Date post: | 12-Mar-2016 |
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“C ’è da andare a Palazzo Ghini a
votare”. Furono più o meno
queste le parole che sentii la
prima volta che mi toccò il compito di de-
legato parrocchiale all’assemblea diocesa-
na elettiva dell’Azione Cattolica.
Ero molto giovane e mi fece non poca im-
pressione trovarmi nel grande salone, in
mezzo a tante facce, cartelline, manifesti.
Col vescovo e un ospite “venuto da Ro-
ma”. Conoscevo tanti del mio settore ma
in quell’occasione toccai con mano il signi-
ficato di una realtà che si estende oltre i
piccoli confini del gruppo o della parroc-
chia. Dove ci sono tutti, piccoli e grandi.
Dove si impara la responsabilità e la co-
munione.
L’assemblea triennale segna un momento
di passaggio importante nella vita
dell’associazione. Non è un rito formale,
rivestito di complicata burocrazia: gli a-
dempimenti previsti dal regolamento e
dallo statuto sono il segno della corre-
sponsabilità che lega i soci di Azione Cat-
tolica e della loro volontà di crescere uniti
nel servizio alla Chiesa diocesana. Il nuovo
Consiglio diocesano che risulta eletto è un
luogo di amicizia e di servizio, e lo stesso è
il clima che si respira fra
i presenti, mentre si
ascoltano le relazioni o
si fa la fila al seggio elet-
torale.
L’assemblea è in defini-
tiva una sosta di rifles-
sione per ripartire con
un supplemento di mo-
tivazioni e voglia di im-
pegno. Con la convinzio-
ne di essere in tanti, sparsi qua e là, a
compiere questo cammino, magari nasco-
sto e umile, ma nient’affatto privato o su-
perfluo.
Punto di partenza di un nuovo cammino
triennale, l’assemblea è anche un punto di
arrivo: negli ultimi mesi, infatti, le associa-
zioni parrocchiali si sono preparate
all’appuntamento rinnovando i propri re-
sponsabili, scegliendo i delegati a rappre-
sentarle, riflettendo sulla bozza del docu-
mento che verrà approvato in assemblea.
Da qualche tempo, inoltre, si arricchisce di
un incontro pubblico, nei giorni preceden-
ti, e della veglia di preghiera per la pace; è
il segno che, mentre si pensa al futuro
dell’associazione, lo sguardo rimane ben
aperto verso il mondo di oggi e ben fisso
sull’essenziale.
Azione Cattolica
di Cesena-Sarsina
Numero 47
Gennaio 2011
���� PropostAC Gennaio 2011
Ernesto Diaco
L’AC di CesenaL’AC di CesenaL’AC di CesenaL’AC di Cesena ---- Sarsina si rinnovaSarsina si rinnovaSarsina si rinnovaSarsina si rinnova
Assemblea
Diocesana
pag. 1-2
Vittorio
Bachelet
pag. 2
Tre giorni
diocesane
pag. 3-4
Dall’assemblea diocesana del 2008
Le 30 parrocchie in diocesi in cui è presenta l’Azione Cattolica:
Badia, Bagnarola, Budrio, Cannucceto - Villalta, Case Finali, Diegaro, Gambettola, Gatteo a Mare, Gattolino,
Madonna del fuoco, Osservanza , Pievesestina, San Bartolo, San Carlo, San Cristoforo, San Giorgio - Bagnile, San
Giovanni Battista (Duomo), Santa Maria assunta (Bulgarnò), Santa Maria Goretti, San Paolo apostolo, San Pietro,
San Pio X (Vigne), San Rocco, Santo Stefano protomartire, San Vittore, Sant’Egidio, San Pietro apostolo in
Solferino (Borello), Sacro cuore di Gesù (Martorano), Sala, Santa Maria nuova.
