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PROVINCIA DI IMPERIA - provincia.imperia.it II .pdf · 4.6 la raccolta differenziata dei rifiuti...

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326
_________________________________________________________ PROVINCIA DI IMPERIA _________________________________________________________ ASSESSORATO ALL’AMBIENTE PIANO PROVINCIALE DELLA GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI URBANI INDIRIZZI PIANIFICATORI Ultimo aggiornamento: ottobre 2002 VOLUME II Studio Dott. Ing. Paolo Turbiglio Dott. Ing. Paolo Turbiglio Via Cuneo, 3 – Mondovì (CN) Tel./Fax. 0174-42582/42863 e-mail: [email protected] in collaborazione con: Dott. Ing. Luca Gautero Dott. Ing. Gian Luca Rolfo
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__________________________________________________________________________________________________________________

PROVINCIA DI IMPERIA __________________________________________________________________________________________________________________

ASSESSORATO ALL’AMBIENTE

PIANO PROVINCIALE DELLA GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI URBANI

INDIRIZZI PIANIFICATORI

Ultimo aggiornamento: ottobre 2002 VOLUME II

Studio Dott. Ing. Paolo Turbiglio Dott. Ing. Paolo Turbiglio Via Cuneo, 3 – Mondovì (CN) Tel./Fax. 0174-42582/42863 e-mail: [email protected]

in collaborazione con: Dott. Ing. Luca Gautero Dott. Ing. Gian Luca Rolfo

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Indice I

Indice

1 SINTESI DELL'INDAGINE CONOSCITIVA (VOLUME I) 1

1.1 POPOLAZIONE RESIDENTE IN PROVINCIA DI IMPERIA (1991-1996) 1

1.2 PRESENZE TOTALI DI TURISTI NEGLI ANNI 1995 - 96 1

1.3 DATI QUANTITATIVI SUI RIFIUTI URBANI 1

1.3.1 Il quadro delle conoscenze 1

1.3.2 Quantità di RSU conferiti in discarica nella Regione Liguria 1

1.3.3 Realtà imperiese 2

1.3.4 Correlazione della quantità di rifiuti prodotti mensilmente e l'afflusso turistico (anno 1996) 3

1.4 I RIFIUTI SOLIDI URBANI RACCOLTI IN MODO DIFFERENZIATO 4

1.5 CARATTERISTICHE QUALITATIVE DEGLI RSU 5

1.5.1 Composizione merceologica dei rifiuti lordi nella Provincia di Imperia (anno 1996) 5

1.6 RIFIUTI SPECIALI ASSIMILABILI AGLI URBANI 6

1.6.1 Dati quantitativi 6

1.6.2 Dati qualitativi 6

1.7 LA FRAZIONE ORGANICA DERIVANTE DALLE "GRANDI UTENZE" 7

1.7.1 Scarti derivanti da attività di giardinaggio pubbliche o private 7

1.7.2 Frazione organica derivante dall'attività di ristorazione collettiva 7

1.8 I FANGHI DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE REFLUE 8

1.9 I FLUSSI DA TRATTARE 8

1.9.1 Estrapolazioni della produzione lorda di rifiuti urbani all'anno 2009 8

1.9.2 Le quantità in gioco 9

1.9.3 I materiali presenti nei flussi da trattare 10

1.9.4 Valutazione dell'oscillazione stagionale della produzione di rifiuti nella Provincia di Imperia 19

1.9.5 Conclusioni 19

2 PRODUZIONE DI RIFIUTI NELL'ANNO 1999 20

3 PIANIFICAZIONE PROVINCIALE DELLA GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI SOLIDI

URBANI 30

3.1 PREMESSA 30

3.2 DEFINIZIONE DELL'AMBITO OTTIMALE DI GESTIONE E DEI COMPRENSORI 30

3.3 PIANIFICAZIONE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA 31

3.3.1 Indicazioni generali 31

3.3.2 Obiettivi e impostazione generale della raccolta differenziata 33

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Indice II

4 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DELLA

PROVINCIA DI IMPERIA 55

4.1 ANDAMENTO STAGIONALE DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI NEI COMUNI

DELLA PROVINCIA 55

4.2 RACCOLTA DIFFERENZIATA MULTIMATERIALE 58

4.2.1 Organizzazione del sistema di raccolta multimateriale 59

4.2.2 Descrizione delle operazioni di trasporto e separazione del multimateriale 60

4.3 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DI CARTA E CARTONE 61

4.4 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DELLA FRAZIONE ORGANICA E DEL VERDE 63

4.4.1 La frazione organica 63

4.4.2 La frazione verde 68

4.5 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI BENI DUREVOLI 69

4.6 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI INGOMBRANTI 70

4.7 RIFIUTI TESSILI, CUOIO E PELLI 71

4.8 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI PERICOLOSI (PILE ESAURITE,

FARMACI SCADUTI, CONTENITORI T E/O F) 71

4.9 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA NEI COMUNI MINORI DELLA PROVINCIA DI IMPERIA 72

4.10 ALTRE PRESCRIZIONI 76

4.10.1 Impiego di prodotti riciclati all'interno degli Uffici Pubblici 76

4.10.2 Sviluppo della raccolta differenziata presso gli Enti Pubblici 77

4.10.3 Valorizzazione del compost 77

5 IL SISTEMA IMPIANTISTICO A SUPPORTO DELLA GESTIONE INTEGRATA

DEI RIFIUTI URBANI 78

5.1 PREMESSA 78

5.2 AREE ECOLOGICHE (n° 15) 81

5.3 CENTRI DI CONFERIMENTO (n° 3) 86

5.4 IMPIANTO DI STOCCAGGIO, SEPARAZIONE E NOBILITAZIONE (n° 1) 89

5.4.1 Impianto di separazione del multimateriale 90

5.4.2 Impianto di cernita della carta e cartone 91

5.4.3 Impianto di lavorazione degli ingombranti e dei beni durevoli 91

5.5 IMPIANTI DI SEPARAZIONE SECCO-UMIDO, STABILIZZAZIONE E COMPOSTAGGIO DELLA

FORSU, IMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE 92

5.5.1 Impianto di compostaggio della frazione organica raccolta in modo differenziato 100

5.5.2 Linea di biostabilizzazione aerobica della frazione organica derivante dalle operazioni di

trattamento nell'impianto di separazione secco-umido. 102

5.5.3 Localizzazione impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio

della FORSU (n° 2) 103

5.5.4 Localizzazione dell’impianto di termovalorizzazione in Provincia di Imperia (n° 1) 105

5.6 DISCARICHE PER INTERRAMENTO CONTROLLATO 106

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Indice III

5.7 PERIODO TRANSITORIO E SUA DURATA 112

5.8 SISTEMA INTEGRATO DELLA GESTIONE RIFIUTI: SITUAZIONE A REGIME 119

5.9 GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI E DEI RIFIUTI INERTI 122

6 GESTIONE UNITARIA DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI 124

6.1 FORME DI GESTIONE UNITARIA 124

7 ANALISI DEI COSTI E DEI BENEFICI DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATA

DEI RIFIUTI URBANI 128

7.1 PREMESSA 128

7.2 I COSTI DI INVESTIMENTO 131

7.3 COSTI DI COSTRUZIONE E DI GESTIONE 132

7.4 ANALISI COSTI-BENEFICI DEL SISTEMA DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI 135

8 CRITERI DI INDIVIDUAZIONE DELLE AREE IDONEE E NON IDONEE ALLA

LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI 140

8.1 INTRODUZIONE 140

8.2 CRITERI GENERALI 141

8.3 CRITERI PER L'INSERIMENTO DEGLI IMPIANTI DI GESTIONE RIFIUTI IN AREE

PRODUTTIVE O DESTINATE AD IMPIANTI TECNOLOGICI 143

8.3.1 Fattori escludenti 143

8.3.2 Fattori penalizzanti 144

8.3.3 Fattori preferenziali 144

8.4 CRITERI PER L'INDIVIDUAZIONE DELLE AREE FUNZIONALI ALLA LOCALIZZAZIONE DEGLI

IMPIANTI DI SMALTIMENTO E RECUPERO DEI RIFIUTI - INSEDIAMENTI IN AREE NON

INDUSTRIALI 145

8.4.1 Fattori escludenti 145

8.4.2 Fattori penalizzanti 145

8.4.3 Fattori preferenziali 145

8.5 CRITERI INTEGRATIVI PER LE SINGOLE TIPOLOGIE DI IMPIANTO 146

8.5.1 Discariche di 1° categoria e 2° categoria tipo B e C 146

8.5.2 Discariche di 2° categoria tipo A per inerti 147

8.5.3 Impianti di termoutilizzazione 147

8.5.4 Impianti a tecnologia complessa 148

8.5.5 Centri di conferimento per la raccolta differenziata 149

8.6 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE DI IDONEITÀ E NON IDONEITÀ DI LOCALIZZAZIONE

DEGLI IMPIANTI NEI SITI PROPOSTI 149

8.6.1 Impianti per la gestione dei rifiuti solidi urbani 154

8.6.2 Impianti per la gestione dei rifiuti speciali 156

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Indice IV

9 SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE 157

9.1 APPROCCIO METODOLOGICO ALLO STUDIO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEL

PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI 157

9.1.1 Struttura 158

9.1.2 Indicatori 158

9.2 ANALISI DI SOSTENIBILITÀ DEL PIANO E DEGLI SCENARI 160

9.2.1 Riduzione della produzione di rifiuti 160

9.2.2 Riduzione del volume dei rifiuti. 161

9.2.3 Recupero di materia 162

9.2.4 Recupero energetico 165

9.2.5 Impatto aria 168

9.2.6 Impatto acqua 170

9.2.7 Impatto suolo 170

9.2.8 Trasporto 172

9.2.9 Accettabilità sociale 173

9.2.10 Costi 174

9.2.11 Eventi incidentali 177

9.3 VALUTAZIONE DELLE SCELTE TECNOLOGICHE 177

9.4 VALUTAZIONE DEGLI SCENARI 180

9.5 PESO DEGLI INDICATORI 181

9.5.1 Applicazione del modello 182

9.6 STUDIO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEI SITI PROPOSTI 183

9.6.1 Valutazione dei pesi degli indicatori 185

9.6.2 Applicazione del modello 187

10 SISTEMA TARIFFARIO E INCENTIVANTE 197

10.1 LA NUOVA TARIFFA RIFIUTI PREVISTA DAL D. LGS. N. 22/1997 197

10.1.1 Riferimento normativo 197

10.2 DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA 201

10.2.1 Costi per la raccolta e il trasporto dei rifiuti urbani e ripartizione tra i Comuni 203

10.2.2 Costi per i servizi di trattamento e smaltimento e ripartizione tra i Comuni 204

10.2.3 La tariffa per il cittadino 205

10.3 SISTEMI INCENTIVANTI 212

11 AZIONI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA POPOLAZIONE 215

12 MONITORAGGIO DEL PROGRAMMA PROVINCIALE 218

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Indice V

13 INDIVIDUAZIONE DELLE AREE NON IDONEE ALLA LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI:

RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA 219

14 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE DI IDONEITÀ E NON IDONEITA'

DEI STI PROPOSTI 223

14.1 Premesse 223

14.2 Centro di Conferimento Ventimigliese (A) 225

14.2.1 “COMUNE DI CAMPOROSSO” (già esistente) 225

14.2.2 “COMUNE DI VENTIMIGLIA – Località Rio Ciapagni” 228

14.3 Centro di Conferimento Sanremese (B) 231

14.3.1 “COMUNE DI SANREMO - CIUVIN” 231

14.3.2 “COMUNE DI SANREMO - TRASCA” 234

14.3.3 “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli” 237

14.3.4 “COMUNE DI SANREMO – Località Cava Bianchi” 240

14.3.5 “COMUNE DI SANREMO – Loc. San Pietro” (attuale stazione di trasferimento RSU) 243

14.4 Centro di Conferimento Imperiese (C) 246

14.4.1 “COMUNE DI CHIUSANICO – Località Brughi” 246

14.4.2 “COMUNE DI IMPERIA – EX MATTATOIO” (già esistente) 249

14.4.3 “COMUNE DI IMPERIA – Località Caramagna” 252

14.4.4 “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue” 254

14.4.5 “COMUNE DI IMPERIA – Località Ponticelli” 257

14.5 Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (n° 1) 260

14.5.1 “COMUNE DI SANREMO - CIUVIN” 260

14.5.2 “COMUNE DI SANREMO - TRASCA” 263

14.5.3 “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli” 266

14.5.4 “COMUNE DI SANREMO – Località Cava Bianchi 268

14.6 Impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio FORSU (n° 2) 270

14.6.1 “COMUNE DI VENTIMIGLIA – Località Rio Ciapagni” 270

14.6.2 “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi” 273

14.6.3 “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli” 276

14.6.4 “COMUNE DI TAGGIA – Costa dei Frati” 279

14.6.5 “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue” 281

14.6.6 “COMUNE DI IMPERIA - Località Ponticelli” 283

14.6.7 “COMUNE DI IMPERIA – Località Caramagna” 285

14.7 Termovalorizzatore 287

14.7.1 “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi” 287

14.7.2 “COMUNE DI BADALUCCO – Località Vallone dei Morti” 290

14.7.3 “COMUNE DI CESIO - Località Cartari” 293

14.8 Discarica di 1° e 2° categoria di tipo B e C 296

14.8.1 “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi” 296

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Indice VI

14.8.2 “COMUNE DI PERINALDO – Località Morga” 299

14.8.3 “COMUNE DI BADALUCCO – Località Vallone dei Morti” 302

14.8.4 “COMUNE DI TAGGIA – Località Costa dei Frati” 305

14.8.5 “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue” 308

14.8.6 “COMUNE DI CASTELLARO / POMPEIANA – Località Prato Grande” 311

15 IPOTESI DI GESTIONE DELLA PARTE FINALE DEL SISTEMA DI SMALTIMENTO DEI

RIFIUTI IN TERRITORI FUORI PROVINCIA 315

15.1 Proposta di collaborazione per un accordo interprovinciale con la Provincia di Savona 315

15.2 Cooperazione transfrontaliera con la Communauté d'Agglomération de la Riviera Française (C.A.R.F.) 315

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 1

1 Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)

1.1 Popolazione residente in Provincia di Imperia (1991-1996)

1991 1992 1993 1994 1995 1996 D1991-96

Provincia di Imperia 213.587 216.788 217.655 217.653 216.996 217.039 +1.61 %

1.2 Presenze totali di turisti negli anni 1995 - 96

Presenze

alberghiere

Presenze extra

alberghiere Totale Presenze

Incremento

annuo %

1995 3.030.714 1.193.035 4.223.749

1996 2.907.268 1.209.769 4.117.037 -2.5 %

1997 2.972.075 1.158.635 4.130.710 + 000%

1.3 Dati quantitativi sui rifiuti urbani

1.3.1 Il quadro delle conoscenze

Le informazioni relative alla produzione di rifiuti solidi urbani della Provincia di Imperia si sono

basate sui dati forniti dalla Regione Liguria e sulla campagna di monitoraggio attivata in occasione

della redazione del presente Piano Provinciale.

I dati abbracciano un arco temporale che va dal 1994 al 1997.

1.3.2 Quantità di RSU conferiti in discarica nella Regione Liguria

RSU conferiti in discarica [t] RSU conferiti in discarica [t] RSU conferiti in discarica [t] Provincia

1994 1995 1996

Genova 427.100 413.700 413.900

Imperia 111.000 117.250 116.280

La Spezia 100.350 105.000 105.750

Savona 155.500 158.900 158.500

Regione

Liguria 793.950 794.850 796.426

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 2

1.3.3 Realtà imperiese

In base alle quantità di rifiuto prodotte dai singoli Comuni della Provincia di Imperia (residuo +

raccolta differenziata - anno 1996), è possibile notare come più dell’80% della produzione

complessiva provinciale di rifiuti sia imputabile unicamente a otto Comuni:

� Sanremo

� Imperia

� Ventimiglia

� Bordighera

� Taggia

� Diano Marina

� San Bartolomeo a mare

� Vallecrosia

Più del 90% della produzione complessiva dei rifiuti urbani è invece imputabile a 15 Comuni; oltre

ai già citati si aggiungono i Comuni di:

� Ospedaletti

� Camporosso

� Riva Ligure

� Santo Stefano a mare

� Cervo

� San Lorenzo a mare

� Diano Castello

Per questo motivo si è concentrata l’attenzione dell’analisi principalmente su questi quindici

Comuni.

Secondo i dati raccolti, nel periodo 1995-97 si è registrata una sostanziale stabilità della quantità

totale di rifiuti lordi prodotti nella Provincia di Imperia:

Anno di riferimento Quantità totale di RSU prodotti

[t/anno]

Incremento percentuale all’anno

precedente

1995 120.149

1996 120.097 0.000%

1997 121.2011 001%

1 Per quanto riguarda la quantità lorda di rifiuti prodotti nel 1997 (residuo + raccolta differenziata), il dato è ricavato

sulla base delle informazioni ottenute dagli impianti di smaltimento (rifiuti smaltiti) e dall’analisi a campione svolta al

fine di determinare l’entità della raccolta differenziata nell’anno 1997.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 3

1.3.3.1 Produzione lorda di RSU nei singoli comprensori di smaltimento (anno 1996)

Il Piano di Organizzazione dei Servizi di Smaltimento della Regione Liguria ha suddiviso la

Provincia di Imperia in tre differenti Comprensori al fine di gestire, in ciascuna di queste zone, in

maniera organica e unitaria, il ciclo dei rifiuti:

• Comprensorio Ventimigliese (A);

• Comprensorio Sanremese (B);

• Comprensorio Imperiese (C).

Comprensorio previsto dal P.O.S.S.R. Produzione lorda2 annua di RSU [t]

Comprensorio Ventimigliese (A) 29.847

Comprensorio Sanremese (B) 46.782

Comprensorio Imperiese (C) 43.468

Totale Provincia di Imperia 120.097

1.3.4 Correlazione della quantità di rifiuti prodotti mensilmente e l’afflusso turistico (anno 1996)

0

100000

200000

300000

400000

500000

600000

700000

800000

900000

Gen Fe

b

Mar Ap

r

Mag Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov Dic

Anno 1996

Pres

enze

di t

uris

ti

7000

8000

9000

10000

11000

12000

13000

Qua

ntità

di r

ifiut

i sm

altit

i [t]

turisti rifiuti

Fattore di correlazione:0.90

2 Per produzione lorda si intende la somma della quantità di rifiuti smaltiti in discarica e di quelli raccolti in modo

differenziato. La produzione lorda, pertanto, rappresenta la quantità totale di rifiuti prodotti.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 4

La figura illustra le quantità di rifiuti che nel 1996 sono stati conferiti mensilmente alla discarica di

Ponticelli dai vari Comuni della Provincia; si osserva che la quantità di rifiuti smaltiti varia da mese

a mese seguendo un andamento che ricalca quello della presenza di turisti.

1.4 I rifiuti solidi urbani raccolti in modo differenziato

Anno RSU raccolti in modo differenziato

[t] % sulla quantità lorda di rifiuti prodotti

1995 2.899 2.42 %

1996 3.500 2.90 %

1997 5.0793 4.20 %

Materiale Quantità [t/anno]

1995 1996 1997

Vetro 1.609 1.640 2.149

Carta 1.156 1.714 2.655

Plastica 128 136 259

Alluminio 0,13 0,93 1,3

Farmaci Scaduti 2,3 5,56 8,0

Pile 3,6 4,8 6,9

Totale 2.899 3.500 5.079

3 Valore ricavato da indagine a campione fatta nei Comuni più rappresentativi della Provincia di Imperia.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 5

1.5 Caratteristiche qualitative degli RSU

1.5.1 Composizione merceologica dei rifiuti lordi nella Provincia di Imperia (anno 1996)

Comprensorio A: VentimiglieseRSU smaltiti Raccolta differenziata Totale % in peso

Carta 6942.3 591.0 7533.3 27.1%Vetro 2403.1 485.0 2888.1 10.4%Materie plastiche 2670.1 58.0 2728.1 9.8%Metalli 1602.1 0.4 1602.4 5.8%Frazione organica 7476.3 7476.3 26.9%Frazione non recuperabile 5500.5 5500.5 19.8%Pile 53.4 0.7 54.1 0.2%Farmaci 53.4 0.5 53.9 0.2%Totale 26701.2 1135.6 27836.8

Comprensorio B: SanremeseRSU smaltiti Raccolta differenziata Totale % in peso

Carta 12671.7 477.0 13148.7 26.3%Vetro 4386.4 735.0 5121.4 10.2%Materie plastiche 4873.7 19.0 4892.7 9.8%Metalli 2924.2 0.0 2924.2 5.9%Frazione organica 13646.5 13646.5 27.3%Frazione non recuperabile 10039.9 10039.9 20.1%Pile 97.5 1.2 98.6 0.2%Farmaci 97.5 1.6 99.1 0.2%Totale 48737.4 1233.8 49971.2

Comprensorio C: ImperieseRSU smaltiti Raccolta differenziata Totale % in peso

Carta 10160.9 646.0 10806.9 26.9%Vetro 3517.2 420.0 3937.2 9.8%Materie plastiche 3908.0 58.0 3966.0 9.9%Metalli 2344.8 0.6 2345.4 5.8%Frazione organica 10942.5 10942.5 27.2%Frazione non recuperabile 8050.6 8050.6 20.0%Pile 78.2 3.0 81.1 0.2%Farmaci 78.2 3.4 81.6 0.2%Totale 39080.5 1131.0 40211.4

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 6

1.6 Rifiuti speciali assimilabili agli urbani

1.6.1 Dati quantitativi

Comprensorio Quantità di RSAU prodotti [t] Percentuale sul totale

Ventimigliese (A) 566 9%

Sanremese (B) 2.578 41%

Imperiese (C) 3.145 50%

Totale 6.289 100%

Produzione complessiva di RSAU suddivisa per Comprensori (1996)

Comprensorio Quantità di RSAU raccolti in modo

differenziato [t]

Ventimigliese (A) 99

Sanremese (B) 154

Imperiese (C) 142

Totale 395

Quantità di RSAU raccolta in modo differenziato suddivisa per comprensori (1996) [dati stimati]

1.6.2 Dati qualitativi

Frazione % in peso

Organico 5.9

Legno 29.5

Carta e cartone 27.2

Vetro 4.0

Plastica 15.1

Metalli 5.0

Tessili, pelli, cuoio 8.8

Inerti 4.5

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 7

1.7 La frazione organica derivante dalle “grandi utenze”

1.7.1 Scarti derivanti da attività di giardinaggio pubbliche o private

Il quantitativo totale annuo di frazione organica derivante da attività di giardinaggio pubbliche o

private prodotta nell’intera provincia di Imperia è pari a circa 5.400 t.

A tale quantità deve essere aggiunto il contributo del mercato floricolo di Sanremo pari a 1.260 t di

cui, però, solamente il 90% composto da scarti vegetali.

In totale, quindi, gli scarti vegetali presenti nel territorio provinciale imperiese ammontano a circa

6.500 ton di cui circa 2.500 presenti nel Comune di Sanremo.

1.7.2 Frazione organica derivante dall’attività di ristorazione collettiva

La quantità di frazione organica derivante dall’attività alberghiera è stata ricavata a livello

comunale sulla base del numero di posti letto alberghieri presenti mentre quella derivante da altre

attività di ristorazione extra alberghiere si è fatto riferimento alla popolazione residente.

La quantità totale di frazione organica prodotta dalla sola attività di ristorazione collettiva ammonta

a circa 5.860 tonnellate all’anno.

Nello specifico, i Comuni ove tale quantità annua raggiunge circa le 100 t risultano essere i

seguenti:

• Sanremo 1654,6 ton

• Imperia 974,9 ton

• Ventimiglia 663,2 ton

• Diano Marina 578,5 ton

• Bordighera 388,3 ton

• Taggia 379,5 ton

• San Bartolomeo al Mare 173,7 ton

• Vallecrosia 169,9 ton

• Camporosso 109,5 ton

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 8

• Ospedaletti 100,7 ton

e rappresentano il 90% dell’intera quantità di frazione organica prodotta dalla sola attività di

ristorazione collettiva (i primi quattro Comuni raggiungono circa il 65 % della quantità totale).

1.8 I fanghi di depurazione delle acque reflue

Nel 1996 sono state conferite in discarica circa 2.100 ton di fanghi mentre nel 1997 tale quantità si è

notevolmente ridotta a 780 ton. Tale decremento è imputabile quasi esclusivamente alla netta

diminuzione di fanghi smaltiti dal depuratore di Sanremo.

1.9 I flussi da trattare

Ottenuti i dati conoscitivi necessari ai nostri fini, è utile fare un riepilogo schematico in cui

convergano tutte le diverse informazioni acquisite per le diverse tipologie di rifiuto considerate nel

corso dell’analisi effettuata.

1.9.1 Estrapolazioni della produzione lorda di rifiuti urbani all’anno 2009

1.9.1.1 Rifiuti solidi urbani

Il dimensionamento degli impianti necessari alla realizzazione del sistema integrato di gestione dei

rifiuti urbani richiede una valutazione della produzione futura dei rifiuti.

Sulla base della sostanziale stabilità della produzione lorda di rifiuti, della pressoché costante

presenza turistica registrata nel periodo 1991-97, considerato il leggero incremento demografico

registrato negli ultimi anni, si è ritenuto di considerare un tasso di crescita della produzione di

rifiuti differenziato nel tempo e pari a:

� anni 1997 - 2000: 1.2 %

� anni 2001 - 2003: 1.1 %

� anni 2004 - 2009: 0.9 %.

Il decremento percentuale nel tempo è perché si ritiene che, con il progredire degli anni, la

coscienza ambientale della popolazione aumenterà sempre più, sensibilizzata anche dalle normative

europee e nazionali che già vanno nella stessa direzione.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 9

1.9.1.2 Rifiuti speciali assimilabili agli urbani

In considerazione del fatto che gli imballaggi terziari dal 1° gennaio 1998 non sono più immessi nel

normale circuito di raccolta dei rifiuti urbani (D. Lgs. 22/1997 art. 43), si ipotizza un decremento

della quantità di RSAU pari a 10 % per l’anno 1998, e una sostanziale stabilità per gli anni

successivi (-0.5 % annuo dal 1999).

1.9.2 Le quantità in gioco

Per una corretta gestione del problema rifiuti è fondamentale giungere alla separazione dei vari

flussi e quindi al trattamento di un materiale caratterizzato da proprietà specifiche che richiede

tecnologie e tecniche appropriate.

Una volta diversificati i flussi di provenienza, occorre avere un’idea delle quantità totali da gestire:

vengono riportati, per ogni comprensorio, i quantitativi di rifiuti da trattare previsti per il prossimo

futuro, suddivisi per categoria di appartenenza.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 10

Ventimigliese SanremeseAnno RSU lordi Rifiuti ing. RSAU lordi [t] Tot rifiuti RSU lordi Rifiuti ing. RSAU lordi [t] Tot rifiuti

[t] [t] [t] [t] [t] [t] [t] [t]1999 28851 1933 1127 31911 45182 3027 2027 502362000 29198 1956 1121 32275 45724 3064 2017 508052001 29519 1978 1115 32612 46227 3097 2007 513312002 29844 2000 1110 32953 46735 3131 1997 518642003 30172 2022 1104 33298 47250 3166 1987 524022004 30443 2040 1099 33582 47675 3194 1977 528462005 30717 2058 1093 33869 48104 3223 1967 532942006 30994 2077 1088 34158 48537 3252 1958 537462007 31273 2095 1082 34450 48974 3281 1948 542032008 31554 2114 1077 34745 49414 3311 1938 546632009 31838 2133 1071 35043 49859 3341 1928 55128

Imperiese ProvinciaAnno RSU lordi Rifiuti ing. RSAU lordi [t] Tot rifiuti RSU lordi Rifiuti ing. RSAU lordi [t] Tot rifiuti

[t] [t] [t] [t] [t] [t] [t] [t]1999 42003 2814 2478 47295 116036 7774 5632 1294432000 42507 2848 2465 47820 117429 7868 5604 1309002001 42975 2879 2453 48307 118720 7954 5576 1322502002 43447 2911 2441 48799 120026 8042 5548 1336162003 43925 2943 2429 49297 121347 8130 5520 1349972004 44321 2969 2417 49707 122439 8203 5492 1361352005 44719 2996 2404 50120 123541 8277 5465 1372832006 45122 3023 2392 50538 124653 8352 5438 1384422007 45528 3050 2380 50959 125774 8427 5410 1396122008 45938 3078 2369 51384 126906 8503 5383 1407932009 46351 3106 2357 51813 128049 8579 5356 141984

Quantità totale di rifiuti da trattare previste per il prossimo futuro nella Provincia di Imperia

1.9.3 I materiali presenti nei flussi da trattare

Utilizzando i dati quantitativi e quelli qualitativi ricavati per le varie categorie di rifiuti, si può

giungere alla determinazione dei materiali presenti nei rifiuti ed alla loro entità negli anni a venire.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)

11

Materiale

1999 2000

2001 2002

2003 2004

2005 2006

2007 2008

2009

Carta e cartone

7808 7902

7989 8076

8165 8239

8313 8388

8463 8539

8616 Farm

aci 56

57 57

58 58

59 60

60 61

61 62

Metalli

1661 1681

1699 1718

1737 1752

1768 1784

1800 1816

1833 O

rganico 7749

7842 7928

8015 8103

8176 8250

8324 8399

8475 8551

Pile 56

57 57

58 59

59 60

60 61

61 62

Plastica 2828

2861 2893

2925 2957

2984 3010

3038 3065

3092 3120

Vetro

2993 3029

3063 3096

3130 3159

3187 3216

3245 3274

3303 Frazione non recuperabile

5701 5769

5833 5897

5962 6016

6070 6124

6179 6235

6291

rifiuti urbani lordi [t]

Totale

28851 29198

29519 29844

30172 30443

30717 30994

31273 31554

31838 C

arta e cartone 306

305 303

302 300

299 297

296 294

293 291

Inerti 51

50 50

50 50

49 49

49 49

48 48

Legno 332

331 329

327 326

324 322

321 319

318 316

Metalli

56 56

56 55

55 55

55 54

54 54

54 O

rganico 66

66 66

65 65

65 64

64 64

64 63

Plastica 170

169 168

168 167

166 165

164 163

163 162

Tessili, pelli, cuoio 99

99 98

98 97

97 96

96 95

95 94

Vetro

45 45

45 44

44 44

44 44

43 43

43

RSA

U lordi [t][

Totale

1127 1121

1115 1110

1104 1099

1093 1088

1082 1077

1071 Inerti

387 391

396 400

404 408

412 415

419 423

427 Legno

870 880

890 900

910 918

926 934

943 951

960 M

etalli 522

528 534

540 546

551 556

561 566

571 576

Plastica 135

137 138

140 142

143 144

145 147

148 149

Vetro

19 20

20 20

20 20

21 21

21 21

21

Rifiuti

ingombranti [t]

Totale

1933 1956

1978 2000

2022 2040

2058 2077

2095 2114

2133

Tabella 1-1: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com

prensorio (A): dato disaggregato per flussi di provenienza

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)

12

M

ateriale 1999

2000 2001

2002 2003

2004 2005

2006 2007

2008 2009

Carta e cartone

11889 12031

12164 12297

12433 12544

12657 12771

12886 13002

13119 Farm

aci 90

91 92

93 94

95 95

96 97

98 99

Metalli

2644 2676

2705 2735

2765 2790

2815 2840

2866 2892

2918 O

rganico 12339

12487 12624

12763 12903

13019 13137

13255 13374

13494 13616

Pile 89

90 91

92 93

94 95

96 97

98 98

Plastica 4424

4477 4526

4576 4626

4668 4710

4752 4795

4838 4882

Vetro

4631 4686

4738 4790

4842 4886

4930 4974

5019 5064

5110 Frazione non recuperabile

9078 9187

9288 9390

9493 9579

9665 9752

9839 9928

10017

rifiuti urbani lordi [t]

Totale

45182 45724

46227 46735

47250 47675

48104 48537

48974 49414

49859 C

arta e cartone 551

549 546

543 541

538 535

532 530

527 524

Inerti 91

91 90

90 89

89 89

88 88

87 87

Legno 598

595 592

589 586

583 580

577 575

572 569

Metalli

101 101

100 100

99 99

98 98

97 97

96 O

rganico 120

119 118

118 117

117 116

115 115

114 114

Plastica 306

305 303

302 300

299 297

296 294

293 291

Tessili, pelli, cuoio 178

178 177

176 175

174 173

172 171

171 170

Vetro

81 81

80 80

79 79

79 78

78 78

77

RSA

U lordi [t][

Totale

2027 2017

2007 1997

1987 1977

1967 1958

1948 1938

1928 Inerti

605 613

619 626

633 639

645 650

656 662

668 Legno

1362 1379

1394 1409

1425 1437

1450 1463

1477 1490

1503 M

etalli 817

827 836

845 855

862 870

878 886

894 902

Plastica 212

214 217

219 222

224 226

228 230

232 234

Vetro

30 31

31 31

32 32

32 33

33 33

33

Rifiuti

ingombranti [t]

Totale

3027 3064

3097 3131

3166 3194

3223 3252

3281 3311

3341

Tabella 1-2: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com

prensorio (B): dato disaggregato per flussi di provenienza

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)

13

M

ateriale 1999

2000 2001

2002 2003

2004 2005

2006 2007

2008 2009

Carta e cartone

11201 11335

11460 11586

11713 11819

11925 12032

12141 12250

12360 Farm

aci 85

86 87

87 88

89 90

91 92

92 93

Metalli

2431 2460

2487 2514

2542 2565

2588 2611

2635 2659

2682 O

rganico 11341

11477 11604

11731 11860

11967 12075

12183 12293

12404 12515

Pile 84

85 86

87 88

89 90

90 91

92 93

Plastica 4111

4160 4206

4252 4299

4337 4376

4416 4456

4496 4536

Vetro

4407 4460

4509 4559

4609 4650

4692 4734

4777 4820

4863 Frazione non recuperabile

8344 8444

8537 8631

8726 8804

8884 8963

9044 9126

9208

rifiuti urbani lordi [t]

Totale

42003 42507

42975 43447

43925 44321

44719 45122

45528 45938

46351 C

arta e cartone 674

671 667

664 661

657 654

651 647

644 641

Inerti 112

111 110

110 109

109 108

108 107

107 106

Legno 731

727 724

720 716

713 709

706 702

699 695

Metalli

124 123

123 122

121 121

120 120

119 118

118 O

rganico 146

145 145

144 143

143 142

141 140

140 139

Plastica 374

372 370

369 367

365 363

361 359

358 356

Tessili, pelli, cuoio 218

217 216

215 214

213 212

211 209

208 207

Vetro

99 99

98 98

97 97

96 96

95 95

94

RSA

U lordi [t][

Totale

2478 2465

2453 2441

2429 2417

2404 2392

2380 2369

2357 Inerti

563 570

576 582

589 594

599 605

610 616

621 Legno

1266 1282

1296 1310

1324 1336

1348 1360

1373 1385

1397 M

etalli 760

769 777

786 795

802 809

816 824

831 838

Plastica 197

199 202

204 206

208 210

212 214

215 217

Vetro

28 28

29 29

29 30

30 30

31 31

31

Rifiuti

ingombranti [t]

Totale

2814 2848

2879 2911

2943 2969

2996 3023

3050 3078

3106

Tabella 1-3: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com

prensorio (C): dato disaggregato per flussi di provenienza

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)

14

M

ateriale 1999

2000 2001

2002 2003

2004 2005

2006 2007

2008 2009

Carta e cartone

30897 31268

31612 31960

32311 32602

32895 33191

33490 33792

34096 Farm

aci 230

233 235

238 241

243 245

247 249

252 254

Metalli

6736 6817

6891 6967

7044 7107

7171 7236

7301 7367

7433 O

rganico 31429

31806 32156

32509 32867

33163 33461

33762 34066

34373 34682

Pile 229

232 235

237 240

242 244

246 249

251 253

Plastica 11362

11498 11625

11753 11882

11989 12097

12206 12315

12426 12538

Vetro

12031 12175

12309 12445

12582 12695

12809 12924

13041 13158

13277 Frazione non recuperabile

23123 23400

23657 23918

24181 24398

24618 24839

25063 25289

25516

rifiuti urbani lordi [t]

Totale

116036 117429

118720 120026

121347 122439

123541 124653

125774 126906

128049 C

arta e cartone 1532

1524 1517

1509 1501

1494 1486

1479 1472

1464 1457

Inerti 253

252 251

250 248

247 246

245 243

242 241

Legno 1661

1653 1645

1637 1628

1620 1612

1604 1596

1588 1580

Metalli

282 280

279 277

276 275

273 272

271 269

268 O

rganico 332

331 329

327 326

324 322

321 319

318 316

Plastica 850

846 842

838 834

829 825

821 817

813 809

Tessili, pelli, cuoio 496

493 491

488 486

483 481

479 476

474 471

Vetro

225 224

223 222

221 220

219 218

216 215

214

RSA

U lordi [t][

Totale

5632 5604

5576 5548

5520 5492

5465 5438

5410 5383

5356 Inerti

1555 1574

1591 1608

1626 1641

1655 1670

1685 1701

1716 Legno

3498 3540

3579 3619

3659 3692

3725 3758

3792 3826

3861 M

etalli 2099

2124 2148

2171 2195

2215 2235

2255 2275

2296 2316

Plastica 544

551 557

563 569

574 579

585 590

595 601

Vetro

78 79

80 80

81 82

83 84

84 85

86

Rifiuti

ingombranti [t]

Totale

7774 7868

7954 8042

8130 8203

8277 8352

8427 8503

8579

Tabella 1-4: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nella Provincia di Im

peria: dato disaggregato per flussi di provenienza

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)

15

M

ateriale [t] 1999

2000 2001

2002 2003

2004 2005

2006 2007

2008 2009

Carta e cartone

8114 8206

8292 8378

8466 8538

8610 8684

8758 8832

8908

Farmaci

56 57

57 58

58 59

60 60

61 61

62

Frazione non recuperabile 5701

5769 5833

5897 5962

6016 6070

6124 6179

6235 6291

Inerti 437

442 446

450 454

457 461

464 468

471 475

Legno 1202

1211 1219

1227 1235

1242 1249

1255 1262

1269 1276

Metalli

2239 2265

2289 2313

2338 2358

2379 2399

2420 2441

2462

Organico

7815 7908

7994 8081

8169 8241

8314 8388

8463 8538

8614

Pile 56

57 57

58 59

59 60

60 61

61 62

Plastica 3133

3168 3200

3232 3265

3292 3320

3347 3375

3403 3431

Tessili, pelli, cuoio 99

99 98

98 97

97 96

96 95

95 94

Vetro

3058 3094

3127 3161

3195 3223

3251 3280

3309 3338

3367

Totale 31911

32275 32612

32953 33298

33582 33869

34158 34450

34745 35043

Tabella 1-5: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com

prensorio (A): dato onnicomprensivo

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)

16

M

ateriale [t] 1999

2000 2001

2002 2003

2004 2005

2006 2007

2008 2009

Carta e cartone

12440 12580

12709 12841

12973 13082

13193 13304

13416 13529

13644

Farmaci

90 91

92 93

94 95

95 96

97 98

99

Frazione non recuperabile 9078

9187 9288

9390 9493

9579 9665

9752 9839

9928 10017

Inerti 697

703 710

716 723

728 733

738 744

749 755

Legno 1960

1974 1986

1998 2011

2021 2031

2041 2051

2062 2072

Metalli

3563 3604

3642 3680

3719 3751

3784 3816

3849 3882

3916

Organico

12458 12606

12742 12881

13020 13136

13253 13370

13489 13609

13730

Pile 89

90 91

92 93

94 95

96 97

98 98

Plastica 4942

4996 5046

5097 5148

5190 5233

5276 5319

5363 5407

Tessili, pelli, cuoio 178

178 177

176 175

174 173

172 171

171 170

Vetro

4742 4797

4849 4901

4954 4997

5041 5085

5130 5175

5220

Totale 50236

50805 51331

51864 52402

52846 53294

53746 54203

54663 55128

Tabella 1-6: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com

prensorio (B): dato onnicomprensivo

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)

17

M

ateriale [t] 1999

2000 2001

2002 2003

2004 2005

2006 2007

2008 2009

Carta e cartone

11875 12006

12127 12250

12374 12476

12579 12683

12788 12894

13001

Farmaci

85 86

87 87

88 89

90 91

92 92

93

Frazione non recuperabile 8344

8444 8537

8631 8726

8804 8884

8963 9044

9126 9208

Inerti 674

681 686

692 698

703 707

712 717

722 727

Legno 1997

2009 2019

2030 2041

2049 2058

2066 2075

2084 2093

Metalli

3315 3352

3387 3422

3458 3488

3517 3547

3577 3608

3639

Organico

11487 11623

11748 11875

12004 12110

12217 12325

12433 12543

12654

Pile 84

85 86

87 88

89 90

90 91

92 93

Plastica 4682

4732 4778

4824 4871

4910 4949

4989 5028

5069 5109

Tessili, pelli, cuoio 218

217 216

215 214

213 212

211 209

208 207

Vetro

4534 4587

4636 4685

4735 4777

4818 4860

4903 4946

4989

Totale 47295

47820 48307

48799 49297

49707 50120

50538 50959

51384 51813

Tabella 1-7: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nel Com

prensorio (C): dato onnicomprensivo

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I)

18

Materiale [t]

1999 2000

2001 2002

2003 2004

2005 2006

2007 2008

2009

Carta e cartone

32429 32792

33128 33469

33813 34096

34382 34670

34962 35256

35553

Farmaci

230 233

235 238

241 243

245 247

249 252

254

Frazione non recuperabile 23123

23400 23657

23918 24181

24398 24618

24839 25063

25289 25516

Inerti 1808

1826 1842

1858 1874

1888 1901

1915 1929

1943 1957

Legno 5160

5194 5224

5255 5287

5312 5337

5362 5388

5414 5441

Metalli

9116 9221

9318 9416

9515 9597

9679 9763

9847 9932

10017

Organico

31761 32136

32485 32837

33193 33487

33784 34083

34385 34690

34998

Pile 229

232 235

237 240

242 244

246 249

251 253

Plastica 12757

12895 13023

13153 13285

13392 13501

13611 13722

13834 13948

Tessili, pelli, cuoio 496

493 491

488 486

483 481

479 476

474 471

Vetro

12334 12478

12612 12747

12884 12997

13111 13225

13341 13458

13577

Totale 129443

130900 132250

133616 134997

136135 137283

138442 139612

140793 141984

Tabella 1-8: Materiali presenti nei rifiuti da trattare nella Provincia di Im

peria: dato onnicomprensivo

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sintesi dell’indagine conoscitiva (Volume I) 19

1.9.4 Valutazione dell’oscillazione stagionale della produzione di rifiuti nella Provincia di Imperia

Tenuto conto che la Provincia di Imperia è caratterizzata da un considerevole flusso turistico, si è

proceduto alla definizione di una metodologia per il calcolo della quantità di rifiuti prodotti

mensilmente in ciascun Comune. Al fine di tenere conto della stagionalità, per la determinazione

del metodo, sono stati utilizzati i dati relativi alle quantità di rifiuti smaltiti da ciascun Comune alla

discarica di Ponticelli nel 1996. Per ciascun Comune della Provincia è stato calcolato il rapporto tra

il quantitativo di rifiuti conferito in un determinato mese e il valore medio mensile della quantità

totale di rifiuti conferiti nell’anno 1996 (vedasi paragrafo 3.5 del Volume I – Indagine conoscitiva).

