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PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

Date post: 08-Dec-2016
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12
U n freno alla disoccupa- zione giovanile potreb- be arrivare anche dalla scuola e dal- l’Università. I recenti prevedimenti varati dal Consiglio dei Ministri, e inseriti nel decreto-legge Lavoro metteranno al centro proprio le due istituzioni dopo un periodo d’incer- tezze segnato da tagli alla spesa pub- blica per il sopraggiungere della recente crisi economica. Proprio in un momento storico cruciale per la nostra penisola, dove la piaga della mancanza di lavoro tra i giovani ha toccato la quota record del 40% nei primi sei mesi del 2013. Nelle inten- zioni del ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, c’è dunque la volontà di mettere un freno all’e- morragia di posti di lavoro che sem- bra non volersi arrestare. Di fatto, il neo ministro ha rivendicato “l’im- portanza di una logica che includa anche la scuola e l’U- niversità nel contrasto alla disoccupazio- ne giovanile e l’ottimo lavoro di raccordo tra i diversi mini- steri che hanno contribuito al decreto”. La prima novi- tà riguarda il mondo univer- sitario, saranno distribuiti 10,6 milioni di euro che serviranno a co- finanziare i tirocini curriculari degli studenti universitari presso soggetti pubblici e privati. Stando alle previ- sioni di stima gli studenti universita- ri potranno partecipare a stage della SBLOCCARE la stagnazione Scuola e università al centro del decreto legge Lavoro D ue sono gli avvenimenti che caratterizzano i primi giorni del mese di luglio e precisamente il 5 luglio, data della pub- blicazione della “Lumen Fidei”: la prima enciclica di Papa Francesco, l’ulti- ma di BenedettoXVI. Il documento scritto “a quattro mani” conclude la serie delle tre encicliche del Papa emerito dedicate alle virtù cardinali: “Cari- tas in veritate”, “Deus caritas est”, “Spe salvi” ed ora “Lumen fidei”. È un documento forte, scritto da Papa Benedetto, al quale Papa Francesco ha aggiunto alcune parti e la Luce della fede è il nuo- vo faro che illumina il cammino della Chiesa nel mondo e traccia un nuovo fascio di luce sul sentiero della Chiesa, così come appare in tanti dipinti, dove l’immagine della Basilica di San Pietro, simbolo della cristianità, irradia una raggiera di luce che illumina il mondo intero. “La Fede senza le opere è morta” e senza gesti concreti resta inerte e infruttuosa, ed ecco che Papa Fran- cesco fa seguire alla magistrale enci- clica un gesto particolare di atten- zione e di presenza della Chiesa a favore degli ultimi, che alcuni defi- niscono di “scelta politica” o meglio di vera “scelta cristiana”. Il Papa, argentino, latino americano, chiamato dalla fine del mondo”, da Padre e Pastore, lunedì 8 luglio, si rende vicino e presente a quella por- zione di umanità che sono i profughi e gli immigrati che giungono a Lam- pedusa, in cerca di riscatto sociale e di fortuna economica. In occasione della Pasqua il parroco di San Gerlando di Lampedusa, Don Stefano Nastasi, anch’egli figlio di emigrati, che aveva già fatto dono a Papa Benedetto XVI di una croce fatta col legno di una barca, ha invia- to una lettera a Papa Francesco chie- dendo: “Venga in mezzo a noi e sarà Padre tra i figli”. L’invito a visitare Lampedusa, estre- mo lembo di terra che corrisponde alla periferia dell’Italia, confine tra l’Europa e l’Africa, viene adesso accolto e scegliere Lampedusa come “prima uscita” in Italia è un gesto che resta nella storia di questo Papa, Parroco del mondo, che va in cerca delle pecorelle smarrite e, una volta trovate, le porta sulle spalle e ne assume l’odore. Inserito tra i gesti innovativi di Papa Francesco compiuti in questi primi cento giorni di pontificato, il viaggio a Lampedusa ed il gesto di gettare dei fiori nel mare, dove sono morte numerose vittime innocenti della miseria e della speranza, lascerà un segno ed è esso stesso un segno di grande umanità e spirituale paterni- tà, pensando anche che molte delle vittime del mare, sono musulmani. Papa Francesco, “profondamente toccato dal recente naufragio di un’imbarcazione che tra- sportava migranti prove- nienti dall’Africa, ultimo di una serie di analoghe tra- gedie” si legge nella nota dell’Ufficio Stampa, intende pregare per coloro che hanno perso la vita in mare, visitare i superstiti e i profughi presenti, incorag- giare gli abitanti dell’isola e fare appello alla respon- sabilità di tutti affinché ci si prenda cura di questi fra- telli e sorelle in estremo bisogno”. Commentando queste paro- le il Sindaco di Lampedusa, Giuseppina Nicolini, ha detto: “Finalmente il mon- do si accorgerà di noi. Nes- suno, dopo la visita del Papa a Lampedusa, potrà più chiudere gli occhi su questo dramma”. Il Papa degli ultimi, che porta nel suo cuore di Padre e di Pastore le periferie del mondo, come spesso ha ripetuto nei suoi discorsi, incontra gli ultimi tra gli ultimi e porta un raggio di “lumen fidei” a testimonia- re che la Chiesa è presente e viva tra la gente e senza distinzione accoglie tutti nell’universalità del suo abbrac- cio spirituale. La visita annunciata nella “forma più discreta possibile”, sarà breve e A PAG. 3 IL FERCOLO DI S. AGATA Catania - anno XXIX - n. 26 - 7 luglio 2013 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” IL PROGETTO DIDATTICO a pagina 9 ASSEMBLEA DEGLI IDR a pagina 7 Chiamati dalla fine dell’Italia (segue a pagina 2) ISTITUZIONE DI 13 ACCOLITI a pagina 7 Le due fatiche di Papa Francesco: la prima enciclica e il primo viaggio in Sicilia Giuseppe Adernò (segue a pagina 2) Filippo Cannizzo Foto AFP/SIR “L SOLA CHE C È”
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Page 1: PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

Un freno alla disoccupa-zione giovanile potreb-

be arrivare anche dalla scuola e dal-l’Università. I recenti prevedimentivarati dal Consiglio dei Ministri, einseriti nel decreto-legge Lavoro

metteranno al centro proprio le dueistituzioni dopo un periodo d’incer-tezze segnato da tagli alla spesa pub-blica per il sopraggiungere dellarecente crisi economica. Proprio inun momento storico cruciale per la

nostra penisola, dove la piaga dellamancanza di lavoro tra i giovani hatoccato la quota record del 40% neiprimi sei mesi del 2013. Nelle inten-zioni del ministro dell’Istruzione,Maria Chiara Carrozza, c’è dunquela volontà di mettere un freno all’e-morragia di posti di lavoro che sem-bra non volersi arrestare. Di fatto, ilneo ministro ha rivendicato “l’im-portanza diuna logica cheincluda anchela scuola e l’U-niversità nelcontrasto alladisoccupazio-ne giovanile el’ottimo lavorodi raccordo trai diversi mini-steri che hannocontribuito aldecreto”.La prima novi-tà riguarda ilmondo univer-

sitario, saranno distribuiti 10,6milioni di euro che serviranno a co-finanziare i tirocini curriculari deglistudenti universitari presso soggettipubblici e privati. Stando alle previ-sioni di stima gli studenti universita-ri potranno partecipare a stage della

SBLOCCARE la stagnazione

Scuola e università al centro del decreto legge Lavoro

Due sono gli avvenimentiche caratterizzano i primigiorni del mese di luglioe precisamente

il 5 luglio, data della pub-blicazione della “Lumen

Fidei”: la prima enciclicadi Papa Francesco, l’ulti-ma di BenedettoXVI. Ildocumento scritto “aquattro mani” conclude laserie delle tre enciclichedel Papa emerito dedicatealle virtù cardinali: “Cari-

tas in veritate”, “Deus

caritas est”, “Spe salvi”

ed ora “Lumen fidei”.

È un documento forte,scritto da Papa Benedetto,al quale Papa Francescoha aggiunto alcune parti ela Luce della fede è il nuo-vo faro che illumina ilcammino della Chiesa nelmondo e traccia un nuovofascio di luce sul sentierodella Chiesa, così comeappare in tanti dipinti,dove l’immagine dellaBasilica di San Pietro, simbolo dellacristianità, irradia una raggiera diluce che illumina il mondo intero.“La Fede senza le opere è morta” esenza gesti concreti resta inerte einfruttuosa, ed ecco che Papa Fran-cesco fa seguire alla magistrale enci-clica un gesto particolare di atten-zione e di presenza della Chiesa afavore degli ultimi, che alcuni defi-niscono di “scelta politica” o megliodi vera “scelta cristiana”.Il Papa, argentino, latino americano,“chiamato dalla fine del mondo”, da

Padre e Pastore, lunedì 8 luglio, sirende vicino e presente a quella por-zione di umanità che sono i profughi

e gli immigrati che giungono a Lam-pedusa, in cerca di riscatto sociale edi fortuna economica.In occasione della Pasqua il parrocodi San Gerlando di Lampedusa, DonStefano Nastasi, anch’egli figlio diemigrati, che aveva già fatto dono aPapa Benedetto XVI di una crocefatta col legno di una barca, ha invia-to una lettera a Papa Francesco chie-dendo: “Venga in mezzo a noi e sarà

Padre tra i figli”.

L’invito a visitare Lampedusa, estre-mo lembo di terra che corrisponde

alla periferia dell’Italia, confine tral’Europa e l’Africa, viene adessoaccolto e scegliere Lampedusa come

“prima uscita” in Italia è un gestoche resta nella storia di questo Papa,Parroco del mondo, che va in cercadelle pecorelle smarrite e, una voltatrovate, le porta sulle spalle e neassume l’odore.Inserito tra i gesti innovativi di PapaFrancesco compiuti in questi primicento giorni di pontificato, il viaggioa Lampedusa ed il gesto di gettaredei fiori nel mare, dove sono mortenumerose vittime innocenti dellamiseria e della speranza, lascerà unsegno ed è esso stesso un segno digrande umanità e spirituale paterni-tà, pensando anche che molte delle

vittime del mare, sono musulmani.Papa Francesco, “profondamente

toccato dal recente naufragio di

un’imbarcazione che tra-

sportava migranti prove-

nienti dall’Africa, ultimo di

una serie di analoghe tra-

gedie” si legge nella notadell’Ufficio Stampa,“intende pregare per coloro

che hanno perso la vita in

mare, visitare i superstiti e i

profughi presenti, incorag-

giare gli abitanti dell’isola

e fare appello alla respon-

sabilità di tutti affinché ci si

prenda cura di questi fra-

telli e sorelle in estremo

bisogno”.Commentando queste paro-le il Sindaco di Lampedusa,Giuseppina Nicolini, hadetto: “Finalmente il mon-do si accorgerà di noi. Nes-suno, dopo la visita delPapa a Lampedusa, potràpiù chiudere gli occhi su

questo dramma”.Il Papa degli ultimi, che porta nelsuo cuore di Padre e di Pastore leperiferie del mondo, come spesso haripetuto nei suoi discorsi, incontragli ultimi tra gli ultimi e porta unraggio di “lumen fidei” a testimonia-re che la Chiesa è presente e viva trala gente e senza distinzione accoglietutti nell’universalità del suo abbrac-cio spirituale.La visita annunciata nella “formapiù discreta possibile”, sarà breve e

A PAG. 3

IL FERCOLODI S. AGATA

Catania - anno XXIX - n. 26 - 7 luglio 2013 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it

settimanale regionale di attualità

(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”

IL PROGETTO

DIDATTICO

a pagina 9

ASSEMBLEADEGLI IDR

a pagina 7

Chiamati dalla fine dell’Italia

(segue a pagina 2)

ISTITUZIONE

DI 13 ACCOLITI

a pagina 7

Le due fatiche di Papa Francesco: la prima enciclica e il primo viaggio in Sicilia

Giuseppe Adernò

(segue a pagina 2)

Filippo Cannizzo

Foto AFP/SIR

“L SOLA

CHE C È”

Page 2: PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

si svolgerà dalle ore 8 alle ore 14,

quasi una mattinata di lavoro, una

“visita personale e di cortesia” con

una breve sosta per la Messa parroc-

chiale.

La sola presenza dell’Arcivescovo

di Agrigento, Mons. Francesco

Montenegro e del Sindaco di Lam-

pedusa, senza altre autorità, asse-

gnano all’evento una dimensione di

riservatezza e di grande rispetto per

i profughi e gli immigrati.

L’invito di Papa Francesco che si

legge nell’enciclica “a lasciarsi con-

durre dallo Spirito Santo, a non aver

paura di ‘uscire’ da sé per annuncia-

re il Vangelo, confidando soprattutto

nella presenza misericordiosa di Dio

che ci guida e continuerà ad inco-

raggiare la comunità ecclesiale” tro-

va a distanza di pochi giorni imme-

diata applicazione.

“Occorre lasciarsi trasformare da

Lui perché il nostro annuncio avven-

ga con la parola sempre accompa-

gnata da semplicità di vita, da spiri-

to di preghiera, da carità verso tutti,

specialmente i piccoli e i poveri, da

umiltà e distacco da sé, da santità di

vita. Solo così sarà veramente

fecondo!”.

L’incontro e l’abbraccio con i pro-

fughi, come già la lavanda dei piedi

ai giovani carcerati, le prolungate

carezze e attenzioni rivolte agli

ammalati al termine delle udienze e

delle celebrazioni in Piazza San

Pietro rendono ancora una volta

visibile lo stile e la particolare

attenzione per i deboli e i sofferenti

che Papa Francesco ha riservato ieri

a Buenos Aires ed ora per tutti i

fedeli della grande “parrocchia del

mondo”.

La carezza di Papa Francesco per i

profughi e gli immigrati di Lampe-

dusa costituirà l’icona dell’estate e

lascerà un segno, quasi un silenzio-

so e forte richiamo a quanti hanno la

responsabilità di dare soluzione e

sostegno a questa grave tragedia

umana dei nostri giorni.

®

Prospettive - 7 luglio 20132

PRIMO PIANOIndietro nel tempo

intervistando

Filippo Re Capriata ________3

Sturzo: La rivoluzione

copernicana in politica _____4

Il volume “Il lavoro

nel carcere che cambia” ____5

INFORMADIOCESINotizie in breve___________6

Dall’Ufficio Liturgico

diocesano________________6

Orario estivo

degli uffici di Curia ________6

DIOCESIIncontro delle confraternite

nel dopo Visita Pastorale____9

“Mena” opera lirica

in tre atti _______________11

Intervistando

San Leone Vescovo _______11

XX Premio internazionale

“A. Labisi”______________12

sommario al n. 24

7Direzione amministrazione

e redazione:

via San Giuseppe al Duomo 2/4,

95124 Catania

Redazione e amministrazione:

tel. 095 2500220

fax 095 8992039

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ridotto (scuole, associazioni,confraternite, etc.) Euro 30,00

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Settimanale associato alla F.I.S.C.

(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)

Questo numero è stato chiuso

alle ore 13.00 di mercoledì 3 luglio 2013

(continua da pag. 1)

CHIAMATI...

durata minima di tre mesi e percepi-

re un rimborso spese mensile stima-

to intorno ai 400 euro, cosi distinti:

duecento usciranno dalle casse dello

Stato e i restanti saranno a carico

dell’azienda che ospiterà il tirocinio

formativo. In ambito scolastico

saranno due le misure che dovrebbe-

ro contrastare la disoccupazione,

ovvero: l’incremento, fino al 25 per

cento, della flessibilità oraria degli

istituti professionali e un piano

triennale d’interventi per tirocini

extracurriculari delle quarte classi

delle scuole secondarie di secondo

grado.

