PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Osservatorio Provinciale per il Turismo
La stagione turistica invernale 2004/05
in Trentino
Redazione testi Gianfranco Betta (a cura di): capp. 2, 5, 6, 7 Marco Franceschini: capp. 1 e Allegati Lorenza Tomaselli: capp. 3 e 4 Progetto grafico Asteria Editing Annamaria Sievers Lorenza Tomaselli Gabriele Turri
Premessa La stagione turistica invernale 2004/05 in Trentino si è chiusa positivamente, evidenziando una
crescita di arrivi e presenze nelle strutture ricettive: oltre 5.800.000 pernottamenti negli alberghi e nel
comparto ricettivo complementare, cui si aggiungono circa 5 milioni di presenze stimate negli alloggi
privati e nelle seconde case.
Il Trentino invernale rappresenta nell’immaginario italiano “la settimana bianca” per eccellenza, una
destinazione preferita dal pubblico nazionale ma anche con una quota significativa di domanda
turistica europea, con consensi crescenti in aree emergenti, a cominciare dai Paesi dell’Est Europa.
Pur prevalendo largamente la componente italiana, con un periodo medio di permanenza tra i quattro
e i cinque giorni, i turisti stranieri rappresentano quasi un terzo del totale, con permanenze medie di
poco superiori ai cinque giorni.
I turisti italiani provengono per la maggior parte da tre bacini fondamentali. In primo luogo dalla
Lombardia, che presenta ancora buone prospettive di crescita. In secondo luogo dal Lazio e quindi
dalle regioni del Nord Est, con l’Emilia Romagna in testa. Ma flussi in costante crescita si registrano
anche dalle Regioni del Nord Ovest e dalle regioni del Centro Italia, soprattutto dalla Toscana.
Per quanto riguarda i mercati esteri, va evidenziato come la Germania conservi di gran lunga il
primato tra i mercati esteri del Trentino invernale (su questo mercato il Rapporto dell’Osservatorio
presenta uno specifico approfondimento). Scendono anche altri mercati storici come il Belgio, l’Olanda
e l’Austria. Emergono invece con grande evidenza la Polonia e la Repubblica Ceca, ma anche,
seppur ad una grande distanza, Slovenia, Croazia e perfino la più lontana Russia.
C’è da registrare il buon successo del Trentino invernale anche sui mercati del Regno Unito e
dell’Irlanda, per la maggior parte interessati da un turismo intermediato.
Valle di Fassa e Val di Sole, ma soprattutto Fiemme, sono gli ambiti dove le presenze straniere si
concentrano, a differenza di Campiglio e Rendena dove prevale nettamente la componente nazionale.
La situazione invernale del Trentino appare dunque complessivamente positiva.
Questo non toglie però la consapevolezza di dover porre una costante attenzione ad aspetti di vario
genere: da quelli strutturali, al confronto competitivo con altre realtà, alla minore propensione alla
spesa degli ospiti, ad alcuni nodi che riguardano la viabilità sia nei centri abitati che sulle strade di
accesso alle località turistiche.
Sebbene le ricerche e le indagini di mercato evidenzino una tendenza nazionale in calo verso la
pratica dello sci, la situazione e l’analisi dei molti dati disponibili inerenti gli inverni turistici trentini non
sembra andare nella medesima direzione. Importante è comunque considerare l’insieme dei
vacanzieri invernali che frequentano il Trentino non come un gruppo omogeneo, garantendo ad
ognuno soddisfazione ai propri bisogni e aspettative, in quanto non tutti sono sciatori, anche se
costoro rappresentano la stragrande maggioranza di chi frequenta il Trentino d’inverno.
Diversi sono i comportamenti di chi scia: si va da un approccio quasi agonistico alle sciate tranquille,
che impegnano solo una parte della propria giornata di vacanza.
Tra coloro che non praticano lo sci alpino, si trovano turisti attivi (sia in forma moderata e che
praticano passeggiate ed escursioni sulla neve con o senza ciaspole o lo sci di fondo; che con
modalità più intense, amanti dello sci alpinismo o dell’ice climbing); ma anche turisti che prediligono
vacanze più riposanti e che non disdegnano di apprezzare cultura, arte, enogastronomia, o momenti
di wellness e benessere in strutture ricettive attrezzate allo scopo.
Il prodotto trentino invernale dovrà quindi sempre più sapersi caratterizzare per un’offerta ricca ed
integrata, capace di soddisfare le molteplici esigenze di una clientela molto variegata al proprio
interno.
Il Rapporto dell’Osservatorio che qui viene presentato contiene altri approfondimenti e affronta una
serie di altre tematiche connesse al turismo invernale.
In primo luogo una comparazione con alcune destinazioni competitor del Trentino (Alto Adige, Tirolo,
e Comprensorio montano veneto) con le quali (soprattutto con Alto Adige e Veneto) è peraltro
necessario trovare opportune forme di collaborazione e cooperazione, peraltro già in atto in ambito
privato, basti pensare all’esperienza di Dolomiti Superski.
Un approfondimento specifico, oltre che al mercato tedesco è dedicato anche al mercato italiano, dal
quale emerge come, agli occhi dei turisti italiani effettivi e potenziali, il Trentino sia caratterizzato dal
prodotto neve e dalla stagione invernale, che risultano più importanti della stessa stagione estiva.
Gli italiani che vanno in vacanza scelgono soprattutto l’estate; chi va in montagna pure; chi invece
viene in Trentino è più numeroso in inverno che in estate, anche se la permanenza estiva è più lunga
di quella invernale.
Un altro capitolo riporta i principali risultati riguardanti una ricerca condotta sui maestri di sci, sulle
competenze ad essi richieste e sui loro fabbisogni formativi. Sono oltre 2.000 i maestri di sci praticanti
in Trentino e rappresentano quindi una componente importante dell’offerta invernale, uno dei primi
interlocutori che l’ospite incontra nella sua vacanza.
Un approfondimento è dedicato anche alla proposta di pacchetti e al turismo intermediato, in costante
crescita negli ultimi anni.
Tiziano Mellarini Assessore all’agricoltura, commercio e turismo
Provincia Autonoma di Trento
REPORT | dicembre 2005 | 5 |
PREMESSA ............................................................................................................................................ 2 1. L’INVERNO TURISTICO IN TRENTINO.................................................................... 11
1.1 Italiani e stranieri in Trentino, durante la stagione invernale. Tipologie ricettive e
permanenze ................................................................................................................. 12 1.2 Alcune considerazioni sul movimento turistico proveniente dalle regioni italiane . 13 1.3 Alcune considerazioni sull’andamento dei mercati esteri del Trentino invernale .. 18
1.3.1 Gli ospiti stranieri, nei vari ambiti................................................................... 19 1.4 Il peso della componente straniera per ambito...................................................... 23 1.5 Un approfondimento. Germania, un mercato speciale.......................................... 27
1.5.1 Sviluppi e tendenze del mercato tedesco...................................................... 27 1.5.2 I turisti tedeschi in Trentino............................................................................ 29 1.5.3 Le vacanze del turista tedesco nel nord Italia e nelle Alpi ............................ 32 1.5.4 Le conclusioni della ricerca N.I.T. in merito al comportamento turistico dei
tedeschi .................................................................................................................. 33 1.6 Ma che accade negli ambiti? ................................................................................. 34
1.6.1 Le città, la loro cultura e i loro monti.............................................................. 34 1.6.2. I giganti bianchi............................................................................................. 34 1.6.3 San Martino ed il Primiero nel mezzo............................................................ 34 1.6.4 I “pesi medi” al massimo................................................................................ 35 1.6.5 Le cento altre situazioni................................................................................. 35 1.6.6 Qualche considerazione in merito alla durata del soggiorno nei vari ambiti . 36
2. LA SPESA DEI TURISTI NELLA STAGIONE INVERNALE 2004-2005 IN PROVINCIA DI TRENTO ............................................................................................... 39
2.1 Spesa media giornaliera e composizione del paniere di spesa ............................ 39 2.2 Una quantificazione della spesa totale .................................................................. 42
3. LA STAGIONE INVERNALE 2004/05 IN ITALIA E PRESSO ALCUNI COMPETITOR................................................................................................................ 45
3.1 Italia ....................................................................................................................... 45 3.2 Alto Adige............................................................................................................... 45 3.3 Tirolo ...................................................................................................................... 47 3.4 Comparto Montano Veneto.................................................................................... 48 3.5 Valle d’Aosta.......................................................................................................... 49 3.6 L’andamento dei mercati europei occidentali ed orientali in Trentino, Alto Adige e
Tirolo nell’inverno 2004/05........................................................................................... 51 3.6.1 Mercati Europa occidentale ........................................................................... 51 3.6.2 Mercati Europa Orientale............................................................................... 52 3.6.3 Mercato Italia ................................................................................................. 54 3.6.4 Alcune considerazioni di sintesi..................................................................... 54
SOMMARIO
REPORT | dicembre 2005 | 6 |
4. STAGIONE INVERNALE 2004/05 E IMPIANTI DI RISALITA .................................. 57 4.1 Il prodotto neve: caratteristiche e utilizzo delle piste ............................................. 57 4.2 Impianti di risalita e ricettività................................................................................. 64 4.3 Impianti di risalita e ricettività................................................................................. 68 4.4 Utilizzo effettivo degli impianti di risalita. ............................................................... 70
5. COMPETENZE E FABBISOGNI FORMATIVI DEI MAESTRI DI SCI....................... 73 5.1 La ricerca. Gli obiettivi ........................................................................................... 74 5.2 Il metodo ................................................................................................................ 75 5.3 Risultati dell’indagine ............................................................................................. 76 5.4 Discussione e conclusioni...................................................................................... 88
6. UNA RICERCA EURISKO SUL TRENTINO E LE SUE POTENZIALITÀ TURISTICHE .................................................................................................................. 91 7. TURISMO INTERMEDIATO NELLA STAGIONE INVERNALE IN TRENTINO...... 105
7.1. Il pacchetto turistico organizzato ........................................................................ 105 7.1.1 Turismo intermediato in Trentino................................................................. 106
7.2 Pacchetti turistici nella stagione invernale 2004/05............................................. 109 7.2.1 Raccolta dati e catalogazione...................................................................... 110
7.3 Analisi dei dati raccolti ......................................................................................... 110 7.3.1 Oscillazione di prezzo dei pacchetti turistici ................................................ 112 7.3.2 Alcuni dati dei pacchetti turistici venduti in Trentino.................................... 114
ALLEGATI................................................................................................................................................. TABELLE AGGIORNAMENTO DATI, GRAFICI DI RIEPILOGO E COMMENTI.............................. 117 ALLEGATO I............................................................................................................................................. TABELLE AGGIORNAMENTO DATI, GRAFICI DI RIEPILOGO E COMMENTI.................................... MOVIMENTO TURISTICO SEMESTRE INVERNALE 2004-05 – TOTALE PROVINCIALE............. 119 ALLEGATO II ............................................................................................................................................ TABELLE AGGIORNAMENTO DATI, GRAFICI DI RIEPILOGO E COMMENTI.................................... MOVIMENTO TURISTICO SEMESTRE INVERNALE 2004-05 PER AMBITO................................. 127 ALLEGATO III ........................................................................................................................................... TABELLE AGGIORNAMENTO DATI, GRAFICI DI RIEPILOGO E COMMENTI.................................... MOVIMENTO TURISTICO SEMESTRE INVERNALE 2004-05 PER STATO ESTERO ................... 179 ALLEGATO IV .......................................................................................................................................... TABELLE AGGIORNAMENTO DATI, GRAFICI DI RIEPILOGO E COMMENTI.................................... MOVIMENTO TURISTICO SEMESTRE INVERNALE 2004-05 PER REGIONE ITALIANA............. 229
REPORT | dicembre 2005 | 7 |
Grafico 1: Composizione del “paniere” della spesa turistica invernale in Trentino nella stagione
1999/00 e 2004/05........................................................................................................................ 40 Grafico 2: Composizione del “paniere” della spesa turistica invernale in Trentino nella stagione
1999/00 e 2004/05........................................................................................................................ 40 Grafico 3: Distribuzione campione per aree individuate........................................................................ 75 Grafico 4: Classi di età .......................................................................................................................... 77 Grafico 5: Titolo di studio....................................................................................................................... 77 Grafico 6: Specializzazione posseduta ................................................................................................. 77 Grafico 7: Altra occupazione svolta....................................................................................................... 77 Grafico 8: Ripartizione reddito conseguito fra attività di maestro e altre attività eventualmente svolte 78 Grafico 9: Tipologia dell’occupazione svolta ......................................................................................... 78 Grafico 10: Difficoltà riscontrate nella gestione di altra occupazione.................................................... 78 Grafico 11: Ripartizione tempo insegnamento ...................................................................................... 78 Grafico 12: Importanza assegnata alle capacità operative ................................................................... 79 Grafico 13: Importanza assegnata alle capacità didattiche................................................................... 79 Grafico 14: Ripartizione importanza competenze ................................................................................. 80 Grafico 15: Differenze maestro sci e agonista professionista ............................................................... 80 Grafico 16: Ripartizione tempo lavoro tra scuola di sci e libera professione ........................................ 80 Grafico 17: Identificazione con l’immagine corrente del maestro di sci ................................................ 80 Grafico 18: Scostamento dall’immagine corrente del maestro di sci .................................................... 81 Grafico 19: Influenza dell’immagine corrente del maestro di sci........................................................... 81 Grafico 20: Aggiornamento come opportunità di sviluppo .................................................................... 81 Grafico 21: Interesse verso l’ aggiornamento........................................................................................ 81 Grafico 22: Importanza dell’aggiornamento .......................................................................................... 82 Grafico 23: Acquisizione capacità soggettive........................................................................................ 83 Grafico 24: Capacità soggettive versus capacità tecniche.................................................................... 83 Grafico 25: Eventi critici......................................................................................................................... 83 Grafico 26: Si sono avuti modelli di riferimento..................................................................................... 84 Grafico 27: La scelta professionale di maestro di sci è stata influenzata ............................................. 84 Grafico 28: Situazione di stanchezza .................................................................................................... 85 Grafico 29: Cooperazione difficile con i colleghi ................................................................................... 86 Grafico 30: Autovalutazione come maestro di sci ................................................................................. 86 Grafico 31: Calo valutazione sociale professione ................................................................................. 86 Grafico 32: Un professionista deve dare ............................................................................................... 86 Grafico 33: Come dovrebbe comportarsi un maestro di sci professionista........................................... 87 Grafico 36: E’ importante conoscere tutte le esigenze del cliente? ...................................................... 87 Grafico 37: Le vacanze di almeno 7 gg – il peso dell’estate e dell’inverno........................................... 91
INDICE DELLE FIGURE
REPORT | dicembre 2005 | 8 |
Grafico 38: I bisogni ed i desideri della vacanza: analisi dei target ...................................................... 93 Grafico 39: I principali motivi di scelta del soggiorno in Trentino – estate e inverno ............................ 93 Grafico 40: Le principali ragioni ostative all’andare in montagna in inverno ......................................... 94 Grafico 41: Le principali ragioni ostative all’andare in montagna in estate ........................................... 95 Grafico 42: La desiderabilità media delle diverse località di vacanza: frequenza Trentino .................. 96 Grafico 43: Il profilo d’immagine della montagna d’inverno visto dai vari target ................................... 96 Grafico 44: Il profilo d’immagine della montagna d’inverno visto dai vari target ................................... 97 Grafico 45: Il profilo d’immagine della montagna d’estate visto dai vari target ..................................... 98 Grafico 46: Il profilo d’immagine della montagna d’estate visto dai vari target ..................................... 99 Grafico 47: Il profilo d’immagine del mare visto dai vari target ............................................................. 99 Grafico 48: Il profilo d’immagine del mare visto dai vari target ........................................................... 100 Grafico 49: La desiderabilità media delle diverse località montane delle principali regioni-nazioni:
campione frequentatori Trentino................................................................................................. 101 Grafico 50: Il profilo d’immagine del Trentino visto dai vari target ...................................................... 101 Grafico 51: Il profilo d’immagine del Trentino visto dai vari target ...................................................... 102 Grafico 52: Il profilo d’immagine dell’Alto Adige visto dai vari target .................................................. 102 Grafico 53: Il profilo d’immagine dell’Alto Adige visto dai vari target .................................................. 103 Grafico 54: Il profilo d’immagine della Valle d’Aosta visto dai vari target............................................ 103 Grafico 55: Il profilo d’immagine della Valle d’Aosta visto dai vari target............................................ 104 Grafico 56: Le attività che spingerebbero a fare una vacanza in Trentino.......................................... 104 Grafico 57: Distribuzione percentuale posti letto alberghieri per categoria......................................... 108 Grafico 58: Serie storica arrivi turistici invernali in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05) ..... 122 Grafico 59: Serie storica presenze turistiche invernali in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05)
.................................................................................................................................................... 122 Grafico 60: Serie storica arrivi turistici invernali in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -2004/05)
.................................................................................................................................................... 123 Grafico 61: Serie storica presenze turistiche invernali in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -
2004/05)...................................................................................................................................... 123 Grafico 62: Serie storica permanenza media invernale in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -
2004/05)...................................................................................................................................... 124 Grafico 63: Serie storica permanenza media invernale in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05)
.................................................................................................................................................... 124 Grafico 64: Arrivi certificati per ambito ................................................................................................ 177 Grafico 65: Presenze certificate per ambito ........................................................................................ 177 Grafico 66: Arrivi certificati per stato estero ........................................................................................ 227 Grafico 67: Presenze certificate per stato estero ................................................................................ 227 Grafico 68: Arrivi invernali certificati per regione italiana di provenienza............................................ 247 Grafico 69 Presenze invernali certificate per regione italiana di provenienza .................................. 247
REPORT | dicembre 2005 | 9 |
Tab 1: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di percentuale) – solo movimento
certificato....................................................................................................................................... 24 Tab. 2: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di presenze straniere) – solo
movimento certificato.................................................................................................................... 24 Tab. 3: Spesa media giornaliera pro-capite .......................................................................................... 39 Tab. 4: Spesa media giornaliera pro-capite per tipo d'alloggio ............................................................. 41 Tab. 5: Spesa media giornaliera pro-capite per tipo d'alloggio: composizione percentuale ................. 41 Tab. 6: Stima della spesa totale per tipologia ricettiva.......................................................................... 43 Tab. 7: Arrivi e presenze invernali in Alto Adige per nazione di provenienza ....................................... 45 Tab. 8: Arrivi e presenze invernali in Tirolo per nazione di provenienza .............................................. 47 Tab. 9: Presenze mercati europei occidentali – semestre invernale 2004/05 ...................................... 51 Tab. 10: Presenze mercati europei orientali – semestre invernale 2004/05......................................... 53 Tab. 11: Incrementi assoluti flussi provenienti dai Paesi dell’Est (2001/02-2004/05)........................... 53 Tab. 12: Mercato Italia semestre invernale 2004/05 ............................................................................. 55 Tab. 13: Sciatori sulle piste ................................................................................................................... 57 Tab. 15: Rapporto tra biglietti per frazione di giornata e biglietti giornalieri .......................................... 59 Tab. 16: Prodotto neve: rapporto tra abbonamenti settimanali e giornalieri (da 2000/01 a 2004/05)... 60 Tab. 17: Prodotto neve: rapporto tra plurigiornalieri e abbonamenti settimanali .................................. 61 Tab. 18: Numero di skipass settimanali (6 o 7 giorni) venduti mensilmente......................................... 62 Tab. 19: Rapporto mensile tra settimanali e giornalieri – stagione 2004/05 – valori percentuali.......... 63 Tab. 20: Prodotto neve: un quadro di sintesi......................................................................................... 63 Tab. 21: Stagione invernale 2004/05: dati sull’accesso agli impianti .................................................... 65 Tab. 22: Portata oraria impianti di risalita e numero di letti per ambito turistico ................................... 68 Tab. 23: Rapporto tra portata oraria impianti di risalita e numero letti per ambito turistico .................. 69 Tab. 24: Tasso di utilizzo effettivo impianti di risalita ............................................................................ 70 Tab. 25: Dati per campionamento ......................................................................................................... 75 Tab. 26: Dati per campionamento ....................................................................................................... 108 Tab. 27: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di presenze straniere) – solo
movimento certificato.................................................................................................................. 111 Tab. 28: Prezzi medi per aree relativi alle diverse stagionalità ........................................................... 114 Tab. 29: Griglia da completare dai vari operatori turistici.................................................................... 114 Tab. 30: Semestre invernale 2004/05: flussi turistici per ambito turistico (solo movimento certificato)
.................................................................................................................................................... 176 Tab. 31: Riepilogo flussi in ordine decrescente di arrivi...................................................................... 176 Tab. 32: Riepilogo flussi in ordine decrescente di presenze............................................................... 176 Tab. 33: Movimento turistico principali targhe estere inverno 2004/05 e confronto con anno
precedente (in ordine decrescente di presenze certificate)........................................................ 226 Tab. 34: Movimento turistico certificato regioni italiane – semestre invernale 2004/05...................... 246
REPORT | dicembre 2005 | 10 |
REPORT | dicembre 2005 | 11 |
1. L’INVERNO TURISTICO IN TRENTINO
La stagione invernale 2004/05 del Trentino
turistico si è chiusa segnando valori positivi,
superiori a quelli registrati nella stagione
invernale precedente. Non si registrano
crescite appariscenti, ma la presenza di valori
positivi è diffusa sia tra le aziende alberghiere
che tra gli esercizi complementari a flusso
certificato.
Gli alberghi segnano un incremento dell’1,0%
negli arrivi, per un totale di oltre 1milione e
115mila, mentre le presenze crescono di un
più interessante 2,2%, equivalente a circa
112mila pernottamenti in più, toccando così
quota 5.088.818. Non ci sono accorciamenti
della vacanza, caratteristica positiva, questa,
confermata ormai da tempo negli alberghi del
Trentino.
La permanenza media negli alberghi è stata,
nel periodo invernale, mediamente di 4,6
giornate, con valori più interessanti nei mesi di
febbraio e marzo, periodo di settimane bianche
e festività.
Nel comparto ricettivo complementare, assai
meno rilevante rispetto al ben più consistente
comparto alberghiero, gli arrivi sono cresciuti di
un modesto 0,5%, percentuale identica a
quanto registrato dalle presenze, che in totale
raggiungono quota 783mila.
La permanenza media nel complementare
certificato è di 5,7 pernottamenti, un valore
interessante nel periodo invernale.
Sommando i flussi dell’intero comparto ricettivo
certificato si ottengono oltre 1milione 253mila
arrivi, per un incremento complessivo dello
0,9%, mentre le presenze sono in questo caso
5milioni 872mila, equivalenti ad un 2,0% in più
della stagione precedente.
La permanenza media è per il comparto
certificato trentino di 4,7 pernottamenti.
Volendo dare una sintetica occhiata anche ai
flussi, stimati, riguardanti gli alloggi privati e le
seconde case, si possono notare valori
praticamente coincidenti con quelli dell’inverno
precedente: si tratta di oltre 5,1 milioni di
pernottamenti, per una durata media di 6,9
giornate.
Una volta di più, quindi, i dati generali
presentano una situazione invernale del
Trentino che appare piuttosto solida e
comunque complessivamente positiva. Questo
non toglie certo la consapevolezza e
l’attenzione da problemi di vario genere ed
origine: da quelli strutturali, alle difficoltà del
confronto competitivo, soprattutto con
concorrenti come l’Alto Adige, alle difficoltà
economiche, riguardanti la propensione alla
spesa degli ospiti, ai nodi riguardanti la
viabilità; ma non si può negare che l’inverno
dia quasi sempre al Trentino turistico
importanti segnali di gradimento ed
affermazione. Questo gradimento complessivo
lo si ritrova sia sul mercato nazionale, che
interpreta e premia il Trentino d’inverno come
“la settimana bianca italiana”, parafrasando la
nota definizione di Trentino come “montagna
italiana” per eccellenza, preferita dal pubblico
nazionale e da una discreta parte della
domanda turistica europea. Oggi il Trentino
esprime una certa difficoltà con alcuni
interlocutori “storici”, come vedremo meglio più
avanti, ma raccoglie grandi consensi in aree
emergenti, a cominciare dall’Est Europa.
REPORT | dicembre 2005 | 12 |
1.1 Italiani e stranieri in Trentino, durante la stagione invernale. Tipologie ricettive e permanenze
Gli ospiti italiani, riferendoci anche in questo
caso ai flussi certificati, quelli registrati perciò
nelle strutture quali gli alberghi e gli alloggi
complementari, continuano a costituire anche
nell’inverno 2004/05 la maggioranza del
movimento turistico in Trentino, ma la
percentuale degli ospiti stranieri rappresenta
ormai un’entità notevole, all’interno del turismo
provinciale.
Durante l’inverno 2004/05 gli arrivi degli
stranieri negli alberghi sono stati oltre 340mila,
un valore pari al 30,5% del movimento totale
registrato in questo tipo di alloggio, che è
complessivamente di oltre 1milione 115mila,
mentre le presenze alberghiere, 1.755.561,
rappresentano il 34,5%, una percentuale
ancora superiore su un totale, comprensivo
quindi degli italiani, che è di 5milioni 89mila.
Gli italiani si fermano negli alberghi trentini per
un periodo che è mediamente di 4,3 giornate;
gli stranieri soggiornano in queste strutture
ricettive un po’ più a lungo della media, che è
di 4,6 giornate, arrivando a 5,0 pernottamenti
nella stagione invernale in esame.
Questo è un aspetto interessante anche in
termini di declinazione strategica dell’attività di
promozione e commercializzazione dell’intero
sistema di accoglienza turistica della provincia
e delle singole realtà aziendali.
Nelle strutture complementari, quindi
anch’esse certificate nei flussi, gli stranieri
registrano 42.574 arrivi, il 30,9% del totale del
comparto complementare, che arriva a quasi
138mila arrivi, mentre le presenze, poco meno
di 264mila, sono il 33,7% del totale, che è di
oltre 783mila.
La durata della vacanza si attesta su un valore
medio di 5,7 giornate, ma se quella degli ospiti
di provenienza nazionale è di 5,5
pernottamenti, quella degli ospiti provenienti
dall’estero è mediamente di 6,2 giornate,
davvero un buon valore.
Sommando i due comparti certificati nei flussi
si ottiene un totale di oltre 1milione 253mila
arrivi, di cui 383mila sono arrivi stranieri, che
equivalgono ad un 30,6% del movimento,
mentre le presenze, oltre 2milioni 19mila, per
gli stranieri, su un totale di 5milioni 872mila,
sono il 34,4%.
Gli italiani si fermano mediamente 4,4
pernottamenti, gli stranieri 5,3, mentre la media
provinciale del comparto certificato è di un
soggiorno di 4,7 giornate.
Gli stranieri, quindi, sono ormai piuttosto
numerosi in Trentino durante la stagione
invernale, con permanenze medie interessanti,
superiori a quanto registrato dagli ospiti di
provenienza nazionale, che dal canto loro
continuano a costituire la colonna portante
dell’intero inverno in provincia.
Volendo esaminare anche i flussi stimati, quelli
cioè riferiti agli alloggi privati ed alle seconde
case, in totale quasi 743mila arrivi e 5milioni
88mila presenze, si trovano percentuali
registrate dai vacanzieri italiani molto più
elevate, si pensi che il movimento straniero
stimato in questo caso rappresenta soltanto il
5,9% degli arrivi (che sono stimati in meno di
44mila) ed un analogo 5,9% anche nelle
presenze (stimate in poco meno di 300mila).
La durata stimata della vacanza in questo tipo
di strutture è mediamente di 6,9 giornate, con
un valore appena inferiore per quanto riguarda
gli stranieri: si tratta di 6,8 pernottamenti.
Se si procede effettuando la somma dei flussi
REPORT | dicembre 2005 | 13 |
certificati con i flussi risultato di stime, si
arriverebbe a sfiorare 1milione 996mila arrivi e
i 10milioni 960mila presenze.
Gli arrivi italiani sarebbero in questo caso il
78,6%, contro il 21,4% degli stranieri, mentre
le presenze nazionali rappresenterebbero il
78,8%, contro il 21,2% di quelle registrate dagli
stranieri.
La vacanza in questo caso dura mediamente
5,5 giornate; gli stranieri si attestano su un
valore appena inferiore, 5,4 pernottamenti.
1.2 Alcune considerazioni sul movimento turistico proveniente dalle regioni italiane
Le dinamiche mostrate in Trentino dai turisti
provenienti dalle varie regioni italiane mostrano
flussi di arrivi e presenze ben diversi.
Non è agevole individuare costanti comuni o
spiegazioni agli andamenti dei vari mercati
turistici all’interno di una destinazione e non lo
è nemmeno nel caso delle regioni italiane più
conosciute, per il Trentino, ma spiegare le
diversità è almeno altrettanto complicato.
Tentiamo comunque un’esposizione ragionata
della stagione invernale 2004/05.
E’ senza dubbio importante, iniziando,
ricordare come anche in questa stagione la
Lombardia abbia conquistato il primo posto
nella classifica per regioni, con 178.636 arrivi e
654.297 presenze. Il risultato, il primo posto, è
sotto gli occhi di tutti, ma è anche importante
notare come in una stagione invernale
complessivamente “tranquilla” per il mercato
italiano, all’interno della ricettività certificata la
domanda lombarda abbia registrato
percentuali di crescita interessanti, non tanto
per i valori percentuali, +3,3% negli arrivi e
+2,4% nelle presenze, ma più che altro perché
i valori di crescita sono conquistati da una
regione che molti osservatori ritengono
“acquisita” e che invece, come già visto più
volte anche in un passato recente attraverso
l’applicazione di semplici ma non banali ed
inusuali indici di penetrazione, l’ampia
popolazione lombarda può garantire ancora
crescite concrete al Trentino turistico, come
confermano peraltro i già esposti valori proprio
in una stagione che abbiamo definito non
vivace, positiva ma “tranquilla”. Un’altra
considerazione: la Lombardia era reduce da un
inverno 2003/04 nel quale era cresciuta con
valori tra il +7,1% degli arrivi ed il +5,3 delle
presenze. Non è quindi “al massimo” né
tantomeno avaro, questo grande bacino di
domanda costituito dalla vicina Lombardia.
Forse l’unico aspetto poco brillante di questo
mercato regionale è la durata del soggiorno, si
tratta soltanto di 3,7 pernottamenti, pochi
rispetto ai 4,4 della media provinciale.
Tralasciando per un momento il classico ordine
per grandezza decrescente del flusso di
presenze, è interessante notare come non
soltanto la Lombardia, ma tutto il blocco
regionale del nord-ovest stia mostrando nella
stagione in esame degli andamenti
interessanti, complessivamente positivi: anche
il Piemonte, la piccola Valle d’Aosta e la
Liguria crescono. Il primo, dopo una stagione
precedente di discreta crescita, aumenta
ancora gli arrivi in Trentino del 4,5% - si tratta
complessivamente di 28.341 - mentre le
presenze, 107.147, tengono, con il +0,1%. La
Valle d’Aosta cresce dell’1,8% negli arrivi, che
arrivano così a 908 e del 4,3% nelle presenze,
in totale 2.568, dopo una stagione precedente
che l’aveva vista perdere il 6,1% nelle
presenze in Trentino. La Liguria, bacino
piuttosto consistente per il Trentino invernale,
REPORT | dicembre 2005 | 14 |
è il più consistente di questo terzetto e con
30.303 arrivi, si tratta peraltro di un modesto
+0,7% in più, consolida una stagione 2003/04
caratterizzata da crescita interessante; le
presenze, quasi 173mila, crescono del 2,1%,
valore anch’esso apprezzabile, soprattutto
perché successivo ad una precedente crescita,
si trattava in questo caso del 6,3% in più.
Breve sia la permanenza dei piemontesi, 3,8
giornate, sia quella, veramente contenuta, dei
valdostani, che si segnalano per la durata
minima: 2,8 giornate. La vacanza dei liguri in
Trentino è al contrario motivo di ulteriore
soddisfazione ed attenzione, dal momento che
da 5,6 giornate, valore già alto, la stagione in
oggetto ritocca il dato, portandolo a 5,7.
Non è facile interpretare correttamente i flussi,
come già detto, ma non c’è dubbio che mercati
che si potevano ritenere acquisiti, come la
Lombardia, oppure più lontani e difficilmente
conquistabili, come il Piemonte e soprattutto la
Valle d’Aosta e ancora, per altri versi, la
Liguria, regione quest’ultima da tempo di
successo in Trentino, possano invece crescere
ancora, anche durante stagioni dove la
domanda nazionale, peraltro positivamente,
cresce poco e a molti osservatori non
sembrerebbe quindi una situazione
particolarmente favorevole per ulteriori
aumenti. Tra l’altro, tranne la Liguria, in
momenti di “non-crescita” queste regioni
potrebbero tranquillamente, almeno in via
teorica, rivolgersi alle “montagne interne, di
casa”.
Un’altra considerazione. Sempre in merito alla
domanda ligure, il Trentino turistico potrebbe
forse rinnovare qualche attenzione di ordine
promozionale e commerciale nei suoi confronti:
promuovere il Trentino in Liguria con maggior
vigore di quanto avvenga attualmente potrebbe
risultare interessante, vista la permanenza
media dei liguri, da sempre alta, analoga a
quella degli ospiti che affrontano trasferimenti
ben più impegnativi, si vedano a questo
proposito i dati, ad esempio, dei pugliesi, che a
differenza dei siciliani difficilmente si servono
dell’aereo, spostandosi in auto, come fanno i
liguri, per raggiungere le località turistiche della
provincia di Trento.
Consideriamo ora un'altra realtà che preme
evidenziare: il Lazio è in grande evidenza, sia
nei valori assoluti, si tratta di quasi 97mila arrivi
e poco meno di 590mila presenze, ma anche
in ragione della lunga vacanza di 6,1 giornate;
è, il Lazio, il secondo bacino regionale per il
Trentino invernale, e si mette in buona luce
anche in questa stagione sia per le crescite,
+2,8% gli arrivi, +2,5% le presenze, sia perché
si proveniva da un inverno 2003/04 in discreto
aumento e non era quindi così scontato
l’ulteriore, seppur non forte, incremento, sia
anche, infine, perché nell’Italia centrale non si
può certo dire sia presente una crescita
omogenea o comunque diffusa.
In merito al resto dell’Italia centrale, infatti, la
situazione vede la Toscana, bacino
consistente non soltanto per entità ma anche
per durata del soggiorno, 4,9 giornate, con
quasi 75mila arrivi, in crescita dello 0,7% e
poco meno di 364mila presenze, aumentare
queste dell’1,3%; le Marche perdere l’1,0%
negli arrivi, 45.518 in totale, mentre le
presenze quasi 212mila, scendono dell’1,5%,
con una permanenza di 4,7 giornate; l’Umbria,
regione dalla popolazione numericamente
contenuta, ha visto in Trentino oltre 21mila
arrivi, un valore appena inferiore a quello
dell’inverno precedente, si tratta infatti dello
0,4% in meno, mentre le presenze, oltre
118mila, sono il 4,4% in più, con il risultato
REPORT | dicembre 2005 | 15 |
finale di realizzare una durata media del
soggiorno di 5,6 pernottamenti, valore
decisamente interessante; l’Abruzzo perde, pur
nelle contenute dimensioni dei flussi, il 4,5%
degli arrivi (sono 11.100) ed il 6,8% delle
presenze (ferme a 57.782), per una
permanenza media di 5,2 pernottamenti, un
buon valore; il Molise invece, come si diceva, è
in tutt’altra situazione, visto che il modesto
numero di arrivi, 1.596, è comunque in crescita
del 9,2% e le presenze, 8.406, sono il 7,0% in
più della stagione invernale precedente, con
un risultato finale riguardante la permanenza di
5,3 giornate, un buon valore.
Come si vede, non è ragionevole, molto
probabilmente, interpretare l’andamento dei
flussi turistici prendendo come riferimento
l’Italia centrale, che pure avrebbe denominatori
in comune, a cominciare dalle distanze da
percorrere, da parte dei turisti, rispetto alle
località trentine, per continuare con alcune
aree, dove il reddito pro capite è piuttosto
simile, i riferimenti ai competitor invernali sono
gli stessi, si pensi alle località sciistiche
appenniniche, non poche e spesso
“omogeneamente” deboli nell’offerta ed altro
ancora. Le differenze, però, come si diceva,
sono notevoli.
Se il Lazio, per il Trentino, è il secondo bacino
regionale invernale (ma soltanto per presenze,
data la lunga permanenza media), è il Nord-
Est del Paese quello che permette di integrare
robustamente i grandi flussi provenienti dalla
vicina Lombardia e dal più lontano e centrale –
nel nostro territorio nazionale – Lazio.
In Emilia Romagna, la regione più occidentale
del Nord-Est, i vacanzieri che amano il
Trentino d’inverno non mancano. Terza
regione in ordine di presenze (gli arrivi,
147.205, sono in realtà molti di più di quelli
provenienti dal Lazio, secondo in classifica
soltanto per presenze), vede nell’inverno in
esame, dopo che nella stagione precedente si
erano registrate crescite davvero apprezzabili,
gli arrivi in diminuzione dell’1,7%; le presenze,
547.300, invece, sostanzialmente tengono, dal
momento che il valore di riferimento è un -
0,1% rispetto all’anno precedente. La crescita
passata, quindi, si consolida, non appare una
situazione insoddisfacente. La durata media
del soggiorno degli emiliano-romagnoli nel
comparto ricettivo certificato è di sole 3,7
giornate, un valore sensibilmente inferiore a
quello medio, di 4,4, già di per sé non molto
lungo.
Proseguendo nell’area nord-orientale del
Paese incontriamo il Veneto, mercato di
prossimità davvero importante per il Trentino,
quarto bacino regionale invernale per il
sistema turistico. Gli arrivi, dopo una stagione
2003/04 davvero brillante, sono 113.406 e
flettono di un debole 0,5% (erano
precedentemente cresciuti addirittura
dell’8,5%), mentre le presenze, meno di
384mila, perdono un contenuto 0,7%: si tratta
anche in questo caso di una situazione non
certo realmente preoccupante, considerando
che si era reduci da un aumento del 7,5%. La
permanenza media dei veneti, confinanti come
i lombardi per gran parte del territorio trentino,
è di sole 3,4 giornate.
Il Friuli Venezia Giulia, una domanda in realtà
poco sviluppata in Trentino, reduce peraltro da
notevoli incrementi, nella stagione invernale in
esame scende, fortunatamente in percentuali
inferiori a quanto erano quelle, positive, che
avevano caratterizzato la bella crescita alla
quale si faceva riferimento per il confronto: con
un -6,0% negli arrivi, fermi a quota 14.493 e
poco meno di 55mila presenze, pari al -5,2%,
REPORT | dicembre 2005 | 16 |
si chiude così l’inverno 2004/05 per quanto
riguarda questo bacino. La permanenza media
è poco interessante, come spesso accade per
le regioni non lontane: si tratta di 3,8
pernottamenti solamente.
Il Trentino: il movimento interno alla provincia
stessa, dopo buoni valori di crescita
nell’inverno scorso, mostra segnali
contrastanti, visto il calo negli arrivi, si tratta in
totale di 17.460, equivalenti al 6,5% in meno
ed a 74.181 presenze, l’1,9% in più. Quasi in
media la durata della permanenza degli ospiti
del comparto a flussi certificati, quindi, per certi
versi, curiosamente superiore a quanto
registrato dal rapporto tra arrivi e presenze di
ospiti vicini come i veneti o i lombardi: nel caso
degli ospiti trentini si tratta di 4,2
pernottamenti.
L’Alto Adige, non certo molto presente con i
suoi vacanzieri nelle strutture dell’ospitalità
certificata nei flussi della provincia trentina,
dopo le discrete crescite registrate nella
stagione precedente, ripete nella sostanza il
valore precedente, dal momento che con 6.314
arrivi segna una variazione dello 0,4% in
meno, ma con 20.694 presenze prosegue
invece la tendenza positiva, con un valore in
crescita del 7,5%, dopo il +3,3% dell’inverno
precedente. La permanenza media è di 3,3
giornate, quindi ridotta ma per certi versi
curiosamente superiore a quella dei valdostani,
lontani e con belle montagne a disposizione
anche loro, che, come abbiamo avuto modo di
vedere, hanno il peggior risultato in questo
senso: 2,8 giornate.
Ed allora, che dire di questo Nord-Est, peraltro
assai eterogeneo, estendendosi dall’area
appenninica romagnola fino a Trieste, per finire
poi al Brennero passando per Cortina
d’Ampezzo? Forse il Nord-Est è una forzatura
economico-geografica, macro segmentazione
chiesta dal marketing, che riunisce realtà
territoriali eterogenee.
L’Emilia Romagna flette, ma di pochissimo, il
Veneto sostanzialmente tiene, il Trentino e
l’Alto Adige aumentano le presenze, che sono
poi quelle che “pesano” in termini economici,
nel breve; soltanto il piccolo e “lontano” Friuli
Venezia Giulia perde in termini evidenti, ma
non certo disastrosi. Il tutto, dopo un inverno
precedente, quello 2003/04, nel quale nel
complesso queste regioni italiane avevano
registrato crescite anche notevoli.
Perché questa tenuta del Nord-Est? Forse
perché è una macroregione con elevati livelli di
reddito, che ha saputo parzialmente difendersi
dalla negativa congiuntura economica. L’area
nord-orientale del Paese trova nel Trentino
invernale ancora una buona risposta alla
domanda di “montagna italiana” che permetta
anzitutto uno sci di qualità, senza confronti se
poi parliamo della parte trentina confinante con
Alto Adige e bellunese, ma anche una
montagna che si sta progressivamente
attrezzando culturalmente e dal punto di vista
dei prodotti-servizi per soddisfare
maggiormente quegli ospiti reali e potenziali
che non mettono lo sci al centro della loro
vacanza, ma soltanto come attività da fare
“assieme” ad altre, e che, sempre “assieme”,
fanno la complessiva esperienza-vacanza.
Ed ora, avviandoci al termine del breve
approccio per macro-segmentazioni, il Sud e le
Isole. La situazione, come ragionevolmente
prevedibile, non è affatto omogenea, perché
situazioni di tenuta, incrementi ora lievi, ora
elevati, flessioni e qualche crisi più pesante si
alternano senza una chiara o comunque facile
possibilità di lettura interpretativa.
La Campania, la più settentrionale del gruppo,
REPORT | dicembre 2005 | 17 |
ma non certo l’unica portatrice di una forte
realtà – anche – metropolitana, si pensi a
Napoli, vede aumentare un poco i suoi arrivi, si
tratta dell’1,1% (sono ora 22.189) in Trentino
anche dopo la stagione invernale precedente,
durante la quale gli arrivi erano cresciuti del
7,1% e le presenze avevano più
modestamente ripetuto il valore precedente,
con un’oscillazione dello 0,1% in più; in questo
caso, invece, le presenze riprendono a
crescere e lo fanno del 5,6%, arrivando a
quota 127.077. Un andamento, quindi, tutto
sommato contrario, con gli arrivi fermi e le
presenze che ripartono.
La permanenza media è più che buona, si
tratta di 5,7 giornate, un valore superiore alla
media di 4,4 pernottamenti e più vicino alle
classiche settimane bianche.
Più a est, la Basilicata presenta un andamento,
peraltro in assoluto molto contenuto, assai
curioso: gli arrivi in Trentino, soltanto 2.655,
crescono però del 25,1%, mentre le presenze,
13.453, perdono il 5,7%. A risentirne, di questa
strana situazione, è anche la permanenza
media degli ospiti, che prima era di ben 6,7
pernottamenti, quindi molto interessante per il
sistema dell’accoglienza anche in senso
allargato, come spesso accade con le lontane,
in termini relativi all’Italia, regioni del Meridione
ed ora invece si riduce drasticamente,
fermandosi a 5,1 giornate.
La Puglia, importante domanda turistica del
meridione italiano per il Trentino invernale,
soprattutto per quanto riguarda la città di Bari e
la sua provincia, dopo un inverno 2003/04
interlocutorio, flette di un contenuto -1,4% negli
arrivi, che si fermano a 23.953, ma registra un
+1,8% nelle presenze, che sono così di poco
oltre le 153mila, un po’ il contrario di quanto
era avvenuto in precedenza (si era trattato
nella stagione invernale precedente del +2,8%
negli arrivi e del -1,6% nelle presenze),
contribuendo così a mantenere la sensazione
di una effettiva stazionarietà.
La nota, consolidata vacanza lunga della
domanda pugliese trova conferma: da 6,2
giornate, valore elevato, si passa per l’inverno
in oggetto a 6,4 pernottamenti, migliorando il
dato già molto buono.
Scendendo più a sud, la Calabria presenta,
non soltanto per il Trentino, un mercato
limitato, come noto, ma registra anche un
pesante calo: infatti, dopo l’inverno in crescita
vissuto nella stagione 2003/04, in quest’ultimo
si registra un calo del 15,9% negli arrivi, con
sole 6.683 unità; le presenze, meno di 38mila,
perdono un quasi analogo, quindi pesante,
14,3%.
Resta buona la permanenza media, con 5,6
pernottamenti.
La Sicilia, dopo il buon andamento della
stagione invernale precedente, si segnala per
un contenuto calo, si tratta dell’1,7% in meno,
degli arrivi, fermi a quota 12.671, mentre le
presenze, 86.390, crescono di un apprezzabile
4,8%, in controtendenza rispetto agli arrivi.
Come si vede, dopo Puglia e Campania, la
Sicilia è per il Trentino d’inverno il terzo
mercato del sud, com’era prevedibile.
Quest’andamento degli arrivi e delle presenze
rafforza il già elevato valore della durata del
soggiorno, che passa così dai già notevoli 6,4
pernottamenti a 6,8, il valore più elevato
registrato dalla domanda regionale italiana.
La Sardegna, che pesa turisticamente per il
Trentino in termini decisamente inferiori a
quanto non avvenga per la popolosa Sicilia,
conferma sostanzialmente il dato precedente,
con un +0,8% negli arrivi, che sono 6.795 e
sono conseguenti ad una stagione invernale di
REPORT | dicembre 2005 | 18 |
sensibile aumento; con 40.616 presenze, si
perde al contrario un peraltro contenuto 1,8%
rispetto all’inverno precedente, che anche in
questo caso, come negli arrivi, era stato
portatore di aumenti vicini al 9% e quindi non
facilmente superabili.
Da 6,1 giornate di soggiorno si scende a 6,0
pernottamenti, un valore comunque
decisamente rilevante rispetto alla media
nazionale, che come detto più volte è di 4,4
giornate.
Concludiamo questa parte di analisi con il
residuo valore inerente il “movimento italiano
non specificato”, che conta 7.255 arrivi, in
crescita del 4,4%, mentre le presenze, 27.195,
salgono del 3,2%.
Questo movimento residuo registra una
permanenza media di 3,7 giornate.
Come si è visto l’area meridionale ed insulare
non è un insieme omogeneo né tantomeno
affrontabile, almeno in questo caso in esame,
con chiavi di lettura e minimi comuni
denominatori agevoli: gli aumenti si affiancano
alle diminuzioni, non soltanto tra le regioni, ma
anche all’interno delle regioni stesse; la durata
del soggiorno in Trentino, è vero, è sempre
superiore alla media di 4,4 pernottamenti, ma
si va dai 5,1 della Basilicata ai 6,8 della Sicilia,
dalle 153mila presenze pugliesi alle 13.453
della Basilicata, per non parlare degli indicatori
di reddito pro capite, non affrontati ovviamente
in questa analisi ma molto significativi nella
loro grande diversità.
Campania, Puglia e Sicilia crescono nelle
presenze; Basilicata, Calabria e Sardegna
scendono nelle presenze. Comunque sia la
difficile situazione del sud, le regioni che
possiedono grandi città quali Napoli, Bari,
Palermo sono forse favorite verso il Trentino
invernale. Di certo ad esempio Matera o
Nuoro, Catanzaro e Reggio Calabria vivono
dinamiche socio economiche diverse da Bari,
Napoli o Palermo e questa può essere, seppur
banale, una tra le corrette chiavi di lettura, dal
momento che è cosa nota il fatto che le grandi
città costituiscano spesso bacini di utenza più
sensibili alla “fuga” in montagna per qualche
giorno di sport o relax, oltre che presentare
comunque una certa quota di persone abbienti
e “culturalmente” – nell’accezione turistica del
termine – più propense a muoversi.
Una cosa è certa: la situazione socio
economica italiana, a dir poco critica, non
favorisce coloro che hanno discrete o buone
possibilità economiche, quindi la realtà
meridionale del Paese, ben più in difficoltà del
settentrione, non può certo non risentirne in
termini negativi.
Si potrebbe con questo anche concludere che i
risultati, oltre ad essere positivi, seppur con
incrementi lievi, sono ottenuti in anni difficili per
l’intero Paese e che quindi vanno ponderati
anche da questo punto di vista.
1.3 Alcune considerazioni sull’andamento dei mercati esteri del Trentino invernale
Continua in modo sempre più evidente il
cambio, il passaggio di testimone tra vecchi e
nuovi bacini di utenza: scende sensibilmente la
Germania, che pure conserva di gran lunga il
suo primato tra i mercati esteri del Trentino
invernale, con flussi davvero importanti.
Scendono anche altri mercati storici come il
Belgio, ma ancor di più l’Olanda e l’Austria, da
sempre frequentanti il Trentino turistico,
soprattutto la prima, nella stagione invernale.
Emergono invece con grande evidenza la
Polonia e la Repubblica Ceca, ma anche,
REPORT | dicembre 2005 | 19 |
seppur ad una grande distanza, la Slovenia, la
Croazia e perfino la lontana Russia. E’ un
segno positivo ormai quasi “sicuro” per il
Trentino, quello registrato dai mercati orientali.
Ritornando ad occidente, c’è da registrare il
notevole successo del Trentino invernale sui
mercati del Regno Unito e dell’Irlanda e qui è il
caso di ricordare anche che questi due bacini
sono praticamente in toto caratterizzati
dall’intermediazione commerciale.
Dispiace la negatività del dato svedese e
quello dell’”incondizionabile” Francia, che in
Trentino è sempre stata un mercato difficile,
sia d’inverno che d’estate.
Ma non sono queste le uniche dinamiche,
perché tra i mercati in forte crescita, seppur
con valori assoluti assai più contenuti, ma con
percentuali d’incremento molto vivaci, troviamo
anche l’Irlanda, che già dall’estate 2004 si era
messa in evidenza.
Diverse, anche di molto, sono le permanenze
in Trentino, sia in rapporto alle formule ricettive
prescelte, ma, è cosa ai più nota, sia in merito
alle nazioni di provenienza, elemento questo
più rilevante ai fini di una attenta progettazione
strategica e di un’attività promo-informativa
efficace per il Trentino invernale. I paesi
dell’Est sono premianti anche in questo senso,
al confronto con la Germania o l’Austria, per
citare due – pur ben diversi per altri aspetti –
classici mercati di lingua tedesca.
Queste prime considerazioni di tipo “numerico-
statistico” sono poi da affiancare ad altre
informazioni di natura economica, più ostiche
nel reperimento, dove i nuovi paesi che si sono
presentati sulla scena non brillano, in genere,
per capacità di spesa, anche se pure queste
considerazioni variano anche di molto tra
nazione e nazione, si pensi ai russi a
Campiglio ed ai polacchi che magari
pernottano in Valle di Non e sciano in Valle di
Sole, facendo i pendolari con il pullman.
La distribuzione dei flussi per stelle alberghiere
aiuta in termini relativi, perché ad un’apparente
“normalità” che vede distribuirsi il pubblico
dell’Est nei tre e quattro stelle con percentuali
notevoli, paragonabili a quelle dei “vecchi”
mercati occidentali, si affianca la ben differente
politica di prezzo praticata dagli imprenditori ed
inoltre la “pesante” variabile della distribuzione
sul calendario stagionale, contraddistinta dalla
ricerca di settimane bianche a prezzi più bassi.
Turismo auto-organizzato ed intermediato, alta
e bassa stagione, prezzi e sconti si
intersecano con i diversi bacini di utenza in
una notevole gamma di combinazioni che
permettono a chi è bravo di fare un marketing
di successo, al servizio di una soddisfazione
del cliente che si tramuta in profitto
interessante, ma non mancano anche le
situazioni di difficoltà, dove il prezzo tende a
scendere, nella ricerca pericolosa di riempire le
aziende che hanno costi fissi alti, erogando
servizi e proponendo prodotti che risentono
pesantemente di questo duro confronto
competitivo che, giocato solo sui prezzi,
comporta pesanti rischi a partire dal breve-
medio periodo.
1.3.1 Gli ospiti stranieri, nei vari ambiti
In merito agli ambiti trentini in rapporto alla
presenza di turismo straniero a flussi certificati,
emergono situazioni e risultati interessanti,
assai diversificati tra aree.
La Valle di Fassa, che forse qualche
appassionato osservatore poteva attendersi un
poco più in evidenza rispetto alla percentuale
assoluta di ospiti stranieri, si tratta del 33,8%
delle presenze (è soltanto il 6° posto in
REPORT | dicembre 2005 | 20 |
classifica per quanto riguarda il puro dato
percentuale), un valore seppur di pochissimo
inferiore alla media provinciale, che è del
34,4%, registra comunque una tale mole di
presenze da registrare una grande prestazione
in termini numerici assoluti: si tratta di quasi
476mila (su un totale di quasi 1milione
407mila) presenze nel solo comparto a flussi
certificati, per quanto riguarda la clientela
straniera.
Per completezza possiamo ricordare che gli
arrivi sono oltre 73mila (su un totale di
262.552), il 27,9% del totale certificato, un
valor inferiore alla media provinciale degli arrivi
stranieri, che è del 30,6%.
Su valori assoluti numericamente elevati si
trova anche la Valle di Sole, che con Pejo e
Rabbi costituisce un comprensorio, sciistico e
non solo, molto esteso ed importante, sia per i
valori in gioco, si pensi alle oltre 415mila
presenze totali certificate, che per le quote
percentuali di ospiti esteri alloggiati nelle
strutture: gli arrivi stranieri sono il 34,4%, pari a
64.771 su 188.374, mentre le presenze estere
sono caratterizzate da un valore un po’
superiore, si tratta del 37,7%, equivalenti a
oltre 415mila su un totale di quasi 1milione
102mila; se non di molto, quindi, si tratta di
valori superiori alla media provinciale, che
vede così quest’area piazzarsi anche al quarto
posto in termini di percentuale di presenze
straniere.
