Progetto IPA - D IPA – D - Intervento integrato per il
Potenziamento dei servizi e l’Aggiornamento
delle competenze generali e sui DSA
Avviso pubblico per la selezione di progetti di
implementazione dei servizi assistenziali proposti
e gestiti dalle II.PP.A.B.
della Regione Sicilia
I.P.A.B.
“Istituti Femminili Riuniti Provvidenza e S.Maria
Del Lume”
Commissario Cav. Alfio Randazzo
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IPA – D:
“Intervento integrato per il Potenziamento dei servizi e l’Aggiornamento delle
competenze generali e sui DSA”
Il Progetto
Analisi del contesto territoriale
Il Distretto di riferimento
Nel nuovo contesto istituzionale previsto dalla nuova programmazione regionale in materia di politiche
sociali e socio-sanitarie, è evidente l’importanza di un sistema integrato di interventi e servizi con il
concorso dei soggetti della cooperazione sociale, dell'associazionismo di promozione sociale e del
volontariato, delle II.PP.A.B. e degli altri soggetti di cui all'art. 1 della legge n. 328/2000. È necessario che la
“rete” si costituisca intorno agli enti locali e ponga al centro i “bisogni della persona”. Le comunità locali,
intese come sedimentazione storica di relazioni significative all’interno di uno stesso territorio,
rappresentano il riferimento primario per la costruzione del sistema territoriale dei servizi socio sanitari. In
questa prospettiva la programmazione deve tradursi in un’azione di messa a sistema delle diverse risorse
per progettare lo sviluppo sociale locale.
Il distretto socio-sanitario è indicato dalla legge di riforma quadro come l’ambito territoriale ottimale su cui
dimensionare il sistema integrato dei servizi e degli interventi sociali, il "contenitore" dove si deve
principalmente concretizzare la gestione unitaria dei processi integrati e delle risorse. Si dovrà coniugare
perciò la scala di grandezza più coerente con il decentramento dei servizi, per favorire la rispondenza alle
esigenze dei cittadini: un sistema di prestazioni vicino alla gente e di buona qualità.
Normalmente chi ha più bisogno non ha solo bisogno di risposte sanitarie, ha anche bisogno di assistenza
sociale, ha bisogno di orientamento e di accompagnamento, ha bisogno di interventi di diversa natura, non
necessariamente riconducibili all’ambito esclusivamente sanitario o esclusivamente sociale, in questo senso
l’importanza di un distretto efficace e attivo da un punto di vista socio-sanitario è capitale. E in questo
ambito il ruolo dell’I.P.A.B. risulta fondamentale.
Il modello che viene proposto dalle più recenti norme statali e regionali prevede che lo Stato, le regioni, le
province e i comuni adottino il metodo della programmazione con la partecipazione dei vari possibili
soggetti gestori ed esplicitino le proprie scelte sotto forma di documenti da rendere di pubblica
conoscenza, con periodiche verifiche sull’efficacia ed efficienza dei servizi attivati. Strumento fondamentale
viene considerato l’utilizzo di informazioni sui bisogni da soddisfare e sull’evoluzione della domanda, la
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nelle dinamiche metropolitane.
La poca distanza fisica dalla parte più attiva della città ne costituisce, tuttavia, un importante fattore di
attenuazione. Modesti sono i caratteri identitari e di riconoscibilità della Municipalità, affidati, per l’assenza
di spazi adeguati e a forte valenza simbolica, a luoghi "artificiali", bar e sale giochi, o a spazi inadatti alla vita
aggregativa, vie e spiazzi.
L’unica struttura di peso realmente metropolitano è il Palasport che sorge da pochi anni sul corso
Indipendenza. Ma insufficiente, da sola,
ad assumere quella valenza simbolica
necessaria a produrre l’identità e la
riconoscibilità della Municipalità nei
confronti dei suoi stessi abitanti e di
quelli della metropoli.
