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Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla · Le sue ciarlatanesche ricette di...

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Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla Novembre 2018 Numero 93 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro Dopo aver sperimentato una ripresa inconsistente e irregolare, l’imperialismo italiano è di nuovo in stagnazione, con la prospettiva dell’ennesima recessione. La contrazione economica, che si manifesta nel calo della produzione industriale e dei consumi, è un aspetto di una spirale rovinosa formata da spread al rialzo, declassamento del rating, stretta creditizia delle banche zeppe di titoli tossici, debito pubblico crescente, fuga dei capitali.... Ciò avviene in un quadro internazionale caratterizzato dal protezionismo USA, dal rallentamento cinese, dalla crisi dei paesi esportatori, così come dal diffondersi dello sciovinismo e dall’aumento della tensione militare. Se l’UE dei monopoli ha il raffreddore, l’Italia borghese va in polmonite e aggrava tutte le sue croniche patologie: disoccupazione, miseria, precariato, divario nord-sud, etc. Questa è la realtà, non le cifre sparate da governo e Istat. Di chi la colpa? Del vecchio o del nuovo governo? La responsabilità è della classe dominante nel suo complesso, che trascina il paese alla catastrofe per proteggere profitti, rendite e privilegi di un’infima minoranza che possiede la maggioranza della ricchezza sociale prodotta. Il governo di coalizione M5S - Lega non può invertire il ciclo discendente economico e non vuole toccare gli interessi dei padroni e dei ricchi, ma si sforza di proteggerli. Le sue ciarlatanesche ricette di “cambiamento” sono solo demagogia sociale. Quando scoppierà la “tempesta perfetta” il conto verrà girato ai lavoratori e alla povera gente: licenziamenti di massa, rapine su salari e risparmi, sottoscrizione forzosa dei titoli di Stato, tagli ai residui servizi sociali, liquidazione dei diritti democratici. I mali del capitalismo in putrefazione sono incurabili. La borghesia e la piccola borghesia trascinano il paese alla catastrofe. L’unica via di uscita per la classe lavoratrice è costituito dalla rivoluzione socialista e dalla dittatura del proletariato, la più alta forma di democrazia. Con questa prospettiva, è fondamentale avvicinare e unire i gruppi comunisti e operai nel lavoro per il Partito, condurre la lotta per l’unione di tutte le forze del proletariato e per la costruzione del fronte unico nella lotta contro i nemici di classe, ponendo con insistenza la questione del potere. Chi semina bene oggi, raccoglierà buoni frutti domani.
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Page 1: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla · Le sue ciarlatanesche ricette di “cambiamento” ... Il problema è la crisi interna della UE, che per sopravvivere deve concentrarsi

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

ScintillaNovembre 2018 Numero 93 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro

Dopo aver sperimentato una ripresainconsistente e irregolare, l’imperialismoitaliano è di nuovo in stagnazione, con laprospettiva dell’ennesima recessione. La contrazione economica, che si manifestanel calo della produzione industriale e deiconsumi, è un aspetto di una spirale rovinosaformata da spread al rialzo, declassamentodel rating, stretta creditizia delle banchezeppe di titoli tossici, debito pubblicocrescente, fuga dei capitali.... Ciò avviene in un quadro internazionalecaratterizzato dal protezionismo USA, dalrallentamento cinese, dalla crisi dei paesiesportatori, così come dal diffondersi dellosciovinismo e dall’aumento della tensionemilitare. Se l’UE dei monopoli ha il raffreddore, l’Italiaborghese va in polmonite e aggrava tutte lesue croniche patologie: disoccupazione,miseria, precariato, divario nord-sud, etc. Questa è la realtà, non le cifre sparate dagoverno e Istat. Di chi la colpa? Del vecchio o del nuovogoverno? La responsabilità è della classe dominante nelsuo complesso, che trascina il paese allacatastrofe per proteggere profitti, rendite eprivilegi di un’infima minoranza che possiedela maggioranza della ricchezza socialeprodotta. Il governo di coalizione M5S - Lega non puòinvertire il ciclo discendente economico enon vuole toccare gli interessi dei padroni edei ricchi, ma si sforza di proteggerli. Le sueciarlatanesche ricette di “cambiamento”sono solo demagogia sociale. Quando scoppierà la “tempesta perfetta” ilconto verrà girato ai lavoratori e alla poveragente: licenziamenti di massa, rapine su salarie risparmi, sottoscrizione forzosa dei titoli diStato, tagli ai residui servizi sociali,liquidazione dei diritti democratici. I mali del capitalismo in putrefazione sonoincurabili. La borghesia e la piccola borghesiatrascinano il paese alla catastrofe. L’unica via di uscita per la classe lavoratrice ècostituito dalla rivoluzione socialista e dalladittatura del proletariato, la più alta forma didemocrazia. Con questa prospettiva, è fondamentaleavvicinare e unire i gruppi comunisti e operainel lavoro per il Partito, condurre la lotta perl’unione di tutte le forze del proletariato eper la costruzione del fronte unico nellalotta contro i nemici di classe, ponendo coninsistenza la questione del potere. Chi semina bene oggi, raccoglierà buonifrutti domani.

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La disputa fra UE e governo populista:spade di cartone e spade d’acciaio

2 novembre 2018

Sul carattere di classe, lapolitica e la collocazioneinternazionale del governoM5S-Lega ci siamo più volteespressi: un compromessoinstabile fra la grandeborghesia, settori di ceti medimeridionali declassati e settorireazionari della piccola e mediaborghesia settentrionale,raggiunto su una politicasciovinista, repressiva e razzistache punta a dividere eindebolire la classe operaia. Una politica che sul pianointernazionale supporta gliinteressi strategicidell’imperialismo USA, chepunta a disgregare dall’internol’UE. Dentro questa cornice, ilgoverno di colazione fra DiMaio e Salvini sta attuando unbraccio di ferro con laCommissione europea.La bocciatura del documento dibilancio decretata da Bruxellesderiva dal mancato rispettodell’obbligo della rapidariduzione del rapportoPIL/deficit. Non è questioni di decimali: ilprecedente italiano puòmettere in discussione il Fiscalcompact, dunque la tenuta dellafragile struttura dell’UE,continuamente erosa dallalegge assoluta dell’ineguaglianzadi sviluppo economico epolitico (quest’ultimo oggi siesprime con i nazionalismiborghesi aggressivi). La Commissione respingedunque la manovra, ne chiede larevisione, detta misure, provocae ricatta da vero e propriodirettorio del sistemaimperialistico in Europa. Può farlo perché decenni dipolitiche liberiste e di austerità,di direttive e trattatiantipopolari, non solo hannoprodotto la devastazionesociale, ma hanno anche reso ilnostro paese un vassallo dellaUE, oltre che degli USA e delVaticano.In questo processo la borghesiaitaliana ha svolto un ruolotutt’altro che passivo: leesigenze capitalistiche diaumento dello sfruttamento edella messa in concorrenza alribasso dei lavoratori, di

saccheggio dei popoli oppressi,di piena libertà di movimentodei capitali e merci percombattere la concorrenzainternazionale, ci hanno portatonella gabbia sempre più strettadella UE.La disputa fra UE e governopopulista apre problemieconomici, politici e giuridiciseri. Pone il problema dellasovranità popolare che la UEnega e la borghesia italiana haseppellito sotto gli interessi delcapitale monopolisticofinanziario.La pressione e le ingerenzedella Commissione rafforzano ipopulisti che si presentanocome i “difensori dellanazione”. Con Salvini in testa,fanno gli spavaldi per meschineragioni di propaganda eannunciano percentuali dicrescita infondate, percontinuare a ingannare ilavoratori. Vanno avanti con la loro sporcademagogia in vista delle elezionieuropee del maggio 2019,lasciando a Conte e Tria ilcompito di rassicurare imercati. In realtà la “manovra delpopolo” - che contiene ilreddito di sudditanza e nuovitagli alle pensioni – èl’ennesimo capitolo dell’attaccoalle masse lavoratrici. Da un lato la spesa pubblicaaumenta a beneficio deglievasori fiscali, dei padroni e deiricchi (condono, Flat tax etc.),dall’altra il governo non vuoletrovare le entrate colpendo ipescecani dell’industria, delcommercio e della finanzacapitalistica. Non c’è dubbio: i “partitiantistema” sono i miglioridifensori del sistema disfruttamento e parassitismo!Indicativo il fatto che Lega eM5S, partiti con un largoconsenso di massa, si guardanobene dal mobilitare i lavoratoricontro la UE. Non hanno alcuna intenzione digettare sul piatto della bilanciala forza delle grandi masseperché temono più il lororisveglio e la loropartecipazione attiva, che “leélite” che dicono di avversare.

Sanno che una volta avviato loscontro in maniera frontaledevono andare sino in fondo,cosa che i rappresentanti delle“mezzi classe” non vogliono enon possono fare.Dopo appena cinque mesi digoverno gli imbroglioni algoverno non possononemmeno più contarepienamente sulla loro baseelettorale che è sempre piùdelusa. Dal Salento a Genova, da Roma,a Taranto alla Val Susa siesprime la protesta contro ilM5S per aver tradito gli impegnielettorali. Questo problema riguardaanche la Lega che mantienestretti legami con il grandecapitale (è stata in tutti igoverni Berlusconi) a cuifornisce una base di massa perle sue politiche, e perciò devenecessariamente dare addossoa tutti gli operai, siano essiimmigrati o italiani.Come evolverà dunque il“dialogo fra sordi” di UE egoverno populista? La Commissione UE si preparaad aumentare la pressione e lasorveglianza sull’Italia tramite la“procedura per deficiteccessivo”. Ma difficilmentegiungerà alle sanzionimiliardarie, allo scontro aperto.Il problema è la crisi internadella UE, che per sopravviveredeve concentrarsi a livellofinanziario, politico e militareper reggere la concorrenza conUSA e Cina. E il tonfo dell’Italia– che non è la Grecia - nonconviene ai tecnocrati diBruxelles, dato che leripercussioni sarebberodirompenti.Dall’altro lato, i fanfaronipopulisti inserisconoi “clausoledi salvaguardia”, dilazionanospese (pensioni e reddito dicittadinanza), ma “confermezza”. Vogliono continuare a illuderegli strati sociali che hannofinora creduto alle loropromesse sostenendo che ècolpa dell’UE se non possonoessere mantenute. La tatticaserve per le prossime europee.Una cosa è chiara: populisti eUE si combattono fra loro con

spade di cartone, sono pronti avenire a patti sulla manovra,perché quelle di acciaio leusano solo contro gli sfruttati ei popoli oppressi. In questa situazione, che èesposta a molte variabili, datal’anarchia dei mercati finanziari,qual è la posizione della classeoperaia? Ideologicamente decapitata epoliticamente paralizzata, nonriesce a sviluppare un’iniziativaindipendente e nella suamaggioranza non si è ancorapronunciata sulla manovra.Settori combattivi delproletariato hanno peròricominciato a scioperare escendere in piazza, impedendoal governo populista diavvantaggiarsi della pace socialevoluta dai riformisti peravvantaggiare le forzereazionarie, tracciando con lalotta e l’unità la via da seguire.Mentre il paese è portato alladeriva da vecchi e nuovipoliticanti borghesi e altreoffensive antioperaie sono ingestazione, è della massimaimportanza collocare al centrodella linea di massa lacostruzione e ilconsolidamento del fronteunico di lotta anticapitalista,contro la borghesia e il governoM5S-Lega, contro la UE deimonopoli. Un fronte che miri alla rotturarivoluzionaria col sistemacapitalistico, favorendo lamobilitazione di massa e dipiazza come unica garanzia perrealizzare le rivendicazioni delproletariato e delle masselavoratrici ed impedirel’avanzata dello sciovinismo, delrazzismo e del fascismo.Le due questioni che da tempoandiamo ponendo agli elementidi avanguardia del proletariato,quella del Partito indipendentee quella del Fronte unico,boicottate dagli opportunisti edai collaborazionisti, sipresentano sempre più comequestioni di vitale importanzaper la riorganizzazione e losviluppo della lotta di classe perla rivoluzione e il socialismo,per distruggere il dominio delcapitale e costruire sulle suerovine un mondo nuovo.

