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Protezione Civile - Novembre/Dicembre 2010

Date post: 26-Mar-2016
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Anno I, numero 0
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2PRIMO PIANO In Toscana una grande esercitazione di protezione civile 2FOCUS Dalla classificazione sismica alla microzonazione 2STORIE Il terremoto in Garfagnana del 1920 anno 1 n. 0 Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile DAL TERRITORIO: A SCUOLA DI RISCHIO SISMICO E IDROGEOLOGICO • DAL DIPARTIMENTO: PROGRAMMA GMES: IMMAGINI SATELLITARI E PROTEZIONE CIVILE PROTEZIONE CIVILE
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Page 1: Protezione Civile - Novembre/Dicembre 2010

2PRIMO PIANO

In Toscanauna grande esercitazionedi protezione civile2FOCUSDalla classificazionesismicaallamicrozonazione

2STORIEIl terremotoin Garfagnanadel 1920

anno 1 n.0

Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile

DAL TERRITORIO: A SCUOLA DI RISCHIO SISMICO E IDROGEOLOGICO • DAL DIPARTIMENTO: PROGRAMMA GMES: IMMAGINI SATELLITARI E PROTEZIONE CIVILE

PROTEZIONE CIVILE

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Con questo numero zero il Dipartimento della Protezione Civile

lancia un periodico di informazione rivolto innanzitutto al mondo

del volontariato e delle istituzioni, alle componenti e alle strutture

operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile. Un’iniziativa che

chiudiamo in tipografia il giorno del passaggio di consegne alla guida del

Dipartimento tra Guido Bertolaso e Franco Gabrielli e che, nel corso del

2011, raggiungerà ventimila uffici di associazioni, Ministeri, Comuni,

Province, Regioni, università, biblioteche.

Lo dedichiamo interamente a Terex 2010, esercitazione internazionale

organizzata in Toscana dal 25 al 28 novembre con il supporto

dell’Unione Europea e la collaborazione delle Regioni e degli Enti Locali.

Terex 2010 simula un forte terremoto che coinvolge quattro province.

A un anno e mezzo dall’esperienza del terremoto in Abruzzo del 6 aprile

2009, il Dipartimento mette alla prova la risposta del sistema italiano di

coordinamento nel suo complesso, dal livello locale al nazionale,

nell’attivazione dei centri operativi, del censimento danni, del soccorso

sanitario, degli aiuti da parte delle squadre europee ed extraeuropee.

Scuole ed uffici sono coinvolti in prove di evacuazione, e tutti gli utenti

del sito istituzionale www.protezionecivile.it sono invitati a dare la loro

adesione diffondendo via email, blog, social network e siti personali le

regole di comportamento in caso di terremoto. In queste pagine troverete

gli approfondimenti su Terex 2010, un ampio saggio storico sul terremoto

del 1920 in Garfagnana, scenario di riferimento dell’esercitazione, e un

punto di situazione sulla prevenzione del rischio sismico, con alcune

anticipazioni sull’attuazione dell’art.11 della legge 77/2009, che ha

destinato agli studi di microzonazione e agli interventi su edifici pubblici e

privati circa un miliardo di euro per i prossimi sette anni. Con le sezioni

“Dal Territorio” e “Dal Dipartimento” inauguriamo uno spazio che vuol

essere anche una nuova opportunità di fare rete per un Sistema di

protezione civile sempre più efficace e coeso.

Buona lettura

Primo PianoIn Toscanauna grande esercitazionedi protezione civilePAG. 2

FocusDalla classificazionesismicaalla microzonazionePAG. 12

StorieIl terremotodella Garfagnana del 7settembre 1920PAG. 20

Dal TerritorioPAG. 28

Dal DipartimentoPAG. 30

Anno 1 n. 0novembre/dicembre 2010Pubblicazione bimestralein attesa di registrazioneal Registro degli Operatoridella Comunicazione

EditorePresidenza del Consigliodei Ministri - Dipartimentodella Protezione Civile

Direttore responsabileBarbara Altomonte

RedazioneVincenzo ArenaSara BabusciMariacristina GiovanniniElena LombardoMarianna SchiavonVeronica Tretter

Art DirectorMaurilio Silvestri

Hanno collaboratoSergio CastenettoAttilio D’AnnibaleMauro DolceMirella Sebastiano

ContattiDipartimentodella Protezione CivileServizio Comunicazione00193 - Roma Via Ulpiano, [email protected]

PROTEZIONE CIVILES O M M A R I O

L’editoriale

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dello italiano di accoglienza e impiego dellesquadre estere di search and rescue, è stataapprovata nel mese di novembre 2009 dallaCommissione Europea, che ha deciso di soste-nere l’esercitazione anche attraverso uno stan-ziamento di 1,2 milioni di euro.Al progetto italiano di Terex 2010, Tuscany Ear-thquake Relief Exercise, hanno aderito quattroPaesi europei – Austria, Croazia, Francia e Slo-venia – oltre alla Russia. I rappresentanti dellenazioni aderenti hanno lavorato alla fase pre-paratoria dell’esercitazione come core group,mentre le squadre di intervento e gli esperti par-tecipano attivamente alle attività addestrativepreviste sul territorio.L’esercitazione punta a rafforzare l’efficacia nel-la risposta ai disastri, testando i modelli di in-

Testare la risposta delle componenti e del-le strutture operative del Servizio Nazio-nale e, al contempo, la capacità dell’Eu-

ropa di fronteggiare una grave calamità attra-verso l’attivazione del Meccanismo europeo diprotezione civile.Sono questi gli obiettivi principali di Terex2010: l’esercitazione internazionale di prote-zione civile organizzata in Toscana dal 25 al 28novembre.L’esercitazione, che si basa sulla simulazionedi un terremoto di magnitudo 6.4 nei territoridella Garfagnana e della Lunigiana, replica unevento sismico realmente accaduto il 7 set-tembre del 1920.La proposta di una esercitazione internaziona-le, in scala reale, centrata sulla verifica del mo-

2Primo Piano

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Dal 25 al 28 novembresquadre italiane e

straniere sono coinvoltenella simulazione di un

terremoto di magnitudo 6.4]In Toscana

una grande esercitazionedi protezione civile

Terex2010

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tervento per ridurre i tempi di allertamento del-le squadre di soccorso e sperimentando l’inte-roperabilità tra i moduli search and rescue, re-gistrati presso la CommissioneEuropea comeuni-tà di intervento costituite da personale e mezzicon requisiti tali da operare autonomamente.Al contempo, Terex, è un fondamentale mo-mento di verifica della capacità del Sistema Ita-lia di attivare e impiegare le risorse nazionalinell’ambito delMeccanismoComunitario, istituitocon la Decisione del Consiglio del 23 ottobre2001 per agevolare, in caso di gravi emergen-ze, la cooperazione tra gli Stati Membri negli in-terventi di soccorso.Per questa ragione, all’esercitazioneprendonopar-te, come osservatori, anche delegati dei Paesidell’Unione Europea aderenti al Meccanismo

Comunitario di Protezione Civile, oltre a un rap-presentante per ciascuna delle Regioni italiane.Terex 2010mira dunque a sperimentare emet-tere a punto un modello di intervento utile nonsolo all’interno dei confini nazionali, ma anchea livello internazionale: unmodello che inevita-bilmente raccoglie l’esperienza maturata dalServizio Nazionale della Protezione Civile du-rante la gestione dell’Emergenza Abruzzo, inseguito al terremoto del 6 aprile 2009.L’esercitazione prende il via giovedì 25 novem-bre con la sola componente nazionale, per coin-volgere poi, nelle giornate successive, anche i cin-que Paesi esteri partecipanti. Per gli osservato-ri italiani e internazionali è inoltre previsto unpercorso guidato attraverso i diversi momentiesercitativi in programma.

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In questa pagina e nelle seguenti alcuni

momenti dell’esercitazione Eurosot 2005

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– in sinergia con le Regioni – il sistema di at-tivazione e gestione dei moduli sanitari in si-tuazioni di crisi. L’emergenza del terremoto inAbruzzo ha infatti messo in evidenza la ne-cessità di modulare nel tempo obiettivi e atti-vità dell’intervento sanitario. Se nelle prime72 ore è infatti naturale puntare alla salva-guardia e alla tutela dell’integrità della vita, èaltrettanto fondamentale seguire nel tempo leesigenze della popolazione, sui diversi fronti del-l’assistenza sanitaria: dalla medicina di basee specialistica, all’assistenza psico-sociale.

U Lo scenarioGiovedì 25 novembre 2010 un forte evento si-smico colpisce una vasta area appenninica del-la Toscana settentrionale, provocando dannigravi alle province di Lucca e Massa-Carrara,con ripercussioni anche nel territorio compresotra le province di Pistoia e Pisa.Il terremoto – con epicentro nel comune di Piaz-za al Serchio – colpisce prevalentemente la pro-

Terex 2010 si chiude domenica 28 novembrecon il workshop “Approccio integrato alle emer-genze: un’esperienzamultiscala”, unmomentodi riflessione sull’attività svolta, condotto at-traverso le tre direttrici fondamentali del-l’esercitazione: il rischio sismico, l’intervento sa-nitario e l’assistenza internazionale.

