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Programma di contributi

Date post: 22-Jun-2015
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Giovanni Lariccia e Valeria Pallagrosi ALLA RICERCA DEL PAESE DELLA “MATEMATICA FELICE” Progetto per un dossier (seguito da una serie di contributi più specifici) sul tema della didattica della matematica, dell’ informatica della mente e della metacognizione. Destinato alla pubblicazione sulla rivista sulla Scuola dell’ infanzia della casa editrice “La Scuola” di Brescia Proposta del 12 aprile 2012 1. PREMESSA La matematica continua ad essere la bestia nera degli studenti, soprattutto in Italia. Ma anche in Francia, il libro di Ann Siety “Matematica, mio terrore” rivela l’ esistenza di un problema molto grosso, forse soprattutto nei paesi industrializzati, dove la matematica, necessaria per sopravvivere in un mondo complesso, può essere per molti aspetti comprata, o si ha l’ illusione che si possa comprare, un tanto al chilo, o magari al megabyte. Seymour Papert sostiene che la matematica si assimila meglio attraverso il gioco e la costruzione di oggetti complessi, ovvero il lavoro su progetti strutturati. Ed introduce il termine di “matelandia” proprio per esprimere, attraverso una
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Giovanni Lariccia e Valeria Pallagrosi

ALLA RICERCA DEL PAESE DELLA

“MATEMATICA FELICE”Progetto per un dossier (seguito da una serie di contributi più specifici) sul tema della

didattica della matematica, dell’ informatica della mente e della metacognizione.

Destinato alla pubblicazione sulla rivista sulla Scuola dell’ infanzia della casa editrice “La Scuola” di Brescia

Proposta del 12 aprile 2012

1. PREMESSALa matematica continua ad essere la bestia nera degli studenti, soprattutto in Italia. Ma anche in Francia, il libro di Ann Siety “Matematica, mio terrore” rivela l’ esistenza di un problema molto grosso, forse soprattutto nei paesi industrializzati, dove la matematica, necessaria per sopravvivere in un mondo complesso, può essere per molti aspetti comprata, o si ha l’ illusione che si possa comprare, un tanto al chilo, o magari al megabyte.

Seymour Papert sostiene che la matematica si assimila meglio attraverso il gioco e la costruzione di oggetti complessi, ovvero il lavoro su progetti strutturati. Ed introduce il termine di “matelandia” proprio per esprimere, attraverso una utopia di rara bellezza, la possibilità di un apprendimento naturale in un paese in cui la matematica è la lingua nativa.

Da quando Karen Wynn, eminente neuroscienziata americana, ha dimostrato l’ esistenza di un nucleo di matematica innata nella nostra mente, gli scenari disponibili per chi “insegna” matematica nella scuola dell’ obbligo – a partire dalla scuola dell’ infanzia! – è profondamente cambiato.

Alle scoperte sulla matematica innata si sono aggiunte poi le ricerche sulla cosiddetta etnomatematica, la matematica dei cosiddetti popoli primitivi.

Alcuni ricercatori hanno ancora sottolineato che la matematica dei ragazzi di strada è più precisa e pù facile da assimilare di quella trasmessa a scuola.

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Tutto questo ci interroga sul mestiere di chi deve, tra le altre cose, insegnare matematica nella scuola dell’ infanzia e deve – o meglio desidera! – far vivere ai bambini una esperienza gioiosa, che possa rimanere impressa nelle loro menti e rappresentare la premessa di un apprendimento efficace nei livelli di scuola successivi.

2. I NOSTRI AMICI AUTOMI: COMUNICARE CON DEGLI SCONOSCIUTI

Per capire a cosa serve la matematica possiamo provare l’ esperienza di parlare con dei bambini di un’ altra etnia o con degli esseri di un altro pianeta.

Se un giorno incontrassimo dei marziani e scoprissimo che hanno tre dita e tre mani, dovremmo imparare a contare come contano loro. E’ quello che abbiamo fatto con i nostri bambini, provando ad introdurre la numerazione in base 3 attraverso un modo un po’ inconsueto di contare: uno, due bum, quattro, cinque bum bum … e via dicendo

Se dovessimo scambiare degli oggetti molto semplici con gli stessi marziani, dovremmo imparare a trovare le proprietà essenziali delle cose che ci circondano.

