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programma_lamberto_aliberti_covo

Date post: 27-Mar-2016
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Lamberto Aliberti Il mio programma per il Covo degli Eretici. 21 maggio 2011 Consideratemi un editorialista sui generis. Conto di fare meno commenti possibili, piuttosto di offrirvi dei fatti, entrando in tecniche di analisi, consuete nel business, un po’ meno nel giornalismo: quantificazione; tabelle e diagrammi; grafica delle relazioni causa/effetto, che portano alla rappresentazione di un fenomeno o alla soluzione di un problema. In sostanza cercherò di lavorare così: Non sarò solo. Diversi ragazzi della redazione si affiancheranno a me in questa produzione, che abbiamo definito di ingegneria umanistica. E siamo tutti d’accordo a garantire ai nostri lettori il massimo spazio di critica, fino alla confutazione. Tutti noi ovviamente abbiamo delle questioni che ci interessano molto. Ma prima di richiamarle, vorrei presentarmi. Che di meglio del curriculum? Sono matematico. Ho iniziato a lavorare a Torino, a L’Oréal de Paris. Quindi a Milano. Prima presso un paio di società di consulenza, poi ho fondato nel 1970 la Maspa Italia, Mathematical Models for Management. Nel 1975 ne sono diventato, come si usa dire, CEO, indegnamente capo. È la mia creatura e voglio descriverla: a ranghi completi, vi sono state impiegate 14 persone divise in 4 unità: modelli strategici; dove utilizziamo quella tecnica inventata da Jay Forrester al MIT, nota come System Dynamics; ricerca operativa; particolarmente versata in tecniche statistiche computer science; che produce tools di data mining, usati sia al nostro interno, che da clienti formazione; dove si costruiscono business games realistici, sempre frutto della nostra esperienza nella realizzazione di modelli strategici, venduti o noleggiati ad università ed imprese. fatti test ipotesi tendenze scenari previsioni analisi
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Lamberto Aliberti

Il mio programma per il Covo degli Eretici.21 maggio 2011Consideratemi un editorialista sui generis. Conto di fare meno commenti possibili, piuttosto di offrirvi dei fatti, entrando in tecniche di analisi, consuete nel business, un po’ meno nel giornalismo:

• quantificazione;• tabelle e diagrammi;• grafica delle relazioni causa/effetto, che portano alla rappresentazione di

un fenomeno o alla soluzione di un problema. In sostanza cercherò di lavorare così:

Non sarò solo. Diversi ragazzi della redazione si affiancheranno a me in questa produzione, che abbiamo definito di ingegneria umanistica. E siamo tutti d’accordo a garantire ai nostri lettori il massimo spazio di critica, fino alla confutazione.Tutti noi ovviamente abbiamo delle questioni che ci interessano molto. Ma prima di richiamarle, vorrei presentarmi. Che di meglio del curriculum?Sono matematico. Ho iniziato a lavorare a Torino, a L’Oréal de Paris. Quindi a Milano. Prima presso un paio di società di consulenza, poi ho fondato nel 1970 la Maspa Italia, Mathematical Models for Management. Nel 1975 ne sono diventato, come si usa dire, CEO, indegnamente capo. È la mia creatura e voglio descriverla:

• a ranghi completi, vi sono state impiegate 14 persone

• divise in 4 unità:• modelli strategici; dove

utilizziamo quella tecnica inventata da Jay Forrester al MIT, nota come System Dynamics;

• ricerca operativa; particolarmente versata in

tecniche statistiche• computer science; che produce tools di data mining, usati sia al nostro

interno, che da clienti• formazione; dove si costruiscono business games realistici, sempre frutto

della nostra esperienza nella realizzazione di modelli strategici, venduti o noleggiati ad università ed imprese.