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Lo stratagemma utilizzato da DiMaio per mandare in fumo lepromesse elettorali sulla TransAdriatic Pipeline) (TAP) è stataquella delle penali per quasi 20miliardi di euro. Il suo predecessore al Ministerodel Lavoro, Carlo Calenda delPD, ha accusato Di Maio dicomportarsi da imbroglione,perché non esiste una penale,ma nel caso un’eventualerichiesta di risarcimento dannida parte dell'impresa.Che Di Maio abbia preso in girogli elettori non vi è dubbio. Perprimi lo hanno capito gliesponenti dei comitati No TAPche hanno bruciato le bandieredel M5S, strappato le tessereelettorali e chiesto ledimissioni dei parlamentaripentastellati eletti in Salentocon la promessa di fermare ilgasdotto. Ma se la penale è un balla, qualè il vero motivo per cui i verticidel M5S devono andare avantisulla TAP? L’importanza della TAP non sta

nel fatto che porta il gas, ma nelfatto che lo portadall’Azerbaijan senzaattraversare la Russia. Nella disputa imperialista fraUSA e Russia, ai primi interessam a r g i n a l i z z a r eeconomicamente la Russia efare in modo che l’Europaoccidentale non dipenda dal suogas. Per questo da anni hannoprogettato e realizzato pipelineper avvantaggiare Stati vassalli eminare l’export russo. Poiché il governo M5S-legaprende ordini dagli USA,eccospiegato il perché del voltafacciadel M5S. La verità è che Conte,durante la visita di fine luglio aWashington, ha ricevuto daTrump l’ordine di mandareavanti la TAP e il MUOS,ricevendo in cambioassicurazioni sulla sfera diinfluenza italiana in Libia el’esenzione dalla sanzioniall’Iran.Non a caso è stato lo stessoConte, nel mezzo della buferache ha investito il M5S, a

doverci mettere la faccia perribadire che “è arrivato ilmomento di operare le sceltenecessarie”.La lotta contro la TAP ha unsignificato non soloambientalista e non soloristretto a livello locale enazionale. Si tratta di una questioneinternazionale che va legata alrifiuto della politica di guerraseguita dai governi italiani, quellidi centrosinistra, di

centrodestra e populisti, alservizio degli USA e dellaNATO.Sosteniamo la lotta e lemanifestazioni in Puglia controil gasdotto. Basta con la politicadi guerra imperialista! NO TAP, NO MUOS, NO F-35!Fuori l’Italia dalla NATO! Via le basi USA-NATO dalnostro paese! Per una politica di pace ecollaborazione fra i popoli, perl’internazionalismo proletario!

La verità che nessuno dice sulla TAP

Gian Marco Centinaio,braccia rubateall’agricolturaCorrispondenza

Gian Marco Centinaio,mascelluto ministro leghistaall’agricoltura, ha partorito unabestalità degna del suo idolo,Mussolini.In finanziaria propone di darein concessione gratuitaventennale a scopo agricolo unterreno dello Stato a chi farà ilterzo figlio negli anni 2019,2020 e 2021. Da bravo cattolico integralista,ma di “buon cuore”, la misuradovrebbe applicarsi solo allecoppie sposate e agli stranieriresidenti in Italia da più di 10anni. La motivazione sarebbecombattere la denatalità.A parte la sgradevole“equiparazione” fra figli e zolledi terreno, vorrei chiedere alministro: tale pezzo di terrasarà vicino alla residenza delfortunato neo-colono? Avràquesti una scuola per i figli eservizi vari vicini all’ettaroincolto generosamenteelargito? Insieme al terreno,verrà data in concessione una

cascina con stalla, granaio,magazzino per gli attrezzi ed imacchinari? Le sementi, lapatente per i mezzi agricoliecc. saranno a carico delloStato o dell’assegnatario? E, incaso di spese a carico diquest’ultimo, questi saràrimborsato in caso di mancatiguadagni dalla sua amenaattività campagnola? E infine, cosa succederà allascadenza della concessione?Insomma, un’idea strampalata.Più che il governo “delcambiamento”, il governodell’idiozia.La vera causa della denatalitànel nostro paese è la mancanzadi prospettive per una vitadecente, meno cara e sicura.Tale prospettiva potrà essereconcretizzata non da ministritanto reazionari quantosconsiderati, ma dalla classeoperaia quale classe che ha ungrande dovere: la conquistarivoluzionaria del poterepolitico.

Lettera firmata, Lodi

Si è svolta a Firenze dal 19 al 21ottobre, nella vecchia stazioneferroviaria della “Leopolda”, lanona edizione del radunopromosso e organizzato dalgrande sconfitto del referendumcostituzionale e delle elezionidel 4 marzo 2018, l'ex giovanedemocristiano, poi Segretariodel Partito Democratico ed exPresidente del Consiglio,Matteo Renzi.Due sono state le proposterenziane, illustrate da OscarScalfarotto, e approvate daquesta nona “Leopolda”: laformazione dei “comitati civici”e l'idea di presentare alleprossime elezioniamministrative (e alle successiveelezioni europee del 2019) uninsieme di “liste civiche” inappoggio alle liste del PD.Non sfugge a nessuno che imodelli a cui si ispirano questepresunte novità sono quelli dellapolitica americana e delmacronismo francese. Creare, in un modo o nell'altro,una rete di simpatizzanti che, almomento buono, si trasformanoin reti elettorali per un partitopolitico centrista, europeista e

neoliberista. Quale? Un nuovopartito personale di MatteoRenzi, se e quando le forzepalesi ed occulte del capitaleitaliano e internazionale neritenessero necessaria lanascita. L’esatto contrario delreparto d’avanguardia,organizzato e disciplinato, cheserve alla classe operaia.

ScintillaOrgano di Piattaforma Comunista

- per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Periodico mensile.Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012

Dir. resp. E. MassiminoRedaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Editrice Scintilla OnlusChiuso il 13.11.2018 - stampinprop.

Per contatti e contibuti: [email protected]@yahoo.it

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Dalla Leopolda spunta ilpartito personale di Renzi

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Sabato 27 ottobre si è svolta lamanifestazione nazionale indettadal SI Cobas contro le politicheantioperaie e reazionarie delgoverno Salvini-Di Maio. Essa è stata preceduta il giorno26 dallo sciopero generaleproclamato da diversi sindacaticonflittuali, che ha vistosignificative adesioni neimagazzini e nei trasporti,picchetti e cortei combattivi,cori di denuncia della situazionelavorativa, della repressione edegli attacchi che subiscono ilavoratori sfruttati da parte dipadroni, squadristi e polizia. Alla manifestazione - che fra isuoi obiettivi si poneva lacostruzione di un fronte unicoanticapitalista - hannopartecipato operai dellalogistica, in netta maggioranzaimmigrati, lavoratori di altrisettori, disoccupati, ilmovimento dei senza casa,studenti proletari. Circaquindicimila i partecipanti, chehanno rotto con il clima diattesa passiva e con la loro unitàdi sfruttati di tutti i paesi hannopuntato al cuore della politicagovernativa: il razzismoistituzionale che serve adividere la classe lavoratrice abeneficio dell’aumento dellosfruttamento capitalistico. E’ stata una manifestazione benpreparata e ben riuscita, conadesioni significative,politicamente viva e concontenuti schiettamente diclasse e internazionalisti, uncorteo nutrito, allegro ecombattivo che si collega aquello del 24 febbraio scorso,ma con un livello dipartecipazione dei lavoratorimaggiore. A dimostrazione che isindacati che praticano una lineadi lotta e unità possono solorafforzarsi e crescere,nonostante la vergognosacensura praticata dai principalimass media (che invece dannoampia visibilità alle provocatorieazioni dei fascisti). Le invettive lanciate controSalvini e Di Maio hannodimostrato che i settori piùcombattivi del proletariatohanno ben compreso la naturadi classe e la funzione delgoverno “social-populista”,smascherando la demagogiadegli imbroglioni a cinque stellee leghisti.

Il processo di organizzazione edi lotta della logistica, che sisviluppa in un settorecaratterizzato da contratti dafame, precariato, dispersione deilavoratori, attacchi feroci deipadroni e dei crumiri, ha oggiun’importanza ancora maggiore. La sindacalizzazione deglioperai, soprattutto immigrati,per difendere i loro diritti eaffermare la loro unità eorganizzazione per la lotta, è unelemento che si scontradirettamente con i progetti dellaclasse dominante che vuolemettere sempre più inconcorrenza e contrapposizionei proletari nativi e immigrati, cosìcome si scontra con le politicheopportuniste ecollaborazioniste di tutti i tipi. Va evidenziato un aspetto dellamanifestazione: come è statosottolineato nel comizioconclusivo, essa ha segnato ilpassaggio dalla lotta contro iproprietari delle singoleaziende, alla lotta politica controlo Stato dei padroni e il lorogoverno che ha emanato il“Decreto sicurezza”, dietropressione dell’associazione deipadroni della logistica, percolpire le lotte dei facchini. L’infame decreto, oltre aintrodurre un vero e proprio“apartheid giuridico”, peggiorauna legge anticomunista volutada De Gasperi e Scelba nel1948, estendendo ai blocchistradali la reclusione da uno asei anni e prevedendol’espulsione in caso di condannadi lavoratori stranieri.Contro le teorie chesostengono la sua gradualesparizione o sostituzione dalleimprese multinazionali o dagliorganismi sovranazionali, loStato borghese continua adessere lo strumento del capitaleper la difesa degli interessi deglisfruttatori, il controllo e larepressone della classesfruttata. Di qui la necessità dimanifestazioni come quella del27 ottobre, della lotta unitariadei lavoratori e delle loroavanguardie contro le strutturestatali di cui i capitalisti siavvalgono per imporre il lorodominio. Senza dubbio la lotta contro il“Decreto sicurezza” deveessere intensificata, sviluppando

la più ampia unità di azione contutti i lavoratori e i delegatisindacali che vogliono lottarecontro la politica antioperaia delgoverno Salvini-Di Maio el’attacco al diritto di sciopero edi manifestazione. Richiamiamo proprioquest’ultimo diritto per unircialla denuncia del “foglio di via”che ha impedito ai 5 operailicenziati politici FCA dipartecipare al corteo del 27: unamisura fascista voluta dal“governo del cambiamento”contro la lotta proletaria! Non solo l'unione dei proletaridi un singolo settore, mal'azione comune di tutta laclasse degli operai è

assolutamente indispensabileper respingere le misureantioperaie e non lasciarsischiacciare in nome delmassimo profitto, per avanzarenella lotta per la completaemancipazione dei lavoratori daqualsiasi sfruttamento.Lo spazio politico per avanzarec’è. Va riempito con la lotta,l’organizzazione e il programmadi classe, con il contributo attivodi tutti coloro che hannolavorato per il successo dellegiornate di mobilitazione del 26e 27 ottobre, in primo luogo glioperai della logistica che in diecianni di battaglie di classe si sonoconquistati il rispetto e lariconoscenza di tutti i proletari.

novembre 20184

Dopo le due giornate di sciopero emobilitazione del 26 e del 27 ottobre

Con questo proposito è stata convocata da iscritti e delegati diUsb, SI Cobas, Confederazione Cobas, Cub, Cobas SanitàUniversità Ricerca, Il sindacato è un'altra cosa (Cgil), Orsa, un’Assemblea nazionale autoconvocata per il 2 dicembre,ore 9:30 presso il CPA Fi-Sud di Firenze. Muovendo dalla constatazione secondo cui nessunaorganizzazione o corrente sindacale conflittuale, classista, puòoggi pensare di poter far fronte da sola alla condizione semprepiù ardua della nostra classe, i promotori dell’Assemblea sipongono alcuni obiettivi principali:- sostenere in ogni lotta dei lavoratori l'unità d'azione deilavoratori e delle organizzazioni sindacali conflittuali, come giàavviene o è avvenuto in alcuni settori;- discutere la definizione di una piattaforma rivendicativagenerale per la classe lavoratrice di pochi punti rivendicativi ingrado di sintetizzare e contrastare efficacemente i moltepliciproblemi ed attacchi che affliggono la classe lavoratrice.Intenzione dei promotori dell'Assemblea non è costituire unanuova organizzazione sindacale, ma unire i militanti delleorganizzazioni e correnti del sindacalismo conflittuale nelrispetto di ciascuna di esse, per condurre con più forza labattaglia per l'unità d'azione delle rispettive organizzazioni,affinché questa possa imporsi e divenire completa, conseguente,capace di spezzare il sistema di potere del sindacalismocollaborazionista.Invitiamo delegati e lavoratori combattivi a partecipare!

Per l’unità di azione del sindacalismodi classe e dei lavoratori

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5novembre 2018

Una risposta di massa alla politica razzista e antioperaia del governo M5S-Lega La manifestazione nazionale del10 novembre, promossa dallarete “Indivisibili” contro ilgoverno, il razzismo e il decretoSalvini, ha visto in piazzaalmeno 70 mila partecipanti.E’ stata un altro segnale delrisveglio della lotta di massa,dopo mesi di ubriacaturapopulista e attendismoopportunista.Lo sviluppo di questomovimento di lotta unitariodipenderà da alcune condizioni,quali: a) riconoscere il ruolodecisivo e il protagonismo dellaclasse sfruttata, autoctona eimmigrata, come cuoredell’opposizione politica esociale al governo Salvini-DIMaio; b) sviluppare una criticaproletaria al razzismo e alfascismo; c) rifiutare le sireneparlamentari ed elettoralistichee costruire organismi di fronteunico proletario (Consigli eComitati). L’unità si forgia nella lotta!L’alternativa al nazional-populismo è quella di classe erivoluzionaria, non quellaillusoria dei neo-proudhoniani oqualla fallimentare dei vecchisocialdemocratici.Di seguito ilcomunicato/volantino diffuso.

