la persona, il bambino e la sua famiglia. Pertanto
essa:
• favorisce l’accoglienza “personalizzata” del bambino creando un clima sereno
adatto a rendere meno traumatico il momento del distacco;
• considera con discrezione, rispettosa comprensione e solidarietà le situazioni
familiari difficili socialmente, culturalmente ed economicamente precarie presenti;
• chiede ad entrambi i genitori collaborazione continua e costante in un rapporto
di reciproca lealtà per garantire coerenza all’azione educativa;
• sensibilizza la famiglia affinché lo svolgimento di particolari momenti della vita
scolastica, quali ricorrenze e incontri festosi, avvenga in forma di partecipazione
attiva;
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• prevede il coinvolgimento nella vita scolastica anche di figure parentali diverse
dai genitori per favorire lo sviluppo di una personalità affettivamente equilibrata;
• intende stimolare la partecipazione di tutte le persone che fanno parte del
sistema per poter dialogare col territorio e per essere di stimolo alla
partecipazione dei bambini;
• usufruisce del coordinamento psico-pedagogico offerto dalla FISM come aiuto e
sostegno alle insegnanti e alle famiglie. Il passaggio di informazioni per la
continuità verticale avviene attraverso un progetto di continuità con la scuola
primaria scelta dalle
famiglie e incontri con le insegnanti della scuola di riferimento nei quali vengono
presentati i bambini e il lavoro svolto nel corso della scuola dell’infanzia.
4. Conclusioni
Il presente Progetto Educativo richiama dunque l’essenza del nostro
carisma educativo e ne esprime l’indirizzo e l’orientamento per la sua
realizzazione. Tutti i membri della nostra comunità educante, ciascuno
secondo il proprio ruolo ed i propri compiti, si impegnano ad una piena e
responsabile collaborazione per la sua fedele attuazione.
II
PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA
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1.Premessa Il P.O.F. (piano dell'offerta formativa) e' il documento fondamentale che costituisce l'identità culturale e progettuale dell’ Istituto "Pietrasanta" e descrive il progetto delle attività curriculari, extracurriculari, educative ed organizzative adottate in coerenza con gli obiettivi generali e formativi. Il documento si ispira al Progetto Educativo degli Istituti scolastici della Congregazione delle Suore Ancelle dell’Immacolata. Il Piano è elaborato dal Consiglio scolastico, tenendo conto delle proposte formulate dagli organismi di partecipazione (Genitori e Associazioni presenti). 2.Chi Siamo. Caratteristiche del territorio in cui la scuola opera.
S. Maria Capua Vetere è una città dalla storia millenaria che s’intreccia con quella di Roma antica. Sorta sul vasto territorio dell’antica Capua, ne conserva le vestigia in un’emblematica storiografia maturata nel lungo percorso attraverso i secoli.
Il tempio del dio Mitra, l’Anfiteatro e il Museo Campano, l’Arco Adriano, gli innumerevoli reperti archeologici che continuamente ci mostrano la storicità di s. Maria Capua Vetere ce ne fanno comprendere anche la stessa denominazione: “Capua Vetere”, ossia “Vecchia Capua”.
Oggi esistono diverse biblioteche e centri culturali, nonché le biblioteche delle rispettive Facoltà di Lettere e Filosofia e di Giurisprudenza. A livello squisitamente spirituale tutto il contesto samaritano offre numerose chiese, non soltanto cattoliche, ma anche di confessione religiose diverse. Giova ricordare che sia il centro che la periferia della città godono della presenza di Istituti religiosi che offrono il loro servizio nell’ambito dell’attività culturale e formativa della città. Fra questi vi è l’ Istituto ”Pietrasanta” che dal lontano 1964 è gestito dalle Suore Ancelle dell’Immacolata.
Anfiteatro
3. Realtà Scolastica. In questo contesto la scuola è chiamata a svolgere un ruolo importantissimo per rispondere alle richieste educative che provengono dalla comunità sociale generale e dalle singole comunità familiari e per soddisfare i bisogni educativi dei singoli alunni. Ecco l’articolazione della nostra proposta.