Il tutto dovrebbe assottigliare il

divario tra la scuola e il mondo lavo-

rativo specie per quei settori che

cronicamente lamentano mancanza

di manovalanza. Cosi, secondo i

progetti del governo, dovrebbe col-

marsi il gap tra il “fabbisogno di

lavoratori specializzati per imprese

artigiane e aziende e la formazione

scolastica” che produce sempre più

liceali e un numero sempre inferiore

di tecnici e diplomati provenienti

dalle scuole professionali.

Stando ai recenti appelli della Fon-

dazione studi Consulenti del lavoro,

infatti, in Italia mancano agli appel-

li 150mila posti che nessuno ha

intenzione di fare; stiamo parlando

di panettieri, falegnami, sarti, instal-

latori d’infissi, baristi e camerieri.

Le buone notizie non finiscono qua,

sono, infatti, in programma nuove

assunzioni nella scuola. Questi i

numeri: 15mila a settembre e 44mila

nel prossimo quadriennio nonostan-

te un calo dei pensionamenti dovuti

alla riforma Fornero. Il ministro,

però, rispondendo a un’interrogazio-

ne parlamentare da parte del Movi-

mento cinque stelle ha cosi ribadito:

“Le stime del turnover del personale

docente, per i prossimi anni scolasti-

ci, sono di circa 44mila unità di per-

sonale docente e ATA. Da tali dati

emerge che l’entità del personale

che potrà essere assunto, in conse-

guenza diretta del turnover, ammon-

ta complessivamente a circa 59mila

unità nel prossimo quadriennio”.

Infine si dovrebbe definire un piano

triennale d’immissione in ruolo,

2014/2017, del personale precario,

che permetta di diminuire notevol-

mente il numero di personale docen-

te con contratti a tempo determinato.

Allo stesso tempo si studiano misu-

re, stando alle risorse disponibili,

per aumentare il personale di soste-

gno pesantemente delimitato dalla

recente riforma del sistema scolasti-

co in modo tale da raggiungere un

sostanziale equilibrio che dovrebbe

avvenire con l’inquadramento di cir-

ca 30mila docenti nel prossimo qua-

driennio.

I sindacati di categoria - Cisl e Uil -

, però, non sembrano intenzionati a

sostenere le misure del governo che

andrebbe a sottrarre i quasi 8 milio-

ni previsti per la valorizzazione e lo

sviluppo professionale della carriera

del personale della scuola agli stessi

docenti le cui retribuzioni sono già

tra le più basse d’Europa.

®

(continua da pag. 1)

SBLOCCARE...

Si è svolta sabato 22 giu-

gno presso gli impianti

sportivi del C.U.S di Catania la festa

multietnica organizzata dall’Ufficio

Pastorale Migrantes e dalla Caritas

di Catania. Consueto appuntamento

a chiusura della Giornata mondiale

del Migrante e del Rifugiato che

ogni anno si celebra nella diocesi

catanese e che vede la compartecipa-

zione di numerosi rappresentanti

delle comunità etniche del territorio

cittadino. La festa comunitaria si è

resa possibile grazie all’organizza-

zione del diacono don Giuseppe

Cannizzo direttore dell’Ufficio

Pastorale Migrantes in collaborazio-

ne con Mons. Vincenzo Algeri,

Direttore della Caritas diocesana.

Presenti presso la cittadella universi-

taria anche don Christopher Shelton

cappellano della comunità etnica

cingalese, e i diaconi don Gino Lici-

tra, don Francesco Leto, don Gianni

Corriere e don Mario Orofino che

lavorando in sinergia con la diocesi

hanno coadiuvato nell’organizzazio-

ne dell’evento multiculturale. Un

momento fraterno di festa per grandi

e piccini, cui è seguita una cena mul-

a conclusione delle ini-

ziative legate all’integra-

zione e alla comunione

tra i popoli.

Alla serata hanno preso

parte più di 350 persone

equamente suddivise tra

srilankesi, mauriziani,

italiani, rumeni e qual-

che rappresentante della

comunità polacca di

Catania che hanno assi-

stito e animato una sera-

ta all’insegna della musi-

ca, della danza e della

cultura provenienti dalle

proprie comunità d’ori-

gine. Presenti anche i ragazzi del

quartiere di Librino che operano

presso il centro ‘Talita Kum’

accompagnati dai rispettivi genitori

e guidati dalla responsabile del cen-

tro la dott.ssa Giuliana Giannino.

Del gruppo rumeno si sono distinti i

ragazzi rom stanziati nel campo

nomade del quartiere San Giuseppe

La Rena di Catania che hanno bal-

lato insieme ai ragazzi di ‘talita

kum’ quasi tutta la serata fino a

mezzanotte. Presente anche il presi-

grants Mauriciens, il sig.Milinte

Rainald, da sempre vicino alle esi-

genze della realtà sociale della

comunità mauriziana. Come ogni

anno si è rinnovato dunque un

appuntamento che vuole essere un

mezzo per ringraziare il Signore per

il dono della vita che si realizza

anche nell’integrazione tra popoli

di diversa etnia e di cui le testimo-

nianze delle varie comunità etniche

della provincia di Catania sono l’e-

sempio più gioioso.

Altro momento di comunione spiri-

tuale e fraterna sarà il pelle-

grinaggio mariano intercul-

turale organizzato dall’Uffi-

cio Pastorale in programma

domenica 14 luglio che por-

terà numerosi fratelli immi-

grati presso il santuario

mariano di Dinnammare in

provincia di Messina. Il san-

tuario si erge sulla vetta del

monte omonimo alto circa

1130 metri, facente parte

della catena dei Monti Pelo-

ritani il cui nome Dinnam-

mare potrebbe discendere

dal termine latino “bimaris”,

perché dalla cima è possibile

guardare i due mari, lo Jonio (lo

Stretto di Messina) e il Tirreno.

La devozione mariana rappresenta

quindi un vincolo molto forte che

unisce culture diverse e allo stesso

tempo diviene elemento di continuità

e d’integrazione sociale ed ecclesia-

le. Per informazioni rivolgersi all’Uf-

ficio per la pastorale delle Migrazio-

ni: [email protected] o

all’Ufficio pastorale della Carità: car-

[email protected].

Fede, solidarietà ed integrazioneFesta multietnica al C.U.S di Catania delle comunità mauriziane, cingalese e tamil

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Per il numero che sarà in edicola

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vi preghiamo di inviare i vostri contributi

entro venerdì 12 luglio 2013. Grazie!

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Page 3: PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

Prospettive - 7 luglio 2013 3

Oggi mi reco nella sede

della Film Commis-

sion per argomentare il mio proposi-

to di realizzare il film “Ignatius il V

principe di Biscari”. Titanica impre-

sa che comporterà la fruizione di

strutture e artifizi tali da rendere pos-

sibili le scene del cast della tranche

di vita siciliana nel secolo XVIII.

Varco l’imponente ingresso del

Palazzo Municipale e istintivamente

il mio sguardo si posa sulla carrozza

del Senato, esempio sfolgorante di

mezzo di trasporto del secolo deci-

mo ottavo.

Mentre attendo con trepidazione di

interloquire sul mio progetto, un

gentiluomo alto, magro e dai vistosi

baffi si avvicina a me e con amabile

sorriso, dopo avermi fatto un ina-

spettato baciamano con squisito gar-

bo e senza alcuna sgradevole osten-

tazione, si presenta: <<Lieto di fare

la tua conoscenza, gentile Stefania.

Ti stavo aspettando. Il mio nome è

Filippo Re Capriata>>.

<<Scusi -ribatto- ma lei è il fisico

che agli inizi del novecento esordì

con un saggio pubblicato in Francia

sulla visione a distanza, scoperta che

precorse la televisione?>>

<<Esatto!>>-rispose con gioia il mio

inaspettato interlocutore. Stavo per

svenire per l’emozione, quando

costui prontamente mi sostenne e io

aiutata dal suo tempestivo soccorso,

riprendo conoscenza. Lo osservo e

noto che il personaggio che sta lì di

fronte a me ha pressappoco quaran-

t’anni e il suo atteggiamento, la sua

postura rivelano con sobrietà la

dignità dell’epistemologo. Lo prego

pertanto di parlarmi di sé, affinché

possa meglio conoscere la sua vicen-

da esistenziale. Sedutosi accanto a

me, così comincia: <<La cittadina di

Licata mi diede i natali il 1° febbraio

del 1867. Quinto tra tre sorelle e un

fratello Francesco, completati i pri-

mi studi nel paese natio, seguii quel-

li liceali ad Agrigento, al Liceo

Umberto 1° di Palermo e quindi

ancora al Regio Liceo “Scinà” di

Agrigento, dove nell’ottobre del

1886 conseguii la maturità classica.

A Palermo intrapresi gli studi uni-

versitari in Scienze Naturali. L’ento-

mologia, ovvero lo studio degli

insetti è stato un vivo interesse della

mia vita e a questo mi indusse l’am-

ico Enrico Ragusa, imprenditore ed

entomologo valentissimo nonché

editore di una rivista a carattere spe-

cialistico “Il naturalista siciliano”.

L’amore per la conoscenza scientifi-

ca ha contrassegnato la mia vita e in

virtù di questa forza, conseguita la

prima laurea in Biologia, a Messina

ne conseguii un’altra in Fisica.

In quegli anni ero già insegnante a

Licata nella scuola tecnica, poi mi

trasferii nella città dello Stretto dove

mi venne affidata la cattedra di Fisi-

ca nell’Università della Città. Ho

trasmesso ai miei tanti alunni la

dedizione per l’osservazione acuta

che deve sempre essere accompag-

nata da attività sperimentali che

devono comprovare la teoria. Ho

amato i miei allievi e li ho sempre

trattati con gentilezza e amabilità.

Per natura sono stato un timido e a

tal proposito ricordo quando nel-

l’ambito delle lezioni di fisica a

Messina, un docente elogiò le mie

scoperte sul radium, mettendomi al

pari di Volta, Galvani e di altri emi-

nenti fisici.

Alla fine della lezione un alunno si

avvicinò al professore e gli fece

notare che lo studioso da lui citato

era «quel coso lungo e con gli

occhiali grandi» che in fondo alla

sala stava ascoltando la sua lezione.

Nel 1903, a soli 36 anni, avevo rag-

giunto l’apice della mia carriera di

ricercatore, scoprendo

qualcosa che più avanti

altri avrebbero portato a

compimento: la visione a

distanza. Nello stesso anno

scrissi ad una rivista edita a

Parigi: L eclairage electri-

que, nella quale spiegai la

mia scoperta. Mediante

meccanismi e congegni

rotanti, con l ausilio del

selenio, riuscivo a trasmet-

tere a distanza segnali di

visione. Era l anteprima

della televisione. La chimica fu un

altro campo nel quale conseguii rile-

vanti risultati: progettai il primo

impianto di gas acetilene per il cir-

colo Progresso di Licata, e già nel

1900 pubblicai un primo lavoro sui

concimi chimici e il loro uso nelle

culture siciliane.

La mia intensa carriera di scienziato

fu stroncata da una catastrofe: alle 5

e 21 del 28 dicembre del 1908 la ter-

ra tremò e Messina nello spazio di

un De profundis si ridusse in un

cumulo di macerie dove perirono

80mila persone tra cui io mia moglie

e i miei due figlioletti: Francesca di

tre anni e Pasqualino di due>>. Lo

ascoltavo, la sua voce era pacata, il

suo sguardo profondo come di chi

guarda dentro le cose. Lo pregai di

suggerirmi un pensiero di saggezza,

qualità che senza ostentazione

accompagnò la sua vita. Con dolcez-

za infinita mi sussurra: <<Non ti adi-

rare se altri hanno opinioni diverse

dalle tue.

Rispetta la differenza e argomenta

sempre il tuo punto di vista con chia-

rezza e discernimento>>. Detto que-

sto gradualmente svanì. Una voce

pronunciò il mio nome. Era l’usciere

che mi invitava ad accomodarmi nel-

la stanza dove avrei parlato del mio

progetto.

Stefania Bonifacio

Il rispetto delle opinioni altrui

Opera di raffinata orefi-

ceria catanese, il ferco-

lo detto anche “vara”, sul quale si

trasportano le reliquie di S.Agata,

patrona della città e dell’Arcidiocesi

di Catania, viene custodito nella sala

IX del Museo Diocesano di via

Etnea 8, sotto la direzione di Mons.

Leone Calambrogio. Armoniosa nel-

la sua eleganza decorativa, la costru-

zione, già esistente nel 1519 da una

struttura antecedente in legno dorato

pregiato, è stata concepita dall’arti-

sta Vincenzo Archifel, argentiere

attivo a Catania dal 1486 al 1533, in

forma di tempietto regolare in argen-

to massiccio, sorretto da sei piccole

colonne corinzie sulle quali é posta

una trabeazione con una copertura

decorata da mascheroni e fogliame,

disposti a scaglie. In cima, una croce

che si erge su un globo simbolo del

mondo, è attorniata dai simboli della

verginità e del martirio, ovvero una

corona, un giglio e una palma. La

trabeazione reca dodici statuette che

raffigurano i Santi Apostoli, mentre

fra le colonne appaiono festoni

argentei e vasi adibiti alla raccolta

dei fiori, in esubero nei giorni di

festa, il 4 e il 5 febbraio. Le due date

si distinguono l’una dall’altra per il

colore dell’addobbo floreale: i garo-

fani rosa nella processione del 4, per

rappresentare la passione e il marti-

rio; mentre il garofano bianco, nel

giorno successivo, è il simbolo della

fede e della purezza, in ossequio al

principio di rimanere vergine consa-

crata a Dio, fino al supplizio. Il peso

della vara, normalmente di 17 quin-

tali, slitta in misura rilevante durante

la processione, appesantito dal busto

reliquiario e dai devoti che lo calca-

no, giungendo sino ai 30 quintali.

Esso viene trainato dai cittadini che

indossano il tradi-

zionale sacco bian-

co, attraverso due

cordoni lunghi oltre

duecento metri, a

capo dei quali sono

collegate quattro

maniglie. Da un’a-

nalisi accurata si

evince che più

argentieri catanesi,

esperti nella lavora-

zione del legno, dei

metalli e dell’ar-

gento, contribuiro-

no al completo rifa-

cimento dell’attua-

le vara, frutto del

secondo dopoguer-

ra, dopo i deleteri

effetti dei bombar-

damenti che risal-

gono al 7 aprile del

1943. La vara, inve-

ce, si mantenne

illesa nel devastan-

te terremoto del

1693, mentre fu

vistosamente derubata di molti pezzi

nel 1890. L’opera di ricostruzione

storica, posta in atto dagli argentieri

catanesi, ha previsto non solo l’in-

globamento, nel nuovo apparato,

delle numerose parti non danneggia-

te dalla distruzione, ma anche il rifa-

cimento dei pezzi deturpati dalle

bombe, come in particolare la tra-

beazione, le statue del coronamento,

il fregio interno delle volte, il foglia-

me e i mascheroni. Dell’antica opera

furono riutilizzati l’insieme delle

laminette sbalzate con motivi a can-

delabra e delle cariatidi, che separa i

quadretti raffiguranti gli episodi del

martirio, alla base del fercolo. In

alcune formelle dello zoccolo in bas-

so è riprodotta la traslazione delle

reliquie agatine da Costantinopoli a

Catania, il 17 agosto 1126, dopo 86

anni di esilio. La storia della giovane

martire catanese vissuta nel III seco-

lo, che rifiutò fino alla morte l’amo-

re del proconsole Quinziano, è lega-

ta a diversi miracoli: ad esempio

quello del velo rosso che non si bru-

ciò quando Agata fu condotta alla

brace, e da allora viene custodito

come miracolosa reliquia; o quello

che ha per oggetto ancora il velo, a

cui i cittadini ricorsero per arrestare

l’eruzione dell’Etna, che cessò il 5

febbraio, dopo cinque giorni, nel

252, l’anno successivo alla morte

della giovane. Significativo della

grandezza spirituale di Agata anche

il miracolo legato a Federico II:

quando l’imperatore, giunto in Sici-

lia per sottometterla a sé, decise di

recedere dal proposito di reprimere

la rivolta nel sangue, allorché duran-

te la messa trovò scritto in ogni pagi-

na del suo libro di preghiere, in lati-

no, le seguenti parole” Noli offende-

re Patriam Agathae quia ultrix iniu-

riarum est” (Non offendere la patria

di Agata perché essa vendica le

ingiustizie).