���� PropostAC Gennaio 2011
Vittorio Bachelet, testimone di speranzaVittorio Bachelet, testimone di speranzaVittorio Bachelet, testimone di speranzaVittorio Bachelet, testimone di speranza
L’ incontro pubblico “Vittorio Bachelet testimone
della speranza” ha aperto i lavori
dell’assemblea diocesana di Azione Cattolica. Il
22 gennaio a Palazzo del Ridotto l’Ac di Cesena-Sarsina
ha ospitato Giovanni Bachelet, professore ordinario di
fisica alla Sapienza di Roma dal 2000 e deputato in Par-
lamento dal 2008, ma soprattutto figlio di Vittorio Ba-
chelet, già presidente nazionale di Ac e vice-presidente
del Consiglio superiore della Magistratura, ucciso dalle
Brigate Rosse il 12 febbraio 1980.
Il pomeriggio è trascorso fra ritratti e aneddoti su Ba-
chelet padre, fra memoria pubblica e ricordi personali.
Forte esempio educativo in tanti campi, come genitore
è stato modello di discrezione, tatto, ascolto, portando
avanti quella faticosa via di mezzo fra l’imporsi e il
‘calare le braghe’. “La sua era una pedagogia basata
sulla risata, non su grandi prediche”, ha ricordato il fi-
glio. L’ultima volta che lo vide, invece, arrivò il predi-
cozzo: Giovanni era in partenza per gli Usa, per lavoro.
“Mi ricordò che il primo modo per essere cristiano è sul
lavoro, otto ore al giorno, gli altri impegni sono meno
importanti, anche inutili se servono a mascherare una
scarsa voglia di lavorare”.
Un altro tratto tipico: Vittorio Bachelet non parlava ma-
le di nessuno. “Di alcuni non parlava, ma male di nessu-
no. Il giudizio è profondamente anti-evangelico. Gli ho
chiesto ‘Come fai?’. ‘Basta non pensare male degli al-
tri’. Pensavo il trucco fosse mordersi la lingua. Lui si
chiedeva cosa avrebbe fatto nei panni degli altri”.
Ricordando suo padre Giovanni Bachelet ha osservato:
“Da un lato ci si sente sempre un pochino mal riusciti
nell’imitazione, dall’altro rimane il rimpianto di non po-
ter chiedere cosa ne pensa del mondo, della Chiesa di
oggi. Sono quasi sicuro che non si unirebbe al coro di
quelli che dicono che va tutto male. Il difetto che a vol-
te vedo in me e in altri è il considerare i nostri tempi
brutti, come se il passato fosse meglio. Occorre vedere
non solo i segni del declino, del male, ma del bene, del
seme buono che porta frutto, e operare con coraggio
verso il bene”. Negli anni in cui morì Bachelet
l’atmosfera era da fine dei tempi: ogni tre giorni moriva
qualcuno per mano di terroristi rossi o neri. “Oggi non è
così, le nuove generazioni non hanno mai vissuto una
guerra, ci sono grandi potenzialità e libertà in più. Le
grandi correnti non si vedono in superficie”.
Sollecitato dal dibattito a fine incontro sull’opportunità
di un impegno cristiano in politica, specie da parte dei
giovani, Giovanni Bachelet ha ribattuto: “Non sono cre-
sciuto con l’idea che la politica fosse tutto, così come
credevano molti di Pc e Dc negli anni ’70: prima vengo-
no l’educazione, il radicamento nella fede, l’etica, poi la
democrazia. La Chiesa ha la responsabilità di formare le
coscienze ed educare alla democrazia pratica e l’Azione
Cattolica è stata una delle prime a impegnarsi in que-
sto, ad esempio con il voto per eleggere i presidenti”.
Questo cambiamento fu introdotto proprio da Bache-
let, precedentemente era il Papa a nominare il presi-
dente nazionale, mentre dal 1970, con il nuovo statuto,
sono i soci a esprimersi col voto e la nomina è poi ratifi-
cata dal presidente della Cei.
Un rimando diretto all’assemblea elettiva per il rinnovo
delle cariche che l’Ac diocesana si appresta a vivere sa-
bato 29 gennaio.