I coefficienti ricavati possono essere utilizzati per calcolare, per qualsiasi anno e per qualsiasi mese,

la quantità di rifiuto prodotto nel singolo Comune della Provincia di Imperia.

1.9.5 Conclusioni

Considerando i dati di previsione di produzione rifiuti nei vari Comprensori della Provincia di

Imperia e le informazioni circa la composizione dei medesimi, si è giunti alla determinazione dei

flussi complessivi da trattare, suddivisi per materiali costituenti; a questi quantitativi andranno

applicate le percentuali di recupero e raccolta differenziata imposte per Legge per le diverse

categorie di rifiuto. Va detto che le informazioni a disposizione hanno consentito di elaborare un

possibile scenario di evoluzione nel tempo delle quantità di rifiuto da trattare e, soprattutto, delle

qualità prodotte. A causa però della mancanza di una serie storica affidabile, l’analisi dovrà essere

monitorata ed eventualmente aggiornata a mano a mano che le informazioni relative alla gestione

dei rifiuti nella Provincia di Imperia risulteranno sempre più consistenti. Per questo motivo, e con il

fine di tarare il “modello” matematico così costruito, nel capitolo successivo si sono confrontati i

dati teorici ricavati con il “modello” con i valori consuntivi dell’anno 1999 relativi al quantitativo

complessivo di rifiuti urbani prodotto ed al valore percentuale di raccolta differenziata ottenuto

(Fonti: Settore Tutela Ambiente Provincia di Imperia e Agenzia Regionale per la Protezione

dell’Ambiente Ligure A.R.P.A.L.).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Produzione di rifiuti nell’anno 1999 20

2 Produzione di rifiuti nell’anno 1999

Nel Volume I - Indagine conoscitiva - del presente Piano sono riportati i dati di produzione dei

rifiuti urbani reperiti tramite indagine diretta condotta sul territorio provinciale per gli anni ‘94-97,

sulla base dei quali si è costruito un “modello” matematico per la determinazione dei volumi di

produzione futura. L'analisi viene in questo capitolo integrata con la verifica della produzione di

rifiuti urbani nell'anno 1999, anche a taratura del “modello matematico” di riferimento.

I dati relativi alla produzione di rifiuti dell’anno 1999 sono stati desunti mettendo a confronto la

campagna di monitoraggio che annualmente il Settore Tutela Ambiente della Provincia di Imperia

compie presso i Comuni e le Comunità Montane, con il MUD 2000 per l’anno 1999 fornito

dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure ARPAL – Sezione Regionale del

Catasto Rifiuti (dati "bonificati").

Nelle seguenti tabelle 2.1-2.2-2.3-2.4 si riporta su scala provinciale e distintamente per i tre

Comprensori Ventimigliese (A), Sanremese (B) e Imperiese (C), il raffronto tra i dati del Settore

Tutela Ambiente della Provincia di Imperia e quelli del MUD 2000 reperiti presso l’ARPAL.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O

ttobre 2002

Produzione di rifiuti nell’anno 1999 21

Tabella 2.1 - Q

uantità di rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata nell'anno 1999 nella Provincia di Im

peria (ton)

DATI FO

RN

ITI DAL SETTO

RE TU

TELA AMB

IENTE D

ELLA PRO

VINC

IA DI IM

PERIA

DATI FO

RN

ITI DALL'AG

ENZIA R

EGIO

NALE PER

LA PRO

TEZION

E D

ELL'AMB

IENTE LIG

UR

E - ARPAL

TOTALE

TOTALE

TOTALE

TOTALE

TOTALE

TOTALE

N.

CO

MU

NE C

ARTA E

CAR

TON

E VETRO

METALLI PLASTIC

A LEGN

O B

ATTERIE

E PILE FAR

MAC

I ING

OM

B.

VERD

E ALTR

OD

IFF. R

SU

RSU

+ DIFF.%

R.D

.D

IFF. R

SU

RSU

+ DIFF. %

R.D

. C

ARTA E

CAR

TON

E VETR

O

PLASTICA

ALTRO

1 AIR

OLE

0.01 1.25

8.00 0.01

-- 0.01

0.01 0.90

-- --

10.18 230.69

240.86 4.22

-- 207.70

207.70 --

-- --

-- --

2 APR

ICALE

4.60 8.40

-- 1.70

-- --

-- 22.00

-- --

36.70 232.50

269.20 13.63

-- 232.60

232.60 --

-- --

-- --

3 AQ

UILA

D’AR

RO

SCIA

-- 3.00

-- --

-- --

-- --

-- --

3.00 71.65

74.65 4.02

6.00 72.36

78.36 7.66

0.00 3.00

0.00 3.00

4 AR

MO

--

-- 0.15

-- --

-- --

-- --

-- 0.15

40.90 41.05

0.37 --

41.49 41.49

--

--

5 AU

RIG

O

-- 1.00

2.52 --

-- --

-- --

-- 1.76

5.28 118.72

124.00 4.26

5.30 118.70

124.00 4.27

0.00 1.00

0.00 4.30

6 B

ADALU

CC

O

-- 8.40

5.78 --

-- --

-- --

-- --

14.18 545.16

559.34 2.54

28.40 546.20

574.60 4.94

0.00 8.40

0.00 20.00

7 B

AJARD

O

-- 4.80

-- --

-- --

-- --

-- --

4.80 156.58

161.38 2.97

4.80 156.60

161.40 2.97

0.00 4.80

0.00 0.00

8 B

OR

DIG

HER

A 303.67

247.10 122.16

26.77 --

3.83 0.43

0.46 --

214.76 919.18

7 622.59 8 541.77

10.76 2 122.00

7 622.60 9 744.60

21.78 303.70

247.10 26.80

1 544.40

9 B

OR

GH

ETTO

D’AR

RO

SCIA

-- --

-- --

-- --

-- --

-- --

0.00 170.80

170.80 0.00

-- 168.94

168.94 --

-- --

-- --

10 B

OR

GO

MAR

O

-- 17.00

6.28 --

-- --

-- --

-- 2.54

25.82 297.74

323.56 7.98

25.80 297.70

323.50 7.98

0.00 17.00

0.00 8.80

11 C

AMPO

RO

SSO

174.58 79.32

74.66 35.37

-- 0.45

0.18 2.02

247.43 --

614.01 2 396.46

3 010.47 20.40

-- 2 339.50

2 339.50 --

-- --

-- --

12 C

ARAVO

NIC

A --

6.00 4.56

-- --

-- --

-- --

-- 10.56

10.08 20.64

51.16 10.60

100.80 111.40

9.52 0.00

6.00 0.00

4.60

13 C

ARPASIO

--

3.60 6.28

-- --

-- --

-- --

-- 9.88

72.70 82.58

11.96 3.60

73.70 77.30

4.66 0.00

3.60 0.00

0.00

14 C

ASTELLARO

--

6.30 0.90

-- --

-- --

-- --

-- 7.20

302.36 309.56

2.33 7.20

302.40 309.60

2.33 0.00

6.30 0.00

0.90

15 C

ASTELVITTOR

IO

-- 3.00

5.28 --

-- --

-- --

-- --

8.28 214.94

223.22 3.71

-- 213.10

213.10 --

-- --

-- --

16 C

ERIAN

A --

19.10 --

-- --

-- --

-- --

-- 19.10

463.20 482.30

3.96 22.10

463.20 485.30

4.55 1.00

19.00 0.00

2.10

17 C

ERVO

5.14

19.60 51.40

5.60 --

-- 0.01

2.80 --

77.76 162.31

1 044.96 1 207.27

13.44 162.30

1 139.60 1 301.90

12.47 5.10

19.60 5.60

132.00

18 C

ESIO

-- 3.20

7.25 --

-- --

-- --

-- --

10.45 89.29

99.74 10.48

-- 89.30

89.30 --

-- --

-- --

19 C

HIU

SANIC

O

-- 8.50

0.10 --

-- --

-- --

-- --

8.60 208.35

216.95 3.96

-- 208.40

208.40 --

-- --

-- --

20 C

HIU

SAVECC

HIA

-- 6.00

-- --

-- --

-- --

-- --

6.00 177.30

183.30 3.27

6.00 177.30

183.30 3.27

6.00

0.00

21 C

IPRESSA

6.34 11.40

5.92 3.40

-- 0.02

-- 0.52

-- --

27.60 612.42

640.02 4.31

27.10 640.00

667.10 4.06

6.30 11.40

3.40 6.00

22 C

IVEZZA 2.72

6.60 9.04

1.52 --

-- --

0.70 --

-- 20.58

175.26 195.84

10.51 19.90

195.80 215.70

9.23 2.70

6.60 1.50

9.10

23 C

OSIO

D

’ARR

OSC

IA --

4.50 1.80

-- --

-- --

-- --

-- 6.30

97.90 104.20

6.05 6.30

98.91 105.21

5.99 0.00

4.50 0.00

1.80

24 C

OSTAR

AINER

A --

-- --

-- --

-- --

-- --

-- 0.00

376.70 376.70

0.00 --

376.70 376.70

-- --

-- --

--

25 D

IANO

AREN

TINO

9.90

5.50 5.50

2.24 --

-- --

-- --

-- 23.14

258.55 281.69

8.21 23.10

258.50 281.60

8.20 9.90

5.50 2.20

5.50

26 D

IANO

CASTELLO

--

4.80 --

-- --

-- --

-- --

-- 4.80

857.70 862.50

0.56 --

859.00 859.00

-- --

-- --

--

27 D

IANO

MAR

INA

239.63 149.50

-- 68.96

-- 1.08

0.10 --

-- 15.20

474.47 6 510.52

6 984.99 6.79

933.60 6 510.50

7 444.10 12.54

239.60 149.50

69.00 475.50

28 D

IANO

SAN

PIETRO

--

19.10 11.70

3.30 --

-- --

1.68 --

-- 35.78

457.95 493.73

7.25 35.80

457.90 493.70

7.25 0.00

19.10 3.30

13.40

29 D

OLC

EACQ

UA

4.72 28.82

-- 2.08

-- 0.01

0.00 --

-- 0.52

36.15 764.50

800.65 4.52

-- 764.50

764.50 --

-- --

-- --

30 D

OLC

EDO

--

10.50 3.90

-- --

-- --

-- --

-- 14.40

512.30 526.70

2.73 10.50

512.30 522.80

2.01 0.00

10.50 0.00

0.00

31 IM

PERIA

745.18 426.92

742.54 70.84

-- 22.78

2.89 20.89

729.01 253.38

3 014.43 20 035.94

23 050.37 13.08

2 783.60 20 076.40

22 860.00 12.18

580.70 426.90

94.00 1 682.00

32 ISO

LABO

NA

1.56 --

-- 1.00

-- 0.01

0.01 --

-- --

2.58 308.39

310.97 0.83

-- 320.00

320.00 --

-- --

-- --

33 LU

CIN

ASCO

--

2.00 1.80

-- --

-- --

-- --

-- 3.80

69.10 72.90

5.21 2.00

69.10 71.10

2.81 0.00

2.00 0.00

0.00

34 M

END

ATICA

-- 0.60

-- --

-- --

-- --

-- --

0.60 82.95

83.55 0.72

0.60 83.64

84.24 0.71

0.00 0.60

0.00 0.00

35 M

OLINI D

I TRIO

RA

-- 5.10

-- --

-- --

-- 3.10

-- --

8.20 301.16

309.36 2.65

8.20 301.20

309.40 2.65

0.00 5.10

0.00 3.10

36 M

ON

TALTO

-- 6.00

1.88 --

-- --

-- --

-- --

7.88 123.02

130.90 6.02

15.80 123.00

138.80 11.38

0.00 6.00

0.00 9.80

37 M

ON

TEGR

OSSO

PIAN

LATTE --

0.60 --

-- --

-- --

-- --

-- 0.60

47.70 48.30

1.24 0.60

47.46 48.06

1.25 0.00

0.60 0.00

0.00

38 O

LIVETTA SAN

MIC

HELE

-- 9.90

0.48 --

-- --

-- --

-- --

10.38 176.36

186.74 5.56

-- 176.40

176.40 --

--

39 O

SPEDALETTI

1.62 34.70

8.50 1.20

5.64 0.38

0.16 1.01

30.93 25.20

109.34 2 818.00

2 927.34 3.74

49.00 2 818.50

2 867.50 1.71

1.60 34.70

1.20 11.50

40 PER

INALD

O

2.63 2.90

-- 1.44

-- --

-- --

-- 15.83

22.80 258.02

280.82 8.12

-- 258.00

258.00 --

-- --

-- --

41 PIETR

ABR

UN

A --

10.00 --

-- --

-- --

-- --

-- 10.00

175.26 185.26

5.40 --

175.30 175.30

-- --

-- --

--

42 PIEVE D

I TECO

--

15.00 --

-- --

-- --

-- --

-- 15.00

463.40 478.40

3.14 15.00

464.01 479.01

3.13 0.00

15.00 0.00

0.00

43 PIG

NA

0.40 1.25

0.87 --

-- --

-- --

-- --

2.52 241.62

244.14 1.03

-- 241.60

241.60 --

-- --

-- --

44 PO

MPEIAN

A --

12.30 --

-- --

-- --

5.68 1.67

-- 19.65

316.24 335.89

5.85 19.70

317.90 337.60

5.84 0.00

12.30 0.00

7.40

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O

ttobre 2002

Produzione di rifiuti nell’anno 1999 22

45 PO

NTED

ASSIO

-- 62.00

8.22 --

-- --

-- --

-- --

70.22 919.00

989.22 7.10

-- 919.00

919.00 --

-- --

-- --

46 PO

RN

ASSIO

-- 9.00

-- --

-- --

-- --

-- --

9.00 208.75

217.75 4.13

-- 205.79

205.79 --

-- --

-- --

47 PR

ELA’ --

2.00 8.02

-- --

-- --

-- --

-- 10.02

177.50 187.52

5.34 10.20

177.50 187.70

5.43 0.00

2.00 0.00

8.20

48 R

ANZO

--

8.50 2.64

-- --

-- --

-- --

-- 11.14

180.20 191.34

5.82 19.60

183.22 202.82

9.66 0.00

8.50 0.00

11.10

49 R

EZZO

0.50 2.00

4.00 --

-- --

-- --

-- --

6.50 136.15

142.65 4.56

-- 134.09

134.09 --

-- --

-- --

50 R

IVA LIGU

RE

6.00 42.00

2.55 3.58

1.70 0.25

0.15 3.20

-- --

59.43 1 573.00

1 632.43 3.64

37.20 1 660.70

1 697.90 2.19

0.00 37.20

0.00 0.00

51 R

OC

CH

ETTA N

ERVIN

A 2.90

-- --

0.89 --

-- --

-- --

1.15 4.94

121.00 125.94

3.92 --

179.50 179.50

-- --

-- --

--

52 SAN

B

ARTO

LOM

EO AL

MAR

E 100.27

60.14 110.43

19.40 --

0.92 --

9.36 --

-- 300.52

2 999.83 3 300.35

9.11 397.50

2 999.80 3 397.30

11.70 100.30

60.10 19.40

217.70

53 SAN

BIAG

IO

DELLA C

IMA

5.42 1.20

4.00 1.96

-- --

-- --

-- --

12.58 348.97

361.55 3.48

-- 349.00

349.00 --

-- --

-- --

54 SAN

LOR

ENZO

AL M

ARE

47.00 --

-- 15.00

-- --

-- --

-- 0.12

62.12 908.00

970.12 6.40

181.20 905.20

1 086.40 16.68

74.50 0.00

14.50 92.20

55 SAN

REM

O

1 450.56 932.76

689.88 103.25

605.56 40.56

2.14 15.86

1 817.04208.10

5 865.71 32 456.27

38 321.98 15.31

5 194.10 32 456.30

37 650.40 13.80

1 236.50 952.80

93.10 2 911.70

56 SAN

TO STEFAN

O

AL MAR

E 4.60

27.07 11.76

2.10 1.20

0.16 0.03

2.44 --

-- 49.36

1 490.65 1 540.01

3.21 24.30

1 490.70 1 515.00

1.60 4.60

2.10 2.10

15.50

57 SEB

OR

GA

1.00 5.00

0.03 7.00

-- --

-- 6.00

-- --

19.03 173.00

192.02 9.91

13.00 173.00

186.00 6.99

1.00 5.00

7.00 0.00

58 SO

LDAN

O

0.01 --

0.01 0.00

-- --

-- --

-- --

0.02 268.30

268.31 0.01

-- 268.30

268.30 --

-- --

-- --

59 TAG

GIA

295.85 359.56

153.75 28.42

71.99 3.52

0.33 --

784.05 53.21

1 750.68 7 354.72

9 105.40 19.23

2 006.50 7 354.70

9 361.20 21.43

295.90 359.60

284.20 1 066.80

60 TER

ZOR

IO

-- 4.20

1.00 --

-- --

-- --

-- --

5.20 60.52

65.72 7.91

4.20 60.50

64.70 6.49

0.00 4.20

0.00 0.00

61 TR

IOR

A --

4.80 0.90

-- --

-- --

6.52 --

-- 12.22

282.56 294.78

4.15 --

275.50 275.50

-- --

-- --

--

62 VALLEB

ON

A 1.52

18.20 4.98

2.71 --

0.11 0.62

-- --

-- 28.14

320.11 348.25

8.08 55.70

320.10 375.80

14.82 1.50

18.20 2.70

33.30

63 VALLEC

RO

SIA 80.55

73.80 --

25.55 --

0.17 0.40

1.63 --

6.85 188.95

3 474.48 3 663.43

5.16 --

3 474.50 3 474.50

-- --

-- --

--

64 VASIA

-- 5.50

6.18 --

-- --

-- --

-- --

11.68 139.46

151.14 7.73

11.70 139.50

151.20 7.74

0.00 5.50

0.00 6.20

65 VEN

TIMIG

LIA 73.14

192.10 274.29

-- 28.08

0.26 0.04

31.42 --

0.18 599.51

13 563.42 14 162.93

4.23 --

12 537.00 12 537.00

-- --

-- --

--

66 VESSALIC

O

-- 4.50

-- --

-- --

-- --

-- --

4.50 104.40

108.90 4.13

4.50 104.88

109.38 4.11

0.00 4.50

0.00 0.00

67 VILLA FAR

ALDI

-- 4.00

-- --

-- --

-- --

-- --

4.00 203.00

207.00 1.93

-- 197.50

197.50 --

-- --

-- --

-- C

.M. IN

TEMELIA

-- --

-- --

-- --

-- --

-- --

-- --

-- --

338.50 --

338.50 --

-- --

-- 338.50

TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE

CAR

TA E C

ARTO

NE VETR

O M

ETALLI PLASTICA LEG

NO

BATTER

IE E PILE

FARM

ACI IN

GO

MB

. VER

DE

ALTRO

DIFF.

RSU

R

SU + DIFF.

% R

.D.

DIFF.

RSU

R

SU + DIFF.

% R

.D.

CAR

TA E C

ARTO

NE

VETRO

PLASTIC

AALTR

O

TO

TALI 3 572.01

3 031.89 2 371.88 435.29

714.17 74.52

7.50 138.19

3 610.13876.56

14 832.14 117 971.20

132 803.34 11.17

14 653.10 117 285.09

131 938.19 11.11

2 864.90 2 511.80

630.00 8 646.40

%

R.D

. DELLE SIN

GO

LE FRAZIO

NI

2.69 2.28

1.79 0.33

0.54 0.06

0.01 0.10

2.72 0.66

2.17 1.90

0.48 6.55

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O

ttobre 2002

Produzione di rifiuti nell’anno 1999 23

Tabella 2.2 - Q

uantità di rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata nell'anno 1999 nel C

omprensorio A (ton)

DATI FO

RN

ITI DALLA PR

OVIN

CIA D

I IMPER

IA D

ATI FOR

NITI D

ALL'AGEN

ZIA REG

ION

ALE PER LA PR

OTEZIO

NE

DELL'AM

BIEN

TE LIGU

RE - AR

PAL TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE N

. C

OM

UNE

CAR

TA E C

ARTO

NE

VETRO

METALLI

PLASTICA LEG

NO

BATTER

IE E PILE

FARM

ACI

ING

OM

B.

VERD

EALTR

OD

IFF. R

SU

RSU

+ DIFF. % R

.D.

DIFF.

RSU

R

SU + DIFF.

% R

.D.

CAR

TA E C

ARTO

NE

VETRO

PLASTIC

AALTR

O

1 AIR

OLE

0.01 1.25

8.00 0.01

-- 0.01

0.01 0.90

-- --

10.18 230.69

240.86 4.22

-- 207.70

207.70 --

-- --

-- --

2 APR

ICALE

4.60 8.40

-- 1.70

-- --

-- 22.00

-- --

36.70 232.50

269.20 13.63

-- 232.60

232.60 --

-- --

-- --

3 B

OR

DIG

HER

A 303.67

247.10 122.16

26.77 --

3.83 0.43

0.46 --

214.76919.18

7 622.59 8 541.77

10.762 122.00

7 622.60 9 744.60

21.78 303.70

247.10 26.80

1 544.40

4 C

AMPO

RO

SSO

174.58 79.32

74.66 35.37

-- 0.45

0.18 2.02

247.43--

614.01 2 396.46

3 010.47 20.40

-- 2 339.50

2 339.50 --

-- --

-- --

5 C

ASTELVITTOR

IO

-- 3.00

5.28 --

-- --

-- --

-- --

8.28 214.94

223.22 3.71

-- 213.10

213.10 --

-- --

-- --

6 D

OLC

EACQ

UA

4.72 28.82

-- 2.08

-- 0.01

0.00 --

-- 0.52

36.15 764.50

800.65 4.52

-- 764.50

764.50 --

-- --

-- --

7 ISO

LABO

NA

1.56 --

-- 1.00

-- 0.01

0.01 --

-- --

2.58 308.39

310.97 0.83

-- 320.00

320.00 --

-- --

-- --

8 O

LIVETTA SAN

MIC

HELE

-- 9.90

0.48 --

-- --

-- --

-- --

10.38 176.36

186.74 5.56

-- 176.40

176.40 --

0.00 0.00

0.00 --

9 PER

INALD

O

2.63 2.90

-- 1.44

-- --

-- --

-- 15.83

22.80 258.02

280.82 8.12

-- 258.00

258.00 --

-- --

-- --

10 PIG

NA

0.40 1.25

0.87 --

-- --

-- --

-- --

2.52 241.62

244.14 1.03

-- 241.60

241.60 --

-- --

-- --

11 R

OC

CH

ETTA N

ERVIN

A 2.90

-- --

0.89 --

-- --

-- --

1.15 4.94

121.00 125.94

3.92 --

179.50 179.50

-- --

-- --

--

12 SAN B

IAGIO

DELLA

CIM

A 5.42

1.20 4.00

1.96 --

-- --

-- --

-- 12.58

348.97 361.55

3.48 --

349.00 349.00

-- --

-- --

--

13 SEB

OR

GA

1.00 5.00

0.03 7.00

-- --

-- 6.00

-- --

19.03 173.00

192.02 9.91

13.00 173.00

186.00 6.99

1.00 5.00

7.00 0.00

14 SO

LDAN

O

0.01 --

0.01 0.00

-- --

-- --

-- --

0.02 268.30

268.31 0.01

-- 268.30

268.30 --

-- --

-- --

15 VALLEB

ON

A 1.52

18.20 4.98

2.71 --

0.11 0.62

-- --

-- 28.14

320.11 348.25

8.08 55.70

320.10 375.80

14.82 1.50

18.20 2.70

33.30

16 VALLEC

RO

SIA 80.55

73.80 --

25.55 --

0.17 0.40

1.63 --

6.85 188.95

3 474.48 3 663.43

5.16 --

3 474.50 3 474.50

-- --

-- --

--

17 VEN

TIMIG

LIA 73.14

192.10 274.29

-- 28.08

0.26 0.04

31.42 --

0.18 599.51

13 563.4214 162.93

4.23 --

12 537.00 12 537.00

-- --

-- --

--

-- C

.M. IN

TEMELIA

-- --

-- --

-- --

-- --

-- --

-- --

-- --

338.50 --

338.50 --

-- --

-- 338.50

TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE

CAR

TA E C

ARTO

NE

VETRO

METALLI

PLASTICA LEG

NO

BATTER

IE E PILE

FARM

ACI

ING

OM

B.

VERD

EALTR

OD

IFF. R

SU

RSU

+ DIFF. % R

.D.

DIFF.

RSU

R

SU + DIFF.

% R

.D.

CAR

TA E C

ARTO

NE

VETRO

PLASTIC

AALTR

O

TO

TALI 656.70

672.24 494.75

106.48 28.08

4.85 1.69

64.43 247.43

239.292 515.94

30 715.3333 231.27

7.57 2 529.20

29 677.40 32 206.60

7.85 306.20

270.30 36.50

1 916.20

% R

.D. DELLE

SING

OLE FR

AZION

I 1.98

2.02 1.49

0.32 0.08

0.01 0.01

0.19 0.74

0.72

0.95

0.84 0.11

5.95

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O

ttobre 2002

Produzione di rifiuti nell’anno 1999 24

Tabella 2.3 - Q

uantità di rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata nell'anno 1999 nel C

omprensorio B

(ton)

DATI FO

RN

ITI DALLA PR

OVIN

CIA D

I IMPER

IA D

ATI FOR

NITI D

ALL'AGEN

ZIA REG

ION

ALE PER LA PR

OTEZIO

NE

DELL'AM

BIEN

TE LIGU

RE - AR

PAL TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALETO

TALE TO

TALE N

. C

OM

UNE

CAR

TA E C

ARTO

NE VETR

O

METALLI

PLASTICA LEG

NO

BATTER

IE E PILE

FARM

ACI

ING

OM

B.

VERD

E ALTR

OD

IFF. R

SU

RSU

+ DIFF.%

R.D

. D

IFF. R

SU

RSU

+ DIFF. %

R.D

. C

ARTA E

CAR

TON

E VETR

O

PLASTICA

ALTRO

1 B

ADALU

CC

O

-- 8.40

5.78 --

-- --

-- --

-- --

14.18 545.16

559.34 2.54

28.40 546.20

574.60 4.94

0.00 8.40

0.00 20.00

2 B

AJARD

O

-- 4.80

-- --

-- --

-- --

-- --

4.80 156.58

161.38 2.97

4.80 156.60

161.40 2.97

0.00 4.80

0.00 0.00

3 C

ARPASIO

--

3.60 6.28

-- --

-- --

-- --

-- 9.88

72.70 82.58

11.96 3.60

73.70 77.30

4.66 0.00

3.60 0.00

0.00

4 C

ERIAN

A --

19.10 --

-- --

-- --

-- --

-- 19.10

463.20 482.30

3.96 22.10

463.20 485.30

4.55 1.00

19.00 0.00

2.10

5 M

OLINI D

I TRIO

RA

-- 5.10

-- --

-- --

-- 3.10

-- --

8.20 301.16

309.36 2.65

8.20 301.20

309.40 2.65

0.00 5.10

0.00 3.10

6 M

ON

TALTO LIG

UR

E --

6.00 1.88

-- --

-- --

-- --

-- 7.88

123.02 130.90

6.02 15.80

123.00 138.80

11.38 0.00

6.00 0.00

9.80

7 O

SPEDALETTI

1.62 34.70

8.50 1.20

5.64 0.38

0.16 1.01

30.93 25.20

109.34 2 818.00

2 927.34 3.74

49.00 2 818.50

2 867.50 1.71

1.60 34.70

1.20 11.50

8 SAN

REM

O

1 450.56 932.76

689.88 103.25

605.56 40.56

2.14 15.86

1 817.04 208.10

5 865.71 32 456.27

38 321.98 15.31

5 194.1032 456.30

37 650.40 13.80

1 236.50 952.80

93.10 2 911.70

9 TAG

GIA

295.85 359.56

153.75 28.42

71.99 3.52

0.33 --

784.05 53.21

1 750.68 7 354.72

9 105.40 19.23

50 7 354.70

9 361.20 21.43

295.90 359.60

284.20 1 066.80

10 TR

IOR

A --

4.80 0.90

-- --

-- --

6.52 --

-- 12.22

282.56 294.78

4.15 --

275.50 275.50

-- --

-- --

--

TOTALE

TOTALE

TOTALE

TOTALE

TOTALE

TOTALE

CAR

TA E C

ARTO

NE VETR

O

METALLI

PLASTICA LEG

NO

BATTER

IE E PILE

FARM

ACI

ING

OM

B.

VERD

E ALTR

OD

IFF. R

SU

RSU

+ DIFF.%

R.D

. D

IFF. R

SU

RSU

+ DIFF. %

R.D

. C

ARTA E

CAR

TON

E VETR

O

PLASTICA

ALTRO

TO

TALI 1 748.03

1 378.82 866.97

132.87 683.19

44.46 2.63

26.49 2 632.02

286.51 7 801.99

44 573.3752 375.36

14.90 7 332.50

44 568.90 51 901.40

14.13 1 535.00

1 394.00 378.50

4 025.00

%

R.D

. DELLE SIN

GO

LE FRAZIO

NI

3.34 2.63

1.66 0.25

1.30 0.08

0.01 0.05

5.03 0.55

2.96 2.69

0.73 7.76

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O

ttobre 2002

Produzione di rifiuti nell’anno 1999 25

Tabella 2.4 - Q

uantità di rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata nell'anno 1999 nel C

omprensorio C

(ton)

DATI FO

RN

ITI DALLA PR

OVIN

CIA D

I IMPER

IA D

ATI FOR

NITI D

ALL'AGEN

ZIA REG

ION

ALE PER LA PR

OTEZIO

NE

DELL'AM

BIEN

TE LIGU

RE - AR

PAL TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE N

. C

OM

UNE

CAR

TA E C

ARTO

NE

VETRO

M

ETALLI PLASTIC

A LEGN

O B

ATTERIE

E PILE FAR

MAC

I IN

GO

MB

. VER

DE

ALTRO

DIFF.

RSU

R

SU + DIFF. %

R.D

.D

IFF. R

SU

RSU

+ DIFF. %

R.D

. C

ARTA E

CAR

TON

E VETR

O

PLASTICA

ALTRO

1 AQ

UILA

D’AR

RO

SCIA

-- 3.00

-- --

-- --

-- --

-- --

3.00 71.65

74.65 4.02

6.00 72.36

78.36 7.66

0.00 3.00

0.00 3.00

2 AR

MO

--

-- 0.15

-- --

-- --

-- --

-- 0.15

40.90 41.05

0.37 --

41.49 41.49

-- 0.00

0.00 0.00

--

3 AU

RIG

O

-- 1.00

2.52 --

-- --

-- --

-- 1.76

5.28 118.72

124.00 4.26

5.30 118.70

124.00 4.27

0.00 1.00

0.00 4.30

4 B

OR

GH

ETTO

D’AR

RO

SCIA

-- --

-- --

-- --

-- --

-- --

0.00 170.80

170.80 0.00

-- 168.94

168.94 --

-- --

-- --

5 B

OR

GO

MAR

O

-- 17.00

6.28 --

-- --

-- --

-- 2.54

25.82 297.74

323.56 7.98

25.80 297.70

323.50 7.98

0.00 17.00

0.00 8.80

6 C

ARAVO

NIC

A --

6.00 4.56

-- --

-- --

-- --

-- 10.56

10.08 20.64

51.1610.60

100.80 111.40

9.52 0.00

6.00 0.00

4.60

7 C

ASTELLARO

--

6.30 0.90

-- --

-- --

-- --

-- 7.20

302.36 309.56

2.33 7.20

302.40 309.60

2.33 0.00

6.30 0.00

0.90

8 C

ERVO

5.14

19.60 51.40

5.60 --

-- 0.01

2.80 --

77.76 162.31

1 044.96 1 207.27

13.44162.30

1 139.60 1 301.90

12.47 5.10

19.60 5.60

132.00

9 C

ESIO

-- 3.20

7.25 --

-- --

-- --

-- --

10.45 89.29

99.74 10.48

-- 89.30

89.30 --

-- --

-- --

10 C

HIU

SANIC

O

-- 8.50

0.10 --

-- --

-- --

-- --

8.60 208.35

216.95 3.96

-- 208.40

208.40 --

-- --

-- --

11 C

HIU

SAVECC

HIA

-- 6.00

-- --

-- --

-- --

-- --

6.00 177.30

183.30 3.27

6.00 177.30

183.30 3.27

0.00 6.00

0.00 0.00

12 C

IPRESSA

6.34 11.40

5.92 3.40

-- 0.02

-- 0.52

-- --

27.60 612.42

640.02 4.31

27.10 640.00

667.10 4.06

6.30 11.40

3.40 6.00

13 C

IVEZZA 2.72

6.60 9.04

1.52 --

-- --

0.70 --

-- 20.58

175.26 195.84

10.5119.90

195.80 215.70

9.23 2.70

6.60 1.50

9.10

14 C

OSIO

D

’ARR

OSC

IA --

4.50 1.80

-- --

-- --

-- --

-- 6.30

97.90 104.20

6.05 6.30

98.91 105.21

5.99 0.00

4.50 0.00

1.80

15 C

OSTAR

AINER

A --

-- --

-- --

-- --

-- --

-- 0.00

376.70 376.70

0.00 --

376.70 376.70

-- --

-- --

--

16 D

IANO

AREN

TINO

9.90

5.50 5.50

2.24 --

-- --

-- --

-- 23.14

258.55 281.69

8.21 23.10

258.50 281.60

8.20 9.90

5.50 2.20

5.50

17 DIAN

O C

ASTELLO

-- 4.80

-- --

-- --

-- --

-- --

4.80 857.70

862.50 0.56

-- 859.00

859.00 --

-- --

-- --

18 D

IANO

MAR

INA

239.63 149.50

-- 68.96

-- 1.08

0.10 --

-- 15.20

474.47 6 510.52

6 984.99 6.79

933.60 6 510.50

7 444.10 12.54

239.60 149.50

69.00 475.50

19 D

IANO

SAN

PIETRO

--

19.10 11.70

3.30 --

-- --

1.68 --

-- 35.78

457.95 493.73

7.25 35.80

457.90 493.70

7.25 0.00

19.10 3.30

13.40

20 D

OLC

EDO

--

10.50 3.90

-- --

-- --

-- --

-- 14.40

512.30 526.70

2.73 10.50

512.30 522.80

2.01 0.00

10.50 0.00

0.00

21 IM

PERIA

745.18 426.92

742.54 70.84

-- 22.78

2.89 20.89

729.01253.38

3 014.43 20 035.94

23 050.37 13.08

2 783.60 20 076.40

22 860.00 12.18

580.70 426.90

94.00 1 682.00

22 LU

CIN

ASCO

--

2.00 1.80

-- --

-- --

-- --

-- 3.80

69.10 72.90

5.21 2.00

69.10 71.10

2.81 0.00

2.00 0.00

0.00

23 M

END

ATICA

-- 0.60

-- --

-- --

-- --

-- --

0.60 82.95

83.55 0.72

0.60 83.64

84.24 0.71

0.00 0.60

0.00 0.00

24 M

ON

TEGR

OSSO

PIAN

LATTE --

0.60 --

-- --

-- --

-- --

-- 0.60

47.70 48.30

1.24 0.60

47.46 48.06

1.25 0.00

0.60 0.00

0.00

25 PIETR

ABR

UN

A --

10.00 --

-- --

-- --

-- --

-- 10.00

175.26 185.26

5.40 --

175.30 175.30

-- --

-- --

--

26 PIEVE D

I TECO

--

15.00 --

-- --

-- --

-- --

-- 15.00

463.40 478.40

3.14 15.00

464.01 479.01

3.13 0.00

15.00 0.00

0.00

27 PO

MPEIAN

A --

12.30 --

-- --

-- --

5.68 1.67

-- 19.65

316.24 335.89

5.85 19.70

317.90 337.60

5.84 0.00

12.30 0.00

7.40

28 PO

NTED

ASSIO

-- 62.00

8.22 --

-- --

-- --

-- --

70.22 919.00

989.22 7.10

-- 919.00

919.00 --

-- --

-- --

29 PO

RN

ASSIO

-- 9.00

-- --

-- --

-- --

-- --

9.00 208.75

217.75 4.13

-- 205.79

205.79 --

-- --

-- --

30 PR

ELA’ --

2.00 8.02

-- --

-- --

-- --

-- 10.02

177.50 187.52

5.34 10.20

177.50 187.70

5.43 0.00

2.00 0.00

8.20

31 R

ANZO

--

8.50 2.64

-- --

-- --

-- --

-- 11.14

180.20 191.34

5.82 19.60

183.22 202.82

9.66 0.00

8.50 0.00

11.10

32 R

EZZO

0.50 2.00

4.00 --

-- --

-- --

-- --

6.50 136.15

142.65 4.56

-- 134.09

134.09 --

-- --

-- --

33 R

IVA LIGU

RE

6.00 42.00

2.55 3.58

1.70 0.25

0.15 3.20

-- --

59.43 1 573.00

1 632.43 3.64

37.20 1 660.70

1 697.90 2.19

0.00 37.20

0.00 0.00

34 S B

ARTO

LOM

EO

AL MAR

E 100.27

60.14 110.43

19.40 --

0.92 --

9.36 --

-- 300.52

2 999.83 3 300.35

9.11 397.50

2 999.80 3 397.30

11.70 100.30

60.10 19.40

217.70

35 SAN

LOR

ENZO

AL M

ARE

47.00 --

-- 15.00

-- --

-- --

-- 0.12

62.12 908.00

970.12 6.40

181.20 905.20

1 086.40 16.68

74.50 0.00

14.50 92.20

36 SAN

TO STEFAN

O

AL MAR

E 4.60

27.07 11.76

2.10 1.20

0.16 0.03

2.44 --

-- 49.36

1 490.65 1 540.01

3.21 24.30

1 490.70 1 515.00

1.60 4.60

2.10 2.10

15.50

37 TER

ZOR

IO

-- 4.20

1.00 --

-- --

-- --

-- --

5.20 60.52

65.72 7.91

4.20 60.50

64.70 6.49

0.00 4.20

0.00 0.00

38 VASIA

-- 5.50

6.18 --

-- --

-- --

-- --

11.68 139.46

151.14 7.73

11.70 139.50

151.20 7.74

0.00 5.50

0.00 6.20

39 VESSALIC

O

-- 4.50

-- --

-- --

-- --

-- --

4.50 104.40

108.90 4.13

4.50 104.88

109.38 4.11

0.00 4.50

0.00 0.00

40 VILLA FAR

ALDI

-- 4.00

-- --

-- --

-- --

-- --

4.00 203.00

207.00 1.93

-- 197.50

197.50 --

-- --

-- --

TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE TO

TALE

C

ARTA E

CAR

TON

E VETR

O

METALLI

PLASTICA LEG

NO

BATTER

IE E PILE

FARM

ACI

ING

OM

B.

VERD

EALTR

OD

IFF. R

SU

RSU

+ DIFF. % R

.D.

DIFF.

RSU

R

SU + DIFF.

% R

.D.

CAR

TA E C

ARTO

NE

VETRO

PLASTIC

AALTR

O

TO

TALI 1 167.28

980.83 1 010.16

195.94 2.90

25.21 3.18

47.27 730.68

350.764 514.21

42 682.50 47 196.71

9.56 4 791.40

43 038.79 47 830.19

10.02 1 023.70

847.50 215.00

2 705.20

%

R.D

. DELLE SIN

GO

LE FRAZIO

NI

2.47 2.08

2.14 0.42

0.01 0.05

0.01 0.10

1.55 0.74

2.14 1.77

0.45 5.66

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Produzione di rifiuti nell’anno 1999 26

Il confronto dimostra un sostanziale allineamento, sia per quanto riguarda la produzione totale di

rifiuti "tal quali", che per la raccolta differenziata.

I valori di produzione totale dei rifiuti della Provincia di Imperia nell’anno 1999 sono stati quindi

confrontati con il valore calcolato con il “modello matematico” costruito nel Volume I. Il dato della

Provincia di Imperia è risultato maggiore di 2,60 punti percentuali rispetto al valore calcolato con il

“modello”, mentre il dato ARPAL è risultato più elevato di 1.93 punti percentuali. L’esiguità degli

scostamenti tra produzione effettiva e teorica dimostra la corretta taratura del “modello” costruito

per il calcolo dei valori futuri di produzione dei rifiuti, a tutto l’anno 2009.

Comprensori della

Provincia di

Imperia

Produzione lorda

annua di RSU

prevista dal “modello”

nell’anno 1999

[ton]

(rif. par. 1.9.2)

Produzione

lorda annua

effettiva di RSU

nell’anno 1999

[ton]

(Fonte Provincia

di Imperia)

Scostamento

percentuale

Produzione lorda

annua effettiva di

RSU nell’anno

1999 [ton]

(Fonte ARPAL)

Scostamento

percentuale

Ventimigliese (A): 31 911 33 231.27 + 4.14 % 32 206.60 + 0.93 %

Sanremese (B): 50 236 52 375.36 + 4.26 % 51 901.40 + 3.32 %

Imperiese (C): 47 295 47 196.71 - 0.21% 47 830.19 + 1.13 %

Totale Provincia 129 442 132 803.34 + 2.60 % 131 938.19 + 1.93 %

Tabella 2.5: Confronto tra le produzioni lorde annue di RSU dell’anno 1999 a previsione (“modello”) e a consuntivo (Dati della Provincia di Imperia e ARPAL)

La percentuale di rifiuti raccolta in maniera differenziata nell’anno 1999, attuando un sistema non

ancora correttamente pianificato e differentemente organizzato nei Comuni della provincia di

Imperia (come risulta evidente analizzando i risultati raggiunti in ogni singolo Comprensorio), si è

attestata su di un valore leggermente superiore all’11%.

Dai 49 comuni che attuavano il servizio della raccolta differenziata nel 1995, si è passati a 63

comuni nel 1996, e a 65 comuni del 1999 sul totale di 67 comuni della Provincia (97%). In tre

comuni (Camporosso, Sanremo e Taggia) la percentuale di raccolta differenziata ha superato il

valore del 15% (obiettivo minimo imposto dal D.Lgs. 22/97 per l’anno 1999); in altri tre comuni si

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Produzione di rifiuti nell’anno 1999 27

è superato il 13% (Apricale, Cervo, Imperia); in 5 comuni (Bordighera, Carpasio, Civezza, San

Bartolomeo al Mare, Seborga) si sono raggiunti valori prossimi o superiori al 10%.

Comprensori della

provincia di Imperia

Rifiuti raccolti in modo

differenziato nell’anno 1999

[ton]

Produzione lorda annua

effettiva di RSU nell’anno 1999

[ton]

Percentuale

R.D.

Ventimigliese (A): 2 515.94 33 231.27 7.57 %

Sanremese (B): 7 801.99 52 375.36 14.90 %

Imperiese (C): 4 514.21 47 196.71 9.56 %

Totale Provincia 14 832.14 132 803.34 11.17%

Tabella 2.6: Percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata sulla produzione annua effettiva di RSU nel 1999 (Fonte Provincia di Imperia)

Comprensori della

provincia di Imperia

Rifiuti raccolti in modo

differenziato nell’anno 1999

[ton]

Produzione lorda annua

effettiva di RSU nell’anno 1999

[ton]

Percentuale

R.D.