U Gli obiettiviSperimentare unmodello di intervento europeoper la gestione delle emergenze, affinare la ri-sposta operativa del ServizioNazionale della Pro-tezioneCivile emettereapuntopiani di emergenza.Sono questi i principali obiettivi di Terex 2010,l’esercitazione che punta a verificare l’efficaciadel Sistema di protezione civile nel suo insie-me, e ad ogni livello: internazionale, nazionalee territoriale.Se, sotto il profilo internazionale, Terex mira amisurare la capacità dell’Europa di fronteg-giare una grave calamità attraverso l’attiva-zione del Meccanismo europeo di protezionecivile, nella sua componente nazionale, l’eser-citazione punta soprattutto a collaudare il mo-dello italiano di accoglienza e di impiego del-le squadre estere di search and rescue oltre al-la capacità di attivarsi in emergenza da partedel Servizio Nazionale, dal livello centrale aquello periferico.L’esercitazione Terex rientra appieno tra le azio-ni intraprese dal Dipartimento della ProtezioneCivile per valorizzare l’esperienzamaturata ne-gli anni dal Servizio Nazionale.In particolare, dall’attività di valutazione del ter-remoto dell’Aquila nasce l’esigenza di affinare al-cuni aspetti legati all’intervento sanitario post-terremoto, per un miglioramento in termini ditempestività ed efficacia.Proprio su questo aspetto si sofferma l’eser-citazione Terex, con l’obiettivo di perfezionare

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2Primo Piano

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I PAESI PARTECIPANTI

b Austria

b Croazia

b Francia

b Italia

b Slovenia

p Russia

vincia di Lucca che è, al contempo, l’area epi-centrale e la zona con le costruzionimaggiormenteesposte al danno. Oltre ai centri abitati della pro-vincia di Lucca, sono interessati da danni strut-turali anche alcuni comuni della provincia diMassa-Carrara e, in particolare, i numerosi cen-tri storici della zona che subiscono perdite con-sistenti di beni culturali, edifici d’epoca e altribeni storico-artistici.Così si delinea lo scenario di Terex 2010, chesimula un evento sismico di magnitudo 6.4, sulmodello del terremoto in Toscana del 1920.Il 7 settembre del 1920, infatti, una forte scos-sa, seguita da numerose altre di minore inten-sità, interessa la Toscana settentrionale e in par-ticolare i territori della Garfagnana e della Luni-giana. Il sisma – di magnitudo 6.48 e di inten-sità pari al IX-X grado della ScalaMercalli – pro-voca danni consistenti nelle Province di LuccaeMassa-Carrara e danni diminor rilievo nelle Pro-vince di Pisa, Genova,Modena e Reggio Emilia.171 sono le vittime, e diversemigliaia le perso-

ne rimaste senza una casa.Simulare questo evento sismico, a 90 anni didistanza, offre al Servizio Nazionale oltre che aiPaesi partecipanti, la possibilità di mettere allaprova la capacità di risposta operativa della Pro-tezione Civile attraverso un’azione di verificadella macchina dei soccorsi, degli ausili tecni-co-scientifici, delle procedure di valutazione del-la vulnerabilità ambientale.

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Scheda

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terremoto in Provincia di Lucca e informa la Sa-la Situazione Italia delDipartimentodellaProtezioneCivile. Alla Sala giungono telefonate di cittadinie delle sale operative delle diverse componen-ti e strutture del Servizio Nazionale della Prote-zione Civile sul territorio. A livello locale la mac-china dei soccorsi si attiva per prestare soccor-so e prima assistenza alla popolazione. L’ela-borazione dello scenario di danno presso il Di-partimento della Protezione Civile fornisce unquadro preliminare degli effetti del sisma.2. Il coordinamento. A livello comunale si atti-vano i primi Centri operativi misti. Segue l’atti-vazione dei centri operativi provinciali che invianopropri rappresentanti nei centri operativi terri-toriali per supportare il coordinamento e la ge-stione dell’emergenza. Le prefetture coordina-no, nelle zone di competenza, l’impiego delle ri-sorse statali disponibili. Il Presidente del Con-

Unamacchina esercitativa che spazia dall’alle-stimento del centro operativo all’accoglienza del-le squadre, dalla predisposizione degli interventisanitari al piano per l’informazione alla cittadi-nanza, dalla verifica del sistema di telecomuni-cazioni alla salvaguardia dei beni culturali.Un’emergenza terremoto simulata che è, alcontempo, occasione di verifica rispetto al-l’esperienza reale del sisma in Abruzzo, che dal6 aprile 2009 al 31 gennaio 2010 vede il Ser-vizio Nazionale al lavoro nella gestione del-l’emergenza, fino al passaggio di consegnecon la Regione per la successiva fase della ri-costruzione.

U Le tre fasi di intervento1. Primo soccorso ed elaborazione dello sce-nario di danno. L’Istituto Nazionale di Geofisicae Vulcanologia registra una violenta scossa di

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2Primo Piano

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siglio dei Ministri coinvolge le strutture opera-tive nazionali per fronteggiare l’emergenza ene affida il coordinamento al Capo del Diparti-mento della Protezione Civile che convoca ilComitato operativo della Protezione Civile. Il Di-partimento notifica l’accaduto al Centro di mo-nitoraggio e informazione della CommissioneEuropea e chiede supporto ai Paesi del Mec-canismo europeo di protezione civile attraver-so lo stesso Centro.3. Attivazione dei piani d’emergenza. Pressoil Dipartimento della Protezione Civile si riuni-sce, in seduta permanente, il Comitato ope-rativo, che definisce le strategie di interventoe coordina le risorse nazionali. Il Comitato ope-rativo coordina i piani di emergenza per l’afflussodei feriti in alcuni degli ospedali italiani, ri-chiede alle Regioni disponibilità immediata diuomini, mezzi e materiali nelle aree colpite,

attiva le organizzazioni nazionali di volonta-riato. Si riunisce la Commissione Nazionaleper la Previsione e la Prevenzione dei grandirischi, settore rischio sismico. Nel corso delleore, in funzione di quanto stabilito dal Comi-tato operativo, le diverse componenti e strut-ture operative di protezione civile attuano gli in-terventi di propria competenza.

U Il modello di intervento e coordinamentoIl coordinamento dell’esercitazione Terex 2010è articolato a più livelli – nazionale, regionale,provinciale e comunale – attraverso appositestrutture.A livello nazionale opera il Comitato operati-vo, attivato presso il Dipartimento della Prote-zione Civile, dove sono riuniti i rappresentan-ti delle componenti e delle strutture operati-ve nazionali e regionali. Il Comitato operativo

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IL MECCANISMO EUROPEO DI PROTEZIONE CIVILE

Il Meccanismo europeo di protezione civile è uno strumento dell’Unione Europea nato per rispondere inmodo tempestivo ed efficace alle emergenze che si verificano su un territorio interno o esterno all’UnioneEuropea, attraverso la condivisione delle risorse di tutti gli Stati membri. Fanno parte del Meccanismoeuropeo di protezione civile i 27 Paesi membri dell’Unione Europea, i tre Paesi appartenenti all’AreaEconomica Europea, Norvegia, Islanda e Liechtenstein e la Croazia.Il Meccanismo - che interviene in caso di emergenze causate da disastri naturali o legate all'attivitàdell'uomo e atti di terrorismo - agevola la cooperazione negli interventi di soccorso consentendone ilcoordinamento. Le varie strategie dell’Unione Europea per la cooperazione nel settore della protezione civilenon intendono in alcun modo sostituire i sistemi nazionali. Tutte le iniziative sono basate sul principio disussidiarietà, in base al quale le azioni dell’Unione devono essere sempre intraprese in coordinamento e surichiesta dello Stato colpito. Le emergenze sono affrontate attraverso moduli di intervento precostituiti.All’interno del Meccanismo operano tre strumenti, istituiti per facilitare un’adeguata risposta in caso dicalamità a livello comunitario: il Centro di Monitoraggio e Informazione, il Sistema Comune ComunicazioneInformazione in Emergenza e un programma di formazione.A livello europeo la protezione civile è incardinata nella Direzione Generale Aiuti Umanitari e ProtezioneCivile della Commissione europea.