Alla fine, la Municipalità si rivela priva di
evidenti sacche di emarginazione, e
poco colpita dal disagio giovanile. Ne
sono testimonianza il peso contenuto
che hanno qui sia il fenomeno della
dispersione scolastica, sia quello ancor
più grave della devianza giovanile. A
soffrirne, sono soprattutto quelle zone
dell’estremo lembo meridionale della
Municipalità adiacenti al territorio di quel San
Cristoforo che in tutti questi anni ha contribuito in modo decisivo al triste primato della città di Catania nel
panorama nazionale della criminalità minorile.
Si offre di seguito una breve descrizione dell’Istituto, e dei servizi offerti ad oggi al suo interno.
L’Istituto1 - Storia, esperienze e lavoro di rete
L'Istituto trae origine da due Opere Pie preesistenti in Catania:
a) Collegio di Maria SS. della Provvidenza, fondato con dispaccio del Duca di Laviafuille del 31 dicembre
1752, riordinato e dotato da Mons. Salvatore Ventimiglia il 28 maggio 1770, sotto il patronato, la direzione
e l'amministrazione dell'Ordinario Diocesano di Catania, con l'annessa Fidecommisseria D'Amico Anzalone,
disposta dall'omonima fondatrice con testamento presso notaro Sfilio Giuseppe, del 14 marzo 1780.
b) Reclusorio di Maria SS. del Lume fondato dal canonico Giuseppe Florio nel 1813. sotto la direzione e
amministrazione di un Consiglio di Sacerdoti, fusi in unico Ente con R.D. 30 novembre 1931. e
dall'assorbimento dell'Opera Pia «Conservatorio delle Vergini di S. Agata» fondata nel XVI secolo con
donativi e rendite di casa Gisira.
1 Fonte “Carta dei servizi” – IPAB – Istituti Femminili Riuniti Provvidenza e Santa Maria del Lume
Figura 3
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- monitoraggio scolastico con frequenti incontri con gli Insegnanti, raccordo con gli educatori dell’Istituto sui progetti di recupero, supervisione libri/materiale scolastico, supervisione burocratica, partecipazione ai progetti educativi e ad eventuali
- obiettivi specifici relativi al minore, mediazione dei rapporti scuola- famiglia in caso di difficoltà - attività extradidattiche: laboratorio teatrale, inglese, pittura, ceramica, laboratorio giornalistico
con la pubblicazione trimestrale del giornalino
- - - attività sportive: calcio, danza, calcetto, tennis da tavolo - catechismo - permanenza estiva: da Giugno a Settembre - presso la Colonia marina “Fondazione S.Maria del
Lume” dove i ragazzi trascorrono la giornata fino alle 17.00
Comunità per minori
II convitto accoglie minori di sesso femminile comprese tra i 3 ed i 18 anni.
L'invio in Comunità avviene da parte del Tribunale dei Minori e/o dal Servizio Sociale, per accertate
problematiche familiari o per l’assenza o l’inadeguatezza dei genitori e di figure parentali idonee ad
affrontare eventuali problematiche dei minori.
L'istituto, nel "prendersi cura" del minore nella sua globalità, offre i seguenti servizi:
- mantenimento delle condizioni igienico- sanitarie
- presa in carico da parte del Pediatra
- garanzia dei generi di prima necessità (alimentazione, vestiario, corredo scolastico)
- garanzia della frequenza scolastica
- doposcuola
- supervisione scolastica
- orientamento
- assistenza psicologica
- contatti con le famiglie, i Centri Sociali Territoriali, il Tribunale dei Minori, i Servizi di NPI
- attività extrascolastiche esterne (sport, danza, musica ecc.) nell’incoraggiare eventuali attitudini e
nel favorire il processo di socializzazione.
Casa Famiglia per donne in difficoltà
La Casa Famiglia accoglie donne con figli in difficoltà, gestanti e ragazze madri.
I servizi offerti sono:
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esigenza e conferendo al contempo una caratterizzazione particolare all’IPAB, ciò prevedibilmente potrebbe contribuire a potenziare il numero di presenze presso l’Istituto.