Partecipiamo allamanifestazione nazionaleantirazzista del 10novembre, portando inpiazza contenuti di classee internazionalisti!

Il 10 novembre si terrà a Roma(h. 14:00 Piazza dellaRepubblica) una manifestazionenazionale contro la politicarazzista del governo Salvini-DiMaio, a cui aderisconomoltissime sigle sindacali,associazioni antifasciste,antirazziste e di movimento.E’ una manifestazionesignificativa, che si tiene in unclima di attacco diretto aimigranti, agli operai, ailavoratori, ai sindacalisti di lotta,ai movimenti sociali, portatoavanti da un esecutivo che simanifesta sempre più come ungoverno populista di estremadestra che sfrutta il terrenopreparato dalle misureapprovate dal governo Renzi

(norme Minniti, etc.) peravanzare nei suoi obiettivireazionari. Perno centrale della sua politicaè stato in questi mesi il“Decreto sicurezza”, voluto daSalvini e fatto proprio dai verticidel M5S che, assieme alla Lega,hanno deciso di mettere lafiducia al Senato per far passareuna vergognosa legge razziale eantioperaia.La norma si accanisce contro laparte più debole, oppressa esfruttata dei salariati, in apertaviolazione della Costituzionedemocratico-borghese (art. 3) edella legislazione internazionale.Con il raddoppio dellapermanenza nei lager per irimpatri, la revoca dellaprotezione e l’abrogazione deipermessi di soggiorno permotivi umanitari, la possibilità ditrattenere gli stranieri daespellere anche presso lapolizia, gli immigrati sonopregiudizialmente accusati diessere fonte dell’insicurezzasociale, segregati socialmente egiuridicamente, condannatisenza appello. Siamo di fronte alla più grandeed odiosa menzogna verso quelpopolo italiano che a parole ilgoverno dice di voler difendere.La causa dell’insicurezza dellavoro e della vita non sono imigranti, è il capitalismo, unsistema marcio e irrazionale!Sul piano della repressione dellelotte, il governo punta atrasformare in reato assemblee,dimostrazioni di protesta epicchetti che occupano lestrade, mentre prevedel’espulsione per i lavoratoristranieri che vi partecipano. Talemisura è stata richiesta daipadroni, in particolare quelli delsettore della logistica, in cui taliforme di lotta sono spessoutilizzate dagli operai super-sfruttati protagonisti di durebattaglie sindacali. Chiaramenteessa colpisce l’interomovimento operaio ecriminalizza la protesta sociale.Obiettivo politico del decretorazzista e antioperaio – chesvela il volto ultrareazionariodel “governo del cambiamento”e della UE che ha dato il vialibera al pacchetto – è metteregli sfruttati italiani contro gli

sfruttati immigrati, aumentarericatti e concorrenza, dividere eindebolire entrambi. Allo stessotempo si vuole costruire unoStato sempre più poliziesco eautoritario.Per questo è della massimaimportanza scendere in piazza il10 novembre su chiari contenutidi classe e internazionalisti.Occorre condurre una lotta afondo contro il governo Salvini-Di Maio, contro il razzismo cheè un’arma dei capitalisti,rafforzando i vincoli disolidarietà dei lavoratori nativi eimmigrati, gettando le basi diun’ampia alleanza di lotta, conalla testa la classe operaia,contro le politiche antioperaie,l’autoritarismo e la repressione,così come contro la guerra e ilsaccheggio imperialisti, che sonocausa delle ondate migratorie.Esigiamo il ritiro immediato etotale dell’infame decreto Salvinie delle altre leggi e misurecontro gli immigrati; laregolarizzazione e la totaleparità dei salari, l’uguaglianza deidiritti democratici e sociali pertutti i lavoratori, nativi eimmigrati; il permesso disoggiorno e i documenti diviaggio per i migranti. DiciamoNO alla criminale politica deirespingimenti, della chiusura deiporti e delle espulsioni!La lotta contro la repressione, ilrazzismo e il fascismo deveuscire dall’angusto edinconcludente ambitoumanitario e riformista perdiventare sempre più un aspettodella lotta generalerivoluzionaria contro il sistemadi sfruttamento capitalistico e ilsuo Stato oppressore, per il loroabbattimento e la costruzione diuna società senza sfruttamento,senza razzismo, senza fascismo:

la società socialista. Per questo in tutte le lotte ditutti gli sfruttati e gli oppressideve risuonare con ancora piùforza la parola d’ordine«Proletari di tutti i paesi,uniamoci!». Per questochiamiamo i proletari piùcoscienti ad unirsi e formare ilPartito indipendente erivoluzionario della classeoperaia.

Piattaforma Comunista –per il Partito Comunista delProletariato d’Italia

E’ disponibile “Il Capitale” diKarl Marx, in edizionedigitale (tutti e tre i libri, inpdf). Il prezzo è di 10 euro perriceverlo in CD e 15 euro inpenna Usb, comprensivodelle spese di spedizione. Sono anche disponibili alprezzo di 20 euro le operecomplete di Lenin e di Stalin,in penna Usb.Per ricevere le opereoccorre versare le relativesomme sul c.c.p.001004989958 intestato aScintilla Onlus, specificandola causale del pagamento.

1818-2018Bicentenario dellanascita di Marx“Il Capitale” è inedizione digitale!

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novembre 20186

Braccianti: i “10 punti” illusori dellanuova burocrazia sindacaleIl 22 settembre scorso, a Foggia,i dirigenti della USB hannopresentato i «10 punti» di unapiattaforma per ilriconoscimento dei diritti socialie contrattuali di chi lavora laterra. Nella stessa città, il 3 disettembre, si era svolta la primariunione del Tavolointeristituzionale sullosfruttamento del lavoro inagricoltura, nella quale ilministro del lavoro Luigi DiMaio aveva sostenuto, conl’accondiscendenza deirappresentanti della USB, che inuovi strumenti economici enormativi di cui il governo si èdotato, contrasterebbero losfruttamento ed il fenomeno delcaporalato.Spedendo inviti a ministri cuivorrebbero impartire lezionisull’agricoltura – quando ciò cheinteressa a questi ministri è diimpartire lezioni sonore a chi siribella alla società basata sullosfruttamento – gli organizzatorihanno coltivato ad ogni costogrottesche illusioni sulla“democrazia” borghese e sullamacchina dello Stato borghese.Il fatto poi che questi stessiministri si siano burlati di taliinviti, non fa che gettare ancorapiù il ridicolo sulla megalomaniadi questi cosiddetti “capi”sindacali che cercano lapubblicità sulle testate televisiveche spargono ogni giorno ilproprio fiele contro ilcomunismo. I «capi» di questo sindacatoconcorrono alla creazione di unclima di attesa passiva tra lemasse sfruttate e al suomantenimento, forse ritenendoquesta la via più breve persedere accanto ai boss dei tresindacati ufficiali nei conciliabolicon i padroni e i ministri.Questi boss avevanosottoscritto nel giugnoprecedente il nuovo contrattodegli operai agricoli eflorovivaisti, allargando l’ambitodella sua applicazione fino acomprendere oltre 200.00aziende e più di un milione dilavoratori. È sempre istruttiva la lettura diquesti “contratti” redatti in unostile ermetico ed enigmatico.Nelle clausole di quest’ultimo di

giugno, con il beneplacito deivertici sindacali ufficiali, siriconosce come legittimo ilprofitto e si approvano lerivendicazioni sindacali“compatibili” con il capitalismo;in tal modo i più grandi traditoridei lavoratori puntellano ilsistema capitalistico sacrificandogli interessi fondamentali delproletariato. Questa burocrazia sindacale,con l’accordo del capitaleagrario, si sta rafforzando aspese del salario dei lavoratori,con la creazione di un Entebilaterale agricolo nazionale e leCasse extra-legem provinciali, ilcui scopo dichiarato consistenel “miglioramento dellerelazioni sindacali” e nel“sostegno alla contrattazione”che in realtà consegnano ilavoratori allo sfruttamento deiproprietari in cambio neanchedel classico piatto di lenticchie. Come marxisti-leninisti, purponendo il compito di formare ilsindacato rivoluzionario,consideriamo delittuosol’abbandono del lavoro neisindacati ufficiali dove militanoun gran numero di lavoratori,poiché altrimenti lasceremmocampo libero all’aristocraziaoperaia e alla burocraziasindacale di manipolare a loropiacimento la classe operaia e diservirsene per gli interessipropri e del capitale. La lotta dei marxisti-leninisti inseno ai sindacati ufficiali non sipropone certo di correggere edi migliorare o di riformare laburocrazia sindacale. Essi lavorano con la massa degliiscritti ai sindacati per educarlae prepararla all’azionerivoluzionaria anticapitalista,contro l’ideologia riformista. Diciamo subito che i «10 punti»della piattaforma USB – come diqualsiasi altra – saranno sempredestinati a rimanere l’eserciziodemagogico della ripetizione difrasi senza alcuna concretarealizzazione se, tanto nelmeridione che nel settentrione,la massa salariata immigrata enativa, sottoposta ad un ferocesfruttamento in un clima diaperta minaccia per chi siribella, non troverà una stabile esolida organizzazione della lottadi classe.

Se si entra nel merito di questi«10 punti», vi si trovano i“Centri per l’impiego” e il“Tavolo permanenteinterministeriale einteristituzionale” che sono lasostanza oppiacea del nuovogoverno social-populista che usauna tattica dilatoria per nonsvelarsi dinanzi alle massepopolari.Se poi i «capi» della USBvogliono conquistare per sé lafama con l’istituzione di un“Codice etico” dell’agricoltura –nello stesso modo in cui i «capi»della CGIL cercano la gloria conla loro “Carta dei dirittiuniversali del lavoro” – ilavoratori concorderanno connoi quando affermiamo che lamemoria dell’attivista SoumailaSacko assassinato in Calabrianon potrà essere commemoratacerto dalle dichiarazionicartacee di umanesimo.Convegni come quest’ultimo diFoggia, vanno denunciati ailavoratori in quanto si riduconoad un palcoscenico sul quale«capi sindacali» s’intestanosuccessi che puntualmente larealtà dei fatti del nostro paeses’incarica impietosamente dismentire, mentre vecchi e nuoviarnesi della socialdemocrazia nefanno la propria vetrina.La millanteria di questi «capi»presunti, che vantano nelnumero di “centinaia ecentinaia” i lavoratori che liseguono, è la più palesedimostrazione del lorofallimento e del fatto che nongodono di alcuna vera fiduciapresso le masse lavoratrici.Lo spirito di ribellione che vaaccumulandosi nella massabracciantile immigrata e

nazionale priva di una minimadifesa, non potrà esprimeretutto il suo potenzialerivoluzionario né potràintraprendere azionirivoluzionarie contro il capitalefinanziario – che è il verodominatore nelle campagne,dietro i volti del capitale agrario,dell’industria interessata allalavorazione di materie primedell’agricoltura e di prodotti daconserve e del grandecommercio – se questa massanon sarà raccolta in un potenteesercito di lavoratori salariatidella campagna che si affiancaalla classe operaia dei centriindustriali, sulla base dell’aiuto edel sostegno reciproci.Noi non ci facciamo assillaredalla preoccupazione di trovarenel vocabolario il nome piùadatto per questaorganizzazione; dobbiamopreoccuparci della sua sostanzapolitica, cioè che qualunque nesia la denominazione, essa siaorgano di unità della massabracciantile mobilitata sia peruna lotta di rivendicazionieconomiche immediate che perrivendicazioni politiche di piùlargo respiro.La dimensione di un tale organo,se esso sia lo strumento dimobilitazione di una frazionedella massa salariata in unambito locale, oppure di unasezione più estesa coincidentecon l’ambito provinciale, ambitoche è quello di vigenza deicontratti sindacali dei lavoratoriagricoli, sarà dettata dalleesigenze specifiche della lotta diclasse.La grande differenziazione delladimensione della proprietà

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7novembre 2018

La cancellazione dellafamigerata legge Fornero (poislittata a “revisione”) è statauna delle promesse di punta delprogramma elettorale di Lega eM5S. A cinque mesi dall’andataal governo i signori populistinon hanno fatto ancora nulla diconcreto. La Legge di bilancio si limita acostituire il fondo chedovrebbe finanziare la misura,che però viene spostata fuoridalla manovra e rinviata a chissàquando. Di Maio cerca di salvare lafaccia con le solite balle: i500.000 lavoratori cheandranno in pensionediventeranno 500.000 nuoviposti di lavoro. Bum!In realtà le risorse finanziariesono ampiamente insufficienti(così come per il reddito dicittadinanza), tanto che già si èstabilito un aumento del prezzodelle sigarette, pur di nontoccare “lor signori”.La beffa populista di “quota100” non prevede alcunamodifica strutturale di unsistema previdenziale ingiusto epenalizzante per la classeoperaia, per le donne, i giovani(verso i quali non c’è nessunaforma di garanzia), per ilavoratori precoci, per chisvolge lavori discontinui ogravosi. Può essere definita una“Fornero bis”, poichécomporta la riduzionedell’assegno fino al 34,7%.

