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PROGRAMMA DEL MESE DI GENNAIO - Rotary Club Prato · siamo giunti ormai a metà di questa annata e...

Date post: 25-Feb-2019
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1 Cari amici, siamo giunti ormai a metà di questa annata e scrivere queste poche righe è diventata una consuetudine piacevole. E’ come tenere un diario, anche se la parola stessa evoca ben altra frequenza. Comunicarvi le mie riflessioni sulla situazione del club e sul mondo circostante tramite il bollettino mensile mi fa sentire maggiormente in contatto con tanti soci, anche con quelli con cui, per motivi di mancanza di tempo durante le conviviali, non riesco a dialogare spesso. In questo mese, il cui tema è la “sensibilizzazione al Rotary”, dovremmo riflettere ancora di più su quelli che sono i valori fondanti di questa grande associazione, che nel mondo esiste da ben 110 anni. Come già vi esprimevo durante il passaggio delle consegne, quei principi, che una volta erano forse perfino rivoluzionari, oggi sono ancora di grande attualità, nonostante che il Rotary spesso sia visto dall’ esterno come un’organizzazione composta da conservatori. Le notizie che leggiamo quotidianamente, invece, dimostrano che la comprensione fra culture diverse e la pace sono concetti che troppo sovente vengono dai più dimenticati a favore dello scontro verbale e fisico. La conoscenza e l’incontro di visioni differenti è invece per i rotariani presupposto fondamentale per lo sviluppo della persona e per la concordia tra i popoli; ne è dimostrazione il sostegno continuo della nostra Fondazione a favore dei borsisti della pace. Mi appresto inoltre a riepilogare sinteticamente quanto abbiamo vissuto nel mese passato. In apertura abbiamo ospitato l’Assistente del Governatore, Massimiliano Tacchi, il quale ci ha mostrato le tappe fondamentali del Programma “Polio Plus”, che ci rende orgogliosi di essere rotariani e italiani, in virtù del fatto che l’ideazione e i primi passi sono partiti dal club di Treviglio (BG). In seguito ci ha raccontato quelle che sono le migliori pratiche adottate e le problematiche comuni degli altri club della zona. Il secondo incontro, anche questo diurno, ci ha fatto conoscere meglio la figura di Simone Monaco, ex rotaractiano, amico di alcuni soci, che ci ha illustrato l’evoluzione dei metodi di comunicazione aziendale mediante le nuove tecnologie, attività che svolge all’interno della propria azienda , la “E-Creative s.r.l.” L’immancabile Festa degli Auguri, tenutasi il 16 dicembre, ha visto molti partecipanti, tanti bambini, le Consorti e i rotaractiani; insomma, tutti facenti parte della grande famiglia rotariana. Si è esibito l’artista Gianmaria Vassallo, comico, cantante, poeta, giovanissimo, che però mostra una grande volontà di riscoprire la tradizioni toscane. L’ultimo incontro diurno è stato particolarmente denso di ospiti e di argomenti. Prato è ritornata al centro del dibattito, tramite il progetto ambizioso di “Crowd Prato”, che si è concretizzato in una serie di incontri durante i quali si sono formati alcuni tavoli di lavoro, con componenti altamente eterogenei, che hanno partecipato spontaneamente e senza alcun compenso. Alla fine, ciascun gruppo ha elaborato un’ idea che avesse lo scopo di rilanciare e migliorare la città. Sono stati nostri relatori i rappresentanti delle due idee votate come le migliori. Il primo posto è stato vinto dal progetto “Cross Kitchen”; gli ospiti Sabrina Bignami e Alessandro Cappellaro ce lo hanno descritto come un ristorante di alta qualità, che, oltre ad essere itinerante per la città, cambia continuamente menù e ed etnia della proposta culinaria. L’altro progetto, vincitore secondo la giuria tecnica, dal titolo “Fab Your Life”, propone un modo alternativo e intelligente di utilizzare i tanti spazi disseminati sul territorio che sono attualmente abbandonati. Al termine della conviviale l’Assemblea ha eletto il Consiglio Direttivo dell’annata prossima, presieduta da Guido Giovannelli. A lui e alla sua squadra faccio le mie congratulazioni e i migliori auguri di buon lavoro. Un abbraccio e felice Anno Nuovo a tutti! Giuseppe
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Cari amici,