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mando e Controllo nella Cittadella del Carneva-le di Viareggio.LaDicomacdirige le attività delle squadrenazionalie internazionali e comunica con la Sala opera-tiva unificata permanente della Regione e coni Centri di coordinamento dei soccorsi tramite leSale operative provinciali Integrate delle pro-vince coinvolte nell’esercitazione.La Regione gestisce le proprie risorse in basealle informazioni acquisite dalle Amministra-zioni locali, dai Centri Operativi sul territorio.A livello provinciale, invece, i Centri per il coor-dinamento dei soccorsi di Lucca, Massa-Car-rara, Pistoia e Pisa gestiscono gli interventi at-traverso Sale operative provinciali integrate. Que-ste ultime, attraverso i Centri operativi misti oIntercomunali, affiancano le operazioni dei Cen-tri operativi comunali attivati dai Sindaci.Per lo svolgimento delle attività esercitative so-no allestite diverse aree di lavoro, nelle quali lesquadre nazionali e internazionali possono ope-rare in uno scenario appositamente creato.Ogni working area è coordinata da un direttoredelle operazioni che lavora in stretto raccordo conil direttore sanitario dei soccorsi e il responsabiledell’ordine pubblico. Il direttore delle operazio-ni definisce, in sinergia con i team leader inter-nazionali, la strategia di intervento.Le squadre sanitarie avanzate e i presidi mobi-li assicurano l’assistenza agli operatori e il primosoccorso e triage ai feriti. Le risorse locali edesterne alle province colpite sono ammassate nel-le quattro aree di Lucca, Castelnuovo di Garfa-gnana, Carrara e Pistoia dove sono radunati gliuomini, i materiali e i mezzi delle strutture ope-rative e delle squadre internazionali. Per le atti-vità di evacuazione della popolazione a livellolocale sono inoltre previste, in base alle pianifi-cazioni comunali, aree di attesa e di accoglien-za della popolazione. 2

rappresenta l’organo decisionale per la ge-stione delle risorse del Paese necessarie afronteggiare l’emergenza.Il Dipartimento della Protezione Civile si av-vale di Sistema - la Sala Situazione Italia e Mo-nitoraggio del Territorio - per acquisire infor-mazioni provenienti dall’area interessata dal-l’evento e per mantenersi in collegamento co-stante con le altre sale operative nazionali, re-gionali e locali. Sistema è costantemente incontatto con il Centro di monitoraggio e infor-mazione, cuore del Meccanismo europeo di pro-tezione civile.A poche ore dall’evento simulato, considerata lacomplessità del quadro che si vadelineando, l’Ita-lia chiede, attraverso il Dipartimento della Prote-zione Civile, l’intervento degli Stati Membri consquadre di search and rescue in ambito urbanoed esperti per l’attività di valutazione del danno.A questo proposito, l’aeroporto di Pisa rappre-senta un elemento importante nell’ambito del-l’esercitazione, punto di accesso per le squa-dre di soccorso della Russia, per gli Osservato-ri internazionali e per le squadre europee di pro-tezione civile.I team internazionali di Francia, Slovenia, Croa-zia, Austria e della Russia intervengono a sup-porto delle squadre nazionali, con le quali ope-rano nelle attività di ricerca e soccorso delle per-sone sotto le macerie.Una volta sul territorio italiano sono accolte dal-le Regioni, che ne scortano i convogli sino allearee di sosta individuate in Liguria e in Emilia-Romagna. Il coordinamento delle squadre eu-ropee e degli esperti è garantito dall’Italia qua-le Paese richiedente, così come indicato dalla De-cisione del Consiglio in caso di intervento in unodegli Stati Membri.Per il coordinamento sul territorio, il Diparti-mento istituisce la Dicomac, Direzione di Co-

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2Primo Piano

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installati in provincia di Luccadall’Anpas – Associazionenazionale pubblicheassistenze, in provincia diMassa-Carrara dalla CroceRossa Italiana e in provinciadi Pistoia dalle Misericordie.L’obiettivo dei poliambulatoricampali è garantire lacontinuità dell’assistenzasanitaria sul territorio.Per questo le procedureoperative prevedono che inun primo momento sianoimpiegati medici, infermieri e

operatori sanitari di altreprovince o regioni, e che neigiorni successiviall’emergenza venganosostituiti dai sanitari locali,fino al ripristino dellestrutture ordinarie.Oltre ai poliambulatori, nellesette working areadell’esercitazione è previstol’allestimento di strutturesanitarie campali conattrezzature e personalespecializzato, inviati da varieRegioni italiane – Emilia-

Garantirel’assistenza sanitariadopo una catastrofeLa sperimentazione dei poliambulatori campali

Nell’ambito delsoccorso sanitario inemergenza,

l’esercitazione Terex 2010 èl’occasione per testare ipoliambulatori da campo,strutture sanitarie mobilipensate per l’assistenzasanitaria di lungo periodo.A differenza dei Pma - Postimedici avanzati, strutturatiper dare soccorso urgentealla popolazione,i poliambulatori campalihanno la funzione disostituire le strutture sanitarieterritoriali danneggiate dallecalamità, fino al ritorno allanormalità.Sono stati realizzati treprototipi sulla base di unprogetto di massimacomune, che saranno

Terex2010

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potrebbe causare un altonumero di feriti gravi.Compito del personaleregionale è gestire conefficacia le risorse sanitarielocali, ma anche trasmetterealla Sala operativa delDipartimento della ProtezioneCivile le informazioni su dovesono le vittime e com’èpossibile raggiungerle perrendere più efficacel’intervento delle altre Regioni.

il personale del Serviziosanitario regionale toscanodeve essere presente nelleSale regionali e provinciali edeve fare da raccordo con laSala operativa delDipartimento della ProtezioneCivile. Il coordinamento deisoccorsi sanitari spetta alpersonale dei Servizi 118esperto in medicina dellecatastrofi, perché un eventocome quello simulato

Romagna, Lazio, Liguria,Lombardia, Marche eUmbria. La Regione Toscanapartecipa con l’allestimentodi 12 Pma di primo livello eun Pma con sala chirurgicadel Gruppo chirurgiad’urgenza di Pisa, che daanni collabora con ilDipartimento della ProtezioneCivile nel soccorso sanitarionelle catastrofi. Anche laRussia partecipa allafornitura di strutture dacampo con l’invio di unospedale mobile.Durante Terex vengonoprovati anche piani diemergenza e di evacuazionedelle strutture sanitarietoscane, in particolare i pianidi evacuazione per losgombero rapido dei pazientinegli ospedali di Pescia (MS)e Fivizzano (MS) e i piani diafflusso massiccio di feritinegli ospedali di Pontremoli(MS) e Pistoia. Il Servizio 118di Lucca prova, inoltre, unospeciale piano di emergenzaper poter duplicare in tempirapidi una Centrale operativa“vicaria” nei locali dellaProvincia, simulandol’inagibilità, per alcune ore,della Centrale operativa 118.Per far funzionare il sistemadei soccorsi nelle quattroprovince coinvoltenell’esercitazione,

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A differenzadei Pma - Postimedici avanzati,strutturati per daresoccorso urgentealla popolazione,i poliambulatoricampali hannola funzionedi sostituirele strutture sanitarieterritoriali danneggiatedalle calamità,fino al ritornoalla normalità

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frequenza e intensità deiterremoti, permette disapere dov’è più probabileche si verifichi un eventosismico, anche se non èpossibile stabilire conesattezza il momento in cuisi verificherà. L’azione delloStato si è quindiconcentrata sullaclassificazione del territorioin base alla pericolositàsismica, cioè all’intensità ealla frequenza dei terremotidel passato. L’obiettivo èquello di limitare gli effettidel terremoto sull’ambienteantropizzato, attuandoadeguate politiche diprevenzione. Il rischiosismico infatti, oltre che alverificarsi del fenomenofisico, è legato alla presenzadell’uomo e allecaratteristiche dellecostruzioni e degli edifici.Per ridurre il più possibilegli effetti del terremoto,l’intero territorio nazionale èstato classificato in quattrozone a diversa pericolositàsismica, all’interno dellequali è obbligatorio ilrispetto delle normeantisismiche per lacostruzione degli edifici.La legislazione antisismicaitaliana, allineata alle piùmoderne normative a livellointernazionale, prescrive

L’Italia è uno dei paesia maggiore rischiosismico del

Mediterraneo, a causa dellasua particolare posizionegeografica, nella zona diconvergenza tra la zollaafricana e quellaeurasiatica. La sismicità piùelevata si concentra nellaparte centro-meridionaledella penisola, lungo ladorsale appenninica (Val diMagra, Mugello, ValTiberina, Val Nerina,Aquilano, Fucino, Valle delLiri, Beneventano, Irpinia),in Calabria e Sicilia e inalcune aree settentrionali,come il Friuli Venezia Giulia,parte del Veneto e la Liguriaoccidentale. Solo laSardegna non risenteparticolarmente di eventisismici.

U La classificazione sismicaPoiché oggi la scienza nonè ancora in grado diprevedere il tempo e il luogoesatti in cui avverrà unterremoto, l’unica previsionepossibile è di tipo statistico,basata sulla conoscenzadella sismicità che hastoricamente interessato ilnostro territorio. Saperequali sono le aree del nostroPaese interessate daun’elevata sismicità, per

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2 Focus

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Rischio sismico

Dalla classificazionesismica allamicrozonazioneInterventi e azioni per ridurre gli effetti del terremoto

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comuni con la relativaattribuzione a una dellequattro zone. Di fatto, èsparito il territorio “nonclassificato”, che èdiventato Zona 4, nel qualeè facoltà delle Regioniprescrivere l’obbligo dellaprogettazione antisismica.