In tal modo potranno andare inpensione solo chi ha beni alsole, i dirigenti dagli stipendid’oro, non gli operai che hannopensioni da fame!Inoltre, M5S e Lega, seguendola stessa politica dei governiprecedenti non vogliono laseparazione fra previdenza eassistenza, lasciando sulle spalledei lavoratori il peso diprestazioni che invece devonoessere poste a carico deipadroni, stroncando l’evasionefiscale.I lavoratori stanno andandoincontro all’ennesima fregaturamessa in atto da un governoche fa della demagogia sociale lasua arma preferita.Ogni giorno di più si dimostrache abbiamo a che fare con unamanovra che vanifica gran partedegli “impegni” presi con ilavoratori e i giovani. Più passa il tempo e piùsentiamo che la musica suonatadal “governo del cambiamento”è la stessa di sempre. La politica dei populisti non puòrealizzare nessuna misura afavore della classe operaiaperché non fa pagare un euro apadroni e ricchi, ma al contrariodifende i loro privilegi.Riporre fiducia in questogoverno, nei partiti che locompongono, così come neiriformisti, porterà ai lavoratorisolo delusioni e sconfitte. Occorre costringere con lamobilitazione il governo Salvini-

Di Maio a rispettare le esigenzedei salariati. Dobbiamo rifiutare le “mezzemisure” che servono solo afregare i lavoratori, a metterligli uni contro gli altri. L’unica strada è quella di nonaccettare correttivi, ma esigerela cancellazione della leggeFornero senza penalizzazioni etagli, contro gli imbrogli deipiccoli borghesi al governo!La lotta per l’abolizioneimmediata, e non per larevisione o l’ammorbidimentodelle maledette controriformepensionistiche, per la soluzionedefinitiva e positiva dellaquestione degli esodati, nonsolo deve tornare ad esserecentrale, ma deve diventareparte integrante efondamentale della lotta piùgenerale contro il sistema disfruttamento capitalista, nellaprospettiva della rivoluzioneproletaria.Solo la ripresa della lottaindipendente ed organizzatadegli operai e di tutti ilavoratori potrà “stracciare” lalegge Fornero e qualsiasi altralegge approvata contro ilavoratori sfruttati. Gli operai che aspettano daanni la pensione hanno il dirittodi andarci al più presto con unassegno che permetta loro divivere dignitosamente.Lottiamo dunque uniti edeterminati per la cancellazionedella legge Fornero e delle altre

controriforme pensionistiche;esigiamo il ripristino delsistema retributivo e dellepensioni di anzianità: 35 anni dicontribuzione e 60 anni dianzianità per il pensionamentocon assegno pari all’80%dell’ultimo salario (conl’ulteriore, sensibilediminuzione dei limiti dianzianità per tutti i lavoratorioccupati in lavori gravosi onocivi, e per la lavoratricimadri); esigiamo la separazionedell’assistenza dalla previdenza;l’abolizione delle pensionid’oro, dei privilegi. I soldi per queste misure cisono e vanno presi dai profittidei capitalisti, dalle ricchezzedei parassiti e dei privilegiati,delle banche, dai milionari e glispeculatori, non dalle taschedelle masse lavoratrici.Tale azione ed i suoi risultatipositivi, possono essereconseguiti solo con lacostruzione del fronte unico dilotta dei proletari di tutte letendenze e dei suoi organismi,con la riorganizzazione e lottaunitaria dei lavoratori con unchiaro carattere classista eanticapitalista, per un veroGoverno degli operai, esoprattutto con la formazionedi un Partito indipendente deglioperai, distinto e contrappostoa tutti i partiti borghesi epiccolo borghesi, che diriga lalotta per rivoluzione e ilsocialismo.

“I dieci punti...”- segue dalla pagina precedenteagricola è essa stessa motivo didispersione della massabracciantile e all’origine delfenomeno del caporalato, che èl’intermediario incaricatodell’organizzazione minuta delreclutamento e dellasorveglianza di questamanodopera, fino al suotrasporto nei campi.Con questa indicazione,vogliamo rendere netta lanecessità impellente che ilavoratori più avanzati, senzariguardo all’affiliazione politica osindacale, organizzino le loroforze e le contrappongano allaclasse borghese e ai suoistrumenti nocivi in seno allostesso movimento dei

lavoratori.È in questo processo di lavoro edi lotta difficile e tenace che siforgia anche la coesione el’unione del proletariato, che sirealizzerà la possibilità di vederein azione gli elementi piùavanzati politicamente eideologicamente della classelavoratrice, quelli che saranno imigliori e più decisi militanti delproletariato. Il basso livello delle loroconoscenze teoriche e politichenon è di per sé un ostacolo perlavoratori risoluti di educarsi nelcorso della lotta come ardentirivoluzionari.Il dovere dell’organizzazione, lapropaganda del dovere di

organizzarsi e associarsi è oggila discriminante tra chi lotta perla liberazione economica esociale del proletariato e chi dimestiere si affanna a impedireche il proletariato si doti deglistrumenti – dai sindacatirivoluzionari al partitoindipendente rivoluzionariodella classe operaia – per mezzodei quali l’aspirazione allaliberazione dalla schiavitùsalariale diventa volontà fattiva.Nell’attuale situazione politicadel paese, la riuscita dellapredicazione social-populista dauna parte, come la forzadell’aristocrazia operaia neigrandi organismi sindacali ecooperativistici dall’altra, sono

favorite dalla passività di unaparte grande della massa. Non si può contare di aversuccesso, se non ci siconcentrerà in un grande lavoroper strappare le masse allapassività. Noi intendiamo batterci perl’unità della classe operaia, checonsideriamo come la basedell’unità di tutte le massepopolari, che è tutto l’oppostodi quanto fanno e predicanotutti i professori di “marxismo”.Nostro imperativo, nostroappello più attuale che mai èquello che conclude il Manifestodel Partito Comunista:«Proletari di tutti i paesi,unitevi!».

No all’ennesima truffa sulle pensioniLottiamo uniti per i nostri diritti!

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8 novembre 2018

Ancora sulla parola d’ordine delle nazionalizzazioniLo scorso 20 ottobre si è svoltaa Roma una manifestazione afavore delle nazionalizzazioniconvocata da esponenti di USB,Potere al Popolo, Eurostop, PCI,Rifondazione e altre forze. Lo slogan “Nazionalizzare qui eora” chiariva in modoinequivocabile che si trattava diuna misura da realizzareimmediatamente, in regimecapitalistico, relativamente adaziende, servizi e infrastrutturestrategiche.Alcuni compagni ci hannochiesto cosa pensiamo diquesta parola d’ordine. Non è laprima volta che interveniamo sutale questione, ma ci torniamosu volentieri, data la suaimportanza. Nel capitalismo le misure dinazionalizzazione, con cui loStato acquisisce per legge laproprietà o il controllo ditalune aziende, hannostoricamente riguardato ramilimitati dell’industria o deiservizi, lasciando nelle mani deicapitalisti privati i settoriprincipali nei quali ottengonoenormi profitti. Le nazionalizzazioni di taluneaziende o rami industriali disolito servono a salvareimprese in crisi, ad offrireenergia e trasporti alle industriacapitalistiche che non sono ingrado di realizzare determinateopere, a gestire industriestrategiche come quelle militari. Si tratta di un aspetto delcapitalismo monopolistico diStato, cioè dell’unificazione dellaforza dei monopoli con la forzadello Stato borghese perrafforzare ulteriormente imonopoli, schiacciare la classeoperaia e i popoli oppressi,preparare guerre diaggressione. L’intervento statalenell’economia - il cuifondamento sta nell’elevatosviluppo delle forze produttiveche contrastano violentementecon la proprietà privatacapitalistica - non si limita allenazionalizzazioni, macomprende molti altri aspetti:dai contributi a fondo perso aglisgravi fiscali per le aziende, dallecommesse pubbliche alle“rottamazioni”, dai prezzi di

favore di materie prime edenergia alle regolamentazionestatale dell’economia, dallemisure volte a favorire l’exportagli “aiuti” ai paesi in via disviluppo, fino alla creazione diorganismi internazionali cheattraverso misure diintegrazione sostengono gliinteressi dei monopoli (ad es. laUE è una di queste). In Italia la primanazionalizzazione fu quella delleferrovie realizzata da Giolitti nel1905. Dopo la grande crisi del1929 lo Stato fascista salvòbanche e imprese attraversol’IRI e le commesse di guerra.Nel 1962 furono nazionalizzatele imprese elettriche e nel 1964inaugurata l’”Autostrada delsole”, voluta dai governi DC perfavorire la Fiat, i petrolieri, icementifici etc. Il processo dellenazionalizzazioni e delle“partecipazioni statali” si èsmorzato con il prevalere delneoliberismo, che in nessuncaso ha significato un ritorno alperiodo della “liberaconcorrenza”, ma unrafforzamento del dominio delcapitale monopolisticofinanziario. Nel periodoseguente alla crisi del 2008, cheha visto un inasprimento dellec o n t r a d d i z i o n iinterimperialistiche, abbiamoassistito ad una nuova fase disviluppo del capitalismomonopolistico di Stato (ad es. ilsalvataggio delle grandi banchecon fondi pubblici).La prima cosa da evidenziare èche la trasformazione diaziende private in aziende la cuiproprietà o controllo è nellemani dello Stato borghese, nonsopprime il carattere di capitaledi questi mezzi di produzione. Lo Stato borghese – che èessenzialmente una macchinacapitalistica - agisce in modoche le imprese nazionalizzate (ilc.d. “settore pubblico”) operinoa beneficio del grande capitale ein nessun modo mettano indiscussione il caratterecapitalista dell’economia. Agiscecioè come “capitalistacollettivo” che spremeplusvalore da un numerocrescente di operai in nome e

per conto dell’interessegenerale della classe dominante. Le nazionalizzazioni in regimecapitalistico non pongono fineallo sfruttamento dei lavoratori,sia perché lo scopo delleimprese nazionalizzate èsempre la produzione diprofitto, sia perché lecompensazioni pagate agli exproprietari garantiscono lasalvaguardia delle lororicchezze e dei loro redditiderivanti dal lavoro non pagatodegli operai. Il plusvaloreaccaparrato dalle impresenazionalizzate viene utilizzatodallo Stato borghese contro laclasse operaia, non permigliorare le sue condizioni dilavoro e di vita. Solo la formacambia, non il contenuto, poichéla borghesia rimane la padronadei mezzi di produzione,mentre gli operai continuano adessere degli schiavi salariati. Quanto al tasso di sfruttamentodegli operai, dato che lo scopodelle nazionalizzazioni borghesiè supportare il capitalismo nelsuo insieme, esso è persino piùelevato nelle aziendenazionalizzate. Basta vederequello che avviene inFincantieri, azienda controllatadallo Stato, dove losfruttamento più feroce edinfame di operai italiani estranieri è la norma.Dobbiamo anche evidenziateche le imprese nazionalizzate inregime capitalistico sono spessodominate dagli ex proprietari edai loro soci, amministrate damanager o da ex burocratistatali e sindacali che sidistinguono per il lorocomportamento antioperaio esono in osmosi con gli apparatirepressivi dello Stato. Il caso di

Mauro Moretti, ex segretariodella FILT-Cgil, ex a.d. diFerrovie dello Stato e oggi a.d.di Leonardo s.p.a. parla moltochiaro. La nazionalizzazione di alcuneimprese è una misura che nonmodifica assolutamente lanatura economica delle impresenazionalizzate in quantoimprese capitalistiche, cosìcome non cambia la naturacapitalistica dello Stato. I revisionisti e isocialdemocratici si sforzanoinvece di rappresentare ilcapitalismo monopolistico diStato come l’introduzione dielementi di socialismo nellasocietà capitalistica. Ipotizzanoun processo evolutivo e pacificodal capitalismo al socialismo permezzo dello sviluppo dellaproprietà statale inun’economia mista (un’illusionetotalmente infondata che fa ilpaio con quella delconseguimento del socialismoattraverso la Costituzioneborghese). Equiparano laprogrammazione capitalistadell’economia e la pianificazionecentralizzata socialista. E’ lavecchia teoria opportunistadella “integrazione pacifica delcapitalismo nel socialismo”,avanzata da tutti i rinnegati chehanno abbandonato la viarivoluzionaria in nome dellaconciliazione fra le classi.In realtà, le limitatenazionalizzazioni di alcuneaziende (Ilva, Alitalia, Telecom,Autostrade, etc) - unarivendicazione che spessocopre e sostituisce i veriobiettivi espressi da settorioperai quali il rifiuto deilicenziamenti e della chiusura

