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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani...

Date post: 18-Feb-2019
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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Osservatorio Provinciale per il Turismo La stagione turistica invernale 2004/05 in Trentino
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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Osservatorio Provinciale per il Turismo

La stagione turistica invernale 2004/05

in Trentino

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Redazione testi Gianfranco Betta (a cura di): capp. 2, 5, 6, 7 Marco Franceschini: capp. 1 e Allegati Lorenza Tomaselli: capp. 3 e 4 Progetto grafico Asteria Editing Annamaria Sievers Lorenza Tomaselli Gabriele Turri

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Premessa La stagione turistica invernale 2004/05 in Trentino si è chiusa positivamente, evidenziando una

crescita di arrivi e presenze nelle strutture ricettive: oltre 5.800.000 pernottamenti negli alberghi e nel

comparto ricettivo complementare, cui si aggiungono circa 5 milioni di presenze stimate negli alloggi

privati e nelle seconde case.

Il Trentino invernale rappresenta nell’immaginario italiano “la settimana bianca” per eccellenza, una

destinazione preferita dal pubblico nazionale ma anche con una quota significativa di domanda

turistica europea, con consensi crescenti in aree emergenti, a cominciare dai Paesi dell’Est Europa.

Pur prevalendo largamente la componente italiana, con un periodo medio di permanenza tra i quattro

e i cinque giorni, i turisti stranieri rappresentano quasi un terzo del totale, con permanenze medie di

poco superiori ai cinque giorni.

I turisti italiani provengono per la maggior parte da tre bacini fondamentali. In primo luogo dalla

Lombardia, che presenta ancora buone prospettive di crescita. In secondo luogo dal Lazio e quindi

dalle regioni del Nord Est, con l’Emilia Romagna in testa. Ma flussi in costante crescita si registrano

anche dalle Regioni del Nord Ovest e dalle regioni del Centro Italia, soprattutto dalla Toscana.

Per quanto riguarda i mercati esteri, va evidenziato come la Germania conservi di gran lunga il

primato tra i mercati esteri del Trentino invernale (su questo mercato il Rapporto dell’Osservatorio

presenta uno specifico approfondimento). Scendono anche altri mercati storici come il Belgio, l’Olanda

e l’Austria. Emergono invece con grande evidenza la Polonia e la Repubblica Ceca, ma anche,

seppur ad una grande distanza, Slovenia, Croazia e perfino la più lontana Russia.

C’è da registrare il buon successo del Trentino invernale anche sui mercati del Regno Unito e

dell’Irlanda, per la maggior parte interessati da un turismo intermediato.

Valle di Fassa e Val di Sole, ma soprattutto Fiemme, sono gli ambiti dove le presenze straniere si

concentrano, a differenza di Campiglio e Rendena dove prevale nettamente la componente nazionale.

La situazione invernale del Trentino appare dunque complessivamente positiva.

Questo non toglie però la consapevolezza di dover porre una costante attenzione ad aspetti di vario

genere: da quelli strutturali, al confronto competitivo con altre realtà, alla minore propensione alla

spesa degli ospiti, ad alcuni nodi che riguardano la viabilità sia nei centri abitati che sulle strade di

accesso alle località turistiche.

Sebbene le ricerche e le indagini di mercato evidenzino una tendenza nazionale in calo verso la

pratica dello sci, la situazione e l’analisi dei molti dati disponibili inerenti gli inverni turistici trentini non

sembra andare nella medesima direzione. Importante è comunque considerare l’insieme dei

vacanzieri invernali che frequentano il Trentino non come un gruppo omogeneo, garantendo ad

ognuno soddisfazione ai propri bisogni e aspettative, in quanto non tutti sono sciatori, anche se

costoro rappresentano la stragrande maggioranza di chi frequenta il Trentino d’inverno.

Diversi sono i comportamenti di chi scia: si va da un approccio quasi agonistico alle sciate tranquille,

che impegnano solo una parte della propria giornata di vacanza.

Tra coloro che non praticano lo sci alpino, si trovano turisti attivi (sia in forma moderata e che

praticano passeggiate ed escursioni sulla neve con o senza ciaspole o lo sci di fondo; che con

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modalità più intense, amanti dello sci alpinismo o dell’ice climbing); ma anche turisti che prediligono

vacanze più riposanti e che non disdegnano di apprezzare cultura, arte, enogastronomia, o momenti

di wellness e benessere in strutture ricettive attrezzate allo scopo.

Il prodotto trentino invernale dovrà quindi sempre più sapersi caratterizzare per un’offerta ricca ed

integrata, capace di soddisfare le molteplici esigenze di una clientela molto variegata al proprio

interno.

Il Rapporto dell’Osservatorio che qui viene presentato contiene altri approfondimenti e affronta una

serie di altre tematiche connesse al turismo invernale.

In primo luogo una comparazione con alcune destinazioni competitor del Trentino (Alto Adige, Tirolo,

e Comprensorio montano veneto) con le quali (soprattutto con Alto Adige e Veneto) è peraltro

necessario trovare opportune forme di collaborazione e cooperazione, peraltro già in atto in ambito

privato, basti pensare all’esperienza di Dolomiti Superski.

Un approfondimento specifico, oltre che al mercato tedesco è dedicato anche al mercato italiano, dal

quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal

prodotto neve e dalla stagione invernale, che risultano più importanti della stessa stagione estiva.

Gli italiani che vanno in vacanza scelgono soprattutto l’estate; chi va in montagna pure; chi invece

viene in Trentino è più numeroso in inverno che in estate, anche se la permanenza estiva è più lunga

di quella invernale.

Un altro capitolo riporta i principali risultati riguardanti una ricerca condotta sui maestri di sci, sulle

competenze ad essi richieste e sui loro fabbisogni formativi. Sono oltre 2.000 i maestri di sci praticanti

in Trentino e rappresentano quindi una componente importante dell’offerta invernale, uno dei primi

interlocutori che l’ospite incontra nella sua vacanza.

Un approfondimento è dedicato anche alla proposta di pacchetti e al turismo intermediato, in costante

crescita negli ultimi anni.

Tiziano Mellarini Assessore all’agricoltura, commercio e turismo

Provincia Autonoma di Trento

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REPORT | dicembre 2005 | 5 |

PREMESSA ............................................................................................................................................ 2 1. L’INVERNO TURISTICO IN TRENTINO.................................................................... 11

1.1 Italiani e stranieri in Trentino, durante la stagione invernale. Tipologie ricettive e

permanenze ................................................................................................................. 12 1.2 Alcune considerazioni sul movimento turistico proveniente dalle regioni italiane . 13 1.3 Alcune considerazioni sull’andamento dei mercati esteri del Trentino invernale .. 18

1.3.1 Gli ospiti stranieri, nei vari ambiti................................................................... 19 1.4 Il peso della componente straniera per ambito...................................................... 23 1.5 Un approfondimento. Germania, un mercato speciale.......................................... 27

1.5.1 Sviluppi e tendenze del mercato tedesco...................................................... 27 1.5.2 I turisti tedeschi in Trentino............................................................................ 29 1.5.3 Le vacanze del turista tedesco nel nord Italia e nelle Alpi ............................ 32 1.5.4 Le conclusioni della ricerca N.I.T. in merito al comportamento turistico dei

tedeschi .................................................................................................................. 33 1.6 Ma che accade negli ambiti? ................................................................................. 34

1.6.1 Le città, la loro cultura e i loro monti.............................................................. 34 1.6.2. I giganti bianchi............................................................................................. 34 1.6.3 San Martino ed il Primiero nel mezzo............................................................ 34 1.6.4 I “pesi medi” al massimo................................................................................ 35 1.6.5 Le cento altre situazioni................................................................................. 35 1.6.6 Qualche considerazione in merito alla durata del soggiorno nei vari ambiti . 36

2. LA SPESA DEI TURISTI NELLA STAGIONE INVERNALE 2004-2005 IN PROVINCIA DI TRENTO ............................................................................................... 39

2.1 Spesa media giornaliera e composizione del paniere di spesa ............................ 39 2.2 Una quantificazione della spesa totale .................................................................. 42

3. LA STAGIONE INVERNALE 2004/05 IN ITALIA E PRESSO ALCUNI COMPETITOR................................................................................................................ 45

3.1 Italia ....................................................................................................................... 45 3.2 Alto Adige............................................................................................................... 45 3.3 Tirolo ...................................................................................................................... 47 3.4 Comparto Montano Veneto.................................................................................... 48 3.5 Valle d’Aosta.......................................................................................................... 49 3.6 L’andamento dei mercati europei occidentali ed orientali in Trentino, Alto Adige e

Tirolo nell’inverno 2004/05........................................................................................... 51 3.6.1 Mercati Europa occidentale ........................................................................... 51 3.6.2 Mercati Europa Orientale............................................................................... 52 3.6.3 Mercato Italia ................................................................................................. 54 3.6.4 Alcune considerazioni di sintesi..................................................................... 54

SOMMARIO

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REPORT | dicembre 2005 | 6 |

4. STAGIONE INVERNALE 2004/05 E IMPIANTI DI RISALITA .................................. 57 4.1 Il prodotto neve: caratteristiche e utilizzo delle piste ............................................. 57 4.2 Impianti di risalita e ricettività................................................................................. 64 4.3 Impianti di risalita e ricettività................................................................................. 68 4.4 Utilizzo effettivo degli impianti di risalita. ............................................................... 70

5. COMPETENZE E FABBISOGNI FORMATIVI DEI MAESTRI DI SCI....................... 73 5.1 La ricerca. Gli obiettivi ........................................................................................... 74 5.2 Il metodo ................................................................................................................ 75 5.3 Risultati dell’indagine ............................................................................................. 76 5.4 Discussione e conclusioni...................................................................................... 88

6. UNA RICERCA EURISKO SUL TRENTINO E LE SUE POTENZIALITÀ TURISTICHE .................................................................................................................. 91 7. TURISMO INTERMEDIATO NELLA STAGIONE INVERNALE IN TRENTINO...... 105

7.1. Il pacchetto turistico organizzato ........................................................................ 105 7.1.1 Turismo intermediato in Trentino................................................................. 106

7.2 Pacchetti turistici nella stagione invernale 2004/05............................................. 109 7.2.1 Raccolta dati e catalogazione...................................................................... 110

7.3 Analisi dei dati raccolti ......................................................................................... 110 7.3.1 Oscillazione di prezzo dei pacchetti turistici ................................................ 112 7.3.2 Alcuni dati dei pacchetti turistici venduti in Trentino.................................... 114

ALLEGATI................................................................................................................................................. TABELLE AGGIORNAMENTO DATI, GRAFICI DI RIEPILOGO E COMMENTI.............................. 117 ALLEGATO I............................................................................................................................................. TABELLE AGGIORNAMENTO DATI, GRAFICI DI RIEPILOGO E COMMENTI.................................... MOVIMENTO TURISTICO SEMESTRE INVERNALE 2004-05 – TOTALE PROVINCIALE............. 119 ALLEGATO II ............................................................................................................................................ TABELLE AGGIORNAMENTO DATI, GRAFICI DI RIEPILOGO E COMMENTI.................................... MOVIMENTO TURISTICO SEMESTRE INVERNALE 2004-05 PER AMBITO................................. 127 ALLEGATO III ........................................................................................................................................... TABELLE AGGIORNAMENTO DATI, GRAFICI DI RIEPILOGO E COMMENTI.................................... MOVIMENTO TURISTICO SEMESTRE INVERNALE 2004-05 PER STATO ESTERO ................... 179 ALLEGATO IV .......................................................................................................................................... TABELLE AGGIORNAMENTO DATI, GRAFICI DI RIEPILOGO E COMMENTI.................................... MOVIMENTO TURISTICO SEMESTRE INVERNALE 2004-05 PER REGIONE ITALIANA............. 229

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REPORT | dicembre 2005 | 7 |

Grafico 1: Composizione del “paniere” della spesa turistica invernale in Trentino nella stagione

1999/00 e 2004/05........................................................................................................................ 40 Grafico 2: Composizione del “paniere” della spesa turistica invernale in Trentino nella stagione

1999/00 e 2004/05........................................................................................................................ 40 Grafico 3: Distribuzione campione per aree individuate........................................................................ 75 Grafico 4: Classi di età .......................................................................................................................... 77 Grafico 5: Titolo di studio....................................................................................................................... 77 Grafico 6: Specializzazione posseduta ................................................................................................. 77 Grafico 7: Altra occupazione svolta....................................................................................................... 77 Grafico 8: Ripartizione reddito conseguito fra attività di maestro e altre attività eventualmente svolte 78 Grafico 9: Tipologia dell’occupazione svolta ......................................................................................... 78 Grafico 10: Difficoltà riscontrate nella gestione di altra occupazione.................................................... 78 Grafico 11: Ripartizione tempo insegnamento ...................................................................................... 78 Grafico 12: Importanza assegnata alle capacità operative ................................................................... 79 Grafico 13: Importanza assegnata alle capacità didattiche................................................................... 79 Grafico 14: Ripartizione importanza competenze ................................................................................. 80 Grafico 15: Differenze maestro sci e agonista professionista ............................................................... 80 Grafico 16: Ripartizione tempo lavoro tra scuola di sci e libera professione ........................................ 80 Grafico 17: Identificazione con l’immagine corrente del maestro di sci ................................................ 80 Grafico 18: Scostamento dall’immagine corrente del maestro di sci .................................................... 81 Grafico 19: Influenza dell’immagine corrente del maestro di sci........................................................... 81 Grafico 20: Aggiornamento come opportunità di sviluppo .................................................................... 81 Grafico 21: Interesse verso l’ aggiornamento........................................................................................ 81 Grafico 22: Importanza dell’aggiornamento .......................................................................................... 82 Grafico 23: Acquisizione capacità soggettive........................................................................................ 83 Grafico 24: Capacità soggettive versus capacità tecniche.................................................................... 83 Grafico 25: Eventi critici......................................................................................................................... 83 Grafico 26: Si sono avuti modelli di riferimento..................................................................................... 84 Grafico 27: La scelta professionale di maestro di sci è stata influenzata ............................................. 84 Grafico 28: Situazione di stanchezza .................................................................................................... 85 Grafico 29: Cooperazione difficile con i colleghi ................................................................................... 86 Grafico 30: Autovalutazione come maestro di sci ................................................................................. 86 Grafico 31: Calo valutazione sociale professione ................................................................................. 86 Grafico 32: Un professionista deve dare ............................................................................................... 86 Grafico 33: Come dovrebbe comportarsi un maestro di sci professionista........................................... 87 Grafico 36: E’ importante conoscere tutte le esigenze del cliente? ...................................................... 87 Grafico 37: Le vacanze di almeno 7 gg – il peso dell’estate e dell’inverno........................................... 91

INDICE DELLE FIGURE

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REPORT | dicembre 2005 | 8 |

Grafico 38: I bisogni ed i desideri della vacanza: analisi dei target ...................................................... 93 Grafico 39: I principali motivi di scelta del soggiorno in Trentino – estate e inverno ............................ 93 Grafico 40: Le principali ragioni ostative all’andare in montagna in inverno ......................................... 94 Grafico 41: Le principali ragioni ostative all’andare in montagna in estate ........................................... 95 Grafico 42: La desiderabilità media delle diverse località di vacanza: frequenza Trentino .................. 96 Grafico 43: Il profilo d’immagine della montagna d’inverno visto dai vari target ................................... 96 Grafico 44: Il profilo d’immagine della montagna d’inverno visto dai vari target ................................... 97 Grafico 45: Il profilo d’immagine della montagna d’estate visto dai vari target ..................................... 98 Grafico 46: Il profilo d’immagine della montagna d’estate visto dai vari target ..................................... 99 Grafico 47: Il profilo d’immagine del mare visto dai vari target ............................................................. 99 Grafico 48: Il profilo d’immagine del mare visto dai vari target ........................................................... 100 Grafico 49: La desiderabilità media delle diverse località montane delle principali regioni-nazioni:

campione frequentatori Trentino................................................................................................. 101 Grafico 50: Il profilo d’immagine del Trentino visto dai vari target ...................................................... 101 Grafico 51: Il profilo d’immagine del Trentino visto dai vari target ...................................................... 102 Grafico 52: Il profilo d’immagine dell’Alto Adige visto dai vari target .................................................. 102 Grafico 53: Il profilo d’immagine dell’Alto Adige visto dai vari target .................................................. 103 Grafico 54: Il profilo d’immagine della Valle d’Aosta visto dai vari target............................................ 103 Grafico 55: Il profilo d’immagine della Valle d’Aosta visto dai vari target............................................ 104 Grafico 56: Le attività che spingerebbero a fare una vacanza in Trentino.......................................... 104 Grafico 57: Distribuzione percentuale posti letto alberghieri per categoria......................................... 108 Grafico 58: Serie storica arrivi turistici invernali in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05) ..... 122 Grafico 59: Serie storica presenze turistiche invernali in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05)

.................................................................................................................................................... 122 Grafico 60: Serie storica arrivi turistici invernali in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -2004/05)

.................................................................................................................................................... 123 Grafico 61: Serie storica presenze turistiche invernali in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -

2004/05)...................................................................................................................................... 123 Grafico 62: Serie storica permanenza media invernale in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -

2004/05)...................................................................................................................................... 124 Grafico 63: Serie storica permanenza media invernale in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05)

.................................................................................................................................................... 124 Grafico 64: Arrivi certificati per ambito ................................................................................................ 177 Grafico 65: Presenze certificate per ambito ........................................................................................ 177 Grafico 66: Arrivi certificati per stato estero ........................................................................................ 227 Grafico 67: Presenze certificate per stato estero ................................................................................ 227 Grafico 68: Arrivi invernali certificati per regione italiana di provenienza............................................ 247 Grafico 69 Presenze invernali certificate per regione italiana di provenienza .................................. 247

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REPORT | dicembre 2005 | 9 |

Tab 1: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di percentuale) – solo movimento

certificato....................................................................................................................................... 24 Tab. 2: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di presenze straniere) – solo

movimento certificato.................................................................................................................... 24 Tab. 3: Spesa media giornaliera pro-capite .......................................................................................... 39 Tab. 4: Spesa media giornaliera pro-capite per tipo d'alloggio ............................................................. 41 Tab. 5: Spesa media giornaliera pro-capite per tipo d'alloggio: composizione percentuale ................. 41 Tab. 6: Stima della spesa totale per tipologia ricettiva.......................................................................... 43 Tab. 7: Arrivi e presenze invernali in Alto Adige per nazione di provenienza ....................................... 45 Tab. 8: Arrivi e presenze invernali in Tirolo per nazione di provenienza .............................................. 47 Tab. 9: Presenze mercati europei occidentali – semestre invernale 2004/05 ...................................... 51 Tab. 10: Presenze mercati europei orientali – semestre invernale 2004/05......................................... 53 Tab. 11: Incrementi assoluti flussi provenienti dai Paesi dell’Est (2001/02-2004/05)........................... 53 Tab. 12: Mercato Italia semestre invernale 2004/05 ............................................................................. 55 Tab. 13: Sciatori sulle piste ................................................................................................................... 57 Tab. 15: Rapporto tra biglietti per frazione di giornata e biglietti giornalieri .......................................... 59 Tab. 16: Prodotto neve: rapporto tra abbonamenti settimanali e giornalieri (da 2000/01 a 2004/05)... 60 Tab. 17: Prodotto neve: rapporto tra plurigiornalieri e abbonamenti settimanali .................................. 61 Tab. 18: Numero di skipass settimanali (6 o 7 giorni) venduti mensilmente......................................... 62 Tab. 19: Rapporto mensile tra settimanali e giornalieri – stagione 2004/05 – valori percentuali.......... 63 Tab. 20: Prodotto neve: un quadro di sintesi......................................................................................... 63 Tab. 21: Stagione invernale 2004/05: dati sull’accesso agli impianti .................................................... 65 Tab. 22: Portata oraria impianti di risalita e numero di letti per ambito turistico ................................... 68 Tab. 23: Rapporto tra portata oraria impianti di risalita e numero letti per ambito turistico .................. 69 Tab. 24: Tasso di utilizzo effettivo impianti di risalita ............................................................................ 70 Tab. 25: Dati per campionamento ......................................................................................................... 75 Tab. 26: Dati per campionamento ....................................................................................................... 108 Tab. 27: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di presenze straniere) – solo

movimento certificato.................................................................................................................. 111 Tab. 28: Prezzi medi per aree relativi alle diverse stagionalità ........................................................... 114 Tab. 29: Griglia da completare dai vari operatori turistici.................................................................... 114 Tab. 30: Semestre invernale 2004/05: flussi turistici per ambito turistico (solo movimento certificato)

.................................................................................................................................................... 176 Tab. 31: Riepilogo flussi in ordine decrescente di arrivi...................................................................... 176 Tab. 32: Riepilogo flussi in ordine decrescente di presenze............................................................... 176 Tab. 33: Movimento turistico principali targhe estere inverno 2004/05 e confronto con anno

precedente (in ordine decrescente di presenze certificate)........................................................ 226 Tab. 34: Movimento turistico certificato regioni italiane – semestre invernale 2004/05...................... 246

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REPORT | dicembre 2005 | 10 |

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REPORT | dicembre 2005 | 11 |

1. L’INVERNO TURISTICO IN TRENTINO

La stagione invernale 2004/05 del Trentino

turistico si è chiusa segnando valori positivi,

superiori a quelli registrati nella stagione

invernale precedente. Non si registrano

crescite appariscenti, ma la presenza di valori

positivi è diffusa sia tra le aziende alberghiere

che tra gli esercizi complementari a flusso

certificato.

Gli alberghi segnano un incremento dell’1,0%

negli arrivi, per un totale di oltre 1milione e

115mila, mentre le presenze crescono di un

più interessante 2,2%, equivalente a circa

112mila pernottamenti in più, toccando così

quota 5.088.818. Non ci sono accorciamenti

della vacanza, caratteristica positiva, questa,

confermata ormai da tempo negli alberghi del

Trentino.

La permanenza media negli alberghi è stata,

nel periodo invernale, mediamente di 4,6

giornate, con valori più interessanti nei mesi di

febbraio e marzo, periodo di settimane bianche

e festività.

Nel comparto ricettivo complementare, assai

meno rilevante rispetto al ben più consistente

comparto alberghiero, gli arrivi sono cresciuti di

un modesto 0,5%, percentuale identica a

quanto registrato dalle presenze, che in totale

raggiungono quota 783mila.

La permanenza media nel complementare

certificato è di 5,7 pernottamenti, un valore

interessante nel periodo invernale.

Sommando i flussi dell’intero comparto ricettivo

certificato si ottengono oltre 1milione 253mila

arrivi, per un incremento complessivo dello

0,9%, mentre le presenze sono in questo caso

5milioni 872mila, equivalenti ad un 2,0% in più

della stagione precedente.

La permanenza media è per il comparto

certificato trentino di 4,7 pernottamenti.

Volendo dare una sintetica occhiata anche ai

flussi, stimati, riguardanti gli alloggi privati e le

seconde case, si possono notare valori

praticamente coincidenti con quelli dell’inverno

precedente: si tratta di oltre 5,1 milioni di

pernottamenti, per una durata media di 6,9

giornate.

Una volta di più, quindi, i dati generali

presentano una situazione invernale del

Trentino che appare piuttosto solida e

comunque complessivamente positiva. Questo

non toglie certo la consapevolezza e

l’attenzione da problemi di vario genere ed

origine: da quelli strutturali, alle difficoltà del

confronto competitivo, soprattutto con

concorrenti come l’Alto Adige, alle difficoltà

economiche, riguardanti la propensione alla

spesa degli ospiti, ai nodi riguardanti la

viabilità; ma non si può negare che l’inverno

dia quasi sempre al Trentino turistico

importanti segnali di gradimento ed

affermazione. Questo gradimento complessivo

lo si ritrova sia sul mercato nazionale, che

interpreta e premia il Trentino d’inverno come

“la settimana bianca italiana”, parafrasando la

nota definizione di Trentino come “montagna

italiana” per eccellenza, preferita dal pubblico

nazionale e da una discreta parte della

domanda turistica europea. Oggi il Trentino

esprime una certa difficoltà con alcuni

interlocutori “storici”, come vedremo meglio più

avanti, ma raccoglie grandi consensi in aree

emergenti, a cominciare dall’Est Europa.

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REPORT | dicembre 2005 | 12 |

1.1 Italiani e stranieri in Trentino, durante la stagione invernale. Tipologie ricettive e permanenze

Gli ospiti italiani, riferendoci anche in questo

caso ai flussi certificati, quelli registrati perciò

nelle strutture quali gli alberghi e gli alloggi

complementari, continuano a costituire anche

nell’inverno 2004/05 la maggioranza del

movimento turistico in Trentino, ma la

percentuale degli ospiti stranieri rappresenta

ormai un’entità notevole, all’interno del turismo

provinciale.

Durante l’inverno 2004/05 gli arrivi degli

stranieri negli alberghi sono stati oltre 340mila,

un valore pari al 30,5% del movimento totale

registrato in questo tipo di alloggio, che è

complessivamente di oltre 1milione 115mila,

mentre le presenze alberghiere, 1.755.561,

rappresentano il 34,5%, una percentuale

ancora superiore su un totale, comprensivo

quindi degli italiani, che è di 5milioni 89mila.

Gli italiani si fermano negli alberghi trentini per

un periodo che è mediamente di 4,3 giornate;

gli stranieri soggiornano in queste strutture

ricettive un po’ più a lungo della media, che è

di 4,6 giornate, arrivando a 5,0 pernottamenti

nella stagione invernale in esame.

Questo è un aspetto interessante anche in

termini di declinazione strategica dell’attività di

promozione e commercializzazione dell’intero

sistema di accoglienza turistica della provincia

e delle singole realtà aziendali.

Nelle strutture complementari, quindi

anch’esse certificate nei flussi, gli stranieri

registrano 42.574 arrivi, il 30,9% del totale del

comparto complementare, che arriva a quasi

138mila arrivi, mentre le presenze, poco meno

di 264mila, sono il 33,7% del totale, che è di

oltre 783mila.

La durata della vacanza si attesta su un valore

medio di 5,7 giornate, ma se quella degli ospiti

di provenienza nazionale è di 5,5

pernottamenti, quella degli ospiti provenienti

dall’estero è mediamente di 6,2 giornate,

davvero un buon valore.

Sommando i due comparti certificati nei flussi

si ottiene un totale di oltre 1milione 253mila

arrivi, di cui 383mila sono arrivi stranieri, che

equivalgono ad un 30,6% del movimento,

mentre le presenze, oltre 2milioni 19mila, per

gli stranieri, su un totale di 5milioni 872mila,

sono il 34,4%.

Gli italiani si fermano mediamente 4,4

pernottamenti, gli stranieri 5,3, mentre la media

provinciale del comparto certificato è di un

soggiorno di 4,7 giornate.

Gli stranieri, quindi, sono ormai piuttosto

numerosi in Trentino durante la stagione

invernale, con permanenze medie interessanti,

superiori a quanto registrato dagli ospiti di

provenienza nazionale, che dal canto loro

continuano a costituire la colonna portante

dell’intero inverno in provincia.

Volendo esaminare anche i flussi stimati, quelli

cioè riferiti agli alloggi privati ed alle seconde

case, in totale quasi 743mila arrivi e 5milioni

88mila presenze, si trovano percentuali

registrate dai vacanzieri italiani molto più

elevate, si pensi che il movimento straniero

stimato in questo caso rappresenta soltanto il

5,9% degli arrivi (che sono stimati in meno di

44mila) ed un analogo 5,9% anche nelle

presenze (stimate in poco meno di 300mila).

La durata stimata della vacanza in questo tipo

di strutture è mediamente di 6,9 giornate, con

un valore appena inferiore per quanto riguarda

gli stranieri: si tratta di 6,8 pernottamenti.

Se si procede effettuando la somma dei flussi

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REPORT | dicembre 2005 | 13 |

certificati con i flussi risultato di stime, si

arriverebbe a sfiorare 1milione 996mila arrivi e

i 10milioni 960mila presenze.

Gli arrivi italiani sarebbero in questo caso il

78,6%, contro il 21,4% degli stranieri, mentre

le presenze nazionali rappresenterebbero il

78,8%, contro il 21,2% di quelle registrate dagli

stranieri.

La vacanza in questo caso dura mediamente

5,5 giornate; gli stranieri si attestano su un

valore appena inferiore, 5,4 pernottamenti.

1.2 Alcune considerazioni sul movimento turistico proveniente dalle regioni italiane

Le dinamiche mostrate in Trentino dai turisti

provenienti dalle varie regioni italiane mostrano

flussi di arrivi e presenze ben diversi.

Non è agevole individuare costanti comuni o

spiegazioni agli andamenti dei vari mercati

turistici all’interno di una destinazione e non lo

è nemmeno nel caso delle regioni italiane più

conosciute, per il Trentino, ma spiegare le

diversità è almeno altrettanto complicato.

Tentiamo comunque un’esposizione ragionata

della stagione invernale 2004/05.

E’ senza dubbio importante, iniziando,

ricordare come anche in questa stagione la

Lombardia abbia conquistato il primo posto

nella classifica per regioni, con 178.636 arrivi e

654.297 presenze. Il risultato, il primo posto, è

sotto gli occhi di tutti, ma è anche importante

notare come in una stagione invernale

complessivamente “tranquilla” per il mercato

italiano, all’interno della ricettività certificata la

domanda lombarda abbia registrato

percentuali di crescita interessanti, non tanto

per i valori percentuali, +3,3% negli arrivi e

+2,4% nelle presenze, ma più che altro perché

i valori di crescita sono conquistati da una

regione che molti osservatori ritengono

“acquisita” e che invece, come già visto più

volte anche in un passato recente attraverso

l’applicazione di semplici ma non banali ed

inusuali indici di penetrazione, l’ampia

popolazione lombarda può garantire ancora

crescite concrete al Trentino turistico, come

confermano peraltro i già esposti valori proprio

in una stagione che abbiamo definito non

vivace, positiva ma “tranquilla”. Un’altra

considerazione: la Lombardia era reduce da un

inverno 2003/04 nel quale era cresciuta con

valori tra il +7,1% degli arrivi ed il +5,3 delle

presenze. Non è quindi “al massimo” né

tantomeno avaro, questo grande bacino di

domanda costituito dalla vicina Lombardia.

Forse l’unico aspetto poco brillante di questo

mercato regionale è la durata del soggiorno, si

tratta soltanto di 3,7 pernottamenti, pochi

rispetto ai 4,4 della media provinciale.

Tralasciando per un momento il classico ordine

per grandezza decrescente del flusso di

presenze, è interessante notare come non

soltanto la Lombardia, ma tutto il blocco

regionale del nord-ovest stia mostrando nella

stagione in esame degli andamenti

interessanti, complessivamente positivi: anche

il Piemonte, la piccola Valle d’Aosta e la

Liguria crescono. Il primo, dopo una stagione

precedente di discreta crescita, aumenta

ancora gli arrivi in Trentino del 4,5% - si tratta

complessivamente di 28.341 - mentre le

presenze, 107.147, tengono, con il +0,1%. La

Valle d’Aosta cresce dell’1,8% negli arrivi, che

arrivano così a 908 e del 4,3% nelle presenze,

in totale 2.568, dopo una stagione precedente

che l’aveva vista perdere il 6,1% nelle

presenze in Trentino. La Liguria, bacino

piuttosto consistente per il Trentino invernale,

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REPORT | dicembre 2005 | 14 |

è il più consistente di questo terzetto e con

30.303 arrivi, si tratta peraltro di un modesto

+0,7% in più, consolida una stagione 2003/04

caratterizzata da crescita interessante; le

presenze, quasi 173mila, crescono del 2,1%,

valore anch’esso apprezzabile, soprattutto

perché successivo ad una precedente crescita,

si trattava in questo caso del 6,3% in più.

Breve sia la permanenza dei piemontesi, 3,8

giornate, sia quella, veramente contenuta, dei

valdostani, che si segnalano per la durata

minima: 2,8 giornate. La vacanza dei liguri in

Trentino è al contrario motivo di ulteriore

soddisfazione ed attenzione, dal momento che

da 5,6 giornate, valore già alto, la stagione in

oggetto ritocca il dato, portandolo a 5,7.

Non è facile interpretare correttamente i flussi,

come già detto, ma non c’è dubbio che mercati

che si potevano ritenere acquisiti, come la

Lombardia, oppure più lontani e difficilmente

conquistabili, come il Piemonte e soprattutto la

Valle d’Aosta e ancora, per altri versi, la

Liguria, regione quest’ultima da tempo di

successo in Trentino, possano invece crescere

ancora, anche durante stagioni dove la

domanda nazionale, peraltro positivamente,

cresce poco e a molti osservatori non

sembrerebbe quindi una situazione

particolarmente favorevole per ulteriori

aumenti. Tra l’altro, tranne la Liguria, in

momenti di “non-crescita” queste regioni

potrebbero tranquillamente, almeno in via

teorica, rivolgersi alle “montagne interne, di

casa”.

Un’altra considerazione. Sempre in merito alla

domanda ligure, il Trentino turistico potrebbe

forse rinnovare qualche attenzione di ordine

promozionale e commerciale nei suoi confronti:

promuovere il Trentino in Liguria con maggior

vigore di quanto avvenga attualmente potrebbe

risultare interessante, vista la permanenza

media dei liguri, da sempre alta, analoga a

quella degli ospiti che affrontano trasferimenti

ben più impegnativi, si vedano a questo

proposito i dati, ad esempio, dei pugliesi, che a

differenza dei siciliani difficilmente si servono

dell’aereo, spostandosi in auto, come fanno i

liguri, per raggiungere le località turistiche della

provincia di Trento.

Consideriamo ora un'altra realtà che preme

evidenziare: il Lazio è in grande evidenza, sia

nei valori assoluti, si tratta di quasi 97mila arrivi

e poco meno di 590mila presenze, ma anche

in ragione della lunga vacanza di 6,1 giornate;

è, il Lazio, il secondo bacino regionale per il

Trentino invernale, e si mette in buona luce

anche in questa stagione sia per le crescite,

+2,8% gli arrivi, +2,5% le presenze, sia perché

si proveniva da un inverno 2003/04 in discreto

aumento e non era quindi così scontato

l’ulteriore, seppur non forte, incremento, sia

anche, infine, perché nell’Italia centrale non si

può certo dire sia presente una crescita

omogenea o comunque diffusa.

In merito al resto dell’Italia centrale, infatti, la

situazione vede la Toscana, bacino

consistente non soltanto per entità ma anche

per durata del soggiorno, 4,9 giornate, con

quasi 75mila arrivi, in crescita dello 0,7% e

poco meno di 364mila presenze, aumentare

queste dell’1,3%; le Marche perdere l’1,0%

negli arrivi, 45.518 in totale, mentre le

presenze quasi 212mila, scendono dell’1,5%,

con una permanenza di 4,7 giornate; l’Umbria,

regione dalla popolazione numericamente

contenuta, ha visto in Trentino oltre 21mila

arrivi, un valore appena inferiore a quello

dell’inverno precedente, si tratta infatti dello

0,4% in meno, mentre le presenze, oltre

118mila, sono il 4,4% in più, con il risultato

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finale di realizzare una durata media del

soggiorno di 5,6 pernottamenti, valore

decisamente interessante; l’Abruzzo perde, pur

nelle contenute dimensioni dei flussi, il 4,5%

degli arrivi (sono 11.100) ed il 6,8% delle

presenze (ferme a 57.782), per una

permanenza media di 5,2 pernottamenti, un

buon valore; il Molise invece, come si diceva, è

in tutt’altra situazione, visto che il modesto

numero di arrivi, 1.596, è comunque in crescita

del 9,2% e le presenze, 8.406, sono il 7,0% in

più della stagione invernale precedente, con

un risultato finale riguardante la permanenza di

5,3 giornate, un buon valore.

Come si vede, non è ragionevole, molto

probabilmente, interpretare l’andamento dei

flussi turistici prendendo come riferimento

l’Italia centrale, che pure avrebbe denominatori

in comune, a cominciare dalle distanze da

percorrere, da parte dei turisti, rispetto alle

località trentine, per continuare con alcune

aree, dove il reddito pro capite è piuttosto

simile, i riferimenti ai competitor invernali sono

gli stessi, si pensi alle località sciistiche

appenniniche, non poche e spesso

“omogeneamente” deboli nell’offerta ed altro

ancora. Le differenze, però, come si diceva,

sono notevoli.

Se il Lazio, per il Trentino, è il secondo bacino

regionale invernale (ma soltanto per presenze,

data la lunga permanenza media), è il Nord-

Est del Paese quello che permette di integrare

robustamente i grandi flussi provenienti dalla

vicina Lombardia e dal più lontano e centrale –

nel nostro territorio nazionale – Lazio.

In Emilia Romagna, la regione più occidentale

del Nord-Est, i vacanzieri che amano il

Trentino d’inverno non mancano. Terza

regione in ordine di presenze (gli arrivi,

147.205, sono in realtà molti di più di quelli

provenienti dal Lazio, secondo in classifica

soltanto per presenze), vede nell’inverno in

esame, dopo che nella stagione precedente si

erano registrate crescite davvero apprezzabili,

gli arrivi in diminuzione dell’1,7%; le presenze,

547.300, invece, sostanzialmente tengono, dal

momento che il valore di riferimento è un -

0,1% rispetto all’anno precedente. La crescita

passata, quindi, si consolida, non appare una

situazione insoddisfacente. La durata media

del soggiorno degli emiliano-romagnoli nel

comparto ricettivo certificato è di sole 3,7

giornate, un valore sensibilmente inferiore a

quello medio, di 4,4, già di per sé non molto

lungo.

Proseguendo nell’area nord-orientale del

Paese incontriamo il Veneto, mercato di

prossimità davvero importante per il Trentino,

quarto bacino regionale invernale per il

sistema turistico. Gli arrivi, dopo una stagione

2003/04 davvero brillante, sono 113.406 e

flettono di un debole 0,5% (erano

precedentemente cresciuti addirittura

dell’8,5%), mentre le presenze, meno di

384mila, perdono un contenuto 0,7%: si tratta

anche in questo caso di una situazione non

certo realmente preoccupante, considerando

che si era reduci da un aumento del 7,5%. La

permanenza media dei veneti, confinanti come

i lombardi per gran parte del territorio trentino,

è di sole 3,4 giornate.

Il Friuli Venezia Giulia, una domanda in realtà

poco sviluppata in Trentino, reduce peraltro da

notevoli incrementi, nella stagione invernale in

esame scende, fortunatamente in percentuali

inferiori a quanto erano quelle, positive, che

avevano caratterizzato la bella crescita alla

quale si faceva riferimento per il confronto: con

un -6,0% negli arrivi, fermi a quota 14.493 e

poco meno di 55mila presenze, pari al -5,2%,

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si chiude così l’inverno 2004/05 per quanto

riguarda questo bacino. La permanenza media

è poco interessante, come spesso accade per

le regioni non lontane: si tratta di 3,8

pernottamenti solamente.

Il Trentino: il movimento interno alla provincia

stessa, dopo buoni valori di crescita

nell’inverno scorso, mostra segnali

contrastanti, visto il calo negli arrivi, si tratta in

totale di 17.460, equivalenti al 6,5% in meno

ed a 74.181 presenze, l’1,9% in più. Quasi in

media la durata della permanenza degli ospiti

del comparto a flussi certificati, quindi, per certi

versi, curiosamente superiore a quanto

registrato dal rapporto tra arrivi e presenze di

ospiti vicini come i veneti o i lombardi: nel caso

degli ospiti trentini si tratta di 4,2

pernottamenti.

L’Alto Adige, non certo molto presente con i

suoi vacanzieri nelle strutture dell’ospitalità

certificata nei flussi della provincia trentina,

dopo le discrete crescite registrate nella

stagione precedente, ripete nella sostanza il

valore precedente, dal momento che con 6.314

arrivi segna una variazione dello 0,4% in

meno, ma con 20.694 presenze prosegue

invece la tendenza positiva, con un valore in

crescita del 7,5%, dopo il +3,3% dell’inverno

precedente. La permanenza media è di 3,3

giornate, quindi ridotta ma per certi versi

curiosamente superiore a quella dei valdostani,

lontani e con belle montagne a disposizione

anche loro, che, come abbiamo avuto modo di

vedere, hanno il peggior risultato in questo

senso: 2,8 giornate.

Ed allora, che dire di questo Nord-Est, peraltro

assai eterogeneo, estendendosi dall’area

appenninica romagnola fino a Trieste, per finire

poi al Brennero passando per Cortina

d’Ampezzo? Forse il Nord-Est è una forzatura

economico-geografica, macro segmentazione

chiesta dal marketing, che riunisce realtà

territoriali eterogenee.

L’Emilia Romagna flette, ma di pochissimo, il

Veneto sostanzialmente tiene, il Trentino e

l’Alto Adige aumentano le presenze, che sono

poi quelle che “pesano” in termini economici,

nel breve; soltanto il piccolo e “lontano” Friuli

Venezia Giulia perde in termini evidenti, ma

non certo disastrosi. Il tutto, dopo un inverno

precedente, quello 2003/04, nel quale nel

complesso queste regioni italiane avevano

registrato crescite anche notevoli.

Perché questa tenuta del Nord-Est? Forse

perché è una macroregione con elevati livelli di

reddito, che ha saputo parzialmente difendersi

dalla negativa congiuntura economica. L’area

nord-orientale del Paese trova nel Trentino

invernale ancora una buona risposta alla

domanda di “montagna italiana” che permetta

anzitutto uno sci di qualità, senza confronti se

poi parliamo della parte trentina confinante con

Alto Adige e bellunese, ma anche una

montagna che si sta progressivamente

attrezzando culturalmente e dal punto di vista

dei prodotti-servizi per soddisfare

maggiormente quegli ospiti reali e potenziali

che non mettono lo sci al centro della loro

vacanza, ma soltanto come attività da fare

“assieme” ad altre, e che, sempre “assieme”,

fanno la complessiva esperienza-vacanza.

Ed ora, avviandoci al termine del breve

approccio per macro-segmentazioni, il Sud e le

Isole. La situazione, come ragionevolmente

prevedibile, non è affatto omogenea, perché

situazioni di tenuta, incrementi ora lievi, ora

elevati, flessioni e qualche crisi più pesante si

alternano senza una chiara o comunque facile

possibilità di lettura interpretativa.

La Campania, la più settentrionale del gruppo,

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ma non certo l’unica portatrice di una forte

realtà – anche – metropolitana, si pensi a

Napoli, vede aumentare un poco i suoi arrivi, si

tratta dell’1,1% (sono ora 22.189) in Trentino

anche dopo la stagione invernale precedente,

durante la quale gli arrivi erano cresciuti del

7,1% e le presenze avevano più

modestamente ripetuto il valore precedente,

con un’oscillazione dello 0,1% in più; in questo

caso, invece, le presenze riprendono a

crescere e lo fanno del 5,6%, arrivando a

quota 127.077. Un andamento, quindi, tutto

sommato contrario, con gli arrivi fermi e le

presenze che ripartono.

La permanenza media è più che buona, si

tratta di 5,7 giornate, un valore superiore alla

media di 4,4 pernottamenti e più vicino alle

classiche settimane bianche.

Più a est, la Basilicata presenta un andamento,

peraltro in assoluto molto contenuto, assai

curioso: gli arrivi in Trentino, soltanto 2.655,

crescono però del 25,1%, mentre le presenze,

13.453, perdono il 5,7%. A risentirne, di questa

strana situazione, è anche la permanenza

media degli ospiti, che prima era di ben 6,7

pernottamenti, quindi molto interessante per il

sistema dell’accoglienza anche in senso

allargato, come spesso accade con le lontane,

in termini relativi all’Italia, regioni del Meridione

ed ora invece si riduce drasticamente,

fermandosi a 5,1 giornate.

La Puglia, importante domanda turistica del

meridione italiano per il Trentino invernale,

soprattutto per quanto riguarda la città di Bari e

la sua provincia, dopo un inverno 2003/04

interlocutorio, flette di un contenuto -1,4% negli

arrivi, che si fermano a 23.953, ma registra un

+1,8% nelle presenze, che sono così di poco

oltre le 153mila, un po’ il contrario di quanto

era avvenuto in precedenza (si era trattato

nella stagione invernale precedente del +2,8%

negli arrivi e del -1,6% nelle presenze),

contribuendo così a mantenere la sensazione

di una effettiva stazionarietà.

La nota, consolidata vacanza lunga della

domanda pugliese trova conferma: da 6,2

giornate, valore elevato, si passa per l’inverno

in oggetto a 6,4 pernottamenti, migliorando il

dato già molto buono.

Scendendo più a sud, la Calabria presenta,

non soltanto per il Trentino, un mercato

limitato, come noto, ma registra anche un

pesante calo: infatti, dopo l’inverno in crescita

vissuto nella stagione 2003/04, in quest’ultimo

si registra un calo del 15,9% negli arrivi, con

sole 6.683 unità; le presenze, meno di 38mila,

perdono un quasi analogo, quindi pesante,

14,3%.

Resta buona la permanenza media, con 5,6

pernottamenti.

La Sicilia, dopo il buon andamento della

stagione invernale precedente, si segnala per

un contenuto calo, si tratta dell’1,7% in meno,

degli arrivi, fermi a quota 12.671, mentre le

presenze, 86.390, crescono di un apprezzabile

4,8%, in controtendenza rispetto agli arrivi.

Come si vede, dopo Puglia e Campania, la

Sicilia è per il Trentino d’inverno il terzo

mercato del sud, com’era prevedibile.

Quest’andamento degli arrivi e delle presenze

rafforza il già elevato valore della durata del

soggiorno, che passa così dai già notevoli 6,4

pernottamenti a 6,8, il valore più elevato

registrato dalla domanda regionale italiana.

La Sardegna, che pesa turisticamente per il

Trentino in termini decisamente inferiori a

quanto non avvenga per la popolosa Sicilia,

conferma sostanzialmente il dato precedente,

con un +0,8% negli arrivi, che sono 6.795 e

sono conseguenti ad una stagione invernale di

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REPORT | dicembre 2005 | 18 |

sensibile aumento; con 40.616 presenze, si

perde al contrario un peraltro contenuto 1,8%

rispetto all’inverno precedente, che anche in

questo caso, come negli arrivi, era stato

portatore di aumenti vicini al 9% e quindi non

facilmente superabili.

Da 6,1 giornate di soggiorno si scende a 6,0

pernottamenti, un valore comunque

decisamente rilevante rispetto alla media

nazionale, che come detto più volte è di 4,4

giornate.

Concludiamo questa parte di analisi con il

residuo valore inerente il “movimento italiano

non specificato”, che conta 7.255 arrivi, in

crescita del 4,4%, mentre le presenze, 27.195,

salgono del 3,2%.

Questo movimento residuo registra una

permanenza media di 3,7 giornate.

Come si è visto l’area meridionale ed insulare

non è un insieme omogeneo né tantomeno

affrontabile, almeno in questo caso in esame,

con chiavi di lettura e minimi comuni

denominatori agevoli: gli aumenti si affiancano

alle diminuzioni, non soltanto tra le regioni, ma

anche all’interno delle regioni stesse; la durata

del soggiorno in Trentino, è vero, è sempre

superiore alla media di 4,4 pernottamenti, ma

si va dai 5,1 della Basilicata ai 6,8 della Sicilia,

dalle 153mila presenze pugliesi alle 13.453

della Basilicata, per non parlare degli indicatori

di reddito pro capite, non affrontati ovviamente

in questa analisi ma molto significativi nella

loro grande diversità.

Campania, Puglia e Sicilia crescono nelle

presenze; Basilicata, Calabria e Sardegna

scendono nelle presenze. Comunque sia la

difficile situazione del sud, le regioni che

possiedono grandi città quali Napoli, Bari,

Palermo sono forse favorite verso il Trentino

invernale. Di certo ad esempio Matera o

Nuoro, Catanzaro e Reggio Calabria vivono

dinamiche socio economiche diverse da Bari,

Napoli o Palermo e questa può essere, seppur

banale, una tra le corrette chiavi di lettura, dal

momento che è cosa nota il fatto che le grandi

città costituiscano spesso bacini di utenza più

sensibili alla “fuga” in montagna per qualche

giorno di sport o relax, oltre che presentare

comunque una certa quota di persone abbienti

e “culturalmente” – nell’accezione turistica del

termine – più propense a muoversi.

Una cosa è certa: la situazione socio

economica italiana, a dir poco critica, non

favorisce coloro che hanno discrete o buone

possibilità economiche, quindi la realtà

meridionale del Paese, ben più in difficoltà del

settentrione, non può certo non risentirne in

termini negativi.

Si potrebbe con questo anche concludere che i

risultati, oltre ad essere positivi, seppur con

incrementi lievi, sono ottenuti in anni difficili per

l’intero Paese e che quindi vanno ponderati

anche da questo punto di vista.

1.3 Alcune considerazioni sull’andamento dei mercati esteri del Trentino invernale

Continua in modo sempre più evidente il

cambio, il passaggio di testimone tra vecchi e

nuovi bacini di utenza: scende sensibilmente la

Germania, che pure conserva di gran lunga il

suo primato tra i mercati esteri del Trentino

invernale, con flussi davvero importanti.

Scendono anche altri mercati storici come il

Belgio, ma ancor di più l’Olanda e l’Austria, da

sempre frequentanti il Trentino turistico,

soprattutto la prima, nella stagione invernale.

Emergono invece con grande evidenza la

Polonia e la Repubblica Ceca, ma anche,

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seppur ad una grande distanza, la Slovenia, la

Croazia e perfino la lontana Russia. E’ un

segno positivo ormai quasi “sicuro” per il

Trentino, quello registrato dai mercati orientali.

Ritornando ad occidente, c’è da registrare il

notevole successo del Trentino invernale sui

mercati del Regno Unito e dell’Irlanda e qui è il

caso di ricordare anche che questi due bacini

sono praticamente in toto caratterizzati

dall’intermediazione commerciale.

Dispiace la negatività del dato svedese e

quello dell’”incondizionabile” Francia, che in

Trentino è sempre stata un mercato difficile,

sia d’inverno che d’estate.

Ma non sono queste le uniche dinamiche,

perché tra i mercati in forte crescita, seppur

con valori assoluti assai più contenuti, ma con

percentuali d’incremento molto vivaci, troviamo

anche l’Irlanda, che già dall’estate 2004 si era

messa in evidenza.

Diverse, anche di molto, sono le permanenze

in Trentino, sia in rapporto alle formule ricettive

prescelte, ma, è cosa ai più nota, sia in merito

alle nazioni di provenienza, elemento questo

più rilevante ai fini di una attenta progettazione

strategica e di un’attività promo-informativa

efficace per il Trentino invernale. I paesi

dell’Est sono premianti anche in questo senso,

al confronto con la Germania o l’Austria, per

citare due – pur ben diversi per altri aspetti –

classici mercati di lingua tedesca.

Queste prime considerazioni di tipo “numerico-

statistico” sono poi da affiancare ad altre

informazioni di natura economica, più ostiche

nel reperimento, dove i nuovi paesi che si sono

presentati sulla scena non brillano, in genere,

per capacità di spesa, anche se pure queste

considerazioni variano anche di molto tra

nazione e nazione, si pensi ai russi a

Campiglio ed ai polacchi che magari

pernottano in Valle di Non e sciano in Valle di

Sole, facendo i pendolari con il pullman.

La distribuzione dei flussi per stelle alberghiere

aiuta in termini relativi, perché ad un’apparente

“normalità” che vede distribuirsi il pubblico

dell’Est nei tre e quattro stelle con percentuali

notevoli, paragonabili a quelle dei “vecchi”

mercati occidentali, si affianca la ben differente

politica di prezzo praticata dagli imprenditori ed

inoltre la “pesante” variabile della distribuzione

sul calendario stagionale, contraddistinta dalla

ricerca di settimane bianche a prezzi più bassi.

Turismo auto-organizzato ed intermediato, alta

e bassa stagione, prezzi e sconti si

intersecano con i diversi bacini di utenza in

una notevole gamma di combinazioni che

permettono a chi è bravo di fare un marketing

di successo, al servizio di una soddisfazione

del cliente che si tramuta in profitto

interessante, ma non mancano anche le

situazioni di difficoltà, dove il prezzo tende a

scendere, nella ricerca pericolosa di riempire le

aziende che hanno costi fissi alti, erogando

servizi e proponendo prodotti che risentono

pesantemente di questo duro confronto

competitivo che, giocato solo sui prezzi,

comporta pesanti rischi a partire dal breve-

medio periodo.

1.3.1 Gli ospiti stranieri, nei vari ambiti

In merito agli ambiti trentini in rapporto alla

presenza di turismo straniero a flussi certificati,

emergono situazioni e risultati interessanti,

assai diversificati tra aree.

La Valle di Fassa, che forse qualche

appassionato osservatore poteva attendersi un

poco più in evidenza rispetto alla percentuale

assoluta di ospiti stranieri, si tratta del 33,8%

delle presenze (è soltanto il 6° posto in

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REPORT | dicembre 2005 | 20 |

classifica per quanto riguarda il puro dato

percentuale), un valore seppur di pochissimo

inferiore alla media provinciale, che è del

34,4%, registra comunque una tale mole di

presenze da registrare una grande prestazione

in termini numerici assoluti: si tratta di quasi

476mila (su un totale di quasi 1milione

407mila) presenze nel solo comparto a flussi

certificati, per quanto riguarda la clientela

straniera.

Per completezza possiamo ricordare che gli

arrivi sono oltre 73mila (su un totale di

262.552), il 27,9% del totale certificato, un

valor inferiore alla media provinciale degli arrivi

stranieri, che è del 30,6%.

Su valori assoluti numericamente elevati si

trova anche la Valle di Sole, che con Pejo e

Rabbi costituisce un comprensorio, sciistico e

non solo, molto esteso ed importante, sia per i

valori in gioco, si pensi alle oltre 415mila

presenze totali certificate, che per le quote

percentuali di ospiti esteri alloggiati nelle

strutture: gli arrivi stranieri sono il 34,4%, pari a

64.771 su 188.374, mentre le presenze estere

sono caratterizzate da un valore un po’

superiore, si tratta del 37,7%, equivalenti a

oltre 415mila su un totale di quasi 1milione

102mila; se non di molto, quindi, si tratta di

valori superiori alla media provinciale, che

vede così quest’area piazzarsi anche al quarto

posto in termini di percentuale di presenze

straniere.