U La microzonazione sismicaDopo un terremoto,l’osservazione dei danniprovocati alle costruzioni ealle infrastrutture spessoevidenzia differenzesostanziali in centri abitatianche a piccola distanza traloro. In alcuni casi siosservano crolli e danninotevoli in località che sitrovano a grandi distanzedall’epicentro. Sicuramentela qualità delle costruzionipuò influire sull’entità deldanno, ma spesso le causevanno ricercate in unadifferente pericolositàsismica locale, determinataanche dal diverso modo incui si propaga il terremoto odall’instabilità del suolo.Tutto questo è oggetto deglistudi di MicrozonazioneSismica (MS), grazie aiquali è possibile individuaree caratterizzare le zonestabili, le zone stabilisuscettibili di amplificazionelocale, a causa delle

norme tecniche in base allequali un edificio devesopportare senza gravidanni i terremoti meno fortie senza crollare i terremotipiù forti.Fino al 2003 il territorionazionale era classificato intre categorie sismiche: suun totale di 8102 comuniitaliani ne erano staticlassificaticomplessivamente 2965,corrispondenti al 45% dellasuperficie del territorioitaliano, nel quale risiedevail 40% della popolazione.Alle tre categorie siaggiungeva un gruppo dicomuni non classificati, equindi non soggettiall’applicazione delle normeantisismiche. Nel 2003sono stati emanati i criteri dinuova classificazionesismica, basati su studi edelaborazioni più recentirelativi alla pericolositàsismica. Il territorio italianoè stato riclassificato inquattro zone sismiche: dallaZona 1, la più pericolosa,alla Zona 4. Le quattro areesono a “severitàdecrescente” in termini diapplicazione delle normeantisismiche per lacostruzione degli edifici.Le singole Regioni hannoelaborato l’elenco dei

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2 Focus

caratteristichegeomorfologiche estratigrafiche, e le zonesoggette a fenomeni diinstabilità, come frane,rotture della superficie perfaglie e liquefazionidinamiche del terreno.La Microzonazione Sismicaè utile per la pianificazioneurbanistica del territorio e lagestione dell’emergenza,per la progettazione e laricostruzione post sisma.Nella pianificazioned’emergenza gli studi di MSconsentono una migliore econsapevole individuazionedegli elementi strategici diun piano di emergenza:dalla scelta di aree estrutture di emergenza inzone stabili,all’individuazione dei tratticritici delle infrastruttureviarie e di servizio. Nellafase della ricostruzione sonoutili, da un lato, perindividuare le aree per leabitazioni temporanee e,dall’altro, per indirizzare lescelte urbanistiche e lapianificazione.La Microzonazione fornisceai tecnici e agliamministratori elementi utiliper valutare l’opportunità diricostruire gli edifici nonagibili e per individuare lenuove aree edificabili. 2

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Cosa si sta facendo in Italiaper la prevenzione del rischiosismico? Qual è la situazio-ne attuale? L’azione primariae prioritaria per la riduzionedel rischio è la riduzione del-la vulnerabilità sismica dellecostruzioni.È facile, seguendo le normesismiche, fare in modo che lenuove costruzioni siano pocovulnerabili, con costi aggiun-tivi minimi rispetto al costocomplessivo della costruzio-ne. Ben più complessa, e so-prattutto più costosa, è la rea-lizzazione di interventi di raf-forzamento delle costruzioniper la loro “messa a norma”.Intervenire su una costruzioneesistente ha costi diretti pariad una significativa percen-tuale (dal 30-40 fino al 100%)del costo di costruzione, o an-che maggiore in caso di benimonumentali, ma anche co-sti sociali non trascurabili perl’interruzione delle funzioni

che si svolgono all’interno del-la costruzione stessa.In Italia programmi di attua-zione di una politica di pre-venzione del rischio sismicoattraverso interventi sulle co-struzioni esistenti sono stati fi-nora realizzati sistematica-mente solo dopo terremoti vio-lenti, nell’area stessa colpitadal terremoto, associando ailavori di riparazione anchequelli di rafforzamento sismi-co. Sono rari invece, nel pas-sato, programmi di riduzionedella vulnerabilità in aree pe-ricolose ma non danneggiateda terremoti. In tal senso, tran-ne qualche iniziativa sporadi-ca degli anni ’90, solo dopo ilterremoto di S.Giuliano del2002 si è cercato di dar vita aprogrammi per edifici ed ope-re pubbliche a carattere stra-tegico e per le scuole, pur secon risorse estremamente li-mitate. Sempre a valle dellostesso terremoto, l’ordinanza

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La priorità è lariduzione dellavulnerabilità sismicadegli edificiIntervista a Mauro Dolce, direttore dell’Ufficio Valutazione,prevenzione e mitigazione del rischio sismico del Dipartimentodella Protezione Civile

LA CLASSIFICAZIONESISMICA ATTUALEZona 1 - È la zona piùpericolosa, dove possonoverificarsi forti terremoti.Comprende 725 comuni.Zona 2 - Nei comuni inseriti inquesta zona possono verificarsiterremoti abbastanza forti.Comprende 2.344 comuniZona 3 - I Comuni interessatiin questa zona possono esseresoggetti a scuotimenti modesti.Comprende 1.544 comuni.*Zona 4 - E' la meno pericolosa.Nei comuni inseriti in questazona le possibilità di dannisismici sono basse. Comprende3.488 comuni.

*Per i comuni della Toscana compare il co-

dice 31, che corrisponde alla Zona 3s del-

la classificazione sismica adottata dal-

la Regione Toscana.

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misura di prevenzione. Così èsuccesso in Italia a partire dalterremoto del 1908 dello Stret-to di Messina, così come nelrecente passato, con il terre-moto di S.Giuliano nel 2002 e,in ultimo, con il terremoto del-l’Abruzzo nel 2009. Con il De-creto Legge n. 39 “Abruzzo”,infatti sono finalmente entra-te in pieno vigore, a partire dalprimo luglio del 2009, le nuo-ve norme tecniche emanateall’inizio del 2008.La nuova normativa sismicaitaliana è certamente tra le piùavanzate al mondo, per l’ac-curatezza con cui vengono de-terminate le azioni sismicheper la progettazione delle strut-ture e la grande attenzione ri-volta alla valutazione della si-curezza e alla progettazionedi interventi di rafforzamentosismico delle costruzioni esi-stenti. Entrambi questi puntidi forza derivano dagli studiapprofonditi svolti dalla co-munità scientifica italiana, so-stenuti e finanziati oramai dapiù di trent’anni dalla Prote-zione Civile.

L’art.11 della legge 77/2009di conversione del DecretoLegge Abruzzo stanzia i fon-di per la messa in sicurezzadelle costruzioni. Qual è la ri-partizione dei fondi prevista?L’art. 11 èmolto semplice. San-

sificazione del territorio in Ita-lia è strettamente legato al-l’evoluzione delle conoscenzedel settore, da una parte, e al-l’accadere di terremoti, dal-l’altra. L’impatto socio-econo-mico di nuove normative e nuo-ve classificazioni è tale chespesso la loro adozione vienedifferita nel tempo, fino a chela spinta emotiva di un nuovoforte terremoto non la imponeai politici ed agli amministra-tori come prima e immediata

3274/2003 rendeva obbliga-toria la verifica sismica di talicostruzioni entro un tempopredeterminato.

Cos’è cambiato rispetto alpassato dal punto di vista del-le norme da rispettare nella co-struzione o nell’adeguamen-to degli edifici? Qual è la si-tuazione della normativa an-tisismica?Il percorso seguito dalla nor-mativa antisismica e della clas-

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2 Focus

Alcune immagini dell’emergenza

terremoto Abruzzo

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cisce l’istituzione di un fondo perla prevenzione del rischio si-smico, stanziando circa unmi-liardo di euro (965 milioni perla precisione) complessiva-mente nei successivi sette an-ni. Non fornisce dettagli su co-me spenderli. Premesso chelo stanziamento complessivo,pur se cospicuo, non può nem-meno lontanamente soddisfa-re le esigenze determinate daldeficit di sicurezza sismica ac-cumulato negli edifici pubbli-ci e privati e nelle opere infra-strutturali, la commissionescientifica ad hoc nominatadalla Protezione Civile eviden-ziava la necessità di interveni-re sia sul patrimonio pubblicoche su quello privato, privile-giando le aree a maggiore pe-ricolosità, inmodo da indirizzarel’azione soprattutto verso la ri-duzione delle perdite umane.Inoltre la stessa commissioneriteneva importante intrapren-dere e favorire gli studi di mi-crozonazione sismica per me-glio finalizzare interventi di pia-nificazione territoriale.Per la prima annualità del pia-no, che gode di un finanzia-mento complessivo di circa42,5 milioni di euro, si sonoprivilegiati edifici e opere pub-bliche di competenza delle re-gioni e degli enti locali. Perquesto i fondi sono stati ripar-titi tra le Regioni in proporzio-

ne al rischio sismico del cor-rispondente territorio, mentreper quanto riguarda le azioni,quasi il 90% è dedicato al raf-forzamento delle costruzionistrategiche e degli edifici privatie il 10% all’incentivazione de-gli studi di Microzonazione.

Quali saranno i tempi di ap-plicazione?Ovviamente i tempi di attua-zione del piano saranno piùlunghi dei sette anni previsti

per i finanziamenti e legati aitempi tecnici di individuazio-ne degli interventi di proget-tazione e di esecuzione. Nel-l’ordinanza relativa all’annua-lità 2010 sono previste delleprecise tempistiche, per eli-minare tempi morti e ridurreal minimo i tempi tecnici.

Come vengono definite le prio-rità di intervento?Per quanto riguarda gli inter-venti sugli edifici pubblici stra-

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gior rischio. Le esigenze reali so-no dell’ordine di una decina dimiliardi e le iniziative intrapre-se fino ad oggi hanno visto in-vestimenti ancora largamenteinsufficienti. Occorre dire, pe-rò, che si sono attivati, a parti-re dal 2003, alcuni programmiche godono di finanziamentistraordinari che consentonodi affrontare il problema conuna certa sistematicità. 2

procedura automatica, con-sentiranno di definire una clas-sifica di priorità tra le doman-de di finanziamento.