fatti

test

ipotesi

tendenze

scenari

previsioni

analisi

Lamberto Aliberti

In questo gruppo ho ricoperto 3 ruoli: di manager, di project leader dell’unità modelli strategici e di docente, in varie università e scuole di formazione aziendale. Fatemene ricordare 2 e poi la smetto: Bocconi e Isvor-Fiat.Siamo entrati nelle stanze dei bottoni di tutti i gruppi multinazionali italiani, parecchi europei e un paio americani. Nel 2006 mi sono pensionato, all’80%, perché un giorno alla settimana continuo come prima. Col tempo però mi ero accorto che il business aveva ormai poco da insegnarmi, mentre mi cresceva dentro la voglia di confrontarmi con quelle problematiche, che gli anglosassoni definiscono public, consistenti nell’individuare e cercare di risolvere problemi incidenti sulla società nel suo complesso. Oltre che occuparmene direttamente, mi riprometto di costruire gruppi di lavoro, che facciano proprio questo obiettivo e si impadroniscano del mio mestiere, cioè leggere e riprodurre la complessità del mondo odierno, al fine di trarne direttrici di sviluppo nel futuro e testare mezzi in grado di intervenirvi con profitto. Insomma fare l’educatore mi piace. Inoltre possiedo un metodo, che ha funzionato sempre. In effetti un modello matematico è un prodotto, le cui prestazioni, oggi o domani, sono misurabili e dunque il successo della mia società non lo dobbiamo a nessuno. Nel Covo ho già trovato ottimi allievi. Spero che anche chi mi legge trovi la voglia di cimentarsi con un pensiero nuovo e cercare la controintuitività aggrovigliata nelle cose dell’oggi. Teniamo gli occhi ben aperti sull’attualità, ma ci sono dei filoni tematici, con i quali, per esperienze avute o particolari interessi, vogliamo cimentarci. Sono:

I limiti dello sviluppo.Esattamente 40 anni fa è uscito un modello, destinato a cambiare radicalmente la nostra visione del mondo L’abbiamo dimenticato, proprio mentre il futuro, allora ravvisato, si sta verificando. Non dev’essere così e cercheremo di farci carico di un’esauriente rivisitazione.

Avvisaglie di un’altra crisi. Forse definitiva.È uscito il primo editoriale sul Giappone, cercando di leggere dati, segni ed indizi, che per ora sono sfuggiti alla stampa e mettono in una luce diversa, sul piano economico, i tragici avvenimenti, che, tanto all’interno, quanto per il mondo, possono comportare la sensibile attenuazione, o addirittura il capovolgimento, di quella timida ripresa, visibile in questi primi mesi del 2011. L’aggiornamento a 2 mesi mostra che i segnali erano stati correttamente colti e gli effetti della catastrofe segneranno il mondo per lungo tempo ancora.

La scarsità prossima ventura.

INQUINAMENTO

POPOLAZIONE

RISORSENATURALI TERRA

COLTIVABILE

CAPITALE

INQUINAMENTO

POPOLAZIONE

RISORSENATURALI TERRA

COLTIVABILE

CAPITALE

Fonte: www.crimethinc.com

Lamberto Aliberti

Acqua, cibo, commodities cominciano a scarseggiare in modo visibile. Si accusa la speculazione, e non c’è dubbio che faccia la sua parte, ma è dimostrabile che la crescita della popolazione mondiale, e l’aspirazione di genti e classi sociali, oggi fuori dalla storia, ad una qualità di vita incomparabilmente migliore dell’attuale, stanno per farci pagare un conto salato.Un tema misconosciuto dall’opinione pubblica, che ci proponiamo di trattare,

occupandoci in particolare delle: • aspettative di miglioramento della qualità della vita, da parte dei popoli

oggi esclusi, a che cosa portano? • grandi speranze nella scienza e nella tecnologia. Cosa potranno darci

realmente?• leggiamo nelle sue diverse declinazioni il concetto di sviluppo

sostenibile• segnali a livello di società, che si voglia affrontare la penuria, per es. con

programmi di risparmio e moderazione nei consumi, che si vada verso lo stile della sobrietà, o che si viva alla giornata.

Produttività, competitività e crescita.

Crescita o declino? Per la prima volta la storia propone all’Occidente questo dilemma. In linea di massima i giochi sono fatti, ma qualche carta da giocare ci resta.