La vara, all’interno della quale viene

collocato il busto reliquiario della

santa nei giorni della processione, è

amata dal popolo catanese in quanto

depositaria di una tradizione sacra,

che l’affetto dei cittadini e dei devo-

ti nel mondo ha mantenuto viva nei

secoli.

Anna Rita Fontana

Il frutto dell’abilità degli orefici catanesi

Il fercolo sui cui viene adagiato il simulacro della martire catanese

Indietro nel tempo intervistando Filippo Re Capriata

l’intervista

Si evince che più

argentieri catanesi,

esperti nella

lavorazione del legno,

dei metalli

e dell’argento,

contribuirono

al completo

rifacimento

dell’attuale vara,

frutto del secondo

dopoguerra…

Page 4: PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

Prospettive - 7 luglio 20134

PRIMOPIANO

Nel 1905 don Sturzo aCaltagirone tenne un

discorso programmatico e si fecepromotore dell’impegno sociale epolitico dei cattolici italiani. Il prin-cipio ispiratore del discorso giovani-le s’identifica con un impegno mora-le che si va precisando nell’evoluzio-ne del suo pensiero, meglio articola-to nell’Appello “ai liberi e forti”(1919). Serenamente, si può affer-mare che non vi è tema sturziano chenon trovi punti di riferimento, espli-citi o impliciti, con il discorso del1905. Fondamentale è dunque que-sto suo intervento pronunciato lavigilia di Natale al Circolo di letturadi Caltagirone, pochi mesi dopo lasua nomina a prosindaco di quellacittà e la sua elezione a Consigliereprovinciale di Catania. Il calatino siera dedicato fin dal 1899 alla vitamunicipale e da vari anni occupavala sede del Consiglio dell’Associa-zione nazionale dei Comuni, delquale fu poi nominato Vicepresiden-te. Faceva anche parte del Consigliodirettivo dell’Unione elettorale cat-tolica italiana. Il discorso dal titolo Icattolici italiani e la vita moderna,col quale egli dichiarava la propriaetica (scelta) personalistica, servì achiarire e precisare i vantaggi, nel-l’esame storico-critico del movimen-to cattolico. Questa scelta corrispon-de a una precisa prospettiva leonianache ovviamente conviene studiare.Da una lettura sommaria del docu-mento, se mi è lecito, compio questaanalisi. Posso notare tante idee nuo-ve che dobbiamo recuperare, attua-lizzare e renderle vive per aiutare adaffrontare i problemi sociali senzapaura e senza tentennamenti. Sel’importanza di principio democrati-co viene accettato, allora non biso-gna cadere nel dualismo Stato-Chie-sa. Sturzo dichiara che è giunta l’oradella “rappresentanza popolare”,ovvero è arrivato il momento percostituire un partito cattolico nazio-nale, un pacifico vivere civile che siaanimato dal cristianesimo. Sturzogiudica che è arrivato il momento dicostituire un partito-morale politico,ragione di vita laica nazionale. Ma inquesto documento Sturzo dichiarache ci sono due condizioni pregiudi-ziali, da risolvere preliminarmenteper lo svolgimento di un program-ma: 1° si è maturi per affrontare lapregiudiziale della questione romanache è posta in questi termini: “ègiunta l’ora” di rivendicare i dirittidella Santa Sede. <<Aspettiamo —

sottolinea Sturzo — che da nuovi

tempi sorga la nuova orientazione

della nazione verso la Chiesa: la

Chiesa come virtù vivificante e forza

unificante, non come pretendente

politico>> e <<sono il papa e gli

eventi che la porteranno alla solu-

zione>>.Il Nostro dice testualmente che <<la

lotta anticlericale [è] lotta anticri-

stiana>>. E continua: <<la lotta dà

oggi una spinta, sia pure negativa

alla formazione di un partito di cat-

tolici, che nell’attrito della vita pub-

blica difenda i diritti del popolo alla

vita religiosa e che nei Municipi,

nelle province, nelle scuole, nei par-

lamenti combatta vigorosamente le

contraffazioni anticlericali>>.Ma ecco una soluzione: il partitonazionale dei cattolici deve prescin-dere dalla questione romana per duemotivi: a) che esso non la pone comeun <<primo politico>> nella suaazione, perché esso dovrà andare inparlamento ed entrare nella vita pub-blica con un programma da conse-guire fra cui il ritorno del poteretemporale.b) <<Non sarà mai possibile che un

partito politico possa risolvere con

un’azione diplomatica, o un atteg-

giamento parlamentare, la questione

romana di cui il papa non solo è l’u-

nico giudice competente, ma anche

l’unica forza attiva di una soluzione

che mille fattori dovranno matura-

re>>. <<Nessuno — aggiunge Stur-zo — può ritenere che l’Italia risol-

verà la questione romana soppri-

mendola. Essa risorgerà sempre>>.Come si vede, la pregiudiziale —pur centralissima — viene subitoallargata a una questione ancora piùgenerale. Per Sturzo esiste una que-stione la cui soluzione sarà maturatanella coscienza italiana, e precisa:<<la tacita intesa, un modus vivendi,

e un aperto contrasto saranno le fasi

che si ripeteranno>>.

Per delineare il carattere del partitonazionale dei cattolici e per lo svol-gimento di un programma, c’è un’al-tra pregiudiziale che bisogna risolve-re: 2° quale posizione dovrà assume-re tale partito verso la monarchia?<<Oggi, nei regimi parlamentari –

sottolinea Sturzo — la posizione dei

partiti in Italia è questa: o aderisco-

no alla monarchia e, ne fanno un

caposaldo di programma come i

liberali; o ne prescindono per avver-

sarla, come i socialisti. Per noi non è

il simbolo di un passato, né una for-

za per l’avvenire; per noi, re o presi-

dente, non rappresenta che la som-

ma dei poteri dello Stato, non mai

l’ideale della potenza militare o i

fasti di una casa cui siano legati le

sorti dell’Italia>>.E aggiunge: <<noi con la monarchia

di oggi, troviamo sintetizzata l’unità

della nazione e la rappresentazione

dell’autorità assommate in un tro-

no>>.A don Sturzo interessa porre un que-sito preliminare assai delicato: <<il

partito cattolico non può essere un’e-manazione monarchica nel senso chevi danno i libri>>.In somma, il calatino ribadisce chec’è un duplice problema: a) la difesadell’altare è la difesa della religionee b) la difesa del trono è la difesa delprincipio di autorità.E qui c’è il nocciolo della questione:per la vita costituzionale popolare<<Né altare né trono sono coeffi-

cienti organici del partito cattoli-

co[…] popolare>>. Sciolte queste preoccupazioni, risol-te le due pregiudiziali di 45 anni sulcammino dei cattolici, si arriverà amettere le basi al partito nazionale.Dal punto di partenza della pregiudi-ziale nazionale, al punto d’arrivo<<né altare né trono>>, si snoda lariflessione sui cattolici militanti,paradigma per l’Italia.È questa una rivoluzione nel senso

che la risposta data atali pregiudiziali consi-ste in quello che eglidenomina <<è giunta

l’ora>> e <<il cammino…non sarà

arrestato>>.<<È giunta l’ora>> è il momentodelle precisazioni oltre i limiti rag-giungibili da parte dei fautori dellamonarchia, del conservatorismo, deiliberali e dei socialisti. <<Il cammi-

no…>> presuppone la rivoluzionecopernicana in politica.La rivoluzione copernicana staappunto in questa sostituzione alcentro della politica italiana dell’al-

tare e del trono col popolarismo.Con estrema consequenzialità sigiungerebbe a un passaggio dall’og-getto al soggetto. Si passerà a unprogramma del partito nazionale conun piano tattico e logico per trovareuna soluzione d’indole cristiana.Sturzo ponendo al centro il cammino

del partito cattolico popolare, attuòciò che voglio chiamare la rivoluzio-

ne copernicana in politica per sotto-

lineare l’originalità di que-sta concezione che poneora l’interesse nel cittadi-no.La mossa compiuta daLuigi Sturzo in questocelebre discorso è davveroaudace: essa rivoluzionalo stesso rapporto tradizio-nale tra soggetto e ogget-to, tra altare o trono e ilpartito cattolico dell’avve-nire.<<A me, democratico

autentico - sottolinea

Sturzo - convinto, e non

dell’ultima ora, è inutile

chiedere quale delle due tendenze

politiche…io creda che risponda

meglio agli ideali di quella rigenera-

zione della società in Cristo>>.Sturzo è ben deciso ad ammettere:<<io credo necessario un contenuto

democratico del programma dei cat-

tolici nella formazione di un partito

nazionale>>.Leggo a proposito quello che scriveSturzo: <<Non la monarchia, non il

conservatorismo, non il socialismo

riformista ci potranno attirare nella

loro orbita: noi saremo sempre, e

necessariamente, democratici e cat-

tolici>>.La democrazia cristiana è per il cala-tino un’aspirazione collettiva, siaancora vaga e indistinta, e <<sarà

l’insegna di un partito autonomo,

libero, forte, che si avventura nelle

lotte della vita nazionale>>.Questo è l’incipit di un programmadel partito dei cattolici militanti cheSturzo stava abbozzando nel 1905.

Angelo Consolo

La rivoluzione copernicanain politica

Presso la venerabileconfraternita S. Maria

Odigitria dei Siciliani in Roma sisono svolte le elezioni per il rinno-vo del consiglio direttivo e del col-legio dei revisori. Sono stati eletti(in ordine alfabetico): NicolaBusardò (architetto originario diPalermo), Carmelina Chiara Canta

(docente universita-ria di sociologia ori-ginaria di Caltanis-setta), contessaAntonietta Cantutinata Stocco (docentedi matematica nata aCatania), AndreaIudica (avvocato ori-ginario di Grammi-chele), MaurizioIudica (funzionarioIstat originario diGrammichele), PaoloRappa (infermiereoriginario di Gela),Gisella Rocca (musi-cista originaria diPartinico), CaterinaScirè (dottore com-mercialista originariadel Messinese). Sonostati eletti revisori dei conti effettivi(in ordine alfabetico): conte MarioCantuti Castelvetri (funzionario dibanca marito di siciliana), FrancoGagliani Caputo (avvocato origina-rio di Palermo), Giuseppe Saggio(maresciallo carabinieri originario

di Caltagirone). Il consiglio diretti-vo ha designato priore Andrea Iudi-ca, priora Carmelina Chiara Canta,segretario Maurizio Iudica, provve-ditore economo Caterina Scirè.

®

Il difficile cammino di Luigi Sturzo alle prese con la formazione di un partito dei cattolici

Roma: Confraternita S. Maria Odigitria

nuovo direttivo

La vera rivoluzione

è quella che trasforma

radicalmente

la politica,

l’ha compiuta

don Luigi Sturzo

fondando un partito

che recepisse le istanze

dei cattolici

Page 5: PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

Prospettive - 7 luglio 2013 5

PRIMOPIANO

55

La solennità liturgicadella Natività di San

Giovanni Battista, detta anche tradi-zionalmente il “Natale d’estate”, èstata celebrata con la partecipazionedell’Arcivescovo Mons. SalvatoreGristina e una grande affluenza difedeli nel popoloso quartiere deiCappuccini Nuovi curato dai fratiminori francescani di via SantaMaria della Catena.Il momento più emozionante è statosul far della sera allorché il fercolodi San Giuvannuzzu, accompagnatodalla banda musicale, è giunto invicolo Buonafé, al n.76 di via CarloForlanini già di Villa San Giuseppe,la stretta e lunga “vanedda cucchia-

ra”. Ad accoglierlo, con una cerimo-nia curata dal giovane Angelo Giuf-frida catechista ed animatore liturgi-co del santuario del Carmine, sonostati: la Corale polifonica “Sant’A-gata al Carcere” diretta dal m° Gio-vanni Raddino, le suore Betlemitedel Sacro Cuore di Gesù, il dirigenteGiovanni Floresta e i confrati e leconsorelle della confraternita SanGiovanni Battista minore e MariaSantissima del Tindaro, con la parte-cipazione del priore del conventocarmelitano della Santissima Annun-ziata, fra’ Carmelo Scellato, del par-roco del Sacro Cuore ai Cappuccinifra’ Teodoro Di Bella con i suoi con-fratelli e del sacerdote salesiano don

Alessandro Malaponte, che ha rivol-to ai fedeli una breve riflessione sulsignificato del culto dei santi e, inparticolare, della figura profetica delPrecursore di Cristo.Al centro del vicolo, su cui si affac-cia il liceo artistico statale “EmilioGreco”, era allestito un sontuosoaltarino votivo dal tema “Ecco l’A-gnello di Dio”, ispirato all’Anno del-la Fede e alla missione profetica delPrecursore di Cristo in una chiarasimbologia evangelica della predica-zione del Battista. Dopo un intensomomento di preghiera comunitaria elitanica, caratterizzato dalla letturadella Parola di Dio e dall’incensazio-ne delle reliquie del Profeta, mentre

il coro cantava il salmo 19 “I cielinarrano la gloria di Dio”, è avvenutala commovente “discesa dell’ange-

lo” sulla vara illuminata ed infioratadel santo.

A.B.