E per quanto riguarda gli edi-fici scolastici?Gli edifici scolastici richiedo-no e richiederanno una co-stante attenzione fino a che ilproblema non sia stato risoltoalmeno per le situazioni amag-

tegici, sono le Regioni stesseche, sulla base di un piano re-gionale di interventi, defini-scono le priorità, tenendo benpresenti gli esiti delle verifichesismiche disponibili. Per quan-to riguarda l’edilizia privata,sono individuati dei parame-tri di semplice valutazione cheforniscono una misura del ri-schio complessivo del singoloedificio che, attraverso una

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2 Focus

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2Storie

Alle ore 7.56 del 7 settembre 1920 una violenta scossa sismica (magnitu-do 6.48), preceduta la sera del 6 settembre da una scossa di minore in-tensità, interessò un’area di circa 160 km2 della Toscana settentrionale, ai

confini con la Liguria, comprendente la Lunigiana e la Garfagnana.L’intensità all’epicentro fu del IX-X grado della scala MCS (Mercalli Cancani Sieberg) e la scos-sa provocò gravi danni in numerosi centri abitati delle province di Lucca e Massa, in particola-re nelle località di Vigneta (frazione di Casola in Lunigiana, MS),Villa Collemandina (LU) e Fi-vizzano (MS), e danni di minore entità nelle province di Genova, Modena, Reggio Emilia e Pisa.I morti ufficialmente furono 171, i feriti 650. Molte migliaia di persone rimasero senza casa.

La scossa avvenne in un momento della giornata nel quale le persone erano impegnate nellavoro dei campi: era infatti abitudine dei residenti, buona parte contadini, alzarsi all’alba, men-

Una sezione dedicata aglieventi che hanno segnatola storia italiana e che,al contempo, hanno contribuitoalla nascita e all’evoluzionedi una cultura condivisadi protezione civile.

Uno sguardo al passato cheè anche occasione di riflessionesui temi di previsionee prevenzione dei rischi e sullacapacità del Sistema diprotezione civile di rispondereefficacemente alle emergenze.

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Il terremoto della Garfagnanadel 7 settembre 1920Alle ore 7.56 una violenta scossasismica interessò la Toscana

Fratelli di Garfagnana e di Lunigiana, il terremoto, spaventosa miste-riosa potenza terribile della natura, ha raso al suolo paesi, ha tronca-

to decine e decine di vite, ha gettato nella miseria e nella desolazione i nostripaesi ricchi e fiorenti. Non abbiamo la forza di piangere: le lacrime non sonouno sfogo dei dolori troppo grandi. L'anima nostra sanguina sotto l'incubo deltremendo destino che si è scatenato spaventoso sulle nostre regioni che da tan-ti anni davano prove di attività, di lavoro e che nella crisi della vita sociale era-no ancora oasi di pace e di amore, su di noi, che, op-pressi, pieghiamo sotto la sciagura incommensurabile.1

“”

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tre nelle case restavano so-prattutto donne e bambini,che furono le principali vittime.

Quando alle ore 7.56 del7 settembre la terra tornò atremare, questa volta con piùviolenza, inevitabilmente mol-ti degli abitanti rimaseroschiacciati nelle loro case.Case che, generalmente, era-no costruite con materialiparticolarmente scadenti, datoil largo uso che veniva fatto digrossi ciottoli di fiume arro-tondati come pietra da co-struzione.

Appunto a questa prati-ca, alla costruzione dei muricon ciotoli di fiume tondeg-gianti, alle non buone mal-te e a numerosi altri difetti eirrazionalità delle costruzio-ni sono dovuti i gravissimidanni sofferti da palazzi an-che cospicui, e naturalmen-te la rovina più o meno com-pleta di molte case mode-ste… Io penso, però che oltrea queste cause vi sia quella

di essere Fivizzano compreso nella zona epicentrica della scossa sismica del 6-7 settem-bre, fatto questo che è concordemente ammesso dai geologi e dai geofisici che lo hannostudiato, i quali appunto hanno riconosciuto che la zona epicentrale passa per Fivizza-no e Villa Collemandina.2

Problema di fragilità del patrimonio abitativo, dunque, ma anche vicinanza dei centriabitati all’area di maggiore scuotimento, in una zona dell’Appennino settentrionale che nonregistrava forti eventi sismici da circa 80 anni. Ultimo evento significativo quello del 1837delle Alpi Apuane.

I primi telegrammi, inviati la mattina del 7 settembre dai Prefetti dell’area colpita alla Di-rezione Generale di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, sottolineavano la violenza del-la scossa ma ancora non disegnavano con precisione il quadro della distribuzione degli effetti e

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I pompieri del Comune di Rimini

impegnati nelle demolizioni

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2Storie

la gravità del danno. Solo nella tarda mattinata da Massa, la provincia più colpita, il PrefettoDe Berardinis comunicava i primi preoccupanti dati sulle conseguenze della scossa sismica. Men-tre le notizie che giungevano da Lucca, riferite al capoluogo, inizialmente segnalavano solo lie-vi e rare lesioni. Nel primo pomeriggio del 7 settembre – come si evince dal telegramma del Pre-fetto Bodo inviato da Castelnuovo Garfagnana alle ore 15.50 – anche in questa provincia lo sce-nario assunse contorni più precisi: disastro sempre maggiore. Comuni con case crollate inabi-tabili, richiesta soccorsi urgenti .3

La scossa fu avvertita in provincia di Bologna dove provocò panico nella popolazione e lie-vissimi danni vennero segnalati nel circondario di Vergato. In provincia di Pisa, il Comune piùcolpito fu Calcinaia con un morto e quattro feriti e danni, oltre che ad alcune abitazioni, alla chie-sa e al municipio. Nella provincia di Modena ci furono tre vittime e qualche ferito; alcune casecrollate e moltissime danneggiate vennero segnalate soprattutto nei Comuni di Frassinoro e Pie-vepelago.

Gli effetti del terremoto interessarono anche il territorio della confinante Liguria. In provin-cia di Genova, nei circondari della Spezia e Chiavari, la popolazione venne presa dal panico evennero segnalate alcune case lesionate alla Spezia e Sarzana. La scossa fu avvertita sino nelleprovince di Siena e Livorno, ma senza danni a persone e cose.

U I SOCCORSII soccorsi furono segnati da ritardi e difficoltà di organizzazione, in parte spiegabili con l’in-

terruzione delle comunicazioni telegrafiche; fu impossibile, infatti, avere notizie certe, in parti-colare dai piccoli centri dell’entroterra montuoso della regione colpita dal terremoto. I cronistidel quotidiano “La Nazione” furono tra i primi a recarsi sui luoghi colpiti e a descrivere la gra-vità delle conseguenze della scossa:

A mano a mano che ci inoltriamo nella regione colpita, tutto conferma, purtroppo, la fon-datezza delle prime notizie. I paesi che sono successivamente attraversati dalla nostra macchi-na, mostrano sempre più gravi gli effetti della formidabile scossa, che ha scrollato tutto il siste-ma montuoso che corona le valli del Serchio e dei suoi affluenti. E’ una triste teoria di rovine chemette sgomento nell’animo; un seguirsi di scene di dolore e di disperazione che ci procura unapena infinita per l’impossibilità di portare un soccorso e un aiuto, che possa lenire in parte ildanno irreparabile dell’immensa rovina.4

Dopo una prima sottovalutazione delle conseguenze dell’evento, quando il quadro cominciòa delinearsi nella sua effettiva gravità, il Ministero dell’Interno attraverso i Prefetti mise in motola macchina dei soccorsi, adeguandola alla situazione.

Dalla vicina Liguria e dalla Spezia in particolare, furono organizzate le prime squadre di soc-corso e inviati marinai della nave Cavour dal comandante della Piazza marittima, adibiti allosgombero delle macerie, al disseppellimento dei cadaveri, al salvataggio di eventuali superstiti.Già la sera del 7 settembre dalla Spezia fu organizzato un treno speciale con materiali per il ri-

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covero dei superstiti e l’8 settembre, con altri due treni, furono in-viati attendamenti, viveri, medici e medicinali, materiali e attrez-zi per lo sgombero delle macerie, ingegneri per la valutazione dei danni e degli interventi di ri-pristino. La stazione di Aulla divenne il punto di raccolta e smistamento dei materiali.

Le forze armate svolsero, come era consuetudine, un ruolo chiave per fronteggiare l’emer-genza, costituendo l’unica struttura organizzata in grado di intervenire per la salvaguardia del-l’incolumità pubblica. Gli interventi in aiuto delle popolazioni colpite da calamità naturali ave-vano rappresentato per l’esercito fin dall’Unità d’Italia un’attività costante in tempo di pace edanzi, in assenza di una procedura di intervento codificata in occasione di emergenze di varia na-tura, le forze armate garantivano il primo soccorso e l’assistenza nei luoghi colpiti.

Per le operazioni di primo soccorso intervennero a Fivizzano e negli altri centri colpiti, oltreai marinai della nave Cavour, volontari da Spezia, da Massa, da Carrara, squadre della pubbli-ca assistenza e un migliaio di soldati di fanteria, zappatori e del genio da Firenze, Piacenza, Bo-logna, Reggio Emilia, che operarono, alternandosi, fino al primo dicembre 1920.