Duomo di S. Maria Capua Vetere
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3a. Il tempo Il tempo e lo spazio della scuola sono il contesto quotidiano nel quale l’educatrice e i bambini vivono la loro esperienza. A scuola il bambino sperimenta il “tempo” nello scorrere della giornata: un “tempo” dato dalla successione di momenti, ognuno dei quali collegato all’altro; ogni giornata tende a ripetere con metodicità gli stessi momenti così da creare punti stabili di riferimento. In questa dimensione tutto acquista significato e ciascun bambino sperimenta la sicurezza di sapere dov’è, con chi è e cosa può fare. La routine quotidiana diventa così per il bambino l’incontro con un tempo conosciuto e sicuro, un tempo atteso e previsto che, garantendo una sicurezza, stimola all’esplorazione e alla scoperta. L’accoglienza, il momento di gioco condiviso nel salone, la cura di sé, il pranzo, le diverse proposte dell’adulto sono tutti momenti educativi; l’educatrice infatti è quindi tesa a valorizzare ogni circostanza e istante della giornata. 3b. L’accoglienza L’accoglienza dei bambino al suo arrivo a scuola avviene in sezione. È un momento importante e delicato in cui il bambino deve percepire che qualcuno lo attende e lo introduce nell’incontro con i compagni e l’ambiente. Ci si saluta, si vede chi c’è e chi non c’è, ci si racconta, l’adulto fa la sua proposta. È il momento in cui i bambini sono aiutati a riconoscersi parte di una compagnia.
3c. La cura di sé La cura di sé riguarda tutti quei gesti di vita quotidiana: andare in bagno, lavarsi le mani, il riordino della sezione, l’attenzione alla propria persona.
3d. Il pranzo Il mangiare assume per il bambino un grande valore simbolico e affettivo. E’ questo un momento di intimità particolare; è qui che alcuni raccontano di sé, della propria casa favorendo il crescere dei legami.
3e. Il gioco Il gioco è sicuramente la modalità privilegiata con cui il bambino incontra la realtà, la rielabora e se ne appropria. È caratterizzato dal fatto che il bambino prende l’iniziativa in prima persona; è vissuto in modo costruttivo e adeguato nel momento in cui avverte che l’adulto ha stima di quello che fa. L’adulto pensa allo spazio e dà un tempo; nel gioco c’è un bambino che sperimenta e un adulto che partecipa osservando, intervenendo, permettendo che qualcosa accada, sostenendo le relazioni, introducendo elementi nuovi e lasciandosi sollecitare, disponibili ad eventuali cambiamenti. L’adulto accompagna il bambino in questi gesti, lo aiuta, lo rassicura, non si sostituisce a lui, non ha fretta perché consapevole che questi momenti sono la possibilità di una scoperta corporea e di un prendersi cura di sé con piacere. 3f. Lo spazio del riposo
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Un salone all’interno della scuola viene attrezzato di lettini in cui i bambini delle due sezioni vengono accompagnati a dormire dopo il pranzo fino al momento della merenda. L’ascolto della fiaba o di musica rilassante favorisce il silenzio e accompagna la fase del sonno. 4.Risorse, struttura e attrezzature.
L’Istituto, situato in zona urbana comprende spazi interni confortevoli e luminosi, mentre all’esterno vi è un ampio cortile per il gioco all’aperto.
4a.Risorse umane:
- Direttrice - Due docenti - Specialiste in educazione motoria e informatica - Personale ausiliario. - Genitori. - Volontari
4b.Struttura:
- due aule - bagni - refettorio - sala polivalente - palestra
4c.Attrezzature:
- fotocopiatrice - videoregistratore - televisore - proiettore - radioregistratore con lettore CD - lavagna luminosa - computers
5. Finalità ed obiettivi educativi della scuola dell’infanzia.
In un mondo pluralistico, come l'attuale, caratterizzato da una diversità di culture coesistenti per il diffuso fenomeno della globalizzazione, delle nuove tecnologie della comunicazione e dal rapido progresso scientifico, la Scuola ha un compito da svolgere che supera il ristretto limite della sola istituzione per contribuire efficacemente alla formazione della persona nella dimensione
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individuale e sociale e allo sviluppo dell'intera società. In particolare l'Istituto delle Suore Ancelle dell’Immacolata, ispirandosi all'ideale dell'umanesimo cristiano e all'opera educativa del servo di Dio don Donato Giannotti, si propone di contribuire alla formazione integrale della persona che, basandosi su una specifica concezione dell'uomo e della società, in sintonia con i principi di libertà, uguaglianza e solidarietà della nostra Costituzione, implica un'educazione finalizzata alla crescita del bambino in tutte le sue dimensioni, con particolare riferimento ai valori spirituali aperti alla trascendenza nell'ottica del messaggio evangelico di libertà e carità.