Il “Natale d’estate”

Festa popolare ai Cappuccini nuovi

Un’ideale filo condut-tore ha unito nell’an-

no della Fede le celebrazioni con-clusive in onore di tre santi patronimolto popolari e venerati in duestoriche località cittadine prospi-cienti la costa lavica catanese: S.Giovanni Battista, titolare del pit-toresco borgo marinaro di S. Gio-vanni Li Cuti e i santi della Provvi-denza e della Carità tra il XV e ilXVI secolo, Francesco di Paola eGaetano da Thiene, titolari delledue parrocchie sorelle della Civitail cui comune parroco, il giovaneed entusiasta sac. Giuseppe Scriva-no, insediatosi da meno di un anno,

d’intesa con i rispettivi consiglipastorali ha ritenuto opportunoritornare a festeggiare insieme ealla grande i santi patroni dell’anti-ca Marina civica, rivierasca sullascogliera dell’Armisi. Momentoculminante di entrambi i festeggia-menti è stata la celebrazione euca-ristica vespertina, nella solennitàdei santi apostoli Pietro e Paolo,avvenuta a poche centinaia di metridi distanza sulla riviera jonicaetnea.La s. Messa in onore dei santi civi-toti è stata celebrata all’interno delPorto Rossi, luogo particolarmenteriparato e suggestivo all’altezza deldeposito locomotive FF.SS., trapiazza Europa e Le Ciminiere, masconosciuto a molti catanesi. L’Eu-caristìa è stata presieduta da Mons.Alfio Rapisarda, Nunzio apostolicoemerito in Portogallo, con il parro-co e l’assistenza liturgica del diaco-

no permanente Giuseppe Spagano,con la partecipazione delle suorefrancescane dell’Immacolata Con-cezione di Lipari, della Misericor-dia del Porto e dell’AssociazioneMarinai d’Italia e di molti parroc-chiani. La s. Messa inserita neifesteggiamenti in onore del Precur-sore è stata, invece, celebrata dapadre Claudio Cicchello, frateminore di S. Maria della Guardia inOgnina, nella piazzetta antistante ilporticciolo di S. Giovanni Li Cuti,in prossimità della piccola grottadedicata al santo patrono dell’in-cantevole borgo marinaro dallaspiaggia nera, con la partecipazionedei licutiani guidati dai soci dellalocale Associazione “Pesca &Mare”, curatrice di diverse manife-stazioni socio-culturali tra cui il tra-dizionale “Pisci a mari”.

Memorex

Civita e S. Giovanni Li Cuti: festa di santi patroni

Frutto di una lunga espe-rienza di impegno

sociale e di una indagine durata cin-que anni, con il taglio di una “ricer-ca-azione”, il testo “Il lavoro nel car-cere che cambia” a cura di Vincenzo

Giammello, Alessandra Mercurio,

Gaetano Quattrocchi (Collana: Poli-tiche e servizi sociali. Pagine 144.FrancoAngeli Editore, Milano, mar-zo 2013. ISBN 978-88-204-2706-1 -Contatti: [email protected]), si presentacome un utile (e forse unico) vade-mecum, in grado di contribuireall’applicazione di una pena non piùbasata sulla custodia che affligge,ma sul trattamento che recupera, gra-zie al lavoro.Non c’è dubbio, il carcere deve cam-biare. E questo può avvenire soprat-tutto grazie al lavoro, poiché senzalavoro sarà sempre e solo galera.È universalmente riconosciuto, infatti,che il lavoro costituisce, in carcere e inuscita dal carcere, se non l’unico, ilpiù importante strumento del tratta-mento rieducativo. Ciò, purtroppo,rappresenta ancora una chimera. Bastisolo pensare che per ogni 100 eurodelle già scarse risorse che lo Statospende per i detenuti, solo 8 centesimivanno alle attività di trattamento(lavoro, ma non solo).A questo si aggiunga che la mancanzadi opportunità lavorative rende troppospesso impossibile l’adozione dellemisure alternative alla detenzione(anche quando il detenuto è in condi-zione di poterne usufruire) e che, fini-ta la reclusione, chi voglia ricostruirsiun’esistenza nel rispetto della legge,

deve fare i conti conl’impossibilità, quasitotale, di trovare unaoccupazione dignitosache glielo consenta.Lavorare vale la pena.Perché ciò succeda, tor-nava certamente utilecolmare una lacuna incampo editoriale.Ed è questa l’essenzaultima del volume: unvademecum offerto siaal grande pubblico (chedeve sentire quale pro-prio dovere civico il partecipare con-sapevolmente al dibattito sull’emer-genza carcere), che agli addetti ailavori: gli uffici del Ministero dellaGiustizia a livello centrale e periferi-co, chi opera nelle carceri, i Servizisociali dei Comuni, le Caritas diocesa-ne, le cooperative sociali, le imprese

che gestiscono (ointendono gestire)attività lavorativenegli istituti didetenzione e, infine,gli studiosi dellamateria, i diparti-menti universitari dig iu r i sp rudenza ,scienze sociali epolitiche e gli edu-catori professionali.Il testo, un’operaricca di contenuti edi passione, presen-

ta una panoramica delle opportunità ingrado di facilitare il tanto auspicatocambiamento: riflessioni, strumenti emetodologie efficaci, esperienze eprogetti già collaudati, agevolazionieconomiche in caso di assunzioni.

®

“Il lavoro nel carcere che cambia”Sarà presentato a breve un testo-vademecum a cura di Vincenzo Giammello

AppuntiCentro Orizzonte Lavoro. Lunedì 15 luglio, alle ore 9,30, alla presenzadel Sottosegretario alla Giustizia, On. Giuseppe Berretta, verrà presentatala pubblicazione “Il lavoro nel carcere che cambia”, edito dalla FrancoAngeli, frutto di una lunga ricerca.L’evento, che si svolgerà nel Salone delle conferenze della Casa Circon-dariale per adulti di Bicocca (CT), costituirà l’occasione per discutere delquanto mai attuale tema “Carcere e lavoro”.Interverranno il Direttore della Casa Circondariale di Bicocca, dott. Gio-vanni Rizza, don Vincenzo Giammello, salesiano, co-autore, dott. SalvoFleres, Garante regionale dei diritti dei detenuti, dott. Angelo Meli, Diret-tore del Dipartimento Giustizia Minorile per la Sicilia, dott. MaurizioVeneziano, Provveditore Regionale Amministrazione Penitenziaria,dott.ssa Maria Randazzo, Direttrice dell’Istituto penale Minorile diBicocca. Modera il dott. Giuseppe Di Fazio, Giornalista.

Page 6: PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

Come ogni anno, luglio è iltempo del discernimentovocazionale. Dopo la finedegli esami di maturità e neltempo delle ferie per i lavora-tori, il campo vocazionaleorganizzato dal Centro dioce-sano di Orientamento Voca-zionale per il sacerdoziodiventa momento di riposospirituale e di preghiera, diriflessione sulla propria vita,di confronto con altri giovaniche sentono dei “disturbivocazionali” e vogliono con-dividerli con coloro che fan-no la medesima esperienza. IlSignore continua a chiamarei suoi ministri, questo ce l’ha pro-messo, ma, lo dice lui stesso nei Van-geli, “la messe è molta ma gli operaisono pochi. Pregate il Signore dellamesse perché mandi operai nella suamesse” (Luca 10, 2). Ora, la chiama-ta non sempre è chiara, anzi…biso-gna metterla alla prova attraverso,prima di tutto, la direzione spiritua-le; poi, bisogna pregare molto ebisogna lasciarsi guidare da coloroche la Chiesa locale mette sullanostra strada. Quanti ragazzi avver-tono una forte attrazione verso lavita sacerdotale! Potrebbe essere unachiamata autentica e maturamenteaccolta, e questa, dopo un attentodiscernimento e una puntuale forma-zione, potrà sfociare nel ministerosacerdotale; potrebbe risolversi in unmomento di entusiasmo, facilmenteindividuabile solo se ci si mette inascolto della Parola e ci si confrontacon i formatori e con le esperienzedegli altri – il “fai-da-te” non funzio-

na, credeteci, e ve lo dice uno che neha abbondantemente fatto esperien-za – in un contesto comunitario;potrebbe essere una scelta autenticama che deve essere supportata dauna crescita umana e spirituale, e lospecchio per capire ciò lo si trova incoloro che vivono la medesima chia-mata; si potrebbe scoprire in sé stes-si una chiamata alla vita consacrata,ma non diocesana…sono tante levarianti, ma è chiaro che senza ilconfronto con Dio e con i fratelli sirischia sempre di rimanere fermi aun punto, non riuscendo a collocarela propria vita nel giusto posto, chepoi è quello che il Signore ha pensa-to per noi.Cosa succede in un campo vocazio-nale? Certamente, si vive unmomento di grazia che si condividecon immediatezza. Si realizzano leamicizie nel Signore, per via dellafede condivisa e della presunta voca-zione, che poi è la situazione che ha

portato in quel luogo igiovani presenti e liaccomuna in un modo oin un altro.Si diventa fratelli, e que-sto lo realizzano non soloi giovani che si sentonochiamati e che magarientreranno all’anno pro-pedeutico, ma anchequelli che partecipanosenza aver preso alcunadecisione. È veramentelo sperimentare l’amoredi Dio attraverso il suopopolo.Partecipare a un campovocazionale schiarisce le

idee e fa sentire leggeri e sicuri, peril fatto di essersi messi nelle manidel Signore in modo autentico e tota-le. Vieni anche tu, giovane ancoraincerto sul tuo futuro, e tu, giovaneche vivi la vita della tua Parrocchia odel tuo movimento in modo intensoe pieno, vieni giovane che ti interro-ghi da dove deriva il tuo senso divicinanza agli altri, vieni anche tu,che hai l’esigenza di stare vicino alSignore con la S.Messa giornaliera econ la preghiera, vieni tu che vuoidare amore a tutti e tu che vuoi sem-plicemente fare un’esperienza di vitacomunitaria, vieni tu che ami lo stu-dio o tu che faresti l’impossibile perannunciare il Signore a tutti gliuomini…potrei continuare ancoraper pagine e pagine…ma voglio diresemplicemente al giovane che mi staleggendo: vieni e vedi, vieni a speri-mentare l’amore di Dio, vieni a cer-care uno sbocco nella tua vita che,per chi è chiamato, è il più bello chesi possa immaginare, vieni a farequattro giorni di preghiera, di frater-nità, di lettura della Parola di Dio, diriposo spirituale...

Vieni, non te ne pentirai ! Ti aspetto! Per maggiori informazioni, chiamami al3498311049 o scrivimi al mio indirizzoe-mail [email protected].

don Salvo Gulisano

Responsabile del Propedeutico

Prospettive - 7 luglio 20136

Lunedì 8

•• Ore 17.30 Tremestieri Etneo,parrocchia S. Marco: inaugura ilCentro Caritas parrocchiale.

•• Ore 19.30 Viagrande, ResidenzaSS. Salvatore: incontra il Giova-ne Clero.

Martedì 9

•• Ore 19.00 Catania, parrocchiaSs. Cosma e Damiano: celebrala S. Messa in occasione del 25°anniversario di sacerdozio del

parroco Don Giuseppe Rosa.

Mercoledì 10

•• Ore 19.00 Catania, Santuario S.Agata al Carcere: celebra la S.Messa in occasione del 53°anniversario di sacerdozio delrettore Mons. Luigi Chiovetta.

Giovedì 11

•• Ore 7.30 Catania, Monastero S.Benedetto: celebra la S. Messa.

•• Ore 10.00 Arcivescovado: udienze.

Venerdì 12

•• Lavoro interno per la Visitapastorale.

Sabato 13•• Ore 10.00 Siracusa, Santuario

Madonna delle Lacrime: Guidail pellegrinaggio organizzatodall’Ordo Virginum.

Domenica 14

•• Fuori sede.®

Dall’Agenda dell’Arcivescovo

Noti

zie

in b

reve d

all

’8 a

l 14 lugli

o Ufficio Liturgico Diocenano

Lo scorso 1° maggio la Congregazio-

ne per il Culto Divino e la Disciplina

dei Sacramenti, ma ha promulgato un

Decreto, reso pubblico mercoledì 19

giugno scorso, con il quale ha dispo-

sto che, come già avviene nel Canone

Romano, anche nelle Preghiere euca-

ristiche II, III e IV del Messale Roma-

no, dopo la Beata Vergine Maria, si

faccia menzione del nome di San Giu-

seppe, Suo Sposo.

Pubblichiamo di seguito il testo del

Decreto in lingua italiana, nonché le

formule in traduzione italiana che

spettano al nome di San Giuseppe

nelle suddette Preghiere eucaristiche.

Decreto

per la menzione del nome di San

Giuseppe nelle Preghiere eucaristi-

che II, III, IV del Messale Romano

Mediante la cura paterna di Gesù, SanGiuseppe di Nazareth, posto a capodella Famiglia del Signore, adempìcopiosamente la missione ricevutadalla grazia nell’economia della sal-vezza e, aderendo pienamente agliinizi dei misteri dell’umana salvezza,è divenuto modello esemplare diquella generosa umiltà che il cristia-nesimo solleva a grandi destini e testi-mone di quelle virtù comuni, umane esemplici, necessarie perché gli uomi-ni siano onesti e autentici seguaci diCristo. Per mezzo di esse quel Giusto,che si è preso amorevole cura dellaMadre di Dio e si è dedicato congioioso impegno all’educazione diGesù Cristo, è divenuto il custode deipiù preziosi tesori di Dio Padre ed èstato incessantemente venerato neisecoli dal popolo di Dio quale soste-gno di quel corpo mistico che è laChiesa. Nella Chiesa cattolica i fedeli hannosempre manifestato ininterrotta devo-zione per San Giuseppe e ne hannoonorato solennemente e costantemen-te la memoria di Sposo castissimodella Madre di Dio e Patrono celestedi tutta la Chiesa, al punto che già ilBeato Giovanni XXIII, durante ilSacrosanto Concilio Ecumenico Vati-cano II, decretò che ne fosse aggiuntoil nome nell’antichissimo CanoneRomano. Il Sommo Pontefice Bene-detto XVI ha voluto accogliere ebenevolmente approvare i devotissimiauspici giunti per iscritto da moltepli-ci luoghi, che ora il Sommo PonteficeFrancesco ha confermato, conside-rando la pienezza della comunionedei Santi che, un tempo pellegrini

insieme a noi nel mondo, ci conduco-no a Cristo e a lui ci uniscono. Pertanto, tenuto conto di ciò, questaCongregazione per il Culto Divino ela Disciplina dei Sacramenti, in virtùdelle facoltà concesse dal SommoPontefice Francesco, di buon gradodecreta che il nome di San Giuseppe,Sposo della Beata Vergine Maria, siad’ora in avanti aggiunto nelle Pre-ghiere eucaristiche II, III e IV dellaterza edizione tipica del MessaleRomano, apposto dopo il nome dellaBeata Vergine Maria come segue: nel-la Preghiera eucaristica II: « ut cum

beata Dei Genetrice Virgine Maria,beato Ioseph, eius Sponso, beatis

Apostolis »; nella Preghiera eucaristi-ca III: « cum beatissima Virgine, Dei

Genetrice, Maria, cum beato Ioseph,eius Sponso, cum beatis Apostolis »;nella Preghiera eucaristica IV: « cum

beata Virgine, Dei Genetrice, Maria,cum beato Ioseph, eius Sponso, cum

Apostolis ». Quanto ai testi redatti in lingua latina,si utilizzino le formule che da orasono dichiarate tipiche. La Congrega-zione stessa si occuperà in seguito diprovvedere alle traduzioni nelle lin-gue occidentali di maggior diffusione;quelle da redigere nelle altre linguedovranno essere preparate, a normadel diritto, dalla relativa Conferenzadei Vescovi e confermate dalla SedeApostolica tramite questo Dicastero. Nonostante qualsiasi cosa in contra-rio. Dalla Congregazione per il Culto

Divino e la Disciplina dei Sacra-

menti, 1 maggio 2013, S. Giuseppe

artigiano.

Antonio, Card. Cañizares Llovera

Prefetto

✠ Arturo Roche

Arcivescovo Segretario

FORMULE CHE SPETTANO

AL NOME DI SAN GIUSEPPE

Nella Preghiera eucaristica II:

«insieme con la beata Maria, Vergine

e Madre di Dio, con san Giuseppe,

suo sposo, con gli apostoli...»; Nella Preghiera eucaristica III:

«con la beata Maria, Vergine e Madre

di Dio, con san Giuseppe, suo sposo,

con i tuoi santi apostoli....»; Nella Preghiera eucaristica IV:

«con la beata Maria, Vergine e Madre

di Dio, con san Giuseppe, suo sposo,

con gli apostoli...».