Un ruolo importante, nella prima fase dell’emergenza, ebbero le squadre di pompieri giun-

(1) Il Serchio, 13 settembre 1920

(2) Archivio Dipartimento della Protezione

Civile, Sulla sismicità del territorio di Car-

rara – ing. Secondo Franchi (R. Ufficio

Geologico), 16 marzo 1925

(3) Archivio Centrale dello Stato,

Min. Interno, Ufficio Cifra

(4) La Nazione, 8 settembre 1920

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La nuova scuola elementare

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2Storie

te dalle regioni limitrofe, come la squadra inviata dal Comunedi Rimini, che intervenne con infaticabile solerzia e opera en-comiabile abbattendo i muri e gli edifici che presentavano lesioni tali da costituire un pericoloper la pubblica incolumità, adoperandosi nelle operazioni di puntellamento, nel recupero dellemasserizie; nonostante il loro compito, fosse reso faticoso dalle difficoltà di raggiungimento del-le località colpite, costretti a trasportare la maggior parte degli attrezzi a spalla o aiutati dai muli.

Per comprendere le modalità con cui vennero organizzati i soccorsi è utile ricordare che il ter-remoto avvenne a un anno di distanza dall’entrata in vigore del Regio Decreto Legge del 2 set-tembre 1919 n. 1915 “Ordinamento dei servizi di pronto soccorso in occasione di terremoti”,che aveva dato un primo assetto normativo ai servizi del pronto soccorso in caso di calamità na-turali, individuando in particolare nel Ministero dei Lavori Pubblici l’autorità responsabile del-la Direzione e del coordinamento dei servizi di soccorso, alle cui dipendenze venivano poste tut-te le autorità civili, militari e locali.

Il Regio Decreto Legge, inoltre, prevedeva che a cura dell'Amministrazione dei Lavori Pub-blici fossero istituiti entro un anno dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del Regno, ma-gazzini di deposito di materiali e mezzi d'opera, da servire per i primi soccorsi, in località pros-sime a ferrovie di grande traffico e, analogamente, a cura del Ministero dell’Interno fosse impiantatopresso le prefetture delle province, un deposito di materiale sanitario e che gli uffici del Genio

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Le rovine di Villa Collemandina

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Civile delle province medesime fossero dotati di uno o più autoveicoli, oltre quelli occorrenti alnormale servizio, per i primi bisogni in caso di disastro.

In occasione dell’evento calamitoso della Garfagnana, dunque, il coordinamento dei soccor-si fu affidato al Sottosegretario di Stato ai Lavori pubblici on. Bertini che assunse sul posto l'al-ta direzione e il coordinamento dei servizi, mentre al Ministero dell’Interno Direzione Generaledella Sanità Pubblica fu affidata la competenza per la parte dei soccorsi riguardante i servizi sa-nitari, mantenendo al Ministero dei Lavori pubblici (Ufficio speciale) l’assistenza relativa ai ge-neri alimentari e vestiario.

Ad un anno dal Regio Decreto Legge n.1915/19, non erano ancora stati realizzati i magaz-zini di deposito dei materiali e mezzi previsti dalla normativa e ciò incise sui tempi dell’inter-vento perché rese necessario l’approvvigionamento dei materiali di assistenza attraverso treni disoccorso appositamente organizzati.

Nell’immediatezza dell’evento i servizi sanitari, nei comuni più colpiti della Garfagnana, ven-nero assicurati dalla Croce Rossa di Firenze, con medici, infermieri e medicinali.

Successivamente, per le problematiche sanitarie, dopo un sopralluogo nelle zone colpite daparte del Dottor Buffa, Ispettore sanitario incaricato dal Ministero dell’Interno di disporre iservizi necessari, l’emergenza fu gestita dall’Ispettore Simoncini, che aveva già avuto modo dioperare in occasione della catastrofe sismica calabro-messinese del 1908, e il coordinamentodell’assistenza sanitaria venne effettuato dalla Spezia, dove venne impiantato un deposito com-pleto di materiale sanitario nei locali della palestra della scuola di via Trento. Un altro depo-sito fu istituito a Lucca, presso la Chiesa del Carmine, con materiale sanitario militare pro-veniente da altre città.

U I PROVVEDIMENTINei primi giorni, subito dopo la scossa del 7 settembre, si avviò il dibattito parlamentare, so-

stenuto anche dall’opinione pubblica e dalla stampa, sui provvedimenti da emanare in favoredelle popolazioni colpite. Venne chiesta da più parti ed assicurata dai deputati locali l’applica-zione delle leggi emanate in occasione dei precedenti e disastrosi terremoti di Reggio Calabria eMessina del 28 dicembre 1908 e della Marsica del 13 gennaio 1915. Con il Regio Decreto Leg-ge del 23 settembre 1920 n. 1315 “Provvedimenti per i danneggiati dal terremoto del 6-7 set-tembre 1920” il Governo emanò gli attesi provvedimenti. La legislazione ricalcò nelle sue lineegenerali quella emanata a seguito del terremoto della Marsica del 15 gennaio 1915. Lo Stato prov-vide interamente ai lavori per la tutela della pubblica incolumità (demolizioni, puntellamenti,sgomberi di aree pubbliche), come pure alla realizzazione di ricoveri provvisori e stabili per lepersone rimaste senza tetto. Le agevolazioni governative furono mirate alla riparazione degli edi-fici pubblici (sussidi del 50% e mutui di favore) e privati (mutui di favore e contributi diretti,riparazione gratuita per i soli non abbienti, nel limite massimo di 5000 lire). Per la costruzionedelle case economiche (ne vennero realizzate in totale 214) fu impiegata, su delega dello Stato,l’Uen - Unione Edilizia Nazionale. L’Unione Edilizia Nazionale, nata all’indomani della cata-

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2Storie

strofe sismica calabro-messinese del 1908 come consorzio di proprietari danneggiati, aveva loscopo, sostituendosi ai privati, di facilitare la ricostruzione o riparazione delle case distrutte o dan-neggiate dal terremoto, basando la sua attività su due modalità di contratto: la cessione incon-dizionata dei diritti del proprietario a fronte della ricostruzione, che avrebbe trasformato il pro-prietario in affittuario, oppure la commissione per la costruzione di edifici pubblici sui quali l’Uenavrebbe acquisito diritti .Anche in occasione del terremoto della Garfagnana, oltre che della ri-costruzione di edifici pubblici l’Uen si occupò della riparazione degli edifici appartenenti a pri-vati che avevano devoluto i loro diritti a mutuo all’Istituto stesso. Ma proprio nella ricostruzio-ne dei territori colpiti dal terremoto del 1920, l’Uen venne travolta da uno scandalo, che portòil Governo a decidere la sua liquidazione nel 1923, a seguito anche della scoperta di specula-zioni legate all’acquisto di fabbricati distrutti appartenenti a chi non aveva possibilità econo-miche per ricostruire.

Tornando ai provvedimenti in favore dei danneggiati, per far fronte alle esigenze poste dalterremoto e rendere più efficaci e tempestivi gli interventi per la ricostruzione, con il Regio De-creto Legge del 23 settembre 1920 n. 1315 fu anche data facoltà al Governo di nominare unCommissario Regio (art. 2) per provvedere, alle dirette dipendenze del Ministero dell’Interno,all’organizzazione dei servizi di assistenza nelle località colpite, alla ripartizione delle somme atale scopo assegnate dal Ministero o derivanti da oblazioni, al funzionamento dell’Amministra-zione dei Comuni, assumendo se necessario anche deleghe del Ministero Lavori pubblici.

Tutte le autorità civili e militari ed i funzionari di ogni grado sono tenuti a prestare l’operaloro ad ogni richiesta che sia fatta dal detto commissario nell’adempimento della sua missione.

Contemporaneamente ai lavori di sgombero, demolizione e puntellamento, in tempi rapidi,come risulta da una relazione del 1922 dell’Ufficio SpecialeTerremoto istituito ad Aulla, si prov-vide a riparare, provvisoriamente, oltre 2500 fabbricati, così da poter raccogliere pericolo unaparte della popolazione che altrimenti avrebbe dovuto trovare posto nelle baracche.

I tipi di baracche adottati furono diversi: dal tipo a legname sciolto, costruito sul posto, a quel-lo a struttura mista di legname e materiale agglomerante, in modo di adattare il tipo di barac-ca alle esigenze della popolazione e ai luoghi in cui dovevano sorgere, tenendo conto anche del-la ristrettezza del tempi e del numero di persone da assistere.

In totale per il ricovero della popolazione furono costruite dal Ministero dei Lavori Pubbli-ci 669 baracche, per complessivi 1920 vani per un importo di 7.716.840,00 lire pari a 4019 lireper vano, compresa la spesa per la dotazione di cucinette in muratura o di stufe-cucina, non-ché il costo di manutenzione per circa due anni. Da privati e comitati di soccorso furono costruite,sempre per il ricovero della popolazione, 121 baracche costituite di 363 vani. Per uffici, edificipubblici o d'uso pubblico, furono costruite complessivamente 50 baracche, delle quali 34 dal-l'Amministrazione e 16 da comitati.

Il terremoto della Garfagnana avvenne in un momento storico particolarmente difficile peril nostro Paese, da poco uscito da un conflitto bellico che ne aveva fortemente condizionato l’eco-

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nomia e la vita politica. Erano anni caratterizzati da forti tensioni sociali, segnati da scioperi, oc-cupazioni di fabbriche e porti.