Personale della struttura Il personale della struttura è molto eterogeneo e proviene da esperienze professionali differenti. La buona qualità dei servizi offerti dipende non solo dal potenziamento delle competenze di base del personale ma anche dalla creazione di condizioni di lavoro salubri e serene che permettano l’interazione del personale e la creazione di un ambiente di lavoro positivo. Tale obiettivo può essere facilitato da attività di formazione interna che prevedano l’aggiornamento anche nel campo della sicurezza sul lavoro e della gestione dello stress.
Carenze competenziali in uscita e potenzialità inespresse della struttura Negli anni si è rilevata la difficoltà per gli utenti finali di trovare un riferimento lavorativo in uscita dalla casa famiglia o dai servizi dell’IPAB, questo spesso comporta un aumento esponenziale dei fenomeni di devianza riducendo dunque l’efficacia dell’azione dell’ente sugli utenti finali. A fronte di ciò la struttura dispone di una serie di laboratori e di aree attrezzate che potrebbero fungere da incubatori di future professioni per i ragazzi in uscita dalla struttura. Si intende investire su tali attività potenziando la dotazione strumentale e attivando un percorso di stage che guidi la crescita professionale dei giovani coinvolti.
Obiettivi e attività di progetto
Il progetto ha dunque come obiettivo la crescita qualitativa dei servizi offerti dall’ente e l’incremento della partecipazione da parte del pubblico attraverso il potenziamento delle attività di studio del fenomeno del disturbo all’apprendimento, la diffusione delle peculiarità del centro attraverso azioni informative occasionali e di sistema, la creazione di un’alternativa di tipo lavorativo per i partecipanti alle attività dell’IPAB attraverso l’attivazione di percorsi di tirocinio dedicati ai partecipanti. Questo obiettivo sarà raggiunto attraverso la costruzione di tre percorsi di crescita paralleli.
Il primo percorso prevede: o l’incremento e il perfezionamento delle competenze interne all’ente onde favorire la
creazione di condizioni di lavoro salubri e serene e garantire al contempo un aumento della qualità dei servizi offerti;
o una formazione orientata agli educatori dell’ente rispetto al tema dei disturbi nell’apprendimento e alle modalità di approccio a tale problema nella loro attività professionale;
o un percorso educativo sugli utenti finali che culmini in un orientamento al lavoro attraverso un’attività di stage guidato.
Il secondo percorso è dedicato alla diffusione dei risultati ottenuti attraverso: o la promozione dell’ente, per mezzo di un piano informativo che diffonderà i risultati del
progetto o la creazione di strumenti per l’offerta di servizi al territorio che creino i presupposti per gli
sviluppi futuri delle attività. o Il potenziamento dell’attività i contatto con le famiglie attraverso incontri generali che
diffondano i risultati di progetto e ne diano visibilità favorendone la ricaduta
Il terzo percorso intende creare i presupposti per il corretto avviamento dei destinatari dei servizi dell’IPAB verso il mondo del lavoro, attraverso:
o l’orientamento e la definizione del bilancio di competenze dei soggetti interessati o l’avviamento degli stessi ad un percorso lavorativo attraverso l’attivazione di tirocini presso
l’istituto
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Il progetto prevede dunque:
A) Piano Formativo A.1) Piano di Formazione approfondimento Competenze di base A.2) Piano di Formazione DSA A.3) Tirocinio orientamento e Job Experience presso l’Istituto
B) Piano di Informazione e diffusione dei risultati
B.1) Attività promozionale B.2) Sportello Informativo B.3) Incontri di progetto con le famiglie
A tale piano d’azione dovrà partecipare il personale della struttura e i destinatari degli interventi dell’Istituto. Si propone di seguito uno schema relativo alla distribuzione del personale impiegato all’interno dell’ente e dei partecipanti (media annuale), completo della partecipazione al piano di formazione appena descritto:
Figura 4
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PIANO DI FORMAZIONE DSA
Si fornisce di seguito un’analisi specifica di ognuno dei punti sopra riportati:
PIANO DI FORMAZIONE PER L’APPROFONDIMENTO DELLE
COMPETENZE DI BASE
Figura 5
Figura 6
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A) Piano Formativo
Il piano formativo è il nucleo principale del Progetto IPA-D e mira all’implementazione delle competenze
interne dell’Ente. Onde favorire la partecipazione del personale si prevede la concessione di un bonus di
conciliazione famiglia lavoro di 2€/partecipante/ora di formazione.