Ventimigliese (A): 2 529.20 32 206.60 7.85 %

Sanremese (B): 7 332.50 51 901.40 14.13 %

Imperiese (C): 4 791.40 47 830.19 10.02 %

Totale Provincia 14 653.10 131 938.19 11.11%

Tabella 2.7: Percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata sulla produzione annua effettiva di RSU nel 1999 (Fonte ARPAL)

Il buon risultato percentuale raggiunto soprattutto dai suoi due principali comuni, Sanremo e

Taggia, porta il Comprensorio Sanremese (B) ad essere pressoché allineato rispetto all’obiettivo

dato dal D. Lgs. 22/97 per l’anno 1999 (15%); su scala provinciale la percentuale diminuisce per il

risultato ancora insoddisfacente dei Comprensori Ventimigliese (A) ed Imperiese (C).

L’analisi dei dati è stata eseguita anche confrontando, per ogni frazione merceologica, la

percentuale di raccolta differenziata raggiunta nell’anno 1999 (dati A.R.P.A.L.) in rapporto ai

quantitativi complessivi in gioco (Tabella 2-8). Si può notare come la raccolta differenziata abbia

raggiunto buoni valori per il vetro (23.9 %), i metalli (25.4%), le batterie e le pile (27.9%), il verde

(38.6%, tenendo conto del mercato dei fiori di Sanremo); discreti valori percentuali per la carta e il

cartone (10.7%) e il legno (13.7%); valori insufficienti soprattutto per la plastica (3.3%) e per i

farmaci scaduti (2.8%); risultati nulli per la raccolta dell'organico. I risultati ottenuti sono

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Produzione di rifiuti nell’anno 1999 28

evidentemente legati anche al sistema organizzativo in essere (si notino i risultati sensibilmente

differenti ottenuti in ogni Comprensorio), alla mancanza di una corretta pianificazione, alla

mancanza di impianti finali dedicati al ricevimento delle specifiche frazioni di rifiuto. Quest'ultima

carenza è particolarmente sentita per ciò che attiene la raccolta differenziata dell'organico.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori O

ttobre 2002

Produzione di rifiuti nell’anno 1999 29

Frazione Area interessata

Totale RSU

prodotti

[t]

Quantità della singola

frazione presente nei R

SU prodotti [t]

Totale materiale

proveniente da RD

[t]

Obiettivo raggiunto

dalla RD

(%)

Carta/cartone

Tutto l'Ambito Territoriale O

ttimale

131 938,1932 985

3 529.9010.7

Vetro Tutto l'Am

bito Territoriale Ottim

ale 131 938,19

12 5342 995.29

23.9Plastica

Tutto l'Ambito Territoriale O

ttimale

131 938,1912 930

430.043.3

Organico putrescibile

Tutto l'Ambito Territoriale O

ttimale

131 938,1923 353

-Verde

Tutto l'Ambito Territoriale O

ttimale

131 938,199.236

3 566.5538.6

Metalli

Tutto l'Ambito Territoriale O

ttimale

131 938,199 236

2 343.2525.4

Legno Tutto l'Am

bito Territoriale Ottim

ale 131 938,19

5 146705.55

13.7Tessili, pelli, cuoio

Tutto l'Ambito Territoriale O

ttimale

131 938,19528

-Batterie e pile

Tutto l'Ambito Territoriale O

ttimale

131 938,19264

73.6227.9

Farmaci scaduti

Tutto l'Ambito Territoriale O

ttimale

131 938,19264

7.412.8

Inerti Tutto l'Am

bito Territoriale Ottim

ale 131 938,19

1 847-

Altro Tutto l'Am

bito Territoriale Ottim

ale 131 938,19

865.98Frazione non recuperabile Tutto l'Am

bito Territoriale Ottim

ale 131 938,19

23 616-

Ingombranti

Tutto l'Ambito Territoriale O

ttimale

131 938,199 235

135.511.5

Totale rifiuto prodotto (ton):

131 938,19

Totale rifiuto raccolto in m

odo differenziato (ton): 14 653.10

Totale rifiuto raccolto in modo indifferenziato (ton):

117 285.09

Percentuale di raccolta su totale prodotto (%):

11.11

Tabella 2-8: Obiettivi di raccolta differenziata raggiunti in Provincia di Im

peria nell'anno 1999 (Fonte ARPAL)

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 30

3 Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani

3.1 Premesse

Il presente Piano Provinciale si pone l’obiettivo di individuare indirizzi di governo e strumenti per

la gestione dei rifiuti urbani intesa come filiera comprendente la raccolta, il trasporto, il recupero e

lo smaltimento finale. In accordo con i nuovi indirizzi normativi (art. 5 del D. Lgs. 22/97), la

gestione dei rifiuti urbani non può più essere concepita senza una differenziazione mirata dei flussi

di raccolta (raccolta differenziata e conferimenti separati) e dei flussi di smaltimento; non sono più

proponibili sistemi organizzativi legati alla raccolta dei rifiuti in modo indifferenziato, né sistemi di

smaltimento legati a singole tecnologie progettate per il rifiuto “tal quale” e al collocamento in

discarica del rifiuto raccolto in modo indifferenziato. Dal 22 agosto 2002 infatti, è consentito

smaltire in discarica solo rifiuti inerti, rifiuti individuati da specifiche norme tecniche e rifiuti

residuali delle operazioni di riciclaggio, di recupero e di smaltimento di cui ai punti D2, D8, D9,

D10 e D11 dell’allegato B al D. Lgs. 22/97.

La presente pianificazione quindi, ha lo scopo di definire il sistema di gestione integrata dei rifiuti

urbani inteso come l’insieme delle attività, delle strutture e degli interventi, interconnessi tra di loro,

atti ad ottimizzare tutte le fasi della gestione dei rifiuti. In tale prospettiva, la raccolta differenziata e

i conferimenti separati vanno intesi come il primo indispensabile anello del sistema che sarà

costituito da una serie di impianti tecnologici di selezione, trattamento e smaltimento, e da strutture

di servizio sulla cui base sarà organizzata e modulata la raccolta. Al fine di ottimizzare la gestione

integrata dei rifiuti, le fasi di progettazione e realizzazione di impianti e strutture e la fase di

organizzazione della raccolta devono procedere, piuttosto che in termini sequenziali, in parallelo.

3.2 Definizione dell’ambito ottimale di gestione e dei comprensori

Il D. Lgs. n° 22/1997, all’art. 23, richiede l’identificazione dell’“ambito ottimale di gestione dei

rifiuti urbani”: la normativa regionale ha identificato come Ambito ottimale l’intero territorio della

Provincia di Imperia. Sotto il profilo gestionale, ai sensi della L. R. 18/99 e del D. Lgs. 22/97, con

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 31

Conferenza permanente dei Comuni, alla presenza dei rappresentanti dei Comuni aventi la

maggioranza degli abitanti residenti nella Provincia di Imperia, si è optato per la “Convenzione”: la

decisione è stata ribadita dalla maggioranza dei Comuni (n° 35 Comuni per 113.236 abitanti su

213.587).

Ai fini della razionalizzazione della gestione dei rifiuti urbani e in sintonia con la pianificazione

regionale, all’interno dell’Ambito ottimale vengono individuati tre Comprensori:

� Comprensorio Ventimigliese (A);

� Comprensorio Sanremese (B);

� Comprensorio Imperiese (C).

La suddivisione dei Comuni nei tre Comprensori rispecchia fedelmente quella definita dal Piano di

Organizzazione dei Servizi di Smaltimento Regionale.

I Comprensori, così individuati, sono finalizzati all’organizzazione dei seguenti servizi:

� la raccolta differenziata con la gestione dei conferimenti separati, la raccolta ordinaria e il

trasporto;

� la gestione delle strutture di supporto (aree ecologiche, Centri di Conferimento e sistema di

raccolta differenziata per i Comuni minori);

� la gestione del trasporto e dei conferimenti agli impianti tecnologici di selezione, trattamento,

nobilitazione e smaltimento.

3.3 Pianificazione della raccolta differenziata

3.3.1 Indicazioni generali

Le frazioni oggetto di pianificazione della Raccolta Differenziata sono le seguenti:

� carta e cartone;

� vetro;

� plastica;

� legno;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 32

� tessili, cuoio e pelli;

� metalli;

� frazione organica;

� frazione verde derivante da operazioni di sfalcio e manutenzioni;

� rifiuti ingombranti e beni durevoli;

� rifiuti urbani pericolosi (RUP);

� inerti da utenze private, ecc.

Le modalità di raccolta di ciascuna di queste frazioni saranno indicate dettagliatamente nei paragrafi

successivi.

I criteri generali per l’organizzazione a livello provinciale della raccolta differenziata sono i

seguenti:

a) organizzazione della raccolta differenziata e dei conferimenti separati a seconda delle varie

utenze, al fine di ottimizzare gli interventi;

b) realizzazione di una rete di strutture di supporto alla raccolta differenziata;

c) organizzazione della raccolta differenziata e dei conferimenti separati che coinvolgono

un’estensione territoriale tale da consentire determinate economie di scala;

d) definizione di opportune “economie di scopo” per i soggetti coinvolti nella raccolta differenziata

in modo tale che ciascun soggetto impegnato nel sistema (utenti, raccoglitori, recuperatori,

Comuni, ecc.) possa anche ricevere benefici (essenzialmente economici) connessi alla sua

partecipazione alla raccolta differenziata;

e) approccio cautelativo all’eccessiva proliferazione di cassonetti sul suolo pubblico: le raccolte

con contenitori stradali vanno limitate e razionalizzate mentre vanno promossi i flussi controllati

(conferimenti in aree ecologiche, raccolte porta a porta, su appuntamento…);

f) attenta valutazione della possibilità di raccolta multimateriale della frazione secca (vetro,

plastica e metalli), con successiva selezione in impianti di trattamento, al fine di semplificare la

“gestione” domestica dei materiali oggetto di raccolta differenziata oltre che di garantire

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 33

standards qualitativi buoni (per effetto della successiva selezione) dei materiali da destinare al

recupero;

g) creazione di un osservatorio informatico sulla raccolta differenziata che ne permetta di

monitorare i risultati, il rispetto degli obiettivi e gli eventuali punti critici;

h) pianificazione di apposite attività di sensibilizzazione della popolazione alla corretta gestione

dei rifiuti.

3.3.2 Obiettivi e impostazione generale della raccolta differenziata

3.3.2.1 Pianificazione nazionale e regionale

3.3.2.1.1 DECRETO LEGISLATIVO N.22/97 (DECRETO RONCHI)

Il D. Lgs. 22/1997 impone, per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti urbani sul

territorio nazionale, obiettivi percentuali (indici di riduzione) rispetto ai rifiuti prodotti da

raggiungere in ogni ambito territoriale ottimale (art. 24). Anche per il territorio della Provincia di

Imperia gli obiettivi di legge sono dunque i seguenti:

� 15 % entro il 1999;

� 25 % entro il 2001;

� 35 % dal 2003.

3.3.2.1.2 PREVISIONI DI RACCOLTA DEL “PIANO REGIONALE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI”

Il Piano della Regione Liguria della raccolta differenziata dei rifiuti del 26.11.1996 (vedasi Volume

I – Indagine conoscitiva), antecedente al decreto Ronchi, individuava i seguenti obiettivi di raccolta

(Tabella 3-1).

Frazione % in peso sui rifiuti % in peso su frazioneProvincia di Imperia

[t/anno]

Imballaggi 3.5 10 4.095

Ingombranti 4 50 4.680

Frazione organica 4.5 15 5.265

Vetro 3 60 3.510

Totale 15 -- 17.550

Tabella 3-1 Obiettivi di raccolta previsti dal Piano Regionale di raccolta differenziata.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 34

La percentuale di materiale raccolto sulla quantità di rifiuto prodotto ipotizzata era pari al 15%.

3.3.2.1.3 ACCORDO DI PROGRAMMA

Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale del 19 novembre 1998, la Regione Liguria, sulla

base dell’accordo di programma stipulato con i Comuni della Provincia di Imperia e la Provincia

stessa, ha definito determinati obblighi nel campo della gestione dei rifiuti urbani.

L’accordo di programma prevede che:

� per l’ambito provinciale sia realizzato su un’unica area un impianto di recupero a cui andranno

conferiti tutti i rifiuti solidi urbani dei Comuni della Provincia di Imperia che consenta:

a) la produzione di C.D.R. (combustibile derivato dai rifiuti) che deve rispettare le

condizioni, le prescrizioni e le norme tecniche di cui al D.M. 05.02.1998;

b) il compostaggio dell’organico da raccolta differenziata, sempre nel rispetto del D.M.

05.02.1998, di potenzialità non inferiore alle quantità previste nel piano regionale della

raccolta differenziata (5.265 ton.);

c) il trattamento aerobico di biostabilizzazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani

derivante dalle operazioni di trattamento operate per produrre C.D.R.;

� gli Enti Locali devono garantire risultati immediati di raccolta differenziata attivando un sistema

capillare mirato a conseguire nei prossimi anni gli obiettivi indicati dal D. Lgs. n. 22/1997, e i

Comuni dell’ambito entro sei mesi dal raggiungimento dell’accordo devono raggiungere

prefissate quote di raccolta differenziata;

� l’affidamento della realizzazione dell’impianto avvenga mediante Appalto Concorso con

apposita gara da bandirsi entro 2 mesi dall’accordo;

� vi sia l’assunzione dell’onere da parte del soggetto assegnatario dell’utilizzazione del C.D.R. e

del compost di qualità prodotto fornendo la documentazione necessaria ad assicurare l’utilizzo;

� i soggetti partecipanti all’accordo assumano in sede di conferenza dei servizi entro 60 giorni

dalla conclusione della gara stessa, in relazione alle rispettive competenze, i provvedimenti

inerenti il progetto dell’impianto o degli impianti risultanti dalla gara;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 35

� l’intero processo procedurale si concluda entro 18 mesi dall’accordo.

La Regione Liguria ha intimato, pertanto:

� ai Comuni dei Comprensori Ventimigliese (A) e Sanremese (B):

a) di attivare entro 3 mesi (febbraio 1999) la raccolta differenziata delle frazioni nobili di

rifiuti (carta, vetro, plastica, legno, metalli) al fine di conseguire l’obiettivo del 20% di

raccolta entro il 31.08.1999;

b) di attivare entro 6 mesi (maggio 1999) la raccolta differenziata della frazione organica dei

rifiuti al fine di conseguire l’obiettivo del 20% di raccolta entro il 31.12.1999;

c) di attivare entro 3 mesi (febbraio 1999) la raccolta differenziata degli imballaggi primari

in aggiunta agli obblighi di raccolta differenziata delle frazioni ai cui punti precedenti al

fine di conseguire l’obiettivo del 20% in peso da avviare al riciclaggio entro il 31.12.1999;

� alla Comunità Montana Intemelia di completare, entro il 30 giugno 1999, le opere del centro di

conferimento per la raccolta differenziata in Comune di Camporosso, a cui fanno capo i Comuni

della C. M. stessa;

� al Comune di Sanremo di realizzare entro il 31 dicembre 1999 per il Comprensorio Sanremese

(B) un centro di conferimento per la raccolta differenziata;

� alla Provincia di Imperia:

a) entro 18 mesi dall’ordinanza (maggio 2000), di completare le procedure di gara e di

attivare e concludere tutte le procedure e le azioni necessarie affinché l’impianto entri in

esercizio ed entro lo stesso termine venga assicurato l’utilizzo del C.D.R. prodotto;

b) l’adozione di procedure accelerate e prioritarie per la realizzazione del centro di

conferimento di rifiuti solidi urbani derivanti da raccolta differenziata per il comprensorio

Sanremese (B);

c) di assicurare e controllare: il rispetto del raggiungimento delle quote di raccolta

differenziata nei termini previsti dal D. Lgs. 22/1997; l’avviamento e l’incremento da

parte dei Comuni della raccolta differenziata dei rifiuti ed in particolare entro tre mesi

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 36

(febbraio 1999) dall’ordinanza la raccolta differenziata delle frazioni nobili dei rifiuti ed

entro sei mesi (maggio 1999) la raccolta differenziata della frazione umida;

d) di verificare la possibilità del conferimento della frazione umida presso gli impianti

esistenti nel territorio provinciale e censire a livello provinciale la richiesta di compost di

qualità;

Viene, inoltre, prorogata per i Comuni appartenenti ai Comprensori Ventimigliese (A) e Sanremese

(B), per un periodo di 18 mesi, lo smaltimento dei rifiuti urbani presso la discarica di Collette

Ozotto.

L’analisi degli obiettivi di raccolta definiti dal decreto regionale del 19.11.1998 con accordo di

programma permette di determinare la percentuale di raccolta differenziata (rapporto tra le quantità

in peso di materiale raccolto in maniera differenziata e rifiuto totale prodotto) prevista nella

Regione Liguria al 31.08.1999 (Tabella 3-2) e al 31.12.1999 (Tabella 3-3):

Scadenza 31.8.1999 Raccolta differenziata delle frazioni: carta, plastica, vetro, legno e metalli

Frazione

Quantità presente nei

rifiuti prodotti nel 1999

nella Provincia di Imperia

[t]

% di frazione che il

Decreto Regionale prevede

di recuperare in modo

differenziato

Quantità recuperata [t]

Carta 32.429 20% 6.486

Vetro 12.334 20% 2.467

Plastica 12.757 20% 2.551

Metalli 9.116 20% 1.823

Legno 5.160 20% 1.032

Totale 14.359

Produzione lorda di rifiuti urbani nel 1999: 129.443 t

Prodotto raccolto in modo differenziato: 14.359 t

Tabella 3-2 Percentuale di raccolta differenziata al 31.08.1999: 11%

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 37

Scadenza 31.12.1999 Raccolta differenziata delle frazioni: carta, plastica, vetro, legno, metalli e frazione organica

Frazione

Quantità presente nei

rifiuti prodotti nel 1999

nella Provincia di Imperia

[t]

% di frazione che il

Decreto Regionale prevede

di recuperare in modo

differenziato

Quantità recuperata [t]

Carta 32.429 20% 6.486

Vetro 12.334 20% 2.467

Plastica 12.757 20% 2.551

Metalli 9.116 20% 1.823

Legno 5.160 20% 1.032

Frazione organica 31.761 20% 6.352

Totale 20.711

Produzione lorda di rifiuti urbani nel 1999: 129.443 t

Prodotto raccolto in modo differenziato: 20.711 t

Tabella 3-3 Percentuale di raccolta differenziata al 31.12.1999: 16%

Al termine dell’anno 1999, il Decreto Regionale prevedeva quindi di raccogliere in modo

differenziato una quantità di rifiuti analoga a quella prevista dall’obiettivo della normativa

nazionale (D. Lgs. 22/97: 15 % entro il 1999).

L’accordo di programma ha portato ad indire un Appalto Concorso per la realizzazione e gestione

di un impianto di lavorazione e trattamento dei rifiuti urbani, con produzione in ultimo di

combustibile derivato dai rifiuti (C.D.R.), organico stabilizzato, compost di qualità. Nel mese di

giugno 2001 la Commissione preposta alla valutazione delle offerte ha concluso ufficialmente che

nessuna delle tre ditte ammesse all’appalto concorso dispone dei requisiti previsti dal Bando. La

Giunta Provinciale ha preso atto ufficialmente del risultato della gara.

Il presente piano provinciale di smaltimento dei rifiuti tiene dunque in conto l’evoluzione dello

scenario, basandosi anche sulle direttive dell’Art. 4.4.2 del Piano Regionale dei rifiuti approvato

con Delibera C.R. n° 17 del 29/02/2000.

L’abbandono della linea impiantistica per la produzione del C.D.R., dipende da fattori di carattere

tecnico, economico ed amministrativo.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 38

Sulla base soprattutto delle esperienze estere, il Ministero dell’Ambiente ha emanato il D.M.

05.02.1998 “Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate, ai sensi

degli art. 31 e 33 del D. Leg. 22/97”, con il quale viene normata la produzione, previa attività di

recupero, di un R.D.F. ad alta qualità (il C.D.R.), con potere calorifico minimo di 15.000 KJ/Kg, e

con bassi contenuti di rifiuti minerali pericolosi (in particolare mercurio e cloro).

Di fatto, ancorché siano sorti in Italia alcuni piccoli impianti che producono C.D.R. alla luce del

D.M. succitato, gli stessi stentano ad essere attivi anche per l’incompletezza delle normative sui

campionamenti e sulle verifiche della qualità del C.D.R., per le difficoltà a rispettare i limiti

strettissimi relativi al contenuto di sostanze pericolose, perché di fatto non sono disponibili impianti

adatti all’utilizzo di tale tipologia di combustibile, per i costi conseguenti.

L’Unione Europea ha emanato la Direttiva Europea 2000/76/CE del Parlamento Europeo e del

Consiglio del 04/12/2000 sull’incenerimento dei rifiuti (pubblicata il 28/12/2000) che gli stati

membri dovranno obbligatoriamente adottare entro 2 anni dalla sua pubblicazione. La sua filosofia

essenziale è costituita “dall’abbandono di norme specifiche che regolano la qualità dei rifiuti

all’ingresso degli inceneritori, definendo invece in modo netto ed essenziale le caratteristiche di

esercizio delle camere di combustione degli inceneritori, e della immissione degli inquinanti

attraverso i fumi in atmosfera”.

Secondo questa direttiva, i rifiuti da incenerire vengono suddivisi in 2 classi:

• rifiuti ordinari;

• rifiuti pericolosi.

Pertanto, la camera di combustione dell’inceneritore, dovrà essere realizzata in modo tale che:

• per i rifiuti ordinari, raggiunga in continuo 850 °C;

• per i rifiuti pericolosi, raggiunga in continuo 1.100 °C.

La stessa direttiva precisa (art. 6-C.1) che l’eventuale pre-trattamento dei rifiuti in ingresso deve

essere funzionale esclusivamente al raggiungimento di questi parametri.

Pertanto, si dovranno operare due valutazioni in merito alla definizione dei rifiuti da incenerire:

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 39

• come renderli omogenei, indipendentemente dalla frazione organica in essi contenuta;

• se sia o meno conveniente pre-trattare i rifiuti in modo da eliminare la frazione che li

rende “pericolosi”, piuttosto che bruciarli direttamente a 1.100 °C.

Il Piano della Regione Liguria (D.C.R. n. 17 del 29.02.2000) non contiene alcuna previsione

pianificatoria sull’impiego e la destinazione del C.D.R., pur considerandolo tra le ipotesi

pianificatorie-impiantistiche. Lo stesso Piano, lasciando la possibilità di scelta sull’incenerimento

del “tal quale” ovvero della frazione secca separata dalla frazione umida, segnala però lo scarso

successo sul mercato italiano delle poche iniziative legate al C.D.R.

Per tutte le motivazioni esposte, quindi, l’indirizzo finale della presente pianificazione è l’ipotesi

prevista dal Piano Regionale di separazione della frazione secca dalla frazione umida del rifiuto

indifferenziato, con termovalorizzazione della frazione secca e smaltimento a discarica, o meglio

l’utilizzo per bonifiche o recuperi ambientali, della frazione organica stabilizzata. Questo avvallato

anche dal fatto che con tale sistema rimarrà possibile l’eventuale ripresa della frazione secco-

leggera per la sua trasformazione in C.D.R. nel caso si aprissero effettive prospettive di mercato.

Conseguentemente, l’accordo di programma stipulato nel 1998 dall’Amministrazione Provinciale di

Imperia con i Comuni della Provincia di Imperia, deve ritenersi a tutti gli effetti superato a seguito

del nuovo indirizzo pianificatorio espresso, ai sensi degli artt. 29 e ss. della L.R. 18/99, dalla

Provincia con il presente atto. Va comunque ricordato che le parti del menzionato accordo di

programma relative alla raccolta differenziata sono state riprese e fatte proprie dal presente Piano.

3.3.2.2 Programmazione provinciale

3.3.2.2.1 OBIETTIVI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Sulla base degli obiettivi di raccolta differenziata previsti dalla normativa nazionale, il Piano

Provinciale deve prevedere di raggiungere all’anno 2003 la percentuale di raccolta differenziata, per

l’intero ambito territoriale ottimale, pari al 35%. I grafici seguenti rappresentano il trend temporale

teorico, secondo le prescrizioni di Legge, dell’incremento della raccolta differenziata in Provincia di

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 40

Imperia (Figura 3-1) e dell’interazione tra la raccolta differenziata e il rifiuto residuale da trattare

presso impianti dedicati (Figura 3-2).

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

30,0%

35,0%

40,0%

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Anno

Indi

ci d

i rid

uzio

ne (%

)

Figura 3-1 Trend temporale del programma di raccolta differenziata della Provincia di Imperia

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

1999 2000 2001 2002 2003

[t]

Figura 3-2 Trend temporale tra le quantità di materiale raccolto in maniera differenziata e del rifiuto tal quale

Nel presente piano viene adottato un sistema di raccolta differenziata capace di raggiungere

l’obiettivo del 35% al 2003 su scala provinciale così come richiesto dalla Legge, con

completamento e taratura nell’anno 2004; il sistema è impostato sulla raccolta delle frazioni secche

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 41

riciclabili quali la carta, il cartone, il vetro, la plastica, i metalli, il legno, i RUP, e altre frazioni

minori sia con la raccolta domiciliare (ad esempio, carta e cartone), che con cassonetti stradali

dedicati; il sistema è integrato con la raccolta del verde pubblico e privato, e dell’organico prodotto

dalle grandi utenze, quali ristoranti, mense, negozi ortofrutticoli, mercati, ecc.

Nella Tabella 3-4 vengono riportate per ogni frazione di rifiuto interessata dalla raccolta

differenziata e secondo le principali filiere di produzione, gli intervalli percentuali che permettono

di raggiungere l’obiettivo minimo del 35% di raccolta differenziata su scala provinciale nell’anno

2003.

Frazione merceologica Filiera di produzione Organizzazione della raccolta differenziata

Obiettivo di raccolta

% Vetro Utenze domestiche,

produttive e terziario

Cassonetti stradali (dedicati e multimateriale), centri di

conferimento, area ecologica, raccolta presso grandi utenze, raccolta

su appuntamento

50-70

Carta e cartone Utenze domestiche e terziario Cassonetti stradali dedicati, centri di conferimento, area ecologica,

raccolta su appuntamento, raccolta presso grandi utenze

40-60

Plastica Utenze domestiche,

produttive e terziario

Cassonetti stradali (dedicati e multimateriale), centri di

conferimento, area ecologica, raccolta presso grandi utenze, raccolta

su appuntamento

25-35

Organico

putrescibile

Grandi utenze (ristoranti,

mense, mercati, negozi, ecc.)

Sistema di raccolta dedicato 30-40

Verde Operazioni di sfalcio e

manutenzione dei giardini

pubblici e scarti provenienti

dai cimiteri

Centri di conferimento, area ecologica e servizio di raccolta

dedicato

85-95

Operazioni di sfalcio e

manutenzione dei giardini

privati

Centri di conferimento, area ecologica, raccolta su appuntamento 50-70

Metalli Utenze domestiche,

produttive e terziario

Cassonetti stradali (dedicati e multimateriale), centri di

conferimento, area ecologica, raccolta su appuntamento

25-35

Legno Utenze domestiche,

produttive e terziario

Centri di conferimento, area ecologica, raccolta su appuntamento 25-35

Tessili, pelli, cuoio Utenze domestiche,

produttive e terziario

Contenitori stradali dedicati, centri di conferimento, area ecologica,

raccolta su appuntamento

10-30

Batterie e pile Utenze domestiche,

produttive e terziario

Contenitori stradali dedicati, area ecologica, centri di conferimento,

raccolta su appuntamento

25-35

Farmaci scaduti Utenze domestiche e terziario Cassonetti stradali dedicati, centri di conferimento, area ecologica 25-35

Inerti Utenze domestiche Area ecologica 5-15

Tabella 3-4 Obiettivi di recupero di ogni singola frazione all’anno 2003

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 42

Con riferimento alle tabella 1-8 del capitolo 1, che riporta le quantità delle frazioni merceologiche

che compongono i rifiuti "tal quali" della Provincia di Imperia, e alla produzione di rifiuti totale

prevista per il 2003, in Tabella 3-5 sono state determinate le quantità in peso di ogni frazione

ipotizzando che solamente il 50% dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani (RSAU) confluirà al

servizio pubblico di raccolta (vedasi Tabella 1-4). Per quanto concerne la produzione dei rifiuti

speciali assimilabili agli urbani (RSAU), l’art. 10 del D. Lgs. 22/1997 prescrive che “gli oneri

relativi alle attività di smaltimento dei rifiuti speciali sono a carico del detentori. Il produttore dei

rifiuti speciali assolve i propri obblighi di smaltimento con le seguenti priorità:

a) autosmaltimento dei rifiuti;

b) conferimento dei rifiuti a terzi autorizzati;

c) conferimento dei rifiuti ai soggetti che gestiscono il servizio pubblico di raccolta dei rifiuti

urbani, con i quali sia stipulata apposita convenzione;

d) esportazione dei rifiuti”.

Le previsioni indicano per l’anno 2003 una produzione di rifiuti speciali assimilabili agli urbani pari

a circa 5.520 ton (Tabella 1-8): il 50% della produzione è dunque stimato in 2.760 ton annue.

A mano a mano che le informazioni relative alla produzione di rifiuti urbani e speciali assimilabili

agli urbani risulteranno essere aggiornate e più affidabili, il sistema di gestione integrata dei rifiuti

urbani dovrà essere oggetto di ritaratura e rimodellazione in base alla effettiva situazione che si

verrà a creare.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 43

Frazione merceologica Composizione merceologica (%) Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)

Vetro 9.5 12.563 Carta e cartone 25.0 33.060

Plastica 9.8 12.960 Organico putrescibile 17.7 23.406

Verde 7.0 9.257 Metalli 7.0 9.257 Legno 3.9 5.157

Tessili, pelli, cuoio 0.4 530 Batterie e pile 0.2 264

Farmaci scaduti 0.2 264 Inerti 1.4 1.851

Frazione non recuperabile 17.9 23.671 TOTALE 100% 132.240

Tabella 3-5 Quantità in peso delle frazioni merceologiche presenti nei rifiuti da trattare all’anno 2003

E’ possibile notare come più dell’80% della produzione complessiva provinciale di rifiuti urbani sia

imputabile unicamente a 8 Comuni sui 67 che compongono la Provincia di Imperia: Sanremo,

Imperia, Ventimiglia, Bordighera, Taggia, Diano Marina, San Bartolomeo al mare, Vallecrosia. Più

del 90% della produzione complessiva di rifiuti urbani sia imputabile a 15 Comuni; oltre ai già citati

si aggiungono i Comuni di Ospedaletti, Camporosso, Riva Ligure, Santo Stefano al mare, Cervo,

San Lorenzo al mare, Diano Castello. I quindici Comuni hanno una produzione annua complessiva

di rifiuti urbani prossima o superiore a 1.000 tonnellate e sono situati lungo la costa.

Con tale premessa, la raccolta differenziata è stata pianificata in maniera differente per i Comuni

della provincia aventi produzione complessiva di rifiuti urbani prossima o superiore a 1.000

ton/anno, rispetto a quelli con produzione inferiore. In particolare, per i Comuni definiti maggiori,

trattandosi di comuni costieri (alta concentrazione di alberghi, ristoranti, ecc.), verrà attivata anche

la raccolta differenziata della frazione organica presso le grandi utenze.

Il raggiungimento dell’obiettivo di legge del 35% di raccolta differenziata, sulla base anche

dell’esperienza maturata a livello nazionale, è infatti possibile solo attuando anche la raccolta

differenziata della frazione organica putrescibile. La pianificazione così come organizzata ne

prevede quindi la raccolta dalle grandi utenze dei Comuni maggiori; risultati anche migliori si

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 44

potrebbero raggiungere estendendo la raccolta della frazione organica anche alle utenze domestiche,

con sistema dedicato caratterizzato però da alti costi di gestione. La raccolta domiciliare della

frazione organica potrà comunque essere eventualmente adottata, sempre nei maggiori Comuni,

presso le aree a forte concentrazione residenziale, a seguito di valutazioni organizzative ed

economiche mirate, e previa sperimentazione preliminare in quartieri pilota.

Nei Comuni minori, che rappresentano solamente il 10% della produzione complessiva di rifiuti

urbani della Provincia, la raccolta dell’organico non verrà attivata e gli obiettivi per le altre frazioni

merceologiche si immaginano più contenuti per le difficoltà di organizzazione del servizio sul

territorio. I dati quantitativi riportati in Tabella 3-5 possono essere suddivisi in funzione della

differenziazione tra Comuni maggiori e minori, ottenendo le seguenti tabelle 3-6 e 3-7.

Frazione merceologica Composizione merceologica (%) Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)

Vetro 9.5 11.307 Carta e cartone 25.0 29.754

Plastica 9.8 11.664 Organico putrescibile 17.7 21.065

Verde 7.0 8.331 Metalli 7.0 8.331 Legno 3.9 4.641

Tessili, pelli, cuoio 0.4 477 Batterie e pile 0.2 238

Farmaci scaduti 0.2 238 Inerti 1.4 1.666

Frazione non recuperabile 17.9 21.304 TOTALE 100% 119.016

Tabella 3-6 Quantità in peso delle frazioni merceologiche presenti nei rifiuti da trattare all’anno 2003 nei Comuni con produzione di rifiuti solidi urbani prossima o superiore a 1.000 ton/anno

Frazione merceologica Composizione merceologica (%) Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)

Vetro 9.5 1.256 Carta e cartone 25.0 3.306

Plastica 9.8 1.296 Organico putrescibile 17.7 2.341

Verde 7.0 926 Metalli 7.0 926 Legno 3.9 516

Tessili, pelli, cuoio 0.4 53 Batterie e pile 0.2 26

Farmaci scaduti 0.2 26 Inerti 1.4 185

Frazione non recuperabile 17.9 2.367 TOTALE 100% 13.224

Tabella 3-7 Quantità in peso delle frazioni merceologiche presenti nei rifiuti da trattare all’anno 2003 nei Comuni con produzione di rifiuti solidi urbani inferiore a 1.000 ton/anno

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 45

Alle singole quantità di frazione merceologica si applicano gli obiettivi di raccolta differenziata

pianificati diversamente per i Comuni con produzione prossima o superiore a 1.000 ton/anno e con

produzione inferiore, ottenendo di conseguenza le quantità di ogni singola frazione merceologica

raccolte in maniera differenziata e da avviare al recupero (Tabella 3-8 e Tabella 3-9).

Frazioni Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)

Obiettivo di raccolta differenziata previsto

(%)

Quantità in peso recuperato (ton/a)

Vetro 11.307 60 6.784 Carta e cartone 29.754 50 14.877

Plastica 11.664 30 3.499 Organico putrescibile 21.065 35 7.373

Verde 8.331 75 6.248 Metalli 8.331 30 2.499 Legno 4.641 30 1.392

Tessili, pelli, cuoio 477 20 95 Batterie e pile 238 30 71

Farmaci scaduti 238 30 71 Inerti 1.666 10 166

Frazione non recuperabile 21.304 / / TOTALI 119.016 43.075

Percentuale di raccolta differenziata raggiunto (%) 36.2

Tabella 3-8 Obiettivo di raccolta differenziata per l’anno 2003 nei Comuni con produzione totale di rifiuti urbani prossima o superiore a 1.000 ton/anno

Frazioni Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)

Obiettivo di raccolta differenziata previsto

(%)

Quantità in peso recuperato (ton/a)

Vetro 1.256 60 754 Carta e cartone 3.306 50 1.653

Plastica 1.296 30 389 Organico putrescibile 2.341 / /

Verde 926 75 695 Metalli 926 30 278 Legno 516 30 155

Tessili, pelli, cuoio 53 20 11 Batterie e pile 26 30 8

Farmaci scaduti 26 30 8 Inerti 185 10 19

Frazione non recuperabile 2.367 / / TOTALI 13.224 3.970

Percentuale di raccolta differenziata raggiunto (%) 30.0

Tabella 3-9 Obiettivo di raccolta differenziata per l’anno 2003 nei Comuni con produzione totale di rifiuti urbani inferiore a 1.000 ton/anno

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Sulla base dei dati riportati nella Tabella 3-8 e Tabella 3-9, a livello provinciale la raccolta

differenziata raggiungerà pertanto i risultati di Tabella 3-10:

Frazioni Quantità in peso di ogni singola frazione (ton/a)

Quantità in peso recuperato (ton/a)

Obiettivo di raccolta differenziata previsto

(%) Vetro 12.563 7.538 60

Carta e cartone 33.060 16.530 50 Plastica 12.960 3.888 30

Organico putrescibile 23.406 7.373 31.5 Verde 9.257 6.943 75 Metalli 9.257 2.777 30 Legno 5.157 1.547 30

Tessili, pelli, cuoio 530 106 20 Batterie e pile 264 79 30

Farmaci scaduti 264 79 30 Inerti 1.851 185 10

Frazione non recuperabile 23.671 / / TOTALI 132.240 46.516

Percentuale di raccolta differenziata (arrotondato) (%) 35.0

Tabella 3-10 Obiettivo di raccolta differenziata per l’anno 2003 nella Provincia di Imperia

In sostanza, il sistema così come concepito permette di raggiungere l’obiettivo di Legge del 35% di

raccolta differenziata all’anno 2003 su scala provinciale, ammettendo risultati inferiori per i

Comuni minori e sulle piccole aree.

Nel grafico della Figura 3-3 è rappresentato il confronto tra la curva dello sviluppo temporale della

raccolta differenziata secondo gli obiettivi di Legge indicati dal Decreto Ronchi (D. Lgs. 22/97) e la

curva della evoluzione della raccolta differenziata pianificata fino all’anno 2003 nella Provincia di

Imperia. Partendo dai dati storici relativi agli anni 1997 (4%) e 1999 (11%), si prevede lo stesso

trend di crescita fino all’anno 2002, con il raggiungimento a quel momento della percentuale di

raccolta differenziata pari al 23%. Sulla base delle considerazioni precedentemente esposte, il

valore del 30% di raccolta differenziata verrà raggiunto potenziando e organizzando al meglio la

raccolta della frazione secca e del verde attuando il sistema già descritto. Il raggiungimento

dell’obiettivo di Legge del 35% sarà solo possibile attivando anche la raccolta della frazione

organica dalle grandi utenze dei Comuni maggiori. La pianificazione così organizzata implica la

necessità di trattare la frazione organica in impianti di compostaggio dedicati. Il sistema integrato di

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 47

gestione dei rifiuti ne prevede la realizzazione in parallelo alla realizzazione degli impianti di

separazione secco-umido; la loro realizzazione potrà però essere eventualmente anticipata per

disporre di uno sbocco per il prodotto su territorio provinciale.

4,0%

35,0%

30,0%

15,0%

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1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005Anno

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)

ANDAMENTO DI LEGGE

ANDAMENTO STORICO

ANDAMENTO PRESUNTO

ANDAMENTO DI PIANIFICAZIONE

Figura 3-3 Raffronto tra gli obiettivi di legge e gli andamenti reali e previsti fino al 2003 del programma di raccolta differenziata della Provincia di Imperia

3.3.2.2.2 ORGANIZZAZIONE NELL’AMBITO OTTIMALE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Sulla base del contenuto dell’art. 24 del D. Lgs. n. 22/1997, che assume gli obiettivi della raccolta

differenziata dell’ambito territoriale ottimale, si è esclusa la necessità di raggiungere gli stessi

obiettivi su scala comunale o su piccole aree, in quanto penalizzerebbe i Comuni minori della

provincia a carattere principalmente rurale e montano, le aree a bassa produzione di rifiuti e quelli

maggiormente decentrati. Si prevede quindi di raggiungere detti obiettivi nel complesso dell’ambito

territoriale ottimale, coincidente con l’intero territorio della Provincia di Imperia.

Per ogni tipologia di Comune quindi, differenziando quelli con produzione di rifiuti urbani

superiore o prossima a 1.000 ton/anno da quelli con produzione inferiore, e per ciascuna frazione di

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 48

rifiuto recuperabile, sono state definite le modalità di raccolta differenziata che meglio si adattano

alla realtà locale.

� I Comuni la cui produzione annua di rifiuti urbani è prossima o supera le 1.000 tonnellate

con proiezione al 2003, sono:

- per il Comprensorio Ventimigliese (A): Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia e

Camporosso, per una popolazione complessiva di circa 50.000 abitanti e una

produzione lorda annua di rifiuti urbani di circa 30.000 ton;

- per il Comprensorio Sanremese (B): Sanremo, Taggia e Ospedaletti, per una

popolazione complessiva di circa 73.200 abitanti e una produzione lorda annua di

rifiuti urbani di circa 50.000 ton;

- per il Comprensorio Imperiese (C): Imperia, Diano Marina, S. Bartolomeo a Mare,

Riva Ligure, S. Stefano a Mare, Cervo, S. Lorenzo a Mare e Diano Castello, per una

popolazione complessiva di circa 61.300 abitanti e una produzione lorda annua di

rifiuti urbani di circa 40.500 ton.

Per questi Comuni si prevede di organizzare come segue la raccolta differenziata sul territorio:

� attivazione della raccolta domiciliare della carta e del cartone presso le utenze domestiche e

le utenze extradomestiche (commercio, uffici, artigiani, ecc.);

� raccolta della frazione organica putrescibile dalle grandi utenze quali i ristoranti, le mense, i

mercati; solamente nei Comuni principali è possibile prevedere anche la raccolta

differenziata da utenze domestiche, previa l’attivazione di progetti pilota volti alla verifica

dell’analisi costi – benefici;

� raccolta multimateriale di vetro, plastica e metalli dalle utenze domestiche e quelle

extradomestiche (bar, ristoranti, mense, ecc.) mediante campane stradali

“TRIMATERIALE”; la raccolta di queste frazioni potrà essere anche organizzata mediante

l’adozione di campane dedicate ad ogni singola frazione al fine di ottenere risultati migliori,

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 49

in particolare nei Comuni ovvero nelle aree urbane dove non esistano problematiche legate

alla disponibilità di spazi e di trasporto.

I seguenti Comuni saranno anche serviti direttamente da “aree ecologiche”, ossia aree attrezzate

con possibilità di conferimento diretto da parte degli utenti:

- Comprensorio Ventimigliese (A): Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia e

Camporosso, coincidente con l’attuale Centro di Conferimento;

- Comprensorio Sanremese (B): Sanremo, Taggia, Ospedaletti;

- Comprensorio Imperiese (C): Imperia, Diano Marina, San Bartolomeo a mare, Santo

Stefano a mare, San Lorenzo a mare, Pieve di Teco, Chiusanico, Vasia.

Si precisa che la società Eco Imperia S.p.A. di Imperia, con comunicazione n. 407 datata 30

luglio 2001 indirizzata all’Amministrazione Provinciale di Imperia, ha richiesto l’inserimento

dell’area sita in località Brughi in Comune di Chiusanico e l’ex mattatoio di Imperia tra i

potenziali siti di localizzazione del Centro di Conferimento del Comprensorio (C) Imperiese.

Nell’estate 2002 inoltre, i Comuni di Vallecrosia, Sanremo, San Lorenzo a mare, Vasia, le

Comunità Montane Intemelia e Valle Argentina e Armea, e la società Eco Imperia S.p.A. hanno

inoltrato richiesta alla Regione Liguria per l’ottenimento di finanziamenti legati al DOCUP

Obiettivo Liguria 2000-2006 al fine di realizzare aree ed isole ecologiche.