®

Gli uffici della Curia Arcivesco-vile resteranno chiusi al pubbli-co dal 5 agosto al 18 agosto.

Gli uffici saranno riaperti rego-

larmente lunedì 19 agosto alleore 9.00

Informiamo che l’Ufficio Matri-moni sarà aperto al pubblico e

solo per casi particolari nei gior-ni 6 e 13 agosto dalle ore 10.00alle 12.00.

®

Vicariato Generale

È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti diProspettive inerenti all’intero anno 2012 e parte del 2013 direttamente sulsito del settimanale diocesano ww.prospettiveonline.it. Mentre l’acquistodi copie in archivio avviene solo nella sede del periodico. Inoltrel’abbonamento può effettuarsi anche online.

Archivio ProspettiveAvviso ai lettori

CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO

E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI

Dal 18 al 21 luglio a Tarderia si svolgeràil campo vocazionale per le vocazioni al sacerdozio

Page 7: PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

Prospettive - 7 luglio 2013 7

La sera di mercoledì 26giugno nella chiesa

Sant’Agata alla Badia, gremita difamiliari e di fedeli, l’ArcivescovoMons. Salvatore Gristina ha presie-duto la concelebrazione della s.Messa con una decina di sacerdoti,tra cui i concelebranti principali can.Antonio Gentile e padre FrancoLonghitano, e il rito liturgico pub-blico di ammissione al diaconatopermanente di 6 laici, tutti sposati epadri di famiglia, operanti in 6 par-rocchie dell’arcidiocesi, con l’assi-stenza liturgica di diversi diaconitranseunti e permanenti ed alunnidel corso per i ministeri e il diaco-nato permanente “Sant’Euplio” el’animazione musicale della coraleparrocchiale della cattedrale, direttadal m° Puccio Sanfilippo.I nuovi ammessi candidati al mini-stero diaconale erano accompagnidalle rispettive consorti, che hannoespresso pubblicamente il proprioconsenso alla decisione presa daipropri mariti di avviarsi a ricevere ilsacramento dell’ordine del diacona-to, a significare la comunione spon-sale di coppia, di famiglia che hannovissuto e che è uno dei requisiti peril cammino verso il diaconato. Tresono pensionati di Paternò: Domeni-co Carulli di Cristo Re, PasqualeMessina di S. Francesco all’Annun-ziata, e Pietro Fallica del SS. Salva-tore; due di Catania: DomenicoRuggiero di S. Maria della Salute,pensionato, e Carlo Pappalardo di S.Agata al Borgo, insegnante di reli-gione; uno di S. Giovanni la Punta,Orazio Sciuto di S. Giovanni Batti-sta, insegnante di religione.All’omelìa l’Arcivescovo, nel com-mentare la Liturgia della Parola, hasottolineato come ogni volta chepartecipiamo all’Eucaristìa noiviviamo in maniera particolare ladignità di popolo sacerdotale, che ètale in forza dell’iniziazione cristia-na. Col Battesimo, la Cresima el’Eucaristìa diventiamo il popolosanto di Dio, che partecipa delladignità di Cristo. Ciascuno di noiinserito in Cristo, sacerdote, re eprofeta, riceve la dignità di membrovivo del corpo di Cristo che è laChiesa. “Popolo sacerdotale” -hasottolineato Mons. Gristina- “è tuttaquella straordinaria ricchezza di

intimità col Signore, di lode alSignore, di preghiera che non siesaurisce in se stessa ma poi si tra-sforma in azione, in operosità”, inumile e gioioso servizio nella Chie-sa. Dobbiamo sempre unire questidue aspetti, ci dev’essere sempre innoi tale consapevolezza. Lodare ilSignore significa contemplare quel-lo che egli ha fatto anzitutto nei fra-telli e nelle sorelle che hannoimpressa l’immagine del Creatore eche poi, nella comune appartenenzaalla Chiesa, noi vediamo insignitidella stessa dignità di membri delCorpo di Cristo. L’Arcivescovorivolto ai 6 candidati ha detto: “Sie-

te ammessi. La Chiesa riconoscel’autenticità del cammino, della pre-parazione abbastanza lunga che ave-te fatto per portare frutti. Avete mes-so radici talmente profonde che spe-riamo che l’esercizio del ministeropoi sarà particolarmente di qualità edi impegno anche come ministero…Questi nostri 6 fratelli sono ammes-si per il diaconato…. Con questorito s’impegnano a portare a terminela loro preparazione… Nell’ultimoperiodo confrontatevi con la fede diAbramo, accogliete in maniera par-ticolare l’invito di Gesù”.

Antonino Blandini

77

Dalla chiesa domestica

alla chiesa universale

6 laici accoliti sposati e padri verso il diaconato permanente

La sera di venerdì 28 giu-gno, vigilia della solen-

nità dei santi apostoli Petro e Paolo,nella Basilica Cattedrale gremita difamiliari e di fedeli, l’ArcivescovoMons. Salvatore Gristina ha presie-duto la concelebrazione della s. Mes-sa vespertina con una ventina disacerdoti e con apposito rito haamministrato il ministero dell’Acco-litato a 11 laici “lettori”, diversi deiquali sposati e padri di famiglia, delCorso per i Ministeri e il Diaconatopermanente “Sant’Euplio”, guidatidal delegato arcivescovile can. Anto-nino Gentile, e a 2 alunni del Semi-nario arcivescovile originari dellaTanzania, affidati alla cura del retto-re mons. prof. Giuseppe Schillaci.L’animazione liturgica è stata curatada diversi diaconi permanenti edalunni del Corso “Sant’Euplio” non-ché dai canti della Cappella musica-le del Duomo.I nuovi accoliti laici, ai quali è affi-dato il servizio all’altare, la conser-vazione e la distribuzione dell’Euca-

ristìa, sono in servizio presso 11 par-rocchie dell’arcidiocesi: NunzioSaglimbene, San Giuseppe La Rena;Nunzio Nicotra, Santa Maria dellaMercede; Alfio Daquino, Madonnadel Riparo in Bronte; Vito Privitera,Santa Caterina V. e M. in San Pietro

Clarenza; Carmelo Patronaggio,Maria Santissima Immacolata inBelpasso; Salvatore Caruso, SantaMaria dell’Alto in Paternò; GiuseppeCalantropo, San Nicolò in Mister-bianco; Alfredo Ciolino, Sacro Cuo-re di Gesù al Fortino; Silvio Marlet-

ta, Santa Maria Ammalati in SanGregorio; Paolo Milano, SantaMaria della Salette; Giuseppe Spam-pinato, Sant’Angela Merici inMisterbianco. I due seminaristi afri-cani che si avviano al diaconato e alsacerdozio sono Silvanus Ndanzi,Sacro Cuore di Gesù in Tasamagan-ga, e Romanus Wissa, Santa Mariadel Lago di Mtera in Migoli. Allaconclusione l’Arcivescovo ha rivoltoparole di paterno compiacimento e diaugurio ai nuovi accoliti ed anche aisei ammessi al diaconato due giorniprima nella celebrazione svoltasinella chiesa Sant’Agata alla Badia:“È un momento importante per lanostra Chiesa e quest’aspirazione adessere sempre più servitori –diaconosignifica questo- è un cammino cheil Signore apre per alcuni, dimodo-ché tutti possano vivere questo servi-zio. E noi che riceviamo l’Ordinesacro dobbiamo sempre più sentirciresponsabili di tale esemplarità nelservizio a cui tutti siamo chiamati.Auguri ai nuovi accoliti e agliammessi!”.

Blanc

Servizio e caritàIstituzione di 13 nuovi Accoliti

Il 25 e 26 giugno presso ilSeminario Arcivescovile di

Catania si è svolta come ogni annol’assemblea degli Insegnanti di Reli-

gione (I.d.R) organizzata dall’Ufficio

Scolastico Diocesano (USD). Il temadell’assemblea è stata la sintesi delConvegno Nazionale dei DirettoriUSD, che si è svolto a Bari dal 15 al 17aprile. L’assemblea ha avuto inizio conun momento di preghiera rivolto all’in-segnante di Religione Giovanna Nobi-le, uccisa da un collaboratore scolasticoa Vittoria. Di seguito una riflessione acura di Mons. Gianni Perni sul tema“fede e ragione si incontrano”, e ha sot-tolineato che “il binomio fede-ragionenon sempre ha goduto di un’accetta-zione plausibile da tutti. Basta leggerela situazione socio-culturale e religiosadel nostro paese. Vari sociologi vedonoormai stemperata l’identità cattolicadella società italiana con un passaggioda paese cattolico a paese generica-

mente cristiano. L’Italia è ormai unasocietà secolarizzata: consideriamo lemutate condizioni demografiche, l’im-migrazione sempre più eterogenea, ladiminuzione della pratica religiosa, ildecrescente numero dei matrimoni reli-giosi, l’Insegnamento della ReligioneCattolica (IRC) in alcuni ambienti mol-to problematico per vari motivi politici,di credo o anche di professionalitàdegli IdR. Papa Francesco, fa osserva-re che nella cultura, l’essere umanoesprime integralmente se stesso attra-verso un’opera di spiritualizzazionedella materia e di materializzazionedella sua spiritualità. In altri terminiuna fede incarnata nell’umano e unumano spiritualizzato dalla fede. È ilmetodo che lo stesso Figlio di Dio,

Gesù Cristo ha adottato facendosi pie-namente uomo: l’incarnazione. Que-st’ultima è un metodo, è una pedago-gia, è una immedesimazione. Incarna-zione che per noi pastori significa“avere lo stesso odore delle pecore”;per il popolo di Dio sapersi immedesi-mare in ogni ambiente culturale, socia-le, politico economico. E specificata-mente, qual è l’incarnazione degli IdR?Lascio a voi lo stimolo di interrogarvi,senza correre il rischio dell’autorefe-renzialità, di cadere in certe forme dinarcisismo professionale o di orgogliopersonale”. Di seguito Padre MimmoEvola ha sintetizzato i vari punti tratta-ti al Convegno dei Direttori USD, valo-rizzando il riconoscimento degli inse-gnanti di religione definiti patrimonio

culturale dello Stato e i cri-teri per l’idoneità all’Inse-gnamento della ReligioneCattolica, che avvienerispettando i canoni delCodice di Diritto Canonico804, 805 e della deliberaCEI 41/1990: possesso deicontenuti della rivelazionecristiana e della Chiesa, cioè la retta

dottrina, la testimonianza di vita cri-

stiana, e l’abilità pedagogica. Ognidiocesi ne stabilisce le modalità. PerCatania l’USD stabilisce un corso e unesame scritto e orale. Si progetta di far-lo probabilmente nell’anno scolastico2016-17, in modo che possano parteci-pare coloro che già hanno conseguito inuovi titoli accademici. L’Ordinario

Diocesano determina ordine, grado eindirizzo scolastico in cui l’IdR puòesercitare la sua funzione, la colloca-zione negli istituti scolastici, il numerodelle ore. Non è automatica la colloca-zione negli istituti secondo la graduato-ria regionale o diocesana: vige semprela discrezionalità dell’Ordinario Dioce-sano.