In Valle di Fiemme, seconda in ordine di

importanza in rapporto alle presenze estere, la

percentuale sugli arrivi stranieri sul totale

certificato è del 42,1% (si tratta di 47.702 su

113.396), un valore davvero elevato, ma il

valore delle presenze sorprende non soltanto

per la percentuale ancor più alta, ma anche

perché superiore alla soglia, non soltanto

psicologica, del cinquanta per cento. Si tratta

infatti del 51,9%, un valore che, tra l’altro, non

sarà forse una sorpresa per molti osservatori,

non per i più attenti. Al di là del fortissimo dato

percentuale inerente gli ospiti stranieri, in

assoluto, le presenze straniere sono

comunque numerose: si tratta di quasi

297mila, su un totale di 571.281.

Così, la “sorprendente” dimensione turistica

estera della Valle di Fiemme ripropone con

forza l’internazionalizzazione di parte del

movimento turistico invernale trentino. Dopo

tanto invocare ed auspicare, oltre che

promuovere, una maggiore apertura, i risultati

confermano auspici e sforzi fatti. Che tutto ciò

sia poi avvenuto secondo modalità soltanto

auspicate o perseguite intenzionalmente,

questo è certamente un altro discorso,

meritevole senza dubbio di approfondimento,

ma la realtà è ormai questa.

L’ambito nel quale gli italiani sono molto meno

numerosi al confronto con il volume dei flussi

provenienti dall’estero è da sempre quello

gardesano: due arrivi e due presenze su tre

sono, nel Garda trentino, appannaggio di ospiti

stranieri. Per la precisione, il 65,7% degli arrivi

ed il 67,3% delle presenze totali (pari a

361.272) sono generate da turisti esteri. Si

tratta, com’è evidente, di una situazione

assolutamente eccezionale, storicizzata.

I dati numerici di arrivi e presenze, però, non

sono in assoluto così grandi, sviluppati, dal

momento che sono, i primi, 76.434 su 116.254,

mentre le seconde sono 243mila su 361mila; il

Garda trentino, quindi, si trova soltanto al

quarto posto nella classifica provinciale

ottenuta tenendo come parametro la

numerosità assoluta delle presenze. Da

sottolineare inoltre che buona parte di questi

arrivi e presenze si concentrano nei mesi, già

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REPORT | dicembre 2005 | 21 |

primaverili per il Garda, di marzo e aprile.

Quello di Madonna di Campiglio, Pinzolo e

Valle Rendena è un ambito trentino molto

importante per vari motivi, a cominciare dalla

notorietà e dalla bellezza straordinaria

dell’ambiente, per proseguire con la diffusa

impiantistica e l’estesa capacità di ospitare i

turisti, ma quando si tratta di turismo estero,

quest’area non è presente con forza

particolare, tutt’altro. Il movimento nell’area

appare molto italiano e da sempre l’inverno

della Rendena non è particolarmente orientato

ai bacini di utenza straniera. La gran quantità

di alloggi privati e di seconde case, poi, anche

volendo analizzare il comparto ricettivo non

certificato, peraltro qui non preso in

considerazione, non è un incentivo o un

segnale di disponibilità “strutturale” in questo

senso. Il risultato del comparto certificato, per

entrare in merito, è di un 19,6% per quanto

riguarda le presenze straniere e di un 23,5%

nelle presenze, rispetto al totale.

Se però guardiamo i numeri assoluti, l’area si

guadagna comunque una quinta posizione in

classifica, visto che gli arrivi stranieri sono,

anche se percentualmente poco incisivi sul

totale, 23mila su un totale di 117.566, mentre

le presenze sono 137mila, su un totale di poco

meno di 582mila, valori quindi di un certo peso.

L’ambito di Trento, grazie al flusso cittadino ma

anche a quello, in ripresa, del Monte Bondone,

si guadagna un buon posto tra le aree a

vocazione o, comunque, ad effettiva buona

presenza turistica straniera. Se ci si trova in

una situazione più “normale” con gli arrivi

stranieri, 27.500, che corrispondono al 31,7%

del totale (86.695), un buon valore ma non

troppo fuori media, le presenze si attestano

invece su una percentuale sensibilmente più

forte, responsabile quindi del buon

piazzamento: si tratta del 38,7% del

movimento certificato, cioè 115.417 su un

totale di poco inferiore alle 298mila.

L’ambito di Trento, con le oltre 115mila

presenze straniere, è al sesto posto in

classifica tra le aree turistiche provinciali.

Nell’ambito della Paganella - Dolomiti di Brenta

la situazione è in qualche modo particolare:

alla buona affermazione di mercato, registrata

da tempo in inverno, non corrisponde in

quest’area una percentuale elevata di turismo

estero, tant’è vero che gli arrivi stranieri sono

soltanto il 20,9% del totale certificato (si tratta

di 19.195 su un totale di 92mila), mentre le

presenze estere, comunque quasi 110mila,

procuranti così all’area il settimo posto in

classifica per movimento numerico assoluto,

sono soltanto il 23,6% del totale (che è di

465.457 presenze), un valore abbondan-

temente al di sotto della media provinciale, che

è del 34,4%. La buona situazione spesso

registrata in quest’ambito, quindi, è

sostanzialmente dovuta al buon dialogo con il

pubblico italiano degli sciatori e di una certa

quota di ospiti praticante altre attività.

San Martino di Castrozza e Primiero: un

ambito, questo, con un nome “storico”,

turisticamente importante, con un buon

movimento turistico italiano che lo considera

positivamente da lunghissimo tempo, ma con

uno flusso davvero scarso di turisti provenienti

dall’estero. Questa è la situazione che appare

dall’analisi dei dati, almeno quelli riportanti gli

arrivi e le presenze nelle strutture dell’ospitalità

a movimento certificato. Gli arrivi invernali

stranieri, 9.686, sono soltanto il 12,3% del

totale registrato, che è di 78.797, mentre

soltanto di poco più elevato, si tratta del

15,8%, è il valore percentuale delle presenze

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REPORT | dicembre 2005 | 22 |

estere, che sono 59mila, su un movimento

totale di 373.629.

Sugli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna

il movimento estero è piuttosto contenuto nei

numeri, come raccontano chiaramente i dati

del comparto ricettivo certificato: gli arrivi esteri

sono soltanto il 14,0%, si tratta in assoluto di

8.218 arrivi dall’estero su un totale di 58.633,

mentre le presenze straniere, 50.748, sono il

20,2% del totale, che è di 251.692, grazie

evidentemente ad una discreta permanenza

media. La sensazione è che le cose in

quest’ambito potrebbero anche cambiare un

po’, ma va prima di tutto verificato da un lato

l’aspetto della volontà imprenditoriale nell’area

in questo senso, dall’altro il sistema di

promozione e commercializzazione fin qui

adottato e le sue eventuali opportune

modifiche.

Un’area che da sempre dialoga con vari bacini

di domanda estera, anche d’estate, è la

Valsugana, ambito che in effetti presenta una

percentuale di arrivi stranieri (che sono

nell’inverno in esame 11.872 su un totale di

34.844) superiore alla media provinciale, si

tratta del 34,4% (ricordiamo che la media è in

questo caso del 30,6%), mentre le presenze

estere, 34.315, corrispondenti al 33,7% del

movimento totale (che è di 101.903),

rappresentano un valore percentuale di poco

inferiore alla media provinciale e, per fare un

paragone, praticamente identico a quello della

Valle di Fassa.

In sostanza, buone percentuali, ma movimento

straniero numericamente non caratterizzato da

elevati valori assoluti.

L’ambito di Rovereto è un’area che unisce

ospitalità e stimoli cittadini a proposta

ambientale, sia in termini di montagna che di

agricoltura e di attività ad essa connesse, in

primis la nota attività vitivinicola. La capacità

dell’ambito di Rovereto di attrarre movimento

straniero non è però forte, tant’è vero che nel

movimento certificati i flussi di arrivi esteri,

8.005, sono soltanto il 22,2% del totale, che è

di 36.127 e le presenze straniere, 27.432, un

quasi analogo 23,0% (il totale delle presenze è

di 119.385). Anche in numeri assoluti, come si

vede, si trovano valori modesti.

Neppure la contiguità territoriale con il Garda,

destinazione assai frequentata dagli stranieri,

sembra avere più di tanto un’importanza in

questo senso.

Il contenuto movimento invernale della Valle di

Non trova modo di mettersi in evidenza non

tanto per il 24,8% di arrivi stranieri certificati,

valore sotto la media provinciale, che, lo

ricordiamo, è del 30,6%, ma piuttosto per la

quota di presenze straniere che è del 34,0%,

un valore che sfiora la media provinciale del

34,4%, frutto però, quest’ultima, di una serie di

valori provenienti da numerose aree forti ed

orientate all’ospitalità invernale certo più di

quanto non sia la pur volenterosa Anaunia.

I numeri assoluti sono bassi: gli arrivi

dall’estero sono soltanto 5.173 su 20.884,

mentre le presenze da essi generate sono

26.614, su un totale di 78.359.

Le Zone fuori Ambito sono in una situazione

poco interessante, per quanto concerne la

capacità di attrarre e trattenere gli ospiti

stranieri, come dimostrano chiaramente i dati:

gli arrivi esteri sono il 20,5% del totale (si tratta

di 5.115 su un totale di 25mila), mentre le

presenze straniere, meno di 19mila su un

totale di 82.361, sono il 23,0%. L’unica nota

“non negativa” potrebbe essere quella

riguardante il trovarle comunque davanti ad

aree turisticamente ed “istituzionalmente”

molto più forti ed importanti. Una precisazione

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REPORT | dicembre 2005 | 23 |

è però importante: questo insieme delle “Zone

fuori Ambito” è al suo interno molto vario,

quindi situazioni come quella ad esempio della

Valle di Ledro si mescolano numericamente

con altre come le Giudicarie o la Valle dei

Mocheni, aree dove le presenze estere sono

tra loro ben diverse sia nei numeri assoluti che

nelle percentuali rispetto al totale dei flussi

registrati.

Il piccolo - soprattutto nell’entità dei movimenti

turistici - ambito di Pinè e della Valle di

Cembra si rivela forse meno debole, in termini

di presenza estera, almeno in termini

percentuali, di quanto magari si potrebbe

supporre, dato che sia sull’Altopiano che nella

contigua Valle di Cembra non manca un certo

movimento legato ad attività sportive ed al

passaggio del turismo itinerante. Gli arrivi

esteri sono però in assoluto soltanto 2.229, pur

rappresentando il 29,1% del totale (7.663),

mentre le presenze straniere, 6.900, davvero

pochissime, valgono il 26,1% del totale dei

pernottamenti effettuati, che sono 26.459.

Nell’ambito Terme di Comano – Dolomiti di

Brenta la vocazione è da molto tempo

consolidata verso il turismo nazionale, non

ultimo il motivo legato all’offerta curativa che

Comano propone con intuibili, oggettive

maggiori difficoltà nel rivolgersi ad un pubblico

estero, al confronto di quanto può avvenire

rivolgendosi al pubblico nazionale; tutto

questo, poi, lo si può affermare anche senza

entrare nell’intricato contesto dei rimborsi

sanitari che, sempre più difficili da giustificare

ed ottenere, non favoriscono certo rapporti a

canale “lungo” e complesso, come certamente

sarebbero quelli intrattenuti con un pubblico di

utenza estera. Gli arrivi stranieri, 438, sono

soltanto il 5,0% del totale certificato (8.822),

così come il 5,0% sono le presenze, in

assoluto 1.829 su 36.885.

Nell’ambito turistico del Lagorai, Valsugana

orientale e Tesino le situazioni sono difficili un

po’ da tutti i punti di vista ed anche nel caso

della presenza di turismo estero i valori sono

come c’era da attendersi assai poco

confortanti: gli arrivi esteri, 377, sono il 6,8%

del totale, che è di 8.822, un valore davvero

minimo, mentre le presenze, 951, sono

addirittura meno: si tratta del 5,9% del totale

certificato, che è di 16.225.

1.4 Il peso della componente straniera per ambito

In merito alla presenza di turismo estero in

ogni ambito, sono possibili diversi approcci. Se

si guarda il semplice indice percentuale

inerente le presenze straniere, allora la

classifica è quella evidenziata nella tabella 1.

Come si può vedere, ambiti molto importanti

nel movimento straniero si mescolano, grazie

all’approccio per semplice percentuale, ad altre

aree dove, al di là del peraltro utile indice in

oggetto, la realtà numerica, intesa come

numero assoluto dei turisti stranieri, è davvero

contenuta.

Se invece si adotta una classifica per entità

numerica dei flussi esteri, le cose si fanno in

buona parte diverse ed ulteriormente

interessanti.

In questo caso, come si vede, la Valle di Fassa

guadagna il primo posto in classifica, con quasi

476mila presenze. Al secondo posto troviamo

l’ambito delle Valli di Sole, Pejo e Rabbi, con

oltre 415mila presenze, al terzo la Valle di

Fiemme, con 296.700. Se i primi tre posti per

presenze straniere sono conquistati da località

orientate allo sci, o comunque alla

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Tab 1: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di percentuale) – solo movimento certificato

TOTALE STRANIERI

peso stranieri su tot TOTALE GENERALE

Ambito arrivi presenze % arrivi % presenze arrivi presenze

Garda Trentino 76.434 242.995 65,7% 67,3% 116.254 361.272

Valle di Fiemme 47.702 296.700 42,1% 51,9% 113.396 571.281

Trento 27.500 115.417 31,7% 38,7% 86.695 297.890

Valli di Sole, Peio e Rabbi 64.771 415.157 34,4% 37,7% 188.374 1.100.708

Valle di Non 5.173 26.614 24,8% 34,0% 20.884 78.359

Valle di Fassa 73.227 475.799 27,9% 33,8% 262.552 1.406.727

Valsugana 11.872 34.315 34,1% 33,7% 34.844 101.903

Altopiano di Piné e Valle di Cembra 2.229 6.900 29,1% 26,1% 7.663 26.459

Dolomiti di Brenta – Altop. Paganella 19.195 109.678 20,9% 23,6% 91.961 465.457

Madonna di C.- Pinzolo - Val Rendena 22.985 136.938 19,6% 23,5% 117.566 581.837

Rovereto 8.005 27.432 22,2% 23,0% 36.127 119.385

Zone fuori ambito 5.115 18.920 20,5% 23,0% 24.989 82.361

Altip.di Folgaria, Lavarone e Luserna 8.218 50.748 14,0% 20,2% 58.633 251.691

San Martino di Castrozza e Primiero 9.686 59.016 12,3% 15,8% 78.797 373.629

Lagorai - Valsugana Orientale - Tesino 377 951 6,8% 5,9% 5.560 16.225

Terme di Comano - Dolomiti di Brenta 438 1.829 5,0% 5,0% 8.822 36.885

TOTALE 382.927 2.019.409 30,6% 34,4% 1.253.117 5.872.069

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

Tab. 2: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di presenze straniere) – solo movimento certificato TOTALE

STRANIERI peso stranieri su tot TOTALE

GENERALE

Ambito arrivi presenze % arrivi % presenze arrivi presenze

Valle di Fassa 73.227 475.799 27,9% 33,8% 262.552 1.406.727

Valli di Sole, Peio e Rabbi 64.771 415.157 34,4% 37,7% 188.374 1.100.708

Valle di Fiemme 47.702 296.700 42,1% 51,9% 113.396 571.281

Garda Trentino 76.434 242.995 65,7% 67,3% 116.254 361.272

Madonna di C.- Pinzolo - Val Rendena 22.985 136.938 19,6% 23,5% 117.566 581.837

Trento 27.500 115.417 31,7% 38,7% 86.695 297.890

Dolomiti di Brenta – Altop. Paganella 19.195 109.678 20,9% 23,6% 91.961 465.457

San Martino di Castrozza e Primiero 9.686 59.016 12,3% 15,8% 78.797 373.629

Altip.di Folgaria, Lavarone e Luserna 8.218 50.748 14,0% 20,2% 58.633 251.691

Valsugana 11.872 34.315 34,1% 33,7% 34.844 101.903

Rovereto 8.005 27.432 22,2% 23,0% 36.127 119.385

Valle di Non 5.173 26.614 24,8% 34,0% 20.884 78.359

Zone fuori ambito 5.115 18.920 20,5% 23,0% 24.989 82.361

Altopiano di Piné e Valle di Cembra 2.229 6.900 29,1% 26,1% 7.663 26.459

Terme di Comano - Dolomiti di Brenta 438 1.829 5,0% 5,0% 8.822 36.885

Lagorai - Valsugana Orientale - Tesino 377 951 6,8% 5,9% 5.560 16.225

TOTALE 382.927 2.019.409 30,6% 34,4% 1.253.117 5.872.069

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 25 |

vacanza sulla neve, al quarto posto troviamo

l’area del Garda trentino, che con 243mila

presenze registra un notevole risultato, anche

se è importante però notare pure la

distribuzione di questo flusso di presenze

durante l’arco del semestre in esame. Vediamo

in maggiore dettaglio queste aree, che sono

anche “situazioni” di mercato ben diverse tra

loro, forse più di quanto sia normale attendersi.

Valle di Fassa. Come abbiamo visto,

quest’area non brilla per percentuale elevata di

turismo invernale straniero, ma primeggia

senza dubbio per quantità di presenze estere.

E’ però molto interessante valutare altri aspetti

in merito, a cominciare dalla classifica (per

numero di presenze) dei primi cinque mercati

esteri che soggiornano in valle: al primo posto,

con quasi 144mila presenze, troviamo la

Germania, un mercato che potremmo definire

“classico” per il Trentino turistico e che a

quanto pare lo è anche per a Valle di Fassa; al

secondo posto, però, le cose non sono così

prevedibili per gli osservatori non attentissimi,

dal momento che troviamo la Danimarca. Con

57mila presenze questo bacino dell’area

nordeuropea è una realtà davvero consistente.

Al terzo posto, con quasi 37mila presenze,

troviamo la Polonia, mercato relativamente

recente ma in Trentino in maggiore evidenza

della Danimarca, soprattutto per quanto

riguarda il periodo invernale. Al quarto posto

troviamo la Repubblica Ceca, altra

acquisizione relativamente recente, paese

importante all’interno della peraltro vasta ma

anche variegata area ex-oltrecortina. Con il

quinto posto la Svezia allunga la lista delle

sorprese: 29.841 presenze consentono agli

svedesi di precedere paesi ben più vicini e

tradizionalmente conosciuti, almeno dal

Trentino, come l’Olanda, il Regno Unito, il

Belgio, tanto per fare alcuni nomi.

Sommando i flussi di questi cinque primi flussi

esteri si ottiene un totale certificato di 302.130

pernottamenti, che pesa sul totale dell’ambito,

quindi sul totale generale comprendente italiani

e stranieri, per il 21,5%: non è un dato

percentualmente molto rilevante, come si

vedrà poi anche al confronto con le situazioni

caratterizzanti le altre aree, segnale questo

non tanto di una concentrazione bassa dei

mercati esteri, che in totale registrano 475.799

presenze, ma soprattutto di una forte presenza

italiana.

L’indice di concentrazione dei primi cinque

mercati esteri sul totale del movimento delle

presenze straniere è di 63,5%.

Le Valli di Sole, Pejo e Rabbi. Il notevole

movimento turistico espresso dall’ambito, che

registra complessivamente oltre 1,1 milioni di

pernottamenti, vede una classifica dei mercati

esteri soddisfatti in inverno piuttosto singolare

ed anche questa volta, come in Valle di Fassa,

smentire chi eventualmente stesse pensando

ad un certa uniformità di situazioni in questo

senso tra i vari ambiti trentini.

Al primo posto, con 85.270 presenze, troviamo

la Polonia, ormai una realtà consolidata non

soltanto in queste valli ma in tutto il Trentino.

Può essere semmai sorprendente come

questa preceda il Belgio, una vera “riscoperta”,

con 79.260 presenze e – finalmente, si

potrebbe dire – la Germania, che registra poco

meno di 76mila pernottamenti. Come si vede i

primi tre bacini esteri non sono distanti nei dati,

ma la classifica fa ugualmente riflettere in

merito a delle “redistribuzioni” piuttosto

notevoli.

Al quarto posto troviamo il Regno Unito,

staccato con 56.274 presenze, mentre al

quinto si piazza l’emergente Repubblica Ceca,

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REPORT | dicembre 2005 | 26 |

con poco meno di 29mila presenze.

In Valle di Sole e nelle valli attigue formanti

l’ambito si contano 1,1 milioni di presenze,

come detto sopra, di cui 685.551 effettuate da

ospiti di nazionalità italiana, quindi gli stranieri

rappresentano il 37,7% del totale. I primi

cinque mercati esteri in classifica, coprono il

29,6% del movimento totale delle presenze,

ma più interessante è però vedere quanto essi

pesino all’interno del solo mercato straniero:

questo dato è pari al 78,4%, un valore molto

alto, denunciante così una forte

concentrazione, ben superiore comunque a

quanto accade in Valle di Fassa, dove i primi

cinque mercati esteri raccolgono

complessivamente molto meno.

Valle di Fiemme. Quest’ambito, pur importante,

è su livelli ben inferiori ai primi due presi in

esame, totalizzando 571.281 presenze

certificate. E’ molto forte, però, come abbiamo

già avuto modo di osservare, la percentuale di

presenze straniere, si tratta del 51,9%, un dato

inferiore soltanto a quello del Garda trentino.

In merito ai primi cinque mercati esteri

nell’area di competenza, la Valle di Fiemme

presenta al primo posto la Germania, con

73.328 pernottamenti, riportando alla ribalta il

paese che nel complessivo movimento trentino

detiene da sempre il primo posto, sia in estate

che, come nel caso in esame, in inverno. Al

secondo posto, con 59.381 presenze, troviamo

un po’ a sorpresa la Repubblica Ceca, che

batte ampiamente la Polonia, secondo mercato

estero invece per l’intera provincia, che nel

caso della Valle di Fiemme si “ferma” a poco

più di 40mila presenze; dopo la Polonia

troviamo il Belgio, con 32.462 presenze, un

bacino “classico” per il Trentino, mentre al

quinto posto troviamo con una certa sorpresa,

l’Ungheria, che con 22.441 pernottamenti

sopravanza nazioni ben più importanti ed

affermate nel recente passato, come il Regno

Unito, sesto, oppure i Paesi Bassi, addirittura

nono.

I primi cinque mercati corrispondono al 39,9%

dell’intero mercato ed al 76,8% dell’intero

movimento estero, un valore di concentrazione

analogo alla Valle di Sole, quindi anche in

questo caso piuttosto alto.

Garda trentino. Ai tre “campioni d’inverno” per

quanto concerne il movimento numerico

straniero (quindi non in percentuale sul totale,

indipendentemente dall’entità dello stesso) si è

voluto aggiungere il Garda trentino, non

soltanto perché, oggettivamente, detiene il

quarto posto in questa classifica, ma anche e

forse soprattutto in quanto ambito “diverso”,

diciamo così non tipicamente invernale nel

contesto trentino, pur sviluppando rilevanti

flussi di arrivi e presenze, soprattutto stranieri.

Ma andiamo per gradi. Come si è già visto, su

361.272 presenze invernali complessive,

quelle straniere sono 243mila, equivalenti al

67,3%. All’interno di questo grande movimento

estero i primi cinque mercati di provenienza

sono la Germania, paese da sempre al primo

posto anche in quest’ambito, oltre che nel

Trentino, con oltre 151mila pernottamenti,

seguita a grande distanza dal Regno Unito, in

evidenza nonostante le sole 25.277 presenze,

caratterizzanti peraltro quest’area. Al terzo

posto troviamo l’Austria, altro bacino a dir poco

“storico” per l’area, con 10.551 presenze,

seguita al quarto posto dalla Svizzera,

presenza inusuale in Trentino, soprattutto nelle

valli sciistiche, con peraltro soli 5.040

pernottamenti; al quinto posto la Danimarca,

con 3.768 presenze, nazione che precede

Francia, Belgio, Olanda, bacini di domanda,

tranne nel caso della Francia, che spesso si

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REPORT | dicembre 2005 | 27 |

sono rivelati, cosa nota agli operatori ed agli

osservatori, maggiormente premianti in altri

contesti.

Ma fin qui manca però quella che è per certi

aspetti l’informazione “chiave” per

comprendere il flusso gardesano estero in

chiave invernale: e la chiave è che, di

“invernale”, il flusso in oggetto ha ben poco,

perché il mese nel quale si hanno più presenze

è aprile, seguito da marzo: insieme pesano per

il 71,2% dell’intero movimento invernale.

1.5 Un approfondimento. Germania, un mercato speciale

Il bacino costituito dall’utenza turistica tedesca

è per l’Italia, da lunghissimo tempo e

soprattutto a partire dagli ormai lontani anni

‘50, un mercato di primaria importanza. Per il

trentino turistico, poi, è da sempre il primo

mercato estero, sia in estate che in inverno.

Gli operatori e gli osservatori del settore

turistico si chiedono però, da lungo tempo, se

“i turisti tedeschi viaggiano e spendono meno

in Trentino a causa di fattori esterni quali la

crisi economica in Germania, oppure sono

attratti da altri paesi e stanno modificando il

loro modo di viaggiare”, per dirla con una

riassuntiva domanda formulata recentemente

dall’ASAT ai propri imprenditori associati, in

apertura di una sua recente analisi elaborata

allo scopo (M. Basile, Marketing ASAT). La

domanda si rivolge originariamente alle

strutture ricettive alberghiere, ma è chiaro che

il tema – o problema – costituito dal mercato

tedesco è di primaria importanza per il Trentino

turistico e non solo per esso.

L’economia tedesca è uscita, nel corso del

2004, dalla fase di peraltro moderata

recessione che aveva caratterizzato il 2003,

anche se i consumi privati sono stagnanti dal

2001 a causa della disoccupazione (13,8%

della popolazione attiva), della perdita del

potere d’acquisto e di altri fattori. Anche in

questo ultimo scorcio di 2005, mentre stiamo

scrivendo, luci ed ombre, frizioni ed

opportunità si mescolano.

1.5.1 Sviluppi e tendenze del mercato tedesco

Il mercato tedesco ed i particolar modo quello

turistico, è influenzato principalmente (secondo

una ricerca dell’Institute for Tourism and

Recreational Research in Northern Europe

“N.I.T.”) principalmente dai seguenti fattori :

politica

economia

cambiamento demografico

tecnologia

andamento dei consumi

offerta turistica

minacce

La frequenza della vacanza dei tedeschi, vede,

dopo anni di crescita, il numero di soggetti

tedeschi che effettuano periodi di vacanza

durante l’anno stabilizzarsi nel numero da una

decina d’anni: si tratta di una quota attorno 74-

78% della popolazione (il 74,4% è il valore che

è stato rilevato nel 2004).

In merito al tipo di consumi in rapporto al

risparmio possibile, i tedeschi pensano che sia

più difficile risparmiare negli acquisti in

alimentari, per la salute ed al terzo posto in

ambito vacanze, seguito dall’affine comparto

delle spese destinate al tempo libero. Più facile

sembra risparmiare nella formula viaggi brevi,

ma c’è l’impressione che sia la natura stessa,

breve appunto, a dare questa impressione,

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REPORT | dicembre 2005 | 28 |

non essendoci, ad esempio, la rigidità

“settimanale” dei pacchetti, oppure i vari “tagli”

da 10-14 giorni, difficilmente comprimibili nel

caso del turismo a lungo raggio.

Dopo le grandi espansioni dei flussi turistici

verso l’estero, fenomeni che hanno fortemente

caratterizzato il periodo tra la metà degli anni

’50, quando il dopoguerra lasciava il posto

all’espansione economico-produttiva, fino

all’89, con il famoso, storico crollo del Muro di

Berlino, la Germania ha in un certo senso

voltato pagina. Dopo trenta, quarant’anni di

espansione del flusso tedesco in uscita dai

confini del loro Paese per effettuare vacanze,

si è aperto il capitolo della sostanziale stabilità,

peraltro su quote elevatissime, se si pensa che

tre tedeschi su quattro fanno almeno una

vacanza durante l’anno, secondo questa

ricerca, mentre secondo le informazioni

inerenti l’Italia la vacanza è un “lusso” che si

può concedere soltanto il 52-55% della

popolazione.

Nell’ultimo biennio la situazione inerente al

consumo di turismo ed ancor più all’outgoing

dei tedeschi non è stata facile: secondo

un’elaborazione dell’Ufficio Marketing

dell’ASAT, il numero dei tedeschi viaggiatori è

in realtà diminuito nel 2004 (-2,7% rispetto al

2003), così come il numero dei viaggi (-1,2%);

è interessante notare però, sempre secondo

questo studio, che i tedeschi che continuano a

viaggiare lo fanno più spesso ed anche il

numero dei secondi e terzi viaggi è aumentato

del 3%. Nel 2004 sono stati stimati un totale di

65,36 milioni di viaggi; il 30,8% si sviluppa

all’interno della Germania ed il 69,2% sceglie

invece di uscire dai confini nazionali verso

destinazioni estere (il 53,8% in Europa, il

15,4% verso mete extraeuropee).

Naturalmente c’è poi da aggiungere che, dal

1990, i tedeschi effettuano in Germania, dopo

la riunificazione, con molta più facilità, anche

burocratica, visite alle “nuove” destinazioni

interne, che si aggiungono a quelle

storicamente consolidate nel Paese.

La spesa per il turismo, per la vacanza è nel

tempo salita, ma gli ultimi anni denunciano

problemi, con una contrazione nel 2003 ed un

discreto recupero nel successivo 2004. Si

stima che la spesa giornaliera dei turisti

tedeschi sia attualmente (2004) di circa 63

euro.

Le destinazioni estere, per quanto riguarda la

graduatoria di preferenza, di frequentazione

effettiva, sono: la Spagna, al primo posto

(13,6% del totale in esame) in sostanziale

tenuta; l’Italia è al secondo posto, con il 7,4%,

ma perde quota. E’ interessante notare come

secondo questa ricerca il flusso verso il nostro

Paese si divida in:

- 25% Nord Italia/Alpi

- 21% nel resto del Nord Italia

- 31% Centro Italia

- 23% Sud Italia ed Isole.

Come si può notare, il Settentrione cattura

complessivamente il 46% dei turisti tedeschi,

ma la maggior parte è interessata al territorio

ed alle formule alpine, annotazione questa non

da poco, dal momento che il Nord Italia può

mettere in gioco destinazioni quali Venezia e la

Riviera Romagnola, tanto per citare alcuni

“campioni” tra le destinazioni turistiche non

alpine del settentrione del Paese. La montagna

alpina italiana, quindi, pur tenendo conto che

contiene al suo interno anche il notevole flusso

turistico dei grandi e frequentati laghi

maggiore, di Como e di Garda, è in una

posizione di una certa forza.

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REPORT | dicembre 2005 | 29 |

Tornando alle altre destinazioni internazionali,

si può osservare come l’Austria sembri ormai

matura, flette un po’ (-2%); la Turchia, fino al

2004, ha guadagnato notevoli quote di

domanda turistica, la Francia sembra da tempo

in fase calante, oltre la maturità.

In merito ai mezzi di trasporto utilizzati in ferie,

l’auto, ancora molto importante, dal momento

che si tratta del 47% dei casi, la fa ancora da

padrone, ma perde però progressivamente

quota, mentre l’aereo cresce fortemente (ormai

si è giunti al 36% dei viaggi per vacanza) e

proseguono le piatte maturità dei vettori

classici quali il pullman (10%) ed il treno (6%).

Piuttosto impressionante appare, abituati ai

valori mostrati dagli italiani, tutto sommato

ancora poco appoggiati alle Agenzie ed ai Tour

Operator nella programmazione e nell’acquisto

dei viaggi, la realtà tedesca: dal 1970, quando

soltanto una ridotta quota di turisti si

appoggiava all’intermediazione, si trattava del

12-15%, si è giunti al 2004 con una quota di

intermediato che è del 47%.

Affrontiamo ora un tema inerente le tendenze

nei comportamenti caratterizzanti la vacanza.

Queste le tendenze del mercato tedesco

secondo N.I.T.:

il volume dei viaggi ha un potenziale

di crescita

emergono nuovi segmenti, nuovi

target

si differenziano ulteriormente le

motivazioni

le destinazioni hanno ancora margini

di crescita

continua, leggera, la tendenza alla

diminuzione della durata della

vacanza

la stagionalità è sempre più breve

crescerà ancora la quota del viaggio

intermediato-organizzato

si prevede un aumento dell’utilizzo di

aerei, navi e pullman

cresce la richiesta di qualità

nell’alloggio

le informazioni vedono aumentare il

numero delle fonti, meno il dettaglio.

Il turista è sempre più informato, ma a quanto

pare ci sarebbe anche quello che viene definito

un “basso coinvolgimento”; è quindi

necessaria, secondo i ricercatori della N.I.T.:

- un’offerta più variegata, con prodotti

interscambiabili, che peraltro, se tali sono,

generano quindi una maggiore concorrenza,

fungibilità…;

- aumento del numero dei canali di

comunicazione, quindi anche sempre più

informazioni, con un rischio reale di

eccedenza in questo senso;

- il processo di valutazione ai fini della

decisione non è completo, è sufficiente che

la proposta “vada bene”;

- si cerca sia la convenienza che la comodità,

orientandosi soprattutto in base

all’esperienza;

- il processo di apprendimento attuale

consente una “cognizione del prezzo” da

parte del turista;

- aumentano le richieste di qualità in generale;

- crescono le esigenze di flessibilità delle

proposte;

- i turisti sono informati ed evoluti, capaci e

tutto questo crea le condizioni per un

mercato che sappia accettare e cogliere le

sfide.

1.5.2 I turisti tedeschi in Trentino

Quando si parla di qualcuno di conosciuto, di

un soggetto con il quale c’è sedimentata,

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storica frequentazione, ci si trova per certi

aspetti maggiormente in difficoltà al confronto

di quanto avviene invece affrontando realtà e

fenomeni meno conosciuti: nel primo caso, ad

esempio, il timore di essere banali, stantii – se

ci è concesso il termine, senz’altro improprio in

ambito di ricerca di mercato – e di risultare di

conseguenza anche non credibili, non efficaci.

E’ quello che succede nel tentare di tracciare

l’identikit del turista, dell’ospite tedesco in

Trentino: conosciuto frequentatore dei laghi,

camminatore spesso esperto, ma anche

sciatore, seppure in forma minore, spesso

giunge con la sua auto o la sua motocicletta

alla destinazione, ma moltissimi sono coloro

che giungono anche in pullmann, magari in

bassa stagione; se c’è chi è patito per il surf,

c’è anche chi visita le aziende vitivinicole ed

acquista in cantina i prodotti della terra e della

cultura trentina, se c’è chi campeggia e vive

open air, c’è sicuramente chi è appassionato

d’arte e cultura… Insomma, essendo quello

tedesco un mercato esteso e storico,

evoluzione e tradizione, novità e luoghi

comuni, alta e bassa stagione si incontrano e

fondono in un quadro complesso. Ma questo

non deve far perdere d’animo il ricercatore.

Secondo la ricerca N.I.T. l’età media dei turisti

tedeschi che vanno in vacanza in Trentino è

uguale al valore medio dei vacanzieri tedeschi,

si tratta di circa 48 anni. Aderente ai valori

medi è anche la composizione familiare,

mentre la formazione scolastica risulta migliore

dei livelli di riferimento per la comparazione.

Le possibilità economiche dei tedeschi ospiti

del Trentino sono superiori alla media dei

tedeschi.

In merito alla provenienza il 50% di essi

proviene dalla Baviera e dal Baden-

Wuerttemberg; rispetto alla media in Trentino

si registrano poi meno arrivi dalla Germania

dell’Est, tranne nel caso della Sassonia, che

riveste un ruolo importante.

Le motivazioni dei tedeschi che vanno in

vacanza in Trentino sono principalmente:

il relax (52%)

la libertà, godere del tempo libero

(50%)

il sole, il caldo (48%)

l’evasione dalla quotidianità (47%)

ritrovare nuove energie (41%).

Sopra la media delle risposte si collocano,

invece, le motivazioni quali:

la scoperta, il rischio

il ritorno, i ricordi ritrovati

la cultura e la formazione.

I turisti del Trentino sembrano avere, rispetto

alla media generale, un più ristretto ventaglio

di motivazioni (d’altra parte, essendo una

destinazione il Trentino ben precisa e non una

dimensione turistica generale, quella alla quale

si fa riferimento, questo è logico e normale).

Attività condotte durante le vacanze:

escursioni nei dintorni (81%)

ricerca delle specialità e delle tipicità

(74%)

riposare e dormire (63%)

fare il bagno (60%)

visitare attrazioni naturalistiche

(55%).

A questo proposito possiamo ricordare che

secondo un dato ENIT la motivazione “relax”

ha guidato, nel 2003, le scelte dei tedeschi in

vacanza nel 42% dei casi.

Attività condotte in Trentino, caratterizzanti

poiché sopra la media del comportamento

rilevato in generale sono:

praticare attività sportive poco

impegnative

visite culturali (centri storici,

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REPORT | dicembre 2005 | 31 |

monumenti, musei…)

fare il bagno in piscina

fare shopping e guardare le vetrine

praticare lo sci e/o lo snowboard.

L’Italia come destinazione nazionale sembra

registrare con i turisti provenienti dalla

Germania un andamento sostanzialmente

stabile nel decennio 1993/04 (-0,4%).

A livello regionale italiano, il Trentino - Alto

Adige rappresenta la destinazione preferita in

Italia dai tedeschi, frequentata dal 27,5% del

totale dei turisti tedeschi, seguito da Veneto

(21%) e Toscana (12%) (Rapporto Paese

congiunto Ambasciate/Consolati/ ENIT

Germania 2006).

La situazione negli alberghi trentini, per fare un

esempio inerente la più importante forma di

ospitalità imprenditoriale, si presenta

nettamente positiva, con un aumento degli

arrivi dei tedeschi, nel periodo compreso tra il

1993 ed il 2004, del 72% e del 63% per quanto

riguarda le presenze (elab. Osservatorio

Provinciale per il Turismo su dati del Servizio

Statistica della P.A.T.).

Si sono quasi raddoppiati le presenze e gli

arrivi dei tedeschi nel decennio, ma si potrebbe

ipotizzare, con offerte maggiormente affinate

ed orientate, una ulteriore crescita,

considerando l’ancora enorme bacino

potenziale costituito dalla Germania, pur nella

consapevolezza che praticamente tutte le

destinazioni turistiche del pianeta hanno

questo stesso desiderio e si muovono quasi

sempre di conseguenza.

Se si vanno ad analizzare gli arrivi dei tedeschi

sul totale degli arrivi stranieri in Trentino, si può

notare che se nel 1993 rappresentavano il

70%, nel 2004 costituiscono un ben più

contenuto, percentualmente, 47%. I turisti

tedeschi rappresentano ancora per il Trentino il

primo mercato estero, ma si nota però che le

altre domande turistiche nazionali aumentano

in modo decisamente maggiore al confronto di

quanto non avvenga invece per gli ospiti

tedeschi.

Il 68% dei tedeschi in Trentino utilizza gli

alberghi, mentre l’altra parte della domanda

acquisita dal Trentino si rivolge al comparto

ricettivo complementare ed infine, in misura

assai minore, agli alloggi privati ed alle

seconde case.

Altri approfondimenti in merito sono comunque

a disposizione nella parte del lavoro dedicata

ai flussi turisti stranieri in Trentino.

Ricordando brevemente quanto detto in altro

punto dell’analisi in merito all’inverno dei turisti

tedeschi in Trentino, possiamo ricordare che:

la Germania, fa registrare perdite nell’inverno

2004/05, pur restando di gran lunga il primo

mercato estero in Trentino; negli alberghi gli

arrivi scendono del 6,0% e si fermano a

113.400, mentre le presenze, 473mila, sono il

7,7% in meno.

Il soggiorno negli alberghi è di 4,2 giornate, un

valore non particolarmente elevato.

Nella ricettività complementare, poco

frequentata dai tedeschi in inverno, le cose

vanno anche peggio: gli arrivi si fermano sotto

quota 12mila (18,6% in meno), mentre le

presenze, 60.306, segnano -17,0%.

La durata della vacanza nel comparto ricettivo

complementare è mediamente di 5,1

pernottamenti.

Unendo i due insiemi si ottiene un totale

certificato di 125.315 arrivi, il 7,4% in meno e

533.366 presenze, l’8,8% in meno della

stagione di confronto.

La vacanza è in questo caso, mediamente di

4,3 giornate.

Anche nel comparto ricettivo oggetto di stima

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REPORT | dicembre 2005 | 32 |

(costituito dagli alloggi privati e dalle seconde

case), i flussi di arrivi e presenze risultano in

calo complessivamente del 5%.

La durata della permanenza è, in questo caso

stimato, di 6,7 giornate.

I tedeschi durante l’inverno 2004/05 hanno

speso in media al giorno per persona Euro

140,89 di cui il 40% in pernottamento (Euro

55,28), valore nettamente superiore a quello

speso dagli italiani (Euro 31,88) e dagli

stranieri dell’est (Euro 44,61). Dal 2000 ad

oggi, inoltre, i tedeschi hanno incrementato la

spesa dedicata agli alberghi del 19% (stime

Servizio Statistica P.A.T.).

I turisti tedeschi, secondo le ricerche, scelgono

come meta il Trentino soprattutto per rilassarsi

(52%), poter vivere in una dimensione di

“libertà” e natura, di piacevole fruizione di

tempo libero (50%) e per vivere in un luogo

soleggiato e caldo (48%).

Le destinazioni preferite all’interno della

provincia di Trento sono il Garda trentino,

scelte dal 50% del totale del flusso tedesco,

seguite dalla Valsugana (10%) e dalla Val di

Fassa (l’8%).

1.5.3 Le vacanze del turista tedesco nel

nord Italia e nelle Alpi

Il 65% delle vacanze trascorse dai tedeschi nel

Nord-Italia e nell’area alpina sono quelle

principali, le più importanti dell’anno. Le località

vengono raggiunte per lo più in auto (73%) ed i

nuclei sono per il 39% composti da due

persone, mentre nel 34% si tratta di gruppi di 4

o più persone; l’11% è composto da famiglie

con figli di età inferiore ai 14 anni.

Interessante notare come la maggior parte

degli arrivi sia in primavera ed in tarda estate,

contribuendo così ad un certo effetto di

destagionalizzazione del flusso generale.

In merito al Trentino, due turisti su tre sono già

stati in provincia; i tipi di alloggio prescelti sono

quasi sempre a flusso certificato, quindi in

strutture quali alberghi (42%), pensioni ed

agritur (22%), mentre relativamente pochi, si

tratta del 26%, sono quelli che si appoggiano

ad appartamenti in affitto e case di varia

categoria ricettiva.

La ricerca stima in un 2,1% il numero dei

tedeschi che tra il 2002 ed il 2004 sono stati

per ragioni turistiche in Trentino, mentre il

numero degli interessati, comprensibilmente

maggiore di quanti siano effettivamente ospiti

del sistema dell’ospitalità trentina, sarebbero il

6,7% dei tedeschi, circa 4,3 milioni di persone,

di cui un milione definibile secondo la ricerca

come potenziale “certo” e 3,7 milioni come

potenziale “debole”.

Tra le motivazioni più “nuove”, nel senso più

efficaci al fine di pubblico potenziale, quindi

non ancora convinto, ci sarebbero il wellness,

la presenza frequente di condizioni soleggiate

anche in inverno, il tour, la città, ma anche il

fare nuove esperienze, lo stare nella natura,

magari con la famiglia, muoversi, essere attivi,

ma anche recuperare riposando, motivazioni

queste via via meno “divaricate” rispetto a ciò

che già fanno gli ospiti acquisiti.

Piuttosto interessante, lo si è detto seppur

brevemente anche poco sopra, la tendenza del

flusso turistico tedesco a compensare,

riequilibrare in qualche percentuale il flusso

turistico generale, che in Italia è molto

“appuntito” in occasione di festività e di periodi

quali agosto. Buoni risultati è invece possibile

cogliere con i tedeschi nei mesi di maggio,

giugno e settembre, dove l’arco alpino italiano

può contare su condizioni ambientali e

meteorologiche mediamente molto buone.

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REPORT | dicembre 2005 | 33 |

La resistenza alle vacanze in bassa stagione

nelle nostre aree alpine, anche del resto

d’Italia è il timore del brutto tempo, ma l’indice

non è poi così elevato e fuori media in questo

senso, si tratta del 31% del campione, mentre

il 50% quasi degli intervistati non indica

neppure elementi frenanti nei confronti della

vacanza in bassa stagione.

I punti di forza di una vacanza sulle Alpi

italiane in bassa stagione sono ritenuti dai

tedeschi anzitutto il livello inferiore dei prezzi

(36% degli intervistati), il minore affollamento

(35%), la possibilità di fare “più vacanza con gli

stessi soldi” (24%), la possibilità di praticare

sport invernali (17%).

Tra gli interessati al Trentino uno su quattro

(circa il 24%, circa un milione di persone) è

interessato solamente al periodo estivo ed alle

sue peculiarità, mentre un bel 60%, pari a 2,6

milioni di tedeschi, si dichiara interessato

anche al resto dell’anno.

Gli “estivi”, com’era prevedibile per chi pratica

la ricerca in materia, sono più giovani (si stima

un’età media di 43,5 anni), ma sembrerebbero

anche dotati di minor potere di spesa, inclini

alla pigrizia ed interessati anche ad offerte per

riposare ma stare anche con i bambini, fare

vita da spiaggia o comunque fare il bagno.

Gli “altri”, quelli “4 stagioni”, sono leggermente

più vecchi, si tratterebbe di un’età media di

47,1 anni, più ricchi ed in coppia. Amano le

vacanze ed i viaggi brevi, sono interessati alla

natura, alla cultura, alla conoscenza di altri

paesi, sono sensibili all’aspetto della salute,

cercano escursioni ed attività sportiva o

comunque attiva.

Ci si interessa molto dell’alloggio, in testa alle

preoccupazioni del turista tedesco intervistato,

e questo valore è superiore alla media

dell’attenzione verso questo aspetto. Dall’altro

lato sembrano turisti più pratici, conoscitori

della media delle cose, delle proposte e

spesso si organizzano con minori difficoltà

rispetto ad altre destinazioni, com’era del resto

logico attendersi.

Dai valori acquisiti attraverso la ricerca non

appare che l’arco alpino presenti dei deterrenti

di tipo climatico rispetto alle media registrate in

questo senso nelle altre formule: in altre

parole, non si ritiene che sulle Alpi italiane il

rischio di vedere la vacanza in parte

compromessa dal maltempo sia più elevato

che in altre destinazioni.

Le vacanze nelle Alpi italiane sono, rispetto

alla media, organizzate con un minor ricorso

ad agenzie, cataloghi e più auto-organizzate

con supporto di guide, Internet, amici, ma

anche di tour operator e depliant regionali;

scarsissimo come sempre l’apporto - dichiarato

– ricavato dalle fiere e dagli eventi.

Come ormai è abituale, anche in questo caso

le fiere specializzate non sembrano molto

importanti nella dinamica promo-informativa e

nelle decisioni in merito alle destinazioni.

1.5.4 Le conclusioni della ricerca N.I.T. in merito al comportamento turistico dei

tedeschi

Il mercato turistico tedesco secondo questa

ricerca N.I.T. presenta quindi:

una domanda generale molto stabile

una domanda turistica più dinamica

per quanto riguarda il volume

piuttosto che per quanto concerne la

sua struttura

una progressiva differenziazione

della domanda nella scelta di

destinazione e nella tipologia delle

vacanze

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REPORT | dicembre 2005 | 34 |

una grande esperienza di viaggio ed

una raggiunta flessibilità da parte dei

turisti

nel lungo periodo i grandi

cambiamenti, quali quelli

demografici, i nuovi atteggiamenti,

come ad esempio la sensibilità al

rapporto qualità/prezzo e le nuove

offerte, ad esempio i voli a basso

costo, influenzeranno sempre più il

comportamento del turista.

In merito al rapporto tra turisti tedeschi e

destinazione Alpi italiane ed in particolare

modo il Trentino, invece, gli elementi

maggiormente interessanti ai fini della

comprensione sembrano essere:

un trend abbastanza negativo per

quanto riguarda l’Italia e le sue Alpi

il minor numero di turisti potrebbe

dare al marketing d’area l’occasione

di concentrarsi dialogando con turisti

più interessati

le tendenze future possono essere

viste come occasioni: a) con prodotti

adatti ai diversi segmenti, b) con

informazioni di qualità

orientamento al cliente come must

ricerche di mercato per individuare

la strategia.

1.6 Ma che accade negli ambiti?

1.6.1 Le città, la loro cultura e i loro monti

Le “città” del Trentino vanno bene, gli ambiti di

Trento e Rovereto continuano infatti la bella

fase di crescita, ma le motivazioni

rappresentate e “provocate” positivamente dai

musei, opportunità che si mischiano con

l’appeal dei monti, il turismo polacco delle

settimane bianche che si mescola

all’attenzione italiana per il Mart ed il

Buonconsiglio non rendono agevole

scorporare le varie tipologie degli ospiti, le

frequentazioni, gli alloggi, tra pendolarismo e

stanzialità, le attività di chi soggiorna,

l’interesse per cantine o castelli, il movimento

“che ci sarebbe comunque”, per motivi legati al

lavoro, alla presenza dell’università, agli affari,

da quello mosso da motivazioni squisitamente

turistico-itineranti o turistico-sportive.

1.6.2. I giganti bianchi

I “giganti bianchi” dell’offerta turistica invernale

del Trentino, le grandi aree dello sci e degli

altri sport o attività sulla neve sono

attualmente, secondo i dati a disposizione, in

una situazione che si può definire stazionaria,

quando non troppo buona; si deve però

riconoscere, ai fini di una corretta lettura ed

interpretazione degli andamenti in queste aree

trentine, che la Valle di Fassa, Madonna di

Campiglio e la Rendena e le Valli di Sole, Pejo

e Rabbi erano reduci da un inverno 2003/04

davvero eccezionale per crescite in termini di

arrivi e presenze e fare di più, nel successivo

inverno 2004/05, sarebbe stato

obbiettivamente difficile.

1.6.3 San Martino ed il Primiero nel mezzo

E’ una posizione intermedia, quella dell’area

turistica di San Martino di Castrozza e il

Primiero, tra la fase di “sosta” che è stata

individuata e proposta come chiave di lettura

delle grandi destinazioni sciistiche trentine ed il

forte successo dei “pesi medi”: l’ambito del

Primiero continua la sua crescita già intrapresa

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REPORT | dicembre 2005 | 35 |

con un valore che, per l’inverno 2004/05,

mostra un incremento degli arrivi di un

modesto 0,6% in più ed una variazione positiva

delle presenze di un più apprezzabile 3,4%.

1.6.4 I “pesi medi” al massimo

L’aurea normalità della proposta della

Paganella continua ad essere premiata assai

bene (+6,1% negli arrivi, +7,9% nelle

presenze), almeno stando ai semplici numeri di

arrivi e presenze; sembra che la crescita

invernale del movimento in quest’area sia

davvero un meccanismo solido, sicuro. Anche

la - per certi versi - analoga “splendida

medietà” della Valle di Fiemme, dopo

un’annata 2003/04 ottima, vede incrementare

ancora, seppur di poco, i valori degli arrivi

(+1,3%) e delle presenze (+1,7%). Gli altipiani

di Folgaria, Lavarone e Luserna, dopo un

inverno eccezionale come quello 2003/04,

hanno registrato, pur nella posizione non certo

forte come quella della Valle di Fiemme,

ancora un +5,1% di aumento negli arrivi ed un

+3,7% nelle presenze.

Si tratta di un’area di offerta trentina che, con i

valori degli arrivi e delle presenze di queste

stagioni invernali in esame, sta ripagando gli

operatori in termini di flussi con valori davvero

notevoli, pur tra le note difficoltà in ordine alle

diverse propensioni alla spesa (come molti

sanno, non si tratta sempre di effettiva minor

capacità, talvolta si tratta anche di propensione

minore, di consumo “trattenuto”…), soprattutto

se confrontati al blocco di offerta costituito

dalle tre “corazzate” dell’offerta invernale

sciistica della provincia.

1.6.5 Le cento altre situazioni

Come si potrà vedere in seguito, non è facile

trovare ulteriori elementi di aggregazione, dal

momento che le realtà in gioco sono molto

diverse ed anche quelle che sono

apparentemente accomunate da buone

crescite provengono magari da inverni

precedenti che si sono espressi su livelli e con

modalità molto diverse. Le difficoltà del Garda

riguardano un’area lacuale comunque

fortemente affermata, mentre i laghi della

Valsugana non presentano particolari motivi di

preoccupazione. Le terme di Comano trainano

il complessivo notevole successo invernale

dopo i problemi nelle stagioni passate. Piné e

la Valle di Cembra crescono molto ma sono

ugualmente deboli. La Valle di Non tiene ma

come noto non si esprime più di tanto in

inverno, non avendo tra l’altro strutture

particolari. Il Lagorai - Tesino recupera un po’

ma la situazione resta molto difficile. Le aree

coperte dai consorzi delle Pro Loco, infine, non

hanno certo vita facile. Vediamo comunque

meglio le varie situazioni.

Il Garda trentino prosegue le sue stagioni

invernali in sofferenza: non si tratta di

percentuali molto elevate in assoluto, dal

momento che gli arrivi perdono il 2,9% e le

presenze il 3,9%, ma il problema si ripete ed i

punti percentuali si accumulano, destando

giustificate preoccupazioni proprio nell’area

che offre, durante il freddo inverno trentino, un

clima ed un ambiente complessivo

notevolmente piacevole. Può aiutare l’analisi

ricordare che le presenze sul Garda trentino

sono per gran parte “confinate” ai soli mesi di

marzo ed aprile, che a seconda della

collocazione della Pasqua, poi, vedono marzo

ed aprile vivere comprensibili incrementi e cali

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REPORT | dicembre 2005 | 36 |

di volta in volta. Nel corso dell’inverno 2005-

2006 un numero più consistente di strutture

ricettive, rispetto agli inverni precedenti, rimane

aperta con una specifica proposta invernale.

Sarà interessante verificare se questa iniziativa

incontrerà il favore della domanda.

La Valsugana, dopo il buon inverno

precedente, caratterizzato da apprezzabili

aumenti, si presentava alla stagione invernale

2004/05 con l’interrogativo in merito ad una

conferma, o meno, della stagione positiva

registrata. La crescita c’è stata, ma solo negli

arrivi, saliti di oltre il 6%, un buon valore, ma le

presenze hanno visto crescere il dato totale

soltanto di un modesto 0,7%, accorciando

quindi il periodo di permanenza media

dell’ospite. Un risultato, quindi, in qualche

modo non negativo ma interlocutorio.