Ma non ci sono soltanto i marziani: anche abitanti di terre lontane e molto diverse dalle nostre possono usare la matematica in modo diverso da noi. Se dovessimo rischiare di perderci nel deserto, dovremmo imparare a mantenere l’ orientamento ed una traccia del percorso che abbiamo fatto come fanno i bambini tuareg.

M. Dayak, Sono nato con la sabbia negli occhi, Bologna: Editrice Missionaria Italiana (2003)

D. Nibali, A scuola con i Sona, Torino: Book-jay.it (2010)

3. IL TANGRAM, OVVERO: LE INFINITE FIGURE CHE SI POSSONO COSTRUIRE CON I SETTE MAGICI TAN

Il tangram è quel famoso gioco cinese che consiste si presenta come un quadrato scomposto in sette pezzi che possono essere ricombinati per formare le figure più incredibili.

E’ un ottimo strumento per favorire l’ astrazione e la composizione e scomposizione delle figure note attraverso oggetti matematici.

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Non è soltanto un gioco e non è riservato, come si potrebbe pensare in un primo momento, ai bambini della scuola elementare: anche nella scuola materna può essere utilizzato per favorire l’ astrazione e la soluzione di semplici problemi di tipo geometrico legati al riconoscimento di alcune figure semplici in tutte le posizioni e angolazioni possibili.

Abbiamo provato ad usare il tangram con i nostri diciannove bambini di cinque anni e ne è scaturita una attività molto impegnativa che si è prolungata per diversi giorni ed ha visto lavorare i bambini in piccoli gruppi alla costruzione di figure di ogni genere usando una serie di tangram riprodotti col cartoncino dalle maestre.

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R. Xompero, A scuola con il Tangram, Torino: Book-jay.it (2010)

4. MATEMATICA PER NATIVI DIGITALI: GIOCHI INTELLIGENTI CON L’ IPAD

L’ Ipad rappresenta una rivoluzione nelle possibilità di fare didattica della matematica nella scuola dell’ infanzia.

Noi abbiamo cominciato ad usarlo in forma molto cauta, in modo “collettivo”, ragionandoci sopra e lavorando sempre in modo corale, un bambino di fronte al gruppo che lo aiuta e lo incoraggia.

Siamo stati in questo certamente avvantaggiati dal fatto che alcuni bambini lo conoscevano già perché lo avevano in casa ed avevano già usato alcuni dei giochi che abbiamo proposto loro.

Ma la cosa più soprendente è il ricordo, preciso e circostanziato, dei giochi fatti per poche decine di minuti a distanza di settimane.

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5. MATEMATICA E’ SEMPLIFICAZIONE: LA REALTA’ VISTA DAI GRANDI PITTORI (MIRO’, CHAGALL, VAN GOGH)

Vorremmo parlare delle implicazioni matematiche di un’ attività di educazione all’ immagine che ha avuto un grande successo e che si è protratta molto a lungo.

Sono stati presentati in classe alcuni grandi pittori moderni (Chagall, Mirò, Van Gogh) e poi è stata data la possibilità ai bambini di produrre in modo spontaneo dei lavori ispirati a questi pittori usando una specie di mosaici.

Anche qui impressiona la rapidità con cui i bambini – tutti i bambini, nessuno escluso, ha afferrato ed interiorizzato lo stile espressivo dei grandi pittori, nonché la persistenza del ricordo di questi stili.

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6. MATEMATICA, RITMO E MUSICA: DAL RESPIRO AL RITMO, CONTARE IL TEMPO (I TEMPI)

7. SCOPRIAMO COME SIAMO FATTI, CONFRONTANDO IL NOSTRO CORPO CON QUELLO DI ESSERI MOSTRUOSI IMMAGINARI

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8. I NOSTRI CORPI E IL MOVIMENTO: GIROTONDI, DANZE, COREOGRAFIE E LORO RAPPRESENTAZIONI AL COMPUTER


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