Le ferite causate dai terremoti di Reggio e Messina del 28 dicembre 1908 e della Marsica del13 gennaio1915 non erano ancora state sanate. Nonostante fosse stata ormai approvata un le-gislazione in materia di calamità naturali, in particolare per gli eventi sismici, che doveva con-sentire nelle intenzioni del legislatore di fissare regole per le ricostruzioni e definire compiti e ruo-li delle Amministrazioni pubbliche, i territori che in quei primi decenni del secolo scorso eranostati colpiti da terremoti attendevano la ricostruzione.

I paesi della Garfagnana non subirono sorte diversa. Il Regio Decreto Legge n. 1315/20 ave-va previsto termini e fissato provvedimenti a favore dei danneggiati ma, a parte coloro che ave-vano la disponibilità economica per affrontare in proprio la ricostruzione o riparazione degli edi-fici (ben pochi in quelle aree rurali di montagna), la gran parte della popolazione era rimastain attesa dei contributi da parte dello Stato, che tardavano ad arrivare.

La materia delle calamità pubbliche venne affrontata con risolutezza dalla Legge n. 2363del 27 settembre 1923 “Provvedimenti per le località danneggiate da terremoti successivi aquello del 13 gennaio 1915”, che riuniva in un provvedimento organico le diverse questionirimaste aperte, a cui il Governo di Mussolini voleva dare rapida soluzione. Inoltre, con il suc-cessivo Regio Decreto Legge n. 2089 del 23 ottobre 1924 “Norme tecniche ed igieniche di edi-lizia per le località colpite dal terremoto” furono introdotte nuove norme e regole per le co-struzioni nelle aree classificate sismiche.

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7 maggio 1481 Lunigiana VIII

magnitudo 5.4

La scossa danneggiò l’Alta Lunigiana, provo-

cando numerosimorti. A Fivizzano crollarono 17

case e circa 200 furono gravemente lesionate.

La scossa fu sentita fortemente a Lucca.

6 marzo 1740 Garfagnana VIII

magnitudo 5.7

Il terremoto colpì soprattutto la Garfagnana

ma l’area dei danni si estese anche a parte

della Versilia e Appennino modenese. I centri

più danneggiati furono Barga e suoi dintorni

dove ci furono tremorti, crollarono diverse case

e molte furono fortemente danneggiate.

23 luglio 1746 Garfagnana VII

magnitudo 5.3

Le località maggiormente danneggiate furono

quelle della Media valle del Serchio, Barga

e Castelnuovo Garfagnana. La sequenza

iniziò il 9 luglio e durò fino ad ottobre, par-

te della popolazione si trasferì in campagna

e costruì baracche.

21 gennaio 1767 Fivizzano VII

magnitudo 5.4

Il terremoto causò i danni più gravi a Fiviz-

zano dove ci furono gravi lesioni nelle abi-

tazioni e il crollo di molti comignoli oltre che

danni ad alcune chiese e edifici pubblici.

Si era nel periodo di carnevale ed i festeg-

giamenti vennero sospesi e sostituiti con riti

devozionali e penitenziali.

11 aprile 1837 Alpi Apuane IX-X

magnitudo 5.6

Il terremoto colpì il versante nordorientale del-

la Alpi Apuane al confine tra Lunigiana e Gar-

fagnana. La scossa causò gravi danni nei ter-

ritori di Fivizzano e Minucciano, dove si con-

tarono tre vittime. Fra i paesi più danneggiati

fu Ugliancaldo, dove crollarono quasi tutti gli

edifici, con cinque morti e 18 feriti.

I PRINCIPALI TERREMOTI STORICI IN TOSCANA

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la Regione Toscana attraverso lastruttura di coordinamento regio-nale della prevenzione sismica. Idocenti possono così inserire questitemi nei programmi didattici da sot-toporre agli studenti durante l’an-no scolastico. È seguita una gior-nata di formazione degli studentidelle classi quarte e quinte, a curadi funzionari del Dipartimento del-la Protezione Civile ed esperti. Sonostati approfonditi con i ragazzi iprincipi generali del rischio sismi-co e idrogeologico e sono state il-lustrate le modalità di compilazio-ne della scheda tecnica per la clas-sificazione degli edifici delle zone arischio.La sessione pratica si svolge neigiorni dell’esercitazione: gli aspi-ranti geometri censiscono gli edifi-ci in alcune zone prestabilite del-l’abitato cittadino, procedendo alrilevamento del numero e della ti-pologia degli edifici presenti in zo-na. Gli studenti, in questa fase, ac-compagnano gli esperti incaricatidi verificare la stabilità sismica de-gli edifici. Dalle rilevazioni degli stu-denti vengono tratte cartografie cherestano a disposizione dei comunie ad esse i comuni stessi possono at-tingere per programmare eventua-li interventi di consolidamento.

La Toscana è tra le regioni piùesposte al rischio idrogeologico

e sismico. In particolare le provin-ce di Massa-Carrara, Pistoia, Pisae Lucca sono sensibilmente espo-ste al rischio simico e presentano– come gran parte del territorio ita-liano – situazioni di criticità strut-turale degli edifici. Queste provincehanno un’alta densità abitativa edevono fare leva sulla prevenzioneper preservare le popolazioni daipericoli derivanti dai rischi. Eccoperché la Regione Toscana, nel-l’ambito di Terex 2010, ha promos-so un’iniziativa di sensibilizzazio-ne riguardo i temi del rischio si-smico e idrogeologico indirizzata aidocenti e agli studenti di alcuni isti-tuti per geometri delle province coin-volte nell’esercitazione. In partico-lare all’iniziativa hanno aderito gliistituti per geometri “Enrico Fermi”di Pistoia, “Luigi Campedelli” di Ca-stelnuovo in Garfagnana in provin-cia di Lucca e “Paolo Belmesseri”di Pontremoli, in provincia di Mas-sa-Carrara. L’iniziativa prevede unasessione teorica, precedente Terex,e una sessione pratica durante l’eser-citazione. I docenti degli istituitiaderenti hanno partecipato ad unagiornata di formazione sul rischiosismico e idrogeologico, curata dal-

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2Dal territorio

A scuola di rischio sismicoe idrogeologicoDalla Regione Toscana un’iniziativadi sensibilizzazione rivolta ai futuri geometri

Protezione CivileToscana:on-line il nuovo sitodel Sistema regionale

Da martedì 9 novembreè on-line il nuovo sito della

protezione civile della RegioneToscana, accessibile dalla homepage del sito web della Regionealla sezione “Emergenza esicurezza”.Il nuovo sito internet,all’indirizzowww.regione.toscana.it/protezionecivile, è una finestra sulSistema regionale di protezionecivile, con tante news einformazioni utili per ilcittadino, che spaziano dallanormativa al volontariato.Numerosi gli approfondimenti,che riguardano in particolare ilrischio sismico, il rischioidrogeologico, gli incendiboschivi e il tema dellasicurezza in mare e montagna.Accedendo alla sezione “Areariservata” e registrandosi, gliEnti Locali possono ricevere viamail materiale informativo eaccedere all’archivio documentiriservato.La fitta rete di associazionitoscane che operano nel settoredella protezione civile trova inquesto nuovo spazio web unostrumento di lavoro accessibilee completo.

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Costruire un percorsoformativo per i volontari di

protezione civile impegnati nellasalvaguardia dei beni culturaliin emergenza. È questol’obiettivo del corso “Ilvolontariato nella salvaguardiadel patrimonio culturale di rischinaturali – beni mobili”,organizzato dal Dipartimentodella Protezione Civile conLegambiente, in collaborazionecon il Comune e laSoprintendenza per i beniculturali di Lucca.

Il corso – che si è concluso il 13novembre con una esercitazione– ha guidato i volontariattraverso quattro moduliformativi dedicati al temaprotezione civile e salvaguardiadei beni culturali.Un percorso centrato, inparticolare, sull’analisi didegrado, vulnerabilità, tecnichedi primo intervento eaccorgimenti per il trasporto deibeni culturali mobili: dai dipintiai manufatti lignei e allesculture.

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Anche la Regione Marche coinvolge gli studentidegli istituti per geometri in un progetto per la va-

lutazione del rischio sismico nei 24 Comuni dellaVal d’Aso. Il Progetto Valdaso – promosso dalle Pro-vince di Ascoli Piceno e Fermo, con il coordinamen-to tecnico-scientifico della Regione Marche e del Di-partimento della Protezione Civile – è stato avviatolo scorso aprile ed è condotto a due livelli di appro-fondimento: un livello speditivo nei centri urbani eun livello di dettaglio nei centri storici. La pericolo-sità viene valutata solo a livello speditivo. Le valu-tazioni di vulnerabilità e di rischio sono uno stru-mento utile per la pianificazione urbanistica, la de-finizione di programmi di prevenzione sismica e la pre-disposizione o calibrazione dei piani di emergenza co-

munali. Attualmente, è in viadi completamento l’analisispeditiva dei 24 comuni ed èiniziata il 18 ottobre la fasedi analisi di dettaglio, conschedatura mediante palma-

re degli edifici dei centri storici. Gli studenti degli isti-tuti per geometri, formati e guidati da un tutor stan-no svolgendo un’esperienza di grande valore per laloro professionalizzazione. Inoltre, la raccolta deidati viene realizzata attraverso palmari collegati adun Sit – Sistema informativo territoriale. Questi ele-menti consentono di ottimizzare costi e tempi di rac-colta dati e di ottenere valutazioni del rischio si-smico a larga scala all’interno del campione. Lo sta-to di avanzamento della schedatura di dettaglio èaggiornato in tempo reale sul portale web della Re-gione Marche, www.regione.marche.it, dal quale sipuò accedere alle schede appena compilate, con-trollando anche a distanza l’attività delle squadreimpegnate sul campo.