Anita Rapisarda

Al Seminario ha avuto luogo l’assemblea degli Insegnanti di Religione

Foto di Salvatore Agnello

ABILITÀ PEDAGOGICAe testimonianza cristiana

Page 8: PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

I dati definitivi saranno pubblicatisull’Eco del Seminario del 2014

OFFERTE PERVENUTE AL SEMINARIODal 24 febbraio all’21 giugno 2013

GIORNATA DEL SEMINARIO

CATANIABasilica Collegiata € 700,00

B. V. Maria in Cielo Assunta alla Plaia € 150,00

Basilica SS. Annunziata al Carmine € 480,00

BVM del Carmelo e S. Maria Goretti in S.Giorgio € 160,00

Cristo Re € 1.125,00

Divina Maternità della BVM in cibali € 300,00

Immacolata Concezione BVM dei Minoritelli € 100,00

Maris Stella € 400,00

S. Agata al Borgo € 500,00

S. Cristoforo alle Sciare € 52,60

S. Cuore di Gesù al Fortino € 800,00

S. Euplio Martire € 300,00

S. Francesco di Paola € 100,00

S. Gaetano alla Marina € 100,00

S. Giovanni Battista in S.Giovanni Galermo € 250,00

S. Giuseppe al Pigno € 111,00

S. Giuseppe in Ognina € 500,00

S. Leone Vescovo € 2.200,00

S. Luigi Gonzaga € 1.000,00

S. Maria del Carmelo al Canalicchio € 1.000,00

S. Maria del Carmelo alla Barriera Bosco € 600,00

S. Maria del Rosario in Nesima Inferiore € 300,00

S. Maria della Consolazione al Borgo € 185,00

S. Maria della Guardia in Ognina € 500,00

S. Maria della Salette € 100,00

S. Maria della Salute in Picanello € 1.500,00

S. Maria dell’Aiuto € 500,00

S. Maria in Ognina € 350,00

Sacra Famiglia € 700,00

Santi Angeli Custodi € 188,00

Santi Cosma e Damiano € 100,00

SS. Crocifisso dei miracoli € 660,00

SS. Crocifisso della Buona Morte € 500,00

MISTERBIANCOS. Maria delle Grazie (Chiesa Madre) € 300,00

Beato Cardinale Dusmet € 400,00

Divina Misericordia € 100,00

S. Angela Merici € 150,00

S. Bernadetta in Lineri € 500,00

S. Carlo Borromeo € 140,00

S. Massimiliano Kolbe € 150,00

S. Nicolò € 300,00

MOTTA SANT’ANASTASIASanta Maria del Rosario (Chiesa Madre) € 300,00

S. Antonio da Padova € 150,00

NICOLOSISpirito Santo (Chiesa Madre) € 502,00

PATERNS. Antonio Abate € 100,00

S. Barbara € 230,00

S. Biagio € 405,00

PEDARABasilica S. Caterina A. V.M. (Chiesa Madre) € 350,00

S. Antonio Abate € 200,00

RAGALNAS. Barbara € 190,00

SANT’AGATA LI BATTIATIMaria SS. Annunziata (Chiesa Madre) € 205,10

S. Tommaso Vescovo e Ss.Martiri Inglesi € 380,00

SAN GIOVANNI LA PUNTAS. Giovanni Battista (Chiesa Madre) € 1.830,00

SAN GREGORIO DI CATANIAS. Maria degli Ammalati (Chiesa Madre) € 200,00

SANTA MARIA DI LICODIA

SAN PIETRO CLARENZAS. Caterina V. e M. € 250,00

SANTA VENERINA

TRECASTAGNIS.Nicolò di Bari (Chiesa Madre) € 600,00

Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino € 375,00

S. Caterina V. e M. € 100,00

TREMESTIERI ETNEOS. Maria della Pace (Chiesa Madre) € 600,00

Maria SS. Immacolata € 1.070,00

S. Marco € 200,00

Nostra Signora di Lourdes € 450,00

S. Pio da Pietrelcina € 100,00

S. Pio X in Nesima Superiore € 200,00

S. Stefano Primo Martire € 230,00

Santi Pietro e Paolo € 500,00

Spirito Santo in Nesima Superiore € 300,00

SS. Sacramento Ritrovato € 400,00

ADRANOMaria SS. Assunta (chiesa madre) € 1.000,00

Cuore Immacolato della BVM € 150,00

S. Agostino € 250,00

S. Francesco € 300,00

S. Leonardo € 110,00

S. Maria degli Angeli € 780,00

S. Paolo € 300,00

S. Pietro € 600,00

Santi Apostoli Filippo e Giacomo € 710,00

BELPASSOMaria SS. Immacolata (Chiesa Madre) € 230,00

Corpus Domini € 150,00

Nostro Signore Gesù Cristo Re € 200,00

S. Antonio Abate € 280,00

S. C. di Gesù e S. Margh. Maria A. in Piano Tavola € 150,00

S. Maria Della Guardia in Borrello € 500,00

BIANCAVILLABasilica S. M. Dell’Elemosina € 620,00

Beata Maria V. Dell’Angelo Annunziata € 600,00

N.S.G. Cristo Re in Casina € 105,00

Sacratissimo Cuore di Gesù € 150,00

BRONTESS. Trinità (Chiesa Madre) € 300,00

Madonna del Riparo € 300,00

S. Giuseppe € 300,00

S. M. del Rosario € 305,00

CAMPOROTONDO ETNEOS. Antonio Abate (Chiesa Madre) € 100,00

GRAVINA DI CATANIAS. Antonio da Padova € 600,00

MALETT0SS. Cuori di Gesù e Maria € 600,00

MANIACES. Sebastiano Martire € 600,00

MASCALUCIAS. Maria della Consolazione (Chiesa Madre) € 150,00

Madonna della Sciara in Mompileri € 1.000,00

ZAFFERANA ETNEAS. Giuseppe in Pisano € 150,00

CHIESE – SANTUARI – ISTITUTI Chiesa San Nicolò al Borgo - CT € 70,00

Monache Carmelitane – S. Giov. La Punta € 150,00

Convento S. Francesco – Biancavilla € 200,00

Chiesa Madonna del Carmine - Belpasso € 150,00

Monastero S. Benedetto – Catania € 150,00

Chiesa del Rosario – Adrano € 450,00

Chiesa del Salvatore – Adrano € 150,00

S. Giuliano – Catania € 205,00

Chiesa S. Biagio - Catania € 550,00

Istituto Maddalena di Canossa - CT € 500,00

Santuario Maria Ausiliatrice in Adrano € 270,00

Chiesa S. Agostino - Catania € 300,00

Chiesa S. Giuseppe - Misterbianco € 500,00

Chiesa ex convent. Dello Spirito Santo - Adrano € 122,27

Giornata del Seminario Anno 2012Versate dopo il 31.12.2012S. Biagio – Paterno € 595,00

S. Giuseppe – Pisano € 150,00

Spirito Santo in Nesima Superiore - Catania € 160,00

Per quanti ancora non hanno provveduto a ver-sare la colletta della Giornata del Seminario 2013 possono farlo: • presso l’economato della Curia diocesana• direttamente in Seminario

o tramite• cc postale n. 11 66 79 53• o con bonifico bancarioIT71A0301916903000000000741(Credito Siciliano)intestato a:Seminario Arcivescovile dei ChiericiViale O. Da Pordenone, 24 – 95126 CATANIACausale: Giornata del Seminario Anno 2013

Prospettive - 7 luglio 20138DIOCESI

8

Resoconto provvisorio GIORNATA DEL SEMINARIO 2013

8

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Page 9: PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

Gran finale con successoal circolo didattico

“Mario Rapisardi”, con “l’isola chec’è”, il titolo scelto per la manifesta-zione di presentazione del piano del-l’offerta formativa per il prossimoanno scolastico 2013-14. La dirigen-te prof. Giovanna Castellino: “sonostati gli stessi alunni, spiega, a pre-sentare alle famiglie questo signifi-cativo spaccato della scuola e delleattività svolte durante le ore curricu-lari ed extracurriculari di laboratorio.I bambini, in questa fascia di etàsono forniti di straordinarie facoltàcognitive, con la nostra didatticapuntiamo soprattutto alle competen-ze di base richieste dagli standardeuropei”. Afferma ancora con enfasila dirigente, “per quanto riguardal’inglese la nuova didattica devepuntare al bilinguismo del pensiero”.L’isola è un luogo immaginario incui vive Peter Pan, “solo i bambinipossono accedervi, grazie alla loroimmaginazione”, come osserva laprof. Fia Di Stefano, presidente del-l’associazione Aire Studio danza chene ha sviluppato l’idea coordinandotutti i lavori per l’attività motoria,coreutica e coreografica “l’isola lon-tana verso la quale volare e andare arifugiarsi, grazie alla nostra scuola liprepariamo a volare verso il mondoche, piano piano, stiamo giàcostruendo!” Gli allievi rivolgendosialle famiglie lanciano un messaggiola nostra “isola” per cinque anni èstata la nostra scuola, l’abbiamocostruita noi insieme alla Dirigente,le maestre, gli esperti, i collaborato-ri…! Una palestra simbolo, per alle-nare tutte le potenzialità cognitivedei giovani allievi dall’infanzia alleelementari. Dopo il benvenuto dellaDirigente Giovanna Castellino alleautorità e a tutti i genitori presenti, le

classi IV hanno dimostrato il proget-to Python, mission prioritaria della

scuola, che sollecita tutte le poten-

zialità di vygoskiana memoria,

nessuno deve rimanere indietro,

nessuno deve sentirsi escluso ed è

nato dall’intento di insegnare le

basi della programmazione infor-

matica ai ragazzi di età compresa

fra gli 8 e i 10 anni circa. È statocurato dall’esperto Ing. Geert Jan-

sen, direttore della Product Marke-ting specializzatosi a Palo Alto, negliStati Uniti, nel cuore della SyliconValley, che con la sua esperienza epassione per il futuro dei bambini“maturi digitali”, ha operato conprogrammi pratici, incarnando unesempio di lavoro presente e futuro.Il maestro Carbo Salvatore, respon-sabile informatico della scuola evi-denzia “Fra tutti i linguaggi più uti-lizzati, il più semplice è il Python,già utilizzato da alcune scuole mediein Italia e, grazie alla sinergia conl’ingegnere, ho tradotto una pubbli-cazione open-source americana, conrisultati eccellenti”.Progetti realizzati grazie al contribu-to delle famiglie e fondati su unadidattica laboratoriale, in collabora-zione con le università nazionali einternazionali, le insegnati madrelin-gua ed esperti con competenze spe-cialistiche in vari campi e settori, daquelli umanistici a quelli scientifici ela dirigente del circolo “MarioRapisardi” osserva “il mondo stacambiando, le nuove generazionihanno e avranno sempre più bisognodi nuovi strumenti conoscitivi, cosìla nostra scuola ha intrapreso unnuovo percorso per ampliare lepotenzialità e le possibilità dei proprialunni”.Si avvia la prima esibizione dei bam-bini della scuola dell’infanzia (dai 3

ai 5 anni), con la maestra Santacro-

ce che ha elaborato un percorso ispi-rato ai Girasoli di Van Gogh, con gliesperti di coreutica. Start up dell’e-vento con il coro formato da tutti glialunni delle quinte classi guidatodalla maestra Cosuccia con la pre-sentazione “l’isola che c’è”. Succes-

sivamente i genitori si avviano ver-so le classi sperimentali con inizio diperformance di alto livello, ed eccoche per la classe 1ª A, i bambini spo-sano la sinergia tra il percorso didat-tico della disciplina coreutica, la lin-gua Italiana con la maestra Caselli -la lingua Inglese (esperto Colin). Ungruppo davvero brillante vivacizzatodai sorrisi di Giorgia Marletta eAnnalisa Giuffrida.Esibizione molto apprezzata dellaclasse 2ª A, ha creato un lavoro basa-to sullo sviluppo delle dinamicherelazionali positive all’interno dellaclasse, sull’armonia del rapporto tracompagni, con il reciproco rispetto enon dimenticando mai che quello

che provi tu, lo provo io, con l’empa-tico ed espressivo Jacopo Percolla,simbolo della futura cittadinanza.Creato e diretto dalla Maestra Rosa-

ria Panascì in sinergia con le mae-stre Vitale, Capecchi, Graziano ecoreografato dall’insegnante Elisa

Laviano. A seguire la classe 3ª A

diretta dalla Maestra Finocchiaro,nasce da un primo lavoro sviluppatosull’ideologia della fiabe sino adarrivare all’era tecnologica, infatti,l’esibizione viene svolta nell’aulamultimediale della scuola. La partecoreografica sviluppa i movimentinaturali che un bambino attua incontatto con un pc.Tra suoni di tamburi e sbandiera-menti arriva il momento dedicatoall’esibizione della classe 4ª F, conun lavoro di motoria tra musica e

movimenti distribuiti all’interno didiagonali, dove l’allievo sviluppa edimostra l’evoluzione degli esercizidalla classe prima alle classe quarta,integrato dalla maestra Gianfriddo

che insieme alle sue colleghe, haportato in scena una piccola recitatra poesie e canti svolti con l’utilizzodella Lim.Si concludono i lavori con la classe5ª A, che ha egregiamente rappresen-tato alcune scenette in dialetto sici-liano curate dalla maestra Anna

Conti, completando il percorso reci-tato con la canzone il Siciliano di

Lucio Dalla. La maestra Battaglia

ha curato le canzoni in lingua ingle-se, mentre la coreutica ha approfon-dito il programma di scienze ineren-te allo studio del corpo umano. Glistudenti hanno costruito dei pupazzicon materiale di riciclaggio, rispet-tandone le singole articolazioni che,nel corpo umano, facilitano i movi-menti. E poi tutti di corsa al rinfrescobiologico tra gelati, brioche chesegnano la fine della scuola e l’iniziodelle attese vacanze.

Artemisia

Nella chiesa S. Mariadell’Ogninella si sono

riuniti i delegati dei sodalizi confra-ternali del 1° e del 2° vicariato peresaminare i frutti della visita pasto-rale effettuata nei rispettivi territoriurbani di Catania, con la partecipa-zione del vicario episcopale per laPastorale sac. Pietro Longo, del pre-sidente della confederazione delleconfraternite dell’arcidiocesi ing.Vincenzo Musumarra, del delegatoarcivescovile sac. Giovanni Sciuto,del vicario foraneo mons. CarmeloSmedila, del parroco di S. Cristofo-ro alle Sciare sac. Ezio Coco.Sono state approfondite le linee gui-da dell’omelìa di Papa Francesco inoccasione della giornata mondialedelle confraternite nell’anno della

Fede, la figura carismatica del vene-rato patrono il beato Pier GiorgioFrassati, le finalità statutarie dellaconfederazione, il ruolo pastoraleed educativo dell’assistente spiri-tuale, gli interventi dell’Arcivesco-vo Mons. Salvatore Gristina allaluce del trinomio Evangelicità,Ecclesialità, Missionarietà, associa-to al mandato evangelico della Cari-tà, più volte ribadito dal Pontefice.I confrati e le consorelle, nellavarietà dei vari carismi della grandefamiglia ecclesiale associativa, sonosollecitati a divenire educatori, for-matori, primi catechisti in famigliadei loro figli, testimoni credibili edesemplari nella società, in modospecifico con le opere caritative chesi concretizzano nelle sette opere dimisericordia corporali e spirituali.Nell’ampio dibattito che è seguitoin un clima di reciproca compren-sione fraterna è stata focalizzata lanecessità della preghiera, la docilitànel seguire le direttive pastorali dio-cesane veicolate dall’azione pru-dente ed attenta degli assistenti spi-rituali, in sinergia e contestualitàcon l’attività apostolica delle par-rocchie guidate con spirito missio-nario dai rispettivi pastori in sinto-nia con l’Arcivescovo.

®

Incontro intervicariale:confraternite nel dopoVisita Pastorale

Prospettive - 7 luglio 2013 9

DIOCESI

9

Quarantotto studentidelle scuole primarie e

secondarie di primo e secondo gradodella provincia hanno sostenutopresso l’Istituto Parini gli esami delCorso Cambridge.Tutti in formal dress, man mano chevenivano chiamati per l’appello dal-la supervisor dell’Università diCambridge Mrs Rosemary Reidy,rispondevano “Present ”alzando lamano come tanti piccoli lord.Emozionati anche i genitori cheaccompagnavano i ragazzi per gliesami di lingua inglese, che ricono-scono, a seconda delle fasce di livel-

lo: “Starters”,“Movers” e “Flyers”dei crediti spendibili per la carriera ela professione del domani.Il preside Giuseppe Adernò nel por-

gere il saluto di accoglienza ai can-didati ha ringraziato l’Associazione“Diplomatici” ed il Centro di For-mazione linguistica, coordinato dalprof. Sebastiano Angelico che hacoordinato lo svolgimento dellelezioni di inglese che si svolgono alParini il sabato mattina, in due turnisecondo il livello linguistico accerta-to.L’attestato Cambridge costituisce untitolo riconosciuto per la carrierascolastica e professionale degli stu-denti.

®

Al Parini Esami Cambridge:48 piccoli inglesi crescono

Èstato istituito il gruppo liturgico“Beato Card. Giuseppe Benedetto

Dusmet” della basilica cattedrale. per dare mag-giore attenzione all’animazione liturgica per cura-re la dignità e il decoro delle numerose celebra-zioni che si avvicendano durante tutto l’annoliturgico nel maggior tempio dell’arcidiocesi,Chiesa del Vescovo e centro della vita liturgicadella comunità diocesana. Si tratta di un gruppodi fedeli laici, nel rispetto della ministerialità

rivalutata dal Concilio Vaticano II, impegnati adespletare il servizio di animazione liturgica per lediverse celebrazioni.Il servizio sarà sostenuto da un cammino di for-mazione permanete al fine di acquisire più pienae consapevole partecipazione alla liturgia che è laprima ed indispensabile fonte da cui attingere ilgenuino spirito cristiano.L’invito è rivolto a quanti, con generosità, posso-no offrire la propria disponibilità nel servizio

liturgico alla comunità ecclesiale della Cattedrale,che hanno compiuto 1 14 anni di età. La richiestadi adesione deve essere indirizzata al parroco-delegato arcivescovile della Cattedrale; coloroche saranno ammessi al servizio verranno convo-cati per iniziare il cammino di formazione e pari-menti l’animazione liturgica, dopo aver ricevutoun esplicito mandato.

A.B.

Gruppo liturgico della Cattedrale

Interazione bidirezionale per una scuola d avanguardia tra famiglia, territorio e laboratori digitali

“L’isola che c’è”

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Riflessioni sul Vangelo

San Paolo in briciole

… QUANTO A ME NON CI SIA ALTRO VANTO CHENELLA CROCE DEL SIGNORE GESÙ CRISTO…

La potenza di Dio Ef 1,20-23

Prospettive - 7 luglio 201310

DIOCESI

Luce

La Parola di Dio è conforto, forza eluce. Scende come pane e come sale,sta come roccia a sostenere la casa.Dal libro degli Atti e dalle Lettere diS. Paolo è possibile raccogliere unavastissima documentazione su comele prime comunità apostoliche hannointeso e attuato concretamente lamissione ricevuta dal Signore. Ci limitiamo a qualche cenno sullacoscienza, la vita, l’azione e la predi-cazione missionaria.È impressionante lo sforzo missiona-rio dispiegato dalla prima generazio-ne cristiana. Nell’arco di pochidecenni la predicazione evangelicaraggiunse tutto il mondo allora cono-sciuto. Per spiegare questo fatto non possia-mo chiamare in causa entusiasmiproselitistici o strategie espansioni-stiche.Alla base di tutto sta una precisacoscienza missionaria: le comunitàcristiane si sentivano totalmenterelative alla forza del Vangelo che,per la sua intrinseca portata, è desti-nato ad ogni uomo.