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delle fabbriche - non possonocreare la proprietà socialista. La proprietà statale nei Paesicapitalisti e imperialisti possiedesempre un carattere capitalista,e non la si può opporre aimonopoli. In un paeseimperialista come l’Italia lenazionalizzazioni sono un mezzodi arricchimento e dirafforzamento del potere disettori di borghesiamonopolista.USB etc. lanciando lademagogica parola d’ordinedelle nazionalizzazioni – chesono pronti ad abbandonare perfirmare accordi vergognosiassieme ai vertici confederali,come ad esempio all’ILVA -eludono completamente laquestione essenziale: quella delpotere politico. In assenza di un’ondatarivoluzionaria, e come oggi inpresenza di movimentireazionari, questa lororivendicazione si trasformainevitabilmente in una parolad’ordine di avvicinamento con lapolitica nazionalista e sciovinistadel governo populista di M5S eLega, di alleanza con settori diborghesia di Stato che tentanodi riguadagnare posizioni nelsistema delle organizzazionicapitalistiche. Si tratta di una linea contrariaall’internazionalismo e allasolidarietà proletaria, che invecedi appoggiarsi sulla classe siappoggia su soggetti e sulleistituzioni borghesi. Le forze politiche e sindacali chesostengono la parola d’ordinedelle nazionalizzazioni in regimeborghese non criticano ilcapitalismo in quanto modo diproduzione, ma solo la suaversione iper-liberista. Nonvogliono espropriare imonopoli, ma ampliare la lorobase. Non vogliono abbatterel’imperialismo, al più mirano aritardarne la sua fine, a differire ilpiù possibile la rivoluzioneproletaria e la socializzazionedei mezzi di produzione e discambio, che è la soluzione realedel problema. La “fede superstiziosa“ deisostenitori dellenazionalizzazioni nei confrontidello Stato borghese è la provapiù lampante che essi non hannonulla a che spartire con ilmarxismo e con il leninismo.Sono solo dei democraticipiccolo-borghesi che usano una

fraseologia pseudosocialista perdire ai lavoratori: “manifestate,scioperate, ma non proponeteviil fine di distruggere la macchinastatale che vi opprime, disostituirla conun’organizzazione stataleproletaria”. Non le nazionalizzazioni inregime borghese, ma la confiscae la nazionalizzazione socialistadi tutte le imprese della grandeindustria, delle banche, dellegrandi imprese commerciali e didistribuzione, dei principalimezzi di trasporto ecomunicazione, della terra, delsottosuolo, delle acque, sarà lapietra angolare del futuroGoverno operaio che spezzeràuna volta per tutte il dominiodei monopoli capitalistici eporrà l’industria nelle mani dellaclasse operaia. La nazionalizzazione socialistadifferisce fondamentalmentedalle misure di nazionalizzazionecapitalista realizzate da governiconservatori, riformisti, liberistio populisti. La nazionalizzazione socialistadei principali mezzi diproduzione e di scambio èindispensabile per farla finita conl’economia del profitto, abolirelo sfruttamento dei lavoratori,assicurare la pianificazione e ilcontrollo operaio sulla vitaeconomica e gettare le basi diun reale miglioramento nellecondizioni di lavoro e di vita deilavoratori. È il modo pertrasformare il sistema dellaproprietà privata capitalista nellaproprietà collettiva socialista. La nazionalizzazione socialistarealizzata dal potere proletarioeliminerà completamente icapitalisti ed i lororappresentanti, metterà la parola“fine” al furto di plusvalore e allericorrenti crisi economiche etrasformerà il nostro paese daun paese imperialista indecomposizione a un paese cheprogredirà sulla strada delsocialismo e del comunismo.

E’ in diffusione un nostroopuscolo dal titolo “Control’economicismo” con il qualeintendiamo offrire uncontributo per lottare controquesta corrente che è una dellepiù nocive presenti all’internodel movimento operaio ecomunista del nostro paese.L’opuscolo, redatto in una

forma agile, è articolatoin cinque sezioni nellequali vengono illustrate

la natura di classe e gli scopidell’economicismo, le suecaratteristiche fondamentali ele sue forme attuali, il rapportoche ha con le altre correnti edeviazioni anticomuniste, lanecessità della lotta senzaquartiere che i comunisti e isinceri rivoluzionari devonoportare avanti.

Invitiamo i comunisti, i militantisindacali e i giovanirivoluzionari a richiederel’opuscolo, a discuterlo ediffonderlo in tutte le situazionidi lotta e di organizzazione delproletariato. Per ricevere l’opuscolo occorreversare la somma di 3 euro(comprese le spese dispedizione) sul c.c.p.001004989958 intestato aScintilla Onlus.

Contro l’economicismo

ArcelorMittal: un clic e a casaIl monopolio ArcelorMittal haappena assunto il pienocontrollo di ILVA e ha fattosubito capire la sostanza dellasua politica antioperaia. Come preannunciato, circa2600 operai in esubero sonostati collocati dal 1 novembrein cassa integrazionestraordinaria, cioè verrannolicenziati. La conferma èarrivata via internet, attraversouna comunicazione sul portaleaziendale “MyIlva”, a confermache per i padroni gli operai nonsono persone, ma limoni daspremere e scartare. Tra gli operai non riassunti cisono quelli più combattivi emolti operai residenti aTaranto, nei quartieri piùesposti ai veleni, che sono iltramite con la lotta per unambiente pulito. I sindacalisti collaborazionisti,confederali e USB, che asettembre assieme a Di Maioavevano svenduto gli operaiululando al miracolo per ilraggiunto accordo, ora siscandalizzano e lanciano accusedi “selezione anomala” deifuturi licenziati.Con il massimo dell’ipocrisiaquesti banchieri di uomini oggidicono che la selezione delpersonale è “stata operataattraverso criteri unilaterali daparte dell’azienda, di fatto al difuori di quanto previstodall’accordo”. Per salvare lafaccia, i bonzi chiedono alnuovo padrone di evitarediscriminazioni fra i lavoratorida licenziare e minacciano diavviare “forme di protestapresso la sede del ministerodello Sviluppo economico” perchiedere al garante Di Maio,“l’assoluto rispettodell’accordo e delle leggivigenti”. Roba da far tremare levene e i polsi! Evidentemente i “difensori deilavoratori” non conoscono la

pratica padronale, da sempreattuata, della cacciata deilavoratori scomodi dallefabbriche (vedi oggi i “cinquedi Pomigliano”). In realtà essivogliono, da bravi servi deipadroni senza vergogna,prendere per i fondelli glioperai, assicurare ilmantenimento delle lorocondizioni di schiavitù.In conclusione: da una partemigliaia di lavoratori a casa;dall’altra, 10.700 operaidecapitati della propriaavanguardia di fabbrica, chedovranno continuare la lorovita di chiavi salariati, lavorandoper un tozzo di pane a rischiodella pelle, per assicurare iprofitti del nuovo padrone.E’ questa la fine che gli operaidevono aspettarsi se nonlotteranno uniti e duramenteper la difesa delle lorocondizioni di vita e di lavoro, secontinueranno in qualchemodo a fidarsi dello Statoborghese e dei vertici sindacalicomplici, se non saprannouscire dall’apatia,dall’accettazione del loromisero destino, dallarassegnazione.Ma la vittoria del padrone nonè definitiva. L’esito del referendum nellefabbriche ILVA, e la stessasituazione sussiste nelle altrefabbriche italiane, dimostra cheesistono consistenti settorioperai che si ostinano a nonvoler diventare carne damacello per i progetti deicapitalisti e dei loro lacchè, chesi oppongono e cercano dirispondere collettivamente alpeggioramento delle condizionidi lavoro e di vita. Da quioccorre ripartire. La lotta all’ILVA è ancora tuttada combattere, la rabbiaoperaia cova sotto le cenere epuò esplodere da un momentoall’altro.

segue da pag. 8

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Nostra dichiarazione

Sono passati 101 anni daquando i cannoni dellacorazzata “Aurora”annunciarono l’apertura di unanuova epoca: l’epoca dellasconfitta del capitalismo edella costruzione della societàsocialista, fondata sullaproprietà comune dei mezzi diproduzione.Chi pensava che ci saremmofermati al centesimoanniversario per celebrare laRivoluzione d’Ottobre, hafatto male i suoi conti. Ilproletariato rivoluzionarioricorderà, saluterà efesteggerà “i dieci giorni chesconvolsero il mondo” perancora mille e mille anni,poiché riconosce la portatastorico-mondiale di quell’attodi liberazione, che cambiòradicalmente il corso dellastoria. L’Ottobre Rosso ha infattidimostrato: -che la catena imperialista puòessere rotta nel suo anello piùdebole;-che con la conquistarivoluzionaria del poterepolitico il proletariato puòrealizzare la sua liberazionedal dominio del capitale eabolire lo sfruttamentodell’essere umano sull’essereumano;-che la falsa e limitatademocrazia borghese puòessere sostituita da una nuovae autentica forma didemocrazia, basata sugli organidel potere proletario;-che nel quadro e con glistrumenti della dittatura delproletariato è possibileespropriare gli espropriatoried edificare una nuova societàin marcia verso il comunismo,la società senza classi.L’esperienza della Rivoluzioned’Ottobre contiene un’altrafondamentale lezione: allatesta della classe operaia sitrovava un Partito comunista,provato nelle lotterivoluzionarie, il Partitobolscevico di Lenin e di Stalin.Questa circostanza è statadecisiva nella lotta per laconquista e il mantenimentodel potere politico.

Purtroppo nel nostro paesenon c’è un partito operaioindipendente dalla borghesia,impegnato a dirigere la lottadelle masse e darle unorientamento rivoluzionario.Nessuna organizzazione opartito esistente puòrivendicare il ruolo di parteintegrante e dirigente delproletariato nella lotta per lasua emancipazione. Coscienti della necessità dirisolvere questacontraddizione, riteniamo chela lotta contro la reazione e larepressione politica, oggiconcretizzata dalle posizioni edalle misure del governoSalvini-Di Maio, control’offensiva padronale e leminacce di guerra imperialista,sia una base reale per l’unionedei comunisti e degli operaiavanzati, per avanzare verso ilPartito. La situazione ci spingea rilanciare la proposta di unariunione dei gruppi comunistie operai che sono sul terrenodel marxismo, del leninismo ed e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario, che non abbianoserie differenze e discrepanzeideologiche e politiche, chemantengano un fermoatteggiamento nei confrontidell’imperialismo, dellareazione e del fascismo. Tutticoloro che sentono l’esigenzadell’unità sulla base deiprincipi, non possono chetrovarsi d’accordosull’urgenza di porre fine allalotta settaria fra gruppi, adelevarsi al di sopra delledispute personalistiche e di“parrocchia”.Assumere la responsabilitàdella propria posizione econdotta pratica sullaquestione fondamentale delPartito, romperedefinitivamente conl’opportunismo el’attendismo, compiere i passinecessari per avviare ilconfronto e l’azione comunenella classe operaia: questosarà il miglior modo dicelebrare il 101° anniversariodella gloriosa RivoluzioneSocialista d’Ottobre. Lottiamoe organizziamoci insieme!

7 novembre 2018

Cento e una volta evviva laRivoluzione Socialista d’Ottobre!

novembre 201810

La coda e il becco“...la Rivoluzione d'Ottobre ha inferto al capitalismo mondiale unaferita mortale, che esso non potrà più sanare. Appunto per questo ilcapitalismo non potrà mai più ritrovare l'"equilibrio'' e la "stabilità'' cheesso possedeva prima dell'Ottobre. Il capitalismo può stabilizzarsiparzialmente, può razionalizzare la sua produzione, dare al fascismola direzione del paese, domare momentaneamente la classe operaia,ma non ritroverà mai più la "tranquillità'', la "sicurezza'', l'''equilibrio'',la "stabilità'' di cui si vantava nel passato, perché la crisi del capitalismomondiale ha raggiunto un tal grado di sviluppo che le fiamme dellarivoluzione devono inevitabilmente aprirsi un varco tanto nei centridell'imperialismo, quanto alla periferia, rendendo vani tutti i palliativicapitalistici e affrettando di giorno in giorno la caduta del capitalismo.Precisamente come nella nota favola: "Se ritira la coda, affonda il becco;se ritira il becco, affonda la coda''.Ciò significa, in secondo luogo, che la Rivoluzione d'Ottobre ha elevatonotevolmente la forza e il peso specifico, il coraggio e la combattivitàdelle classi oppresse di tutto ilmondo, costringendo le classidominanti a tener conto di essecome di un fattore nuovo,importante. Oggi non è piùpossibile considerare le masselavoratrici del mondo come una"folla cieca'', errante nelle tenebre epriva di prospettive, perché laRivoluzione d'Ottobre ha creatoper queste masse un faro cheillumina loro la via e apre loro delleprospettive. Se nel passato nonv'era una tribuna universale apertaper manifestare e formulare lesperanze e le aspirazioni delleclassi oppresse, oggi questa tribunaesiste, ed è la prima dittaturaproletaria. Non si può mettere in dubbio chela distruzione di questa tribunapiomberebbe per lungo tempo lavita politica e sociale dei "paesiprogrediti'' nelle tenebre d'unareazione nera e sfrenata”.