Presso le aree ecologiche gli utenti potranno conferire i seguenti materiali:

� carta e cartone;

� vetro;

� plastica;

� frazione verde derivante da operazioni di sfalcio pubblico o privato e manutenzioni;

� metalli;

� legno;

� tessili, cuoio e pelli;

� rifiuti ingombranti e beni durevoli;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 50

� rifiuti urbani pericolosi (RUP);

� inerti da utenze private, ecc.

� Nei Comuni della Provincia ove la produzione annua di rifiuti urbani è inferiore a 1.000

ton/anno, si prevede invece la raccolta differenziata di specifiche frazioni di rifiuto (carta e

cartone, vetro, plastica, alluminio, pile e farmaci scaduti) mediante l’attivazione di raccolte

su appuntamento. Si è ritenuto di privilegiare questa metodologia operativa di raccolta

differenziata per i centri dell’entroterra imperiese in alternativa alla realizzazione di

specifiche aree ecologiche intercomunali per i seguenti principali motivi:

� la popolazione residente nei Comuni considerati è prevalentemente anziana cosicché

l’ipotesi di un conferimento ad un’area ecologica intercomunale distante, in alcuni casi, una

decina di chilometri dall’abitato risulta essere alquanto irrazionale;

� le aree ecologiche intercomunali presentano costi di realizzazione e gestione superiori a

quelli previsti per la gestione mediante automezzi.

Un ulteriore vantaggio, è rappresentato dalla possibilità di procedere “in itinere” alla modifica e

taratura dell’intero sistema di raccolta differenziata senza stravolgimenti del sistema.

Ovviamente, nel caso in cui in certe realtà locali se ne valuti la relativa convenienza, è possibile

procedere alla realizzazione di apposite aree ecologiche intercomunali ovvero isole ecologiche

comunali in alternativa al sistema proposto.

3.3.2.2.3 L’IMPIANTISTICA

Gli obiettivi indicati dinanzi potranno essere conseguiti a seguito dell’organizzazione del sistema di

raccolta differenziata in tutto l’ambito ottimale che prevede:

� il potenziamento e l’estensione della raccolta di carta, cartone, plastica e vetro e di tutte le altre

frazioni merceologiche secche sull’intero territorio provinciale;

� l’avvio nei principali Comuni della raccolta differenziata domiciliare della carta e cartone;

� l’avvio nei principali Comuni della raccolta del vetro, della plastica e dei metalli attraverso la

multimateriale ovvero contenitori stradali dedicati;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 51

� l’avvio su tutto il territorio provinciale della raccolta differenziata della frazione verde derivante

da operazioni di sfalcio pubblico o privato e dalla manutenzione, dai mercati, dai negozi, ecc.;

� l’avvio nei principali Comuni della raccolta differenziata della frazione organica putrescibile

proveniente dalle grandi utenze (mercati, attività di ristorazione, mense, ecc.) ed eventualmente

da utenze domestiche, previa l’attivazione di progetti pilota volti alla verifica dell’analisi costi –

benefici;

� l’organizzazione su tutto il territorio provinciale della raccolta dei rifiuti ingombranti e dei beni

durevoli.

Tutto ciò unitamente alla definizione di specifici sistemi incentivanti al contenimento della

produzione dei rifiuti urbani. L’ottenimento dei risultati previsti dipenderà anche dalla realizzazione

del sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani, nel seguito

sintetizzato. La tempistica di realizzazione del sistema impiantistico previsto tiene conto del periodo

transitorio che, come definito dalla L.R. 08/02, non può essere superiore a quattro anni a partire

dalla data di adozione dello schema di piano (la Provincia di Imperia ha adottato il Piano

Provinciale di gestione dei rifiuti urbani con deliberazione n° 97 del 12 dicembre 2001).

Entro fine anno 2003:

� rete di aree ed isole ecologiche a supporto della raccolta differenziata;

� Centri di Conferimento (n° 1 per ogni Comprensorio) del materiale raccolto;

� un impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione per le frazioni raccolte in modo

differenziato;

� una eventuale linea per il compostaggio della frazione organica raccolta in maniera

differenziata.

Entro fine anno 2004:

� due impianti di separazione secco-umido con stabilizzazione della frazione organica al servizio

del territorio provinciale (Comprensori Ventimigliese (A), Sanremese (B) e Imperiese (C)); ogni

impianto sarà dotato di una linea separata dedicata al trattamento della frazione organica

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 52

raccolta in maniera differenziata per la produzione del compost di qualità. Al fine di ottimizzare

e bilanciare gli impianti e le discariche di supporto sul territorio provinciale, si prevede la

suddivisione dei Comuni appartenenti ai tre Comprensori tra i due impianti, così da avere

necessità di trattamento e smaltimento pressoché equivalenti.

Entro fine anno 2005:

� un impianto di termovalorizzazione della frazione secca, con smaltimento delle scorie e delle

ceneri in discarica dedicata, individuata in sito tra quelli scelti come potenzialmente idonei dalla

pianificazione; un lotto di nuova discarica dovrà essere predisposto per ricevere anche parte

dell’organico stabilizzato in uscita da ogni impianto di separazione secco-umido. Lo scenario

descritto, valido nell’ipotesi di realizzazione del termovalorizzatore in Provincia di Imperia,

potrebbe mutare nel caso di attivazione delle previsioni del “Protocollo di intesa per il

trattamento dei rifiuti solidi urbani e speciali assimilati” tra la Provincia di Imperia e la

Communautè d’Agglomeration de la Riviera Française (C.A.R.F.) di Mentone (Francia) che

prevede un “parternariato transfrontaliero” tra la Provincia di Imperia e l’Ambito est delle Alpi

Marittime (Francia) (vedasi capitolo 15) tra cui la realizzazione del termovalorizzatore su

territorio francese. Altra ipotesi alternativa è l’accordo con la Provincia di Savona per la

realizzazione del termovalorizzatore sul territorio savonese. Le ipotesi sopra citate, potrebbero

anche diventare complementari in quanto la frazione secca dei rifiuti prodotti sul territorio

provinciale potrebbe essere inviata parte in Francia (ad esempio, Comprensori (A) e (B)) e parte

in Provincia di Savona (ad esempio, Comprensorio (C)).

Nel caso di accordo con la Francia, sul territorio provinciale imperiese troverebbero solamente

collocazione le discariche per l’interramento confinato dei prodotti di scarto degli impianti di

lavorazione dei rifiuti residui e differenziati, della frazione organica stabilizzata non impiegata

per recuperi ambientali e bonifiche, e delle scorie e ceneri di ritorno dal termovalorizzatore

ubicato in territorio francese. Nel caso di accordo con la Provincia di Savona invece, sul

territorio provinciale imperiese troverebbero collocazione solamente le discariche per

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 53

l’interramento confinato dei prodotti di scarto degli impianti di lavorazione dei rifiuti residui e

differenziati e della frazione organica stabilizzata non impiegata per recuperi ambientali e

bonifiche. Fino a regime del nuovo sistema impiantistico, varranno le prescrizioni pianificatorie

del regime transitorio.

Lo scenario pianificato riprende in via prioritaria una delle ipotesi di cui al paragrafo 4.5 (“Gli

scenari sul territorio ligure”) del Piano Regionale di gestione dei rifiuti. Il paragrafo riporta che in

fase di elaborazione del Piano Provinciale è possibile prevedere integrazioni tra diverse Province

limitrofe, al fine di ottimizzare il dimensionamento e verificare la localizzazione degli impianti più

impegnativi dal punto di vista tecnologico ed economico quali i termovalorizzatori. L’ipotesi trova

la sua giustificazione economica nella opportunità di ammortizzare i costi di costruzione e di

gestione degli impianti su maggiori quantità di rifiuto trattato, e la sua giustificazione ambientale

nella minore compromissione del territorio se si orienterà su territori provinciali caratterizzati da più

probabile facilità di reperimento di siti idonei (morfologia, vocazione industriale, distanze dagli

insediamenti turistici, …).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Pianificazione provinciale della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani 54

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Figura 3-4 Il sistem

a integrato di gestione dei rifiuti urbani per la Provincia di Imperia all’anno 2006

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 55

4 Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia

Nel presente capitolo sono riportate le indicazioni di base relative all’organizzazione della raccolta

differenziata delle diverse frazioni merceologiche, in particolare per i maggiori comuni della

provincia (produzione annua di rifiuti urbani superiore o prossima a 1.000 ton). Sono definiti,

inoltre, alcuni parametri utili al dimensionamento di massima delle raccolte differenziate.

L’analisi è stata condotta con riferimento alla produzione di rifiuti all’anno 2003 nel quale è

previsto il raggiungimento del 35% di raccolta differenziata, nel rispetto della legislazione vigente.

4.1 Andamento stagionale della produzione di rifiuti urbani nei Comuni della Provincia

Preso atto dell’elevata vocazione turistica della provincia di Imperia, nelle Tabelle 4-1, 4-2 e 4-3 è

stato ricavato, sulla base dei coefficienti di stagionalità (vedasi Volume I – Indagine conoscitiva), il

quantitativo mensile massimo di rifiuti prodotto da ciascun Comune della Provincia all’anno 2003.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 56

Comune Indice stagionalità mensile massimo

Produzione lorda annua di rifiuti [t]

Produzione massima mensile lorda di rifiuti [t]

AIROLE 1.430 162 19 APRICALE 1.371 253 29 BORDIGHERA 1.353 9.360 1.055 CAMPOROSSO 1.183 2.374 234 CASTEL VITTORIO 1.437 180 22 DOLCEACQUA 1.352 753 85 ISOLABONA 1.371 245 28 OLIVETTA SAN MICHELE 1.704 133 19 PERINALDO 1.404 266 31 PIGNA 1.380 423 49 ROCCHETTA NERVINA 1.464 136 17 SAN BIAGIO DELLA CIMA 1.474 233 29 SEBORGA 1.371 156 18 SOLDANO 1.474 139 17 VALLEBONA 1.474 342 42 VALLECROSIA 1.206 3.892 391 VENTIMIGLIA 1.194 13.814 1.374

Tabella 4-1 Previsione di quantità lorda di rifiuti prodotti in ciascun Comune del Comprensorio Ventimigliese (A) nell’anno 2003

Comune Indice stagionalità mensile massimo

Produzione lorda annua di rifiuti [t]

Produzione massima mensile lorda di rifiuti [t]

BADALUCCO 1.423 440 52 BAIARDO 1.733 215 31 CARPASIO 1.423 145 17 CERIANA 1.448 492 59 MOLINI DI TRIORA 1.423 359 43 MONTALTO LIGURE 1.423 174 21 OSPEDALETTI 1.444 2.451 295 SAN REMO 1.135 37.702 3.565 TAGGIA 1.169 9.122 889 TRIORA 1.423 406 48

Tabella 4-2 Previsione di quantità lorda di rifiuti prodotti in ciascun Comune del Comprensorio Sanremese (B) nell’anno 2003

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 57

Comune Indice stagionalità

mensile massimo Produzione lorda annua di

rifiuti [t] Produzione massima

mensile lorda di rifiuti [t] AQUILA DI ARROSCIA 1.688 75 11 ARMO 1.688 43 6 AURIGO 1.618 125 17 BORGHETTO D'ARROSCIA 1.688 186 26 BORGOMARO 1.279 293 31 CARAVONICA 1.626 107 14 CASTELLARO 1.371 298 34 CERVO 2.026 1.118 189 CESIO 1.365 88 10 CHIUSANICO 1.360 204 23 CHIUSAVECCHIA 1.481 157 19 CIPRESSA 1.520 684 87 CIVEZZA 1.564 201 26 COSIO DI ARROSCIA 1.688 108 15 COSTARAINERA 1.634 379 52 DIANO ARENTINO 1.312 276 30 DIANO CASTELLO 1.562 891 116 DIANO MARINA 1.740 6387 926 DIANO SAN PIETRO 1.094 508 46 DOLCEDO 1.264 512 54 IMPERIA 1.201 23.323 2.334 LUCINASCO 1.350 64 7 MENDATICA 1.688 91 13 MONTEGROSSO PIAN LATTE

1.688 49 7

PIETRABRUNA 1.336 168 19 PIEVE DI TECO 1.688 490 69 POMPEIANA 1.378 268 31 PONTEDASSIO 1.144 751 72 PORNASSIO 1.688 218 31 PRELA' 1.599 193 26 RANZO 1.688 188 26 REZZO 1.688 144 20 RIVA LIGURE 1.455 2.090 253 SAN BARTOLOMEO AL MARE

1.823 3.926 596

SAN LORENZO AL MARE 1.597 1.016 135 SANTO STEFANO AL MARE

1.566 1.647 215

TERZORIO 1.719 108 15 VASIA 1.505 169 21 VESSALICO 1.688 105 15 VILLA FARALDI 1.331 222 25

Tabella 4-3 Previsione di quantità lorda di rifiuti prodotti in ciascun Comune del Comprensorio Imperiese (C) nell’anno 2003

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 58

4.2 Raccolta differenziata multimateriale

La raccolta multimateriale prevede di unificare la raccolta stradale delle frazioni vetro, plastica,

metalli mediante il conferimento in unica campana delle bottiglie e flaconi in vetro e plastica, e

delle lattine di alluminio o banda stagnata (metalli).

L’impiego dell’unico contenitore permette di limitare il numero di campane da installare sul

territorio rispetto al servizio impostato sull’effettuazione di raccolte stradali monomateriali delle

diverse frazioni. Si riducono così i problemi di inserimento nel contesto urbano in particolare nei

centri storici delle città, con una migliore efficienza del servizio. Anche il compito del singolo

utente risulta facilitato dal poter conferire contemporaneamente più materiali riciclabili in un’unica

campana.

Secondo studi di settore, tale tipologia di raccolta permette di incrementare significativamente la

quantità di materiale raccolto rispetto ad un sistema di raccolta differenziata monomateriale; per

contro, il sistema multimateriale obbliga ad una selezione meccanica e manuale a valle, da

effettuare nei centri di trattamento di cui si dirà nel seguito. I sistemi di lavorazione sono comunque

ormai collaudati, e consentono il conseguimento di accettabili livelli qualitativi a costi contenuti. La

raccolta multimateriale risulta dunque il sistema preferenziale per la raccolta delle frazioni

merceologiche citate.

Questi tipi di rifiuti non comportano problemi igienici dovuti alla loro degradazione, ed è quindi

possibile raccogliere queste frazioni merceologiche utilizzando contenitori posizionati sul suolo

pubblico e prevedere periodi di raccolta e accumulo anche medio-lunghi. Inoltre, se

opportunamente dimensionato, questo sistema di raccolta permette di raggiungere un buon

compromesso tra le rese di intercettazione e i costi necessari per sostenere il servizio.

In alternativa, soprattutto nei Comuni ove non esistono problematiche di spazi e di trasporto, la

raccolta delle frazioni vetro, plastica e metalli potrà essere anche effettuata utilizzando i classici

contenitori stradali monomateriali.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 59

L'estensione del sistema di raccolta domiciliare al recupero di vetro, plastica e metalli in forma

multimateriale o separata, dovrà essere valutata sulla base dei risultati ottenuti per le singole

frazioni. Per aumentare infatti i recuperi degli imballaggi primari in plastica, potrebbe rendersi

opportuno estendere la raccolta anche ad altre tipologie oltre ai contenitori in plastica per liquidi.

Questa estensione dovrà essere di volta in volta valutata tenendo conto anche del conseguente

aumento dei costi di raccolta e selezione.

4.2.1 Organizzazione del sistema di raccolta multimateriale

La raccolta multimateriale avviene con campane analoghe a quelle utilizzate per la raccolta del

vetro aventi un’elevata capacità specifica (3-3.3 m3), in modo da limitarne il numero sul territorio e

le frequenze di svuotamento.

La distribuzione delle campane sul territorio è attuata prevedendo l’installazione di un numero in

grado di consentire una densità (indice di diffusione) di almeno una campana ogni 300-400 abitanti

nelle aree con densità abitativa medio-alta, e ogni 250 abitanti nelle aree a densità minore.

L’obiettivo è quello di limitare, nei concentrici principali, la distanza tra utenti e campana ad un

massimo di 200-300 m.

E’ opportuna la fornitura in uso di campane ad utenze specifiche, che dispongano di aree private

(cortili, aree recintate, ecc.), e che siano generatrici di quantitativi significativi di vetro e/o plastica

e/o metalli. Le campane devono avere aperture che facilitino il conferimento; in alternativa possono

essere utilizzati bidoni, da porre all’esterno a cura dell’utente in occasione del passaggio dello

svuotamento.

Nelle vicinanze dei contenitori destinati alla raccolta differenziata è opportuno posizionare un

cassonetto per i rifiuti indifferenziati.

Per la garanzia della qualità della frazione raccolta, occorre che la documentazione informativa

sulla raccolta differenziata inviti gli utenti a svuotare preventivamente i contenitori in vetro e

plastica dal contenuto.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 60

La frequenza di raccolta va definita in base ai quantitativi che si stima vengano conferiti in ogni

contenitore e alla volumetria degli stessi, con l’avvertenza di considerare, in via cautelativa, un

volume utile massimo pari indicativamente al 75 % di quello effettivo, in modo da evitare un

riempimento eccessivo dello stesso, con rischi di traboccamento del materiale conferito dagli utenti.

Un valore indicativo di peso specifico del multimateriale può essere pari a circa 0.08 t/m3.

Il materiale raccolto verrà inviato al centro di conferimento del relativo comprensorio, dal quale,

dopo trasferimento, mediante l’impiego di mezzi di capienza maggiore dovrà essere trasportato

all’impianto provinciale di stoccaggio, separazione e nobilitazione.

La raccolta multimateriale dovrà essere sia sviluppata nei seguenti Comuni:

� Comprensorio Ventimigliese (A): Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia, Camporosso.

� Comprensorio Sanremese (B): Sanremo, Taggia, Ospedaletti.

� Comprensorio Imperiese (C): Imperia, Diano Marina, San Bartolomeo a Mare, Riva Ligure,

Santo Stefano a Mare, Cervo, San Lorenzo a Mare, Diano Castello.

Per gli altri Comuni della Provincia è prevista una raccolta su appuntamento (vedasi paragrafo 4.9)

con un numero di abitanti serviti pari a circa il 16 % dell’intera popolazione e l’intercettazione di

circa il 10 % della quantità totale di rifiuti prodotti nella provincia (il Comune che produce più

rifiuti, tra quelli esclusi dalla raccolta differenziata capillare, è quello di Pontedassio, che

rappresenta ca. lo 0.6% della quantità totale di rifiuti prodotti in Provincia – Tab. 3-6 del Volume I).

Come verrà illustrato più dettagliatamente in un successivo paragrafo (vedasi paragrafo 5.2),

l’intero territorio provinciale sarà servito da specifiche aree ecologiche, ovvero appositi automezzi

per i Comuni minori, ove l’utente potrà conferire il materiale con un incentivo tariffario.

4.2.2 Descrizione delle operazioni di trasporto e separazione del multimateriale.

Il materiale indistinto proveniente dalla raccolta multipla è composto per l’80% del suo volume

dalla frazione plastica, assai leggera e volatile. Tutte le operazioni connesse con la sua

movimentazione, dallo svuotamento dei contenitori stradali, allo stoccaggio temporaneo presso i

Centri di Conferimento, necessitano quindi di particolare attenzione, al fine di evitare dispersione di

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 61

materiali nell’ambiente. Per questa motivazione, gli automezzi adibiti al servizio di raccolta

dovranno essere idoneamente “coperti”, così come i box di stoccaggio (a titolo puramente

indicativo, i cassoni dei veicoli adibiti al servizio di raccolta, che hanno una cubatura di circa 30 m3,

possono contenere dalle 2 alle 2.5 tonnellate di multimateriale).

Il processo di selezione dei materiali presso l’impianto dedicato prevede una prima cernita e relativa

eliminazione delle impurità presenti; successivamente i contenitori in plastica e metallo (banda

stagnata e alluminio) vengono separati per mezzo di un processo di aspirazione dai contenitori in

vetro, che verranno inviati ai centri di recupero.

I contenitori in plastica e metallo vengono quindi separati tra loro mediante l’impiego di

selezionatrici magnetiche; con selezionatrici a correnti indotte avviene infine la separazione tra

contenitori metallici magnetici e amagnetici.

In questo modo si ottengono flussi monomateriale dei contenitori in vetro, dei contenitori di

plastica, dei contenitori in metallo magnetico (banda stagnata), dei contenitori in metallo

amagnetico (alluminio).

In funzione del processo di selezione e dell’elevato grado di purezza ottenuto all’impianto, tutti i

materiali separati possono essere avviati per la loro valorizzazione a impianti di recupero dedicati.

Nei casi particolari di scarsa domanda da parte del mercato, i materiali costituiti dalle frazioni

altamente combustibili potranno essere destinati al termovalorizzatore finale, con probabili vantaggi

sotto l’aspetto economico del sistema integrato.

4.3 La raccolta differenziata di carta e cartone

La modalità ritenuta più efficace per la raccolta della carta è quella “porta a porta” (raccolta a

domicilio); altri sistemi, quali l’impiego di contenitori stradali, non sono, generalmente, in grado di

garantire rendimenti sufficientemente elevati. Può comunque essere intesa come raccolta a

domicilio quella eseguita con conferimento effettuato nelle immediate vicinanze della sede

dell’utente, e comunque alla stessa distanza a cui è abitualmente offerto il normale servizio di

raccolta del rifiuto residuo.

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 62

Il materiale raccolto col sistema porta a porta, risulta possedere qualità migliori rispetto a quello che

si riesce a recuperare mediante l’impiego di cassonetti stradali rionali; senza la necessità di alcuna

selezione a valle, il prodotto di regola rientra nella categoria B della classificazione CEPAC-BIR

per il riciclaggio della carta.

La raccolta domiciliare classica prevede il ritiro a domicilio della carta, con il passaggio a scadenze

fisse di addetti dotati di appositi automezzi quali autocompattatori, eventualmente supportati da

piccoli mezzi (motocarri). Il materiale raccolto viene prima inviato al Centro di Conferimento del

relativo Comprensorio e poi al centro di stoccaggio, separazione e nobilitazione provinciale per la

cernita.

E’ previsto di sviluppare la raccolta differenziata della carta a domicilio nei seguenti Comuni:

� Comprensorio Ventimigliese (A): Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia, Camporosso.

� Comprensorio Sanremese (B): Sanremo, Taggia, Ospedaletti.

� Comprensorio Imperiese (C): Imperia, Diano Marina, San Bartolomeo a Mare, Riva Ligure,

Santo Stefano a Mare, Cervo, San Lorenzo a Mare, Diano Castello.

Estrema importanza riveste l’integrazione con la raccolta a domicilio della carta e degli imballaggi

di cartone presso le utenze produttrici presenti sul territorio comunale, quali uffici pubblici e privati,

scuole, attività terziarie, ecc.. La raccolta presso le scuole potrà avere anche un importante ruolo

educativo. Per gli altri Comuni della provincia dovrà essere promosso il conferimento, da parte

delle utenze specifiche, degli imballaggi di cartone ai Centri di Conferimento del Comprensorio di

appartenenza, ovvero, per i Comuni serviti, alle rispettive aree ecologiche, eventualmente mediante

meccanismi di divieto e incentivi concertati con le Associazioni di categoria. Tutto il territorio

provinciale sarà servito da specifiche aree ecologiche, o automezzi operanti su appuntamento

(Comuni minori), ove l’utente potrà conferire il materiale beneficiando di un incentivo tariffario.

L’art. 23 della Legge n. 179 del 31/07/2002 ha apportato alcune modifiche al D. Lgs. 22/97, e in

particolare elimina l’obbligo del conferimento al servizio pubblico degli imballaggi primari.

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 63

Si suggerisce infine la possibilità di forme di incentivazione per gruppi o associazioni di

volontariato, al fine di attuare raccolte su appuntamento anche nei Comuni minori non compresi

nell’elenco indicato. Prassi in sintonia con quanto previsto dall’art. 21 del D. Lgs. 22/19971.

4.4 La raccolta differenziata della frazione organica e del verde

4.4.1 La frazione organica

Sulla base dei buoni risultati già ottenuti in varie esperienze attuate, si prevede l’attivazione della

raccolta differenziata della frazione organica rivolta alle “grandi utenze” (attività di ristorazione,

mercati, negozi ortofrutticoli e dei fiori, ecc.). Previa sperimentazione preliminare, la raccolta

differenziata della frazione organica potrà essere estesa anche alle utenze domestiche (verifica

costi–benefici).

La raccolta di tale frazione, come dimostrato nel paragrafo del presente volume, è necessaria per il

raggiungimento dell’obiettivo dettato dal “Ronchi” al 2003 (35%). Necessità per altro dimostrata

anche attraverso l’esperienza dei principali Comuni della Provincia.

In base alle caratteristiche morfologiche e insediative della Provincia di Imperia, considerata la

ridotta presenza di insediamenti, la contenuta produzione di rifiuti e la disponibilità di spazi aperti

in una specifica porzione del territorio, si ritiene economico attivare la raccolta differenziata della

frazione organica unicamente nei seguenti Comuni presso le grandi utenze (e in subordine presso le

utenze domestiche):

� Comprensorio Ventimigliese (A): Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia, Camporosso

� Comprensorio Sanremese (B): Sanremo, Taggia, Ospedaletti

� Comprensorio Imperiese (C): Imperia, Diano Marina, San Bartolomeo a Mare, Riva Ligure,

Santo Stefano a Mare, Cervo, San Lorenzo a Mare, Diano Castello.

1 “Nell’attività di gestione dei rifiuti urbani, i Comuni si possono avvalere della collaborazione delle associazioni di

volontariato e della partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni”.

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 64

La raccolta della frazione putrescibile richiede impianti di compostaggio tecnologicamente idonei

(fase di biossidazione accelerata al chiuso, aspirazione forzata, trattamento delle arie di processo,

rompisacchi, linea di arricchimento…). Attualmente non esistono impianti di tale tipologia nella

Provincia di Imperia; il piano ne prevede la realizzazione, eventualmente anticipata per disporre di

uno sbocco in loco per il prodotto.

Inizialmente sarà, quindi, consigliato avviare unicamente iniziative propedeutiche di raccolta

differenziata della frazione organica su scala limitata, di tipo sperimentale, in particolare per le

utenze domestiche per la verifica dei costi–benefici.

Dal punto di vista operativo, la raccolta differenziata della frazione putrescibile dovrà attenersi ai

seguenti criteri generali:

• priorità assoluta alla raccolta differenziata dell’organico presso le grandi utenze, quali ristoranti,

negozi ortofrutticoli, mense, ospedali (solo i rifiuti organici assimilati agli urbani), ecc.;

l’organico dovrà essere conferito in contenitori appositamente destinati allo scopo e forniti

direttamente alle utenze; i contenitori dovranno essere trasferiti a bordo strada in occasione dei

passaggi del servizio di svuotamento;

• in via subordinata, e comunque previa sperimentazioni puntuali ed analisi costi–benefici, è

prevista la possibilità della raccolta differenziata presso le utenze domestiche, che dovrà essere

necessariamente anticipata da una capillare azione di sensibilizzazione ed informazione dei

nuclei familiari, mediante pubblicazioni specifiche o, meglio, attraverso un contatto diretto

“porta a porta”, realizzato anche da cooperative con personale qualificato. Questa azione di

promozione e di avvio, comprendente anche la consegna di un contenitore domestico per i rifiuti

organici e un set di sacchetti biodegradabili a ciascuna famiglia, comporterà necessariamente un

maggiore investimento iniziale, compensato però da un numero limitato di conferimenti

impropri e quindi da una più elevata qualità del materiale conferito. Il conferimento degli scarti

organici avverrà in sacchetti di plastica compostabile, i quali saranno immessi in bidoni aventi

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 65

orientativamente volumetrie di 120÷240 l, a seconda della densità abitativa e della frequenza di

raccolta. I bidoni saranno collocati preferibilmente all’interno dei cortili degli stabili, o

all’interno delle recinzioni condominiali, e trasferiti a bordo strada a cura degli utenti (o di loro

incaricati) in occasione dei passaggi del servizio di svuotamento, per ridurre al minimo il rischio

di conferimenti impropri. Per le aree ad elevata intensità abitativa, lo spostamento all’esterno

potrà anche essere effettuato dal personale addetto alla raccolta. Questa modalità consentirebbe

anche di associare un meccanismo di attribuzione delle quantità conferite e di relativo sgravio

tariffario. La frequenza di svuotamento potrebbe essere settimanale-bisettimanale nei mesi

invernali e bisettimanale-trisettimanale nei mesi più caldi;

� dal punto di vista organizzativo, si potrà pensare ad un unico sistema di raccolta con bidoni o

cassonetti e autocompattatore per l’eventuale utenza domestica e le grandi utenze. Un sistema

dedicato (benne o cassoni) andrà, invece, previsto solo eccezionalmente per particolari utenze

(aziende di lavorazione dell’ortofrutta, mercato dei fiori, ecc.);

� compatibilmente con i volumi disponibili di stoccaggio nei cassonetti, a mano a mano che la

raccolta differenziata della frazione organica prenderà forma, dovrà essere valutata l’opportunità

di diminuire la frequenza della raccolta della frazione indifferenziata (“tal quale”), teoricamente

privata della parte umida putrescibile, fino ad una volta la settimana;

� la presenza, spesso consistente, delle frazioni non compostabili quali la plastica e il vetro nei

rifiuti prodotti dai mercati ambulanti, anche quando prevalentemente alimentari, determina

l’esigenza di operare una suddivisione tra i rifiuti organici putrescibili, il legno, le frazioni

cartacee e gli altri rifiuti. Le cassette di legno, così come gli imballaggi cartacei, possono anche

essere avviati al compostaggio: si tratterà di definire, caso per caso, la loro destinazione

ottimale.

La raccolta differenziata dei rifiuti mercatali verrà effettuata mediante collocamento di appositi

contenitori (benne e/o cassonetti). Ai fini della valorizzazione del rifiuto organico prodotto nei

mercati, si rende indispensabile prevedere la collocazione, nei pressi dei mercati, di campane o

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 66

contenitori per il recupero del vetro. Parallelamente, così come per tutte le iniziative di raccolta

differenziata, occorrerà avviare un’azione di informazione e sensibilizzazione degli utenti

(commercianti ambulanti) e di disposizione di obblighi e sanzioni (aggiornamento del

Regolamento comunale inerente la raccolta dei rifiuti). Il materiale organico raccolto sarà

prioritariamente inviato direttamente ai previsti impianti provinciali di compostaggio, nel

momento in cui saranno attivi. In alternativa, per motivi di organizzazione del servizio di

raccolta, il materiale potrà essere conferito temporaneamente ai Centri di Conferimento.

4.4.1.1 L’autocompostaggio

Nei Comuni “minori” si prevede l’incentivazione dell’autocompostaggio, ovvero la produzione e

l’utilizzo diretto da parte dei privati cittadini di compost.

Il compostaggio domestico consiste nell’effettuazione del processo di biossidazione, che costituisce

il compostaggio, in un piccolo cumulo o in un contenitore a campana in plastica comunemente

chiamato composter, dotato di accorgimenti per una buona areazione, il passaggio di organismi utili

dal terreno, l’impossibilità di accesso da parte di animali indesiderati, nel quale vengono immessi

gli avanzi di cucina, all’incirca ogni 2 giorni, e gli scarti dell’orto e del giardino.

Sono compostabili:

� gli scarti di frutta e verdura;

� i gusci d’uovo sminuzzati;

� la cellulosa (carta da cucina, fazzoletti di carta);

� gli scarti di cibo;

� i trucioli di legno;

� i fondi di caffè e i filtri di tè;

� le ramaglie e il legno purché sminuzzati;

� i fiori recisi;

� le foglie e gli sfalci d’erba;

� la lettiera di piccoli animali;

� le fibre naturali.

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 67

All’inizio occorre immettere nel composter uno strato di terriccio o di compost che funga da

inoculo dei microrganismi agenti del processo, quindi si inseriscono gli scarti organici, rispettando

una giusta proporzione tra i materiali asciutti e quelli umidi, in modo da mantenere una adeguata

presenza d’aria la quale garantisce una corretta trasformazione e l’assenza di odori sgradevoli.

Qualora applicata, questa tecnica consente di evitare l’immissione nel ciclo dei rifiuti di non meno

del 30% del quantitativo globale di rifiuti urbani prodotto oggi dalle utenze domestiche che

partecipano all’attività. A titolo puramente cautelativo, la quantità di rifiuti che si potrebbe

eliminare allo smaltimento mediante la realizzazione di questa attività non è stata considerata nella

definizione degli obiettivi di raccolta differenziata. Se si ipotizzasse la partecipazione da parte del

60% della popolazione dei Comuni non coinvolti dalla raccolta differenziata della frazione organica

sarebbe possibile ridurre il quantitativo di rifiuti al 2003 di circa 1.400 ton/anno. E’ quindi una

soluzione che è consigliabile promuovere in tutte le realtà in cui sia applicabile.

Affinché la diffusione del compostaggio domestico possa avvenire in modo proficuo, occorre che

siano attuati una serie di interventi:

� campagne informative sull’impiego ed eventuale assistenza telefonica;

� contributo all’acquisto.

Non si ritengono ottimali le forme di incentivazione quali l’assegnazione del composter in

comodato gratuito, poiché non garantisce una sufficiente motivazione all’utilizzo concreto, o la

semplice riduzione immediata della tariffa sui rifiuti, poiché dovrebbe essere anch’essa

accompagnata da un controllo sull’effettivo impiego. La riduzione della tariffa, eventualmente,

potrebbe avvenire in un secondo tempo, previa valutazione degli effetti dell’iniziativa del

compostaggio domestico.

La fornitura alle famiglie può prevedere un kit composto da:

� composter;

� pattumiera per gli scarti organici;

� ammendante “inoculo”.

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 68

Il costo per un contenitore da 250 litri (famiglia di 3-4 persone, giardino fino a 150 m2) è

dell’ordine di 80,00-100,00 Euro.

La prassi promozionale dell’erogazione di un contributo all’acquisto su acquisti collettivi è da

ritenersi estremamente idonea.

E’ assai importante che si attui un monitoraggio dei risultati dell’utilizzo dei composter,

eventualmente mediante l’invio di appositi questionari.

Un aspetto da non sottovalutare dell’autocompostaggio è rappresentato, oltre che dall’effetto

benefico sulla riduzione di rifiuti, dal forte messaggio educativo che induce la popolazione alla

“cultura del riutilizzo”: il singolo cittadino acquisisce coscienza e consapevolezza che può agire in

prima persona nella riduzione dei rifiuti.

4.4.2 La frazione verde

Per frazione verde si intende il materiale di sfalcio, potature, ramaglie, foglie purché non raccolte

mediante spazzamento, derivante dalla manutenzione ordinaria e straordinaria di aree verdi,

giardini, argini, ecc., pubbliche, ad uso pubblico o private a cui si aggiungono gli scarti derivanti

dall’attività floricola.

Si tratta, perciò, di materiali in parte già avviati per flussi omogenei (operazione di manutenzione

del verde effettuata da operatori professionali o da personale dei Comuni, mercato dei fiori, ecc.),

per i quali è possibile operare, in modo relativamente semplice, la trasformazione in fertilizzante

(ammendante e componente di substrati), mediante il trattamento di compostaggio, e quindi il loro

sostanziale recupero. Il compostaggio dei materiali derivanti dalla manutenzione del verde, infatti,

proprio per le specifiche caratteristiche fisiche e chimiche dei materiali di partenza, comporta una

grande semplificazione dei problemi rispetto al trattamento di altre matrici organiche, quali fanghi,

altre frazioni dei rifiuti urbani, deiezioni zootecniche, ecc.., sia dal punto di vista dell’impatto

ambientale, sia da quello della destinazione del compost prodotto, sia da quelli organizzativi e

tecnologici della gestione del processo di trasformazione.

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 69

Dal punto di vista operativo, la frazione derivante dagli interventi di manutenzione di tipo

professionale (tutta la frazione pubblica, quella derivante dal mercato dei fiori e parte di quella

privata) dovrà essere inviata obbligatoriamente ai Centri di Conferimento presenti in ciascun

Comprensorio.

Il flusso di verde proveniente dalla manutenzione “fai da te” del verde privato (essenzialmente

utenza domestica) assume in parecchie realtà dimensioni non sottovalutabili. In questo caso le

Amministrazioni comunali, a fronte di un’articolata proposta di soluzioni alternative, dovranno

imporre il divieto di smaltimento dei rifiuti verdi nei cassonetti per la raccolta del rifiuto

indifferenziato (variazione dei Regolamenti comunali per la gestione dei rifiuti).

Le soluzioni alternative che possono essere offerte ai cittadini sono le seguenti:

� conferimento dei rifiuti verdi nel circuito della raccolta differenziata (aree ecologiche comunali

o intercomunali e Centri di Conferimento del Comprensorio);

� compostaggio domestico mediante composter.

E’ evidente che le azioni dovranno essere sempre accompagnate da una corretta campagna di

informazione degli utenti.

4.5 La raccolta differenziata dei beni durevoli

Ai sensi dell’art. 44 del D. Lgs. 22/1997, “i beni durevoli per uso domestico che hanno esaurito la

loro durata operativa devono essere consegnati ad un rivenditore contestualmente all’acquisto di un

bene durevole di tipologia equivalente, ovvero devono essere conferiti alle imprese pubbliche o

private che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani (o agli appositi centri di

raccolta individuati dal Governo con appositi Accordi di programma) a cura del detentore”.

In fase di prima applicazione, i beni durevoli sono:

− frigoriferi, surgelatori, congelatori, condizionatori d’aria;

− televisori;

− computer, accessori per l’informatica, fotocopiatrici;

− lavatrici e lavastoviglie;

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− impianti stereo e casse di amplificazione.

La relativa raccolta differenziata dovrà essere realizzata con tre modalità integrate:

� conferimento da parte degli utenti dei beni durevoli alle aree ecologiche comunali o

intercomunali e ai Centri di Conferimento;

� raccolta per appuntamento (trimestrale);

� raccolta su chiamata per beni di elevate dimensioni: frigoriferi, lavastoviglie, ecc.

I materiali così raccolti saranno inviati ai Centri di Conferimento del relativo Comprensorio per il

trasbordo su automezzi più capienti e il successivo invio all’impianto provinciale di stoccaggio,

separazione e nobilitazione.

4.6 La raccolta differenziata dei rifiuti ingombranti

I rifiuti ingombranti costituiscono una quota significativa dei rifiuti urbani (circa il 6% in peso) per

la quale è indispensabile attivare la relativa raccolta differenziata al fine di:

� limitare i rischi di dispersione nell’ambiente di sostanze inquinanti (CFC, oli, metalli pesanti,

ecc.)

� evitare l’abbandono sul territorio e l’insorgere di discariche abusive;

� recuperare i quantitativi presenti di materiali riciclabili (ferro, legno, plastica, vetro, ecc.);

� ottimizzare i servizi di raccolta ordinaria dei rifiuti urbani.

La relativa raccolta differenziata dovrà essere realizzata con tre modalità integrate:

� conferimento da parte degli utenti dei rifiuti ingombranti alle aree ecologiche comunali o

intercomunali e ai Centri di Conferimento;

� raccolta per appuntamento (trimestrale);

� raccolta su chiamata per rifiuti di elevate dimensioni: frigoriferi, lavastoviglie, mobili, ecc.

I materiali così raccolti saranno inviati ai Centri di Conferimento del relativo Comprensorio per il

trasbordo su automezzi più capienti e il successivo invio all’impianto provinciale di stoccaggio,

separazione e nobilitazione.

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4.7 Rifiuti tessili, cuoio e pelli

Per la raccolta dei rifiuti tessili, cuoio e pelli, oltre all’attività promosse e gestite dalle

organizzazioni caritatevoli e umanitarie, si prevede il conferimento anche presso le aree ecologiche

e i Centri di Conferimento e poi al centro di stoccaggio, separazione e nobilitazione provinciale. Per

il recupero e la valorizzazione degli scarti tessili, sia attraverso la selezione e valorizzazione degli

indumenti usati riutilizzabili come tali, sia attraverso la selezione delle fibre per il loro riciclo,

saranno attivate successive azioni dirette alla realizzazione di accordi col sistema delle industrie

tessili.

4.8 La raccolta differenziata dei rifiuti urbani pericolosi (pile esaurite, farmaci scaduti,

contenitori T e/o F)

La raccolta di rifiuti urbani pericolosi (RUP)2 deve essere potenziata ed estesa al fine di conseguire i

più elevati livelli di recupero. Tale raccolta ha il fine di minimizzare i pericoli di contaminazione

dei flussi di rifiuti da trattare presso gli impianti di smaltimento.

Il sistema di raccolta prevede l’impiego di un sistema integrato di contenitori stradali e contenitori

presso il luoghi di acquisto (per le pile: rivendite e supermercati, per i farmaci: le farmacie). Si deve

prevedere, inoltre, la possibilità per gli utenti di conferire il materiale alle aree ecologiche comunali

e intercomunali ovvero ai Centri di Conferimento. I materiali raccolti verranno poi inviati al centro

di stoccaggio separazione nobilitazione provinciale.

Per le pile esaurite andrà promossa anche la raccolta nelle scuole; lo stoccaggio avverrebbe in

semplici vaschette di plastica.

La raccolta differenziata dei contenitori T e/o F potrà avvenire unicamente mediante la consegna

alle aree ecologiche, ovvero agli automezzi adibiti alla raccolta differenziata per i Comuni minori,

mentre è sconsigliato l’impiego di contenitori stradali per questo genere di raccolte.

2 Con l’entrata in vigore del D. Lgs. 22/1997, cade la definizione di rifiuti urbani pericolosi operata dal DPR 915/1982;

in questa sede si impiega tale nomenclatura per definire l’insieme di materiali costituiti da pile esaurite, farmaci scaduti

e contenitori T e/o F.

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 72

Si raccomanda la pianificazione di una campagna di sensibilizzazione e informazione del cittadino

mirata a renderlo cosciente dei danni che un conferimento non appropriato dei rifiuti pericolosi

produce all’intero ecosistema.

Anche al fine di rendere più efficiente e meno problematico il processo di trattamento del rifiuto

indifferenziato, è necessario che i rifiuti urbani pericolosi siano conferiti separatamente. Nella

Tabella 4-4 sono indicati i più comuni rifiuti urbani pericolosi.

Pitture, vernici e solventi

Prodotti fotochimica

Svernicianti e diluenti Prodotti per il trattamento e la

conservazione del legno

Pesticidi e antiparassitari Erbicidi, fungicidi e pesticidi Olio del motore di automobili

Liquido antigelo Cere e lubrificanti per auto Batterie per auto

Detersivi e candeggianti Deodoranti e rinfrescanti

dell’atmosfera

Addolcenti e indurenti di acqua

Prodotti chimici per piscine Tubi fluorescenti Rilevatori di fumo

Tabella 4-4 Principali rifiuti urbani pericolosi

4.9 La raccolta differenziata nei Comuni minori della Provincia di Imperia

Per i Comuni “minori” della Provincia di Imperia, indicati nelle Tabelle 4-5, 4-6 e 4-7, è prevista

l’organizzazione di una raccolta differenziata effettuata su appuntamento.

Poiché la Comunità Montana Intemelia ha ricevuto in passato un contributo pubblico per la

realizzazione di un’area attrezzata per la raccolta differenziata, attualmente operativo, i Comuni ad

essa appartenenti confluiranno a detta area in alternativa alla raccolta differenziata su

appuntamento.

Per i Comuni indicati in Tabella 4-8, a causa della sostanziale vicinanza con centri dotati di area

ecologica, si prevede una raccolta differenziata presso tali aree.