In Valle di Fiemme, seconda in ordine di
importanza in rapporto alle presenze estere, la
percentuale sugli arrivi stranieri sul totale
certificato è del 42,1% (si tratta di 47.702 su
113.396), un valore davvero elevato, ma il
valore delle presenze sorprende non soltanto
per la percentuale ancor più alta, ma anche
perché superiore alla soglia, non soltanto
psicologica, del cinquanta per cento. Si tratta
infatti del 51,9%, un valore che, tra l’altro, non
sarà forse una sorpresa per molti osservatori,
non per i più attenti. Al di là del fortissimo dato
percentuale inerente gli ospiti stranieri, in
assoluto, le presenze straniere sono
comunque numerose: si tratta di quasi
297mila, su un totale di 571.281.
Così, la “sorprendente” dimensione turistica
estera della Valle di Fiemme ripropone con
forza l’internazionalizzazione di parte del
movimento turistico invernale trentino. Dopo
tanto invocare ed auspicare, oltre che
promuovere, una maggiore apertura, i risultati
confermano auspici e sforzi fatti. Che tutto ciò
sia poi avvenuto secondo modalità soltanto
auspicate o perseguite intenzionalmente,
questo è certamente un altro discorso,
meritevole senza dubbio di approfondimento,
ma la realtà è ormai questa.
L’ambito nel quale gli italiani sono molto meno
numerosi al confronto con il volume dei flussi
provenienti dall’estero è da sempre quello
gardesano: due arrivi e due presenze su tre
sono, nel Garda trentino, appannaggio di ospiti
stranieri. Per la precisione, il 65,7% degli arrivi
ed il 67,3% delle presenze totali (pari a
361.272) sono generate da turisti esteri. Si
tratta, com’è evidente, di una situazione
assolutamente eccezionale, storicizzata.
I dati numerici di arrivi e presenze, però, non
sono in assoluto così grandi, sviluppati, dal
momento che sono, i primi, 76.434 su 116.254,
mentre le seconde sono 243mila su 361mila; il
Garda trentino, quindi, si trova soltanto al
quarto posto nella classifica provinciale
ottenuta tenendo come parametro la
numerosità assoluta delle presenze. Da
sottolineare inoltre che buona parte di questi
arrivi e presenze si concentrano nei mesi, già
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primaverili per il Garda, di marzo e aprile.
Quello di Madonna di Campiglio, Pinzolo e
Valle Rendena è un ambito trentino molto
importante per vari motivi, a cominciare dalla
notorietà e dalla bellezza straordinaria
dell’ambiente, per proseguire con la diffusa
impiantistica e l’estesa capacità di ospitare i
turisti, ma quando si tratta di turismo estero,
quest’area non è presente con forza
particolare, tutt’altro. Il movimento nell’area
appare molto italiano e da sempre l’inverno
della Rendena non è particolarmente orientato
ai bacini di utenza straniera. La gran quantità
di alloggi privati e di seconde case, poi, anche
volendo analizzare il comparto ricettivo non
certificato, peraltro qui non preso in
considerazione, non è un incentivo o un
segnale di disponibilità “strutturale” in questo
senso. Il risultato del comparto certificato, per
entrare in merito, è di un 19,6% per quanto
riguarda le presenze straniere e di un 23,5%
nelle presenze, rispetto al totale.
Se però guardiamo i numeri assoluti, l’area si
guadagna comunque una quinta posizione in
classifica, visto che gli arrivi stranieri sono,
anche se percentualmente poco incisivi sul
totale, 23mila su un totale di 117.566, mentre
le presenze sono 137mila, su un totale di poco
meno di 582mila, valori quindi di un certo peso.
L’ambito di Trento, grazie al flusso cittadino ma
anche a quello, in ripresa, del Monte Bondone,
si guadagna un buon posto tra le aree a
vocazione o, comunque, ad effettiva buona
presenza turistica straniera. Se ci si trova in
una situazione più “normale” con gli arrivi
stranieri, 27.500, che corrispondono al 31,7%
del totale (86.695), un buon valore ma non
troppo fuori media, le presenze si attestano
invece su una percentuale sensibilmente più
forte, responsabile quindi del buon
piazzamento: si tratta del 38,7% del
movimento certificato, cioè 115.417 su un
totale di poco inferiore alle 298mila.
L’ambito di Trento, con le oltre 115mila
presenze straniere, è al sesto posto in
classifica tra le aree turistiche provinciali.
Nell’ambito della Paganella - Dolomiti di Brenta
la situazione è in qualche modo particolare:
alla buona affermazione di mercato, registrata
da tempo in inverno, non corrisponde in
quest’area una percentuale elevata di turismo
estero, tant’è vero che gli arrivi stranieri sono
soltanto il 20,9% del totale certificato (si tratta
di 19.195 su un totale di 92mila), mentre le
presenze estere, comunque quasi 110mila,
procuranti così all’area il settimo posto in
classifica per movimento numerico assoluto,
sono soltanto il 23,6% del totale (che è di
465.457 presenze), un valore abbondan-
temente al di sotto della media provinciale, che
è del 34,4%. La buona situazione spesso
registrata in quest’ambito, quindi, è
sostanzialmente dovuta al buon dialogo con il
pubblico italiano degli sciatori e di una certa
quota di ospiti praticante altre attività.
San Martino di Castrozza e Primiero: un
ambito, questo, con un nome “storico”,
turisticamente importante, con un buon
movimento turistico italiano che lo considera
positivamente da lunghissimo tempo, ma con
uno flusso davvero scarso di turisti provenienti
dall’estero. Questa è la situazione che appare
dall’analisi dei dati, almeno quelli riportanti gli
arrivi e le presenze nelle strutture dell’ospitalità
a movimento certificato. Gli arrivi invernali
stranieri, 9.686, sono soltanto il 12,3% del
totale registrato, che è di 78.797, mentre
soltanto di poco più elevato, si tratta del
15,8%, è il valore percentuale delle presenze
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estere, che sono 59mila, su un movimento
totale di 373.629.
Sugli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna
il movimento estero è piuttosto contenuto nei
numeri, come raccontano chiaramente i dati
del comparto ricettivo certificato: gli arrivi esteri
sono soltanto il 14,0%, si tratta in assoluto di
8.218 arrivi dall’estero su un totale di 58.633,
mentre le presenze straniere, 50.748, sono il
20,2% del totale, che è di 251.692, grazie
evidentemente ad una discreta permanenza
media. La sensazione è che le cose in
quest’ambito potrebbero anche cambiare un
po’, ma va prima di tutto verificato da un lato
l’aspetto della volontà imprenditoriale nell’area
in questo senso, dall’altro il sistema di
promozione e commercializzazione fin qui
adottato e le sue eventuali opportune
modifiche.
Un’area che da sempre dialoga con vari bacini
di domanda estera, anche d’estate, è la
Valsugana, ambito che in effetti presenta una
percentuale di arrivi stranieri (che sono
nell’inverno in esame 11.872 su un totale di
34.844) superiore alla media provinciale, si
tratta del 34,4% (ricordiamo che la media è in
questo caso del 30,6%), mentre le presenze
estere, 34.315, corrispondenti al 33,7% del
movimento totale (che è di 101.903),
rappresentano un valore percentuale di poco
inferiore alla media provinciale e, per fare un
paragone, praticamente identico a quello della
Valle di Fassa.
In sostanza, buone percentuali, ma movimento
straniero numericamente non caratterizzato da
elevati valori assoluti.
L’ambito di Rovereto è un’area che unisce
ospitalità e stimoli cittadini a proposta
ambientale, sia in termini di montagna che di
agricoltura e di attività ad essa connesse, in
primis la nota attività vitivinicola. La capacità
dell’ambito di Rovereto di attrarre movimento
straniero non è però forte, tant’è vero che nel
movimento certificati i flussi di arrivi esteri,
8.005, sono soltanto il 22,2% del totale, che è
di 36.127 e le presenze straniere, 27.432, un
quasi analogo 23,0% (il totale delle presenze è
di 119.385). Anche in numeri assoluti, come si
vede, si trovano valori modesti.
Neppure la contiguità territoriale con il Garda,
destinazione assai frequentata dagli stranieri,
sembra avere più di tanto un’importanza in
questo senso.
Il contenuto movimento invernale della Valle di
Non trova modo di mettersi in evidenza non
tanto per il 24,8% di arrivi stranieri certificati,
valore sotto la media provinciale, che, lo
ricordiamo, è del 30,6%, ma piuttosto per la
quota di presenze straniere che è del 34,0%,
un valore che sfiora la media provinciale del
34,4%, frutto però, quest’ultima, di una serie di
valori provenienti da numerose aree forti ed
orientate all’ospitalità invernale certo più di
quanto non sia la pur volenterosa Anaunia.
I numeri assoluti sono bassi: gli arrivi
dall’estero sono soltanto 5.173 su 20.884,
mentre le presenze da essi generate sono
26.614, su un totale di 78.359.
Le Zone fuori Ambito sono in una situazione
poco interessante, per quanto concerne la
capacità di attrarre e trattenere gli ospiti
stranieri, come dimostrano chiaramente i dati:
gli arrivi esteri sono il 20,5% del totale (si tratta
di 5.115 su un totale di 25mila), mentre le
presenze straniere, meno di 19mila su un
totale di 82.361, sono il 23,0%. L’unica nota
“non negativa” potrebbe essere quella
riguardante il trovarle comunque davanti ad
aree turisticamente ed “istituzionalmente”
molto più forti ed importanti. Una precisazione
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è però importante: questo insieme delle “Zone
fuori Ambito” è al suo interno molto vario,
quindi situazioni come quella ad esempio della
Valle di Ledro si mescolano numericamente
con altre come le Giudicarie o la Valle dei
Mocheni, aree dove le presenze estere sono
tra loro ben diverse sia nei numeri assoluti che
nelle percentuali rispetto al totale dei flussi
registrati.
Il piccolo - soprattutto nell’entità dei movimenti
turistici - ambito di Pinè e della Valle di
Cembra si rivela forse meno debole, in termini
di presenza estera, almeno in termini
percentuali, di quanto magari si potrebbe
supporre, dato che sia sull’Altopiano che nella
contigua Valle di Cembra non manca un certo
movimento legato ad attività sportive ed al
passaggio del turismo itinerante. Gli arrivi
esteri sono però in assoluto soltanto 2.229, pur
rappresentando il 29,1% del totale (7.663),
mentre le presenze straniere, 6.900, davvero
pochissime, valgono il 26,1% del totale dei
pernottamenti effettuati, che sono 26.459.
Nell’ambito Terme di Comano – Dolomiti di
Brenta la vocazione è da molto tempo
consolidata verso il turismo nazionale, non
ultimo il motivo legato all’offerta curativa che
Comano propone con intuibili, oggettive
maggiori difficoltà nel rivolgersi ad un pubblico
estero, al confronto di quanto può avvenire
rivolgendosi al pubblico nazionale; tutto
questo, poi, lo si può affermare anche senza
entrare nell’intricato contesto dei rimborsi
sanitari che, sempre più difficili da giustificare
ed ottenere, non favoriscono certo rapporti a
canale “lungo” e complesso, come certamente
sarebbero quelli intrattenuti con un pubblico di
utenza estera. Gli arrivi stranieri, 438, sono
soltanto il 5,0% del totale certificato (8.822),
così come il 5,0% sono le presenze, in
assoluto 1.829 su 36.885.
Nell’ambito turistico del Lagorai, Valsugana
orientale e Tesino le situazioni sono difficili un
po’ da tutti i punti di vista ed anche nel caso
della presenza di turismo estero i valori sono
come c’era da attendersi assai poco
confortanti: gli arrivi esteri, 377, sono il 6,8%
del totale, che è di 8.822, un valore davvero
minimo, mentre le presenze, 951, sono
addirittura meno: si tratta del 5,9% del totale
certificato, che è di 16.225.
1.4 Il peso della componente straniera per ambito
In merito alla presenza di turismo estero in
ogni ambito, sono possibili diversi approcci. Se
si guarda il semplice indice percentuale
inerente le presenze straniere, allora la
classifica è quella evidenziata nella tabella 1.
Come si può vedere, ambiti molto importanti
nel movimento straniero si mescolano, grazie
all’approccio per semplice percentuale, ad altre
aree dove, al di là del peraltro utile indice in
oggetto, la realtà numerica, intesa come
numero assoluto dei turisti stranieri, è davvero
contenuta.
Se invece si adotta una classifica per entità
numerica dei flussi esteri, le cose si fanno in
buona parte diverse ed ulteriormente
interessanti.
In questo caso, come si vede, la Valle di Fassa
guadagna il primo posto in classifica, con quasi
476mila presenze. Al secondo posto troviamo
l’ambito delle Valli di Sole, Pejo e Rabbi, con
oltre 415mila presenze, al terzo la Valle di
Fiemme, con 296.700. Se i primi tre posti per
presenze straniere sono conquistati da località
orientate allo sci, o comunque alla
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Tab 1: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di percentuale) – solo movimento certificato
TOTALE STRANIERI
peso stranieri su tot TOTALE GENERALE
Ambito arrivi presenze % arrivi % presenze arrivi presenze
Garda Trentino 76.434 242.995 65,7% 67,3% 116.254 361.272
Valle di Fiemme 47.702 296.700 42,1% 51,9% 113.396 571.281
Trento 27.500 115.417 31,7% 38,7% 86.695 297.890
Valli di Sole, Peio e Rabbi 64.771 415.157 34,4% 37,7% 188.374 1.100.708
Valle di Non 5.173 26.614 24,8% 34,0% 20.884 78.359
Valle di Fassa 73.227 475.799 27,9% 33,8% 262.552 1.406.727
Valsugana 11.872 34.315 34,1% 33,7% 34.844 101.903
Altopiano di Piné e Valle di Cembra 2.229 6.900 29,1% 26,1% 7.663 26.459
Dolomiti di Brenta – Altop. Paganella 19.195 109.678 20,9% 23,6% 91.961 465.457
Madonna di C.- Pinzolo - Val Rendena 22.985 136.938 19,6% 23,5% 117.566 581.837
Rovereto 8.005 27.432 22,2% 23,0% 36.127 119.385
Zone fuori ambito 5.115 18.920 20,5% 23,0% 24.989 82.361
Altip.di Folgaria, Lavarone e Luserna 8.218 50.748 14,0% 20,2% 58.633 251.691
San Martino di Castrozza e Primiero 9.686 59.016 12,3% 15,8% 78.797 373.629
Lagorai - Valsugana Orientale - Tesino 377 951 6,8% 5,9% 5.560 16.225
Terme di Comano - Dolomiti di Brenta 438 1.829 5,0% 5,0% 8.822 36.885
TOTALE 382.927 2.019.409 30,6% 34,4% 1.253.117 5.872.069
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
Tab. 2: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di presenze straniere) – solo movimento certificato TOTALE
STRANIERI peso stranieri su tot TOTALE
GENERALE
Ambito arrivi presenze % arrivi % presenze arrivi presenze
Valle di Fassa 73.227 475.799 27,9% 33,8% 262.552 1.406.727
Valli di Sole, Peio e Rabbi 64.771 415.157 34,4% 37,7% 188.374 1.100.708
Valle di Fiemme 47.702 296.700 42,1% 51,9% 113.396 571.281
Garda Trentino 76.434 242.995 65,7% 67,3% 116.254 361.272
Madonna di C.- Pinzolo - Val Rendena 22.985 136.938 19,6% 23,5% 117.566 581.837
Trento 27.500 115.417 31,7% 38,7% 86.695 297.890
Dolomiti di Brenta – Altop. Paganella 19.195 109.678 20,9% 23,6% 91.961 465.457
San Martino di Castrozza e Primiero 9.686 59.016 12,3% 15,8% 78.797 373.629
Altip.di Folgaria, Lavarone e Luserna 8.218 50.748 14,0% 20,2% 58.633 251.691
Valsugana 11.872 34.315 34,1% 33,7% 34.844 101.903
Rovereto 8.005 27.432 22,2% 23,0% 36.127 119.385
Valle di Non 5.173 26.614 24,8% 34,0% 20.884 78.359
Zone fuori ambito 5.115 18.920 20,5% 23,0% 24.989 82.361
Altopiano di Piné e Valle di Cembra 2.229 6.900 29,1% 26,1% 7.663 26.459
Terme di Comano - Dolomiti di Brenta 438 1.829 5,0% 5,0% 8.822 36.885
Lagorai - Valsugana Orientale - Tesino 377 951 6,8% 5,9% 5.560 16.225
TOTALE 382.927 2.019.409 30,6% 34,4% 1.253.117 5.872.069
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
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vacanza sulla neve, al quarto posto troviamo
l’area del Garda trentino, che con 243mila
presenze registra un notevole risultato, anche
se è importante però notare pure la
distribuzione di questo flusso di presenze
durante l’arco del semestre in esame. Vediamo
in maggiore dettaglio queste aree, che sono
anche “situazioni” di mercato ben diverse tra
loro, forse più di quanto sia normale attendersi.
Valle di Fassa. Come abbiamo visto,
quest’area non brilla per percentuale elevata di
turismo invernale straniero, ma primeggia
senza dubbio per quantità di presenze estere.
E’ però molto interessante valutare altri aspetti
in merito, a cominciare dalla classifica (per
numero di presenze) dei primi cinque mercati
esteri che soggiornano in valle: al primo posto,
con quasi 144mila presenze, troviamo la
Germania, un mercato che potremmo definire
“classico” per il Trentino turistico e che a
quanto pare lo è anche per a Valle di Fassa; al
secondo posto, però, le cose non sono così
prevedibili per gli osservatori non attentissimi,
dal momento che troviamo la Danimarca. Con
57mila presenze questo bacino dell’area
nordeuropea è una realtà davvero consistente.
Al terzo posto, con quasi 37mila presenze,
troviamo la Polonia, mercato relativamente
recente ma in Trentino in maggiore evidenza
della Danimarca, soprattutto per quanto
riguarda il periodo invernale. Al quarto posto
troviamo la Repubblica Ceca, altra
acquisizione relativamente recente, paese
importante all’interno della peraltro vasta ma
anche variegata area ex-oltrecortina. Con il
quinto posto la Svezia allunga la lista delle
sorprese: 29.841 presenze consentono agli
svedesi di precedere paesi ben più vicini e
tradizionalmente conosciuti, almeno dal
Trentino, come l’Olanda, il Regno Unito, il
Belgio, tanto per fare alcuni nomi.
Sommando i flussi di questi cinque primi flussi
esteri si ottiene un totale certificato di 302.130
pernottamenti, che pesa sul totale dell’ambito,
quindi sul totale generale comprendente italiani
e stranieri, per il 21,5%: non è un dato
percentualmente molto rilevante, come si
vedrà poi anche al confronto con le situazioni
caratterizzanti le altre aree, segnale questo
non tanto di una concentrazione bassa dei
mercati esteri, che in totale registrano 475.799
presenze, ma soprattutto di una forte presenza
italiana.
L’indice di concentrazione dei primi cinque
mercati esteri sul totale del movimento delle
presenze straniere è di 63,5%.
Le Valli di Sole, Pejo e Rabbi. Il notevole
movimento turistico espresso dall’ambito, che
registra complessivamente oltre 1,1 milioni di
pernottamenti, vede una classifica dei mercati
esteri soddisfatti in inverno piuttosto singolare
ed anche questa volta, come in Valle di Fassa,
smentire chi eventualmente stesse pensando
ad un certa uniformità di situazioni in questo
senso tra i vari ambiti trentini.
Al primo posto, con 85.270 presenze, troviamo
la Polonia, ormai una realtà consolidata non
soltanto in queste valli ma in tutto il Trentino.
Può essere semmai sorprendente come
questa preceda il Belgio, una vera “riscoperta”,
con 79.260 presenze e – finalmente, si
potrebbe dire – la Germania, che registra poco
meno di 76mila pernottamenti. Come si vede i
primi tre bacini esteri non sono distanti nei dati,
ma la classifica fa ugualmente riflettere in
merito a delle “redistribuzioni” piuttosto
notevoli.
Al quarto posto troviamo il Regno Unito,
staccato con 56.274 presenze, mentre al
quinto si piazza l’emergente Repubblica Ceca,
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con poco meno di 29mila presenze.
In Valle di Sole e nelle valli attigue formanti
l’ambito si contano 1,1 milioni di presenze,
come detto sopra, di cui 685.551 effettuate da
ospiti di nazionalità italiana, quindi gli stranieri
rappresentano il 37,7% del totale. I primi
cinque mercati esteri in classifica, coprono il
29,6% del movimento totale delle presenze,
ma più interessante è però vedere quanto essi
pesino all’interno del solo mercato straniero:
questo dato è pari al 78,4%, un valore molto
alto, denunciante così una forte
concentrazione, ben superiore comunque a
quanto accade in Valle di Fassa, dove i primi
cinque mercati esteri raccolgono
complessivamente molto meno.
Valle di Fiemme. Quest’ambito, pur importante,
è su livelli ben inferiori ai primi due presi in
esame, totalizzando 571.281 presenze
certificate. E’ molto forte, però, come abbiamo
già avuto modo di osservare, la percentuale di
presenze straniere, si tratta del 51,9%, un dato
inferiore soltanto a quello del Garda trentino.
In merito ai primi cinque mercati esteri
nell’area di competenza, la Valle di Fiemme
presenta al primo posto la Germania, con
73.328 pernottamenti, riportando alla ribalta il
paese che nel complessivo movimento trentino
detiene da sempre il primo posto, sia in estate
che, come nel caso in esame, in inverno. Al
secondo posto, con 59.381 presenze, troviamo
un po’ a sorpresa la Repubblica Ceca, che
batte ampiamente la Polonia, secondo mercato
estero invece per l’intera provincia, che nel
caso della Valle di Fiemme si “ferma” a poco
più di 40mila presenze; dopo la Polonia
troviamo il Belgio, con 32.462 presenze, un
bacino “classico” per il Trentino, mentre al
quinto posto troviamo con una certa sorpresa,
l’Ungheria, che con 22.441 pernottamenti
sopravanza nazioni ben più importanti ed
affermate nel recente passato, come il Regno
Unito, sesto, oppure i Paesi Bassi, addirittura
nono.
I primi cinque mercati corrispondono al 39,9%
dell’intero mercato ed al 76,8% dell’intero
movimento estero, un valore di concentrazione
analogo alla Valle di Sole, quindi anche in
questo caso piuttosto alto.
Garda trentino. Ai tre “campioni d’inverno” per
quanto concerne il movimento numerico
straniero (quindi non in percentuale sul totale,
indipendentemente dall’entità dello stesso) si è
voluto aggiungere il Garda trentino, non
soltanto perché, oggettivamente, detiene il
quarto posto in questa classifica, ma anche e
forse soprattutto in quanto ambito “diverso”,
diciamo così non tipicamente invernale nel
contesto trentino, pur sviluppando rilevanti
flussi di arrivi e presenze, soprattutto stranieri.
Ma andiamo per gradi. Come si è già visto, su
361.272 presenze invernali complessive,
quelle straniere sono 243mila, equivalenti al
67,3%. All’interno di questo grande movimento
estero i primi cinque mercati di provenienza
sono la Germania, paese da sempre al primo
posto anche in quest’ambito, oltre che nel
Trentino, con oltre 151mila pernottamenti,
seguita a grande distanza dal Regno Unito, in
evidenza nonostante le sole 25.277 presenze,
caratterizzanti peraltro quest’area. Al terzo
posto troviamo l’Austria, altro bacino a dir poco
“storico” per l’area, con 10.551 presenze,
seguita al quarto posto dalla Svizzera,
presenza inusuale in Trentino, soprattutto nelle
valli sciistiche, con peraltro soli 5.040
pernottamenti; al quinto posto la Danimarca,
con 3.768 presenze, nazione che precede
Francia, Belgio, Olanda, bacini di domanda,
tranne nel caso della Francia, che spesso si
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sono rivelati, cosa nota agli operatori ed agli
osservatori, maggiormente premianti in altri
contesti.
Ma fin qui manca però quella che è per certi
aspetti l’informazione “chiave” per
comprendere il flusso gardesano estero in
chiave invernale: e la chiave è che, di
“invernale”, il flusso in oggetto ha ben poco,
perché il mese nel quale si hanno più presenze
è aprile, seguito da marzo: insieme pesano per
il 71,2% dell’intero movimento invernale.
1.5 Un approfondimento. Germania, un mercato speciale
Il bacino costituito dall’utenza turistica tedesca
è per l’Italia, da lunghissimo tempo e
soprattutto a partire dagli ormai lontani anni
‘50, un mercato di primaria importanza. Per il
trentino turistico, poi, è da sempre il primo
mercato estero, sia in estate che in inverno.
Gli operatori e gli osservatori del settore
turistico si chiedono però, da lungo tempo, se
“i turisti tedeschi viaggiano e spendono meno
in Trentino a causa di fattori esterni quali la
crisi economica in Germania, oppure sono
attratti da altri paesi e stanno modificando il
loro modo di viaggiare”, per dirla con una
riassuntiva domanda formulata recentemente
dall’ASAT ai propri imprenditori associati, in
apertura di una sua recente analisi elaborata
allo scopo (M. Basile, Marketing ASAT). La
domanda si rivolge originariamente alle
strutture ricettive alberghiere, ma è chiaro che
il tema – o problema – costituito dal mercato
tedesco è di primaria importanza per il Trentino
turistico e non solo per esso.
L’economia tedesca è uscita, nel corso del
2004, dalla fase di peraltro moderata
recessione che aveva caratterizzato il 2003,
anche se i consumi privati sono stagnanti dal
2001 a causa della disoccupazione (13,8%
della popolazione attiva), della perdita del
potere d’acquisto e di altri fattori. Anche in
questo ultimo scorcio di 2005, mentre stiamo
scrivendo, luci ed ombre, frizioni ed
opportunità si mescolano.
1.5.1 Sviluppi e tendenze del mercato tedesco
Il mercato tedesco ed i particolar modo quello
turistico, è influenzato principalmente (secondo
una ricerca dell’Institute for Tourism and
Recreational Research in Northern Europe
“N.I.T.”) principalmente dai seguenti fattori :
politica
economia
cambiamento demografico
tecnologia
andamento dei consumi
offerta turistica
minacce
La frequenza della vacanza dei tedeschi, vede,
dopo anni di crescita, il numero di soggetti
tedeschi che effettuano periodi di vacanza
durante l’anno stabilizzarsi nel numero da una
decina d’anni: si tratta di una quota attorno 74-
78% della popolazione (il 74,4% è il valore che
è stato rilevato nel 2004).
In merito al tipo di consumi in rapporto al
risparmio possibile, i tedeschi pensano che sia
più difficile risparmiare negli acquisti in
alimentari, per la salute ed al terzo posto in
ambito vacanze, seguito dall’affine comparto
delle spese destinate al tempo libero. Più facile
sembra risparmiare nella formula viaggi brevi,
ma c’è l’impressione che sia la natura stessa,
breve appunto, a dare questa impressione,
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non essendoci, ad esempio, la rigidità
“settimanale” dei pacchetti, oppure i vari “tagli”
da 10-14 giorni, difficilmente comprimibili nel
caso del turismo a lungo raggio.
Dopo le grandi espansioni dei flussi turistici
verso l’estero, fenomeni che hanno fortemente
caratterizzato il periodo tra la metà degli anni
’50, quando il dopoguerra lasciava il posto
all’espansione economico-produttiva, fino
all’89, con il famoso, storico crollo del Muro di
Berlino, la Germania ha in un certo senso
voltato pagina. Dopo trenta, quarant’anni di
espansione del flusso tedesco in uscita dai
confini del loro Paese per effettuare vacanze,
si è aperto il capitolo della sostanziale stabilità,
peraltro su quote elevatissime, se si pensa che
tre tedeschi su quattro fanno almeno una
vacanza durante l’anno, secondo questa
ricerca, mentre secondo le informazioni
inerenti l’Italia la vacanza è un “lusso” che si
può concedere soltanto il 52-55% della
popolazione.
Nell’ultimo biennio la situazione inerente al
consumo di turismo ed ancor più all’outgoing
dei tedeschi non è stata facile: secondo
un’elaborazione dell’Ufficio Marketing
dell’ASAT, il numero dei tedeschi viaggiatori è
in realtà diminuito nel 2004 (-2,7% rispetto al
2003), così come il numero dei viaggi (-1,2%);
è interessante notare però, sempre secondo
questo studio, che i tedeschi che continuano a
viaggiare lo fanno più spesso ed anche il
numero dei secondi e terzi viaggi è aumentato
del 3%. Nel 2004 sono stati stimati un totale di
65,36 milioni di viaggi; il 30,8% si sviluppa
all’interno della Germania ed il 69,2% sceglie
invece di uscire dai confini nazionali verso
destinazioni estere (il 53,8% in Europa, il
15,4% verso mete extraeuropee).
Naturalmente c’è poi da aggiungere che, dal
1990, i tedeschi effettuano in Germania, dopo
la riunificazione, con molta più facilità, anche
burocratica, visite alle “nuove” destinazioni
interne, che si aggiungono a quelle
storicamente consolidate nel Paese.
La spesa per il turismo, per la vacanza è nel
tempo salita, ma gli ultimi anni denunciano
problemi, con una contrazione nel 2003 ed un
discreto recupero nel successivo 2004. Si
stima che la spesa giornaliera dei turisti
tedeschi sia attualmente (2004) di circa 63
euro.
Le destinazioni estere, per quanto riguarda la
graduatoria di preferenza, di frequentazione
effettiva, sono: la Spagna, al primo posto
(13,6% del totale in esame) in sostanziale
tenuta; l’Italia è al secondo posto, con il 7,4%,
ma perde quota. E’ interessante notare come
secondo questa ricerca il flusso verso il nostro
Paese si divida in:
- 25% Nord Italia/Alpi
- 21% nel resto del Nord Italia
- 31% Centro Italia
- 23% Sud Italia ed Isole.
Come si può notare, il Settentrione cattura
complessivamente il 46% dei turisti tedeschi,
ma la maggior parte è interessata al territorio
ed alle formule alpine, annotazione questa non
da poco, dal momento che il Nord Italia può
mettere in gioco destinazioni quali Venezia e la
Riviera Romagnola, tanto per citare alcuni
“campioni” tra le destinazioni turistiche non
alpine del settentrione del Paese. La montagna
alpina italiana, quindi, pur tenendo conto che
contiene al suo interno anche il notevole flusso
turistico dei grandi e frequentati laghi
maggiore, di Como e di Garda, è in una
posizione di una certa forza.
REPORT | dicembre 2005 | 29 |
Tornando alle altre destinazioni internazionali,
si può osservare come l’Austria sembri ormai
matura, flette un po’ (-2%); la Turchia, fino al
2004, ha guadagnato notevoli quote di
domanda turistica, la Francia sembra da tempo
in fase calante, oltre la maturità.
In merito ai mezzi di trasporto utilizzati in ferie,
l’auto, ancora molto importante, dal momento
che si tratta del 47% dei casi, la fa ancora da
padrone, ma perde però progressivamente
quota, mentre l’aereo cresce fortemente (ormai
si è giunti al 36% dei viaggi per vacanza) e
proseguono le piatte maturità dei vettori
classici quali il pullman (10%) ed il treno (6%).
Piuttosto impressionante appare, abituati ai
valori mostrati dagli italiani, tutto sommato
ancora poco appoggiati alle Agenzie ed ai Tour
Operator nella programmazione e nell’acquisto
dei viaggi, la realtà tedesca: dal 1970, quando
soltanto una ridotta quota di turisti si
appoggiava all’intermediazione, si trattava del
12-15%, si è giunti al 2004 con una quota di
intermediato che è del 47%.
Affrontiamo ora un tema inerente le tendenze
nei comportamenti caratterizzanti la vacanza.
Queste le tendenze del mercato tedesco
secondo N.I.T.:
il volume dei viaggi ha un potenziale
di crescita
emergono nuovi segmenti, nuovi
target
si differenziano ulteriormente le
motivazioni
le destinazioni hanno ancora margini
di crescita
continua, leggera, la tendenza alla
diminuzione della durata della
vacanza
la stagionalità è sempre più breve
crescerà ancora la quota del viaggio
intermediato-organizzato
si prevede un aumento dell’utilizzo di
aerei, navi e pullman
cresce la richiesta di qualità
nell’alloggio
le informazioni vedono aumentare il
numero delle fonti, meno il dettaglio.
Il turista è sempre più informato, ma a quanto
pare ci sarebbe anche quello che viene definito
un “basso coinvolgimento”; è quindi
necessaria, secondo i ricercatori della N.I.T.:
- un’offerta più variegata, con prodotti
interscambiabili, che peraltro, se tali sono,
generano quindi una maggiore concorrenza,
fungibilità…;
- aumento del numero dei canali di
comunicazione, quindi anche sempre più
informazioni, con un rischio reale di
eccedenza in questo senso;
- il processo di valutazione ai fini della
decisione non è completo, è sufficiente che
la proposta “vada bene”;
- si cerca sia la convenienza che la comodità,
orientandosi soprattutto in base
all’esperienza;
- il processo di apprendimento attuale
consente una “cognizione del prezzo” da
parte del turista;
- aumentano le richieste di qualità in generale;
- crescono le esigenze di flessibilità delle
proposte;
- i turisti sono informati ed evoluti, capaci e
tutto questo crea le condizioni per un
mercato che sappia accettare e cogliere le
sfide.
1.5.2 I turisti tedeschi in Trentino
Quando si parla di qualcuno di conosciuto, di
un soggetto con il quale c’è sedimentata,
REPORT | dicembre 2005 | 30 |
storica frequentazione, ci si trova per certi
aspetti maggiormente in difficoltà al confronto
di quanto avviene invece affrontando realtà e
fenomeni meno conosciuti: nel primo caso, ad
esempio, il timore di essere banali, stantii – se
ci è concesso il termine, senz’altro improprio in
ambito di ricerca di mercato – e di risultare di
conseguenza anche non credibili, non efficaci.
E’ quello che succede nel tentare di tracciare
l’identikit del turista, dell’ospite tedesco in
Trentino: conosciuto frequentatore dei laghi,
camminatore spesso esperto, ma anche
sciatore, seppure in forma minore, spesso
giunge con la sua auto o la sua motocicletta
alla destinazione, ma moltissimi sono coloro
che giungono anche in pullmann, magari in
bassa stagione; se c’è chi è patito per il surf,
c’è anche chi visita le aziende vitivinicole ed
acquista in cantina i prodotti della terra e della
cultura trentina, se c’è chi campeggia e vive
open air, c’è sicuramente chi è appassionato
d’arte e cultura… Insomma, essendo quello
tedesco un mercato esteso e storico,
evoluzione e tradizione, novità e luoghi
comuni, alta e bassa stagione si incontrano e
fondono in un quadro complesso. Ma questo
non deve far perdere d’animo il ricercatore.
Secondo la ricerca N.I.T. l’età media dei turisti
tedeschi che vanno in vacanza in Trentino è
uguale al valore medio dei vacanzieri tedeschi,
si tratta di circa 48 anni. Aderente ai valori
medi è anche la composizione familiare,
mentre la formazione scolastica risulta migliore
dei livelli di riferimento per la comparazione.
Le possibilità economiche dei tedeschi ospiti
del Trentino sono superiori alla media dei
tedeschi.
In merito alla provenienza il 50% di essi
proviene dalla Baviera e dal Baden-
Wuerttemberg; rispetto alla media in Trentino
si registrano poi meno arrivi dalla Germania
dell’Est, tranne nel caso della Sassonia, che
riveste un ruolo importante.
Le motivazioni dei tedeschi che vanno in
vacanza in Trentino sono principalmente:
il relax (52%)
la libertà, godere del tempo libero
(50%)
il sole, il caldo (48%)
l’evasione dalla quotidianità (47%)
ritrovare nuove energie (41%).
Sopra la media delle risposte si collocano,
invece, le motivazioni quali:
la scoperta, il rischio
il ritorno, i ricordi ritrovati
la cultura e la formazione.
I turisti del Trentino sembrano avere, rispetto
alla media generale, un più ristretto ventaglio
di motivazioni (d’altra parte, essendo una
destinazione il Trentino ben precisa e non una
dimensione turistica generale, quella alla quale
si fa riferimento, questo è logico e normale).
Attività condotte durante le vacanze:
escursioni nei dintorni (81%)
ricerca delle specialità e delle tipicità
(74%)
riposare e dormire (63%)
fare il bagno (60%)
visitare attrazioni naturalistiche
(55%).
A questo proposito possiamo ricordare che
secondo un dato ENIT la motivazione “relax”
ha guidato, nel 2003, le scelte dei tedeschi in
vacanza nel 42% dei casi.
Attività condotte in Trentino, caratterizzanti
poiché sopra la media del comportamento
rilevato in generale sono:
praticare attività sportive poco
impegnative
visite culturali (centri storici,
REPORT | dicembre 2005 | 31 |
monumenti, musei…)
fare il bagno in piscina
fare shopping e guardare le vetrine
praticare lo sci e/o lo snowboard.
L’Italia come destinazione nazionale sembra
registrare con i turisti provenienti dalla
Germania un andamento sostanzialmente
stabile nel decennio 1993/04 (-0,4%).
A livello regionale italiano, il Trentino - Alto
Adige rappresenta la destinazione preferita in
Italia dai tedeschi, frequentata dal 27,5% del
totale dei turisti tedeschi, seguito da Veneto
(21%) e Toscana (12%) (Rapporto Paese
congiunto Ambasciate/Consolati/ ENIT
Germania 2006).
La situazione negli alberghi trentini, per fare un
esempio inerente la più importante forma di
ospitalità imprenditoriale, si presenta
nettamente positiva, con un aumento degli
arrivi dei tedeschi, nel periodo compreso tra il
1993 ed il 2004, del 72% e del 63% per quanto
riguarda le presenze (elab. Osservatorio
Provinciale per il Turismo su dati del Servizio
Statistica della P.A.T.).
Si sono quasi raddoppiati le presenze e gli
arrivi dei tedeschi nel decennio, ma si potrebbe
ipotizzare, con offerte maggiormente affinate
ed orientate, una ulteriore crescita,
considerando l’ancora enorme bacino
potenziale costituito dalla Germania, pur nella
consapevolezza che praticamente tutte le
destinazioni turistiche del pianeta hanno
questo stesso desiderio e si muovono quasi
sempre di conseguenza.
Se si vanno ad analizzare gli arrivi dei tedeschi
sul totale degli arrivi stranieri in Trentino, si può
notare che se nel 1993 rappresentavano il
70%, nel 2004 costituiscono un ben più
contenuto, percentualmente, 47%. I turisti
tedeschi rappresentano ancora per il Trentino il
primo mercato estero, ma si nota però che le
altre domande turistiche nazionali aumentano
in modo decisamente maggiore al confronto di
quanto non avvenga invece per gli ospiti
tedeschi.
Il 68% dei tedeschi in Trentino utilizza gli
alberghi, mentre l’altra parte della domanda
acquisita dal Trentino si rivolge al comparto
ricettivo complementare ed infine, in misura
assai minore, agli alloggi privati ed alle
seconde case.
Altri approfondimenti in merito sono comunque
a disposizione nella parte del lavoro dedicata
ai flussi turisti stranieri in Trentino.
Ricordando brevemente quanto detto in altro
punto dell’analisi in merito all’inverno dei turisti
tedeschi in Trentino, possiamo ricordare che:
la Germania, fa registrare perdite nell’inverno
2004/05, pur restando di gran lunga il primo
mercato estero in Trentino; negli alberghi gli
arrivi scendono del 6,0% e si fermano a
113.400, mentre le presenze, 473mila, sono il
7,7% in meno.
Il soggiorno negli alberghi è di 4,2 giornate, un
valore non particolarmente elevato.
Nella ricettività complementare, poco
frequentata dai tedeschi in inverno, le cose
vanno anche peggio: gli arrivi si fermano sotto
quota 12mila (18,6% in meno), mentre le
presenze, 60.306, segnano -17,0%.
La durata della vacanza nel comparto ricettivo
complementare è mediamente di 5,1
pernottamenti.
Unendo i due insiemi si ottiene un totale
certificato di 125.315 arrivi, il 7,4% in meno e
533.366 presenze, l’8,8% in meno della
stagione di confronto.
La vacanza è in questo caso, mediamente di
4,3 giornate.
Anche nel comparto ricettivo oggetto di stima
REPORT | dicembre 2005 | 32 |
(costituito dagli alloggi privati e dalle seconde
case), i flussi di arrivi e presenze risultano in
calo complessivamente del 5%.
La durata della permanenza è, in questo caso
stimato, di 6,7 giornate.
I tedeschi durante l’inverno 2004/05 hanno
speso in media al giorno per persona Euro
140,89 di cui il 40% in pernottamento (Euro
55,28), valore nettamente superiore a quello
speso dagli italiani (Euro 31,88) e dagli
stranieri dell’est (Euro 44,61). Dal 2000 ad
oggi, inoltre, i tedeschi hanno incrementato la
spesa dedicata agli alberghi del 19% (stime
Servizio Statistica P.A.T.).
I turisti tedeschi, secondo le ricerche, scelgono
come meta il Trentino soprattutto per rilassarsi
(52%), poter vivere in una dimensione di
“libertà” e natura, di piacevole fruizione di
tempo libero (50%) e per vivere in un luogo
soleggiato e caldo (48%).
Le destinazioni preferite all’interno della
provincia di Trento sono il Garda trentino,
scelte dal 50% del totale del flusso tedesco,
seguite dalla Valsugana (10%) e dalla Val di
Fassa (l’8%).
1.5.3 Le vacanze del turista tedesco nel
nord Italia e nelle Alpi
Il 65% delle vacanze trascorse dai tedeschi nel
Nord-Italia e nell’area alpina sono quelle
principali, le più importanti dell’anno. Le località
vengono raggiunte per lo più in auto (73%) ed i
nuclei sono per il 39% composti da due
persone, mentre nel 34% si tratta di gruppi di 4
o più persone; l’11% è composto da famiglie
con figli di età inferiore ai 14 anni.
Interessante notare come la maggior parte
degli arrivi sia in primavera ed in tarda estate,
contribuendo così ad un certo effetto di
destagionalizzazione del flusso generale.
In merito al Trentino, due turisti su tre sono già
stati in provincia; i tipi di alloggio prescelti sono
quasi sempre a flusso certificato, quindi in
strutture quali alberghi (42%), pensioni ed
agritur (22%), mentre relativamente pochi, si
tratta del 26%, sono quelli che si appoggiano
ad appartamenti in affitto e case di varia
categoria ricettiva.
La ricerca stima in un 2,1% il numero dei
tedeschi che tra il 2002 ed il 2004 sono stati
per ragioni turistiche in Trentino, mentre il
numero degli interessati, comprensibilmente
maggiore di quanti siano effettivamente ospiti
del sistema dell’ospitalità trentina, sarebbero il
6,7% dei tedeschi, circa 4,3 milioni di persone,
di cui un milione definibile secondo la ricerca
come potenziale “certo” e 3,7 milioni come
potenziale “debole”.
Tra le motivazioni più “nuove”, nel senso più
efficaci al fine di pubblico potenziale, quindi
non ancora convinto, ci sarebbero il wellness,
la presenza frequente di condizioni soleggiate
anche in inverno, il tour, la città, ma anche il
fare nuove esperienze, lo stare nella natura,
magari con la famiglia, muoversi, essere attivi,
ma anche recuperare riposando, motivazioni
queste via via meno “divaricate” rispetto a ciò
che già fanno gli ospiti acquisiti.
Piuttosto interessante, lo si è detto seppur
brevemente anche poco sopra, la tendenza del
flusso turistico tedesco a compensare,
riequilibrare in qualche percentuale il flusso
turistico generale, che in Italia è molto
“appuntito” in occasione di festività e di periodi
quali agosto. Buoni risultati è invece possibile
cogliere con i tedeschi nei mesi di maggio,
giugno e settembre, dove l’arco alpino italiano
può contare su condizioni ambientali e
meteorologiche mediamente molto buone.
REPORT | dicembre 2005 | 33 |
La resistenza alle vacanze in bassa stagione
nelle nostre aree alpine, anche del resto
d’Italia è il timore del brutto tempo, ma l’indice
non è poi così elevato e fuori media in questo
senso, si tratta del 31% del campione, mentre
il 50% quasi degli intervistati non indica
neppure elementi frenanti nei confronti della
vacanza in bassa stagione.
I punti di forza di una vacanza sulle Alpi
italiane in bassa stagione sono ritenuti dai
tedeschi anzitutto il livello inferiore dei prezzi
(36% degli intervistati), il minore affollamento
(35%), la possibilità di fare “più vacanza con gli
stessi soldi” (24%), la possibilità di praticare
sport invernali (17%).
Tra gli interessati al Trentino uno su quattro
(circa il 24%, circa un milione di persone) è
interessato solamente al periodo estivo ed alle
sue peculiarità, mentre un bel 60%, pari a 2,6
milioni di tedeschi, si dichiara interessato
anche al resto dell’anno.
Gli “estivi”, com’era prevedibile per chi pratica
la ricerca in materia, sono più giovani (si stima
un’età media di 43,5 anni), ma sembrerebbero
anche dotati di minor potere di spesa, inclini
alla pigrizia ed interessati anche ad offerte per
riposare ma stare anche con i bambini, fare
vita da spiaggia o comunque fare il bagno.
Gli “altri”, quelli “4 stagioni”, sono leggermente
più vecchi, si tratterebbe di un’età media di
47,1 anni, più ricchi ed in coppia. Amano le
vacanze ed i viaggi brevi, sono interessati alla
natura, alla cultura, alla conoscenza di altri
paesi, sono sensibili all’aspetto della salute,
cercano escursioni ed attività sportiva o
comunque attiva.
Ci si interessa molto dell’alloggio, in testa alle
preoccupazioni del turista tedesco intervistato,
e questo valore è superiore alla media
dell’attenzione verso questo aspetto. Dall’altro
lato sembrano turisti più pratici, conoscitori
della media delle cose, delle proposte e
spesso si organizzano con minori difficoltà
rispetto ad altre destinazioni, com’era del resto
logico attendersi.
Dai valori acquisiti attraverso la ricerca non
appare che l’arco alpino presenti dei deterrenti
di tipo climatico rispetto alle media registrate in
questo senso nelle altre formule: in altre
parole, non si ritiene che sulle Alpi italiane il
rischio di vedere la vacanza in parte
compromessa dal maltempo sia più elevato
che in altre destinazioni.
Le vacanze nelle Alpi italiane sono, rispetto
alla media, organizzate con un minor ricorso
ad agenzie, cataloghi e più auto-organizzate
con supporto di guide, Internet, amici, ma
anche di tour operator e depliant regionali;
scarsissimo come sempre l’apporto - dichiarato
– ricavato dalle fiere e dagli eventi.
Come ormai è abituale, anche in questo caso
le fiere specializzate non sembrano molto
importanti nella dinamica promo-informativa e
nelle decisioni in merito alle destinazioni.
1.5.4 Le conclusioni della ricerca N.I.T. in merito al comportamento turistico dei
tedeschi
Il mercato turistico tedesco secondo questa
ricerca N.I.T. presenta quindi:
una domanda generale molto stabile
una domanda turistica più dinamica
per quanto riguarda il volume
piuttosto che per quanto concerne la
sua struttura
una progressiva differenziazione
della domanda nella scelta di
destinazione e nella tipologia delle
vacanze
REPORT | dicembre 2005 | 34 |
una grande esperienza di viaggio ed
una raggiunta flessibilità da parte dei
turisti
nel lungo periodo i grandi
cambiamenti, quali quelli
demografici, i nuovi atteggiamenti,
come ad esempio la sensibilità al
rapporto qualità/prezzo e le nuove
offerte, ad esempio i voli a basso
costo, influenzeranno sempre più il
comportamento del turista.
In merito al rapporto tra turisti tedeschi e
destinazione Alpi italiane ed in particolare
modo il Trentino, invece, gli elementi
maggiormente interessanti ai fini della
comprensione sembrano essere:
un trend abbastanza negativo per
quanto riguarda l’Italia e le sue Alpi
il minor numero di turisti potrebbe
dare al marketing d’area l’occasione
di concentrarsi dialogando con turisti
più interessati
le tendenze future possono essere
viste come occasioni: a) con prodotti
adatti ai diversi segmenti, b) con
informazioni di qualità
orientamento al cliente come must
ricerche di mercato per individuare
la strategia.
1.6 Ma che accade negli ambiti?
1.6.1 Le città, la loro cultura e i loro monti
Le “città” del Trentino vanno bene, gli ambiti di
Trento e Rovereto continuano infatti la bella
fase di crescita, ma le motivazioni
rappresentate e “provocate” positivamente dai
musei, opportunità che si mischiano con
l’appeal dei monti, il turismo polacco delle
settimane bianche che si mescola
all’attenzione italiana per il Mart ed il
Buonconsiglio non rendono agevole
scorporare le varie tipologie degli ospiti, le
frequentazioni, gli alloggi, tra pendolarismo e
stanzialità, le attività di chi soggiorna,
l’interesse per cantine o castelli, il movimento
“che ci sarebbe comunque”, per motivi legati al
lavoro, alla presenza dell’università, agli affari,
da quello mosso da motivazioni squisitamente
turistico-itineranti o turistico-sportive.
1.6.2. I giganti bianchi
I “giganti bianchi” dell’offerta turistica invernale
del Trentino, le grandi aree dello sci e degli
altri sport o attività sulla neve sono
attualmente, secondo i dati a disposizione, in
una situazione che si può definire stazionaria,
quando non troppo buona; si deve però
riconoscere, ai fini di una corretta lettura ed
interpretazione degli andamenti in queste aree
trentine, che la Valle di Fassa, Madonna di
Campiglio e la Rendena e le Valli di Sole, Pejo
e Rabbi erano reduci da un inverno 2003/04
davvero eccezionale per crescite in termini di
arrivi e presenze e fare di più, nel successivo
inverno 2004/05, sarebbe stato
obbiettivamente difficile.
1.6.3 San Martino ed il Primiero nel mezzo
E’ una posizione intermedia, quella dell’area
turistica di San Martino di Castrozza e il
Primiero, tra la fase di “sosta” che è stata
individuata e proposta come chiave di lettura
delle grandi destinazioni sciistiche trentine ed il
forte successo dei “pesi medi”: l’ambito del
Primiero continua la sua crescita già intrapresa
REPORT | dicembre 2005 | 35 |
con un valore che, per l’inverno 2004/05,
mostra un incremento degli arrivi di un
modesto 0,6% in più ed una variazione positiva
delle presenze di un più apprezzabile 3,4%.
1.6.4 I “pesi medi” al massimo
L’aurea normalità della proposta della
Paganella continua ad essere premiata assai
bene (+6,1% negli arrivi, +7,9% nelle
presenze), almeno stando ai semplici numeri di
arrivi e presenze; sembra che la crescita
invernale del movimento in quest’area sia
davvero un meccanismo solido, sicuro. Anche
la - per certi versi - analoga “splendida
medietà” della Valle di Fiemme, dopo
un’annata 2003/04 ottima, vede incrementare
ancora, seppur di poco, i valori degli arrivi
(+1,3%) e delle presenze (+1,7%). Gli altipiani
di Folgaria, Lavarone e Luserna, dopo un
inverno eccezionale come quello 2003/04,
hanno registrato, pur nella posizione non certo
forte come quella della Valle di Fiemme,
ancora un +5,1% di aumento negli arrivi ed un
+3,7% nelle presenze.
Si tratta di un’area di offerta trentina che, con i
valori degli arrivi e delle presenze di queste
stagioni invernali in esame, sta ripagando gli
operatori in termini di flussi con valori davvero
notevoli, pur tra le note difficoltà in ordine alle
diverse propensioni alla spesa (come molti
sanno, non si tratta sempre di effettiva minor
capacità, talvolta si tratta anche di propensione
minore, di consumo “trattenuto”…), soprattutto
se confrontati al blocco di offerta costituito
dalle tre “corazzate” dell’offerta invernale
sciistica della provincia.
1.6.5 Le cento altre situazioni
Come si potrà vedere in seguito, non è facile
trovare ulteriori elementi di aggregazione, dal
momento che le realtà in gioco sono molto
diverse ed anche quelle che sono
apparentemente accomunate da buone
crescite provengono magari da inverni
precedenti che si sono espressi su livelli e con
modalità molto diverse. Le difficoltà del Garda
riguardano un’area lacuale comunque
fortemente affermata, mentre i laghi della
Valsugana non presentano particolari motivi di
preoccupazione. Le terme di Comano trainano
il complessivo notevole successo invernale
dopo i problemi nelle stagioni passate. Piné e
la Valle di Cembra crescono molto ma sono
ugualmente deboli. La Valle di Non tiene ma
come noto non si esprime più di tanto in
inverno, non avendo tra l’altro strutture
particolari. Il Lagorai - Tesino recupera un po’
ma la situazione resta molto difficile. Le aree
coperte dai consorzi delle Pro Loco, infine, non
hanno certo vita facile. Vediamo comunque
meglio le varie situazioni.
Il Garda trentino prosegue le sue stagioni
invernali in sofferenza: non si tratta di
percentuali molto elevate in assoluto, dal
momento che gli arrivi perdono il 2,9% e le
presenze il 3,9%, ma il problema si ripete ed i
punti percentuali si accumulano, destando
giustificate preoccupazioni proprio nell’area
che offre, durante il freddo inverno trentino, un
clima ed un ambiente complessivo
notevolmente piacevole. Può aiutare l’analisi
ricordare che le presenze sul Garda trentino
sono per gran parte “confinate” ai soli mesi di
marzo ed aprile, che a seconda della
collocazione della Pasqua, poi, vedono marzo
ed aprile vivere comprensibili incrementi e cali
REPORT | dicembre 2005 | 36 |
di volta in volta. Nel corso dell’inverno 2005-
2006 un numero più consistente di strutture
ricettive, rispetto agli inverni precedenti, rimane
aperta con una specifica proposta invernale.
Sarà interessante verificare se questa iniziativa
incontrerà il favore della domanda.
La Valsugana, dopo il buon inverno
precedente, caratterizzato da apprezzabili
aumenti, si presentava alla stagione invernale
2004/05 con l’interrogativo in merito ad una
conferma, o meno, della stagione positiva
registrata. La crescita c’è stata, ma solo negli
arrivi, saliti di oltre il 6%, un buon valore, ma le
presenze hanno visto crescere il dato totale
soltanto di un modesto 0,7%, accorciando
quindi il periodo di permanenza media
dell’ospite. Un risultato, quindi, in qualche
modo non negativo ma interlocutorio.