5a. Insegnamenti disciplinari.
L'organizzazione pedagogica e didattica dell'insegnamento della nostra Scuola si atterrà ai programmi ministeriali. Già la Riforma Moratti e le Nuove Indicazioni di Fioroni partivano dagli stessi fondamenti psico-pedagogici degli Orientamenti, mettendo al centro dell’impianto educativo e formativo le esigenze, i bisogni nella persona del bambino. E ancora oggi il nuovo Regolamento firmato il 16 novembre 2012, recante le Nuove Indicazioni per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, ci indica la via da seguire per questo nuovo anno scolastico 2012/2013. Il nostro progetto, in linea con le Nuove Indicazioni segue le stesse finalità proposte dal Ministero dell’Istruzione e si propone di promuovere nei bambini lo sviluppo dell'identità, dell'autonomia, della compe-tenza e li avvia alla cittadinanza. Nella scuola dell’infanzia le molteplici attività che permetteranno ai bambini di raggiungere i vari traguardi formativi si inquadrano nei cinque campi di esperienza prescritti dalle indicazioni ministeriali:
• il SE’ E L’ALTRO, le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme; • il CORPO IN MOVIMENTO, identità, autonomia, salute; • LINGUAGGI, CREATIVITA’, ESPRESSIONE, gestualità, arte, musica,
multimedialità; • DISCORSI E LE PAROLE comunicazione, lingua, cultura; • LA CONOSCENZA DEL MONDO, ordine, misura, spazio, tempo, natura.
Con il termine C.d. E. vengono indicati ambiti del fare e dell'agire del bambino e i settori specifici nei quali il bambino stesso conferisce significato alle sue attività, sviluppa il suo apprendimento e persegue i suoi traguardi formativi.
La scuola dell’infanzia ha come obiettivi guida:
§ IL RAGGIUNGIMENTO DI UNA PROGRESSIVA AUTONOMIA
INTELLETTUALE E SOCIALE
§ LA MATURAZIONE DELL’IDENTITA’ PERSONALE
§ LO SVILUPPO DEI SAPERI, DELLE CAPACITA’ E DELLE COMPETENZE.
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Inoltre, così come indicato dalle Indicazioni, “la lingua materna, la lingua di scolarizzazione e le lingue europee, in quanto lingue dell'educazione, contribuiscono, a promuovere i diritti del soggetto al pieno sviluppo della propria identità nel contatto con l'alterità linguistica e culturale. L'educazione plurilingue e interculturale rappresenta una risorsa funzionale alla valorizzazione delle diversità e al successo scolastico di tutti e di ognuno ed è presupposto per l'inclusione sociale e per la partecipazione democratica”. Gli obiettivi che ci si prefigge, sono da raggiungersi durante i tre anni di frequenza alla scuola dell’infanzia, in relazione all’età e alle potenzialità di base di ciascun bambino.
5b. Progetti e Visite guidate. Nell’ottica di potenziare negli alunni l’attitudine all’osservazione e alla ricerca, si prevedono nel corso dell’anno scolastico:
• visite guidate ed escursioni, in riferimento al progetto ambientale. • Il Progetto Accoglienza per sviluppare in modo naturale quelle
relazioni di amicizia che danno sicurezza e stabilità ai bambini. • Il Progetto “Teatro” con una drammatizzazione natalizia e di fine anno. • Inoltre non mancheranno momenti di festa come per i compleanni o per
il carnevale ed il saggio finale.
6.Valutazione
La valutazione è dare valore al bambino che sta facendo un cammino, aiutandolo a compiere dei passi. Nasce dalla necessità di valutare la comprensione e le abilità acquisite nelle diverse fasce d’età, la crescita della persona, la sua disponibilità ad entrare in rapporto con gli insegnanti e i compagni. Partirà dall’osservazione quotidiana dei comportamenti e delle reazioni agli stimoli offerti e si avvarrà delle conversazioni libere e guidate, di colloqui con le famiglie in cui saranno evidenziati i momenti più significativi del cammino svolto durante l’anno.