siamo giunti ormai a metà di questa annata e scrivere queste poche righe è diventata una consuetudine piacevole. E’ come tenere un diario, anche se la parola stessa evoca ben altra frequenza. Comunicarvi le mie riflessioni sulla situazione del club e sul mondo circostante tramite il bollettino mensile mi fa sentire maggiormente in contatto con tanti soci, anche con quelli con cui, per motivi di mancanza di tempo durante le conviviali, non riesco a dialogare spesso. In questo mese, il cui tema è la “sensibilizzazione al Rotary”, dovremmo riflettere ancora di più su quelli che sono i valori fondanti di questa grande associazione, che nel mondo esiste da ben 110 anni. Come già vi esprimevo durante il passaggio delle consegne, quei principi, che una volta erano forse perfino rivoluzionari, oggi sono ancora di grande attualità, nonostante che il Rotary spesso sia visto dall’ esterno come un’organizzazione composta da conservatori. Le notizie che leggiamo quotidianamente, invece, dimostrano che la comprensione fra culture diverse e la pace sono concetti che troppo sovente vengono dai più dimenticati a favore dello scontro verbale e fisico. La conoscenza e l’incontro di visioni differenti è invece per i rotariani presupposto fondamentale per lo sviluppo della persona e per la concordia tra i popoli; ne è dimostrazione il sostegno continuo della nostra Fondazione a favore dei borsisti della pace. Mi appresto inoltre a riepilogare sinteticamente quanto abbiamo vissuto nel mese passato. In apertura abbiamo ospitato l’Assistente del Governatore, Massimiliano Tacchi, il quale ci ha mostrato le tappe fondamentali del Programma “Polio Plus”, che ci rende orgogliosi di essere rotariani e italiani, in virtù del fatto che l’ideazione e i primi passi sono partiti dal club di Treviglio (BG). In seguito ci ha raccontato quelle che sono le migliori pratiche adottate e le problematiche comuni degli altri club della zona. Il secondo incontro, anche questo diurno, ci ha fatto conoscere meglio la figura di Simone Monaco, ex rotaractiano, amico di alcuni soci, che ci ha illustrato l’evoluzione dei metodi di comunicazione aziendale mediante le nuove tecnologie, attività che svolge all’interno della propria azienda , la “E-Creative s.r.l.” L’immancabile Festa degli Auguri, tenutasi il 16 dicembre, ha visto molti partecipanti, tanti bambini, le Consorti e i rotaractiani; insomma, tutti facenti parte della grande famiglia rotariana. Si è esibito l’artista Gianmaria Vassallo, comico, cantante, poeta, giovanissimo, che però mostra una grande volontà di riscoprire la tradizioni toscane. L’ultimo incontro diurno è stato particolarmente denso di ospiti e di argomenti. Prato è ritornata al centro del dibattito, tramite il progetto ambizioso di “Crowd Prato”, che si è concretizzato in una serie di incontri durante i quali si sono formati alcuni tavoli di lavoro, con componenti altamente eterogenei, che hanno partecipato spontaneamente e senza alcun compenso. Alla fine, ciascun gruppo ha elaborato un’ idea che avesse lo scopo di rilanciare e migliorare la città. Sono stati nostri relatori i rappresentanti delle due idee votate come le migliori. Il primo posto è stato vinto dal progetto “Cross Kitchen”; gli ospiti Sabrina Bignami e Alessandro Cappellaro ce lo hanno descritto come un ristorante di alta qualità, che, oltre ad essere itinerante per la città, cambia continuamente menù e ed etnia della proposta culinaria. L’altro progetto, vincitore secondo la giuria tecnica, dal titolo “Fab Your Life”, propone un modo alternativo e intelligente di utilizzare i tanti spazi disseminati sul territorio che sono attualmente abbandonati. Al termine della conviviale l’Assemblea ha eletto il Consiglio Direttivo dell’annata prossima, presieduta da Guido Giovannelli. A lui e alla sua squadra faccio le mie congratulazioni e i migliori auguri di buon lavoro. Un abbraccio e felice Anno Nuovo a tutti! Giuseppe

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PROGRAMMA DEL MESE DI GENNAIO

“La stampa in 3D” Interverranno vari ospiti, fra cui in particolare Gianni Querci, uno dei due titolari della “GIMAX 3D”, la prima azienda in provincia di Prato che costruisce macchinari capaci di stampare oggetti in maniera tridimensionale.