L’ambito Terme di Comano – Dolomiti di
Brenta, dopo le difficoltà registrate nella
stagione invernale 2003/04, hanno registrato
nell’inverno successivo, quello in esame, un
notevole salto in avanti, che ha ben più che
compensato i recenti problemi: gli arrivi sono
cresciuti del 17,5% e le presenze addirittura
del 24,9%, segnale questo che anche
un’offerta fortemente caratterizzata in senso
termale come questa può ottenere notevoli
successi, grazie anche alla proposta di
opportunità declinate sul “benessere”.
L’Altopiano di Piné e la Valle di Cembra, dopo
un duro inverno 2003/04, nel quale i cali degli
arrivi erano stati sì preoccupanti, ma meno
rispetto al crollo delle presenze, ha segnato
incrementi del comparto certificato che
registrano un notevole +17,1% negli arrivi, ma
un ben più sorprendente +41,2% nelle
presenze. Sono valori numerici assoluti
contenuti, quindi richiedono prudenza nella
formulazione di ipotesi interpretative “alte”, che
poi magari vengono smentite da più “banali”
dinamiche locali legate ad un singolo evento,
ma non c’è dubbio che ci siano positivi
cambiamenti in corso.
La Valle di Non, che aveva sofferto nell’inverno
precedente un certo calo, non drammatico ma
pur sempre sensibile, dal momento che gli
arrivi erano scesi del 7,4%, mentre le presenze
avevano contenuto la flessione in un più
contenuto -3,7%, nella stagione invernale
successiva, quella 2004/05, ha soltanto
fermato questo fenomeno di contrazione,
registrando un +0,6% negli arrivi ed un -0,8%
nelle presenze.
Dopo il disastroso inverno 2003/04, nell’ambito
Lagorai - Valsugana orientale e Tesino si è
verificato un certo recupero che,
obbiettivamente forte nelle percentuali, riesce
a riguadagnare soltanto una parte di quanto
perso in precedenza: gli arrivi segnano
nell’inverno 2004/05 un incremento del 10,3%,
ma alle spalle avevano un crollo del 20,6%,
mentre le presenze nell’ultimo inverno
segnano un +16,6%, ma dopo il -28,5% della
stagione 2003/04 non era facile recuperare,
cosa che infatti non è avvenuta che in parte.
Nelle Aree fuori ambito la situazione era stata
caratterizzata nell’inverno 2003/04 da cali sia
negli arrivi, oltre il 5% che, molto più forti,
nell’ordine del 20%, nelle presenze.
Nell’inverno 2004/05 gli arrivi hanno contenuto
le perdite al -1,7%, mentre le presenze, per
fortuna, hanno ripreso a crescere, cominciando
a compensare in almeno una rilevante quota i
cali precedenti, con un buon +14,4%.
1.6.6 Qualche considerazione in merito alla durata del soggiorno nei vari ambiti
E’ molto interessante notare come, prendendo
REPORT | dicembre 2005 | 37 |
come elemento di interesse, come chiave di
lettura, tra le altre, la durata del soggiorno, gli
ambiti si ripropongano in un modo diverso,
offrendo altri elementi di analisi.
Se la media del soggiorno è di 4,7
pernottamenti, in testa per la durata della
permanenza troviamo la Valle di Sole, area a
turismo invernale forte ed in notevole parte
“organizzato”, con 5,8 giornate, seguita ad una
certa distanza dalla Valle di Fassa, altro
“gigante” invernale, con 5,4 pernottamenti;
seguono con 5,1 giornate la Paganella e con
5,0 giornate, un valore poco distante, la Valle
di Fiemme, forte tra le località medio-alte, e la
Rendena, con Campiglio e Pinzolo (qui si tratta
di poco meno, 4,9 giornate di media). In
Rendena, però, un certo abbassamento della
durata della vacanza potrebbe dipendere dal
forte costume del mordi e fuggi di certa utenza
metropolitana, si pensi ai milanesi fra venerdì e
domenica.
Una prima considerazione è che di massima i
“pezzi grossi” sono forti anche nella durata del
soggiorno, nella capacità di trattenere più a
lungo l’ospite, sia grazie alla presenza di
turismo organizzato, sia grazie al livello
dell’offerta, del prodotto e dei servizi.
San Martino ed il Primiero, con 4,7
pernottamenti, sono esattamente in media e
“baricentrici” rispetto alle meno importanti ma
pur sempre apprezzate località come quelle di
Folgaria, Lavarone e Luserna, ferme a 4,3
pernottamenti, ed all’offerta “atipica” – se ci é
consentito il termine, dato il contesto invernale
– di località come Comano.
Le altre aree, com’è in qualche modo
comprensibile, sono su valori ulteriormente
contenuti.
REPORT | dicembre 2005 | 38 |
REPORT | dicembre 2005 | 39 |
2. LA SPESA DEI TURISTI NELLA STAGIONE INVERNALE 2004-2005 IN PROVINCIA DI TRENTO
2.1 Spesa media giornaliera e composizione del paniere di spesa
L’indagine sulla spesa dei turisti che
frequentano il Trentino nella stagione invernale
2004/05 (S. Statistica P.A.T.), ha coinvolto 632
“nuclei turistici” corrispondenti ad un totale di
1.892 turisti che hanno trascorso almeno tre
giorni di vacanza in una delle strutture ricettive
(alberghi, campeggi, alloggi turistici, seconde
case, altre strutture ricettive) presenti sul
territorio trentino.
Il dato più significativo contenuto in questa
edizione dell’indagine è indubbiamente quello
relativo alla spesa media giornaliera pro capite,
che si attesta sui 109,31 € (rispetto ai € 97,48
della stagione invernale 1999/00, ricalcolati
secondo il nuovo algoritmo che tiene conto dei
giorni, “effettivi” di rilevazione per ogni turista:
con un incremento di 12,0 punti percentuali nel
quinquennio considerato.
Anche tra il 1995 ed il 2000 questo indice
aveva testimoniato una crescita: fu allora del
26,7%, dopo che quella tra il 1990 ed il 1995
era a sua volta stata del 3,9%. In particolare,
rispetto a 5 anni or sono, si spende di più per
benessere e cura della persona, acquisto di
articoli sportivi e capi d’abbigliamento, per lo
shopping generico; per converso, si spende
meno per l’acquisto di generi alimentari e per i
servizi quali cultura divertimento, svago.
Particolarmente significativo è il dato relativo
all’acquisto di prodotti tipici del territorio
trentino che, rilevato per la prima volta in
occasione della presente indagine, rivela che
un quarto circa della spesa destinata allo
shopping (pari a poco più di 1 euro al giorno),
è rivolta ai prodotti dell’eno-gastronomia locale.
In complesso, la propensione alla spesa dei
turisti che soggiornano in Trentino in inverno
per motivi diversi da quelli dello svago e del
relax o della pratica di sport invernali è
relativamente più elevata delle altre tipologie;
al contrario, la vacanza per relax è quella che
comporta una spesa media giornaliera più
bassa. Ciò è dovuto, tra l’altro, al tipo di
sistemazione ricettiva prescelta che, nel caso
Tab. 3: Spesa media giornaliera pro-capite
Voci di spesa 2005 2000 Variazioni assolute 2000-2005
Variazioni percentuali 2000-2005
Pernottamento 36,35 31,03 40,4% 4.641.646
Ristoranti e bar 8,16 8,28 44,7% 3.922.883
Sport (con sci) 11,87 8,86 2,7% 212.710
Ricreative e culturali 24,53 25,63 1,8% 202.899
Spostamenti 1,53 1,65 2,1% 197.641
Cura della persona 3,83 3,38 1,3% 167.518
Shopping 4,83 2,10 0,8% 110.834
Abbigliamento 4,05 3,07 1,0% 87.217
Articoli sportivi 9,28 7,61 0,7% 85.522
Altre spese 2,96 1,88 0,7% 79.650
TOTALE 1,92 3,99 100,0% 10.192.116
fonte: Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 40 |
del turista d’affari, è prevalentemente di tipo
alberghiero (generalmente più costosa),
mentre le altre “tipologie” di turisti utilizzano
forme diversificate di alloggio. Si rileva inoltre
che, nonostante le differenze sensibili della
spesa per pernottamento considerata in termini
assoluti, in proporzione alla spesa complessiva
la quota del “budget turistico” ad esso
destinata non si differenzia in modo rilevante in
relazione alla motivazione della vacanza,
mentre – sempre in termini proporzionali –
decisamente più accentuate sono le differenze
nei comportamenti di spesa per altri tipi di
consumi. In sostanza,
Grafico 1: Composizione del “paniere” della spesa turistica invernale in Trentino nella stagione 1999/00 e 2004/05
Anno 2005
altre spese10%
shopping4%cura persona
5%
alimentari8%
abbigliamento9%
ristoranti e bar11% sport (con sci)
23%
pernottamento30%
fonte: Servizio Statistica P.A.T.
Grafico 2: Composizione del “paniere” della spesa turistica invernale in Trentino nella stagione 1999/00 e 2004/05
Anno 2000
alimentari9%
abbigliamento6%
ristoranti e bar10% sport (con sci)
25%
pernottamento34%
altre spese11%
shopping3%cura persona
2%
fonte: Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 41 |
l’articolazione della spesa giornaliera
corrisponde in modo piuttosto preciso alle
motivazioni prevalenti di vacanza. I turisti che
soggiornano in Trentino prevalentemente per
praticare sport invernali spendono più del 30%
del totale per attività sportive e per l’acquisto
delle relative attrezzature; durante la vacanza
si spostano sul territorio in misura
sensibilmente inferiore alle altre “categorie” e
si dedicano abbastanza poco allo shopping.
Al contrario, il turista che visita il Trentino per
motivazioni diverse, legate prevalentemente
agli affari o alla cultura, si sposta
maggiormente, riserva una quota piuttosto
Tab. 4: Spesa media giornaliera pro-capite per tipo d'alloggio Voci di spesa Alberghi
* e ** Alberghi ***
e **** Campeggi Alloggi privati
in affitto 2°
case(*) Altri
esercizi Spesa media
generale Pernottamento 45,67 58,95 14,04 19,72 14,62 23,05 36,35
Alimentari 5,36 5,16 9,96 10,80 11,46 5,34 8,16
Ristoranti e bar 16,38 14,48 9,83 8,34 9,55 12,93 11,87
Sport (con sci) 27,34 29,17 22,51 24,40 17,88 16,86 24,53
Ricreative e culturali
3,27 1,60 1,97 1,53 1,08 1,23 1,53
Spostamenti 5,45 4,94 7,91 2,41 2,69 4,05 3,83
Cura della persona
7,99 4,56 2,15 3,19 5,41 9,77 4,83
Shopping 5,67 4,17 5,27 3,02 4,22 3,89 4,05
Abbigliamento 7,70 9,38 8,07 8,78 9,97 8,00 9,28
Articoli sportivi 1,87 2,95 4,93 3,11 3,18 1,02 2,96
Altre spese 1,87 2,01 2,96 1,07 2,29 2,95 1,92
Totale 128,57 137,37 89,60 86,37 82,35 89,09 109,31
fonte: Servizio Statistica P.A.T.
Tab. 5 Spesa media giornaliera pro-capite per tipo d'alloggio: Composizione percentuale Voci di spesa Alberghi
* e ** Alberghi ***
e **** Campeggi Alloggi privati
in affitto 2° case
(*) Altri
esercizi Spesa media
generale Pernottamento 35,5 42,9 15,7 22,8 17,8 25,9 33,3
Altre spese in complesso
64,5 57,1 84,3 77,2 82,2 74,1 66,7
di cui
alimentari 6,5 6,6 13,2 16,2 16,9 8,1 11,2
ristoranti e bar 19,8 18,5 13,0 12,5 14,1 19,6 16,3
sport (con sci) 33,0 37,2 29,8 36,6 26,4 25,5 33,6
ricreative e culturali
3,9 2,0 2,6 2,3 1,6 1,9 2,1
spostamenti 6,6 6,3 10,5 3,6 4,0 6,1 5,2
cura della persona
9,6 5,8 2,8 4,8 8,0 14,8 6,6
shopping 6,8 5,3 7,0 4,5 6,2 5,9 5,6
abbigliamento 9,3 12,0 10,7 13,2 14,7 12,1 12,7
articoli sportivi 2,3 3,8 6,5 4,7 4,7 1,5 4,1
altre spese 2,3 2,6 3,9 1,6 3,4 4,5 2,6
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
fonte: Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 42 |
elevata del proprio budget (e, presumibilmente,
del proprio tempo) allo shopping, all’acquisto di
articoli di abbigliamento, al divertimento e
sceglie sistemazioni di pernottamento
relativamente più costose.
2.2 Una quantificazione della spesa totale
Grazie alla quantificazione della spesa dei
turisti presenti nella stagione invernale
suddivisa per tipologia ricettiva, è possibile
quantificare un ammontare complessivo di
spesa sostenuto dai turisti presenti in loco,
tenendo conto delle presenze turistiche totali
suddivise anch’esse per tipologia ricettiva
(presenze accertate o stimate, come nel caso
di alloggi privati e seconde case).
Si tratta di poco meno di 1 miliardo e 200
milioni di euro, in parte frutto di stima a causa
delle presenze, non accertate ma stimate, per
alloggi privati e seconde case.
Le tre voci più importanti riguardano in primo
luogo il pernottamento (circa 400 milioni di
euro) seguito dalla spesa per lo sport
(soprattutto lo sci) quantificata in poco meno di
270 milioni di euro, e dalla spesa (per
ristorazione e bar), 130 milioni di euro
complessivi. Spese significative nel complesso
sono rappresentate anche dalle voci
abbigliamento (circa 101 milioni di euro) e
alimentari (circa 89 milioni di euro).
Oltre il 50% della spesa complessiva (circa
610 milioni di euro) è sostenuta dai turisti
clienti degli alberghi a tre e quattro stelle. Di
contro risulta irrisoria la spesa complessiva
degli alberghi ad una e due stelle (poco più di
83 milioni di euro), a causa del numero
contenuto di queste strutture esistenti in
Trentino. E’ tuttavia interessante rilevare come
la differenza nelle voci di spesa individuale tra
ospiti negli alberghi a tre e quattro stelle e
quelli che pernottano negli uno e due stelle sia
riconducibile solamente alla voce del
pernottamento, perché su tutte le altre voci la
propensione alla spesa è sostanzialmente
simile con lievi scostamenti positivi o negativi,
a favore degli uni o degli altri.
L’importo complessivo di spesa imputabile agli
ospiti di alloggi privati e di seconde case
risente del dato numerico delle presenze in
queste strutture ricettive, frutto di stima e non
di accertamenti puntuali.
In ogni caso, a fronte di un numero di posti
letto maggioritario in alloggi privati e seconde
case rispetto alla ricettività alberghiera, e a
fronte di una stima di turisti presenti in privati e
seconde case corrispondente grosso modo
alla metà delle presenze totali, la spesa
complessiva degli ospiti di queste tipologie
ricettive rappresenta soltanto poco più di un
terzo (35%) della spesa complessiva.
Il rapporto tra il PIL provinciale e il volume
complessivo del “fatturato turistico invernale” in
senso stretto nel 2005 si dovrebbe pertanto
attestare intorno all’8,3%. Tale dato è
estremamente significativo, in quanto tra il
2000 e il 2005 le presenze turistiche invernali
sono cresciute di un ammontare pari al 21,6%
e il “fatturato” complessivo del turismo
invernale trentino sarebbe cresciuto del +35%.
REPORT | dicembre 2005 | 43 |
Tab. 6 Stima della spesa totale per tipologia ricettiva
Voci di spesa Alberghi * e **
Alberghi *** e ****
Campeggi Alloggi privati in affitto
2° case(*) Altri esercizi
Spesa generale
Presenze 646.903 4.441.915 137.203 1.867.240 3.220.608 646.048 10.959.917
Pernottamento 29.544.060 261.850.889 1.926.330 36.821.973 47.085.289 14.891.406 398.392.983
Alimentari 3.467.400 22.920.281 1.366.542 20.166.192 36.908.168 3.449.896 89.432.923
Ristoranti e bar 10.596.271 64.318.929 1.348.705 15.572.782 30.756.806 8.353.401 130.094.215
Sport (con sci) 17.686.328 129.570.661 3.088.440 45.560.656 57.584.471 10.892.369 268.846.764
Ricreative e culturali 2.115.373 7.107.064 270.290 2.856.877 3.478.257 794.639 16.768.673
Spostamenti 3.525.621 21.943.060 1.085.276 4.500.048 8.663.436 2.616.494 41.976.482
Cura della persona 5.168.755 20.255.132 294.986 5.956.496 17.423.489 6.311.889 52.936.399
Shopping 3.667.940 18.522.786 723.060 13.590.966 2.513.127 44.387.664
Abbigliamento 4.981.153 41.665.163 1.107.228 5.639.065 32.109.462 5.168.384 101.708.030
Articoli sportivi 1.209.709 13.103.649 676.411 16.394.367 10.241.533 658.969 32.441.354
Altre spese 1.209.709 8.928.249 406.121 5.807.116 7.375.192 1.905.842 21.043.041
Totale 83.172.319 610.185.864 12.293.389 1.997.947 265.217.069 57.556.416 1.198.028.527
fonte: elaborazione Osservatorio per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 44 |
REPORT | dicembre 2005 | 45 |
3. LA STAGIONE INVERNALE 2004/05 IN ITALIA E PRESSO ALCUNI COMPETITOR
3.1 Italia
Nel mese di dicembre 2005 l’Istat non ha
ancora pubblicato i dati relativi ai primi mesi
del 2005; è possibile quindi fare un commento
sul movimento turistico nazionale solamente
per i mesi di novembre e dicembre 2004.
Per quanto riguarda la clientela italiana, negli
esercizi alberghieri aumentano gli arrivi ma si
perdono pernottamenti; negli esercizi
extralberghieri le perdite riguardano sia arrivi
che presenze.
I turisti stranieri invece danno risultati
confortanti negli alberghi (in aumento sia arrivi
che presenze), mentre nelle strutture ricettive
non alberghiere giungono un poco più
numerosi rispetto agli stessi due mesi del 2003
ma diminuiscono la loro permanenza media,
facendo registrare un -4,8% nelle presenze.
In complesso quindi i primi due mesi del
semestre invernale a livello nazionale
chiudono in aumento negli arrivi ma perdono
leggermente nei pernottamenti.
3.2 Alto Adige
Nel semestre invernale oggetto della presente
trattazione il movimento turistico in provincia di
Bolzano dimostra una sostanziale stabilità che
però presenta una connotazione positiva: gli
arrivi aumentano di 16mila unità (pari ad un
incremento percentuale del + 0,8%),
superando per la prima volta il traguardo dei
due milioni, mentre le presenze crescono di
quasi 20mila unità (pari ad un + 0,2%).
Come si può vedere nella tabella riportata, la
Tab. 7: Arrivi e presenze invernali in Alto Adige per nazione di provenienza
Nazione di provenienza arrivi var % peso %
presenze var% peso %
Germania 809.060 -2,3 40,4% 4.641.646 -2,2 45,5%
Italia 896.639 2,3 44,7% 3.922.883 1,4 38,5%
Austria 54.763 -1,2 2,7% 212.710 -3,0 2,1%
Belgio 35.202 -5,4 1,8% 202.899 -3,9 2,0%
Svizzera e Liechtenstein 42.237 13,9 2,1% 197.641 11,1 1,9%
Paesi Bassi 26.681 -4,6 1,3% 167.518 -6,3 1,6%
Polonia 15.725 31,5 0,8% 110.834 33,6 1,1%
Repubblica Ceca 19.322 24,5 1,0% 87.217 27,0 0,9%
Regno Unito 14.113 3,2 0,7% 85.522 11,3 0,8%
Slovenia 13.421 1,1 0,7% 79.650 0,8 0,8%
Croazia 11.926 -2,1 0,6% 71.091 -6,5 0,7%
Altri paesi 64.630 3,2% 412.505 4,0%
TOTALE 2.003.719 0,8 100,0% 10.192.116 0,2 100,0%
fonte: ASTAT Bolzano
REPORT | dicembre 2005 | 46 |
clientela italiana incrementa ulteriormente il
proprio peso sul movimento totale,
confermandosi bacino principale per quanto
riguarda gli arrivi (44,7% con oltre 896mila
turisti connazionali, in aumento del 2,3%).
Pur avendo le presenze italiane raggiunto
quota 3milioni 923mila - in aumento dell’1,4% -
si deve registrare ancora il primato dei turisti
germanici: nonostante un calo sia negli arrivi (-
2,3%, pari a oltre 19mila turisti in meno) che
nelle presenze (- 2,2%, corrispondente ad oltre
104mila pernottamenti in meno) essi
rappresentano il 45,5% del flusso turistico
totale.
Al terzo posto troviamo l’Austria, con un peso
nettamente inferiore rispetto ad Italia e
Germania (fornisce rispettivamente il 2,7%
degli arrivi ed il 2,1% delle presenze totali).
Anche dal mercato austriaco giungono segnali
preoccupanti per l’Alto Adige: a differenza del
semestre invernale precedente infatti, in cui il
movimento proveniente da questo stato
risultava in crescita del 4,9%, nella stagione di
cui si tratta sia arrivi che presenze sono in
calo, anche se su valori assoluti non
eccessivamente consistenti.
Anche i turisti belgi hanno disertato
parzialmente l’Alto Adige invernale, contando
infatti circa 2mila arrivi ed oltre 8mila
pernottamenti in meno.
Il raggruppamento “Svizzera e Liechtenstein”
fornisce al contrario valori incoraggianti, con
crescite percentuali a due cifre sia nel numero
di turisti che nel numero di pernottamenti: +
13,9% gli arrivi, che superano quota 42mila, +
11,1% le presenze che arrivano quasi a
198mila unità.
I turisti provenienti dai Paesi Bassi imitano i
vicini belgi, mentre Polonia e Repubblica Ceca
registrano incrementi percentuali veramente
notevoli (rispettivamente + 31,5% e + 24,5%
negli arrivi, + 33,6% e + 27,0% nelle
presenze). Infine il Regno Unito, i cui turisti
invernali hanno scelto l’Alto Adige esattamente
nella metà dei casi rispetto al Trentino,
risultando in aumento, soprattutto nelle
presenze (+ 11,3%).
La formula ricettiva di gran lunga preferita
rimane quella alberghiera, che raccoglie
l’86,0% degli arrivi e l’83,6% delle presenze;
ancora una volta gli alberghi altoatesini vedono
aumentare sia gli arrivi (+ 0,8%) che le
presenze (+ 0,4%). Tali aumenti non sono però
omogenei all’interno del comparto: gli alberghi
a 1 e 2 stelle sono in continuo calo ed è
interessante notare che la tipologia che ha
ottenuto i risultati migliori è quella più elevata,
ossia quella degli hotel a 4 e 5 stelle, che
segnano un aumento delle presenze dell’8,7%.
Considerando ora le strutture ricettive
extralberghiere, che com’è noto in Alto Adige
non includono seconde case, il bilancio
complessivo è parzialmente negativo, nel
senso che complessivamente le presenze nel
complementare risultano in calo; in realtà
questo risultato si può ricondurre ai soli
campeggi e alloggi privati perché agritur e altri
esercizi (che includono rifugi alpini, rifugi
albergo, case per ferie, ostelli e alberghi per la
gioventù) chiudono la stagione invernale con
risultati molto soddisfacenti.
Per quanto riguarda la capacità ricettiva,
rispetto al semestre invernale 2003/04 il
numero dei posti letto è aumentato di 1.626
unità, passando da 212.804 a 214.430; il
numero degli esercizi è aumentato di 59 unità,
passando da 10.121 a 10.180. Se si concentra
l’attenzione sul settore alberghiero, vediamo
come prosegua ininterrotta la qualificazione
dello stesso: ci sono complessivamente tre
REPORT | dicembre 2005 | 47 |
esercizi in meno, ma oltre 1.000 posti letto in
più. In realtà calano i 2 stelle (-50), gli hotel a
una stella (-56), mentre i 4-5 stelle, i 3 stelle ed
i residence aumentano (rispettivamente + 19, +
46 e + 38).
Nell’extralberghiero si segnala l’ulteriore
incremento del già ricco patrimonio di esercizi
agrituristici (+ 73).
3.3 Tirolo
Il Tirolo invernale registra la sua ennesima
stagione da record: gli arrivi sommano a
4milioni 713mila, mentre le presenze sfondano
quota 25milioni; i primi sono in crescita
dell’1,3% (pari ad una variazione in termini
Tab. 8: Arrivi e presenze invernali in Tirolo per nazione di provenienza
Paese arrivi peso %
variaz. su inverno prec.
presenze peso %
variaz. su inverno prec.
su tot assoluta in % su tot assoluta in %
Germania 2.593.081 55,0% -33.239 -1,3 14.059.734 56,2% -223.339 -1,6
Paesi Bassi 513.429 10,9% 11.607 2,3 3.313.165 13,2% 56.903 1,7
Regno Unito 183.124 3,9% 16.414 9,8 1.184.052 4,7% 118.614 11,1
Svizzera e Liechtenstein 176.524 3,7% 1.220 0,7 861.191 3,4% 12.096 1,4
Belgio 135.565 2,9% 8.810 7,0 827.829 3,3% 56.475 7,3
Danimarca 62.053 1,3% 5.817 10,3 354.427 1,4% 33.076 10,3
Italia 113.207 2,4% 1.918 1,7 327.743 1,3% 32.021 10,8
Francia e Monaco 59.286 1,3% 4.629 8,5 326.575 1,3% 27.422 9,2
Polonia 44.351 0,9% 5.858 15,2 267.613 1,1% 29.712 12,5
Rep. Ceca 56.976 1,2% 2.748 5,1 257.860 1,0% 10.388 4,2
Russia * 25.977 0,6% 25.977 ***** 201.040 0,8% 201.040 *****
Svezia 26.286 0,6% 1.889 7,7 171.193 0,7% 9.846 6,1
Stati Uniti 31.758 0,7% -351 -1,1 116.774 0,5% -3.473 -2,9
Lussemburgo 16.945 0,4% 1.730 11,4 109.481 0,4% 11.474 11,7
Irlanda 16.090 0,3% 3.465 27,4 107.234 0,4% 24.869 30,2
Ungheria 13.399 0,3% 224 1,7 72.629 0,3% 5.365 8,0
Finlandia 9.290 0,2% 869 10,3 49.952 0,2% 3.099 6,6
Norvegia 7.847 0,2% 1.160 17,3 40.647 0,2% 8.531 26,6
Spagna 10.527 0,2% -246 -2,3 34.799 0,1% 4.664 15,5
Altri paesi 153.202 3,3% 4.046 2,7 624.809 2,5% -789 -0,1
TOTALE ESTERO 4.248.917 90,1% 64.545 1,5 23.308.747 93,1% 417.994 1,8
Austria 464.403 9,9% -5.825 -1,2 1.720.219 6,9% -37.305 -2,1
TOTALE 4.713.320 100,0% 58.720 1,3 25.028.966 100,0% 380.689 1,5
*) A causa della variazione di codifica degli stati, per la Russia non è disponibile il confronto con l'inverno precedente Pernottamenti ex Russia: inverno 2005 227.773; inverno 2004: 197.315; variazione +15,4%) fonte: Amt der Tiroler Landesregierung, Abteilung Ic – Fachbereich Statistik
REPORT | dicembre 2005 | 48 |
assoluti di + 58.720 turisti), le seconde
dell’1,5% (corrispondente a oltre 380mila
pernottamenti “guadagnati).
E’ l’ottava stagione invernale consecutiva a
chiudere in positivo. Determinante per questo
successo è stata la Pasqua, caduta in marzo,
ed un gennaio eccezionale.
Un’occhiata ai mercati di provenienza
conferma, nonostante un leggero calo
percentuale sia negli arrivi che nelle presenze,
la predominanza assoluta della clientela
germanica
Con il 55,0% degli arrivi ed il 56,2% delle
presenze totali, i turisti tedeschi staccano in
modo netto quelli provenienti dai Paesi Bassi,
che con una quota sulle presenze totali del
13,2% si situano al secondo posto come
bacino d’utenza.
Al terzo posto si colloca il mercato interno, che
dopo anni di continua crescita è però costretto
a registrare un calo del 2,1% nelle presenze;
un possibile motivo di questo risultato negativo
può essere ricercato nel buon innevamento dei
Bundesländer orientali.
Molto soddisfacente è il risultato conseguito sul
mercato britannico, sono infatti stati registrati
oltre 118mila pernottamenti in più, pari ad un +
11,1%. La quota del Regno Unito sul totale del
movimento invernale in Tirolo arriva quindi al
4,7%, più consistente di quella di Svizzera e
Belgio, entrambi in crescita (il secondo in
maniera più marcata).
Il quadro positivo è completato dall’incremento
su tutti gli altri mercati rilevanti: Danimarca,
Italia, Francia, Polonia, Repubblica Ceca. In
particolare per il mercato italiano è aumentata
la permanenza media. E’ interessante notare
come i tassi di crescita maggiori siano fatti
registrare da Regno Unito, Italia, Danimarca,
Irlanda e dalla Polonia.
Per quanto riguarda le tipologie ricettive, si è
delineata una netta polarizzazione fra gli
alberghi a 4-5 stelle, che aumentano le
presenze del 6,4%, raggiungendo quota 27,2%
del totale pernottamenti e gli appartamenti
privati, che hanno ospitato il 16,5% del flusso
totale. Da segnalare che gli hotel a tre stelle,
pur ospitando un quinto abbondante del totale
turisti, risultano in calo del 5,0%.
Tirol Werbung ha compiuto un’analisi sulla
scelta della tipologia alberghiera per
nazionalità: oltre la metà degli svizzeri, la metà
scarsa degli italiani, oltre il 40% dei francesi,
circa un terzo degli austriaci, dei britannici e
dei belgi scelgono gli hotel a 4/5 stelle, mentre
più attenti al prezzo sembrano essere gli
olandesi, i danesi, i polacchi e i cechi. Un
occhio a parte meritano ovviamente i clienti
tedeschi: un quarto di essi sceglie la tipologia
di livello più elevato, un altro quarto sceglie più
oculatamente gli appartamenti per ferie,
mentre gli hotel a 3 stelle, quelli a 2 a 1 stella e
gli alloggi privati registrano delle perdite. E’
questo un segno chiaro che per il ceto medio
tedesco la vacanza invernale è diventata più
pesante dal punto di vista economico.
3.4 Comparto Montano Veneto
Parliamo ora del Veneto, considerando
ovviamente il solo comparto montano. A
differenza di Alto Adige e Tirolo, la stagione
invernale non ha portato risultati brillanti, ma
chiude in negativo, perdendo infatti quasi
10mila arrivi (- 2.4%) ed oltre 65mila presenze
(-2.8%). Ricordiamo che il volume del flusso
turistico ospitato dal Comparto Montano è di
391mila arrivi e di 2milioni 288mila presenze.
Di questo totale, circa il 78% (rispettivamente il
REPORT | dicembre 2005 | 49 |
77,3% per gli arrivi ed il 78,5% delle presenze)
è riferito a clientela italiana.
Anche per la montagna veneta la Germania
costituisce il principale bacino estero d’utenza,
fornendo il 21,3% delle presenze straniere
totali; in valore assoluto, si tratta di oltre 18mila
arrivi e quasi 105mila presenze. La
componente tedesca del movimento straniero
invernale perde qualche centinaio di arrivi, ma
aumenta di circa 2mila unità i pernottamenti.
Seguono poi i paesi della ex-Jugoslavia, da cui
arrivano oltre 12mila turisti e quindi il Regno
Unito. I turisti d’Oltremanica sono il 10,8% del
totale delle presenze straniere e,
analogamente a quello che succede nelle altre
aree turistiche considerate in questo capitolo,
sono in ottimo aumento (+23,4% gli arrivi, +
16,3% le presenze).
I turisti statunitensi sono invece in netto calo,
come pure quelli provenienti dall’Austria.
Seguono Paesi Bassi, i Paesi dell’ex Unione
Sovietica e la Svezia, tutti in crescita.
Bisogna però far notare che un quarto del
flusso straniero nel Comparto Montano Veneto
è raccolto nel non meglio identificato
raggruppamento “Altri Paesi Europei”, che
include sicuramente paesi ormai determinanti
per il turismo invernale nelle Dolomiti quali
Polonia, Repubblica Ceca ed Ungheria. Tale
raggruppamento risulta sostanzialmente
stabile rispetto al risultato registrato nel
semestre invernale 2003/04.
Consideriamo ora invece il movimento italiano
che fornisce, come si è detto sopra, oltre i tre
quarti del movimento totale per il Veneto
invernale. Preponderante è la componente
interna alla regione: ben il 42,6% delle
presenze italiane è infatti imputabile agli stessi
veneti, in leggerissimo calo rispetto all’inverno
precedente. Molto distaccati seguono il Lazio
(11,6% delle presenze italiane, in calo), che
totalizza circa 209mila presenze e l’Emilia
Romagna (10,5% delle presenze italiane, in
calo), con circa 189mila pernottamenti. In
effetti si registrano diminuzioni un po’ in tutte le
Regioni italiane; le uniche eccezioni sono
rappresentate da Marche, Calabria e Trentino.
Esaminando la situazione invernale dal punto
di vista del patrimonio ricettivo, si nota che, per
quanto riguarda le presenze, il movimento è
ripartito quasi equamente tra settore
alberghiero, che raccoglie il 52,9% dei
pernottamenti totali e quello extralberghiero.
Altrettanto non si può dire degli arrivi: le
strutture alberghiere infatti ospitano il 70,8%
dei turisti invernali. L’unica tipologia
alberghiera in cui le presenze registrano una
crescita - peraltro solo nelle presenze - è
quella dei quattro stelle (nella quale sono
sommati anche i dati dei cinque stelle per
motivi di riservatezza statistica); la tipologia
che raccoglie invece il maggior numero di
ospiti è quella degli hotel a tre stelle; quella
dove vengono segnalate le perdite maggiori è
quella più bassa, cioè quella degli hotel a una
stella.
Nell’extralberghiero si assiste ad un vero e
proprio crollo nell’utilizzo degli alloggi privati,
compensato però da un buon aumento negli
“altri esercizi”.
3.5 Valle d’Aosta
Per poter effettuare un congruo confronto,
occorre ricordare che il movimento invernale
nella Valle d’Aosta è pari al 31,5% del
movimento registrato in Trentino per quanto
riguarda gli arrivi, pari al 27,1% per quanto
riguarda le presenze. Il volume totale del flusso
REPORT | dicembre 2005 | 50 |
ospitato nella piccola regione alpina ammonta
infatti ad oltre 395mila arrivi ed a circa 1milione
593mila presenze. Di questo totale,
rispettivamente il 33,5% ed il 43,8% sono da
attribuire alla clientela straniera.
Un’altra caratteristica fondamentale del turismo
valdostano è l’altissima percentuale di
movimento alberghiero: tale percentuale,
curiosamente, rimane perfettamente identica al
semestre invernale 2003/04 ed è pari all’88,9%
del totale. Più in dettaglio, il 77,7% delle
presenze è movimento alberghiero puro,
l’11,2% si riferisce invece alle residenze
turistico-alberghiere.
Ricordiamo inoltre che in questa Regione,
come accade in Alto Adige, le seconde case
non vengono prese in considerazione
nell’elaborazione dei dati statistici e quindi tutto
il movimento turistico è certificato perché case
e appartamenti per vacanze sono iscritti al
REC.
Il bilancio del semestre invernale 2004/05
rimane praticamente inalterato rispetto al
semestre invernale precedente, nel senso che
c’è una sostanziale stabilità negli arrivi ed un
leggerissimo calo (- 1,1%) nelle presenze.
Le presenze straniere però, pur se su valori
assoluti non particolarmente consistenti (si
parla in totale di 698mila pernottamenti),
aumentano in modo molto incoraggiante, si
tratta del 24,0%.
Il bacino straniero principale non è la Francia,
come sarebbe logico aspettarsi, ma il ben più
lontano Regno Unito, che con oltre 53mila
arrivi e 318mila presenze fornisce il 45,6% del
movimento straniero invernale valdostano. La
Francia è seconda, molto distanziata al 10,2%:
significa che la Val d’Aosta lavora con
l’intermediato, mentre la clientela individuale
francese probabilmente preferisce la regione
della Savoia.
La Svezia si colloca al terzo posto con il 7,6%.
Regno Unito, Francia e Svezia hanno fatto
registrare aumenti nelle presenze a due cifre
(rispettivamente + 25,1%, + 23,3%, + 37,2%).
Seguono poi, su quote inferiori ma sempre con
incrementi interessanti il Belgio, la Germania,
la Russia, Svizzera e Liechtenstein, Polonia,
Paesi Bassi, Finlandia e Irlanda.
Tra tutti i mercati stranieri spicca l’ottima (per
la stagione invernale) permanenza media dei
turisti russi (7,0 giornate), dei Polacchi, dei
Finlandesi (6,2) e dei Britannici (6,0).
Uno sguardo al movimento nazionale
conferma la Lombardia quale regione che
fornisce il massimo “apporto” (28,7% delle
presenze italiane) di turisti. Stranamente però i
turisti invernali lombardi si erano fatti notare
l’inverno precedente per una abbondante
defezione dalle nevi della Val d’Aosta, ma nel
semestre qui considerato il loro incremento
(oltre 94mila arrivi in più, pari al 58,2%) più che
compensa la precedente perdita. Sarebbe
interessante capire quale fenomeno sia stato
alla base di questi risultati altalenanti.
Il vicino Piemonte concorre per il 14,4% del
movimento italiano globale e registra
anch’esso un aumento degno di nota (+
51,7%, pari ad oltre 43mila pernottamenti
guadagnati). Seguono la Liguria ed il Lazio,
mentre con quote inferiori al 10% si trovano
Toscana, Emilia Romagna, Campania e
Puglia.
Considerando ora il movimento invernale in
Val d’Aosta dal punto di vista del ricettivo,
sembra di notare, da parte dei turisti che
hanno scelto tale Regione per le loro vacanze
invernale, una ricerca per delle forme di
alloggio alternative a quelle classiche.
Alberghi, residenze turistico-alberghiere,
REPORT | dicembre 2005 | 51 |
agritur e rifugi alpini segnano infatti dei cali
(pesanti nei casi delle ultime due tipologie di
strutture ricettive) a favore di forme di ospitalità
più nuove ed in molti casi forse anche più
convenienti dal punto di vista economico: Case
per ferie, case e appartamenti per vacanze,
ostelli per la gioventù, Bed&Breakfast e la
nuova tipologia “aree di sosta” (non presente
gli anni precedenti nelle elaborazioni
dell’Osservatorio Regionale per il Turismo
della Regione Val d’Aosta) hanno riportato
percentualmente gli incrementi maggiori. La
tipologia area di sosta si riferisce alle aree di
camper attrezzate, alcune delle quali sono
custodite (ecco perché si possono rilevarne le
presenze).
3.6 L’andamento dei mercati europei occidentali ed orientali in Trentino, Alto Adige e Tirolo nell’inverno 2004/05
3.6.1 Mercati Europa occidentale
Si ritiene utile fornire un sintetico quadro di
confronto sulle dinamiche mostrate dai
tradizionali bacini di utenza dell’Europa
“occidentale” nei territori nostri principali
competitor, ossia Alto Adige e Tirolo.
Ricordiamo a questo proposito che si è tenuto
conto, per la provincia di Trento, solamente del
movimento certificato.
Come si può facilmente verificare leggendo la
tabella riportata, la Germania rappresenta il
mercato principale sia per Alto Adige che per il
Tirolo: la quota di mercato è rispettivamente
del 45,5% e del 56,2% delle presenze totali,
quindi si può tranquillamente affermare che la
clientela tedesca è determinante, anche se
rispetto al semestre invernale precedente tale
quota risulta in calo in entrambi i casi; era
infatti del 46,7% per l’Alto Adige e del 57,9%
per il Tirolo (cfr Report n. 1, par. 4.6.1) Per il
Trentino la Germania rimane ancora il mercato
principale, ma solamente all’interno della
componente straniera del flusso turistico. Se
operiamo un confronto con l’Alto Adige,
vediamo infatti che i tedeschi invernali in
Trentino sono poco meno di un decimo rispetto
ai tedeschi che hanno scelto l’Alto Adige.
In ordine di presenze registrate in Trentino
troviamo il Belgio, la cui quota percentuale non
è molto diversa nelle tre aree considerate:
Tab. 9: Presenze mercati europei occidentali – semestre invernale 2004/05 TRENTINO ALTO ADIGE TIROLO
Stato presenze % sul tot presenze % sul tot presenze % sul tot
Germania 533.366 9,1% 4.641.646 45,5% 14.059.734 56,2%
Belgio 162.869 2,8% 202.899 2,0% 827.829 3,3%
Regno Unito 161.578 2,8% 85.522 0,8% 1.184.052 4,7%
Danimarca 79.873 1,4% 17.739 0,2% 354.427 1,4%
Paesi Bassi 69.360 1,2% 167.518 1,6% 3.313.165 13,2%
Svezia 52.526 0,9% 27.893 0,3% 171.193 0,7%
Austria 50.232 0,9% 212.710 2,1% 1.720.219 6,9%
Svizzera 28.878 0,5% 197.641 1,9% 861.191 3,4%
TOTALE COMP 5.872.069 10.192.116 25.028.966
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T., Astat Bolzano e Tirol Werbung
REPORT | dicembre 2005 | 52 |
2,8% in Trentino, 2,0% in Alto Adige e 3,3% in
Tirolo; ma tali percentuali, se tradotte in valore
assoluto, corrispondono a realtà abbastanza
diverse, perché i totali complessivi viaggiano
su volumi ben diversi, come si vede nell’ultima
riga della tabella 9.
Il Regno Unito, in aumento in tutte tre le
regioni, presenta una situazione abbastanza
diversificata; per il Tirolo costituisce ben il
4,7% di un movimento totale che nella
stagione considerata ha superato i 25milioni di
pernottamenti, mentre per l’Alto Adige
costituisce solo, con 85mila presenze, lo 0,8%
del flusso totale. Il risultato è migliore per il
Trentino: i turisti provenienti dal Regno Unito,
assieme a Danesi e a Svedesi, sono presenti
in misura maggiore rispetto al vicino Alto
Adige, probabilmente per una più convinta
strategia di promozione portata avanti negli
anni dagli operatori trentini.
Analogo discorso si può fare per la Danimarca,
che non risulta fra i mercati più brillanti in
Tirolo; gli ospiti danesi sono però pur sempre
cinque volte i danesi che hanno scelto il
Trentino. Considerato il totale della
popolazione danese, le 354mila presenze
registrate in Tirolo non sono certo un risultato
disprezzabile.
I Paesi Bassi invece costituiscono il terzo
mercato per il Tirolo, dopo Germania e
mercato interno, mantenendo inalterato il loro
peso percentuale invernale (13,2%). Un
semplice confronto di due valori dà l’idea
dell’importanza di questo bacino: il totale delle
presenze tedesche in Trentino supera di poco
le 533mila unità, quelle olandesi in Tirolo
superano i 3milioni 313mila. Gli Olandesi
scelgono anche l’Alto Adige in misura più che
doppia rispetto al Trentino. Da notare che i
Paesi Bassi – come peraltro anche il Regno
Unito – totalizzano in Tirolo un numero di
presenze maggiore alla somma delle presenze
straniere in Trentino.
La Svezia, in calo in Trentino ed in aumento
presso i due competitor, non è fra i mercati che
incidono maggiormente nelle destinazioni
alpine; si nota però che gli Svedesi che
scelgono il Trentino per la loro vacanza
invernale sono – come l’inverno precedente – il
doppio di quelli che scelgono l’Alto Adige e
meno di un terzo di quelli che scelgono il
Tirolo.
L’Austria, se non è un mercato importantissimo
per il Trentino (poco più di 50mila presenze,
pari allo 0,9% del totale), è presente in modo
più consistente in Alto Adige (quasi 213mila
pernottamenti), dove pesa per il 2,1% del
flusso totale, mentre per il Tirolo costituisce il
bacino più importante dopo Germania e Paesi
Bassi, totalizzando nella sua terza posizione
oltre 1milione 720mila presenze (dopo averne
perse 37mila sull’inverno precedente).
Altrettanto si può dire della Svizzera: come si
vede in tabella, totalizza circa 29mila presenze
in Trentino, quasi 198mila in Alto Adige e oltre
861mila in Tirolo, dove rappresenta il quarto
bacino estero.
3.6.2 Mercati Europa Orientale
Dato il peso sempre maggiore della
componente di turismo invernale proveniente
dai cosiddetti Paesi dell’Est, si ritiene
opportuno operare il confronto precedente
anche per tali mercati.
La Polonia rappresenta per il Trentino il
secondo mercato estero invernale ed il 4,2%
delle presenze invernali totali, con oltre
247mila pernottamenti certificati. Le presenze
polacche in Alto Adige sono meno della metà,
REPORT | dicembre 2005 | 53 |
quelle in Tirolo sono un po’ più numerose; in
tutte tre le destinazioni il movimento polacco
risulta in forte aumento.
Analogo può essere considerato il discorso per
quanto riguarda la Repubblica Ceca: in
Trentino il movimento ceco è circa il doppio di
quello registrato in Alto Adige, ma è invece
inferiore a quello del Tirolo. Anche in questo
caso il movimento è in crescita in tutte tre le
aree. L’Ungheria è l’unico mercato che sceglie
il Trentino in misura più numerosa sia rispetto
all’Alto Adige che al Tirolo: in tabella si vede
infatti che il movimento ungherese in Tirolo è il
doppio di quello registrato in Alto Adige, ma è
comunque inferiore a quello registrato in
Provincia di Trento.
Il movimento proveniente dalla Russia in Alto
Adige è circa un ottavo di quello che si verifica
in Tirolo (25mila presenze contro 201mila) ed è
però inferiore a quello registrato in Trentino.
Purtroppo i dati forniti dal Tirol Werbung non
offrono il dettaglio per tutti i paesi dell’Est,
Tab. 10: Presenze mercati europei orientali – semestre invernale 2004/05 TRENTINO ALTO ADIGE TIROLO
Stato presenze % sul tot presenze % sul tot
presenze % sul tot
Polonia 247.724 4,2% 110.834 1,1% 267.613 1,1%
Rep. Ceca 177.137 3,0% 87.217 0,9% 257.860 1,0%
Ungheria 79.045 1,3% 36.764 0,4% 72.629 0,3%
Slovenia 56.098 1,0% 79.650 0,8% n.d. n.d.
Croazia 50.457 0,9% 71.091 0,7% n.d. n.d,
Russia 43.300 0,7% 25.723 0,3% 201.040 0,8%
Romania 14.494 0,2% n.d. n.d. n.d. n.d.
Slovacchia 9.897 0,2% 23.975 0,2% n.d. n.d.
TOTALE EST 678.152 11,5% 435.254 4,3% 799.142 3,2%
TOTALE COMP 5.872.069 10.192.116 25.028.966
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T., Astat Bolzano e Tirol Werbung
Tab. 11: Incrementi assoluti flussi provenienti dai Paesi dell’Est (2001/02-2004/05) TRENTINO ALTO ADIGE TIROLO
Stato 2002/03 su
2001/02
2003/04 su
2002/03
2004/05 su
2003/04
2002/03 su
2001/02
2003/04 su
2002/03
2004/05 su
2003/04
2002/03 su 2001/02
2003/04 su
2002/03
2004/05 su
2003/04 Polonia 3.955 36.156 60.766 8.185 4.519 27.860 29.222 - 23.914 29.712
Rep. Ceca 24.853 21.225 45.127 14.751 9.239 18.539 33.672 37.545 10.388
Ungheria 14.703 8.047 6.416 10.327 - 4.733 4.992 6.435 11.423 5.365
Slovenia 5.930 11.992 7.648 7.490 5.105 615 n.d. 1.908 n.d.
Croazia 4.038 8.160 12.287 5.975 1.221 - 4.966 n.d. 2.611 n.d.
Russia 4.354 10.278 7.201 3.044 9.038 930 53.648 56.193 30.458
Romania 9.159 - 1.407 1.662 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.
Slovacchia -184 3.070 1.635 4.907 - 2.217 8.952 n.d. 6.297 n.d.
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T., Astat Bolzano e Tirol Werbung
REPORT | dicembre 2005 | 54 |
quindi per quanto riguarda Slovenia, Croazia e
Slovacchia il confronto è effettuabile solamente
tra Trentino e Alto Adige. Le presenze di questi
tre mercati sono sempre più numerose in Alto
Adige che in provincia di Trento. Non potendo
disporre dei dati per ogni singolo stato, il peso
del totale dei Paesi dell’Est sul totale
complessivo (penultima riga in tabella…..) è da
considerare parziale per difetto, ma in ogni
caso è chiaro come il Trentino invernale
dipenda in misura sempre maggiore (nel
semestre 2003/04 la percentuale era del 9,3%)
dai flussi provenienti da questi mercati
emergenti. In valore assoluto però è sempre il
Tirolo ad ospitare la maggiore quantità di turisti
dell’Est.
Può essere interessante analizzare, in termini
assoluti, come è incrementato il movimento
proveniente dai Paesi qui considerati nelle
ultime stagioni invernali.
Sembra di poter dire che il Trentino ha
maggiore appeal nei confronti dei Polacchi, dei
Cechi e dei Croati, mentre i clienti ungheresi
nuovi acquisiti si spalmano sulle tre
destinazioni in modo più simile. I turisti
invernali russi sembrano invece preferire il
Tirolo. Per gli altri stati purtroppo, come già
detto sopra, mancano i dati dettagliati ed è
quindi impossibile fornire un commento.
3.6.3 Mercato Italia
E veniamo infine a considerare il mercato
italiano. Come notiamo dalla tabella 8, il
mercato nazionale rappresenta, rispetto al
flusso totale, il 65,6% per il Trentino, ed il
38,5% per l’Alto Adige. Non facciamoci però
ingannare dalle percentuali: le presenze
italiane sono infatti più numerose in Alto Adige
che in provincia di Trento. Per il Tirolo invece il
mercato italiano fornisce solamente una
piccola parte del consistente flusso, si parla di
nemmeno 328mila presenze.
3.6.4 Alcune considerazioni di sintesi
Volendo verificare un semplice indice di
concentrazione dei principali mercati nelle tre
aree di riferimento, troviamo che in Alto Adige i
primi due mercati (Germania e Italia)
totalizzano l’84,0% del flusso totale
(rispettivamente, 45,5% e 38,5%).
In Tirolo tale percentuale si abbassa al 69,4%
(rispettivamente 56,2% per la Germania e
13,2% per i Paesi Bassi), mentre il Trentino si
colloca in una posizione intermedia, con un
indice di concentrazione dei primi due mercati
pari al 74,7% (rispettivamente il 65,6% per
l’Italia ed il 9,1% per la Germania).
Risulta subito evidente come il Trentino sia
l’unica tra le tre aree a “dipendere”
primariamente dal mercato interno; ricordiamo
a tal proposito che la quota rivestita dal
movimento austriaco per il Tirolo è pari
solamente al 6,9% delle presenze totali.
Dobbiamo inoltre ricordare che la quota del
65,6% del flusso turistico totale in Trentino
imputabile alla clientela italiana è riferita al solo
movimento certificato; se si volesse tener
conto anche del movimento registrato negli
alloggi privati e nelle seconde case, frequentati
nella stragrande maggioranza dei casi dai
turisti nazionali, tale percentuale sale al 78,6%.
Peraltro, vista la performance non proprio
esaltante fornita ovunque dal mercato tedesco,
è forse il caso di dire che la non determinante
rilevanza dello stesso per il turismo trentino
invernale e anzi, la presenza di più mercati
stranieri che stanno dando risultati a dir poco
confortanti, mettono la Provincia di Trento in
REPORT | dicembre 2005 | 55 |
posizione più “sicura” rispetto ai concorrenti
Tirolo e Alto Adige che pur registrando ottimi
risultati devono far i conti con un bacino
principale che si sta rivelando un po’ instabile.
Una seconda serie di considerazioni riguarda
invece la rilevanza che i mercati emergenti
dell’Est europeo hanno sul totale delle
presenze registrate nelle tre aree oggetto di
analisi.
Il Trentino come si è detto sopra (vedi tab. 6) è
l’area alpina che registra la maggiore
penetrazione nei mercati dell’Europa orientale
(11,5%, in crescita rispetto al semestre
invernale precedente), ma non ospita il
maggior numero di presenze, che spetta
invece al Tirolo con oltre 799mila presenze,
peraltro in difetto visto che i dati relativi a
Slovenia, Croazia, Romania e Slovacchia non
erano disponibili.
In Alto Adige la percentuale di penetrazione è
aumentata dal 3,7% dell’inverno 2003/04 al
4,3% dell’inverno 2004/05, segno che i turisti
dell’Est stanno “conoscendo” altre aree alpine;
non dimentichiamo infatti che Russia, Polonia
e Repubblica Ceca hanno fatto registrare
aumenti nelle presenze in Val d’Aosta superiori
al 67%.
Tab. 12: Mercato Italia semestre invernale 2004/05 TRENTINO ALTO ADIGE TIROLO
stato presenze % sul tot
variaz. presenze % sul tot
variaz. presenze % sul tot
variaz.
Italia 3.852.660 65,6% 1,0% 3.922.883 38,5% 1,4% 327.743 1,3% 10,8%
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T., Astat Bolzano e Tirol Werbung
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4. STAGIONE INVERNALE 2004/05 E IMPIANTI DI RISALITA
Consci dell’importanza che gli impianti di
risalita rivestono per il turismo trentino
invernale, sarà analizzato l’andamento
dell’ultima stagione anche dal punto di vista del
rapporto tra impianti, loro utilizzo e presenze
turistiche.
4.1 Il prodotto neve: caratteristiche e utilizzo delle piste
Ricordando come premessa fondamentale che
le aggregazioni dei dati per ambito non sempre
risultano semplici, in quanto gli stessi vengono
raccolti per area sciistica o per comprensorio,
in questo primo paragrafo si cercherà di fornire
un quadro aggiornato sull’offerta invernale
trentina per quanto riguarda le piste per la
pratica dello sci da discesa (e snowboard).
Il Trentino può contare su oltre 439 km di piste,
per una superficie sciabile totale di 1.434 ettari.