Claudia Coppari
Orientarsi nelle votazioni dell’Assemblea diocesanaOrientarsi nelle votazioni dell’Assemblea diocesanaOrientarsi nelle votazioni dell’Assemblea diocesanaOrientarsi nelle votazioni dell’Assemblea diocesana
U n totale di più di 200 persone, composto da
175 delegati (74 adulti, 48 giovani e 53 educa-
tori Acr), da 30 presidenti parrocchiali, dai
membri del Consiglio diocesano uscente e da tre rap-
presentanti del Msac eletti nel loro Congresso diocesa-
no. Questi i numeri dell’Assemblea diocesana di Ac del
29 gennaio 2011. Ogni associazione parrocchiale è rap-
presentata da un delegato per ogni articolazione pre-
sente in parrocchia, in base al numero di soci: se gli a-
derenti sono fra gli 11 e i 20 la parrocchia ha diritto a
due delegati per quel settore, e così a salire di decina in
decina. A questi delegati si aggiungono, sempre con di-
ritto di voto, i presidenti parrocchiali, i membri del con-
siglio diocesano e i rappresentanti Msac. L’assemblea
diocesana è aperta a tutti i soci, anche se non delegati
dalle parrocchie, e a rappresentanti del mondo eccle-
siale e del territorio.
I delegati si ritroveranno davanti a tre liste di candidati
al Consiglio diocesano: adulti, giovani e Acr, formata da
educatori in rappresentanza dei ragazzi. Ogni delegato
vota per tutte le liste, esprimendo fino a un massimo di
tre preferenze. Per ogni lista le sei persone maggior-
mente votate vengono elette, andando a formare il
nuovo Consiglio diocesano composto da 18 persone.
Nei giorni seguenti l’Assemblea diocesana il consigliere
più anziano eletto, dopo aver contattato il Presidente
diocesano uscente e l'assistente diocesano, convoca
entro 15 giorni il nuovo Consiglio. Qui, con votazione a
scrutinio segreto, verrà indicata una terna di nomi per
la carica di Presidente diocesano. Della terna possono
far parte sia consiglieri sia aderenti non eletti. L'assi-
stente diocesano porterà la terna di nomi al vescovo
Douglas Regattieri, che fra le tre persone indicate sce-
glierà e nominerà il nuovo Presidente diocesano. Questi
convocherà nuovamente il Consiglio diocesano che nel
secondo incontro, sempre con votazione a scrutinio se-
greto, nominerà i membri della Presidenza diocesana,
previa loro disponibilità. I nominativi dei due responsa-
bili Acr e dei due vicepresidenti del settore adulti e gio-
vani sono proposti dai rispettivi consiglieri. Su proposta
del nuovo Presidente diocesano verranno poi eletti il
segretario e l’amministratore diocesano. Il nuovo Con-
siglio diocesano e la Presidenza rimarranno in carica
per tre anni.
Gennaro Bucci
S embrava tutto diverso!
Io tornavo dopo un paio
di anni a fare una Tre gior-
ni perché finalmente il lavoro
me lo concedeva e già la prima
novità: la Tre giorni non sarebbe
stata a Cesenatico, ma a Fogna-
no. Poi, quando ho visto gli altri
educatori, e ne conoscevo meno
della metà, ho pensato:
“Speriamo bene!”.
E così è stato, perché la Tre gior-
ni Acr del 2, 3 e 4 gennaio a
Fognano è stata un’esplosione di gioia! L’entusiasmo e
la capacità degli educatori di essere sempre pronti a
coinvolgere i ragazzi, soprattutto quelli con maggiori
difficoltà a mettersi in gioco; i sorrisi e la vivacità dei
ragazzi che hanno accolto col
sorriso ogni attività, ogni gio-
co, ogni proposta che veniva
fatta loro; il tema “essere sale
della terra e luce del mondo”
che ha dato la possibilità ai
ragazzi ma anche agli educato-
ri di sentirsi speciali, perché è
Gesù che ce lo dice attraverso
questo brano di Vangelo; la
presenza preziosa del nostro
vescovo Douglas alla celebra-
zione conclusiva... Tutti questi
ingredienti, sapientemente
mescolati, hanno fatto si che questa Tre giorni fosse per
tutti un’esperienza unica: abbiamo avuto un’altra bella
occasione per scoprire che nell’Acr c’è di +!