L’ambito Terme di Comano – Dolomiti di

Brenta, dopo le difficoltà registrate nella

stagione invernale 2003/04, hanno registrato

nell’inverno successivo, quello in esame, un

notevole salto in avanti, che ha ben più che

compensato i recenti problemi: gli arrivi sono

cresciuti del 17,5% e le presenze addirittura

del 24,9%, segnale questo che anche

un’offerta fortemente caratterizzata in senso

termale come questa può ottenere notevoli

successi, grazie anche alla proposta di

opportunità declinate sul “benessere”.

L’Altopiano di Piné e la Valle di Cembra, dopo

un duro inverno 2003/04, nel quale i cali degli

arrivi erano stati sì preoccupanti, ma meno

rispetto al crollo delle presenze, ha segnato

incrementi del comparto certificato che

registrano un notevole +17,1% negli arrivi, ma

un ben più sorprendente +41,2% nelle

presenze. Sono valori numerici assoluti

contenuti, quindi richiedono prudenza nella

formulazione di ipotesi interpretative “alte”, che

poi magari vengono smentite da più “banali”

dinamiche locali legate ad un singolo evento,

ma non c’è dubbio che ci siano positivi

cambiamenti in corso.

La Valle di Non, che aveva sofferto nell’inverno

precedente un certo calo, non drammatico ma

pur sempre sensibile, dal momento che gli

arrivi erano scesi del 7,4%, mentre le presenze

avevano contenuto la flessione in un più

contenuto -3,7%, nella stagione invernale

successiva, quella 2004/05, ha soltanto

fermato questo fenomeno di contrazione,

registrando un +0,6% negli arrivi ed un -0,8%

nelle presenze.

Dopo il disastroso inverno 2003/04, nell’ambito

Lagorai - Valsugana orientale e Tesino si è

verificato un certo recupero che,

obbiettivamente forte nelle percentuali, riesce

a riguadagnare soltanto una parte di quanto

perso in precedenza: gli arrivi segnano

nell’inverno 2004/05 un incremento del 10,3%,

ma alle spalle avevano un crollo del 20,6%,

mentre le presenze nell’ultimo inverno

segnano un +16,6%, ma dopo il -28,5% della

stagione 2003/04 non era facile recuperare,

cosa che infatti non è avvenuta che in parte.

Nelle Aree fuori ambito la situazione era stata

caratterizzata nell’inverno 2003/04 da cali sia

negli arrivi, oltre il 5% che, molto più forti,

nell’ordine del 20%, nelle presenze.

Nell’inverno 2004/05 gli arrivi hanno contenuto

le perdite al -1,7%, mentre le presenze, per

fortuna, hanno ripreso a crescere, cominciando

a compensare in almeno una rilevante quota i

cali precedenti, con un buon +14,4%.

1.6.6 Qualche considerazione in merito alla durata del soggiorno nei vari ambiti

E’ molto interessante notare come, prendendo

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REPORT | dicembre 2005 | 37 |

come elemento di interesse, come chiave di

lettura, tra le altre, la durata del soggiorno, gli

ambiti si ripropongano in un modo diverso,

offrendo altri elementi di analisi.

Se la media del soggiorno è di 4,7

pernottamenti, in testa per la durata della

permanenza troviamo la Valle di Sole, area a

turismo invernale forte ed in notevole parte

“organizzato”, con 5,8 giornate, seguita ad una

certa distanza dalla Valle di Fassa, altro

“gigante” invernale, con 5,4 pernottamenti;

seguono con 5,1 giornate la Paganella e con

5,0 giornate, un valore poco distante, la Valle

di Fiemme, forte tra le località medio-alte, e la

Rendena, con Campiglio e Pinzolo (qui si tratta

di poco meno, 4,9 giornate di media). In

Rendena, però, un certo abbassamento della

durata della vacanza potrebbe dipendere dal

forte costume del mordi e fuggi di certa utenza

metropolitana, si pensi ai milanesi fra venerdì e

domenica.

Una prima considerazione è che di massima i

“pezzi grossi” sono forti anche nella durata del

soggiorno, nella capacità di trattenere più a

lungo l’ospite, sia grazie alla presenza di

turismo organizzato, sia grazie al livello

dell’offerta, del prodotto e dei servizi.

San Martino ed il Primiero, con 4,7

pernottamenti, sono esattamente in media e

“baricentrici” rispetto alle meno importanti ma

pur sempre apprezzate località come quelle di

Folgaria, Lavarone e Luserna, ferme a 4,3

pernottamenti, ed all’offerta “atipica” – se ci é

consentito il termine, dato il contesto invernale

– di località come Comano.

Le altre aree, com’è in qualche modo

comprensibile, sono su valori ulteriormente

contenuti.

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REPORT | dicembre 2005 | 38 |

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2. LA SPESA DEI TURISTI NELLA STAGIONE INVERNALE 2004-2005 IN PROVINCIA DI TRENTO

2.1 Spesa media giornaliera e composizione del paniere di spesa

L’indagine sulla spesa dei turisti che

frequentano il Trentino nella stagione invernale

2004/05 (S. Statistica P.A.T.), ha coinvolto 632

“nuclei turistici” corrispondenti ad un totale di

1.892 turisti che hanno trascorso almeno tre

giorni di vacanza in una delle strutture ricettive

(alberghi, campeggi, alloggi turistici, seconde

case, altre strutture ricettive) presenti sul

territorio trentino.

Il dato più significativo contenuto in questa

edizione dell’indagine è indubbiamente quello

relativo alla spesa media giornaliera pro capite,

che si attesta sui 109,31 € (rispetto ai € 97,48

della stagione invernale 1999/00, ricalcolati

secondo il nuovo algoritmo che tiene conto dei

giorni, “effettivi” di rilevazione per ogni turista:

con un incremento di 12,0 punti percentuali nel

quinquennio considerato.

Anche tra il 1995 ed il 2000 questo indice

aveva testimoniato una crescita: fu allora del

26,7%, dopo che quella tra il 1990 ed il 1995

era a sua volta stata del 3,9%. In particolare,

rispetto a 5 anni or sono, si spende di più per

benessere e cura della persona, acquisto di

articoli sportivi e capi d’abbigliamento, per lo

shopping generico; per converso, si spende

meno per l’acquisto di generi alimentari e per i

servizi quali cultura divertimento, svago.

Particolarmente significativo è il dato relativo

all’acquisto di prodotti tipici del territorio

trentino che, rilevato per la prima volta in

occasione della presente indagine, rivela che

un quarto circa della spesa destinata allo

shopping (pari a poco più di 1 euro al giorno),

è rivolta ai prodotti dell’eno-gastronomia locale.

In complesso, la propensione alla spesa dei

turisti che soggiornano in Trentino in inverno

per motivi diversi da quelli dello svago e del

relax o della pratica di sport invernali è

relativamente più elevata delle altre tipologie;

al contrario, la vacanza per relax è quella che

comporta una spesa media giornaliera più

bassa. Ciò è dovuto, tra l’altro, al tipo di

sistemazione ricettiva prescelta che, nel caso

Tab. 3: Spesa media giornaliera pro-capite

Voci di spesa 2005 2000 Variazioni assolute 2000-2005

Variazioni percentuali 2000-2005

Pernottamento 36,35 31,03 40,4% 4.641.646

Ristoranti e bar 8,16 8,28 44,7% 3.922.883

Sport (con sci) 11,87 8,86 2,7% 212.710

Ricreative e culturali 24,53 25,63 1,8% 202.899

Spostamenti 1,53 1,65 2,1% 197.641

Cura della persona 3,83 3,38 1,3% 167.518

Shopping 4,83 2,10 0,8% 110.834

Abbigliamento 4,05 3,07 1,0% 87.217

Articoli sportivi 9,28 7,61 0,7% 85.522

Altre spese 2,96 1,88 0,7% 79.650

TOTALE 1,92 3,99 100,0% 10.192.116

fonte: Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 40 |

del turista d’affari, è prevalentemente di tipo

alberghiero (generalmente più costosa),

mentre le altre “tipologie” di turisti utilizzano

forme diversificate di alloggio. Si rileva inoltre

che, nonostante le differenze sensibili della

spesa per pernottamento considerata in termini

assoluti, in proporzione alla spesa complessiva

la quota del “budget turistico” ad esso

destinata non si differenzia in modo rilevante in

relazione alla motivazione della vacanza,

mentre – sempre in termini proporzionali –

decisamente più accentuate sono le differenze

nei comportamenti di spesa per altri tipi di

consumi. In sostanza,

Grafico 1: Composizione del “paniere” della spesa turistica invernale in Trentino nella stagione 1999/00 e 2004/05

Anno 2005

altre spese10%

shopping4%cura persona

5%

alimentari8%

abbigliamento9%

ristoranti e bar11% sport (con sci)

23%

pernottamento30%

fonte: Servizio Statistica P.A.T.

Grafico 2: Composizione del “paniere” della spesa turistica invernale in Trentino nella stagione 1999/00 e 2004/05

Anno 2000

alimentari9%

abbigliamento6%

ristoranti e bar10% sport (con sci)

25%

pernottamento34%

altre spese11%

shopping3%cura persona

2%

fonte: Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 41 |

l’articolazione della spesa giornaliera

corrisponde in modo piuttosto preciso alle

motivazioni prevalenti di vacanza. I turisti che

soggiornano in Trentino prevalentemente per

praticare sport invernali spendono più del 30%

del totale per attività sportive e per l’acquisto

delle relative attrezzature; durante la vacanza

si spostano sul territorio in misura

sensibilmente inferiore alle altre “categorie” e

si dedicano abbastanza poco allo shopping.

Al contrario, il turista che visita il Trentino per

motivazioni diverse, legate prevalentemente

agli affari o alla cultura, si sposta

maggiormente, riserva una quota piuttosto

Tab. 4: Spesa media giornaliera pro-capite per tipo d'alloggio Voci di spesa Alberghi

* e ** Alberghi ***

e **** Campeggi Alloggi privati

in affitto 2°

case(*) Altri

esercizi Spesa media

generale Pernottamento 45,67 58,95 14,04 19,72 14,62 23,05 36,35

Alimentari 5,36 5,16 9,96 10,80 11,46 5,34 8,16

Ristoranti e bar 16,38 14,48 9,83 8,34 9,55 12,93 11,87

Sport (con sci) 27,34 29,17 22,51 24,40 17,88 16,86 24,53

Ricreative e culturali

3,27 1,60 1,97 1,53 1,08 1,23 1,53

Spostamenti 5,45 4,94 7,91 2,41 2,69 4,05 3,83

Cura della persona

7,99 4,56 2,15 3,19 5,41 9,77 4,83

Shopping 5,67 4,17 5,27 3,02 4,22 3,89 4,05

Abbigliamento 7,70 9,38 8,07 8,78 9,97 8,00 9,28

Articoli sportivi 1,87 2,95 4,93 3,11 3,18 1,02 2,96

Altre spese 1,87 2,01 2,96 1,07 2,29 2,95 1,92

Totale 128,57 137,37 89,60 86,37 82,35 89,09 109,31

fonte: Servizio Statistica P.A.T.

Tab. 5 Spesa media giornaliera pro-capite per tipo d'alloggio: Composizione percentuale Voci di spesa Alberghi

* e ** Alberghi ***

e **** Campeggi Alloggi privati

in affitto 2° case

(*) Altri

esercizi Spesa media

generale Pernottamento 35,5 42,9 15,7 22,8 17,8 25,9 33,3

Altre spese in complesso

64,5 57,1 84,3 77,2 82,2 74,1 66,7

di cui

alimentari 6,5 6,6 13,2 16,2 16,9 8,1 11,2

ristoranti e bar 19,8 18,5 13,0 12,5 14,1 19,6 16,3

sport (con sci) 33,0 37,2 29,8 36,6 26,4 25,5 33,6

ricreative e culturali

3,9 2,0 2,6 2,3 1,6 1,9 2,1

spostamenti 6,6 6,3 10,5 3,6 4,0 6,1 5,2

cura della persona

9,6 5,8 2,8 4,8 8,0 14,8 6,6

shopping 6,8 5,3 7,0 4,5 6,2 5,9 5,6

abbigliamento 9,3 12,0 10,7 13,2 14,7 12,1 12,7

articoli sportivi 2,3 3,8 6,5 4,7 4,7 1,5 4,1

altre spese 2,3 2,6 3,9 1,6 3,4 4,5 2,6

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

fonte: Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 42 |

elevata del proprio budget (e, presumibilmente,

del proprio tempo) allo shopping, all’acquisto di

articoli di abbigliamento, al divertimento e

sceglie sistemazioni di pernottamento

relativamente più costose.

2.2 Una quantificazione della spesa totale

Grazie alla quantificazione della spesa dei

turisti presenti nella stagione invernale

suddivisa per tipologia ricettiva, è possibile

quantificare un ammontare complessivo di

spesa sostenuto dai turisti presenti in loco,

tenendo conto delle presenze turistiche totali

suddivise anch’esse per tipologia ricettiva

(presenze accertate o stimate, come nel caso

di alloggi privati e seconde case).

Si tratta di poco meno di 1 miliardo e 200

milioni di euro, in parte frutto di stima a causa

delle presenze, non accertate ma stimate, per

alloggi privati e seconde case.

Le tre voci più importanti riguardano in primo

luogo il pernottamento (circa 400 milioni di

euro) seguito dalla spesa per lo sport

(soprattutto lo sci) quantificata in poco meno di

270 milioni di euro, e dalla spesa (per

ristorazione e bar), 130 milioni di euro

complessivi. Spese significative nel complesso

sono rappresentate anche dalle voci

abbigliamento (circa 101 milioni di euro) e

alimentari (circa 89 milioni di euro).

Oltre il 50% della spesa complessiva (circa

610 milioni di euro) è sostenuta dai turisti

clienti degli alberghi a tre e quattro stelle. Di

contro risulta irrisoria la spesa complessiva

degli alberghi ad una e due stelle (poco più di

83 milioni di euro), a causa del numero

contenuto di queste strutture esistenti in

Trentino. E’ tuttavia interessante rilevare come

la differenza nelle voci di spesa individuale tra

ospiti negli alberghi a tre e quattro stelle e

quelli che pernottano negli uno e due stelle sia

riconducibile solamente alla voce del

pernottamento, perché su tutte le altre voci la

propensione alla spesa è sostanzialmente

simile con lievi scostamenti positivi o negativi,

a favore degli uni o degli altri.

L’importo complessivo di spesa imputabile agli

ospiti di alloggi privati e di seconde case

risente del dato numerico delle presenze in

queste strutture ricettive, frutto di stima e non

di accertamenti puntuali.

In ogni caso, a fronte di un numero di posti

letto maggioritario in alloggi privati e seconde

case rispetto alla ricettività alberghiera, e a

fronte di una stima di turisti presenti in privati e

seconde case corrispondente grosso modo

alla metà delle presenze totali, la spesa

complessiva degli ospiti di queste tipologie

ricettive rappresenta soltanto poco più di un

terzo (35%) della spesa complessiva.

Il rapporto tra il PIL provinciale e il volume

complessivo del “fatturato turistico invernale” in

senso stretto nel 2005 si dovrebbe pertanto

attestare intorno all’8,3%. Tale dato è

estremamente significativo, in quanto tra il

2000 e il 2005 le presenze turistiche invernali

sono cresciute di un ammontare pari al 21,6%

e il “fatturato” complessivo del turismo

invernale trentino sarebbe cresciuto del +35%.

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REPORT | dicembre 2005 | 43 |

Tab. 6 Stima della spesa totale per tipologia ricettiva

Voci di spesa Alberghi * e **

Alberghi *** e ****

Campeggi Alloggi privati in affitto

2° case(*) Altri esercizi

Spesa generale

Presenze 646.903 4.441.915 137.203 1.867.240 3.220.608 646.048 10.959.917

Pernottamento 29.544.060 261.850.889 1.926.330 36.821.973 47.085.289 14.891.406 398.392.983

Alimentari 3.467.400 22.920.281 1.366.542 20.166.192 36.908.168 3.449.896 89.432.923

Ristoranti e bar 10.596.271 64.318.929 1.348.705 15.572.782 30.756.806 8.353.401 130.094.215

Sport (con sci) 17.686.328 129.570.661 3.088.440 45.560.656 57.584.471 10.892.369 268.846.764

Ricreative e culturali 2.115.373 7.107.064 270.290 2.856.877 3.478.257 794.639 16.768.673

Spostamenti 3.525.621 21.943.060 1.085.276 4.500.048 8.663.436 2.616.494 41.976.482

Cura della persona 5.168.755 20.255.132 294.986 5.956.496 17.423.489 6.311.889 52.936.399

Shopping 3.667.940 18.522.786 723.060 13.590.966 2.513.127 44.387.664

Abbigliamento 4.981.153 41.665.163 1.107.228 5.639.065 32.109.462 5.168.384 101.708.030

Articoli sportivi 1.209.709 13.103.649 676.411 16.394.367 10.241.533 658.969 32.441.354

Altre spese 1.209.709 8.928.249 406.121 5.807.116 7.375.192 1.905.842 21.043.041

Totale 83.172.319 610.185.864 12.293.389 1.997.947 265.217.069 57.556.416 1.198.028.527

fonte: elaborazione Osservatorio per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 44 |

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REPORT | dicembre 2005 | 45 |

3. LA STAGIONE INVERNALE 2004/05 IN ITALIA E PRESSO ALCUNI COMPETITOR

3.1 Italia

Nel mese di dicembre 2005 l’Istat non ha

ancora pubblicato i dati relativi ai primi mesi

del 2005; è possibile quindi fare un commento

sul movimento turistico nazionale solamente

per i mesi di novembre e dicembre 2004.

Per quanto riguarda la clientela italiana, negli

esercizi alberghieri aumentano gli arrivi ma si

perdono pernottamenti; negli esercizi

extralberghieri le perdite riguardano sia arrivi

che presenze.

I turisti stranieri invece danno risultati

confortanti negli alberghi (in aumento sia arrivi

che presenze), mentre nelle strutture ricettive

non alberghiere giungono un poco più

numerosi rispetto agli stessi due mesi del 2003

ma diminuiscono la loro permanenza media,

facendo registrare un -4,8% nelle presenze.

In complesso quindi i primi due mesi del

semestre invernale a livello nazionale

chiudono in aumento negli arrivi ma perdono

leggermente nei pernottamenti.

3.2 Alto Adige

Nel semestre invernale oggetto della presente

trattazione il movimento turistico in provincia di

Bolzano dimostra una sostanziale stabilità che

però presenta una connotazione positiva: gli

arrivi aumentano di 16mila unità (pari ad un

incremento percentuale del + 0,8%),

superando per la prima volta il traguardo dei

due milioni, mentre le presenze crescono di

quasi 20mila unità (pari ad un + 0,2%).

Come si può vedere nella tabella riportata, la

Tab. 7: Arrivi e presenze invernali in Alto Adige per nazione di provenienza

Nazione di provenienza arrivi var % peso %

presenze var% peso %

Germania 809.060 -2,3 40,4% 4.641.646 -2,2 45,5%

Italia 896.639 2,3 44,7% 3.922.883 1,4 38,5%

Austria 54.763 -1,2 2,7% 212.710 -3,0 2,1%

Belgio 35.202 -5,4 1,8% 202.899 -3,9 2,0%

Svizzera e Liechtenstein 42.237 13,9 2,1% 197.641 11,1 1,9%

Paesi Bassi 26.681 -4,6 1,3% 167.518 -6,3 1,6%

Polonia 15.725 31,5 0,8% 110.834 33,6 1,1%

Repubblica Ceca 19.322 24,5 1,0% 87.217 27,0 0,9%

Regno Unito 14.113 3,2 0,7% 85.522 11,3 0,8%

Slovenia 13.421 1,1 0,7% 79.650 0,8 0,8%

Croazia 11.926 -2,1 0,6% 71.091 -6,5 0,7%

Altri paesi 64.630 3,2% 412.505 4,0%

TOTALE 2.003.719 0,8 100,0% 10.192.116 0,2 100,0%

fonte: ASTAT Bolzano

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REPORT | dicembre 2005 | 46 |

clientela italiana incrementa ulteriormente il

proprio peso sul movimento totale,

confermandosi bacino principale per quanto

riguarda gli arrivi (44,7% con oltre 896mila

turisti connazionali, in aumento del 2,3%).

Pur avendo le presenze italiane raggiunto

quota 3milioni 923mila - in aumento dell’1,4% -

si deve registrare ancora il primato dei turisti

germanici: nonostante un calo sia negli arrivi (-

2,3%, pari a oltre 19mila turisti in meno) che

nelle presenze (- 2,2%, corrispondente ad oltre

104mila pernottamenti in meno) essi

rappresentano il 45,5% del flusso turistico

totale.

Al terzo posto troviamo l’Austria, con un peso

nettamente inferiore rispetto ad Italia e

Germania (fornisce rispettivamente il 2,7%

degli arrivi ed il 2,1% delle presenze totali).

Anche dal mercato austriaco giungono segnali

preoccupanti per l’Alto Adige: a differenza del

semestre invernale precedente infatti, in cui il

movimento proveniente da questo stato

risultava in crescita del 4,9%, nella stagione di

cui si tratta sia arrivi che presenze sono in

calo, anche se su valori assoluti non

eccessivamente consistenti.

Anche i turisti belgi hanno disertato

parzialmente l’Alto Adige invernale, contando

infatti circa 2mila arrivi ed oltre 8mila

pernottamenti in meno.

Il raggruppamento “Svizzera e Liechtenstein”

fornisce al contrario valori incoraggianti, con

crescite percentuali a due cifre sia nel numero

di turisti che nel numero di pernottamenti: +

13,9% gli arrivi, che superano quota 42mila, +

11,1% le presenze che arrivano quasi a

198mila unità.

I turisti provenienti dai Paesi Bassi imitano i

vicini belgi, mentre Polonia e Repubblica Ceca

registrano incrementi percentuali veramente

notevoli (rispettivamente + 31,5% e + 24,5%

negli arrivi, + 33,6% e + 27,0% nelle

presenze). Infine il Regno Unito, i cui turisti

invernali hanno scelto l’Alto Adige esattamente

nella metà dei casi rispetto al Trentino,

risultando in aumento, soprattutto nelle

presenze (+ 11,3%).

La formula ricettiva di gran lunga preferita

rimane quella alberghiera, che raccoglie

l’86,0% degli arrivi e l’83,6% delle presenze;

ancora una volta gli alberghi altoatesini vedono

aumentare sia gli arrivi (+ 0,8%) che le

presenze (+ 0,4%). Tali aumenti non sono però

omogenei all’interno del comparto: gli alberghi

a 1 e 2 stelle sono in continuo calo ed è

interessante notare che la tipologia che ha

ottenuto i risultati migliori è quella più elevata,

ossia quella degli hotel a 4 e 5 stelle, che

segnano un aumento delle presenze dell’8,7%.

Considerando ora le strutture ricettive

extralberghiere, che com’è noto in Alto Adige

non includono seconde case, il bilancio

complessivo è parzialmente negativo, nel

senso che complessivamente le presenze nel

complementare risultano in calo; in realtà

questo risultato si può ricondurre ai soli

campeggi e alloggi privati perché agritur e altri

esercizi (che includono rifugi alpini, rifugi

albergo, case per ferie, ostelli e alberghi per la

gioventù) chiudono la stagione invernale con

risultati molto soddisfacenti.

Per quanto riguarda la capacità ricettiva,

rispetto al semestre invernale 2003/04 il

numero dei posti letto è aumentato di 1.626

unità, passando da 212.804 a 214.430; il

numero degli esercizi è aumentato di 59 unità,

passando da 10.121 a 10.180. Se si concentra

l’attenzione sul settore alberghiero, vediamo

come prosegua ininterrotta la qualificazione

dello stesso: ci sono complessivamente tre

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REPORT | dicembre 2005 | 47 |

esercizi in meno, ma oltre 1.000 posti letto in

più. In realtà calano i 2 stelle (-50), gli hotel a

una stella (-56), mentre i 4-5 stelle, i 3 stelle ed

i residence aumentano (rispettivamente + 19, +

46 e + 38).

Nell’extralberghiero si segnala l’ulteriore

incremento del già ricco patrimonio di esercizi

agrituristici (+ 73).

3.3 Tirolo

Il Tirolo invernale registra la sua ennesima

stagione da record: gli arrivi sommano a

4milioni 713mila, mentre le presenze sfondano

quota 25milioni; i primi sono in crescita

dell’1,3% (pari ad una variazione in termini

Tab. 8: Arrivi e presenze invernali in Tirolo per nazione di provenienza

Paese arrivi peso %

variaz. su inverno prec.

presenze peso %

variaz. su inverno prec.

su tot assoluta in % su tot assoluta in %

Germania 2.593.081 55,0% -33.239 -1,3 14.059.734 56,2% -223.339 -1,6

Paesi Bassi 513.429 10,9% 11.607 2,3 3.313.165 13,2% 56.903 1,7

Regno Unito 183.124 3,9% 16.414 9,8 1.184.052 4,7% 118.614 11,1

Svizzera e Liechtenstein 176.524 3,7% 1.220 0,7 861.191 3,4% 12.096 1,4

Belgio 135.565 2,9% 8.810 7,0 827.829 3,3% 56.475 7,3

Danimarca 62.053 1,3% 5.817 10,3 354.427 1,4% 33.076 10,3

Italia 113.207 2,4% 1.918 1,7 327.743 1,3% 32.021 10,8

Francia e Monaco 59.286 1,3% 4.629 8,5 326.575 1,3% 27.422 9,2

Polonia 44.351 0,9% 5.858 15,2 267.613 1,1% 29.712 12,5

Rep. Ceca 56.976 1,2% 2.748 5,1 257.860 1,0% 10.388 4,2

Russia * 25.977 0,6% 25.977 ***** 201.040 0,8% 201.040 *****

Svezia 26.286 0,6% 1.889 7,7 171.193 0,7% 9.846 6,1

Stati Uniti 31.758 0,7% -351 -1,1 116.774 0,5% -3.473 -2,9

Lussemburgo 16.945 0,4% 1.730 11,4 109.481 0,4% 11.474 11,7

Irlanda 16.090 0,3% 3.465 27,4 107.234 0,4% 24.869 30,2

Ungheria 13.399 0,3% 224 1,7 72.629 0,3% 5.365 8,0

Finlandia 9.290 0,2% 869 10,3 49.952 0,2% 3.099 6,6

Norvegia 7.847 0,2% 1.160 17,3 40.647 0,2% 8.531 26,6

Spagna 10.527 0,2% -246 -2,3 34.799 0,1% 4.664 15,5

Altri paesi 153.202 3,3% 4.046 2,7 624.809 2,5% -789 -0,1

TOTALE ESTERO 4.248.917 90,1% 64.545 1,5 23.308.747 93,1% 417.994 1,8

Austria 464.403 9,9% -5.825 -1,2 1.720.219 6,9% -37.305 -2,1

TOTALE 4.713.320 100,0% 58.720 1,3 25.028.966 100,0% 380.689 1,5

*) A causa della variazione di codifica degli stati, per la Russia non è disponibile il confronto con l'inverno precedente Pernottamenti ex Russia: inverno 2005 227.773; inverno 2004: 197.315; variazione +15,4%) fonte: Amt der Tiroler Landesregierung, Abteilung Ic – Fachbereich Statistik

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REPORT | dicembre 2005 | 48 |

assoluti di + 58.720 turisti), le seconde

dell’1,5% (corrispondente a oltre 380mila

pernottamenti “guadagnati).

E’ l’ottava stagione invernale consecutiva a

chiudere in positivo. Determinante per questo

successo è stata la Pasqua, caduta in marzo,

ed un gennaio eccezionale.

Un’occhiata ai mercati di provenienza

conferma, nonostante un leggero calo

percentuale sia negli arrivi che nelle presenze,

la predominanza assoluta della clientela

germanica

Con il 55,0% degli arrivi ed il 56,2% delle

presenze totali, i turisti tedeschi staccano in

modo netto quelli provenienti dai Paesi Bassi,

che con una quota sulle presenze totali del

13,2% si situano al secondo posto come

bacino d’utenza.

Al terzo posto si colloca il mercato interno, che

dopo anni di continua crescita è però costretto

a registrare un calo del 2,1% nelle presenze;

un possibile motivo di questo risultato negativo

può essere ricercato nel buon innevamento dei

Bundesländer orientali.

Molto soddisfacente è il risultato conseguito sul

mercato britannico, sono infatti stati registrati

oltre 118mila pernottamenti in più, pari ad un +

11,1%. La quota del Regno Unito sul totale del

movimento invernale in Tirolo arriva quindi al

4,7%, più consistente di quella di Svizzera e

Belgio, entrambi in crescita (il secondo in

maniera più marcata).

Il quadro positivo è completato dall’incremento

su tutti gli altri mercati rilevanti: Danimarca,

Italia, Francia, Polonia, Repubblica Ceca. In

particolare per il mercato italiano è aumentata

la permanenza media. E’ interessante notare

come i tassi di crescita maggiori siano fatti

registrare da Regno Unito, Italia, Danimarca,

Irlanda e dalla Polonia.

Per quanto riguarda le tipologie ricettive, si è

delineata una netta polarizzazione fra gli

alberghi a 4-5 stelle, che aumentano le

presenze del 6,4%, raggiungendo quota 27,2%

del totale pernottamenti e gli appartamenti

privati, che hanno ospitato il 16,5% del flusso

totale. Da segnalare che gli hotel a tre stelle,

pur ospitando un quinto abbondante del totale

turisti, risultano in calo del 5,0%.

Tirol Werbung ha compiuto un’analisi sulla

scelta della tipologia alberghiera per

nazionalità: oltre la metà degli svizzeri, la metà

scarsa degli italiani, oltre il 40% dei francesi,

circa un terzo degli austriaci, dei britannici e

dei belgi scelgono gli hotel a 4/5 stelle, mentre

più attenti al prezzo sembrano essere gli

olandesi, i danesi, i polacchi e i cechi. Un

occhio a parte meritano ovviamente i clienti

tedeschi: un quarto di essi sceglie la tipologia

di livello più elevato, un altro quarto sceglie più

oculatamente gli appartamenti per ferie,

mentre gli hotel a 3 stelle, quelli a 2 a 1 stella e

gli alloggi privati registrano delle perdite. E’

questo un segno chiaro che per il ceto medio

tedesco la vacanza invernale è diventata più

pesante dal punto di vista economico.

3.4 Comparto Montano Veneto

Parliamo ora del Veneto, considerando

ovviamente il solo comparto montano. A

differenza di Alto Adige e Tirolo, la stagione

invernale non ha portato risultati brillanti, ma

chiude in negativo, perdendo infatti quasi

10mila arrivi (- 2.4%) ed oltre 65mila presenze

(-2.8%). Ricordiamo che il volume del flusso

turistico ospitato dal Comparto Montano è di

391mila arrivi e di 2milioni 288mila presenze.

Di questo totale, circa il 78% (rispettivamente il

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REPORT | dicembre 2005 | 49 |

77,3% per gli arrivi ed il 78,5% delle presenze)

è riferito a clientela italiana.

Anche per la montagna veneta la Germania

costituisce il principale bacino estero d’utenza,

fornendo il 21,3% delle presenze straniere

totali; in valore assoluto, si tratta di oltre 18mila

arrivi e quasi 105mila presenze. La

componente tedesca del movimento straniero

invernale perde qualche centinaio di arrivi, ma

aumenta di circa 2mila unità i pernottamenti.

Seguono poi i paesi della ex-Jugoslavia, da cui

arrivano oltre 12mila turisti e quindi il Regno

Unito. I turisti d’Oltremanica sono il 10,8% del

totale delle presenze straniere e,

analogamente a quello che succede nelle altre

aree turistiche considerate in questo capitolo,

sono in ottimo aumento (+23,4% gli arrivi, +

16,3% le presenze).

I turisti statunitensi sono invece in netto calo,

come pure quelli provenienti dall’Austria.

Seguono Paesi Bassi, i Paesi dell’ex Unione

Sovietica e la Svezia, tutti in crescita.

Bisogna però far notare che un quarto del

flusso straniero nel Comparto Montano Veneto

è raccolto nel non meglio identificato

raggruppamento “Altri Paesi Europei”, che

include sicuramente paesi ormai determinanti

per il turismo invernale nelle Dolomiti quali

Polonia, Repubblica Ceca ed Ungheria. Tale

raggruppamento risulta sostanzialmente

stabile rispetto al risultato registrato nel

semestre invernale 2003/04.

Consideriamo ora invece il movimento italiano

che fornisce, come si è detto sopra, oltre i tre

quarti del movimento totale per il Veneto

invernale. Preponderante è la componente

interna alla regione: ben il 42,6% delle

presenze italiane è infatti imputabile agli stessi

veneti, in leggerissimo calo rispetto all’inverno

precedente. Molto distaccati seguono il Lazio

(11,6% delle presenze italiane, in calo), che

totalizza circa 209mila presenze e l’Emilia

Romagna (10,5% delle presenze italiane, in

calo), con circa 189mila pernottamenti. In

effetti si registrano diminuzioni un po’ in tutte le

Regioni italiane; le uniche eccezioni sono

rappresentate da Marche, Calabria e Trentino.

Esaminando la situazione invernale dal punto

di vista del patrimonio ricettivo, si nota che, per

quanto riguarda le presenze, il movimento è

ripartito quasi equamente tra settore

alberghiero, che raccoglie il 52,9% dei

pernottamenti totali e quello extralberghiero.

Altrettanto non si può dire degli arrivi: le

strutture alberghiere infatti ospitano il 70,8%

dei turisti invernali. L’unica tipologia

alberghiera in cui le presenze registrano una

crescita - peraltro solo nelle presenze - è

quella dei quattro stelle (nella quale sono

sommati anche i dati dei cinque stelle per

motivi di riservatezza statistica); la tipologia

che raccoglie invece il maggior numero di

ospiti è quella degli hotel a tre stelle; quella

dove vengono segnalate le perdite maggiori è

quella più bassa, cioè quella degli hotel a una

stella.

Nell’extralberghiero si assiste ad un vero e

proprio crollo nell’utilizzo degli alloggi privati,

compensato però da un buon aumento negli

“altri esercizi”.

3.5 Valle d’Aosta

Per poter effettuare un congruo confronto,

occorre ricordare che il movimento invernale

nella Valle d’Aosta è pari al 31,5% del

movimento registrato in Trentino per quanto

riguarda gli arrivi, pari al 27,1% per quanto

riguarda le presenze. Il volume totale del flusso

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REPORT | dicembre 2005 | 50 |

ospitato nella piccola regione alpina ammonta

infatti ad oltre 395mila arrivi ed a circa 1milione

593mila presenze. Di questo totale,

rispettivamente il 33,5% ed il 43,8% sono da

attribuire alla clientela straniera.

Un’altra caratteristica fondamentale del turismo

valdostano è l’altissima percentuale di

movimento alberghiero: tale percentuale,

curiosamente, rimane perfettamente identica al

semestre invernale 2003/04 ed è pari all’88,9%

del totale. Più in dettaglio, il 77,7% delle

presenze è movimento alberghiero puro,

l’11,2% si riferisce invece alle residenze

turistico-alberghiere.

Ricordiamo inoltre che in questa Regione,

come accade in Alto Adige, le seconde case

non vengono prese in considerazione

nell’elaborazione dei dati statistici e quindi tutto

il movimento turistico è certificato perché case

e appartamenti per vacanze sono iscritti al

REC.

Il bilancio del semestre invernale 2004/05

rimane praticamente inalterato rispetto al

semestre invernale precedente, nel senso che

c’è una sostanziale stabilità negli arrivi ed un

leggerissimo calo (- 1,1%) nelle presenze.

Le presenze straniere però, pur se su valori

assoluti non particolarmente consistenti (si

parla in totale di 698mila pernottamenti),

aumentano in modo molto incoraggiante, si

tratta del 24,0%.

Il bacino straniero principale non è la Francia,

come sarebbe logico aspettarsi, ma il ben più

lontano Regno Unito, che con oltre 53mila

arrivi e 318mila presenze fornisce il 45,6% del

movimento straniero invernale valdostano. La

Francia è seconda, molto distanziata al 10,2%:

significa che la Val d’Aosta lavora con

l’intermediato, mentre la clientela individuale

francese probabilmente preferisce la regione

della Savoia.

La Svezia si colloca al terzo posto con il 7,6%.

Regno Unito, Francia e Svezia hanno fatto

registrare aumenti nelle presenze a due cifre

(rispettivamente + 25,1%, + 23,3%, + 37,2%).

Seguono poi, su quote inferiori ma sempre con

incrementi interessanti il Belgio, la Germania,

la Russia, Svizzera e Liechtenstein, Polonia,

Paesi Bassi, Finlandia e Irlanda.

Tra tutti i mercati stranieri spicca l’ottima (per

la stagione invernale) permanenza media dei

turisti russi (7,0 giornate), dei Polacchi, dei

Finlandesi (6,2) e dei Britannici (6,0).

Uno sguardo al movimento nazionale

conferma la Lombardia quale regione che

fornisce il massimo “apporto” (28,7% delle

presenze italiane) di turisti. Stranamente però i

turisti invernali lombardi si erano fatti notare

l’inverno precedente per una abbondante

defezione dalle nevi della Val d’Aosta, ma nel

semestre qui considerato il loro incremento

(oltre 94mila arrivi in più, pari al 58,2%) più che

compensa la precedente perdita. Sarebbe

interessante capire quale fenomeno sia stato

alla base di questi risultati altalenanti.

Il vicino Piemonte concorre per il 14,4% del

movimento italiano globale e registra

anch’esso un aumento degno di nota (+

51,7%, pari ad oltre 43mila pernottamenti

guadagnati). Seguono la Liguria ed il Lazio,

mentre con quote inferiori al 10% si trovano

Toscana, Emilia Romagna, Campania e

Puglia.

Considerando ora il movimento invernale in

Val d’Aosta dal punto di vista del ricettivo,

sembra di notare, da parte dei turisti che

hanno scelto tale Regione per le loro vacanze

invernale, una ricerca per delle forme di

alloggio alternative a quelle classiche.

Alberghi, residenze turistico-alberghiere,

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REPORT | dicembre 2005 | 51 |

agritur e rifugi alpini segnano infatti dei cali

(pesanti nei casi delle ultime due tipologie di

strutture ricettive) a favore di forme di ospitalità

più nuove ed in molti casi forse anche più

convenienti dal punto di vista economico: Case

per ferie, case e appartamenti per vacanze,

ostelli per la gioventù, Bed&Breakfast e la

nuova tipologia “aree di sosta” (non presente

gli anni precedenti nelle elaborazioni

dell’Osservatorio Regionale per il Turismo

della Regione Val d’Aosta) hanno riportato

percentualmente gli incrementi maggiori. La

tipologia area di sosta si riferisce alle aree di

camper attrezzate, alcune delle quali sono

custodite (ecco perché si possono rilevarne le

presenze).

3.6 L’andamento dei mercati europei occidentali ed orientali in Trentino, Alto Adige e Tirolo nell’inverno 2004/05

3.6.1 Mercati Europa occidentale

Si ritiene utile fornire un sintetico quadro di

confronto sulle dinamiche mostrate dai

tradizionali bacini di utenza dell’Europa

“occidentale” nei territori nostri principali

competitor, ossia Alto Adige e Tirolo.

Ricordiamo a questo proposito che si è tenuto

conto, per la provincia di Trento, solamente del

movimento certificato.

Come si può facilmente verificare leggendo la

tabella riportata, la Germania rappresenta il

mercato principale sia per Alto Adige che per il

Tirolo: la quota di mercato è rispettivamente

del 45,5% e del 56,2% delle presenze totali,

quindi si può tranquillamente affermare che la

clientela tedesca è determinante, anche se

rispetto al semestre invernale precedente tale

quota risulta in calo in entrambi i casi; era

infatti del 46,7% per l’Alto Adige e del 57,9%

per il Tirolo (cfr Report n. 1, par. 4.6.1) Per il

Trentino la Germania rimane ancora il mercato

principale, ma solamente all’interno della

componente straniera del flusso turistico. Se

operiamo un confronto con l’Alto Adige,

vediamo infatti che i tedeschi invernali in

Trentino sono poco meno di un decimo rispetto

ai tedeschi che hanno scelto l’Alto Adige.

In ordine di presenze registrate in Trentino

troviamo il Belgio, la cui quota percentuale non

è molto diversa nelle tre aree considerate:

Tab. 9: Presenze mercati europei occidentali – semestre invernale 2004/05 TRENTINO ALTO ADIGE TIROLO

Stato presenze % sul tot presenze % sul tot presenze % sul tot

Germania 533.366 9,1% 4.641.646 45,5% 14.059.734 56,2%

Belgio 162.869 2,8% 202.899 2,0% 827.829 3,3%

Regno Unito 161.578 2,8% 85.522 0,8% 1.184.052 4,7%

Danimarca 79.873 1,4% 17.739 0,2% 354.427 1,4%

Paesi Bassi 69.360 1,2% 167.518 1,6% 3.313.165 13,2%

Svezia 52.526 0,9% 27.893 0,3% 171.193 0,7%

Austria 50.232 0,9% 212.710 2,1% 1.720.219 6,9%

Svizzera 28.878 0,5% 197.641 1,9% 861.191 3,4%

TOTALE COMP 5.872.069 10.192.116 25.028.966

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T., Astat Bolzano e Tirol Werbung

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REPORT | dicembre 2005 | 52 |

2,8% in Trentino, 2,0% in Alto Adige e 3,3% in

Tirolo; ma tali percentuali, se tradotte in valore

assoluto, corrispondono a realtà abbastanza

diverse, perché i totali complessivi viaggiano

su volumi ben diversi, come si vede nell’ultima

riga della tabella 9.

Il Regno Unito, in aumento in tutte tre le

regioni, presenta una situazione abbastanza

diversificata; per il Tirolo costituisce ben il

4,7% di un movimento totale che nella

stagione considerata ha superato i 25milioni di

pernottamenti, mentre per l’Alto Adige

costituisce solo, con 85mila presenze, lo 0,8%

del flusso totale. Il risultato è migliore per il

Trentino: i turisti provenienti dal Regno Unito,

assieme a Danesi e a Svedesi, sono presenti

in misura maggiore rispetto al vicino Alto

Adige, probabilmente per una più convinta

strategia di promozione portata avanti negli

anni dagli operatori trentini.

Analogo discorso si può fare per la Danimarca,

che non risulta fra i mercati più brillanti in

Tirolo; gli ospiti danesi sono però pur sempre

cinque volte i danesi che hanno scelto il

Trentino. Considerato il totale della

popolazione danese, le 354mila presenze

registrate in Tirolo non sono certo un risultato

disprezzabile.

I Paesi Bassi invece costituiscono il terzo

mercato per il Tirolo, dopo Germania e

mercato interno, mantenendo inalterato il loro

peso percentuale invernale (13,2%). Un

semplice confronto di due valori dà l’idea

dell’importanza di questo bacino: il totale delle

presenze tedesche in Trentino supera di poco

le 533mila unità, quelle olandesi in Tirolo

superano i 3milioni 313mila. Gli Olandesi

scelgono anche l’Alto Adige in misura più che

doppia rispetto al Trentino. Da notare che i

Paesi Bassi – come peraltro anche il Regno

Unito – totalizzano in Tirolo un numero di

presenze maggiore alla somma delle presenze

straniere in Trentino.

La Svezia, in calo in Trentino ed in aumento

presso i due competitor, non è fra i mercati che

incidono maggiormente nelle destinazioni

alpine; si nota però che gli Svedesi che

scelgono il Trentino per la loro vacanza

invernale sono – come l’inverno precedente – il

doppio di quelli che scelgono l’Alto Adige e

meno di un terzo di quelli che scelgono il

Tirolo.

L’Austria, se non è un mercato importantissimo

per il Trentino (poco più di 50mila presenze,

pari allo 0,9% del totale), è presente in modo

più consistente in Alto Adige (quasi 213mila

pernottamenti), dove pesa per il 2,1% del

flusso totale, mentre per il Tirolo costituisce il

bacino più importante dopo Germania e Paesi

Bassi, totalizzando nella sua terza posizione

oltre 1milione 720mila presenze (dopo averne

perse 37mila sull’inverno precedente).

Altrettanto si può dire della Svizzera: come si

vede in tabella, totalizza circa 29mila presenze

in Trentino, quasi 198mila in Alto Adige e oltre

861mila in Tirolo, dove rappresenta il quarto

bacino estero.

3.6.2 Mercati Europa Orientale

Dato il peso sempre maggiore della

componente di turismo invernale proveniente

dai cosiddetti Paesi dell’Est, si ritiene

opportuno operare il confronto precedente

anche per tali mercati.

La Polonia rappresenta per il Trentino il

secondo mercato estero invernale ed il 4,2%

delle presenze invernali totali, con oltre

247mila pernottamenti certificati. Le presenze

polacche in Alto Adige sono meno della metà,

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REPORT | dicembre 2005 | 53 |

quelle in Tirolo sono un po’ più numerose; in

tutte tre le destinazioni il movimento polacco

risulta in forte aumento.

Analogo può essere considerato il discorso per

quanto riguarda la Repubblica Ceca: in

Trentino il movimento ceco è circa il doppio di

quello registrato in Alto Adige, ma è invece

inferiore a quello del Tirolo. Anche in questo

caso il movimento è in crescita in tutte tre le

aree. L’Ungheria è l’unico mercato che sceglie

il Trentino in misura più numerosa sia rispetto

all’Alto Adige che al Tirolo: in tabella si vede

infatti che il movimento ungherese in Tirolo è il

doppio di quello registrato in Alto Adige, ma è

comunque inferiore a quello registrato in

Provincia di Trento.

Il movimento proveniente dalla Russia in Alto

Adige è circa un ottavo di quello che si verifica

in Tirolo (25mila presenze contro 201mila) ed è

però inferiore a quello registrato in Trentino.

Purtroppo i dati forniti dal Tirol Werbung non

offrono il dettaglio per tutti i paesi dell’Est,

Tab. 10: Presenze mercati europei orientali – semestre invernale 2004/05 TRENTINO ALTO ADIGE TIROLO

Stato presenze % sul tot presenze % sul tot

presenze % sul tot

Polonia 247.724 4,2% 110.834 1,1% 267.613 1,1%

Rep. Ceca 177.137 3,0% 87.217 0,9% 257.860 1,0%

Ungheria 79.045 1,3% 36.764 0,4% 72.629 0,3%

Slovenia 56.098 1,0% 79.650 0,8% n.d. n.d.

Croazia 50.457 0,9% 71.091 0,7% n.d. n.d,

Russia 43.300 0,7% 25.723 0,3% 201.040 0,8%

Romania 14.494 0,2% n.d. n.d. n.d. n.d.

Slovacchia 9.897 0,2% 23.975 0,2% n.d. n.d.

TOTALE EST 678.152 11,5% 435.254 4,3% 799.142 3,2%

TOTALE COMP 5.872.069 10.192.116 25.028.966

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T., Astat Bolzano e Tirol Werbung

Tab. 11: Incrementi assoluti flussi provenienti dai Paesi dell’Est (2001/02-2004/05) TRENTINO ALTO ADIGE TIROLO

Stato 2002/03 su

2001/02

2003/04 su

2002/03

2004/05 su

2003/04

2002/03 su

2001/02

2003/04 su

2002/03

2004/05 su

2003/04

2002/03 su 2001/02

2003/04 su

2002/03

2004/05 su

2003/04 Polonia 3.955 36.156 60.766 8.185 4.519 27.860 29.222 - 23.914 29.712

Rep. Ceca 24.853 21.225 45.127 14.751 9.239 18.539 33.672 37.545 10.388

Ungheria 14.703 8.047 6.416 10.327 - 4.733 4.992 6.435 11.423 5.365

Slovenia 5.930 11.992 7.648 7.490 5.105 615 n.d. 1.908 n.d.

Croazia 4.038 8.160 12.287 5.975 1.221 - 4.966 n.d. 2.611 n.d.

Russia 4.354 10.278 7.201 3.044 9.038 930 53.648 56.193 30.458

Romania 9.159 - 1.407 1.662 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Slovacchia -184 3.070 1.635 4.907 - 2.217 8.952 n.d. 6.297 n.d.

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T., Astat Bolzano e Tirol Werbung

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REPORT | dicembre 2005 | 54 |

quindi per quanto riguarda Slovenia, Croazia e

Slovacchia il confronto è effettuabile solamente

tra Trentino e Alto Adige. Le presenze di questi

tre mercati sono sempre più numerose in Alto

Adige che in provincia di Trento. Non potendo

disporre dei dati per ogni singolo stato, il peso

del totale dei Paesi dell’Est sul totale

complessivo (penultima riga in tabella…..) è da

considerare parziale per difetto, ma in ogni

caso è chiaro come il Trentino invernale

dipenda in misura sempre maggiore (nel

semestre 2003/04 la percentuale era del 9,3%)

dai flussi provenienti da questi mercati

emergenti. In valore assoluto però è sempre il

Tirolo ad ospitare la maggiore quantità di turisti

dell’Est.

Può essere interessante analizzare, in termini

assoluti, come è incrementato il movimento

proveniente dai Paesi qui considerati nelle

ultime stagioni invernali.

Sembra di poter dire che il Trentino ha

maggiore appeal nei confronti dei Polacchi, dei

Cechi e dei Croati, mentre i clienti ungheresi

nuovi acquisiti si spalmano sulle tre

destinazioni in modo più simile. I turisti

invernali russi sembrano invece preferire il

Tirolo. Per gli altri stati purtroppo, come già

detto sopra, mancano i dati dettagliati ed è

quindi impossibile fornire un commento.

3.6.3 Mercato Italia

E veniamo infine a considerare il mercato

italiano. Come notiamo dalla tabella 8, il

mercato nazionale rappresenta, rispetto al

flusso totale, il 65,6% per il Trentino, ed il

38,5% per l’Alto Adige. Non facciamoci però

ingannare dalle percentuali: le presenze

italiane sono infatti più numerose in Alto Adige

che in provincia di Trento. Per il Tirolo invece il

mercato italiano fornisce solamente una

piccola parte del consistente flusso, si parla di

nemmeno 328mila presenze.

3.6.4 Alcune considerazioni di sintesi

Volendo verificare un semplice indice di

concentrazione dei principali mercati nelle tre

aree di riferimento, troviamo che in Alto Adige i

primi due mercati (Germania e Italia)

totalizzano l’84,0% del flusso totale

(rispettivamente, 45,5% e 38,5%).

In Tirolo tale percentuale si abbassa al 69,4%

(rispettivamente 56,2% per la Germania e

13,2% per i Paesi Bassi), mentre il Trentino si

colloca in una posizione intermedia, con un

indice di concentrazione dei primi due mercati

pari al 74,7% (rispettivamente il 65,6% per

l’Italia ed il 9,1% per la Germania).

Risulta subito evidente come il Trentino sia

l’unica tra le tre aree a “dipendere”

primariamente dal mercato interno; ricordiamo

a tal proposito che la quota rivestita dal

movimento austriaco per il Tirolo è pari

solamente al 6,9% delle presenze totali.

Dobbiamo inoltre ricordare che la quota del

65,6% del flusso turistico totale in Trentino

imputabile alla clientela italiana è riferita al solo

movimento certificato; se si volesse tener

conto anche del movimento registrato negli

alloggi privati e nelle seconde case, frequentati

nella stragrande maggioranza dei casi dai

turisti nazionali, tale percentuale sale al 78,6%.

Peraltro, vista la performance non proprio

esaltante fornita ovunque dal mercato tedesco,

è forse il caso di dire che la non determinante

rilevanza dello stesso per il turismo trentino

invernale e anzi, la presenza di più mercati

stranieri che stanno dando risultati a dir poco

confortanti, mettono la Provincia di Trento in

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REPORT | dicembre 2005 | 55 |

posizione più “sicura” rispetto ai concorrenti

Tirolo e Alto Adige che pur registrando ottimi

risultati devono far i conti con un bacino

principale che si sta rivelando un po’ instabile.

Una seconda serie di considerazioni riguarda

invece la rilevanza che i mercati emergenti

dell’Est europeo hanno sul totale delle

presenze registrate nelle tre aree oggetto di

analisi.

Il Trentino come si è detto sopra (vedi tab. 6) è

l’area alpina che registra la maggiore

penetrazione nei mercati dell’Europa orientale

(11,5%, in crescita rispetto al semestre

invernale precedente), ma non ospita il

maggior numero di presenze, che spetta

invece al Tirolo con oltre 799mila presenze,

peraltro in difetto visto che i dati relativi a

Slovenia, Croazia, Romania e Slovacchia non

erano disponibili.

In Alto Adige la percentuale di penetrazione è

aumentata dal 3,7% dell’inverno 2003/04 al

4,3% dell’inverno 2004/05, segno che i turisti

dell’Est stanno “conoscendo” altre aree alpine;

non dimentichiamo infatti che Russia, Polonia

e Repubblica Ceca hanno fatto registrare

aumenti nelle presenze in Val d’Aosta superiori

al 67%.

Tab. 12: Mercato Italia semestre invernale 2004/05 TRENTINO ALTO ADIGE TIROLO

stato presenze % sul tot

variaz. presenze % sul tot

variaz. presenze % sul tot

variaz.

Italia 3.852.660 65,6% 1,0% 3.922.883 38,5% 1,4% 327.743 1,3% 10,8%

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T., Astat Bolzano e Tirol Werbung

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REPORT | dicembre 2005 | 57 |

4. STAGIONE INVERNALE 2004/05 E IMPIANTI DI RISALITA

Consci dell’importanza che gli impianti di

risalita rivestono per il turismo trentino

invernale, sarà analizzato l’andamento

dell’ultima stagione anche dal punto di vista del

rapporto tra impianti, loro utilizzo e presenze

turistiche.

4.1 Il prodotto neve: caratteristiche e utilizzo delle piste

Ricordando come premessa fondamentale che

le aggregazioni dei dati per ambito non sempre

risultano semplici, in quanto gli stessi vengono

raccolti per area sciistica o per comprensorio,

in questo primo paragrafo si cercherà di fornire

un quadro aggiornato sull’offerta invernale

trentina per quanto riguarda le piste per la

pratica dello sci da discesa (e snowboard).

Il Trentino può contare su oltre 439 km di piste,

per una superficie sciabile totale di 1.434 ettari.

Per quanto riguarda il livello di innevamento

programmato, tutte le grosse stazioni possono

garantire la completa sciabilità del 95% delle

piste, mentre in alcune aree minori tale

percentuale è inferiore, ma la copertura di

cannoni è comunque prevista per gran parte

della superficie a disposizione degli sciatori.