7. Documentazione
La nostra documentazione consisterà in: - Foto e dvd delle esperienze vissute - Cartelloni - Quaderno documentativo - Oggetti creati dai bambini - testi
8. I rapporti scuola/famiglia 8a. L’accoglienza
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L’attenzione a ogni bambino, riconosciuto nella sua unicità, inizia nel momento in cui i genitori si rivolgono alla scuola per iscrivere il proprio figlio. Un colloquio con la Coordinatrice ha lo scopo di cogliere le domande dei genitori e di verificare la corrispondenza con la proposta educativa della scuola. A settembre, prima dell’inizio della frequenza, i genitori incontrano le insegnanti: è l’occasione perché possano conoscersi e, per i genitori,la possibilità di parlare del bambino. Per permettere una maggiore attenzione ad ogni singolo bambino l’inserimento è organizzato a piccoli gruppi: ogni bambino ha la sua data di inizio che viene comunicata ai genitori durante il colloquio con le insegnanti. La permanenza a scuola ha una scansione graduale nel tempo che rispetta il bisogno di sicurezza di ciascun bambino. 8b. Incontri scuola-famiglia Riteniamo importante, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, la condivisione da parte della famiglia, della proposta educativa della scuola in un rapporto di reciproca fiducia. Questa posizione si concretizza nella proposta di momenti comuni: – Le assemblee di sezione sono l’occasione di confronto e verifica dell’esperienza che i bambini stanno vivendo. – I colloqui personali con le insegnanti sono il momento di riflessione sulla crescita di ogni singolo bambino. Possono essere richieste dalle famiglie o dalle insegnanti stesse. – Incontri su tematiche educative – I momenti di festa (festa di inizio e fine anno, festa di Natale) sono occasioni importanti perché permettono ai bambini di vedere che l’esperienza che i bambini vivono a scuola coinvolge anche papà e mamma. – Gli strumenti di comunicazione possono essere diversi (messaggi inviati ai genitori, avvisi esposti nella bacheca), tutti hanno lo scopo di far conoscere ai genitori i passi più significativi dell’esperienza. 9.Organizzazione della vita scolastica 9a. Orario scolastico
L’orario della scuola è il seguente: tutti i giorni, escluso il sabato. Entrata: dalle ore 7,45 alle ore 9,00 I Uscita: dalle ore 12,45 alle ore 13,45 II Uscita: dalle ore 15,45 alle ore 16,00. 9b. Attività giornaliera La scansione delle attività giornaliere segue questo orario: ore 7,45-9,00: accoglienza ore 9,00-9,15: merenda ore 9,30: inizio attività ore 11,30: pranzo ore 12,30-13,00: gioco libero in attesa della prima uscita;
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ore 13,00-15,00: riposo e/o attività in sezione per i grandi che non dormono; ore 15,10-15,45: merenda; ore 15,45-16,00: seconda uscita. 10. Le regole della convivenza scolastica La scuola dell’infanzia ha un suo regolamento, che rappresenta uno strumento indispensabile per la regolamentazione della vita e delle attività scolastiche. 10a. Entrate, uscite, permessi - Per garantire uno svolgimento ordinato e funzionale del momento didattico è vietato l’orario d’ingresso oltre le ore 9,00, se non per motivi particolari preannunciati telefonicamente. - dopo le ore 10,00 è consentito l’ingresso a scuola solo per motivazioni di tipo medico. - L’uscita delle ore 16,00 va rispettata con puntualità. - Dopo le 16,00 non è consentito sostare a lungo nell’Istituto - È necessario comunicare per iscritto variazioni di accompagnatori, soprattutto al momento dell’uscita. -Le assenze vanno giustificate se superiori a cinque giorni, attraverso il certificato del proprio pediatra. -La riammissione deve essere effettuata seguendo le norme sanitarie previste dal Regolamento dell’AUSL consegnato alle famiglie. -In caso di pediculosi, i bambini possono ritornare a scuola solo se accompagnati dal certificato medico. 10b. Abbigliamento Gli alunni sono tenuti ad indossare la tuta e a portare il corredo richiesto dalle insegnanti della propria sezione. 11. Mensa Il servizio mensa proviene dalla cucina interna; il menù settimanale è esposto in visione e viene consegnato alle famiglie. Qualsiasi variazione, legata ad intolleranze alimentari, può essere fatta previa presentazione di un certificato medico e della convalida dell’AUSL.