(Stalin, Il carattere internazionaledella Rivoluzione d’Ottobre,1928)

QuattroqualitàNella prefazione all'edizioneinglese (1892) del suoopuscolo “L'evoluzione delsocialismo dall'utopia allascienza”, Engels scrivevache la classe operaiatedesca aveva dato prova diquattro grandi qualità:”CAPACITA' POLITICA,DISCIPLINA, CORAGGIO,ENERGIA”.Oggi, in Italia, la parte piùavanzata degli operai e igruppi comunisti che siriconoscono nel marxismo-leninismo debbono darprova di possedere lestesse quattro qualità -CAPACITA' POLITICA,DISCIPLINA, CORAGGIO,ENERGIA - per giungerealla loro fusione e allacostruzione di un unicoPartito comunista.

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novembre 2018 11

E’ in distribuzione Teoria e Prassi n. 30Indice degli articoli

- A duecento anni dalla nascita di K.Marx - Marx, maestro e guida del proletariato - La fondazione del socialismo scientifico - Alienazione e marxismo - Il metodo dialettico marxista - L’interpretazione materialistica dellastoria - La scoperta del plusvalore - Il profitto capitalistico- La caduta tendenziale del saggio diprofitto e le obiezioni borghesi- La legge generale dell’accumulazione capitalistica- Karl Marx, dirigente dell’Associazione internazionale degli operai- La dittatura del proletariato- Prefazione a “La Guerra civile in Francia” - Attualità del pensiero rivoluzionario di Karl Marx- Una lettera inedita di Stalin a Togliatti - La deviazione economicista- La lotta contro il populismo in Europa - Un punto davvero critico- Portare fino in fondo la critica all’opportunismo di “sinistra”- La tempesta perfetta e i compiti del proletariato

La Conferenza Internazionale di Partiti eOrganizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML) hadeciso, in occasione del 200° anniversario dellanascita di Karl Marx di ripubblicare in più linguequesto testo fondamentale.L’iniziativa risponde a due obiettivi: rendereomaggio a questo eminente dirigente della classeoperaia e ribadire, contro i riformisti e gli opportunistidi tutti i tipi, la necessità per tutte le rivoluzioniproletarie di spezzare la macchina statale borghesee di instaurare la dittatura del proletariato,condizione per l’edificazione della nuova società.La riedizione dell’opera è preceduta da unaprefazione redatta del Partito Comunista degliOperai di Francia (vedi pag. 41).Per ricevere l’opuscolo versare 4 euro (più spese dispedizione) sul c.c.p.001004989958 intestato aScintilla Onlus.

Karl Marx“La guerra civile in Francia”

Per ricevere la rivista in versione cartacea occorre versare 5euro (più 1,30 per le spese di spedizione postale) sul c.c.p.001004989958 intestato a Scintilla Onlus.

La ragione d’essere di “Scintilla” sta nello sviluppo della propaganda perridurre la distanza esistente fra il socialismo scientifico e il movimentooperaio, favorendo la loro fusione. Il compito teorico-pratico dei comunisti è quello di introdurre nella lottadella classe operaia la coscienza di classe per favorire la sua organizzazionein partito indipendente e rivoluzionario, separato e contrapposto a tutti ipartiti delle classi proprietarie. Per questo da undici anni ci sforziamo di far uscire regolarmente Scintilla,in versione cartacea e digitale. Un lavoro da proseguire per espanderel’influenza marxista-leninista. Ci piacerebbe aumentare la periodicità, madisponiamo di scarse risorse e sappiamo che per mantenere la nostratotale indipendenza ideologica e politica dobbiamo basarci sulle nostreforze e possibilità. Per avanzare nei compiti di classe, i proletari che ci seguono non possonolimitarsi a svolgere una posizione di fruitori passivi. Sono invece chiamati a partecipare attivamente, individualmente ecollettivamente, alla produzione e alla diffusione della propaganda e dellastampa rivoluzionaria, cooperando con la redazione. Ogni compagna, ogni compagno, ogni gruppo o circolo locale di operaicombattivi, di giovani rivoluzionari, può aiutarci: * inviando articoli, denunce politiche e corrispondenze sulle condizioninelle quali si svolge la lotta di classe nei luoghi di lavoro e nel territorio; * contribuendo alla diffusione di Scintilla, facendola conoscere al maggiornumero possibile di operai, di giovani e di donne del popolo; * realizzando, con gli articoli che appaiono sul giornale, volantini emanifesti fotocopiati, per diffonderli e affiggerli nelle fabbriche, nellescuole, nei quartieri popolari;* formando gruppi di “amici di Scintilla” per sviluppare l’educazione politicae teorica, la discussione fra compagni e la diffusione della propaganda nelterritorio; * sostenendoci economicamente con un abbonamento o un contributovolontario libero (versamenti sul c.c.p. 001004989958 intestato a ScintillaOnlus). Costruiamo insieme il giornale del proletariato rivoluzionario!

Come aiutare il nostro lavoro

Maltempo e capitalismo Il nostro paese frana sotto molti aspetti, compresoquello idrogeologico. Le conseguenze delcambiamento climatico causato dal capitalismo sisommano a quelle della devastazione ambientale edella speculazione, piaghe dello stesso sistema. Le leggi economiche che stanno alla basedell’imperialismo alterano in maniera gravissima ilrapporto fra gli esseri umani e la natura, che “sivendica di ogni nostra vittoria” (Engels).Le conseguenze di alluvioni e frane sono centinaia dimorti e feriti, dal Friuli alla Sicilia, nei confronti deiquali esprimiamo cordoglio e solidarietà. I danni ailavoratori, alle case, all’agricoltura sono enormi.Il governo fa demagogia sociale e sciacallaggio politicosu questi drammi: ha annunciato polemicamenteinvestimenti per interventi urgenti, sapendo che sonoesclusi dal calcolo del debito pubblico. In pratica hastanziato briciole per l’emergenza nelle undici regionicolpite. Ma la politica dell’emergenza, senza alcunastrategia, non serve a nulla, se non a far ingrassare isoliti noti. Occorre un grande piano di manutenzionestraordinaria per mettere in sicurezza le zone delPaese più a rischio idrogeologico e sismico.I governi borghesi di ogni colore non vogliono questoperché ai capitalisti del cemento e delle costruzioni,alle aziende controllate dalla mafia, ciò non conviene.Fanno profitti immediati costruendo e ricostruendonelle zone alluvionate e terremotate. Operai, lavoratori, giovani e donne del popolo,diciamo basta a questa politica disastrosa! I soldi perla messa in sicurezza delle case e del territorio e perrisolvere i problemi urgenti delle popolazioni ci sonoe vanno presi dai padroni, dai ricchi, dai parassiti, dallespese militari! Solo un Governo operaio potrà farlo!

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Marx e la Prima InternazionaleUno degli aspetti fondamentalidell’opera di Marx a favoredella causa della rivoluzioneproletaria e dell’emancipazionedegli sfruttati, fu il contributoda lui offerto alla formazionedella Prima Internazionale. L’Associazione internazionaledegli operai (o PrimaInternazionale, 1864-1872), dicui Marx fu fra i fondatori,venne realizzata sull’onda di unnuovo impulso proletario(particolarmente in Francia edInghilterra) venutosi arealizzare dopo la sconfitta delmovimento operaio nel 1848. Sulla spinta della necessità diformare un’unione di lottainternazionale delle forzeproletarie, fra il 1862 e il 1864si ebbero numerosi incontri fradelegazioni di lavoratori didiversi paesi, si strinsero ilegami e si sviluppò l’unitàd’azione, gettando le basi di uncollegamento più stretto eduraturo fra gli operai didiverse nazioni.Londra diventò il centro delprogetto, e fu scelta nelsettembre 1864 per unagrande riunione, con lapartecipazione di delegati didiversi paesi. Marx, qui esule, fu invitato apartecipare ai lavori comerappresentante degli operaitedeschi. Il 28 settembre 1864, alla St.Martin’s Hall di Londra, altermine di un’affollata riunionepubblica, fu posta ai voti eapprovata per acclamazioneuna risoluzione con la qualeveniva fondata l’Associazioneinternazionale degli operai. Essa fu una fra le primeorganizzazioni operaie dicarattere internazionale. Comeosservò Marx qualche anno piùtardi: “La novitàdell’Internazionale consisteva nelfatto che era stata fondata daglioperai per gli operai stessi…”(Marx, discorso per lacelebrazione del settimoanniversario della fondazionedella Associazioneinternazionale degli operai, 25settembre 1871).Grazie alla sua preparazione ealla capacità di dirigenteteorico e politico, Marx fu ilprincipale animatore, ispiratoree dirigente dell’Internazionale,trovandosi di fatto alla sua

testa fin dalla fondazione.Assieme a Engels diede uncontributo straordinario allacostruzione, all’organizzazionee all’orientamento politico edideologico dell’Associazione.Ad essa dedicò gran parte delsuo tempo e delle sue energie. Marx fu l’autore del suo“Indirizzo inaugurale”, cheindicava la necessità della lottadella classe operaia per lapropria emancipazione, dellacollaborazione di classeinternazionale e dellaconquista del potere politicoda parte del proletariato,nonché gli “Statuti provvisori”e quasi tutti i suoi piùimportanti documenti (lerisoluzioni, i discorsi, i rapporti,le “istruzioni per i delegati”sugli obiettivi politici edeconomici dell’Associazione, lerisposte alle calunnie dellastampa reazionaria e dellecorrenti piccolo borghesi, finoalla celebre analisi del 1871sull’attività e il significa storicodella Comune di Parigi). Comeosservò Engels, “illustrarel’attività di Marxn e l l ’ I n t e r n a z i o n a l esignificherebbe scrivere la storiadi questa stessa Associazione”(Engels, Karl Marx, 1878)Con la sua opera, Marx gettò lebasi della lotta proletaria edell’organizzazione di classeinternazionale per l’abolizionedella società borghese e lacostruzione del socialismo. Trai concetti fondamentali cheMarx propose all’Associazionene ricordiamo due. Il primo afferma chel’emancipazione della classeoperaia, che comporta la totalesostituzione del lavorosalariato con il lavoroassociato, “dev’essere opera deilavoratori stessi”.Il secondo, contenuto nellarisoluzione sugli statutiadottata al congresso dell’Aja(1872), afferma: “Nella sua lottacontro il potere collettivo delleclassi possidenti, il proletariatonon può agire come classe se noncostituendosi esso stesso inpartito politico distinto, opposto atutti i vecchi partiti formati dalleclassi possidenti. Questacostituzione del proletariato inpartito politico è indispensabileper assicurare il trionfo dellarivoluzione sociale e il suo fine

supremo: l’abolizione delleclassi…. La conquista del poterepolitico diventa un doverefondamentale per il proletariato”.La necessità del partito dellaclasse operaia diventa daquesto momento un obiettivofondamentale dei rivoluzionariproletari di ogni paese. Punto essenziale della dottrinamarxista e fondamentodell’Internazionale è lafunzione storica, a livellomondiale, della classe operaia:il proletariato, attraverso la suarivoluzione e la sua dittatura diclasse contro la borghesiasfruttatrice, conquisterà ilpotere politico, abolirà losfruttamento e costruirà lasocietà socialista-comunista,emancipando se stesso e, conessa, l’intera società. Essendo il proletariatoun’unica classe mondiale, la suaazione non può che avere unraggio d’azione e unaprospettiva strategica a livellointernazionale.L’opera svolta da Marx forgiò iprincipi, la strategia e la tatticarivoluzionaria, il programma dilotta del movimento operaio ecomunista e sviluppòenormemente la teoriarivoluzionaria el’internazionalismo proletario.Marx, assieme ad Engels, svolseall’interno dell’Associazioneun’opera infaticabile tesa arafforzarne il carattereproletario, ossia ilproseguimento della lottaintransigente control’opportunismo e le correntidel socialismo non proletario(proudhoniani, bakuniniani,tradeunionisti) presenti nelmovimento operaio.Egli operò per unificare ilmovimento operaio dei diversi

paesi, e per creare un’effettivaorganizzazione della classeoperaia per la lottarivoluzionaria su alcuni principifondamentali: la partecipazionepolitica alla lotta di classesenza mai smarrire l’obiettivodella conquista del poterepolitico; la lotta contro ilnazionalismo e perl’internazionalismo proletario;la necessità che la classeoperaia non riponga la propriafiducia nei rappresentanti“democratici” o “radicali” dialtre classi e strati sociali, ma siorganizzi in partito distinto eindipendente con la suapropria politica, la propriaideologia, la propriaorganizzazione. L’affermazione di tali principi fudecisiva per lo sviluppo delmovimento operaio e lacostruzione dei partiticomunisti ieri, come lo è oggi. Un altro preziosoinsegnamento consiste nellacapacità di Marx di valutare ireciproci rapporti fra le classi,le condizioni concrete in cui sisvolge la lotta di classe,sapendosi inserire nelmovimento della classe operaiaal livello in cui esso realmentesi trovava. Nel padre delsocialismo scientifico non viera traccia di approcciodogmatico e stereotipato, o di“voli pindarici”. Marx, impostò un programmadi lavoro concreto, che sibasava sulle esigenzeimmediate della classe operaiae poteva essere accettatodall’Internazionale nel suocomplesso, senza alterare lefinalità rivoluzionarie ecomuniste.