Una di queste macchine sarà presente in sala e cercheremo durante la serata di plasmare un oggetto vero e proprio, tramite anche l’ausilio del prof. Massimo Ruffilli del Corso di Laurea in Disegno Industriale (Facoltà di Architettura) -di cui è stato il primo presidente- e di alcuni suoi collaboratori. Sarà l’occasione per conoscere due eccellenze del territorio, una legata al mondo dell’industria e l’altra connessa alla sfera accademica; infatti, il corso di laurea, inaugurato nel 2002 nella sede distaccata di Calenzano, ha da un paio di anni un campus vero e proprio (il “Design Campus” appunto).

Martedì 13 Gennaio Conviviale serale

ore 20,15Hotel Palace

Presso il Catering Eventi & Cucina, viale Montegrappa 337 (locali dell’ex Lanificio di Mezzana) ci ritroveremo per una conviviale serale unitamente alla Delegazione di Prato dell’Accademia Italiana della cucina, a pochi giorni (17 gennaio) dalla festa molto popolare di Sant’Antonio. Il nostro socio Gianni Limberti ci

parlerà di "Sant’Antonio Abate nella storia, nella leggenda, nell’arte e nelle tradizioni popolari." Gusteremo i prodotti della famosa Macelleria Falorni di Greve illustrati dallo stesso titolare Stefano Bencistà Falorni.

Martedì 20 GennaioCatering Eventi & Cucina

dalle ore 20,15v.le Montegrappa 337

a Prato

"Assemblea dei soci" L'argomento principale sarà la illustrazione e la votazione del bilancio preventivo dell'annata

Martedì 27 Gennaio

Conviviale diurnaore 13,00

Hotel Palace

Alle conviviali serali sono attesi anche le gentili signore e i soci del Rotaract.

GGEENNNNAAIIOO

22001155

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17 gennaio 2008

festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio)

Antonio sceglie la vita di eremita e si ritira nella Tebaide. In quegli stessi anni conduce vita di eremita nel deserto anche Paolo, la cui vita è narrata da San Girolamo. Paolo vive in una caverna per abitazione, veste rudemente, beve l'acqua della vicina fonte e per cibo un corvo, tutti i giorni, gli porta mezza forma di pane. Ad Antonio, già vecchio di 96 anni, viene l'ispirazione di andare a trovare questo eremita che ritiene più esperto di lui nella penitenza e nella preghiera. Il diavolo gli appare lungo il cammino in varie forme (un ippocentauro, un satiro) per distoglierlo dal proposito. Invano : Antonio cammina per due giorni e una notte, e finalmente una luce lontana gli annuncia che è arrivato. Paolo lo accoglie a braccia aperte. Mentre sono amabilmente intenti ad una conversazione fraterna, vedono arrivare il corvo amico, ma questa volta nel becco ha un pane intero. Ecco, disse Paolo, oggi il Signore ha raddoppiato il cibo perché tu sei venuto a trovarmi e insieme lo ringraziano.

Indimenticabile questa scena nei dipinti del Velasquez al Prado, di Grunwald all'Unterlinden di Colmar, e agli Uffizi

nella stupenda tavola (1420 ca) “Scene della vita degli eremiti della regione di Tebe”, attribuita dal Longhi, e poi dalla maggior parte della critica moderna e oggi accolta anche dal Catalogo degli Uffizi, a Fra Giovanni da Fiesole detto l'Angelico.

Antonio muore più che centenario, intorno alla metà del IV secolo.

Aveva proibito ai suoi discepoli di svelare il luogo della sua sepoltura, ma nel 561, al tempo dell'imperatore Giustiniano, una rivelazione fece scoprire il suo sepolcro ad Alessandria, in Egitto. Le sue reliquie vengono portate a Costantinopoli e poi, nel 1070, da un nobile crociato francese, in Francia nella località La Motte Saint-Didier presso Vienne nel Delfinato e dove fa edificare una chiesa per custodirle. Nel 1090 diverse provincie della Francia sono devastate dal terribile morbo del “fuoco sacro”, allora incurabile. Uno dei maggiorenti del Viennese, Gastone di Poitiers, invocato il Santo, ottiene la guarigione del figlio e per ringraziamento di quello che tutti ritengono un miracolo, fonda un Ospedale per curarvi i poveri colpiti dalla malattia che da allora viene popolarmente chiamata “fuoco di S. Antonio”. Nasce così origine l'Ordine Ospitaliero di S. Antonio che conosce una diffusione straordinaria in Francia e poi in tutta Europa.