12. Organi di partecipazione La nostra scuola intrattiene una costante interazione formativa con la Famiglia e le altre agenzie educative presenti sul territorio. Ciò si esplica attraverso: - incontri dei Consigli di sezione per la verifica dell’andamento didattico generale e per formulare, al Collegio dei Docenti ed al Consiglio di Istituto, proposte in
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ordine all’azione educativa e didattico nonché all’organizzazione e al funzionamento della scuola; - il collegio dei Docenti con incontri per la verifica e la gestione del P.O.F. , nonché per l’elaborazione delle programmazioni educativa e didattica e la valutazione; - incontri periodici del Consiglio di Istituto per deliberare in merito alla organizzazione e alla programmazione delle attività della Scuola, nonché per l’esame ed approvazione del bilancio preventivo e del conto consuntivo. La partecipazione diretta delle famiglie alla vita scolastica è inoltre garantita: dagli incontri per la presentazione della scuola e delle sue linee progettuali; dai ricevimenti collegiali periodici dei genitori; dalla partecipazione a convegni e conferenze attinenti alle problematiche del processo di insegnamento apprendimento. La direttrice è disponibile per i colloqui con i genitori dal lunedì al sabato su appuntamento. La FISM offre alla scuola un supporto psico-pedagogico attraverso incontri con le insegnanti e con i genitori.
III
PROGRAMMAZIONE ANNO SCOLASTICO 2012-1013
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1. SETTEMBRE
• Unità di apprendimento - attività
I primi giorni di scuola si svolgeranno attività ludiche mirate alla conoscenza dei
bambini nel gruppo e alla familiarizzazione con l’ambiente: Conosciamo il nostro
corpo, giochi, prime canzoni, prime poesie.
• Obiettivi di apprendimento
- Favorire la comunicazione interpersonale con coetanei e adulti
- Superare il distacco dalla famiglia e inserirsi gradualmente nel gruppo
- Riconoscere ed esprimere sentimenti ed emozioni
- Riconoscere e condividere le regole sociali
- Canalizzare l’aggressività
- Scoprire l’altro e adattarsi alla sua presenza
- Imitare posizioni globali del corpo
- Orientarsi nello spazio della scuola
- Nominare le parti del corpo su di sé
- Rafforzare la conoscenza del corpo mediante l’uso appropriato degli indumenti
- Riconoscere l’impronta del proprio corpo
- Farsi capire pronunciando correttamente le parole
- Prestare attenzione e comprendere i discorsi altrui
- Cogliere il senso di un racconto
- Collaborare nell'organizzazione dell'accoglienza dei nuovi iscritti
- Acquisire maggiore autonomia e senso di responsabilità all'interno del gruppo di
appartenenza
- Favorire il raggiungimento dell'autonomia (es. individuare il proprio
contrassegno; uso autonomo dei servizi igienici; imparare a mangiare da solo.
2. OTTOBRE / NOVEMBRE
• Unità di apprendimento - Attività
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Scopriamo i colori. Caccia ai colori: alla scoperta dei colori primari e derivati;
attività grafico-pittoriche; filastrocche per giocare. I colori in lingua inglese.
Perché cadono le foglie? A partire dai racconti, esplorazione dell’ambiente
circostante- L’albero Racconti: ”La rana e le foglie”, “Il materasso di foglie”, “A
caccia di ghiande”. Attività grafico-pittoriche; canzoni mimate; poesie e
filastrocche.
Gli animali in letargo. Il letargo degli animaletti del bosco. Giochi motori guidati
e di mimo e attività di collage
Gli animali del bosco in lingua inglese.
La frutta dell’autunno. Manipolazione e creazione con pasta di sale di frutta
tipica dell’autunno.
La storia del pane. “La storia di Rosetta”: percorso dalla farina al pane;
manipolazione: facciamo il pane.