Una prima tabella ci dà un’idea di quanto le

piste trentine vengano utilizzate: per le ultime

quattro stagioni sono stati riportati il numero

degli sciatori (primi ingressi) ed il numero delle

piste da essi sciate giornalmente (ottenuto

dividendo il totale dei passaggi, ossia il numero

totale di piste sciate nella stagione, per il

numero dei primi ingressi).

Tab. 13: Sciatori sulle piste inverno 2001/02 inverno 2002/03 inverno 2003/04 Inverno 2004/05

area sciistica sciatori n°piste/gg sciatori n°piste/gg sciatori n°piste/gg sciatori n°piste/gg

San Martino di C. 327.431 11,9 394.622 12,5 n.d. n.d n.d. n.d.

Fiemme-Obereggen 1.060.912 13,9 1.077.114 14 1.126.198 13,6 1.313.385 11,8

Adamello Ski 573.266 12 699.435 12,6 717.467 12,3 245.336 14,9

Paganella 350.853 11,5 421.504 11,8 484.209 11,5 531.999 11,7

Funivie Campiglio 712.878 8,0 918.558 9,0 948.427 8,9 942.946 9,1

Ski Area TreValli 494.521 13,9 535.512 14,8 570.657 12,4 n.d. n.d.

Funivie Pinzolo 78.001 10,9 117.399 11,6 181.840 8,5 190.599 9,5

Folgarida Marilleva n.d n.d n.d n.d 1.103.917 10,7 1.098.105 10,6

Pejo Funivie n.d n.d n.d n.d 102.814 8,9 93.013 8,5

Monte Bondone n.d n.d n.d n.d 144.757 7,8 183.270 8,5

Folgaria n.d. n.d. 349.482 15 358.655 14,6 423.590 15,0

Fassa/Carezza 1.232.395 11,1 1.293.011 11,6 1.370.535 11,3 1.947.860 7,4

totale 4.688.136 11,85* 5.584.843 12,29** 6.847.467 11,56 6.973.103 10,1

* il totale provinciale è stato calcolato senza i dati relativi ai comprensori sciistici di Folgarida/Marilleva, Pejo, Bondone e Folgaria ** il totale provinciale è stato calcolato senza i dati relativi ai comprensori sciistici di Folgarida/Marilleva, Pejo e Bondone fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Consorzi Funiviari

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REPORT | dicembre 2005 | 58 |

Riguardo la tabella 9 sono però necessarie

alcune precisazioni. La prima è che i dati forniti

dal Consorzio Adamello Ski si riferiscono per

l’ultima stagione invernale solamente ai biglietti

emessi dai punti vendita in provincia di Trento;

questi dati, infatti, sono ovviamente più

pertinenti per eventuali confronti con il

movimento turistico nelle strutture ricettive

trentine.

La seconda annotazione, altrettanto importante

visto che si riferisce ai due “colossi” del

Trentino invernale, ossia ai Consorzi Fiemme-

Obereggen e Fassa-Carezza, è che fino alla

stagione precedente il sistema di rilevazione

passaggi conteggiava solo i primi ingressi

riferiti agli skipass, mentre col nuovo sistema

vengono considerati i primi ingressi di tutti i

biglietti, anche quelli di singola biglietteria di

società. L’Osservatorio ha preferito riportare i

dati registrati col nuovo sistema innanzitutto

per non perdere “teste”, ossia persone che

hanno effettivamente sciato, anche se solo per

parte della giornata, ma per poterli confrontare

con i dati delle future stagioni. Nel leggere la

tabella si consideri quindi che i dati per

Fiemme e Fassa delle stagioni precedenti

risultano quindi sottostimati rispetto al reale

movimento.

La terza annotazione è che i dati comunicati

dalle Funivie Campiglio riguardano sia i

passaggi da skipass “Madonna di Campiglio”

che da skipass “SuperSkirama” (questi ultimi

emessi sia dalla Funivie Campiglio SpA che

dalle altre località dello Skirama Dolomiti

Adamello Brenta).

L’ultima annotazione è che, per mancanza dei

dati, nel totale provinciale non sono mai

incluse alcune aree tipo Brentonico e

Panarotta.

Nel leggere le colonne relative agli sciatori,

sembra di poter affermare che gli impianti di

risalita in provincia di Trento godano di ottima

salute e soprattutto di ottimo utilizzo, visto che,

escludendo qualche raro “calo” da una

stagione all’altra, il trend risulta sempre in

crescita.

Per quanto riguarda il numero di piste sciate

giornalmente, come già l’anno scorso alcune

Tab. 14: Km sciati al giorno

inverno 2004/05 area sciistica n°piste/gg lunghezza media km sciati/gg

San Martino di C. n.d. 1,013 n.d.

Fiemme-Obereggen 11,8 1,091 12,87

Adamello Ski 14,9 0,942 14,04

Paganella 11,7 0,862 10,09

Funivie Campiglio 9,1 1,102 10,03

Funivie Pinzolo 9,5 1,064 10,11

Folgarida Marilleva 10,6 0,915 9,70

Pejo Funivie 8,5 1,029 8,75

Monte Bondone 8,5 0,958 8,14

Folgaria 15,0 0,646 9,69

Fassa/Carezza 7,4 1,078 7,98

Panarotta n.d. 0,719 n.d.

totale 10,1 0,968 9,77

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Consorzi Funiviari e Ufficio Prof. per il Turismo, AdV e Piste da Sci Servizio Turismo P.A.T.

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zone si distinguono per una maggiore intensità

di sciata: soprattutto Folgaria e l’area coperta

dall’Adamello Ski, seguite da Paganella e

Fiemme-Obereggen. In altre zone invece si

sciano meno piste nell’arco della giornata

(Pejo, Bondone, Fassa), ma non dobbiamo

dimenticare che questo può essere dovuto in

qualche caso ad una maggiore lunghezza delle

piste presenti in tali aree.

Cerchiamo ora di concretizzare il numero di

piste sciate per giornata utilizzando il dato

della lunghezza media delle piste.

La lunghezza media delle piste è di circa un

chilometro, come si può facilmente desumere

dalla tabella. Quali località a “sciata intensa”

spiccano soprattutto i comprensori Adamello

Ski e Fiemme/Obereggen, nei quali i km sciati

al giorno sono decisamente più numerosi che

nelle altre aree sciistiche. Contrariamente a

quanto risultava nella stagione 2003/04, la

zona Fassa/Carezza sembrerebbe frequentata

da turisti che non “saturano” la giornata

sciando.

Un dato che analizziamo per la prima volta ma

che ormai non può più essere trascurato, è il

“peso” dei biglietti per frazione di giornata:

qualche stazione sciistica ha introdotto

addirittura il biglietto per due ore, mentre già

consolidati sono i biglietti per sciate di 3 o 4

ore e anche i più tradizionali “pomeridiani” e

“mattutini”.

Nel commentare la tabella, nella quale peraltro

grande assente è il dato sui biglietti per frazioni

di giornata venduti dal Consorzio Fassa

Carezza (per il quale comunque sembra di

poter affermare che l’emissione di tali biglietti

non riveste un peso determinante), la prima

cosa che viene spontanea è una

considerazione su come questo tipo di biglietti

rivestano un livello di importanza

completamente diverso da zona a zona.

Partendo dal “basso”, ossia dalle zone in cui

molto più consistente è la vendita di giornalieri,

troviamo ad esempio il Consorzio Fiemme

Obereggen: la richiesta di sciare in frazioni di

giornata è pari al 35,7% di quella relativa ai

Tab. 15: Rapporto tra biglietti per frazione di giornata e biglietti giornalieri inverno 2004/05

area sciistica

N. BIGLIETTI FRAZ. DI GIORN.

(2-3-4 ore, mattutino, pomerid.)

N. ABBONAMENTI GIORNALIERI

Rapporto

San Martino di C. n.d. n.d. n.d.

Fiemme-Obereggen 52.633 147.590 35,7

Adamello Ski 18.115 22.339 81,1

Paganella 48.623 78.293 62,1

Funivie Campiglio 68.874 136.926 50,3

Funivie Pinzolo 21.645 32.205 67,2

Folgarida Marilleva 41.779 99.932 41,8

Pejo Funivie 6.228 5.870 106,1

Monte Bondone 28.763 14.933 192,6

Folgaria n.d. 111.502 n.d.

Fassa/Carezza n.d. 161.786 n.d.

totale

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Consorzi Funiviari

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REPORT | dicembre 2005 | 60 |

giornalieri. Anche Folgarida/Marilleva è

evidentemente frequentata poco per sciate

“brevi”: 41,8% rispetto ai giornalieri. A

Madonna di Campiglio i biglietti per frazione di

giornata sono praticamente la metà rispetto ai

giornalieri. La percentuale sale se prendiamo

in considerazione le ski area della Paganella e

di Pinzolo, ancora di più se andiamo nel

Comprensorio Adamello Ski. A Pejo il numero

di biglietti per frazione di giornata supera

quello dei giornalieri venduti: i primi sono infatti

pari al 106,1% dei giornalieri (come si legge in

tabella, 6.228 contro 5.870). Il Monte Bondone

presenta una situazione se vogliamo singolare,

visto che i giornalieri sono praticamente la

metà dei biglietti a ore. Questo però è

facilmente spiegabile pensando alla quantità di

persone residenti nella città di Trento che

possono raggiungere gli impianti in mezz’ora e

che quindi spesso spezzano la giornata

lavorativa per trascorrere qualche ora sulla

neve. In generale comunque, l’elevata scelta

per i biglietti ad ore è sicuramente riconducibile

anche ad una maggiore attenzione delle

famiglie ai costi, in qualche caso proibitivi, che

una giornata sulla neve comporta. A tale

proposito è lodevole l’iniziativa di alcuni

consorzi riguardante l’offerta di skipass

stagionali per bambini e ragazzi a prezzi ridotti.

Un altro dato che permette di fare qualche

considerazione su come si sta evolvendo il

comportamento sciatorio in questi ultimi anni è

quello del rapporto tra abbonamenti settimanali

(6 o 7 giorni) e i giornalieri. Quest’anno per la

prima volta è stato chiesto anche alle società

impiantistiche il dato relativo agli abbonamenti

plurigiornalieri per frazione di settimana, che

rappresentano da qualche stagione una

ulteriore opportunità per coloro che non hanno

a disposizione i classici sette giorni di vacanza

o per quei turisti che possono così scegliere di

trascorrere qualche giornata della loro

settimana bianca non sciando, ma

approfittando della ormai variegata offerta di

attività ”non ski” disponibile in ogni zona del

Trentino. Purtroppo non tutte le società hanno

comunicato i dati, quindi in qualche caso le

tabelle non saranno complete.

tab. 16: Prodotto neve: rapporto tra abbonamenti settimanali e giornalieri (da 2000/01 a 2004/05) area sciistica inv 2000/01 inv 2001/02 inv 2002/03 inv 2003/04 inv 2004/05

San Martino di C. 8,7% 14,8% 13,0% n.d n.d.

Fiemme-Obereggen 14,0% 15,4% 14,6% 17,7% 34,9%

Adamello Ski 27,6% 47,1% 29,7% 38,9% 179,8%

Paganella 30,4% 45,3% 37,7% 37,8% 44,8%

Funivie Campiglio 12,5% 15,7% 12,5% 78,1% 24,3%

Ski Area TreValli 16,9% 23,3% 17,9% 15,0% n.d.

Folgaria n.d. n.d. n.d. 12,2% 10,1.

Folgarida Marilleva n.d. n.d. n.d. 88,8% 86,89%

Pejo Funivie n.d. n.d. n.d. 97,4% 103,7%

Monte Bondone n.d. n.d. n.d. 21,5% 59,2%

Funivie Pinzolo 20,7% 28,2% 29,7% 25,0% 34,9%

Fassa/Carezza 110,4% 135,4% 110,7% 45,7% 63,0%

fonte: elaborazioni Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati forniti dagli esercenti impianti a fune

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REPORT | dicembre 2005 | 61 |

La maggiore presenza di turisti “stanziali”,

ossia in settimana bianca, viene evidenziata da

un valore più alto: il comprensorio sciistico

dell’Adamello Ski è quello che in proporzione

ha venduto più settimanali (6 o 7 giorni)

rispetto al numero dei giornalieri, seguito da

quello di Pejo che, pur essendo la stazione che

ha registrato il minor numero di passaggi

invernali (fra quelle che hanno comunicato i

dati) evidentemente sta attuando una

promozione incentrata sulla vacanza invernale

di più giorni.

Su ben altri numeri viaggiano le aree di

Folgarida/Marilleva e Fassa/Carezza; in

entrambi i casi la percentuale di settimanali

venduti è comunque molto rilevante rispetto ai

giornalieri: nel caso della Val di Fassa si tratta

per esempio di quasi 102mila abbonamenti

settimanali, contro 162mila skipass giornalieri;

nel caso di Folgarida/Marilleva il divario è

ancora minore: 86mila 830 settimanali contro

circa 100mila giornalieri (vedi tabella n. 17).

Effettivamente questi due comprensori da

sempre evidenziano una forte componente di

turismo stanziale, che invece non viene

evidenziata nella Val Rendena.

Il “salto” tra le due stagioni effettuato da Trento

Funivie sul Monte Bondone può probabilmente

essere spiegato con la forte attività di rilancio

della montagna stessa attuata oltre che con la

maggiore “appetibilità” degli impianti, anche

con l’iniziativa degli stagionali scontati per i

residenti nel Comune di Trento.

Anche la non lineare evoluzione di Fiemme e

Fassa è probabilmente da ricondurre al nuovo

sistema di rilevazione che, come abbiamo

ricordato più sopra, include dalla stagione qui

considerata molti più biglietti.

Ricordiamo poi che i dati dell’Adamello Ski fino

alla stagione 2003/04 si riferivano all’intero

Comprensorio, e non al solo versante trentino;

resta invece difficile spiegare l’andamento per

niente regolare dell’indice in questione nella

zona di Campiglio.

Fra i valori più bassi troviamo, come già nella

scorsa stagione, il comprensorio sciistico di

Folgaria: gli abbonamenti per 6 o 7 giorni sono

stati solo un decimo circa rispetto ai giornalieri.

Un altro dato disponibile per la prima volta è

quello riferito alle vendite di plurigiornalieri di

durata inferiore ai 6 giorni.

Valori più elevati nella terza colonna della

Tab. 17: Prodotto neve: rapporto tra plurigiornalieri e abbonamenti settimanali area sciistica Abbon. 2-5 gg Abbon. 6-7gg rapporto

Fiemme-Obereggen 30.633 51.512 59,5%

Adamello Ski 14.438 40.177 35,9%

Paganella 14.949 35.064 42,6%

Funivie Campiglio 24.928 33.313 74,8%

Folgaria n.d. 12.187 n.d.

Folgarida Marilleva 36.155 86.830 41,6%

Pejo Funivie 2.132 6.085 35,0%

Monte Bondone 3.194 8.833 36,2%

Funivie Pinzolo 7.283 11.238 64,8%

Fassa/Carezza 52.333 101.897 51,4%

fonte: elaborazioni Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati forniti dagli esercenti impianti a fune

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REPORT | dicembre 2005 | 62 |

tabella 13 indicano un rapporto più alto tra

abbonamenti per frazione di settimana ed i

settimanali “classici” di 6 o 7 giorni; in

sostanza, più alto è il risultato del rapporto, più

numerosi sono in proporzione gli abbonamenti

da 2 a 5 giorni. I valori più alti si riscontrano in

Val Rendena, sia a Pinzolo che a Madonna di

Campiglio; forse questo dato è da imputare

alla forte presenza in zona di seconde case,

non sempre “sfruttate” a settimane intere dai

proprietari. In Val di Fassa gli abbonamenti da

2 a 5 giorni sono praticamente la metà dei

settimanali, mentre i valori più bassi,

corrispondenti ad una netta preferenza e scelta

per i settimanali “lunghi” si riscontrano nel

Comprensorio Adamello Ski, a Pejo e sul

Monte Bondone. Qui si trova quindi una

conferma di quanto rilevato analizzando il

rapporto tra settimanali e giornalieri, ossia che

ci sono delle zone sciistiche più vocate di altre

ad ospitare un turismo invernale “stanziale”, da

settimana bianca, ed altre invece che ospitano,

più o meno intenzionalmente, anche vacanze

più brevi, se non anche turismo invernale

escursionistico. Nell’analisi della stagione

invernale 2003/04 il mese di febbraio era

risultato il mese in cui si erano registrate le più

alte vendite di abbonamenti settimanali; in

quell’occasione erano stati considerati non le

vendite in valore assoluto, ma sempre il

rapporto tra settimanali e giornalieri della

stagione, però a livello mensile.

Il riferimento alle vendite in valore assoluto

fornisce invece un quadro più chiaro.

Come si può facilmente verificare dalla tabella

14, tutti le ski area che hanno fornito i dati

mensili sugli abbonamenti settimanali, nel

mese di febbraio hanno venduto questa

tipologia di biglietto in maniera di gran lunga

superiore rispetto agli altri mesi della stagione;

solo l’Adamello Ski registra una sostanziale

regolarità tra gennaio e marzo. Febbraio si

conferma comunque il mese preferito per

trascorrere una settimana bianca.

Se si considera invece il rapporto , otteniamo

la tabella 115 nella quale i valori sono espressi

in percentuale.

Rispetto alla stagione precedente, troviamo

valori molto elevati nel mese di aprile: la

collocazione temporale della Pasqua a fine

marzo ha probabilmente favorito un

allungamento della stagione alla prima decina

Tab. 18: Numero di skipass settimanali (6 o 7 giorni) venduti mensilmente stagione: inverno 2004/05

dicembre gennaio febbraio marzo aprile tot. stagione

Val di Fiemme-Obereggen 3.790 13.726 17.900 15.280 816 51.512

Adamello Ski 5.939 9.067 10.861 9.967 4.343 40.177

Paganella Dolomiti 2.762 10.410 14.679 7.213 0 35.064

Funivie Campiglio 3.950 9.640 11.516 7.524 681 33.313

Funivie Pinzolo 1.088 3.297 3.687 2.486 680 11.238

Fassa/Carezza 14.238 31.422 32.487 23.118 632 101.897

Folgaria 559 3.732 5.357 1.984 555 12.187

Folgarida Marilleva n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 86.830

Pejo Funivie n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 6.085

Monte Bondone n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 8.833

fonte: elaborazioni Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati forniti dagli esercenti impianti a fune

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REPORT | dicembre 2005 | 63 |

Tab. 19: Rapporto mensile tra settimanali e giornalieri – stagione 2004/05 – valori percentuali stagione: inverno 2004/05

dicembre gennaio febbraio marzo aprile tot. stagione

Val di Fiemme-Obereggen 8,0% 17,0% 140,4% 233,3% 1.295,2% 34,9%

Adamello Ski 114,2% 114,4% 229,8% 244,8% 1.054,1% 179,8%

Paganella Dolomiti 19,4% 32,5% 76,4% 56,2% 0,0% 44,8%

Funivie Campiglio 11,5% 22,9% 38,7% 27,6% 33,7% 24,3%

Funivie Pinzolo 15,2% 25,7% 51,6% 49,8% 809,5% 34,9%

Fassa/Carezza 63,0% 63,0% 63,0% 63,0% 63,0% 63,0%

Folgaria 2,1% 8,3% 19,1% 16,8% 100,0% 10,9%

Folgarida Marilleva n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 86,9%

Pejo Funivie n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 103,7%

Monte Bondone n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 59,1%

fonte: elaborazioni Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati forniti dagli esercenti impianti a fune

di aprile. L’utilizzo del rapporto fra settimanali e

giornalieri può essere però fuorviante: in realtà

infatti non sono stati venduti più skipass

settimanali nel mese di aprile, ma in tale mese,

rispetto agli altri mesi della stagione, il numero

degli abbonamenti per 6 o 7 giorni è stato

maggiore in proporzione al numero dei

giornalieri.

A questo punto è opportuno sintetizzare i vari

approfondimenti effettuati in un’unica tabella.

In breve le cose degne di nota sembrano

essenzialmente le seguenti:

la “scelta” di una sciata giornaliera intensa nei

comprensori sciistici dell’Adamello Ski e di

Fiemme Obereggen (ricordiamo peraltro che il

dato sui km sciati giornalmente è ovviamente

influenzato dalla lunghezza media delle piste),

mentre in altre località sarebbe influente anche

il peso delle sciate “brevi”, ossia per frazioni di

giornata (Pejo e soprattutto Monte Bondone).

In alcune aree si evidenzia una maggiore

componente di sciatori stanziali, ossia in

settimana bianca (Adamello Ski, ancora Pejo e

Folgarida/Marilleva), mentre in altre stazioni

invernali trentine (Campiglio, Pinzolo,

Fiemme/Obereggen) si stanno facendo strada

in modo proporzionalmente consistente gli

abbonamenti validi tra i due ed i cinque giorni.

Tab. 20: Prodotto neve: un quadro di sintesi stagione: inverno 2004/05

sciatori n° piste al giorno

km sciati al giorno

rapp.fraz. giorn./giorna.

rapp. settim./giorna

rapporto settim./plurigiorn.

Fiemme 1.313.385 11,8 12,9 35,7 34,9 59,5

Adamello Ski 245.336 14,9 14,0 81,1 179,8 35,9

Paganella Dolomiti 531.999 11,7 10,1 62,1 44,8 42,6

Funivie Campiglio 942.946 9,1 10,0 50,3 24,3 74,8

Funivie Pinzolo 190.599 9,5 10,1 67,2 34,9 64,8

Fassa/Carezza 1947.860 7,4 8,0 n.d. 63,0 51,4

Folgaria 423.590 15,0 9,7 n.d. 10,1 n.d.

Folgarida Marilleva 1.098.105 10,6 9,7 41,8 86,9 41,6

Pejo 93.013 8,5 8,7 106,1 103,7 35,0

Monte Bondone 183.270 8,5 8,1 192,6 59,1 36,2

fonte: elaborazioni Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati forniti dagli esercenti impianti a fune

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REPORT | dicembre 2005 | 64 |

4.2 Impianti di risalita e ricettività

Per poter approfondire l’argomento, anche

quest’anno è stato chiesto ai consorzi funiviari

di voler fornire i dati sugli accessi agli impianti

di rispettiva competenza per l’inverno 2004/05.

Non tutti hanno fornito i dati stessi, alcuni

perché già impegnati con l’avvio di stagione,

altri semplicemente non hanno risposto alla

richiesta.

I dati sono stati raccolti nella tabella 17,

riportata nelle pagine seguenti.

Un’occhiata al quadro complessivo mette in

luce situazioni diverse da zona a zona: alcune

risultano in sostanziale tenuta (Campiglio,

Folgarida/Marilleva), altre in ottimo incremento

(Paganella, Monte Bondone), altre in calo

(AdamelloSki, Pejo). Per quanto riguarda il

Fassa/Carezza, pur risultando la differenza dei

primi ingressi molto consistente in positivo

rispetto alla stagione 2003/04, il totale

passaggi è in realtà leggermente in calo.

La stagione, dal punto di vista delle

precipitazioni nevose, è stata ottima. Una delle

ragioni del successo è sicuramente la bontà

delle condizioni climatiche: dalla metà di

gennaio in poi il tempo è sempre stato

soleggiato, le temperature fredde però hanno

consentito una grande accessibilità delle piste.

Il tempo poi ha fatto trovare strade quasi

sempre facilmente percorribili. All’inizio della

stagione inoltre grandi nevicate in più riprese

hanno assicurato un ottimo innevamento.

Come si vedrà in maniera più approfondita in

altri capitoli del presente Report, ad un

decremento della clientela classica soprattutto

tedesca, olandese e belga, è corrisposto un

grande incremento di quella proveniente dai

cosiddetti paesi emergenti, soprattutto da

Polonia, Repubblica Ceca, Croazia e Irlanda.

Si riconfermano quali “giganti” dell’inverno i

due Consorzi del Trentino orientale

Fiemme/Obereggen e Fassa/Carezza, che

raccolgono ancora il maggior numero di

sciatori, il primo superando i 15milioni e mezzo

di passaggi, il secondo approssimando i

14milioni e mezzo.

La terza realtà in ordine di movimento sulle

piste è l’area di Folgarida/Marilleva,

sostanzialmente stabile rispetto alla stagione

precedente; la lettura dei dati disponibili

permette di classificarla fra le più votate ad

ospitare un turismo invernale rivolto

essenzialmente alla pratica dello sci da

discesa su più giornate.

Segue, in base al numero di passaggi

stagionali totali, lo Skitour dei Forti, che da

qualche stagione sta migliorando il risultato in

modo molto soddisfacente; poi le Funivie

Campiglio e la zona della Paganella, per la

quale la stagione di cui si tratta ha portato

ottimi incrementi. In ordine decrescente di

passaggi stagionali troviamo l’Adamello Ski

(ma, lo ricordiamo ancora, in base al numero di

passaggi registrati dagli skipass emessi nella

sola Provincia di Trento), la ski area di Pinzolo

e poi il Monte Bondone, che ha aumentato di

un quarto i primi ingressi rispetto all’inverno

2003/04. Fanalino di coda, ma solamente per

motivi di proporzione, la ski area di Pejo.

In questo panorama generale mancano altre

realtà del Trentino invernale (Polsa, Panarotta,

ecc.), per le quali non è stato possibile avere i

dati.

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REPORT | dicembre 2005 | 65 |

Tab. 21: Stagione invernale 2004/05: dati sull’accesso agli impianti

CONSORZIO IMPIANTI A FUNE VAL DI FIEMME-OBEREGGEN

MESE

PRIMI INGRESSI

VARIAZIONE ANNO

PRECEDENTE

N. BIGLIETTI FRAZ. DI

GIORN. (3-4 ore,

mattutino pomerid.)

N. ABBONAMENTI GIORNALIERI

N. ABBONAMENTI

frazione di SETTIMANA 2-

5 giorni

N. ABB SETTIM

6-7 giorni

TOTALE PASSAGGI

dicembre 187.310 3,24 11.484 47.394 8.583 3.790 2457522,0

gennaio 386.241 3,67 18.896 80.839 8.498 13.726 4436591,0

febbraio 384037 3,15 14235 12745 7544 17.900 4467519

marzo 324809 4,41 7743 6549 5358 15.280 3743785

aprile 30988 3,1 275 63 650 816 441181

tot stagione 1.313.385 3,82 52.633 147.590 30.633 51.512 15.546.598

COMPRENSORIO ADAMELLO SKI PONTEDILEGNO TONALE PRESENA

MESE

PRIMI INGRESSI

VARIAZIONE ANNO

PRECEDENTE

N. BIGLIETTI FRAZ. DI

GIORN. (3-4 ore,

mattutino pomerid.)

N. ABBONAMENTI GIORNALIERI

N. ABBONAMENTI

frazione di SETTIMANA 2-

5 giorni

N. ABB SETTIM

6-7 giorni

TOTALE PASSAGGI

dicembre 43.036 -10,21% 4.308 5.201 2.664 5.939 672.497

gennaio 65.104 8,08% 8.130 7.928 4.123 9.067 877.665

febbraio 64.791 -7,36% 2.869 4.727 2.987 10.861 899.230

marzo 56.721 1,57% 2.254 4.071 4.276 9.967 895.094

aprile 15.684 -36,77% 554 412 388 4.343 320.555

tot stagione 245.336 -5,18% 18.115 22.339 14.438 40.177 3.665.041

CONSORZIO SKIPASS PAGANELLA DOLOMITI

MESE

PRIMI INGRESSI

VARIAZIONE ANNO

PRECEDENTE

N. BIGLIETTI FRAZ. DI

GIORN. (3-4 ore,

mattutino pomerid.)

N. ABBONAMENTI GIORNALIERI

N. ABBONAMENTI

frazione di SETTIMANA 2-

5 giorni

N. ABB SETTIM

6-7 giorni

TOTALE PASSAGGI

dicembre 65.752 -1,44% 9.817 14.221 2.025 2.762 742.612

gennaio 178.070 16,62% 19.646 32.008 5.850 10.410 2.021.949

febbraio 167.066 2,27% 10.243 19.216 3.874 14.679 2.026.368

marzo 120.202 32,93% 8.869 12.828 3.198 7.213 1.430.663

aprile 909 -91,76% 48 20 2 0 11.010

tot stagione 531.999 9,87% 48.623 78.293 14.949 35.064 6.232.602

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REPORT | dicembre 2005 | 66 |

FUNIVIE CAMPIGLIO

MESE

PRIMI INGRESSI

VARIAZIONE ANNO

PRECEDENTE

N. BIGLIETTI FRAZ. DI

GIORN. (3-4 ore,

mattutino pomerid.)

N. ABBONAMENTI GIORNALIERI

N. ABBONAMENTI

frazione di SETTIMANA 2-

5 giorni

N. ABB SETTIM

6-7 giorni

TOTALE PASSAGGI

novembre 3.125 -84,79 16 1.454 233 2 30.133

dicembre 177.648 3,25 19.305 34.405 5.261 3.950 1.623.331

gennaio 268.631 8,55 24.120 42.028 7.531 9.640 2.355.654

febbraio 245.154 2,02 13.420 29.731 6.513 11.516 2.269.189

marzo 209.287 5,39 11.124 27.290 5.182 7.524 1.893.519

aprile 39.101 -34,12 889 2.018 208 681 362.036

tot stagione 942.946 -0,58 68.874 136.926 24.928 33313 8.533.862

FUNIVIE PINZOLO

MESE

PRIMI INGRESSI

VARIAZIONE ANNO

PRECEDENTE

N. BIGLIETTI FRAZ. DI

GIORN. (3-4 ore,

mattutino pomerid.)

N. ABBONAMENTI GIORNALIERI

N. ABBONAMENTI

frazione di SETTIMANA 2-

5 giorni

N. ABB SETTIM

6-7 giorni

TOTALE PASSAGGI

novembre 0 -100,00 0 0 0 0 0

dicembre 36.546 3,24 5.720 7.177 1.133 1.088 331.467

gennaio 68.238 26,64 9.132 12.807 2.112 3.297 623.575

febbraio 47.463 -9,24 3.944 7.150 3.128 3.687 483.697

marzo 37.419 25,66 2.799 4.987 909 2.486 361.416

aprile 933 -87,63 50 84 1 680 10.297

tot stagione 190.599 6,54 21.645 32.205 7283 11.238 1.810.452

CONSORZIO VAL DI FASSA/CAREZZA

MESE

PRIMI INGRESSI

VARIAZIONE ANNO

PRECEDENTE

N. BIGLIETTI FRAZ. DI

GIORN. (3-4 ore,

mattutino pomerid.)

N. ABBONAMENTI GIORNALIERI

N. ABBONAMENTI

frazione di SETTIMANA 2-

5 giorni

N. ABB SETTIM

6-7 giorni

TOTALE PASSAGGI

dicembre 220.087 18,97% 22.606 7.312 14.238 1.658.767

gennaio 577.340 42,39% 49.890 16.138 31.422 4.309.795

febbraio 585.478 39,22% 51.580 16.686 32.487 4.425.313

marzo 537.869 79,00% 36.705 11.873 23.118 3.894.745

aprile 27.086 -54,17% 1.005 324 632 206.494

tot stagione 1.947.860 42,12% 161.786 52.333 101.897 14.495.114

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REPORT | dicembre 2005 | 67 |

TRENTO FUNIVIE

MESE

PRIMI INGRESSI

VARIAZIONE ANNO

PRECEDENTE

N. BIGLIETTI FRAZ. DI

GIORN. (3-4 ore,

mattutino pomerid.)

N. ABBONAMENTI GIORNALIERI

N. ABBONAMENTI

frazione di SETTIMANA 2-

5 giorni

N. ABB SETTIM

6-7 giorni

TOTALE PASSAGGI

novembre 550 4.564

dicembre 31.095 249.416

gennaio 62.400 496.253

febbraio 49.151 432.173

marzo 39.559 363.927

aprile 515 6.644

tot stagione 183.270 + 26,6% 28.763 14.933 3.194 8.833 1.552.977

FUNIVIE FOLGARIDA/MARILLEVA

MESE PRIMI INGRESSI

VARIAZIONE ANNO

PRECEDENTE

N. BIGLIETTI FRAZ. DI

GIORN. (3-4 ore,

mattutino pomerid.)

N. ABBONAMENTI GIORNALIERI

N. ABBONAMENTI

frazione di SETTIMANA 2-

5 giorni

N. ABB SETTIM

6-7 giorni

TOTALE PASSAGGI

dicembre 168.799 - 7,38% 1.751.651

gennaio 314.371 + 9,9% 3.209.444

febbraio 292.725 - 2,8% 3.240.883

marzo 277.954 + 6,3% 2.971.078

aprile 44.256 - 39,29% 491.459

tot stagione 1.098.105 - 0,5% 41.779 99.932 36.155 86.830 11.664.515

PEJO FUNIVIE

MESE PRIMI INGRESSI

VARIAZIONE ANNO

PRECEDENTE

N. BIGLIETTI FRAZ. DI

GIORN. (3-4 ore,

mattutino pomerid.)

N. ABBONAMENTI GIORNALIERI

N. ABBONAMENTI

frazione di SETTIMANA 2-

5 giorni

N. ABB SETTIM

6-7 giorni

TOTALE PASSAGGI

dicembre 11.986 // 88.596

gennaio 34.491 // 267.898

febbraio 29.646 // 287.090

marzo 19.321 // 166.150

aprile 569 // 5.011

tot stagione 96.013 // 6.228 5.870 2.132 6.085 814.745

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REPORT | dicembre 2005 | 68 |

SKITOUR DEI FORTI FOLGARIA

MESE PRIMI INGRESSI

VARIAZIONE ANNO

PRECEDENTE

N. BIGLIETTI FRAZ. DI

GIORN. (3-4 ore,

mattutino pomerid.)

N. ABBONAMENTI GIORNALIERI

N. ABBONAMENTI

frazione di SETTIMANA 2-

5 giorni

N. ABB SETTIM

6-7 giorni

TOTALE PASSAGGI

dicembre 69.941 60,20% 26.014 559 1.001.928

gennaio 153.737 17,60% 45.048 3.732 2.301.059

febbraio 128.191 8,60% 28.056 5.357 1.990.006

marzo 70.232 39,80% 11.829 1.984 1.056.593

aprile 1.489 -120,50% 555 555

tot stagione 423.590 19,60% 111.502 12.187 6.349.586

4.3 Impianti di risalita e ricettività Il confronto tra andamento di presenze sulle

piste da sci e movimento turistico in senso

stretto (arrivi e presenze nelle strutture

ricettive) evidenzia e conferma la buona salute

del Trentino invernale. Rispetto alla stagione

invernale precedente, che già era stata da

record, sono stati registrati oltre 11mila

persone e più di 115mila pernottamenti

certificati in più. Vediamo ora di confrontare

lacapacità degli impianti e la capacità ricettiva.

Nella tabella 18 sono state riportate, per ogni

ambito turistico, la portata oraria degli impianti

di risalita e la capacità ricettiva, suddivisa tra

letti certificati (quelli nelle strutture soggette a

comunicazione Istat) e letti stimati (relativi a

Tab. 22: Portata oraria impianti di risalita e numero di letti per ambito turistico

stagione: inverno 2004/05

ambito turistico portata oraria

letti certificati

letti stimati

totale letti

Trento 7.095 3.026 4.120 7.146

Paganella 17.289 7.476 8.273 15.749

Piné 600 1.794 10.229 12.023

Fiemme 32.587 6.447 28.809 35.256

Fassa 74.717 17.328 25.337 42.665

Primiero 28.363 5.913 15.751 21.664

Levico (Panarotta) 2.736 8.352 9.148 17.500

Folgaria 34.386 4.458 23.850 28.308

Rovereto 9.480 3.310 17.057 20.367

Rendena 42.054 8.625 48.397 57.022

Sole, Pejo e Rabbi 49.249 12.205 32.029 44.234

Non 3.510 4.456 19.414 23.870

Lagorai 3.602 1.954 11.007 12.961

Zone fuori ambito 9.006 6.567 28.172 34.739

Totale Provincia 314.674 106.300 295.158 401.458

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 69 |

seconde case e alloggi privati). Non

compaiono gli ambiti del Garda Trentino e

quello delle Terme di Comano in quanto non

risulta alcun impianto nella zona di rispettiva

competenza.

Ma vediamo cosa si ottiene rapportando, per

ogni ambito, portata oraria e numero dei letti.

Leggendo i risultati della tabella, dobbiamo

tener presente che un rapporto equilibrato tra

persone trasportate e posti letto viene

evidenziato da un numero indice pari a uno.

Considerando gli ambiti a forte connotazione

invernale, valori inferiori all’unità, come nel

caso della Val di Fiemme e soprattutto della

Val Rendena, evidenziano un’abbondanza di

letti nelle seconde case, mentre nel caso di

zone in cui la componente sciistica non è

l’elemento trainante della vacanza invernale,

come Piné, Rovereto, Lagorai, Valle di Non, si

trovano valori ancora inferiori. La Val di Fassa

si mette in luce per l’elevata capacità di

trasporto dei suoi impianti, mentre Paganella e

Sole e soprattutto l’ambito di Trento risultano

quelli che presentano il rapporto più equilibrato

tra portata oraria e letti totali.

Una cosa però è la portata oraria degli

impianti, un’altra è il loro utilizzo effettivo, che

verrà analizzato nel paragrafo seguente.

Tab 23: Rapporto tra portata oraria impianti di risalita e numero letti per ambito turistico

stagione: inverno 2004/05

ambito turistico portata oraria/letti

certif.

portata oraria/letti

stimati

portata oraria/totale

letti

Trento 2,34 1,72 0,99

Paganella 2,31 2,09 1,10

Piné 0,33 0,06 0,05

Fiemme 5,05 1,13 0,92

Fassa 4,31 2,95 1,75

Primiero 4,80 1,80 1,31

Levico (Panarotta) 0,33 0,30 0,16

Folgaria 7,71 1,44 1,21

Rovereto 2,86 0,56 0,47

Rendena 4,88 0,87 0,74

Sole, Pejo e Rabbi 4,04 1,54 1,11

Non 0,79 0,18 0,15

Lagorai 1,84 0,33 0,28

Zone fuori ambito 1,37 0,32 0,26

Totale Provincia 2,96 1,07 0,78

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 70 |

4.4 Utilizzo effettivo degli impianti di risalita.

Il tasso di utilizzo effettivo degli impianti è stato

calcolato operando il rapporto tra il numero dei

passaggi totali e portata teorica su base

mensile (a livello giornalieri erano infatti

disponibili solamente i dati sui primi ingressi e

non sui passaggi totali).

La portata teorica mensile si è ottenuta con

una stima, moltiplicando la portata oraria (che

però, lo ricordiamo, è conosciuta per ambito

turistico e non per consorzio sciistico) per una

media giornaliera di sette ore per il numero dei

giorni del mese di volta in volta considerato.

I risultati sono riassunti nella tabella 20.

E’ indispensabile qualche avvertenza:

considerato che i dati sulla portata oraria sono

disponibili solamente per ambito,

nell’assemblare la tabella si sono dovuti

aggregare i dati forniti da Funivie Pinzolo e

Funivie Campiglio per approssimare l’utilizzo

effettivo degli impianti di risalita della Rendena;

la stessa cosa vale per le Valli di Sole, Pejo e

Rabbi, ambito per il quale si sono messi

insieme il totale dei passaggi comunicati da

Funivie Folgaria e Marilleva, Pejo Funivie e

Consorzio Adamello Ski. Riguardo a

quest’ultimo, si evidenzia che non si è tenuto

conto dell’apertura totale (30 giorni) nel mese

di aprile sul ghiacciaio della Presena e che

quindi il dato relativo all’utilizzo effettivo in tale

mese è sicuramente approssimato per difetto.

Il comprensorio dove sembra che gli impianti

vengano utilizzati al meglio delle loro

potenzialità si conferma quello di

Fiemme/Obereggen, con il 52,0% di utilizzo

effettivo, addirittura in crescita rispetto alla

scorsa stagione; al secondo posto si trova la

Paganella con il 42,6%, quindi a seguire le

Valli di Sole, Pejo e Rabbi con il 36,3% e la Val

Rendena con il 25,5%.

Approfondendo l’analisi a livello mensile, in

tutti gli ambiti considerati troviamo le punte

massime di utilizzo all’interno della stagione

nel mese di febbraio, ad esclusione degli

ambiti del Primiero e di Folgaria, per i quali il

mese più densamente “sciato” risulta quello di

gennaio, anche se con uno scarto minimo.

Sempre il Comprensorio Fiemme/Obereggen

insieme alle Valli di Sole, Pejo e Rabbi si

distinguono inoltre per l’alto sfruttamento degli

impianti avvenuto anche nell’ultimo mese della

stagione.

Tab. 24: Tasso di utilizzo effettivo impianti di risalita Paganella totale

passaggi port mensile teorica

utilizzo effettivo

dicembre 742.612 3.388.644 21,9%

gennaio 2.021.949 3.751.713 53, 9%

febbraio 2.026.368 3.388.644 59,8%

marzo 1.430.663 3.751.713 38,1%

aprile 11.010 363.069 3,0%

tot stagione 6.232.602 14.643.783 42, 6%

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REPORT | dicembre 2005 | 71 |

Fiemme totale

passaggi port mensile teorica

utilizzo effettivo

dicembre 2.457.522 7.071.379 34,7%

gennaio 4.436.591 7.071.379 62,7%

febbraio 4.467.519 6.387.052 69,9%

marzo 3.743.785 7.071.379 52,9%

aprile 441.181 2.281.090 19,3%

tot stagione 15.546.598 29.882.279 52,0%

Fassa totale passaggi

port mensile teorica

utilizzo effettivo

dicembre 1.658.767 16.213.589 10,2%

gennaio 4.309.795 16.213.589 26,6%

febbraio 4.425.313 14.644.532 30,2%

marzo 3.894.745 16.213.589 24,0%

aprile 206.494 5.230.190 3,9%

tot stagione 14.495.114 68.515.489 21,2%

Primiero totale passaggi

port mensile teorica

utilizzo effettivo

dicembre 521.711 5.956.230 8,76%

gennaio 1.342.601 6.154.771 21,81%

febbraio 1.198.460 5.559.148 21,56%

marzo 894.875 6.154.771 14,54%

aprile 35.267 2.581.033 1,37%

tot stagione 3.992.914 26.405.953 15,12%

Folgaria totale passaggi

port mensile teorica

utilizzo effettivo

dicembre 1.001.928 6.980.358 14,35%

gennaio 2.301.059 7.461.762 30,84%

febbraio 1.990.006 6.739.656 29,53%

marzo 1.056.593 7.461.762 14,16%

aprile 722.106 0,00%

tot stagione 6.349.586 29.365.644 21,62%

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REPORT | dicembre 2005 | 72 |

Rendena totale

passaggi port mensile teorica

utilizzo effettivo

dicembre 1.954.798 9.125.718 21,42%

gennaio 2.979.229 9.125.718 32,65%

febbraio 2.752.886 8.242.584 33,40%

marzo 2.254.935 9.125.718 24,71%

aprile 372.333 5.004.426 7,44%

tot stagione 10.344.314 40.624.164 25,46%

Sole, Pejo e Rabbi totale passaggi

port mensile teorica

utilizzo effettivo

dicembre 2.512.744 9.997.547 25,13%

gennaio 4.355.007 10.687.033 40,75%

febbraio 4.427.203 9.652.804 45,86%

marzo 4.032.322 10.687.033 37,73%

aprile 817.025 3.447.430 23,70%

tot stagione 16.144.301 44.471.847 36,30%

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T. e esercenti impianti a fune

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REPORT | dicembre 2005 | 73 |

5. COMPETENZE E FABBISOGNI FORMATIVI DEI MAESTRI DI SCI1 Quali sono le risorse necessarie al lavoratore

per affrontare con successo la sua esperienza

lavorativa?

La psicologia del lavoro classica, per spiegare

la qualità delle prestazioni lavorative, mette in

risalto alcuni aspetti come:

- le capacità di prestazione

- le abilità

- i fattori personali

- le caratteristiche socioculturali.

Le capacità si riferiscono a “ciò che una

persona è capace di fare” (skill) nel contesto

lavorativo e ai processi psicologici che stanno

alla base di una risposta adeguata,

competente (abilità).

Le abilità possono essere: cognitive (verbali, di

ragionamento, numeriche, spaziali, di

deduzione, di ricordi, di prontezza percettiva e

sensoriali). Inoltre si devono mettere in

evidenza le capacità fisiche.

Le caratteristiche personali tengono conto

degli aspetti psicologici della persona, la

relazione che la persona mantiene con se

stessa, la relazione con gli altri e la relazione

con l’ambiente.

1 Questo capitolo è frutto di una ricerca svolta dall’Osservatorio provinciale per il Turismo sulla figura del maestro di sci. Alla progettazione e realizzazione della ricerca ha collaborato Pia Rosa Vigagni, stagista presso l’Osservatorio e laureanda presso l’Università degli Studi di Trento - Facolta’ di scienze cognitive - Corso di laurea in scienze e tecniche di psicologia cognitiva applicata. Alla fase di rilevazione della ricerca ha collaborato anche Davide Lazzarotto, stagista presso l’ l’Osservatorio e laureando presso l’Università degli Studi di Trento - Facolta’ di Economia – Corso di laurea in Economia e Diritto. Il testo è a cura di Gianfranco Betta (paragrafo 4.3) e Pia Rosa Vigagni (paragrafi 4.1, 4.2, 4.4, ripresi e adattati dalla sua tesi di laurea Formazione e competenze dei maestri di sci nella provincia di Trento - Relatore prof. Franco Fraccaroli).

Le caratteristiche socioculturali sono aspetti

che attengono le conoscenze possedute di

rilevanza lavorativa, cioè connesse con

processi come la selezione, l’inserimento

professionale, lo svolgimento delle prestazioni

e così via. Esse riguardano tre grandi

categorie: quelle che derivano dalla

formazione scolastica, quelle che derivano

dalla specifica formazione professionale e

quelle che risultano dall’esperienza di lavoro.

Ogni processo formativo si sviluppa in un

contesto organizzativo e quindi non è possibile

pensare ad un’analisi dei bisogni che coinvolga

solo gli individui con le loro competenze;

l’analisi deve portare alla luce il rapporto tra

individuo e organizzazione. L’azione di

formazione viene rivolta agli individui, ma la

ricaduta si avrà necessariamente su tutta

l’organizzazione.

I profili dei saperi rimandano a 3 ambiti di

competenze dell’individuo che sono:

IL SAPERE (le conoscenze): trattasi di tutte le

conoscenze, i dati, le informazioni,

l'attrezzatura cognitiva e le unità di

conoscenza.

IL SAPER-FARE (le capacità): sono le

capacità e le conoscenze usate e messe in

atto.

IL SAPER-ESSERE (le qualità): qui invece

abbiamo a che fare con le meta-capacità, le

qualità e le doti personali di flessibilità,

disponibilità, capacità di sostenere ritmi di

lavoro sostenuti, capacità di gestire l'ansia,

capacità di sviluppare clima positivo nel

gruppo.

L'analisi dei bisogni è finalizzata alla

comprensione di quali siano le esigenze

secondo questi tre parametri fondamentali.

Quindi fare l'analisi dei bisogni di formazione

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REPORT | dicembre 2005 | 74 |

significa fare diagnosi del Sapere, del Saper-

Fare e del Saper-Essere, cioè di tutti i saperi

che devono essere sviluppati relativamente a

quel determinato ruolo nell'ambito del proprio

profilo di riferimento.

Ogni anno aumenta il numero di persone che

intendono cimentarsi con la montagna,

sciando, facendo scalate o compiendo

escursioni.

Chi ama la montagna sa bene che essa si può

godere pienamente solo a patto di conoscerla,

rispettarla, essere consapevoli dei propri limiti

per non correre inutili rischi, e saper scegliere

in ogni occasione ciò che si è più in grado di

fare.

La pratica delle attività sportive montane

richiede l'ausilio di personale competente nelle

tecniche e che sia in grado di vegliare sulla

sicurezza delle persone. E' per questi motivi

che la professione di maestro di sci, con le sue

diverse specialità ha avuto un costante

sviluppo.

A livello normativo questa professione è

regolata della legge quadro n. 81 dell'8/3/1991

e da leggi regionali. Per il Trentino il riferimento

è la legge provinciale del 23 agosto 1993, n.

20 “Nuovo ordinamento della professione di

guida alpina e di maestro di sci”.

“È maestro di sci chi insegna

professionalmente, anche in modo non

esclusivo e non continuativo, a persone

singole e a gruppi di persone, le tecniche

sciistiche in tutte le loro specializzazioni,

esercitate con qualsiasi tipo di attrezzo, su

piste da sci, itinerari sciistici, percorsi di sci

fuori pista e in escursioni con gli sci che non

comportino difficoltà richiedenti l'uso di

tecniche e materiali alpinistici, quali ad

esempio corda, piccozza, ramponi”.

Nella legge sono spiegati oltre che l’oggetto

della professione, anche le prove attitudinali

per l’ammissione ai corsi (requisiti);

l’organizzazione dei corsi e degli esami ( chi

stabilisce modalità e contenuti dei corsi); la

composizioni delle commissioni e

sottocommissioni.

5.1 La ricerca. Gli obiettivi

L’assunto che maggiori conoscenze,

certamente utili a ogni individuo, siano il

veicolo per garantire un soddisfacente

inserimento sociale e professionale dei

giovani, deve lasciare il posto alla

consapevolezza della stretta relazione tra

competenze sociali e competenze

professionali, dell’importanza dei contesti

organizzativi e tecnologici come fonte di

conoscenze, della necessità di rompere la

sequenzialità rigida tra formazione e lavoro, e

di favorire quelle forme di alternanza che

possono consentire alla persona di trovare

soluzioni originali a problemi non ripetitivi da

cui nascono diverse modalità di costruzione ed

esercizio del sapere professionale.

Questa indagine ha come obiettivo il tema

delle competenze e vuole sottolineare l’aspetto

delle risorse della persona (conoscenze, work

habits e identità) attraverso un’intervista

strutturata.

L’indagine serve come spunto per individuare i

punti di forza e di debolezza della figura

professionale del maestro di sci e di

individuare nel ciclo formativo i percorsi di

studio più consoni a formare professionisti di

successo.

Le tipicità di questo strumento sono

rintracciabili in due aspetti.

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REPORT | dicembre 2005 | 75 |

Il primo concerne l’utilizzo dello strumento.

Questo strumento è realizzato per individuare

le caratteristiche, le competenze e le risorse

dei maestri di sci.

La seconda peculiarità concerne la struttura

dell’intervista divisa in sette parti: profilo

anagrafico, professionale, analisi del ruolo,

degli eventi critici, del sistema delle attese,

risorse della persona e piano motivazionale e

progettuale.

5.2 Il metodo

Il territorio della provincia di Trento è stato

suddiviso in quattro aree tenendo conto delle

caratteristiche di attrazione turistica: deboli

(Bondone, Brentonico), intermedie (Paganella,

Folgaria), forti (Madonna di Campiglio) e

caroselli (bassa e alta Val di Fassa).

In queste aree sono state individuate le scuole

di sci e considerando il numero di maestri in

ogni scuola, con un calcolo proporzionale, si è

stabilito il gruppo di maestri da intervistare per

ogni area e per ogni scuola. Il campione è

stato casuale. Il tempo di somministrazione

dell’intervista è stato di circa 20/25 minuti.

I dati cartacei raccolti sono stati inseriti su

supporto informatico per le elaborazioni

statistiche.

Hanno risposto 86 maestri di sci: 8 per l’area

debole, 14 per l’area intermedia, 33 per l’area

forte (Madonna di Campiglio), 31 per il

carosello (bassa e alta Val di Fassa).

Lo strumento di indagine è stato realizzato

Tab. 25: Dati per campionamento UNIVERSO DI

RIFERIMENTO CAMPIONE

IPOTIZZATO INTERVISTE REALIZZATE

M F MF M F MF M F MF

Aree deboli 35 5 40 7 1 8 7 1 8

Aree intermedie 98 13 111 15 2 17 12 2 14

Aree forti 174 36 210 28 6 34 25 8 33

Carosello 198 25 223 29 4 33 23 8 31

Totale 505 79 584 79 13 92 67 19 86

86,5% 13,5% 100,0% 85,9% 14,1% 100,0% 77,9% 22,1% 100,0%

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

Grafico 3: Distribuzione campione per aree individuate

38,4%

16,3%

9,3%

36,0%

Aree deboli Aree intermedie

Aree forti Carosello

fonte: elab. Osservatorio Provinciale per il Turismo e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

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REPORT | dicembre 2005 | 76 |

basandosi sul modello ISFOL (1994) e il

modello Quaglino e Carrozzi (1998)2.

Nello specifico per quanto riguarda il modello

ISFOL è stato analizzato l’aspetto delle

Risorse della persona:

- Conoscenze generali

- Work habits

- Rappresentazioni sociali

- Atteggiamenti

- Motivazioni

- Identita’

- Autoefficacia

- Autovalutazione

- Sentimenti di appartenenza

Per quanto riguarda il modello Quaglino e

Carrozzi si è tenuto in considerazione l’aspetto

riguardante il Piano motivazionale e

progettuale:

Bisogni di formazione dell’organizzazione:

- dati sull’organizzazione

- dati sul personale

- dati sulla formazione

Bisogni di formazione degli individui:

- analisi delle attività

- analisi dei ruoli

- analisi degli eventi critici

- analisi del sistema delle attese.

5.3 Risultati dell’indagine I risultati si riferiscono ai dati raccolti mediante

interviste strutturate. Per una lettura facilitata si

evidenzia a lato di ogni grafico la domanda

proposta nell’intervista.

Per quanto riguarda i dati delle domande

aperte, presenti nello strumento, sono stati

2 AA.VV Rapporto Isfol 1994. Formazione, orientamento, occupazione, nuove tecnologie, professionalità, Isfol, 1994 Quaglino G.P., Carrozzi G.P Il processo di formazione. Dall’analisi dei bisogni alla valutazione dei risultati, Franco Angeli, 1998

raccolti attraverso “parole chiave”.

Profilo anagrafico e professionale

Non sappiamo quanto il campione di

intervistati rispecchi fedelmente nel suo profilo

anagrafico e professionale l’intera popolazione

di riferimento dei maestri di sci. Se è lecita

un’inferenza statistica dai dati raccolti,

sembrerebbe di poter affermare che la classe

d’età dei maestri di sci è mediamente

abbastanza elevata.

Poco meno di un quarto degli intervistati ha

infatti più di 50 anni (il 12% addirittura più di 60

anni), a fronte di una quota di poco inferiore al

30% di giovani maestri compresi nella fascia di

età 21 – 31 anni, e una quota analoga di

maestri compresi nella fascia di età 32 – 41

anni.