Il nostro obiettivo:• rendiamoci consapevoli delle

grandezze macroeconomiche e del ruolo che giocano nella nostra vita, attraverso giochi interattivi

• la crescita dipende anzitutto dalla nostra capacità di attrarre una frazione consistente del commercio mondiale; teniamo

sotto controllo il problema, con tecniche di analisi, mutuate dalla modellistica strategica aziendale a lungo periodo, perché là hanno funzionato sempre, nella testa di molti economisti, mai

• i grandi snodi del pensiero economico (liberismo contro statalismo, per es.) passati alla cartina di tornasole del trial and error, alla ricerca di nuove mappe su: modelli mondiali di divisione del lavoro, pubblico e privato, centralità dell’occupazione, protezionismo, finanza, ecc

Lamberto Aliberti

• monitoraggio delle riforme economiche, fatte e da fare, da noi, in Europa e forse anche altrove.

Il mercato del lavoro.Siamo pieni di portali, siti e blog, che ci pubblicano annunci, ci insegnano a compilare il curriculum vitae, qualche volta ci offrono lavoro. Perciò sembra difficile scrivere qualcosa di nuovo ed essere effettivamente utili. Forse, spostandoci sul mercato nella sua interezza e sulle scelte di fondo, che fin dalla scuola, si è costretti a fare, potremo distinguerci. Pensiamoci tutti insieme. Per adesso

possiamo offrire:• chi / dove / come / quando / a quali condizioni offre lavoro• le vie degli umanisti e dei senza speranza <<apparentemente>> • job creation (casi, metodo, opportunità e minacce, come avviare una

start-up e dove finanziarsi, il business plan)• parlare il linguaggio dell’impresa e capirne i bisogni, in un mondo in

cambiamento; apprendimento altamente attivo con giochi da computer, tipo esercizi, problem solving e business game

• testimonianze di manager e professional.

La riforma dell’università.Perché non farla insieme? Affrontandola col supporto di un modello di management, che simuli politiche, al fine di ricavare la migliore riforma possibile. L’abbiamo fatto. Ci hanno boicottato nella stessa università, che aveva promosso il modello. Lo ritiriamo fuori dopo 7 anni. Che sia la volta buona? Forse perché le cose non hanno fatto che peggiorare. Ci muoveremo rappresentando e testando:

• lo scempio attuale• linee di una vera riforma• tematiche calde• che si fa all’estero?

Siamo già pronti a simulare:• severità degli studi e accoglienza del mercato del lavoro• le borse di studio sono interesse di tutti• organizzazione discipline: oggi alla rinfusa, domani sistematiche e

flessibili• link con la scuola dell’obbligo• acquisizione del sapere.

Fonte: www.aftersix.it

Lamberto Aliberti

E abbiamo in progetto:• rapporto professori / ricercatori / studenti• competizione tra istituti: il concetto di attrazione• l’università produce ricchezza oggi e domani• il mercato della formazione aziendale e il ruolo delle università• produttività della ricerca.

Migrazioni.Esiste un modello rivolto alla quantificazione dei flussi migratori in entrata. Lo vogliamo ampliare e metterlo a disposizione di tutti per verificare, in Italia ed Europa:

• Costi e benefici del fenomeno;

• Quantificazione (forecast) per provenienza e destinazione;

• Opportunità e minacce all’integrazione;

• Assorbimento del mercato del lavoro, in funzione di differenti scenari di crescita;

• Effetti economici: produttività e competitività:• Effetti sociali: criminalità, sicurezza e qualità della vita:• Sono gestibili i flussi?

Ci piacerebbe al più presto aggiungere al modello una nuova prestazione: l’analisi dell’emigrazione:

• C’è una ripresa in atto? Osserviamola per fasce d’età e di skill, in Italia ed Europa;

• Costi e benefici del fenomeno;

• Che cosa aspettarsi in diversi scenari economici e sociali;

• Conseguenze a medio e lungo periodo.

Ineguaglianza.

Fonte: Migrazioni – evoluzione storica e prospettive future

Fonte: Altromedia

Lamberto Aliberti

La distribuzione tra le famiglie di reddito e ricchezza patrimoniale non è mai stata così iniqua, come oggi, in tutto il mondo. Dovunque la società si sta strutturando su 2 strati: un’infinitesima frazione (1% o meno) di ricchissimi; un 99% e oltre di poveri, presto poverissimi. Noi ce ne vogliamo rendere conto, spiegare e, in seguito, rappresentare, facendo emergere:

• Com’è il gap fra top e bottom class nel mondo. Oggi e domani• Le cause: skills, tasse, finanza (feed back positivo ed emergenza), ecc• Prosperità e uguaglianza• Crescita e disuguaglianza• Democrazia e disuguaglianza• Verso un nuovo medioevo: signori e servi della gleba• Un nuovo pensiero economico, con nuovi criteri di misurazione• La disuguaglianza nel mondo del lavoro.