Il piano si sviluppa in due piani di formazione distinti che vedono come accennato la partecipazione alle
attività di gruppi funzionali differenti. Ad un primo intervento dedicato alla crescita delle competenze di
base che favorisca una ambiente lavorativo consono e sereno, si affianca un piano di formazione dedicato
al tema dei DSA e allo sviluppo di competenze specifiche che permettano ad educatori e assistenti di
intervenire sui soggetti affetti, migliorando la performance degli stessi rispetto ai processi di
apprendimento.
In particolare il secondo piano di formazione acquista un rilievo importante considerata la totale mancanza
all’interno del distretto di un centro specializzato nel trattare i disturbi DSA, che per contro, come rilevato
dall’Ufficio Socio-Psico-Pedagogico dell’IPAB in numerose note, si manifestano quasi nella totalità degli
assistiti.
Si procede alla disamina di ognuno dei piani di formazione previsti dal progetto IPA-D.
A.1) Piano di Formazione approfondimento Competenze di base
Il Piano di formazione si sviluppa in due corsi:
A1.1) La sicurezza nei luoghi di lavoro e la gestione dello stress.
A1.2) L’uso dell’inglese come lingua veicolare nei processi di accoglienza
Si procede di seguito alla disamina di ognuno di essi
Corso A1.1 Sicurezza nei luoghi di lavoro e gestione dello stress
180 divise in 12 moduli formativi
CORSO A1.1 – MODULO 1
TITOLO
Principi di diritto Pubblico e Amministrativo e aggiornamento legislativo
PARTECIPANTI: GRUPPI FUNZIONALI A,B,C,D,E,F
OBIETTIVO FORMATIVO
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Corso A1.2 L’uso dell’inglese come lingua veicolare per l’accoglienza
120 ore divise in 4 moduli formativi
CORSO A1.2 – MODULO 1
TITOLO
Interazione Vocale
PARTECIPANTI: GRUPPI FUNZIONALI A,B,C,D,E,F
OBIETTIVO FORMATIVO
Acquisizione delle competenze di base necessarie alla prima interazione vocale tra i partecipanti nella fase
di presentazione di sé e degli altri
CONTENUTI
Il modulo intende fornire ai corsisti conoscenze relative a:
Basi di grammatica
I verbi ausiliari
L’uso dei pronomi
Presentare se stessi e gli altri ed usare semplici espressioni di saluto e di commiato
Fornire indicazioni su se stessi e gli altri
Esprimere il possesso
METODOLOGIE DIDATTICHE
Il modulo prevede:
lezioni frontali in aula
consultazioni di testi, bibliografie e documenti
momenti di relazione e di scambio
TECNOLOGIE, ATTREZZATURE, STRUMENTI, E MATERIALI DIDATTICI UTILIZZATI
Per lo svolgimento del modulo saranno utilizzate le seguenti attrezzature didattiche:
Lavagna luminosa
Diaproiettore
Proiettore multimediale
PC
Collegamenti ad internet
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Corso A2.2 Il DSA, aspetti teorici e uso delle tecniche di insegnamento e dei softwares
dedicati 180 divise in 3 moduli formativi.
CORSO A2.2 – MODULO 1
TITOLO
DSA – Basi Cognitive
PARTECIPANTI: GRUPPI FUNZIONALI B,E,F
OBIETTIVO FORMATIVO
Il modulo mira a fornire ai partecipanti gli strumenti necessari ad affiancare i giovani fruitori del servizio
dell’IPAB, dando le definizioni di base del fenomeno e il suo manifestarsi sia in senso patologico, sia in
senso indotto perché derivato dalle condizioni sociali.