La metà degli intervistati risulta in possesso del

titolo di studio di scuola dell’obbligo o di una

qualifica della formazione professionale.

Soltanto il 6% è laureato.

E’ evidente che il grado di istruzione formale in

possesso dei maestri di sci non risulta elevato

e in proposito è pienamente condivisibile

l’orientamento a far accedere ai corsi di

formazione per la figura di maestro di sci solo

soggetti in possesso di un diploma di scuola

media superiore, ancora meglio se ad indirizzo

turistico (come peraltro ipotizzato anche nel

percorso delineato dal nuovo liceo turistico

attivato a Tione con l’anno scolastico 2005/06).

Nel campione le quote più significative sono

rappresentate da coloro che dichiarano di

ritenersi esperti con conoscenza di lingue

straniere (il 40%) un quinto dedicati

all’insegnamento dei bambini, un altro quinto

direttori di scuola di sci.

Il maestro di sci non è una professione che

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REPORT | dicembre 2005 | 77 |

permette di lavorare tutto l’anno. Soltanto

un’esigua minoranza svolge solo questa

attività (il 14%). La quota rimanente alterna la

professione di maestro di sci con un’altra

occupazione. Le occupazioni alternative

prevalenti sono di carattere autonomo (artigiani

soprattutto, ma anche commercianti e liberi

professionisti). I lavoratori dipendenti

rappresentano una minoranza, seppure

significativa (27%), dovendo scontare maggiori

difficoltà nella gestione del proprio tempo

lavoro con la necessità di ricorrere a periodi di

aspettativa (oltre che all’utilizzo di periodi di

ferie) per l’esercizio della professione di

maestro.

E’ in ogni caso l’altra professione (che in

questo caso sarebbe improprio definire una

seconda occupazione) a garantire il reddito più

elevato.

Non pare che gli intervistati riscontrino però

particolari difficoltà a gestire questa doppia

attività. Tre quarti sembrano avere trovato un

proprio equilibrio di vita e della gestione del

proprio tempo lavorativo tra le due (o più)

professioni esercitate nel corso dell’anno. Chi

ammette di avere delle difficoltà a gestire il

doppio lavoro è un’esigua minoranza (solo il

6%), cui si aggiunge un ulteriore 20% che

ammette delle parziali difficoltà.

Come si riparte il lavoro dei maestri di sci

rispetto al diverso tipo di clientela? In primo

luogo è ripartito quasi in ugual misura per

Grafico 4: Classi di età Grafico 5: Titolo di studio

29,1%

17,4%30,2%

11,6%

11,6%

21-31 32-41 42-5152-61 62-w

22,4%

28,2%5,9% 3,5%

40,0%

scuola media scuola professionalescuola superiore laureaaltro

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni Grafico 6: Specializzazione posseduta Grafico 7: Altra occupazione svolta

18,9%

21,1%

5,3% 6,3%

5,3%

4,2%

38,9%

1) insegnamento ai bambini2) insegnamento portatori di handicap3) insegnamento telemark4) direttore di scuola di sci5) esperto con conoscenza di lingua straniera6) esperto tracciatore di piste, percorsi gare7) altre specializzazioni

14,0%

86,0%

maestro di sci

maestro di sci ed altra occupazione

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

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REPORT | dicembre 2005 | 78 |

singoli e gruppi, con una leggera prevalenza

dei primi. Secondariamente l’insegnamento

prevalente riguarda bambini (che occupano la

metà del tempo totale) e in secondo luogo

ragazzi, più che gli adulti, che pesano sul

totale di insegnamento dedicato meno di un

quarto. Con questo prevalente tipo di pubblico

si comprende facilmente la necessità di

acquisire anche capacità didattiche oltre che

tecniche da parte di un buon maestro di sci. Gli

intervistati sembrerebbero peraltro consapevoli

del fatto che le capacità didattiche pesano

addirittura di più delle stesse competenze

tecniche.

La maggior parte dei maestri lavorano con

gruppi di bambini e con stranieri. Ma questi

insegnamenti non fanno parte del ciclo

formativo e sono specializzazioni che pochi

maestri di sci posseggono. I maestri ritengono

fondamentali per essere un buon

professionista sia l’aspetto tecnico che

didattico. Ma la selezione per la professione

tiene conto solo dell’aspetto tecnico. C’è inoltre

consapevolezza di essere diversi da un

agonista professionista. Soltanto il 2% di

intervistati ritiene non ci sia sostanziale

differenza. Non basta sapere sciare bene per

insegnare sembrano dichiararci queste

risposte, dato che ben quattro intervistati su

cinque ritengono esistano delle differenze

significative tra maestro di sci e agonista

professionista.

Ogni maestro di sci è associato ad una scuola.

La funzione della scuola di sci di appartenenza

Grafico 8: Ripartizione reddito conseguito fra attivi- tà di maestro e altre attività eventualmente svolte

Grafico 9: Tipologia dell’occupazione svolta

45,8%54,2%

professione maestroaltra occupazione

25,7%

12,2%

12,2%

9,5%13,5%

27,0%

artigiano commerciantelibero professionista dipendentepensionato altro

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

Grafico 10: Difficoltà riscontrate nella gestione di altra occupazione

Grafico 11: Ripartizione tempo insegnamento

5,6%19,7%

74,6%

si no in parte

48,4% 51,6%

individualedi gruppo

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

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REPORT | dicembre 2005 | 79 |

è fondamentale per garantire lavoro ai singoli

maestri. Più dell’80% del tempo lavoro è

garantito dalla scuola di sci. La quota di lavoro

individuale ammonta solo al 17%.

Analisi del ruolo

Può essere utile in proposito rifarsi

all’immagine cinematografica. Ad esempio il

ciclo dei cosiddetti film natalizi dei fratelli

Vanzina (si parte nel 1983), era partito proprio

dalla montagna, dalle piste da sci, dalle serate

in piccoli locali pseudorustici, dagli amori facili

e passeggeri, nei quali magari anche il Grafico 12: Importanza assegnata alle capacità operative

58,8%67,1%

49,4%

77,6%

32,9%29,4%

47,1%

22,4%

3,5%

7,1%

3,5%1,2%

0,0%

20,0%

40,0%

60,0%

80,0%

100,0%

capacità tecnica interesse aperfezionarsi

buona condizionefisica

buona condizionepsichica

molto importante (4) importante (3)abbastanza importante (2) per nulla importante (1)

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni Grafico 13: Importanza assegnata alle capacità didattiche

85,9%77,6%

68,2% 69,4% 74,1%

58,8%

87,1% 85,9%

45,9%58,8% 63,5%

74,1%

12,9%21,2%

28,2% 28,2% 23,5%

35,3%

11,8% 14,1%

42,4%

36,5%34,1%

23,5%

5,9%10,6%

4,7% 2,4% 1,2%1,2%2,4% 2,4%1,2% 1,2% 3,5% 1,2%

1,2%

0,0%

20,0%

40,0%

60,0%

80,0%

100,0%

piace

re ne

ll'inse

gnare

compre

ndere

le es

idgen

ze de

l clie

nte

creati

vità n

ell'in

segn

are

capa

cità d

i ges

titre g

li impre

visti

carat

tere eq

uilibr

ato

capa

cità d

i con

vince

re

pazie

nza

respo

nsab

ilità v

erso i

clien

ti

espa

nsivit

à

capa

cità d

ecisio

nali

capa

cità d

i ges

tire i g

ruppi

capa

cità c

omun

icativ

e

per nulla importante (1)abbastanza importante (2)importante (3)molto importante (4)

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati tesi di laurea Pia Rosa

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REPORT | dicembre 2005 | 80 |

maestro di sci aveva la sua… parte. Si

potrebbe dire che in questi film particolarmente

“leggeri” il maestro di sci equivale al maestro di

tennis, al bagnino dei cosiddetti film “balneari”

o dei serial da spiaggia come “Baywatch”,

oppure ancora all’istruttore/istruttrice di body

building o di aerobica nei film “metropolitani”

degli anni ’80. La montagna, in queste opere,

sembra più Porto Cervo che Cortina o

Madonna di Campiglio, d’altra parte ci sono

sociologi ed antropologi del turismo che

parlano da tempo della cosiddetta “città in

quota”, in montagna, con tutto quello che ne

deriva in termini di costumi e consumi. Negli

innumerevoli film dell’agente 007, invece, la

montagna oscilla tra un’immagine di “salotto

mondano”, come la Cortina di Roger Moore

(“Solo per i tuoi occhi”, 1981), o il Piz Gloria,

vetta svizzera di “Al servizio di Sua Maestà

britannica”, del 1969, con George Lazemby,

ma è sempre molto presente lo sport bianco,

dallo sci da discesa al bob, dal pattinaggio alle

corse in auto sulla pista di ghiaccio, che si

alterna ad un’interpretazione sì estrema, con

canaloni e valanghe, ma puramente

spettacolare, acrobatica, avventurosa, più nello

spirito guascone che nella vera avventura-

esplorazione. Siamo insomma in un contesto

piacevole, sicuramente descritto in termini

“tecnici” molto superficiali, a volte decisamente

“vacanziero” nell’atmosfera.

Il maestro di sci si muove quindi spesso,

Grafico 14: Ripartizione importanza competenze Grafico 15: Differenze maestro sci e agonista

professionista

48,7%

51,3%

capacità tecniche

capacità didattiche

2,3% 16,3%

81,4%

si no in parte

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

Grafico 16: Ripartizione tempo lavoro tra scuola di sci e libera professione

Grafico 17: Identificazione con l’immagine corrente del maestro di sci

17,3%

82,7%scuola

titolo individuale

7,1%10,6%

36,5%45,9%

si noin parte non so

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

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REPORT | dicembre 2005 | 81 |

nell’immaginario cinematografico, tra candore

delle piste e calde atmosfere serali, tra belle

donne e danarose compagnie. E’ una figura

molto legata soprattutto agli anni ’80, anni di

vacanza, di divertimento, di affermazione

economica, di ricerca di status.

Nell’ultimissima produzione cinematografica o

di fiction televisiva non sembrano emergere

particolari novità, anzi, i contesti nei quali,

grazie alla finzione filmica ci troviamo, sono

assai più frequentemente cittadini, quando non

addirittura virtuali. E lo sport, quando è

presente, lo è solo in quanto elemento di

spettacolarizzazione.

Quanto si riconoscono gli intervistati in questo

stereotipo dell’immagine del maestro di sci

come figura di successo, un po’ tombeur de

femme, un po’ guascone, sempre disponibile al

divertimento? Il campione di intervistati in

proposito è spaccato a metà. Tuttavia soltanto

poco più del 10% ritiene credibile un’immagine

di questo tipo come veicolata anche in

numerosi film della commedia all’italiana.

Questo significa che quando il maestro di sci si

vede rispecchiato nella parodia che certi film

fanno di questa figura, estremizzandone

alcune caratteristiche, ha un processo di

estraniazione e ritiene la descrizione fattane

poco credibile, mentre una parte consistente (il

43%) si rispecchia più facilmente in tutto o in

parte in un’immagine “di montagna come

salotto mondano e il maestro di sci come figura

Grafico 18: Scostamento dall’immagine corrente del maestro di sci

Grafico 19: Influenza dell’immagine corrente del maestro di sci

12,0%39,8%

48,2%

pocoabbastanza molto

7,3%

43,9%

48,8%

pocoabbastanzamolto

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

Grafico 20: Aggiornamento come opportunità di sviluppo

Grafico 21: Interesse verso l’ aggiornamento

23,5%

28,2% 48,2%

si no in parte

0,0%8,1%

91,9%

si no in parte

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

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REPORT | dicembre 2005 | 82 |

legata al divertimento, allo scherzo, una figura

di successo, baciato dalla fortuna e magari

dalle belle donne”.

Scrive un maestro di sci, in una riflessione che

lo porta a ritenere che il fascino della divisa del

maestro di sci si sia recentemente un pò

perso: “Il maestro di sci italiano, un po’

mascalzone e conquistatore, amorale ed

allegro, grande sciatore e sbruffone suscitava

ammirazione ed invidia nello stesso tempo.

Quante volte siamo stati presi in giro dai nostri

concittadini per questa aria un po’ baldanzosa?

Chiunque sostenga il contrario, non si sente

maestro”3.

E nel contempo metà degli intervistati ritiene

che questa immagine e queste

rappresentazioni del maestro di sci siano in

grado di influenzare molto o più spesso

abbastanza la propria utenza effettiva e

potenziale.

E non è un caso che la convinzione espressa

circa il cosa ricerca il cliente nel maestro di sci

evidenzi due convincimenti: da un lato

essenzialmente un tecnico, un professionista;

dall’altro qualcosa che ha a che fare più con un

rapporto di fiducia e una relazione (per usare

le parole degli intervistati: un confidente, un

amico, qualcuno che dia sicurezza, fiducia, che

capisca i bisogni del cliente…).

Non si vuole qui sminuire l’importanza della

relazione e della comunicazione tra maestro e

cliente per meglio veicolare una competenza

tecnica (relazione e comunicazione che sono

fondamentali per qualsiasi didattica efficace),

ma indubbiamente si fa fatica a comprendere

come si possa ricorrere ad un maestro di sci

per trovare un confidente o un amico,

configurando un rapporto che da professionale

3 Angel de Larezila Maestro di sci…”Amore mio” Angelo Jellici, 2003

scivola su un piano di rapporti personali

diversi. Questo è anche la riprova di come il

rapporto tra cliente e maestro di sci (o per lo

meno l’immaginario che nutre questo rapporto)

si discosti in parte da qualsiasi altro rapporto

professionale che si fonda su una prestazione

(nessuno chiederebbe ad un commerciante di

essere prima di tutto un proprio confidente, ma

nemmeno in un setting formativo in cui si abbia

un rapporto con un docente limitato nel tempo

si verifica il caso di ritenere il docente

innanzitutto un amico).

Gli intervistati affermano di non riscontrare

difficoltà nel loro lavoro per quanto riguarda gli

aspetti sia di natura tecnica che sotto il profilo

didattico. Anche nella gestione dei gruppi (che

come si è visto tanta parte occupano del

tempo lavoro) le difficoltà rilevate sono

contenute. Gli aspetti più problematici

sembrano ravvisarsi invece nella relazione: da

un lato soprattutto con i colleghi (qualcuno

evidenzia di dover affrontare spesso questa

difficoltà) e dall’altro con il cliente.

Jellici nel suo libro autobiografico come

maestro di sci così descrive questa situazione:

Grafico 22: Importanza dell’aggiornamento

23,1%0,0%

76,9%

si no in parte

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

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REPORT | dicembre 2005 | 83 |

L’utente di oggi, secondo lei, cosa cerca nel maestro di sci? Hanno risposto 79 maestri

Parole chiave: un professionista, un tecnico, una persona con caratteristiche personali quali:

confidente, amico, comunicativo, che dia sicurezza, senso di fiducia, che riesca a capire i bisogni del

cliente). Queste parole a livello di percentuale risultano bilanciate.

“ Vivere intensamente la vita della scuola non

sempre è facile (discussioni, litigi, scioglimenti

di scuole, ecc.). I motivi di queste diatribe sono

molteplici: soldi, le differenti età dei soci, i punti

di vista diversi sulla conduzione della scuola, il

non voler far niente più degli altri, il sentirsi

messi da parte (…). Il motivo? Il maestro di sci,

nello svolgere il suo lavoro, diventa o dovrebbe

diventare un “LEADER” e quest’opportunità di

essere al centro dell’attenzione da un

momento all’altro ogni tanto deforma la realtà e

si ripercuote nel rapporto con i colleghi e

nell’ambito della scuola. In questi termini

Leader è considerato più in termini negativi

che positivi (il maestro di sci visto come “prima

donna” e che necessita di protagonismo)”.

Un ulteriore livello di difficoltà è segnalato per

quanto riguarda la stanchezza (sia fisica che

psicologica, che rimanda ancora una volta agli

aspetti relazionali) e la gestione degli

imprevisti, abbastanza frequenti nell’esercizio

di questa professione.

Trattandosi di particolari difficoltà che solo in

parte attengono alla didattica e alle

competenze tecniche, si comprende come gli

intervistati esprimano in maggioranza un certo

scetticismo sulla possibilità che un intervento

formativo possa sopperire o far fronte a queste

difficoltà, nella convinzione che si tratti di fattori

soggettivi difficilmente modificabili con

un’azione formativa. Una minoranza è invece

convinta che acquisire delle metodiche che

permettano di meglio conoscere alcune dina- Grafico 23: Acquisizione capacità soggettive

19,0%

81,0%

durante corsi di formazione

sul lavoro

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

Grafico 24: Capacità soggettive versus capacità tecniche

Grafico 25: Eventi critici

3,7%32,1%

64,2%

> = <

0

0

0

0

1

6

1

16

20

41

47

52

46

33

68

64

32

33

34

50

2

2

7

0

0

42

2

3

0 10 20 30 40 50 60 70 80

a livello tecnico

didattico

relazionale

affrontare situazioni nonpreviste

stanchezza

rapporti problematici concolleghi

gestione del gruppo

spesso qualche volta mai non so

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

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REPORT | dicembre 2005 | 84 |

dinamiche di gruppo, approfondire alcuni

aspetti di natura relazionale e psicologica

potrebbe rivelarsi molto utile.

In compenso gli intervistati si mostrano molto

interessati all’aggiornamento (soltanto l’8%

risponde negativamente). E nessuno nega

l’importanza di un aggiornamento costante per

se stesso e per tutti coloro che esercitano

questa professione.

Nel contempo la maggioranza si mostra anche

convinta che l’aggiornamento possa contribuire

a garantire opportunità di carriera e di sviluppo

nel proprio lavoro (anche se in questo caso la

convinzione non è così unanime come

sull’importanza assegnata e riconosciuta

all’aggiornamento).

Nel confronto tra capacità didattica (qui

esemplificata come saper comunicare,

accentrare l’attenzione…) e capacità tecniche,

due terzi degli intervistati le mettono sullo

stesso piano, ma un terzo ritiene più importanti

la prima delle seconde e soltanto il 4%

sopravvaluta le capacità tecniche rispetto alle

capacità soggettive, intese come capacità

didattiche. Meno di un quinto afferma però di

avere potuto acquisire queste competenze

didattiche durante i corsi di formazione.

Quattro intervistati su cinque affermano di

averle acquisite on the job, cioè sul lavoro,

facendo tesoro dell’esperienza e procedendo

per prove ed errori, grazie - si potrebbe

aggiungere – anche alla pazienza dei

Ritiene che queste difficoltà potranno essere in qualche modo superate dai futuri maestri con una più adeguata formazione? SI: 21

parole chiave: formazione a livello di capacità relazionali, dinamica di gruppo, importante può essere

un momento di tirocinio)

NO:36

parole chiave: personalità diverse, questione di esperienza, fattori soggettivi, dipende dal carattere)

IN PARTE: 13

parole chiave: solo in parte possono essere superate da un corso di formazione, è un fattore

soggettivo)

Grafico 26: Si sono avuti modelli di riferimento Grafico 27: La scelta professionale di maestro di sci

e’ stata influenzata

28,6%

71,4%

si no

47,6%

52,4%

si no

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

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REPORT | dicembre 2005 | 85 |

clienti, chiamati in questo caso a fare da cavie

inconsapevoli in un percorso di acquisizione di

competenze che peraltro gli stessi intervistati

ritengono importanti tanto - se non di più –

delle stesse capacità tecniche, intese come lo

sciare bene.

Analisi degli eventi critici: momenti di difficoltà

nel lavoro

Aspettative nutrite riguardo la professione e

realtà sperimentata nell’esercizio effettivo della

professione solo in parte coincidono, anche se

da parte degli intervistati pare di poter cogliere

una sostanziale soddisfazione per la scelta

professionale intrapresa. Un terzo dichiara che

la rappresentazione che si era fatto di questa

professione sostanzialmente coincide con il

lavoro svolto, ma oltre la metà che coincide

solo in parte e più del dieci per cento

esprimono la convinzione che rappresen-

tazione fattane e realtà sperimentata non

coincidono affatto. Sembrerebbe di cogliere da

queste risposte che una certa immagine e

rappresentazioni idilliache della professione

non abbiano retto alla prova dei fatti e, come

sempre succede in qualsiasi contesto

lavorativo e per qualsiasi professione,

soddisfazioni e difficoltà siano destinate a

convivere.

D’altro canto le principali motivazioni a

diventare maestro di sci, stando alle

dichiarazioni degli intervistati, risiedevano

prima di tutto nella passione per lo sci (35

risposte su 81, pari al 43%), nella passione per

la montagna, e solo in seconda battuta nella

passione per l’insegnamento (15 risposte su

81, pari al 18%) oppure per il ravvisare in

questa professione un’opportunità di lavoro o

una fonte di guadagno.

Circa un terzo afferma di avere avuto un

modello di riferimento (soprattutto il proprio

maestro o maestri ritenuti molto bravi) e poco

più della metà ammette di avere avuto delle

persone vicine (parenti, familiari, ma anche

amici) che hanno incoraggiato la scelta di

questa professione.

E come messo in risalto dall’analisi degli eventi

critici sembrerebbe di capire che le maggiori

Grafico 28: Situazione di stanchezza

25,9%

74,1%

si no

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

Le situazioni più estreme nella sua professione come le supera? Hanno risposto 57 maestri

Parole chiave: calma, autocontrollo, pazienza, razionalità, l’aiuto dei colleghi, professionalità.

Se si…. Hanno risposto 16 maestri

Parole chiave: maestri più bravi, il mio maestro

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REPORT | dicembre 2005 | 86 |

difficoltà siano riconducibili al contesto

organizzativo e ai rapporti con i colleghi di

lavoro. Sei intervisti su dieci ammettono infatti

di vivere in tutto o in parte una cooperazione

difficile con i colleghi. Le cause sono molteplici

e le più disparate: dalla distribuzione del lavoro

ritenuta spesso non equa (ed è comprensibile

come possano nascere fonti di attrito quando -

come si è visto - oltre i quattro quinti del lavoro

svolto siano assegnati dalla scuola di sci e non

gestiti individualmente), a soggetti con caratteri

troppo diversi ma chiamati comunque a

collaborare assieme, ad obiettivi ed interessi

personali differenti ecc.

Quale è stata la sua motivazione a diventare maestro di sci? Hanno risposto 81 maestri

Parole chiave: passione per lo sci 35, passione per l’insegnamento 15, per avere un lavoro 12,

guadagno 11, passione per la montagna 11.

Perché una difficile cooperazione con i colleghi Hanno risposto 23 maestri

Parole chiave: distribuzione del lavoro non equa, troppi interessi personali, ognuno ha la propria testa,

caratteri diversi, obiettivi diversi

Grafico 29: Cooperazione difficile con i colleghi Grafico 30: Autovalutazione come maestro di sci

18,6%39,5%

41,9%

si no in parte

13,6%13,6% 2,5%

70,4%

ottimo professionistabravo professionistadiscreto professionistamediocre professionista

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

Grafico 31: Calo valutazione sociale professione Grafico 32: Un professionista deve dare 23,5%

21,2%

55,3%

si no non so

71

9

6

7

65

14

0 20 40 60 80

si

no

non so

impegno limitatomassima disponibilità

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

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REPORT | dicembre 2005 | 87 |

Clienti sempre nuovi con cui rapportarsi e con

cui relazionare possono indurre anche

situazioni di stanchezza, psicologica prima che

fisica, come ammette una parte di intervistati

(circa un quarto). Ma sembrerebbe di capire

che questo tipo di difficoltà sia avvertito da una

quota minore di maestri di sci rispetto alle

difficoltà che si possono generare nel rapporto

con i colleghi.

Nei confronti delle difficoltà avvertite con i

clienti, più di un intervistato pensa si possa

efficacemente intervenire con nuovi e diversi

sistemi di insegnamento.

I maestri di sci intervistati esprimono peraltro la

convinzione di dover garantire la massima

disponibilità ed astenersi da un impegno

limitato, come si addice peraltro ad un serio

professionista. il quale, per essere tale, deve

essere in grado – come affermano gli

intervistati – di sapersi adattare alle esigenze

Quanto è importante rispondere alle esigenze di vacanza del cliente? Hanno risposto 58 maestri

Parole chiave: importante per lo sviluppo delle stazioni sciistiche, importante la lingua straniera,

importante per la soddisfazione del cliente, se il cliente è soddisfatto poi ritorna, importante

comunicare con tutti gli operatori turistici per un’offerta più ampia.

Se si sono avuti momenti di stanchezza, come si è reagito? Hanno risposto 19 maestri

Parole chiave: cercando motivazione, trovare nuovi sistemi di insegnamento

Perché c’è un calo di valutazione sociale della professione di maestro di sci Hanno risposto 35 maestri

Parole chiave: poca professionalità, troppo numerosi, cambiamento della società (pensieri diversi,

diversi modi di avvicinarsi alla montagna e allo sport).

Grafico 33: Come dovrebbe comportarsi un maestro di sci professionista

Grafico 36: E’ importante conoscere tutte le esigenze del cliente?

75

9

2

12

70

4

0 20 40 60 80

si

no

non so

assumere un unico atteggiamento

sapersi adattare alle esigenze del cliente

5,8% 1,2%

93,0%

si no non so

fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni

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REPORT | dicembre 2005 | 88 |

del cliente piuttosto che assumere un

atteggiamento univoco in cui lo sforzo di

adattamento è richiesto ai clienti, piuttosto che

al maestro di sci.

Le situazioni più difficili incontrate nell’esercizio

della professione sono state superate

soprattutto facendo appello alla calma,

all’autocontrollo, alla pazienza, oltre che

all’aiuto dei colleghi, in questo caso per molti

avvertiti come una risorsa e non una fonte di

problemi.

Dovendo dare una valutazione complessiva di

se stessi come professionisti gli intervistati

sostanzialmente si promuovono ritenendo di

essere all’altezza di quanto richiesto

dall’esercizio di questa professione: soltanto il

2% si reputa un mediocre professionista, l’85%

si reputa invece un bravo o un ottimo

professionista. In una scala da 5 a 10, gli

intervistati valutano le proprie capacità

tecniche pari a 7,9 e quelle didattiche

addirittura a 8,2. C’è peraltro la convinzione da

parte della maggioranza degli intervistati di un

calo della valutazione sociale della figura del

maestro di sci. Soltanto un quarto reputa che

questo non si sia verificato. In realtà questa

risposta, più che ad un’oggettiva e misurabile

constatazione di un venir meno

nell’immaginario collettivo della valutazione

sociale riguardo questa professione (anche se

qualche maestro più anziano può misurare

sulla propria decennale esperienza questo

aspetto), rimanda alle rappresentazioni che i

singoli maestri di sci si erano fatti di questa

figura prima di intraprendere l’attività. Nella

ricerca delle motivazioni di questo calo di

valutazione gli intervistati si appuntano

principalmente sui cambiamenti incorsi nella

società e conseguentemente nel cliente, nei

modi di avvicinarsi alla montagna e allo sport.

Si ribadisce in modo unanime, peraltro, come

sia importante conoscere tutte le esigenze del

cliente riguardo la vacanza e non solo le sue

esigenze circoscritte allo sci. Da questo punto

di vista i maestri interpellati esprimono una

elevata consapevolezza della necessità di

soddisfare il cliente nelle sue versatili e

molteplici esigenze, dimostrando di essere ben

consci di come una scuola di sci efficiente, un

maestro di sci preparato, sia sotto il profilo

tecnico ma anche didattico, rappresentino un

pezzo dell’offerta turistica complessiva di una

destinazione e come - per usare le parole di un

interlocutore - sia sempre più importante

comunicare con tutti gli operatori turistici per

un’offerta più ampia, capace di soddisfare il

cliente, che poi ritorna.

5.4 Discussione e conclusioni

Lo psicologo Gerard Vergnaud nel 19904,

riprendendo in considerazione il concetto di

schema operativo di J. Piaget, afferma che lo

schema operativo è “una organizzazione

invariante dell’attività per una classe di

situazioni date”.

Non si tratta, dunque di un’azione, ma di un

“modello” di azione, distinta da ogni azione

particolare, ma capace di orientarla e guidarla.

In genere, gli schemi operativi implicati in una

competenza, soprattutto di natura

professionale, si apprendono nella pratica, ma

ciò non significa che non si appoggino su

alcuna teoria. Anzi. Ciò che permette di

collegare tra loro le varie esperienze operative

è una sorta di riflessione critica che è tanto più

efficace, quanto più sostenuta da categorie e

4 Vergnaud G., La théorie des champs conceptuels, Recherches es Didactique des Mathématiques, 1990

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REPORT | dicembre 2005 | 89 |

quadri concettuali più adeguati. Nella

prospettiva di Vergnaud prevale l’aspetto

cognitivo e la componente affettiva-

emozionale.

Gli schemi possono integrarsi progres-

sivamente e una competenza può essere

allora caratterizzata dall’orchestrazione di un

insieme di schemi, ciascuno dei quali è una

totalità costituita, che sottende un’azione o

un’operazione relativa a un campo operativo

particolare. Una competenza di una certa

complessità mette in opera più schemi di

percezione, di pensiero, di valutazione e

d’azione, che implicano inferenze,

anticipazioni, trasposizioni analogiche,

generalizzazioni, stime di probabilità, diagnosi

a partire da un insieme di indici, ricerca di

informazioni pertinenti, formazione di una

decisione, ecc.

Per queste ragioni un percorso formativo ha

bisogno di tutti quei saperi: saper fare, saper

essere e saper stare insieme con gli altri che

aiutano l’individuo a costruirsi quegli schemi

mentali utili e necessari all’operatività di

successo.

I risultati ottenuti da questa ricerca evidenziano

alcuni segnali che dovranno essere tenuti in

considerazione nell’analisi e strutturazione dei

corsi di formazione.

Dati positivi E’ bene iniziare con un dato positivo. Più di un

terzo dei maestri si dichiara soddisfatto del

proprio lavoro in quanto la rappresentazione

che si era fatta su questa professione coincide

con quello che sta facendo. I maestri si

ritengono dei “bravi professionisti” con una

valutazione delle capacità tecniche di 7,9 e di

quelle didattiche di 8,2 su una scala da 5 a 10.

I maestri si ritengono dei professionisti della

montagna e non si rispecchiano in figure che

non rientrano nei canoni di un professionista,

anche se una discreta percentuale condivide

un profilo un pò divertente e scanzonato del

maestro di sci estremizzato in alcuni film di

commedia all’italiana proposti sul grande

schermo.

Criticità In alcune stazioni sciistiche è risultata una

particolare lentezza nel cambio generazionale.

La maggior parte dei maestri lavora con

gruppi, in particolare di bambini, e con

stranieri, dove è necessario il possesso di una

o più lingue straniere. Sono specializzazioni

che pochi maestri di sci posseggono e che i

corsi di formazione non considerano in modo

adeguato.

Eppure i maestri sembrano consapevoli

dell’importanza dell’aspetto didattico e lo

ritengono fondamentale quanto l’aspetto

tecnico.

Invece la selezione di accesso ai corsi tiene

conto solo dell’aspetto tecnico. Dunque si

potrebbe presupporre un modo di accesso e

una formazione che tengano conto anche

dell’aspetto della personalità dell’individuo e di

quelle capacità trasversali (motivazione,

immagine di sé e tratti personali che sono

aspetti profondi e in quanto tali più stabili,

meno influenzati da attività formative) ma che,

come si è potuto rilevare, risultano

fondamentali per un buon professionista.

Le prime componenti della personalità e delle

capacità trasversali sono quelle più pregiate e

da valorizzare affinché si sviluppi un’effettiva

competenza e dovrebbero rappresentare la

base per la selezione e per iniziative formative

in quanto sono indispensabili e in grado di

arricchire le componenti della competenza

riferite agli skill.

Tali competenze dovrebbero essere

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REPORT | dicembre 2005 | 90 |

individuate da indicatori di valutazione e

strumenti quali ad esempio: schede pre-

selettiva; test psico-attitudinale; colloquio

psico-attitudinale e verifica delle competenze

trasversali. E alla verifica di queste

competenze affiancare la verifica di

competenze culturali di base e/o tecnico

professionali. Molto spesso - in questo campo

come in altri - si privilegiano nelle selezioni le

aree strettamente tecniche per difficoltà o

incapacità dei selezionatori nel saper gestire

l’area psico-sociale. Ma come insegna la

psicologia cognitiva la persona opera anche al

di fuori dalla razionalità e perciò l’aspetto di

competenze trasversali (l’affettività, il sapersi

relazionare, il saper diagnosticare e affrontare

nuove situazioni) in tutte le sue componenti

influisce molto e deve essere tenuto in

considerazione in qualsiasi momento del ciclo

formativo di una professione.

Dunque, il primo passo è quello di ricercare

parametri non solo tecnici ma che tengano

conto di questa sfera psicologica introducendo

strumenti che siano adeguati allo scopo.

Un altro punto critico emerso è la difficoltà di

rapporto con i colleghi che riguarda più della

metà dei maestri. L’introduzione di un percorso

all’interno della formazione che tenga conto

delle dinamiche di gruppo, potrebbe aiutare il

maestro a capire e superare almeno in parte

queste difficoltà.

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REPORT | dicembre 2005 | 91 |

6. UNA RICERCA EURISKO SUL TRENTINO E LE SUE POTENZIALITÀ TURISTICHE

Nel corso del 2005 la Società Eurisko ha

condotto per conto di Trentino Spa una ricerca

sul Trentino e le sue potenzialità turistiche,

basandosi in parte sulle ricerche effettuate

periodicamente dall’Istituto (e pubblicate come

Sinottica Eurisko) e in parte su una specifica

indagine condotta su un campione di 700

individui rappresentativi della popolazione

italiana che nel corso dell’anno effettua almeno

un periodo di vacanza pari o superiore a sette

giorni, suddivisi in tre sottocampioni: coloro

che nel corso dell’anno fanno vacanza; coloro

che per la loro vacanza frequentano anche la

montagna e infine un campione di soggetti che

frequentano anche il Trentino. Dalla constatazione che il prodotto neve e la

stagione invernale risultano per i turisti che

frequentano il Trentino più importanti della

stessa stagione estiva, si è ritenuto opportuno

in questa sede riprendere alcuni risultati

emersi.

Chi va in vacanza lo fa soprattutto d’estate; chi

va in montagna pure; chi invece viene in

Trentino è più numeroso in inverno che in

estate, anche se la permanenza estiva è più

lunga di quella invernale.

Prima di esaminare quanto emerso

dall’indagine riferita allo specifico

approfondimento attivato sul campione di 700

individui, è opportuno un sintetico richiamo di

quanto emerge da Sinottica Eurisko riguardo il

turista che frequenta il Trentino. I turisti italiani

che scelgono come meta delle loro vacanze il

Trentino sono soprattutto provenienti dalle

Regioni limitrofe del NordEst e dal Centro Italia

(prevalente turismo di prossimità). L’indice di

penetrazione nelle regioni del Nord Ovest

(inteso come quota di residenti di quest’area

Grafico 37: Le vacanze di almeno 7 gg – il peso dell’estate e dell’inverno

22

78

Inverno

Estate

44

56

58

42

Inverno

Estate

Inverno

Estate

SOGGIORNI IN TRENTINOSOGGIORNI IN TRENTINOSOGGIORNI IN MONTAGNASOGGIORNI IN MONTAGNA

SOGGIORNI IN GENERALESOGGIORNI IN GENERALE

fonte: Eurisko per Trentino SpA

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REPORT | dicembre 2005 | 92 |

che si recano come turisti in Trentino) risulta

invece molto più basso.

I turisti del Trentino appartengono in

prevalenza alla classe centrale d’età (la classe

35-44 anni è superiore alla media di coloro che

vanno in vacanza o frequentano la montagna e

rappresenta il 44% del totale dei turisti che

scelgono il Trentino).

Oltre la metà dei turisti che vengono in

Trentino sono diplomati o laureati. Il che

spiega come la condizione professionale

prevalente sia espressa da impiegati, dirigenti,

lavoratori autonomi e imprenditori (41% del

totale) piuttosto che operai (10%); espressione

di una condizione media (60%) o media

superiore (22%, mentre tra gli italiani che

fanno genericamente vacanza o tra coloro che

fanno vacanze in montagna tale percentuale

scende al 16%) e con una buona capacità si

spesa. Il che in parte giustifica una discreta

presenza tra i turisti che scelgono il Trentino di

stili di vacanza che Eurisko definisce “viaggi

senza frontiere” e “hotel 5 stelle”. I primi

impersonano uno stile di vacanza giovane,

dinamico ed esplorativo, fortemente orientato

al viaggio ed alla vacanza, con elevata

dotazione di risorse, sia economiche sia

culturali, che permette l’offerta di un ampio

ventaglio di possibili alternative. I secondi

hanno uno stile adulto, con ottima dotazione

complessiva di risorse; nei viaggi ricercano

comodità, lussi, servizio impeccabile.

Entrambe queste componenti sarebbero

presenti in Trentino in misura molto maggiore

rispetto ai turisti che invece frequentano altre

località montane in Lombardia e Piemonte con

quote sostanzialmente simili alla Valle d’Aosta.

In Trentino, più che nella altre destinazioni di

vacanza di montagna, si viene con il partner e

con gli amici piuttosto che con figli e nipoti

(solo 28% dei casi, contro il 37% dei vacanzieri

montani e il 36% del totale vacanzieri). Il

Trentino inoltre appare una destinazione dove

si va meno abitualmente rispetto ad altre

destinazioni montane italiane (42% dei casi

contro il 63%): la maggior frequenza abituale

nelle altre destinazioni montane è giustificata

soprattutto dall’esistenza di una seconda casa.

In Trentino invece, rispetto alle altre

destinazioni montane italiane, la struttura

ricettiva preferita è l’albergo, soprattutto in

inverno (73% dei casi contro il 41% dei turisti

che vanno in montagna). Nel contempo

l’utilizzo di una casa in proprietà o in affitto per

le proprie vacanza risulta in Trentino molto più

basso rispetto ad alte destinazioni montane

come la Lombardia o il Piemonte.

Nel confronto con le strutture ricettive

frequentate dai vacanzieri che soggiornano in

montagna, in Trentino le strutture ricettive

garantiscono in misura maggiore più servizi

per il benessere e più spazio giochi per i

bambini, indice evidente di come gli intervistati

che frequentano la montagna e il Trentino

abbiano in qualche misura colto la positività

degli investimenti fatti negli ultimi anni, sia sulla

motivazione benessere che per l’attenzione

posta alle famiglie con bambini.

Sappiamo come negli ultimi anni, complice

anche qualche maggiore difficoltà economica e

soprattutto la preferenza non più accordata ad

un unico periodo di vacanza nell’anno (la

cosiddetta “villeggiatura”, tipica soprattutto del

periodo estivo) i tempi della vacanza si siano

accorciati.

E tuttavia il vacanziere italiano che frequenta il

Trentino in misura maggiore rispetto alle altre

destinazioni montane nazionali si dichiara

meno disponibile a rinunciare alla qualità delle

proprie vacanze (80% contro 63%) e nel

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REPORT | dicembre 2005 | 93 |

contempo è meno d’accordo con

l’affermazione che le sue vacanze rispetto al

passato saranno in futuro più brevi (51%

contro il 67%).

I principali motivi del soggiorno in Trentino in

estate e in inverno sono riconducibili, nel primo

caso, a ragioni di riposo e relax in un ambiente

naturale interessante; nel secondo caso, in

inverno, a motivazioni di vacanza attiva.

Rispetto alle altre destinazioni montane italiane

il Trentino si fa più apprezzare nei motivi di

scelta anche per ragioni legate

all’enogastronomia e alla bellezza dei suoi

paesaggi.

Grafico 38: I bisogni ed i desideri della vacanza: analisi dei target

0

20

40

60

80

100

Rilassare la mente, lo spirito

Provare un po’di tutto

Vivere l’avventura

Scoprire epraticare sport

Far visita/rivedere persone care

Rigenerare il corpo

Vivere il piacere della natura

Scoprire nuove culture

Stare insieme con tutti i membri della

propria famiglia

“La gente che parte per una vacanza/viaggio ha alcune aspettative/desideri. In generale, secondo lei una vacanza è soprattutto il piacere di…?”

I visitatori del Trentino sono relativamente interessati più a valorizzare la dimensione corporea che quella mentale, in un contesto familiare

MOBILITA’ TURISTICA MONTAGNA TRENTINO

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Grafico 39: I principali motivi di scelta del soggiorno in Trentino – estate e inverno

SOGGIORNI IN TRENTINO

“ Qual è il principale motivo per cui ha scelto questa destinazione…?”

Bellezza paesaggio

Disponibilità/possesso casa

Riposo/relax

Piace il clima

Comoda da raggiungere

Buon “value for money”

Visite culturali

Opportunità divertimento

Piacere di fare il bagno

Adatta ai miei bambini

Motivi enogastronomici

Vacanza benessere

Escursioni/trekking

Vacanza con sport di frequente

Motivi di salute

53

17

29

20

9

16

5

9

0,5

18

11

28

1

1

7

(base: soggiorni della durata di almeno 7 giorni)

------+++++++

-

=

---------------------

++++

+++

=

=

--

---

--

++++++ ++++++

+++++++ ++++++++

++

++++

ESTATE

+

=

++++++++ +++++++

---

--

=

=

+

+++

++

---------

----------

--

--

INVERNO

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Page 94: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 94 |

Nel confronto con i bisogni e i desideri della

vacanza espressi da tutti coloro che vanno in

vacanza, da coloro che frequentano la

montagna per le loro vacanza e infine da

coloro che frequentano il Trentino, emerge che

il turista del Trentino pone anch’egli al primo

posto l’esigenza di rilassare la mente e lo

spirito, ma in misura inferiore agli altri due

campioni, esprimendo piuttosto un bisogno più

elevato di “vivere il piacere della natura”,

“rigenerare il corpo”, “provare un po’ di tutto”, e

“praticare dello sport”. Un ospite quindi più

attivo della media dei vacanzieri, interessato sì

a rilassarsi e a stare insieme alla propria

famiglia, ma curioso di sperimentare, non

passivo, senza peraltro doverlo immaginare

pervaso da senso dell’avventura (il Trentino è

in ogni caso vissuto come un luogo conosciuto

e rassicurante) o mosso da spirito agonistico

nelle pratica sportiva.

Inoltre, a differenza di altre destinazioni

montane, il Trentino è inteso come luogo di

vacanza piuttosto che luogo da week end

breve (solo il 52% dei turisti che frequentano il

Trentino ha trascorso anche un week end

breve nell’ultimo anno, contro il 75% dei turisti

che frequentano altre destinazioni montane

italiane). Ma anche per week end lunghi

(inteso come pernottamento di almeno tre

notti) il Trentino, per i suoi turisti che lo

frequentano, sembra una meta meno ambita

rispetto alle altre destinazioni montane (40%

contro il 52%), molto probabilmente più

accessibili ai residenti della pianura e

soprattutto più interessate dal fenomeno delle

seconde case.

In Trentino, a differenza delle altre destinazioni

montane, si viene quindi soprattutto una sola

volta nell’anno per una vacanza significativa e

questo vale soprattutto in inverno, ma la

differenza con le altre destinazioni montane -

dove si va più spesso, ma per periodi più brevi

e prevalentemente non in strutture ricettive

alberghiere - è marcata anche per il periodo

estivo.

Per il 47% di chi viene in Trentino la

Grafico 40: Le principali ragioni ostative all’andare in montagna in inverno

16139**9*59E’ una vacanza faticosa,stressante

PRINCIPALI MOTIVI PER CUI NON E’ MAI STATO IN MONTAGNA IN

INVERNO

PRINCIPALI MOTIVI PER CUI E’ STATO IN PASSATO IN INVERNO IN MONTAGNA

MA ORA NON PIU’

PRINCIPALI MOTIVI PER CUI LA MONTAGNA NON E’ LA DESTINAZIONE

PRINCIPALE IN INVERNO

9

3

13

18

9

13

22

11

30

29

46

MOB. TURI-STICA

n=30

*

*

*

*

*

*

*

*

*

*

*

MONTA-GNAn=5

*

*

*

*

*

*

*

*

*

*

*

TREN-TINO

n=5

1

2

9

8

6

13

20

21

27

22

12

MOB. TURI-STICA

n=59

--

--

4

4

24

11

15

20

15

11

25

MONTA-GNAn=70

*

*

*

*

*

*

*

*

*

*

*

TREN-TINO n=20

714E’ per vecchi

318Non c’è vita

577Non ho ferie in questo periodo

567Casa altrove

573830Non sono sportivo

271420Mi annoia, non saprei cosa fare

Non faccio vacanze in questa stagione

Non è adatta per nuotare

E’ cara

E’ scomoda

Non piace il clima

18

6

20

19

37

MOB. TURI-STICAn=319

TREN-TINO n=47

MONTA-GNAn=75

24

4

24

10

33

20

5

11

20

40

Le principali ragioni ostative all andare inLe principali ragioni ostative all andare in montagna in invernomontagna in inverno“Per quali motivi lei per cui la montagna non è la destinazione principale in inverno, è stato in passato, non è mai stato..”

(*) Base statistica troppo ridotta.

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Page 95: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 95 |

frequentazione invernale rappresenta l’unica

(per il 20%) o la principale (per il 27%)

destinazione di vacanza in questa stagione.

Non così in estate, quando soltanto il 25% fra

coloro che frequentano o hanno frequentato il

Trentino come turisti reputa questa sua

vacanza l’unica o la principale vacanza

dell’estate. La vacanza estiva in Trentino è

quindi prevalentemente un seconda vacanza,

preceduta spesso da una permanenza al

mare.

La vacanza invernale in Trentino appare quindi

più caratterizzata e anche più esclusiva,

intendendo questo aggettivo in senso letterale

di unica vacanza.

Le principali ragioni che impediscono di andare

in montagna in inverno, evidenziate da questo

campione di intervistati Eurisko, stanno

soprattutto nel non essere amanti dello sport

(per il 57%) e in seconda battuta nel fatto che

l’inverno vuol dire freddo, neve (“non mi piace

il clima”, per il 40%) e, nell’impossibilità di

sciare, “mi annoierei, non saprei cosa fare” (il

27%). Quindi la scelta è giocata soprattutto sul

considerare o meno la montagna come luogo

per sportivi e per amanti dello sci.

Diverse le valutazioni per l’estate, quando

invece le principali ragioni ostative al recarsi in

montagna sono ravvisate nell’essere la

montagna troppo diversa dal mare e dal suo

presunto vitalismo, peraltro tutto ciabattiero,

(“non é adatta per nuotare”, il 31%; “è

scomoda”, il 28%; “annoia”, “non c’è vita”…)

In fondo pare di capire che anche coloro che si

recano in montagna o vengono in Trentino

preferiscano, nella metà dei casi, in estate il

mare alla montagna, indice di come la

montagna estiva anche in Trentino sia molto

meno distintiva rispetto alla montagna

invernale. Ed è proprio nel confronto con le

altre destinazioni montane che la propensione

alla scelta del Trentino in inverno appare

invece molto più elevata.

Più che per la sua offerta estiva il Trentino

Grafico 41: Le principali ragioni ostative all’andare in montagna in estate

527**18183E’ una vacanza faticosa,stressante

PRINCIPALI MOTIVI PER CUI NON E’ MAI STATO IN MONTAGNA IN ESTATE

PRINCIPALI MOTIVI PER CUI E’ STATO IN PASSATO IN

MONTAGNA IN ESTATE MA ORA NON PIU’

PRINCIPALI MOTIVI PER CUI LA MONTAGNA NON E’ LA DESTINAZIONE

PRINCIPALE IN ESTATE

3

8

11

--

16

10

22

17

24

32

21

MOB. TURI-STICA

n=46

*

*

*

*

*

*

*

*

*

*

*

MONTA-GNAn=4

*

*

*

*

*

*

*

*

*

*

*

TREN-TINO

n=5

--

3

18

2

23

40

5

18

6

11

3

MOB. TURI-STICA

n=59

1

3

14

1

24

28

14

12

9

13

4

MONTA-GNAn=100

--

8

11

5

11

30

15

1

16

13

5

TREN-TINO n=52

6311E’ per vecchi

201112Non c’è vita

375Non ho ferie in questo periodo

252413Casa altrove

5212Non sono sportivo

222331Mi annoia, non saprei cosa fare

Non faccio vacanze in questa stagione

Non è adatta per nuotare

E’ cara

E’ scomoda

Non piace il clima

3

21

16

20

15

MOB. TURI-STICAn=301

TREN-TINO n=48

MONTA-GNAn=73

3

20

12

8

2

14

31

9

28

5

“Per quali motivi lei per cui la montagna non è la destinazione principale in estate, è stato in passato, non è mai stato..”

(*) Base statistica troppo ridotta. fonte: Eurisko per Trentino SpA

Page 96: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 96 |

Grafico 42: La desiderabilità media delle diverse località di vacanza: frequenza Trentino

1

2

3

4

5

freqfreq.Trentino.Trentino“Immagini ora di voler partire per una vacanza e di poter scegliere fra diverse destinazioni. Quanto è propenso ad andare in ciascuna di queste destinazioni…”

VALORI MEDI (1=per niente,

5=molto propenso )

MARE IN ITALIA IN INVERNO

MARE ESTERO IN INVERNO

MONTAGNA IN INVERNO

MONTAGNA IN ESTATE

MARE ESTERO IN ESTATE

MARE IN ITALIA IN ESTATE

Frequ. Mont.

Frequ. Trentino

Mob. Turistica

fonte: Eurisko per Trentino SpA appare quindi desiderabile in chi lo frequenta

soprattutto per la sua montagna invernale.

Nel complesso l’immagine della montagna

d’inverno vista dai vari target e soprattutto da

chi il Trentino lo frequenta risiede soprattutto

in una componente affettiva (anche in Trentino

la componente di turisti fedeli e di ritorno ha un

peso importante e questo lo si riscontra anche

nel campione di intervistati Eurisko). In

secondo luogo perché ci puoi fare degli sport

(le risposte “è per sportivi”, “devi avere una

passione sportiva per andarci” totalizzano le

percentuali più elevate di accordo). La terza

ragione è che la montagna d’inverno e in

particolare per chi la frequenta, appare una

destinazione orientata al turismo, dove si

Grafico 43: Il profilo d’immagine della montagna d’inverno visto dai vari target

La frequento da tanti anni

Non puoi farne a meno

È una destinazione che amo

È una destinazione per me facilm.raggiungibile

La vacanza principale va fatta in questa destinazione

Fa venire in mente confusione, caos

L’ambiente è molto giovanile

C’è vita, movimento a tutte le ore

È bello fare il bagno/contatto con l’acqua

Possono andarci persone di tutte le età

Costa poco

È turisticamente migliorata

Si mangia bene

Si fanno moltissime cose diverse

È l’ideale per i bambini

Va molto bene per la mia salute/benessere

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

Abi

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rism

o

(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo alla montagna d’estate)

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Page 97: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 97 |

mangia bene, ed è molto migliorata sotto il

profilo turistico. Infine solo chi ha frequentato la

montagna d’inverno e soprattutto il Trentino è

consapevole che “il panorama, il paesaggio ti

regala sensazione uniche” (su questo aspetto

le differenza con il campione rappresentato dai

vacanzieri che non vanno in montagna o non

vengono in Trentino è fra i più marcati).

Diverso il profilo della montagna d’estate visto

dai vari target. Anche qui c’è una componente

di affettività per chi la frequenta. Come pure in

chi la frequenta, a differenza del campione di

vacanzieri che non va in montagna, esiste la

consapevolezza che anche la montagna estiva

abbia saputo orientarsi al turismo (faccia bene

alla salute, ai bambini, si possa mangiare

bene…). Ma sugli altri fattori elencati si

riscontra un singolare accordo sul profilo

d’immagine della montagna estiva: ti

garantisce un contatto con la natura, c’è pace,

silenzio e tranquillità, ma nel contempo “dopo

un po’ che sei lì ti annoi”, “il clima è variabile”.

Anche se la montagna estiva presenta altri

vantaggi su cui tutti si mostrano d’accordo: il

soggiorno costa relativamente poco. Al

contrario il mare, soprattutto visto da chi va in

montagna, è caotico, non è poi così assodato

che faccia bene alla salute. E ancora, per chi

frequenta la montagna, il mare è considerato

poco innovativo, non intimo, rumoroso e

stressante, fondamentalmente una vacanza

per pigri.

Per usare le parole dei ricercatori Eurisko “la

montagna richiama soprattutto giovani e

persone giovanili in inverno, maturi in estate.

Nella stagione estiva è meno animata del

mare, restituisce immagini di paesaggi

straordinariamente belli ma molto intimisti e

poco socializzanti”.

La propensione per le località montane delle

principali regioni evidenzia come i turisti italiani

che frequentano la montagna preferiscano

decisamente il Trentino rispetto alle altre

località montane sia italiane che estere (“il

Grafico 44: Il profilo d’immagine della montagna d’inverno visto dai vari target p gp g gg gg

LIB

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INTI

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ISO

LAM

ENTO

(NEG

)

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

C’è tanta pace, silenzio, tranquillità

Il clima è molto variabile

Sei davvero a stretto contatto con la natura

Va bene per vacanze di breve durata

È una destinazione molto intima

Il panorama, il paesaggio ti regala sensazioni uniche

Si possono scoprire cose nuove diverse

Ti da l’idea di libertà/stacco dal quotidiano

Devi avere una passione sportiva per andarci

Fa pensare a vacanze faticose, stressanti

È per intenditori, veri appassionati

È per sportivi

Si finisce con lo spendere tanto

Le strutture alberghiere/villaggi sono cari

Fa pensare a vacanze attive, dinamiche

Dopo un po’ di tempo che sei lì ti annoi

Non è facile trovare amici che vengano con te

È difficile fare amicizia

Non c’è molto da fare

È per pigri

MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo alla montagna di inverno)

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Page 98: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 98 |

Trentino considerato come la montagna

italiana”). In compenso chi frequenta e

conosce il Trentino si mostra “molto propenso”

nei confronti dell’Alto Adige in misura maggiore

rispetto a coloro che frequentano in generale la

montagna (61% di molto propensi rispetto al

46%); vale a dire che chi frequenta il Trentino

preferisce l’Alto Adige alla Valle d’Aosta e

sembrerebbe maggiormente disposto ad

andare in vacanza anche più a nord del

Trentino, sia recandosi in Alto Adige che in

Austria.