Per quanto riguarda il livello di innevamento
programmato, tutte le grosse stazioni possono
garantire la completa sciabilità del 95% delle
piste, mentre in alcune aree minori tale
percentuale è inferiore, ma la copertura di
cannoni è comunque prevista per gran parte
della superficie a disposizione degli sciatori.
Una prima tabella ci dà un’idea di quanto le
piste trentine vengano utilizzate: per le ultime
quattro stagioni sono stati riportati il numero
degli sciatori (primi ingressi) ed il numero delle
piste da essi sciate giornalmente (ottenuto
dividendo il totale dei passaggi, ossia il numero
totale di piste sciate nella stagione, per il
numero dei primi ingressi).
Tab. 13: Sciatori sulle piste inverno 2001/02 inverno 2002/03 inverno 2003/04 Inverno 2004/05
area sciistica sciatori n°piste/gg sciatori n°piste/gg sciatori n°piste/gg sciatori n°piste/gg
San Martino di C. 327.431 11,9 394.622 12,5 n.d. n.d n.d. n.d.
Fiemme-Obereggen 1.060.912 13,9 1.077.114 14 1.126.198 13,6 1.313.385 11,8
Adamello Ski 573.266 12 699.435 12,6 717.467 12,3 245.336 14,9
Paganella 350.853 11,5 421.504 11,8 484.209 11,5 531.999 11,7
Funivie Campiglio 712.878 8,0 918.558 9,0 948.427 8,9 942.946 9,1
Ski Area TreValli 494.521 13,9 535.512 14,8 570.657 12,4 n.d. n.d.
Funivie Pinzolo 78.001 10,9 117.399 11,6 181.840 8,5 190.599 9,5
Folgarida Marilleva n.d n.d n.d n.d 1.103.917 10,7 1.098.105 10,6
Pejo Funivie n.d n.d n.d n.d 102.814 8,9 93.013 8,5
Monte Bondone n.d n.d n.d n.d 144.757 7,8 183.270 8,5
Folgaria n.d. n.d. 349.482 15 358.655 14,6 423.590 15,0
Fassa/Carezza 1.232.395 11,1 1.293.011 11,6 1.370.535 11,3 1.947.860 7,4
totale 4.688.136 11,85* 5.584.843 12,29** 6.847.467 11,56 6.973.103 10,1
* il totale provinciale è stato calcolato senza i dati relativi ai comprensori sciistici di Folgarida/Marilleva, Pejo, Bondone e Folgaria ** il totale provinciale è stato calcolato senza i dati relativi ai comprensori sciistici di Folgarida/Marilleva, Pejo e Bondone fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Consorzi Funiviari
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Riguardo la tabella 9 sono però necessarie
alcune precisazioni. La prima è che i dati forniti
dal Consorzio Adamello Ski si riferiscono per
l’ultima stagione invernale solamente ai biglietti
emessi dai punti vendita in provincia di Trento;
questi dati, infatti, sono ovviamente più
pertinenti per eventuali confronti con il
movimento turistico nelle strutture ricettive
trentine.
La seconda annotazione, altrettanto importante
visto che si riferisce ai due “colossi” del
Trentino invernale, ossia ai Consorzi Fiemme-
Obereggen e Fassa-Carezza, è che fino alla
stagione precedente il sistema di rilevazione
passaggi conteggiava solo i primi ingressi
riferiti agli skipass, mentre col nuovo sistema
vengono considerati i primi ingressi di tutti i
biglietti, anche quelli di singola biglietteria di
società. L’Osservatorio ha preferito riportare i
dati registrati col nuovo sistema innanzitutto
per non perdere “teste”, ossia persone che
hanno effettivamente sciato, anche se solo per
parte della giornata, ma per poterli confrontare
con i dati delle future stagioni. Nel leggere la
tabella si consideri quindi che i dati per
Fiemme e Fassa delle stagioni precedenti
risultano quindi sottostimati rispetto al reale
movimento.
La terza annotazione è che i dati comunicati
dalle Funivie Campiglio riguardano sia i
passaggi da skipass “Madonna di Campiglio”
che da skipass “SuperSkirama” (questi ultimi
emessi sia dalla Funivie Campiglio SpA che
dalle altre località dello Skirama Dolomiti
Adamello Brenta).
L’ultima annotazione è che, per mancanza dei
dati, nel totale provinciale non sono mai
incluse alcune aree tipo Brentonico e
Panarotta.
Nel leggere le colonne relative agli sciatori,
sembra di poter affermare che gli impianti di
risalita in provincia di Trento godano di ottima
salute e soprattutto di ottimo utilizzo, visto che,
escludendo qualche raro “calo” da una
stagione all’altra, il trend risulta sempre in
crescita.
Per quanto riguarda il numero di piste sciate
giornalmente, come già l’anno scorso alcune
Tab. 14: Km sciati al giorno
inverno 2004/05 area sciistica n°piste/gg lunghezza media km sciati/gg
San Martino di C. n.d. 1,013 n.d.
Fiemme-Obereggen 11,8 1,091 12,87
Adamello Ski 14,9 0,942 14,04
Paganella 11,7 0,862 10,09
Funivie Campiglio 9,1 1,102 10,03
Funivie Pinzolo 9,5 1,064 10,11
Folgarida Marilleva 10,6 0,915 9,70
Pejo Funivie 8,5 1,029 8,75
Monte Bondone 8,5 0,958 8,14
Folgaria 15,0 0,646 9,69
Fassa/Carezza 7,4 1,078 7,98
Panarotta n.d. 0,719 n.d.
totale 10,1 0,968 9,77
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Consorzi Funiviari e Ufficio Prof. per il Turismo, AdV e Piste da Sci Servizio Turismo P.A.T.
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zone si distinguono per una maggiore intensità
di sciata: soprattutto Folgaria e l’area coperta
dall’Adamello Ski, seguite da Paganella e
Fiemme-Obereggen. In altre zone invece si
sciano meno piste nell’arco della giornata
(Pejo, Bondone, Fassa), ma non dobbiamo
dimenticare che questo può essere dovuto in
qualche caso ad una maggiore lunghezza delle
piste presenti in tali aree.
Cerchiamo ora di concretizzare il numero di
piste sciate per giornata utilizzando il dato
della lunghezza media delle piste.
La lunghezza media delle piste è di circa un
chilometro, come si può facilmente desumere
dalla tabella. Quali località a “sciata intensa”
spiccano soprattutto i comprensori Adamello
Ski e Fiemme/Obereggen, nei quali i km sciati
al giorno sono decisamente più numerosi che
nelle altre aree sciistiche. Contrariamente a
quanto risultava nella stagione 2003/04, la
zona Fassa/Carezza sembrerebbe frequentata
da turisti che non “saturano” la giornata
sciando.
Un dato che analizziamo per la prima volta ma
che ormai non può più essere trascurato, è il
“peso” dei biglietti per frazione di giornata:
qualche stazione sciistica ha introdotto
addirittura il biglietto per due ore, mentre già
consolidati sono i biglietti per sciate di 3 o 4
ore e anche i più tradizionali “pomeridiani” e
“mattutini”.
Nel commentare la tabella, nella quale peraltro
grande assente è il dato sui biglietti per frazioni
di giornata venduti dal Consorzio Fassa
Carezza (per il quale comunque sembra di
poter affermare che l’emissione di tali biglietti
non riveste un peso determinante), la prima
cosa che viene spontanea è una
considerazione su come questo tipo di biglietti
rivestano un livello di importanza
completamente diverso da zona a zona.
Partendo dal “basso”, ossia dalle zone in cui
molto più consistente è la vendita di giornalieri,
troviamo ad esempio il Consorzio Fiemme
Obereggen: la richiesta di sciare in frazioni di
giornata è pari al 35,7% di quella relativa ai
Tab. 15: Rapporto tra biglietti per frazione di giornata e biglietti giornalieri inverno 2004/05
area sciistica
N. BIGLIETTI FRAZ. DI GIORN.
(2-3-4 ore, mattutino, pomerid.)
N. ABBONAMENTI GIORNALIERI
Rapporto
San Martino di C. n.d. n.d. n.d.
Fiemme-Obereggen 52.633 147.590 35,7
Adamello Ski 18.115 22.339 81,1
Paganella 48.623 78.293 62,1
Funivie Campiglio 68.874 136.926 50,3
Funivie Pinzolo 21.645 32.205 67,2
Folgarida Marilleva 41.779 99.932 41,8
Pejo Funivie 6.228 5.870 106,1
Monte Bondone 28.763 14.933 192,6
Folgaria n.d. 111.502 n.d.
Fassa/Carezza n.d. 161.786 n.d.
totale
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Consorzi Funiviari
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giornalieri. Anche Folgarida/Marilleva è
evidentemente frequentata poco per sciate
“brevi”: 41,8% rispetto ai giornalieri. A
Madonna di Campiglio i biglietti per frazione di
giornata sono praticamente la metà rispetto ai
giornalieri. La percentuale sale se prendiamo
in considerazione le ski area della Paganella e
di Pinzolo, ancora di più se andiamo nel
Comprensorio Adamello Ski. A Pejo il numero
di biglietti per frazione di giornata supera
quello dei giornalieri venduti: i primi sono infatti
pari al 106,1% dei giornalieri (come si legge in
tabella, 6.228 contro 5.870). Il Monte Bondone
presenta una situazione se vogliamo singolare,
visto che i giornalieri sono praticamente la
metà dei biglietti a ore. Questo però è
facilmente spiegabile pensando alla quantità di
persone residenti nella città di Trento che
possono raggiungere gli impianti in mezz’ora e
che quindi spesso spezzano la giornata
lavorativa per trascorrere qualche ora sulla
neve. In generale comunque, l’elevata scelta
per i biglietti ad ore è sicuramente riconducibile
anche ad una maggiore attenzione delle
famiglie ai costi, in qualche caso proibitivi, che
una giornata sulla neve comporta. A tale
proposito è lodevole l’iniziativa di alcuni
consorzi riguardante l’offerta di skipass
stagionali per bambini e ragazzi a prezzi ridotti.
Un altro dato che permette di fare qualche
considerazione su come si sta evolvendo il
comportamento sciatorio in questi ultimi anni è
quello del rapporto tra abbonamenti settimanali
(6 o 7 giorni) e i giornalieri. Quest’anno per la
prima volta è stato chiesto anche alle società
impiantistiche il dato relativo agli abbonamenti
plurigiornalieri per frazione di settimana, che
rappresentano da qualche stagione una
ulteriore opportunità per coloro che non hanno
a disposizione i classici sette giorni di vacanza
o per quei turisti che possono così scegliere di
trascorrere qualche giornata della loro
settimana bianca non sciando, ma
approfittando della ormai variegata offerta di
attività ”non ski” disponibile in ogni zona del
Trentino. Purtroppo non tutte le società hanno
comunicato i dati, quindi in qualche caso le
tabelle non saranno complete.
tab. 16: Prodotto neve: rapporto tra abbonamenti settimanali e giornalieri (da 2000/01 a 2004/05) area sciistica inv 2000/01 inv 2001/02 inv 2002/03 inv 2003/04 inv 2004/05
San Martino di C. 8,7% 14,8% 13,0% n.d n.d.
Fiemme-Obereggen 14,0% 15,4% 14,6% 17,7% 34,9%
Adamello Ski 27,6% 47,1% 29,7% 38,9% 179,8%
Paganella 30,4% 45,3% 37,7% 37,8% 44,8%
Funivie Campiglio 12,5% 15,7% 12,5% 78,1% 24,3%
Ski Area TreValli 16,9% 23,3% 17,9% 15,0% n.d.
Folgaria n.d. n.d. n.d. 12,2% 10,1.
Folgarida Marilleva n.d. n.d. n.d. 88,8% 86,89%
Pejo Funivie n.d. n.d. n.d. 97,4% 103,7%
Monte Bondone n.d. n.d. n.d. 21,5% 59,2%
Funivie Pinzolo 20,7% 28,2% 29,7% 25,0% 34,9%
Fassa/Carezza 110,4% 135,4% 110,7% 45,7% 63,0%
fonte: elaborazioni Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati forniti dagli esercenti impianti a fune
REPORT | dicembre 2005 | 61 |
La maggiore presenza di turisti “stanziali”,
ossia in settimana bianca, viene evidenziata da
un valore più alto: il comprensorio sciistico
dell’Adamello Ski è quello che in proporzione
ha venduto più settimanali (6 o 7 giorni)
rispetto al numero dei giornalieri, seguito da
quello di Pejo che, pur essendo la stazione che
ha registrato il minor numero di passaggi
invernali (fra quelle che hanno comunicato i
dati) evidentemente sta attuando una
promozione incentrata sulla vacanza invernale
di più giorni.
Su ben altri numeri viaggiano le aree di
Folgarida/Marilleva e Fassa/Carezza; in
entrambi i casi la percentuale di settimanali
venduti è comunque molto rilevante rispetto ai
giornalieri: nel caso della Val di Fassa si tratta
per esempio di quasi 102mila abbonamenti
settimanali, contro 162mila skipass giornalieri;
nel caso di Folgarida/Marilleva il divario è
ancora minore: 86mila 830 settimanali contro
circa 100mila giornalieri (vedi tabella n. 17).
Effettivamente questi due comprensori da
sempre evidenziano una forte componente di
turismo stanziale, che invece non viene
evidenziata nella Val Rendena.
Il “salto” tra le due stagioni effettuato da Trento
Funivie sul Monte Bondone può probabilmente
essere spiegato con la forte attività di rilancio
della montagna stessa attuata oltre che con la
maggiore “appetibilità” degli impianti, anche
con l’iniziativa degli stagionali scontati per i
residenti nel Comune di Trento.
Anche la non lineare evoluzione di Fiemme e
Fassa è probabilmente da ricondurre al nuovo
sistema di rilevazione che, come abbiamo
ricordato più sopra, include dalla stagione qui
considerata molti più biglietti.
Ricordiamo poi che i dati dell’Adamello Ski fino
alla stagione 2003/04 si riferivano all’intero
Comprensorio, e non al solo versante trentino;
resta invece difficile spiegare l’andamento per
niente regolare dell’indice in questione nella
zona di Campiglio.
Fra i valori più bassi troviamo, come già nella
scorsa stagione, il comprensorio sciistico di
Folgaria: gli abbonamenti per 6 o 7 giorni sono
stati solo un decimo circa rispetto ai giornalieri.
Un altro dato disponibile per la prima volta è
quello riferito alle vendite di plurigiornalieri di
durata inferiore ai 6 giorni.
Valori più elevati nella terza colonna della
Tab. 17: Prodotto neve: rapporto tra plurigiornalieri e abbonamenti settimanali area sciistica Abbon. 2-5 gg Abbon. 6-7gg rapporto
Fiemme-Obereggen 30.633 51.512 59,5%
Adamello Ski 14.438 40.177 35,9%
Paganella 14.949 35.064 42,6%
Funivie Campiglio 24.928 33.313 74,8%
Folgaria n.d. 12.187 n.d.
Folgarida Marilleva 36.155 86.830 41,6%
Pejo Funivie 2.132 6.085 35,0%
Monte Bondone 3.194 8.833 36,2%
Funivie Pinzolo 7.283 11.238 64,8%
Fassa/Carezza 52.333 101.897 51,4%
fonte: elaborazioni Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati forniti dagli esercenti impianti a fune
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tabella 13 indicano un rapporto più alto tra
abbonamenti per frazione di settimana ed i
settimanali “classici” di 6 o 7 giorni; in
sostanza, più alto è il risultato del rapporto, più
numerosi sono in proporzione gli abbonamenti
da 2 a 5 giorni. I valori più alti si riscontrano in
Val Rendena, sia a Pinzolo che a Madonna di
Campiglio; forse questo dato è da imputare
alla forte presenza in zona di seconde case,
non sempre “sfruttate” a settimane intere dai
proprietari. In Val di Fassa gli abbonamenti da
2 a 5 giorni sono praticamente la metà dei
settimanali, mentre i valori più bassi,
corrispondenti ad una netta preferenza e scelta
per i settimanali “lunghi” si riscontrano nel
Comprensorio Adamello Ski, a Pejo e sul
Monte Bondone. Qui si trova quindi una
conferma di quanto rilevato analizzando il
rapporto tra settimanali e giornalieri, ossia che
ci sono delle zone sciistiche più vocate di altre
ad ospitare un turismo invernale “stanziale”, da
settimana bianca, ed altre invece che ospitano,
più o meno intenzionalmente, anche vacanze
più brevi, se non anche turismo invernale
escursionistico. Nell’analisi della stagione
invernale 2003/04 il mese di febbraio era
risultato il mese in cui si erano registrate le più
alte vendite di abbonamenti settimanali; in
quell’occasione erano stati considerati non le
vendite in valore assoluto, ma sempre il
rapporto tra settimanali e giornalieri della
stagione, però a livello mensile.
Il riferimento alle vendite in valore assoluto
fornisce invece un quadro più chiaro.
Come si può facilmente verificare dalla tabella
14, tutti le ski area che hanno fornito i dati
mensili sugli abbonamenti settimanali, nel
mese di febbraio hanno venduto questa
tipologia di biglietto in maniera di gran lunga
superiore rispetto agli altri mesi della stagione;
solo l’Adamello Ski registra una sostanziale
regolarità tra gennaio e marzo. Febbraio si
conferma comunque il mese preferito per
trascorrere una settimana bianca.
Se si considera invece il rapporto , otteniamo
la tabella 115 nella quale i valori sono espressi
in percentuale.
Rispetto alla stagione precedente, troviamo
valori molto elevati nel mese di aprile: la
collocazione temporale della Pasqua a fine
marzo ha probabilmente favorito un
allungamento della stagione alla prima decina
Tab. 18: Numero di skipass settimanali (6 o 7 giorni) venduti mensilmente stagione: inverno 2004/05
dicembre gennaio febbraio marzo aprile tot. stagione
Val di Fiemme-Obereggen 3.790 13.726 17.900 15.280 816 51.512
Adamello Ski 5.939 9.067 10.861 9.967 4.343 40.177
Paganella Dolomiti 2.762 10.410 14.679 7.213 0 35.064
Funivie Campiglio 3.950 9.640 11.516 7.524 681 33.313
Funivie Pinzolo 1.088 3.297 3.687 2.486 680 11.238
Fassa/Carezza 14.238 31.422 32.487 23.118 632 101.897
Folgaria 559 3.732 5.357 1.984 555 12.187
Folgarida Marilleva n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 86.830
Pejo Funivie n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 6.085
Monte Bondone n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 8.833
fonte: elaborazioni Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati forniti dagli esercenti impianti a fune
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Tab. 19: Rapporto mensile tra settimanali e giornalieri – stagione 2004/05 – valori percentuali stagione: inverno 2004/05
dicembre gennaio febbraio marzo aprile tot. stagione
Val di Fiemme-Obereggen 8,0% 17,0% 140,4% 233,3% 1.295,2% 34,9%
Adamello Ski 114,2% 114,4% 229,8% 244,8% 1.054,1% 179,8%
Paganella Dolomiti 19,4% 32,5% 76,4% 56,2% 0,0% 44,8%
Funivie Campiglio 11,5% 22,9% 38,7% 27,6% 33,7% 24,3%
Funivie Pinzolo 15,2% 25,7% 51,6% 49,8% 809,5% 34,9%
Fassa/Carezza 63,0% 63,0% 63,0% 63,0% 63,0% 63,0%
Folgaria 2,1% 8,3% 19,1% 16,8% 100,0% 10,9%
Folgarida Marilleva n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 86,9%
Pejo Funivie n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 103,7%
Monte Bondone n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 59,1%
fonte: elaborazioni Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati forniti dagli esercenti impianti a fune
di aprile. L’utilizzo del rapporto fra settimanali e
giornalieri può essere però fuorviante: in realtà
infatti non sono stati venduti più skipass
settimanali nel mese di aprile, ma in tale mese,
rispetto agli altri mesi della stagione, il numero
degli abbonamenti per 6 o 7 giorni è stato
maggiore in proporzione al numero dei
giornalieri.
A questo punto è opportuno sintetizzare i vari
approfondimenti effettuati in un’unica tabella.
In breve le cose degne di nota sembrano
essenzialmente le seguenti:
la “scelta” di una sciata giornaliera intensa nei
comprensori sciistici dell’Adamello Ski e di
Fiemme Obereggen (ricordiamo peraltro che il
dato sui km sciati giornalmente è ovviamente
influenzato dalla lunghezza media delle piste),
mentre in altre località sarebbe influente anche
il peso delle sciate “brevi”, ossia per frazioni di
giornata (Pejo e soprattutto Monte Bondone).
In alcune aree si evidenzia una maggiore
componente di sciatori stanziali, ossia in
settimana bianca (Adamello Ski, ancora Pejo e
Folgarida/Marilleva), mentre in altre stazioni
invernali trentine (Campiglio, Pinzolo,
Fiemme/Obereggen) si stanno facendo strada
in modo proporzionalmente consistente gli
abbonamenti validi tra i due ed i cinque giorni.
Tab. 20: Prodotto neve: un quadro di sintesi stagione: inverno 2004/05
sciatori n° piste al giorno
km sciati al giorno
rapp.fraz. giorn./giorna.
rapp. settim./giorna
rapporto settim./plurigiorn.
Fiemme 1.313.385 11,8 12,9 35,7 34,9 59,5
Adamello Ski 245.336 14,9 14,0 81,1 179,8 35,9
Paganella Dolomiti 531.999 11,7 10,1 62,1 44,8 42,6
Funivie Campiglio 942.946 9,1 10,0 50,3 24,3 74,8
Funivie Pinzolo 190.599 9,5 10,1 67,2 34,9 64,8
Fassa/Carezza 1947.860 7,4 8,0 n.d. 63,0 51,4
Folgaria 423.590 15,0 9,7 n.d. 10,1 n.d.
Folgarida Marilleva 1.098.105 10,6 9,7 41,8 86,9 41,6
Pejo 93.013 8,5 8,7 106,1 103,7 35,0
Monte Bondone 183.270 8,5 8,1 192,6 59,1 36,2
fonte: elaborazioni Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati forniti dagli esercenti impianti a fune
REPORT | dicembre 2005 | 64 |
4.2 Impianti di risalita e ricettività
Per poter approfondire l’argomento, anche
quest’anno è stato chiesto ai consorzi funiviari
di voler fornire i dati sugli accessi agli impianti
di rispettiva competenza per l’inverno 2004/05.
Non tutti hanno fornito i dati stessi, alcuni
perché già impegnati con l’avvio di stagione,
altri semplicemente non hanno risposto alla
richiesta.
I dati sono stati raccolti nella tabella 17,
riportata nelle pagine seguenti.
Un’occhiata al quadro complessivo mette in
luce situazioni diverse da zona a zona: alcune
risultano in sostanziale tenuta (Campiglio,
Folgarida/Marilleva), altre in ottimo incremento
(Paganella, Monte Bondone), altre in calo
(AdamelloSki, Pejo). Per quanto riguarda il
Fassa/Carezza, pur risultando la differenza dei
primi ingressi molto consistente in positivo
rispetto alla stagione 2003/04, il totale
passaggi è in realtà leggermente in calo.
La stagione, dal punto di vista delle
precipitazioni nevose, è stata ottima. Una delle
ragioni del successo è sicuramente la bontà
delle condizioni climatiche: dalla metà di
gennaio in poi il tempo è sempre stato
soleggiato, le temperature fredde però hanno
consentito una grande accessibilità delle piste.
Il tempo poi ha fatto trovare strade quasi
sempre facilmente percorribili. All’inizio della
stagione inoltre grandi nevicate in più riprese
hanno assicurato un ottimo innevamento.
Come si vedrà in maniera più approfondita in
altri capitoli del presente Report, ad un
decremento della clientela classica soprattutto
tedesca, olandese e belga, è corrisposto un
grande incremento di quella proveniente dai
cosiddetti paesi emergenti, soprattutto da
Polonia, Repubblica Ceca, Croazia e Irlanda.
Si riconfermano quali “giganti” dell’inverno i
due Consorzi del Trentino orientale
Fiemme/Obereggen e Fassa/Carezza, che
raccolgono ancora il maggior numero di
sciatori, il primo superando i 15milioni e mezzo
di passaggi, il secondo approssimando i
14milioni e mezzo.
La terza realtà in ordine di movimento sulle
piste è l’area di Folgarida/Marilleva,
sostanzialmente stabile rispetto alla stagione
precedente; la lettura dei dati disponibili
permette di classificarla fra le più votate ad
ospitare un turismo invernale rivolto
essenzialmente alla pratica dello sci da
discesa su più giornate.
Segue, in base al numero di passaggi
stagionali totali, lo Skitour dei Forti, che da
qualche stagione sta migliorando il risultato in
modo molto soddisfacente; poi le Funivie
Campiglio e la zona della Paganella, per la
quale la stagione di cui si tratta ha portato
ottimi incrementi. In ordine decrescente di
passaggi stagionali troviamo l’Adamello Ski
(ma, lo ricordiamo ancora, in base al numero di
passaggi registrati dagli skipass emessi nella
sola Provincia di Trento), la ski area di Pinzolo
e poi il Monte Bondone, che ha aumentato di
un quarto i primi ingressi rispetto all’inverno
2003/04. Fanalino di coda, ma solamente per
motivi di proporzione, la ski area di Pejo.
In questo panorama generale mancano altre
realtà del Trentino invernale (Polsa, Panarotta,
ecc.), per le quali non è stato possibile avere i
dati.
REPORT | dicembre 2005 | 65 |
Tab. 21: Stagione invernale 2004/05: dati sull’accesso agli impianti
CONSORZIO IMPIANTI A FUNE VAL DI FIEMME-OBEREGGEN
MESE
PRIMI INGRESSI
VARIAZIONE ANNO
PRECEDENTE
N. BIGLIETTI FRAZ. DI
GIORN. (3-4 ore,
mattutino pomerid.)
N. ABBONAMENTI GIORNALIERI
N. ABBONAMENTI
frazione di SETTIMANA 2-
5 giorni
N. ABB SETTIM
6-7 giorni
TOTALE PASSAGGI
dicembre 187.310 3,24 11.484 47.394 8.583 3.790 2457522,0
gennaio 386.241 3,67 18.896 80.839 8.498 13.726 4436591,0
febbraio 384037 3,15 14235 12745 7544 17.900 4467519
marzo 324809 4,41 7743 6549 5358 15.280 3743785
aprile 30988 3,1 275 63 650 816 441181
tot stagione 1.313.385 3,82 52.633 147.590 30.633 51.512 15.546.598
COMPRENSORIO ADAMELLO SKI PONTEDILEGNO TONALE PRESENA
MESE
PRIMI INGRESSI
VARIAZIONE ANNO
PRECEDENTE
N. BIGLIETTI FRAZ. DI
GIORN. (3-4 ore,
mattutino pomerid.)
N. ABBONAMENTI GIORNALIERI
N. ABBONAMENTI
frazione di SETTIMANA 2-
5 giorni
N. ABB SETTIM
6-7 giorni
TOTALE PASSAGGI
dicembre 43.036 -10,21% 4.308 5.201 2.664 5.939 672.497
gennaio 65.104 8,08% 8.130 7.928 4.123 9.067 877.665
febbraio 64.791 -7,36% 2.869 4.727 2.987 10.861 899.230
marzo 56.721 1,57% 2.254 4.071 4.276 9.967 895.094
aprile 15.684 -36,77% 554 412 388 4.343 320.555
tot stagione 245.336 -5,18% 18.115 22.339 14.438 40.177 3.665.041
CONSORZIO SKIPASS PAGANELLA DOLOMITI
MESE
PRIMI INGRESSI
VARIAZIONE ANNO
PRECEDENTE
N. BIGLIETTI FRAZ. DI
GIORN. (3-4 ore,
mattutino pomerid.)
N. ABBONAMENTI GIORNALIERI
N. ABBONAMENTI
frazione di SETTIMANA 2-
5 giorni
N. ABB SETTIM
6-7 giorni
TOTALE PASSAGGI
dicembre 65.752 -1,44% 9.817 14.221 2.025 2.762 742.612
gennaio 178.070 16,62% 19.646 32.008 5.850 10.410 2.021.949
febbraio 167.066 2,27% 10.243 19.216 3.874 14.679 2.026.368
marzo 120.202 32,93% 8.869 12.828 3.198 7.213 1.430.663
aprile 909 -91,76% 48 20 2 0 11.010
tot stagione 531.999 9,87% 48.623 78.293 14.949 35.064 6.232.602
REPORT | dicembre 2005 | 66 |
FUNIVIE CAMPIGLIO
MESE
PRIMI INGRESSI
VARIAZIONE ANNO
PRECEDENTE
N. BIGLIETTI FRAZ. DI
GIORN. (3-4 ore,
mattutino pomerid.)
N. ABBONAMENTI GIORNALIERI
N. ABBONAMENTI
frazione di SETTIMANA 2-
5 giorni
N. ABB SETTIM
6-7 giorni
TOTALE PASSAGGI
novembre 3.125 -84,79 16 1.454 233 2 30.133
dicembre 177.648 3,25 19.305 34.405 5.261 3.950 1.623.331
gennaio 268.631 8,55 24.120 42.028 7.531 9.640 2.355.654
febbraio 245.154 2,02 13.420 29.731 6.513 11.516 2.269.189
marzo 209.287 5,39 11.124 27.290 5.182 7.524 1.893.519
aprile 39.101 -34,12 889 2.018 208 681 362.036
tot stagione 942.946 -0,58 68.874 136.926 24.928 33313 8.533.862
FUNIVIE PINZOLO
MESE
PRIMI INGRESSI
VARIAZIONE ANNO
PRECEDENTE
N. BIGLIETTI FRAZ. DI
GIORN. (3-4 ore,
mattutino pomerid.)
N. ABBONAMENTI GIORNALIERI
N. ABBONAMENTI
frazione di SETTIMANA 2-
5 giorni
N. ABB SETTIM
6-7 giorni
TOTALE PASSAGGI
novembre 0 -100,00 0 0 0 0 0
dicembre 36.546 3,24 5.720 7.177 1.133 1.088 331.467
gennaio 68.238 26,64 9.132 12.807 2.112 3.297 623.575
febbraio 47.463 -9,24 3.944 7.150 3.128 3.687 483.697
marzo 37.419 25,66 2.799 4.987 909 2.486 361.416
aprile 933 -87,63 50 84 1 680 10.297
tot stagione 190.599 6,54 21.645 32.205 7283 11.238 1.810.452
CONSORZIO VAL DI FASSA/CAREZZA
MESE
PRIMI INGRESSI
VARIAZIONE ANNO
PRECEDENTE
N. BIGLIETTI FRAZ. DI
GIORN. (3-4 ore,
mattutino pomerid.)
N. ABBONAMENTI GIORNALIERI
N. ABBONAMENTI
frazione di SETTIMANA 2-
5 giorni
N. ABB SETTIM
6-7 giorni
TOTALE PASSAGGI
dicembre 220.087 18,97% 22.606 7.312 14.238 1.658.767
gennaio 577.340 42,39% 49.890 16.138 31.422 4.309.795
febbraio 585.478 39,22% 51.580 16.686 32.487 4.425.313
marzo 537.869 79,00% 36.705 11.873 23.118 3.894.745
aprile 27.086 -54,17% 1.005 324 632 206.494
tot stagione 1.947.860 42,12% 161.786 52.333 101.897 14.495.114
REPORT | dicembre 2005 | 67 |
TRENTO FUNIVIE
MESE
PRIMI INGRESSI
VARIAZIONE ANNO
PRECEDENTE
N. BIGLIETTI FRAZ. DI
GIORN. (3-4 ore,
mattutino pomerid.)
N. ABBONAMENTI GIORNALIERI
N. ABBONAMENTI
frazione di SETTIMANA 2-
5 giorni
N. ABB SETTIM
6-7 giorni
TOTALE PASSAGGI
novembre 550 4.564
dicembre 31.095 249.416
gennaio 62.400 496.253
febbraio 49.151 432.173
marzo 39.559 363.927
aprile 515 6.644
tot stagione 183.270 + 26,6% 28.763 14.933 3.194 8.833 1.552.977
FUNIVIE FOLGARIDA/MARILLEVA
MESE PRIMI INGRESSI
VARIAZIONE ANNO
PRECEDENTE
N. BIGLIETTI FRAZ. DI
GIORN. (3-4 ore,
mattutino pomerid.)
N. ABBONAMENTI GIORNALIERI
N. ABBONAMENTI
frazione di SETTIMANA 2-
5 giorni
N. ABB SETTIM
6-7 giorni
TOTALE PASSAGGI
dicembre 168.799 - 7,38% 1.751.651
gennaio 314.371 + 9,9% 3.209.444
febbraio 292.725 - 2,8% 3.240.883
marzo 277.954 + 6,3% 2.971.078
aprile 44.256 - 39,29% 491.459
tot stagione 1.098.105 - 0,5% 41.779 99.932 36.155 86.830 11.664.515
PEJO FUNIVIE
MESE PRIMI INGRESSI
VARIAZIONE ANNO
PRECEDENTE
N. BIGLIETTI FRAZ. DI
GIORN. (3-4 ore,
mattutino pomerid.)
N. ABBONAMENTI GIORNALIERI
N. ABBONAMENTI
frazione di SETTIMANA 2-
5 giorni
N. ABB SETTIM
6-7 giorni
TOTALE PASSAGGI
dicembre 11.986 // 88.596
gennaio 34.491 // 267.898
febbraio 29.646 // 287.090
marzo 19.321 // 166.150
aprile 569 // 5.011
tot stagione 96.013 // 6.228 5.870 2.132 6.085 814.745
REPORT | dicembre 2005 | 68 |
SKITOUR DEI FORTI FOLGARIA
MESE PRIMI INGRESSI
VARIAZIONE ANNO
PRECEDENTE
N. BIGLIETTI FRAZ. DI
GIORN. (3-4 ore,
mattutino pomerid.)
N. ABBONAMENTI GIORNALIERI
N. ABBONAMENTI
frazione di SETTIMANA 2-
5 giorni
N. ABB SETTIM
6-7 giorni
TOTALE PASSAGGI
dicembre 69.941 60,20% 26.014 559 1.001.928
gennaio 153.737 17,60% 45.048 3.732 2.301.059
febbraio 128.191 8,60% 28.056 5.357 1.990.006
marzo 70.232 39,80% 11.829 1.984 1.056.593
aprile 1.489 -120,50% 555 555
tot stagione 423.590 19,60% 111.502 12.187 6.349.586
4.3 Impianti di risalita e ricettività Il confronto tra andamento di presenze sulle
piste da sci e movimento turistico in senso
stretto (arrivi e presenze nelle strutture
ricettive) evidenzia e conferma la buona salute
del Trentino invernale. Rispetto alla stagione
invernale precedente, che già era stata da
record, sono stati registrati oltre 11mila
persone e più di 115mila pernottamenti
certificati in più. Vediamo ora di confrontare
lacapacità degli impianti e la capacità ricettiva.
Nella tabella 18 sono state riportate, per ogni
ambito turistico, la portata oraria degli impianti
di risalita e la capacità ricettiva, suddivisa tra
letti certificati (quelli nelle strutture soggette a
comunicazione Istat) e letti stimati (relativi a
Tab. 22: Portata oraria impianti di risalita e numero di letti per ambito turistico
stagione: inverno 2004/05
ambito turistico portata oraria
letti certificati
letti stimati
totale letti
Trento 7.095 3.026 4.120 7.146
Paganella 17.289 7.476 8.273 15.749
Piné 600 1.794 10.229 12.023
Fiemme 32.587 6.447 28.809 35.256
Fassa 74.717 17.328 25.337 42.665
Primiero 28.363 5.913 15.751 21.664
Levico (Panarotta) 2.736 8.352 9.148 17.500
Folgaria 34.386 4.458 23.850 28.308
Rovereto 9.480 3.310 17.057 20.367
Rendena 42.054 8.625 48.397 57.022
Sole, Pejo e Rabbi 49.249 12.205 32.029 44.234
Non 3.510 4.456 19.414 23.870
Lagorai 3.602 1.954 11.007 12.961
Zone fuori ambito 9.006 6.567 28.172 34.739
Totale Provincia 314.674 106.300 295.158 401.458
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 69 |
seconde case e alloggi privati). Non
compaiono gli ambiti del Garda Trentino e
quello delle Terme di Comano in quanto non
risulta alcun impianto nella zona di rispettiva
competenza.
Ma vediamo cosa si ottiene rapportando, per
ogni ambito, portata oraria e numero dei letti.
Leggendo i risultati della tabella, dobbiamo
tener presente che un rapporto equilibrato tra
persone trasportate e posti letto viene
evidenziato da un numero indice pari a uno.
Considerando gli ambiti a forte connotazione
invernale, valori inferiori all’unità, come nel
caso della Val di Fiemme e soprattutto della
Val Rendena, evidenziano un’abbondanza di
letti nelle seconde case, mentre nel caso di
zone in cui la componente sciistica non è
l’elemento trainante della vacanza invernale,
come Piné, Rovereto, Lagorai, Valle di Non, si
trovano valori ancora inferiori. La Val di Fassa
si mette in luce per l’elevata capacità di
trasporto dei suoi impianti, mentre Paganella e
Sole e soprattutto l’ambito di Trento risultano
quelli che presentano il rapporto più equilibrato
tra portata oraria e letti totali.
Una cosa però è la portata oraria degli
impianti, un’altra è il loro utilizzo effettivo, che
verrà analizzato nel paragrafo seguente.
Tab 23: Rapporto tra portata oraria impianti di risalita e numero letti per ambito turistico
stagione: inverno 2004/05
ambito turistico portata oraria/letti
certif.
portata oraria/letti
stimati
portata oraria/totale
letti
Trento 2,34 1,72 0,99
Paganella 2,31 2,09 1,10
Piné 0,33 0,06 0,05
Fiemme 5,05 1,13 0,92
Fassa 4,31 2,95 1,75
Primiero 4,80 1,80 1,31
Levico (Panarotta) 0,33 0,30 0,16
Folgaria 7,71 1,44 1,21
Rovereto 2,86 0,56 0,47
Rendena 4,88 0,87 0,74
Sole, Pejo e Rabbi 4,04 1,54 1,11
Non 0,79 0,18 0,15
Lagorai 1,84 0,33 0,28
Zone fuori ambito 1,37 0,32 0,26
Totale Provincia 2,96 1,07 0,78
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 70 |
4.4 Utilizzo effettivo degli impianti di risalita.
Il tasso di utilizzo effettivo degli impianti è stato
calcolato operando il rapporto tra il numero dei
passaggi totali e portata teorica su base
mensile (a livello giornalieri erano infatti
disponibili solamente i dati sui primi ingressi e
non sui passaggi totali).
La portata teorica mensile si è ottenuta con
una stima, moltiplicando la portata oraria (che
però, lo ricordiamo, è conosciuta per ambito
turistico e non per consorzio sciistico) per una
media giornaliera di sette ore per il numero dei
giorni del mese di volta in volta considerato.
I risultati sono riassunti nella tabella 20.
E’ indispensabile qualche avvertenza:
considerato che i dati sulla portata oraria sono
disponibili solamente per ambito,
nell’assemblare la tabella si sono dovuti
aggregare i dati forniti da Funivie Pinzolo e
Funivie Campiglio per approssimare l’utilizzo
effettivo degli impianti di risalita della Rendena;
la stessa cosa vale per le Valli di Sole, Pejo e
Rabbi, ambito per il quale si sono messi
insieme il totale dei passaggi comunicati da
Funivie Folgaria e Marilleva, Pejo Funivie e
Consorzio Adamello Ski. Riguardo a
quest’ultimo, si evidenzia che non si è tenuto
conto dell’apertura totale (30 giorni) nel mese
di aprile sul ghiacciaio della Presena e che
quindi il dato relativo all’utilizzo effettivo in tale
mese è sicuramente approssimato per difetto.
Il comprensorio dove sembra che gli impianti
vengano utilizzati al meglio delle loro
potenzialità si conferma quello di
Fiemme/Obereggen, con il 52,0% di utilizzo
effettivo, addirittura in crescita rispetto alla
scorsa stagione; al secondo posto si trova la
Paganella con il 42,6%, quindi a seguire le
Valli di Sole, Pejo e Rabbi con il 36,3% e la Val
Rendena con il 25,5%.
Approfondendo l’analisi a livello mensile, in
tutti gli ambiti considerati troviamo le punte
massime di utilizzo all’interno della stagione
nel mese di febbraio, ad esclusione degli
ambiti del Primiero e di Folgaria, per i quali il
mese più densamente “sciato” risulta quello di
gennaio, anche se con uno scarto minimo.
Sempre il Comprensorio Fiemme/Obereggen
insieme alle Valli di Sole, Pejo e Rabbi si
distinguono inoltre per l’alto sfruttamento degli
impianti avvenuto anche nell’ultimo mese della
stagione.
Tab. 24: Tasso di utilizzo effettivo impianti di risalita Paganella totale
passaggi port mensile teorica
utilizzo effettivo
dicembre 742.612 3.388.644 21,9%
gennaio 2.021.949 3.751.713 53, 9%
febbraio 2.026.368 3.388.644 59,8%
marzo 1.430.663 3.751.713 38,1%
aprile 11.010 363.069 3,0%
tot stagione 6.232.602 14.643.783 42, 6%
REPORT | dicembre 2005 | 71 |
Fiemme totale
passaggi port mensile teorica
utilizzo effettivo
dicembre 2.457.522 7.071.379 34,7%
gennaio 4.436.591 7.071.379 62,7%
febbraio 4.467.519 6.387.052 69,9%
marzo 3.743.785 7.071.379 52,9%
aprile 441.181 2.281.090 19,3%
tot stagione 15.546.598 29.882.279 52,0%
Fassa totale passaggi
port mensile teorica
utilizzo effettivo
dicembre 1.658.767 16.213.589 10,2%
gennaio 4.309.795 16.213.589 26,6%
febbraio 4.425.313 14.644.532 30,2%
marzo 3.894.745 16.213.589 24,0%
aprile 206.494 5.230.190 3,9%
tot stagione 14.495.114 68.515.489 21,2%
Primiero totale passaggi
port mensile teorica
utilizzo effettivo
dicembre 521.711 5.956.230 8,76%
gennaio 1.342.601 6.154.771 21,81%
febbraio 1.198.460 5.559.148 21,56%
marzo 894.875 6.154.771 14,54%
aprile 35.267 2.581.033 1,37%
tot stagione 3.992.914 26.405.953 15,12%
Folgaria totale passaggi
port mensile teorica
utilizzo effettivo
dicembre 1.001.928 6.980.358 14,35%
gennaio 2.301.059 7.461.762 30,84%
febbraio 1.990.006 6.739.656 29,53%
marzo 1.056.593 7.461.762 14,16%
aprile 722.106 0,00%
tot stagione 6.349.586 29.365.644 21,62%
REPORT | dicembre 2005 | 72 |
Rendena totale
passaggi port mensile teorica
utilizzo effettivo
dicembre 1.954.798 9.125.718 21,42%
gennaio 2.979.229 9.125.718 32,65%
febbraio 2.752.886 8.242.584 33,40%
marzo 2.254.935 9.125.718 24,71%
aprile 372.333 5.004.426 7,44%
tot stagione 10.344.314 40.624.164 25,46%
Sole, Pejo e Rabbi totale passaggi
port mensile teorica
utilizzo effettivo
dicembre 2.512.744 9.997.547 25,13%
gennaio 4.355.007 10.687.033 40,75%
febbraio 4.427.203 9.652.804 45,86%
marzo 4.032.322 10.687.033 37,73%
aprile 817.025 3.447.430 23,70%
tot stagione 16.144.301 44.471.847 36,30%
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T. e esercenti impianti a fune
REPORT | dicembre 2005 | 73 |
5. COMPETENZE E FABBISOGNI FORMATIVI DEI MAESTRI DI SCI1 Quali sono le risorse necessarie al lavoratore
per affrontare con successo la sua esperienza
lavorativa?
La psicologia del lavoro classica, per spiegare
la qualità delle prestazioni lavorative, mette in
risalto alcuni aspetti come:
- le capacità di prestazione
- le abilità
- i fattori personali
- le caratteristiche socioculturali.
Le capacità si riferiscono a “ciò che una
persona è capace di fare” (skill) nel contesto
lavorativo e ai processi psicologici che stanno
alla base di una risposta adeguata,
competente (abilità).
Le abilità possono essere: cognitive (verbali, di
ragionamento, numeriche, spaziali, di
deduzione, di ricordi, di prontezza percettiva e
sensoriali). Inoltre si devono mettere in
evidenza le capacità fisiche.
Le caratteristiche personali tengono conto
degli aspetti psicologici della persona, la
relazione che la persona mantiene con se
stessa, la relazione con gli altri e la relazione
con l’ambiente.
1 Questo capitolo è frutto di una ricerca svolta dall’Osservatorio provinciale per il Turismo sulla figura del maestro di sci. Alla progettazione e realizzazione della ricerca ha collaborato Pia Rosa Vigagni, stagista presso l’Osservatorio e laureanda presso l’Università degli Studi di Trento - Facolta’ di scienze cognitive - Corso di laurea in scienze e tecniche di psicologia cognitiva applicata. Alla fase di rilevazione della ricerca ha collaborato anche Davide Lazzarotto, stagista presso l’ l’Osservatorio e laureando presso l’Università degli Studi di Trento - Facolta’ di Economia – Corso di laurea in Economia e Diritto. Il testo è a cura di Gianfranco Betta (paragrafo 4.3) e Pia Rosa Vigagni (paragrafi 4.1, 4.2, 4.4, ripresi e adattati dalla sua tesi di laurea Formazione e competenze dei maestri di sci nella provincia di Trento - Relatore prof. Franco Fraccaroli).
Le caratteristiche socioculturali sono aspetti
che attengono le conoscenze possedute di
rilevanza lavorativa, cioè connesse con
processi come la selezione, l’inserimento
professionale, lo svolgimento delle prestazioni
e così via. Esse riguardano tre grandi
categorie: quelle che derivano dalla
formazione scolastica, quelle che derivano
dalla specifica formazione professionale e
quelle che risultano dall’esperienza di lavoro.
Ogni processo formativo si sviluppa in un
contesto organizzativo e quindi non è possibile
pensare ad un’analisi dei bisogni che coinvolga
solo gli individui con le loro competenze;
l’analisi deve portare alla luce il rapporto tra
individuo e organizzazione. L’azione di
formazione viene rivolta agli individui, ma la
ricaduta si avrà necessariamente su tutta
l’organizzazione.
I profili dei saperi rimandano a 3 ambiti di
competenze dell’individuo che sono:
IL SAPERE (le conoscenze): trattasi di tutte le
conoscenze, i dati, le informazioni,
l'attrezzatura cognitiva e le unità di
conoscenza.
IL SAPER-FARE (le capacità): sono le
capacità e le conoscenze usate e messe in
atto.
IL SAPER-ESSERE (le qualità): qui invece
abbiamo a che fare con le meta-capacità, le
qualità e le doti personali di flessibilità,
disponibilità, capacità di sostenere ritmi di
lavoro sostenuti, capacità di gestire l'ansia,
capacità di sviluppare clima positivo nel
gruppo.
L'analisi dei bisogni è finalizzata alla
comprensione di quali siano le esigenze
secondo questi tre parametri fondamentali.
Quindi fare l'analisi dei bisogni di formazione
REPORT | dicembre 2005 | 74 |
significa fare diagnosi del Sapere, del Saper-
Fare e del Saper-Essere, cioè di tutti i saperi
che devono essere sviluppati relativamente a
quel determinato ruolo nell'ambito del proprio
profilo di riferimento.
Ogni anno aumenta il numero di persone che
intendono cimentarsi con la montagna,
sciando, facendo scalate o compiendo
escursioni.
Chi ama la montagna sa bene che essa si può
godere pienamente solo a patto di conoscerla,
rispettarla, essere consapevoli dei propri limiti
per non correre inutili rischi, e saper scegliere
in ogni occasione ciò che si è più in grado di
fare.
La pratica delle attività sportive montane
richiede l'ausilio di personale competente nelle
tecniche e che sia in grado di vegliare sulla
sicurezza delle persone. E' per questi motivi
che la professione di maestro di sci, con le sue
diverse specialità ha avuto un costante
sviluppo.
A livello normativo questa professione è
regolata della legge quadro n. 81 dell'8/3/1991
e da leggi regionali. Per il Trentino il riferimento
è la legge provinciale del 23 agosto 1993, n.
20 “Nuovo ordinamento della professione di
guida alpina e di maestro di sci”.
“È maestro di sci chi insegna
professionalmente, anche in modo non
esclusivo e non continuativo, a persone
singole e a gruppi di persone, le tecniche
sciistiche in tutte le loro specializzazioni,
esercitate con qualsiasi tipo di attrezzo, su
piste da sci, itinerari sciistici, percorsi di sci
fuori pista e in escursioni con gli sci che non
comportino difficoltà richiedenti l'uso di
tecniche e materiali alpinistici, quali ad
esempio corda, piccozza, ramponi”.
Nella legge sono spiegati oltre che l’oggetto
della professione, anche le prove attitudinali
per l’ammissione ai corsi (requisiti);
l’organizzazione dei corsi e degli esami ( chi
stabilisce modalità e contenuti dei corsi); la
composizioni delle commissioni e
sottocommissioni.
5.1 La ricerca. Gli obiettivi
L’assunto che maggiori conoscenze,
certamente utili a ogni individuo, siano il
veicolo per garantire un soddisfacente
inserimento sociale e professionale dei
giovani, deve lasciare il posto alla
consapevolezza della stretta relazione tra
competenze sociali e competenze
professionali, dell’importanza dei contesti
organizzativi e tecnologici come fonte di
conoscenze, della necessità di rompere la
sequenzialità rigida tra formazione e lavoro, e
di favorire quelle forme di alternanza che
possono consentire alla persona di trovare
soluzioni originali a problemi non ripetitivi da
cui nascono diverse modalità di costruzione ed
esercizio del sapere professionale.
Questa indagine ha come obiettivo il tema
delle competenze e vuole sottolineare l’aspetto
delle risorse della persona (conoscenze, work
habits e identità) attraverso un’intervista
strutturata.
L’indagine serve come spunto per individuare i
punti di forza e di debolezza della figura
professionale del maestro di sci e di
individuare nel ciclo formativo i percorsi di
studio più consoni a formare professionisti di
successo.
Le tipicità di questo strumento sono
rintracciabili in due aspetti.
REPORT | dicembre 2005 | 75 |
Il primo concerne l’utilizzo dello strumento.
Questo strumento è realizzato per individuare
le caratteristiche, le competenze e le risorse
dei maestri di sci.
La seconda peculiarità concerne la struttura
dell’intervista divisa in sette parti: profilo
anagrafico, professionale, analisi del ruolo,
degli eventi critici, del sistema delle attese,
risorse della persona e piano motivazionale e
progettuale.
5.2 Il metodo
Il territorio della provincia di Trento è stato
suddiviso in quattro aree tenendo conto delle
caratteristiche di attrazione turistica: deboli
(Bondone, Brentonico), intermedie (Paganella,
Folgaria), forti (Madonna di Campiglio) e
caroselli (bassa e alta Val di Fassa).
In queste aree sono state individuate le scuole
di sci e considerando il numero di maestri in
ogni scuola, con un calcolo proporzionale, si è
stabilito il gruppo di maestri da intervistare per
ogni area e per ogni scuola. Il campione è
stato casuale. Il tempo di somministrazione
dell’intervista è stato di circa 20/25 minuti.
I dati cartacei raccolti sono stati inseriti su
supporto informatico per le elaborazioni
statistiche.
Hanno risposto 86 maestri di sci: 8 per l’area
debole, 14 per l’area intermedia, 33 per l’area
forte (Madonna di Campiglio), 31 per il
carosello (bassa e alta Val di Fassa).
Lo strumento di indagine è stato realizzato
Tab. 25: Dati per campionamento UNIVERSO DI
RIFERIMENTO CAMPIONE
IPOTIZZATO INTERVISTE REALIZZATE
M F MF M F MF M F MF
Aree deboli 35 5 40 7 1 8 7 1 8
Aree intermedie 98 13 111 15 2 17 12 2 14
Aree forti 174 36 210 28 6 34 25 8 33
Carosello 198 25 223 29 4 33 23 8 31
Totale 505 79 584 79 13 92 67 19 86
86,5% 13,5% 100,0% 85,9% 14,1% 100,0% 77,9% 22,1% 100,0%
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
Grafico 3: Distribuzione campione per aree individuate
38,4%
16,3%
9,3%
36,0%
Aree deboli Aree intermedie
Aree forti Carosello
fonte: elab. Osservatorio Provinciale per il Turismo e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
REPORT | dicembre 2005 | 76 |
basandosi sul modello ISFOL (1994) e il
modello Quaglino e Carrozzi (1998)2.
Nello specifico per quanto riguarda il modello
ISFOL è stato analizzato l’aspetto delle
Risorse della persona:
- Conoscenze generali
- Work habits
- Rappresentazioni sociali
- Atteggiamenti
- Motivazioni
- Identita’
- Autoefficacia
- Autovalutazione
- Sentimenti di appartenenza
Per quanto riguarda il modello Quaglino e
Carrozzi si è tenuto in considerazione l’aspetto
riguardante il Piano motivazionale e
progettuale:
Bisogni di formazione dell’organizzazione:
- dati sull’organizzazione
- dati sul personale
- dati sulla formazione
Bisogni di formazione degli individui:
- analisi delle attività
- analisi dei ruoli
- analisi degli eventi critici
- analisi del sistema delle attese.
5.3 Risultati dell’indagine I risultati si riferiscono ai dati raccolti mediante
interviste strutturate. Per una lettura facilitata si
evidenzia a lato di ogni grafico la domanda
proposta nell’intervista.
Per quanto riguarda i dati delle domande
aperte, presenti nello strumento, sono stati
2 AA.VV Rapporto Isfol 1994. Formazione, orientamento, occupazione, nuove tecnologie, professionalità, Isfol, 1994 Quaglino G.P., Carrozzi G.P Il processo di formazione. Dall’analisi dei bisogni alla valutazione dei risultati, Franco Angeli, 1998
raccolti attraverso “parole chiave”.
Profilo anagrafico e professionale
Non sappiamo quanto il campione di
intervistati rispecchi fedelmente nel suo profilo
anagrafico e professionale l’intera popolazione
di riferimento dei maestri di sci. Se è lecita
un’inferenza statistica dai dati raccolti,
sembrerebbe di poter affermare che la classe
d’età dei maestri di sci è mediamente
abbastanza elevata.