���� PropostAC Gennaio 2011
Foto di gruppo dopo i giochi pomeridiani nella vicina palestra
Alla tre giorni Acr c’è di +Alla tre giorni Acr c’è di +Alla tre giorni Acr c’è di +Alla tre giorni Acr c’è di + Samantha Caligari
D urante il periodo di Natale nelle nostre case il
presepe ci aiuta a riflettere sul dono della fami-
glia, perché nella grotta di Betlemme Maria e
Giuseppe hanno accolto Gesù, il figlio di Dio. Proprio in
questa atmosfera natalizia i giovanissimi si sono incon-
trati nella colonia Eurocamp a Pinarella di Cesenatico
per vivere insieme un’avventura. “Mi illumino
d’impegno”, il motto che ha fatto da sfondo a questa
tre giorni, voleva proprio sottolineare che ogni ragazzo
è chiamato a riflettere su temi importanti che non de-
vono essere sottovalutati
e scontati. Come ogni per-
sona anche i ragazzi devo-
no impegnarsi a portare la
Luce, perché ognuno di
noi fa parte della società e
può portare a un migliora-
mento di essa. Siamo par-
titi dai valori, fondamento
della persona e della so-
cietà, per poi soffermarci
sulla vita e sulla famiglia,
due dei cinque valori che
il papa Benedetto XVI ha
voluto chiamare “valori non negoziabili” in quanto sono
situati nel dna della natura umana e ceppo vitale di ogni
germoglio valoriale. Si è sviluppato il concetto di vita
come dono, da difendere in ogni sua caratteristica e for-
ma, e che ciò che dà sapore alla vita non è lo straordi-
nario, un evento inatteso, l’avventura, ma ogni giorno è
una meraviglia da riscoprire. I ragazzi sono stati chiama-
ti a riflettere sui temi dell’aborto, della pena di morte,
dell’eutanasia e della disabilità. La famiglia, come cellu-
la vitale della società, è stata la protagonista della se-
conda mattinata. I ragazzi si sono chiesti che cos’è la
famiglia, che importanza ha nella società, quali caratte-
ristiche deve avere. Il tutto illuminato dalla Parola di
Dio. Per concretizzare i temi trattati sono venuti a por-
tare la loro testimonianza la coppia di sposi Barbara e
Daniele, che hanno parlato della difficoltà che si sono
trovati ad affrontare insieme; Giorgione, che ha testi-
moniato la sua voglia di vivere e la sua gioia di ritrovarsi
sempre in mezzo a tanti ragazzi; Francesco e Chiara che
hanno raccontato il loro essere genitori di un bambino
affetto da autismo e la dottoressa Annamaria, presiden-
te del Movimento per la vita, che ha parlato dell’aborto.
Gli incontri sono stati intervallati da giochi, chiacchiere
e risate perché il ritrovarsi
insieme è sempre una gioia
e un’occasione per stringe-
re amicizie, condividere
un’avventura e non sentirsi
soli nel cammino di fede.
I giovanissimi, protagonisti
di questa avventura,
l’ultimo giorno sono stati
invitati a scrivere
un’agenda di speranza con
gli impegni che come Acg ci
si vuole prendere nei pros-
simi anni. Questo perché
l’Azione Cattolica opera ed è viva solo grazie alla pre-
senza, all’impegno, alla partecipazione di tutti e grazie a
un sì continuo che, oltre all’associazione, prima di tutto
deve essere detto a Dio. Questi nostri impegni e vivaci-
tà li abbiamo anche testimoniati al vescovo Douglas che
è venuto a salutarci l’ultimo giorno e ha celebrato la
messa alla quale hanno partecipato anche alcuni geni-
tori. “Mi illumino d’impegno” sia un motto non solo di
questa Tre giorni, ma anche della nostra quotidianità,
perché ogni giorno ci impegniamo ad essere luce e sale
per gli altri.
La vita, una meraviglia da riscoprireLa vita, una meraviglia da riscoprireLa vita, una meraviglia da riscoprireLa vita, una meraviglia da riscoprire
Foto di gruppo in spiaggia dei partecipanti
Valentina Mondardini
���� PropostAC Gennaio 2011
15 gennaio: eccomi pronta a partire per la prima
volta per la Due giorni dei giovani di Azione
Cattolica. Non so cosa aspettarmi, ma sono
certa che tornerò a casa cresciu-
ta, grazie all’incontro col Signore
nel silenzio, nella condivisione
con altri giovani a Sant’Agata Fel-
tria e nel confronto con temi im-
portanti che richiamano
l’attenzione sull’impegno sociale,
proposti dalle provocazioni di
Ernesto Diaco.