Nel complesso il Trentino sembra interpretato -

per usare le espressioni d Eurisko - come

“montagna di tendenza” e “montagna dei

sapori e dell’ospitalità”. Il profilo d’immagine

del Trentino visto dai vari target conferma in

primo luogo la convinzione di una destinazione

forte soprattutto nell’offerta invernale (“è

l’ideale per le vacanze invernali”; “è l’ideale per

lo sci”). Nel contempo soprattutto per chi lo

conosce e lo frequenta il Trentino appare una

destinazione ideale anche per le famiglie, con

attività anche in inverno alternative a chi non

scia. Tutti o quasi sono concordi nel ritenerla

una regione molto attiva nella promozione del

turismo. Con una offerta di prodotti tipici molto

ricca e ben valorizzata, una regione autentica,

che ha saputo conservare le tradizioni

addirittura in misura superiore allo stesso Alto

Adige. La gente del posto è reputata ospitale e

cordiale, molto più che in Alto Adige, dove la

barriera linguistica o meglio le difficoltà di

comunicazione sono molto probabilmente

intese da tanta clientela italiana come una

forma di scarsa cordialità. Al Trentino si

riconosce una cura all’ambiente e alle sue

località, al pari dell’Alto Adige.

Scarso accordo invece sull’affermazione che il

Trentino sia una destinazione turistica

decaduta. Unico neo: in inverno fa molto

freddo.

L’Alto Adige si presenta nell’immaginario degli

intervistati (i vacanzieri italiani) abbastanza

Grafico 45: Il profilo d’immagine della montagna d’estate visto dai vari target

La frequento da tanti anni

Non puoi farne a meno

È una destinazione che amo

È una destinazione per me facilm.raggiungibile

La vacanza principale va fatta in questa destinazione

Fa venire in mente confusione, caos

L’ambiente è molto giovanile

C’è vita, movimento a tutte le ore

È bello fare il bagno/contatto con l’acqua

Possono andarci persone di tutte le età

Costa poco

È turisticamente migliorata

Si mangia bene

Si fanno moltissime cose diverse

È l’ideale per i bambini

Va molto bene per la mia salute/benessere

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

Abi

tudi

neVi

talit

àO

rient

ata

al tu

rism

o

(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo alla montagna d’estate)

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Page 99: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 99 |

simile al Trentino, anche se in Alto Adige ci si

sente più all’estero che in Trentino, con

un’atmosfera non italiana, e l’Alto Adige è

reputata una regione meno ricca da punto di

vista artistico del Trentino.

La Valle d’Aosta invece è reputata una regione

con località molto più esclusive del Trentino e

dell’Alto Adige e anch’essa come le altre due

regioni si presenta vocata soprattutto per il

turismo invernale e come una regione

autentica che ha saputo conservare le proprie

tradizioni.

Grafico 46: Il profilo d’immagine della montagna d’estate visto dai vari target 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

C’è tanta pace, silenzio, tranquillità

Il clima è molto variabile

Sei davvero a stretto contatto con la natura

Va bene per vacanze di breve durata

È una destinazione molto intima

Il panorama, il paesaggio ti regala sensazioni uniche

Si possono scoprire cose nuove diverse

Ti da l’idea di libertà/stacco dal quotidiano

Devi avere una passione sportiva per andarci

Fa pensare a vacanze faticose, stressanti

È per intenditori, veri appassionati

È per sportivi

Si finisce con lo spendere tanto

Le strutture alberghiere/villaggi sono cari

Fa pensare a vacanze attive, dinamiche

Dopo un po’ di tempo che sei lì ti annoi

Non è facile trovare amici che vengano con te

È difficile fare amicizia

Non c’è molto da fare

È per pigri

LIB

ERTÀ

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INTI

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À (N

EG)

SPO

RT E

DIN

AMIS

MO

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EG)

NO

IA E

D IS

OLA

MEN

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MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo alla montagna d’estate)

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Grafico 47: Il profilo d’immagine del mare visto dai vari target 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

La frequento da tanti anni

Non puoi farne a meno

È una destinazione che amo

È una destinazione per me facilm.raggiungibile

La vacanza principale va fatta in questa destinazione

Fa venire in mente confusione, caos

L’ambiente è molto giovanile

C’è vita, movimento a tutte le ore

È bello fare il bagno/contatto con l’acqua

Possono andarci persone di tutte le età

Costa poco

È turisticamente migliorata

Si mangia bene

Si fanno moltissime cose diverse

È l’ideale per i bambini

Va molto bene per la mia salute/benessere

MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

Abi

tudi

neVi

talit

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rient

ata

al tu

rism

o

(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo al mare)

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Page 100: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 100 |

In sintesi le attività che spingerebbero a fare

una vacanza in Trentino sono per un verso

tutte le attività che caratterizzano la vacanza

attiva invernale (sci da discesa in primo luogo

e poi sci da fondo e passeggiate con le

racchette da neve) e per un altro verso una

serie di attività che rimandano sempre ad una

dimensione dinamica e di vacanza

(moderatamente) attiva, ma che possono

essere compiute anche in estate; soprattutto

escursioni naturalistiche, trekking. A questi due

principali gruppi di attività se ne affiancano altri

tre, meno marcati ma ugualmente importanti e

soprattutto segnalati anche da coloro che non

frequentano il Trentino (anche se chi viene in

Trentino li evidenzia in modo più marcato): si

tratta di ragioni e motivazioni legate

all’enogastronomia (seppure con una parziale

sovrapposizione nell’immaginario degli

intervistati con i prodotti dell’Alto Adige, il che

suggerisce sul piano promozionale, come

forma più efficace, di lavorare sull’effetto traino

piuttosto che sulla ricerca di distinzioni e

contrapposizioni rispetto all’Alto Adige);

possibilità di visite a monumenti artistici

(turismo culturale) e infine la possibilità di

frequentare delle terme sia con finalità curative

che di benessere.

Come scrivono i ricercatori dell’Eurisko “di

fatto, i limiti a trascorrere una vacanza in

Trentino sono soprattutto legati agli stereotipi

negativi associati alla montagna, più forti nel

periodo estivo, che alle specificità della

regione”.

Grafico 48: Il profilo d’immagine del mare visto dai vari target

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

C’è tanta pace, silenzio, tranquillità

Il clima è molto variabile

Sei davvero a stretto contatto con la natura

Va bene per vacanze di breve durata

È una destinazione molto intima

Il panorama, il paesaggio ti regala sensazioni uniche

Si possono scoprire cose nuove diverse

Ti da l’idea di libertà/stacco dal quotidiano

Devi avere una passione sportiva per andarci

Fa pensare a vacanze faticose, stressanti

È per intenditori, veri appassionati

È per sportivi

Si finisce con lo spendere tanto

Le strutture alberghiere/villaggi sono cari

Fa pensare a vacanze attive, dinamiche

Dopo un po’ di tempo che sei lì ti annoi

Non è facile trovare amici che vengano con te

È difficile fare amicizia

Non c’è molto da fare

È per pigri

LIB

ERTÀ

ED

INTI

MIT

À (N

EG)

SPO

RT E

DIN

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MO

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EG)

NO

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D IS

OLA

MEN

TO(N

EG)

MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo al mare)

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Page 101: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 101 |

Grafico 49: La desiderabilità media delle diverse località montane delle principali regioni-nazioni: campione frequentatori Trentino

VALORI MEDI (1=per niente,

5=molto propenso )

LOMBARDIA

ABRUZZO

PIEMONTE

AUSTRIA

VALLE D’AOSTA

TRENTINO

ALTO ADIGE

SVIZZERA

VENETO

SICILIA

CALABRIA

(base: campione mobilità turistica, n=500)

1

2

3

4

5

Frequ. Mont.

Frequ. Trentino

Mob. Turistica

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Grafico 50: Il profilo d’immagine del Trentino visto dai vari target

È sede di eventi sportivi di grande interesse

Ci sono località molto esclusive

Regione molto attiva nella promozione del turismo

L'offerta di eventi culturali è davvero ampia

Gli alberghi sono molto attrezzati, varieta' di servizi

Ci sono località interessanti anche per lo shopping

È l'ideale per le vacanze invernali

Regione molto organizzata, varieta' di offerte

È soprattutto per un turismo di massa

I prezzi sono davvero accettabili

È facile ed agevole da raggiungere

In inverno ci sono attività alternative per chi non scia

Le strutture hanno un ottimo rapporto qualità prezzo

È l'ideale per le famiglie

È l'ideale per le vacanze estive

MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo

Tend

enza

Per t

utti

(base: ciascun target)

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Page 102: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 102 |

Grafico 51: Il profilo d’immagine del Trentino visto dai vari target

(base: ciascun target)

Vanta un patrimonio storico,artistico fra i più notevoli

È rinomata per l'artigianato

Regione autentica,che ha saputo conservare le tradiz.

La gente del posto è ospitale e cordiale

Offerta di prodotti tipici molto ricca e ben valorizzata

Si mangia bene

Sembra di essere all'estero/atmosfera non italiana

È l'ideale per lo sci

Le località sono curatissime

Fa pensare a luoghi incontaminati, di rara bellezza

Raggiungere altre mete non montane di interesse

Frequentata da persone mature ed anziani in estate

È un pò spenta in estate

È un pò decaduta nel tempo

Il clima in inverno è molto freddo

Le sue montagne sono impervie, dure

Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo

MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

Trad

izio

nePa

esag

gi

inco

ntam

inat

iIs

olam

ento

e

deca

dim

ento

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Grafico 52: Il profilo d’immagine dell’Alto Adige visto dai vari target (base: ciascun target)

È sede di eventi sportivi di grande interesse

Ci sono località molto esclusive

Regione molto attiva nella promozione del turismo

L'offerta di eventi culturali è davvero ampia

Gli alberghi sono molto attrezzati, varieta' di servizi

Ci sono località interessanti anche per lo shopping

È l'ideale per le vacanze invernali

Regione molto organizzata, varieta' di offerte

È soprattutto per un turismo di massa

I prezzi sono davvero accettabili

È facile ed agevole da raggiungere

In inverno ci sono attività alternative per chi non scia

Le strutture hanno un ottimo rapporto qualità prezzo

È l'ideale per le famiglie

È l'ideale per le vacanze estive

MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo

Tend

enza

Per t

utti

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Page 103: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 103 |

Grafico 53: Il profilo d’immagine dell’Alto Adige visto dai vari target

(base: ciascun target)

Vanta un patrimonio storico,artistico fra i più notevoli

È rinomata per l'artigianato

Regione autentica,che ha saputo conservare le tradiz.

La gente del posto è ospitale e cordiale

Offerta di prodotti tipici molto ricca e ben valorizzata

Si mangia bene

Sembra di essere all'estero/atmosfera non italiana

È l'ideale per lo sci

Le località sono curatissime

Fa pensare a luoghi incontaminati, di rara bellezza

Raggiungere altre mete non montane di interesse

Frequentata da persone mature ed anziani in estate

È un pò spenta in estate

È un pò decaduta nel tempo

Il clima in inverno è molto freddo

Le sue montagne sono impervie, dure

Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo

MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

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fonte: Eurisko per Trentino SpA

Grafico 54: Il profilo d’immagine della Valle d’Aosta visto dai vari target p gp g gg

(base: ciascun target)

È sede di eventi sportivi di grande interesse

Ci sono località molto esclusive

Regione molto attiva nella promozione del turismo

L'offerta di eventi culturali è davvero ampia

Gli alberghi sono molto attrezzati, varieta' di servizi

Ci sono località interessanti anche per lo shopping

È l'ideale per le vacanze invernali

Regione molto organizzata, varieta' di offerte

È soprattutto per un turismo di massa

I prezzi sono davvero accettabili

È facile ed agevole da raggiungere

In inverno ci sono attività alternative per chi non scia

Le strutture hanno un ottimo rapporto qualità prezzo

È l'ideale per le famiglie

È l'ideale per le vacanze estive

MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo

Tend

enza

Per t

utti

fonte: Eurisko per Trentino SpA

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REPORT | dicembre 2005 | 104 |

Grafico 55: Il profilo d’immagine della Valle d’Aosta visto dai vari target

(base: ciascun target)

Vanta un patrimonio storico,artistico fra i più notevoli

È rinomata per l'artigianato

Regione autentica,che ha saputo conservare le tradiz.

La gente del posto è ospitale e cordiale

Offerta di prodotti tipici molto ricca e ben valorizzata

Si mangia bene

Sembra di essere all'estero/atmosfera non italiana

È l'ideale per lo sci

Le località sono curatissime

Fa pensare a luoghi incontaminati, di rara bellezza

Raggiungere altre mete non montane di interesse

Frequentata da persone mature ed anziani in estate

È un pò spenta in estate

È un pò decaduta nel tempo

Il clima in inverno è molto freddo

Le sue montagne sono impervie, dure

Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo

MOB. TURISTICA

MONTAGNA

TRENTINO

Trad

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fonte: Eurisko per Trentino SpA

Grafico 56: Le attività che spingerebbero a fare una vacanza in Trentino

“ Quali sono le attività che la spingerebbero a fare una vacanza in Trentino?”

482727

2521

171413

10

8776654

10

Escursioni naturalistiche

Itinerari enogastronomici

Visite a monumenti artistici

Terme per salute

Terme per bellezza

Trekking

Equitazione

Sci discesa

Ciclismo

Passeg.con racchette neve

Sci fondo

Pesca

Arrampicata, freeclimbing

Canoa, Rafting

5333

2926

2225

1420

12

118

56

334

9

5143

3424

2723

1339

4

1913

94

111

1

4

MONTAGNA TRENTINOMOBILITA’ TURISTICA

Golf

Snowboard

Vela

fonte: Eurisko per Trentino SpA

Page 105: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 105 |

7. TURISMO INTERMEDIATO NELLA STAGIONE INVERNALE IN TRENTINO5

7.1. Il pacchetto turistico organizzato

Il pacchetto turistico organizzato si presenta

come una “serie integrata di servizi turistici e di

trasporto concernenti viaggi diretti presso

determinate aree o località di destinazione che

i tour operator acquistano, assortiscono e

vendono alla loro clientela ad un prezzo unico

complessivo”6.

Da questa definizione si evince come il

package si presenti come un prodotto

complesso e questo renda difficoltoso sotto

molti aspetti il lavoro del tour operator che,

durante le diverse fasi di creazione dello

stesso, si trova di fronte a problematiche più o

meno complesse da risolvere e a scelte più o

meno importanti da effettuare al fine di fornire

al cliente finale un prodotto che soddisfi le sue

esigenze e risponda agli specifici bisogni e

desideri espressi dal cliente stesso. A tal

proposito, possiamo raggruppare le molteplici

fasi che portano alla creazione del pacchetto

5 La ricerca sul turismo intermediato nella stagione

invernale in Trentino è stata progettata e attivata

dall’Osservatorio provinciale per il turismo con la

collaborazione di Alberto Mason e Antonio Treglia, studenti

laureandi dell’Università di Trento ed entrambi stagisti

presso l’Osservatorio. Questo capitolo riprende con gli

opportuni adattamenti una parte della tesi di laurea di

Antonio Treglia “Opportunita’ e prospettive del turismo

intermediato: analisi empirica dell’offerta di pacchetti

turistici in Trentino” presentata presso l’Università degli

studi di Trento - Facoltà di Economia - Corso di Laurea in

Economia e Gestione Aziendale; Relatore prof. Umberto

Martini. 6 Di Meo A., 1987, Marketing per il turismo, pag. 83

in quattro macrofrasi7:

- Segmentazione del mercato e scelte

relative al posizionamento: questa

macro fase comprende le fasi di

studio e comprensione delle

esigenze della domanda, di scelta

del target di riferimento, dell’analisi e

del successivo posizionamento

all’interno dello scenario competitivo

nazionale ed internazionale.

- Scelta dei fornitori: questa macro

fase implica una certa mobilità

all’interno delle località che il tour

operator ha ritenuto opportuno

promuovere con la costruzione di

una pacchetto viaggio organizzato.

L’operatore turistico deve ricercare

delle strutture e dei servizi (che

verranno selezionati sulla base di

determinati parametri come, ad

esempio, il rapporto costo/prezzo, il

livello dei servizi, la destinazione, le

infrastrutture) e successivamente

scegliere e contrattare con i partner

che forniranno i servizi ai turisti

durante la loro permanenza

- Produzione del package: questa

macro fase comprende

l’assemblaggio e la creazione di uno

o più pacchetti con caratteristiche

diverse e la promozione e

commercializzazione degli stessi

- Fase di analisi dei risultati e feed

back: in questa macro fase il tour

operator analizza il risultato ottenuto

con la vendita del pacchetto e, in

caso ce ne fosse bisogno, interviene

7 Biella A. Biella M., 2004, Economia e gestione delle imprese di intermediazione turistica, pag. 48

Page 106: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - ontit.it · quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal prodotto neve e dalla stagione

REPORT | dicembre 2005 | 106 |

con misure correttive riguardanti sia

la fase di programmazione, sia la

fase di promozione e di

commercializzazione.

7.1.1 Turismo intermediato in Trentino

Attraverso il processo che porta alla

produzione di un package, il tour operator mira

a rispondere adeguatamente a determinate

problematiche gestionali connaturate alla sua

attività.

- La corrispondenza tra previsioni di

vendita e capacità occupata: il tour

operator deve avvalersi di tutti gli

strumenti di supporto (soprattutto

informatici) a sua disposizione per

avere stime il più vicino possibili alla

realtà. A questo proposito è

indispensabile per il tour operator

dotarsi di un portafoglio prodotti

ampio e variegato in modo da coprire

eventuali crisi di determinate località

di destinazione.

- La gestione dell’informazione alla

domanda: il tour operator deve

gestire in modo adeguato questo

aspetto avvalendosi dei due

strumenti che ha a disposizione: il

catalogo e le informazioni che il

banconista dell’agenzia di viaggi dà

al potenziale turista. In questo caso,

una politica di marca mirata, può

garantire al tour operator una certa

incisività e rendere più efficace la sua

azione.

- La contrattazione efficace con i

fornitori: il tour operator deve

stringere dei rapporti con tutti quei

soggetti che, durante la vacanza,

saranno a contatto con il turista e

che, in sostanza, determineranno il

successo o l’insuccesso del

pacchetto turistico. Fondamentale

per l’operatore turistico l’aspetto della

qualità, in quanto i tour operator sono

sempre più chiamati a fissare

standard qualitativi a tutti i livelli del

processo di erogazione della

vacanza.

Pur prevalendo in Trentino un turismo “fai da

te” sono sempre più numerosi gli esempi di un

ricorso, seppure ancora contenuto, al turismo

intermediato. In un’indagine condotta nel 2004

su 1.172 albergatori dall’Osservatorio

Provinciale per il Turismo, risulta come per il 68% delle strutture alberghiere nella stagione

estiva e per il 63% nella stagione invernale la

quota di intermediato sia ancora inferiore al

10%. La differenza tra estate e inverno non

risulta così elevata come ci si potrebbe

aspettare, anche se il dato sull’intermediazione

estiva è fortemente condizionato dalla quota di

albergatori del Lago di Garda.

In secondo luogo le strutture che si affidano

soprattutto all’intermediato (dove cioè la

componente di clienti con queste

caratteristiche è superiore al 50% del totale

della clientela) sono una quota esigua e

rappresentano solo il 10% nella stagione

invernale e l’8% nella stagione estiva; il dato si

incrementa leggermente se si considera una

quota di intermediato superiore al 20% del

totale della clientela in quanto, in questo caso,

le percentuali salgono al 25% nella stagione

invernale e al 21% nella stagione estiva.

Infine, se ci riferiamo nello specifico alla

stagione invernale del 2004, è possibile fare

alcune considerazioni sul tipo di clientela

presente nelle strutture ricettive, in particolar

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REPORT | dicembre 2005 | 107 |

modo distinguendo tra clientela italiana e

clientela estera8. Riguardo alla clientela

italiana, possiamo notare come nella maggior

parte delle località trentine la componente

individuale del “fai da te” sia largamente

maggioritaria rispetto all’intermediato

(soprattutto in ambiti come la Val di Sole e la

Val di Fassa) mentre si registra una esigua

minoranza di intervistati (13%) che dichiara il

contrario (11%) o che reputa le due

componenti sostanzialmente simili (2%).

Riguardo alla clientela straniera, prevale come

nel caso precedente la componente “fai da te”

rispetto all’intermediato anche se in misura più

contenuta. I dati in merito, infatti, vedono gli

albergatori dichiarare che solo il 21% della

clientela estera intermediata è presente in

misura maggioritaria rispetto al “fai da te” e

un’ulteriore quota del 2% reputa le due

componenti sostanzialmente simili.

Questo è lo scenario generale, tuttavia la

realtà trentina si caratterizza per una certa

diversità che caratterizza le varie destinazioni

di vacanza. Per quel che concerne la clientela

italiana, ad esempio, si possono riscontrare

ambiti come la Val di Fassa e la Val di Sole

dove il turista “fai da te” rappresenta la quota

largamente maggioritaria rispetto all’inter-

mediato mentre altri ambiti come la Val di

Fiemme dove le strutture lavorano molto

spesso con il turismo intermediato.

Per ciò che concerne la clientela straniera,

invece, interessanti sono i valori che

contraddistinguono località come la Valle di

Fiemme e la Valle di Sole. In particolare, la

Valle di Sole registra una quota maggioritaria

di turisti stranieri che si affidano allo strumento

dell’intermediazione rispetto a quelli “fai da te”

mentre, ancora più sorprendente il dato riferito 8 Betta G., MONITUR, commento andamento turistico festività natalizie 2004

alla Valle di Fiemme che indica una presenza

superiore al dato medio sia di turisti stranieri

intermediati che fai da te.

Facciamo ora un passo indietro e cerchiamo di

capire le ragioni che spingono le strutture

ricettive nel territorio trentino a lavorare con il

turista “fai da te” piuttosto che affidarsi

all’intermediazione. Le difficoltà del passaggio

all’intermediazione riguardano fondamen-

talmente quattro aspetti:

- gli alberghi sono di piccola dimensione

e a prevalente conduzione familiare.

La realtà trentina presenta un elevato

numero di alberghi di piccola e media

dimensione scarsamente funzionali nel

rapporto col tour operator che, al

contrario, preferisce lavorare sui grossi

numeri e quindi con le catene

alberghiere, che sono in grado di

garantirgli elevati standard di qualità e

che rendono trasparente e

rassicurante la stipulazione del

contratto;

- limitata disponibilità di posti letto:

conseguenza della dimensione ridotta

degli alberghi è la limitata disponibilità

di posti letto che sono suddivisi in

modo differente fra le varie tipologie

esistenti.

Tuttavia, è il dato medio di posti letto per

categoria di albergo che ci chiarisce la ragione

che sfavorisce il rapporto fra tour operator e

alberghi nella realtà trentina.

Escludendo gli alberghi a una e due stelle che

non vengono presi in considerazione per motivi

qualitativi e organizzativi da imprese come i

tour operator, la media di 72 e 126 posti letto

per albergo in Trentino (rispettivamente per

albergo di tre e quattro stelle) è un dato che

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REPORT | dicembre 2005 | 108 |

non favorisce il rapporto col tour operator che

preferisce lavorare per grandi allottment.

- il turista “fai da te” garantisce un

elevato livello di fedeltà. Dalla citata

indagine condotta dall’Osservatorio

Provinciale per il Turismo è risultato

che per ben il 68% degli alberghi che

hanno lavorato nella stagione estiva e

per il 55% degli alberghi che hanno

lavorato nella stagione invernale più di

un terzo dei loro clienti presenti

nell’ultimo anno sono turisti di ritorno

e, per contro, solo l’1,4% degli alberghi

aperti in estate e il 4,1 % di quelli

aperti in inverno afferma che tutta la

loro clientela è nuova;

- lavorando con il tour operator

l’albergatore ritiene di perdere parte

del controllo sulla propria struttura ed

avere limitati margini di

remunerazione. I contratti stipulati con

i tour operator comportano la perdita

del controllo di una quota di posti letto

della propria struttura, il dover

accettare i prezzi imposti dagli

operatori e, soprattutto, il pagamento

di una provvigione che riduce i margini

operativi per l’albergatore.

A causa delle ragioni appena descritte,

nonostante nella realtà trentina prevalgano

ancora strutture abituate a lavorare con clienti

prevalentemente “fai da te”, si notano caute

aperture al turismo intermediato dovute ai

seguenti motivi:

- maggior conoscenza e interesse degli albergatori verso la realtà del tour

Grafico 57: Distribuzione percentuale posti letto alberghieri per categoria

*7,8% **

14,3%

***65,5%

****12,4%

fonte: elab. Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T

Tab. 26: Dati per campionamento Categoria albergo

Numero strutture alberghiere

Numero posti letto alberghieri

Media posti letto per albergo

* 300 7469 25

** 350 13624 39

*** 873 62643 72

**** 93 11722 126

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 109 |

operating;

- utilizzo, da parte degli albergatori, del

tour operator per aumentare il tasso

di occupazione nelle basse stagioni;

- aumento del tasso di

internazionalizzazione del Trentino

che punta verso nuovi mercati

emergenti (in primis i Paesi dell’Est),

con un minor grado di expertise della

destinazione e conseguente

necessità di appoggiarsi ad operatori

specializzati.

7.2 Pacchetti turistici nella stagione invernale 2004/05

Di seguito saranno analizzati alcuni pacchetti

turistici offerti nella stagione invernale 2004 –

2005 in Trentino cercando, attraverso il loro

raggruppamento sulla base di caratteristiche

comuni e la loro comparazione, di mettere in

luce le ricadute economiche del turismo

intermediato e di capire quali sono i fattori di

successo o di insuccesso di un pacchetto

turistico.

La maggior parte dei pacchetti turistici invernali

presi in considerazione provengono dal

catalogo curato e promozionato dalla Trentino

S.p.A. che fornisce tutte le informazioni

necessarie al turista al fine di scegliere la

proposta vacanza che rispecchia meglio le sue

preferenze e le sue aspirazioni. Questo

strumento viene utilizzato da diversi anni

anche se nel tempo ha conosciuto un processo

di ammodernamento grafico e ridefinizione nei

contenuti al fine di renderlo più agile ed

efficace.

I cambiamenti migliorativi intervenuti nel tempo

riguardano:

- la suddivisione dei pacchetti, che

viene fatta in base alla motivazione di

vacanza e non più, come accadeva

in passato, per ambito;

- la cura maggiore nel raccogliere i

pacchetti, che avviene attraverso un

controllo più severo;

- il miglioramento dello styling;

- la distribuzione, che viene fatta

attraverso più canali (i più importanti

sono Internet e le mailing mirate).

Il processo che porta alla formazione del

catalogo passa attraverso più stadi.

Nella prima fase la Trentino S.p.A. invia a tutti

gli operatori del turismo intermediato (agenzie

di viaggi, tour operator, consorzi di

commercializzazione) una e- mail con allegato

il modulo di adesione che dovrà essere

debitamente compilato dai soggetti interessati

inserendo il numero approssimativo di

proposte vacanze che intendono includere nel

catalogo.

Il secondo stadio prevede l’invio da parte della

Trentino S.p.A. del modello da compilare

seguendo le indicazioni espresse nel

Regolamento Proposte Vacanze inviato in

allegato. Questo regolamento impone,

innanzitutto, una denominazione del pacchetto

breve ed accattivante e un sottotitolo che

permetta di identificare il pacchetto con il

territorio ed i servizi offerti.

La parte più importante del Regolamento,

però, riguarda l’obbligo per tutti gli operatori

turistici di offrire, oltre al soggiorno in una

struttura ricettiva, un numero di servizi coerenti

con la motivazione prescelta. E’ lasciata la

possibilità comunque, di abbinare servizi di

varie motivazioni, purché i servizi riconducibili

alla motivazione prescelta rappresentino

almeno il 70% del totale servizi offerti.

(Trentino S.p.A., Regolamento Catalogo

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REPORT | dicembre 2005 | 110 |

Proposte Vacanze, pag. 2)

I servizi offerti devono essere descritti sempre

in modo chiaro, sintetico ed esauriente e il

prezzo praticato deve essere reale per ogni

periodo individuato (massimo 10). Si devono

altresì esplicitare chiaramente eventuali

supplementi o riduzioni.

La Trentino S.p.A. raccoglie tutte le proposte

ad essa pervenute dagli operatori del turismo

intermediato interessati e valuterà l’idoneità o

meno di queste ad essere inserite nel

catalogo.

Parallelamente all’evoluzione di questo

strumento, si stanno sviluppando, a partire

dall’estate del 2004, attività che vedono la

compartecipazione attiva delle Apt di ambito.

In questo modo, la Trentino S.p.A.:

- mantiene il suo ruolo istituzionale;

- non fa più solo una promozione, ma

attua una vera e propria promo-

commercializzazione, intesa come

un’azione mirata sui vari mercati.

Questo implica investimenti da parte

delle Apt periferiche che sono spinte

a definire in maniera chiara i mercati

ed i segmenti su cui intendono

operare e conseguentemente creare

delle proposte coerenti con le

esigenze e le aspettative dei target

prescelti.

7.2.1 Raccolta dati e catalogazione Il lavoro è consistito nella raccolta dei dati e in

una loro disaggregazione sulla base di

determinati parametri, per poter confrontare i

pacchetti turistici che presentano omogeneità

sotto gli aspetti ritenuti importanti per l’analisi.

La maggior parte dei pacchetti turistici invernali

presi in considerazione provengono dal

catalogo messo a disposizione dalla Trentino

S.p.A., che fornisce tutte le informazioni

necessarie al turista al fine di scegliere la

proposta vacanza che rispecchia meglio le sue

preferenze e le sue aspirazioni. Per

completezza di informazioni il catalogo della

Trentino Spa è stato integrato con altri

pacchetti proposti da T.O. e consorzi di

commercializzazione tramite una ricerca on

line sui siti internet in modo da aggiungere

eventuali nuove proposte vacanze non

disponibili sul formato cartaceo.

I parametri, sulla base dei quali sono stati

catalogati i diversi pacchetti viaggio incoming,

sono stati scelti in quanto ritenuti esplicativi di

possibili differenze nelle caratteristiche

principali di proposte simili tra loro e che

possono favorire un eventuale successo o

viceversa provocare un insuccesso di un

pacchetto rispetto ad un altro. Tali parametri

sono riassunti nella tabella 27.

I dati, così disaggregati, sono stati inseriti in

una banca dati realizzata con il programma

Microsoft Access che permette nella fase di

analisi di poter estrapolare più facilmente le

informazioni in base agli obiettivi di studio che

si intendono raggiungere.

7.3 Analisi dei dati raccolti

Prima di concentrare l’attenzione sulle ricadute

economiche del turismo intermediato è

necessario fare alcune considerazioni sul

modo di operare dei tour operator in

riferimento alle varie stagionalità e alla

tipologia di utente che si intende raggiungere.

Per ciò che riguarda l’altissima stagione, i tour

operator lavorano quasi esclusivamente con le

aree forti e le aree top e ciò può dipendere dal

fatto che le altre aree preferiscono non

ricorrere al turismo intermediato per almeno

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REPORT | dicembre 2005 | 111 |

due ragioni fondamentali:

- l’albergatore ha già un flusso turistico

e non ritiene di dover ricorrere al

rapporto col tour operator;

- la non concorrenzialità per prezzo e

qualità dei servizi e degli

intrattenimenti offerti.

In alta stagione la situazione va modificandosi

in quanto le località situate nelle aree deboli

tornano ad essere concorrenziali nel rapporto

qualità offerta/prezzo. Tuttavia, un’analisi più

approfondita che prende in considerazione

anche la durata della vacanza e la motivazione

della stessa, evidenzia una tendenza ad una

serie di proposte rivolte soprattutto a chi

intende permanere in una località per un

weekend ed è spinto da motivazioni alternative

alla tradizionale vacanza sulla neve

Tab. 27: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di presenze straniere) – solo movimento certificato

Parametri di classificazione Descrizione

Descrizione Sono indicate le offerte di servizi comprese nel pacchetto

Motivazione della vacanza I pacchetti sono suddivisi in 5 grandi motivazioni: Sport/Sci, Natura, Benessere, Cultura, Enogastronomia

Ubicazione/Localizzazione

I pacchetti sono suddivisi in base a 5 macroaree: Città Area Debole: comprende le Giudicarie esteriori (Terme di Comano) L’Altopiano di Pinè / Val di Cembra, Lagorai / Valsugana Orientale/Tesino, Alta Valsugana/Panarotta, Altopiano di Brentonico, Valle di Non Area Intermedia: comprende l’Altopiano di Folgaria, Altopiano di Lavarone/Luserna, Paganella Area Forte: Val di Fiemme, Val di Sole/Pejo/Rabbi, San Martino di Castrozza/Primiero. Il Garda non è compreso perché l’analisi è concentrata nella stagione invernale. Area Top: Val di Fassa e Alta Val Rendena/Madonna di Campiglio

Tipo pacchetto I pacchetti sono differenziati a seconda del pubblico a cui sono indirizzati (persona singola o famiglia); A loro volta, i pacchetti famiglia si dividono per numero di componenti (2 adulti + 1 bambino piccolo, 2 adulti + 2 bambini piccoli)

Tipologia ricettiva Hotel****, Hotel ***, Hotel **, Hotel *, Appartamento (4 letti), Baita, B&B, affitta camere, Camping

Trattamento Mezza Pensione, Pensione Completa, Solo Pernottamento, Pernottamento e Prima Colazione

Stagionalità (oltre che del periodo come esposto di fianco a livello di singolo pacchetto questo parametro è stato definito anche tenendo conto dell’oscillazione della variabile prezzo)

Altissima Stagione: comprende i giorni che vanno dal 26/12/04 all’ 08/01/05; Alta stagione: comprende la settimana prima delle festività, il mese di febbraio e inizio marzo; Bassa stagione: comprende i primi giorni di dicembre, il mese di gennaio (dal 09/01/05 al 31/01/05), la seconda metà di marzo (escluso il periodo di Pasqua che è considerato Alta stagione) e l’inizio di aprile. Non stagionalità

Prezzo Quando vi erano più prezzi relativi a una stessa stagionalità, è stato calcolato il dato medio

Durata vacanza La durata della vacanza può essere: settimanale: 6 o 7 notti infrasettimanale: 4 o 5 notti weekend: 2 o 3 notti

Prezzo singolo pernottamento Al fine di calcolare le ricadute economiche del turismo intermediato è utile calcolare questa variabile allo scopo di poter confrontare tra loro prezzi che altrimenti non sarebbero direttamente confrontabili; tale dato risulta dall’operazione: prezzo/numero notti

Trasporto Non compreso, treno, aereo, pullman

Skipass Presenza o meno all’interno dei servizi offerti nel pacchetto dello skipass

Individualità/Collettività Il godimento del pacchetto può essere garantito a chiunque lo acquisti (anche se a richiederlo è un singolo individuo) oppure solo se si raggiunge un numero minimo di individui che intendono avvalersi di quel pacchetto

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo

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REPORT | dicembre 2005 | 112 |

(soprattutto vacanze di tipo naturalistico

oppure rivolte a chi ama scoprire la buona

cucina e il vino di qualità).

Inoltre, dall’analisi dei dati, in bassa stagione

sembra emergere la maggior propensione

degli albergatori a ricorrere all’intermediazione

dei tour operator per sopperire all’incapacità di

attrarre flussi turistici.

In quanto alla tipologia ricettiva preferita dai

vari operatori turistici, l’analisi dei dati rileva

una maggiore propensione a lavorare con

hotel a 3 stelle in quanto rispondenti a due

esigenze fondamentali del tour operator:

- disponibilità di un maggior numero di

posti letto rispetto agli hotel di

categoria inferiore;

- gli hotel a 3 stelle garantiscono

standard minimi di qualità richiesti a

livello internazionale.

Infine, introducendo la variabile trattamento, è

evidente come la quasi totalità delle proposte

prevedano la mezza pensione come elemento

base del pacchetto e offrano in termini di

supplemento la formula “pensione completa” ai

turisti che la desiderano. Tale scelta

imprenditoriale è diretta al soddisfacimento

delle richieste del turista che, tendenzialmente,

predilige fare colazione e cenare all’interno

della struttura ricettiva mentre preferisce

pranzare in un luogo all’esterno dell’hotel. A

questo proposito, un discorso specifico va fatto

per ciò che riguarda le vacanze dirette in modo

primario alla cura del corpo e al relax presso i

Centri Benessere dislocati in tutto il Trentino.

Solo nell’area di Comano, una dei principali

centri termali del Trentino, i tour operator

sembrano privilegiare il trattamento di

pensione completa in quanto si tratta

prevalentemente di turisti di una certa età che

hanno come scopo principale il beneficiare di

trattamenti rigeneranti e curativi a livello di

benessere del corpo.

Dopo queste prime considerazioni di carattere

generale, l’analisi si concentra sulle differenze

di costo fra i diversi pacchetti utilizzando la

variabile prezzo per singolo pernottamento.

7.3.1 Oscillazione di prezzo dei pacchetti turistici

Al fine di valutare le differenze fra le diverse

proposte vacanza è stata utilizzata la variabile

prezzo, non inteso come costo totale del

pacchetto ma come prezzo medio del singolo

pernottamento, allo scopo di poter confrontare

offerte di durata diversa ma all’interno di una

stessa categoria (settimanale, infrasettimanale,

weekend).

Sono stati perciò individuati i livelli di prezzo

minimi e massimi e calcolate le medie riferite

alle diverse aree di destinazione (Area Top,

Area Forte, Area Intermedia, Area Debole)

nelle diverse stagionalità (Altissima, Alta e

Bassa Stagione). In particolare, l’analisi si è

concentrata sui pacchetti di durata settimanale

che propongono una sistemazione in hotel e

un’offerta indirizzata alle persone interessate

(esclusi i pacchetti famiglia) a passare una

vacanza attiva praticando gli sport invernali. Il

motivo di questa scelta risiede nella

disponibilità di una significativa mole di dati

sufficiente a sostenere un’adeguata analisi del

fenomeno. Successivamente si è cercato di

capire quali siano state le variabili determinanti

le eventuali differenze di prezzo.

In altissima stagione un pernottamento in hotel

in Area Top varia da un minimo di circa 72

Euro a un massimo di 240 euro con un valore

medio che si aggira intorno ai 103 Euro.

Occorre però sottolineare che il calcolo della

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REPORT | dicembre 2005 | 113 |

media non tiene in considerazione le diverse

categorie di hotel, che vanno da 1 a 4 stelle,

ed è quindi stato opportuno calcolarla in

riferimento ai soli hotel a 3 stelle che, come

detto nel paragrafo precedente, sono quelli più

utilizzati dai diversi tour operator e

rappresentano inoltre la classe modale nella

distribuzione dei posti letto alberghieri per

categoria (stelle).

Il risultato ottenuto restringendo il campo di

analisi, è una riduzione del range dei prezzi

che vanno ora da un minimo di 72 Euro a un

massimo di 141 Euro, con una media di 99

Euro. Le differenze nei prezzi possono essere

giustificate da un lato, dall’offerta di un maggior

numero di servizi compresi nel pacchetto come

ad esempio un corso di sci, una Shopping

Card o un ingresso gratuito alle strutture

presenti nella zona in oggetto (Centro

Benessere) e dall’altro, dalla rinomanza del

brand di località quali la Val di Fassa e la zona

di Madonna di Campiglio.

Per quel che riguarda l’Area Forte, i prezzi

degli hotel 3 stelle in altissima stagione,

variano da un minimo di 71 Euro a una

massimo di 117 Euro, con una media di 81

Euro. Si nota subito come i valori riscontrati

nelle aree Forti si presentino più omogenei

rispetto a quelli delle aree Top ed, inoltre,

l’analisi dei servizi proposti fa supporre come

le differenze intraarea possano essere dovute

principalmente all’offerta di escursioni guidate,

corsi di sci o altre attività sportive e in qualche

caso a un ingresso gratuito alle strutture

presenti nella zona in oggetto (piscina,

palaghiaccio).

E’ necessario ricordare che l’analisi per ciò che

riguarda l’altissima stagione non considera

offerte nelle aree deboli o intermedie.

Passando allo studio dei prezzi nelle Aree Top

in alta stagione, il valore minimo riscontrato è

di 48 Euro a un massimo di 118 Euro, con una

media di 83 Euro. Un prezzo minimo così

basso può essere dovuto al fatto che il

pacchetto cui fa riferimento il prezzo non offre

alcun servizio aggiuntivo ad eccezione dello

skipass. Le differenze fra i restanti pacchetti

possono essere giustificate come in

precedenza dalle diverse località a cui si

riferiscono e dalla quantità dei servizi offerti

(che vanno da corsi di sci e Shopping Card a

transfer dall’hotel alle diverse aree sciistiche).

Nelle Aree Forti il range dei prezzi in alta

stagione va da un valore minimo di 57 Euro a

un massimo di 78 Euro, con una media di 70

Euro. In questo caso si ripresenta lo stesso

scenario già osservato analizzando i dati

riguardanti i pacchetti offerti in altissima

stagione.

Nell’Area Intermedia il valore minimo dei prezzi

è di 62 Euro e il valore massimo è di 74, con

una media di 66. Le scarse differenze nei

prezzi sono dovute sia a differenze nei servizi

proposti ma soprattutto a un differente tipo di

trattamento offerto nel pacchetto (pensione

completa, mezza pensione, pernottamento e

prima colazione).

Nelle Aree Deboli i prezzi presentano un valore

minimo di 32 Euro a un massimo di 57 Euro,

con una media di 48 Euro. Si può supporre che

i prezzi si mantengano così bassi per il fatto

che, come detto nelle considerazioni generali,

in alta stagione le proposte verso le aree

deboli sono rivolte in particolar modo a chi

intende permanere in una località per un

weekend ed è spinto da motivazioni alternative

alla tradizionale vacanza sulla neve.

Questa fase di studio si completa con la bassa

stagione.

Nelle Aree Top il range dei prezzi va da un

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REPORT | dicembre 2005 | 114 |

valore minimo di 45 Euro ad un massimo di

105 Euro, con una media di 73 Euro.

Nelle Aree Forti si passa da un valore minimo

di 47 Euro ad un valore massimo di 85 Euro,

con una media di 62 Euro.

Le aree Intermedie presentano invece un

prezzo minimo di 30 Euro ed un valore

massimo di 69 Euro, con una media di 53

Euro.

Nelle Aree Deboli il valore minimo riscontrato è

di 33 Euro ad un valore massimo di 72 Euro,

con una media di 51 Euro.

Le differenze nei prezzi all’interno dei pacchetti

offerti nelle varie aree sono imputabili agli

stessi fattori visti nell’alta stagione. Tuttavia, a

livello generale, in bassa stagione il prezzo

assume un peso maggiore rispetto agli altri

fattori ed è in questo periodo che si riscontra,

soprattutto nelle Aree Deboli e in quelle

Intermedie, il maggior ricorso al turismo

intermediato allo scopo di garantire

l’occupazione dei posti letto.

Dopo aver analizzato le differenze di prezzo tra

i diversi pacchetti turistici creati dagli operatori

del turismo intermediato si passerà a

considerare l’appetibilità degli stessi sul

mercato.

7.3.2 Alcuni dati dei pacchetti turistici venduti in Trentino

Oltre all’analisi statica dei singoli pacchetti

turistici offerti nelle varie località nella stagione

invernale 2004/05 il progetto di ricerca si

prefiggeva l’obiettivo di capire le vendite

effettivamente realizzati dal tour operator.

Questa analisi non era finalizzata tanto alla

valutazione economica del turismo

intermediato in Trentino, quanto riuscire ad

identificare la tipologia di pacchetti che hanno

riscontrato maggiore gradimento sul mercato.

Per raccogliere questi dati si è richiesta la

Tab. 28: Prezzi medi per aree relativi alle diverse stagionalità Altissima stagione Alta stagione Bassa stagione

Tipologia area Prezzo

max Prezzo

min Media Prezzo max

Prezzo min Media Prezzo

max Prezzo

min Media

Area Top 72 141 99 48 118 83 45 105 73

Area Forte 71 117 81 57 78 70 47 85 62

Area Intermedia - - - 62 74 66 30 69 53

Area Debole - - - 32 57 48 33 72 51

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo

Tab. 29: Griglia da completare dai vari operatori turistici

Nome T.O. Nome

pacchetto Durata

vacanza Tipologia ricettiva

Trattamento N° pacchetti venduti

XXX Pacchetto 1 Settimanale Hotel ** Mezza Pensione

Settimanale Hotel ** Pensione completa

Weekend Hotel *** Mezza Pensione

Settimanale Hotel **** Mezza Pensione

TOTALE

fonte: Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 115 |

collaborazione degli operatori del turismo

intermediato (tour operator incoming, agenzie

di viaggio, consorzi di commercializzazione)

che hanno realizzato i pacchetti analizzati in

precedenza.

Sono stati contattati una ventina di operatori e

ad ognuno di essi è stata inviata una griglia

personalizzata da completare inserendo il

numero totale dei loro pacchetti venduti,

suddivisi se possibile tenendo conto

contemporaneamente delle seguenti tre

variabili: durata del soggiorno, tipologia

ricettiva e trattamento riservato al turista

(mezza pensione, pensione completa,

pernottamento e prima colazione).

Purtroppo il tasso di risposta degli operatori del

turismo intermediato è stato contenuto: dei 18

contattati solamente sette hanno spedito la

griglia debitamente compilata. Questa scarsa

collaborazione pregiudica la possibilità di

un’analisi complessiva del fenomeno, pertanto

quello che si propone di seguito saranno dei

brevi spunti di riflessione da considerarsi

parziali e non rappresentativi dell’intera realtà

trentina.

Nelle Aree considerate Deboli e Intermedie le

potenzialità del turismo intermediato, in base ai

pochi dati reperiti, sembrano molto contenute:

in Vanoi non è stato venduto alcun pacchetto,

in Bondone 10, nelle Giudicarie esteriori

(Terme di Comano) 14, in Valle di Non 21 e in

Paganella 24. Nonostante questa omogeneità

di fondo, si può osservare come il Bondone, la

Valle di Non e le Giudicarie esteriori, aree

considerate deboli nel presente lavoro, puntino

esclusivamente a soggiorni di breve durata

(weekend) mentre la Paganella, ambito

classificato come intermedio, offra proposte

vacanze di durata settimanale. Questa

differenza può essere imputata al diverso

potenziale turistico a disposizione delle due

aree.

In Paganella infatti, grazie alla buona

infrastrutturazione del territorio per la pratica

delle classiche discipline invernali (sci,

snowboard), si vendono principalmente

pacchetti turistici realizzati per turisti desiderosi

di trascorrere la classica settimana bianca. In

secondo ordine l’ambito punta anche su

pacchetti che sfruttano l’attrattività derivante

dalla presenza in loco del Parco Naturale

Adamello- Brenta, anche se questi pacchetti si

caratterizzano per una durata più breve

(weekend).

In Valle di Non invece, i pacchetti venduti sono

tutti di due o tre giorni poiché l’offerta generale

dell’ambito si indirizza verso motivazioni

alternative alla vacanza attiva sulla neve

(vacanze enogastronomiche o legate al

benessere e al relax o alla pratica di discipline

alternative sulla neve, come ad esempio le

escursioni con le ciaspole). Di questi, oltre la

metà dei pacchetti venduti riguarda vacanze

all’insegna del benessere e del relax.

Per quanto riguarda le Giudicarie esteriori è da

notare come il turismo termale, che

rappresenta la principale offerta dell’ambito,

ricorra marginalmente all’intermediazione: dei

14 pacchetti venduti infatti solamente quattro

rispondono ad una motivazione benessere

mentre i rimanenti riguardano una proposta

enogastronomica tesa a valorizzare le

produzioni tipiche locali.

Sempre in base ai dati pervenuti, risulta come

l’intermediazione sia, nel contesto trentino,

relativamente più sviluppata nelle aree forti:

nell’area di San Martino di Castrozza sono stati

venduti 89 pacchetti e in Valle di Fiemme 153.

Entrambe le località sono orientate verso

proposte vacanza di durata settimanale e

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REPORT | dicembre 2005 | 116 |

incentrate prevalentemente sulla motivazione

vacanza attiva invernale.

In Valle di Fiemme, le proposte vacanze che

hanno riscontrato maggiore successo sono

quelle che offrono al turista un maggiore

vantaggio economico (prezzi di gruppo per

vacanze individuali) e quelle che offrono

attività ed escursioni per tutta la famiglia

includendo visite, divertimento e buona cucina

a un prezzo conveniente rispetto ad altri tipi di

offerta.

Per quanto riguarda le destinazioni considerate

aree Top non è pervenuto alcun tipo di dato

utile per completare l’analisi.

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REPORT | dicembre 2005 | 117 |

ALLEGATI Tabelle aggiornamento dati, grafici di riepilogo e commenti n.b.: nelle tabelle, la presenza del simbolo ### indica un valore non significativo o non confrontabile con l’analogo valore del periodo precedente

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REPORT | dicembre 2005 | 118 |

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REPORT | dicembre 2005 | 119 |

ALLEGATO I Tabelle aggiornamento dati, grafici di riepilogo e commenti Movimento turistico semestre invernale 2004-05 – totale provinciale

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REPORT | dicembre 2005 | 120 |

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REPORT | dicembre 2005 | 121 |

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REPORT | dicembre 2005 | 122 |

Grafico 58: Serie storica arrivi turistici invernali in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05)

serie storica arrivi turistici invernali in Trentino per provenienza

0

500000

1000000

1500000

2000000

2500000

1990/91 1991/92 1992/93 1993/94 1994/95 1995/96 1996/97 1997/98 1998/99 1999/00 2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05

italiani stranieri totale

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T. Grafico 59: Serie storica presenze turistiche invernali in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05)

serie storica presenze turistiche invernali in Trentino per provenienza

0

2000000

4000000

6000000

8000000

10000000

12000000

1990/91 1991/92 1992/93 1993/94 1994/95 1995/96 1996/97 1997/98 1998/99 1999/00 2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05

italiani stranieri totale

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 123 |

Grafico 60: Serie storica arrivi turistici invernali in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -2004/05) SERIE STORICA ARRIVI TURISTICI IN TRENTINO PER COMPARTO RICETTIVO

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05

alberghiero esercizi complementaritotale certificato stime all. privati e seconde casetotale generale

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

Grafico 61: Serie storica presenze turistiche invernali in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -2004/05)

SERIE STORICA PRESENZE TURISTICHE IN TRENTINO PER COMPARTO RICETTIVO

0

2.000.000

4.000.000

6.000.000

8.000.000

10.000.000

12.000.000

14.000.000

2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05

alberghiero esercizi complementaritotale certificato stime all. privati e seconde casetotale generale

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 124 |

Grafico 62: Serie storica permanenza media invernale in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -2004/05)

SERIE STORICA PERMANENZA MEDIA IN TRENTINO PER PROVENIENZA

0

1

2

3

4

5

6

7

8

2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05

n. giorni permanenzaitaliani stranieri totale

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

Grafico 63: Serie storica permanenza media invernale in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05)

SERIE STORICA PERMANENZA MEDIA PER PROVENIENZA

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

1990/9

1

1991/9

2

1992/9

3

1993/9

4

1994/9

5

1995/9

6

1996/9

7

1997/9

8

1998/9

9

1999/0

0

2000/0

1

2001/0

2

2002/0

3

2003/0

4

2004/0

5

italiani stranieri

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 125 |

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REPORT | dicembre 2005 | 126 |

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REPORT | dicembre 2005 | 127 |

ALLEGATO II Tabelle aggiornamento dati, grafici di riepilogo e commenti Movimento turistico semestre invernale 2004-05 per ambito Trento L’ambito turistico di Trento e del Monte Bondone ha vissuto un inverno caratterizzato da segni positivi, anche

se, come vedremo, non mancano dinamiche contraddittorie. Un altro elemento assai positivo è che questi

andamenti apprezzabili fanno seguito ad una stagione che aveva registrato crescite anche forti, quindi la

situazione lasciava pensare che fosse arduo ottenere espansioni ulteriori in tempi brevi.

All’interno del comparto ricettivo a flussi certificati gli alberghi rappresentano la formula ricettiva di gran lunga

più importante: con 76mila arrivi, in aumento del 12,5%, valore davvero interessante, e quasi 212mila

presenze, in aumento del 39,4%, quindi assolutamente eccezionale, dovuto sostanzialmente ad un

raddoppio dei pernottamenti degli ospiti di provenienza estera, l’ambito ha archiviato un inverno alberghiero

davvero positivo, pur con limiti di tipo “qualitativo” che si possono in qualche caso registrare tra gli addetti ai

lavori.

La permanenza media negli alberghi dell’ambito è di soli 2,8 giorni, segnale questo che comunque la

presenza della montagna e delle settimane bianche non cancella certo la dimensione “cittadina” dei flussi e

dei comportamenti turistici, almeno negli alberghi.

Il movimento nelle strutture ricettive complementari, l’altra componente del flusso turistico soggetto a

certificazione, è assai minore: si tratta di 10.691 arrivi, peraltro in calo del 6,0%, valore non certo trascurabile

e poco più di 86mila presenze, corrispondenti al 2,9% in meno della stagione precedente.

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REPORT | dicembre 2005 | 128 |

La permanenza in queste strutture è di 8,1 giornate, valore non soltanto superiore alla media, che è di 5,7

pernottamenti, ma anche in assoluto assai elevato.

Complessivamente il totale dei flussi certificati tocca gli 86.695 arrivi, equivalenti ad un aumento del 9,9%,

mentre le presenze sono quasi 298mila, il 23,8% in più dell’inverno precedente.

La durata media del soggiorno, in questo caso, è di 3,4 giornate.

Gli italiani sono cresciuti, ma con valori attorno al 2% negli alberghi, quindi crescite contenute, con

permanenze medie assai ridotte, 2,4 giornate.

Come è stato anticipato sopra, gli stranieri sono aumentati in termini eccezionali: negli alberghi gli arrivi sono

cresciuti del 44,0% e le presenze sono addirittura arrivate al 95,5% in più, con permanenze medie superiori

agli ospiti nazionali, si tratta di 3,7 giornate, ma comunque inferiori alla media, che nel caso degli stranieri

negli alberghi è di 5,2 pernottamenti.

Nel comparto complementare gli italiani flettono del 3,1% negli arrivi e dell’1,5% nelle presenze, ma la

permanenza media è elevata, si tratta di 8,0 giornate, contro un dato medio di 5,5.

Nel complementare gli stranieri, peraltro sono pur sempre 25.749 pernottamenti su un totale certificato di

oltre 115mila, quindi non un valore trascurabile, calano in termini evidenti: -12,4% gli arrivi, -5,9% le

presenze.

Nel complesso, quindi, gli italiani crescono in termini contenuti e gli stranieri crescono fortemente,

nonostante le differenze notevolissime registrate nelle diverse formule di alloggio.