12 novembre 2018

2018 - BICENTENARIO DELLA NASCITA DI MARX2018 - BICENTENARIO DELLA NASCITA DI MARX

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novembre 2018 13

La “Conferenza per la Libia”, un fiasco per l’imperialismo italiano L’Italia imperialista ha dasempre considerato la Libia lasua “quarta sponda” e perconquistarla non ha esitato aintraprendere campagnemilitari, repressioni bestiali,deportazioni e crimini diguerra. Oggi la fiacca borghesia italiana,dopo aver perso l’ex-colonia, siarrabatta per mantenere unasfera di influenza in Tripolitania.Nella lotta a coltello seguitaall’aggressione militare NATOdel 2011, ha infatti dovutocedere molte posizioni ai suoirivali, in primo luogo la Francia.Negli ultimi anni i governi che sisono succeduti hanno cercatodi difendere a tutti i costi ifamelici interessi dei monopolicome ENI, Leonardo eUnicredit, a volte dietro lamaschera della lotta alla“migrazione clandestina” edella “stabilizzazione dell’area”,altre volte più sfacciatamentecon la missione militare di“assistenza e supporto” alquisling di Tripoli. In questa sordida lottainterimperialista, che ha comeobiettivo la spartizione delpaese nordafricano e ilsaccheggio delle sue risorsenaturali (petrolio, gas e acqua),si inquadra la "Conferenza perla Libia" – in realtà contro laLibia – svolta a Palermo il 12 edil 13 novembre. Si è tenuta inuna Sicilia sempre piùmilitarizzata e coinvolta nellepolitiche di guerra imperialiste,che vede giuste protestepopolari. L’obiettivo del governo M5S-Lega non si discosta da quello

dei governi precedenti:attraverso le mentite spoglie di“facilitatore del dialogo” puntaa recuperare un ruolo chiavenel controllo e nel saccheggioenergetico della Libia, cercandodi limitare quello francese.Ricordiamo che Macron, chenello scorso maggio organizzòuna “Conferenza di pace” perassumere la gestione politicadel processo elettorale e dellariunificazione istituzionalelibica. La Conferenza di Palermo,promossa da Salvini, è stataappoggiata dal più potente epericoloso bandito imperialista,gli USA, che facendo perno suiservi populisti italiani mira adebilitare l’asse franco-tedesco.Anche la Russia, un brigantemolto attivo nell’area, semprepronto a piazzarsi sulle sedievuote, era interessataall’evento, in quanto mira adessere più presente nelMediterraneo centrale e inNordafrica. Per ottenere un certo livello dipartecipazione, Conte eMoavero hanno fatto il girodelle sette chiese, versandooboli agli officianti locali, in unasituazione che ha visto il piùclassico arruffio fra PalazzoChigi, Viminale, Farnesina eservizi segreti. Ma se l’ambizioso obiettivo eraquello di organizzare unmeeting “più ampio equalificato” rispetto quello diParigi, esso è statoclamorosamente mancato.Hanno infatti partecipato perlo più delegazioni a livelloministeriale, non presidenziale.

Putin e Trump, sebbene invitati,non si sono visti. Macron eMerkel si sono tenuti alla larga,isolando Conte. Il macellaio AlSisi ha avuto invece la facciatosta di calpestare il suolo delpaese di Giulio Regeni e di fareil mattatore. Immancabili gliavvoltoi della Banca Mondiale,del FMI e della UE. Erano presenti diverse fazionilibiche – il fantoccio Sarraj, irappresentanti del parlamentodi Tobruk e il Fratellomusulmano al Mishri, le tribùdel sud e le milizie di Misurata,tutte alla ricerca del proprioesclusivo interesse e dei fondiONU. Escluso invece ilmoderato Jibril.Dopo un lungo tira e molla èinfine arrivato il boss dellaCirenaica, Khalifa Haftar, cheappoggiato da Francia, Russia,Egitto ed Emirati arabi, vuoleper sé l’intero potere, con osenza le elezioni. Il suo rifiuto di partecipare ailavori della Conferenza, el’abbandono della Turchia perprotesta contro l’esclusione daun minivertice con lo stessoHaftar, hanno messo in luce ilfiasco dell’iniziativa. Quali risultati sono infattiscaturiti da Palermo? La tattica dell’ “inclusione” edel “rinvio delle “scadenzeartificiose” (le elezioni fissate il10 dicembre dai francesi), èstata il mezzuccio adottatodall’ipocrita borghesia italianaper ingerirsi nelle vicendelibiche prendendo tempo ecercando di riguadagnareposizioni, in una logica dispartizione del paese africano.

Ma il livello raggiunto dallecontraddizioni fra i maggioribriganti imperialisti e i loroalleati locali non ha permessoalla combriccola guidata daConte di avanzarenell’infuocato deserto libico. Nessun accordo di pace è statofirmato dalle parti avverse,nessuna dichiarazione finale èstata firmata, tutto è rinviato auna nuova conferenza. Davveroun bel successo! In una situazione deteriorata edensa di pericoli, nella quale lapolitica di guerra USA, NATO eIsraele sta aumentandol’instabilità della regione, spettaal proletariato la responsabilitàdi rilanciare la lotta per unfronte internazionale control’imperialismo e i suoi progetticriminali, contro il saccheggioimperialista, le aggressionimilitari e la corsa agliarmamenti, il ritiro immediatodi tutte le missioni militariall’estero, la chiusura delle basiUSA/NATO, l’uscita dell’Italiadalla NATO e da ogni alleanzaguerrafondaia, contro ilfondamentalismo e ilsettarismo religioso, per unapolitica di appoggio alla lottadei popoli oppressi control’imperialismo. Fuori tutte le potenzeimperialiste dalla Libia! Basta con i miliardi buttati nelleavventure militari in Libia,Afghanistan, Iraq, etc., mentremilioni di disoccupati,lavoratrici e lavoratorilanguono nella miseria! Il nemico è dentro casa, è laborghesia con i suoi governi dirapina e di menzogna!

Marx e la Prima Internazionale - segue da pag. 12Nel 1876 l’Internazionale,avendo ormai esaurito il suociclo vitale, fu sciolta, ma Marxed Engels continuaronoinstancabili la loro opera afavore dell’organizzazionerivoluzionaria del proletariato.Essi concentrarono i lorosforzi in direzione dellaformazione di partiti dellaclasse operaia in ogni paese,con gli stessi fini ed in costanterelazione internazionalista fraloro.Con la Prima Internazionale si

affermò il marxismo; essaprodurrà il periodorivoluzionario della IIInternazionale (con laformazione di grandi partitidella classe operaia cheabbracciavano apertamente ilmarxismo) e successivamentela formazione della TerzaInternazionale, che diedeun’ulteriore, enormecontributo alla formazioneteorica e politica dei partiticomunisti.Le lezioni da trarre dal lavoro

di Marx nella PrimaInternazionale sono ancorastraordinariamente valide eattuali per i comunisti, glioperai e i giovani proletaririvoluzionari nella loro praticadi lotta. Sono indispensabiliper la trasformazionerivoluzionaria della società adopera del proletariato. Non a caso esse sonodenigrate dalle forze delladestra e della “sinistra”borghese.Oggi è evidente quanto pesi la

mancanza di un’InternazionaleComunista. La ripresa della lotta di classedegli sfruttati e degli oppressicontro il nemico di classe, ilrafforzamento degli autenticipartiti comunisti esistenti e lacreazione di nuovi, lo sviluppodella CIPOML come centro dicoordinamento e direzioneideologica e politica delproletariato internazionale,sono la via per avvicinarne lacostituzione.

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novembre 201814

Brasile: il fascismo sarà sconfitto!Nello scorso numero delgiornale riportavamo la notiziadi grandi manifestazionicontro Bolsonaro, al grido “Luino! Non vogliamo una nuovadittatura militare nel nostropaese”. Purtroppo dalle urneè scaturito il peggio: l’excapitano Jair Bolsonaro, unmiliardario fascista, è statoeletto presidente del Brasile. I mercati hanno reagito coneuforia, perché sanno che ilnuovo governo favorirà contutti i suoi mezzi il capitalefinanziario internazionale ebrasiliano, i monopolisti e ilatifondisti. La destra più reazionaria tornaal potere in Brasile,approfittando di uno scenariopolitico nel quale è impossibileescludere la responsabilità delPT per tutto ciò ha fatto e pertutto ciò che non ha fatto. La prospettiva di una radicalet r a s f o r m a z i o n esocioeconomica che, intermini generali, il PT avevapromesso ai lavoratori delBrasile è ben presto svanita. Lula e Dilma hanno mantenutoi mezzi di produzione nellemani dei capitalisti privati,hanno tutelato i latifondisti egli interessi del capitalestraniero, hanno governatocon una politica liberal-riformista, con gli“aggiustamenti fiscali” chehanno acuito la crisi e con letangenti di Petrobras. Le masse popolari, frustrate edeluse, hanno gradualmente ecostantemente perso fiducianel PT, che si è indebolito e haperso il suo prestigio. Le azioni giudiziarie, il golpeparlamentare e un candidatodebole come Haddad, incapacedi smascherare Bolsonaro,hanno fatto il resto. Nel voto c'è stata unasanzione contro il PT, ma c'èstato anche un ampio settoreche ha espresso un votoprogrammatico a beneficiodella destra fascistoide. Sono coloro che pensano cheuna più aggressiva politicaneoliberista e securitariapermetterà di risolvere i graviproblemi del paese. Bolsonaroha abilmente sfruttatol'insoddisfazione popolare, lasensazione di insicurezza

causata dall’aumento dellacriminalità (una conseguenzadella disoccupazione e dellamiseria di massa) fino adelevarla alla condizione dirabbia. Tramite Facebook,Twitter e Whatsapp, che sonostati gli strumenti di unacampagna elettorale fatta di“fake news”, ha convintoampie masse che i valorimorali, le istituzioni e lecredenze tradizionali, come lareligione e la famiglia, stavanoper estinguersi. Il voto brasiliano spostaulteriormente a destra ilquadro politico internazionale.I risultati elettorali degli ultimianni in America e in Europaevidenziano la crescita deipartiti più reazionari, populisti,sciovinisti e fascisti. Un fenomeno che non vaassolutamente sottovalutato.La demagogia diffusa da questipartiti si basa sulla lottaall’immigrazione, alle minaccedel terrorismo e alla mancanzadi lavoro, utilizza e legittimacriteri e discorsi razzisti,xenofobi. I loro capi vendonosistematicamente paure efobie. Più il capitalismoproduce disoccupazione,povertà e insicurezza sociale epiù questi servi del sistemasfruttano l’argomento perdiffondere l’idea che ungoverno militare risolverà ilproblema della sicurezza, permobilitare in sensoreazionario le masse,guadagnare adepti e puntellarela baracca. In questo senso vanno leprime dichiarazioni diBolsonaro che, citando ungenerale invasore emassacratore dell’epocadell’impero brasiliano, hachiarito che vuole “pacificare ilBrasile” per realizzare i suoiprogetti. Come? Mettendo albando gli oppositori politici. Il fascista Bolsonaro èchiaramente una pedina delpresidente statunitense Trump,che lo appoggia perriconquistare il terreno persoin Sudamerica, contrastare lapenetrazione cinese eassediare il Venezuela. In America Latina, come inaltre regioni del mondo, lepotenze imperialiste si

affrontano, preparando laguerra per una nuovaspartizione del mondo. Maquello che succederà in Brasilenon dipende esclusivamentedalla volontà e dai desideri diTrump, di Bolsonaro e delgruppo di militari eultraliberisti come Guedes,che lo circondano edappoggiano. Esiste un quadro politico esociale che bisogna tenere inconsiderazione. I risultati del voto hannomesso in evidenza duefenomeni. In primo luogo,un’ampia maggioranza dielettori, cioè più di 89 milionisu 147 milioni, non ha votatoper Bolsonaro (che haricevuto in totale 57,7 milionidi voti). Questo significa che solo unaminoranza pari al 39% dellapopolazione ha appoggiatoBolsonaro.In secondo luogo, si èverificata una notevoledispersione di forze. Bentrenta partiti sarannorappresentati nel Congresso.Anche il Senato vedra unanotevole frammentazionepolitica, con la presenza di 21partiti. Tale dispersione è un serioproblema per il governo,perché sarà obbligato atrattare con numerosi partiti emovimenti per far passare lesue proposte. Ciò significheràconcessioni, ricatti, etc. Di fatto la destra ultrareazionaria ha la maggioranza,ma non ha l’egemonia nelCongresso e ciò limita le sue

criminali intenzioni. E’ dunque probabile che, oltrealla resistenza eall’opposizione operaia epopolare, che rimangonoampie, nel tempo sorgerannoanche fazioni di opposizioneborghese. Di sicuro le grandi masse nonrimarranno a bracciaincrociate quando il governodi Bolsonaro avvieràl'applicazione del suoprogramma neoliberistad’assalto, quando privatizzeràe colpirà il sistema diprevidenza sociale, quando siapprofondiranno le politicheper precarizzare il lavoro eliquidare i diritti dei lavoratori,quando inizieranno i processidi privatizzazione di imprese ei licenziamenti massicci,quando le ruspe spianeranno iterritori amazzonici.Gli operai e i lavoratorisfruttati, i contadini poveri, ledonne e la gioventù delpopolo brasiliano, i popolinativi, hanno una grandetradizione di lotta. Saprannolottare, difendendo con leunghie e con i denti le libertàdemocratiche conquistate,sapranno sconfiggere il fascistaBolsonaro, sapranno vincere.Siamo convinti che in Brasile siprodurrà un periodo diacutizzazione dello scontropolitico e sociale, che avanzeràl’unità delle forze popolari,rivoluzionarie e di sinistra. La solidarietà internazionalistaincoraggerà la lotta perrovesciare il governo diBolsonaro e avanzare verso larivoluzione socialista.