Comune Produzione annua di rifiuti [t]

Produzione mensile massima [t]

AIROLE 162 19 OLIVETTA SAN MICHELE 133 19 Totale 295 38

Tabella 4-5: Elenco Comuni minori appartenenti al Comprensorio Ventimigliese (A)

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Comune Produzione annua di rifiuti [t]

Produzione mensile massima [t]

CERIANA 492 59 BADALUCCO 440 52 TRIORA 406 48 MOLINI DI TRIORA 359 43 MONTALTO LIGURE 174 21 CARPASIO 145 17 Totale 2231 271

Tabella 4-6: Elenco Comuni minori appartenenti al Comprensorio Sanremese (B)

Comune Produzione annua di

rifiuti [t] Produzione mensile

massima [t] PONTEDASSIO � 751 72 DOLCEDO � 512 54 CASTELLARO 298 34 BORGOMARO 293 31 POMPEIANA 268 31 VILLA FARALDI 222 25 PORNASSIO 218 31 PRELA' 193 26 RANZO 188 26 BORGHETTO D'ARROSCIA 186 26 CHIUSAVECCHIA 157 19 REZZO 144 20 AURIGO 125 17 COSIO DI ARROSCIA 108 15 TERZORIO 108 15 CARAVONICA 107 14 VESSALICO 105 15 MENDATICA 91 13 CESIO 88 10 AQUILA DI ARROSCIA 75 11 LUCINASCO 64 7 MONTEGROSSO PIAN LATTE 49 7 ARMO 43 6 Totale 5411 644

Tabella 4-7: Elenco Comuni minori appartenenti al Comprensorio Imperiese (C). ����Per i Comuni di Pontedassio e di Dolcedo, occorrerà valutare la possibilità di realizzare delle miniaree ecologiche a servizio comunale.

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 74

Comuni Area ecologica a cui conferiscono

Pigna, Dolceacqua, Perinaldo, Apricale, Isolabona, Castel

Vittorio, Seborga, Rocchetta Nervina

Camporosso

Soldano, San Biagio della Cima Vallecrosia

Cervo S. Bartolomeo al mare

Vallebona Bordighera

Costarainera, Pietrabruna, Cipressa, Civezza S. Lorenzo al mare

Diano Castello, Diano S. Pietro, Diano Arentino Diano Marina

Riva Ligure Santo Stefano al mare

Tabella 4-8: Comuni minori serviti da aree ecologiche

Tale raccolta sarà organizzata prevedendo l’impiego di automezzi appositamente attrezzati che, con

frequenza settimanale (in alcuni casi addirittura bisettimanale) si posizioneranno per un’intera

giornata in aree ben definite del capoluogo comunale (piazza, via principale) e consentiranno ai

residenti il conferimento separato delle frazioni: carta e cartone, vetro, plastica, latte di alluminio,

pile e farmaci scaduti, tessili, ecc..

L’area di stazionamento dovrà essere individuata da ogni singolo Comune e dovrà risultare in zona

centrale e bene accessibile ai pedoni.

L’operatore addetto (che svolge anche la funzione di autista del mezzo) avrà il compito di ricevere

il materiale, pesarlo e rilasciare al conferitore apposita ricevuta (ovvero registrazione su badge) utile

al fine delle agevolazioni tariffarie.

L’addetto, inoltre, ha anche il compito di svuotare le eventuali campane della raccolta differenziata

(al massimo una per frazione di rifiuto) che sono state installate sul territorio comunale allo scopo di

agevolare le persone impossibilitate al conferimento su appuntamento.

Si ritiene di privilegiare la presente metodologia di raccolta differenziata per i centri dell’entroterra

imperiese in alternativa alla realizzazione di specifiche aree ecologiche intercomunali per i seguenti

principali motivi:

� la popolazione residente nei Comuni considerati è prevalentemente anziana cosicché l’ipotesi di

un conferimento ad un’area ecologica intercomunale distante, in alcuni casi, una decina di

chilometri dall’abitato risulta essere alquanto irrazionale;

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Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 75

� le aree ecologiche intercomunali presentano costi di realizzazione e gestione superiori a quelli

previsti per la gestione mediante automezzi.

L’utilizzo di stazioni ecologiche automatiche e semi-automatiche mobili o fisse non viene ritenuta

idonea soluzione in quanto poco affidabili, prive di un presidio che possa scongiurare manomissioni

e atti vandalici, poco utilizzate da parte della popolazione anziana.

Ovviamente, nel caso in cui in certe realtà locali se ne valuti la relativa convenienza, è possibile

procedere alla realizzazione di apposite aree ecologiche intercomunali, eventualmente supportate da

isole ecologiche, in alternativa al sistema proposto. Come ad esempio la Comunità Montana

Intemelia che a seguito dell’ottenimento di contributi pubblici, ha realizzato un’area ecologica in

comune di Camporosso a supporto dei Comuni ad essa appartenente, ovvero la società Ecoimperia

S.p.A. che per i Comuni delle Comunità Montane dell’Olivo e della Valle Arroscia ha richiesto

finanziamenti DOCUP 2000 per la realizzazione di un’area ecologica e isole ecologiche di

supporto.

Dal punto di vista organizzativo, in una prima fase di sperimentazione, al fine di non incidere

notevolmente sui costi, è ipotizzabile l’impiego di due automezzi a servizio dei Comprensori

Ventimigliese (A) e Sanremese (B) e due per il Comprensorio Imperiese (C).

Nei Comuni caratterizzati da una produzione di rifiuti alquanto ridotta, è possibile pianificare una

raccolta su appuntamento con frequenza bisettimanale, ovvero limitata ad una mezza giornata.

Sulla base dei risultati conseguiti nella prima fase sperimentale, sarà possibile ipotizzare l’impiego

di ulteriori automezzi, ovvero il dilazionamento o l’incremento della frequenza di raccolta.

Un ulteriore vantaggio fornito da questa metodologia di raccolta, infatti, è rappresentato dalla

possibilità di procedere “in itinere” alla modifica e taratura dell’intero sistema di raccolta

differenziata senza che tutto ciò richieda enormi stravolgimenti.

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli presso i

comuni dell’entroterra imperiese, si prevede di realizzare una raccolta su chiamata. L’utente che

necessiti di smaltire tale tipologia di rifiuto dovrà telefonare al Centro di Conferimento del

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 76

Comprensorio di appartenenza per definire il giorno in cui l’automezzo preposto passerà a ritirare il

rifiuto.

Anche in questo caso, non si è optato per la realizzazione di apposite aree comunali per il

conferimento di rifiuti ingombranti e dei beni durevoli al fine di evitare che queste, come molte

volte accade, si trasformino in “pseudo” discariche abusive.

Ovviamente, affinché questa tipologia di raccolta differenziata abbia successo, è necessario che, a

seconda delle varie competenze, tutti gli Enti (Comune, Provincia, Corpo Forestale dello Stato) si

attivino al fine di divulgare ai cittadini tale opportunità.

In fase di attivazione della presente pianificazione si potrà valutare la possibilità di collocare, in

ciascun Comune, per una intera giornata, a frequenze definite, un contenitore scarrabile per il

conferimento dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli.

Per quanto concerne la frazione verde derivante da operazioni di sfalcio privato, si dovrà

incentivare l’autocompostaggio. La frazione derivante dallo sfalcio del verde pubblico dovrà essere

trasportata al Centro di Conferimento del Comprensorio di appartenenza.

4.10 Altre prescrizioni

Sulla base di esperienze maturate in altre realtà nazionali, ad integrazione e complemento di quanto

già indicato, nelle pagine seguenti il Piano Provinciale propone alcune modalità aggiuntive al fine

di promuovere e incentivare la raccolta differenziata che potrebbero essere sviluppate coinvolgendo

Enti Locali, operatori economici, ecc.

4.10.1 Impiego di prodotti riciclati all’interno degli uffici pubblici

Presso uffici pubblici dell’Amministrazione della Provincia di Imperia, dei Comuni della provincia,

degli enti, aziende ed istituti, facenti capo agli Enti Locali Pubblici, potrebbe essere proposto

l’utilizzo di carta e cartone per imballaggi provenienti totalmente o prevalentemente dal riciclo in

misura pari a circa il 50% del fabbisogno annuo complessivo. Analogamente, in quota parte rispetto

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Organizzazione del sistema di raccolta differenziata della Provincia di Imperia 77

al fabbisogno complessivo, potrebbe essere incentivato l’utilizzo di cartucce e nastri per stampanti

di tipo rigenerato, come per tutti gli accessori esauribili per l’informatica.

Le Amministrazioni e gli Enti locali interessati dovranno provvedere a modificare i capitolati di

appalto per le forniture dei beni di consumo.

4.10.2 Sviluppo della Raccolta Differenziata presso gli Enti Pubblici

Nelle mense e nei punti di ristoro delle Amministrazioni e degli Enti pubblici si potrebbe limitare

l’utilizzo di contenitori e stoviglie a usa e getta. Inoltre si potrebbe incentivare la Raccolta

Differenziata degli imballaggi primari in carta, plastica, vetro ed alluminio, e della frazione

organica.

Negli uffici pubblici potrà essere organizzata la Raccolta Differenziata della carta e del cartone,

degli imballaggi primari in vetro, plastica ed alluminio, dei prodotti esauribili dell’informatica.

4.10.3 Valorizzazione del compost

Mediante una campagna informativa mirata, potrebbe essere promosso e incentivato l’utilizzo di

compost di qualità prodotto negli impianti provinciali previsti dalla pianificazione presso:

� aree verdi, parchi e giardini di competenza dell’Amministrazione Provinciale e dei

comuni;

� aree inquinate, siti degradati, aree demaniali in cui sono previste opere di bonifica e

di recupero ambientale soggetti ad autorizzazioni da parte degli Enti pubblici.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 78

5 Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani

5.1 Premessa

Un sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani necessita della definizione delle modalità di

gestione delle varie frazioni componenti il rifiuto e della pianificazione e progettazione dei relativi

impianti di supporto.

Mentre per quel che concerne il primo punto si demanda ai capitoli precedenti, per la pianificazione

e progettazione degli impianti di supporto vengono di seguito riportate le linee generali relative

all’impiantistica di cui il presente piano di gestione integrata dei rifiuti necessita.

La pianificazione provinciale prevede la realizzazione di aree ecologiche comunali e intercomunali

e in subordine isole ecologiche atte al conferimento da parte degli utenti delle diverse frazioni di

rifiuto. Il materiale proveniente dalle varie raccolte differenziate verrà inviato ai Centri di

Conferimento dei relativi tre Comprensori (n° 1 Centro di Conferimento per ogni Comprensorio)

per una prima selezione e per la razionalizzazione dei trasporti: da qui, il materiale selezionato verrà

inviato all’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (unico per l’intero ambito ottimale).

Sono quindi previsti, in linea con quanto indicato dal Piano Regionale, due impianti di separazione

secco-umido con stabilizzazione e compostaggio della FORSU, con invio della frazione secca in un

impianto di termovalorizzazione. In questo scenario, sono destinati a discarica gli scarti di selezione

provenienti dai trattamenti della raccolta differenziata e del rifiuto residuo, le scorie e le ceneri del

termovalorizzatore, oltre ad una parte di frazione organica stabilizzata proveniente dagli impianti di

stabilizzazione; per la restante parte si ipotizza l’utilizzo in recuperi ambientali e bonifiche.

Lo scenario descritto, valido nell’ipotesi di realizzazione del termovalorizzatore in Provincia di

Imperia, potrebbe mutare nel caso di attivazione delle previsioni del “Protocollo di intesa per il

trattamento dei rifiuti solidi urbani e speciali assimilati” tra la Provincia di Imperia e la

Communautè d’Agglomeration de la Riviera Française (C.A.R.F.) di Mentone (Francia) che

prevede un “parternariato transfrontaliero” tra la Provincia di Imperia e l’Ambito est delle Alpi

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 79

Marittime (Francia) (vedasi capitolo 15) tra cui la realizzazione del termovalorizzatore su territorio

francese. Altra ipotesi alternativa è l’accordo con la Provincia di Savona per la realizzazione del

termovalorizzatore sul territorio savonese. Le ipotesi sopra citate potrebbero anche diventare

complementari, in quanto la frazione secca dei rifiuti urbani prodotti sul territorio provinciale

potrebbe essere inviata parte in Francia (ad esempio Comprensori (A) e (B)) e parte in Provincia di

Savona (ad esempio, Comprensorio (C)).

Nel caso di accordo con la Francia, sul territorio provinciale troverebbero solamente più

collocazione le discariche per l’interramento confinato dei prodotti di scarto degli impianti di

lavorazione dei rifiuti residui e differenziati, della frazione organica stabilizzata non impiegata per

recuperi ambientali e bonifiche, e delle scorie e ceneri di ritorno dal termovalorizzatore ubicato in

territorio francese. Nel caso di accordo con la Provincia di Savona invece, sul territorio provinciale

imperiese troverebbero collocazione solamente le discariche per l’interramento confinato dei

prodotti di scarto degli impianti di lavorazione dei rifiuti residui e differenziati e della frazione

organica stabilizzata non impiegata per recuperi ambientali e bonifiche.

Gli scenari citati sono previsti nell’ottica del contenuto del paragrafo 4.5 (“Gli scenari sul territorio

ligure”) del Piano Regionale di gestione dei rifiuti nel quale si ipotizza la possibilità di prevedere

integrazioni tra diverse Province limitrofe per ottimizzare il dimensionamento e diversificare la

localizzazione degli impianti. Sia sotto il profilo ambientale che sotto il profilo energetico (e quindi

dei costi) il Piano Regionale di gestione dei rifiuti auspica infatti sinergie tra ambiti territoriali

limitrofi, con la concentrazione del fabbisogno di smaltimento su pochi impianti di

termodistruzione ad alta resa energetica. L’ipotesi di trovare accordi sovraprovinciali è anche

motivata dalla obiettiva maggiore difficoltà di reperire sul territorio della provincia di Imperia siti

idonei alla realizzazione di un termovalorizzatore (morfologia, viabilità di servizio, vocazione

turistica, scarsa industrializzazione, ecc.) rispetto ad altri territori limitrofi. La verifica sulla

fattibilità di tale soluzione dovrà comunque essere condotta in tempi ragionevoli, fissando una

scadenza oltre la quale si dovrà optare per la soluzione di un unico impianto di termovalorizzazione

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 80

realizzato sul territorio della Provincia di Imperia (indicativamente dicembre 2003). Per la

localizzazione di tale impianto in Provincia di Imperia si rimanda al paragrafo 5.5 dove vengono

indicati i siti potenzialmente ritenuti idonei dalla pianificazione.

Nella Figura 5-1 è stato schematicamente illustrato il flusso integrato dei rifiuti tra le diverse

componenti del sistema impiantistico pianificato secondo le ipotesi sopra riportate.

Nei successivi paragrafi vengono quindi fornite le indicazioni utili per la definizione dell’intero

sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani della Provincia di Imperia.

Si precisa che la tipologia indicata per ciascun impianto e l’organizzazione ipotizzata sono

schematiche e di solo riferimento, lasciando allo sviluppo della progettazione futura di ogni

impianto il compito di trovare le soluzioni di dettaglio più adatte.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 81

Aree ecologiche

Raccolta dimultimateriale e

cartaRaccolta diff.

Comuni minori

Raccolta diff.frazione organicaComuni maggiori

Rifiutoindifferenziato

Centri di conferimento (n. 3)

razionalizzazione dei trasportiprima lavorazione

Tutte le f razioni “secche” raccolte in modo differenziato

Frazione organicaFrazione verde Rifiuto indifferenziato (*)

Scarti

(*) Si prevede la possibilità di fare confluire i rifiuti raccolti in modo indifferenziato ai centri di conferimento realizzando stazioni di trasferimento al fine di ottimizzare i volumi trasportati e quindi i costi.(**) La frazione organica stabilizzata può trovare impiego in interventi di recupero ambientale ovvero bonifiche; per questo motivo si ipotizza di conferire in discarica solamente il 50% della FOS prodotta.

Impianti di separazione secco/umido con lineadi trattamento frazione organica provenientedalla R.D. (ovvero umido e verde a impianto

di compostaggio dedicato) - (n. 2)

Frazione organica stabilizzata(**):

Scorie e ceneri:discarica

(50%)

Scarti:discaricaDiscarica

Figura 5-1: Schematizzazione dei flussi tra le diverse componenti del sistema impiantistico provinciale

5.2 Aree ecologiche (n° 15)

Le aree ecologiche sono punti polivalenti di raccolta in cui, in presenza di personale addetto, sia

privati cittadini, sia operatori del commercio e dell’artigianato, possono conferire rifiuti destinati al

recupero o ad uno smaltimento controllato.

Queste strutture dovranno disporre di:

� area per conferimento dei materiali riciclabili (carta e cartone, vetro, plastica, metalli, ecc.);

� area per il conferimento di pile e farmaci e di eventuali rifiuti pericolosi;

� area per il conferimento dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 82

� spazi di movimentazione dei materiali;

� servizi a disposizione degli operatori.

Presso tali aree ecologiche, gli utenti potranno conferire quindi i seguenti materiali:

� carta e cartone;

� vetro;

� plastica;

� frazione verde derivante da operazioni di sfalcio pubblico o privato e manutenzioni;

� legno;

� tessili, cuoio e pelli;

� rifiuti ingombranti e beni durevoli;

� rifiuti urbani pericolosi (pile, batterie e farmaci scaduti);

� inerti da utenze private, ecc.

La presenza di un sistema di pesatura delle frazioni conferite potrà garantire l’attivazione di

opportuni strumenti di incentivazione degli utenti, quali agevolazioni tariffarie e/o concorsi a premi.

Le aree ecologiche saranno aperte ad orari prefissati. La durata complessiva dell'apertura

(comunque non inferiore a 12 ore settimanali) dipenderà fortemente dalla localizzazione e quindi

dalla possibilità di interagire in modo sinergico con altri servizi. Al fine di non appesantire i costi di

gestione, il personale dedicato al presidio delle stazioni potrebbe essere rappresentato da obiettori di

coscienza, lavoratori di cantieri socialmente utili, pensionati ecc. Potrebbe anche essere affidata

totalmente la gestione a strutture di volontariato. Condizione essenziale sarà una preventiva

preparazione delle persone coinvolte (formazione) ed una buona motivazione soggettiva verso i

compiti assegnati.

Dovranno essere previste aree ecologiche a servizio almeno dei Comuni aventi una produzione

annua di rifiuti urbani che si avvicina o supera le 1.000 ton. Ad esse si aggiunge, al fine di una

migliore ottimizzazione dei trasporti, l’area ecologica di Pieve di Teco che funge da catalizzatore

del materiale proveniente dalla raccolta differenziata su appuntamento effettuata mediante

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 83

automezzo. In base ai criteri sopra enunciati ed ai progetti territoriali già avviati dai singoli Comuni

e dalle Comunità Montane, i Comuni che in linea di massima dovranno dotarsi di aree ecologiche

saranno:

• Comprensorio Ventimigliese (A) (n° 4 aree ecologiche):

- Area ecologica di Ventimiglia

Bacino di utenza: Comune di Ventimiglia.

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 13.800 ton.

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 1.370 ton.

- Area ecologica di Camporosso

Bacino di utenza: Comune di Camporosso e Dolceacqua1, con tutti i Comuni appartenenti alla

C.M. Intemelia.

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 6.000 ton.

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 580 ton.

- Area ecologica di Bordighera

Bacino di utenza: Comune di Bordighera e Vallebona.

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 9.700 ton.

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 1.100 ton.

- Area ecologica di Vallecrosia

Bacino di utenza: Comune di Vallecrosia, Soldano, San Biagio della Cima.

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 4.300 ton.

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 440 ton.

• Comprensorio Sanremese (B) (n° 3 aree ecologiche):

- Area ecologica di Sanremo

1 Il Comune di Dolceacqua presenta una produzione annua di rifiuti (ca 750 ton) tale da non permettere la realizzazione

di un’area ecologica individuale ovvero la raccolta su appuntamento mediante automezzo si ipotizza, pertanto, di servire

detto Comune mediante la condivisione dell’area ecologica di Camporosso.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 84

Bacino di utenza: Comune di Sanremo.

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 37.700 ton.

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 3.565 ton.

- Area ecologica di Taggia

Bacino di utenza: Comune di Taggia, con tutti i Comuni appartenenti alla C.M. Argentina e

Armea

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 11.400 ton

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 1.150 ton

- Area ecologica di Ospedaletti

Bacino di utenza: Comune di Ospedaletti

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 2.450 ton.

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 295 ton

• Comprensorio Imperiese (C) (n° 8 aree ecologiche):

- Area ecologica di Santo Stefano a Mare

Bacino di utenza: Comuni di Santo Stefano al Mare e Riva Ligure.

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 3.750 t

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 470 t

- Area ecologica di San Lorenzo a Mare

Bacino di utenza: Comune di San Lorenzo a Mare, Costarainera, Pietrabruna, Cipressa,

Civezza.

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 2.450 ton.

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 320 ton

- Area ecologica di Imperia in abbinamento all’area ecologica di Chiusanico:

Bacino di utenza: Comune di Imperia, con tutti i Comuni appartenenti alla C.M. dell’Olivo e

dell’Alta Valle Arroscia

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 28.200 ton

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 85

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 2.900 ton

- Area ecologica di Diano Marina

Bacino di utenza: Comuni di Diano Marina, Diano Castello, Diano Arentino e Diano San

Pietro

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 8.100 ton

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 1.120 ton

- Area ecologica di San Bartolomeo a Mare

Bacino di utenza: Comuni di San Bartolomeo a Mare e Cervo

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 5.050 ton.

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 790 ton.

- Area ecologica di Pieve di Teco

Bacino di utenza: Comune di Pieve di Teco a cui si aggiunge il materiale raccolto su

appuntamento nei Comuni di Aquila di Arroscia, Armo, Borghetto d'Arroscia, Cosio di

Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pornassio, Ranzo, Rezzo, Vessalico. Tale area

ecologica, dunque, funge anche da stazione di trasferimento per l’ottimizzazione dei trasporti

del materiale al centro di conferimento Comprensoriale.

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 1.700 ton

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 240 ton

- Area ecologica di Vasia

Bacino di utenza: Comune di Vasia

Produzione lorda annua di rifiuti urbani al 2003: 169 ton.

Produzione lorda massima mensile di rifiuti urbani al 2003: 21 ton.

Tenuto conto delle quantità di rifiuti urbani prodotti, le aree ecologiche di Ventimiglia, Bordighera,

Sanremo, Taggia, Imperia e Diano Marina potranno essere suddivise in due o più aree al fine di una

migliore gestione e distribuzione capillare sul territorio.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 86

Presso le aree ecologiche, sarà inoltre possibile prenotare telefonicamente il servizio di raccolta a

domicilio dei rifiuti ingombranti di volumetria elevata.

Nei centri storici dei Comuni della Provincia di Imperia, in alternativa alla collocazione delle

campane ed alla raccolta domiciliare della carta, è possibile localizzare delle specifiche mini-aree o

isole ecologiche (gazebo custodito, avente dimensioni pari a circa 20 m2) in grado di raccogliere il

materiale differenziato. Ovviamente, tali aree dovranno essere caratterizzate da un buon impatto

visivo e paesistico.

5.3 Centri di Conferimento (n° 3)

In accordo con la normativa regionale, si prevede la realizzazione di tre Centri di Conferimento,

uno per ciascun Comprensorio della provincia di Imperia. I possibili siti di localizzazione

individuati sono i seguenti:

• Comprensorio Ventimigliese (A)

- Comune di Camporosso: area adiacente al Torrente Nervia, nella quale è già stato realizzato

ed è attualmente operativo il “centro raccolta differenziata rifiuti urbani del Comprensorio

Intemelio”;

- Comune di Ventimiglia: area in località “Ciapagni”, in adiacenza alla Strada Statale n° 20

della Val Roia e del Colle di Tenda;

• Comprensorio Sanremese (B)

- Comune di Sanremo: area in località “Ciuvin”, in valle Armea, dove il Centro di

Conferimento potrebbe essere abbinato all’impianto di stoccaggio, separazione e

nobilitazione al fine di minimizzare i costi di gestione e per sfruttare possibili sinergie. Si

rimanda quindi al contenuto del paragrafo 5.4;

- Comune di Sanremo: area in località “Trasca”, in valle Armea; anche in questo caso il

Centro di Conferimento potrebbe essere abbinato all’impianto di stoccaggio, separazione e

nobilitazione per le stesse motivazioni;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 87

- Comune di Sanremo: area in località “San Pietro”, in valle Armea, già oggetto di studio per

la localizzazione di un centro per il trasferimento dei rifiuti e valorizzazione dei rifiuti

riciclabili;

- Comune di Taggia: località “Colli”, area che ha ospitato in passato una discarica di inerti;

- Comune di Sanremo: area “Cava Bianchi”, sito attualmente in fase di recupero ambientale.

• Comprensorio Imperiese (C)

- Comune di Chiusanico: località “Brughi”, dove la società EcoImperia S.p.A., con

comunicazione Prot. GG/as n. 407 datata 30 luglio 2001 indirizzata all’Amministrazione

Provinciale di Imperia, ha richiesto il suo inserimento nei potenziali siti di localizzazione del

Centro di raccolta e trattamento della raccolta differenziata; la stessa società, per lo stesso

sito, nell’estate 2002 ha inoltrato richiesta alla Regione Liguria per l’ottenimento di

finanziamenti legati al DOCUP Obiettivo 2 Liguria 2000-2006;

- Comune di Imperia: area dell’ex mattatoio cittadino, sull’argine destro del Torrente Impero,

oggi sede del centro di lavorazione dei rifiuti riciclabili della società Eco Imperia S.p.A.. La

scelta dell’area è anche già citata comunicazione Prot. GG/as n. 407 datata 30 luglio 2001

della Eco Imperia S.p.A indirizzata all’Amministrazione Provinciale di Imperia, nella quale

oltre alla località “Brughi” di Chiusanico, ha richiesto l’inserimento dell’area nei potenziali

siti di localizzazione del centro di raccolta e trattamento della raccolta differenziata.

- Comune di Imperia: area in località “Caramagna”, su un pianoro di fondovalle a nord

dell’abitato;

- Comune di Cipressa: area in località “Pian del Bue”, attualmente ospitante una cava di

materiale inerte;

- Comune di Imperia: località “Ponticelli”, sulla piana posta a valle della discarica RSU

attualmente in fase di coltivazione.

Tali strutture svolgono più funzioni tra loro integrate:

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 88

� Centro di Conferimento dei materiali raccolti in modo differenziato all’interno del

Comprensorio di pertinenza (carta e cartone, plastica, vetro, ingombranti e beni durevoli,

frazione verde, rifiuti urbani pericolosi, legno, metalli, tessili, cuoio e pelli, frazione organica,

ecc.)

� stazione di trasferimento dei rifiuti raccolti in modo differenziato al fine di razionalizzare i

trasporti verso l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione.

Il centro dovrà consentire pertanto lo stoccaggio del materiale raccolto in modo differenziato

all’interno del Comprensorio. Il materiale dovrà essere trasbordato su mezzi aventi volumetria

maggiore e inviato all’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione. La frazione verde

conferita presso il Centro di Conferimento dovrà essere ridotta di pezzatura mediante biotrituratore

mobile, caricata su mezzi aventi volumetria elevata e trasferita all’impianto di compostaggio

dedicato. Per potere gestire al meglio la fase di compostaggio della frazione verde, è necessario che

i singoli materiali (ramaglie, foglie, erba, ecc.) non vengano tra loro miscelati.

Il Centro di Conferimento deve prevedere la seguente impiantistica:

� sistema di pesatura;

� zone di carico e scarico;

� pala gommata, ragno, cassoni per la movimentazione dei materiali;

� spazi di movimentazione e viabilità interna;

� area per conferimento dei materiali riciclabili;

� area per il conferimento di pile e farmaci e di eventuali rifiuti pericolosi;

� area per il conferimento dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli;

� biotrituratore per lo sminuzzamento della frazione verde di diversa pezzatura2;

� locali o aree di servizio e di controllo per gli operatori;

2 Si consiglia l’impiego per l’intero ambito di uno o due biotrituratori mobili che serviranno tutti i Centri di

Conferimento ed eventualmente alcune aree ecologiche che necessitino di ridurre la volumetria della frazione verde da

conferire al Centro di Conferimento.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 89

� impianto idrico e sistema antincendio;

� rete di raccolta delle acque meteoriche e degli eventuali percolati;

� impianto elettrico e di illuminazione;

� recinzione, barriera alberata e sistemazioni esterne.

Il Centro di Conferimento potrebbe essere anche impiegato come stazione di trasferimento del

rifiuto indifferenziato al fine di razionalizzare i trasporti verso i previsti impianti di separazione

secco-umido e stabilizzazione della FORSU. La tecnologia più semplice, potrebbe essere costituita

da una tramoggia dalla quale si alimenta un caricatore in grado di immettere i rifiuti, in pressione, in

container di grande capacità (40-50 m3) facilmente trasportabili, ovvero l’utilizzo di semirimorchi

compattanti (walking floor) con capacità di 70 m3. Sebbene, conseguentemente dell’avvio della

raccolta differenziata della frazione organica, il rifiuto tal quale non contenga più rilevanti porzioni

di frazione putrescibile, si evidenzia la necessità di effettuare le operazioni di trasferimento

rispettando le più rigorose cautele in campo igienico.

Particolare cura dovrà essere dedicata agli aspetti di corretto inserimento dei Centri di Conferimento

nel tessuto urbano non solo per quanto riguarda l’accessibilità, ma anche per l’aspetto estetico; in

questa prospettiva la Regione Liguria ha bandito un concorso di idee per la progettazione

architettonica e funzionale di queste strutture. Tale concorso ha dato luogo ad un progetto vincitore

che può essere considerato il progetto tipo da seguire per la realizzazione dei centri.

5.4 Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (n° 1)

All’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione confluiranno tutti i materiali raccolti nella

Provincia di Imperia in modo differenziato, ad eccezione dell’organico e della frazione verde.

Il centro dovrà prevedere:

− un impianto di separazione del multimateriale;

− un impianto per la cernita di carta e cartone;

− un impianto per la lavorazione degli imballaggi e beni durevoli;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 90

− un’area per lo stoccaggio dei materiali (carta, plastica, vetro, metalli, legno, tessili, cuoio e pelli,

RUP, ecc.) in attesa del ritiro da parte dei vari recuperatori.

Per ospitare l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione dei rifiuti si sono individuati siti

baricentrici rispetto all'ambito ottimale coincidente con il territorio provinciale e, pertanto, ubicati

nel Comprensorio Sanremese (B); la scelta definitiva sulla sua localizzazione viene demandata

all’Autorità d’Ambito al momento della sua costituzione (ATO):

- Comune di Sanremo: area in località “Ciuvin”, in valle Armea;

- Comune di Sanremo: area in località “Trasca”, in valle Armea;

- Comune di Taggia: località “Colli”, area che ha ospitato in passato una discarica di inerti;

- Comune di Sanremo: area “Cava Bianchi”, attualmente in fase di recupero ambientale.

I siti hanno anche caratteristiche e dimensioni tali da permettere di insediare l’impianto di

stoccaggio, separazione e nobilitazione ed il Centro di Conferimento del Comprensorio Sanremese

(B). Nelle Tavole del Volume III – Cartografia relativa al sistema integrato della raccolta

differenziata – nei siti “Ciuvin” e “Trasca” sono state rappresentate in maniera schematica le ipotesi

relative all’insediamento del solo impianto oggetto del presente paragrafo, ovvero dello stesso

assieme al Centro di Conferimento, ipotesi che permetterebbe di razionalizzare i servizi e quindi

ridurre i costi.

Si segnala che sull’area in località “Ciuvin” di Bussana di Sanremo, sede un tempo di una discarica

di inerti esaurita, nel luglio 2001 il “Consorzio Imperiese per la nobilitazione dei rifiuti” ha

proposto all’Amministrazione Provinciale di Imperia di costruire e gestire ai sensi degli artt. 27 e 28

del D. Lgs. 22/97 un impianto di recupero di materia prima secondaria da raccolta differenziata.

Si riportano di seguito alcune indicazioni relative all’organizzazione di massima di ogni sezione

dell’impianto.

5.4.1 Impianto di separazione del multimateriale

L’impianto dovrà consentire la separazione delle frazioni:

� vetro;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 91

� plastica;

� metalli (alluminio, banda stagnata).

La potenzialità dell’impianto dovrà essere pari a circa 11.000 ton/anno3 e dovrà tenere conto dei

picchi stagionali. Il materiale di scarto non recuperabile derivante dal processo di selezione dovrà

essere inviato all’impianto di smaltimento finale.

5.4.2 Impianto di cernita della carta e cartone

L’impianto di selezione del multimateriale potrebbe essere realizzato in modo tale da ospitare anche

un centro di cernita della carta e cartone raccolti in modo differenziato sul territorio provinciale.

Tale cernita, effettuata sostanzialmente a mano, consentirà di eliminare eventuali impurità

(materiale non cartaceo, sacchetti, ecc.) presenti all’interno del materiale e permetterà la

separazione del cartone dal resto della carta.

Tale soluzione impiantistica è fortemente suggerita perché, con l’aumentare delle quantità di carta

che verrà raccolta sul territorio nazionale, solamente il materiale che godrà di determinati requisiti

di qualità potrà avere un mercato e permettere eventuali ricavi dalla sua vendita.

Con riferimento agli obiettivi di raccolta differenziata di tabella 3-10, l’impianto dovrà avere una

potenzialità di circa 17.000 ton/anno.

5.4.3 Impianto di lavorazione degli ingombranti e dei beni durevoli

L’impianto di selezione e recupero degli ingombranti sarà costituito da una piattaforma con

capannone per la selezione manuale e meccanica, la separazione dei materiali ferrosi e dei beni

oggetto di riciclaggio (compressori, radiatori, ventilatori, trasformatori, interruttori, …), la selezione

della frazione tessile, legnosa, cartacea e plastica, il compattamento e l’invio a recupero delle quote

recuperabili di rifiuto.

3 Tale valore deriva dall’ipotesi che nell'anno 2003, circa il 20 % di vetro, plastica e metalli recuperati nei Comuni ove è

attiva la raccolta multimateriale siano conferiti presso le rispettive aree ecologiche.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 92

Tenendo conto di una ricuperabilità ipotizzata al 60%, con riferimento alla tabella 1-4, la

potenzialità dell’impianto dovrà essere pari a circa 5.000 ton/anno.

Un aspetto da non sottovalutare è rappresentato dai CFC (clorofluorocarburi) contenuti nei

frigoriferi e nei congelatori. E’ opportuno che vengano avviati contatti con le apposite strutture che

si occupano di estrarre i gas dagli apparecchi al fine di potere stipulare apposite convenzioni. In tal

modo sarebbe notevolmente agevolato il recupero di tali rifiuti.

5.5 Impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio della FORSU,

impianto di termovalorizzazione.

A seguito delle conclusioni a cui è giunta la Commissione preposta alla valutazione delle offerte

relative all’Appalto Concorso di cui all’Accordo di Programma della delibera della G.R.

19.11.1998, con esclusione dalla gara e dal relativo procedimento delle tre ditte concorrenti alla

costruzione e gestione dell’impianto di trattamento finale con produzione di C.D.R., il tema in

oggetto è stato riesaminato con riferimento anche ai contenuti del Piano Regione Liguria di gestione

dei rifiuti approvato con D.C. n. 17 in data 29/02/2000.

Per l’individuazione dei possibili scenari, il Piano Regionale di gestione rifiuti esamina alcune tra le

tecnologie disponibili, escludendo quelle per le quali non si dispone ad oggi di sufficienti elementi

di valutazione, ovvero quelle che sono ancora in fase di sperimentazione.

L’esame sul territorio regionale è stato compiuto avendo come riferimenti geografici della

situazione di gestione dei rifiuti gli ambiti coincidenti con le quattro province liguri (Genova, La

Spezia, Imperia, Savona).

Sono state valutate in modo specifico cinque possibili combinazioni tecnologiche per ciascuna

provincia:

a) termovalorizzazione del rifiuto “tal quale” e smaltimento delle scorie;

b) impianto di separazione secco-umido, stabilizzazione dell’umido, termovalorizzazione del

secco e smaltimento dell’umido trattato in discarica e delle scorie;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 93

c) impianto di separazione secco-umido, stabilizzazione dell’umido, termovalorizzazione del

secco e dell’umido trattato e smaltimento delle scorie;

d) impianto di produzione CDR, trattamento dell’umido, recupero del CDR, e smaltimento

dell’umido in discarica e delle scorie;

e) impianto di produzione CDR, trattamento dell’umido, recupero del CDR e

termovalorizzazione dell’umido trattato e smaltimento delle scorie.

Gli scenari così ipotizzati sono stati tarati sulle situazioni provinciali all’anno 2003, con quantitativi

di rifiuti raccolti in modo differenziato in percentuale al 35% per le componenti merceologiche

quali carta, vetro, plastica, metalli, ingombranti, rifiuti verdi, organico, nel rispetto delle previsioni

di legge dettate dal D. Lgs. 22/97 (Decreto Ronchi).

Con riferimento alla specifica situazione della Provincia di Imperia, la discarica viene oggi

utilizzata come unica tecnologia di smaltimento per l’89% dei rifiuti tal quali prodotti (dato riferito

alla raccolta differenziata dell’anno 1999: 11% - vedasi capitolo 2 del presente volume).

La tabella 5-1 di seguito riportata è estratta dal Piano Regionale di gestione dei rifiuti, e definisce

per la provincia di Imperia il fabbisogno di impianti di smaltimento a seconda delle scelte

tecnologiche che si possono adottare nell’ipotesi che venga conseguito l’obiettivo di una raccolta

differenziata pari al 35% nell’anno 2003. Rispetto ai dati riportati dal Piano Regionale, i dati sono

stati modificati inserendo i quantitativi arrotondati calcolati all’anno 2003 con il “modello”

costruito al paragrafo 1.9 del presente Volume relativo ai flussi di rifiuti da trattare in Provincia di

Imperia.

IMPERIA Situazione

attuale Scenari al 2003 con raccolta differenziata al 35%

Sistemi di preparazione Impianto di separazione secco-umido Impianto di selezione del CDR

Sistemi di smaltimento Discarica Termovalor. Termovalor. del secco e

umido trattato a discarica

Termovalor. del secco e umido

trattato

Termovalor. del CDR e umido

trattato a discarica

Termovalor. del secco e umido

trattato Ton Ton Ton Ton Ton Ton

Totale a smaltimento 135.000 87.750 87.750 87.750 87.750 87.750 Termovalorizzatore t/anno - 87.750 52.500 63.000 26.300 39.000 Fabbisogno impianto t/365 - 240 144 173 72 107

Discarica t/anno 135.000 30.700 30.000 21.000 43.500 32.500 Fabbisogno di discariche

t/365 370 84 82 58 120 89

Tabella 5-1: fabbisogno di impianti di smaltimento con raccolta differenziata pari al 35% nell’anno 2003

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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 94

N.B. In analogia con la filosofia del Piano Regionale, il dimensionamento degli impianti per soddisfare il fabbisogno

giornaliero è stato ricavato come t (anno)/365, sebbene nel calcolo dell’attività effettiva degli impianti debbano essere

considerati i periodi di fermo per manutenzione, le festività ed altri fattori peculiari di ogni tipo di impianto. Il dato

specifico va inteso quindi in senso statistico ed è da ritenersi sottostimato.

Con riferimento ai valori della tabella, gli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti risultano

dimensionati diversamente a seconda delle fasi di pretrattamento che si vogliono adottare:

a) termovalorizzazione: le caratteristiche degli impianti di preselezione possono essere

variabili, pertanto ai fini del calcolo del fabbisogno degli impianti non è stato

computato il quantitativo recuperato da tali sistemi; qualora per la termovalorizzazione

si utilizzasse un processo di pirolisi, la percentuale relativa alle ceneri e alle scorie si

ridurrebbe sensibilmente;

b-c) impianti di separazione secco-umido: nel caso di termovalorizzazione della sola

frazione secca, la quantità è circa il 60% del rifiuto “residuo” prodotto; qualora la

frazione umida stabilizzata derivante dai sistemi di separazione venga anch’essa

destinata a recupero energetico, ai quantitativi suddetti si dovrà aggiungere un ulteriore

12%;

d-e) impianti di produzione CDR: andrà a termovalorizzazione il 30% del rifiuto

“residuo”; qualora la frazione umida stabilizzata derivante dai sistemi di separazione

venga destinata anch’essa a recupero energetico, ai quantitativi suddetti si dovrà

aggiungere un ulteriore 15%.

Il fabbisogno di discariche a supporto del sistema impiantistico varia anch’esso in funzione del

quantitativo di ceneri e scorie prodotti nel processo di termovalorizzazione, oltre che dalla scelta di

processo e quindi della destinazione della frazione umida stabilizzata (nelle ipotesi b e c ):

a) termovalorizzazione dei rifiuti: sono destinate a discarica le scorie rappresentanti il

25%, più un ulteriore 5% di ceneri volanti che devono subire un processo di

inertizzazione per il successivo smaltimento finale in discarica di 2° Categoria; le

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ceneri pesanti sono state ipotizzate, in via prudenziale, destinate a discarica, ma

potrebbero essere avviate a riutilizzo secondo le disposizioni del D.M. 05/02/1998;

b-c) termovalorizzazione a valle di un impianto di separazione secco-umido: sono

destinati a discarica scarti da selezione per il 12%, scorie e ceneri per il 10%, oltre

all’eventuale umido trattato per il 12%;

d, e) termovalorizzazione a valle di un impianto di produzione CDR: sono destinati a

discarica scarti da selezione per il 30%, scorie e ceneri per il 4.5%, l’eventuale umido

trattato per il 15%; se si utilizzasse come sistema di termovalorizzazione un processo

di pirolisi, le percentuali relative alle scorie e alle ceneri si ridurrebbero sensibilmente.

Mantenendo la filosofia del Piano Regionale di gestione dei rifiuti, nella tabella 5.2 successiva è

illustrato il possibile scenario della Provincia di Imperia con relativa quantificazione del fabbisogno

di impianti all’anno 2003, con raccolta differenziata al 35% secondo l’obiettivo di Legge dettato

dal D. Lgs. 22/97 (Decreto Ronchi):

Imperia: fabbisogno di smaltimento 240 t/365 Impianti Termoutilizzo Secco CDR

Descrizione Pretrattamento

Umido trattato a discarica

Umido trattato a termoval.

Umido trattato a discarica

Umido trattato a termoval.