In quest’ambito non sono presenti per l’inverno 2004/05 dati frutto di stima, al solito riguardanti il movimento

negli alloggi privati e nelle seconde case.

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REPORT | dicembre 2005 | 129 |

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REPORT | dicembre 2005 | 130 |

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REPORT | dicembre 2005 | 131 |

Dolomiti di Brenta – Altopiano della Paganella

Anche in questo caso si registrano valori positivi nel movimento complessivo soggetto a certificazione, ma

non mancano certo situazioni contraddittorie. La soddisfazione deriva anche dal fatto che l’area della

Paganella aveva già raggiunto nell’inverno 2003/04 livelli di crescita notevoli e non era così certo un ulteriore

stato di crescita nella stagione successiva.

Negli alberghi dell’ambito la situazione appare assai positiva. Nel complesso gli arrivi crescono dell’8,2%,

oltrepassando le 87mila unità, mentre le presenze, oltre 448mila, segnano un +9,6% davvero interessante.

Sono senza dubbio apprezzabili gli incrementi degli ospiti italiani, ma il movimento estero ha dato un impulso

molto vivace, nell’ordine del 22%.

La permanenza media è di 5,1 giornate, un valore un poco superiore a quello medio, frutto di valori oltre la

media sia nella vacanza degli italiani che in quella degli ospiti stranieri.

Nel comparto complementare, altra espressione, peraltro in quest’ambito assai ridotta nei flussi, del

movimento certificato, i cali sono stati, al contrario, assai pesanti, con un -22,1% negli arrivi ed un quasi

analogo -22,6% nelle presenze. Le contrazioni sono pesanti per quanto riguarda i flussi italiani, molto più

forti per quanto riguarda il peraltro esiguo movimento straniero.

Sommando i diversi movimenti del comparto ad ospitalità certificata si arriva ad un totale degli arrivi, 92mila,

in crescita del 6,1%, mentre le presenze, 465.457, sono il 7,9% in più.

La permanenza media è di 5,1 giornate, un valore che al confronto con quello del comparto certificato

provinciale è un poco superiore.

Gli italiani sono complessivamente in crescita del 3,2% negli arrivi e del 5,0% nelle presenze nell’ospitalità

certificata, ma questo aumento è dovuto interamente al buon andamento dell’importante comparto ricettivo

alberghiero, che registra aumenti del 4,8 negli arrivi e del 6,2% nelle presenze, dal momento che

nell’ospitalità complementare la crisi della domanda nazionale è forte, attorno al 17% in meno.

Gli ospiti stranieri, discretamente numerosi negli alberghi, dove costituiscono il 21,4% delle presenze, si

segnalano per incrementi che superano il 22% sia negli arrivi che nelle presenze, ma nella ricettività

complementare sono praticamente assenti.

Le vacanze in Paganella sono, per gli ospiti stranieri, un poco più lunghe della media: si tratta di 5,7 giornate

contro 5,3.

Nel comparto costituito dagli alloggi privati e dalle seconde case le stime mostrano una complessiva

situazione di crescita, con aumenti del 6,6% negli arrivi e dell’11,0% nelle presenze.

Il 90% circa delle presenze è italiano ed è in crescita, ma è su valori positivi anche l’esiguo movimento

estero stimato.

La vacanza è mediamente di 7,5 giornate, un valore un poco superiore al dato medio del comparto stimato.

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REPORT | dicembre 2005 | 132 |

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REPORT | dicembre 2005 | 133 |

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REPORT | dicembre 2005 | 134 |

Altopiano di Piné e Valle di Cembra

In quest’ambito il comparto a ricettività certificata è di gran lunga inferiore nei flussi di arrivi e presenze

rispetto a quello costituito dal movimento, stimato, negli alloggi privati e nelle seconde case.

I valori dell’inverno registrati nelle forme di ospitalità certificata sono molto positivi, dopo il difficile inverno

che ha preceduto la stagione invernale oggetto di commento, pur nella sua in assoluto ridotta entità: negli

alberghi i 6.774 arrivi sono corrispondenti ad una crescita del 14,5%, mentre le presenze, poco meno di

24mila, sono aumentate addirittura del 41,3%. Come vedremo tra poco, il contributo del mercato straniero in

questo senso è particolarmente importante all’interno dell’ambito in questione.

La vacanza invernale negli alberghi dura soltanto 3,5 giornate, un valore poco più che “cittadino”.

Nelle forme di ospitalità complementare, poco importanti nel bilancio dell’area, gli aumenti sono molto forti,

nell’ordine del 41% circa, ma si tratta davvero di pochi arrivi, che generano 2.643 presenze.

La permanenza media è di soli 3,0 giorni, la metà circa del valore medio provinciale.

Complessivamente il movimento certificato totalizza 7.663 arrivi, in crescita del 17,1%, mentre le presenze

sono 26.459, in aumento del 41,2%.

La durata media della permanenza è in questo caso di 3,5 giornate.

Gli italiani hanno dato all’ambito buoni risultati, con crescite forti nelle presenze, ma gli stranieri, il 29,1%

degli arrivi ed il 26,1% nelle presenze, hanno dato un contributo molto importante, con aumenti del 69,2%

negli arrivi e dell’85,1% nelle presenze.

Si è però visto che la durata del soggiorno è comunque breve, sia per gli ospiti nazionali (3,6 giornate), sia

per gli stranieri (3,1 giornate).

Il comparto costituito dagli alloggi privati e dalle seconde case è, come noto, notevolissimo in quest’ambito e

supera il movimento certificato nei flussi. Gli aumenti sono presenti anche in questo caso, ma sono di

modesta entità, si tratta dell’1,1% in più negli arrivi e del 2,6% in più per le presenze. Quasi nulla in questo

caso la presenza degli stranieri.

La permanenza nel comparto in oggetto è di 5,7 giornate, un valore al di sotto della media provinciale del

movimento stimato, che è indicata in 6,9 pernottamenti.

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REPORT | dicembre 2005 | 135 |

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REPORT | dicembre 2005 | 136 |

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REPORT | dicembre 2005 | 137 |

Valle di Fiemme

In Valle di Fiemme le cose vanno in modo soddisfacente, non tanto per i picchi assoluti di crescita che, come

vedremo, non sono in assoluto elevati, ma per la sostanziale positività che il complessivo quadro inerente i

movimenti nel sistema ad ospitalità certificata presenta.

Negli alberghi fiemmesi la stagione invernale ha in sostanza confermato i livelli assai brillanti registrati nella

stagione precedente, con un +0,1% negli arrivi, 100.624, ed un +0,6% nelle presenze, 494.464. Tenere,

dopo crescite come quelle registrate durante la stagione invernale 2003/04, non era certo una cosa sicura (si

trattava di un +14,6% negli arrivi e di un +10,4% nelle presenze). Semmai può preoccupare la flessione,

peraltro contenuta, che vedremo tra breve, registrata dagli italiani, compensata però abbondantemente dagli

arrivi e dalle presenze straniere, ma è una flessione registrata dopo un’annata di successo molto forte anche

sul mercato nazionale.

La permanenza media negli alberghi della valle è di 4,9 giornate, un valore solo di poco superiore alla

media.

Nelle strutture complementari, non particolarmente “pesanti” in termini di arrivi e presenze in valle, ma in

crescita (attualmente raccolgono l’11,3% degli arrivi a flusso certificato) le cose sono andate assai bene:

dopo una stagione di crescita interessante ne è seguita un’altra, quella in esame, che ha segnato valori

ancora superiori: +12,4% negli arrivi, 12.774, +9,7% nelle presenze, poco meno di 77mila.

La vacanza in queste strutture dell’ospitalità dura mediamente 6,0 giorni, un valore poco sopra alla media.

Sommando l’intero movimento dei flussi certificati si ottengono oltre 113mila arrivi, in crescita dell’1,3%, e

oltre 571mila presenze, pari all’1,7% in più

La durata della permanenza nell’intero sistema a ricettività certificata registra mediamente 5,0 giornate, un

valore di poco superiore a quello medio provinciale, che è di 4,7 pernottamenti.

Gli italiani, dopo il forte momento di crescita registrato negli alberghi nella stagione invernale precedente a

quella in oggetto, stagione nella quale in queste strutture si erano avuti un +20,0% negli arrivi ed un +16,5%

nelle presenze, era ben difficile potessero far di meglio ed il contenuto calo, meno del 2%, non può destare

eccessivo allarme. Nel comparto complementare, poi, le crescite sono state molto buone: +14,6% negli

arrivi, +7,9% nelle presenze, per un valore complessivo che vede gli arrivi italiani certificati segnare un -

0,5%, mentre le presenze flettono di un quasi identico valore: -0,7%.

Non particolarmente interessante la permanenza, di 4,2 giornate, contro le 4,4 del valore di riferimento

provinciale.

Gli stranieri sono cresciuti complessivamente di circa il 4%, grazie ad incrementi nell’ordine del 3% negli

alberghi e prossime all’11% nelle strutture dell’ospitalità complementare.

Mediamente le vacanze degli ospiti provenienti dall’estero sono state di 6,2 giornate, un buon valore.

In merito al movimento riguardante gli alloggi privati e le seconde case, realtà molto sviluppata in Valle di

Fiemme, si stimano andamenti complessivamente analoghi alla stagione precedente (si tratta di oltre 77mila

arrivi e di 566mila presenze, un volume superiore alla realtà certificata), salvo notare come all’interno di

questo comparto sia la piccola componente estera a compensare lievi flessioni della grande massa di

turismo italiano.

La permanenza media è stimata in 7,3 giornate, un valore superiore alla media.

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REPORT | dicembre 2005 | 138 |

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REPORT | dicembre 2005 | 139 |

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REPORT | dicembre 2005 | 140 |

Valle di Fassa

Dopo i brillanti aumenti registrati dal sistema dell’ospitalità fassana nell’inverno 2003/04, in particolar modo di

quella certificata nei flussi, l’inverno successivo, quello qui oggetto di analisi tende nel complesso a

confermare invece i valori già raggiunti. In realtà questa battuta d’arresto è il risultato, come vedremo, di

situazioni diverse.

Negli alberghi della valle il flusso di arrivi (230mila) e presenze (1milione 226mila) ha perso meno dell’uno

per cento, quindi non si tratta di un fenomeno vistoso: per la precisione si tratta del -0,9% negli arrivi e del -

0,7% nelle presenze.

La permanenza media resta quindi quella precedente, si tratta di 5,3 giornate.

Nel complementare, ricettività molto più contenuta nelle entità dei flussi raccolti in Valle di Fassa, prosegue

invece l’andamento positivo e per l’inverno in esame si registrano aumenti del 4,4% negli arrivi (32.301) e del

5,7% nelle presenze (180.493).

La permanenza media nelle strutture complementari è quasi analoga a quella provinciale del comparto: si

tratta di 5,6 pernottamenti, contro il valore medio di 5,7.

Sommando i flussi certificati si giunge ad un valore degli arrivi pari a 262.552, equivalente allo 0,2% in meno,

quindi una sostanziale ripetizione del risultato precedente, mentre le presenze, quasi 1milione 407mila,

segnano uno 0,1% in più.

La permanenza media è di 5,4 giornate, un valore apprezzabile, superiore alla media registrata in provincia.

Sia gli ospiti italiani (93mila presenze certificate) che quelli stranieri (476mila presenze certificate) ripetono

nella sostanza i valori dell’anno precedente, quindi per trovare differenze si deve risalire alla leggera perdita

registrata dagli stranieri negli alberghi, compensata dalla vivace crescita nel piccolo comparto

complementare, che compensa la breve contrazione degli alberghi.

Se si esaminano le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case, meno presenti in questa valle rispetto

ad altre aree di successo, si può notare un leggero aumento negli arrivi, +1,7% ed un calo delle presenze di

un analogo ma contrario 1,7%.

Poco brillante la permanenza media, stimata in 5,9 giornate contro le 6,9 giornate della media provinciale.

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REPORT | dicembre 2005 | 141 |

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REPORT | dicembre 2005 | 142 |

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REPORT | dicembre 2005 | 143 |

San Martino di Castrozza e Primiero

I risultati positivi, seppur con aumenti più contenuti rispetto alla stagione precedente, si ripetono anche per

l’inverno in esame.

Gli alberghi dell’ambito hanno chiuso la stagione 2004/05 con un +1,5% negli arrivi, quasi 69mila, e con un

più consistente +3,4% nelle presenze, che sono arrivate a 324.396.

Avremo modo di vedere meglio tra poco, però, come questi andamenti siano il frutto di un positivo sviluppo

della domanda estera e non certo del mercato italiano.

La vacanza negli alberghi dura mediamente 4,7 giornate, un valore praticamente in media con quello

provinciale del comparto.

La ricettività complementare, in assoluto davvero poco pesante nel bilancio stagionale, perde invece il 5,9%

degli arrivi, ma incrementa del 3,2% le presenze, segnando nonostante questo fenomeno una durata del

soggiorno ancora sotto la media, cioè 5,0 pernottamenti contro i 5,7 del valore provinciale del comparto

ricettivo in oggetto.

Sommando i flussi certificati si ottengono quasi 79mila arrivi, pari allo 0,6% in più e 373.629 presenze, il

3,4% oltre il valore della stagione precedente.

La permanenza nell’ospitalità trentina certificata nei flussi è di 4,7 giornate.

All’interno di questo movimento, però, gli italiani perdono l’1,7% negli arrivi e restano fermi, con un +0,3%

nelle presenze, mentre gli ospiti stranieri, pur non numerosi, segnano un +20,4% negli arrivi ed un +23,5%

nelle presenze, valori di crescita da attribuire soltanto al davvero forte incremento registrato negli alberghi,

+29,1% gli arrivi, +33,6% le presenze, dal momento che il piccolo movimento complementare è decisamente

negativo rispetto all’inverno precedente.

Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case, formule ricettive meno presenti che in altre aree,

riportano un calo, per la precisione del 3,8% negli arrivi e del 9,2% nelle presenze, mentre la permanenza

media è di 6,9 giornate, un valore in media con quello provinciale del comparto stimato.

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Valsugana

Un’altra stagione invernale in attivo per la Valsugana, che come nell’inverno precedente, però, raggiunge

valori certificati complessivamente positivi grazie all’andamento apprezzabile registrato negli alberghi,

compensando così le continue difficoltà nelle altre strutture ricettive complementari.

Gli alberghi dell’ambito totalizzano 33.335 arrivi, il 7,5% in più della stagione invernale precedente, già

portatrice di una certa crescita; le presenze crescono meno, si tratta dell’1,9% in più, ma sfiorano comunque

le 96mila.

La permanenza media negli alberghi risulta di soli 2,9 giornate, un valore davvero insoddisfacente, visto

anche che è in leggero calo rispetto all’inverno 2003/04, quando erano state registrate mediamente 3,0

giornate.

La ricettività complementare accoglie in Valsugana flussi ridotti, per di più in continuo sensibile calo: l’inverno

in esame perde ancora, si tratta del 18,1% in meno negli arrivi, soltanto 1.509 e del -15,3% nelle presenze,

che si fermano poco oltre le 6mila.

La vacanza è breve, si tratta di 4,0 giornate.

Il valore complessivo del movimento certificato conta poco meno di 35mila arrivi, in crescita del 6,1%, mentre

le presenze, quasi 102mila, segnano un +0,7%.

La permanenza media è di 2,9 pernottamenti.

Il movimento straniero è da sempre in evidenza in quest’ambito e rappresenta un terzo delle presenze

certificate. La crisi, però, è forte e dopo un inverno 2003/04 in crescita, l’inverno in esame perde invece

molto: gli arrivi calano del 14,5% e le presenze del 21,8%, a causa di pesanti contrazioni vissute sia

dall’importante comparto alberghiero che dal poco frequentato comparto ricettivo complementare.

La permanenza è breve, si tratta di 2,9 giornate.

Il notevolmente sviluppato movimento negli alloggi privati e nelle seconde case viene stimato in deciso

aumento: gli arrivi registrano una crescita dell’11,3%, toccando quota 22.594, mentre le presenze, 156.508,

salgono del 10,3%.

La permanenza media è di 6,9 pernottamenti, un valore analogo a quanto registrato su base provinciale.

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REPORT | dicembre 2005 | 149 |

Altipiani di Folgaria, lavarone, Luserna

Prosegue il periodo positivo vissuto dalla stagione invernale, con quasi tutti i risultati in crescita per gli

Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna.

Negli alberghi l’aumento degli arrivi, 52.361, è del 5,7%, mentre le presenze, quasi 224mila, crescono del

4,7%.

La vacanza invernale negli alberghi dell’ambito dura mediamente 4,3 giornate, un valore un poco sotto la

media provinciale del comparto.

Nel sistema di accoglienza complementare, in assoluto contenuto nelle dimensioni dei flussi rilevati, la

situazione è meno positiva, dal momento che gli arrivi sono fermi al +0,4%, si tratta di 6.272 e le presenze,

poco più di 28mila, scendono del 3,5%.

La permanenza è in questo caso mediamente di 4,5 giornate, decisamente sotto il valore medio provinciale,

che è di 5,7 pernottamenti.

Sommando i flussi certificati si ottengono un totale di 58.633 arrivi, in aumento del 5,1% e quasi 252mila

presenze, in crescita del 3,7%.

La permanenza è sotto la media, si tratta di 4,3 giornate, contro 4,7 registrate in provincia per i flussi

certificati.

Gli ospiti italiani premiano con incrementi contenuti ma pur sempre apprezzabili sia le forme di ospitalità

alberghiera che quelle di tipo complementare. Gli ospiti stranieri, invece, crescono fortemente negli alberghi,

si tratta di +17,0% arrivi e del +18,6% nelle presenze, ma perdono sensibilmente nel peraltro ben poco

frequentato sistema di accoglienza complementare.

Complessivamente gli italiani crescono del 4,0% negli arrivi e dell’1,7% nelle presenze, mentre il flusso

estero, peraltro non molto sviluppato rispetto ad altre aree, cresce del 12,5% negli arrivi e del 12,6% nelle

presenze, come abbiamo visto unicamente per le brillanti performance degli alberghi.

La permanenza media degli stranieri è di 6,2 pernottamenti, un valore sensibilmente sopra la media, al

contrario degli italiani, che soggiornano solamente 4,0 giornate.

La stima riferentesi ai forti movimenti negli alloggi privati e nelle seconde case, molto sviluppate sugli

Altipiani, parla di oltre 75mila arrivi, in aumento dello 0,7% e di 430.463 pernottamenti, lo 0,1% in più, dati

attribuiti dalle stime solamente agli ospiti nazionali. Si tratta di valori superiori all’intero movimento certificato.

La permanenza media è calcolata di 5,7 giornate, un valore piuttosto contenuto rispetto a quello medio.

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REPORT | dicembre 2005 | 152 |

Rovereto e Vallagarina

L’inverno 2004/05 dà notevoli soddisfazioni all’ambito, migliorando un andamento precedentemente discreto,

ma certo non paragonabile alla crescita in esame in quest’occasione.

Negli alberghi gli arrivi crescono del 4,8%, sono 29.699, mentre le presenze, quasi 79mila, registrano +6,2%.

La permanenza media negli alberghi è di 2,7 giornate, un valore molto basso, caratterizzante senza dubbio

una realtà in buona parte cittadina.

Il sistema di ospitalità complementare, di entità percentualmente non modesta nell’ambito, registra 6.428

arrivi, corrispondenti ad un aumento del 62,0% addirittura, mentre con 40.575 presenze la crescita è del

48,5%.

La permanenza media è di 6,3 giornate, un valore interessante, superiore alla media provinciale del

complementare.

Nel complesso l’ospitalità a flussi certificati ha accolto nell’inverno in esame oltre 36mila arrivi, l’11,8% in più,

mentre le presenze, 119.385, crescono del 17,6%.

La permanenza media nell’ambito è in questo caso di 3,3 giornate, un valore davvero contenuto.

E’ il notevole movimento degli ospiti italiani a generare questa vivace situazione dell’ambito, dal momento

che gli arrivi crescono complessivamente del 23,0%, mentre le presenze salgono addirittura del 30,4%. Le

crescite sono molto forti nella ricettività complementare, ma la situazione negli alberghi è comunque di

brillante aumento.

Gli ospiti stranieri, invece, perdono in entrambe le forme di ricettività certificata ed alla fine il risultato è di un -

15,2% negli arrivi e di un -11,4% nelle presenze. La permanenza media degli stranieri è di 3,4 pernottamenti,

in linea con quella degli italiani, che soggiornano 3,3 giornate.

Il non certo trascurabile comparto ricettivo costituito dagli alloggi privati e dalle seconde case fornisce,

attraverso le stime effettuate, i seguenti valori: -5,0% per gli arrivi, -4,8% le presenze. Si noti che il

movimento straniero è assolutamente trascurabile.

La permanenza media è di 6,5 giornate, un valore un poco sotto il riferimento provinciale, che è di 6,9

pernottamenti nel comparto stimato.

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REPORT | dicembre 2005 | 155 |

Garda trentino

Non sono stagioni facili per l’ambito del Garda trentino e neppure la stagione invernale 2004/05 porta valori

confortanti, a causa, come si vedrà meglio tra poco, della crisi sul mercato estero, così importante per

quest’area del Trentino.

Negli alberghi dell’ambito i valori complessivi sono negativi, seppure in termini contenuti: gli arrivi perdono

l’1,7%, fermandosi poco sotto quota 101mila, mentre le presenze, 277.662, sono lo 0,3% in meno

dell’inverno di confronto.

La permanenza media è decisamente contenuta, come abituale negli alberghi di questa zona: si tratta di 2,8

giornate.

L’ospitalità complementare, non particolarmente frequentata, perde il 9,9% degli arrivi, fermi a 15.462,

mentre le presenze scendono addirittura del 14,3%, arrestandosi ad 83.610.

La permanenza media è in questo tipo di ricettività certificata di 5,4 giornate, un poco inferiore al dato medio.

Nel complesso la ricettività a flussi certificati registra 116.254 arrivi, per un calo del 2,9%, mentre le

presenze, poco oltre 361mila, perdono il 3,9% rispetto all’inverno precedente.

La permanenza media è nel comparto certificato di 3,1 giornate, valore molto basso.

Gli ospiti italiani, all’interno di questa situazione poco brillante, sono in realtà in crescita, si tratta del 5,3% in

più negli arrivi e del 7,3% in più nelle presenze, aumenti che sono in parte dovuti agli aumenti negli alberghi,

che vanno bene soprattutto nelle presenze, in parte dovuti al forte risultato nel complementare, che vede

valori in crescita specialmente negli arrivi, che si impennano del 43,3%. In questo ultimo caso le permanenze

medie sono addirittura di 7,8 giornate, un valore in assoluto molto elevato.

Gli stranieri perdono, peraltro non molto, negli alberghi, ma scendono fortemente, nell’ordine del 20% e più

nelle strutture complementari, aggravando la situazione complessiva.

L’esiguo movimento stimato negli alloggi privati e nelle seconde case parla di una crisi sia negli arrivi,

soltanto 7.342, che perdono il 9,7%, sia nel le presenze, 41.544, scendono del 5,9%.

La durata stimata del soggiorno è di 5,7 giornate, un valore nettamente sotto la media provinciale del

comparto.

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REPORT | dicembre 2005 | 158 |

Terme di Comano – Dolomiti di Brenta

Dopo la non facile stagione invernale 2003/04, l’ambito di Comano ha registrato nelle strutture a flussi

certificati un inverno ‘04-‘05 davvero brillante.

Negli alberghi gli arrivi, 7.048, sono cresciuti del 21,2%, mentre le presenze, 31.434, sono aumentate ancor

più: la crescita è contraddistinta da un +25,5%, valore davvero notevole.

La permanenza media negli alberghi è stata di 4,5 pernottamenti, un dato quasi in media provinciale.

Nell’ospitalità complementare gli arrivi, peraltro soltanto 1.774, sono cresciuti del 5,0%, mentre le presenze,

5.451, sono salite ben oltre: si tratta del 21,9% in più della stagione precedente.

La permanenza media, nonostante questo, resta molto bassa, si tratta di soli 3,1 pernottamenti.

Nel complesso il comparto certificato totalizza 8.822 arrivi, in aumento del 17,5%, mentre le presenze, quasi

37mila, registrano una crescita del 24,9%.

La permanenza media è contenuta, si tratta di 4,2 giornate.

Il movimento nell’ambito è quasi interamente italiano: gli arrivi nazionali sono in forte aumento, ma va

registrato anche il raddoppio delle peraltro poche presenze straniere, fenomeno meritevole di attenzione, in

gran parte concentrato nelle strutture alberghiere.

Gli alloggi privati e le seconde case hanno una parte notevole in quest’ambito, le stime ci parlano di 8.411

arrivi, tutti italiani, in aumento di un modesto 0,9%, mentre le presenze, 37.764, aumentano di un ancor più

contenuto 0,6%.

La permanenza media stimata è di 4,5 giornate, un valore basso.

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REPORT | dicembre 2005 | 161 |

Madonna di Campiglio, Pinzolo e Val Rendena

Reduce da grande successo con il pubblico nella ricettività alberghiera, nell’inverno 2003/04, l’ambito della

Rendena raccoglie l’inverno successivo, quello 2004/05, meno consensi. Non si tratta, di massima, di gravi

contrazioni, ma i valori precedenti dell’intero comparto certificato non sono stati eguagliati.

Gli alberghi, dopo la grande stagione vissuta l’anno precedente sia con il pubblico nazionale che, ancor più,

in termini relativi, con quello internazionale, hanno perso il 2,5% negli arrivi, fermi a 110mila, ma hanno

superato, seppur di pochissimo, il valore delle presenze, 539.445, con un incremento dello 0,4%. In

sostanza, ripetere il dato delle presenze dopo una crescita del 10,0% nella stagione precedente non può

essere considerata una vera battuta d’arresto.

La vacanza negli alberghi è di 4,9 giornate, un valore un poco superiore alla media provinciale di questo tipo

di alloggio.

Nelle strutture complementari, quindi certificate nei flussi, comparto peraltro assai ridotto nell’ambito e

reduce da non indifferenti contrazioni, si è perso l’1,0%, fermando gli arrivi a 7.512, mentre le presenze,

42.392, hanno subito un duro colpo: -16,9%.

La permanenza media è di 5,6 pernottamenti, valore quasi in media, ma molto al di sotto di quello registrato

la stagione precedente nell’ambito.

Sommando i flussi certificati si arriva ad un totale degli arrivi di 117.566, in calo del 2,4%, mentre le

presenze, quasi 582mila, perdono l’1,1%.

La vacanza nel comparto ricettivo certificato nei flussi dura mediamente 4,9 giornate, un valore di poco

superiore alla media.

Gli italiani perdono un po’ quota e determinano in toto i cali finali, dal momento che gli stranieri, dopo la bella

stagione precedente, anche in quest’ultima oggetto di analisi segnano apprezzabili aumenti, si tratta del

5,5% in più negli arrivi e dell’8,9% in più nelle presenze, crescite dovute al comparto alberghiero, dato che

l’esigua presenza nel complementare è in contrazione.

Il soggiorno è mediamente di 6,0 giornate, un valore decisamente apprezzabile.

Lo sviluppatissimo comparto rappresentato dagli alloggi privati e dalle seconde case, si parla del 66,8% delle

presenze nell’ambito, segnala attraverso le stime effettuate una crescita degli arrivi del 2,2%, giungendo

quindi a quota 136.480, mentre con 1.171.538 presenze l’aumento corrisponde allo 0,7% in più della

stagione precedente.

La vacanza invernale dura in queste strutture ricettive mediamente 8,6 giornate, un valore molto elevato.

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REPORT | dicembre 2005 | 164 |

Valli di Sole, Pejo e Rabbi

Anche quest’ambito si presentava alla partenza dell’inverno 2004/05 con alle spalle precedenti successi

molto evidenti sia con il mercato nazionale che su quelli esteri. Il comparto certificato, però, non è riuscito ad

eguagliare, come vedremo, i livelli della stagione precedente.

Negli alberghi dell’ambito si è registrato complessivamente un calo: gli arrivi sono scesi del 4,2%, fermandosi

sotto i 168mila, mentre le presenze, meno di 964mila, hanno perso il 3,7%. Dopo le forti crescite, quindi, un

calo, peraltro come si vede non gravissimo.

La permanenza media è di 5,7 giornate, un valore superiore alla media.

Nelle strutture complementari, formule ricettive discretamente presenti nell’ambito, che dato il grande

movimento alberghiero le “maschera” un poco, ma sono una realtà importante, gli arrivi perdono

moderatamente, si tratta del 2,2%, ma le presenze incrementano del 3,9%, un fatto che porta a 6,7 giornate

di presenza, buon valore in assoluto ed in crescita rispetto alla stagione precedente.

Sommando le realtà ricettive certificate nei flussi si raggiunge quota 188.374 arrivi, il 4,0% in meno, mentre

le presenze, quasi 1milione 101mila, perdono il 2,9%.

Il soggiorno mediamente è di 5,8 giornate, un valore superiore alla media provinciale del comparto.

Il calo è sostanzialmente da attribuire agli ospiti italiani, che perdono il 6,1% negli arrivi ed il 5,3% nelle

presenze; gli ospiti stranieri, invece, nonostante qualche difficoltà negli arrivi complementari, tengono negli

arrivi, con un +0,4% e guadagnano l’1,5% nelle presenze.

Le vacanze durano più della media provinciale sia per gli italiani che per gli ospiti stranieri.

Gli alloggi privati e le seconde case sviluppano flussi di arrivi e di presenze davvero molto forti in

quest’ambito; le stime, peraltro inerenti il solo mercato nazionale, parlano di oltre 173mila arrivi, in calo del

3,1% e di 1milione 166mila presenze, equivalenti al 2,3% in meno rispetto alla stagione invernale

precedente.

La durata stimata del soggiorno è appena sotto la media provinciale, si tratta di 6,7 giornate contro 6,9.

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REPORT | dicembre 2005 | 167 |

Valle di Non

Dopo il controverso e comunque non facile inverno 2003/04, durante il quale gli alberghi dell’area avevano

perso sensibilmente e le strutture complementari, al contrario, guadagnato, la stagione invernale successiva,

quella in esame, ha dato risultati in qualche modo opposti, registrando leggeri incrementi negli alberghi ed

un calo nelle presenze complementari. Vediamo con maggiore attenzione queste dinamiche.

Gli alberghi dell’ambito noneso, con 17.223 arrivi, hanno superato di un modesto 0,7% il valore, poco

soddisfacente peraltro, della stagione precedente, mentre le presenze, 66.573, hanno guadagnato l’1,8%

sulla difficile stagione di confronto. Una situazione quindi non particolarmente positiva per gli alberghi,

nonostante l’indubbia inversione di tendenza.

Il soggiorno, di sole 3,9 giornate, non è certo soddisfacente in assoluto, ma in quest’ambito la permanenza

media invernale, non soltanto negli alberghi, non è facilitata da un prodotto invernale forte e la permanenza

media in parte riflette questa caratteristica.

Le strutture dell’ospitalità complementare tengono nel valore degli arrivi, si tratta di 3.661, registrando un -

0,1%, mentre le presenze calano vistosamente, si tratta del 13,5% in meno, fermandosi ad 11.686.

Breve il soggiorno anche in queste strutture, mediamente di 3,2 giornate.

Sommando i flussi certificati si giunge ad un totale di 20.884 arrivi, lo 0,6% in più, mentre le presenze,

78.359, si fermano appena al di sotto (si tratta del -0,8% in meno) del valore della stagione di confronto.

La permanenza media è di soli 3,8 giorni.

Non trascurabile la percentuale di ospiti stranieri nell’ambito, concentrati nelle strutture alberghiere: se gli

italiani sono 15.711, in calo del 2,4%, gli stranieri toccano quota 5.173, in aumento del 10,6%; se le

presenze italiane sono 51.745, in calo di un modesto 0,4%, quelle straniere sono comunque 26.614, in calo

dell’1,6%, dopo i cali più pesanti dell’inverno precedente. Come si vede, gli stranieri non mancano all’interno

del pur piccolo movimento della Valle di Non.

La durata della vacanza degli stranieri è quasi in media con quella provinciale, si tratta di 5,1 giornate, al

contrario della breve permanenza italiana.

Molto sviluppato, soprattutto in termini percentuali sul totale, è il movimento stimato negli alloggi privati e

nelle seconde case. Gli arrivi, quasi tutti italiani, sono 24.803, in flessione dello 0,8%, mentre le presenze,

118.170, quindi molte di più che nel comparto a flussi certificati, salgono dell’1,6%.

La permanenza media è di 4,8 giornate, un valore contenuto, decisamente al di sotto di quello medio

provinciale che è di 6,9 pernottamenti stimati.

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REPORT | dicembre 2005 | 170 |

Lagorai, Valsugana orientale e Tesino

Dopo il duro, negativo risultato invernale dell’inverno 2003/04, quest’ambito mostra importanti segnali di

ripresa che, se non al punto di compensare le perdite, mostrano un incremento complessivamente

importante, una reazione non trascurabile.

Gli alberghi dell’ambito hanno registrato 4.244 arrivi che, pur in assoluto pochi, sono pur sempre il 16,0% in

più della stagione precedente; le presenze, 10.082, sono in recupero del 22,5%, un valore più importante,

più vicino a quel calo del 29,8% dell’inverno precedente nelle presenze alberghiere.

La permanenza media è davvero ridotta: si tratta di soli 2,4 giorni.

La ricettività complementare è percentualmente abbastanza sviluppata rispetto alla media degli altri ambiti,

ma in assoluto vede movimenti davvero contenuti: gli arrivi, 1.316, perdono peraltro il 4,8%, mentre le

presenze, 6.143, sono per fortuna in crescita del 7,9%, dopo la disastrosa stagione invernale precedente.

Il soggiorno dura mediamente 4,7 giornate, un valore sotto la media ma almeno non ridotto come nelle

strutture alberghiere.

Complessivamente i flussi certificati contano 5.560 arrivi, in aumento del 10,3%, e 16.225 presenze, in

crescita del 16,6%.

La permanenza media è di 2,9 giornate.

Il movimento straniero è bassissimo e presenta peraltro arrivi in leggero calo e presenze in crescita del

20,8%, ma l’entità ridotta non consente particolari considerazioni interpretative.

Molto sviluppato, in termini naturalmente relativi, il comparto costituito dagli alloggi privati e dalle seconde

case, comparto che le stime danno in forte calo: gli arrivi, poco meno di 5.000, perdono il 12,5%, mentre le

presenze, 49.580, scendono del 22,6%.

La permanenza media stimata è molto elevata, si tratta di 10,0 pernottamenti.

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REPORT | dicembre 2005 | 172 |

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REPORT | dicembre 2005 | 173 |

Altri comuni

Dopo un inverno 2003/2004 assai duro, durante il quale gli arrivi nell’intero comparto a flussi certificati erano

scesi del 5,3%, mentre le presenze erano crolla del 20,6%, la stagione successiva, quella 2004/2005,

recupera almeno una parte di quanto perso: nonostante gli arrivi scendano di un ulteriore 1,7%, le presenze

risalgono del 14,4%, recuperando quindi una buona parte del disastroso andamento precedente.

Gli alberghi, che raccolgono la gran parte del movimento certificato di questo eterogeneo insieme di comuni

trentini, perdono il 3,0% degli arrivi, ma salgono del 15,1% nelle presenze.

La durata del soggiorno, che in precedenza era di soli 2,9 pernottamenti, nell’inverno in esame si attesta su

un contenuto ma pur sempre migliore valore di 3,2 giornate.

La ricettività complementare, reduce invece da un’annata 2003/2004 positiva, nella quale gli arrivi erano

cresciuti del 23,2% e le presenze avevano tenuto bene, con un +0,3%, registrano nell’inverno successivo un

ulteriore forte aumento degli arrivi, pari al +15,7%, ma perdono un preoccupante 7,6% nelle presenze.

La durata della vacanza scende da 5,4 giornate a sole 4,4.

Complessivamente i flussi certificati perdono l’1,7% negli arrivi ma recuperano, dopo i pesanti cali

precedenti, il 14,4% nelle presenze.

La permanenza media, che era di 3,1 giornate, sale a 3,3.

Gli stranieri sono il 20,5% degli arrivi del totale certificato e perdono rispetto alla stagione precedente

l’11,4%, un valore pesante, mentre le presenze, pari al 23,0% del totale, guadagnano un buon 9,5%.

La vacanza degli ospiti esteri dura mediamente 3,7 giornate, migliorando il valore precedente che era di 3,4

pernottamenti.

Gli alloggi privati e le seconde case vedono un flusso stimato di 12.629 arrivi, in crescita di un apprezzabile

8,2%, mentre le presenze, 95.432, risultano in crescita addirittura del 15,2%.

La permanenza media è di 7,6 giornate, un poco superiore alla stagione di confronto che si fermava a 7,3.

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REPORT | dicembre 2005 | 176 |

Tab. 30: Semestre invernale 2004-05: flussi turistici per ambito turistico (solo movimento certificato) Ambito arrivi diff. var% presenze diff. var% perm. Trento 86.695 7.779 9,9 297.890 57.341 23,8 3,4 Dolomiti di Brenta – Altop. Paganella 91.961 5.271 6,1 465.457 34.164 7,9 5,1 Altopiano di Piné e Valle di Cembra 7.663 1.121 17,1 26.459 7.726 41,2 3,5 Valle di Fiemme 113.396 1.476 1,3 571.281 9.819 1,7 5,0 Valle di Fassa 262.552 -655 -0,2 1.406.727 1.022 0,1 5,4 San Martino di Castrozza e Primiero 78.797 432 0,6 373.629 12.111 3,4 4,7 Valsugana 34.844 1.989 6,1 101.903 726 0,7 2,9 Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna 58.633 2.830 5,1 251.691 9.000 3,7 4,3 Rovereto 36.127 3.826 11,8 119.385 17.866 17,6 3,3 Garda Trentino 116.254 -3.487 -2,9 361.272 -14.693 -3,9 3,1 Terme di Comano - Dolomiti di Brenta 8.822 1.317 17,5 36.885 7.361 24,9 4,2 Madonna di C. - Pinzolo - Val Rendena 117.566 -2.856 -2,4 581.837 -6.448 -1,1 4,9 Valli di Sole, Peio e Rabbi 188.374 -7.749 -4,0 1.100.708 -32.314 -2,9 5,8 Valle di Non 20.884 115 0,6 78.359 -647 -0,8 3,8 Lagorai - Valsugana Orientale - Tesino 5.560 518 10,3 16.225 2.305 16,6 2,9 Zone fuori ambito 24.989 -421 -1,7 82.361 10.364 14,4 3,3 TOTALE 1.253.117 11.506 0,9 5.872.069 115.703 2,0 4,7 fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

Tab. 31: Riepilogo flussi in ordine decrescente di arrivi Ambito arrivi

Valle di Fassa 262.552

Valli di Sole, Peio e Rabbi 188.374

Madonna di C. - Pinzolo - Val Rendena

117.566

Garda Trentino 116.254

Valle di Fiemme 113.396

Dolomiti di Brenta – Altop. Paganella 91.961

Trento 86.695

San Martino di Castrozza e Primiero 78.797

Altip. Folgaria, Lavarone e Luserna 58.633

Rovereto 36.127

Valsugana 34.844

Zone fuori ambito 24.989

Valle di Non 20.884

Terme di Comano - Dolomiti di Brenta

8.822

Altopiano di Piné e Valle di Cembra 7.663

Lagorai - Valsugana Orientale - Tesino

5.560

TOTALE 1.253.117

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

Tab. 32: Riepilogo flussi in ordine decrescente

di presenze Ambito presenze

Valle di Fassa 1.406.727

Valli di Sole, Peio e Rabbi 1.100.708

Madonna di C. - Pinzolo - Val Rendena

581.837

Valle di Fiemme 571.281

Dolomiti di Brenta – Altop. Paganella 465.457

San Martino di Castrozza e Primiero 373.629

Garda Trentino 361.272

Trento 297.890

Altip. Folgaria, Lavarone e Luserna 251.691

Rovereto 119.385

Valsugana 101.903

Zone fuori ambito 82.361

Valle di Non 78.359

Terme di Comano - Dolomiti di Brenta

36.885

Altopiano di Piné e Valle di Cembra 26.459

Lagorai - Valsugana Orientale - Tesino

16.225

TOTALE 5.872.069

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 177 |

Grafico 64: Arrivi certificati per ambito

Semestre invernale 2004/05: arrivi certificati per ambito

Trento7% Piné e Cembra

1%

S. M artino di C. e Primiero

6%

Valli di So le, Peio e Rabbi15%

Valle di Non2%

Rovereto3%

fuori ambito2%Lagorai

0%

M adonna di C. P inzolo

Val Rendena9%

Terme di Comano

1%Garda Trentino

9%Altip.di Fo lgaria,

Lavarone e Luserna5%

Valsugana 3%

Valle di Fiemme9%

Paganella7%

Val di Fassa21%

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

Grafico 65: Presenze certificate per ambito

Semestre invernale 2004/05: presenze certificate per ambito

Trento5%

Val di Fassa25%

Terme di Comano 1%

Paganella8%

Piné e Cembra

0%

Valle di Fiemme10%

Valle di Non1%

fuori ambito1%Lagorai

0%

Garda Trentino6%

M adonna di C. - Pinzo lo - Val Rendena

10%

Valli di So le, Peio e Rabbi19%

Rovereto2%

Altip.di Fo lgaria, Lavarone e

Luserna4%

Valsugana 2%

S. M artino di C. e Primiero

6%

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 178 |

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REPORT | dicembre 2005 | 179 |

ALLEGATO III Tabelle aggiornamento dati, grafici di riepilogo e commenti Movimento turistico semestre invernale 2004-05 per stato estero

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REPORT | dicembre 2005 | 180 |

Il totale del movimento estero

Il movimento complessivamente generato dall’insieme delle domande estere ha registrato nell’inverno

trentino un risultato complessivamente positivo. Al suo interno, però, non manca qualche differenza;

andiamo ora a sviluppare maggiormente questo fenomeno.

Negli alberghi, principale forma di ospitalità scelta dalla domanda straniera, i buoni risultati sono evidenti: se

gli arrivi, complessivamente oltre 340mila, sono cresciuti del 3,2%, le presenze, quasi 1milione 756mila,

sono salite del 5,0%, un valore interessante sia in senso puramente statistico, che in termini economici per la

provincia trentina.

La permanenza media in questa forma di ospitalità è stata di 5,2 giornate, un valore che, seppure non

particolarmente brillante, è pur sempre superiore alla media dell’intero flusso provinciale, pari a 4,6

pernottamenti.

Negli esercizi complementari certificati, invece, si verifica qualche cedimento, pari al -5,2% negli arrivi, che si

fermano a quota 42.574 e nelle presenze, che flettendo del 2,3% contengono maggiormente i danni,

fermandosi poco sotto le 264mila.

In queste strutture la permanenza è mediamente di 6,2 pernottamenti, un valore un poco superiore alla

media provinciale.

L’intero comparto ricettivo soggetto a certificazione sfiora così i 383mila arrivi, equivalenti ad un aumento del

2,2% rispetto alla stagione invernale precedente, mentre le presenze ammontano ad oltre 2milioni 19mila,

per una variazione positiva del 3,9%.

La durata della vacanza è in questo caso di 5,3 giornate.

Andando a verificare i valori inerenti gli alloggi privati e le seconde case, valori frutto di stime, si notano livelli

praticamente coincidenti con quanto stimato in merito nella stagione precedente, si tratta di quasi 44mila

arrivi e 316mila presenze; la vacanza in questo caso viene stimata durare 7,2 giornate.

Nelle pagine successive procediamo all’analisi dei singoli stati esteri, specificando che l’ordine di

presentazione è quello decrescente dato dalle presenze totalizzate in Trentino durante il periodo invernale;

quindi accadrà che alcuni paesi siano affrontati prima di altri, nonostante il maggior numero di arrivi.

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REPORT | dicembre 2005 | 181 |

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REPORT | dicembre 2005 | 182 |

Germania

La Germania, sempre assai importante per il Trentino turistico, soprattutto nel periodo estivo, fa registrare

perdite non trascurabili nel corso della stagione invernale in esame, pur restando di gran lunga il primo

mercato estero: negli alberghi gli arrivi scendono del 6,0% e si fermano a 113.400, mentre le presenze,

473.060, sono il 7,7% in meno della stagione precedente.

La permanenza media negli alberghi è di 4,2 giornate, un valore certo non particolarmente interessante.

Nella ricettività complementare, altro componente, seppur minore in questo mercato, le cose vanno anche

peggio: gli arrivi si fermano sotto quota 12mila, registrando il 18,6% in meno, mentre le presenze, 60.306,

sono il 17,0% in meno della stagione precedente.

La durata della vacanza dei turisti tedeschi nel comparto ricettivo complementare è mediamente di 5,1

pernottamenti.

Unendo i due insiemi a flusso certificato si ottiene un totale di 125.315 arrivi, equivalenti al 7,4% in meno e

533.366 presenze, pari all’8,8% in meno della stagione precedente.

La vacanza nell’intero comparto certificato è per il mercato tedesco in Trentino, mediamente di 4,3 giornate.

Anche nel comparto ricettivo oggetto di stima, quello costituito dagli alloggi privati e dalle seconde case, i

flussi di arrivi e presenze risultano in calo nell’ordine del 5%.

La durata della permanenza nel comparto stimato è di 6,7 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 183 |

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REPORT | dicembre 2005 | 184 |

Polonia

La Polonia è ormai un mercato molto importante per il sistema dell’ospitalità trentina: nel corso dell’inverno

2004/05, non soltanto la sua dimensione assoluta, ma anche il suo incremento registrato è davvero

notevole. Era e resta il secondo mercato estero, secondo la classifica riguardante i totali delle presenze nel

comparto a flussi certificati.

Gli arrivi negli alberghi sono cresciuti del 37,4%, toccando quota 31.672, mentre le presenze, incrementando

del 36,0%, quindi “coerenti” con l’aumento negli arrivi, fatto molto positivo, sono ormai 212.532.

La vacanza è molto lunga, si tratta di 6,7 giornate, chiaro indice della diffusissima formula settimanale scelta

in Trentino.

Negli esercizi complementari i 4.815 arrivi sono il risultato di un incremento del 17,9%, mentre le presenze,

oltre 35mila, corrispondono ad un aumento del 14,8%.

In questo caso la durata della vacanza si fa ancor più elevata, arrivando a 7,3 giornate.

Il totale del movimento certificato è così di 36.487 arrivi, si tratta del 34,4% in più della stagione precedente,

mentre le presenze, quasi 248mila, sono il 32,5% in più.

La vacanza degli ospiti polacchi, nell’intero comparto certificato, dura di media 6,8 pernottamenti.

La stima riguardante gli alloggi privati e le seconde case ci mostra un movimento non trascurabile, si tratta di

oltre 42mila pernottamenti, con una durata della vacanza che si protrae per 7,5 giornate, un dato

decisamente elevato.

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REPORT | dicembre 2005 | 185 |

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REPORT | dicembre 2005 | 186 |

Repubblica Ceca

Anche la Repubblica Ceca s’è ormai affacciata con una certa autorevolezza sull’inverno trentino, dando

decisi segnali positivi. Rispetto alla stagione invernale precedente, sottrae al Belgio la terza posizione, per

quanto riguarda il volume di presenze certificate.

Negli alberghi gli arrivi sono 25.652, pari al 36,3% in più della stagione precedente, una percentuale di

crescita davvero notevole, mentre le presenze sono cresciute di un quasi analogo 35,8%, toccando quota

142.552.

La permanenza media è di 5,6 giornate, un valore non particolarmente elevato, considerando la distanza del

Trentino da questo bacino di utenza, ma comunque interessante.

Il comparto ricettivo complementare ha, nel caso di questa nazione, un’importanza superiore alla media,

raccogliendo 5.930 arrivi, quasi un quarto del movimento alberghiero, arrivi peraltro in crescita anche in

questo caso, con un interessante +31,5%, mentre le presenze, 34.585, salgono del 28,0%.

La permanenza media nel comparto complementare certificato è di 5,8 giornate.

Il totale del movimento soggetto a certificazione è così di 31.582 arrivi, per un aumento del 35,4% e di oltre

45mila presenze, il 34,2% in più della stagione invernale precedente.

La vacanza degli ospiti cechi, nell’intero comparto certificato, dura in media 5,6 pernottamenti.

Il comparto soggetto a stime, costituito da alloggi privati e seconde case, raccoglie un numero non

trascurabile di ospiti, si tratta di oltre 5mila arrivi e di 36.502 pernottamenti.

La vacanza che ne deriva risulta mediamente di 7,1 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 187 |

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REPORT | dicembre 2005 | 188 |

Belgio

Dal mercato belga non arrivano segnali positivi: si tratta di contrazioni limitate, specialmente nelle presenze,

ma qualche problema c’è, tant’è vero che ha perso la terza posizione in classifica tra i paesi esteri in inverno,

a vantaggio della Repubblica Ceca.

Nel comparto alberghiero, ricettività che nel caso del Belgio raccoglie quasi tutto il flusso, gli arrivi sono scesi

del 4,1%, fermandosi a 25.649, mentre le presenze, poco oltre le 160mila, sono state l’1,3% in meno della

stagione invernale precedente. Come si vede i problemi si evidenziano maggiormente negli arrivi, mentre le

presenze scendono meno.

La permanenza dura mediamente 6,2 giornate, un valore interessante.

Ben poco rappresenta il comparto complementare certificato, con soli 374 arrivi, peraltro equivalenti ad un

calo del 34,4% e 2.752 presenze, pari ad una contrazione del 14,8%.

La permanenza in questo caso è di 7,4 giornate, quindi elevata.

Sommando tutto il comparto ricettivo certificato si ottengono poco più di 26mila arrivi, con un calo del 4,8%

rispetto all’inverno precedente e poco meno di 163mila presenze, corrispondenti ad una flessione dell’1,6%.

La vacanza nel comparto ricettivo certificato dura mediamente 6,3 giornate.

Le stime inerenti i movimenti negli alloggi privati e nelle seconde case si riferiscono ad un volume assai

contenuto, peraltro in deciso aumento: si tratta di 4.623 pernottamenti, in crescita del 14,9%.

In questo caso la vacanza è ancora più lunga ed arriva a 7,7 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 189 |

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REPORT | dicembre 2005 | 190 |

Regno Unito

Le soddisfazioni con questo bacino di utenza non mancano, nonostante scenda dal quarto al quinto posto in

classifica: il Trentino invernale vede i flussi degli arrivi e delle presenze provenienti dal Regno Unito crescere

in termini vivaci.

Il comparto ricettivo alberghiero registra 27.179 arrivi, pari ad un incremento dell’8,4% rispetto alla stagione

precedente, mentre le presenze, 14.564, segnano addirittura il 10,2% in più. E’ il mese di marzo, quasi

raddoppiato rispetto allo stesso mese della stagione precedente (+93,2%), a trainare questo positivo

inverno.

La durata della vacanza negli alberghi è di 5,8 giornate, un valore apprezzabile, quasi fisiologico vista la

distanza, non certo indifferente, che separa il Trentino dal Regno Unito.

Gli esercizi ricettivi complementari, che raccolgono peraltro una piccola parte della domanda proveniente dal

Regno Unito, completano il comparto certificato con incrementi molto forti: gli arrivi, soltanto 765,

equivalgono comunque al 36,6% in più, mentre le presenze, aumentando del 26,2%, raggiungono quota

4.465.

Anche in questo caso la durata media è di 5,8 pernottamenti e valgono le considerazioni in questo senso

fatte per gli alberghi.

In totale il movimento certificato registra quasi 28mila arrivi, pari al 9,1% in più e totalizza 161.578 presenze,

equivalenti al 10,6% di aumento.

La durata della vacanza è ovviamente di 5,8 giornate, visti i valori segnalati sopra.

Volendo osservare anche le stime riguardanti il movimento negli alloggi privati e nelle seconde case, si

ritrovano flessioni notevoli, che comunque riguardano una domanda non troppo rilevante e quindi pesante in

termini negativi sull’intero andamento stagionale.

In questo caso la permanenza è stimata in 7,3 pernottamenti.

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REPORT | dicembre 2005 | 191 |

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REPORT | dicembre 2005 | 192 |

Danimarca

La Danimarca guadagna una posizione nella classifica degli stati esteri in Trentino e registra un interessante

tendenza all’aumento, durante la stagione invernale 2004/05: gli arrivi negli alberghi trentini sono aumentati

del 4,5%, arrivando a 9.563, mentre le presenze, cresciute del 4,3%, superano le 61mila.

La durata della vacanza rimane stabile, si tratta di 6,4 giornate, un valore decisamente interessante.

La Danimarca denuncia un certo gradimento per il comparto ricettivo complementare, gli arrivi sono 2.750, il

6,5% in più, mentre le presenze, 18.761, crescono del 5,8%.

La permanenza media è di 6,8 giornate, un buon valore.

Nel complesso l’intero comparto certificato ammonta quindi a 12.313 arrivi, per un aumento del 5,0% e quasi

80mila presenze, pari al 4,6% in più dell’inverno precedente.

La durata media della permanenza nel comparto ricettivo trentino a flussi certificati è così di 6,5

pernottamenti.

Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case riguardano un volume non trascurabile di arrivi e

presenze: i primi sarebbero oltre 3.500, le seconde 24.700, pari ad aumenti del 3,5% e del 2,5%.

La vacanza stimata risulta di 7,0 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 193 |

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REPORT | dicembre 2005 | 194 |

Ungheria

Il sistema alberghiero trentino raccoglie quasi tutto il movimento invernale a flussi certificati proveniente

dall’Ungheria: gli arrivi sono 5.537, per un incremento molto alto, pari al 40,3% in più, mentre le presenze

alberghiere sono 10.454, per un aumento ancora superiore, pari al +43,3%. Sono crescite importanti, che

fanno davvero ben sperare in merito al rapporto con questo emergente mercato.

La durata della vacanza negli alberghi è mediamente di 6,2 giornate, un valore buono, decisamente

superiore alla media, sia quella riferita all’intero movimento che quella inerente gli stati esteri.

La ricettività complementare è nel caso dell’Ungheria forma di alloggio davvero trascurabile, pur

caratterizzata da incrementi elevatissimi.

Complessivamente il comparto ad ospitalità con flussi soggetti a certificazione vede 5.605 arrivi, per un

aumento del 40,8%, mentre le presenze sono 34.769, pari ad una crescita del 43,7%. Tutto questo permette

all’Ungheria di guadagnare una posizione in classifica rispetto all’inverno precedente.

La vacanza dura mediamente 6,2 giornate.