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Solidarietà internazionalista allacompagna Selma Gürkan

novembre 2018 15

Selma Gürkan, la presidentessadel Partito del Lavoro (EMEP),è sotto processo per avercriticato la politica di guerra delgoverno di Erdogan.Nel gennaio 2018 il governoturco ha avviato un interventomilitare ad Afrin. EMEP hacondannato questo intervento,assieme alle altre forzedemocratiche della Turchia,affermando che esso avrebbecontribuito a trasformare laregione in una zona di guerra,chiedendo il ritiro di tutte leforze militari, per prime quelleimperialiste, dalla regione esostenendo che sono i popoli adover determinare il propriofuturo. Il governo di Erdogan hacercato di mettere e taceretutti coloro che si sono oppostialla guerra. Sedici compagni diEMEP sono stati accusati peraver divulgato volantini enotizie sui social media. Lapresidentessa Selma Gürkan èstata incriminata per"propaganda terrorista" a causadi alcune sue dichiarazioni. Selma ha detto: "Questa èun'accusa al popolo turco chechiede pace e democrazia".

La prima udienza del processosi è tenuta ad Istanbul il 9ottobre 2018. Il processoriprenderà il 22 gennaio 2019. Molti partiti e organizzazionihanno inviato messaggi disolidarietà, condannando iltentativo del governo turco diimbavagliare e reprimere lacompagna Selma, benconosciuta a livellointernazionale per le ripetuteprese di posizione per la pace ela democrazia nel suo paese enel mondo.Di seguito il nostro messaggioal Partito fratello di Turchia.

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Cari compagni, esprimiamo piena solidarietà allacompagna Selma Gürkan che èsotto processo per essere unacoerente sostenitrice della libertàe della pace fra i popoli. Le autorità turche perseguono lacompagna Selma con il pretestoche i suoi discorsi sono“propaganda terrorista”. Ma tutti possono vedere che lasola propaganda terrorista èquella svolta ogni giorno dallepotenze imperialiste e dalle forze

reazionarie che bombardano città,occupano illegalmente territori,uccidono persone innocenti emettono i popoli uno contro l'altroper depredarli e sfruttarli meglio. È evidente che la persecuzionedella compagna Selma è un duroattacco al movimento per la paceed al diritto di espressione inTurchia. Allo stesso tempo è un tentativo diridurre al silenzio la voce delvostro Partito che è ilportabandiera della lotta per lademocrazia, la pace, la libertà e la

trasformazione radicale dellasocietà turca. Giù le mani dalla compagnaSelma e dagli altri compagni! Abbasso il regime autocratico diErdogan! Seguiremo con attenzione ilprocesso e informeremo ilavoratori italiani. Fraternamente.

Piattaforma Comunista - per ilPartito Comunista del Proletariatod’Italia

Chi pagherà le sanzioni economiche all’Iran?A pochi giorni dalle elezioni di“mezzo termine”, il presidenteUSA Donald Trump ha impostounilateralmente dure sanzionisul settore energetico e sulsistema finanziario iraniano,silurando l’accordo siglato daUSA, Regno Unito, Francia,Russia, Cina e Germania conl’Iran, per sottoporre ilprogramma nucleare dellaRepubblica Islamica ad unferreo controllo internazionale.Otto paesi, fra cui il subalternoimperialismo italiano, sarannoper sei mesi esentati dalrispettare le sanzioni epotranno continuare adimportare petrolio dall’Iran.La “Nuova Strategia per l’Iran”voluta dall’amministrazioneTrump si basa su alcuni puntichiave: 1) L’applicazione di sanzionifinanziarie “senza precedenti”per colpire l’economia iranianae ostacolare la presenza diTeheran in vari scenari, dal

Medio Oriente all’Afghanistan; 2) Un maggiore coinvolgimentodei paesi alleati degli USA nellaregione, per assicurare il dirittoalla “libera navigazione” nelGolfo Persico, schiacciarequalsiasi attività di forzeiraniane o di alleati comeHezbollah e impedire unaqualsiasi ripresa del programmanucleare. 3) L’attività di ingerenza esovversione interna all’Iran, perinsediare un governo fantoccioloro amico; 4) Il ritiro del supporto adHamas e alle milizie palestinesi,la fine del coinvolgimentodell’Iran nei teatri di guerradella Siria e dello Yemen. Queste condizioni puntano amettere in ginocchio l’Iran e adare piena libertà di iniziativaallo storico rivale, l’ArabiaSaudita, alleato strategico degliUSA nella regione.Chi saranno i più colpiti dallesanzioni illegali imposte da

Trump all’Iran (mentre Israeleche possiede centinaia di arminucleari, scatena guerre e attuamassacri non viene maicolpita)?Sui giornali si parla molto delleripercussioni che subiranno ipaesi importatori del petrolioiraniano, come Francia,Germania e Regno Unito, iquali hanno rilasciato uncomunicato congiunto in cuilamentano la reintroduzione dinuove sanzioni.Ma, come dimostrano moltiesempi storici, i più colpitisaranno gli operai e il popoloiraniano, che da anni lottanocontro la miseria, ladisoccupazione, la repressione,il criminale regime islamico, perla libertà, i diritti e una verademocrazia. Con le sanzioni farmaci e ciboscarseggeranno, salari erisparmi andranno in fumo.Noi riteniamo ingiustificabili,disumane e foriere di guerra le

sanzioni economiche imposteall’Iran dall’imperialismo USA. Il compito di rovesciare ilreazionario e criminale regimedella Repubblica islamica d’Iranspetta alla classe operaia e allemasse popolari d’Iran. Qualsiasi cambio di regimeimposto dagli imperialisti conmezzi economici e militari nonpotrà che condurre allacolonizzazione del paese e alsaccheggio delle sue risorse. Gli imperialisti non hanno maiappoggiato le forze realmentedemocratiche e amanti dellapace. I loro discorsi sulla libertàe di diritti umani sono solocortine fumogene per azionibanditesche, come abbiamovisto in Iraq, Libia, Jugoslavia,Afghanistan, Siria, etc. NO alle sanzioni economiche,NO alla guerra imperialistacontro l’Iran!Libertà per gli attivisti politici egli operai combattiviimprigionati in Iran!

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novembre 201816

Il saluto della CIPOML al giornale “Arbeit Zukunft”

Aderente alla Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)

Si è svolto lo scorso 10novembre in Germania, aFrancoforte, un importanteconvegno per ricordare ilcentesimo anniversario dellaRivoluzione di Novembre el’assassinio di Rosa Luxemburge Karl Liebknecht.L’incontro, che è statopreparato dal giornale “ArbeitZukunft” con decine di riunionilocali, a cui hanno partecipatocentinaia di operai e dicompagni, si è aperto con ilsaluto della ConferenzaInternazionale di Partiti eOrganizzazioni Marxisti-Leninisti, che riproduciamo diseguito.

100° anniversario dellaRivoluzione di Novembre

in Germania

Conferenza Internazionaledi Partiti e Organizzazioni

Marxisti-Leninisti CIPOML

La Conferenza Internazionale diPartiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti a “Arbeit-Zukunft”, Germania, inoccasione del centenario dellaRivoluzione del Novembre1918.

Nella grande epopea delle lottedella classe operaiainternazionale, la Rivoluzionedel Novembre 1918 deglioperai e dei rivoluzionaritedeschi mantiene un posto dirilievo in quanto eroicotentativo di realizzare gli idealidella classe operaia e ilsocialismo, quindi un futurosenza sfruttamento, senzasfruttatori e sfruttati. Protestando contro la barbaraguerra imperialista che erainiziata nel 1914, contro la famee la miseria, con l’intenzione difarla finita con queste piagheinstaurando un altro sistemasociale, l’appello alla rivoluzionesuonò da Kiel. Consigli di operaie soldati furono costituiti inmolte città. Solo pochi giornodopo, il 9 novembre 1918, laRepubblica socialista fuproclamata a Berlino. Gli operai tedeschi scelsero lastrada della rivoluzione dopo

aver sperimentato l’apertotradimento del vecchio Partitosocialdemocratico che si misedalla parte della propriaborghesia, dei propri capitalisti,durante la Prima guerramondiale. Le condizioni perrivoluzione erano mature, larivoluzione del 1917 in Russiacostituì l'esempio. La sconfittadell'Imperatore nella guerrasegnò la fine della stessamonarchia. I tempi alla fine della guerramondiale e nei primi anni dopola vittoriosa Rivoluzioned’Ottobre in Russia eranodrammatici. La guerra ridisegnòla mappa dell’Europa e fececollassare quattro imperi -Russia, Austria-Ungheria,Germania e Impero Ottomano.Grandi movimenti operai erivoluzioni socialiste stavanobussando alle porte delcapitalismo. Una nuova pagina della storiatedesca si aprì quando i marinaidi Kiel si rifiutarono dicontinuare la guerraimperialista, alzarono labandiera rossa e volsero le loroarmi contro gli ufficiali. La Rivoluzione di Novembre,che vide la partecipazione dimilioni di sfruttati nella lottaper rovesciare i governanti e laclasse dominante, se portata alsuccesso avrebbe significato unaminaccia mortale per l'interoordine capitalistainternazionale. Avrebbemostrato che la rivoluzione e ilsocialismo non erano soloquestioni sollevate nei paesiarretrati, ma direttamente nelcuore del capitalismo edell’imperialismo. Assieme alle grandi lezioni dellavittoriosa Rivoluzioned’Ottobre in Russia, larivoluzione in Germania ispiròe favorì la formazione delmovimento operaio, socialista ecomunista in quei tempi. Lostudio dello svolgimento e deldestino di questa rivoluzioneancora offre importanti lezioniper i rivoluzionari. La sconfitta di questo grandetentativo rivoluzionario non fuil risultato della mancanza diappoggio dei lavoratori o dellapopolazione in generale. Essa fu

una genuina rivoluzioneoperaia, un’insurrezionepopolare con l'appoggio dellaclasse operaia e degli stratipopolari – con un evidentecarattere proletariorivoluzionario e con leaspirazioni della classe operaiatedesca. Essa fu brutalmenterepressa, anche con l’assassiniodei suoi due eminenti dirigenti,Karl Liebknecht e RosaLuxemburg.La socialdemocrazia,l'opportunismo e la reazionesfruttarono le sue debolezzeper impedire la sua vittoria. Mala Rivoluzione di Novembreoffre un'eredità preziosa allaclasse operaia tedesca nella sualotta attraverso tutto lo scorsosecolo e merita di esserestudiata anche oggi. Una delle principali ragioni percui gli obiettivi della rivoluzionenon furono realizzati, e della suastessa sconfitta, fu la mancanzadi un forte partitorivoluzionario operaio, di unpartito leninista capace didirigerla. La lotta per creare erafforzare tale partito è unalotta in corso ed è la primacondizione per la vittoria della

rivoluzione e la costruzione delsocialismo. Questo èprecisamente al centro dellalotta dei comunisti rivoluzionarianche oggi. L’eroica Rivoluzionedel Novembre 1918 rimane unalezione preziosa.La Conferenza Internazionale diPartiti e OrganizzazioniMarxist-Leninisti saluta lacelebrazione di questocentesimo anniversario,organizzato dagli aderentitedeschi alla Conferenza,“Arbeit Zukunft”. Auguriamonuovi successi nella costruzionedi un genuino partito marxista-leninista in Germania, alzando eportando avanti la bandierarossa della grande lottarivoluzionaria in Germania,proseguendo il lavoro di Marx eEngels, di Karl e Rosa, e deglialtri innumerevoli rivoluzionari.

VIVA LA LOTTA DELLACLASSE OPERAIA DIGERMANIA PER LARIVOLUZIONE E ILSOCIALISMO! GLORIA AL MARXISMO-LENINISMO!

Novembre 2018


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