Beni culturali e protezione civile:a Lucca un corso di formazione per il volontariato

Regione Marche:un progetto per la valutazionedel rischio sismicoOpportunità di formazione per gli aspiranti geometri

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dotti e i servizi forniti.Per rendere operativo il servizio de-dicato alle emergenze Gmes -Ers,nel 2009 è stato avviato il progettoSafer che punta a realizzare per la pri-ma volta la catena di produzione deiprodotti cartografici. Nel progetto,il coordinamento della “comunità diutenti” è affidato al Dipartimentodella Protezione Civile, che rappre-senta l’Italia, le Protezioni Civili de-gli altri Stati Ue – insieme a Franciae Germania – e la comunità umani-taria internazionale. Per la comuni-tà industriale italiana, partecipa lasocietà E-Geos e altre componentidella piccola-media industria na-zionalementre per la comunità scien-tifica, l’Istituto Nazionale di Geofi-sica e Vulcanologia e l’Universitàdegli Studi di Firenze.Il servizio Gmes-Ers, nella sua ver-sione pre-operativa, è già stato at-tivato e sperimentato in occasionedi numerosi eventi calamitosi o eser-citazioni, sia in Europa che nel re-sto del mondo. Ora è disponibile unaversione più evoluta del servizio cheprevede, oltre alla produzione di car-tografia di emergenza in tempo rea-le, la realizzazione di prodotti car-tografici in tempo differito su ri-chiesta degli utenti, a scopi di pre-visione e prevenzione. Per facilita-re gli utenti nella fruizione del ser-vizio, è nato il progetto Linker chemira alla definizione di procedure eapplicazioni di accesso a Gmes-Ersper i diversi utenti, sulla base delleproprie specificità.

Mettere a sistema glistrumenti di osservazione

della Terra per trasformare i datiraccolti in tutto il mondo ininformazioni preziose per la nostrasocietà, utili anche nella gestionedelle emergenze naturali eantropiche. È l’obiettivo delsistema mondiale di reti diosservazione della Terradenominato Geoss – Global earthobservation system of systemsche la cooperazione internazionalesi propone di creare.L’Unione Europea ha contribuito al-l’iniziativa lanciando nel 2001 il pro-gramma Gmes – Global monitoringfor environment and security checoordina l’uso delle tecnologie di os-servazione satellitare della Terra coni tradizionali sistemi di raccolta da-ti sul campo. Tra le sue applicazio-ni, il monitoraggio dell’ambientemarino (Gmes-Mcs), terrestre (Gmes-Lmcs) e la gestione delle emergen-ze (Gmes-Ers).Il programma Gmes, ideato circauna decina di anni fa, è diretto dal-la Commissione Europea e dall’AgenziaSpaziale Europea con il sostegno de-gli Stati Membri dell’Unione Euro-pea. Si avvale del lavoro congiuntodi tre comunità: la prima, a caratterescientifico, sviluppa metodologie dianalisi di dati satellitari; la secon-da, industriale, fornisce prodotti car-tografici; la terza, la “comunità diutenti”, individua le informazioniutili nella gestione delle emergenzee controlla, analizza, verifica i pro-

ProgrammaGmes:

immaginisatellitari eprotezione

civileProdotti cartografici

satellitari adisposizione del

Dipartimento dellaProtezione Civile per

la gestione delleemergenze e il

monitoraggio deirischi sul territorio.

È uno dei serviziofferti dal

programma Gmes,l’iniziativa europea

che integra itradizionali strumentidi monitoraggio della

Terra con letecnologie satellitari

30

2DalDipartimento

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Per la prima volta, in occasionedell’esercitazione Terex 2010,

tutte le componenti di attivazionedel servizio Gmes-Ers sonorappresentate e funzionanti inuno scenario di emergenza.Le funzioni di supporto attivatenella Dicomac allestita aViareggio possono richiedere intempo reale prodotti cartograficisatellitari. Una volta disponibili, èprevista la loro integrazione nelsistema cartografico già utilizzatodal Dipartimento – Gis e Webgis– per supportare con riferimenticartografici precisi le squadreimpegnate nell’attività dicensimento danni. È previstal’acquisizione di immaginisatellitari su quattro aree test:la Diga di Vagli, in cui devonoessere individuate le strutture ele infrastrutture danneggiate inuno scenario di eventoalluvionale; le due working areadi Camporgiano e Sillano dovedevono essere acquisite leimmagini dell’area in cui èprevisto l’abbattimento di duescuole in uno scenario di eventosismico; infine, semprenell’ambito del medesimoscenario, il Comune di Fivizzano ela struttura della Dicomac, in cuile squadre di censimento dannidevono verificare lo stato didanneggiamento degli edifici.

Diffondere le regole dicomportamento da adottare in

caso di scossa: è l’obiettivo diTerex 2010 – la Protezione Civilesei anche tu, iniziativa lanciataattraverso il sito internet delDipartimento della ProtezioneCivile, in concomitanza conl’esercitazione internazionale.Per partecipare all’iniziativa, bastacollegarsi al sito internet delDipartimento www.protezionecivile.it,scaricare il volantino con le regoledi comportamento e impegnarsi adiffonderlo. Il volantino può esserestampato e distribuito da chiunquelo desideri, e basta un click perinviarlo alla propria mailing list.Ogni adesione all’iniziativa è un

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Il servizio Gmes-Ers aTerex 2010

Nell’ambito del programma “Euro-Mediterraneo per la prevenzione, pre-parazione e risposta ai disastri naturali e provocati dall’uomo”, il Di-partimento italiano della Protezione Civile coinvolge le organizzazioni ei ministeri dei Paesi mediterranei e dell’area balcanica nell’esercitazio-ne Terex 2010.Dal 26 al 28 novembre le rappresentanze del programma EuroMed par-tecipano a Lucca all'esercitazione europea sulla gestione delle emergenzesismiche. I Paesi coinvolti prendono parte alle attività con cui vengonoverificate le procedure di coordinamento dei soccorsi internazionali in ca-so di terremoto, l’efficienza e l'efficacia del modello di coordinamento del-le squadre di soccorso europee.I partecipanti possono in questo modo identificare le priorità di azione incaso di terremoto e selezionare gli strumenti e le misure appropriate per ri-durre l’impatto di potenziali terremoti nei loro Paesi.

EuroMed: i Paesi mediterranei e dell’areabalcanica a Terex 2010

importante segno di cittadinanzaattiva, uno strumento dipartecipazione che rende ciascunodi noi soggetto e attore del Sistemadi protezione civile.Chi sa comportarsi in modoinformato in presenza di unasituazione di rischio è in grado diproteggere se stesso e chi locirconda.Impegnarsi a diffondere le normedi comportamento da adottare incaso di terremoto è, quindi, unpiccolo esercizio di consapevolezzache ogni cittadino può compierecontribuendo così in prima personaa divulgare una miglioreconoscenza del territorio e deirischi che lo caratterizzano.

Sai cosa fare in caso di terremoto?Aiutaci a diffondere le regole di comportamento

Page 34: Protezione Civile - Novembre/Dicembre 2010

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Il nuovo sitodella Protezione Civile,prossimamente sul web,

avrà un’interasezione dedicata

al magazine istituzionale

“Protezione Civile”è anche on-lineAccedi a www.protezione-civile.it e scarica la rivista informato pdf. Dal prossimonumero potrai approfondirei temi trattati anche sul si-to, con gallerie foto-video econtributi inediti in una se-zione dedicata.

Il sito del Dipartimentocambia vesteIl nuovo sito del Dipartimento della ProtezioneCivile sarà presto on-line all'indirizzo www.prote-zionecivile.gov.it, con servizi interattivi, graficae contenuti completamente rivisitati. Gli utentipotranno personalizzare l'home page e accederea sezioni più ricche e aggiornate sul Sistema diprotezione civile e sui Rischi.Per ciascun rischio sarà possibile approfondire leattività di protezione civile correlate – previsione,prevenzione, gestione dell'emergenza e post-emer-genza – la normativa di riferimento e i compor-tamenti corretti da adottare “in caso di”. E an-cora dossier tematici, schede tecniche, e uno spa-zio dedicato alle emergenze che hanno coinvoltoil Dipartimento e l'intero Servizio Nazionale sulterritorio nazionale ed estero.Una particolare attenzione è rivolta alle attivitàdi informazione e comunicazione: notizie e co-municati, gallerie fotografiche e video, eventi ecampagne istituzionali sono raccolti in un'unica se-zione che ospita anche il catalogo delle pubblica-zioni a cura del Dipartimento, comprese quelle di-sponibili on-line.

Presto on-lineil nuovo sito delDipartimentodella ProtezioneCivile all’indirizzowww.protezionecivile.gov.it

Uno spazio didiscussione

aperto aopinioni,

segnalazioni erichieste di

chiarimenti. Apartire dalprossimonumero, ilmagazine

“ProtezioneCivile” ospiterà

in questa paginai contributi dei

lettori. Inviate levostre mail allacasella di postamagazine@prote

zionecivile.it.

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