• Obiettivi di apprendimento
- Favorire lo sviluppo della personalità
- Conoscere e denominare la frutta autunnale
- Rafforzare l’integrazione del gruppo sezione
- Rispettare le regole di semplici giochi
- Favorire lo spirito di collaborazione
- Esercitare la coordinazione oculo - manuale
- Rilevare caratteristiche della stagione autunnale
- Favorire la coordinazione dinamica generale
- Esprimersi attraverso il linguaggio corporeo
- Acquisire abitudini corrette per la cura del proprio corpo
- Acquisire e riconoscere termini nuovi
- Stimolare le attività di ascolto e comprensione
- Verbalizzare un semplice procedimento
- Verbalizzare adeguatamente situazioni reali
- Esprimere sentimenti e stati d’animo
- Conoscere la successione temporale degli avvenimenti
- Scoprire le abitudini di animali di specie diverse
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- Utilizzare diversi mezzi espressivi
- Esercitare la manipolazione con materiali diversi
- Sperimentare la fusione del colore e usare tecniche differenziate di pittura
- Usare il linguaggio mimico gestuale per esprimersi
- Portare a termine una attività rispettando le consegne date
- Conoscere gli animali che vanno in letargo
- Rappresentare graficamente elementi e aspetti stagionali
- Rilevare e confrontare la trasformazione delle foglie in autunno
- Stimolare l'espressione creativa e personale
- Distinguere e denominare i colori primari
- Riconoscere e formare i colori secondari
3. DICEMBRE
• Unità di apprendimento - Attività
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La grande festa di Gesu’: il Natale. Avvento: attesa di Gesù. Organizzare una
festa: il Presepio vivente. Cartelloni che mettano in evidenza i segni del natale:
stelle; palline; campane; nastri; angeli; luci; …..
Canti e poesie natalizie. Audiovisivi. Preparazione del presepio e dell’albero di
natale. Preparare il dono per la famiglia. Drammatizzazione. Rappresentazione
grafica dei racconti ascoltati. Attività grafico-pittorica e plastico.
• Obiettivi di apprendimento
- Scoprire la festa del Natale attraverso la tradizione e i simboli tipici
- Cogliere il significato del S. Natale vivendo lo spirito natalizio come
condivisione e fratellanza
- Rafforzare i sentimenti di amore e protezione della famiglia
- Comprendere il contenuto del messaggio natalizio
- Sviluppare il piacere e la gioia di giocare e dello stare insieme
- Seguire la narrazione dei fatti legati alla nascita di Gesù
- Memorizzare poesie, filastrocche e canzoni natalizie
- Sviluppare la capacità di orientarsi nello spazio
- Esprimersi attraverso linguaggi differenti: sonori, gestuali, vocali, teatrali,
grafico-pittorici e manipolativi
- Scoprire ed usare la musica come un vero e proprio linguaggio, un
possibile mezzo di espressione e comunicazione
4. GENNAIO / FEBBRAIO
• Unità di apprendimento - Attività
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È arrivato l’inverno. Conversazioni guidate sui cambiamenti stagionali; il signor
inverno; il freddo.
La frutta invernale. Conosciamo la frutta dell’inverno: cartelloni, collage e
manipolazione
Giorni e settimane. Racconti e filastrocche; i mesi, i giorni e la settimana; giorno
e notte. Che tempo fa? Racconti: “La tana per due”, “Il raffreddore da curare”, “La
volpe e la neve”; rielaborazione grafica
Il ciclo dell’acqua. Audiovisivi; esperienze dirette; “Il viaggio di gocciolina e le sue
sorelle”.
La storia della casa. Dalla caverna al grattacielo: plastico.
Carnevale. Racconto: “Re carnevale”; giochi, lavoretti, maschere fantastiche e
tradizionali; festa di carnevale.