Guerre, guerriglie e terrorismo.Nell’autunno del 2001, traumatizzati dall’attentato alle Torri Gemelle, di getto, abbiamo costruito un modello “BBWar, Bush Bin Laden War”, che dimostrò da subito che in guerre asimmetriche, l’esercito tradizionale, peggio se opera con le regole della democrazia, non può vincere. Era la nostra prima intrusione nel mondo della geopolitica. Fino ad allora si era concepita la scena mondiale come un mero scontro di poteri e potenze economiche, il resto? Un’appendice. La nuova visuale ci ha portato lontani, a partire dallo stesso campo in cui ci eravamo cimentati allora: l’ambito politico/militare, la lotta al terrorismo, che produce

guerra prima, guerriglia poi, in una sequenza che non sembra avere fine. Il patrimonio su cui possiamo contare, comprende:

• BBWar: strategico e aggregato, varato subito dopo l’attentato alle Torri Gemelle, si pone il problema dei mezzi idonei a sconfiggere il terrorismo internazionale (non locale) di matrice islamica, incarnato in Al Queda; sembrerebbe obsoleto, ma le circostanze possono cambiare;

• BSWar: l’invasione dell’Iraq, lo scontro, le vittime, l’apparente vittoria, la durata della guerra; qualche eco di stampa può confermare l’esattezza delle previsioni, in contrasto con quelle ufficiali, che quasi tutti i commentatori hanno acriticamente accettato;

Lamberto Aliberti

• IraqField: intersezione di fattori militari, politici, economici e sociali, da cui è emersa non solo una rappresentazione corretta ed esauriente della nuova forma della guerra, ma anche la risposta a domande, quali: l’esportabilità della democrazia, l’accettabilità dell’occupazione militare, il terrorismo come mezzo della politica, lo scontro culturale, che guadagna e perde dalla guerra asimmetrica, ecc;

• CTWar: le strategie dell’antiterrorismo, dall’individuazione dei bersagli alla neutralizzazione delle cellule, seguendo i flussi di denaro; ha previsto correttamente l’attentato in Spagna;

• AsymmetricWargame: mette alla prova strategie e tattiche belliche, nel teatro dell’Iraq, durante il governo provvisorio, assegnando ai militari anche il compito di creare una forza locale, in grado di affiancarli nel ristabilimento della pace;

• Escalation: risponde ad una e una sola domanda: può una forza militare d’invasione sconfiggere insurgents?

• Contagio: sui timori di attentati bioterroristici è nato questo modello, messo a punto con un’équipe di medici, specializzati nel trattamento delle epidemie; collaudato dallo scoppio della SARS, è in grado di valutare politiche, piani e decisioni, volte a limitare gli effetti di malattie contagiose.

Futuribili.Esplorare il futuro è una necessità di vita. Può anche diventare un piacere. Per me è stato un lavoro appagante. E sono alla continua ricerca di eredi, non solo in questa redazione. Perciò penso a 2 filoni tematici.Metodi per pensare il futuro. Esistono tecniche, strumenti, modi per pensare il futuro in modo efficace, e, perché no? interessante e piacevole. Io ci ho passato una vita. L’idea mi frullava da anni: ho un’enormità di materiale, scritti, esercizi, tools, modelli. Ne volevo fare un libro per formare quel future thinking, che altrove, non solo nelle high schools americane, ma anche in università cinesi ed indiane, è materia d’esame.Casi futuribili. Internet è pieno di matti e savi, che classificano, discutono, propongono panacee per il futuro digitale, energetico, scientifico, filosofico, psicologico, ecc. Vale la pena organizzarli e

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renderli sistematici? Vale la pena trovare filoni insospettati, come il transumanesimo, o quelli iper collaudati, come la filosofia della scienza. Prendiamo posizione tra praticanti, che si definiscono scientifici, e altri, cui non frega niente. Smascheriamo un po’ di ciarlatani. Leggiamo e critichiamo Kurzweil, Brown, Kelly, ecc.