Eppure, al termine di questo bre-
ve fine settimana trascorso a ri-
flettere su tematiche importanti
che interrogano direttamente sulla propria vita di ogni
giorno, quali inclusione sociale, educazione e impegno
politico, mi sono sorpresa non trovando subito un forte
cambiamento, ma scoprendo che i tanti spunti offerti da
questa ricchissima due giorni mi faranno ancora riflette-
re, trasformando questo mo-
mento in una nuova partenza.
Torno a casa con alcune risposte
e la volontà di trovare quelle che
mancano, con più voglia di vivere
a pieno la mia vita e colmare
davvero la mia agenda di speran-
za, quell’agenda che insieme agli
altri giovani vogliamo scrivere
per il nostro futuro, nella vera
testimonianza di Cristo che si fa
uno di noi, ogni giorno.
Un’agenda di speranza per partire ogni giorno Un’agenda di speranza per partire ogni giorno Un’agenda di speranza per partire ogni giorno Un’agenda di speranza per partire ogni giorno
Giulia Missiroli
Foto di gruppo dei partecipanti
“C hi ama si educa” è stato il titolo della Due
giorni di spiritualità per famiglie e adulti,
un’occasione per approfondire il tema educa-
tivo in continuità con i se-
minari di studio “Educarsi
in famiglia, perché educare
è possibile, educare è bel-
lo” e con il convegno dio-
cesano delle famiglie
“Educ@re”.
Il momento della Due gior-
ni è stato ancora una volta
una preziosa opportunità
per fare una sosta e donar-
si un tempo di riflessione e
riscoperta. Suor Tilli Calde-
roni ci ha aiutati ad appro-
fondire la lettura
dell’Esodo per capire come
il cammino verso la Terra Promessa è il cammino di ogni
uomo e come Dio educa il suo popolo: Dio lo cerca, è
con lui, ne comprende i limiti e nel cammino lungo e
tortuoso che passa per il deserto lo educa alla scelta,
all’essenziale, alla libertà, all’amore, all’obbedienza, a
farsi carico dell’altro. Le Dieci Parole che Dio consegna
al suo popolo, i Comandamenti, sono per ogni uomo i
riferimenti per costruire relazioni di verità con Dio stes-
so e con gli altri. Insieme al Dottor Dario Seghi, psicolo-
go e psicoterapeuta della diocesi di Ferrara, abbiamo
approfondito gli aspetti rela-
zionali nella coppia e nel
“sistema solare famiglia”, e
come l’aspetto educativo sia
proprio uno dei nodi della
relazione. La relazione si co-
struisce con l’ascolto e il dia-
logo, per condividere senti-
menti, esperienze, bisogni,
per proporre regole e valori,
arricchiti dalla testimonianza
coerente della propria vita. E’
stata un’esperienza ricca e
coinvolgente, in un clima fa-
miliare, fraterno e gioioso,
grazie anche alla presenza
dei bambini e dei ragazzi che hanno contagiato
l’ambiente, animandolo con la loro vitalità e creatività. E
un immenso grazie va al Vescovo Douglas che ha fatto
dono della sua presenza e delle sue parole a questa
grande famiglia di famiglie!
Foto di gruppo dei partecipanti alla tre giorni delle famiglie
Chi ama si educa Chi ama si educa Chi ama si educa Chi ama si educa ---- la Due giorni delle famiglie la Due giorni delle famiglie la Due giorni delle famiglie la Due giorni delle famiglie
Elena e Flores
Auguri per la nascita di Michele a
Caterina e Davide!
Congratulazioni a Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate e nuovo presidente FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici)
PROSSIMI APPUNTAMENTI DIOCESANI
Sabato 29 Gennaio Veglia per la pace e per la vita Venerdì 11 Febbraio Lectio divina a Santa Maria Goretti Sabato 12 Febbraio Festa della Pace diocesana 26-27 Febbraio Due giorni della carità (ACG e 3° media)