CONTENUTI
Il DSA definizione la patologia
Gli effetti – simil-DSA indotti dalla condizione sociale
Bisogni educativi speciali
Strategie comportamentali per soggetti con ritardo mentale
Strategie comportamentali nell’iperattività
Sviluppo delle competenze relazionali e della capacità di ascolto
Disturbi del comportamento alimentare
METODOLOGIE DIDATTICHE
Il modulo prevede:
lezioni frontali in aula
consultazioni di testi, bibliografie e documenti
momenti di relazione e di scambio
TECNOLOGIE, ATTREZZATURE, STRUMENTI, E MATERIALI DIDATTICI UTILIZZATI
Per lo svolgimento del modulo saranno utilizzate le seguenti attrezzature didattiche:
Lavagna luminosa
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C) Sviluppo temporale ed operativo del progetto
Come accennato il progetto prevede:
A) Piano Formativo
A.1) Piano di Formazione approfondimento Competenze di base
A.2) Piano di Formazione DSA
A.3) Tirocinio orientamento e Job Experience presso l’Istituto
B) Piano di Informazione e diffusione dei risultati
B.1) Attività promozionale
B.2) Sportello Informativo
B.3) Incontri di progetto con le famiglie
Il progetto avrà una durata di 12 mesi.
si fornisce di seguito il cronoprogramma relativo all’attivazione dei suddetti servizi.
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I.P.A.B.
Istituti Riuniti Provvidenza e santa Maria del Lume
Piano di risanamento dalla situazione debitoria dell’ente all’anno 2009
Abstract L’IPAB Istituti Femminili Riuniti Provvidenza e Santa Maria del Lume (da ora “IPAB”) ha chiuso il bilancio del
2009 con un piccolo disavanzo pari a circa € 6200,00 corrispondenti a circa lo 0,3% del totale del fatturato
nell’anno.
Si può dunque affermare che il disavanzo dell’ente non è di fatto rilevante rispetto al volume economico
movimentato dall’ente nell’anno.
Il presente piano di risanamento, basandosi sulle opportunità di potenziamento dei servizi dell’IPAB,
necessari a far fronte alle esigenze del territorio, prevede di rientrare da tale deficit già al termine del
prossimo anno 2011. Tale obiettivo verrà raggiunto attraverso:
Formazione Interna: la formazione interna per l’aggiornamento delle competenze di base e
specialistiche del personale
Potenziamento delle capacità operative: attraverso la riallocazione delle unità di personale in
maniera funzionale rispetto alle competenze pre-esistenti e a quelle acquisite successivamente si
provvederà a potenziare i servizi offerti
Attivazione nuovi servizi: il potenziamento delle attività della struttura attraverso l’attivazione di
nuovi servizi e la tipizzazione delle capacità operative rispetto alle esigenze del territorio
Piano informativo: La messa in opera di un piano informativo dedicato ai servizi dell’ente
Si procede di seguito all’analisi del contesto di riferimento, si illustrerà l’analisi di rischi e opportunità
relativi all’azione dell’IPAB (analisi SWOT), si illustreranno poi le azioni sopra accennate.
Al termine dell’intervento e grazie alle nuove capacità operative sviluppate, si prevede di poter raggiungere
un incremento del 30% annuo nelle presenze presso l’ente andando a ricoprire il minimo deficit esistente
nell’arco di 12 mesi.
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Attivazione nuovi servizi
A seguito del progetto IPA-D si prevede l’attivazione dei seguenti servizi aggiuntivi:
Sportello Informativo
ColBic – Centro di Orientamento per il lavoro e Bilancio delle Competenze
Programma Job – Experience
Assistenza specifica ai minori affetti da DSA
Si prevede che tali servizi, descritti nello specifico nel progetto IPA-D, possano apportare un vantaggio
competitivo notevole all’IPAB rispetto agli altri servizi di assistenza sociale presenti nel territorio.