Poco meno di un quarto degli intervistati ha
infatti più di 50 anni (il 12% addirittura più di 60
anni), a fronte di una quota di poco inferiore al
30% di giovani maestri compresi nella fascia di
età 21 – 31 anni, e una quota analoga di
maestri compresi nella fascia di età 32 – 41
anni.
La metà degli intervistati risulta in possesso del
titolo di studio di scuola dell’obbligo o di una
qualifica della formazione professionale.
Soltanto il 6% è laureato.
E’ evidente che il grado di istruzione formale in
possesso dei maestri di sci non risulta elevato
e in proposito è pienamente condivisibile
l’orientamento a far accedere ai corsi di
formazione per la figura di maestro di sci solo
soggetti in possesso di un diploma di scuola
media superiore, ancora meglio se ad indirizzo
turistico (come peraltro ipotizzato anche nel
percorso delineato dal nuovo liceo turistico
attivato a Tione con l’anno scolastico 2005/06).
Nel campione le quote più significative sono
rappresentate da coloro che dichiarano di
ritenersi esperti con conoscenza di lingue
straniere (il 40%) un quinto dedicati
all’insegnamento dei bambini, un altro quinto
direttori di scuola di sci.
Il maestro di sci non è una professione che
REPORT | dicembre 2005 | 77 |
permette di lavorare tutto l’anno. Soltanto
un’esigua minoranza svolge solo questa
attività (il 14%). La quota rimanente alterna la
professione di maestro di sci con un’altra
occupazione. Le occupazioni alternative
prevalenti sono di carattere autonomo (artigiani
soprattutto, ma anche commercianti e liberi
professionisti). I lavoratori dipendenti
rappresentano una minoranza, seppure
significativa (27%), dovendo scontare maggiori
difficoltà nella gestione del proprio tempo
lavoro con la necessità di ricorrere a periodi di
aspettativa (oltre che all’utilizzo di periodi di
ferie) per l’esercizio della professione di
maestro.
E’ in ogni caso l’altra professione (che in
questo caso sarebbe improprio definire una
seconda occupazione) a garantire il reddito più
elevato.
Non pare che gli intervistati riscontrino però
particolari difficoltà a gestire questa doppia
attività. Tre quarti sembrano avere trovato un
proprio equilibrio di vita e della gestione del
proprio tempo lavorativo tra le due (o più)
professioni esercitate nel corso dell’anno. Chi
ammette di avere delle difficoltà a gestire il
doppio lavoro è un’esigua minoranza (solo il
6%), cui si aggiunge un ulteriore 20% che
ammette delle parziali difficoltà.
Come si riparte il lavoro dei maestri di sci
rispetto al diverso tipo di clientela? In primo
luogo è ripartito quasi in ugual misura per
Grafico 4: Classi di età Grafico 5: Titolo di studio
29,1%
17,4%30,2%
11,6%
11,6%
21-31 32-41 42-5152-61 62-w
22,4%
28,2%5,9% 3,5%
40,0%
scuola media scuola professionalescuola superiore laureaaltro
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni Grafico 6: Specializzazione posseduta Grafico 7: Altra occupazione svolta
18,9%
21,1%
5,3% 6,3%
5,3%
4,2%
38,9%
1) insegnamento ai bambini2) insegnamento portatori di handicap3) insegnamento telemark4) direttore di scuola di sci5) esperto con conoscenza di lingua straniera6) esperto tracciatore di piste, percorsi gare7) altre specializzazioni
14,0%
86,0%
maestro di sci
maestro di sci ed altra occupazione
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
REPORT | dicembre 2005 | 78 |
singoli e gruppi, con una leggera prevalenza
dei primi. Secondariamente l’insegnamento
prevalente riguarda bambini (che occupano la
metà del tempo totale) e in secondo luogo
ragazzi, più che gli adulti, che pesano sul
totale di insegnamento dedicato meno di un
quarto. Con questo prevalente tipo di pubblico
si comprende facilmente la necessità di
acquisire anche capacità didattiche oltre che
tecniche da parte di un buon maestro di sci. Gli
intervistati sembrerebbero peraltro consapevoli
del fatto che le capacità didattiche pesano
addirittura di più delle stesse competenze
tecniche.
La maggior parte dei maestri lavorano con
gruppi di bambini e con stranieri. Ma questi
insegnamenti non fanno parte del ciclo
formativo e sono specializzazioni che pochi
maestri di sci posseggono. I maestri ritengono
fondamentali per essere un buon
professionista sia l’aspetto tecnico che
didattico. Ma la selezione per la professione
tiene conto solo dell’aspetto tecnico. C’è inoltre
consapevolezza di essere diversi da un
agonista professionista. Soltanto il 2% di
intervistati ritiene non ci sia sostanziale
differenza. Non basta sapere sciare bene per
insegnare sembrano dichiararci queste
risposte, dato che ben quattro intervistati su
cinque ritengono esistano delle differenze
significative tra maestro di sci e agonista
professionista.
Ogni maestro di sci è associato ad una scuola.
La funzione della scuola di sci di appartenenza
Grafico 8: Ripartizione reddito conseguito fra attivi- tà di maestro e altre attività eventualmente svolte
Grafico 9: Tipologia dell’occupazione svolta
45,8%54,2%
professione maestroaltra occupazione
25,7%
12,2%
12,2%
9,5%13,5%
27,0%
artigiano commerciantelibero professionista dipendentepensionato altro
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
Grafico 10: Difficoltà riscontrate nella gestione di altra occupazione
Grafico 11: Ripartizione tempo insegnamento
5,6%19,7%
74,6%
si no in parte
48,4% 51,6%
individualedi gruppo
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
REPORT | dicembre 2005 | 79 |
è fondamentale per garantire lavoro ai singoli
maestri. Più dell’80% del tempo lavoro è
garantito dalla scuola di sci. La quota di lavoro
individuale ammonta solo al 17%.
Analisi del ruolo
Può essere utile in proposito rifarsi
all’immagine cinematografica. Ad esempio il
ciclo dei cosiddetti film natalizi dei fratelli
Vanzina (si parte nel 1983), era partito proprio
dalla montagna, dalle piste da sci, dalle serate
in piccoli locali pseudorustici, dagli amori facili
e passeggeri, nei quali magari anche il Grafico 12: Importanza assegnata alle capacità operative
58,8%67,1%
49,4%
77,6%
32,9%29,4%
47,1%
22,4%
3,5%
7,1%
3,5%1,2%
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
80,0%
100,0%
capacità tecnica interesse aperfezionarsi
buona condizionefisica
buona condizionepsichica
molto importante (4) importante (3)abbastanza importante (2) per nulla importante (1)
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni Grafico 13: Importanza assegnata alle capacità didattiche
85,9%77,6%
68,2% 69,4% 74,1%
58,8%
87,1% 85,9%
45,9%58,8% 63,5%
74,1%
12,9%21,2%
28,2% 28,2% 23,5%
35,3%
11,8% 14,1%
42,4%
36,5%34,1%
23,5%
5,9%10,6%
4,7% 2,4% 1,2%1,2%2,4% 2,4%1,2% 1,2% 3,5% 1,2%
1,2%
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
80,0%
100,0%
piace
re ne
ll'inse
gnare
compre
ndere
le es
idgen
ze de
l clie
nte
creati
vità n
ell'in
segn
are
capa
cità d
i ges
titre g
li impre
visti
carat
tere eq
uilibr
ato
capa
cità d
i con
vince
re
pazie
nza
respo
nsab
ilità v
erso i
clien
ti
espa
nsivit
à
capa
cità d
ecisio
nali
capa
cità d
i ges
tire i g
ruppi
capa
cità c
omun
icativ
e
per nulla importante (1)abbastanza importante (2)importante (3)molto importante (4)
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati tesi di laurea Pia Rosa
REPORT | dicembre 2005 | 80 |
maestro di sci aveva la sua… parte. Si
potrebbe dire che in questi film particolarmente
“leggeri” il maestro di sci equivale al maestro di
tennis, al bagnino dei cosiddetti film “balneari”
o dei serial da spiaggia come “Baywatch”,
oppure ancora all’istruttore/istruttrice di body
building o di aerobica nei film “metropolitani”
degli anni ’80. La montagna, in queste opere,
sembra più Porto Cervo che Cortina o
Madonna di Campiglio, d’altra parte ci sono
sociologi ed antropologi del turismo che
parlano da tempo della cosiddetta “città in
quota”, in montagna, con tutto quello che ne
deriva in termini di costumi e consumi. Negli
innumerevoli film dell’agente 007, invece, la
montagna oscilla tra un’immagine di “salotto
mondano”, come la Cortina di Roger Moore
(“Solo per i tuoi occhi”, 1981), o il Piz Gloria,
vetta svizzera di “Al servizio di Sua Maestà
britannica”, del 1969, con George Lazemby,
ma è sempre molto presente lo sport bianco,
dallo sci da discesa al bob, dal pattinaggio alle
corse in auto sulla pista di ghiaccio, che si
alterna ad un’interpretazione sì estrema, con
canaloni e valanghe, ma puramente
spettacolare, acrobatica, avventurosa, più nello
spirito guascone che nella vera avventura-
esplorazione. Siamo insomma in un contesto
piacevole, sicuramente descritto in termini
“tecnici” molto superficiali, a volte decisamente
“vacanziero” nell’atmosfera.
Il maestro di sci si muove quindi spesso,
Grafico 14: Ripartizione importanza competenze Grafico 15: Differenze maestro sci e agonista
professionista
48,7%
51,3%
capacità tecniche
capacità didattiche
2,3% 16,3%
81,4%
si no in parte
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
Grafico 16: Ripartizione tempo lavoro tra scuola di sci e libera professione
Grafico 17: Identificazione con l’immagine corrente del maestro di sci
17,3%
82,7%scuola
titolo individuale
7,1%10,6%
36,5%45,9%
si noin parte non so
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
REPORT | dicembre 2005 | 81 |
nell’immaginario cinematografico, tra candore
delle piste e calde atmosfere serali, tra belle
donne e danarose compagnie. E’ una figura
molto legata soprattutto agli anni ’80, anni di
vacanza, di divertimento, di affermazione
economica, di ricerca di status.
Nell’ultimissima produzione cinematografica o
di fiction televisiva non sembrano emergere
particolari novità, anzi, i contesti nei quali,
grazie alla finzione filmica ci troviamo, sono
assai più frequentemente cittadini, quando non
addirittura virtuali. E lo sport, quando è
presente, lo è solo in quanto elemento di
spettacolarizzazione.
Quanto si riconoscono gli intervistati in questo
stereotipo dell’immagine del maestro di sci
come figura di successo, un po’ tombeur de
femme, un po’ guascone, sempre disponibile al
divertimento? Il campione di intervistati in
proposito è spaccato a metà. Tuttavia soltanto
poco più del 10% ritiene credibile un’immagine
di questo tipo come veicolata anche in
numerosi film della commedia all’italiana.
Questo significa che quando il maestro di sci si
vede rispecchiato nella parodia che certi film
fanno di questa figura, estremizzandone
alcune caratteristiche, ha un processo di
estraniazione e ritiene la descrizione fattane
poco credibile, mentre una parte consistente (il
43%) si rispecchia più facilmente in tutto o in
parte in un’immagine “di montagna come
salotto mondano e il maestro di sci come figura
Grafico 18: Scostamento dall’immagine corrente del maestro di sci
Grafico 19: Influenza dell’immagine corrente del maestro di sci
12,0%39,8%
48,2%
pocoabbastanza molto
7,3%
43,9%
48,8%
pocoabbastanzamolto
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
Grafico 20: Aggiornamento come opportunità di sviluppo
Grafico 21: Interesse verso l’ aggiornamento
23,5%
28,2% 48,2%
si no in parte
0,0%8,1%
91,9%
si no in parte
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
REPORT | dicembre 2005 | 82 |
legata al divertimento, allo scherzo, una figura
di successo, baciato dalla fortuna e magari
dalle belle donne”.
Scrive un maestro di sci, in una riflessione che
lo porta a ritenere che il fascino della divisa del
maestro di sci si sia recentemente un pò
perso: “Il maestro di sci italiano, un po’
mascalzone e conquistatore, amorale ed
allegro, grande sciatore e sbruffone suscitava
ammirazione ed invidia nello stesso tempo.
Quante volte siamo stati presi in giro dai nostri
concittadini per questa aria un po’ baldanzosa?
Chiunque sostenga il contrario, non si sente
maestro”3.
E nel contempo metà degli intervistati ritiene
che questa immagine e queste
rappresentazioni del maestro di sci siano in
grado di influenzare molto o più spesso
abbastanza la propria utenza effettiva e
potenziale.
E non è un caso che la convinzione espressa
circa il cosa ricerca il cliente nel maestro di sci
evidenzi due convincimenti: da un lato
essenzialmente un tecnico, un professionista;
dall’altro qualcosa che ha a che fare più con un
rapporto di fiducia e una relazione (per usare
le parole degli intervistati: un confidente, un
amico, qualcuno che dia sicurezza, fiducia, che
capisca i bisogni del cliente…).
Non si vuole qui sminuire l’importanza della
relazione e della comunicazione tra maestro e
cliente per meglio veicolare una competenza
tecnica (relazione e comunicazione che sono
fondamentali per qualsiasi didattica efficace),
ma indubbiamente si fa fatica a comprendere
come si possa ricorrere ad un maestro di sci
per trovare un confidente o un amico,
configurando un rapporto che da professionale
3 Angel de Larezila Maestro di sci…”Amore mio” Angelo Jellici, 2003
scivola su un piano di rapporti personali
diversi. Questo è anche la riprova di come il
rapporto tra cliente e maestro di sci (o per lo
meno l’immaginario che nutre questo rapporto)
si discosti in parte da qualsiasi altro rapporto
professionale che si fonda su una prestazione
(nessuno chiederebbe ad un commerciante di
essere prima di tutto un proprio confidente, ma
nemmeno in un setting formativo in cui si abbia
un rapporto con un docente limitato nel tempo
si verifica il caso di ritenere il docente
innanzitutto un amico).
Gli intervistati affermano di non riscontrare
difficoltà nel loro lavoro per quanto riguarda gli
aspetti sia di natura tecnica che sotto il profilo
didattico. Anche nella gestione dei gruppi (che
come si è visto tanta parte occupano del
tempo lavoro) le difficoltà rilevate sono
contenute. Gli aspetti più problematici
sembrano ravvisarsi invece nella relazione: da
un lato soprattutto con i colleghi (qualcuno
evidenzia di dover affrontare spesso questa
difficoltà) e dall’altro con il cliente.
Jellici nel suo libro autobiografico come
maestro di sci così descrive questa situazione:
Grafico 22: Importanza dell’aggiornamento
23,1%0,0%
76,9%
si no in parte
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
REPORT | dicembre 2005 | 83 |
L’utente di oggi, secondo lei, cosa cerca nel maestro di sci? Hanno risposto 79 maestri
Parole chiave: un professionista, un tecnico, una persona con caratteristiche personali quali:
confidente, amico, comunicativo, che dia sicurezza, senso di fiducia, che riesca a capire i bisogni del
cliente). Queste parole a livello di percentuale risultano bilanciate.
“ Vivere intensamente la vita della scuola non
sempre è facile (discussioni, litigi, scioglimenti
di scuole, ecc.). I motivi di queste diatribe sono
molteplici: soldi, le differenti età dei soci, i punti
di vista diversi sulla conduzione della scuola, il
non voler far niente più degli altri, il sentirsi
messi da parte (…). Il motivo? Il maestro di sci,
nello svolgere il suo lavoro, diventa o dovrebbe
diventare un “LEADER” e quest’opportunità di
essere al centro dell’attenzione da un
momento all’altro ogni tanto deforma la realtà e
si ripercuote nel rapporto con i colleghi e
nell’ambito della scuola. In questi termini
Leader è considerato più in termini negativi
che positivi (il maestro di sci visto come “prima
donna” e che necessita di protagonismo)”.
Un ulteriore livello di difficoltà è segnalato per
quanto riguarda la stanchezza (sia fisica che
psicologica, che rimanda ancora una volta agli
aspetti relazionali) e la gestione degli
imprevisti, abbastanza frequenti nell’esercizio
di questa professione.
Trattandosi di particolari difficoltà che solo in
parte attengono alla didattica e alle
competenze tecniche, si comprende come gli
intervistati esprimano in maggioranza un certo
scetticismo sulla possibilità che un intervento
formativo possa sopperire o far fronte a queste
difficoltà, nella convinzione che si tratti di fattori
soggettivi difficilmente modificabili con
un’azione formativa. Una minoranza è invece
convinta che acquisire delle metodiche che
permettano di meglio conoscere alcune dina- Grafico 23: Acquisizione capacità soggettive
19,0%
81,0%
durante corsi di formazione
sul lavoro
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
Grafico 24: Capacità soggettive versus capacità tecniche
Grafico 25: Eventi critici
3,7%32,1%
64,2%
> = <
0
0
0
0
1
6
1
16
20
41
47
52
46
33
68
64
32
33
34
50
2
2
7
0
0
42
2
3
0 10 20 30 40 50 60 70 80
a livello tecnico
didattico
relazionale
affrontare situazioni nonpreviste
stanchezza
rapporti problematici concolleghi
gestione del gruppo
spesso qualche volta mai non so
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
REPORT | dicembre 2005 | 84 |
dinamiche di gruppo, approfondire alcuni
aspetti di natura relazionale e psicologica
potrebbe rivelarsi molto utile.
In compenso gli intervistati si mostrano molto
interessati all’aggiornamento (soltanto l’8%
risponde negativamente). E nessuno nega
l’importanza di un aggiornamento costante per
se stesso e per tutti coloro che esercitano
questa professione.
Nel contempo la maggioranza si mostra anche
convinta che l’aggiornamento possa contribuire
a garantire opportunità di carriera e di sviluppo
nel proprio lavoro (anche se in questo caso la
convinzione non è così unanime come
sull’importanza assegnata e riconosciuta
all’aggiornamento).
Nel confronto tra capacità didattica (qui
esemplificata come saper comunicare,
accentrare l’attenzione…) e capacità tecniche,
due terzi degli intervistati le mettono sullo
stesso piano, ma un terzo ritiene più importanti
la prima delle seconde e soltanto il 4%
sopravvaluta le capacità tecniche rispetto alle
capacità soggettive, intese come capacità
didattiche. Meno di un quinto afferma però di
avere potuto acquisire queste competenze
didattiche durante i corsi di formazione.
Quattro intervistati su cinque affermano di
averle acquisite on the job, cioè sul lavoro,
facendo tesoro dell’esperienza e procedendo
per prove ed errori, grazie - si potrebbe
aggiungere – anche alla pazienza dei
Ritiene che queste difficoltà potranno essere in qualche modo superate dai futuri maestri con una più adeguata formazione? SI: 21
parole chiave: formazione a livello di capacità relazionali, dinamica di gruppo, importante può essere
un momento di tirocinio)
NO:36
parole chiave: personalità diverse, questione di esperienza, fattori soggettivi, dipende dal carattere)
IN PARTE: 13
parole chiave: solo in parte possono essere superate da un corso di formazione, è un fattore
soggettivo)
Grafico 26: Si sono avuti modelli di riferimento Grafico 27: La scelta professionale di maestro di sci
e’ stata influenzata
28,6%
71,4%
si no
47,6%
52,4%
si no
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
REPORT | dicembre 2005 | 85 |
clienti, chiamati in questo caso a fare da cavie
inconsapevoli in un percorso di acquisizione di
competenze che peraltro gli stessi intervistati
ritengono importanti tanto - se non di più –
delle stesse capacità tecniche, intese come lo
sciare bene.
Analisi degli eventi critici: momenti di difficoltà
nel lavoro
Aspettative nutrite riguardo la professione e
realtà sperimentata nell’esercizio effettivo della
professione solo in parte coincidono, anche se
da parte degli intervistati pare di poter cogliere
una sostanziale soddisfazione per la scelta
professionale intrapresa. Un terzo dichiara che
la rappresentazione che si era fatto di questa
professione sostanzialmente coincide con il
lavoro svolto, ma oltre la metà che coincide
solo in parte e più del dieci per cento
esprimono la convinzione che rappresen-
tazione fattane e realtà sperimentata non
coincidono affatto. Sembrerebbe di cogliere da
queste risposte che una certa immagine e
rappresentazioni idilliache della professione
non abbiano retto alla prova dei fatti e, come
sempre succede in qualsiasi contesto
lavorativo e per qualsiasi professione,
soddisfazioni e difficoltà siano destinate a
convivere.
D’altro canto le principali motivazioni a
diventare maestro di sci, stando alle
dichiarazioni degli intervistati, risiedevano
prima di tutto nella passione per lo sci (35
risposte su 81, pari al 43%), nella passione per
la montagna, e solo in seconda battuta nella
passione per l’insegnamento (15 risposte su
81, pari al 18%) oppure per il ravvisare in
questa professione un’opportunità di lavoro o
una fonte di guadagno.
Circa un terzo afferma di avere avuto un
modello di riferimento (soprattutto il proprio
maestro o maestri ritenuti molto bravi) e poco
più della metà ammette di avere avuto delle
persone vicine (parenti, familiari, ma anche
amici) che hanno incoraggiato la scelta di
questa professione.
E come messo in risalto dall’analisi degli eventi
critici sembrerebbe di capire che le maggiori
Grafico 28: Situazione di stanchezza
25,9%
74,1%
si no
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
Le situazioni più estreme nella sua professione come le supera? Hanno risposto 57 maestri
Parole chiave: calma, autocontrollo, pazienza, razionalità, l’aiuto dei colleghi, professionalità.
Se si…. Hanno risposto 16 maestri
Parole chiave: maestri più bravi, il mio maestro
REPORT | dicembre 2005 | 86 |
difficoltà siano riconducibili al contesto
organizzativo e ai rapporti con i colleghi di
lavoro. Sei intervisti su dieci ammettono infatti
di vivere in tutto o in parte una cooperazione
difficile con i colleghi. Le cause sono molteplici
e le più disparate: dalla distribuzione del lavoro
ritenuta spesso non equa (ed è comprensibile
come possano nascere fonti di attrito quando -
come si è visto - oltre i quattro quinti del lavoro
svolto siano assegnati dalla scuola di sci e non
gestiti individualmente), a soggetti con caratteri
troppo diversi ma chiamati comunque a
collaborare assieme, ad obiettivi ed interessi
personali differenti ecc.
Quale è stata la sua motivazione a diventare maestro di sci? Hanno risposto 81 maestri
Parole chiave: passione per lo sci 35, passione per l’insegnamento 15, per avere un lavoro 12,
guadagno 11, passione per la montagna 11.
Perché una difficile cooperazione con i colleghi Hanno risposto 23 maestri
Parole chiave: distribuzione del lavoro non equa, troppi interessi personali, ognuno ha la propria testa,
caratteri diversi, obiettivi diversi
Grafico 29: Cooperazione difficile con i colleghi Grafico 30: Autovalutazione come maestro di sci
18,6%39,5%
41,9%
si no in parte
13,6%13,6% 2,5%
70,4%
ottimo professionistabravo professionistadiscreto professionistamediocre professionista
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
Grafico 31: Calo valutazione sociale professione Grafico 32: Un professionista deve dare 23,5%
21,2%
55,3%
si no non so
71
9
6
7
65
14
0 20 40 60 80
si
no
non so
impegno limitatomassima disponibilità
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
REPORT | dicembre 2005 | 87 |
Clienti sempre nuovi con cui rapportarsi e con
cui relazionare possono indurre anche
situazioni di stanchezza, psicologica prima che
fisica, come ammette una parte di intervistati
(circa un quarto). Ma sembrerebbe di capire
che questo tipo di difficoltà sia avvertito da una
quota minore di maestri di sci rispetto alle
difficoltà che si possono generare nel rapporto
con i colleghi.
Nei confronti delle difficoltà avvertite con i
clienti, più di un intervistato pensa si possa
efficacemente intervenire con nuovi e diversi
sistemi di insegnamento.
I maestri di sci intervistati esprimono peraltro la
convinzione di dover garantire la massima
disponibilità ed astenersi da un impegno
limitato, come si addice peraltro ad un serio
professionista. il quale, per essere tale, deve
essere in grado – come affermano gli
intervistati – di sapersi adattare alle esigenze
Quanto è importante rispondere alle esigenze di vacanza del cliente? Hanno risposto 58 maestri
Parole chiave: importante per lo sviluppo delle stazioni sciistiche, importante la lingua straniera,
importante per la soddisfazione del cliente, se il cliente è soddisfatto poi ritorna, importante
comunicare con tutti gli operatori turistici per un’offerta più ampia.
Se si sono avuti momenti di stanchezza, come si è reagito? Hanno risposto 19 maestri
Parole chiave: cercando motivazione, trovare nuovi sistemi di insegnamento
Perché c’è un calo di valutazione sociale della professione di maestro di sci Hanno risposto 35 maestri
Parole chiave: poca professionalità, troppo numerosi, cambiamento della società (pensieri diversi,
diversi modi di avvicinarsi alla montagna e allo sport).
Grafico 33: Come dovrebbe comportarsi un maestro di sci professionista
Grafico 36: E’ importante conoscere tutte le esigenze del cliente?
75
9
2
12
70
4
0 20 40 60 80
si
no
non so
assumere un unico atteggiamento
sapersi adattare alle esigenze del cliente
5,8% 1,2%
93,0%
si no non so
fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni fonte: elab. O.P.T. e tesi di laurea Pia Rosa Vigagni
REPORT | dicembre 2005 | 88 |
del cliente piuttosto che assumere un
atteggiamento univoco in cui lo sforzo di
adattamento è richiesto ai clienti, piuttosto che
al maestro di sci.
Le situazioni più difficili incontrate nell’esercizio
della professione sono state superate
soprattutto facendo appello alla calma,
all’autocontrollo, alla pazienza, oltre che
all’aiuto dei colleghi, in questo caso per molti
avvertiti come una risorsa e non una fonte di
problemi.
Dovendo dare una valutazione complessiva di
se stessi come professionisti gli intervistati
sostanzialmente si promuovono ritenendo di
essere all’altezza di quanto richiesto
dall’esercizio di questa professione: soltanto il
2% si reputa un mediocre professionista, l’85%
si reputa invece un bravo o un ottimo
professionista. In una scala da 5 a 10, gli
intervistati valutano le proprie capacità
tecniche pari a 7,9 e quelle didattiche
addirittura a 8,2. C’è peraltro la convinzione da
parte della maggioranza degli intervistati di un
calo della valutazione sociale della figura del
maestro di sci. Soltanto un quarto reputa che
questo non si sia verificato. In realtà questa
risposta, più che ad un’oggettiva e misurabile
constatazione di un venir meno
nell’immaginario collettivo della valutazione
sociale riguardo questa professione (anche se
qualche maestro più anziano può misurare
sulla propria decennale esperienza questo
aspetto), rimanda alle rappresentazioni che i
singoli maestri di sci si erano fatti di questa
figura prima di intraprendere l’attività. Nella
ricerca delle motivazioni di questo calo di
valutazione gli intervistati si appuntano
principalmente sui cambiamenti incorsi nella
società e conseguentemente nel cliente, nei
modi di avvicinarsi alla montagna e allo sport.
Si ribadisce in modo unanime, peraltro, come
sia importante conoscere tutte le esigenze del
cliente riguardo la vacanza e non solo le sue
esigenze circoscritte allo sci. Da questo punto
di vista i maestri interpellati esprimono una
elevata consapevolezza della necessità di
soddisfare il cliente nelle sue versatili e
molteplici esigenze, dimostrando di essere ben
consci di come una scuola di sci efficiente, un
maestro di sci preparato, sia sotto il profilo
tecnico ma anche didattico, rappresentino un
pezzo dell’offerta turistica complessiva di una
destinazione e come - per usare le parole di un
interlocutore - sia sempre più importante
comunicare con tutti gli operatori turistici per
un’offerta più ampia, capace di soddisfare il
cliente, che poi ritorna.
5.4 Discussione e conclusioni
Lo psicologo Gerard Vergnaud nel 19904,
riprendendo in considerazione il concetto di
schema operativo di J. Piaget, afferma che lo
schema operativo è “una organizzazione
invariante dell’attività per una classe di
situazioni date”.
Non si tratta, dunque di un’azione, ma di un
“modello” di azione, distinta da ogni azione
particolare, ma capace di orientarla e guidarla.
In genere, gli schemi operativi implicati in una
competenza, soprattutto di natura
professionale, si apprendono nella pratica, ma
ciò non significa che non si appoggino su
alcuna teoria. Anzi. Ciò che permette di
collegare tra loro le varie esperienze operative
è una sorta di riflessione critica che è tanto più
efficace, quanto più sostenuta da categorie e
4 Vergnaud G., La théorie des champs conceptuels, Recherches es Didactique des Mathématiques, 1990
REPORT | dicembre 2005 | 89 |
quadri concettuali più adeguati. Nella
prospettiva di Vergnaud prevale l’aspetto
cognitivo e la componente affettiva-
emozionale.
Gli schemi possono integrarsi progres-
sivamente e una competenza può essere
allora caratterizzata dall’orchestrazione di un
insieme di schemi, ciascuno dei quali è una
totalità costituita, che sottende un’azione o
un’operazione relativa a un campo operativo
particolare. Una competenza di una certa
complessità mette in opera più schemi di
percezione, di pensiero, di valutazione e
d’azione, che implicano inferenze,
anticipazioni, trasposizioni analogiche,
generalizzazioni, stime di probabilità, diagnosi
a partire da un insieme di indici, ricerca di
informazioni pertinenti, formazione di una
decisione, ecc.
Per queste ragioni un percorso formativo ha
bisogno di tutti quei saperi: saper fare, saper
essere e saper stare insieme con gli altri che
aiutano l’individuo a costruirsi quegli schemi
mentali utili e necessari all’operatività di
successo.
I risultati ottenuti da questa ricerca evidenziano
alcuni segnali che dovranno essere tenuti in
considerazione nell’analisi e strutturazione dei
corsi di formazione.
Dati positivi E’ bene iniziare con un dato positivo. Più di un
terzo dei maestri si dichiara soddisfatto del
proprio lavoro in quanto la rappresentazione
che si era fatta su questa professione coincide
con quello che sta facendo. I maestri si
ritengono dei “bravi professionisti” con una
valutazione delle capacità tecniche di 7,9 e di
quelle didattiche di 8,2 su una scala da 5 a 10.
I maestri si ritengono dei professionisti della
montagna e non si rispecchiano in figure che
non rientrano nei canoni di un professionista,
anche se una discreta percentuale condivide
un profilo un pò divertente e scanzonato del
maestro di sci estremizzato in alcuni film di
commedia all’italiana proposti sul grande
schermo.
Criticità In alcune stazioni sciistiche è risultata una
particolare lentezza nel cambio generazionale.
La maggior parte dei maestri lavora con
gruppi, in particolare di bambini, e con
stranieri, dove è necessario il possesso di una
o più lingue straniere. Sono specializzazioni
che pochi maestri di sci posseggono e che i
corsi di formazione non considerano in modo
adeguato.
Eppure i maestri sembrano consapevoli
dell’importanza dell’aspetto didattico e lo
ritengono fondamentale quanto l’aspetto
tecnico.
Invece la selezione di accesso ai corsi tiene
conto solo dell’aspetto tecnico. Dunque si
potrebbe presupporre un modo di accesso e
una formazione che tengano conto anche
dell’aspetto della personalità dell’individuo e di
quelle capacità trasversali (motivazione,
immagine di sé e tratti personali che sono
aspetti profondi e in quanto tali più stabili,
meno influenzati da attività formative) ma che,
come si è potuto rilevare, risultano
fondamentali per un buon professionista.
Le prime componenti della personalità e delle
capacità trasversali sono quelle più pregiate e
da valorizzare affinché si sviluppi un’effettiva
competenza e dovrebbero rappresentare la
base per la selezione e per iniziative formative
in quanto sono indispensabili e in grado di
arricchire le componenti della competenza
riferite agli skill.
Tali competenze dovrebbero essere
REPORT | dicembre 2005 | 90 |
individuate da indicatori di valutazione e
strumenti quali ad esempio: schede pre-
selettiva; test psico-attitudinale; colloquio
psico-attitudinale e verifica delle competenze
trasversali. E alla verifica di queste
competenze affiancare la verifica di
competenze culturali di base e/o tecnico
professionali. Molto spesso - in questo campo
come in altri - si privilegiano nelle selezioni le
aree strettamente tecniche per difficoltà o
incapacità dei selezionatori nel saper gestire
l’area psico-sociale. Ma come insegna la
psicologia cognitiva la persona opera anche al
di fuori dalla razionalità e perciò l’aspetto di
competenze trasversali (l’affettività, il sapersi
relazionare, il saper diagnosticare e affrontare
nuove situazioni) in tutte le sue componenti
influisce molto e deve essere tenuto in
considerazione in qualsiasi momento del ciclo
formativo di una professione.
Dunque, il primo passo è quello di ricercare
parametri non solo tecnici ma che tengano
conto di questa sfera psicologica introducendo
strumenti che siano adeguati allo scopo.
Un altro punto critico emerso è la difficoltà di
rapporto con i colleghi che riguarda più della
metà dei maestri. L’introduzione di un percorso
all’interno della formazione che tenga conto
delle dinamiche di gruppo, potrebbe aiutare il
maestro a capire e superare almeno in parte
queste difficoltà.
REPORT | dicembre 2005 | 91 |
6. UNA RICERCA EURISKO SUL TRENTINO E LE SUE POTENZIALITÀ TURISTICHE
Nel corso del 2005 la Società Eurisko ha
condotto per conto di Trentino Spa una ricerca
sul Trentino e le sue potenzialità turistiche,
basandosi in parte sulle ricerche effettuate
periodicamente dall’Istituto (e pubblicate come
Sinottica Eurisko) e in parte su una specifica
indagine condotta su un campione di 700
individui rappresentativi della popolazione
italiana che nel corso dell’anno effettua almeno
un periodo di vacanza pari o superiore a sette
giorni, suddivisi in tre sottocampioni: coloro
che nel corso dell’anno fanno vacanza; coloro
che per la loro vacanza frequentano anche la
montagna e infine un campione di soggetti che
frequentano anche il Trentino. Dalla constatazione che il prodotto neve e la
stagione invernale risultano per i turisti che
frequentano il Trentino più importanti della
stessa stagione estiva, si è ritenuto opportuno
in questa sede riprendere alcuni risultati
emersi.
Chi va in vacanza lo fa soprattutto d’estate; chi
va in montagna pure; chi invece viene in
Trentino è più numeroso in inverno che in
estate, anche se la permanenza estiva è più
lunga di quella invernale.
Prima di esaminare quanto emerso
dall’indagine riferita allo specifico
approfondimento attivato sul campione di 700
individui, è opportuno un sintetico richiamo di
quanto emerge da Sinottica Eurisko riguardo il
turista che frequenta il Trentino. I turisti italiani
che scelgono come meta delle loro vacanze il
Trentino sono soprattutto provenienti dalle
Regioni limitrofe del NordEst e dal Centro Italia
(prevalente turismo di prossimità). L’indice di
penetrazione nelle regioni del Nord Ovest
(inteso come quota di residenti di quest’area
Grafico 37: Le vacanze di almeno 7 gg – il peso dell’estate e dell’inverno
22
78
Inverno
Estate
44
56
58
42
Inverno
Estate
Inverno
Estate
SOGGIORNI IN TRENTINOSOGGIORNI IN TRENTINOSOGGIORNI IN MONTAGNASOGGIORNI IN MONTAGNA
SOGGIORNI IN GENERALESOGGIORNI IN GENERALE
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 92 |
che si recano come turisti in Trentino) risulta
invece molto più basso.
I turisti del Trentino appartengono in
prevalenza alla classe centrale d’età (la classe
35-44 anni è superiore alla media di coloro che
vanno in vacanza o frequentano la montagna e
rappresenta il 44% del totale dei turisti che
scelgono il Trentino).
Oltre la metà dei turisti che vengono in
Trentino sono diplomati o laureati. Il che
spiega come la condizione professionale
prevalente sia espressa da impiegati, dirigenti,
lavoratori autonomi e imprenditori (41% del
totale) piuttosto che operai (10%); espressione
di una condizione media (60%) o media
superiore (22%, mentre tra gli italiani che
fanno genericamente vacanza o tra coloro che
fanno vacanze in montagna tale percentuale
scende al 16%) e con una buona capacità si
spesa. Il che in parte giustifica una discreta
presenza tra i turisti che scelgono il Trentino di
stili di vacanza che Eurisko definisce “viaggi
senza frontiere” e “hotel 5 stelle”. I primi
impersonano uno stile di vacanza giovane,
dinamico ed esplorativo, fortemente orientato
al viaggio ed alla vacanza, con elevata
dotazione di risorse, sia economiche sia
culturali, che permette l’offerta di un ampio
ventaglio di possibili alternative. I secondi
hanno uno stile adulto, con ottima dotazione
complessiva di risorse; nei viaggi ricercano
comodità, lussi, servizio impeccabile.
Entrambe queste componenti sarebbero
presenti in Trentino in misura molto maggiore
rispetto ai turisti che invece frequentano altre
località montane in Lombardia e Piemonte con
quote sostanzialmente simili alla Valle d’Aosta.
In Trentino, più che nella altre destinazioni di
vacanza di montagna, si viene con il partner e
con gli amici piuttosto che con figli e nipoti
(solo 28% dei casi, contro il 37% dei vacanzieri
montani e il 36% del totale vacanzieri). Il
Trentino inoltre appare una destinazione dove
si va meno abitualmente rispetto ad altre
destinazioni montane italiane (42% dei casi
contro il 63%): la maggior frequenza abituale
nelle altre destinazioni montane è giustificata
soprattutto dall’esistenza di una seconda casa.
In Trentino invece, rispetto alle altre
destinazioni montane italiane, la struttura
ricettiva preferita è l’albergo, soprattutto in
inverno (73% dei casi contro il 41% dei turisti
che vanno in montagna). Nel contempo
l’utilizzo di una casa in proprietà o in affitto per
le proprie vacanza risulta in Trentino molto più
basso rispetto ad alte destinazioni montane
come la Lombardia o il Piemonte.
Nel confronto con le strutture ricettive
frequentate dai vacanzieri che soggiornano in
montagna, in Trentino le strutture ricettive
garantiscono in misura maggiore più servizi
per il benessere e più spazio giochi per i
bambini, indice evidente di come gli intervistati
che frequentano la montagna e il Trentino
abbiano in qualche misura colto la positività
degli investimenti fatti negli ultimi anni, sia sulla
motivazione benessere che per l’attenzione
posta alle famiglie con bambini.
Sappiamo come negli ultimi anni, complice
anche qualche maggiore difficoltà economica e
soprattutto la preferenza non più accordata ad
un unico periodo di vacanza nell’anno (la
cosiddetta “villeggiatura”, tipica soprattutto del
periodo estivo) i tempi della vacanza si siano
accorciati.
E tuttavia il vacanziere italiano che frequenta il
Trentino in misura maggiore rispetto alle altre
destinazioni montane nazionali si dichiara
meno disponibile a rinunciare alla qualità delle
proprie vacanze (80% contro 63%) e nel
REPORT | dicembre 2005 | 93 |
contempo è meno d’accordo con
l’affermazione che le sue vacanze rispetto al
passato saranno in futuro più brevi (51%
contro il 67%).
I principali motivi del soggiorno in Trentino in
estate e in inverno sono riconducibili, nel primo
caso, a ragioni di riposo e relax in un ambiente
naturale interessante; nel secondo caso, in
inverno, a motivazioni di vacanza attiva.
Rispetto alle altre destinazioni montane italiane
il Trentino si fa più apprezzare nei motivi di
scelta anche per ragioni legate
all’enogastronomia e alla bellezza dei suoi
paesaggi.
Grafico 38: I bisogni ed i desideri della vacanza: analisi dei target
0
20
40
60
80
100
Rilassare la mente, lo spirito
Provare un po’di tutto
Vivere l’avventura
Scoprire epraticare sport
Far visita/rivedere persone care
Rigenerare il corpo
Vivere il piacere della natura
Scoprire nuove culture
Stare insieme con tutti i membri della
propria famiglia
“La gente che parte per una vacanza/viaggio ha alcune aspettative/desideri. In generale, secondo lei una vacanza è soprattutto il piacere di…?”
I visitatori del Trentino sono relativamente interessati più a valorizzare la dimensione corporea che quella mentale, in un contesto familiare
MOBILITA’ TURISTICA MONTAGNA TRENTINO
fonte: Eurisko per Trentino SpA
Grafico 39: I principali motivi di scelta del soggiorno in Trentino – estate e inverno
SOGGIORNI IN TRENTINO
“ Qual è il principale motivo per cui ha scelto questa destinazione…?”
Bellezza paesaggio
Disponibilità/possesso casa
Riposo/relax
Piace il clima
Comoda da raggiungere
Buon “value for money”
Visite culturali
Opportunità divertimento
Piacere di fare il bagno
Adatta ai miei bambini
Motivi enogastronomici
Vacanza benessere
Escursioni/trekking
Vacanza con sport di frequente
Motivi di salute
53
17
29
20
9
16
5
9
0,5
18
11
28
1
1
7
(base: soggiorni della durata di almeno 7 giorni)
------+++++++
-
=
---------------------
++++
+++
=
=
--
---
--
++++++ ++++++
+++++++ ++++++++
++
++++
ESTATE
+
=
++++++++ +++++++
---
--
=
=
+
+++
++
---------
----------
--
--
INVERNO
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 94 |
Nel confronto con i bisogni e i desideri della
vacanza espressi da tutti coloro che vanno in
vacanza, da coloro che frequentano la
montagna per le loro vacanza e infine da
coloro che frequentano il Trentino, emerge che
il turista del Trentino pone anch’egli al primo
posto l’esigenza di rilassare la mente e lo
spirito, ma in misura inferiore agli altri due
campioni, esprimendo piuttosto un bisogno più
elevato di “vivere il piacere della natura”,
“rigenerare il corpo”, “provare un po’ di tutto”, e
“praticare dello sport”. Un ospite quindi più
attivo della media dei vacanzieri, interessato sì
a rilassarsi e a stare insieme alla propria
famiglia, ma curioso di sperimentare, non
passivo, senza peraltro doverlo immaginare
pervaso da senso dell’avventura (il Trentino è
in ogni caso vissuto come un luogo conosciuto
e rassicurante) o mosso da spirito agonistico
nelle pratica sportiva.
Inoltre, a differenza di altre destinazioni
montane, il Trentino è inteso come luogo di
vacanza piuttosto che luogo da week end
breve (solo il 52% dei turisti che frequentano il
Trentino ha trascorso anche un week end
breve nell’ultimo anno, contro il 75% dei turisti
che frequentano altre destinazioni montane
italiane). Ma anche per week end lunghi
(inteso come pernottamento di almeno tre
notti) il Trentino, per i suoi turisti che lo
frequentano, sembra una meta meno ambita
rispetto alle altre destinazioni montane (40%
contro il 52%), molto probabilmente più
accessibili ai residenti della pianura e
soprattutto più interessate dal fenomeno delle
seconde case.
In Trentino, a differenza delle altre destinazioni
montane, si viene quindi soprattutto una sola
volta nell’anno per una vacanza significativa e
questo vale soprattutto in inverno, ma la
differenza con le altre destinazioni montane -
dove si va più spesso, ma per periodi più brevi
e prevalentemente non in strutture ricettive
alberghiere - è marcata anche per il periodo
estivo.
Per il 47% di chi viene in Trentino la
Grafico 40: Le principali ragioni ostative all’andare in montagna in inverno
16139**9*59E’ una vacanza faticosa,stressante
PRINCIPALI MOTIVI PER CUI NON E’ MAI STATO IN MONTAGNA IN
INVERNO
PRINCIPALI MOTIVI PER CUI E’ STATO IN PASSATO IN INVERNO IN MONTAGNA
MA ORA NON PIU’
PRINCIPALI MOTIVI PER CUI LA MONTAGNA NON E’ LA DESTINAZIONE
PRINCIPALE IN INVERNO
9
3
13
18
9
13
22
11
30
29
46
MOB. TURI-STICA
n=30
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
MONTA-GNAn=5
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
TREN-TINO
n=5
1
2
9
8
6
13
20
21
27
22
12
MOB. TURI-STICA
n=59
--
--
4
4
24
11
15
20
15
11
25
MONTA-GNAn=70
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
TREN-TINO n=20
714E’ per vecchi
318Non c’è vita
577Non ho ferie in questo periodo
567Casa altrove
573830Non sono sportivo
271420Mi annoia, non saprei cosa fare
Non faccio vacanze in questa stagione
Non è adatta per nuotare
E’ cara
E’ scomoda
Non piace il clima
18
6
20
19
37
MOB. TURI-STICAn=319
TREN-TINO n=47
MONTA-GNAn=75
24
4
24
10
33
20
5
11
20
40
Le principali ragioni ostative all andare inLe principali ragioni ostative all andare in montagna in invernomontagna in inverno“Per quali motivi lei per cui la montagna non è la destinazione principale in inverno, è stato in passato, non è mai stato..”
(*) Base statistica troppo ridotta.
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 95 |
frequentazione invernale rappresenta l’unica
(per il 20%) o la principale (per il 27%)
destinazione di vacanza in questa stagione.
Non così in estate, quando soltanto il 25% fra
coloro che frequentano o hanno frequentato il
Trentino come turisti reputa questa sua
vacanza l’unica o la principale vacanza
dell’estate. La vacanza estiva in Trentino è
quindi prevalentemente un seconda vacanza,
preceduta spesso da una permanenza al
mare.
La vacanza invernale in Trentino appare quindi
più caratterizzata e anche più esclusiva,
intendendo questo aggettivo in senso letterale
di unica vacanza.
Le principali ragioni che impediscono di andare
in montagna in inverno, evidenziate da questo
campione di intervistati Eurisko, stanno
soprattutto nel non essere amanti dello sport
(per il 57%) e in seconda battuta nel fatto che
l’inverno vuol dire freddo, neve (“non mi piace
il clima”, per il 40%) e, nell’impossibilità di
sciare, “mi annoierei, non saprei cosa fare” (il
27%). Quindi la scelta è giocata soprattutto sul
considerare o meno la montagna come luogo
per sportivi e per amanti dello sci.
Diverse le valutazioni per l’estate, quando
invece le principali ragioni ostative al recarsi in
montagna sono ravvisate nell’essere la
montagna troppo diversa dal mare e dal suo
presunto vitalismo, peraltro tutto ciabattiero,
(“non é adatta per nuotare”, il 31%; “è
scomoda”, il 28%; “annoia”, “non c’è vita”…)
In fondo pare di capire che anche coloro che si
recano in montagna o vengono in Trentino
preferiscano, nella metà dei casi, in estate il
mare alla montagna, indice di come la
montagna estiva anche in Trentino sia molto
meno distintiva rispetto alla montagna
invernale. Ed è proprio nel confronto con le
altre destinazioni montane che la propensione
alla scelta del Trentino in inverno appare
invece molto più elevata.
Più che per la sua offerta estiva il Trentino
Grafico 41: Le principali ragioni ostative all’andare in montagna in estate
527**18183E’ una vacanza faticosa,stressante
PRINCIPALI MOTIVI PER CUI NON E’ MAI STATO IN MONTAGNA IN ESTATE
PRINCIPALI MOTIVI PER CUI E’ STATO IN PASSATO IN
MONTAGNA IN ESTATE MA ORA NON PIU’
PRINCIPALI MOTIVI PER CUI LA MONTAGNA NON E’ LA DESTINAZIONE
PRINCIPALE IN ESTATE
3
8
11
--
16
10
22
17
24
32
21
MOB. TURI-STICA
n=46
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
MONTA-GNAn=4
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
TREN-TINO
n=5
--
3
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2
23
40
5
18
6
11
3
MOB. TURI-STICA
n=59
1
3
14
1
24
28
14
12
9
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4
MONTA-GNAn=100
--
8
11
5
11
30
15
1
16
13
5
TREN-TINO n=52
6311E’ per vecchi
201112Non c’è vita
375Non ho ferie in questo periodo
252413Casa altrove
5212Non sono sportivo
222331Mi annoia, non saprei cosa fare
Non faccio vacanze in questa stagione
Non è adatta per nuotare
E’ cara
E’ scomoda
Non piace il clima
3
21
16
20
15
MOB. TURI-STICAn=301
TREN-TINO n=48
MONTA-GNAn=73
3
20
12
8
2
14
31
9
28
5
“Per quali motivi lei per cui la montagna non è la destinazione principale in estate, è stato in passato, non è mai stato..”
(*) Base statistica troppo ridotta. fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 96 |
Grafico 42: La desiderabilità media delle diverse località di vacanza: frequenza Trentino
1
2
3
4
5
freqfreq.Trentino.Trentino“Immagini ora di voler partire per una vacanza e di poter scegliere fra diverse destinazioni. Quanto è propenso ad andare in ciascuna di queste destinazioni…”
VALORI MEDI (1=per niente,
5=molto propenso )
MARE IN ITALIA IN INVERNO
MARE ESTERO IN INVERNO
MONTAGNA IN INVERNO
MONTAGNA IN ESTATE
MARE ESTERO IN ESTATE
MARE IN ITALIA IN ESTATE
Frequ. Mont.
Frequ. Trentino
Mob. Turistica
fonte: Eurisko per Trentino SpA appare quindi desiderabile in chi lo frequenta
soprattutto per la sua montagna invernale.
Nel complesso l’immagine della montagna
d’inverno vista dai vari target e soprattutto da
chi il Trentino lo frequenta risiede soprattutto
in una componente affettiva (anche in Trentino
la componente di turisti fedeli e di ritorno ha un
peso importante e questo lo si riscontra anche
nel campione di intervistati Eurisko). In
secondo luogo perché ci puoi fare degli sport
(le risposte “è per sportivi”, “devi avere una
passione sportiva per andarci” totalizzano le
percentuali più elevate di accordo). La terza
ragione è che la montagna d’inverno e in
particolare per chi la frequenta, appare una
destinazione orientata al turismo, dove si
Grafico 43: Il profilo d’immagine della montagna d’inverno visto dai vari target
La frequento da tanti anni
Non puoi farne a meno
È una destinazione che amo
È una destinazione per me facilm.raggiungibile
La vacanza principale va fatta in questa destinazione
Fa venire in mente confusione, caos
L’ambiente è molto giovanile
C’è vita, movimento a tutte le ore
È bello fare il bagno/contatto con l’acqua
Possono andarci persone di tutte le età
Costa poco
È turisticamente migliorata
Si mangia bene
Si fanno moltissime cose diverse
È l’ideale per i bambini
Va molto bene per la mia salute/benessere
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
Abi
tudi
neVi
talit
àO
rient
ata
al tu
rism
o
(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo alla montagna d’estate)
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 97 |
mangia bene, ed è molto migliorata sotto il
profilo turistico. Infine solo chi ha frequentato la
montagna d’inverno e soprattutto il Trentino è
consapevole che “il panorama, il paesaggio ti
regala sensazione uniche” (su questo aspetto
le differenza con il campione rappresentato dai
vacanzieri che non vanno in montagna o non
vengono in Trentino è fra i più marcati).
Diverso il profilo della montagna d’estate visto
dai vari target. Anche qui c’è una componente
di affettività per chi la frequenta. Come pure in
chi la frequenta, a differenza del campione di
vacanzieri che non va in montagna, esiste la
consapevolezza che anche la montagna estiva
abbia saputo orientarsi al turismo (faccia bene
alla salute, ai bambini, si possa mangiare
bene…). Ma sugli altri fattori elencati si
riscontra un singolare accordo sul profilo
d’immagine della montagna estiva: ti
garantisce un contatto con la natura, c’è pace,
silenzio e tranquillità, ma nel contempo “dopo
un po’ che sei lì ti annoi”, “il clima è variabile”.
Anche se la montagna estiva presenta altri
vantaggi su cui tutti si mostrano d’accordo: il
soggiorno costa relativamente poco. Al
contrario il mare, soprattutto visto da chi va in
montagna, è caotico, non è poi così assodato
che faccia bene alla salute. E ancora, per chi
frequenta la montagna, il mare è considerato
poco innovativo, non intimo, rumoroso e
stressante, fondamentalmente una vacanza
per pigri.
Per usare le parole dei ricercatori Eurisko “la
montagna richiama soprattutto giovani e
persone giovanili in inverno, maturi in estate.
Nella stagione estiva è meno animata del
mare, restituisce immagini di paesaggi
straordinariamente belli ma molto intimisti e
poco socializzanti”.
La propensione per le località montane delle
principali regioni evidenzia come i turisti italiani
che frequentano la montagna preferiscano
decisamente il Trentino rispetto alle altre
località montane sia italiane che estere (“il
Grafico 44: Il profilo d’immagine della montagna d’inverno visto dai vari target p gp g gg gg
LIB
ERTÀ
ED
INTI
MIT
À
(NEG
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T E
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AM
ISM
O
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ED
ISO
LAM
ENTO
(NEG
)
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
C’è tanta pace, silenzio, tranquillità
Il clima è molto variabile
Sei davvero a stretto contatto con la natura
Va bene per vacanze di breve durata
È una destinazione molto intima
Il panorama, il paesaggio ti regala sensazioni uniche
Si possono scoprire cose nuove diverse
Ti da l’idea di libertà/stacco dal quotidiano
Devi avere una passione sportiva per andarci
Fa pensare a vacanze faticose, stressanti
È per intenditori, veri appassionati
È per sportivi
Si finisce con lo spendere tanto
Le strutture alberghiere/villaggi sono cari
Fa pensare a vacanze attive, dinamiche
Dopo un po’ di tempo che sei lì ti annoi
Non è facile trovare amici che vengano con te
È difficile fare amicizia
Non c’è molto da fare
È per pigri
MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo alla montagna di inverno)
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 98 |
Trentino considerato come la montagna
italiana”). In compenso chi frequenta e
conosce il Trentino si mostra “molto propenso”
nei confronti dell’Alto Adige in misura maggiore
rispetto a coloro che frequentano in generale la
montagna (61% di molto propensi rispetto al
46%); vale a dire che chi frequenta il Trentino
preferisce l’Alto Adige alla Valle d’Aosta e
sembrerebbe maggiormente disposto ad
andare in vacanza anche più a nord del
Trentino, sia recandosi in Alto Adige che in
Austria.