N t/365 N. t/365 N. t/365 N. t/365 N. t/365 N. t/365 Un termoutilizzatore e una discarica - Termoutilizzatore 1 240

Discarica 1 84 Un impianto di separazione secco-umido o CDR, quindi un termoutilizzatore più discarica

1 240

Termoutilizzatore 1 144

1 173

1 72

1 107

Discarica 1 82 1 58 1 120 1 89 Due impianti di selezione secco-umido o CDR, quindi un termoutilizzatore che serve entrambi più discarica

2 120 Termoutilizzatore 1 144 1 173 1 72 1 107

Discarica 1 82 1 58 1 120 1 89

Tabella 5-2: scenario della provincia di Imperia con quantificazione del fabbisogno di impianti all’anno 2003

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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 96

Il Piano Regionale dello smaltimento dei rifiuti auspica che in fase di elaborazione dei Piani

Provinciali si promuovano integrazioni tra diverse province, per ottimizzare il dimensionamento e

diversificare la localizzazione di impianti. Con riferimento alla specifica situazione della Provincia

di Imperia:

- la previsione di produzione dei rifiuti a tutto l’anno 2003, al netto del 50% dei rifiuti speciali

assimilabili agli urbani che si ipotizza vengano smaltiti direttamente dai produttori, al

raggiungimento dell’obiettivo D. Lgs. 22/97 per la raccolta differenziata del 35%, è pari a

circa 132.200 ton/anno complessive, delle quali 85.930 ton/anno di rifiuto residuo da avviare

a impianto di trattamento e 46.270 ton/anno di rifiuti raccolti in maniera differenziata;

- l’ipotesi del Piano Regionale (paragrafo 4.5) per la realizzazione in Provincia di Imperia di

due impianti di trattamento dei rifiuti con selezione secco–umido con stabilizzazione e

compostaggio della FORSU, termovalorizzazione della frazione secca e smaltimento in

discarica di parte della frazione organica stabilizzata (parte può essere utilizzata per recuperi

ambientali e bonifiche) pare essere la più idonea se riferita alle quantità di rifiuti prodotti ed

ai flussi complessivi da trattare, significativi rispetto all’ipotesi di concentrazione in unico

impianto, ma non tali da giustificare sotto il profilo tecnico ed economico la realizzazione di

n° 3 impianti di trattamento coincidenti con i tre Comprensori di ambito provinciale;

- l’ipotesi di invio dei prodotti in uscita dagli impianti di separazione secco-umido ad un unico

impianto di termovalorizzazione, per motivazioni legate anche al trasporto delle frazioni

lavorate, giustifica la scelta di dedicare a termovalorizzazione la sola frazione secca

destinando a discarica, ovvero a interventi di recupero ambientale e bonifica, la frazione

organica stabilizzata (“compost grigio”); la validità di tale scelta risulta ancor più

significativa nell’ipotesi di realizzare un termovalorizzatore a servizio di più Province.

Con le premesse illustrate, la scelta di pianificazione dell’ambito provinciale di Imperia è la

seguente :

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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 97

• n° 2 impianti per la separazione secco–umido, stabilizzazione e compostaggio della

FORSU con smaltimento finale in discarica della frazione organica stabilizzata (ovvero

suo utilizzo in recuperi ambientali e bonifiche), invio della frazione secca a

termoutilizzazione presso impianto dedicato realizzato al servizio della Provincia di

Imperia ovvero di ambiti provinciali e sovraprovinciali limitrofi; in alternativa,

l’impianto di separazione secco-umido con stabilizzazione e compostaggio della frazione

organica potrà essere unico a servizio di tutto il territorio provinciale.

Con riferimento allo schema di flusso di Figura 5-2, i quantitativi in gioco all’anno 2003 sono i

seguenti:

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~ 43.000 t/a (da destinare a discarica)

Figura 5-2: Schema di flusso all’anno 2003 della Provincia di Imperia

Residuo (65%) 85.930 t/a

In discarica gli scarti di

selezione 3.200 t/a

Rifiuti Solidi Urbani132.200 t/a

In discarica gli scarti di

selezione 4.230 t/a

Separazione Secco/Umido85.930 t/a

In discarica le scorie e le ceneri

dell’inceneritore 17.400 t/a

In discarica gli scarti di selezione

9.580 t/a

TermovalorizzazioneSecco

58.000 t/a

Stabilizzazione Umido

18.350 t/a

Riciclo31.970 t/a

(frazioni secche)

Raccolta Differenziata (35%)46.270 t/a

Compostaggio14.300 t/a

(organico, verde)

Perdite diProcesso

4.350 t/a

Recupero 28.770 t/a

FOS 8.500 t/a

(compost "grigio”)

Compost5.720 t/a (di qualità)

In discarica gli scarti di selezione

4.350 t/a

Perdite di Processo 5.500 t/a

In discarica il 50% della FOS

prodotta 4.250 t/a

38.760 t/a

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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 99

• Produzione complessiva rifiuti “tal quali”: 132.200 ton/anno

• Obiettivo percentuale raccolta differenziata: 35%

• Quantitativo rifiuti raccolto in maniera differenziata: 46.270 ton/anno

• Quantitativo rifiuti agli impianti secco-umido: 85.930 ton/anno (pari a 235ton/365)

• Quantitativo dimensionamento singolo impianto: 85.930 ton/anno:2 ≅ 43.000 ton/anno

(pari a 118 t/365)

• Prodotti in uscita da ogni singolo impianto secco-umido e dalla lavorazione della R.D.:

- frazione secca (al termoutilizzatore): 29.000 ton/anno

- scorie e ceneri del termovalorizzatore (a discarica): 8.700 ton/anno

- frazione organica stabilizzata (“compost grigio”): 4.250 ton/anno

si ipotizza di conferire a discarica il 50% della FOS prodotta, destinando

la porzione rimanente a recuperi ambientali e bonifiche (2.125 ton/anno)

- scarti di selezione imp. secco-umido (a discarica): 4.790 ton/anno

- scarti di selezione FOS (a discarica): 2.175 ton/anno

- compost di qualità (a riutilizzo): 2.860 ton/anno

- scarti di selezione imp. compostaggio (a discarica): 2.115 ton/anno

- raccolta differenziata (a recupero): 28.770 ton/anno

- scarti di lavorazione della raccolta differenziata: 3.200 ton/anno

• Prodotti in uscita complessivamente dai due impianti secco umido e dalla lavorazione della R:D:

- frazione secca (al termoutilizzatore): 58.000 ton/anno

- scorie e ceneri del termovalorizzatore (a discarica): 17.400 ton/anno

- frazione organica stabilizzata (“compost grigio”): 8.500 ton/anno

si ipotizza di conferire a discarica il 50% della FOS prodotta, destinando

la porzione rimanente a recuperi ambientali e bonifiche (4.250 ton/anno)

- scarti di selezione imp. secco-umido (a discarica): 9.580 ton/anno

- scarti di selezione FOS (a discarica): 4.350 ton/anno

- compost di qualità (a riutilizzo): 5.720 ton/anno

- scarti di selezione imp. compostaggio (a discarica): 4.230 ton/anno

- raccolta differenziata (a recupero): 28.770 ton/anno

- scarti di lavorazione della R.D. (a discarica) 3.200 ton/anno

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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 100

Si fa notare che i dati sopra indicati riguardano la produzione di rifiuti all’anno 2003 di tutto

l’Ambito ottimale coincidente con la Provincia di Imperia calcolati col “modello” costruito nel

Volume I – Indagine conoscitiva. Nell’ottica della pianificazione, la situazione descritta dovrà

essere criticamente rivalutata negli anni nel caso di variazioni in più o in meno della produzione

complessiva di rifiuti urbani.

5.5.1 Impianto di compostaggio della frazione organica raccolta in modo differenziato

Sulla base degli obiettivi di raccolta differenziata della frazione organica previsti al 2003, si prevede

una potenzialità complessiva di impianto di compostaggio della frazione organica pari a circa

14.300 ton/anno; dovranno essere tenuti in conto i picchi stagionali e il materiale prodotto dovrà

rispettare i criteri imposti dal D.M. del 05.02.1998 (compost di qualità).

Al fine di garantire un rapporto ottimale di aerazione (porosità libera non inferiore al 25-30 %) nella

produzione di compost di qualità derivante dal trattamento della frazione putrescibile, è necessario

infatti che siano aggiunti a quest’ultima quantità pressoché simile gli scarti derivanti dalle

operazioni di sfalcio (frazione verde e legno).

Al fine di potere giungere alla realizzazione di una miscela di alimentazione ottimale per l’impianto

di compostaggio è necessario, quindi incentivare e promuovere tutte le iniziative possibili atte anche

alla raccolta differenziata della frazione verde.

All’impianto di compostaggio della frazione organica, in base alle necessità produttive, potranno

essere eventualmente convogliati, dopo approfondite analisi, i fanghi derivanti dalla depurazione

delle acque reflue.

Per il trattamento della frazione organica con produzione di compost di qualità si è previsto:

• linee dedicate nei previsti impianti di separazione secco–umido; sulla base dei quantitativi

effettivamente raccolti, e seguendo l’evoluzione della raccolta differenziata, si potrà valutare

l’opportunità di concentrare per motivi economici il trattamento dell’organico su linee dedicate

presso solo un impianto secco-umido;

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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 101

5.5.1.1 Compostaggio frazione verde

La quantità di frazione verde raccolta in maniera differenziata eventualmente eccedente a quanto

necessario per ottenere una miscela ottimale nell’impianto di compostaggio della frazione organica,

è destinata a uno specifico impianto di compostaggio della frazione verde.

L’impianto di compostaggio della frazione verde è costituito da area recintata e controllata nella

quale effettuare le fasi di stoccaggio, selezione, sfibratura/triturazione, maturazione biologica in

cumuli di sfalci, potature, foglie ed altro materiale ligno-cellulosico.

L’impianto, in linea di massima deve prevedere:

� spazi per la raccolta e lo stoccaggio distinti per singoli materiali;

� zone di scarico e carico;

� pala gommata, ragno, cassoni per la movimentazione dei materiali;

� sistema di alimentazione, vagliatura ed estrazione dei materiali;

� deferrizzatore;

� biotrituratore per lo sminuzzamento di materiali di diversa pezzatura;

� macchine rivoltatrici dei cumuli;

� zone di maturazione biologica in cumulo dei materiali miscelati;

� impianto idrico e sistema antincendio;

� rete di raccolta delle acque meteoriche e degli eventuali percolati;

� impianto elettrico e di illuminazione;

� recinzione, barriera alberata e sistemazioni esterne.

Per ragioni economiche e di corretta gestione è auspicabile che il compostaggio dell’organico

raccolto in maniera differenziata e la sola linea di compostaggio della frazione verde siano ospitate

nello stesso impianto, atteso che alla seconda linea andrebbe destinata la sola quantità di frazione

verde in eccedenza dalla prima linea.

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Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 102

5.5.2 Linea di biostabilizzazione aerobica della frazione organica derivante dalle operazioni di

trattamento nell’impianto di separazione secco umido.

Al fine di minimizzare l’impatto ambientale e in particolare per le emissioni odorose, il volume

occupato, il percolato e il biogas producibile, il materiale umido separato nella fase di prima

lavorazione degli impianti secco-umido dovrà essere sottoposto ad un processo di stabilizzazione

della frazione biodegradabile.

Per quel che riguarda la quota di materiale organico putrescibile si prevede un sistema di

trattamento di tipo aerobico con insufflazione d’aria. La presente pianificazione prevede di inviare a

discarica il 50% della frazione organica stabilizzata prodotta e di impiegare la restante in recuperi

ambientali e bonifiche.

La produzione di un materiale stabilizzato consente di:

� abbattere il grado di fermentescibilità del materiale;

� aumentare il potere calorifico (allontanamento d’acqua dalla massa): da qui l’eventuale utilizzo

presso l’impianto di termovalorizzazione);

� limitare la presenza di composti fitotossici.

Adottando un processo di stabilizzazione aerobica convenzionale, si può ritenere che, partendo da 1

kg di materiale derivante dalla selezione (composto per il 65-70 % di umidità e per il rimanente 30-

35 % da materiale organico secco e qualche impurità costituita da carta, plastica, tessili, legno)

avente un PCI pari a 1.300 kcal/kg, si possa giungere a 0.5 kg di materiale a più elevato PCI (circa

3.500-4.000 kcal/kg) e con umidità notevolmente inferiore, sfruttando in parte l’essiccazione

naturale e in parte il processo esotermico di biossidazione.

Il processo di biostabilizzazione inoltre, comporta una rilevante perdita in massa di sostanza da

inviare a discarica e/o movimentare, una riduzione del volume occupato, una maggiore

comprimibilità della sostanza ottenuta (diminuzione di circa l’80% del volume iniziale) e una minor

produzione di percolato e biogas, con conseguente contrazione dei costi di gestione della discarica,

(anche nella fase di post-chiusura).

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L’impianto dovrà essere in grado di trattare circa 20.000 ton/anno di materiale tenendo conto delle

variabilità stagionali.

5.5.3 Localizzazione impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio della

FORSU (n° 2).

Per ciò che attiene la localizzazione dei previsti impianti di separazione secco-umido con

stabilizzazione e compostaggio della FORSU sul territorio provinciale, tenuto conto delle

produzioni relative di rifiuti dei tre Comprensori Ventimigliese (A), Sanremese (B) e Imperiese (C),

della morfologia del territorio provinciale, si ipotizza la realizzazione di:

• n° 2 impianti di separazione secco–umido con stabilizzazione e compostaggio della

FORSU al servizio del territorio provinciale (Comprensori Ventimigliese (A), Sanremese

(B), e Imperiese (C)).

Al fine di ottimizzare e bilanciare tali impianti e le discariche di supporto sul territorio provinciale,

si prevede la suddivisione dei Comuni appartenenti ai tre Comprensori tra i due impianti, così da

avere necessità di trattamento e smaltimento pressoché equivalenti.

In alternativa e in linea con quanto previsto dal Piano Regionale, l’impianto di separazione secco-

umido con stabilizzazione e compostaggio della frazione organica potrà essere unico a servizio di

tutto il territorio provinciale.

Per ospitare gli impianti, si sono individuati i seguenti siti sulla base dei criteri di localizzazione

indicati dal Piano Regionale.

• Comprensorio Ventimigliese (A):

- Comune di Ventimiglia: area in località “Ciapagni”, in adiacenza alla Strada Statale n° 20

della Val Roia e del Colle di Tenda;

- Comune di Ventimiglia-Camporosso: area in località “Vallone dei Lodi”, a breve distanza

dalla Strada Statale n° 20 della Val Roia e del Colle di Tenda, in corrispondenza della

bretella di collegamento con l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 104

• Comprensorio Sanremese (B):

- Comune di Taggia: località “Colli”, area che ha ospitato in passato una discarica di inerti;

- Comune di Taggia: località “Costa di Frati”, in un area posta sul crinale tra le valli Armea e

Argentina.

• Comprensorio Imperiese (C):

- Comune di Cipressa: area in località “Pian del Bue”, attualmente ospitante una cava di

materiale inerte;

- Comune di Imperia: località “Ponticelli”, sulla piana posta a valle della discarica RSU

attualmente in fase di coltivazione;

- Comune di Imperia: area in località “Caramagna”, su un pianoro di fondovalle a nord

dell’abitato;

La localizzazione definitiva degli impianti potrà essere condizionata soprattutto dall'ubicazione del

termovalorizzatore, e dalla opportunità che i siti di impianto separazione secco-umido,

stabilizzazione e compostaggio della FORSU dispongano o meno di discariche per lo smaltimento

degli scarti di selezione e della frazione organica stabilizzato non utilizzata in interventi di recupero

ambientale ovvero di bonifica. Nel caso la scelta ricada sulla realizzazione di un termovalorizzatore

al servizio di più ambiti ottimali localizzato su territorio provinciale diverso da quello imperiese, dal

punto di vista dei costi sarebbe opportuno che ogni sito di impianto separazione secco-umido

disponesse di caratteristiche idonee per la collocazione anche di discariche di supporto per lo

smaltimento degli scarti della sola frazione organica stabilizzata (le ceneri e le scorie in uscita dal

termovalorizzatore andranno in questo caso smaltite in discarica dedicata possibilmente prossima a

quest’ultimo impianto). Nel caso invece si optasse per la realizzazione del termovalorizzatore in

Provincia di Imperia, decisa la sua collocazione sarà necessario valutare sotto il profilo ambientale

ed economico la collocazione più opportuna delle discariche, in questo caso organizzate in lotti

dedicati anche allo stoccaggio definitivo delle ceneri e delle scorie oltre che allo stoccaggio

definitivo degli scarti di selezione e dell’organico stabilizzato nella quota parte necessaria.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 105

5.5.4 Localizzazione dell’impianto di termovalorizzazione in Provincia di Imperia (n° 1)

L’ipotesi auspicabile è la realizzazione di un unico impianto di termovalorizzazione al servizio

anche di ambiti limitrofi, come previsto dal paragrafo 4.5 del Piano Regionale di gestione dei rifiuti

(“Gli scenari sul territorio ligure”), che ipotizza possibilità di integrazioni tra diverse Province per

ottimizzare il dimensionamento e diversificare la localizzazione degli impianti.

La realizzazione di questa soluzione integrata, che è finalizzata a migliorare in termini economici ed

organizzativi il sistema di gestione dei rifiuti urbani, comporta la necessità che l’operazione

avvenga in un’ottica di concertazione tra Enti, in particolare attraverso gli strumenti dell’Art. 26

della L. R. 18/89 che prevede :

- per esigenze tecniche o di efficienza nella gestione dei rifiuti urbani, le Province

possono prevedere gestioni anche a livello sub-provinciale, purché anche in tali ambiti

sia superata la frammentazione nella gestione;

- la definizione di accordi tra Province può prevedere un sistema integrato tra ambiti che

corrisponda a criteri di salvaguardia ambientale e più efficace ed economica gestione

dei rifiuti solidi urbani.

L’Amministrazione Provinciale di Imperia dovrà quindi procedere nella definizione mediante gli

opportuni strumenti degli aspetti amministrativi che permettano di perseguire tale soluzione in

contraddittorio con altre Amministrazioni Provinciali o altri Enti interessati (Provincia di Savona e

Francia). Al fine di evitare situazioni di emergenza, si dovrà fissare un termine ultimo di possibile

definizione ufficiale di tale accordo (indicativamente dicembre 2003), termine oltre il quale sarà

necessario ed opportuno procedere nella localizzazione dell’impianto di termoutilizzazione sul

territorio della Provincia di Imperia.

I siti ritenuti idonei per ospitare l’impianto di termovalorizzazione sono i seguenti.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 106

• Comprensori Ventimigliese (A):

- Comune di Ventimiglia-Camporosso: area in località “Vallone dei Lodi”, a breve distanza

dalla Strada Statale n° 20 della Val Roia e del Colle di Tenda, in corrispondenza della

bretella di collegamento all’autostrada A10 Genova-Ventimiglia;

• Comprensori Sanremese (B):

- Comune di Badalucco: località “Vallone dei Morti”, valle trasversale alla Valle Oxentina;

• Comprensori Imperiese (C):

- Comune di Cesio: area in località “Cartari”, a sud-est della frazione “Cartari” e a nord del

Comune di Cesio;

Le motivazioni alla base della scelta finale della localizzazione dovranno essere criticamente e

puntualmente esaminate tenendo in conto la scelta di localizzazione degli impianti di separazione

secco-umido e delle discariche di supporto all’intero sistema impiantistico. In ogni caso, le

valutazioni di dettaglio sull’idoneità di ogni sito, sulla base anche delle più recenti indicazioni delle

norme vigenti in materia, dovranno essere condotte sentite le Amministrazioni Comunali

direttamente interessate.

5.6 Discariche per interramento controllato

Per lo smaltimento finale della frazione organica stabilizzata, nel caso non venga destinata ad altri

utilizzi quali recuperi ambientali e bonifiche, degli scarti di selezione dei rifiuti indifferenziati e

differenziati e delle scorie e delle ceneri del termovalorizzatore, è prevista la realizzazione di nuove

discariche ad interramento controllato.

Il Piano Regionale di Gestione rifiuti indica i criteri di idoneità e non per la localizzazione di

discariche sulla base della seguente classificazione:

1. Discariche di 1° Categoria e 2° Categoria tipo B e C;

2. Discariche di 2° Categoria tipo A per inerti.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 107

Il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato mediante la Direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26

aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti la seguente classificazione di categoria di discariche

(art. 4):

- discarica per rifiuti pericolosi;

- discarica per rifiuti non pericolosi;

- discarica per rifiuti inerti.

Inoltre, l’articolo 6 della medesima Direttiva, definisce i rifiuti ammissibili nelle varie discariche,

precisando che agli Stati membri è dato il compito di provvedere affinché:

a) solo i rifiuti trattati vengano collocati a discarica: tale disposizione può applicarsi ai rifiuti

inerti, il cui trattamento non è tecnicamente possibile, o a qualsiasi altro rifiuto il cui

trattamento non contribuisca a prevedere misure, procedure e orientamenti volti a prevenire

o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative dell’ambiente, riducendo la quantità dei

rifiuti o i rischi per la salute umana o l'ambiente;

b) solo i rifiuti pericolosi che soddisfano i criteri fissati a norma dell'allegato II alla direttiva

siano destinati ad una discarica per rifiuti pericolosi;

c) le discariche per i rifiuti non pericolosi possano essere utilizzate:

i) per i rifiuti urbani;

ii) per i rifiuti non pericolosi di qualsiasi altra origine conformi ai criteri di ammissione dei

rifiuti nelle discariche per rifiuti non pericolosi fissati a norma dell'allegato II alla direttiva;

iii) per i rifiuti pericolosi stabili e non reattivi (ad esempio solidificati, vetrificati, ecc.), con

un comportamento del colaticcio equivalente a quello dei rifiuti non pericolosi di cui al

punto ii), conformi ai pertinenti criteri di ammissione dei rifiuti fissati a norma dell'allegato

II alla direttiva. Tali rifiuti pericolosi non possono essere depositati in aree destinate ai rifiuti

non pericolosi biodegradabili;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 108

d) le discariche per rifiuti inerti siano utilizzate esclusivamente per rifiuti inerti.

Per la realizzazione delle discariche di supporto agli impianti pianificati si dovranno tenere conto

delle indicazioni di cui sopra in relazione alla tipologia di rifiuti che si andrà a smaltire in maniera

definitiva.

Con le premesse illustrate nel paragrafo 5.5 e con la pianificazione scelta per l’ambito provinciale di

Imperia, il fabbisogno di volumetria netta di discarica con riferimento ai dati di produzione di rifiuti

all’anno 2003 di tutto l’Ambito ottimale calcolato col “modello” costruito nel Volume I – Indirizzi

pianificatori, risulta il seguente:

• Necessità di volumi netti di discarica a servizio degli impianti:

- produzione complessiva impianti:

scorie e ceneri dal termovalorizzatore: (17.400 ton/anno : 0.90 ton/mc) = 19.350 mc/anno

frazione organica stabilizzata (50%): (4.250 ton/anno : 0,75 ton/mc) = 5.670 mc/anno

scarti di selezione imp. secco-umido (9.580 ton/anno : 0.90 ton/mc) = 10.650 mc/anno

scarti di selezione FOS: (4.350 ton/anno : 0.90 ton/mc) = 4.850 mc/anno

scarti di selezione imp. compostaggio: (4.230 ton/anno : 0.90 ton/mc) = 4.700 mc/anno

scarti di lavorazione della R.D: (3.200 ton anno : 0.90 ton/mc) = 3.555 mc/anno

Totale: ≈ 49.000 mc/anno

margine del 10% ≈ 5.000 mc/anno

TOTALE COMPLESSIVO: ≈ 54.000 mc/anno

(pari a circa 148 mc/365)

I siti di localizzazione delle discariche di supporto di cui al punto 1, individuati attraverso i criteri

indicati dal Piano Regionale, sono i seguenti:

• Comprensorio Ventimigliese (A):

- Comune di Perinaldo: località “Morga”, sito contenuto anche nel “Progetto Obiettivo –

Individuazione siti per discariche di inerti” redatto dal Settore Pianificazione e Difesa del

Territorio della Provincia di Imperia;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 109

- Comune di Camporosso: località “Vallone dei Lodi”, a breve distanza dalla Strada Statale

n° 20 della Val Roia e del Colle di Tenda, in corrispondenza della bretella di collegamento

all’autostrada A10 Genova-Ventimiglia;

• Comprensorio Sanremese (B):

- Comune di Badalucco: località “Vallone dei Morti”, valle trasversale alla Valle Oxentina;

- Comune di Taggia: località “Costa dei Frati”, in un area posta sul crinale tra le valli Armea e

Argentina.;

• Comprensorio Imperiese (C):

- Comune di Cipressa: località “Pian del Bue”, attualmente ospitante un sito di cava di

materiale inerte;

- Comune di Castellaro/Pompeiana: località “Prato Grande”, a nord dei Comuni di Castellaro

e Pompeiana, in prossimità del Monte Croce.

Nelle tabelle 5-3 e 5-4 seguenti e nella figura 14-1 di pagina 314, si riassume la possibile

ripartizione impiantistica nella Provincia di Imperia.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 110

Tabella 5-3: ripartizione impiantistica nella Provincia di Imperia

COMUNE LOCALITA’ IMPIANTI COMPRENSORIO (A) CAMPOROSSO - Centro di conferimento

VENTIMIGLIA Rio Ciapagni

Centro di conferimento Separazione secco-umido,

stabilizzazione e compostaggio FORSU

VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO Vallone dei Lodi

Separazione secco-umido, stabilizzazione e

compostaggio FORSU Termovalorizzatore Discarica di 1° e 2°

categoria di tipo B e C

PERINALDO Morga Discarica di 1° e 2°

categoria di tipo B e C COMPRENSORIO (B) SANREMO San Pietro Centro di conferimento

SANREMO Ciuvin Centro di conferimento

Stoccaggio, separazione e nobilitazione

SANREMO Trasca Centro di conferimento

Stoccaggio, separazione e nobilitazione

SANREMO Cava Bianchi Centro di Conferimento

Stoccaggio, separazione e nobilitazione

TAGGIA Colli

Centro di Conferimento Stoccaggio, separazione e

nobilitazione Separazione secco-umido,

stabilizzazione e compostaggio FORSU

TAGGIA Costa dei Frati

Separazione secco-umido, stabilizzazione e

compostaggio FORSU Discarica di 1° e 2°

categoria di tipo B e C

BADALUCCO Vallone dei Morti Termovalorizzatore Discarica di 1° e 2°

categoria di tipo B e C COMPRENSORIO (C) IMPERIA Ex mattatoio Centro di conferimento

IMPERIA Ponticelli

Centro di conferimento Separazione secco-umido,

stabilizzazione e compostaggio FORSU

IMPERIA Caramagna

Centro di conferimento Separazione secco-umido,

stabilizzazione e compostaggio FORSU

CIPRESSA Pian del Bue

Centro di conferimento Separazione secco-umido,

stabilizzazione e compostaggio FORSU

Discarica di 1° e 2° categoria di tipo B e C

CHIUSANICO Brughi Centro di conferimento

CASTELLARO/POMPEIANA Prato Grande Discarica di 1° e 2° categoria di tipo B e C

CESIO Cartari Termovalorizzatore

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Il sistema im

piantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 111

C

ENTR

O D

I CO

NFER

IMEN

TO

(n° 3 , n° 1 per Com

prensorio) STO

CC

AGG

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AZION

E, N

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E (n° 1)

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FOR

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(n° 2)

TERMO

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di 1° e 2° CATEG

OR

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MU

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SITO

CO

MU

NE

SITO

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MU

NE

SITO

CO

MU

NE

SITO

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MU

NE

C

amporosso

Cam

porosso

Vallone dei Lodi

Ventimiglia /

Cam

porosso Vallone dei Lodi (3)

Ventimiglia /

Cam

porosso Vallone dei Lodi (3)

Ventimiglia /

Cam

porosso

C

iapagni (1) Ventim

iglia

C

iapagni (1) Ventim

iglia

M

orga (1) (3) Perinaldo

A

C

olli (1) Taggia

Colli (1)

Taggia C

olli Taggia

Vallone dei Morti (3)

Badalucco Vallone dei M

orti (3)Badalucco

C

iuvin Sanrem

o C

iuvin Sanrem

o C

osta dei Frati Taggia

Costa dei Frati

Taggia

Trasca

Sanremo

Trasca Sanrem

o

C

ava Bianchi (1) (2) Sanrem

o C

ava Bianchi (1) (2) Sanrem

o

B

San Pietro Sanrem

o

Ex m

attatoio Im

peria

Pian del Bue (1)

Cipressa

Cartari

Cesio

Pian del Bue (1) C

ipressa

Brughi

Chiusanico

Ponticelli (4) Im

peria

Prato G

rande (3) C

astellaro / Pom

peiana

Ponticelli (4)

Imperia

Caram

agna Im

peria

Pian del Bue (1)

Cipressa

C

Caram

agna Im

peria

N

OTE

(1) Siti individuati dal "PR

OG

ETTO O

BIETTIVO - Individuazione siti per discariche di inerti", approvato con D

elibera n° 8 del 16/02/98.

C

olli ha esaurito la sua capacità. Un progetto coordinato potrebbe prevedere la risagom

atura di un sito con inerti e quindi il suo riutilizzo come area di im

pianto.

(2) Il sito di C

ava Bianchi è in fase di recupero ambientale.

(3)

I siti sono stati ridimensionati rispetto allo STU

DIO

GALLI-SIBILLA-TEI tenendo conto della segnalata esistenza di zone in frana ovvero altre problem

atiche.

(4) E' la piana posta a valle e indipendente dalla discarica di 1° categoria; sito indicato dallo STU

DIO

GALLI-SIBILLA-TEI.

Per i siti indicati dallo STUD

IO G

ALLI-SIBILLA-TEI, si è effettuata la verifica di compatibilità adottando i criteri dettati dal Piano di G

estione dei Rifiuti approvato con D

.C. R

egione Liguria n° 17 del 29 luglio 2000

Tabella 5-4: ripartizione impiantistica nella Provincia di Im

peria

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 112

5.7 Periodo transitorio e sua durata

Al momento dell’ultima stesura della presente pianificazione, la situazione degli impianti

autorizzati per lo smaltimento finale dei rifiuti urbani sul territorio della Provincia di Imperia risulta

la seguente:

• discarica di Collette Ozotto in Comune di Sanremo al servizio dei Comprensori Ventimigliese

(A) e Sanremese (B):

- con Provvedimento Dirigenziale n° 128 del 19/05/2000 l’Amministrazione della

Provincia di Imperia, ai sensi dell’Art. 7.2 del Piano Regionale di gestione dei rifiuti,

ha concesso una prima proroga di gestione della discarica fino alla data 19/05/2002;

- con Provvedimento Dirigenziale n° 68 del 16/05/2002, l’Amministrazione della

Provincia di Imperia ha nuovamente prorogato la gestione dal 20-05-2002 al 30-06-

2002, e comunque fino all’esaurimento della volumetria residua stimata pari 12.500

mc;

- con Ordinanza n° 01 del 08-05-2002, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs, n° 22/97 e

dell’art. 43 della L.R. 18/99, il Presidente della Provincia di Imperia ha ordinato

l’ampliamento della discarica per il proseguimento dello smaltimento di RSU per

una volumetria di abbancamento pari a 39.300 mc., fino a tutto il 09-11-2002.

• discarica di Ponticelli in Comune di Imperia al servizio del Comprensorio Imperiese (C):

- con Provvedimento Dirigenziale n° 192 del 18/07/2000, l’Amministrazione della

Provincia di Imperia, ai sensi dell’Art. 7.2 del Piano Regionale di gestione dei rifiuti,

ha concesso una prima proroga di gestione della discarica fino alla data 18/07/2002;

- con Ordinanza n° 02 del 18-07-2002, ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. N° 22/97 e

dell’art. 43 della L.R. 18/99, il Presidente della Provincia di Imperia ha ordinato la

realizzazione un abbancamento provvisorio di RSU per una volumetria complessiva

pari a 15.000 mc. (compreso il materiale di ricopertura), per un massimo di 5 mesi a

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 113

partire dal 19-07-2002 (19-12-2002); l’abbancamento provvisorio dovrà

successivamente essere smaltito in forma definitiva secondo le seguenti modalità:

a) in caso di approvazione di un progetto di ampliamento, all’interno della discarica,

senza alcun onere a carico della Provincia di Imperia;

b) in caso di mancata approvazione di un progetto di ampliamento, in altra discarica

individuata dalla stessa società a seguito semplice richiesta della Provincia, senza

alcun onere a carico della Provincia di Imperia.

Per entrambe le discariche le scadenze delle autorizzazioni in essere non sono dunque tali da

permettere di attuare la pianificazione provinciale del sistema integrato senza ricadere in situazioni

di emergenza, con particolare riferimento ai tempi di costruzione dei due previsti impianti di

selezione secco-umido con stabilizzazione e compostaggio della FORSU, e soprattutto dei tempi di

costruzione del termoutilizzatore finale al quale dovrà essere inviata la frazione secca in uscita dagli

impianti.

Tenendo dunque conto dei tempi necessari per l'approvazione del presente Piano, dei tempi relativi

alla definizione ufficiale degli eventuali accordi tra diversi ambiti provinciali (Savona) e

sovraprovinciali (Francia) per la costruzione del termovalorizzatore, dei tempi di progettazione,

costruzione e messa in avviamento e collaudo del termovalorizzatore, si può ragionevolmente

supporre che il momento conclusivo dell'attuazione della pianificazione, possa coincidere con

l'inizio dell’anno 2006. Fino a quella data, il sistema mancherà quindi della destinazione finale

pianificata per la frazione secca prodotta dagli impianti di separazione secco-umido.

La pianificazione provinciale prevede invece il raggiungimento dell’obiettivo di Legge per la

raccolta differenziata pari al 35% a fine anno 2003, con conseguente progressiva diminuzione dei

quantitativi di rifiuti residui da smaltire per effetto diretto della raccolta differenziata (il 35% dei

quantitativi di rifiuto prodotti dovrà trovare riutilizzo mediante sistemi di recupero e riciclaggio).

Fino alla indisponibilità del termoutilizzatore, rimarrà quindi la necessità di disporre di siti di

discarica adatti allo smaltimento finale del rifiuto residuo, ovvero della frazione secca nel caso di

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 114

suo successivo smaltimento finale in impianti dedicati e della frazione organica stabilizzata nel caso

non venga impiegata per recuperi ambientali e bonifiche.

Al momento della scadenza delle autorizzazioni vigenti per i due impianti di smaltimento di

Collette Ozotto e Ponticelli, si presenterà lo scenario riepilogato nella successiva tabella 5-5 per ciò

che attiene la necessità futura di volumi di discarica (per semplicità di calcolo, l'avvio del periodo

transitorio si considera dal 01/01/2003):

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Il sistema im

piantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 115

A

B

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(ton/anno)

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(ton/anno)

RIFIU

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LOR

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I SELEZION

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(G+H

+I+L) + 10%

(mc/anno)

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ILIZZATA

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A 10%

)

(H) + 10%

(mc/anno )

2003 132.200

46.270 85.930

95.500 105.050

58.000 8.500

13.930 7.430

123.650 12.470

2004 133.400

46.690 86.710

96.350 106.000

58.530 8.580

14.055 7.500

124.770 12.580

2005 134.550

47.100 87.450

97.200 106.950

59.025 8.650

14.175 7.365

125.580 12.690

Tabella 5-5: scenario della Provincia di Imperia relativam

ente alla necessità di volumi di discarica nel periodo transitorio

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 116

L’ipotesi tabulata si basa sulle seguenti assunzioni:

- rispetto degli obiettivi di legge prefissati per la raccolta differenziata al 2003 (35%);

- peso specifico medio del rifiuto “tal quale” e “residuo” compattato in discarica: 0,90 ton/mc

(dato storico);

- peso specifico medio degli scarti di selezione: 0,90 ton/mc (dato di letteratura);

- peso specifico medio delle frazioni di rifiuto trattate (frazione secca e organico stabilizzato)

pari a 0,75 t/mc (dato di letteratura);

- frazione organica stabilizzata in uscita dagli impianti destinata tutta a discarica, al lordo

quindi di utilizzi per recuperi ambientali o bonifiche;

- produzione annua totale di rifiuti urbani al netto del 50% di rifiuti speciali assimilabili agli

urbani (il restante 50% è conferito direttamente dai produttori).

I valori calcolati sono relativi alle necessità complessive della Provincia di Imperia. Al fine di

ottimizzare e bilanciare gli impianti e le discariche di supporto sul territorio provinciale, si prevede

la suddivisione dei Comuni appartenenti ai tre Comprensori (Ventimigliese (A), Sanremese (B), ed

Imperiese (C)) tra gli impianti stessi, così da avere necessità di trattamento e smaltimento pressoché

equivalenti.

La lettura dei dati di tabella evidenzia i seguenti possibili scenari del periodo transitorio:

I° scenario :

- inizio attivazione impianti separazione secco umido, stabilizzazione e compostaggio

delle FORSU: anno 2006

- inizio attivazione impianto di termovalorizzazione anno 2006

- fabbisogno complessivo volume lordo di discariche al 2005:

(105.050 + 106.000 + 106.950) mc. + margine del 10% = 349.800 mc.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 117

E’ l’ipotesi nella quale tutta l’impiantistica del sistema di gestione va in funzione alla fine del

periodo transitorio e perciò dall’anno 2006; pertanto negli anni 2003, 2004 e 2005 vanno ancora in

discarica quantitativi di rifiuto residuo di caratteristiche equivalenti ai rifiuti “tal quali”.

II° scenario :

- inizio attivazione impianti separazione secco umido, stabilizzazione e compostaggio

delle FORSU: anno 2004

- inizio attivazione impianto di termovalorizzazione anno 2006

- fabbisogno complessivo volume lordo di discariche al 2005:

(105.050 + 124.770 + 125.580) mc. + margine del 10% = 390.940 mc.

Nei due siti di discarica al momento autorizzati sono in funzione impianti mobili di triturazione,

vagliatura e stabilizzazione della frazione organica; in via cautelativa si ipotizza quindi che

nell’anno 2003 vadano ancora in discarica quantitativi di rifiuto di volumetria comparabile ai rifiuti

“tal quali”. Per gli anni 2004 e 2005 andranno in discarica le due frazioni lavorate in uscita dagli

impianti separazione secco-umido pianificati e gli scarti di selezione del rifiuto residuo e

differenziato.

In questa ipotesi, l'eventuale riutilizzo del 50% della frazione organica stabilizzata in interventi di

bonifica o recupero ambientale ridurrebbe nel 2005 il fabbisogno complessivo di volume lordo di

discariche a:

(390.940) mc. – (12.580 x 50% + 12.690 x 50%) x 1.10 (margine) mc. ≈ 377.040 mc.

L'ipotesi più cautelativa da assumere nel periodo transitorio richiede quindi la disponibilità di una

volumetria complessiva pari a 400.000 mc., da suddividere potenzialmente tra i Comprensori

Ventimigliese (A) e Sanremese (B), e il Comprensorio Imperiese (C).

L’esame dei due scenari ipotizzati dimostra però l’opportunità in ogni caso di realizzare in tempi

rapidi i pianificati impianti di separazione secco-umido nella loro soluzione definitiva, in quanto:

- anche se sotto il profilo della necessità di volumetria di discarica le esigenze di

smaltimento di rifiuti trattati sono leggermente maggiori rispetto all’ipotesi di smaltimento

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 118

di rifiuti residuali (II° scenario: l’effetto positivo della riduzione dei volumi è parzialmente

vanificata dai minori pesi specifici delle frazioni di rifiuto separate e lavorate), sotto il

profilo della qualità ambientale (ridotte produzioni di biogas e percolato) e dei costi di

gestione e post gestione delle discariche, lo smaltimento di prodotti pressoché inertizzati è

certamente auspicabile;

- l’attivazione degli impianti di separazione secco-umido permetterebbe la ricerca di soluzioni

provvisorie fuori bacino per lo smaltimento della frazione secca in impianti di

termovalorizzazione autorizzati;

- è possibile organizzare soluzioni di stoccaggio provvisorio della frazione secca da riprendere

successivamente per l’invio ad impianto di termovalorizzazione, con conseguente recupero

di risorse oltre che di volumetrie di discarica;

- la frazione organica stabilizzata (“compost grigio”), se correttamente lavorata, potrebbe

trovare utilizzo in interventi di recupero ambientale sia presso gli attuali siti di discarica, sia

presso cave dismesse, con conseguente riduzione di necessità di volumi di discarica; in

questo senso i volumi di discarica precedentemente calcolati sono da considerare cautelativi.

Inoltre si segnala che:

- in data 14-08-2002 la società Idroedil S.r.l. ha presentato alla Provincia di Imperia il

progetto per la prosecuzione dell’attività di discarica controllata con recupero e

stabilizzazione della frazione organica fino a tutto dicembre 2005 per una volumetria di

circa 200.000 mc.;

- in data 23-02-2002 la società Ponticelli S.r.l. ha presentato alla Provincia di Imperia il

progetto di ampliamento della discarica per consentire lo smaltimento dei rifiuti residuali in

un nuovo lotto di discarica, previa lavorazione in impianto; la scadenza coinciderebbe con la

fine anno 2005 con una volumetria di circa 200.000 mc..

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 119

I due ampliamenti attualmente in fase di valutazione da parte degli enti preposti, garantirebbero di

coprire le necessità del periodo transitorio fino al completamento della pianificazione ed alla

realizzazione del sistema integrato.

In alternativa a tali discariche, anche nell'ottica di un futuro raccordo con la definitiva

pianificazione integrata, le esigenze di smaltimento nel periodo transitorio potrebbero essere

soddisfatte mediante l'anticipata realizzazione di discariche nei siti individuati dal presente piano

per il periodo "a regime" (vedasi paragrafo 5.6).

Come richiesto dalla Regione Liguria, è stata predisposta una graduatoria dei predetti siti sotto il

profilo della sostenibilità ambientale (vedasi paragrafo 9.6). Al riguardo, qualora si ritenesse di

avviare la realizzazione di una delle discariche di cui sopra, la Provincia ovvero, quando costituita,

l'Autorità d'Ambito provvederanno a individuare in maniera definitiva le priorità nella

localizzazione dei siti, tenuto anche conto della suddetta graduatoria di sostenibilità ambientale.

5.8 Sistema integrato della gestione rifiuti: situazione a regime

A partire dall’anno 2006, è previsto che il sistema della gestione integrata dei rifiuti vada a regime.

Saranno funzionanti ed operativi anche gli impianti di separazione secco-umido con stabilizzazione

e compostaggio della FORSU, oltre che il termovalorizzatore finale, e si presenterà quindi lo

scenario riepilogato nella successiva tabella per ciò che attiene le necessità future di fabbisogno di

volumi di discarica.

L’ipotesi tabulata si basa sulle seguenti assunzioni:

- ottenimento e mantenimento degli obiettivi minimi di legge prefissati per la raccolta

differenziata (35%);

- peso specifico medio degli scarti di selezione: 0,90 ton/mc (dato di letteratura);

- peso specifico medio delle frazioni di rifiuto trattate (frazione secca e organico stabilizzato)

pari a 0,75 t/mc (dato di letteratura);

- 50 % della frazione organica stabilizzata in uscita dagli impianti destinata a discarica, quindi

con parziale suo utilizzo in recuperi ambientali o bonifiche;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 120

- produzione annua totale di rifiuti urbani al netto del 50% di rifiuti speciali assimilabili agli

urbani (il restante 50% è conferito direttamente dai produttori).

I valori calcolati sono relativi alle necessità complessive della Provincia di Imperia dall’anno 2006

all’anno 2013; comprendendo il periodo transitorio, il calcolo tiene quindi conto della necessità di

volumi di discarica per un periodo temporale di 10 anni. Anche per il periodo a regime, al fine di

ottimizzare e bilanciare gli impianti e le discariche di supporto sul territorio provinciale, si prevede

la suddivisione dei Comuni appartenenti ai tre Comprensori (Ventimigliese (A), Sanremese (B), ed

Imperiese (C)) tra gli impianti stessi, così da avere necessità di trattamento e smaltimento pressoché

equivalenti.