Vangelo

Sono famose alcune espressioni diPaolo: “Io non mi vergogno del Van-gelo, perché è potenza di Dio per sal-vare chiunque ha fede”, “Non possovantarmi di annunciare la parola delSignore. Non posso farne a meno eguai a me se non annuncio Cristo”,“Non possiamo non dire quello che

abbiamo visto e ascoltato”, “L’amo-re di Cristo ci spinge, perché siamosicuri che uno morì per tutti, e quin-di che tutti partecipano alla sua mor-te. Cristo è morto per tutti, perchéquelli che vivono, non vivano più perse stessi, ma per lui che è morto ed èrisuscitato per loro” .La forza interiore del Vangelo derivada colui che nel Vangelo è annuncia-to, cioè Gesù Cristo, che è la salvez-za di ogni uomo. Nei primi discorsidi S. Pietro ritorna continuamentel’affermazione che proprio quelGesù, che è stato crocifisso, è costi-tuito da Dio Signore e Salvatore:“Gesù Cristo, e nessun altro può dar-ci la salvezza: infatti non esiste altrouomo al mondo al quale Dio abbiadato il potere di salvarci” .Questa affermazione così forte edecisa è illustrata da Paolo, sia quan-do mostra che né la legge ebraica néla religione pagana sono in grado dioffrire la salvezza , sia quando svol-ge le sue sublimi meditazioni suGesù Cristo, modello, principio,capo dell’umanità e centro della sto-ria e sia quando tratteggia e illuminala nuova coscienza morale derivantedalla fede in Cristo Gesù, il nuovostile di vita pratica, i nuovi compor-tamenti nel campo familiare e socia-le. Dalla coscienza missionaria nascela vita missionaria. Il nuovo stile divita personale e comunitaria, prodot-to dalla piena appartenenza a Cristo,è la prima e fondamentale forma ditestimonianza missionaria del cri-

stiano.

Desiderio

Una delle pagine in cui Paolo espri-me più intensamente il desiderio dispendere la vita per l’annuncio delVangelo ai fratelli è quella in cuiesprime più intensamente la sua rela-zione con Cristo. Il desiderio di esse-re pienamente con Gesù suscita sia ildesiderio di morire, per incontraredefinitivamente il Signore Gesù, siail desiderio di vivere per vedere cre-scere la vita di Gesù nei credenti .Negli Atti degli Apostoli la vita con-creta dei credenti è presentata comemotivo di stupore e di ammirazioneper la gente e come incitamento adaggregarsi alla comunità cristiana.È coinvolgente meditare sul postorilevante che viene concesso allanarrazione del martirio di Stefano.Quando un cristiano raggiunge lapiena conformità a Cristo attraversola passione e la morte, prende vigorela testimonianza missionaria. Il mar-tirio di Stefano e la persecuzionescatenata contro la comunità diGerusalemme segnano l’inizio dellaprima espansione missionaria. Eanche Paolo, il futuro grande missio-nario, è coinvolto nel martirio diStefano .Le comunità apostoliche conosconoanche una esplicita azione missiona-ria. Essa comporta anzitutto un anda-re presso altri popoli. Basti pensareai viaggi di Paolo e degli altri apo-stoli. Ma è importante anche la diffu-

sione capillare attraverso il contattoquotidiano con le persone. Anchequando è immobilizzato in carcere,Paolo suscita l’interesse per Gesù etrova le occasioni per annunciare ilVangelo. Soprattutto è importanteche l’andare comporti un dedicarsiveramente agli altri, un entrare nellaloro mentalità, un farsi tutto a tutti,come dice ancora Paolo, nel branoautobiografico della prima Lettera siCorinzi .La predicazione missionaria è rigo-rosamente cristocentrica. La Chiesaapostolica non è tentata di parlare dise stessa e dei propri problemi.Risolve i propri gravissimi problemi

predicando Gesù Cri-sto, la sua vita tra lagente, la sua morte e lasua risurrezione. Talvol-ta questa centralità diCristo è sostenuta conpassione polemica difronte alla opacità, alrifiuto, alle preteseautosalvifiche dei giu-dei e dei pagani. Talvol-ta invece viene fattaemergere e viene lumi-nosamente proclamatasullo sfondo delle atteseumane, che vengonoanalizzate, purificatedalle deviazioni idola-triche, aperte a una piùsincera disponibilità aldisegno di Dio. I discor-si missionari tengonoconto della inquietaricerca di Dio, che muo-ve il cuore di ogniuomo.

I testi del Nuovo Testamento sullamissione ci mettono di fronte all’ur-genza del compito missionario. Se cilasciamo semplicemente afferrare daquesto clima di urgenza e lo con-frontiamo con le risorse attuali dellenostre comunità, corriamo il rischiodi incappare in quegli atteggiamentiparalizzanti, che i vangeli attribui-scono agli apostoli, quando Gesùdiede loro l’incarico di dare da man-giare alle folle nel deserto. Gesùpone i discepoli di fronte alla loropovertà e li dispone ad accogliere lasua rivelazione.

Padre Angelico Savarino

L’annuncio, contagio buono

Il vanto cha Paolo cerca è quello di agire

nel nome del Signore Gesù Cristo con tutte

le conseguenze che questo comporta.

Innanzi tutto una vita tutta dedicata a Lui,

una vita che abbia come modello Gesù Cri-

sto, una vita spesa totalmente per gli altri

senza pensare per nulla a se stessi. Gesù

manda i suoi discepoli a due a due in ogni

città e luogo dove stava per recarsi. Ciò che

mette davanti a loro è una messe abbon-

dante e gli operai che sono pochi. Molto

lavoro e poche braccia, con l’aggravante di

dover pregare il Signore perché mandi ope-

rai nella sua messe. Non solo la messe

abbondante e gli operai pochi ma per di più

bisogna pregare il padrone perché mandi

operai; cioè la responsabilità è totale. Inol-

tre li manda come agnelli in mezzo ai lupi,

pronti per essere sbranati. E ciò che devono

avere con sé è né borsa né sacca né sandali.

Si ha l’immagine, riflettendo su tutto que-

sto che dice Gesù, di uno che deve andare

senza mezzi, senza violenza, come agnelli,

buoni soltanto a recepire la reazione degli

altri senza protestare e senza lamentarsi.

Questo suppone una fiducia massima su chi

manda sapendo che l’attore principale è

Lui e noi suoi utili strumenti. Ecco perché

San Paolo dice che l’unico suo vanto è in

Gesù Cristo che ha superato ogni forma di

condizionamento: non è infatti la circonci-

sione che conta o la non circoncisione ma

l’essere nuova creatura. L’essere nuova

creatura significa unire la propria esistenza

a quella di Gesù per vivere insieme, inscin-

dibilmente tutti votati a compiere la missio-

ne affidataci affrontando tutti i pericoli pos-

sibili, compresi i demoni, che si sottometto-

no agli apostoli e questa era la loro gioia:

“…anche i demoni si sottomettono a noi nel

tuo nome…”. Gesù corregge subito il moti-

vo della loro gioia non perché i demoni si

sottomettono, ma perché i loro nomi sono

scritti nei cieli. Quasi a dire perché fanno

già parte della comunione con Dio. Questo

è lo scopo di tutta l’attività salvifica di

Gesù. Stupende le parole di Isaia: “Come

una madre consola un figlio, così io vi con-

solerò… voi lo vedrete e gioirà il vostro

cuore, le vostre ossa saranno rigogliose

come l’erba”. L’intervento di Dio nella vita

di ciascuno di noi è vita, forza e vigore, Lui

è la nostra forza, per questo “ha dato il

potere di camminare sopra i serpenti e

scorpioni e sopra tutta la potenza del nemi-

co: nulla potrà danneggiarvi” . Essere con

Dio per realizzare la sua missione di evan-

gelizzazione con modello Gesù, pregare

incessantemente perché non manchino gli

operai e avere unico vanto in Lui.

Leone Calambrogio

XIV DOM T.O. C - Is 66,1014c;Sal 65/66 1-7.16-20; Gal 6,14-18; Lc 10,1-12.17-20

Dio manifesta la sua potenza in Cri-sto con la risurrezione dai morti ecol farlo sedere alla sua destra neicieli, al di sopra di ogni Principato ePotenza, di ogni Forza e Domina-zione, al di sopra di ogni nome cheviene nominato sia nel presente sianel futuro. Conclude Paolo dicendo

che tutto Dio ha messo sotto i suoipiedi e lo ha dato alla Chiesa comecapo su tutte le cose. La Chiesa è ilcorpo di lui, la pienezza di colui cheè il perfetto compimento di tutte lecose.

L.C.

Il Sacerdote sa che è impressionante lo sforzo missionario dispiegato anche dai primi cristiani

Page 11: PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

Mettendo a registro il

libretto d’opera per

“Mena” – opera lirica in tre atti,

musiche di Plinio Maggi, orchestra-

zione di Giovanni Ferrauto -, la rilet-

tura in chiave filologica de “I Mala-

voglia” di Giovanni Verga, da cui è

tratta, è stata occasione di arricchi-

mento e approfondimento di ciò di

cui avevo memoria, corroborato dal

saggio “Il furto della storia” di Jack

Goody, nel quale viene sostenuta,

con ampia trattazione, la tesi che l’e-

gemonia della civiltà cristiana sulla

cultura mondiale debba molto al pre-

valere delle lingue occidentali sulle

altre.

Goody non lo stabilisce per rapporti

di forza o numero-statistici, bensì

per un aspetto strutturale che le ren-

de più esplicite, meno equivoche: la

presenza delle vocali. Così come lo 0

fu il colpo d’ala che ha reso egemo-

ni i numeri arabi, le vocali connota-

rono le lingue europee di tratto chia-

ro e rassicurante determinando la

vittoria non delle lingue, ma della

civiltà di cui esse furono portatrici.

L’acuta osservazione dell’antropolo-

go inglese si appunta, tra l’altro, sul

calendario, imposto dal colonialismo

e dall’attività missionaria, general-

mente accettato nella numerazione

gregoriana, nella partizione

a.C./d.C., nelle ricorrenze in esso

contemplate (Natale, Pasqua, Capo-

danno). Il mondo le osserva e vi

adatta la scansione di fatti ed eventi,

nonostante il paradosso dei fusi ora-

ri.

Il verismo di Giovanni Verga lega

sovente la sua narrazione alle ricor-

renze religiose: la domenica delle

Palme e la Pasqua in Cavalleria, i

tempi delle cronache di Trezza nel

grande romanzo.

Fatti e tempi ne “I Malavoglia” si

svolgono con cronologia stagionale

e storica rigorosa: una consecutio

temporum inevitabile, insopprimibi-

le, imprescindibile. L’incipit è dell’8

settembre, natività della Madonna,

chiamata devotamente e affettuosa-

mente ‘a Bambina, celebrata nelle

acque del golfo di Ognina ancora

oggi con la processione delle barche

a mare richiamando numerosi turisti;

la partenza a militare di ‘Ntoni di

padron ‘Ntoni è del 1863, quella di

Luca – 1866, terza guerra d’indipen-

denza 20 giugno – 12 agosto - Luca

muore nella battaglia di Lissa (20

luglio). I lupini si raccolgono a pri-

mavera, si conservano in salamoia.

Su una partita di 5,5 tonnellate sala-

ta male coincide il tentativo di spre-

giudicati speculatori di disfarsene

prima che marciscano e le speranze

di Padron ‘Ntoni di trarre un guada-

gno per affrontare con serenità la sta-

gione invernale; di qui l’urgenza di

concludere “l’affare”, speculando

sulle preoccupazioni del vecchio

pescatore. Il naufragio, nel romanzo

che abbraccia gli anni 1863-76, è

dell’ottobre 1863, segue il Natale

sino al tentativo di fidanzamento di

Mena che possiamo collocare agli

inizi della primavera. Tutto si svolge

tra il 1863 e il 1876. Verga trova luo-

go e spunto per rinnovare argomenti

e tesi polemiche nei confronti della

nuova dimensione nazionale che

determinava una sorta di straniamen-

to tra la gente umile che, non riu-

scendo a metabolizzare il nuovo,

subiva malvolentieri le imposizioni

fiscali e la leva militare obbligatoria.

L’opera lirica, in prima assoluta il 25

luglio alla Terrazza Ulisse di Cata-

nia, svolge il segmento concernente

l’amore di Mena e del carrettiere

Alfio Mosca, ma molto ancora vi è

insinuato nel rispetto dell’illustre

matrice verghiana. L’opera è pervasa

di civiltà cattolica.

Carlo Majorana Gravina

Prospettive - 7 luglio 2013 11

eventi“Mena” opera lirica in tre atti che rilegge in chiave filologica “I Malavoglia”

Scheda

“Mena” opera lirica in tre atti su libretto di Plinio Maggi e Carlo Majo-

rana Gravina, musica di Plinio Maggi, orchestrazione Giovanni Ferrau-

to. Astana State Opera Symphony Orchestra (Kazakistan) diretta da

Giovanni Ferrauto; workshop corale “Festa dell’Opera” (Perfecta Laetitia

Sancte Johannes di Gela, Sine Nomine di Giarre, Alma redemptoris Mater

di Scordia, Maris Stella di Militello); maestri del coro e di palcoscenico

Francesco Falci, Giovanni Catalano, Antonio Visalli. Il cast: Chiara

Vyssia Ursino (soprano), Mena; Yuri Corace Cassarà (tenore) Alfio; Sal-

vatore Todaro (baritono) Padron ‘Ntoni; Concetta Cannavò (mezzoso-

prano) Maruzza; Vincenzo Lo Presti (tenore) Cipolla; Tommaso Cara-

mia (baritono) Pie’ di Papera; Melissa Minardi (mezzosoprano) una popo-

lana. regia Turi Giordano.

Per informazioni: 095 7260230 / 340 7058847,

email: [email protected]. sito: www.festadellopera.com

Centro Ulisse viale Ulisse 10 , Catania.

Questa domenica matti-

na sono invitata ad una

caratteristica sagra di paese che si

tiene in un’amena contrada sita nella

prealpe dei Nebrodi, Baronia. L’invi-

to affettuoso mi giunge dalla presi-

dente della Pro Loco di Sinagra che

amabilmente considero “il vulcano”

della cittadina per il suo entusiasmo e

la capacità pratica di organizzare

innumerevoli eventi coinvolgendo

varie personalità non solo dell’hin-

terland nebroideo e dal comune ami-

co Alessandro Barocchi, architetto

toscano, spirito di libero viaggiatore

che da anni vive e opera in Australia,

ma le cui radici culturali, forse per un

antico richiamo “del dolce stil novo”

lo hanno condotto in Sicilia.