• Obiettivi di apprendimento
- Rilevare comportamenti e modalità di adattamento degli esseri viventi durante
la
stagione invernale
- Favorire il rispetto dell’altro e l’aiuto reciproco
- Favorire il controllo degli schemi dinamici di base
- Acquisire consapevolezza e padronanza del proprio corpo
- Sviluppare la capacità di comprensione e analisi
- Arricchire il lessico
- Esprimere il proprio vissuto, sentimenti ed emozioni
- Contribuire con interventi personali alle conversazioni
- Interpretare i contenuti di un racconto
- Rispettare il proprio turno nel gioco e durante le attività
- Stimolare la capacità di rappresentare le posizioni spaziali, di formare e
confrontare insiemi, di stabilire corrispondenze
- Strutturare un racconto in sequenze logico-temporali
- Percepire lo scorrere del tempo
- Migliorare le capacità manipolative
- Scoprire e capire i fenomeni meteorologici tipici del freddo
- Comprendere il susseguirsi del tempo scandito in settimane e mesi
- Comprendere l’importanza dell’acqua per gli esseri viventi
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- Comprendere il concetto di passaggio di stato
5. MARZO
• Unità di apprendimento - Attività Il papà. Preparazione del lavoretto per la festa del papà; filastrocca e canti mimati
La vita è un dono: così l’ha vissuta Gesù. Racconti evangelici legati alla
Quaresima; i simboli della Pasqua e il loro significato; la chiesa come casa di Dio;
audiovisivi; preparazione del lavoretto di Pasqua.
• Obiettivi di apprendimento
- Percepire la figura del padre come persona amorevole, importante per la serenità
e l’accudimento
- Comprendere il significato cristiano della Pasqua
- Conoscere la Quaresima come periodo di riflessione e di vicinanza a Dio
- Conoscere il significato della parola Resurrezione
- Riconoscere la croce come il simbolo cristiano per eccellenza
- Conoscere i principali simboli legati alla Pasqua
- Conoscere gli ultimi episodi della vita di Gesù
- Comprendere il significato della pace, della solidarietà, del perdono e della
fratellanza.
6. APRILE / MAGGIO
• Unità di apprendimento - Attività
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La primavera. Racconti: ”Il furetto e la buca”, “La brutta caduta”. Gli insetti della
primavera: la coccinella, la farfalla, l’ape e la formica. Audiovisivi e racconti sul
tema. Lavori di colorazione e collage.
L’orto. Racconto ”Dal seme al frutto”. L’orto e i suoi prodotti: esplorazione e
manipolazione. Rielaborazione grafica.
Frutta e verdura primaverile: pittura e collage. I cinque sensi. Racconto ”La
fame incredibile”. Attività di esplorazione sensoriale.
La famiglia. Racconto ”Come nasce la famiglia”. Preparazione del lavoretto per la
festa della mamma. Canti, poesie e filastrocche.
• Obiettivi di apprendimento
- Conoscere le caratteristiche e gli elementi stagionali della primavera.
- Rappresentare graficamente elementi e aspetti stagionali.
- Manipolare e partecipare attivamente alla costruzione di un orto.
- Favorire la conoscenza della flora e della fauna stagionale attraverso un
approccio sensoriale.
- Analizzare in modo scientifico la struttura del fiore e dell'albero.
- Cogliere le caratteristiche dei fiori.
- Conoscere le caratteristiche di insetti e animali primaverili.
- Conoscere e saper verbalizzare l’ordine ciclico delle stagioni.
- Percepire il mutamento della natura attraverso le caratteristiche stagionali.
- Conoscere le figure parentali.
- Comprendere l’importanza dell’affetto dei genitori e dei nonni.
- Prendere coscienza di sé e del proprio ruolo nel nucleo familiare.
- Quantificare i membri della propria famiglia e comprenderne i legami di
parentela.
- Sperimentare la creatività utilizzando elementi e materiali naturali.
- Conoscere i cinque sensi.
- Consolidare la conoscenza del proprio corpo.
- Rafforzare l’acquisizione dei concetti “in alto - in basso”, “davanti – dietro”, “di
più – di meno”, “destra – sinistra”.
CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELLA SCUOLA
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La scuola è ubicata in una zona residenziale della città, nel centro storico. La scuola è situata all’interno di un edificio storico in cui hanno trovato un’adeguata sistemazione logistica gli spazi della scuola dell’infanzia accanto alla scuola primaria con cui condivide un percorso unitario e di continuità. Gli ambienti utilizzati dalla scuola sono tutti al piano terra e sono così suddivisi: - vi sono 2 sezioni, in cui lo spazio è organizzato con piccoli angoli-gioco; - un’aula polivalente, per le attività psicomotorie, il riposo pomeridiano, e il laboratorio di teatro-drammatizzazione; - il corridoio; - quattro bagni per i bambini. All’ingresso della scuola vi è un cortile attiguo agli spazi interni in cui i bambini possono andare a giocare ed attendere l’arrivo dei genitori all’uscita.