La lettura dei dati di Tabella 5-6 evidenzia la seguente situazione:

- fabbisogno complessivo volume lordo di discariche al 2013:

(55.050 + 55.545 + 56.010 + 56.520 + 56.985 + 57.485 + 57.980 + 58.450) mc. +

margine del 10% ≈ 500.000 mc.

A partire dalla attivazione dell’intero sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani (2006) saranno

dunque destinate a discarica il 50 % della frazione organica stabilizzata, gli scarti di selezione dei

rifiuti indifferenziati e differenziati, le scorie e le ceneri del termovalorizzatore.

Nel caso in cui il 50% della frazione organica non trovasse ricollocazione in interventi di bonifica e

recupero ambientale, la volumetria complessiva di discarica necessaria nel periodo 2006-2013

sarebbe:

500.000 mc. + (6.400 + 6.460 + 6.515 + 6.570 + 6.630 + 6.690 + 6.745 + 6.800) mc. x 1.10

(margine) ≈ 558.000 mc.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Il sistema im

piantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 121

A

B

C

D

E F

G

H

I L

SMA

LTIMEN

TO

RIFIU

TI TRA

TTATI

AN

NO

RIFIU

TI

“TAL Q

UA

LI”

PRO

DO

TTI IN

AM

BITO

PRO

VIN

CIA

LE

(ton/anno)

RA

CC

OLTA

DIFFER

EN-

ZIATA

(35% di B

)

(ton/anno)

RIFIU

TI RESID

UI

(65% di B

)

(ton/anno)

FRA

ZION

E SECC

A

(t/anno)

FRA

ZION

E

OR

GA

NIC

A

STAB

ILIZZATA

(ton/anno)

RIFIU

TI RESID

UI:

SCA

RTI D

I SELEZION

E +

SCO

RIE E C

ENER

I DA

TERM

OV

ALO

RIZZA

ZION

E

(ton/anno)

RIFIU

TI

DIFFER

ENZIA

TI:

SCA

RTI D

I SELEZION

E

(ton/anno)

VO

LUM

ETRIA

LOR

DA

(RIFIU

TI TRA

TTATI

+ CO

PERTU

RA

GIO

RN

ALIER

A 10%

)

(50%F+G

+H) + 10%

(mc/anno)

VO

LUM

ETRIA

LOR

DA

(50% FR

AZIO

NE

OR

GA

NIC

A

STAB

ILIZZATA

+ CO

PERTU

RA

GIO

RN

ALIER

A 10%

)

(50%F) + 10%

(mc/anno )

2006 135.700

47.500 88.200

59.500 8.730

32.170 7.630

55.050 6.400

2007 136.900

47.900 89.000

60.040 8.810

32.460 7.700

55.545 6.460

2008 138.100

48.350 89.750

60.545 8.880

32.735 7.765

56.010 6.515

2009 139.300

48.750 90.550

61.085 8.960

33.030 7.835

56.520 6.570

2010 140.500

49.200 91.300

61.590 9.040

33.300 7.900

56.985 6.630

2011 141.700

49.600 92.100

62.130 9.120

33.590 7.970

57.485 6.690

2012 142.900

50.000 92.900

62.670 9.195

33.885 8.035

57.980 6.745

2013 144.100

50.450 93.650

63.175 9.270

34.160 8.100

58.450 6.800

Tabella 5-6: scenario della Provincia di Imperia relativam

ente alla necessità di volumi di discarica a regim

e fino all’anno 2013

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 122

5.9 Gestione dei rifiuti speciali e dei rifiuti inerti

Con riferimento al capitolo 6 del Volume I, al quale si rimanda per i dettagli, nelle seguenti tabelle

5-7 e 5-8 si riportano, per l’anno 1998 e 1999, i dati complessivi di produzione dei Rifiuti Speciali

suddivisi tra Rifiuti Speciali non pericolosi, Rifiuti Speciali pericolosi, e Rifiuti non meglio

specificati.

Produzione (ton.) Rifiuti Speciali non pericolosi 32.537,50 Rifiuti Speciali pericolosi 1.899,62 Rifiuto non specificato (codice CER formalmente errato) 1.049,75 TOTALE PRODUZIONE IN PROVINCIA DI IMPERIA 35.486,87

Tabella 5-7: Sintesi dei quantitativi dichiarati prodotti in Provincia di Imperia (anno 1998 – Fonte MUD ‘99)

Produzione (ton.) Rifiuti Speciali non pericolosi 23.207,36 Rifiuti Speciali pericolosi 1.634,31 Rifiuto non specificato (codice CER formalmente errato) 2.117,11 TOTALE PRODUZIONE IN PROVINCIA DI IMPERIA 26.985,79

Tabella 5-8: Sintesi dei quantitativi dichiarati prodotti in Provincia di Imperia (anno 1999 – Fonte MUD ‘00)

Alla luce della produzione annua complessiva di rifiuti speciali della Provincia di Imperia,

sostanzialmente limitata rispetto alle altre province liguri, sulla base delle indicazioni del Piano

Regionale e di quanto perseguito fino ad oggi, per lo smaltimento finale di tali rifiuti si prevedono

soluzioni centralizzate sovraprovinciali.

Per quanto riguarda i rifiuti inerti, l’Amministrazione Provinciale di Imperia, con Delibere n° 8 del

16/02/1998 e n° 57 del 30/06/2000, ha approvato ed adottato il “Progetto Obiettivo –

Individuazione siti per discariche di inerti” redatto dal Settore Pianificazione e Difesa del Territorio.

Il piano contiene la stima della produzione di inerti nella Provincia di Imperia per un periodo di 15

anni a partire dall’anno 1997. La previsione è stata calcolata, conformemente alle indicazioni del

Piano Regionale, sulla base della produzione di inerti conseguente alla realizzazione di grandi opere

stradali e ferroviarie (Aurelia bis, spostamento della linea ferroviaria, variante alla S.S. n° 28) e

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Il sistema impiantistico a supporto della gestione integrata dei rifiuti urbani 123

sulla produzione teorica di inerti della popolazione residente. Lo studio, attualmente vigente,

contiene l’analisi per l’individuazione di siti idonei alla localizzazione di discariche per inerti,

indicando n° 19 siti potenziali ai quali si fa riferimento.

Nella tavola n. 18 del Volume III – Cartografia relativa al sistema integrato della raccolta

differenziata - sono inoltre rappresentate le zone non idonee alla localizzazione degli impianti di

gestione dei rifiuti redatta sulla base dei criteri indicati nel capitolo 8 del Piano Regionale.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Gestione unitaria dei rifiuti urbani e assimilati 124

6 Gestione unitaria dei rifiuti urbani e assimilati

6.1 Forme di gestione unitaria

Ai sensi dell’art. 23 del D. Lgs. 22/97 e s.m.i., le province assicurano all’interno degli ambiti

territoriali ottimali una gestione unitaria dei rifiuti urbani.

L’art. 23 del D. Lgs. 22/97 supera, in materia di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati avviati allo

smaltimento, il tradizionale livello comunale introducendo l’ambito territoriale ottimale entro il

quale deve essere svolto il servizio. L’ambito ottimale coincide di norma con il territorio

provinciale. La Legge Regionale 21 giugno 1999 n° 18, “Adeguamento delle discipline e

conferimento delle funzioni agli enti locali in materia di ambiente, difesa del suolo ed energia”

stabilisce, all’art. 26, che gli ambiti territoriali ottimali (ATO) per l’organizzazione della gestione

dei rifiuti corrispondono al territorio delle province.

Altra novità introdotta dall’art. 23 del decreto legislativo sopra citato è il ruolo determinante

affidato alle province relativamente all’ambito territoriale ottimale ed alle modalità di cooperazione

fra i comuni compresi in ciascun ambito.

L’art. 27 della Legge Regionale 18/99, al comma 3, prevede che la provincia ratifichi la forma di

collaborazione tra i Comuni sulla base del pronunciamento di tanti comuni che rappresentino

almeno la metà più uno degli abitanti del territorio e la metà più uno dei comuni dell’ambito.

Per quanto riguarda la Provincia di Imperia, in data 07.02.2001 si è tenuta la Conferenza dei

Comuni per la costituzione dell’Ambito Territoriale Ottimale nella quale erano presenti n° 22

Comuni (rappresentativi di 162.524 abitanti su 213.587). In tale incontro tutti i presenti hanno

manifestato la volontà di scegliere, quale forma di cooperazione, la convenzione.

Con nota prot. n° 5.920 del 09.02.2001, la Provincia di Imperia ha trasmesso a tutti i Comuni il

verbale dell’incontro del 07.02.2001 invitando gli stessi a ratificare la decisione assunta in via

informale nella conferenza del 07.02.2001.

Nel periodo compreso tra il febbraio 2001 e il luglio 2001, n° 35 Comuni (vedasi Tabella 6-1) sui

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Gestione unitaria dei rifiuti urbani e assimilati 125

67 della Provincia di Imperia (per una popolazione rappresentata di 113.236 abitanti su 213.587)

hanno ratificato, come forma associativa, la convenzione.

Tabella 6-1

CCOOMMUUNNEE AATTTTOO NNUUMMEERROO EE DDAATTAA NNOOTTEE

Armo Delibera di Giunta 6 del 19.03.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Aurigo Delibera di Giunta 2 del 21.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Badalucco Delibera di Giunta 56 del 22.05.01 Scelta della convenzione

Bajardo Delibera di Giunta 32 del 06.04.01 Scelta della convenzione

Borgomaro Delibera di Giunta 28 del 02.04.01 Scelta della convenzione

Camporosso Delibera di Giunta 58 del 07.03.01

Caravonica Delibera di Giunta 10 del 28.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Castelvittorio Delibera di Giunta 13 del 14.03.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Ceriana Delibera di Giunta 22 del 27.03.01 Scelta della convenzione

Cervo Delibera di Giunta 34 del 09.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Chiusavecchia Delibera di Giunta 19 del 10.04.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Cipressa Delibera di Giunta 28 del 10.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Costarainera Delibera di Giunta 12 del 16.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Diano Castello Delibera di Giunta 03 del 22.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Diano Marina Delibera di Giunta 68 del 07.03.01 Rinvia la trattazione della pratica

Diano S. Pietro Delibera di Giunta 8 del 09.03.01 Scelta della convenzione

Lucinasco Delibera di Giunta 8 del 12.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Montalto Ligure Delibera di Giunta 48 del 23.05.01 Scelta della convenzione

Olivetta S. Michele Delibera di Giunta 55 del 29.05.01 Scelta della convenzione

Ospedaletti Delibera di Giunta 12 del 27.02.01 Scelta della convenzione

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Gestione unitaria dei rifiuti urbani e assimilati 126

CCOOMMUUNNEE AATTTTOO NNUUMMEERROO EE DDAATTAA NNOOTTEE

Pietrabruna Delibera di Giunta 2 del 24.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Pieve di Teco Delibera di Giunta 16 del 13.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Pigna Delibera di Giunta 36 del 12.03.01 Scelta della convenzione

Pornassio Delibera di Giunta 15 del 21.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Rezzo Delibera di Giunta 21 del 13.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Riva Ligure Delibera di Giunta 19 del 16.02.01 Scelta della convenzione

S. Bartolomeo Lettera Prot. 1718 del 09.02.01 Scelta della convenzione

San Biagio Delibera di Giunta 26 del 14.02.01 Scelta della convenzione

Sanremo Delibera di Consiglio 50 del 22.05.01 Scelta della convenzione. Richiesta di individuazione di sub-ambiti

Soldano Delibera di Giunta 29 del 27.02.01 Scelta della convenzione

Taggia Delibera di Consiglio 9 del 24.05.01 Scelta della convenzione

Triora Delibera di Giunta 17 del 16.02.01 Scelta della convenzione

Vallebona Delibera di Giunta 27 del 21.03.01 Scelta della convenzione

Vallecrosia Delibera di Giunta 14 del 21.02.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

Vessalico Delibera di Giunta 11 del 23.03.01 Ratifica del verbale del 07.02.01

L’articolo 23 del D. Lgs. 22/97 e s.m.i. non apporta novità sostanziali alle forme di gestione, che

restano quelle consentite dalla Legge 142/90 sull’ordinamento delle autonomie locali ed in

particolare quelle elencate dall’art. 22 della legge 142/90, sostituito dall’art. 113 del D. Lgs. 267/00

“Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”. Infatti, il comma 4 dell’art. 23 stabilisce

che i Comuni provvedono alla gestione dei rifiuti urbani mediante le forme, anche obbligatorie,

previste dalla Legge 8 giugno 1990 n° 142 come integrata dall’art. 12 della Legge 23 dicembre 1992

n° 498, ed il comma 5 stabilisce che le province coordinano sulla base della legge regionale adottata

ai sensi della legge 142/90 le forme e i modi di cooperazione tra gli enti locali ricadenti nel

medesimo ambito ottimale.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Gestione unitaria dei rifiuti urbani e assimilati 127

Importanti innovazioni in materia di assetto dei servizi pubblici sono state introdotte dall’art. 35

della Legge 448/01 (finanziaria 2002) che ha sostituito l’art. 113 Testo Unico ed ha introdotto l’art.

113 bis. Le novità introdotte dall’art. 35 della Legge 448/01 costituiscono, tuttavia, un quadro ancora

in movimento in attesa del regolamento attuativo che avrebbe dovuto essere emanato entro il 30

giugno 2002.

L’art. 35 distingue i servizi pubblici locali (definiti dall’art. 112 del Testo Unico come servizi che

hanno per oggetto la produzione di beni e attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo

sviluppo economico e civile delle comunità locali) in due categorie: servizi con rilevanza industriale

e servizi privi di rilevanza industriale.

Quanto alle forme di gestione dei rifiuti in ambito provinciale, le relative scelte non potranno che

essere adottate dall'A.T.O. sulla base della normativa vigente, valutando la possibilità di affidare il

servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani a soggetti pubblici ovvero a società a prevalente capitale

pubblico

Non è escluso, peraltro, che l'A.T.O., unifichi il modello gestionale, così innovando rispetto alla

situazione esistente.

Va, in ogni caso precisato che, al fine di contribuire a individuare un'efficiente organizzazione dei

segmenti della gestione dei rifiuti, la Provincia, nell'esercizio dei poteri di cui all'art. 24, comma 1,

lett. b), L.R. 18/1999, ha già attivato l'effettuazione di uno studio volto a individuare idonea/e

forma/e alternativa/e di gestione rispetto a quelle attuali, tenendo conto dei principi contenuti sia nel

D. Lgs. 22/1997, sia nell'art. 35 della Legge 448/2001.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 128

7 Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani

7.1 Premessa

I sistemi integrati di gestione dei rifiuti urbani sono costituiti da diverse fasi appartenenti al ciclo di

vita dei rifiuti che formano tra loro complesse interazioni.

La validità e la convenienza di tali sistemi può essere analizzata mediante una quantificazione dei

costi e degli aspetti ambientali ad essi collegati.

L’analisi degli aspetti economici della gestione dei rifiuti non è affatto semplice soprattutto quando,

oltre agli aspetti meramente finanziari, si prendono in considerazione anche quelli ambientali e

sociali.

Se si considerano unicamente i costi industriali, ovvero quelli sostenuti dalle aziende che svolgono

il servizio, è fuori dubbio che la gestione dei rifiuti impostata secondo i criteri del D. Lgs. n.

22/1997 determina, in generale, un incremento dei costi. Tale affermazione risulta essere ancor più

valida nel caso della incidenza della sola raccolta differenziata.

Dai dati di letteratura si stima infatti, che per una quota di raccolta differenziata pari al 35% vi

possa essere un incremento dei costi complessivi di raccolta fino al 60 %. Una corretta valutazione

deve considerare i costi del sistema di raccolta e trasporto (contenitori e veicoli speciali, stazioni di

trasbordo), i costi di trattamento per la trasformazione in materie seconde, i costi di

commercializzazione ed i guadagni per la vendita delle materie seconde. Quanto più differenziate

sono le componenti dei rifiuti raccolti separatamente, tanto più alti sono i costi del sistema di

raccolta e bassi i costi del trattamento, e viceversa. Si può anche dire che quanto più è comodo il

sistema per il cittadino, tanto più alti sono i costi di raccolta.

Temporaneamente i guadagni ricavati dalla vendita di determinate materie seconde possono

superare le spese di raccolta, trattamento e commercializzazione. Ciò si può verificare quando le

materie prime sul mercato internazionale sono più care, ed anche quando vengono raccolte modeste

quantità di materiali usati, in modo che la bassa offerta determina prezzi alti.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 129

In generale si deve dunque osservare che il bilancio puramente monetario del riciclaggio dei rifiuti

mediante raccolta differenziata può anche rivelare vantaggi modesti o nulli. Tuttavia si deve evitare

di trarre affrettate conclusioni negative, poiché esistono vantaggi che non possono essere facilmente

monetizzati, quali:

− il risparmio di materie prime e quindi di risorse naturali;

− una vita più lunga delle discariche esistenti;

− la riduzione delle emissioni dagli impianti di termodistruzione;

− la riduzione dei costi di smaltimento;

− l’eliminazione dello smaltimento ordinario dei rifiuti pericolosi;

− i benefici culturali e ambientali;

− ecc..

In definitiva, il riciclaggio serve a migliorare l’ambiente, e tutto ciò ha un costo che si deve pagare;

d’altra parte, il vantaggio monetario di soluzioni di smaltimento tradizionale si riduce

continuamente a motivo delle prescrizioni più severe, della scarsità dei siti disponibili, degli elevati

costi post-esercizio.

Si può anche affermare che, introducendo in forma generalizzata il riciclaggio dei rifiuti urbani

mediante raccolta differenziata, il bilancio complessivo dello smaltimento è destinato a migliorare

anche in termini monetari nella misura in cui migliora l’organizzazione e la pianificazione.

Nonostante i vantaggi ecologici e sociali della raccolta differenziata sopra indicati, si deve tendere a

ridurne i costi mediante le seguenti misure:

• i contenitori speciali dovrebbero essere collocati in modo da poter essere svuotati con un

impegno minimo di manodopera, pur tenendo conto anche di altri criteri (difesa dai rumori,

sicurezza del traffico, quadro paesistico, accessibilità per il pedone);

• numero, volume ed intervallo di vuotatura dei contenitori dovrebbero essere decisi in modo tale

che in ogni viaggio possano essere raccolte quantità il più elevato possibile di materiali,

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 130

evitando di lasciare contenitori pieni.

Nei conti economici della raccolta differenziata compare poi una variabile assai aleatoria, che può

influenzarli in misura determinante: il mercato dei materiali raccolti.

Dalla raccolta differenziata di tipo sistematico derivano con continuità rilevanti quantità di materiali

che devono essere correntemente immessi sul mercato. Una reazione alla riduzione della domanda

mediante la riduzione dell’offerta, per mantenere alti i prezzi, è difficilmente possibile. E’ in genere

preferibile assicurarsi il ritiro di tutti i materiali raccolti mediante contratti a lunga scadenza a prezzi

medi, rinunciando magari ai prezzi temporaneamente più alti.

In particolare, per quanto riguarda gli imballaggi, occorre tenere conto dei risultati della trattativa

tra il CONAI (Consorzio che raggruppa produttori e utilizzatori degli imballaggi) e l’ANCI

(rappresentante dei Comuni) per la determinazione del corrispettivo da versare ai Comuni stessi per

la raccolta differenziata. L’art. 23 della Legge n. 179 del 31/07/2002, inoltre ha apportato alcune

modifiche al D. Lgs. 22/97, eliminando l’obbligo del conferimento al servizio pubblico degli

imballaggi primari.

E’ utile ricordare che, per alcuni dei materiali ottenibili dal trattamento dei rifiuti orientato al

recupero, i mercati di riferimento sono tuttora “virtuali” come, del resto, sono virtuali le effettive

possibilità di utilizzazione e di riciclaggio nei processi produttivi.

La seguente analisi fa riferimento all’ipotesi più cautelativa sotto il profilo economico, ossia

all’ipotesi di realizzare il termovalorizzatore nella Provincia di Imperia. Il risultato dell’analisi

socio-economica di tale ipotesi dimostra ulteriormente l’auspicabilità della soluzione che preveda la

realizzazione di un unico termovalorizzatore al servizio di più ambiti sovraprovinciali.

Poiché il limite principale dell’ipotesi esaminata è il basso quantitativo di rifiuti prodotti dal

territorio della Provincia di Imperia sui quali ammortizzare i costi di impianto e di gestione dei

servizi, è certo che l’ampliamento del bacino comprendente anche i territori di altri ambiti

comporterebbe notevoli vantaggi sotto il profilo dei costi.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 131

7.2 I costi di investimento

Nella Tabella 7-1 sono illustrati i costi di massima di investimento che si prevede di sostenere per la

realizzazione di tutte le infrastrutture pianificate. Nelle analisi effettuate non si sono considerati gli

eventuali finanziamenti pubblici (vedasi ad esempio i finanziamenti DOCUP Obiettivo 2 Liguria

2000-2006) perché di difficile quantificazione in quanto fortemente dipendenti dal sito di

localizzazione degli impianti, dall’ente realizzatore, dal momento di realizzazione, e da altri fattori

attualmente non ipotizzabili. Le stesse considerazioni possono essere fatte anche per le spese di

acquisizione delle aree di localizzazione degli impianti, in quanto dipendenti dal periodo di

acquisizione, dalla localizzazione, ecc..

I costi delle infrastrutture di Piano sono stati differenziati rispettivamente in costi relativi alle opere

civili (O.C.), agli impianti (I.) e ai macchinari (M.); si è ritenuto opportuno effettuare questa

differenziazione per tenere conto dei diversi periodi di ammortamento delle strutture.

INFRASTRUTTURA NUMERO COSTO

UNITARIO [migliaia di Euro]

COSTO COMPLESSIVO [migliaia di Euro]

COSTO UNITARIO [milioni di Lire –

arrotondati]

COSTO COMPLESSIVO [milioni di Lire –

arrotondati] Aree ecologiche a supporto della raccolta differenziata 15 150 O.C. = 2250 290 O.C. = 4350

Biotrituratori mobili 2

40 M. = 80 78 M. = 156

Centri di Conferimento (N.B.: la stima tiene conto dell’attuale esistenza del centro di Camporosso, che dovrà comunque essere integrato e parzialmente riorganizzato; inoltre, seppur in parte già operativo, per il centro dell’ex mattatoio di Imperia si è considerata la sua realizzazione ex novo)

3 n° 2 = 335 n° 1 = 210

O.C. = 620 I. = 55 880 M. = 205

n° 2 = 650 n° 1 = 405

O.C. = 1200 I. = 107 1705 M. = 398

Centro di stoccaggio, separazione e nobilitazione, con smaltimento in discarica degli scarti di selezione

1

5150 O.C. = 3630 I.= 520 5150 M. = 1000

9972

O.C. = 7030 I.= 1006 9972 M. = 1936

Impianti di separazione secco-umido, con smaltimento in discarica degli scarti di selezione

2 1385 O.C. = 730 I. = 1820 2770 M. = 220

2680 O.C. = 1413 I. = 3525 5363 M. = 425

Impianti di stabilizzazione della FORSU, con smaltimento in discarica degli scarti di selezione e del 50% della FOS

2 1055 O.C. = 1240 I. = 695 2110 M. = 175

2043 O.C. = 2400 I. = 1346 4086 M. = 340

Impianti di compostaggio della FORSU, con smaltimento in discarica degli scarti di selezione

2 1940 O.C. = 1810 I. = 1290 3880 M. = 780

3755 O.C. = 3505 I. = 2498 7513 M. = 1510

Termovalorizzatore e smaltimento in discarica delle scorie e delle ceneri 1

37500

O.C. = 9000 I. = 24500 37500 M. = 4000

72610

O.C. = 17425 I. = 47440 72610 M. = 7745

Discariche fino al 2013 - 2.580 O.C. = 2.580 4.995 O.C. = 4.995 Totale 57.200 110.750

Tabella 7-1 Costi d'investimento per la realizzazione delle infrastrutture e impianti a supporto del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani della Provincia di Imperia

L’investimento complessivo è dunque pari a circa 57.200.000 Euro, di cui 37.500.000 Euro (circa il

66%) per il solo termovalorizzatore

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 132

Al totale così calcolato è necessario aggiungere gli investimenti delle attività promozionali e di

informazione, che è possibile quantificare nell’ordine del 1÷1.5% degli investimenti complessivi.

Di conseguenza l’investimento complessivo è stimabile nell’ordine di 58.000.000 Euro.

Nei costi di investimento non sono state considerate le voci relative all’acquisto delle campane

stradali ovvero dei mezzi a supporto della raccolta differenziata per i Comuni minori poiché si

ritiene conveniente, ancor più in questa fase in cui la gestione dei rifiuti urbani è soggetta ad ampi e

veloci mutamenti tecnologici e legislativi, ipotizzare il pagamento di un canone di locazione.

7.3 I costi di costruzione e di gestione

L’analisi dei costi di costruzione e di gestione è stata effettuata, per ciascuno degli impianti previsti,

considerando gli oneri di ammortamento nonché i costi vivi di gestione. Per i primi, la quota di

ammortamento annua è stata considerata adottando le seguenti ipotesi:

� Periodo di ammortamento opere civili: 33 anni

� Periodo di ammortamento impianti: 10 anni

� Periodo di ammortamento macchinari: 7 anni

� Tasso di interesse 8%

� Manutenzione ordinaria e degli impianti, escludendo eventi accidentali di grande rilevanza, ecc.

• Aree ecologiche (n° 15)

Costi medi per ciascuna area ecologica

Personale: 30.0 mila Euro

Manutenzione e consumi: 5.5 mila Euro

Ammortamento: 4.5 mila Euro

Totale: 40.0 mila Euro

Presso le aree ecologiche si ipotizza vengano conferiti gli sfalci pubblici e privati, i rifiuti

ingombranti e i beni durevoli, il legno e circa il 20% dell’intera quantità di carta, plastica, vetro

raccolti in modo differenziato.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 133

La quantità totale di frazioni che quindi si ipotizza vengano conferite presso le aree ecologiche

dell’intera Provincia di Imperia risulta essere pari a circa 15.000 ton.

Il costo unitario annuo che si ottiene è dunque pari a circa 0.040 Euro/kg (pari a circa 77 £/kg).

• Centri di conferimento (n° 3)

Costo medio per ciascun Centro di Conferimento

Personale, manutenzione e consumi (incluso biotrituratori) 178.0 mila Euro

Ammortamento (incluso biotrituratori): 22.0 mila Euro

Totale: 200.0 mila Euro

La quantità totale di materiale che, annualmente, viene conferita al Centro di Conferimento risulta,

a livello provinciale, pari a 128.000 ton (l’intera produzione di rifiuti urbani, ad eccezione della

frazione organica raccolta in modo differenziato che in questo caso si considera inviata direttamente

all’impianto di compostaggio)1.

Il costo unitario che si ricava è pari, quindi, a circa 0.0047 Euro/kg (pari a circa 9 £/kg)..

• Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (n°1)

Personale: 950.0 mila Euro

Manutenzione e consumi: 740.0 mila Euro

Ammortamento: 310.0 mila Euro

Totale: 2000.0 mila Euro

Considerando che, annualmente, l’impianto deve trattare circa 33.000 ton di multimateriale,

ingombranti, carta e cartone, il costo unitario di trattamento è pari a circa 0.0606 Euro/kg (pari a

circa 117 £/kg).

• Raccolta differenziata presso i Comuni minori

Costo di gestione di 8 automezzi con 1 operatore: 600.0 mila Euro

1 Si ricorda che, al fine di razionalizzare i trasporti (e quindi i relativi costi), nel Centro di Conferimento è prevista una

stazione di trasferimento dei rifiuti indifferenziati. Tale procedura, molto probabilmente, non verrà attuata per il

Comprensorio Sanremese (B), nel caso in cui l’impianto di trattamento e smaltimento, sia realizzato in questo

Comprensorio. A titolo cautelativo, nella presente analisi dei costi quest’ultima eventualità non è stata presa in

considerazione.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 134

Considerando che la quantità di materiale che si prevede di recuperare è pari a circa 4.000 ton/anno,

il costo unitario è pari a circa 0.15 Euro/kg (pari a circa 290 £/kg).

• Impianti di separazione secco-umido (n°2)

Costo medio per ciascun impianto

Personale, manutenzione e consumi (costi di gestione): 570.0 mila Euro

Ammortamento: 120.0 mila Euro

Totale: 690.0 mila Euro

Considerando che, annualmente, ogni impianto deve trattare circa 44.100 ton di rifiuti

indifferenziati, il costo unitario di trattamento è pari a 0.0156 Euro/kg (pari a circa 30 £/kg)..

• Impianti di stabilizzazione della FORSU (n°2)

Costo medio per ciascun impianto

Personale, manutenzione e consumi (costi di gestione): 200.0 mila Euro

Ammortamento: 130.0 mila Euro

Totale: 330.0 mila Euro

Considerando che, annualmente, ogni impianto deve trattare circa 9.500 ton di FORSU selezionata,

il costo unitario di trattamento è pari a 0.035 Euro/kg (pari a circa 67 £/kg)..

• Impianti di compostaggio della FORSU (n°2)

Costo medio per ciascun impianto

Personale, manutenzione e consumi (costi di gestione): 210.0 mila Euro

Ammortamento: 295.0 mila Euro

Totale: 505.0 mila Euro

Considerando che, annualmente, ogni impianto deve trattare circa 7.340 ton di FORSU selezionata,

il costo unitario di trattamento è pari a 0.0688 Euro/kg (pari a circa 133 £/kg).

• Impianto di termovalorizzazione (n°1)

Personale, manutenzione e consumi (costi di gestione): 4420.0 mila Euro

Ammortamento: 3300.0 mila Euro

Introiti da vendita di energia (prezzo di mercato) - 1600.0 mila Euro

Totale senza vendita di energia: 7720.0 mila Euro

Totale con vendita di energia: 6120.0 mila Euro

Considerando che, annualmente, l’impianto deve trattare circa 59.500 ton di frazione secca, il costo

unitario di trattamento è pari a circa 0.130 Euro/kg (pari a circa 251 £/kg) nel caso non venga

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 135

venduta l’energia prodotta, circa 0.103 Euro/kg (pari a circa 199 £/kg) nel caso di vendita

dell’energia prodotta.

7.4 Analisi costi-benefici del sistema di gestione dei rifiuti urbani

La valutazione dei benefici indotti dal sistema di gestione dei rifiuti urbani proposto in questo Piano

è soggetta alle tipiche difficoltà che insorgono nella valorizzazione dei beni immateriali quali la

“qualità ambientale” o la “consapevolezza ambientale”.

In questa sede ci si è limitati a valutare i benefici conseguenti dall’attuazione del Piano sulla base

dei seguenti elementi:

− risparmio sui costi di smaltimento;

− risparmio sui costi di raccolta e trasporto.

L’analisi dei costi è stata eseguita con riferimento a un quantitativo di rifiuto “tal quale” prodotto

sul territorio provinciale equivalente nei due scenari ipotizzati (situazione ante Piano e situazione

Piano a regime).

Per la situazione ante Piano, i costi unitari di raccolta dei rifiuti “tal quali” applicati sono stati

desunti analizzando criticamente l’indagine di mercato eseguita attraverso la campagna di

monitoraggio, mentre per i costi unitari di smaltimento si sono assunte le tariffe più recenti

applicate dalle società che gestiscono attualmente le due discariche autorizzate in Provincia di

Imperia.

Per la situazione del Piano a regime, i costi unitari di trattamento nei vari impianti sono stati ottenuti

dividendo i rispettivi costi annui di ammortamento e gestione per la quantità di materiale trattata

(vedasi punto 7.3), verificate criticamente con esperienze maturate in altre analoghe realtà nazionali

ovvero attraverso indagini di mercato. I quantitativi assunti per le frazioni merceologiche raccolte in

maniera differenziata sono quelli ottenuti applicando alla produzione complessiva di rifiuti urbani le

percentuali di raccolta delle varie frazioni indicate nel capitolo 3.

Inoltre, per la frazione vetro, in entrambe le situazioni è stato assunto un costo nullo di raccolta in

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 136

quanto approssimativamente compensato dal ricavo ottenuto dal riciclo delle diverse frazioni.

Per lo smaltimento delle parti non recuperabili, alle quantità degli scarti provenienti dalla selezione

dei rifiuti differenziati e residui e alle quantità delle scorie e delle ceneri prodotte dal

termovalorizzatore sono state applicati valori di letteratura valutati in maniera critica.

I risultati dell’analisi sono illustrati nella seguente Tabella 7-2.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistem

a di gestione integrata dei rifiuti urbani 137

Tabella 7-2 Analisi dei costi del sistema di gestione dei rifiuti urbani della Provincia di Im

peria

AN

TE PIANO

PIAN

O A R

EGIM

E

Quantità

Costo unitario 1

Costo annuo 1

Costo unitario 2

Costo annuo 2

Quantità

Costo unitario

Costo annuo

t/anno

£/kg M

ilioni£ £/kg

Milioni£

t/anno £/kg

Milioni£

22.391

22.391

25.165 R

esiduo 120.628

165 19.904

165 19.904

88.200 165

14.553 R

accolta differenziata (dei Com

uni maggiori, per piano a regim

e) 15.072

0

43.470

Vetro

3.079 165

508 165

508 989

0 0

Multim

ateriale 0

0 0

0 0

11.000 165

1.815 C

arta e cartone 3.630

165 599

165 599

15.015 242

3.634 Plastica

442 165

73 165

73 515

242 125

Organico putrescibile

0 0

0 0

0 7.460

400 2.984

Verde 3.667

165 605

165 605

6.319 242

1.529 Legno

725 165

120 165

120 1.403

242 340

Metalli

2.410 165

398 165

398 358

242 87

Tessili, pelli, cuoio 0

165 0

165 0

98 242

24 Batterie e pile

76 165

13 165

13 71

242 17

Farmaci scaduti

7 165

1 165

1 71

242 17

Inerti 0

0 0

0 0

171 242

41 Altro

1.036 165

171 165

171

0

0

1.169

Raccolta differenziata (dei C

omuni m

inori, per piano a regime)

4.030

Vetro \

\ \

\ \

761 290

221 C

arta e cartone \

\ \

\ \

1.685 290

489 Plastica

\ \

\ \

\ 395

290 115

Verde \

\ \

\ \

701 290

203 Legno

\ \

\ \

\ 159

290 46

Metalli

\ \

\ \

\ 282

290 82

Tessili, pelli, cuoio \

\ \

\ \

12 290

3 Batterie e pile

\ \

\ \

\ 8

290 2

Farmaci scaduti

\ \

\ \

\ 8

290 2

Inerti \

\ \

\ \

19 290

6

2) RIC

ICLAG

GIO

0

0

3.621 Trasporto (30 km

) 15.072

\ \

\ \

47.500 6

285 Vetro

3.079 \

\ \

\ 1.750

0 0

Multim

ateriale 0

\ \

\ \

11.000 117

1.287 C

arta e cartone 3.630

\ \

\ \

16.700 117

1.954 Plastica

442 \

\ \

\ 910

9 8

Organico putrescibile

0 \

\ \

\ \

\ \

Verde 3.667

\ \

\ \

7.020 9

63 Legno

725 \

\ \

\ 1.562

9 14

Metalli

2.410 \

\ \

\ 640

9 6

Tessili, pelli, cuoio 0

\ \

\ \

110 9

1 Batterie e pile

76 \

\ \

\ 79

9 1

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistem

a di gestione integrata dei rifiuti urbani 138

Farmaci scaduti

7 \

\ \

\ 79

9 1

Inerti 0

\ \

\ \

190 9

2 Altro

1.036 \

\ \

\

3) C

OM

POSTAG

GIO

2.070 Trasporto (40 km

)

14.680 8

117 Trattam

ento

14.680 133

1.952 C

onferimento com

post a utenze/utile

5.870 0

0

4) SEPARAZIO

NE SEC

CO

-UMID

O E STAB

ILIZZAZION

E UMIDO

4.615

Trasporto (40 km)

88.200

8 706

Separazione secco-umido

88.200

30 2.646

Stabilizzazione frazione organica

18.850 67

1.263 C

onferimento FO

S per recuperi ambientali e bonifiche/utile

4.365

0 0

5) TER

MO

VALOR

IZZAZION

E

12.317 Trasporto (40 km

)

59.500 8

476 Trattam

ento

59.500 251

14.935 Vendita energia

59.500

-52 -3.094

6) SM

ALTIMEN

TIO IN

DISC

ARIC

A

25.030

27.744

7.105 R

esiduo 120.628

207,5 25.030

230 27.744

0 140

0 Scarti da riciclaggio

3.285

140 460

Scarti da compostaggio

4.345

140 608

Scarti da separazione secco-umido

9.850

140 1.379

Scarti da stabilizzazione umido

4.470

140 626

FOS (50%

)

4.365 140

611 Scarti da term

ovalorzzazione (scorie)

14.875 160

2.380 Scarti da term

ovalorizzazione (ceneri)

2.975 350

1.041

QU

ANTITA' TO

TALE RIFIU

TI SOLID

I UR

BANI

135.700

135.700

QU

ANTITA' TO

TALE RIFIU

TI RESID

UI

120.628

88.200

QU

ANTITA' TO

TALE RAC

CO

LTA DIFFER

ENZIATA

15.072

47.500

% R

D

11,11

35,00

CO

STO C

OM

PLESSIVO (M

ilioni£)

47.421

50.135

56.061 C

OSTO

UN

ITARIO

(£/kg)

349

369

413

C

OSTO

ADD

IZION

ALE TOTALE 1 (M

ilioni£)

8.641 C

OSTO

ADD

IZION

ALE TOTALE 2 (M

ilioni£)

5.926 C

OSTO

CO

MPLESSIVO

(MigliaiaEuro)

24.490,76

25.892,49

28.953,23

CO

STO U

NITAR

IO (Euro)

0,18

0,19

0,21

CO

STO AD

DIZIO

NALE TO

TALE 1 (MigliaiaEuro)

4.462,47

CO

STO AD

DIZIO

NALE TO

TALE 2 (MigliaiaEuro)

3.060,74

SCO

STAMEN

TO %

DA SITU

AZION

E ATTUALE 1

18,2

SCO

STAMEN

TO %

DA SITU

AZION

E ATTUALE 2

11,8

N

OTE: L'analisi dei costi è stata eseguita con riferim

ento a un quantitativo di rifiuto "tal quale" prodotto in Provincia equivalente per i due scenari

L'analisi dei costi è stata eseguita in lire; in fondo sono riportate le conversioni in Euro

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi dei costi e dei benefici del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani 139

I risultati ottenuti attraverso l’analisi dovranno essere verificati nel momento in cui tutti i costi

unitari non saranno più “virtuali” e quando saranno noti i risultati della trattativa tra il CONAI e

l’ANCI per la determinazione del corrispettivo da versare ai Comuni stessi per la raccolta

differenziata degli imballaggi. E’ utile, infine, sottolineare che la pianificazione genererà evidenti

vantaggi ambientali e sociali quali, ad esempio, il risparmio di materie prime e quindi di risorse

naturali, l’eliminazione dello smaltimento ordinario dei rifiuti pericolosi e i benefici culturali.

L’analisi eseguita, con riferimento alle recenti tariffe di smaltimento applicate, comporta un

incremento dei costi complessivi tra la situazione Ante piano e quella con Piano a regime,

rispettivamente pari a circa 4.462 migliaia di Euro, circa il 18.0%, e pari a circa 3.060 migliaia di

Euro, circa il 12.0%. Il risultato dell’analisi dimostra ulteriormente l’auspicabilità della soluzione

che preveda la realizzazione del termovalorizzatore al servizio di più ambiti.

Nella valutazione dei costi si dovrà tenere conto che, come definito dall’articolo 23, comma e) della

L. 179/02, il regime di privativa previsto dal comma 1 dell’articolo 21 del D. L.gs. 22/97, dal 1°

gennaio 2003 non si applicherà più relativamente alle attività di recupero dei rifiuti urbani e

assimilati.

Inoltre, si potrà tenere conto della Deliberazione della G. R. n. 191 del 08/03/2002 ”Approvazione

del regolamento di attuazione dell’articolo 40 della L.R. 18/99 inerente l’applicazione dell’onere di

servizio ad alcune tipologie di rifiuti” che regolamenta l’individuazione delle tipologie di impianti

di gestione rifiuti per i quali è dovuto un onere di servizio annuale da parte dei gestori degli impianti

ai Comuni ove tali impianti sono situati.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 140

8 Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti

8.1 Introduzione

L’articolo 22 del D. Lgs 22/97 e le successive modifiche ed integrazioni prevede che vengano

indicati i criteri per la localizzazione degli impianti di gestione o smaltimento dei rifiuti, e

specificatamente:

• le condizioni ed i criteri tecnici in base ai quali, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia,

gli impianti per la gestione dei rifiuti, ad eccezione delle discariche, possono essere localizzati

nelle aree destinate ad insediamenti produttivi;

• i criteri per l’individuazione, da parte delle Province, delle aree non idonee alla localizzazione

degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, nonché per l’individuazione dei luoghi o

impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti.

Sulla base dei criteri sotto esposti, è compito delle Province individuare localizzazioni di dettaglio

per gli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti, tenendo altresì in debito conto le indicazioni del

Piano di Coordinamento di cui all’art. 20 della L. 267/00. Le Province devono indicare inoltre le

aree idonee e non idonee del loro territorio per la realizzazione dei restanti impianti di gestione

rifiuti.

L’approccio metodologico che si intende utilizzare per individuare i criteri di localizzazione come

richiesto dall’art. 22 del D. Lgs. 22/97 è supportato dai numerosi studi che la Regione ha nel tempo

intrapreso per individuare i siti idonei all’insediamento di impianti per lo smaltimento dei rifiuti.

Il procedimento di individuazione di siti idonei (e non) attraverso la sovrapposizione di cartografie

tematiche escludenti, è già stato a suo tempo utilizzato per la redazione del “Piano Regionale di

organizzazione dei servizi di smaltimento” approvato con deliberazione n. 145 del 29/12/1992,

nonché per il “Progetto integrato per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani nell’ambito della

Provincia di Imperia” e per l’individuazione dei siti idonei per l’insediamento degli autodemolitori.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 141

I criteri vengono fissati prendendo in considerazione i diversi fattori che evidenziano il grado di

fattibilità degli interventi, ed in particolare:

• fattori escludenti che precludono la localizzazione di impianti;

• fattori penalizzanti che rendono necessari ulteriori approfondimenti per valutare la

realizzabilità degli interventi in relazione agli specifici usi del suolo e alle caratteristiche

morfologiche dell’area specialmente nell’ambito della stesura di cartografie con differenti gradi

di suscettività alla localizzazione;

• fattori preferenziali che per le loro caratteristiche intrinseche dovrebbero favorire la

realizzazione degli impianti.

Si ritiene altresì necessario riportare le principali definizioni in quanto utili per meglio comprendere

i successivi criteri.

• impianto di gestione dei rifiuti: il D. Lgs. 22/97 intende per “gestione” la raccolta, il trasporto, il

recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni nonché il

controllo delle discariche e degli impianti di smaltimento dopo la chiusura; dalla definizione si

può evincere che per impianto di gestione si intendono tutti i sistemi di smaltimento e recupero

dei rifiuti, definitivo e non, tra gli altri le discariche e gli inceneritori;

• impianto di smaltimento dei rifiuti: operazioni previste nell’allegato B del D. Lgs. 22/97;

• impianto di recupero dei rifiuti: operazioni previste nell’allegato C del D. Lgs. 22/97.