In Italia la prima delle numerose fondazioni antoniane sorse nel 1170 in Piemonte, a Ranverso.

Per chi da Torino va verso Avigliana e Susa, al Km 19, poco dopo Rivoli, vede sulla sinistra uno dei più pregevoli monumenti di arte cristiana medioevale del Piemonte : il complesso di S. Antonio di Ranverso (in antico “rio inverso”, per un torrente che dal vicino monte scendeva, diversamente da tutti gli altri, dal pendio esposto a mezzanotte). L'inizio della costruzione è documentato nel 1181. Alcuni affreschi cinquecenteschi illustrano il trasferimento per nave delle reliquie di S. Antonio da

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Costantinopoli al Delfinato in Francia. Capolavoro del gotico fiorito, la facciata della chiesa guarda a ponente di modo che il celebrante, secondo tradizione, quando celebra messa sia rivolto a oriente, verso Gerusalemme. Nel piazzale, su un masso erratico, una stele di granito ottagonale del XIV secolo era il segnale per i pellegrini che cercavano ospitalità.

Presso alla chiesa, ma completamente separato, si trova l'edificio dell'ex Ospedale, in cui erano accolti e curati i malati del “fuoco occulto”, malattia tremenda che per l'assenza di validi rimedi (gli antibiotici erano ben al di là da venire) provocava stragi e terrore al pari della peste e della lebbra.

Cenni di ICONOGRAFIA

Nelle pitture e nelle stampe popolari accanto al Santo troviamo :

− tutte le specie di animali da cortile e da stalla, che la mattina della festa del 17 gennaio vengono benedetti. In tempi recenti, si usa addirittura portare in chiesa in questo giorno gli animali domestici. A Prato qualche anno fa fu sperimentata la cosa in S. Francesco, ma la confusione che ne nacque fu tale che l'usanza non ha attecchito.

− vicino al mantello del santo, il maiale. Tant'è vero che nella “padania” per distinguerlo dal sant'Antonio da Padova (che in realtà era di Lisbona) lo chiamano Sant'Antoni del purscell. Tesoro prezioso il maiale, perché dalle sue carni – la maggior parte delle quali si poteva conservare tutto l’anno - derivava la maggior parte dell’apporto calorico necessario a chi lavorava i campi. Per questo non ci si riguardava a invocare il Santo perché “speriamo che il maiale cresca bene, senza malattie e bello grasso”. Ci sono stati anche altri tentativi di spiegare questo bell’animale accanto al Santo : alcuni vi hanno visto un simbolo per ricordare il demonio che Antonio sconfisse nel deserto, altri vi vedono il ricordo del lardo, che appunto dal maiale si ricava, che applicato dai monaci sulle piaghe del "fuoco" le risanava per intercessione del santo. Va anche ricordata un’usanza dei padri antoniani. Un maialino appena svezzato, proveniente dalle stalle del convento/ospedale, veniva lasciato libero per il paese e tutti concorrevano a nutrirlo. A tempo debito (più o meno vicino alla festa del santo, e quindi fine dicembre, primi di gennaio) l’animale, diventato bello grasso con il concorso di tutta la comunità, veniva macellato e la sua carne data in nutrimento ai poveri ed ai bisognosi.

− un falò, a ricordo del “fuoco”, la terribile malattia. Ancor oggi in molti luoghi la notte prima della festa vengono accesi grandi falò ed è usanza di portare a casa qualche tizzo per devozione ma anche per protezione della casa dagli incendi e dei suoi abitanti dalla malattia del fuoco sacro o di Sant'Antonio .

− il bastone e la campanella, che aiutavano gli eremiti quando si spostavano nel deserto. Gli antoniani si facevano annunciare dal suono della campanella quando andavano a giro a questuare. Altre volte il campanello è appeso ad un albero, e a cominciare dal XVI secolo non è infrequente trovare due o più campanelli scherzosamente appesi agli orecchi del porco, come in certa iconografia del centro Europa. Nei dipinti più antichi il bastone ha forma classica, ma prende più tardi la forma di un “tau”. Il simbolo del “tau” si trova anche applicato come un distintivo sull'abito del santo, come ad esempio nei dipinti di Bosch e nella pala d'altare botticelliana della chiesa di S. Felice a Firenze.