Una goccia nel mare.È la nostra intrusione nella cronaca. Siamo una rivista e non può mancare. Ma vorremmo un taglio particolare, non nuovo, che si cercherà però di rinnovare.Il benchmark. Anni fa un’industria, leader nella produzione di camion ed autobus, ci incaricò di costruire il modello dei pezzi di ricambio: una parte fondamentale del business. Un sottosistema basilare riguardava la stima della domanda. Negli autobus, la verifica delle nostre stime si doveva fare attraverso i comuni, i pressoché soli clienti di questo mercato. Con una fatica immane, e solo grazie al peso politico dell’azienda, ottenemmo statistiche incomplete, lacunose, palesemente sbagliate e si riuscì a mettere in crisi gli algoritmi del modello: la distribuzione della domanda di pezzi di ricambio fra i comuni, debitamente standardizzata, cioè tenuto conto dell’età, della qualità, delle condizioni d’impiego del parco autoveicoli, ecc, variava di circa 450 volte tra il comune più virtuoso e quello più sprecone. Certo il federalismo cambierà tutto, ma forse mettere il naso nei bilanci pubblici, come la sanità, e quasi-privati, come le utilities, non lascia il tempo che trova.Un luogo comune, che fa comodo. Un po’

più di un anno fa mi trovavo a cena da un’amica e si venne a parlare di compensi ai politici. Qualcuno sosteneva che in tempi di crisi dovevano dare l’esempio, riducendosi gli stipendi. Mi colpì come fu accantonata la faccenda da gente, senza simpatie per la politica e, nella maggioranza, avveduta negli affari: “una goccia nel mare”. Con quell’aria di sufficienza, tanto diffusa fra chi ha avuto fortuna nella vita e si sente pertanto più intelligente di tutti. Sono stato zitto, per non creare imbarazzo. Ma adesso mi sento autorizzato a qualche calcolo elementare. Intanto, anche se ci limitiamo ai soli parlamentari (non sono circa 1000?) una penalizzazione di 5000 euro al mese, sì una goccia

sprechi

corruzione

evasione fiscale

criminalità

truffe

Se vuole salvarsi dal declino, il nostro paese

deve combattere e vincere queste battaglie,

ricavandone regole, capitali e opportunità di lavoro.

Internet, unitamente a certi obblighi di trasparenza, cui le varie caste si sottraggono volentieri, ci può consentire

di essere parte attiva.

Lamberto Aliberti

nel mare loro, porta a risparmiare una settantina di milioni all’anno. Quanta ricerca ci facciamo? Quanti precari si sistemano con questa cifra?Ma, non è il solo tema, quello degli stipendi dei politici. Diciamo che la questione dei privilegi, di distribuzioni esponenziali del reddito, è un problema centrale dell’austerity che ci aspetta, a causa del debito pubblico. E che i tagli orizzontali di budget non sono l’unica medicina.

L’ateismo. Ho una sola fede. Calcistica, granata, il Toro. Delle religioni soprattutto rivelate, monoteistiche, penso tutto il male possibile. Per cui vorrei cimentarmi sul tema dell’ateismo e magari trovare qualcuno che voglia incrociare le lame con me. Su 3 fronti:

• La logica, cioè il mio campo, e proverò al più presto a rivisitare le prove dell’inesistenza di dio e andando a vedere le innumerevoli contraddizioni dei pretesi libri sacri, nonché dottrine e dogmi

• L’etica, anche qui rispolverando l’idea che ci possa essere un sistema condivisibile con tutti, senza bisogno di scomodare precetti, imposti dall’alto

• La società, scoprendo le invasioni di campo, i soprusi e le marachelle (si deve dire così) degli uomini di chiesa, non solo cattolica.

Perché?Non ci siamo intrattenuti troppo, a sciorinare la nostra merce? Lo scopo? Prima di tutto un memorandum per me e la redazione del Covo a valorizzare un patrimonio di conoscenze e strumenti, che hanno avuto un pubblico e un successo, e devono essere rimessi alla prova, nel mutare del tempo e dei temi, posti dalla cronaca. Inoltre, e forse più importante, far sapere ai nostri lettori cosa possono aspettarsi e sollecitarne un contributo, delle richieste, magari motivate solo dalla curiosità.

Fonte: Il Riformista

Fonte: http://manuelcop.altervista.org/