Nel complesso il Trentino sembra interpretato -
per usare le espressioni d Eurisko - come
“montagna di tendenza” e “montagna dei
sapori e dell’ospitalità”. Il profilo d’immagine
del Trentino visto dai vari target conferma in
primo luogo la convinzione di una destinazione
forte soprattutto nell’offerta invernale (“è
l’ideale per le vacanze invernali”; “è l’ideale per
lo sci”). Nel contempo soprattutto per chi lo
conosce e lo frequenta il Trentino appare una
destinazione ideale anche per le famiglie, con
attività anche in inverno alternative a chi non
scia. Tutti o quasi sono concordi nel ritenerla
una regione molto attiva nella promozione del
turismo. Con una offerta di prodotti tipici molto
ricca e ben valorizzata, una regione autentica,
che ha saputo conservare le tradizioni
addirittura in misura superiore allo stesso Alto
Adige. La gente del posto è reputata ospitale e
cordiale, molto più che in Alto Adige, dove la
barriera linguistica o meglio le difficoltà di
comunicazione sono molto probabilmente
intese da tanta clientela italiana come una
forma di scarsa cordialità. Al Trentino si
riconosce una cura all’ambiente e alle sue
località, al pari dell’Alto Adige.
Scarso accordo invece sull’affermazione che il
Trentino sia una destinazione turistica
decaduta. Unico neo: in inverno fa molto
freddo.
L’Alto Adige si presenta nell’immaginario degli
intervistati (i vacanzieri italiani) abbastanza
Grafico 45: Il profilo d’immagine della montagna d’estate visto dai vari target
La frequento da tanti anni
Non puoi farne a meno
È una destinazione che amo
È una destinazione per me facilm.raggiungibile
La vacanza principale va fatta in questa destinazione
Fa venire in mente confusione, caos
L’ambiente è molto giovanile
C’è vita, movimento a tutte le ore
È bello fare il bagno/contatto con l’acqua
Possono andarci persone di tutte le età
Costa poco
È turisticamente migliorata
Si mangia bene
Si fanno moltissime cose diverse
È l’ideale per i bambini
Va molto bene per la mia salute/benessere
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
Abi
tudi
neVi
talit
àO
rient
ata
al tu
rism
o
(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo alla montagna d’estate)
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 99 |
simile al Trentino, anche se in Alto Adige ci si
sente più all’estero che in Trentino, con
un’atmosfera non italiana, e l’Alto Adige è
reputata una regione meno ricca da punto di
vista artistico del Trentino.
La Valle d’Aosta invece è reputata una regione
con località molto più esclusive del Trentino e
dell’Alto Adige e anch’essa come le altre due
regioni si presenta vocata soprattutto per il
turismo invernale e come una regione
autentica che ha saputo conservare le proprie
tradizioni.
Grafico 46: Il profilo d’immagine della montagna d’estate visto dai vari target 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
C’è tanta pace, silenzio, tranquillità
Il clima è molto variabile
Sei davvero a stretto contatto con la natura
Va bene per vacanze di breve durata
È una destinazione molto intima
Il panorama, il paesaggio ti regala sensazioni uniche
Si possono scoprire cose nuove diverse
Ti da l’idea di libertà/stacco dal quotidiano
Devi avere una passione sportiva per andarci
Fa pensare a vacanze faticose, stressanti
È per intenditori, veri appassionati
È per sportivi
Si finisce con lo spendere tanto
Le strutture alberghiere/villaggi sono cari
Fa pensare a vacanze attive, dinamiche
Dopo un po’ di tempo che sei lì ti annoi
Non è facile trovare amici che vengano con te
È difficile fare amicizia
Non c’è molto da fare
È per pigri
LIB
ERTÀ
ED
INTI
MIT
À (N
EG)
SPO
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DIN
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MO
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EG)
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MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo alla montagna d’estate)
fonte: Eurisko per Trentino SpA
Grafico 47: Il profilo d’immagine del mare visto dai vari target 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
La frequento da tanti anni
Non puoi farne a meno
È una destinazione che amo
È una destinazione per me facilm.raggiungibile
La vacanza principale va fatta in questa destinazione
Fa venire in mente confusione, caos
L’ambiente è molto giovanile
C’è vita, movimento a tutte le ore
È bello fare il bagno/contatto con l’acqua
Possono andarci persone di tutte le età
Costa poco
È turisticamente migliorata
Si mangia bene
Si fanno moltissime cose diverse
È l’ideale per i bambini
Va molto bene per la mia salute/benessere
MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
Abi
tudi
neVi
talit
àO
rient
ata
al tu
rism
o
(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo al mare)
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 100 |
In sintesi le attività che spingerebbero a fare
una vacanza in Trentino sono per un verso
tutte le attività che caratterizzano la vacanza
attiva invernale (sci da discesa in primo luogo
e poi sci da fondo e passeggiate con le
racchette da neve) e per un altro verso una
serie di attività che rimandano sempre ad una
dimensione dinamica e di vacanza
(moderatamente) attiva, ma che possono
essere compiute anche in estate; soprattutto
escursioni naturalistiche, trekking. A questi due
principali gruppi di attività se ne affiancano altri
tre, meno marcati ma ugualmente importanti e
soprattutto segnalati anche da coloro che non
frequentano il Trentino (anche se chi viene in
Trentino li evidenzia in modo più marcato): si
tratta di ragioni e motivazioni legate
all’enogastronomia (seppure con una parziale
sovrapposizione nell’immaginario degli
intervistati con i prodotti dell’Alto Adige, il che
suggerisce sul piano promozionale, come
forma più efficace, di lavorare sull’effetto traino
piuttosto che sulla ricerca di distinzioni e
contrapposizioni rispetto all’Alto Adige);
possibilità di visite a monumenti artistici
(turismo culturale) e infine la possibilità di
frequentare delle terme sia con finalità curative
che di benessere.
Come scrivono i ricercatori dell’Eurisko “di
fatto, i limiti a trascorrere una vacanza in
Trentino sono soprattutto legati agli stereotipi
negativi associati alla montagna, più forti nel
periodo estivo, che alle specificità della
regione”.
Grafico 48: Il profilo d’immagine del mare visto dai vari target
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
C’è tanta pace, silenzio, tranquillità
Il clima è molto variabile
Sei davvero a stretto contatto con la natura
Va bene per vacanze di breve durata
È una destinazione molto intima
Il panorama, il paesaggio ti regala sensazioni uniche
Si possono scoprire cose nuove diverse
Ti da l’idea di libertà/stacco dal quotidiano
Devi avere una passione sportiva per andarci
Fa pensare a vacanze faticose, stressanti
È per intenditori, veri appassionati
È per sportivi
Si finisce con lo spendere tanto
Le strutture alberghiere/villaggi sono cari
Fa pensare a vacanze attive, dinamiche
Dopo un po’ di tempo che sei lì ti annoi
Non è facile trovare amici che vengano con te
È difficile fare amicizia
Non c’è molto da fare
È per pigri
LIB
ERTÀ
ED
INTI
MIT
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MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
(base: ciascun target, percentuale di coloro che attribuisconola caratteristica in modo esclusivo al mare)
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 101 |
Grafico 49: La desiderabilità media delle diverse località montane delle principali regioni-nazioni: campione frequentatori Trentino
VALORI MEDI (1=per niente,
5=molto propenso )
LOMBARDIA
ABRUZZO
PIEMONTE
AUSTRIA
VALLE D’AOSTA
TRENTINO
ALTO ADIGE
SVIZZERA
VENETO
SICILIA
CALABRIA
(base: campione mobilità turistica, n=500)
1
2
3
4
5
Frequ. Mont.
Frequ. Trentino
Mob. Turistica
fonte: Eurisko per Trentino SpA
Grafico 50: Il profilo d’immagine del Trentino visto dai vari target
È sede di eventi sportivi di grande interesse
Ci sono località molto esclusive
Regione molto attiva nella promozione del turismo
L'offerta di eventi culturali è davvero ampia
Gli alberghi sono molto attrezzati, varieta' di servizi
Ci sono località interessanti anche per lo shopping
È l'ideale per le vacanze invernali
Regione molto organizzata, varieta' di offerte
È soprattutto per un turismo di massa
I prezzi sono davvero accettabili
È facile ed agevole da raggiungere
In inverno ci sono attività alternative per chi non scia
Le strutture hanno un ottimo rapporto qualità prezzo
È l'ideale per le famiglie
È l'ideale per le vacanze estive
MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo
Tend
enza
Per t
utti
(base: ciascun target)
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 102 |
Grafico 51: Il profilo d’immagine del Trentino visto dai vari target
(base: ciascun target)
Vanta un patrimonio storico,artistico fra i più notevoli
È rinomata per l'artigianato
Regione autentica,che ha saputo conservare le tradiz.
La gente del posto è ospitale e cordiale
Offerta di prodotti tipici molto ricca e ben valorizzata
Si mangia bene
Sembra di essere all'estero/atmosfera non italiana
È l'ideale per lo sci
Le località sono curatissime
Fa pensare a luoghi incontaminati, di rara bellezza
Raggiungere altre mete non montane di interesse
Frequentata da persone mature ed anziani in estate
È un pò spenta in estate
È un pò decaduta nel tempo
Il clima in inverno è molto freddo
Le sue montagne sono impervie, dure
Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo
MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
Trad
izio
nePa
esag
gi
inco
ntam
inat
iIs
olam
ento
e
deca
dim
ento
fonte: Eurisko per Trentino SpA
Grafico 52: Il profilo d’immagine dell’Alto Adige visto dai vari target (base: ciascun target)
È sede di eventi sportivi di grande interesse
Ci sono località molto esclusive
Regione molto attiva nella promozione del turismo
L'offerta di eventi culturali è davvero ampia
Gli alberghi sono molto attrezzati, varieta' di servizi
Ci sono località interessanti anche per lo shopping
È l'ideale per le vacanze invernali
Regione molto organizzata, varieta' di offerte
È soprattutto per un turismo di massa
I prezzi sono davvero accettabili
È facile ed agevole da raggiungere
In inverno ci sono attività alternative per chi non scia
Le strutture hanno un ottimo rapporto qualità prezzo
È l'ideale per le famiglie
È l'ideale per le vacanze estive
MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo
Tend
enza
Per t
utti
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 103 |
Grafico 53: Il profilo d’immagine dell’Alto Adige visto dai vari target
(base: ciascun target)
Vanta un patrimonio storico,artistico fra i più notevoli
È rinomata per l'artigianato
Regione autentica,che ha saputo conservare le tradiz.
La gente del posto è ospitale e cordiale
Offerta di prodotti tipici molto ricca e ben valorizzata
Si mangia bene
Sembra di essere all'estero/atmosfera non italiana
È l'ideale per lo sci
Le località sono curatissime
Fa pensare a luoghi incontaminati, di rara bellezza
Raggiungere altre mete non montane di interesse
Frequentata da persone mature ed anziani in estate
È un pò spenta in estate
È un pò decaduta nel tempo
Il clima in inverno è molto freddo
Le sue montagne sono impervie, dure
Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo
MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
Trad
izio
nePa
esag
gi
inco
ntam
inat
iIs
olam
ento
e
deca
dim
ento
fonte: Eurisko per Trentino SpA
Grafico 54: Il profilo d’immagine della Valle d’Aosta visto dai vari target p gp g gg
(base: ciascun target)
È sede di eventi sportivi di grande interesse
Ci sono località molto esclusive
Regione molto attiva nella promozione del turismo
L'offerta di eventi culturali è davvero ampia
Gli alberghi sono molto attrezzati, varieta' di servizi
Ci sono località interessanti anche per lo shopping
È l'ideale per le vacanze invernali
Regione molto organizzata, varieta' di offerte
È soprattutto per un turismo di massa
I prezzi sono davvero accettabili
È facile ed agevole da raggiungere
In inverno ci sono attività alternative per chi non scia
Le strutture hanno un ottimo rapporto qualità prezzo
È l'ideale per le famiglie
È l'ideale per le vacanze estive
MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo
Tend
enza
Per t
utti
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 104 |
Grafico 55: Il profilo d’immagine della Valle d’Aosta visto dai vari target
(base: ciascun target)
Vanta un patrimonio storico,artistico fra i più notevoli
È rinomata per l'artigianato
Regione autentica,che ha saputo conservare le tradiz.
La gente del posto è ospitale e cordiale
Offerta di prodotti tipici molto ricca e ben valorizzata
Si mangia bene
Sembra di essere all'estero/atmosfera non italiana
È l'ideale per lo sci
Le località sono curatissime
Fa pensare a luoghi incontaminati, di rara bellezza
Raggiungere altre mete non montane di interesse
Frequentata da persone mature ed anziani in estate
È un pò spenta in estate
È un pò decaduta nel tempo
Il clima in inverno è molto freddo
Le sue montagne sono impervie, dure
Per niente d’accordo 1 2 3 4 5 Molto d’accordo
MOB. TURISTICA
MONTAGNA
TRENTINO
Trad
izio
nePa
esag
gi
inco
ntam
inat
iIs
olam
ento
e
deca
dim
ento
fonte: Eurisko per Trentino SpA
Grafico 56: Le attività che spingerebbero a fare una vacanza in Trentino
“ Quali sono le attività che la spingerebbero a fare una vacanza in Trentino?”
482727
2521
171413
10
8776654
10
Escursioni naturalistiche
Itinerari enogastronomici
Visite a monumenti artistici
Terme per salute
Terme per bellezza
Trekking
Equitazione
Sci discesa
Ciclismo
Passeg.con racchette neve
Sci fondo
Pesca
Arrampicata, freeclimbing
Canoa, Rafting
5333
2926
2225
1420
12
118
56
334
9
5143
3424
2723
1339
4
1913
94
111
1
4
MONTAGNA TRENTINOMOBILITA’ TURISTICA
Golf
Snowboard
Vela
fonte: Eurisko per Trentino SpA
REPORT | dicembre 2005 | 105 |
7. TURISMO INTERMEDIATO NELLA STAGIONE INVERNALE IN TRENTINO5
7.1. Il pacchetto turistico organizzato
Il pacchetto turistico organizzato si presenta
come una “serie integrata di servizi turistici e di
trasporto concernenti viaggi diretti presso
determinate aree o località di destinazione che
i tour operator acquistano, assortiscono e
vendono alla loro clientela ad un prezzo unico
complessivo”6.
Da questa definizione si evince come il
package si presenti come un prodotto
complesso e questo renda difficoltoso sotto
molti aspetti il lavoro del tour operator che,
durante le diverse fasi di creazione dello
stesso, si trova di fronte a problematiche più o
meno complesse da risolvere e a scelte più o
meno importanti da effettuare al fine di fornire
al cliente finale un prodotto che soddisfi le sue
esigenze e risponda agli specifici bisogni e
desideri espressi dal cliente stesso. A tal
proposito, possiamo raggruppare le molteplici
fasi che portano alla creazione del pacchetto
5 La ricerca sul turismo intermediato nella stagione
invernale in Trentino è stata progettata e attivata
dall’Osservatorio provinciale per il turismo con la
collaborazione di Alberto Mason e Antonio Treglia, studenti
laureandi dell’Università di Trento ed entrambi stagisti
presso l’Osservatorio. Questo capitolo riprende con gli
opportuni adattamenti una parte della tesi di laurea di
Antonio Treglia “Opportunita’ e prospettive del turismo
intermediato: analisi empirica dell’offerta di pacchetti
turistici in Trentino” presentata presso l’Università degli
studi di Trento - Facoltà di Economia - Corso di Laurea in
Economia e Gestione Aziendale; Relatore prof. Umberto
Martini. 6 Di Meo A., 1987, Marketing per il turismo, pag. 83
in quattro macrofrasi7:
- Segmentazione del mercato e scelte
relative al posizionamento: questa
macro fase comprende le fasi di
studio e comprensione delle
esigenze della domanda, di scelta
del target di riferimento, dell’analisi e
del successivo posizionamento
all’interno dello scenario competitivo
nazionale ed internazionale.
- Scelta dei fornitori: questa macro
fase implica una certa mobilità
all’interno delle località che il tour
operator ha ritenuto opportuno
promuovere con la costruzione di
una pacchetto viaggio organizzato.
L’operatore turistico deve ricercare
delle strutture e dei servizi (che
verranno selezionati sulla base di
determinati parametri come, ad
esempio, il rapporto costo/prezzo, il
livello dei servizi, la destinazione, le
infrastrutture) e successivamente
scegliere e contrattare con i partner
che forniranno i servizi ai turisti
durante la loro permanenza
- Produzione del package: questa
macro fase comprende
l’assemblaggio e la creazione di uno
o più pacchetti con caratteristiche
diverse e la promozione e
commercializzazione degli stessi
- Fase di analisi dei risultati e feed
back: in questa macro fase il tour
operator analizza il risultato ottenuto
con la vendita del pacchetto e, in
caso ce ne fosse bisogno, interviene
7 Biella A. Biella M., 2004, Economia e gestione delle imprese di intermediazione turistica, pag. 48
REPORT | dicembre 2005 | 106 |
con misure correttive riguardanti sia
la fase di programmazione, sia la
fase di promozione e di
commercializzazione.
7.1.1 Turismo intermediato in Trentino
Attraverso il processo che porta alla
produzione di un package, il tour operator mira
a rispondere adeguatamente a determinate
problematiche gestionali connaturate alla sua
attività.
- La corrispondenza tra previsioni di
vendita e capacità occupata: il tour
operator deve avvalersi di tutti gli
strumenti di supporto (soprattutto
informatici) a sua disposizione per
avere stime il più vicino possibili alla
realtà. A questo proposito è
indispensabile per il tour operator
dotarsi di un portafoglio prodotti
ampio e variegato in modo da coprire
eventuali crisi di determinate località
di destinazione.
- La gestione dell’informazione alla
domanda: il tour operator deve
gestire in modo adeguato questo
aspetto avvalendosi dei due
strumenti che ha a disposizione: il
catalogo e le informazioni che il
banconista dell’agenzia di viaggi dà
al potenziale turista. In questo caso,
una politica di marca mirata, può
garantire al tour operator una certa
incisività e rendere più efficace la sua
azione.
- La contrattazione efficace con i
fornitori: il tour operator deve
stringere dei rapporti con tutti quei
soggetti che, durante la vacanza,
saranno a contatto con il turista e
che, in sostanza, determineranno il
successo o l’insuccesso del
pacchetto turistico. Fondamentale
per l’operatore turistico l’aspetto della
qualità, in quanto i tour operator sono
sempre più chiamati a fissare
standard qualitativi a tutti i livelli del
processo di erogazione della
vacanza.
Pur prevalendo in Trentino un turismo “fai da
te” sono sempre più numerosi gli esempi di un
ricorso, seppure ancora contenuto, al turismo
intermediato. In un’indagine condotta nel 2004
su 1.172 albergatori dall’Osservatorio
Provinciale per il Turismo, risulta come per il 68% delle strutture alberghiere nella stagione
estiva e per il 63% nella stagione invernale la
quota di intermediato sia ancora inferiore al
10%. La differenza tra estate e inverno non
risulta così elevata come ci si potrebbe
aspettare, anche se il dato sull’intermediazione
estiva è fortemente condizionato dalla quota di
albergatori del Lago di Garda.
In secondo luogo le strutture che si affidano
soprattutto all’intermediato (dove cioè la
componente di clienti con queste
caratteristiche è superiore al 50% del totale
della clientela) sono una quota esigua e
rappresentano solo il 10% nella stagione
invernale e l’8% nella stagione estiva; il dato si
incrementa leggermente se si considera una
quota di intermediato superiore al 20% del
totale della clientela in quanto, in questo caso,
le percentuali salgono al 25% nella stagione
invernale e al 21% nella stagione estiva.
Infine, se ci riferiamo nello specifico alla
stagione invernale del 2004, è possibile fare
alcune considerazioni sul tipo di clientela
presente nelle strutture ricettive, in particolar
REPORT | dicembre 2005 | 107 |
modo distinguendo tra clientela italiana e
clientela estera8. Riguardo alla clientela
italiana, possiamo notare come nella maggior
parte delle località trentine la componente
individuale del “fai da te” sia largamente
maggioritaria rispetto all’intermediato
(soprattutto in ambiti come la Val di Sole e la
Val di Fassa) mentre si registra una esigua
minoranza di intervistati (13%) che dichiara il
contrario (11%) o che reputa le due
componenti sostanzialmente simili (2%).
Riguardo alla clientela straniera, prevale come
nel caso precedente la componente “fai da te”
rispetto all’intermediato anche se in misura più
contenuta. I dati in merito, infatti, vedono gli
albergatori dichiarare che solo il 21% della
clientela estera intermediata è presente in
misura maggioritaria rispetto al “fai da te” e
un’ulteriore quota del 2% reputa le due
componenti sostanzialmente simili.
Questo è lo scenario generale, tuttavia la
realtà trentina si caratterizza per una certa
diversità che caratterizza le varie destinazioni
di vacanza. Per quel che concerne la clientela
italiana, ad esempio, si possono riscontrare
ambiti come la Val di Fassa e la Val di Sole
dove il turista “fai da te” rappresenta la quota
largamente maggioritaria rispetto all’inter-
mediato mentre altri ambiti come la Val di
Fiemme dove le strutture lavorano molto
spesso con il turismo intermediato.
Per ciò che concerne la clientela straniera,
invece, interessanti sono i valori che
contraddistinguono località come la Valle di
Fiemme e la Valle di Sole. In particolare, la
Valle di Sole registra una quota maggioritaria
di turisti stranieri che si affidano allo strumento
dell’intermediazione rispetto a quelli “fai da te”
mentre, ancora più sorprendente il dato riferito 8 Betta G., MONITUR, commento andamento turistico festività natalizie 2004
alla Valle di Fiemme che indica una presenza
superiore al dato medio sia di turisti stranieri
intermediati che fai da te.
Facciamo ora un passo indietro e cerchiamo di
capire le ragioni che spingono le strutture
ricettive nel territorio trentino a lavorare con il
turista “fai da te” piuttosto che affidarsi
all’intermediazione. Le difficoltà del passaggio
all’intermediazione riguardano fondamen-
talmente quattro aspetti:
- gli alberghi sono di piccola dimensione
e a prevalente conduzione familiare.
La realtà trentina presenta un elevato
numero di alberghi di piccola e media
dimensione scarsamente funzionali nel
rapporto col tour operator che, al
contrario, preferisce lavorare sui grossi
numeri e quindi con le catene
alberghiere, che sono in grado di
garantirgli elevati standard di qualità e
che rendono trasparente e
rassicurante la stipulazione del
contratto;
- limitata disponibilità di posti letto:
conseguenza della dimensione ridotta
degli alberghi è la limitata disponibilità
di posti letto che sono suddivisi in
modo differente fra le varie tipologie
esistenti.
Tuttavia, è il dato medio di posti letto per
categoria di albergo che ci chiarisce la ragione
che sfavorisce il rapporto fra tour operator e
alberghi nella realtà trentina.
Escludendo gli alberghi a una e due stelle che
non vengono presi in considerazione per motivi
qualitativi e organizzativi da imprese come i
tour operator, la media di 72 e 126 posti letto
per albergo in Trentino (rispettivamente per
albergo di tre e quattro stelle) è un dato che
REPORT | dicembre 2005 | 108 |
non favorisce il rapporto col tour operator che
preferisce lavorare per grandi allottment.
- il turista “fai da te” garantisce un
elevato livello di fedeltà. Dalla citata
indagine condotta dall’Osservatorio
Provinciale per il Turismo è risultato
che per ben il 68% degli alberghi che
hanno lavorato nella stagione estiva e
per il 55% degli alberghi che hanno
lavorato nella stagione invernale più di
un terzo dei loro clienti presenti
nell’ultimo anno sono turisti di ritorno
e, per contro, solo l’1,4% degli alberghi
aperti in estate e il 4,1 % di quelli
aperti in inverno afferma che tutta la
loro clientela è nuova;
- lavorando con il tour operator
l’albergatore ritiene di perdere parte
del controllo sulla propria struttura ed
avere limitati margini di
remunerazione. I contratti stipulati con
i tour operator comportano la perdita
del controllo di una quota di posti letto
della propria struttura, il dover
accettare i prezzi imposti dagli
operatori e, soprattutto, il pagamento
di una provvigione che riduce i margini
operativi per l’albergatore.
A causa delle ragioni appena descritte,
nonostante nella realtà trentina prevalgano
ancora strutture abituate a lavorare con clienti
prevalentemente “fai da te”, si notano caute
aperture al turismo intermediato dovute ai
seguenti motivi:
- maggior conoscenza e interesse degli albergatori verso la realtà del tour
Grafico 57: Distribuzione percentuale posti letto alberghieri per categoria
*7,8% **
14,3%
***65,5%
****12,4%
fonte: elab. Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T
Tab. 26: Dati per campionamento Categoria albergo
Numero strutture alberghiere
Numero posti letto alberghieri
Media posti letto per albergo
* 300 7469 25
** 350 13624 39
*** 873 62643 72
**** 93 11722 126
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 109 |
operating;
- utilizzo, da parte degli albergatori, del
tour operator per aumentare il tasso
di occupazione nelle basse stagioni;
- aumento del tasso di
internazionalizzazione del Trentino
che punta verso nuovi mercati
emergenti (in primis i Paesi dell’Est),
con un minor grado di expertise della
destinazione e conseguente
necessità di appoggiarsi ad operatori
specializzati.
7.2 Pacchetti turistici nella stagione invernale 2004/05
Di seguito saranno analizzati alcuni pacchetti
turistici offerti nella stagione invernale 2004 –
2005 in Trentino cercando, attraverso il loro
raggruppamento sulla base di caratteristiche
comuni e la loro comparazione, di mettere in
luce le ricadute economiche del turismo
intermediato e di capire quali sono i fattori di
successo o di insuccesso di un pacchetto
turistico.
La maggior parte dei pacchetti turistici invernali
presi in considerazione provengono dal
catalogo curato e promozionato dalla Trentino
S.p.A. che fornisce tutte le informazioni
necessarie al turista al fine di scegliere la
proposta vacanza che rispecchia meglio le sue
preferenze e le sue aspirazioni. Questo
strumento viene utilizzato da diversi anni
anche se nel tempo ha conosciuto un processo
di ammodernamento grafico e ridefinizione nei
contenuti al fine di renderlo più agile ed
efficace.
I cambiamenti migliorativi intervenuti nel tempo
riguardano:
- la suddivisione dei pacchetti, che
viene fatta in base alla motivazione di
vacanza e non più, come accadeva
in passato, per ambito;
- la cura maggiore nel raccogliere i
pacchetti, che avviene attraverso un
controllo più severo;
- il miglioramento dello styling;
- la distribuzione, che viene fatta
attraverso più canali (i più importanti
sono Internet e le mailing mirate).
Il processo che porta alla formazione del
catalogo passa attraverso più stadi.
Nella prima fase la Trentino S.p.A. invia a tutti
gli operatori del turismo intermediato (agenzie
di viaggi, tour operator, consorzi di
commercializzazione) una e- mail con allegato
il modulo di adesione che dovrà essere
debitamente compilato dai soggetti interessati
inserendo il numero approssimativo di
proposte vacanze che intendono includere nel
catalogo.
Il secondo stadio prevede l’invio da parte della
Trentino S.p.A. del modello da compilare
seguendo le indicazioni espresse nel
Regolamento Proposte Vacanze inviato in
allegato. Questo regolamento impone,
innanzitutto, una denominazione del pacchetto
breve ed accattivante e un sottotitolo che
permetta di identificare il pacchetto con il
territorio ed i servizi offerti.
La parte più importante del Regolamento,
però, riguarda l’obbligo per tutti gli operatori
turistici di offrire, oltre al soggiorno in una
struttura ricettiva, un numero di servizi coerenti
con la motivazione prescelta. E’ lasciata la
possibilità comunque, di abbinare servizi di
varie motivazioni, purché i servizi riconducibili
alla motivazione prescelta rappresentino
almeno il 70% del totale servizi offerti.
(Trentino S.p.A., Regolamento Catalogo
REPORT | dicembre 2005 | 110 |
Proposte Vacanze, pag. 2)
I servizi offerti devono essere descritti sempre
in modo chiaro, sintetico ed esauriente e il
prezzo praticato deve essere reale per ogni
periodo individuato (massimo 10). Si devono
altresì esplicitare chiaramente eventuali
supplementi o riduzioni.
La Trentino S.p.A. raccoglie tutte le proposte
ad essa pervenute dagli operatori del turismo
intermediato interessati e valuterà l’idoneità o
meno di queste ad essere inserite nel
catalogo.
Parallelamente all’evoluzione di questo
strumento, si stanno sviluppando, a partire
dall’estate del 2004, attività che vedono la
compartecipazione attiva delle Apt di ambito.
In questo modo, la Trentino S.p.A.:
- mantiene il suo ruolo istituzionale;
- non fa più solo una promozione, ma
attua una vera e propria promo-
commercializzazione, intesa come
un’azione mirata sui vari mercati.
Questo implica investimenti da parte
delle Apt periferiche che sono spinte
a definire in maniera chiara i mercati
ed i segmenti su cui intendono
operare e conseguentemente creare
delle proposte coerenti con le
esigenze e le aspettative dei target
prescelti.
7.2.1 Raccolta dati e catalogazione Il lavoro è consistito nella raccolta dei dati e in
una loro disaggregazione sulla base di
determinati parametri, per poter confrontare i
pacchetti turistici che presentano omogeneità
sotto gli aspetti ritenuti importanti per l’analisi.
La maggior parte dei pacchetti turistici invernali
presi in considerazione provengono dal
catalogo messo a disposizione dalla Trentino
S.p.A., che fornisce tutte le informazioni
necessarie al turista al fine di scegliere la
proposta vacanza che rispecchia meglio le sue
preferenze e le sue aspirazioni. Per
completezza di informazioni il catalogo della
Trentino Spa è stato integrato con altri
pacchetti proposti da T.O. e consorzi di
commercializzazione tramite una ricerca on
line sui siti internet in modo da aggiungere
eventuali nuove proposte vacanze non
disponibili sul formato cartaceo.
I parametri, sulla base dei quali sono stati
catalogati i diversi pacchetti viaggio incoming,
sono stati scelti in quanto ritenuti esplicativi di
possibili differenze nelle caratteristiche
principali di proposte simili tra loro e che
possono favorire un eventuale successo o
viceversa provocare un insuccesso di un
pacchetto rispetto ad un altro. Tali parametri
sono riassunti nella tabella 27.
I dati, così disaggregati, sono stati inseriti in
una banca dati realizzata con il programma
Microsoft Access che permette nella fase di
analisi di poter estrapolare più facilmente le
informazioni in base agli obiettivi di studio che
si intendono raggiungere.
7.3 Analisi dei dati raccolti
Prima di concentrare l’attenzione sulle ricadute
economiche del turismo intermediato è
necessario fare alcune considerazioni sul
modo di operare dei tour operator in
riferimento alle varie stagionalità e alla
tipologia di utente che si intende raggiungere.
Per ciò che riguarda l’altissima stagione, i tour
operator lavorano quasi esclusivamente con le
aree forti e le aree top e ciò può dipendere dal
fatto che le altre aree preferiscono non
ricorrere al turismo intermediato per almeno
REPORT | dicembre 2005 | 111 |
due ragioni fondamentali:
- l’albergatore ha già un flusso turistico
e non ritiene di dover ricorrere al
rapporto col tour operator;
- la non concorrenzialità per prezzo e
qualità dei servizi e degli
intrattenimenti offerti.
In alta stagione la situazione va modificandosi
in quanto le località situate nelle aree deboli
tornano ad essere concorrenziali nel rapporto
qualità offerta/prezzo. Tuttavia, un’analisi più
approfondita che prende in considerazione
anche la durata della vacanza e la motivazione
della stessa, evidenzia una tendenza ad una
serie di proposte rivolte soprattutto a chi
intende permanere in una località per un
weekend ed è spinto da motivazioni alternative
alla tradizionale vacanza sulla neve
Tab. 27: Peso stranieri su totale per ambito (in ordine decrescente di presenze straniere) – solo movimento certificato
Parametri di classificazione Descrizione
Descrizione Sono indicate le offerte di servizi comprese nel pacchetto
Motivazione della vacanza I pacchetti sono suddivisi in 5 grandi motivazioni: Sport/Sci, Natura, Benessere, Cultura, Enogastronomia
Ubicazione/Localizzazione
I pacchetti sono suddivisi in base a 5 macroaree: Città Area Debole: comprende le Giudicarie esteriori (Terme di Comano) L’Altopiano di Pinè / Val di Cembra, Lagorai / Valsugana Orientale/Tesino, Alta Valsugana/Panarotta, Altopiano di Brentonico, Valle di Non Area Intermedia: comprende l’Altopiano di Folgaria, Altopiano di Lavarone/Luserna, Paganella Area Forte: Val di Fiemme, Val di Sole/Pejo/Rabbi, San Martino di Castrozza/Primiero. Il Garda non è compreso perché l’analisi è concentrata nella stagione invernale. Area Top: Val di Fassa e Alta Val Rendena/Madonna di Campiglio
Tipo pacchetto I pacchetti sono differenziati a seconda del pubblico a cui sono indirizzati (persona singola o famiglia); A loro volta, i pacchetti famiglia si dividono per numero di componenti (2 adulti + 1 bambino piccolo, 2 adulti + 2 bambini piccoli)
Tipologia ricettiva Hotel****, Hotel ***, Hotel **, Hotel *, Appartamento (4 letti), Baita, B&B, affitta camere, Camping
Trattamento Mezza Pensione, Pensione Completa, Solo Pernottamento, Pernottamento e Prima Colazione
Stagionalità (oltre che del periodo come esposto di fianco a livello di singolo pacchetto questo parametro è stato definito anche tenendo conto dell’oscillazione della variabile prezzo)
Altissima Stagione: comprende i giorni che vanno dal 26/12/04 all’ 08/01/05; Alta stagione: comprende la settimana prima delle festività, il mese di febbraio e inizio marzo; Bassa stagione: comprende i primi giorni di dicembre, il mese di gennaio (dal 09/01/05 al 31/01/05), la seconda metà di marzo (escluso il periodo di Pasqua che è considerato Alta stagione) e l’inizio di aprile. Non stagionalità
Prezzo Quando vi erano più prezzi relativi a una stessa stagionalità, è stato calcolato il dato medio
Durata vacanza La durata della vacanza può essere: settimanale: 6 o 7 notti infrasettimanale: 4 o 5 notti weekend: 2 o 3 notti
Prezzo singolo pernottamento Al fine di calcolare le ricadute economiche del turismo intermediato è utile calcolare questa variabile allo scopo di poter confrontare tra loro prezzi che altrimenti non sarebbero direttamente confrontabili; tale dato risulta dall’operazione: prezzo/numero notti
Trasporto Non compreso, treno, aereo, pullman
Skipass Presenza o meno all’interno dei servizi offerti nel pacchetto dello skipass
Individualità/Collettività Il godimento del pacchetto può essere garantito a chiunque lo acquisti (anche se a richiederlo è un singolo individuo) oppure solo se si raggiunge un numero minimo di individui che intendono avvalersi di quel pacchetto
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo
REPORT | dicembre 2005 | 112 |
(soprattutto vacanze di tipo naturalistico
oppure rivolte a chi ama scoprire la buona
cucina e il vino di qualità).
Inoltre, dall’analisi dei dati, in bassa stagione
sembra emergere la maggior propensione
degli albergatori a ricorrere all’intermediazione
dei tour operator per sopperire all’incapacità di
attrarre flussi turistici.
In quanto alla tipologia ricettiva preferita dai
vari operatori turistici, l’analisi dei dati rileva
una maggiore propensione a lavorare con
hotel a 3 stelle in quanto rispondenti a due
esigenze fondamentali del tour operator:
- disponibilità di un maggior numero di
posti letto rispetto agli hotel di
categoria inferiore;
- gli hotel a 3 stelle garantiscono
standard minimi di qualità richiesti a
livello internazionale.
Infine, introducendo la variabile trattamento, è
evidente come la quasi totalità delle proposte
prevedano la mezza pensione come elemento
base del pacchetto e offrano in termini di
supplemento la formula “pensione completa” ai
turisti che la desiderano. Tale scelta
imprenditoriale è diretta al soddisfacimento
delle richieste del turista che, tendenzialmente,
predilige fare colazione e cenare all’interno
della struttura ricettiva mentre preferisce
pranzare in un luogo all’esterno dell’hotel. A
questo proposito, un discorso specifico va fatto
per ciò che riguarda le vacanze dirette in modo
primario alla cura del corpo e al relax presso i
Centri Benessere dislocati in tutto il Trentino.
Solo nell’area di Comano, una dei principali
centri termali del Trentino, i tour operator
sembrano privilegiare il trattamento di
pensione completa in quanto si tratta
prevalentemente di turisti di una certa età che
hanno come scopo principale il beneficiare di
trattamenti rigeneranti e curativi a livello di
benessere del corpo.
Dopo queste prime considerazioni di carattere
generale, l’analisi si concentra sulle differenze
di costo fra i diversi pacchetti utilizzando la
variabile prezzo per singolo pernottamento.
7.3.1 Oscillazione di prezzo dei pacchetti turistici
Al fine di valutare le differenze fra le diverse
proposte vacanza è stata utilizzata la variabile
prezzo, non inteso come costo totale del
pacchetto ma come prezzo medio del singolo
pernottamento, allo scopo di poter confrontare
offerte di durata diversa ma all’interno di una
stessa categoria (settimanale, infrasettimanale,
weekend).
Sono stati perciò individuati i livelli di prezzo
minimi e massimi e calcolate le medie riferite
alle diverse aree di destinazione (Area Top,
Area Forte, Area Intermedia, Area Debole)
nelle diverse stagionalità (Altissima, Alta e
Bassa Stagione). In particolare, l’analisi si è
concentrata sui pacchetti di durata settimanale
che propongono una sistemazione in hotel e
un’offerta indirizzata alle persone interessate
(esclusi i pacchetti famiglia) a passare una
vacanza attiva praticando gli sport invernali. Il
motivo di questa scelta risiede nella
disponibilità di una significativa mole di dati
sufficiente a sostenere un’adeguata analisi del
fenomeno. Successivamente si è cercato di
capire quali siano state le variabili determinanti
le eventuali differenze di prezzo.
In altissima stagione un pernottamento in hotel
in Area Top varia da un minimo di circa 72
Euro a un massimo di 240 euro con un valore
medio che si aggira intorno ai 103 Euro.
Occorre però sottolineare che il calcolo della
REPORT | dicembre 2005 | 113 |
media non tiene in considerazione le diverse
categorie di hotel, che vanno da 1 a 4 stelle,
ed è quindi stato opportuno calcolarla in
riferimento ai soli hotel a 3 stelle che, come
detto nel paragrafo precedente, sono quelli più
utilizzati dai diversi tour operator e
rappresentano inoltre la classe modale nella
distribuzione dei posti letto alberghieri per
categoria (stelle).
Il risultato ottenuto restringendo il campo di
analisi, è una riduzione del range dei prezzi
che vanno ora da un minimo di 72 Euro a un
massimo di 141 Euro, con una media di 99
Euro. Le differenze nei prezzi possono essere
giustificate da un lato, dall’offerta di un maggior
numero di servizi compresi nel pacchetto come
ad esempio un corso di sci, una Shopping
Card o un ingresso gratuito alle strutture
presenti nella zona in oggetto (Centro
Benessere) e dall’altro, dalla rinomanza del
brand di località quali la Val di Fassa e la zona
di Madonna di Campiglio.
Per quel che riguarda l’Area Forte, i prezzi
degli hotel 3 stelle in altissima stagione,
variano da un minimo di 71 Euro a una
massimo di 117 Euro, con una media di 81
Euro. Si nota subito come i valori riscontrati
nelle aree Forti si presentino più omogenei
rispetto a quelli delle aree Top ed, inoltre,
l’analisi dei servizi proposti fa supporre come
le differenze intraarea possano essere dovute
principalmente all’offerta di escursioni guidate,
corsi di sci o altre attività sportive e in qualche
caso a un ingresso gratuito alle strutture
presenti nella zona in oggetto (piscina,
palaghiaccio).
E’ necessario ricordare che l’analisi per ciò che
riguarda l’altissima stagione non considera
offerte nelle aree deboli o intermedie.
Passando allo studio dei prezzi nelle Aree Top
in alta stagione, il valore minimo riscontrato è
di 48 Euro a un massimo di 118 Euro, con una
media di 83 Euro. Un prezzo minimo così
basso può essere dovuto al fatto che il
pacchetto cui fa riferimento il prezzo non offre
alcun servizio aggiuntivo ad eccezione dello
skipass. Le differenze fra i restanti pacchetti
possono essere giustificate come in
precedenza dalle diverse località a cui si
riferiscono e dalla quantità dei servizi offerti
(che vanno da corsi di sci e Shopping Card a
transfer dall’hotel alle diverse aree sciistiche).
Nelle Aree Forti il range dei prezzi in alta
stagione va da un valore minimo di 57 Euro a
un massimo di 78 Euro, con una media di 70
Euro. In questo caso si ripresenta lo stesso
scenario già osservato analizzando i dati
riguardanti i pacchetti offerti in altissima
stagione.
Nell’Area Intermedia il valore minimo dei prezzi
è di 62 Euro e il valore massimo è di 74, con
una media di 66. Le scarse differenze nei
prezzi sono dovute sia a differenze nei servizi
proposti ma soprattutto a un differente tipo di
trattamento offerto nel pacchetto (pensione
completa, mezza pensione, pernottamento e
prima colazione).
Nelle Aree Deboli i prezzi presentano un valore
minimo di 32 Euro a un massimo di 57 Euro,
con una media di 48 Euro. Si può supporre che
i prezzi si mantengano così bassi per il fatto
che, come detto nelle considerazioni generali,
in alta stagione le proposte verso le aree
deboli sono rivolte in particolar modo a chi
intende permanere in una località per un
weekend ed è spinto da motivazioni alternative
alla tradizionale vacanza sulla neve.
Questa fase di studio si completa con la bassa
stagione.
Nelle Aree Top il range dei prezzi va da un
REPORT | dicembre 2005 | 114 |
valore minimo di 45 Euro ad un massimo di
105 Euro, con una media di 73 Euro.
Nelle Aree Forti si passa da un valore minimo
di 47 Euro ad un valore massimo di 85 Euro,
con una media di 62 Euro.
Le aree Intermedie presentano invece un
prezzo minimo di 30 Euro ed un valore
massimo di 69 Euro, con una media di 53
Euro.
Nelle Aree Deboli il valore minimo riscontrato è
di 33 Euro ad un valore massimo di 72 Euro,
con una media di 51 Euro.
Le differenze nei prezzi all’interno dei pacchetti
offerti nelle varie aree sono imputabili agli
stessi fattori visti nell’alta stagione. Tuttavia, a
livello generale, in bassa stagione il prezzo
assume un peso maggiore rispetto agli altri
fattori ed è in questo periodo che si riscontra,
soprattutto nelle Aree Deboli e in quelle
Intermedie, il maggior ricorso al turismo
intermediato allo scopo di garantire
l’occupazione dei posti letto.
Dopo aver analizzato le differenze di prezzo tra
i diversi pacchetti turistici creati dagli operatori
del turismo intermediato si passerà a
considerare l’appetibilità degli stessi sul
mercato.
7.3.2 Alcuni dati dei pacchetti turistici venduti in Trentino
Oltre all’analisi statica dei singoli pacchetti
turistici offerti nelle varie località nella stagione
invernale 2004/05 il progetto di ricerca si
prefiggeva l’obiettivo di capire le vendite
effettivamente realizzati dal tour operator.
Questa analisi non era finalizzata tanto alla
valutazione economica del turismo
intermediato in Trentino, quanto riuscire ad
identificare la tipologia di pacchetti che hanno
riscontrato maggiore gradimento sul mercato.
Per raccogliere questi dati si è richiesta la
Tab. 28: Prezzi medi per aree relativi alle diverse stagionalità Altissima stagione Alta stagione Bassa stagione
Tipologia area Prezzo
max Prezzo
min Media Prezzo max
Prezzo min Media Prezzo
max Prezzo
min Media
Area Top 72 141 99 48 118 83 45 105 73
Area Forte 71 117 81 57 78 70 47 85 62
Area Intermedia - - - 62 74 66 30 69 53
Area Debole - - - 32 57 48 33 72 51
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo
Tab. 29: Griglia da completare dai vari operatori turistici
Nome T.O. Nome
pacchetto Durata
vacanza Tipologia ricettiva
Trattamento N° pacchetti venduti
XXX Pacchetto 1 Settimanale Hotel ** Mezza Pensione
Settimanale Hotel ** Pensione completa
Weekend Hotel *** Mezza Pensione
Settimanale Hotel **** Mezza Pensione
TOTALE
fonte: Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 115 |
collaborazione degli operatori del turismo
intermediato (tour operator incoming, agenzie
di viaggio, consorzi di commercializzazione)
che hanno realizzato i pacchetti analizzati in
precedenza.
Sono stati contattati una ventina di operatori e
ad ognuno di essi è stata inviata una griglia
personalizzata da completare inserendo il
numero totale dei loro pacchetti venduti,
suddivisi se possibile tenendo conto
contemporaneamente delle seguenti tre
variabili: durata del soggiorno, tipologia
ricettiva e trattamento riservato al turista
(mezza pensione, pensione completa,
pernottamento e prima colazione).
Purtroppo il tasso di risposta degli operatori del
turismo intermediato è stato contenuto: dei 18
contattati solamente sette hanno spedito la
griglia debitamente compilata. Questa scarsa
collaborazione pregiudica la possibilità di
un’analisi complessiva del fenomeno, pertanto
quello che si propone di seguito saranno dei
brevi spunti di riflessione da considerarsi
parziali e non rappresentativi dell’intera realtà
trentina.
Nelle Aree considerate Deboli e Intermedie le
potenzialità del turismo intermediato, in base ai
pochi dati reperiti, sembrano molto contenute:
in Vanoi non è stato venduto alcun pacchetto,
in Bondone 10, nelle Giudicarie esteriori
(Terme di Comano) 14, in Valle di Non 21 e in
Paganella 24. Nonostante questa omogeneità
di fondo, si può osservare come il Bondone, la
Valle di Non e le Giudicarie esteriori, aree
considerate deboli nel presente lavoro, puntino
esclusivamente a soggiorni di breve durata
(weekend) mentre la Paganella, ambito
classificato come intermedio, offra proposte
vacanze di durata settimanale. Questa
differenza può essere imputata al diverso
potenziale turistico a disposizione delle due
aree.
In Paganella infatti, grazie alla buona
infrastrutturazione del territorio per la pratica
delle classiche discipline invernali (sci,
snowboard), si vendono principalmente
pacchetti turistici realizzati per turisti desiderosi
di trascorrere la classica settimana bianca. In
secondo ordine l’ambito punta anche su
pacchetti che sfruttano l’attrattività derivante
dalla presenza in loco del Parco Naturale
Adamello- Brenta, anche se questi pacchetti si
caratterizzano per una durata più breve
(weekend).
In Valle di Non invece, i pacchetti venduti sono
tutti di due o tre giorni poiché l’offerta generale
dell’ambito si indirizza verso motivazioni
alternative alla vacanza attiva sulla neve
(vacanze enogastronomiche o legate al
benessere e al relax o alla pratica di discipline
alternative sulla neve, come ad esempio le
escursioni con le ciaspole). Di questi, oltre la
metà dei pacchetti venduti riguarda vacanze
all’insegna del benessere e del relax.
Per quanto riguarda le Giudicarie esteriori è da
notare come il turismo termale, che
rappresenta la principale offerta dell’ambito,
ricorra marginalmente all’intermediazione: dei
14 pacchetti venduti infatti solamente quattro
rispondono ad una motivazione benessere
mentre i rimanenti riguardano una proposta
enogastronomica tesa a valorizzare le
produzioni tipiche locali.
Sempre in base ai dati pervenuti, risulta come
l’intermediazione sia, nel contesto trentino,
relativamente più sviluppata nelle aree forti:
nell’area di San Martino di Castrozza sono stati
venduti 89 pacchetti e in Valle di Fiemme 153.
Entrambe le località sono orientate verso
proposte vacanza di durata settimanale e
REPORT | dicembre 2005 | 116 |
incentrate prevalentemente sulla motivazione
vacanza attiva invernale.
In Valle di Fiemme, le proposte vacanze che
hanno riscontrato maggiore successo sono
quelle che offrono al turista un maggiore
vantaggio economico (prezzi di gruppo per
vacanze individuali) e quelle che offrono
attività ed escursioni per tutta la famiglia
includendo visite, divertimento e buona cucina
a un prezzo conveniente rispetto ad altri tipi di
offerta.
Per quanto riguarda le destinazioni considerate
aree Top non è pervenuto alcun tipo di dato
utile per completare l’analisi.
REPORT | dicembre 2005 | 117 |
ALLEGATI Tabelle aggiornamento dati, grafici di riepilogo e commenti n.b.: nelle tabelle, la presenza del simbolo ### indica un valore non significativo o non confrontabile con l’analogo valore del periodo precedente
REPORT | dicembre 2005 | 118 |
REPORT | dicembre 2005 | 119 |
ALLEGATO I Tabelle aggiornamento dati, grafici di riepilogo e commenti Movimento turistico semestre invernale 2004-05 – totale provinciale
REPORT | dicembre 2005 | 120 |
REPORT | dicembre 2005 | 121 |
REPORT | dicembre 2005 | 122 |
Grafico 58: Serie storica arrivi turistici invernali in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05)
serie storica arrivi turistici invernali in Trentino per provenienza
0
500000
1000000
1500000
2000000
2500000
1990/91 1991/92 1992/93 1993/94 1994/95 1995/96 1996/97 1997/98 1998/99 1999/00 2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05
italiani stranieri totale
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T. Grafico 59: Serie storica presenze turistiche invernali in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05)
serie storica presenze turistiche invernali in Trentino per provenienza
0
2000000
4000000
6000000
8000000
10000000
12000000
1990/91 1991/92 1992/93 1993/94 1994/95 1995/96 1996/97 1997/98 1998/99 1999/00 2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05
italiani stranieri totale
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 123 |
Grafico 60: Serie storica arrivi turistici invernali in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -2004/05) SERIE STORICA ARRIVI TURISTICI IN TRENTINO PER COMPARTO RICETTIVO
0
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05
alberghiero esercizi complementaritotale certificato stime all. privati e seconde casetotale generale
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
Grafico 61: Serie storica presenze turistiche invernali in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -2004/05)
SERIE STORICA PRESENZE TURISTICHE IN TRENTINO PER COMPARTO RICETTIVO
0
2.000.000
4.000.000
6.000.000
8.000.000
10.000.000
12.000.000
14.000.000
2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05
alberghiero esercizi complementaritotale certificato stime all. privati e seconde casetotale generale
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 124 |
Grafico 62: Serie storica permanenza media invernale in Trentino per comparto ricettivo (2000/01 -2004/05)
SERIE STORICA PERMANENZA MEDIA IN TRENTINO PER PROVENIENZA
0
1
2
3
4
5
6
7
8
2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05
n. giorni permanenzaitaliani stranieri totale
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
Grafico 63: Serie storica permanenza media invernale in Trentino per provenienza (1990/91 -2004/05)
SERIE STORICA PERMANENZA MEDIA PER PROVENIENZA
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
1990/9
1
1991/9
2
1992/9
3
1993/9
4
1994/9
5
1995/9
6
1996/9
7
1997/9
8
1998/9
9
1999/0
0
2000/0
1
2001/0
2
2002/0
3
2003/0
4
2004/0
5
italiani stranieri
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 125 |
REPORT | dicembre 2005 | 126 |
REPORT | dicembre 2005 | 127 |
ALLEGATO II Tabelle aggiornamento dati, grafici di riepilogo e commenti Movimento turistico semestre invernale 2004-05 per ambito Trento L’ambito turistico di Trento e del Monte Bondone ha vissuto un inverno caratterizzato da segni positivi, anche
se, come vedremo, non mancano dinamiche contraddittorie. Un altro elemento assai positivo è che questi
andamenti apprezzabili fanno seguito ad una stagione che aveva registrato crescite anche forti, quindi la
situazione lasciava pensare che fosse arduo ottenere espansioni ulteriori in tempi brevi.
All’interno del comparto ricettivo a flussi certificati gli alberghi rappresentano la formula ricettiva di gran lunga
più importante: con 76mila arrivi, in aumento del 12,5%, valore davvero interessante, e quasi 212mila
presenze, in aumento del 39,4%, quindi assolutamente eccezionale, dovuto sostanzialmente ad un
raddoppio dei pernottamenti degli ospiti di provenienza estera, l’ambito ha archiviato un inverno alberghiero
davvero positivo, pur con limiti di tipo “qualitativo” che si possono in qualche caso registrare tra gli addetti ai
lavori.
La permanenza media negli alberghi dell’ambito è di soli 2,8 giorni, segnale questo che comunque la
presenza della montagna e delle settimane bianche non cancella certo la dimensione “cittadina” dei flussi e
dei comportamenti turistici, almeno negli alberghi.
Il movimento nelle strutture ricettive complementari, l’altra componente del flusso turistico soggetto a
certificazione, è assai minore: si tratta di 10.691 arrivi, peraltro in calo del 6,0%, valore non certo trascurabile
e poco più di 86mila presenze, corrispondenti al 2,9% in meno della stagione precedente.
REPORT | dicembre 2005 | 128 |
La permanenza in queste strutture è di 8,1 giornate, valore non soltanto superiore alla media, che è di 5,7
pernottamenti, ma anche in assoluto assai elevato.
Complessivamente il totale dei flussi certificati tocca gli 86.695 arrivi, equivalenti ad un aumento del 9,9%,
mentre le presenze sono quasi 298mila, il 23,8% in più dell’inverno precedente.
La durata media del soggiorno, in questo caso, è di 3,4 giornate.
Gli italiani sono cresciuti, ma con valori attorno al 2% negli alberghi, quindi crescite contenute, con
permanenze medie assai ridotte, 2,4 giornate.
Come è stato anticipato sopra, gli stranieri sono aumentati in termini eccezionali: negli alberghi gli arrivi sono
cresciuti del 44,0% e le presenze sono addirittura arrivate al 95,5% in più, con permanenze medie superiori
agli ospiti nazionali, si tratta di 3,7 giornate, ma comunque inferiori alla media, che nel caso degli stranieri
negli alberghi è di 5,2 pernottamenti.
Nel comparto complementare gli italiani flettono del 3,1% negli arrivi e dell’1,5% nelle presenze, ma la
permanenza media è elevata, si tratta di 8,0 giornate, contro un dato medio di 5,5.