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TRADIZIONI E DETTI

Per sant'Antonio un'ora buona : il 17 gennaio il giorno si è allungato se non proprio di un'ora, almeno di tre quarti d'ora.

Nelle campagne il giorno del santo non si filava : sembrava di fare un dispetto al santo filandogli la lunga barba bianca con la quale è rappresentato nella maggior parte dell'iconografia.

Per tradizione, il 17 gennaio vengono serviti a tavola gli gnocchi Sant'Antoni da la barba bianca, me mangi i gnoch e te gnanca [Sant'Antonio dalla barba bianca, io mangio gli gnocchi e te no]

Si racconta che un commensale, invitato a pranzo nel giorno della festa del Santo e trovandosi davanti servito un bel piatto di gnocchi fumanti, avesse pronunciato questa frase rivolgendosi al Santo in maniera irriguardosa. Il Santo, offeso da simile affronto, avrebbe fatto capovolgere il piatto degli gnocchi sulla tavola e il commensale, nonostante gli sforzi, non sarebbe più riuscito a far tornare il piatto in posizione normale. Così neanche lui poté mangiare gli gnocchi.

Nel giorno di Sant'Antonio non si facevano lavorare gli animali e non ci si tratteneva a veglia nelle stalle fino a tardi : dopo mezzanotte gli animali dovevano parlare al Santo e nessuno li doveva ascoltare.

Deve aver rubato il porco di Sant'Antonio si dice di chi è colpito da sciagura improvvisa. E di un petulante, di uno scroccone si dirà che va di porta in porta come il porco di Sant'Antonio.

La collocazione del giorno della festa del Santo ha dato luogo a proverbi meteorologici :

− Sant'Antonio dalla barba bianca, se non piove la neve non manca; − Sant'Antonio la gran freddura, San Lorernzo la gran calura, l'uno e l'altra poco dura.

Testimonianze a PRATO su S. Antonio

Lo “Stato d'anime” del 1739 della Pieve di S. Giusto in Piazzanese riporta che Nella Pieve c'è l'Oratorio di San Bartolomeo detto di Via Cava dei PP. Serviti di Firenze, che non vi abita nessuno essendo una cappella. L'Archivio Diplomatico dei Ceppi di Firenze conserva un documento del 16 febbraio 1383 contenente la nomina del Rettore della Chiesa o Oratorio di San Bartolomeo in via cava. Intanto si osserva che se si nomina il rettore, la chiesa era finita e funzionante. E si osserva anche che quella strada ancor oggi, dopo più di 620 anni !, reca ancora lo stesso nome. All'interno l'opera più importante è senz'altro il ciclo di affreschi con “Storie della vita di sant'Antonio abate”. Subito ci colpiscono lontane assonanze giottesche. Per esempio nella profondità degli sguardi, accentuata da quei segni più marcati intorno agli occhi, o nella vigoria delle figure. Chi è l'autore ? Non si hanno documenti in proposito, ma possiamo azzardare ipotesi.

Autunno del 1845. Cesare Guasti, il prof. Antonio Marini, un pittore che stava diventando famoso, ed un amico visitano questo oratorio. Il Guasti ricopia lapidi e stemmi e sullo stesso taccuino (conservato alla “Roncioniana”) annota che

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secondo il Marini queste pitture sono “dei primi Gaddi” Il parere di uno del mestiere, alcuni studi successivi e certi paragoni fanno ritenere plausibile l'attribuzione degli affreschi dell'Oratorio a discepoli di Agnolo Gaddi che dal 1392 erano al lavoro nella Cappella della Sacra Cintola nel Duomo di Prato. Sotto la Maddalerna dipinta sulla destra, dietro l'altare dell'Oratorio, si legge che gli affreschi sono dono di “Zarini de Guazaloti a. dni. 1395”. Il lavoro in Duomo di Agnolo e dei suoi collaboratori finì nel 1396 : è probabile che un benefattore approfittasse della presenza in città di un così celebre artista per regalare un'opera importante in un luogo di culto officiato dai Serviti di Firenze, proprietari di molti beni in Prato.