Per l’attivazione di tali servizi si prevede un costo pari a zero, se si tengono in considerazione i fondi
provenienti dal finanziamento pubblico e l’uso delle risorse interne necessarie a tale investimento
nell’esercizio delle loro regolari funzioni lavorative.
Anche rispetto a tale azione è opportuno rilevare che una parte delle voci di costo risultano già presenti nei
budget precedenti, trattandosi di spese di personale interno riallocato per attività di orientamento al lavoro
(attività A.3) e di attività di formazione specifica dedicata all’implementazione delle competenze degli
educatori e del personale socio assistenziale (A.2). Tali voci sono state tuttavia riportate anche nella tabella
in basso al fine di dare un quadro completo e funzionale relativo esclusivamente al costo dell’intervento di
innovazione nel suo complesso.
Costi Nuovi servizi
Voce di costo Ore Interne/Esterne tariffa Costo
Logopedista/i - Esperto DSA 45 Esterne € 80,00 € 3.600,00
Psicologo/i - Esperto DSA 45 Interne € 12,00 € 540,00
Pedagogista/i 45 Interne € 10,00 € 450,00
Assistente/i sociale/i 45 Interne € 10,00 € 450,00
Educatore Laboratorio informatico 960 Interne € 8,00 € 19.200,00
Educatore Laboratorio ceramica 960 Interne € 8,00 € 19.200,00
Educatore Laboratorio arti grafiche 960 Interne € 8,00 € 19.200,00
Tirocinanti assistenti sportello e ColBic 960 Esterne € 0,00 € 0,00
Attivazione laboratorio di informatica n.a. Esterne n.a. € 3.000,00
Materiale Laboratorio Ceramica n.a. Esterne n.a. € 1.500,00
Materiale Laboratorio Pittorico n.a. Esterne n.a. € 1.500,00
Materiale di Consumo attività di Formazione n.a. Esterne n.a. € 1.500,00
Softwares attività di formazione n.a. Esterne n.a. € 2.750,00
Attivazione sportello informativo n.a. Esterne n.a. € 2.500,00
Totale € 75.390,00
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Effetti dell’aumento della partecipazione
Come accennato la normativa vigente le entrate derivanti dai servizi forniti dall’IPAB sono le seguenti
Semiconvitto = €16 ca./giorno/fruitore
Comunità per minori di sesso femminile = €20 ca./giorno/fruitore
Casa Famiglia per donne in difficoltà con prole = €1200ca./mese/fruitore
Si presuppone che la maggior parte degli ingressi aggiuntivi alla struttura deriveranno dalla peculiarità che
essa raggiunge nel trattare specificatamente i DSA e nel dare una formazione lavorativa di base ai ragazzi in
età lavorativa.
Tale processo dunque porterà alla crescita del numero dei minori assistiti in modalità di convitto e di semi-
convitto. Il costo medio per tali servizi è di €18,00 ca./giorno/fruitore. Questo corrisponde ad un’entrata di
circa € 6570,00 per ognuno dei fruitori.
Un incremento del 30 % annuale porta in termini assoluti ad un incremento di 15 allievi per il primo anno,
ciò corrisponde ad un’entrata per l’ente corrispondente a circa €98.550.
I costi di gestione della struttura sono essenzialmente derivanti dai costi di personale. Il progetto descritto
non prevede come detto alcuna spesa aggiuntiva per il personale esterno che non sia coperta da fondi
pubblici derivanti dal finanziamento, appare dunque chiaro che all’aumentare dei fruitori del servizio e a
parità di spesa per i costi di gestione si generino delle economie di scala in grado di risanare il modesto
disavanzo esistente al 2009.
Inoltre il personale interno è coinvolto nelle attività di progetto limitatamente alle ore di lavoro prestate
nell’ambito della loro corrente attività lavorativo. Ciò implica una riallocazione delle ore di lavoro ma non
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