La stima riguardante alloggi privati e seconde case mostra un notevole movimento, si tratterebbe di oltre

2.400 arrivi, in crescita del 6,9%, mentre le presenze, 19mila, sono date in aumento del 19,0%.

La permanenza media è in questo caso stimata in 7,8 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 195 |

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REPORT | dicembre 2005 | 196 |

Paesi Bassi

L’Olanda, purtroppo, perde notevolmente quota nella classifica dei mercati esteri presenti nel periodo

invernale (era al sesto posto, ora si trova all’ottavo): negli alberghi trentini, formula ricettiva di gran lunga

prescelta, gli arrivi si sono fermanti a 10.635, pari al 9,6% in meno; le presenze, invece, poco meno di

62mila, hanno perso l’11,9%, un dato ancora maggiore.

La permanenza media negli alberghi è di 5,8 giornate, un valore superiore alla media, ma di poco.

Negli esercizi complementari, peraltro non certo molto frequentati dagli olandesi nel periodo invernale, in

Trentino, le cose vanno nello stesso modo: gli arrivi si fermano a 1.329, pari ad un calo del 9,8%, mentre le

presenze scendono dell’11,0%, fermandosi a 7.388.

La vacanza dura in questo caso 5,6 giornate, un dato sostanzialmente in media, quindi non particolarmente

interessante.

Sommando i due flussi certificati si arriva ad un totale di poco meno di 12mila arrivi, equivalenti al 9,6% in

meno, mentre le presenze, oltre 69mila, perdono l’11,8%.

La permanenza media è di 5,8 pernottamenti.

Le stime inerenti i flussi negli alloggi privati e nelle seconde case parlano di 2mila arrivi, l’1,7% in più

dell’inverno precedente e di 16.661 presenze, equivalenti ad un aumento dell’11,4%, quindi decisamente

sensibile. I valori stimati, quindi, sarebbero in netta controtendenza rispetto a quelli certificati, il che

sembrerebbe scarsamente credibile e sottolinea ulteriormente la necessità di una verifica puntuale dei dati

stimati in queste strutture ricettive.

La vacanza in questo caso dura 8,3 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 197 |

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REPORT | dicembre 2005 | 198 |

Slovenia

La Slovenia si è affacciata con una certa evidenza, pur nei fisiologici limiti, sullo scenario invernale del

Trentino ed i risultati conseguiti sono molto interessanti: passa, tra l’altro, dall’undicesimo posto al nono in

classifica.

Negli alberghi gli arrivi sono cresciuti del 24,8%, arrivando a 7.665, mentre le presenze, 40.597, sono

addirittura il 29,0% in più della stagione invernale precedente.

La vacanza degli sloveni negli alberghi del Trentino dura mediamente 5,3 giornate, un valore, quest’ultimo,

non particolarmente interessante, ma comunque in media con il valore complessivo della permanenza

estera.

Gli alloggi complementari, piuttosto frequentati dagli ospiti sloveni rispetto alla media, che li scelgono per il

26,5% dei casi, vedono 2.764 arrivi, in calo però del 7,9%, mentre le presenze, 15.501, scendono dell’8,7%.

Questi valori sono in decisa controtendenza e viene da chiedersi se e quanto siano intercomunicanti gli

alberghi, come abbiamo visto in crescita, e questo altro tipo di alloggio.

La vacanza nel complementare dura mediamente 5,6 giornate.

Sommando i vari flussi certificati si arriva ad un valore di 10.429 arrivi, in crescita del 14,0% e ad oltre 56mila

presenze, in aumento del 15,8%.

La vacanza dura mediamente, nel comparto certificato, 5,4 giornate, un valore in media.

Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case parlano di 2.402 arrivi, in calo del 16,7% e di poco

meno di 16mila presenze, anch’esse in calo, ma del 20,4%.

La vacanza nell’ospitalità a movimento stimato risulta di 6,6 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 200 |

Svezia

La Svezia perde quota, scende dal nono al decimo posto. Registra negli alberghi trentini 8.875 arrivi, pari ad

un calo del 9,4%, mentre le presenze, 49mila, scendono del 10,7%.

La permanenza media degli svedesi negli alberghi è di 5,5 giornate, quindi solo di poco sopra le media dei

mercati esteri.

Nella ricettività complementare gli arrivi, peraltro ben pochi, si tratta di 544, perdono il 6,8%, mentre le

presenze, 3.451, scendono dell’11,3% rispetto alla stagione precedente.

La permanenza media nel ricettivo complementare è di 6,3 giornate, un valore sostanzialmente in media.

Il complessivo movimento negli alloggi a flussi certificati vede un totale di 9.419 arrivi, per un calo del 9,3% e

52.526 presenze, corrispondenti al -10,7%.

La permanenza media è in questo caso di 5,6 giornate.

Se si analizzano le stime riguardanti alloggi privati e seconde case, si trovano valori davvero esigui, peraltro

in aumento molto forte (si tratta complessivamente di 5.323 pernottamenti) ed una permanenza media di 7,3

giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 201 |

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REPORT | dicembre 2005 | 202 |

Croazia

I flussi provenienti dalla Croazia durante la stagione invernale si stanno mettendo in luce. Questo bacino di

utenza guadagna una posizione rispetto al passato inverno, registrando negli alberghi del Trentino 6.371

arrivi, equivalenti ad un aumento del 32,5% e quasi 40 mila presenze, in crescita di un ancor più sonante

39,3%.

La permanenza media in questo tipo di alloggio è di 6,3 giornate, un buon valore.

Nel comparto complementare si registrano 1.412 arrivi, peraltro qui in calo del 5,1%, mentre le presenze,

10.577, sono il 10,7% in più dell’inverno precedente. Sono valori probabilmente ancora contenuti, oltre che

di recente acquisizione per il Trentino e le variazioni possono essere più facilmente contraddittorie.

La vacanza dura mediamente, in questo caso, 7,5 giornate, un valore elevato.

Sommando tutti i movimenti soggetti a certificazione si ottengono 7.783 arrivi, per un aumento del 23,6% e

50.457 presenze, pari al 32,2% in più.

La vacanza è mediamente di 6,5 giornate.

Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case parla di 2.267 arrivi, in crescita dell’8,8% e di 17.396

presenze, il 7,7% in più dell’inverno precedente.

La permanenza media stimata è notevole, si tratta di 7,7 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 203 |

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REPORT | dicembre 2005 | 204 |

Austria

Il conosciuto mercato austriaco, pur perdendo un paio di posizioni in classifica, segnala una grande ripresa

nel comparto alberghiero trentino, che registra 5.537 arrivi, addirittura il 40,3% in più dell’inverno precedente,

mentre le presenze, 34.577, sono addirittura in crescita del 43,3%.

La durata della vacanza da parte della clientela austriaca negli alberghi è interessante, si tratta di 6,2

giornate.

Il comparto complementare è attualmente di entità trascurabile, segnalando peraltro valori in forte aumento.

Complessivamente, la ricettività trentina certificata registra 5.605 arrivi austriaci, si tratta del 40,8% in più e

quasi 35mila presenze, pari al 43,7% in più.

La vacanza nella ricettività certificata dura mediamente 6,2 giornate.

I flussi stimati all’interno delle seconde case e degli alloggi privati segnalano circa 1.400 arrivi, in aumento

del 16,2% ed oltre 10mila presenze, in crescita del 5,5%.

La permanenza media stimata è di 7,3 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 205 |

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REPORT | dicembre 2005 | 206 |

Russia

Tra i mercati che si affacciano all’inverno trentino c’è ormai anche la Russia, che durante la stagione in

esame ha registrato buoni risultati, guadagnando una posizione in classifica (dal quattordicesimo al

tredicesimo posto).

Negli alberghi gli arrivi sono stati oltre 6mila, il 25,1% in più, mentre le presenze, oltre 41mila, hanno segnato

una crescita del 19,6%.

La vacanza dei russi negli alberghi del Trentino dura in inverno mediamente 6,8 giorni, un valore

decisamente degno di evidenza.

Nel comparto complementare il movimento è davvero minimo e segnaliamo soltanto che si tratta di valori

positivi, con una permanenza media di 8,4 giornate, davvero interessante.

Sommando i flussi certificati si ottengono arrivi complessivi per 6.313 unità, il 25,1% in più dell’inverno

precedente, mentre le presenze sono 43.300, il 19,9% in più.

La durata della vacanza nel comparto certificato è di 6,9 giornate, un valore interessante.

Le stime inerenti i movimenti negli alloggi privati e nelle seconde case parlano di meno di 400 arrivi, peraltro

raddoppiati e di 3.499 presenze, pari al 49,3% in più.

La permanenza media è stimata in 8,9 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 207 |

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REPORT | dicembre 2005 | 208 |

Irlanda

L’Irlanda è un altro dei mercati che si stanno affacciando al Trentino, sia in estate che, come nel caso in

esame, in inverno. Guadagna anche una posizione tra i paesi esteri presenti in inverno.

Negli alberghi sono stati registrati 5.537 arrivi, il 40,3% in più della stagione precedente, mentre le presenze,

34.577, sono cresciute del 43,3%. Sono valori davvero interessanti, incoraggianti il sistema dell’offerta.

La permanenza media è di 6,2 giornate, un valore apprezzabile.

Il movimento nella ricettività complementare, davvero esiguo, è peraltro in forte crescita.

Il totale dei movimenti certificati parla di 5.605 arrivi, in crescita del 40,8%, mentre le presenze, quasi 35mila,

salgono del 43,7%.

La permanenza media nel comparto certificato è di 6,2 giornate.

Se si analizzano le stime riguardanti gli alloggi privati e le seconde case si trovano dati quasi trascurabili, che

non permettono di aggiungere descrizioni e considerazioni realmente significative.

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REPORT | dicembre 2005 | 209 |

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REPORT | dicembre 2005 | 210 |

Svizzera

Con 7.559 arrivi nel comparto alberghiero la Svizzera si colloca su un livello superiore ad altri mercati che la

precedono in quest’esposizione, ma la contenuta permanenza media, soltanto 3,6 giornate, genera soltanto

poco più di 27mila presenze, ecco perché la troviamo in questa posizione più arretrata.

469 sono gli arrivi nel comparto complementare, peraltro in calo del 20,1%, mentre 1.763 sono le presenze,

anch’esse in caduta, in questo caso del 35,9%.

La durata della vacanza nel complementare è di soli 3,8 giorni.

Nel complesso il movimento certificato vede poco più di 8mila arrivi, in calo del 16,1% e quasi 29mila

presenze, pari al 22,8% in meno.

La vacanza dura mediamente soltanto 3,6 giornate.

La stima riguardante gli alloggi privati e le seconde case parla di circa 1.400 arrivi, in crescita del 9,3% e di

8.539 presenze, in diminuzione del 5,0%.

La vacanza stimata dura 6,1 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 211 |

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REPORT | dicembre 2005 | 212 |

Francia

Questo bacino, un tempo su posizioni più avanzate, registra negli alberghi trentini 4.674 arrivi, valore in calo

del 9,5%, mentre le presenze, 18.767, scendono del 10,8%.

La permanenza media negli alberghi risulta così di 4,0 giornate, un valore inferiore alla media.

Nelle strutture complementari, poco più di 400 arrivi, sono in calo del 10,9%, mentre le 2.454 presenze

crescono del 22,9%. Sono valori molto contenuti e non è difficile sbagliare le interpretazioni.

La permanenza media è in questo caso di 6,0 giornate.

Il totale del movimento certificato è di 5.081 arrivi, corrispondenti ad un calo del 9,7%, mentre le 21.221

presenze sono il 7,8% in meno della stagione precedente.

La durata media della permanenza è di 4,2 giornate, un valore contenuto.

Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case parlano di meno di 700 arrivi, in crescita del 14,5%,

mentre i 5.264 pernottamenti porterebbero ad un aumento del 21,3%.

La permanenza viene in questo caso stimata di 7,8 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 213 |

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REPORT | dicembre 2005 | 214 |

Romania

Il piccolo mercato rumeno è in crescita. Negli alberghi trentini la stagione invernale ha visto 1.701 arrivi, il

12,3% in più rispetto alla stagione precedente, mentre le presenze hanno sfiorato le 9mila, equivalenti ad un

più vivace 16,6% in più.

La permanenza negli alberghi è di 5,3 giornate, un valore in media.

Negli esercizi complementari sono stati registrati 431 arrivi, il 7,3% in meno della stagione precedente,

mentre le presenze sono state in questo caso 5.533, un 7,5% in più. Come si vede, le piccolissime

dimensioni del complementare non consentono di formulare molte considerazioni.

La permanenza, comunque, dura mediamente 12,8 giornate, un valore evidentemente molto elevato.

Sommando i flussi certificati si totalizzano 2.132 arrivi, in aumento del 7,7% e 14.494 presenze, in crescita

del 13,0%.

La permanenza media è in questo caso di 6,8 giornate.

Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case mostrano un movimento trascurabile, di entità che non

permette considerazioni aggiuntive.

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REPORT | dicembre 2005 | 215 |

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REPORT | dicembre 2005 | 216 |

Stati Uniti D’America

Questo lontano mercato non sembra diventare una affidabile realtà emergente per il Trentino turistico

attuale: il comparto dell’ospitalità alberghiera, dove si riversa praticamente tutto il flusso proveniente dagli

Stati Uniti, arriva nella stagione in esame a 3.106 arrivi, equivalenti ad un calo del 14,1%; le presenze, poco

più di 11mila, perdono il 10,8%. Con la situazione internazionale attuale è difficile poter sperare in incrementi

nelle affluenze statunitensi invernali in una destinazione quale il Trentino, di per sé già in bassa visibilità.

La vacanza degli americani è caratterizzata oltretutto da una permanenza breve, pari a sole 3,6 giornate.

Esiguo e per di più contraddittorio è il movimento nell’ospitalità complementare ed il totale del movimento

certificato sfiora così 3.400 arrivi, per un calo del 14,4% rispetto all’inverno precedente, mentre le presenze

certificate sono 12.327, equivalenti ad una contrazione del 7,4%.

La permanenza media è di 3,6 giornate.

Trascurabile, come ragionevolmente prevedibile, il movimento stimato, inerente alloggi privati e seconde

case.

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REPORT | dicembre 2005 | 217 |

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REPORT | dicembre 2005 | 218 |

Israele

In forte calo questo peraltro piccolo mercato invernale costituito dagli ospiti provenienti da Israele in Trentino,

che con 1.870 arrivi, praticamente tutti negli alberghi, perde il 33,4%, mentre le presenze, 10.463, fanno

anche un po’ peggio: -35,3% rispetto alla stagione precedente.

La durata della vacanza negli alberghi è di 5,6 giornate.

Trascurabile il movimento nell’ospitalità complementare; sommando i due flussi certificati si arriva ad un

totale di 1.919 arrivi e di 10.867 presenze, corrispondenti rispettivamente a cali del 36,7% e del 37,7%,

percentuali negative davvero pesanti.

La permanenza media è di 5,7 giornate, un valore un poco superire al dato medio.

Esiguo il movimento stimato negli alloggi privati e nelle seconde case, dove peraltro anche la permanenza

media è bassissima.

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REPORT | dicembre 2005 | 219 |

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REPORT | dicembre 2005 | 220 |

Slovacchia

Questo piccolo bacino di domanda presenta, a differenza di altri mercati dell’Est Europa, in forte crescita, un

andamento interlocutorio: gli arrivi negli alberghi, che raccolgono circa i due terzi del flusso certificato,

crescono dell’1,4%, un valore contenuto, arrivando a 1.124, mentre le presenze, 6.491, crescono del 2,0%.

La vacanza negli alberghi dura mediamente 5,8 giornate, un valore peraltro non disprezzabile, superiore alla

media.

Nell’ospitalità complementare, che ha un certo successo con il piccolo mercato slovacco, si sfiorano i 500

arrivi, con un più consistente aumento del 7,7%, mentre con oltre 3.400 presenze la variazione è in questo

caso molto alta, si tratta del 79,3% in più, situazione sicuramente anche legata alla dimensione contenuta

dei flussi, che in questi casi possono presentare con una certa frequenza variazioni percentuali anche molto

elevate.

La permanenza media è di 6,9 giornate.

Sommando tutti i valori certificati si giunge ad un valore degli arrivi che supera di poco i 1.600, con un

incremento del 3,3%, mentre le presenze, poco meno di 10mila, salgono del 19,8%.

La durata media della permanenza è in questo caso di 6,1 giornate, un valore superiore alla media.

Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case, oltre a mostrare movimenti limitati, parlano comunque

di pesanti perdite.

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REPORT | dicembre 2005 | 221 |

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REPORT | dicembre 2005 | 222 |

Norvegia

La domanda turistica raccolta dal Trentino invernale è modesta: gli alberghi, formula di alloggio prescelta

dalla gran maggioranza dei norvegesi, accolgono 1.618 arrivi, con un incremento del 9,6%, mentre le

presenze, 6.313, perdono un peraltro modesto 1,4%, che però in corrispondenza di un non trascurabile

aumento degli arrivi lascia una brutta notizia: il già breve periodo di soggiorno si contrae ancora, siamo ormai

a sole 3,9 giornate.

Il piccolo movimento nel comparto complementare è peraltro in forte aumento, ma le presenze sono in totale

662. La permanenza media in queste strutture è di 5,8 giornate,.

Nel complesso, il movimento certificato arriva a 1.732 arrivi, per una crescita dell’11,6%, mentre le presenze,

quasi 7mila, crescono del 2,9%.

La permanenza media è in questo caso di soli 4,0 pernottamenti.

Contenuto è il movimento negli alloggi privati e nelle seconde case: le stime parlano comunque di forti

incrementi, ma le presenze totali si fermerebbero in questo caso a 529.

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REPORT | dicembre 2005 | 223 |

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REPORT | dicembre 2005 | 224 |

Altri Stati Esteri

Nel composito insieme rappresentato dagli “altri” stati esteri presenti in Trentino durante la stagione

invernale, la situazione non è rosea: negli alberghi gli arrivi scendono del 5,3%, fermandosi a 18.661, mentre

le presenze, 84.560, perdono un quasi analogo 5,1%.

La permanenza media nelle aziende alberghiere è di 5,1 giornate.

Nell’ospitalità complementare si accolgono 3.170 arrivi, in aumento del 3,3%, mentre le presenze, 29.467,

flettono dell’1,1%.

Molto buona la permanenza media, invece, che è di 9,3 pernottamenti.

Sommando i flussi soggetti a certificazione si ottengono meno di 22mila arrivi, in calo del 4,1%, mentre le

presenze superano di poco le 114mila, per un identico calo del 4,1% rispetto all’inverno precedente.

La permanenza media nel comparto ad ospitalità oggetto di certificazione di 5,2 giornate, un valore, seppur

di poco, inferiore alla media provinciale.

Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case parlano di poco meno di 1.200 arrivi, in flessione

dell’1,5% e di 10.280 presenze, che segnano un assai modesto +0,9%.

La permanenza media stimata è di 8,6 giornate, un valore peraltro superiore alla media registrata in questo

comparto.

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REPORT | dicembre 2005 | 225 |

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REPORT | dicembre 2005 | 226 |

Tab. 33: Movimento turistico principali targhe estere inverno 2004/05 e confronto con anno precedente (in ordine decrescente di presenze certificate) Stato arrivi diff. var % presenze diff. var % perm.

Germania 125.315 -9.955 -7,4 533.366 -51.631 -8,8 4,3

Polonia 36.487 9.348 34,4 247.724 60.766 32,5 6,8

Repubblica Ceca 31.582 8.250 35,4 177.137 45.127 34,2 5,6

Belgio 26.023 -1.303 -4,8 162.869 -2.568 -1,6 6,3

Regno Unito 27.944 2.322 9,1 161.578 15.491 10,6 5,8

Danimarca 12.313 581 5,0 79.873 3.528 4,6 6,5

Ungheria 13.146 1.514 13,0 79.045 6.416 8,8 6,0

Paesi Bassi 11.964 -1.267 -9,6 69.360 -9.314 -11,8 5,8

Slovenia 10.429 1.283 14,0 56.098 7.648 15,8 5,4

Svezia 9.419 -961 -9,3 52.526 -6.315 -10,7 5,6

Croazia 7.783 1.488 23,6 50.457 12.287 32,2 6,5

Austria 12.290 -1.660 -11,9 50.232 -3.908 -7,2 4,1

Russia 6.313 1.265 25,1 43.300 7.201 19,9 6,9

Irlanda 5.605 1.624 40,8 34.769 10.577 43,7 6,2

Svizzera 8.028 -1.538 -16,1 28.878 -8.508 -22,8 3,6

Francia 5.081 -543 -9,7 21.221 -1.803 -7,8 4,2

Romania 2.132 152 7,7 14.494 1.662 13,0 6,8

Stati Uniti d'America 3.393 -573 -14,4 12.327 -989 -7,4 3,6

Israele 1.919 -1.111 -36,7 10.867 -6.573 -37,7 5,7

Slovacchia 1.616 51 3,3 9.897 1.635 19,8 6,1

Norvegia 1.732 180 11,6 6.975 197 2,9 4,0

Altri paesi 22.413 -922 -4,0 116.416 -4.297 -3,6 5,2

TOTALE 382.927 8.225 2,2 2.019.409 76.629 3,9 5,3 fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 227 |

Grafico 66: Arrivi certificati per stato estero

Semestre invernale 2004/05: arrivi certificati per stato estero

Germania33%

Polonia10%

Repubblica Cec8%

Belgio7%Regno Unito

7%

Altri paesi14%

Austria3%

Croazia2%

Svezia2%

Slovenia3%

Paesi Bassi

3%

Ungheria3%

Danimarca3%

Russia2%

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

Grafico 67: Presenze certificate per stato estero

Semestre invernale 2004/05: presenze certificate per stato estero

Germania27%

Polonia12%

Belgio8%

Regno Unito8%

Altri paesi13%

Repubblica Ceca9%

Austria2%

Croazia2%

Svezia3%

Slovenia3%

Paesi Bassi

3%

Ungheria4%

Danimarca4%

Russia2%

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 229 |

ALLEGATO IV Tabelle aggiornamento dati, grafici di riepilogo e commenti Movimento turistico semestre invernale 2004-05 per regione italiana

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REPORT | dicembre 2005 | 230 |

Totale Italia

Il movimento nazionale in Trentino durante la stagione invernale 2004/05 ha dato, nel comparto a flussi

certificati, risultati positivi. Si tratta, peraltro, di percentuali complessivamente molto contenute: gli arrivi, poco

oltre 870mila, totalizzano un saldo positivo dello 0,4%, mentre le presenze, 3.852.660, registrano una

variazione dell’1,0% in più rispetto all’inverno precedente.

Gli italiani hanno rappresentato nella stagione invernale in esame il 69,4% degli arrivi ed il 65,6% delle

presenze, un valore che sfiora quindi soltanto i due terzi delle presenze totali, segno questo inequivocabile

che il Trentino, pur sviluppando indubbiamente buone performance con il pubblico italiano durante le

stagioni invernali, vede la quota di domanda straniera mettersi in evidenza.

La vacanza invernale degli ospiti italiani dura mediamente 4,4 pernottamenti, una valore un po’ inferiore alla

media provinciale, che è di 4,7 giornate.

Scomponendo i flussi soggetti a certificazione il movimento alberghiero ha eguagliato il numero degli arrivi

della stagione precedente, si tratta di poco meno di 775mila, mentre le presenze, 3.333.257, sono cresciute

di un modesto 0,9%.

La permanenza media italiana negli alberghi è di 4,3 giornate, contro le 4,6% del valore medio dell’intero

flusso, italiano ed estero.

Negli esercizi complementari, sempre a valori certificati, le variazioni sono state un poco più interessanti, dal

momento che gli arrivi italiani, oltre 95mila, sono cresciuti del 3,2%, mentre le presenze, 519.403, sono salite

del 2,0%.

La durata media della vacanza è, in questo caso, di 5,5 pernottamenti, contro il valore medio di 5,7 del

comparto complementare.

Le stime, riguardanti il movimento all’interno degli alloggi privati e delle seconde case, fenomeno notevole in

Trentino, parlano di 699mila arrivi, per una variazione, rispetto alla stagione precedente, quasi nulla, si tratta

dello 0,2% in più e di 4milioni 788mila presenze, un valore in flessione dello 0,2%, quindi anche in questo

caso praticamente analogo a quanto stimato per la stagione invernale precedente.

La permanenza degli italiani in questo tipo di strutture ricettive è stimata essere di 6,9 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 231 |

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REPORT | dicembre 2005 | 232 |

Piemonte Dietro l’aumento del 4,5% negli arrivi (28.341) e la tenuta delle presenze, +0,1%, per un totale di oltre

107mila, c’è da notare il buon incremento registrato negli alberghi: si tratta del 5,8% in più, pari a complessivi

26.317 arrivi e 96.537 presenze, il 3,6% oltre il valore registrato durante l’inverno precedente. Oltretutto, il

flusso piemontese in Trentino era reduce da incrementi, seppur contenuti, registrati anche, a sua volta, dalla

stagione invernale ’03-’04.La permanenza è sempre contenuta, si tratta di 3,8 giornate.

La vacanza negli alberghi dura mediamente soltanto 3,7 giornate, un valore inferiore alla media, già non

particolarmente alta, che è di 4,3 pernottamenti.

Nella ricettività complementare, poco frequentata dai piemontesi, il calo registrato è piuttosto evidente, si

tratta del 10,6%, scendendo così a 2.024 arrivi, mentre le presenze, 10.610, scendono addirittura del 23,5%,

un valore decisamente preoccupante.In questi alloggi la permanenza media è di 5,2 pernottamenti, un valore

un poco sotto la media del comparto complementare provinciale, per quanto riguarda gli ospiti italiani.

Valle d’Aosta Il piccolo movimento degli ospiti provenienti dalla Valle d’Aosta è in contenuto aumento: gli arrivi sono 908,

pari all’1,8% in più della stagione precedente e 2.568 le presenze, il 4,3% in più. C’è, come si può notare,

una ripresa parziale delle presenze, che in passato avevano mostrato cedimenti.

La permanenza media è la più bassa registrata, si tratta di 2,8 giornate.

Negli alberghi si raccoglie quasi tutto il movimento valdostano in Trentino: si registrano infatti 857 dei 908

arrivi invernali ed il comparto nel complesso tiene, con un modesto calo dello 0,9%; le presenze alberghiere,

2.405, registrano un paragonabile +0,8%, valore che indica una sostanziale tenuta.

Il soggiorno dei valdostani negli alberghi è mediamente di 2,8 giornate.

Trascurabile, nonostante i raddoppi registrati dagli arrivi e dalle presenze, la realtà costituita dalla

frequentazione della ricettività complementare, che, dopo un +109,0% di aumento, arriva a sole 163

presenze invernali.

Lombardia Con ben 178.636 arrivi, in crescita del 3,3% rispetto all’inverno precedente ed oltre 654mila presenze, il

2,4% in più, la Lombardia primeggia ancora una volta tra le regioni italiane in Trentino.

Gli alberghi, che accolgono i nove decimi circa degli arrivi lombardi, registrano oltre 162mila arrivi, il 2,9% in

più ed oltre 572mila presenze, un valore del 2,1% superiore a quello dell’inverno precedente.

I dati sono da ritenersi ancor più positivi, se si tiene anche conto che questa domanda lombarda verso il

Trentino invernale viene dopo un inverno come quello ’03-’04, nel quale si era espressa con valori di crescita

compresi tra il +7,1% degli arrivi ed il +5,3 delle presenze.

La permanenza media dei lombardi negli alberghi trentini è di 3,5 pernottamenti, un valore decisamente

contenuto.

Negli alloggi complementari gli arrivi crescono di un apprezzabile 7,1%, arrivando a 16.412, mentre le

presenze, 82mila, crescono del 4,5%.Il soggiorno in queste strutture dura mediamente 5,0 giornate, un

valore inferiore a quello medio provinciale, che è in questo caso di 5,6 pernottamenti.

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REPORT | dicembre 2005 | 233 |

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REPORT | dicembre 2005 | 234 |

Trentino Dopo le buone crescite registrate nella stagione invernale precedente, i flussi turistici dell’inverno 2004/05

hanno segnato un calo del 6,5% negli arrivi, fermatisi a 17.460, perdendo quindi una buona parte di quanto

ottenuto in precedenza (si trattava di una crescita del 10,4%), mentre le presenze, oltre 74mila, risultano

l’1,9% in più; continua così, seppur su variazioni più contenute, la serie positiva delle presenze. Si tratta di

una situazione un poco contraddittoria, ma non troppo grave. La vacanza nell’ambito dura mediamente 4,2

giornate, un valore un poco inferiore alla media.

Negli alberghi viene accolta la gran maggioranza degli arrivi trentini, si tratta del 78,7% del totale, per la

precisione sono 13.733, pari al 4,4% in meno della stagione precedente; le presenze, poco meno di 44mila,

salgono invece del 3,1%. Breve il soggiorno in queste strutture, si tratta di soli 3,2 pernottamenti.

Negli alloggi complementari si registrano soltanto 3.727 arrivi, il 13,5% in meno dell’inverno precedente,

mentre le presenze, 30.253, confermano, con una variazione limitata al +0,2%, il dato dell’inverno ’03-’04.

La vacanza dura mediamente, in questo tipo di strutture, 8,1 giornate, un ottimo valore, ben superiore a

quello medio, di 5,6 pernottamenti.

Alto Adige Dopo un inverno di discreta crescita, il movimento turistico proveniente dall’Alto Adige segna in Trentino una

battuta d’arresto negli arrivi, si tratta dello 0,4% in meno, fermandosi questi a 6.314, mentre le presenze

totali certificate salgono a 20.694, il 7,5% in più, un valore davvero interessante. La permanenza media degli

altoatesini è contenuta, si tratta di 3,3 giornate. Negli alberghi si accoglie la gran parte del movimento: con

5.110 arrivi si è registrato un 3,0% di aumento, mentre con 13.717 presenze la crescita è stata del 6,6%,

valori entrambi interessanti. Molto breve è il soggiorno negli alberghi: si tratta di soli 2,7 pernottamenti.

Nell’ospitalità complementare invece si è verificata una crisi degli arrivi che, fermandosi a soli 1.204,

registrano un calo del 12,8% rispetto all’inverno precedente, contrazione responsabile interamente della

flessione sul totale sopra esposto, mentre le presenze nel complementare sono cresciute del 9,3%,

arrivando a sfiorare le 7mila. La permanenza media è di 5,8 giornate, un valore appena sopra la media del

comparto.

Veneto Gli ospiti veneti, dopo i brillanti incrementi registrati l’inverno precedente a quello oggetto di analisi,

registrano una battuta d’arresto: niente di preoccupante, visto che dopo le crescite ’03-’04 si registrano

113.406 arrivi, pari ad una flessione dello 0,5%, mentre le presenze, 383.645, flettono di un valore quasi

analogo si tratta dello 0,7%. La durata del soggiorno è mediamente molto contenuta, si tratta di 3,4

pernottamenti. Negli alberghi la situazione non è positiva, infatti gli arrivi, fermi a 95mila, perdono un peraltro

contenuto 1,2% rispetto all’inverno precedente, mentre le presenze, poco meno di 304mila, perdono il 2,0%.

La permanenza media è in questo tipo di alloggi di soli 3,2 giorni.

Come si può vedere, i cali finali sono unicamente responsabilità del flusso particolarmente sviluppato che

riguarda la ricettività alberghiera, visto che quella certificata complementare registra andamenti positivi: gli

arrivi, 18.371, sono infatti il 3,4% in più, mentre le presenze, 79.685, sono il 4,5% oltre il livello della stagione

precedente.

Il soggiorno in queste strutture dura mediamente 4,3 giornate, un valore modesto.

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REPORT | dicembre 2005 | 235 |

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REPORT | dicembre 2005 | 236 |

Friuli Venezia Giulia Dopo il notevole incremento registrato nell’inverno precedente a quello in esame, da questo contenuto

bacino di utenza turistica il Trentino invernale vede retrocedere il livello dei flussi in termini che, se non

proprio annullanti i progressi ’03-’04, ne tagliano comunque una buona quota: infatti, gli arrivi certificati sono

stati 14.493, il 6,0% in meno dell’inverno precedente, mentre le presenze 55mila, hanno registrato il 5,2% in

meno. Decisamente sottotono la durata del soggiorno, di soli 3,8 giorni. E’ il comparto alberghiero, molto più

importante di quello complementare, a registrare le variazioni più significative e negative: gli arrivi negli

alberghi si sono fermati a 13.220, pari al 6,8% in meno, mentre le presenze, 49.696, hanno registrato il -

5,3% rispetto all’inverno precedente. La permanenza media nelle strutture alberghiere è di sole 3,8 giornate,

Nella ricettività complementare gli arrivi, pochi peraltro, si tratta di 1.273, equivalgono comunque ad un

aumento del 3,0%, mentre le presenze, 5.276, scendono del 3,9%. La permanenza media in questo tipo di

ospitalità è di soli 4,1 pernottamenti.

Liguria La Liguria, reduce da buoni aumenti invernali in Trentino, ha segnato anche nell’inverno in esame valori

degli ospiti in crescita, seppure assai più contenuta: gli arrivi, 30.303, salgono di un modesto 0,7%, mentre le

presenze, quasi 173mila, crescono del 2,1%. Interessante la durata del soggiorno, che risulta di 5,7

pernottamenti, un valore decisamente superiore alla media.

Negli alberghi si riversa la gran parte del movimento turistico proveniente dalla Liguria: gli arrivi, oltre 28mila,

sono aumentati del 2,1%, mentre le presenze, oltre 159mila, hanno registrato un più consistente +3,7%

rispetto alla stagione di confronto. La durata della vacanza dei liguri in Trentino è in inverno di 5,7 giornate,

un buon valore, decisamente superiore alla media e simile a quello registrato dagli ospiti provenienti da

province molto più lontane, che spesso compensano la lunghezza ed il disagio del trasferimento con una

permanenza in Trentino più lunga della media.

Nella ricettività complementare i liguri sono poco presenti: con 2.246 arrivi si registra oltretutto un forte calo,

il 14,3% in meno della stagione precedente, mentre le presenze, 13.628, sono il 12,7% in meno.

La permanenza media negli alloggi complementari è di 6,1 giornate, un valore anche in questo caso

superiore alla media.

Emilia Romagna Dopo le buone performance della stagione invernale ’03-’04, l’Emilia Romagna fornisce un flusso

complessivo di arrivi un poco inferiore, 147.205, si tratta dell’1,7% in meno, mentre le presenze, 547.300,

segnano lo 0,1% in meno, quindi ripetono in pratica il valore della buona stagione precedente.

La permanenza media è di 3,7 pernottamenti, un valore modesto.

Negli alberghi trentini sono state registrati 133.380 arrivi, pari al 2,2% in meno della stagione precedente,

mentre le presenze, 486.453, sono lo 0,2% in più. La permanenza media degli emiliano-romagnoli negli

alberghi trentini nel periodo invernale risulta di 3,6 giornate, un valore basso.

Nelle strutture complementari, che accolgono una piccola quota dell’intero movimento, sono stati registrati

13.825 arrivi, equivalenti al 3,5% in più, mentre le presenze, 60.847, hanno segnato il 2,6% in meno rispetto

alla stagione di confronto.

Il soggiorno in queste strutture è di 4,4 giornate, un valore decisamente inferiore alla media del comparto.

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REPORT | dicembre 2005 | 237 |

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REPORT | dicembre 2005 | 238 |

Toscana L’inverno 2003/04 è stato caratterizzato da un vero successo e pensare che l’inverno successivo, quello in

esame, ripetesse le stesse performance era davvero azzardato: la Toscana ha comunque confermato

nettamente le sue posizioni, dal momento che con 74.907 arrivi ritocca il valore precedente di un +0,7%,

mentre le quasi 364mila presenze segnano un aumento dell’1,3%. Il soggiorno è mediamente di 4,9

pernottamenti, un valore apprezzabile, superiore alla media, che è di 4,4 giornate.

Negli alberghi trentini i toscani hanno registrato, con 68.464 arrivi, uno 0,4% in meno, mentre le presenze,

326.587, sono praticamente identiche alla stagione precedente. La permanenza media nelle aziende

alberghiere è di 4,8 giorni, un valore più che discreto.

Nelle strutture ricettive complementari i percentualmente pochi arrivi sono 6.443, peraltro il 13,8% in più,

mentre le presenze, 37.249, sono il 14,8% superiori, incrementi davvero interessanti che fanno ben sperare

per questo tipo di strutture dell’ospitalità. Il soggiorno nella ricettività complementare è mediamente di 5,8

giornate, un valore appena superiore alla media provinciale del comparto.

Umbria Dopo le straordinarie crescite della stagione invernale precedente, il flusso turistico proveniente da questa

piccola regione dell’Italia centrale segna, con 21mila arrivi, una sostanziale conferma dei valori precedenti, si

tratta infatti di una contrazione percentuale dello 0,4%; le presenze, oltre 118mila, crescono invece del 4,4%,

un valore non trascurabile, soprattutto in considerazione degli incrementi a cui si accennava. La permanenza

media degli ospiti umbri durante l’inverno è di 5,6 giornate, un valore interessante, sensibilmente superiore

alla media.

Negli alberghi gli arrivi, 18.775, corrispondono ad una variazione minima, si tratta dello 0,1% in più, mentre le

presenze, 102.568, sono il 4,8% in più della stagione precedente. Il soggiorno invernale degli ospiti umbri

negli alberghi trentini dura mediamente 5,5 pernottamenti, un buon valore. Nelle strutture complementari gli

arrivi sono soltanto 2.249, peraltro anche in calo del 4,9%, mentre le presenze, 15.709, corrispondono

all’1,8% in più. La durata del soggiorno è davvero interessante, si tratta di 7,0 pernottamenti.

Marche L’inverno precedente a quello in esame era stato davvero premiante per il Trentino turistico, con i flussi

marchigiani in decisa crescita: quello successivo, qui in esame, ha registrato invece valori appena inferiori,

un fenomeno per certi versi non troppo preoccupante. Gli arrivi, 45.518, sono l’1,0% in meno, mentre le

presenze, meno di 212mila, sono l’1,5% in calo rispetto alla stagione di confronto. La permanenza media è

di 4,7 giornate, un valore appena superiore a quello medio provinciale.

Negli alberghi trentini gli arrivi dalle Marche si sono fermati a 40.692, il 3,5% in meno, mentre, con meno di

184mila presenze, il calo di queste ultime è stato del 5,8%. La permanenza media negli alberghi è di 4,5

giornate, un valore di poco superiore alla media del settore.

Nel complementare gli arrivi sono stati 4.826, addirittura il 27,0% in più della stagione precedente, mentre le

presenze, che sfiorano le 28mila, sono addirittura il 39,5% in più: si tratta di una crescita che, se riguarda un

comparto poco frequentato dagli ospiti marchigiani, esprime però valori in espansione fortissima.

Il soggiorno nella ricettività complementare viene ad essere così di 5,8 pernottamenti, un valore appena

sopra la media del comparto.

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REPORT | dicembre 2005 | 239 |

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REPORT | dicembre 2005 | 240 |

Lazio Dopo le discrete crescite registrate nell’inverno ’03-’04, il flusso turistico proveniente dal Lazio, in assoluto

davvero notevole, dà al Trentino ancora un’occasione di soddisfazione, visto che prosegue la sua crescita, in

questo caso con un +2,8% negli arrivi, poco meno di 97mila e quasi 590mila presenze, il 2,5% in più

dell’inverno precedente. Il soggiorno in Trentino dura mediamente 6,1 giornate, un ottimo valore.

Negli alberghi, forma di ospitalità ampiamente preferita dagli ospiti provenienti da questa regione, si

registrano oltre 90mila arrivi, per un aumento del 2,5%, mentre le presenze, oltre 545mila, crescono di un

quasi analogo 2,8%. Il soggiorno dura in questo caso 6,0 pernottamenti, un valore molto positivo.

La ricettività complementare, peraltro non molto frequentata da coloro che provengono dal Lazio, con 6.652

arrivi segna un aumento del 6,0%, mentre le presenze, 44.383, corrispondono ad una flessione dell’1,1%

rispetto alla stagione di raffronto. La permanenza media nel settore ricettivo complementare è di 6,7

giornate, un valore sensibilmente superiore alla media provinciale.

Abruzzo L’inverno ’03-’04 aveva segnato buone crescite dei turisti abruzzesi in Trentino, ma la stagione successiva,

quella in esame, si segnala invece per decrementi non indifferenti: gli arrivi, 11.100, perdono il 4,5%, mentre

le presenze, meno 58mila, scendono del 6,8% rispetto all’inverno precedente. La permanenza è

mediamente di 5,2 giornate, un valore superiore a quello medio di riferimento.

Gli alberghi, di gran lunga preferiti dal pubblico abruzzese tra i vari tipi di alloggio, registrano 10.347 arrivi,

corrispondenti ad un calo del 6,3%, mentre le presenze, oltre 52mila, perdono un più pesante 8,4%. Il

soggiorno negli alberghi segnala una media di 5,0 pernottamenti, valore superiore alla media.

Nell’ospitalità complementare i pochi arrivi, si tratta nell’inverno in esame di soli 753, crescono peraltro del

29,2%, mentre le presenze, 5.691, salgono dell’11,7%. Come si può vedere la sostanza del movimento ma

anche l’origine della flessione è situata nell’ospitalità alberghiera. La permanenza media è di 7,6 giornate, un

valore elevato.

Molise Dopo i cali dell’inverno 2003/04, il piccolo flusso turistico proveniente dal Molise mostra segnali netti di

ripresa: gli arrivi salgono del 9,2%, peraltro sono in totale 1.596, mentre le presenze, 8.406, registrano il

7,0% in più. La permanenza media degli ospiti molisani durante l’inverno è di 5,3 giornate, un valore

superiore alla media ma non particolarmente elevato, considerata la distanza non indifferente affrontata da

questi turisti per raggiungere il Trentino.

Gli alberghi accolgono quasi interamente il flusso turistico proveniente da questa regione: si tratta di 1.500

arrivi, peraltro il 21,8% in più, mentre le presenze sono quasi 8mila, il 22,6% oltre il valore dell’inverno di

raffronto. La durata della vacanza è negli alberghi di 5,3 pernottamenti, un valore superiore alla media del

comparto.

L’esiguo movimento nel comparto ricettivo complementare vede soltanto 96 arrivi, corrispondenti ad un crollo

del 58,1%, mentre le presenze, 433, sono addirittura il 67,9% in meno. La permanenza media è di 4,5

giornate, un valore ridotto.

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REPORT | dicembre 2005 | 241 |

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REPORT | dicembre 2005 | 242 |

Campania La Campania, cresciuta durante la stagione precedente a quella in esame negli arrivi ma non nelle

presenze, nell’inverno 2004/05 totalizza 22.189 arrivi, l’1,1% in più, mentre le presenze oltre 127mila,

corrispondono ad un aumento del 5,6%. La permanenza media è interessante, si tratta di 5,7 giornate.

Negli alberghi del Trentino gli ospiti campani crescono di un modesto 1,3%, arrivando ad un valore di

19.636, mentre le presenze salgono molto di più, si tratta del +9,3%, un valore che le porta ad un totale di

107.481. Il soggiorno degli ospiti campani negli alberghi dura mediamente 5,5 pernottamenti, un valore

interessante.

Nella ricettività complementare gli arrivi sono 2.553, un valore contenuto che in sostanza ricalca quello della

stagione invernale precedente, si tratta infatti di una variazione dello 0,1% in più, mentre le presenze,

19.596, scendono di un non indifferente 11,1%. La permanenza media è elevata, si tratta di ben 7,7

pernottamenti.

Puglia La Puglia era reduce da una stagione invernale interlocutoria rispetto al Trentino, con un contenuto

incremento degli arrivi, +2,8% ed una ancor più contenuta flessione delle presenze, -1,6%. La stagione

invernale 2004/05 prosegue, in un certo senso, questa situazione di stallo, ma con crescite e cali invertiti: gli

arrivi, poco meno di 24mila, perdono l’1,4%, mentre le presenze, 153mila, crescono dell’1,8%. Il soggiorno

dura mediamente 6,4 pernottamenti, un valore decisamente interessante.

Negli alberghi gli arrivi pugliesi si fermano a 21.243, si tratta del 2,7% in meno, mentre le presenze, 129.380,

sono l’1,9% in più della stagione invernale precedente. La permanenza media nelle strutture alberghiere è di

6,1 giornate, si tratta quindi di una durata della vacanza molto superiore alla media.

Nell’ospitalità complementare gli arrivi sono stati 2.710, un valore contenuto ma in brillante crescita, si tratta

infatti del 10,1% in più al confronto con l’inverno precedente, mentre le presenze, 23.637, sono cresciute

soltanto dell’1,3%. Il soggiorno in queste strutture dura mediamente 8,7 giornate, un valore molto positivo.

Basilicata Il piccolo bacino di utenza lucana aveva registrato nell’inverno ’03-’04 un’interessante crescita, si trattava del

5,2% in più negli arrivi e di un notevole 16,8% in più nelle presenze. Nell’inverno successivo, quello in

esame, la situazione si mostra assai particolare: gli arrivi, peraltro soltanto 2.655, si impennano con un

+25,1%, mentre le presenze, 13.453, scendono del 5,7%. Le dimensioni molto contenute di questa regione

rendono comunque delicata ogni interpretazione. La permanenza media non è molto interessante,

considerato che normalmente le regioni del sud registrano valori molto elevati: in questo caso si tratta di 5,1

giornate.

Negli alberghi, che raccolgono quasi tutto il movimento proveniente dalla Basilicata, con 2.504 arrivi si

supera il valore precedente del 23,4%, mentre le presenze, 12.686, scendono del 3,2%. Il soggiorno dura

mediamente 5,1 giornate, un valore, come si diceva anche sopra, un po’ deludente, nell’ottica della

permanenza media della clientela meridionale.

Nel complementare si registrano soltanto 151 arrivi, peraltro il 62,4% in più, mentre le presenze, 767,

scendono del 33,6%, contribuendo alla singolarità dei valori finali sopra esposti. La permanenza media è di

5,1 giornate.

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REPORT | dicembre 2005 | 243 |

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REPORT | dicembre 2005 | 244 |

Calabria Dopo un inverno di crescita apprezzabile, il flusso turistico proveniente dalla Calabria registra nell’inverno

trentino 2004/05 un brusco calo: si tratta del 15,9% in meno negli arrivi, che si fermano a 6.683, mentre le

presenze, 37.745, perdono un quasi altrettanto pesante 14,3% rispetto alla stagione precedente. La vacanza

dura mediamente 5,6 giornate, un valore sopra la media, ma inferiore ad altri registrati con il bacino

meridionale dal Trentino.

Negli alberghi, alloggio di gran lunga preferito dai vacanzieri calabresi, si raggiungono i 6.077 arrivi,

corrispondenti ad un calo del 15,3%, mentre le presenze, 33mila, sono il 15,5% in meno dell’inverno

precedente. Il soggiorno è mediamente di 5,4 giornate, quindi sopra la media.

Nella ricettività complementare gli arrivi, peraltro pochi, sono 606, corrispondono ad un calo del 20,9%,

mentre le presenze, 4.712, perdono un più contenuto 4,7%. Mediamente il soggiorno in questo comparto

dell’ospitalità dura 7,8 pernottamenti, un valore elevato.

Sicilia Reduce da una brillante crescita negli arrivi, il flusso siciliano in Trentino ha registrato nell’inverno in esame

un contenuto calo: si tratta dell’1,7% negli arrivi, 12.671, mentre le presenze, 86.390, sono aumentate del

4,8%. Sono andamenti un poco controversi, ma questa regione rappresenta per il Trentino invernale uno dei

migliori bacini di utenza dell’Italia meridionale. La permanenza media è di 6,8 pernottamenti, un valore

decisamente interessante.

Negli alberghi, dove si raccoglie la gran parte del movimento siciliano, gli arrivi sono 11.225, pari ad una

variazione dello 0,8% in più, mentre le presenze, 66.619, salgono di un apprezzabile 4,6% rispetto alla

stagione invernale di confronto. Il soggiorno in queste strutture dura mediamente 5,9 giornate, un valore

decisamente superiore alla media del settore.

Nel comparto ad ospitalità complementare si registra un modesto e contraddittorio movimento: gli arrivi,

1.446, perdono un pesante 17,4%, mentre le presenze, 19.771, salgono del 5,8%. La permanenza media dei

siciliani in questo tipo di strutture ricettive dura 13,7 giornate, un valore davvero eccezionale.

Sardegna Questa regione, che nell’inverno ’03-’04 aveva registrato crescite vivaci, chiude l’inverno in esame con valori

interlocutori, dal momento che gli arrivi, 6.795, si attestano su un incremento dello 0,8%, mentre le presenze

si fermano su un valore, 40.616, che corrisponde ad un calo contenuto all’1,8%. La permanenza media è di

6,0 giornate, un valore decisamente apprezzabile, abbondantemente sopra la media.

Negli alberghi, che accolgono quasi tutto il movimento proveniente da questa regione, gli arrivi sono 6.400, il

3,3% in più, mentre le presenze, 37.724, registrano un incremento del 2,9%. Queste strutture dell’ospitalità

trentina hanno dunque successo, seppur con dati di crescita contenuta, anche durante l’inverno 2004/05. Il

soggiorno negli alberghi è mediamente di 5,9 giornate, un buon valore.

Nel comparto complementare si registrano soltanto 395 arrivi, peraltro in calo del 28,2%, mentre le

presenze, 2.892, precipitano addirittura del 38,4%, spiegando così interamente il calo sul valore complessivo

prima esposto. Il soggiorno in queste strutture dura mediamente 7,3 giornate, un valore superiore alla media.

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REPORT | dicembre 2005 | 245 |

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REPORT | dicembre 2005 | 246 |

Tab. 34: Movimento turistico certificato regioni italiane – semestre invernale 2004-05 Regione arrivi diff. var % presenze diff. var % perm.

Piemonte 28.341 1.215 4,5 107.147 97 0,1 3,8

Valle d'Aosta 908 16 1,8 2.568 105 4,3 2,8

Lombardia 178.636 5.644 3,3 654.297 15.276 2,4 3,7

Trentino 17.460 -1.219 -6,5 74.181 1.395 1,9 4,2

Alto Adige 6.314 -25 -0,4 20.694 1.442 7,5 3,3

Veneto 113.406 -592 -0,5 383.645 -2.815 -0,7 3,4

Friuli Venezia Giulia 14.493 -922 -6,0 54.972 -2.995 -5,2 3,8

Liguria 30.303 201 0,7 172.723 3.627 2,1 5,7

Emilia Romagna 147.205 -2.572 -1,7 547.300 -511 -0,1 3,7

Toscana 74.907 514 0,7 363.836 4.640 1,3 4,9

Umbria 21.024 -93 -0,4 118.277 4.990 4,4 5,6

Marche 45.518 -438 -1,0 211.734 -3.296 -1,5 4,7

Lazio 96.778 2.613 2,8 589.605 14.291 2,5 6,1

Abruzzo 11.100 -520 -4,5 57.782 -4.193 -6,8 5,2

Molise 1.596 135 9,2 8.406 552 7,0 5,3

Campania 22.189 249 1,1 127.077 6.724 5,6 5,7

Puglia 23.953 -341 -1,4 153.017 2.777 1,8 6,4

Basilicata 2.655 533 25,1 13.453 -807 -5,7 5,1

Calabria 6.683 -1.259 -15,9 37.745 -6.297 -14,3 5,6

Sicilia 12.671 -217 -1,7 86.390 3.993 4,8 6,8

Sardegna 6.795 51 0,8 40.616 -752 -1,8 6,0

movim. italiano non specificato 7.255 308 4,4 27.195 831 3,2 3,7

TOTALE CERTIFICATO 870.190 3.281 0,4 3.852.660 39.074 1,0 4,4

Stime all. privati e seconde case 698.810 1.133 0,2 4.788.330 -7.242 -0,2 6,9

Totale generale 1.569.000 4.414 0,3 8.640.990 31.832 0,4 5,5

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 247 |

Grafico 68: Arrivi invernali certificati per regione italiana di provenienza

Semestre invernale 2004/05: arrivi certificati per regione italiana

Lombardia20%

Emilia Romagna17% Veneto

13%

Lazio11%

Toscana9%

Trentino2%

Umbria2% Campania

3%Puglia

3%

Piemonte3%

Liguria4%

M arche5%Friuli V. G.

2%

altri 6%

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

Grafico 69 Presenze invernali certificate per regione italiana di provenienza

Semestre invernale 2004/05: presenze certificate per regione italiana

Lazio15%

Emilia Romagna14%

Veneto10%

Toscana10%

M arche6%Liguria

5%Puglia

4%Campania

3%

Trentino2% Sicilia

2%

altri6%

Piemonte3%

Umbria3%

Lombardia17%

fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.

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REPORT | dicembre 2005 | 248 |

Finito di stampare presso Esperia s.r.l. per conto di Casa Editrice Provincia Autonoma di Trento

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REPORT

Bollettino di documentazione su tematiche turistiche a cura Osservatorio Provinciale per il Turismo della Provincia Autonoma di Trento

_________________________________________________________________________ Gruppo di lavoro dell’Osservatorio provinciale per il Turismo – Servizio Turismo – PAT Gianfranco Betta Irene Bertagnolli Beatrice Bonfanti Marco Franceschini Paolo Maccagnan Annamaria Sievers Lorenza Tomaselli Gabriele Turri Lina Uccia Stampato nel mese di dicembre presso Esperia s.r.l. Si autorizza la riproduzione, parziale o totale del presente volume con la corretta citazione della fonte.

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Collana “Report” 1. La stagione turistica invernale 2003/04 in Trentino, 188 pagine, marzo 2005

2. Guida per i gestori di B&B, 148 pagine, aprile 2005

3. La stagione turistica estiva 2004 in Trentino, 216 pagine, giugno 2005

4. Analisi e approfondimenti per la predisposizione delle Linee Guida per la politica turistica in Trentino, 252 pagine, agosto 2005

5. Vacanza Natura in Trentino – Aspettative e comportamenti di turisti e operatori nel Parco Naturale Adamello Brenta, 152 pagine, ottobre 2005

6. Vacanza Benessere in Trentino – Un’indagine sulla soddisfazione del cliente, 80 pagine,

novembre 2005

7. Vacanza Cultura in Trentino – Un’indagine sui visitatori dei musei, 80 pagine, novembre 2005

8. Il Trentino turistico e i suoi territori. Un’analisi quantitativa, 558 pagine, novembre 2005

9. La stagione turistica invernale 2004/05 in Trentino, 248 pagine, dicembre 2005


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