Nel complementare gli stranieri, peraltro sono pur sempre 25.749 pernottamenti su un totale certificato di
oltre 115mila, quindi non un valore trascurabile, calano in termini evidenti: -12,4% gli arrivi, -5,9% le
presenze.
Nel complesso, quindi, gli italiani crescono in termini contenuti e gli stranieri crescono fortemente,
nonostante le differenze notevolissime registrate nelle diverse formule di alloggio.
In quest’ambito non sono presenti per l’inverno 2004/05 dati frutto di stima, al solito riguardanti il movimento
negli alloggi privati e nelle seconde case.
REPORT | dicembre 2005 | 129 |
REPORT | dicembre 2005 | 130 |
REPORT | dicembre 2005 | 131 |
Dolomiti di Brenta – Altopiano della Paganella
Anche in questo caso si registrano valori positivi nel movimento complessivo soggetto a certificazione, ma
non mancano certo situazioni contraddittorie. La soddisfazione deriva anche dal fatto che l’area della
Paganella aveva già raggiunto nell’inverno 2003/04 livelli di crescita notevoli e non era così certo un ulteriore
stato di crescita nella stagione successiva.
Negli alberghi dell’ambito la situazione appare assai positiva. Nel complesso gli arrivi crescono dell’8,2%,
oltrepassando le 87mila unità, mentre le presenze, oltre 448mila, segnano un +9,6% davvero interessante.
Sono senza dubbio apprezzabili gli incrementi degli ospiti italiani, ma il movimento estero ha dato un impulso
molto vivace, nell’ordine del 22%.
La permanenza media è di 5,1 giornate, un valore un poco superiore a quello medio, frutto di valori oltre la
media sia nella vacanza degli italiani che in quella degli ospiti stranieri.
Nel comparto complementare, altra espressione, peraltro in quest’ambito assai ridotta nei flussi, del
movimento certificato, i cali sono stati, al contrario, assai pesanti, con un -22,1% negli arrivi ed un quasi
analogo -22,6% nelle presenze. Le contrazioni sono pesanti per quanto riguarda i flussi italiani, molto più
forti per quanto riguarda il peraltro esiguo movimento straniero.
Sommando i diversi movimenti del comparto ad ospitalità certificata si arriva ad un totale degli arrivi, 92mila,
in crescita del 6,1%, mentre le presenze, 465.457, sono il 7,9% in più.
La permanenza media è di 5,1 giornate, un valore che al confronto con quello del comparto certificato
provinciale è un poco superiore.
Gli italiani sono complessivamente in crescita del 3,2% negli arrivi e del 5,0% nelle presenze nell’ospitalità
certificata, ma questo aumento è dovuto interamente al buon andamento dell’importante comparto ricettivo
alberghiero, che registra aumenti del 4,8 negli arrivi e del 6,2% nelle presenze, dal momento che
nell’ospitalità complementare la crisi della domanda nazionale è forte, attorno al 17% in meno.
Gli ospiti stranieri, discretamente numerosi negli alberghi, dove costituiscono il 21,4% delle presenze, si
segnalano per incrementi che superano il 22% sia negli arrivi che nelle presenze, ma nella ricettività
complementare sono praticamente assenti.
Le vacanze in Paganella sono, per gli ospiti stranieri, un poco più lunghe della media: si tratta di 5,7 giornate
contro 5,3.
Nel comparto costituito dagli alloggi privati e dalle seconde case le stime mostrano una complessiva
situazione di crescita, con aumenti del 6,6% negli arrivi e dell’11,0% nelle presenze.
Il 90% circa delle presenze è italiano ed è in crescita, ma è su valori positivi anche l’esiguo movimento
estero stimato.
La vacanza è mediamente di 7,5 giornate, un valore un poco superiore al dato medio del comparto stimato.
REPORT | dicembre 2005 | 132 |
REPORT | dicembre 2005 | 133 |
REPORT | dicembre 2005 | 134 |
Altopiano di Piné e Valle di Cembra
In quest’ambito il comparto a ricettività certificata è di gran lunga inferiore nei flussi di arrivi e presenze
rispetto a quello costituito dal movimento, stimato, negli alloggi privati e nelle seconde case.
I valori dell’inverno registrati nelle forme di ospitalità certificata sono molto positivi, dopo il difficile inverno
che ha preceduto la stagione invernale oggetto di commento, pur nella sua in assoluto ridotta entità: negli
alberghi i 6.774 arrivi sono corrispondenti ad una crescita del 14,5%, mentre le presenze, poco meno di
24mila, sono aumentate addirittura del 41,3%. Come vedremo tra poco, il contributo del mercato straniero in
questo senso è particolarmente importante all’interno dell’ambito in questione.
La vacanza invernale negli alberghi dura soltanto 3,5 giornate, un valore poco più che “cittadino”.
Nelle forme di ospitalità complementare, poco importanti nel bilancio dell’area, gli aumenti sono molto forti,
nell’ordine del 41% circa, ma si tratta davvero di pochi arrivi, che generano 2.643 presenze.
La permanenza media è di soli 3,0 giorni, la metà circa del valore medio provinciale.
Complessivamente il movimento certificato totalizza 7.663 arrivi, in crescita del 17,1%, mentre le presenze
sono 26.459, in aumento del 41,2%.
La durata media della permanenza è in questo caso di 3,5 giornate.
Gli italiani hanno dato all’ambito buoni risultati, con crescite forti nelle presenze, ma gli stranieri, il 29,1%
degli arrivi ed il 26,1% nelle presenze, hanno dato un contributo molto importante, con aumenti del 69,2%
negli arrivi e dell’85,1% nelle presenze.
Si è però visto che la durata del soggiorno è comunque breve, sia per gli ospiti nazionali (3,6 giornate), sia
per gli stranieri (3,1 giornate).
Il comparto costituito dagli alloggi privati e dalle seconde case è, come noto, notevolissimo in quest’ambito e
supera il movimento certificato nei flussi. Gli aumenti sono presenti anche in questo caso, ma sono di
modesta entità, si tratta dell’1,1% in più negli arrivi e del 2,6% in più per le presenze. Quasi nulla in questo
caso la presenza degli stranieri.
La permanenza nel comparto in oggetto è di 5,7 giornate, un valore al di sotto della media provinciale del
movimento stimato, che è indicata in 6,9 pernottamenti.
REPORT | dicembre 2005 | 135 |
REPORT | dicembre 2005 | 136 |
REPORT | dicembre 2005 | 137 |
Valle di Fiemme
In Valle di Fiemme le cose vanno in modo soddisfacente, non tanto per i picchi assoluti di crescita che, come
vedremo, non sono in assoluto elevati, ma per la sostanziale positività che il complessivo quadro inerente i
movimenti nel sistema ad ospitalità certificata presenta.
Negli alberghi fiemmesi la stagione invernale ha in sostanza confermato i livelli assai brillanti registrati nella
stagione precedente, con un +0,1% negli arrivi, 100.624, ed un +0,6% nelle presenze, 494.464. Tenere,
dopo crescite come quelle registrate durante la stagione invernale 2003/04, non era certo una cosa sicura (si
trattava di un +14,6% negli arrivi e di un +10,4% nelle presenze). Semmai può preoccupare la flessione,
peraltro contenuta, che vedremo tra breve, registrata dagli italiani, compensata però abbondantemente dagli
arrivi e dalle presenze straniere, ma è una flessione registrata dopo un’annata di successo molto forte anche
sul mercato nazionale.
La permanenza media negli alberghi della valle è di 4,9 giornate, un valore solo di poco superiore alla
media.
Nelle strutture complementari, non particolarmente “pesanti” in termini di arrivi e presenze in valle, ma in
crescita (attualmente raccolgono l’11,3% degli arrivi a flusso certificato) le cose sono andate assai bene:
dopo una stagione di crescita interessante ne è seguita un’altra, quella in esame, che ha segnato valori
ancora superiori: +12,4% negli arrivi, 12.774, +9,7% nelle presenze, poco meno di 77mila.
La vacanza in queste strutture dell’ospitalità dura mediamente 6,0 giorni, un valore poco sopra alla media.
Sommando l’intero movimento dei flussi certificati si ottengono oltre 113mila arrivi, in crescita dell’1,3%, e
oltre 571mila presenze, pari all’1,7% in più
La durata della permanenza nell’intero sistema a ricettività certificata registra mediamente 5,0 giornate, un
valore di poco superiore a quello medio provinciale, che è di 4,7 pernottamenti.
Gli italiani, dopo il forte momento di crescita registrato negli alberghi nella stagione invernale precedente a
quella in oggetto, stagione nella quale in queste strutture si erano avuti un +20,0% negli arrivi ed un +16,5%
nelle presenze, era ben difficile potessero far di meglio ed il contenuto calo, meno del 2%, non può destare
eccessivo allarme. Nel comparto complementare, poi, le crescite sono state molto buone: +14,6% negli
arrivi, +7,9% nelle presenze, per un valore complessivo che vede gli arrivi italiani certificati segnare un -
0,5%, mentre le presenze flettono di un quasi identico valore: -0,7%.
Non particolarmente interessante la permanenza, di 4,2 giornate, contro le 4,4 del valore di riferimento
provinciale.
Gli stranieri sono cresciuti complessivamente di circa il 4%, grazie ad incrementi nell’ordine del 3% negli
alberghi e prossime all’11% nelle strutture dell’ospitalità complementare.
Mediamente le vacanze degli ospiti provenienti dall’estero sono state di 6,2 giornate, un buon valore.
In merito al movimento riguardante gli alloggi privati e le seconde case, realtà molto sviluppata in Valle di
Fiemme, si stimano andamenti complessivamente analoghi alla stagione precedente (si tratta di oltre 77mila
arrivi e di 566mila presenze, un volume superiore alla realtà certificata), salvo notare come all’interno di
questo comparto sia la piccola componente estera a compensare lievi flessioni della grande massa di
turismo italiano.
La permanenza media è stimata in 7,3 giornate, un valore superiore alla media.
REPORT | dicembre 2005 | 138 |
REPORT | dicembre 2005 | 139 |
REPORT | dicembre 2005 | 140 |
Valle di Fassa
Dopo i brillanti aumenti registrati dal sistema dell’ospitalità fassana nell’inverno 2003/04, in particolar modo di
quella certificata nei flussi, l’inverno successivo, quello qui oggetto di analisi tende nel complesso a
confermare invece i valori già raggiunti. In realtà questa battuta d’arresto è il risultato, come vedremo, di
situazioni diverse.
Negli alberghi della valle il flusso di arrivi (230mila) e presenze (1milione 226mila) ha perso meno dell’uno
per cento, quindi non si tratta di un fenomeno vistoso: per la precisione si tratta del -0,9% negli arrivi e del -
0,7% nelle presenze.
La permanenza media resta quindi quella precedente, si tratta di 5,3 giornate.
Nel complementare, ricettività molto più contenuta nelle entità dei flussi raccolti in Valle di Fassa, prosegue
invece l’andamento positivo e per l’inverno in esame si registrano aumenti del 4,4% negli arrivi (32.301) e del
5,7% nelle presenze (180.493).
La permanenza media nelle strutture complementari è quasi analoga a quella provinciale del comparto: si
tratta di 5,6 pernottamenti, contro il valore medio di 5,7.
Sommando i flussi certificati si giunge ad un valore degli arrivi pari a 262.552, equivalente allo 0,2% in meno,
quindi una sostanziale ripetizione del risultato precedente, mentre le presenze, quasi 1milione 407mila,
segnano uno 0,1% in più.
La permanenza media è di 5,4 giornate, un valore apprezzabile, superiore alla media registrata in provincia.
Sia gli ospiti italiani (93mila presenze certificate) che quelli stranieri (476mila presenze certificate) ripetono
nella sostanza i valori dell’anno precedente, quindi per trovare differenze si deve risalire alla leggera perdita
registrata dagli stranieri negli alberghi, compensata dalla vivace crescita nel piccolo comparto
complementare, che compensa la breve contrazione degli alberghi.
Se si esaminano le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case, meno presenti in questa valle rispetto
ad altre aree di successo, si può notare un leggero aumento negli arrivi, +1,7% ed un calo delle presenze di
un analogo ma contrario 1,7%.
Poco brillante la permanenza media, stimata in 5,9 giornate contro le 6,9 giornate della media provinciale.
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San Martino di Castrozza e Primiero
I risultati positivi, seppur con aumenti più contenuti rispetto alla stagione precedente, si ripetono anche per
l’inverno in esame.
Gli alberghi dell’ambito hanno chiuso la stagione 2004/05 con un +1,5% negli arrivi, quasi 69mila, e con un
più consistente +3,4% nelle presenze, che sono arrivate a 324.396.
Avremo modo di vedere meglio tra poco, però, come questi andamenti siano il frutto di un positivo sviluppo
della domanda estera e non certo del mercato italiano.
La vacanza negli alberghi dura mediamente 4,7 giornate, un valore praticamente in media con quello
provinciale del comparto.
La ricettività complementare, in assoluto davvero poco pesante nel bilancio stagionale, perde invece il 5,9%
degli arrivi, ma incrementa del 3,2% le presenze, segnando nonostante questo fenomeno una durata del
soggiorno ancora sotto la media, cioè 5,0 pernottamenti contro i 5,7 del valore provinciale del comparto
ricettivo in oggetto.
Sommando i flussi certificati si ottengono quasi 79mila arrivi, pari allo 0,6% in più e 373.629 presenze, il
3,4% oltre il valore della stagione precedente.
La permanenza nell’ospitalità trentina certificata nei flussi è di 4,7 giornate.
All’interno di questo movimento, però, gli italiani perdono l’1,7% negli arrivi e restano fermi, con un +0,3%
nelle presenze, mentre gli ospiti stranieri, pur non numerosi, segnano un +20,4% negli arrivi ed un +23,5%
nelle presenze, valori di crescita da attribuire soltanto al davvero forte incremento registrato negli alberghi,
+29,1% gli arrivi, +33,6% le presenze, dal momento che il piccolo movimento complementare è decisamente
negativo rispetto all’inverno precedente.
Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case, formule ricettive meno presenti che in altre aree,
riportano un calo, per la precisione del 3,8% negli arrivi e del 9,2% nelle presenze, mentre la permanenza
media è di 6,9 giornate, un valore in media con quello provinciale del comparto stimato.
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Valsugana
Un’altra stagione invernale in attivo per la Valsugana, che come nell’inverno precedente, però, raggiunge
valori certificati complessivamente positivi grazie all’andamento apprezzabile registrato negli alberghi,
compensando così le continue difficoltà nelle altre strutture ricettive complementari.
Gli alberghi dell’ambito totalizzano 33.335 arrivi, il 7,5% in più della stagione invernale precedente, già
portatrice di una certa crescita; le presenze crescono meno, si tratta dell’1,9% in più, ma sfiorano comunque
le 96mila.
La permanenza media negli alberghi risulta di soli 2,9 giornate, un valore davvero insoddisfacente, visto
anche che è in leggero calo rispetto all’inverno 2003/04, quando erano state registrate mediamente 3,0
giornate.
La ricettività complementare accoglie in Valsugana flussi ridotti, per di più in continuo sensibile calo: l’inverno
in esame perde ancora, si tratta del 18,1% in meno negli arrivi, soltanto 1.509 e del -15,3% nelle presenze,
che si fermano poco oltre le 6mila.
La vacanza è breve, si tratta di 4,0 giornate.
Il valore complessivo del movimento certificato conta poco meno di 35mila arrivi, in crescita del 6,1%, mentre
le presenze, quasi 102mila, segnano un +0,7%.
La permanenza media è di 2,9 pernottamenti.
Il movimento straniero è da sempre in evidenza in quest’ambito e rappresenta un terzo delle presenze
certificate. La crisi, però, è forte e dopo un inverno 2003/04 in crescita, l’inverno in esame perde invece
molto: gli arrivi calano del 14,5% e le presenze del 21,8%, a causa di pesanti contrazioni vissute sia
dall’importante comparto alberghiero che dal poco frequentato comparto ricettivo complementare.
La permanenza è breve, si tratta di 2,9 giornate.
Il notevolmente sviluppato movimento negli alloggi privati e nelle seconde case viene stimato in deciso
aumento: gli arrivi registrano una crescita dell’11,3%, toccando quota 22.594, mentre le presenze, 156.508,
salgono del 10,3%.
La permanenza media è di 6,9 pernottamenti, un valore analogo a quanto registrato su base provinciale.
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Altipiani di Folgaria, lavarone, Luserna
Prosegue il periodo positivo vissuto dalla stagione invernale, con quasi tutti i risultati in crescita per gli
Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna.
Negli alberghi l’aumento degli arrivi, 52.361, è del 5,7%, mentre le presenze, quasi 224mila, crescono del
4,7%.
La vacanza invernale negli alberghi dell’ambito dura mediamente 4,3 giornate, un valore un poco sotto la
media provinciale del comparto.
Nel sistema di accoglienza complementare, in assoluto contenuto nelle dimensioni dei flussi rilevati, la
situazione è meno positiva, dal momento che gli arrivi sono fermi al +0,4%, si tratta di 6.272 e le presenze,
poco più di 28mila, scendono del 3,5%.
La permanenza è in questo caso mediamente di 4,5 giornate, decisamente sotto il valore medio provinciale,
che è di 5,7 pernottamenti.
Sommando i flussi certificati si ottengono un totale di 58.633 arrivi, in aumento del 5,1% e quasi 252mila
presenze, in crescita del 3,7%.
La permanenza è sotto la media, si tratta di 4,3 giornate, contro 4,7 registrate in provincia per i flussi
certificati.
Gli ospiti italiani premiano con incrementi contenuti ma pur sempre apprezzabili sia le forme di ospitalità
alberghiera che quelle di tipo complementare. Gli ospiti stranieri, invece, crescono fortemente negli alberghi,
si tratta di +17,0% arrivi e del +18,6% nelle presenze, ma perdono sensibilmente nel peraltro ben poco
frequentato sistema di accoglienza complementare.
Complessivamente gli italiani crescono del 4,0% negli arrivi e dell’1,7% nelle presenze, mentre il flusso
estero, peraltro non molto sviluppato rispetto ad altre aree, cresce del 12,5% negli arrivi e del 12,6% nelle
presenze, come abbiamo visto unicamente per le brillanti performance degli alberghi.
La permanenza media degli stranieri è di 6,2 pernottamenti, un valore sensibilmente sopra la media, al
contrario degli italiani, che soggiornano solamente 4,0 giornate.
La stima riferentesi ai forti movimenti negli alloggi privati e nelle seconde case, molto sviluppate sugli
Altipiani, parla di oltre 75mila arrivi, in aumento dello 0,7% e di 430.463 pernottamenti, lo 0,1% in più, dati
attribuiti dalle stime solamente agli ospiti nazionali. Si tratta di valori superiori all’intero movimento certificato.
La permanenza media è calcolata di 5,7 giornate, un valore piuttosto contenuto rispetto a quello medio.
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Rovereto e Vallagarina
L’inverno 2004/05 dà notevoli soddisfazioni all’ambito, migliorando un andamento precedentemente discreto,
ma certo non paragonabile alla crescita in esame in quest’occasione.
Negli alberghi gli arrivi crescono del 4,8%, sono 29.699, mentre le presenze, quasi 79mila, registrano +6,2%.
La permanenza media negli alberghi è di 2,7 giornate, un valore molto basso, caratterizzante senza dubbio
una realtà in buona parte cittadina.
Il sistema di ospitalità complementare, di entità percentualmente non modesta nell’ambito, registra 6.428
arrivi, corrispondenti ad un aumento del 62,0% addirittura, mentre con 40.575 presenze la crescita è del
48,5%.
La permanenza media è di 6,3 giornate, un valore interessante, superiore alla media provinciale del
complementare.
Nel complesso l’ospitalità a flussi certificati ha accolto nell’inverno in esame oltre 36mila arrivi, l’11,8% in più,
mentre le presenze, 119.385, crescono del 17,6%.
La permanenza media nell’ambito è in questo caso di 3,3 giornate, un valore davvero contenuto.
E’ il notevole movimento degli ospiti italiani a generare questa vivace situazione dell’ambito, dal momento
che gli arrivi crescono complessivamente del 23,0%, mentre le presenze salgono addirittura del 30,4%. Le
crescite sono molto forti nella ricettività complementare, ma la situazione negli alberghi è comunque di
brillante aumento.
Gli ospiti stranieri, invece, perdono in entrambe le forme di ricettività certificata ed alla fine il risultato è di un -
15,2% negli arrivi e di un -11,4% nelle presenze. La permanenza media degli stranieri è di 3,4 pernottamenti,
in linea con quella degli italiani, che soggiornano 3,3 giornate.
Il non certo trascurabile comparto ricettivo costituito dagli alloggi privati e dalle seconde case fornisce,
attraverso le stime effettuate, i seguenti valori: -5,0% per gli arrivi, -4,8% le presenze. Si noti che il
movimento straniero è assolutamente trascurabile.
La permanenza media è di 6,5 giornate, un valore un poco sotto il riferimento provinciale, che è di 6,9
pernottamenti nel comparto stimato.
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Garda trentino
Non sono stagioni facili per l’ambito del Garda trentino e neppure la stagione invernale 2004/05 porta valori
confortanti, a causa, come si vedrà meglio tra poco, della crisi sul mercato estero, così importante per
quest’area del Trentino.
Negli alberghi dell’ambito i valori complessivi sono negativi, seppure in termini contenuti: gli arrivi perdono
l’1,7%, fermandosi poco sotto quota 101mila, mentre le presenze, 277.662, sono lo 0,3% in meno
dell’inverno di confronto.
La permanenza media è decisamente contenuta, come abituale negli alberghi di questa zona: si tratta di 2,8
giornate.
L’ospitalità complementare, non particolarmente frequentata, perde il 9,9% degli arrivi, fermi a 15.462,
mentre le presenze scendono addirittura del 14,3%, arrestandosi ad 83.610.
La permanenza media è in questo tipo di ricettività certificata di 5,4 giornate, un poco inferiore al dato medio.
Nel complesso la ricettività a flussi certificati registra 116.254 arrivi, per un calo del 2,9%, mentre le
presenze, poco oltre 361mila, perdono il 3,9% rispetto all’inverno precedente.
La permanenza media è nel comparto certificato di 3,1 giornate, valore molto basso.
Gli ospiti italiani, all’interno di questa situazione poco brillante, sono in realtà in crescita, si tratta del 5,3% in
più negli arrivi e del 7,3% in più nelle presenze, aumenti che sono in parte dovuti agli aumenti negli alberghi,
che vanno bene soprattutto nelle presenze, in parte dovuti al forte risultato nel complementare, che vede
valori in crescita specialmente negli arrivi, che si impennano del 43,3%. In questo ultimo caso le permanenze
medie sono addirittura di 7,8 giornate, un valore in assoluto molto elevato.
Gli stranieri perdono, peraltro non molto, negli alberghi, ma scendono fortemente, nell’ordine del 20% e più
nelle strutture complementari, aggravando la situazione complessiva.
L’esiguo movimento stimato negli alloggi privati e nelle seconde case parla di una crisi sia negli arrivi,
soltanto 7.342, che perdono il 9,7%, sia nel le presenze, 41.544, scendono del 5,9%.
La durata stimata del soggiorno è di 5,7 giornate, un valore nettamente sotto la media provinciale del
comparto.
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Terme di Comano – Dolomiti di Brenta
Dopo la non facile stagione invernale 2003/04, l’ambito di Comano ha registrato nelle strutture a flussi
certificati un inverno ‘04-‘05 davvero brillante.
Negli alberghi gli arrivi, 7.048, sono cresciuti del 21,2%, mentre le presenze, 31.434, sono aumentate ancor
più: la crescita è contraddistinta da un +25,5%, valore davvero notevole.
La permanenza media negli alberghi è stata di 4,5 pernottamenti, un dato quasi in media provinciale.
Nell’ospitalità complementare gli arrivi, peraltro soltanto 1.774, sono cresciuti del 5,0%, mentre le presenze,
5.451, sono salite ben oltre: si tratta del 21,9% in più della stagione precedente.
La permanenza media, nonostante questo, resta molto bassa, si tratta di soli 3,1 pernottamenti.
Nel complesso il comparto certificato totalizza 8.822 arrivi, in aumento del 17,5%, mentre le presenze, quasi
37mila, registrano una crescita del 24,9%.
La permanenza media è contenuta, si tratta di 4,2 giornate.
Il movimento nell’ambito è quasi interamente italiano: gli arrivi nazionali sono in forte aumento, ma va
registrato anche il raddoppio delle peraltro poche presenze straniere, fenomeno meritevole di attenzione, in
gran parte concentrato nelle strutture alberghiere.
Gli alloggi privati e le seconde case hanno una parte notevole in quest’ambito, le stime ci parlano di 8.411
arrivi, tutti italiani, in aumento di un modesto 0,9%, mentre le presenze, 37.764, aumentano di un ancor più
contenuto 0,6%.
La permanenza media stimata è di 4,5 giornate, un valore basso.
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Madonna di Campiglio, Pinzolo e Val Rendena
Reduce da grande successo con il pubblico nella ricettività alberghiera, nell’inverno 2003/04, l’ambito della
Rendena raccoglie l’inverno successivo, quello 2004/05, meno consensi. Non si tratta, di massima, di gravi
contrazioni, ma i valori precedenti dell’intero comparto certificato non sono stati eguagliati.
Gli alberghi, dopo la grande stagione vissuta l’anno precedente sia con il pubblico nazionale che, ancor più,
in termini relativi, con quello internazionale, hanno perso il 2,5% negli arrivi, fermi a 110mila, ma hanno
superato, seppur di pochissimo, il valore delle presenze, 539.445, con un incremento dello 0,4%. In
sostanza, ripetere il dato delle presenze dopo una crescita del 10,0% nella stagione precedente non può
essere considerata una vera battuta d’arresto.
La vacanza negli alberghi è di 4,9 giornate, un valore un poco superiore alla media provinciale di questo tipo
di alloggio.
Nelle strutture complementari, quindi certificate nei flussi, comparto peraltro assai ridotto nell’ambito e
reduce da non indifferenti contrazioni, si è perso l’1,0%, fermando gli arrivi a 7.512, mentre le presenze,
42.392, hanno subito un duro colpo: -16,9%.
La permanenza media è di 5,6 pernottamenti, valore quasi in media, ma molto al di sotto di quello registrato
la stagione precedente nell’ambito.
Sommando i flussi certificati si arriva ad un totale degli arrivi di 117.566, in calo del 2,4%, mentre le
presenze, quasi 582mila, perdono l’1,1%.
La vacanza nel comparto ricettivo certificato nei flussi dura mediamente 4,9 giornate, un valore di poco
superiore alla media.
Gli italiani perdono un po’ quota e determinano in toto i cali finali, dal momento che gli stranieri, dopo la bella
stagione precedente, anche in quest’ultima oggetto di analisi segnano apprezzabili aumenti, si tratta del
5,5% in più negli arrivi e dell’8,9% in più nelle presenze, crescite dovute al comparto alberghiero, dato che
l’esigua presenza nel complementare è in contrazione.
Il soggiorno è mediamente di 6,0 giornate, un valore decisamente apprezzabile.
Lo sviluppatissimo comparto rappresentato dagli alloggi privati e dalle seconde case, si parla del 66,8% delle
presenze nell’ambito, segnala attraverso le stime effettuate una crescita degli arrivi del 2,2%, giungendo
quindi a quota 136.480, mentre con 1.171.538 presenze l’aumento corrisponde allo 0,7% in più della
stagione precedente.
La vacanza invernale dura in queste strutture ricettive mediamente 8,6 giornate, un valore molto elevato.
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Valli di Sole, Pejo e Rabbi
Anche quest’ambito si presentava alla partenza dell’inverno 2004/05 con alle spalle precedenti successi
molto evidenti sia con il mercato nazionale che su quelli esteri. Il comparto certificato, però, non è riuscito ad
eguagliare, come vedremo, i livelli della stagione precedente.
Negli alberghi dell’ambito si è registrato complessivamente un calo: gli arrivi sono scesi del 4,2%, fermandosi
sotto i 168mila, mentre le presenze, meno di 964mila, hanno perso il 3,7%. Dopo le forti crescite, quindi, un
calo, peraltro come si vede non gravissimo.
La permanenza media è di 5,7 giornate, un valore superiore alla media.
Nelle strutture complementari, formule ricettive discretamente presenti nell’ambito, che dato il grande
movimento alberghiero le “maschera” un poco, ma sono una realtà importante, gli arrivi perdono
moderatamente, si tratta del 2,2%, ma le presenze incrementano del 3,9%, un fatto che porta a 6,7 giornate
di presenza, buon valore in assoluto ed in crescita rispetto alla stagione precedente.
Sommando le realtà ricettive certificate nei flussi si raggiunge quota 188.374 arrivi, il 4,0% in meno, mentre
le presenze, quasi 1milione 101mila, perdono il 2,9%.
Il soggiorno mediamente è di 5,8 giornate, un valore superiore alla media provinciale del comparto.
Il calo è sostanzialmente da attribuire agli ospiti italiani, che perdono il 6,1% negli arrivi ed il 5,3% nelle
presenze; gli ospiti stranieri, invece, nonostante qualche difficoltà negli arrivi complementari, tengono negli
arrivi, con un +0,4% e guadagnano l’1,5% nelle presenze.
Le vacanze durano più della media provinciale sia per gli italiani che per gli ospiti stranieri.
Gli alloggi privati e le seconde case sviluppano flussi di arrivi e di presenze davvero molto forti in
quest’ambito; le stime, peraltro inerenti il solo mercato nazionale, parlano di oltre 173mila arrivi, in calo del
3,1% e di 1milione 166mila presenze, equivalenti al 2,3% in meno rispetto alla stagione invernale
precedente.
La durata stimata del soggiorno è appena sotto la media provinciale, si tratta di 6,7 giornate contro 6,9.
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Valle di Non
Dopo il controverso e comunque non facile inverno 2003/04, durante il quale gli alberghi dell’area avevano
perso sensibilmente e le strutture complementari, al contrario, guadagnato, la stagione invernale successiva,
quella in esame, ha dato risultati in qualche modo opposti, registrando leggeri incrementi negli alberghi ed
un calo nelle presenze complementari. Vediamo con maggiore attenzione queste dinamiche.
Gli alberghi dell’ambito noneso, con 17.223 arrivi, hanno superato di un modesto 0,7% il valore, poco
soddisfacente peraltro, della stagione precedente, mentre le presenze, 66.573, hanno guadagnato l’1,8%
sulla difficile stagione di confronto. Una situazione quindi non particolarmente positiva per gli alberghi,
nonostante l’indubbia inversione di tendenza.
Il soggiorno, di sole 3,9 giornate, non è certo soddisfacente in assoluto, ma in quest’ambito la permanenza
media invernale, non soltanto negli alberghi, non è facilitata da un prodotto invernale forte e la permanenza
media in parte riflette questa caratteristica.
Le strutture dell’ospitalità complementare tengono nel valore degli arrivi, si tratta di 3.661, registrando un -
0,1%, mentre le presenze calano vistosamente, si tratta del 13,5% in meno, fermandosi ad 11.686.
Breve il soggiorno anche in queste strutture, mediamente di 3,2 giornate.
Sommando i flussi certificati si giunge ad un totale di 20.884 arrivi, lo 0,6% in più, mentre le presenze,
78.359, si fermano appena al di sotto (si tratta del -0,8% in meno) del valore della stagione di confronto.
La permanenza media è di soli 3,8 giorni.
Non trascurabile la percentuale di ospiti stranieri nell’ambito, concentrati nelle strutture alberghiere: se gli
italiani sono 15.711, in calo del 2,4%, gli stranieri toccano quota 5.173, in aumento del 10,6%; se le
presenze italiane sono 51.745, in calo di un modesto 0,4%, quelle straniere sono comunque 26.614, in calo
dell’1,6%, dopo i cali più pesanti dell’inverno precedente. Come si vede, gli stranieri non mancano all’interno
del pur piccolo movimento della Valle di Non.
La durata della vacanza degli stranieri è quasi in media con quella provinciale, si tratta di 5,1 giornate, al
contrario della breve permanenza italiana.
Molto sviluppato, soprattutto in termini percentuali sul totale, è il movimento stimato negli alloggi privati e
nelle seconde case. Gli arrivi, quasi tutti italiani, sono 24.803, in flessione dello 0,8%, mentre le presenze,
118.170, quindi molte di più che nel comparto a flussi certificati, salgono dell’1,6%.
La permanenza media è di 4,8 giornate, un valore contenuto, decisamente al di sotto di quello medio
provinciale che è di 6,9 pernottamenti stimati.
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Lagorai, Valsugana orientale e Tesino
Dopo il duro, negativo risultato invernale dell’inverno 2003/04, quest’ambito mostra importanti segnali di
ripresa che, se non al punto di compensare le perdite, mostrano un incremento complessivamente
importante, una reazione non trascurabile.
Gli alberghi dell’ambito hanno registrato 4.244 arrivi che, pur in assoluto pochi, sono pur sempre il 16,0% in
più della stagione precedente; le presenze, 10.082, sono in recupero del 22,5%, un valore più importante,
più vicino a quel calo del 29,8% dell’inverno precedente nelle presenze alberghiere.
La permanenza media è davvero ridotta: si tratta di soli 2,4 giorni.
La ricettività complementare è percentualmente abbastanza sviluppata rispetto alla media degli altri ambiti,
ma in assoluto vede movimenti davvero contenuti: gli arrivi, 1.316, perdono peraltro il 4,8%, mentre le
presenze, 6.143, sono per fortuna in crescita del 7,9%, dopo la disastrosa stagione invernale precedente.
Il soggiorno dura mediamente 4,7 giornate, un valore sotto la media ma almeno non ridotto come nelle
strutture alberghiere.
Complessivamente i flussi certificati contano 5.560 arrivi, in aumento del 10,3%, e 16.225 presenze, in
crescita del 16,6%.
La permanenza media è di 2,9 giornate.
Il movimento straniero è bassissimo e presenta peraltro arrivi in leggero calo e presenze in crescita del
20,8%, ma l’entità ridotta non consente particolari considerazioni interpretative.
Molto sviluppato, in termini naturalmente relativi, il comparto costituito dagli alloggi privati e dalle seconde
case, comparto che le stime danno in forte calo: gli arrivi, poco meno di 5.000, perdono il 12,5%, mentre le
presenze, 49.580, scendono del 22,6%.
La permanenza media stimata è molto elevata, si tratta di 10,0 pernottamenti.
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Altri comuni
Dopo un inverno 2003/2004 assai duro, durante il quale gli arrivi nell’intero comparto a flussi certificati erano
scesi del 5,3%, mentre le presenze erano crolla del 20,6%, la stagione successiva, quella 2004/2005,
recupera almeno una parte di quanto perso: nonostante gli arrivi scendano di un ulteriore 1,7%, le presenze
risalgono del 14,4%, recuperando quindi una buona parte del disastroso andamento precedente.
Gli alberghi, che raccolgono la gran parte del movimento certificato di questo eterogeneo insieme di comuni
trentini, perdono il 3,0% degli arrivi, ma salgono del 15,1% nelle presenze.
La durata del soggiorno, che in precedenza era di soli 2,9 pernottamenti, nell’inverno in esame si attesta su
un contenuto ma pur sempre migliore valore di 3,2 giornate.
La ricettività complementare, reduce invece da un’annata 2003/2004 positiva, nella quale gli arrivi erano
cresciuti del 23,2% e le presenze avevano tenuto bene, con un +0,3%, registrano nell’inverno successivo un
ulteriore forte aumento degli arrivi, pari al +15,7%, ma perdono un preoccupante 7,6% nelle presenze.
La durata della vacanza scende da 5,4 giornate a sole 4,4.
Complessivamente i flussi certificati perdono l’1,7% negli arrivi ma recuperano, dopo i pesanti cali
precedenti, il 14,4% nelle presenze.
La permanenza media, che era di 3,1 giornate, sale a 3,3.
Gli stranieri sono il 20,5% degli arrivi del totale certificato e perdono rispetto alla stagione precedente
l’11,4%, un valore pesante, mentre le presenze, pari al 23,0% del totale, guadagnano un buon 9,5%.
La vacanza degli ospiti esteri dura mediamente 3,7 giornate, migliorando il valore precedente che era di 3,4
pernottamenti.
Gli alloggi privati e le seconde case vedono un flusso stimato di 12.629 arrivi, in crescita di un apprezzabile
8,2%, mentre le presenze, 95.432, risultano in crescita addirittura del 15,2%.
La permanenza media è di 7,6 giornate, un poco superiore alla stagione di confronto che si fermava a 7,3.
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Tab. 30: Semestre invernale 2004-05: flussi turistici per ambito turistico (solo movimento certificato) Ambito arrivi diff. var% presenze diff. var% perm. Trento 86.695 7.779 9,9 297.890 57.341 23,8 3,4 Dolomiti di Brenta – Altop. Paganella 91.961 5.271 6,1 465.457 34.164 7,9 5,1 Altopiano di Piné e Valle di Cembra 7.663 1.121 17,1 26.459 7.726 41,2 3,5 Valle di Fiemme 113.396 1.476 1,3 571.281 9.819 1,7 5,0 Valle di Fassa 262.552 -655 -0,2 1.406.727 1.022 0,1 5,4 San Martino di Castrozza e Primiero 78.797 432 0,6 373.629 12.111 3,4 4,7 Valsugana 34.844 1.989 6,1 101.903 726 0,7 2,9 Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna 58.633 2.830 5,1 251.691 9.000 3,7 4,3 Rovereto 36.127 3.826 11,8 119.385 17.866 17,6 3,3 Garda Trentino 116.254 -3.487 -2,9 361.272 -14.693 -3,9 3,1 Terme di Comano - Dolomiti di Brenta 8.822 1.317 17,5 36.885 7.361 24,9 4,2 Madonna di C. - Pinzolo - Val Rendena 117.566 -2.856 -2,4 581.837 -6.448 -1,1 4,9 Valli di Sole, Peio e Rabbi 188.374 -7.749 -4,0 1.100.708 -32.314 -2,9 5,8 Valle di Non 20.884 115 0,6 78.359 -647 -0,8 3,8 Lagorai - Valsugana Orientale - Tesino 5.560 518 10,3 16.225 2.305 16,6 2,9 Zone fuori ambito 24.989 -421 -1,7 82.361 10.364 14,4 3,3 TOTALE 1.253.117 11.506 0,9 5.872.069 115.703 2,0 4,7 fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
Tab. 31: Riepilogo flussi in ordine decrescente di arrivi Ambito arrivi
Valle di Fassa 262.552
Valli di Sole, Peio e Rabbi 188.374
Madonna di C. - Pinzolo - Val Rendena
117.566
Garda Trentino 116.254
Valle di Fiemme 113.396
Dolomiti di Brenta – Altop. Paganella 91.961
Trento 86.695
San Martino di Castrozza e Primiero 78.797
Altip. Folgaria, Lavarone e Luserna 58.633
Rovereto 36.127
Valsugana 34.844
Zone fuori ambito 24.989
Valle di Non 20.884
Terme di Comano - Dolomiti di Brenta
8.822
Altopiano di Piné e Valle di Cembra 7.663
Lagorai - Valsugana Orientale - Tesino
5.560
TOTALE 1.253.117
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
Tab. 32: Riepilogo flussi in ordine decrescente
di presenze Ambito presenze
Valle di Fassa 1.406.727
Valli di Sole, Peio e Rabbi 1.100.708
Madonna di C. - Pinzolo - Val Rendena
581.837
Valle di Fiemme 571.281
Dolomiti di Brenta – Altop. Paganella 465.457
San Martino di Castrozza e Primiero 373.629
Garda Trentino 361.272
Trento 297.890
Altip. Folgaria, Lavarone e Luserna 251.691
Rovereto 119.385
Valsugana 101.903
Zone fuori ambito 82.361
Valle di Non 78.359
Terme di Comano - Dolomiti di Brenta
36.885
Altopiano di Piné e Valle di Cembra 26.459
Lagorai - Valsugana Orientale - Tesino
16.225
TOTALE 5.872.069
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 177 |
Grafico 64: Arrivi certificati per ambito
Semestre invernale 2004/05: arrivi certificati per ambito
Trento7% Piné e Cembra
1%
S. M artino di C. e Primiero
6%
Valli di So le, Peio e Rabbi15%
Valle di Non2%
Rovereto3%
fuori ambito2%Lagorai
0%
M adonna di C. P inzolo
Val Rendena9%
Terme di Comano
1%Garda Trentino
9%Altip.di Fo lgaria,
Lavarone e Luserna5%
Valsugana 3%
Valle di Fiemme9%
Paganella7%
Val di Fassa21%
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
Grafico 65: Presenze certificate per ambito
Semestre invernale 2004/05: presenze certificate per ambito
Trento5%
Val di Fassa25%
Terme di Comano 1%
Paganella8%
Piné e Cembra
0%
Valle di Fiemme10%
Valle di Non1%
fuori ambito1%Lagorai
0%
Garda Trentino6%
M adonna di C. - Pinzo lo - Val Rendena
10%
Valli di So le, Peio e Rabbi19%
Rovereto2%
Altip.di Fo lgaria, Lavarone e
Luserna4%
Valsugana 2%
S. M artino di C. e Primiero
6%
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
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ALLEGATO III Tabelle aggiornamento dati, grafici di riepilogo e commenti Movimento turistico semestre invernale 2004-05 per stato estero
REPORT | dicembre 2005 | 180 |
Il totale del movimento estero
Il movimento complessivamente generato dall’insieme delle domande estere ha registrato nell’inverno
trentino un risultato complessivamente positivo. Al suo interno, però, non manca qualche differenza;
andiamo ora a sviluppare maggiormente questo fenomeno.
Negli alberghi, principale forma di ospitalità scelta dalla domanda straniera, i buoni risultati sono evidenti: se
gli arrivi, complessivamente oltre 340mila, sono cresciuti del 3,2%, le presenze, quasi 1milione 756mila,
sono salite del 5,0%, un valore interessante sia in senso puramente statistico, che in termini economici per la
provincia trentina.
La permanenza media in questa forma di ospitalità è stata di 5,2 giornate, un valore che, seppure non
particolarmente brillante, è pur sempre superiore alla media dell’intero flusso provinciale, pari a 4,6
pernottamenti.
Negli esercizi complementari certificati, invece, si verifica qualche cedimento, pari al -5,2% negli arrivi, che si
fermano a quota 42.574 e nelle presenze, che flettendo del 2,3% contengono maggiormente i danni,
fermandosi poco sotto le 264mila.
In queste strutture la permanenza è mediamente di 6,2 pernottamenti, un valore un poco superiore alla
media provinciale.
L’intero comparto ricettivo soggetto a certificazione sfiora così i 383mila arrivi, equivalenti ad un aumento del
2,2% rispetto alla stagione invernale precedente, mentre le presenze ammontano ad oltre 2milioni 19mila,
per una variazione positiva del 3,9%.
La durata della vacanza è in questo caso di 5,3 giornate.
Andando a verificare i valori inerenti gli alloggi privati e le seconde case, valori frutto di stime, si notano livelli
praticamente coincidenti con quanto stimato in merito nella stagione precedente, si tratta di quasi 44mila
arrivi e 316mila presenze; la vacanza in questo caso viene stimata durare 7,2 giornate.
Nelle pagine successive procediamo all’analisi dei singoli stati esteri, specificando che l’ordine di
presentazione è quello decrescente dato dalle presenze totalizzate in Trentino durante il periodo invernale;
quindi accadrà che alcuni paesi siano affrontati prima di altri, nonostante il maggior numero di arrivi.
REPORT | dicembre 2005 | 181 |
REPORT | dicembre 2005 | 182 |
Germania
La Germania, sempre assai importante per il Trentino turistico, soprattutto nel periodo estivo, fa registrare
perdite non trascurabili nel corso della stagione invernale in esame, pur restando di gran lunga il primo
mercato estero: negli alberghi gli arrivi scendono del 6,0% e si fermano a 113.400, mentre le presenze,
473.060, sono il 7,7% in meno della stagione precedente.
La permanenza media negli alberghi è di 4,2 giornate, un valore certo non particolarmente interessante.
Nella ricettività complementare, altro componente, seppur minore in questo mercato, le cose vanno anche
peggio: gli arrivi si fermano sotto quota 12mila, registrando il 18,6% in meno, mentre le presenze, 60.306,
sono il 17,0% in meno della stagione precedente.
La durata della vacanza dei turisti tedeschi nel comparto ricettivo complementare è mediamente di 5,1
pernottamenti.
Unendo i due insiemi a flusso certificato si ottiene un totale di 125.315 arrivi, equivalenti al 7,4% in meno e
533.366 presenze, pari all’8,8% in meno della stagione precedente.
La vacanza nell’intero comparto certificato è per il mercato tedesco in Trentino, mediamente di 4,3 giornate.
Anche nel comparto ricettivo oggetto di stima, quello costituito dagli alloggi privati e dalle seconde case, i
flussi di arrivi e presenze risultano in calo nell’ordine del 5%.
La durata della permanenza nel comparto stimato è di 6,7 giornate.
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Polonia
La Polonia è ormai un mercato molto importante per il sistema dell’ospitalità trentina: nel corso dell’inverno
2004/05, non soltanto la sua dimensione assoluta, ma anche il suo incremento registrato è davvero
notevole. Era e resta il secondo mercato estero, secondo la classifica riguardante i totali delle presenze nel
comparto a flussi certificati.
Gli arrivi negli alberghi sono cresciuti del 37,4%, toccando quota 31.672, mentre le presenze, incrementando
del 36,0%, quindi “coerenti” con l’aumento negli arrivi, fatto molto positivo, sono ormai 212.532.
La vacanza è molto lunga, si tratta di 6,7 giornate, chiaro indice della diffusissima formula settimanale scelta
in Trentino.
Negli esercizi complementari i 4.815 arrivi sono il risultato di un incremento del 17,9%, mentre le presenze,
oltre 35mila, corrispondono ad un aumento del 14,8%.
In questo caso la durata della vacanza si fa ancor più elevata, arrivando a 7,3 giornate.
Il totale del movimento certificato è così di 36.487 arrivi, si tratta del 34,4% in più della stagione precedente,
mentre le presenze, quasi 248mila, sono il 32,5% in più.
La vacanza degli ospiti polacchi, nell’intero comparto certificato, dura di media 6,8 pernottamenti.
La stima riguardante gli alloggi privati e le seconde case ci mostra un movimento non trascurabile, si tratta di
oltre 42mila pernottamenti, con una durata della vacanza che si protrae per 7,5 giornate, un dato
decisamente elevato.
REPORT | dicembre 2005 | 185 |
REPORT | dicembre 2005 | 186 |
Repubblica Ceca
Anche la Repubblica Ceca s’è ormai affacciata con una certa autorevolezza sull’inverno trentino, dando
decisi segnali positivi. Rispetto alla stagione invernale precedente, sottrae al Belgio la terza posizione, per
quanto riguarda il volume di presenze certificate.
Negli alberghi gli arrivi sono 25.652, pari al 36,3% in più della stagione precedente, una percentuale di
crescita davvero notevole, mentre le presenze sono cresciute di un quasi analogo 35,8%, toccando quota
142.552.
La permanenza media è di 5,6 giornate, un valore non particolarmente elevato, considerando la distanza del
Trentino da questo bacino di utenza, ma comunque interessante.
Il comparto ricettivo complementare ha, nel caso di questa nazione, un’importanza superiore alla media,
raccogliendo 5.930 arrivi, quasi un quarto del movimento alberghiero, arrivi peraltro in crescita anche in
questo caso, con un interessante +31,5%, mentre le presenze, 34.585, salgono del 28,0%.
La permanenza media nel comparto complementare certificato è di 5,8 giornate.
Il totale del movimento soggetto a certificazione è così di 31.582 arrivi, per un aumento del 35,4% e di oltre
45mila presenze, il 34,2% in più della stagione invernale precedente.
La vacanza degli ospiti cechi, nell’intero comparto certificato, dura in media 5,6 pernottamenti.
Il comparto soggetto a stime, costituito da alloggi privati e seconde case, raccoglie un numero non
trascurabile di ospiti, si tratta di oltre 5mila arrivi e di 36.502 pernottamenti.
La vacanza che ne deriva risulta mediamente di 7,1 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 187 |
REPORT | dicembre 2005 | 188 |
Belgio
Dal mercato belga non arrivano segnali positivi: si tratta di contrazioni limitate, specialmente nelle presenze,
ma qualche problema c’è, tant’è vero che ha perso la terza posizione in classifica tra i paesi esteri in inverno,
a vantaggio della Repubblica Ceca.
Nel comparto alberghiero, ricettività che nel caso del Belgio raccoglie quasi tutto il flusso, gli arrivi sono scesi
del 4,1%, fermandosi a 25.649, mentre le presenze, poco oltre le 160mila, sono state l’1,3% in meno della
stagione invernale precedente. Come si vede i problemi si evidenziano maggiormente negli arrivi, mentre le
presenze scendono meno.
La permanenza dura mediamente 6,2 giornate, un valore interessante.
Ben poco rappresenta il comparto complementare certificato, con soli 374 arrivi, peraltro equivalenti ad un
calo del 34,4% e 2.752 presenze, pari ad una contrazione del 14,8%.
La permanenza in questo caso è di 7,4 giornate, quindi elevata.
Sommando tutto il comparto ricettivo certificato si ottengono poco più di 26mila arrivi, con un calo del 4,8%
rispetto all’inverno precedente e poco meno di 163mila presenze, corrispondenti ad una flessione dell’1,6%.
La vacanza nel comparto ricettivo certificato dura mediamente 6,3 giornate.
Le stime inerenti i movimenti negli alloggi privati e nelle seconde case si riferiscono ad un volume assai
contenuto, peraltro in deciso aumento: si tratta di 4.623 pernottamenti, in crescita del 14,9%.
In questo caso la vacanza è ancora più lunga ed arriva a 7,7 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 189 |
REPORT | dicembre 2005 | 190 |
Regno Unito
Le soddisfazioni con questo bacino di utenza non mancano, nonostante scenda dal quarto al quinto posto in
classifica: il Trentino invernale vede i flussi degli arrivi e delle presenze provenienti dal Regno Unito crescere
in termini vivaci.
Il comparto ricettivo alberghiero registra 27.179 arrivi, pari ad un incremento dell’8,4% rispetto alla stagione
precedente, mentre le presenze, 14.564, segnano addirittura il 10,2% in più. E’ il mese di marzo, quasi
raddoppiato rispetto allo stesso mese della stagione precedente (+93,2%), a trainare questo positivo
inverno.
La durata della vacanza negli alberghi è di 5,8 giornate, un valore apprezzabile, quasi fisiologico vista la
distanza, non certo indifferente, che separa il Trentino dal Regno Unito.
Gli esercizi ricettivi complementari, che raccolgono peraltro una piccola parte della domanda proveniente dal
Regno Unito, completano il comparto certificato con incrementi molto forti: gli arrivi, soltanto 765,
equivalgono comunque al 36,6% in più, mentre le presenze, aumentando del 26,2%, raggiungono quota
4.465.
Anche in questo caso la durata media è di 5,8 pernottamenti e valgono le considerazioni in questo senso
fatte per gli alberghi.
In totale il movimento certificato registra quasi 28mila arrivi, pari al 9,1% in più e totalizza 161.578 presenze,
equivalenti al 10,6% di aumento.
La durata della vacanza è ovviamente di 5,8 giornate, visti i valori segnalati sopra.
Volendo osservare anche le stime riguardanti il movimento negli alloggi privati e nelle seconde case, si
ritrovano flessioni notevoli, che comunque riguardano una domanda non troppo rilevante e quindi pesante in
termini negativi sull’intero andamento stagionale.
In questo caso la permanenza è stimata in 7,3 pernottamenti.
REPORT | dicembre 2005 | 191 |
REPORT | dicembre 2005 | 192 |
Danimarca
La Danimarca guadagna una posizione nella classifica degli stati esteri in Trentino e registra un interessante
tendenza all’aumento, durante la stagione invernale 2004/05: gli arrivi negli alberghi trentini sono aumentati
del 4,5%, arrivando a 9.563, mentre le presenze, cresciute del 4,3%, superano le 61mila.
La durata della vacanza rimane stabile, si tratta di 6,4 giornate, un valore decisamente interessante.
La Danimarca denuncia un certo gradimento per il comparto ricettivo complementare, gli arrivi sono 2.750, il
6,5% in più, mentre le presenze, 18.761, crescono del 5,8%.
La permanenza media è di 6,8 giornate, un buon valore.
Nel complesso l’intero comparto certificato ammonta quindi a 12.313 arrivi, per un aumento del 5,0% e quasi
80mila presenze, pari al 4,6% in più dell’inverno precedente.
La durata media della permanenza nel comparto ricettivo trentino a flussi certificati è così di 6,5
pernottamenti.
Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case riguardano un volume non trascurabile di arrivi e
presenze: i primi sarebbero oltre 3.500, le seconde 24.700, pari ad aumenti del 3,5% e del 2,5%.
La vacanza stimata risulta di 7,0 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 193 |
REPORT | dicembre 2005 | 194 |
Ungheria
Il sistema alberghiero trentino raccoglie quasi tutto il movimento invernale a flussi certificati proveniente
dall’Ungheria: gli arrivi sono 5.537, per un incremento molto alto, pari al 40,3% in più, mentre le presenze
alberghiere sono 10.454, per un aumento ancora superiore, pari al +43,3%. Sono crescite importanti, che
fanno davvero ben sperare in merito al rapporto con questo emergente mercato.
La durata della vacanza negli alberghi è mediamente di 6,2 giornate, un valore buono, decisamente
superiore alla media, sia quella riferita all’intero movimento che quella inerente gli stati esteri.
La ricettività complementare è nel caso dell’Ungheria forma di alloggio davvero trascurabile, pur
caratterizzata da incrementi elevatissimi.
Complessivamente il comparto ad ospitalità con flussi soggetti a certificazione vede 5.605 arrivi, per un
aumento del 40,8%, mentre le presenze sono 34.769, pari ad una crescita del 43,7%. Tutto questo permette
all’Ungheria di guadagnare una posizione in classifica rispetto all’inverno precedente.
La vacanza dura mediamente 6,2 giornate.
La stima riguardante alloggi privati e seconde case mostra un notevole movimento, si tratterebbe di oltre
2.400 arrivi, in crescita del 6,9%, mentre le presenze, 19mila, sono date in aumento del 19,0%.