Mentre percorro in auto le trazzere

che conducono al singolare paese e

alla sua festa, non posso fare a meno

di pensare alle strategie difensive

messe in atto dai popoli del passato

che hanno abitato l’isola. Il percorso

si fa impervio e la vegetazione si

infittisce, probabilmente abbiamo

perso la strada. Ai bordi del sentiero

qualche casolare dalla robusta pietra

sgretolata dal tempo e dalle grasse

ortensie dalle sfumature indaco e

vermiglio. Mentre percorriamo il

sentiero bucolico un uomo dai lunghi

e canuti capelli e vestito di talare

chiede un passaggio. Fermo l’auto e

compassionevolmente lo invito a

salire a bordo. Ha tutta l’aria di un

vegliardo. Con brevi parole gentili

mi ringrazia e poi così esordisce:

<<Ti aspettavo da tempo amabile

Stefania>>. Sono sorpresa e imba-

razzata perché questo sconosciuto

dice che mi attendeva da tempo

e stupita ancor di più perché ha

pronunziato il mio nome ancor

prima di presentarmi. Un’intui-

zione? Avrà provato a indovina-

re? Ma secondo quale probabi-

lità la persona che si è trovata a

passar in quella isolata strada di

montagna deve essersi chiama-

ta Stefania? Mentre sto ad arro-

vellarmi il cervello è il miste-

rioso personaggio a togliermi

ogni dubbio quando proferisce

queste parole: Queste monta-

gne mi sono amiche e qui mi

rifugiai quando il governatore

bizantino della Sicilia ordinò il

mio arresto. Fui costretto a

lasciare Catania e a rifugiarmi

in questi luoghi dove vissi da

eremita in una grotta da me

stesso scavata. Motivo scate-

nante di questa persecuzione la

mia decisa opposizione alla lot-

ta iconoclasta. Il mio nome è Leone,

già Vescovo di Catania>>. Sono

esterrefatta e la parola mi si è ferma-

ta in gola, perché sto parlando con il

Vescovo Santo vissuto in periodo

bizantino e il cui nome è legato a un

altro personaggio noto nella tradizio-

ne storica e leggendaria catanese, il

mago Eliodoro. Fermo l’auto, di

fronte a noi una vallata di suggestiva

bellezza. Sono consapevole di vivere

un’esperienza meta-temporale e così

dopo essermi ripresa, invito il vene-

rando a parlare.

E questi con voce pacata così si

esprime: <<Ravenna mi diede i nata-

li nel 720 d.C.. Ancora giovane entrai

nell’ordine dei monaci benedettini e

mi trasferii a Reggio Calabria.

Qui rimasi fino all’anno 765,

periodo in cui venni eletto

Vescovo di Catania. I catanesi,

fecero cadere la scelta su di me

a seguito di un messaggio oniri-

co ricevuto da un angelo il qua-

le rivelò che a Reggio Calabria

viveva un uomo, in fama di san-

tità, che sarebbe stato la perso-

na giusta per ricoprire la carica

di Vescovo.

Inizialmente, non ritenendomi

degno, rifiutai espressamente

l’incarico, ma dopo le insisten-

ze dei catanesi, divenni Vescovo

della città. Non furono anni

facili per il mio episcopato. In

tutto l’Impero Bizantino era in

atto la feroce distruzione delle

immagini sacre, l’iconoclastia.

Coloro che non ubbidivano

all’editto e non distruggevano le

icone, ritenute segno di idola-

tria, venivano incarcerati e spesso

finivano sul patibolo.

Come ti ho accennato all’apertura del

nostro dialogo, mi opposi apertamen-

te alle leggi imperiali. Per questo il

governatore bizantino della Sicilia

ordinò la mia carcerazione. Io mi

rifugiai in queste montagne dove vis-

si da anacoreta. Placatasi la contro-

versia iconoclasta, ritornai a Catania,

dove ripresi il seggio vescovile e tor-

nai a lavorare per il bene della mia

gente, L’amore per Gesù Cristo mi

spingeva a compiere dei miracoli e

per questo ottenne l’appellativo di

Taumaturgo. Durante il mio aposto-

lato venni minacciato da un negro-

mante che soleva cavalcare un ele-

fante di pietra Costui si chiamava

Eliodoro, nome di luce ma attribuito

a un personaggio truce. Sovente dis-

turbava le mie funzioni liturgiche.

Cara Stefania, anche i santi perdono

la pazienza e così dopo un acceso

contrasto un giorno lo trascinai nelle

Terme Achilliane, dove scoppiò un

incendio, e il buon Dio preservò me e

il terribile apostata morì.

Cara e amabile figliola, sappi che il

Signore non ci abbandona e proprio

nei periodi di prova testa la nostra

fede come l’oro si prova col fuoco.

Conosco i tuoi affanni e le tue ango-

sce. Ritrova il vigore tra queste mon-

tagne>>. Lo ascoltavo e piangevo.

Detto questo svanì lentamente. Le

sue parole come sigillo aureo rima-

nevano impresse nel mio cuore e

risuonavano per la verde vallata.

S.B.

Dio non ci abbandona mai

Indietro nel tempo intervistando San Leone vescovo

La civiltà cattolica nel verismodi GIOVANNI VERGA

Page 12: PROSPETTIVE 30X45 n.29 (Page 12)

All’hotel “Nettuno” si èsvolta la XX edizione del

Premio internazionale Targa d’Argento“Antonietta Labisi”, presentato daNino Graziano Luca. A ricevere il pre-mio per il migliore tg regionale il diret-tore di Antenna Sicilia, Michela Giuf-

frida; per il giornalismo Letizia Vella

e Vincenzo Adornetto; per i servizifirmati nella veste di giornalista e foto-reporter Fabrizio Villa; per la chirurgiail prof. Francesco Basile; per la neuro-logia il prof. Francesco Patti; il pre-mio alla carriera è andato al dott. Gui-

do Marletta, presidente aggiunto dellaCorte di Cassazione; per l’attività ditutela contro la violenza alle donne lapresidente dell’associazione Thamaia,Loredana Piazza; per la realizzazionedi un cortometraggio sul bullismo allosceneggiatore Sergio Zagami e all’at-trice Anna Maria Spina per la carrie-ra artistica. Il segretario generale delloStato di Oman, Said Bin Nasser Bin

Mansoor Al Khusaibi, è stato premia-to per l’impegno nella risoluzione deiproblemi sociali e culturali della suanazione, ha sottolineato l’importanzada parte dell’uomo di aiutare chi èemarginato, o chi sta semplicementemeno bene di noi. “Siamo convinti dipoter creare un rapporto di collabora-zione con l’associazione e creare unponte tra la Sicilia e l’Oman”. Presenteil preside della facoltà di architetturadella Giordania Alì Abughanimeh e lestudentesse giordane per creare dialogoecumenico e, per suggellare questomomento, durante la serata tra i giova-ni giordani e siciliani avviene unoscambio di solidarietà. Concludendo,l’avv. Corrado Labisi ha evidenziatoalcune considerazioni e valutazioni suiventi anni del premio, “ogni anno i per-sonaggi hanno contribuito a ricordarela figura di mia madre Antonietta

Azzaro Labisi, che ha protetto le per-sone deboli e vittime, che ha lavorato

sui quartieri degradatie ha gridato giustiziaalle politiche sociali.Un premio che vuoleessere un’occasione diincontro e di confrontotra culture diverse, unpolo di attrazione tratante razze, mondi elinguaggi”. Ricevendoil premio “Labisi” allacarriera ricca di incari-chi prestigiosi, il presi-

dente aggiunto della Corte di Cassazio-ne Guido Marletta, nonché dell’Os-servatorio permanente della GiustiziaEuropea, e anche per l’attenzione aiproblemi della giustizia relativi all’effi-cacia e alla qualità, nella prospettiva delpanorama europeo, ha sottolineatol’importanza di una migliore ripartizio-ne delle risorse e un migliore sviluppodella comunicazione nell’ambito dellagiurisdizione.Per avere un quadro più chiaro nelsettore, in rapporto alla sua lungaesperienza, cosa fare per rendere effi-ciente la giustizia civile alla luce dellanuova riforma del “Decreto del fare”?Il cosiddetto “Decreto del fare”, inmateria di Giustizia ha istituito una sor-ta di sezione stralcio della riforma del’90 e, come allora, non si avrannograndi risultati, alleggerirono i ruoli delprimo grado ma intasarono l’appello;questo nuovo stralcio deve essere pre-visto anche per il secondo grado. Peral-

tro non dobbiamo aspettarci un ade-guato supporto di magistrati e avvocatiin pensione. Anche la media-concilia-zione obbligatoria, a parte i rilievi dilegittimità costituzionale, pur se oggiinclude gli avvocati, non decongestio-nerà in modo sufficiente. Qualcosa si èfatto, ma il risultato sarà modesto.Anche le norme sugli appelli infondatisono congegnate in modo difficile, ilproblema è la sanzione, che dovrebbeessere aggravata.Come ridistribuire le risorse? Perchénon hanno funzionato le precedentiriforme? Siamo un popolo litigioso oabbiamo troppi gradi di giudizio?Il discorso delle risorse porta lontano:sin dagli anni ’50 si sono manifestateincongruenze tra Comuni e Ministeroper quanto riguarda le strutture e lerisorse umane, quelle economiche, diconseguenza, sono sempre inadeguate,e non sempre per difetto. Anche il ten-tativo di riformare la geografia giudi-ziaria si scontra con paventate emer-genze. Un tribunale penale per funzio-nare, con tutte le incompatibilità stabi-lite nel codice di procedura, necessitadi un organico di una ventina di magi-strati, oltre il personale di cancelleria eamministrativo. I piccoli tribunali com-portano uno spreco di risorse.È presidente dell’Osservatorio perma-nente della Giustizia Europea, qualeobiettivo si pone sulla relazione tragiustizia italiana ed europea?È un’associazione che combina la Cor-

te d’Appello, l’università, gli ordiniprofessionali degli avvocati, dei com-mercialisti ed esperti contabili, dei con-sulenti del lavoro, per monitorare ilfunzionamento della Giustizia in tuttipaesi del Consiglio d’Europa (piùampio e numeroso dell’UE); i contattieuropei sono tenuti tramite il ministero(scambi, confronti, ecc.). la finalità èavvicinare i sistemi giudiziari europei,studiarli, trovare e suggerire soluzioni.Osservatori sulla giustizia in Italia cene sono parecchi, mirati su problemati-che nazionali, ma solo un paio hannoproiezione europea.Una giustizia europea che funzioniper tutti gli stati e interagisca, in chemodo?La prontezza e la sollecitudine dellagiustizia in Europa ed europea è unaleggenda. A parte le differenze struttu-rali e istituzionali di ogni Stato mem-bro, sulle quali va fatta un’analisi mol-to attenta e dettagliata, l’Europa, con laCorte di Giustizia europea e la CorteEuropea per i Diritti Umani, organigiudiziari transazionali, aggiungonoaltri due gradi di giudizio. Del resto 45giudici non ce la fanno a smaltire solle-citamente le pratiche che arrivano loroda tutti gli Stati e le loro stesse pronun-ce arrivano dopo anni. Saremo un Pae-se molto litigioso, ma in realtà la Giu-stizia è un problema che versa in statodi crisi in tutte le nazioni.

Lella Battiato

Prospettive - 7 luglio 201312

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Occasione di incontro e di confronto

tra culture diverse

Si respira la bellezza del-l’antico, fra i dipinti a

olio su tela e tempera su tavola, dalXIV al XVI secolo, esposti al terzopiano nell’elegante Pinacoteca dellasala VII, al Museo Diocesano diCatania in via Etnea 8, sotto la dire-zione di Mons. Leone Calambrogio.Un antico che reca i segni del tempo,rasserenante nella sua dolcezza spi-rituale, accanto all’imponenza clas-sica di espressioni austere e corpose.Opere di pregiata fattezza, che lecollezioni private dei monaci bene-dettini hanno sottratto alle vicissitu-dini che causarono la soppressionedegli ordini monastici, come sanci-

rono le leggi Siccardi nel 1866. Lasobrietà del volto di Maria, assiemeallo stupore che contorna la tenerez-za del Bambino Gesù, si colgonoonnipresenti da Santa Maria di Nuo-

valuce, sec. XVI,e Madonna col

bambino e crocifissione, sec XIV (dapittore ignoto, rispettivamente meri-dionale e centro-settentionale) alfine tratteggio di un nucleo compo-sto,nella Madonna in trono col Bam-

bino di Bernardinus Niger (secondametà del sec. XVI, dalla Cattedraledi Catania, collezione del benedetti-no Taranto) e nella Sacra Famiglia

di Antonio Cavallucci (1790 c., dalPalazzo Arcivescovile di Catania,

collezione del benedettino RaffaeleLeyva), sino all’Adorazione dei

Magi, 1740, del palermitano LuigiBorremans. Il visitatore si lascia car-pire dall’atmosfera mistica dell’am-pia sala, corredata da un pianoforte acoda su apposita pedana, che acco-glie un maestoso Antiporta, tipicoesemplare di artigianato siciliano delsec. XVIII, in legno scolpito e dipin-to, proveniente dalla parrocchiacatanese di Santa Chiara.Non manca la lezione realistica deigrandi, che nell’olio su tela trasfon-dono il senso drammatico grazie alchiaroscuro: è il caso di Michelange-lo Merisi detto il Caravaggio, che

durante un soggiorno in Sicilia dettauna luce pregnante sul Crocifisso delsiracusano Mario Minniti (in olio sutela, 1629, dal Palazzo arcivescoviledi Catania), amico, copista e model-lo del pittore lombardo dall’età disedici anni, dopo l’incontro avvenu-to a Roma nel 1593.Lo sguardo del Cristo proteso versol’alto racchiude la profondità dellacroce, che si afferma sul fondo scurodella tela. Ancora la figura umananella sua plasticità,che attinge rilievodal chiaroscuro caravaggesco, nelSan Gerolamo scrivente, (secondametà del sec. XVII), di ignoto pitto-re meridionale, che si ispirò al famo-so quadro dell’artista. Il santo si col-

loca come figura di spicco nella pit-tura controriformistica per aver tra-dotto la bibbia dall’ebraico al latino,veicolando così la diffusione del ver-bo divino, in un’ottica di piena ade-sione al trascendente. L’influenzacaravaggesca in Sicilia si evinceanche da Il pentimento di San Pietro

che si ascrive a un artista ignoto, nel-la seconda metà del XVIII secolo.Ancora un gioco di luce, questa vol-ta laterale, modella e rischiara lafigura in oggetto, ovvero il volto diSan Pietro: l’autore ne accende conplasticità l’anelito all’espiazione,valorizzando il dramma della fede.

A.R.F.

Il presidente del CentroAiuto alla Vita di Catania,

dr Umberto Ienzi, è stato nominatoresponsabile promozionale del CentroDocumentazioni per la Solidarietà(CEDOC), associazione nazionalefondata a Roma ed inserita nel conte-sto del Movimento per la Vita italiano.Il CEDOC si occupa della stampa(porta a porta) riguardante depliant,piccoli e grandi fascicoli nonché testiaccessibili al grande pubblico pertener desta l’opera diffusiva della dife-sa della vita fin dal concepimento. Il

Centro produce e diffonde materialemultimediale che illustra sotto il pro-filo scientifico lo sviluppo della vitaumana prima della nascita. È un ser-vizio alla vita e di “alfabetizzazionebiologica”, di cui usufruiscono scuo-le, associazioni, parrocchie, ASL etutti coloro che s’impegnano nell’am-bito dell’educazione alla vita.Ienzi, onorato di detto servizio, invitail popolo della vita a collaborare perdiffondere, anche tramite la tecnolo-gia, la cultura pro life.

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Centro documentazione per la solidarietà

L’antico che ispira dolcezza spiritualeAl Museo diocesano dipinti su tela e su tavola di inestimabile valore

XX Premio internazionale “A. Labisi” al Presidente aggiunto della Corte di Cassazione dott. Guido Marletta


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