Passata la Piazza Martini, si giunge al canto detto delle tre gore perché, in cotesto punto, le acque che si prendono dal Bisenzio si dividono in tre canali : ciascuno de' quali prende una direzione diversa. Fin dal 1450 un tal Antonio di Cambio di Ferro di Porta San Giovanni aveva fatto edificare in detto luogo un oratorio col titolo di spedale, con obbligo di tenervi quattro letti e di farvi celebrare, fra l'anno, un numero di messe. Questo spedale servì in seguito per ospizio delle donne povere forestiere. Al presente non esiste più né l'oratorio né lo spedale, essendo stato venduto il locale al tempo del Vescovo Ricci. L'oratorio di Sant'Antonio abate “posto da Santa Margherita dietro all'osteria della Stella”, “fu fondato in titolo di spedale, con obbligo di tenervi quattro letti, da Antonio di Cambio di Ferro di Porta San Giovanni, e con obbligo di una messa ogni martedì, e di questa festa (il 17 gennaio) con 4 preti, come per il suo testamento rogato da Bartolomeo di Barzalone di Spedalieri l'anno 1450 a' 17 di giugno.

Filippino Lippi comprò una casa proprio all'angolo dove la Via Santa Margherita finiva in Piazza Mercatale e vi sistemò la madre ormai vedova, quella suor Lucrezia Buti che proprio dal convento dirimpetto era uscita rapita tanti anni prima da suo padre Fra Filippo Lippi. E su quella facciata, sul “canto del Mercatale”, nel 1498 Filippino vi dipinse “con struggente malinconia la Vergine col Bambino e ai lati sant'Antonio Abate e santa Margherita, santo Stefano e santa Lucia. Ridotto in macerie da un bombardamento aereo il 14 marzo 1944, il tabernacolo fu recuperato in bricioli e ricomposto con pazientissimo lavoro da Leonetto Tintori di Figline e ospitato nella Galleria Comunale.” Di questa opera è stato scritto : “Le figure gentili e pensose, soprattutto la soavissima Vergine, e certe note di più vibrata precisazione, quali si vedono nella figura di Sant'Antonio, fanno di quest'opera, che presenta aspetti da capolavoro, un'espressione completa dell'arte delicatissima di Filippino che, scrive il Vasari, essendo sempre stato cortese e affabile e gentile, fu pianto da tutti coloro che l'avevano conosciuto ... e mentre si portava a seppellire si serrarono (a Firenze) tutte le botteghe della via dei Servi, come nell'esequie de' principi uomini si suole fare alcuna volta.

Il neogiottesco Niccolò di Pietro Gerini è autore delle Storie di S. Antonio Abate e di S. Matteo (1395 ca) entro la trecentesca cappella Migliorati alla quale si accede dal chiostro di San Francesco.

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16 dicembre 2014: “ Festa degli Auguri”

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Festeggiano il compleanno

Rosati Roberto 1 Gennaio

Carnevale Ennio 7 Gennaio

Giovannelli Renzo 7 Gennaio

Squilloni Francesco 9 Gennaio

Piacenti Gianmarco 16 Gennaio

Martini Paolo 20 Gennaio

Vaiani Stefano 25 Gennaio

Landi Marco 29 Gennaio

..tanti auguri a tutti!

ROTARY INTERNATIONAL

SEDE MONDIALE: ONE ROTARY CENTER 1560 SHERMAN AVENUE EVANSTON, Illinois 60201 USA Presidente Internazionale: Gary C.K. Huang (Rotary Club di Taipei, TAIWAN) Ufficio Europa-Africa: Rotary International Vitikonerstrasse 15 – CH 8032 ZURIGO - www.rotary.org

Annata Rotariana 2014-2015 (58° anno)Distretto 2071° Governatore: Arrigo Rispoli (R.C. Fiesole) Assistente del Governatore: Massimiliano Tacchi (R.C. “Marino Marini” Montecatini Terme) per i Rotary Club area Toscana 1: Prato – Prato “Filippo Lippi” – Empoli Fucecchio S.Croce sull’Arno, Pistoia Montecatini, Pistoia Montecatini “Marino Marini”, San Miniato. Segreteria 2014 - 2015 del Distretto 2071° Fax: 055.3214556 Email: [email protected] web: www.rotary2071.org

ROTARY CLUB PRATOc/o Hotel Palace,

Via Pier della Francesca, 71 59100 Prato

Segreteria: Cell: 334/2354722

fax: 0574/445496 E-mail: [email protected]

Home page: www.rotaryprato.it

RIUNIONI CONVIVIALI: HOTEL PALACE - PRATO

Via Pier della Francesca 71 Il 1° e 3° martedì/mese alle ore 13.00

Il 2° e 4°martedì alle ore 20,15


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