La permanenza media è in questo caso stimata in 7,8 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 195 |
REPORT | dicembre 2005 | 196 |
Paesi Bassi
L’Olanda, purtroppo, perde notevolmente quota nella classifica dei mercati esteri presenti nel periodo
invernale (era al sesto posto, ora si trova all’ottavo): negli alberghi trentini, formula ricettiva di gran lunga
prescelta, gli arrivi si sono fermanti a 10.635, pari al 9,6% in meno; le presenze, invece, poco meno di
62mila, hanno perso l’11,9%, un dato ancora maggiore.
La permanenza media negli alberghi è di 5,8 giornate, un valore superiore alla media, ma di poco.
Negli esercizi complementari, peraltro non certo molto frequentati dagli olandesi nel periodo invernale, in
Trentino, le cose vanno nello stesso modo: gli arrivi si fermano a 1.329, pari ad un calo del 9,8%, mentre le
presenze scendono dell’11,0%, fermandosi a 7.388.
La vacanza dura in questo caso 5,6 giornate, un dato sostanzialmente in media, quindi non particolarmente
interessante.
Sommando i due flussi certificati si arriva ad un totale di poco meno di 12mila arrivi, equivalenti al 9,6% in
meno, mentre le presenze, oltre 69mila, perdono l’11,8%.
La permanenza media è di 5,8 pernottamenti.
Le stime inerenti i flussi negli alloggi privati e nelle seconde case parlano di 2mila arrivi, l’1,7% in più
dell’inverno precedente e di 16.661 presenze, equivalenti ad un aumento dell’11,4%, quindi decisamente
sensibile. I valori stimati, quindi, sarebbero in netta controtendenza rispetto a quelli certificati, il che
sembrerebbe scarsamente credibile e sottolinea ulteriormente la necessità di una verifica puntuale dei dati
stimati in queste strutture ricettive.
La vacanza in questo caso dura 8,3 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 197 |
REPORT | dicembre 2005 | 198 |
Slovenia
La Slovenia si è affacciata con una certa evidenza, pur nei fisiologici limiti, sullo scenario invernale del
Trentino ed i risultati conseguiti sono molto interessanti: passa, tra l’altro, dall’undicesimo posto al nono in
classifica.
Negli alberghi gli arrivi sono cresciuti del 24,8%, arrivando a 7.665, mentre le presenze, 40.597, sono
addirittura il 29,0% in più della stagione invernale precedente.
La vacanza degli sloveni negli alberghi del Trentino dura mediamente 5,3 giornate, un valore, quest’ultimo,
non particolarmente interessante, ma comunque in media con il valore complessivo della permanenza
estera.
Gli alloggi complementari, piuttosto frequentati dagli ospiti sloveni rispetto alla media, che li scelgono per il
26,5% dei casi, vedono 2.764 arrivi, in calo però del 7,9%, mentre le presenze, 15.501, scendono dell’8,7%.
Questi valori sono in decisa controtendenza e viene da chiedersi se e quanto siano intercomunicanti gli
alberghi, come abbiamo visto in crescita, e questo altro tipo di alloggio.
La vacanza nel complementare dura mediamente 5,6 giornate.
Sommando i vari flussi certificati si arriva ad un valore di 10.429 arrivi, in crescita del 14,0% e ad oltre 56mila
presenze, in aumento del 15,8%.
La vacanza dura mediamente, nel comparto certificato, 5,4 giornate, un valore in media.
Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case parlano di 2.402 arrivi, in calo del 16,7% e di poco
meno di 16mila presenze, anch’esse in calo, ma del 20,4%.
La vacanza nell’ospitalità a movimento stimato risulta di 6,6 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 199 |
REPORT | dicembre 2005 | 200 |
Svezia
La Svezia perde quota, scende dal nono al decimo posto. Registra negli alberghi trentini 8.875 arrivi, pari ad
un calo del 9,4%, mentre le presenze, 49mila, scendono del 10,7%.
La permanenza media degli svedesi negli alberghi è di 5,5 giornate, quindi solo di poco sopra le media dei
mercati esteri.
Nella ricettività complementare gli arrivi, peraltro ben pochi, si tratta di 544, perdono il 6,8%, mentre le
presenze, 3.451, scendono dell’11,3% rispetto alla stagione precedente.
La permanenza media nel ricettivo complementare è di 6,3 giornate, un valore sostanzialmente in media.
Il complessivo movimento negli alloggi a flussi certificati vede un totale di 9.419 arrivi, per un calo del 9,3% e
52.526 presenze, corrispondenti al -10,7%.
La permanenza media è in questo caso di 5,6 giornate.
Se si analizzano le stime riguardanti alloggi privati e seconde case, si trovano valori davvero esigui, peraltro
in aumento molto forte (si tratta complessivamente di 5.323 pernottamenti) ed una permanenza media di 7,3
giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 201 |
REPORT | dicembre 2005 | 202 |
Croazia
I flussi provenienti dalla Croazia durante la stagione invernale si stanno mettendo in luce. Questo bacino di
utenza guadagna una posizione rispetto al passato inverno, registrando negli alberghi del Trentino 6.371
arrivi, equivalenti ad un aumento del 32,5% e quasi 40 mila presenze, in crescita di un ancor più sonante
39,3%.
La permanenza media in questo tipo di alloggio è di 6,3 giornate, un buon valore.
Nel comparto complementare si registrano 1.412 arrivi, peraltro qui in calo del 5,1%, mentre le presenze,
10.577, sono il 10,7% in più dell’inverno precedente. Sono valori probabilmente ancora contenuti, oltre che
di recente acquisizione per il Trentino e le variazioni possono essere più facilmente contraddittorie.
La vacanza dura mediamente, in questo caso, 7,5 giornate, un valore elevato.
Sommando tutti i movimenti soggetti a certificazione si ottengono 7.783 arrivi, per un aumento del 23,6% e
50.457 presenze, pari al 32,2% in più.
La vacanza è mediamente di 6,5 giornate.
Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case parla di 2.267 arrivi, in crescita dell’8,8% e di 17.396
presenze, il 7,7% in più dell’inverno precedente.
La permanenza media stimata è notevole, si tratta di 7,7 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 203 |
REPORT | dicembre 2005 | 204 |
Austria
Il conosciuto mercato austriaco, pur perdendo un paio di posizioni in classifica, segnala una grande ripresa
nel comparto alberghiero trentino, che registra 5.537 arrivi, addirittura il 40,3% in più dell’inverno precedente,
mentre le presenze, 34.577, sono addirittura in crescita del 43,3%.
La durata della vacanza da parte della clientela austriaca negli alberghi è interessante, si tratta di 6,2
giornate.
Il comparto complementare è attualmente di entità trascurabile, segnalando peraltro valori in forte aumento.
Complessivamente, la ricettività trentina certificata registra 5.605 arrivi austriaci, si tratta del 40,8% in più e
quasi 35mila presenze, pari al 43,7% in più.
La vacanza nella ricettività certificata dura mediamente 6,2 giornate.
I flussi stimati all’interno delle seconde case e degli alloggi privati segnalano circa 1.400 arrivi, in aumento
del 16,2% ed oltre 10mila presenze, in crescita del 5,5%.
La permanenza media stimata è di 7,3 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 205 |
REPORT | dicembre 2005 | 206 |
Russia
Tra i mercati che si affacciano all’inverno trentino c’è ormai anche la Russia, che durante la stagione in
esame ha registrato buoni risultati, guadagnando una posizione in classifica (dal quattordicesimo al
tredicesimo posto).
Negli alberghi gli arrivi sono stati oltre 6mila, il 25,1% in più, mentre le presenze, oltre 41mila, hanno segnato
una crescita del 19,6%.
La vacanza dei russi negli alberghi del Trentino dura in inverno mediamente 6,8 giorni, un valore
decisamente degno di evidenza.
Nel comparto complementare il movimento è davvero minimo e segnaliamo soltanto che si tratta di valori
positivi, con una permanenza media di 8,4 giornate, davvero interessante.
Sommando i flussi certificati si ottengono arrivi complessivi per 6.313 unità, il 25,1% in più dell’inverno
precedente, mentre le presenze sono 43.300, il 19,9% in più.
La durata della vacanza nel comparto certificato è di 6,9 giornate, un valore interessante.
Le stime inerenti i movimenti negli alloggi privati e nelle seconde case parlano di meno di 400 arrivi, peraltro
raddoppiati e di 3.499 presenze, pari al 49,3% in più.
La permanenza media è stimata in 8,9 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 207 |
REPORT | dicembre 2005 | 208 |
Irlanda
L’Irlanda è un altro dei mercati che si stanno affacciando al Trentino, sia in estate che, come nel caso in
esame, in inverno. Guadagna anche una posizione tra i paesi esteri presenti in inverno.
Negli alberghi sono stati registrati 5.537 arrivi, il 40,3% in più della stagione precedente, mentre le presenze,
34.577, sono cresciute del 43,3%. Sono valori davvero interessanti, incoraggianti il sistema dell’offerta.
La permanenza media è di 6,2 giornate, un valore apprezzabile.
Il movimento nella ricettività complementare, davvero esiguo, è peraltro in forte crescita.
Il totale dei movimenti certificati parla di 5.605 arrivi, in crescita del 40,8%, mentre le presenze, quasi 35mila,
salgono del 43,7%.
La permanenza media nel comparto certificato è di 6,2 giornate.
Se si analizzano le stime riguardanti gli alloggi privati e le seconde case si trovano dati quasi trascurabili, che
non permettono di aggiungere descrizioni e considerazioni realmente significative.
REPORT | dicembre 2005 | 209 |
REPORT | dicembre 2005 | 210 |
Svizzera
Con 7.559 arrivi nel comparto alberghiero la Svizzera si colloca su un livello superiore ad altri mercati che la
precedono in quest’esposizione, ma la contenuta permanenza media, soltanto 3,6 giornate, genera soltanto
poco più di 27mila presenze, ecco perché la troviamo in questa posizione più arretrata.
469 sono gli arrivi nel comparto complementare, peraltro in calo del 20,1%, mentre 1.763 sono le presenze,
anch’esse in caduta, in questo caso del 35,9%.
La durata della vacanza nel complementare è di soli 3,8 giorni.
Nel complesso il movimento certificato vede poco più di 8mila arrivi, in calo del 16,1% e quasi 29mila
presenze, pari al 22,8% in meno.
La vacanza dura mediamente soltanto 3,6 giornate.
La stima riguardante gli alloggi privati e le seconde case parla di circa 1.400 arrivi, in crescita del 9,3% e di
8.539 presenze, in diminuzione del 5,0%.
La vacanza stimata dura 6,1 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 211 |
REPORT | dicembre 2005 | 212 |
Francia
Questo bacino, un tempo su posizioni più avanzate, registra negli alberghi trentini 4.674 arrivi, valore in calo
del 9,5%, mentre le presenze, 18.767, scendono del 10,8%.
La permanenza media negli alberghi risulta così di 4,0 giornate, un valore inferiore alla media.
Nelle strutture complementari, poco più di 400 arrivi, sono in calo del 10,9%, mentre le 2.454 presenze
crescono del 22,9%. Sono valori molto contenuti e non è difficile sbagliare le interpretazioni.
La permanenza media è in questo caso di 6,0 giornate.
Il totale del movimento certificato è di 5.081 arrivi, corrispondenti ad un calo del 9,7%, mentre le 21.221
presenze sono il 7,8% in meno della stagione precedente.
La durata media della permanenza è di 4,2 giornate, un valore contenuto.
Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case parlano di meno di 700 arrivi, in crescita del 14,5%,
mentre i 5.264 pernottamenti porterebbero ad un aumento del 21,3%.
La permanenza viene in questo caso stimata di 7,8 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 213 |
REPORT | dicembre 2005 | 214 |
Romania
Il piccolo mercato rumeno è in crescita. Negli alberghi trentini la stagione invernale ha visto 1.701 arrivi, il
12,3% in più rispetto alla stagione precedente, mentre le presenze hanno sfiorato le 9mila, equivalenti ad un
più vivace 16,6% in più.
La permanenza negli alberghi è di 5,3 giornate, un valore in media.
Negli esercizi complementari sono stati registrati 431 arrivi, il 7,3% in meno della stagione precedente,
mentre le presenze sono state in questo caso 5.533, un 7,5% in più. Come si vede, le piccolissime
dimensioni del complementare non consentono di formulare molte considerazioni.
La permanenza, comunque, dura mediamente 12,8 giornate, un valore evidentemente molto elevato.
Sommando i flussi certificati si totalizzano 2.132 arrivi, in aumento del 7,7% e 14.494 presenze, in crescita
del 13,0%.
La permanenza media è in questo caso di 6,8 giornate.
Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case mostrano un movimento trascurabile, di entità che non
permette considerazioni aggiuntive.
REPORT | dicembre 2005 | 215 |
REPORT | dicembre 2005 | 216 |
Stati Uniti D’America
Questo lontano mercato non sembra diventare una affidabile realtà emergente per il Trentino turistico
attuale: il comparto dell’ospitalità alberghiera, dove si riversa praticamente tutto il flusso proveniente dagli
Stati Uniti, arriva nella stagione in esame a 3.106 arrivi, equivalenti ad un calo del 14,1%; le presenze, poco
più di 11mila, perdono il 10,8%. Con la situazione internazionale attuale è difficile poter sperare in incrementi
nelle affluenze statunitensi invernali in una destinazione quale il Trentino, di per sé già in bassa visibilità.
La vacanza degli americani è caratterizzata oltretutto da una permanenza breve, pari a sole 3,6 giornate.
Esiguo e per di più contraddittorio è il movimento nell’ospitalità complementare ed il totale del movimento
certificato sfiora così 3.400 arrivi, per un calo del 14,4% rispetto all’inverno precedente, mentre le presenze
certificate sono 12.327, equivalenti ad una contrazione del 7,4%.
La permanenza media è di 3,6 giornate.
Trascurabile, come ragionevolmente prevedibile, il movimento stimato, inerente alloggi privati e seconde
case.
REPORT | dicembre 2005 | 217 |
REPORT | dicembre 2005 | 218 |
Israele
In forte calo questo peraltro piccolo mercato invernale costituito dagli ospiti provenienti da Israele in Trentino,
che con 1.870 arrivi, praticamente tutti negli alberghi, perde il 33,4%, mentre le presenze, 10.463, fanno
anche un po’ peggio: -35,3% rispetto alla stagione precedente.
La durata della vacanza negli alberghi è di 5,6 giornate.
Trascurabile il movimento nell’ospitalità complementare; sommando i due flussi certificati si arriva ad un
totale di 1.919 arrivi e di 10.867 presenze, corrispondenti rispettivamente a cali del 36,7% e del 37,7%,
percentuali negative davvero pesanti.
La permanenza media è di 5,7 giornate, un valore un poco superire al dato medio.
Esiguo il movimento stimato negli alloggi privati e nelle seconde case, dove peraltro anche la permanenza
media è bassissima.
REPORT | dicembre 2005 | 219 |
REPORT | dicembre 2005 | 220 |
Slovacchia
Questo piccolo bacino di domanda presenta, a differenza di altri mercati dell’Est Europa, in forte crescita, un
andamento interlocutorio: gli arrivi negli alberghi, che raccolgono circa i due terzi del flusso certificato,
crescono dell’1,4%, un valore contenuto, arrivando a 1.124, mentre le presenze, 6.491, crescono del 2,0%.
La vacanza negli alberghi dura mediamente 5,8 giornate, un valore peraltro non disprezzabile, superiore alla
media.
Nell’ospitalità complementare, che ha un certo successo con il piccolo mercato slovacco, si sfiorano i 500
arrivi, con un più consistente aumento del 7,7%, mentre con oltre 3.400 presenze la variazione è in questo
caso molto alta, si tratta del 79,3% in più, situazione sicuramente anche legata alla dimensione contenuta
dei flussi, che in questi casi possono presentare con una certa frequenza variazioni percentuali anche molto
elevate.
La permanenza media è di 6,9 giornate.
Sommando tutti i valori certificati si giunge ad un valore degli arrivi che supera di poco i 1.600, con un
incremento del 3,3%, mentre le presenze, poco meno di 10mila, salgono del 19,8%.
La durata media della permanenza è in questo caso di 6,1 giornate, un valore superiore alla media.
Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case, oltre a mostrare movimenti limitati, parlano comunque
di pesanti perdite.
REPORT | dicembre 2005 | 221 |
REPORT | dicembre 2005 | 222 |
Norvegia
La domanda turistica raccolta dal Trentino invernale è modesta: gli alberghi, formula di alloggio prescelta
dalla gran maggioranza dei norvegesi, accolgono 1.618 arrivi, con un incremento del 9,6%, mentre le
presenze, 6.313, perdono un peraltro modesto 1,4%, che però in corrispondenza di un non trascurabile
aumento degli arrivi lascia una brutta notizia: il già breve periodo di soggiorno si contrae ancora, siamo ormai
a sole 3,9 giornate.
Il piccolo movimento nel comparto complementare è peraltro in forte aumento, ma le presenze sono in totale
662. La permanenza media in queste strutture è di 5,8 giornate,.
Nel complesso, il movimento certificato arriva a 1.732 arrivi, per una crescita dell’11,6%, mentre le presenze,
quasi 7mila, crescono del 2,9%.
La permanenza media è in questo caso di soli 4,0 pernottamenti.
Contenuto è il movimento negli alloggi privati e nelle seconde case: le stime parlano comunque di forti
incrementi, ma le presenze totali si fermerebbero in questo caso a 529.
REPORT | dicembre 2005 | 223 |
REPORT | dicembre 2005 | 224 |
Altri Stati Esteri
Nel composito insieme rappresentato dagli “altri” stati esteri presenti in Trentino durante la stagione
invernale, la situazione non è rosea: negli alberghi gli arrivi scendono del 5,3%, fermandosi a 18.661, mentre
le presenze, 84.560, perdono un quasi analogo 5,1%.
La permanenza media nelle aziende alberghiere è di 5,1 giornate.
Nell’ospitalità complementare si accolgono 3.170 arrivi, in aumento del 3,3%, mentre le presenze, 29.467,
flettono dell’1,1%.
Molto buona la permanenza media, invece, che è di 9,3 pernottamenti.
Sommando i flussi soggetti a certificazione si ottengono meno di 22mila arrivi, in calo del 4,1%, mentre le
presenze superano di poco le 114mila, per un identico calo del 4,1% rispetto all’inverno precedente.
La permanenza media nel comparto ad ospitalità oggetto di certificazione di 5,2 giornate, un valore, seppur
di poco, inferiore alla media provinciale.
Le stime inerenti gli alloggi privati e le seconde case parlano di poco meno di 1.200 arrivi, in flessione
dell’1,5% e di 10.280 presenze, che segnano un assai modesto +0,9%.
La permanenza media stimata è di 8,6 giornate, un valore peraltro superiore alla media registrata in questo
comparto.
REPORT | dicembre 2005 | 225 |
REPORT | dicembre 2005 | 226 |
Tab. 33: Movimento turistico principali targhe estere inverno 2004/05 e confronto con anno precedente (in ordine decrescente di presenze certificate) Stato arrivi diff. var % presenze diff. var % perm.
Germania 125.315 -9.955 -7,4 533.366 -51.631 -8,8 4,3
Polonia 36.487 9.348 34,4 247.724 60.766 32,5 6,8
Repubblica Ceca 31.582 8.250 35,4 177.137 45.127 34,2 5,6
Belgio 26.023 -1.303 -4,8 162.869 -2.568 -1,6 6,3
Regno Unito 27.944 2.322 9,1 161.578 15.491 10,6 5,8
Danimarca 12.313 581 5,0 79.873 3.528 4,6 6,5
Ungheria 13.146 1.514 13,0 79.045 6.416 8,8 6,0
Paesi Bassi 11.964 -1.267 -9,6 69.360 -9.314 -11,8 5,8
Slovenia 10.429 1.283 14,0 56.098 7.648 15,8 5,4
Svezia 9.419 -961 -9,3 52.526 -6.315 -10,7 5,6
Croazia 7.783 1.488 23,6 50.457 12.287 32,2 6,5
Austria 12.290 -1.660 -11,9 50.232 -3.908 -7,2 4,1
Russia 6.313 1.265 25,1 43.300 7.201 19,9 6,9
Irlanda 5.605 1.624 40,8 34.769 10.577 43,7 6,2
Svizzera 8.028 -1.538 -16,1 28.878 -8.508 -22,8 3,6
Francia 5.081 -543 -9,7 21.221 -1.803 -7,8 4,2
Romania 2.132 152 7,7 14.494 1.662 13,0 6,8
Stati Uniti d'America 3.393 -573 -14,4 12.327 -989 -7,4 3,6
Israele 1.919 -1.111 -36,7 10.867 -6.573 -37,7 5,7
Slovacchia 1.616 51 3,3 9.897 1.635 19,8 6,1
Norvegia 1.732 180 11,6 6.975 197 2,9 4,0
Altri paesi 22.413 -922 -4,0 116.416 -4.297 -3,6 5,2
TOTALE 382.927 8.225 2,2 2.019.409 76.629 3,9 5,3 fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 227 |
Grafico 66: Arrivi certificati per stato estero
Semestre invernale 2004/05: arrivi certificati per stato estero
Germania33%
Polonia10%
Repubblica Cec8%
Belgio7%Regno Unito
7%
Altri paesi14%
Austria3%
Croazia2%
Svezia2%
Slovenia3%
Paesi Bassi
3%
Ungheria3%
Danimarca3%
Russia2%
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
Grafico 67: Presenze certificate per stato estero
Semestre invernale 2004/05: presenze certificate per stato estero
Germania27%
Polonia12%
Belgio8%
Regno Unito8%
Altri paesi13%
Repubblica Ceca9%
Austria2%
Croazia2%
Svezia3%
Slovenia3%
Paesi Bassi
3%
Ungheria4%
Danimarca4%
Russia2%
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 228 |
REPORT | dicembre 2005 | 229 |
ALLEGATO IV Tabelle aggiornamento dati, grafici di riepilogo e commenti Movimento turistico semestre invernale 2004-05 per regione italiana
REPORT | dicembre 2005 | 230 |
Totale Italia
Il movimento nazionale in Trentino durante la stagione invernale 2004/05 ha dato, nel comparto a flussi
certificati, risultati positivi. Si tratta, peraltro, di percentuali complessivamente molto contenute: gli arrivi, poco
oltre 870mila, totalizzano un saldo positivo dello 0,4%, mentre le presenze, 3.852.660, registrano una
variazione dell’1,0% in più rispetto all’inverno precedente.
Gli italiani hanno rappresentato nella stagione invernale in esame il 69,4% degli arrivi ed il 65,6% delle
presenze, un valore che sfiora quindi soltanto i due terzi delle presenze totali, segno questo inequivocabile
che il Trentino, pur sviluppando indubbiamente buone performance con il pubblico italiano durante le
stagioni invernali, vede la quota di domanda straniera mettersi in evidenza.
La vacanza invernale degli ospiti italiani dura mediamente 4,4 pernottamenti, una valore un po’ inferiore alla
media provinciale, che è di 4,7 giornate.
Scomponendo i flussi soggetti a certificazione il movimento alberghiero ha eguagliato il numero degli arrivi
della stagione precedente, si tratta di poco meno di 775mila, mentre le presenze, 3.333.257, sono cresciute
di un modesto 0,9%.
La permanenza media italiana negli alberghi è di 4,3 giornate, contro le 4,6% del valore medio dell’intero
flusso, italiano ed estero.
Negli esercizi complementari, sempre a valori certificati, le variazioni sono state un poco più interessanti, dal
momento che gli arrivi italiani, oltre 95mila, sono cresciuti del 3,2%, mentre le presenze, 519.403, sono salite
del 2,0%.
La durata media della vacanza è, in questo caso, di 5,5 pernottamenti, contro il valore medio di 5,7 del
comparto complementare.
Le stime, riguardanti il movimento all’interno degli alloggi privati e delle seconde case, fenomeno notevole in
Trentino, parlano di 699mila arrivi, per una variazione, rispetto alla stagione precedente, quasi nulla, si tratta
dello 0,2% in più e di 4milioni 788mila presenze, un valore in flessione dello 0,2%, quindi anche in questo
caso praticamente analogo a quanto stimato per la stagione invernale precedente.
La permanenza degli italiani in questo tipo di strutture ricettive è stimata essere di 6,9 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 231 |
REPORT | dicembre 2005 | 232 |
Piemonte Dietro l’aumento del 4,5% negli arrivi (28.341) e la tenuta delle presenze, +0,1%, per un totale di oltre
107mila, c’è da notare il buon incremento registrato negli alberghi: si tratta del 5,8% in più, pari a complessivi
26.317 arrivi e 96.537 presenze, il 3,6% oltre il valore registrato durante l’inverno precedente. Oltretutto, il
flusso piemontese in Trentino era reduce da incrementi, seppur contenuti, registrati anche, a sua volta, dalla
stagione invernale ’03-’04.La permanenza è sempre contenuta, si tratta di 3,8 giornate.
La vacanza negli alberghi dura mediamente soltanto 3,7 giornate, un valore inferiore alla media, già non
particolarmente alta, che è di 4,3 pernottamenti.
Nella ricettività complementare, poco frequentata dai piemontesi, il calo registrato è piuttosto evidente, si
tratta del 10,6%, scendendo così a 2.024 arrivi, mentre le presenze, 10.610, scendono addirittura del 23,5%,
un valore decisamente preoccupante.In questi alloggi la permanenza media è di 5,2 pernottamenti, un valore
un poco sotto la media del comparto complementare provinciale, per quanto riguarda gli ospiti italiani.
Valle d’Aosta Il piccolo movimento degli ospiti provenienti dalla Valle d’Aosta è in contenuto aumento: gli arrivi sono 908,
pari all’1,8% in più della stagione precedente e 2.568 le presenze, il 4,3% in più. C’è, come si può notare,
una ripresa parziale delle presenze, che in passato avevano mostrato cedimenti.
La permanenza media è la più bassa registrata, si tratta di 2,8 giornate.
Negli alberghi si raccoglie quasi tutto il movimento valdostano in Trentino: si registrano infatti 857 dei 908
arrivi invernali ed il comparto nel complesso tiene, con un modesto calo dello 0,9%; le presenze alberghiere,
2.405, registrano un paragonabile +0,8%, valore che indica una sostanziale tenuta.
Il soggiorno dei valdostani negli alberghi è mediamente di 2,8 giornate.
Trascurabile, nonostante i raddoppi registrati dagli arrivi e dalle presenze, la realtà costituita dalla
frequentazione della ricettività complementare, che, dopo un +109,0% di aumento, arriva a sole 163
presenze invernali.
Lombardia Con ben 178.636 arrivi, in crescita del 3,3% rispetto all’inverno precedente ed oltre 654mila presenze, il
2,4% in più, la Lombardia primeggia ancora una volta tra le regioni italiane in Trentino.
Gli alberghi, che accolgono i nove decimi circa degli arrivi lombardi, registrano oltre 162mila arrivi, il 2,9% in
più ed oltre 572mila presenze, un valore del 2,1% superiore a quello dell’inverno precedente.
I dati sono da ritenersi ancor più positivi, se si tiene anche conto che questa domanda lombarda verso il
Trentino invernale viene dopo un inverno come quello ’03-’04, nel quale si era espressa con valori di crescita
compresi tra il +7,1% degli arrivi ed il +5,3 delle presenze.
La permanenza media dei lombardi negli alberghi trentini è di 3,5 pernottamenti, un valore decisamente
contenuto.
Negli alloggi complementari gli arrivi crescono di un apprezzabile 7,1%, arrivando a 16.412, mentre le
presenze, 82mila, crescono del 4,5%.Il soggiorno in queste strutture dura mediamente 5,0 giornate, un
valore inferiore a quello medio provinciale, che è in questo caso di 5,6 pernottamenti.
REPORT | dicembre 2005 | 233 |
REPORT | dicembre 2005 | 234 |
Trentino Dopo le buone crescite registrate nella stagione invernale precedente, i flussi turistici dell’inverno 2004/05
hanno segnato un calo del 6,5% negli arrivi, fermatisi a 17.460, perdendo quindi una buona parte di quanto
ottenuto in precedenza (si trattava di una crescita del 10,4%), mentre le presenze, oltre 74mila, risultano
l’1,9% in più; continua così, seppur su variazioni più contenute, la serie positiva delle presenze. Si tratta di
una situazione un poco contraddittoria, ma non troppo grave. La vacanza nell’ambito dura mediamente 4,2
giornate, un valore un poco inferiore alla media.
Negli alberghi viene accolta la gran maggioranza degli arrivi trentini, si tratta del 78,7% del totale, per la
precisione sono 13.733, pari al 4,4% in meno della stagione precedente; le presenze, poco meno di 44mila,
salgono invece del 3,1%. Breve il soggiorno in queste strutture, si tratta di soli 3,2 pernottamenti.
Negli alloggi complementari si registrano soltanto 3.727 arrivi, il 13,5% in meno dell’inverno precedente,
mentre le presenze, 30.253, confermano, con una variazione limitata al +0,2%, il dato dell’inverno ’03-’04.
La vacanza dura mediamente, in questo tipo di strutture, 8,1 giornate, un ottimo valore, ben superiore a
quello medio, di 5,6 pernottamenti.
Alto Adige Dopo un inverno di discreta crescita, il movimento turistico proveniente dall’Alto Adige segna in Trentino una
battuta d’arresto negli arrivi, si tratta dello 0,4% in meno, fermandosi questi a 6.314, mentre le presenze
totali certificate salgono a 20.694, il 7,5% in più, un valore davvero interessante. La permanenza media degli
altoatesini è contenuta, si tratta di 3,3 giornate. Negli alberghi si accoglie la gran parte del movimento: con
5.110 arrivi si è registrato un 3,0% di aumento, mentre con 13.717 presenze la crescita è stata del 6,6%,
valori entrambi interessanti. Molto breve è il soggiorno negli alberghi: si tratta di soli 2,7 pernottamenti.
Nell’ospitalità complementare invece si è verificata una crisi degli arrivi che, fermandosi a soli 1.204,
registrano un calo del 12,8% rispetto all’inverno precedente, contrazione responsabile interamente della
flessione sul totale sopra esposto, mentre le presenze nel complementare sono cresciute del 9,3%,
arrivando a sfiorare le 7mila. La permanenza media è di 5,8 giornate, un valore appena sopra la media del
comparto.
Veneto Gli ospiti veneti, dopo i brillanti incrementi registrati l’inverno precedente a quello oggetto di analisi,
registrano una battuta d’arresto: niente di preoccupante, visto che dopo le crescite ’03-’04 si registrano
113.406 arrivi, pari ad una flessione dello 0,5%, mentre le presenze, 383.645, flettono di un valore quasi
analogo si tratta dello 0,7%. La durata del soggiorno è mediamente molto contenuta, si tratta di 3,4
pernottamenti. Negli alberghi la situazione non è positiva, infatti gli arrivi, fermi a 95mila, perdono un peraltro
contenuto 1,2% rispetto all’inverno precedente, mentre le presenze, poco meno di 304mila, perdono il 2,0%.
La permanenza media è in questo tipo di alloggi di soli 3,2 giorni.
Come si può vedere, i cali finali sono unicamente responsabilità del flusso particolarmente sviluppato che
riguarda la ricettività alberghiera, visto che quella certificata complementare registra andamenti positivi: gli
arrivi, 18.371, sono infatti il 3,4% in più, mentre le presenze, 79.685, sono il 4,5% oltre il livello della stagione
precedente.
Il soggiorno in queste strutture dura mediamente 4,3 giornate, un valore modesto.
REPORT | dicembre 2005 | 235 |
REPORT | dicembre 2005 | 236 |
Friuli Venezia Giulia Dopo il notevole incremento registrato nell’inverno precedente a quello in esame, da questo contenuto
bacino di utenza turistica il Trentino invernale vede retrocedere il livello dei flussi in termini che, se non
proprio annullanti i progressi ’03-’04, ne tagliano comunque una buona quota: infatti, gli arrivi certificati sono
stati 14.493, il 6,0% in meno dell’inverno precedente, mentre le presenze 55mila, hanno registrato il 5,2% in
meno. Decisamente sottotono la durata del soggiorno, di soli 3,8 giorni. E’ il comparto alberghiero, molto più
importante di quello complementare, a registrare le variazioni più significative e negative: gli arrivi negli
alberghi si sono fermati a 13.220, pari al 6,8% in meno, mentre le presenze, 49.696, hanno registrato il -
5,3% rispetto all’inverno precedente. La permanenza media nelle strutture alberghiere è di sole 3,8 giornate,
Nella ricettività complementare gli arrivi, pochi peraltro, si tratta di 1.273, equivalgono comunque ad un
aumento del 3,0%, mentre le presenze, 5.276, scendono del 3,9%. La permanenza media in questo tipo di
ospitalità è di soli 4,1 pernottamenti.
Liguria La Liguria, reduce da buoni aumenti invernali in Trentino, ha segnato anche nell’inverno in esame valori
degli ospiti in crescita, seppure assai più contenuta: gli arrivi, 30.303, salgono di un modesto 0,7%, mentre le
presenze, quasi 173mila, crescono del 2,1%. Interessante la durata del soggiorno, che risulta di 5,7
pernottamenti, un valore decisamente superiore alla media.
Negli alberghi si riversa la gran parte del movimento turistico proveniente dalla Liguria: gli arrivi, oltre 28mila,
sono aumentati del 2,1%, mentre le presenze, oltre 159mila, hanno registrato un più consistente +3,7%
rispetto alla stagione di confronto. La durata della vacanza dei liguri in Trentino è in inverno di 5,7 giornate,
un buon valore, decisamente superiore alla media e simile a quello registrato dagli ospiti provenienti da
province molto più lontane, che spesso compensano la lunghezza ed il disagio del trasferimento con una
permanenza in Trentino più lunga della media.
Nella ricettività complementare i liguri sono poco presenti: con 2.246 arrivi si registra oltretutto un forte calo,
il 14,3% in meno della stagione precedente, mentre le presenze, 13.628, sono il 12,7% in meno.
La permanenza media negli alloggi complementari è di 6,1 giornate, un valore anche in questo caso
superiore alla media.
Emilia Romagna Dopo le buone performance della stagione invernale ’03-’04, l’Emilia Romagna fornisce un flusso
complessivo di arrivi un poco inferiore, 147.205, si tratta dell’1,7% in meno, mentre le presenze, 547.300,
segnano lo 0,1% in meno, quindi ripetono in pratica il valore della buona stagione precedente.
La permanenza media è di 3,7 pernottamenti, un valore modesto.
Negli alberghi trentini sono state registrati 133.380 arrivi, pari al 2,2% in meno della stagione precedente,
mentre le presenze, 486.453, sono lo 0,2% in più. La permanenza media degli emiliano-romagnoli negli
alberghi trentini nel periodo invernale risulta di 3,6 giornate, un valore basso.
Nelle strutture complementari, che accolgono una piccola quota dell’intero movimento, sono stati registrati
13.825 arrivi, equivalenti al 3,5% in più, mentre le presenze, 60.847, hanno segnato il 2,6% in meno rispetto
alla stagione di confronto.
Il soggiorno in queste strutture è di 4,4 giornate, un valore decisamente inferiore alla media del comparto.
REPORT | dicembre 2005 | 237 |
REPORT | dicembre 2005 | 238 |
Toscana L’inverno 2003/04 è stato caratterizzato da un vero successo e pensare che l’inverno successivo, quello in
esame, ripetesse le stesse performance era davvero azzardato: la Toscana ha comunque confermato
nettamente le sue posizioni, dal momento che con 74.907 arrivi ritocca il valore precedente di un +0,7%,
mentre le quasi 364mila presenze segnano un aumento dell’1,3%. Il soggiorno è mediamente di 4,9
pernottamenti, un valore apprezzabile, superiore alla media, che è di 4,4 giornate.
Negli alberghi trentini i toscani hanno registrato, con 68.464 arrivi, uno 0,4% in meno, mentre le presenze,
326.587, sono praticamente identiche alla stagione precedente. La permanenza media nelle aziende
alberghiere è di 4,8 giorni, un valore più che discreto.
Nelle strutture ricettive complementari i percentualmente pochi arrivi sono 6.443, peraltro il 13,8% in più,
mentre le presenze, 37.249, sono il 14,8% superiori, incrementi davvero interessanti che fanno ben sperare
per questo tipo di strutture dell’ospitalità. Il soggiorno nella ricettività complementare è mediamente di 5,8
giornate, un valore appena superiore alla media provinciale del comparto.
Umbria Dopo le straordinarie crescite della stagione invernale precedente, il flusso turistico proveniente da questa
piccola regione dell’Italia centrale segna, con 21mila arrivi, una sostanziale conferma dei valori precedenti, si
tratta infatti di una contrazione percentuale dello 0,4%; le presenze, oltre 118mila, crescono invece del 4,4%,
un valore non trascurabile, soprattutto in considerazione degli incrementi a cui si accennava. La permanenza
media degli ospiti umbri durante l’inverno è di 5,6 giornate, un valore interessante, sensibilmente superiore
alla media.
Negli alberghi gli arrivi, 18.775, corrispondono ad una variazione minima, si tratta dello 0,1% in più, mentre le
presenze, 102.568, sono il 4,8% in più della stagione precedente. Il soggiorno invernale degli ospiti umbri
negli alberghi trentini dura mediamente 5,5 pernottamenti, un buon valore. Nelle strutture complementari gli
arrivi sono soltanto 2.249, peraltro anche in calo del 4,9%, mentre le presenze, 15.709, corrispondono
all’1,8% in più. La durata del soggiorno è davvero interessante, si tratta di 7,0 pernottamenti.
Marche L’inverno precedente a quello in esame era stato davvero premiante per il Trentino turistico, con i flussi
marchigiani in decisa crescita: quello successivo, qui in esame, ha registrato invece valori appena inferiori,
un fenomeno per certi versi non troppo preoccupante. Gli arrivi, 45.518, sono l’1,0% in meno, mentre le
presenze, meno di 212mila, sono l’1,5% in calo rispetto alla stagione di confronto. La permanenza media è
di 4,7 giornate, un valore appena superiore a quello medio provinciale.
Negli alberghi trentini gli arrivi dalle Marche si sono fermati a 40.692, il 3,5% in meno, mentre, con meno di
184mila presenze, il calo di queste ultime è stato del 5,8%. La permanenza media negli alberghi è di 4,5
giornate, un valore di poco superiore alla media del settore.
Nel complementare gli arrivi sono stati 4.826, addirittura il 27,0% in più della stagione precedente, mentre le
presenze, che sfiorano le 28mila, sono addirittura il 39,5% in più: si tratta di una crescita che, se riguarda un
comparto poco frequentato dagli ospiti marchigiani, esprime però valori in espansione fortissima.
Il soggiorno nella ricettività complementare viene ad essere così di 5,8 pernottamenti, un valore appena
sopra la media del comparto.
REPORT | dicembre 2005 | 239 |
REPORT | dicembre 2005 | 240 |
Lazio Dopo le discrete crescite registrate nell’inverno ’03-’04, il flusso turistico proveniente dal Lazio, in assoluto
davvero notevole, dà al Trentino ancora un’occasione di soddisfazione, visto che prosegue la sua crescita, in
questo caso con un +2,8% negli arrivi, poco meno di 97mila e quasi 590mila presenze, il 2,5% in più
dell’inverno precedente. Il soggiorno in Trentino dura mediamente 6,1 giornate, un ottimo valore.
Negli alberghi, forma di ospitalità ampiamente preferita dagli ospiti provenienti da questa regione, si
registrano oltre 90mila arrivi, per un aumento del 2,5%, mentre le presenze, oltre 545mila, crescono di un
quasi analogo 2,8%. Il soggiorno dura in questo caso 6,0 pernottamenti, un valore molto positivo.
La ricettività complementare, peraltro non molto frequentata da coloro che provengono dal Lazio, con 6.652
arrivi segna un aumento del 6,0%, mentre le presenze, 44.383, corrispondono ad una flessione dell’1,1%
rispetto alla stagione di raffronto. La permanenza media nel settore ricettivo complementare è di 6,7
giornate, un valore sensibilmente superiore alla media provinciale.
Abruzzo L’inverno ’03-’04 aveva segnato buone crescite dei turisti abruzzesi in Trentino, ma la stagione successiva,
quella in esame, si segnala invece per decrementi non indifferenti: gli arrivi, 11.100, perdono il 4,5%, mentre
le presenze, meno 58mila, scendono del 6,8% rispetto all’inverno precedente. La permanenza è
mediamente di 5,2 giornate, un valore superiore a quello medio di riferimento.
Gli alberghi, di gran lunga preferiti dal pubblico abruzzese tra i vari tipi di alloggio, registrano 10.347 arrivi,
corrispondenti ad un calo del 6,3%, mentre le presenze, oltre 52mila, perdono un più pesante 8,4%. Il
soggiorno negli alberghi segnala una media di 5,0 pernottamenti, valore superiore alla media.
Nell’ospitalità complementare i pochi arrivi, si tratta nell’inverno in esame di soli 753, crescono peraltro del
29,2%, mentre le presenze, 5.691, salgono dell’11,7%. Come si può vedere la sostanza del movimento ma
anche l’origine della flessione è situata nell’ospitalità alberghiera. La permanenza media è di 7,6 giornate, un
valore elevato.
Molise Dopo i cali dell’inverno 2003/04, il piccolo flusso turistico proveniente dal Molise mostra segnali netti di
ripresa: gli arrivi salgono del 9,2%, peraltro sono in totale 1.596, mentre le presenze, 8.406, registrano il
7,0% in più. La permanenza media degli ospiti molisani durante l’inverno è di 5,3 giornate, un valore
superiore alla media ma non particolarmente elevato, considerata la distanza non indifferente affrontata da
questi turisti per raggiungere il Trentino.
Gli alberghi accolgono quasi interamente il flusso turistico proveniente da questa regione: si tratta di 1.500
arrivi, peraltro il 21,8% in più, mentre le presenze sono quasi 8mila, il 22,6% oltre il valore dell’inverno di
raffronto. La durata della vacanza è negli alberghi di 5,3 pernottamenti, un valore superiore alla media del
comparto.
L’esiguo movimento nel comparto ricettivo complementare vede soltanto 96 arrivi, corrispondenti ad un crollo
del 58,1%, mentre le presenze, 433, sono addirittura il 67,9% in meno. La permanenza media è di 4,5
giornate, un valore ridotto.
REPORT | dicembre 2005 | 241 |
REPORT | dicembre 2005 | 242 |
Campania La Campania, cresciuta durante la stagione precedente a quella in esame negli arrivi ma non nelle
presenze, nell’inverno 2004/05 totalizza 22.189 arrivi, l’1,1% in più, mentre le presenze oltre 127mila,
corrispondono ad un aumento del 5,6%. La permanenza media è interessante, si tratta di 5,7 giornate.
Negli alberghi del Trentino gli ospiti campani crescono di un modesto 1,3%, arrivando ad un valore di
19.636, mentre le presenze salgono molto di più, si tratta del +9,3%, un valore che le porta ad un totale di
107.481. Il soggiorno degli ospiti campani negli alberghi dura mediamente 5,5 pernottamenti, un valore
interessante.
Nella ricettività complementare gli arrivi sono 2.553, un valore contenuto che in sostanza ricalca quello della
stagione invernale precedente, si tratta infatti di una variazione dello 0,1% in più, mentre le presenze,
19.596, scendono di un non indifferente 11,1%. La permanenza media è elevata, si tratta di ben 7,7
pernottamenti.
Puglia La Puglia era reduce da una stagione invernale interlocutoria rispetto al Trentino, con un contenuto
incremento degli arrivi, +2,8% ed una ancor più contenuta flessione delle presenze, -1,6%. La stagione
invernale 2004/05 prosegue, in un certo senso, questa situazione di stallo, ma con crescite e cali invertiti: gli
arrivi, poco meno di 24mila, perdono l’1,4%, mentre le presenze, 153mila, crescono dell’1,8%. Il soggiorno
dura mediamente 6,4 pernottamenti, un valore decisamente interessante.
Negli alberghi gli arrivi pugliesi si fermano a 21.243, si tratta del 2,7% in meno, mentre le presenze, 129.380,
sono l’1,9% in più della stagione invernale precedente. La permanenza media nelle strutture alberghiere è di
6,1 giornate, si tratta quindi di una durata della vacanza molto superiore alla media.
Nell’ospitalità complementare gli arrivi sono stati 2.710, un valore contenuto ma in brillante crescita, si tratta
infatti del 10,1% in più al confronto con l’inverno precedente, mentre le presenze, 23.637, sono cresciute
soltanto dell’1,3%. Il soggiorno in queste strutture dura mediamente 8,7 giornate, un valore molto positivo.
Basilicata Il piccolo bacino di utenza lucana aveva registrato nell’inverno ’03-’04 un’interessante crescita, si trattava del
5,2% in più negli arrivi e di un notevole 16,8% in più nelle presenze. Nell’inverno successivo, quello in
esame, la situazione si mostra assai particolare: gli arrivi, peraltro soltanto 2.655, si impennano con un
+25,1%, mentre le presenze, 13.453, scendono del 5,7%. Le dimensioni molto contenute di questa regione
rendono comunque delicata ogni interpretazione. La permanenza media non è molto interessante,
considerato che normalmente le regioni del sud registrano valori molto elevati: in questo caso si tratta di 5,1
giornate.
Negli alberghi, che raccolgono quasi tutto il movimento proveniente dalla Basilicata, con 2.504 arrivi si
supera il valore precedente del 23,4%, mentre le presenze, 12.686, scendono del 3,2%. Il soggiorno dura
mediamente 5,1 giornate, un valore, come si diceva anche sopra, un po’ deludente, nell’ottica della
permanenza media della clientela meridionale.
Nel complementare si registrano soltanto 151 arrivi, peraltro il 62,4% in più, mentre le presenze, 767,
scendono del 33,6%, contribuendo alla singolarità dei valori finali sopra esposti. La permanenza media è di
5,1 giornate.
REPORT | dicembre 2005 | 243 |
REPORT | dicembre 2005 | 244 |
Calabria Dopo un inverno di crescita apprezzabile, il flusso turistico proveniente dalla Calabria registra nell’inverno
trentino 2004/05 un brusco calo: si tratta del 15,9% in meno negli arrivi, che si fermano a 6.683, mentre le
presenze, 37.745, perdono un quasi altrettanto pesante 14,3% rispetto alla stagione precedente. La vacanza
dura mediamente 5,6 giornate, un valore sopra la media, ma inferiore ad altri registrati con il bacino
meridionale dal Trentino.
Negli alberghi, alloggio di gran lunga preferito dai vacanzieri calabresi, si raggiungono i 6.077 arrivi,
corrispondenti ad un calo del 15,3%, mentre le presenze, 33mila, sono il 15,5% in meno dell’inverno
precedente. Il soggiorno è mediamente di 5,4 giornate, quindi sopra la media.
Nella ricettività complementare gli arrivi, peraltro pochi, sono 606, corrispondono ad un calo del 20,9%,
mentre le presenze, 4.712, perdono un più contenuto 4,7%. Mediamente il soggiorno in questo comparto
dell’ospitalità dura 7,8 pernottamenti, un valore elevato.
Sicilia Reduce da una brillante crescita negli arrivi, il flusso siciliano in Trentino ha registrato nell’inverno in esame
un contenuto calo: si tratta dell’1,7% negli arrivi, 12.671, mentre le presenze, 86.390, sono aumentate del
4,8%. Sono andamenti un poco controversi, ma questa regione rappresenta per il Trentino invernale uno dei
migliori bacini di utenza dell’Italia meridionale. La permanenza media è di 6,8 pernottamenti, un valore
decisamente interessante.
Negli alberghi, dove si raccoglie la gran parte del movimento siciliano, gli arrivi sono 11.225, pari ad una
variazione dello 0,8% in più, mentre le presenze, 66.619, salgono di un apprezzabile 4,6% rispetto alla
stagione invernale di confronto. Il soggiorno in queste strutture dura mediamente 5,9 giornate, un valore
decisamente superiore alla media del settore.
Nel comparto ad ospitalità complementare si registra un modesto e contraddittorio movimento: gli arrivi,
1.446, perdono un pesante 17,4%, mentre le presenze, 19.771, salgono del 5,8%. La permanenza media dei
siciliani in questo tipo di strutture ricettive dura 13,7 giornate, un valore davvero eccezionale.
Sardegna Questa regione, che nell’inverno ’03-’04 aveva registrato crescite vivaci, chiude l’inverno in esame con valori
interlocutori, dal momento che gli arrivi, 6.795, si attestano su un incremento dello 0,8%, mentre le presenze
si fermano su un valore, 40.616, che corrisponde ad un calo contenuto all’1,8%. La permanenza media è di
6,0 giornate, un valore decisamente apprezzabile, abbondantemente sopra la media.
Negli alberghi, che accolgono quasi tutto il movimento proveniente da questa regione, gli arrivi sono 6.400, il
3,3% in più, mentre le presenze, 37.724, registrano un incremento del 2,9%. Queste strutture dell’ospitalità
trentina hanno dunque successo, seppur con dati di crescita contenuta, anche durante l’inverno 2004/05. Il
soggiorno negli alberghi è mediamente di 5,9 giornate, un buon valore.
Nel comparto complementare si registrano soltanto 395 arrivi, peraltro in calo del 28,2%, mentre le
presenze, 2.892, precipitano addirittura del 38,4%, spiegando così interamente il calo sul valore complessivo
prima esposto. Il soggiorno in queste strutture dura mediamente 7,3 giornate, un valore superiore alla media.
REPORT | dicembre 2005 | 245 |
REPORT | dicembre 2005 | 246 |
Tab. 34: Movimento turistico certificato regioni italiane – semestre invernale 2004-05 Regione arrivi diff. var % presenze diff. var % perm.
Piemonte 28.341 1.215 4,5 107.147 97 0,1 3,8
Valle d'Aosta 908 16 1,8 2.568 105 4,3 2,8
Lombardia 178.636 5.644 3,3 654.297 15.276 2,4 3,7
Trentino 17.460 -1.219 -6,5 74.181 1.395 1,9 4,2
Alto Adige 6.314 -25 -0,4 20.694 1.442 7,5 3,3
Veneto 113.406 -592 -0,5 383.645 -2.815 -0,7 3,4
Friuli Venezia Giulia 14.493 -922 -6,0 54.972 -2.995 -5,2 3,8
Liguria 30.303 201 0,7 172.723 3.627 2,1 5,7
Emilia Romagna 147.205 -2.572 -1,7 547.300 -511 -0,1 3,7
Toscana 74.907 514 0,7 363.836 4.640 1,3 4,9
Umbria 21.024 -93 -0,4 118.277 4.990 4,4 5,6
Marche 45.518 -438 -1,0 211.734 -3.296 -1,5 4,7
Lazio 96.778 2.613 2,8 589.605 14.291 2,5 6,1
Abruzzo 11.100 -520 -4,5 57.782 -4.193 -6,8 5,2
Molise 1.596 135 9,2 8.406 552 7,0 5,3
Campania 22.189 249 1,1 127.077 6.724 5,6 5,7
Puglia 23.953 -341 -1,4 153.017 2.777 1,8 6,4
Basilicata 2.655 533 25,1 13.453 -807 -5,7 5,1
Calabria 6.683 -1.259 -15,9 37.745 -6.297 -14,3 5,6
Sicilia 12.671 -217 -1,7 86.390 3.993 4,8 6,8
Sardegna 6.795 51 0,8 40.616 -752 -1,8 6,0
movim. italiano non specificato 7.255 308 4,4 27.195 831 3,2 3,7
TOTALE CERTIFICATO 870.190 3.281 0,4 3.852.660 39.074 1,0 4,4
Stime all. privati e seconde case 698.810 1.133 0,2 4.788.330 -7.242 -0,2 6,9
Totale generale 1.569.000 4.414 0,3 8.640.990 31.832 0,4 5,5
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 247 |
Grafico 68: Arrivi invernali certificati per regione italiana di provenienza
Semestre invernale 2004/05: arrivi certificati per regione italiana
Lombardia20%
Emilia Romagna17% Veneto
13%
Lazio11%
Toscana9%
Trentino2%
Umbria2% Campania
3%Puglia
3%
Piemonte3%
Liguria4%
M arche5%Friuli V. G.
2%
altri 6%
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
Grafico 69 Presenze invernali certificate per regione italiana di provenienza
Semestre invernale 2004/05: presenze certificate per regione italiana
Lazio15%
Emilia Romagna14%
Veneto10%
Toscana10%
M arche6%Liguria
5%Puglia
4%Campania
3%
Trentino2% Sicilia
2%
altri6%
Piemonte3%
Umbria3%
Lombardia17%
fonte: elaborazione Osservatorio Provinciale per il Turismo su dati Servizio Statistica P.A.T.
REPORT | dicembre 2005 | 248 |
Finito di stampare presso Esperia s.r.l. per conto di Casa Editrice Provincia Autonoma di Trento
REPORT
Bollettino di documentazione su tematiche turistiche a cura Osservatorio Provinciale per il Turismo della Provincia Autonoma di Trento
_________________________________________________________________________ Gruppo di lavoro dell’Osservatorio provinciale per il Turismo – Servizio Turismo – PAT Gianfranco Betta Irene Bertagnolli Beatrice Bonfanti Marco Franceschini Paolo Maccagnan Annamaria Sievers Lorenza Tomaselli Gabriele Turri Lina Uccia Stampato nel mese di dicembre presso Esperia s.r.l. Si autorizza la riproduzione, parziale o totale del presente volume con la corretta citazione della fonte.
Collana “Report” 1. La stagione turistica invernale 2003/04 in Trentino, 188 pagine, marzo 2005
2. Guida per i gestori di B&B, 148 pagine, aprile 2005
3. La stagione turistica estiva 2004 in Trentino, 216 pagine, giugno 2005
4. Analisi e approfondimenti per la predisposizione delle Linee Guida per la politica turistica in Trentino, 252 pagine, agosto 2005
5. Vacanza Natura in Trentino – Aspettative e comportamenti di turisti e operatori nel Parco Naturale Adamello Brenta, 152 pagine, ottobre 2005
6. Vacanza Benessere in Trentino – Un’indagine sulla soddisfazione del cliente, 80 pagine,
novembre 2005
7. Vacanza Cultura in Trentino – Un’indagine sui visitatori dei musei, 80 pagine, novembre 2005
8. Il Trentino turistico e i suoi territori. Un’analisi quantitativa, 558 pagine, novembre 2005
9. La stagione turistica invernale 2004/05 in Trentino, 248 pagine, dicembre 2005