Nella individuazione dei siti destinati ai differenti impianti tecnologici della pianificazione

provinciale si è dunque fatto riferimento ai criteri del seguito riportati.

8.2 Criteri generali

L’inserimento in zone a destinazione produttiva (Industriale o Artigianale) o finalizzate ad Impianti

Tecnologici degli impianti di gestione e trattamento dei rifiuti, ad esclusione delle discariche, è

ritenuto criterio preferenziale di localizzazione.

E’ dunque possibile la localizzazione in zone diverse da quelle destinate ad attività produttive o ad

impianti tecnologici tenendo conto dei criteri individuati al successivo paragrafo 8.4.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 142

Al di là delle procedure di valutazione dell’impatto ambientale, che devono essere seguite nei casi

previsti per legge, lo strumento operativo da adottarsi può essere rappresentato dallo studio organico

d’insieme da approvarsi contestualmente al progetto dell’impianto stesso, secondo quanto già

previsto dalle norme di attuazione del vigente PTCP (art. 84 e 85).

In linea generale si può affermare pertanto che le nuove localizzazioni dovrebbero interessare le

zone che gli strumenti urbanistici in vigore hanno destinato agli impianti produttivi o agli impianti

tecnologici.

Pare opportuno fare osservare come la compresenza di funzioni commerciali congiuntamente

all’artigianato o all’industria, non deve essere vista come fattore di incompatibilità ma, al contrario,

soprattutto per gli impianti di conferimento selettivo, come un vantaggio in termini di minori oneri

per il conferimento e come una ulteriore garanzia per la qualità dell’impianto.

Ove non sia possibile localizzare gli impianti di recupero e smaltimento nelle zone di cui sopra,

nonché individuare siti idonei alla realizzazione di discariche, dovranno essere ricercate zone che

rispettino i requisiti indicati dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico che, agli Art. 83, 84

e 85 delle Norme di Attuazione, stabilisce che impianti di trattamento dei rifiuti e discariche

possono essere realizzati in aree che non siano soggette al regime normativo “Conservazione” per

qualsiasi assetto considerato, né in quelle soggette al regime di “Mantenimento” che siano al

contempo ricomprese in un sistema di aree di interesse naturalistico ambientale.

Per quanto concerne la possibilità di localizzare impianti per la gestione dei rifiuti nelle zone

agricole, occorrerà effettuare una valutazione caso per caso in ordine a:

- presenza di idonee condizioni di stabilità;

- condizioni di degrado paesistico superabili o attenuabili con la realizzazione dell’impianto;

- interferenze alle visuali più ricorrenti dai percorsi storici ovvero da quelli che rivestono

interesse sotto il profilo turistico;

- possibilità di attuare interventi correttivi e mitigazioni;

- condizioni progettuali ed operative per il ripristino del sito alla cessazione dell’attività.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 143

8.3 Criteri per l’inserimento degli impianti di gestione rifiuti in aree produttive o destinate ad

impianti tecnologici.

8.3.1 Fattori escludenti

Non sono idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento:

1) zone di “Conservazione” come definite dal PTCP o di “Mantenimento” ove comprese nei

sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani

(PU) e valori d’immagine (IU);

2) le aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione

ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L. R.

9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela

degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1);

3) le aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile

(200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle

caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del D.P.R. 236/88 e successive modifiche e

integrazioni;

4.1) le aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio

redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993;

4.2) le aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina

delle attività di protezione civile in ambito regionale”;

4.3) le aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei

provvedimenti regionali attuativi del D. L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del

rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione

Campania” convertito con Legge 267/98 e successive modificazioni;

5) le aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti,

cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti, e siti di importanza storica e paesistica.

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Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 144

8.3.2 Fattori penalizzanti

Si intendono fattori penalizzanti:

1) zone sottoposte al regime normativo dal “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che

vegetazionale come da art. 64 e 71 del PTCP;

2) aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L. R. 14/90 relativamente alla

localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle

discariche;

3) aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per

l’approvvigionamento idropotabile;

4) zone gravate da usi civici.

5) zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di

comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica;

8.3.3 Fattori preferenziali

Devono essere favorite le localizzazioni degli interventi in zone destinate dagli strumenti urbanistici

ad attività produttive o impianti, e quindi dotate delle pertinenti condizioni in termini di

accessibilità, servizi e compatibilità paesistica.

In generale la localizzazione ottimale deve garantire le seguenti condizioni:

1) aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad

impianti tecnologici;

2) dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile,

disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati;

3) baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con

l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto;

4) inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave

dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone

definite dal PTCP come TRZ e, in subordine Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

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Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 145

5) affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione;

6) idonea distanza da edifici residenziali;

7) zone con aree di contorno all’impianto di dimensioni tali da permettere la realizzazione di

opere di mitigazione.

8.4 Criteri per l’individuazione delle aree funzionali alla localizzazione degli impianti di

smaltimento e recupero dei rifiuti – insediamenti in aree non industriali.

8.4.1 Fattori escludenti

Non sono idonei alla localizzazione degli impianti, tra cui le discariche, le zone con le

caratteristiche fisiche ed urbanistiche di cui al precedente punto 8.3.1; relativamente alla

realizzazione delle discariche di 1° Categoria e 2° Categoria tipo B e C, si aggiungono le aree

carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L. R. 14/90, che nel paragrafo precedente

erano considerati come fattori penalizzanti.

8.4.2 Fattori penalizzanti

Costituiscono fattori penalizzanti alla localizzazione degli impianti, tra cui le discariche, le zone che

presentano caratteristiche fisiche ed urbanistiche simili a quelle riportate nel punto relativo ai

“Fattori penalizzanti” relativo ai “Criteri per l’inserimento degli impianti di gestione rifiuti in aree

produttive o destinate ad impianti tecnologici” (punto 8.3.2).

8.4.3 Fattori preferenziali

Nell’ambito delle zone non individuabili nel precedente paragrafo 8.3 relativo ai “Criteri per

l’inserimento degli impianti di gestione rifiuti in aree produttive o destinate ad impianti tecnologici”

e pertanto non destinabili urbanisticamente a Zona Produttiva o ad Impianti Tecnologici,

costituiscono fattori preferenziali per la localizzazione degli impianti e delle discariche gli stessi

fattori precedentemente individuati al già citato paragrafo (punto 8.3.3).

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Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 146

8.5 Criteri integrativi per le singole tipologie di impianto

In aggiunta a quanto precedentemente indicato, vengono di seguito stabiliti i fattori escludenti,

penalizzanti e preferenziali specifici per le singole tipologie di impianto.

8.5.1 Discariche di 1° Categoria e 2° Categoria tipo B e C

8.5.1.1 Fattori escludenti

1) Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L. R. 14/90 (come già indicato al

punto 8.4.1).

2) Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per

approvvigionamento idropotabile.

3) Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo

“centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71 è delimitato, per

ciascun centro o nucleo abitato, dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate

con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri

edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di

urbanizzazione.

8.5.1.2 Fattori penalizzanti

1) Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione,

fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc)

2) Aree agricole di pregio quali le culture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in

terre irrigue.

3) Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc) tali

da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il

tombinamento dei corpi idrici superficiali.

8.5.1.3 Fattori preferenziali

1) Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti

etc.).

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Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 147

2) Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimazione delle acque esclusivamente

mediante opere superficiali.

3) Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate e non più

in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa

(argilliti, argilloscisti ecc.).

8.5.2 Discariche di 2° categoria tipo A per inerti

8.5.2.1 Fattori penalizzanti

1) Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90.

2) Aree agricole di pregio quali le culture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in

terre irrigue.

3) Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc) tali

da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente il

tombinamento dei corpi idrici superficiali.

8.5.2.2 Fattori preferenziali

1) Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimazione delle acque esclusivamente

mediante opere superficiali.

2) Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave dimesse.

3) Tra le cave dismesse dovranno essere privilegiate quelle presenti nelle aree di affioramento di

rocce ofiolitiche (rocce verdi) come individuate nel “Piano di protezione dell’ambiente dai

pericoli derivanti dall’amianto” approvato con deliberazione del Consiglio Regionale 105/96.

8.5.3 Impianti di termoutilizzazione

Si riportano i criteri di scelta per la eventuale localizzazione sul territorio provinciale di impianti di

termoutilizzazione.

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Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 148

8.5.3.1 Fattori penalizzanti

1) Condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove

condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza.

8.5.3.2 Fattori preferenziali

1) Zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse;

2) Preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale;

3) Sostituzione di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al

fine di produrre un globale miglioramento dell’ambiente;

4) Impianti di termodistruzione già esistenti;

5) Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed energia.

8.5.4 Impianti a tecnologia complessa

Si riportano i criteri di scelta per la eventuale localizzazione sul territorio provinciale di impianti a

tecnologia complessa, tra cui i termoutilizzatori.

8.5.4.1 Fattori escludenti

1) Aree con presenza di “centri edificati”, che non possono garantire il permanere di una fascia

di rispetto di almeno 100 metri fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi

(verificare per gli impianti che implicano un’aia di maturazione esterna). Nel caso in cui gli

impianti prevedono un’aia di maturazione esterna, tale distanza dovrà essere adeguatamente

aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 metri. Il centro edificato, come

definito dalla Legge 865/71 è delimitato, per ciascun centro o nucleo abitato, dal perimetro

continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono

essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne,

anche se interessate dal processo di urbanizzazione.

8.5.4.2 Fattori penalizzanti

1) Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per

approvvigionamento idropotabile e aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della

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Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 149

L.R. 14/90, se il sedime dell’impianto delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta

impermeabilizzato artificialmente.

8.5.4.3 Fattori preferenziali

1) Zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse;

2) Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio.

8.5.5 Centri di Conferimento per la raccolta differenziata

8.5.5.1 Fattori preferenziali

Al fine di indirizzare le attività di progettazione e realizzazione dei Centri di Conferimento, si

individuano i seguenti criteri:

• i centri devono essere concepiti come strutture al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le

fasce territoriali di entroterra, con alta frammentazione amministrativa;

• la realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità

Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse

fanno capo;

• l’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di

trattamento del materiale congruente con gli obiettivi della raccolta differenziata indicati nel D.

Lgs. 22/97;

• luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi

pubblici di richiamo della popolazione;

• l’impianto deve avere buona accessibilità.

8.6 Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità di localizzazione degli impianti nei

siti proposti

Con riferimento al contenuto del capitolo 8 del Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Liguria,

l’indirizzo adottato per analizzare la possibile localizzazione degli impianti si basa su alcuni

principi fondamentali che tengono conto dei seguenti aspetti socio-economici:

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 150

• salvaguardia ambientale, basata sul concetto del minimo impiego di risorse territoriali e

paesistico-ambientali, con particolare attenzione per le aree già compromesse o degradate dal

punto di vista ambientale, sociale ed economico, tenuto conto della particolare morfologia del

territorio ligure di ponente e nella fattispecie della provincia imperiese, dove al mare si

succedono immediatamente la collina e la montagna;

• l’impiego, subordinatamente a miglioramenti tecnologici e impiantistici, di aree attualmente già

utilizzate per le stesse finalità, dove in passato sono stati già impiegati finanziamenti pubblici e

risorse tecnologiche;

• riconversione di siti attualmente compromessi o degradati, che da aree improduttive

passerebbero ad aree produttive oggetto di opere di recupero ambientale, con conseguente

beneficio anche a livello sociale in quanto si tutelerebbe l’ambiente non antropizzato,

l’immagine del paesaggio, l’igiene e la salute degli abitanti;

• impiego di siti ubicati in aree prossime alla viabilità principale e attualmente già serviti da

strade di accesso idonee o potenzialmente idonee a seguito di impiego di risorse economiche

contenute;

• localizzazione in siti nei quali sono già previsti dagli strumenti di programmazione interventi di

miglioramento, messa in sicurezza e riqualificazione ambientale (arginature, regimentazioni

idrauliche, ecc) che prescindono dalla realizzazione o meno degli impianti di trattamento rifiuti;

• l’adozione di scelte progettuali che mirino al corretto inserimento ambientale, e in particolare

all’impiego di opere di mitigazione visiva.

L’applicazione dei principi esposti nella localizzazione dei siti di impianto, rende il Piano

Provinciale anche strumento applicativo di recupero dell’ambiente e di contenimento delle risorse

economiche, privilegiando il riutilizzo alla ricerca e all’impiego di nuove risorse.

Il sistema, così come pianificato, è caratterizzato sia da un fabbisogno di trattamento che da un

fabbisogno di smaltimento finale dei rifiuti urbani prodotti nell’ambito territoriale ottimale

coincidente con il territorio provinciale.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 151

Le tipologie di impianto di trattamento e di smaltimento necessarie, sono state suddivise in base alla

classificazione dei rifiuti che vanno a trattare o a ricevere per lo smaltimento finale, come di seguito

indicato:

A) Impianti per la gestione di Rifiuti Solidi Urbani e Assimilabili agli Urbani

1. Centro di conferimento (n° 3 ; 1 per ogni Comprensorio)

2. Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione dei rifiuti (n° 1).

3. Impianti di separazione secco-umido con stabilizzazione e compostaggio della FORSU

(n° 2).

4. Termovalorizzatore (n° 1).

5. Discarica di 1° Categoria.

B) Impianti per la gestione di Rifiuti Speciali

6. Discarica di 2° categoria di tipo B e C

7. Discarica di 2° categoria di tipo A per inerti

Sono state costruite due tabelle rispettivamente per il gruppo A e per il gruppo B con la finalità di

mettere in correlazione la tipologia di impianto con i criteri di idoneità ovvero di non idoneità alla

loro localizzazione che il Piano Regionale indica e differenzia nei fattori escludenti, penalizzanti e

preferenziali. Con riferimento alla numerazione sopra assegnata, i fattori escludenti risultano gli

stessi per le seguenti categorie di impianto:

1-2

3-4

5-6

7

Si è inoltre verificata la presenza e l’ubicazione sul territorio provinciale di attività industriali

soggette a pericolo di incidenti rilevanti, riscontrando due depositi di gpl siti in Comune di Taggia,

in regione Licheo, e in Comune di Imperia in frazione Sant’Agata, entrambi notevolmente lontani

dai siti di localizzazione degli impianti ipotizzati. Oltre ai fattori indicati dal Piano Regionale, si è

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 152

anche tenuto conto delle aree interessate dalle “Misure di salvaguardia per i siti interessati da

proposta Siti di Importanza Comunitaria (pSIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS)” ai sensi della

Delibera della Giunta Regionale n° 646 del 8 giugno 2001 (aree che risultano tutt’oggi in fase di

riesame).

I dati contenuti nelle tabelle consentono di individuare per quali caratteristiche un‘area risulta

idonea ovvero non idonea all’insediamento di un impianto di trattamento o di smaltimento dei rifiuti

secondo il criterio seguente. Per ogni sito ritenuto potenzialmente idoneo per la localizzazione di un

impianto di gestione dei rifiuti, il successivo studio di compatibilità ambientale dovrà essere svolto

secondo i criteri dettati dalle vigenti normative ambientali e comunque prendendo come riferimento

un territorio di estensione circolare avente un raggio di almeno 2.0 kmq. (area vasta).

Per la fase più delicata del processo di localizzazione quale la scelta finale dei siti, per le cui

valutazioni di dettaglio sulla base anche delle recenti indicazioni delle norme vigenti in materia

dovranno essere condotte di concerto con le Amministrazioni Comunali, le Comunità Montane, le

Autorità d’Ambito, gli Enti locali, le Associazioni, ecc. direttamente interessate, si è ritenuto

opportuno introdurre una scala di valutazione non vincolante ed a titolo indicativo, col fine di

limitare il numero di alternative ed agevolare la fase di comparazione.

Il modello di studio costruito che si può applicare ad ogni sito di impianto si basa in prima battuta

nell’individuazione dei siti che risultano esclusi dalla non idoneità alla localizzazione degli impianti

(fattori escludenti). Successivamente si valutano le caratteristiche penalizzanti e preferenziali che

contraddistinguono i siti con riferimento alla tipologia di impianto di trattamento o smaltimento da

ospitare, indicando le prescrizioni da adottare al fine di minimizzare gli eventuali fattori

penalizzanti (vedasi tabella successiva).

PRESCRIZIONE P1 Verifica della presenza di residenza stabile, la cui distanza minima nel caso di discariche è pari a 200 m P2 Ricostruzione dell'andamento dei venti dominanti, al fine di realizzare apposite schermature, preferenzialmente

arboree, aventi la funzione di limitare gli impatti rumore, odore, diffusione delle polveri, con verifiche analitiche e simulazioni preventive della creazione di eventuali impatti

P3 Identificazione delle principali viste paesaggistiche, con controllo dell'elemento verticale P4 Identificazione delle principali viste paesaggistiche al fine di realizzare apposite schermature preferenzialmente

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Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 153

arboree, aventi la finalità di attenuazione dell'impatto visivo P5 Particolare attenzione alla sistemazione delle aree interessate sia in fase di esercizio che a fine impianto, con

indicazione della destinazione finale dell’area (recupero ambientale finale) P6 Valutazione della presenza di aree a destinazione prato stabile, da considerare non idonee P6 Valutazione della presenza di aree destinate a coltivazione di pregio, da considerare non idonee P7 Preventiva valutazione dei materiali ammissibili al trattamento o allo smaltimento finale P8 Valutazione, se già non esistente, dell’opportunità di installare strumentazione di controllo e di monitoraggio delle

falde acquifere e/o del suolo P9 Verifica dello stato attuale delle arginature, della portata media dei corsi d'acqua e delle loro variazioni rispetto alle

quote del piano campagna circostante, e verifica delle opere di adeguamento necessarie e gia previste nelle pianificazioni competenti

P10 Verifica delle condizioni morfologiche e topografiche locali, al fine di valutare la non idoneità delle aree particolarmente depresse e quelle poste tra corsi d'acqua ravvicinati

P11 Pavimentazione dei piazzali di manovra e di stoccaggio e opportuna regimentazione delle acque meteoriche con predisposizione di sistemi di intercettazione e di smaltimento delle acque di prima pioggia

P12 Sistemazione dei luoghi mediante l’utilizzo di materiali e vegetazione del posto, con particolare attenzione alla conformazione naturale originaria e a quella delle aree adiacenti

Tenendo conto solamente dei fattori preferenziali e penalizzanti, si sono individuate cinque fasce di

priorità secondo le quali è possibile suddividere i siti individuati per la localizzazione degli impianti

in “gruppi omogenei” di valutazione.

La ricerca dei siti più idonei può pertanto essere effettuata sulla base di una graduatoria di priorità,

considerando le fasce di priorità ordinate dalle più alte a quelle più basse secondo lo schema

indicato nel seguito.

FASCIA PRIORITA’ DESCRIZIONE

A Alta N° di fattori penalizzanti = 0 N° di fattori preferenziali ≥ 1

B Medio-alta N° di fattori penalizzanti = 0 N° di fattori preferenziali = 0

C Media N° di fattori penalizzanti ≤ 3 N° di fattori preferenziali ≥ 1

D Bassa N° di fattori penalizzanti ≤ 3 N° di fattori preferenziali = 0

E Molto bassa N° di fattori penalizzanti > 3 N° di fattori preferenziali ≥ 0

Nei seguenti paragrafi si riportano le schede riassuntive contenenti, per ogni tipologia di impianto, i

fattori da tenere in conto per la valutazione della loro localizzazione sul territorio.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 154

8.6.1 Impianti per la gestione dei rifiuti solidi urbani

Centri di Conferimento

Stoccaggio separazione e nobilitazione

Separazione secco-umido,

stabilizzazione e compostaggio

FORSU

Termovalo-rizzatore

Discarica di 1° Categoria

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica.

ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A6 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione

/ / / / ESCLUDENTE

A7 Aree con presenza di “centri edificati”, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.

/ / ESCLUDENTE ESCLUDENTE /

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

PENALIZZANTE P2-P4-P5-P12

PENALIZZANTE P2-P4-P5-P12

PENALIZZANTE P2-P4-P5-P12

PENALIZZANTE P2-P3-P4-P5-P12

PENALIZZANTE P2-P3-P4-P5-P8-

P12

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

PENALIZZANTE P9

PENALIZZANTE P9

PENALIZZANTE P9

PENALIZZANTE P9

ESCLUDENTE

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

PENALIZZANTE P8-P11

PENALIZZANTE P8-P11

PENALIZZANTE P8-P11

PENALIZZANTE P8-P11

ESCLUDENTE

B4 Zone gravate da usi civici PENALIZZANTE DA P1 A P12

PENALIZZANTE DA P1 A P12

PENALIZZANTE DA P1 A P12

PENALIZZANTE DA P1 A P12

PENALIZZANTE DA P1 A P12

B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

PENALIZZANTE P1-P2-P4-P5

PENALIZZANTE P1-P2-P4-P5

PENALIZZANTE P1-P2-P4-P5

PENALIZZANTE P1-P2-P4-P5

PENALIZZANTE P1-P2-P3-P4-P5

B6 Aree caratterizzate da condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza

/ / / PENALIZZANTE P2-P3

/

B7 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con / / / / PENALIZZANTE

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 155

elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)

P8

B8 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue

/ / / / PENALIZZANTE P1-P6-P7-P8

B9 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali

/ / / / PENALIZZANTE P9-P10

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE (anche contigue ad

esse)

/

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE PREFERENZIALE

C6 Idonea distanza da edifici residenziali PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

C7 Zone con aree di contorno all’impianto di dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

C8 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

PREFERENZIALE / / / /

C9 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

PREFERENZIALE / / / /

C10 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

PREFERENZIALE / / / /

C11 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

PREFERENZIALE / / / /

C12 Avere buona accessibilità PREFERENZIALE / / / / C13 Preesistenza di reti di monitoraggio per il

controllo ambientale / / / PREFERENZIALE /

C14 Sostituzioni di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al fine di produrre un globale miglioramento dell’ambiente

/ / / PREFERENZIALE

/

C15 Impianti di termodistruzione esistenti / / / PREFERENZIALE

/

C16 Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed energia

/ / / PREFERENZIALE

/

C17 Sedime costituito da roccia compatta e prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

/ / / / PREFERENZIALE

C18 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

/ / / / PREFERENZIALE

C19 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali

/ / / / PREFERENZIALE

C20 Aree a destinazione agricola / / PREFERENZIALE per impianti di compostaggio

/ /

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti 156

8.6.2 Impianti per la gestione dei rifiuti speciali Discarica di 2° categoria

tipo A per inerti Discarica di 2° categoria

tipo B e C A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico

(PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88

ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto da strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica

ESCLUDENTE ESCLUDENTE

A6 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione

/ ESCLUDENTE

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

PENALIZZANTE P2-P4-P5-P12

PENALIZZANTE P2-P3-P4-P5-P8-P12

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

PENALIZZANTE P8-

ESCLUDENTE

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

PENALIZZANTE P8

ESCLUDENTE

B4 Zone gravate da usi civici PENALIZZANTE DA P1 A P12

PENALIZZANTE DA P1 A P12

B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

PENALIZZANTE P1-P2-P4-P5

PENALIZZANTE P1-P2-P3-P4-P5

B6 Aree caratterizzate da condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza

/ /

B7 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)

/ PENALIZZANTE P8

B8 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue

PENALIZZANTE P1-P6-P7

PENALIZZANTE P1-P6-P7-P8

B9 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali

PENALIZZANTE P9-P10

PENALIZZANTE P9-P10

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

/ /

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

PREFERENZIALE PREFERENZIALE

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

PREFERENZIALE PREFERENZIALE

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

C6 Idonea distanza da edifici residenziali PREFERENZIALE PREFERENZIALE

C7 Zone con aree di contorno all’impianto di dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

PREFERENZIALE PREFERENZIALE

C8 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

/ /

C9 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

/ /

C10 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

/ /

C11 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

/ /

C12 Avere buona accessibilità / / C13 Preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale / / C14 Sostituzioni di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al fine

di produrre un globale miglioramento dell’ambiente / /

C15 Impianti di termodistruzione esistenti / / C16 Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed energia / / C17 Sedime costituito da roccia compatta e prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti,

ecc.)/ PREFERENZIALE

C18 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate, privilegiando quelle presenti nelle aree di affioramento di rocce ofiolitiche (rocce verdi) come individuate nel “Piano di protezione dell’ambiente dai pericoli derivanti dall’amianto” con deliberazione del Consiglio Regionale 105/96

PREFERENZIALE

PREFERENZIALE

C19 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali

PREFERENZIALE PREFERENZIALE

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 157

9 Sostenibilità ambientale

9.1 Approccio metodologico allo studio di sostenibilità ambientale del piano di gestione

dei rifiuti

Negli ultimi decenni si è assistito ad una variazione continua del significato di

"compatibilità/sostenibilità" della gestione dei rifiuti, passando dalla conservazione delle materie

prime e dell'energia, alla garanzia della sicurezza ambientale, per finire alla focalizzazione dei

problemi connessi con lo smaltimento, sempre più impegnativi a causa dell'aumento della quantità

e varietà dei rifiuti stessi.

In concreto una gestione dei rifiuti "sostenibile" dipende da una politica ambientale

responsabile in ogni settore del ciclo di vita dei rifiuti stessi, dalla produzione dei beni alla ricerca di

siti ottimali per la localizzazione degli impianti di trattamento e/o smaltimento.

Il piano di gestione dei rifiuti deve essere improntato su criteri di sostenibilità, seguendo da un lato

il D. Lgs. 22/97, che impone scelte nell'ottica di uno sviluppo sostenibile, e dall'altro le scelte

specifiche compiute dalla Regione Liguria, sia in merito ai contenuti sia in merito all'iter di

predisposizione del piano stesso.

Ci si è rifatti allo studio di sostenibilità effettuato nel Piano Regionale di gestione dei rifiuti, che

rappresenta un momento di verifica del piano e di estrinsecazione degli elementi di sostenibilità, e

costituisce un contributo in termini di dati e riflessioni sulla sostenibilità delle scelte, oltre che un

elemento di indirizzo a chi è dato il compito di effettuare le scelte impiantistiche e la pianificazione

di dettaglio del territorio.

L'analisi di sostenibilità propriamente detta deve essere elaborata in termini quantitativi.

Infatti a partire dai dati delle conferenze di Rio de Janeiro e di Kyoto, occorre calcolare l'effettivo

contenimento possibile in termini di CO2 e altri gas serra, oltre che valutare a quanto ammontino le

risorse disponibili ed in che misura l'uso che viene previsto intacchi il capitale naturale o si

mantenga nei termini del potenziale rinnovabile.

Data la difficoltà ad improntare l'analisi nei termini sopradescritti, nel Piano Regionale di gestione

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 158

dei rifiuti si è optato per l’elaborazione di un'analisi solo qualitativa su obiettivi autodeterminati a

livello regionale, e/o derivanti da norme statali. In questo modo è possibile indicare strategie

tendenti allo sviluppo sostenibile.

Un ulteriore aspetto della valutazione di sostenibilità deve essere affrontato passando al

livello di pianificazione provinciale, dove si devono utilizzare gli strumenti della compatibilità

ambientale. Pertanto le scelte generali di piano devono essere verificate in relazione al territorio

specifico su cui queste agiscono, e nel caso specifico nell’Ambito ottimale coincidente con il

territorio della Provincia di Imperia.

Per le verifiche sono state adottate metodologie consolidate tipo Valutazione di Impatto Ambientale

(VIA), con riferimento al livello di pianificazione ed alle scelte che hanno determinato la tipologia

impiantistica e la specifica individuazione dei siti.

9.1.1 Struttura

Lo studio di sostenibilità è indirizzato a:

1. far emergere i rapporti tra il piano e la sostenibilità ambientale in termini di congruenza

tra obiettivi, strategie e azioni;

2. confrontare gli scenari proposti dal piano secondo un principio di vantaggi/svantaggi; in

tal senso lo studio di sostenibilità costituisce una base conoscitiva per scelte

pianificatorie di livello provinciale trasparenti e consapevoli;

3. considerare e valutare gli impatti previsti dai differenti sistemi di smaltimento: occorre

evidenziare che il D. Lgs. 22/97 già impone scelte di metodo (raccolta differenziata

e recupero energetico rispetto alla discarica).

9.1.2 Indicatori

L’individuazione e l’uso di una serie di indicatori sposta il metodo dall'analisi compartimentale a

forme di analisi più integrata che valuta:

- processi ecosistemici propri dell'ecologia classica, che riguardano più di un comparto

(recupero energetico, recupero di materia);

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 159

- processi ambientali economici e sociali complessi (riduzione della produzione dei rifiuti);

- focalizzazione dei problemi sugli aspetti principali in modo anche circoscritto (impatti

aria; impatti acqua usi; impatti acqua inquinamenti).

Il Piano Regionale di gestione dei rifiuti ha scelto i seguenti indicatori:

• Riduzione della produzione di rifiuti;

• Riduzione del volume dei rifiuti;

• Recupero di materia;

• Recupero energetico;

• Impatto aria: emissioni;

• Impatto acqua: consumo;

• Impatto acqua: inquinamento;

• Impatto suolo: inquinamento;

• Impatto suolo: uso;

• Trasporto;

• Accettabilità sociale;

• Costi;

• Eventi incidentali.

Rispetto agli indicatori individuati, il piano si deve porre alcuni obiettivi quantitativi e qualitativi.

Parte di questi obiettivi discendono direttamente dalle indicazioni del D. Lgs. 22/97, in parte

devono essere valutati sulla base dei quantitativi di produzione di rifiuti e dei risultati attesi dalle

azioni del piano.

L’analisi condotta nel Piano Regionale di gestione dei rifiuti in chiave qualitativa, si è posta

l'obiettivo di fornire ai soggetti decisori gli obiettivi di qualità che contribuiscono alla sostenibilità

del piano oltre a elementi di valutazione sulle possibili alternative sia in chiave ambientale, che

territoriale, economica, sociale.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 160

La pianificazione provinciale deve mirare alla migliore soluzione possibile in quel momento per le

caratteristiche del territorio, per la qualità ambientale presente ed attesa, per la comunità, per i

costi.

9.2 Analisi di sostenibilità del piano e degli scenari

9.2.1 Riduzione della produzione di rifiuti

Il contenimento della produzione dei rifiuti è un criterio basilare per la politica di gestione.

Nell’ambito delle sue competenze il Piano Regionale di gestione dei rifiuti ha individuato azioni

finalizzate a questo obiettivo, che sono state riprese e sviluppate nella stesura del presente Piano

Provinciale.

Una pianificazione corretta ha infatti come obiettivo quello di condurre il sistema verso una

gestione a regime che eviti sia situazioni di emergenza che sovradimensionamenti degli impianti.

Per questo il Piano Provinciale prevede interventi, azioni, ed un sistema impiantistico volti alla

diminuzione dei quantitativi di rifiuti destinati allo smaltimento finale (raccolta differenziata,

impianti di recupero, selezione secco-umido, termovalorizzazione finale, ecc.).

Con riferimento al contenuto dei paragrafi precedenti, il Piano Provinciale ha quindi tenuto conto

dei risultati delle azioni per il contenimento della produzione dei rifiuti e

per la raccolta differenziata, individuando in proiezione i fabbisogni di impianti previsti per l’anno

2006 riferiti ai valori di produzione dei rifiuti.

In fase transitoria si sono previste soluzioni di copertura dell'attuale fabbisogno: sono state costruite

le tabelle di produzione complessiva dei rifiuti, oltre che della raccolta differenziata, al fine di

disporre in sede di progettazione degli impianti di elementi che consentano in maniera flessibile di

assorbire i quantitativi di oggi, e al tempo stesso di non essere messi in crisi dalle variazioni future.

Anche per questo motivo si è preso atto del risultato relativo alla raccolta differenziata raggiunto

nell’anno 1999 (ca. 11%) in Provincia di Imperia, inferiore all’obiettivo di Legge (15%), tarando

tutto il sistema impiantistico per il raggiungimento dell’obiettivo dei Legge del 35% a fine anno

2003. Si sono anche ipotizzati i tempi necessari per la realizzazione completa del sistema integrato

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 161

fino al termoutilizzatore finale (fine anno 2005), probabilmente più lunghi rispetto alla scadenza

dell’anno 2003 legata agli obbiettivi di raccolta differenziata.

In relazione alla produzione dei rifiuti si segnala per la Provincia di Imperia la situazione tipica di

tutta la Regione Liguria, per cui i valori di produzione pro-capite risultano più alti della media

nazionale. Occorre infatti valutare l'impatto del turismo, che comporta per quasi tutti i comuni un

notevole innalzamento della produzione pro-capite, oltre ad una dinamica dei flussi di produzione

legata ai mesi estivi.

Il Piano Provinciale ha tenuto conto di tali fattori, adottando strategie che indirizzano verso moderni

criteri e tecnologie, al fine di contenere gli impatti ambientali e l'aumento della produzione dei

rifiuti. Si cita ad esempio la scelta relativa al sistema di raccolta differenziata dell’organico dalle

grandi utenze (ristoranti, alberghi, mense, ecc.) in quanto frazione significativa nei rifiuti “tal

quali”, soprattutto nei mesi estivi. Linee dedicate al trattamento della sola frazione organica raccolta

in maniera differenziata possono garantire la produzione di compost di qualità che dovrebbe trovare

facile e ambita collocazione in Provincia di Imperia, a fronte delle numerose attività floricole

presenti.

Si evidenzia il peso delle azioni che la Regione Liguria ha già intrapreso ed intende

intraprendere mediante politiche ambientali, non tanto legate alla realizzazione di impianti, quanto

ad interventi ad ampio raggio che coinvolgano diversi attori sociali, ed implichino azioni rivolte alla

sensibilizzazione, alla formazione, alla ricerca scientifica e tecnologica.

9.2.2 Riduzione del volume dei rifiuti.

Sotto questo aspetto va evidenziato il ruolo determinante della raccolta differenziata:

il solo conseguimento dell'obiettivo del 35% di raccolta differenziata all’anno 2003 comporta una

riduzione notevole dei rifiuti destinati allo smaltimento finale (residuo), ed è questo l’obiettivo

primario del Piano Provinciale.

Dal punto di vista della riduzione del volume dei rifiuti destinati a smaltimento finale,

l'incenerimento rappresenta invece la tecnologia più consolidata: rispetto allo smaltimento in

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 162

discarica riduce il volume sino al 10% e la massa sino al 30%.

La soluzione dell'incenerimento associata a diverse forme di pretrattamento dei rifiuti, quale

la selezione secco-umido, presenta nel complesso una minor efficacia rispetto a questo indicatore,

in quanto la frazione umida separata e stabilizzata può avere

come destinazione finale la discarica stessa (se non viene impiegata per recuperi ambientali e

bonifiche). Diverso è il discorso relativo al trattamento dell’organico raccolto in modo differenziato,

destinato alla produzione di compost di qualità.

Va tuttavia sottolineato come la natura della frazione organica stabilizzata eventualmente da

smaltire in discarica (si è ipotizzato circa il 50% del totale), pone indubbiamente meno problemi di

natura ambientale rispetto allo smaltimento del rifiuto “tal quale”, in relazione alla minor quantità

di biogas e percolato che può produrre, e al fatto che una parte di tale materiale può essere utilizzato

nell'ambito della discarica stessa a scopo di ricoprimento giornaliero e recupero ambientale.

Il trattamento dell'umido ad ogni modo comporta una perdita in peso pari al 15% del rifiuto

totale e al 31% dell'umido selezionato.

La scelta del Piano Provinciale è quindi caduta sull’ipotesi di separazione della frazione secca dalla

frazione umida del rifiuto residuo, con smaltimento a discarica di parte dell’organico stabilizzato.

Nell’ipotesi di localizzazione dell’impianto di termovalorizzazione in territorio diverso da quello

della Provincia di Imperia, lo smaltimento in discarica della quota parte della frazione organica

stabilizzata limita il trasferimento su ruota tra le Province e gli Ambiti interessati della sola frazione

secca, con conseguente diminuzione di impatto e razionalizzazione delle risorse.

9.2.3 Recupero di materia

Obiettivo fondamentale del Piano Provinciale è quello di massimizzare il recupero di materia,

potenziando quindi la raccolta differenziata in conformità alle disposizioni del D. Lgs. 22/97.

Tenuto conto della situazione in essere, il Piano Provinciale si è posto come obiettivi di riciclaggio

il 35% entro l’anno 2003.

Inoltre il Piano Provinciale prevede specifiche azioni per potenziare la destinazione ad utilizzo del

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 163

compost verde e del compost di qualità da raccolta differenziata dell’organico, la destinazione della

frazione secca del rifiuto a termovalorizzazione con recupero energetico, lo sviluppo dei mercati

delle materie seconde e del compost.

Lo smaltimento in discarica dei rifiuti “tal quali” immobilizza tutti gli elementi presenti nel rifiuto

che possono subire processi di mineralizzazione e di cui è difficile prevedere le dinamiche (biogas,

percolato), sia in fase di esercizio che in fase di post-esercizio (minimo 30 anni).

La termovalorizzazione dei rifiuti rimette invece in circolo la materia, rendendola disponibile per i

cicli biogeochimici.

La materia che viene mobilizzata attraverso la termovalorizzazione può presentarsi però in

forme che vengono metabolizzate dai sistemi biologici e che sono dannose sia per fenomeni legati

al bioaccumulo, sia per effettiva tossicità. E' il caso ad esempio dei prodotti organici alogenati.

Rispetto a questi composti il problema può essere affrontato spingendo al massimo la

raccolta differenziata delle plastiche clorurate.

Occorre però tenere presente che le plastiche per loro natura costituiscono la frazione

merceologica a più alto potere calorifico. Una soluzione può anche essere portata dallo sviluppo di

tecnologie che consentano di trattenere al massimo i prodotti indesiderati della combustione.

Ponendo quindi in una scala ideale i sistemi di gestione adottabili rispetto a questo indicatore

risulta:

Sistema Giudizio Riciclaggio Ottimo Compostaggio anche a valle di impianto di separazione Ottimo Combustione in impianti industriali Buono Combustione per recupero energetico Buono Discarica Scarso

Tabella 9-1 Relativamente al compost si può sottolineare come questo costituisca un ammendante, e quindi

rivesta una funzione importante sia per arricchire suoli impoveriti, sia per contribuire alla

formazione di suoli ex-novo in caso di ripristini e riqualificazioni ambientali.

Tuttavia occorre distinguere tra il cosiddetto "compost di qualità", prodotto dagli scarti vegetali

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Sostenibilità ambientale 164

derivanti da raccolta differenziata di mercatali e/o di organico, e l’"organico stabilizzato" derivato

dalla separazione secco-umido in impianto dedicato del rifiuto residuo.

L’organico stabilizzato, infatti, (altrimenti detto “compost grigio”), non potendo essere raffinato

oltre una certa misura, presenta ancora una certa quantità di elementi che lo rendono inidoneo a

certe applicazioni.

Tenuto conto che l’organico stabilizzato può rappresentare la frazione più rilevante del compost

prodotto, occorre tener presente che:

• il compostaggio è una delle forme privilegiate e più antiche di riciclaggio, in quanto la

sostanza organica ritorna in circolo nel modo migliore per l'ecosistema, restituendo materia,

arricchendo strutturalmente il terreno, aumentandone la capacità di ritenzione idrica e

quindi la fertilità;

• può essere utile produrre “compost grigio” dalla frazione organica che non riesce ad essere

intercettata dalla raccolta differenziata per il recupero di aree degradate, soprattutto nei casi

in cui occorre produrre dei suoli ex-novo e nei quali è necessario molto materiale organico

da miscelare con le componenti sabbiose ed argillose;

• occorre tuttavia potenziare al massimo la raccolta differenziata dell'organico, in quanto

questo può consentire la produzione di compost di migliore qualità;

• occorre potenziare il mercato del compost e svilupparne l'utilizzo pubblico e privato;

• in considerazione dell'attuale quadro idrogeologico, in Regione Liguria dovrà in qualche

modo essere intrapresa una politica di generale salvaguardia dei suoli e dei soprassuoli, e

dovranno essere promossi ed incentivati interventi per aumentare la capacità idrica dei

suoli; il compost di qualità potrebbe trovare così un'utile collocazione.

Sulla base di tali considerazioni, il Piano Provinciale prevede la raccolta differenziata della

frazione organica dalle grandi utenze, con impianti dedicati o linee di impianti per la produzione

dei compost di qualità (“compost verde”). Prevede inoltre la realizzazione di n° 2 impianti di

separazione secco-umido del rifiuto residuo, con stabilizzazione della frazione organica separata da

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Sostenibilità ambientale 165

destinare a discarica ovvero a interventi di riqualificazione ambientale (cave dismesse, recupero

ambientale discariche chiuse, ecc.).

9.2.4 Recupero energetico

Il D. Lgs. 22/97 e il Piano Regionale considerano prioritario il recupero della materia, ma

impongono di associare sempre allo smaltimento e in particolare alla termovalorizzazione dei rifiuti

non riciclabili, il recupero energetico secondo un criterio gerarchico che tende a

recuperare dal rifiuto tutto il possibile. Il termovalorizzatore dedicato alla combustione della

frazione secca del rifiuto residuo ipotizzato dall’impiantistica proposta dal presente Piano, dovrebbe

avere dunque tali caratteristiche.

La produzione di energia va a sottrarsi all’energia prodotta da combustibili fossili; per tanto sarà

necessario rinegoziare i quantitativi di energia prodotti nella Provincia, come in tutta la

Regione.

9.2.4.1 Le tecnologie per il recupero energetico

Il trattamento termico si configura come un mezzo per il recupero del contenuto energetico

dei rifiuti solidi urbani.

Con il progresso della raccolta differenziata, l'arricchimento in materiali non putrescibili ed ad

alto contenuto energetico rafforza il ruolo di risorsa dei rifiuti urbani, che costituiscono quindi una

"risorsa energetica endogena".

Esistono diverse tecnologie per il recupero energetico dai RSU, ciascuna con un differente

stadio di sviluppo ed affidabilità:

• recupero attraverso l'incenerimento dei rifiuti (con o senza pretrattamento di

selezione);

• separazione della frazione a più elevato potere calorifico per utilizzarla come combustibile

alternativo (frazione secca o C.D.R.);

• trattamento termochimico (pirolisi e/o gassificazione) dei RSU “tal quali” o della frazione

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Sostenibilità ambientale 166

secca o del C.D.R. per la produzione di combustibili gassosi o liquidi;

• estrazione di biogas da discarica controllata.

Il Piano Provinciale è stato predisposto per soddisfare la seconda ipotesi, con separazione dal rifiuto

residuo della frazione a più elevato potere calorifico (frazione secca).

9.2.4.1.1 TERMOUTILIZZAZIONE DIRETTA

L'energia recuperabile tramite combustione in forni tradizionali, rappresenta solo una parte,

ancorché consistente, di quella potenzialmente disponibile a causa di limiti tecnologici e fisici che

vincolano l'entità del recupero.

In caso di produzione di energia elettrica si può attualmente raggiungere un rendimento

netto pari a circa il 20%; rendimenti più elevati (80% circa) sono ottenibili nel caso in

cui il vapore venga utilizzato come vettore termico. Un caso intermedio è rappresentato dalla

cogenerazione di energia elettrica e calore, tramite la quale sono conseguibili dei rendimenti

energetici complessivi netti dell'ordine del 65-70%.

Tali valori possono essere ulteriormente incrementati tramite l'adozione di cicli combinati

turbina a gas/turbina a vapore nei quali i gas di scarico dal turbogas sono utilizzati per il

surriscaldamento del vapore saturo prodotto dalla caldaia abbinata all'inceneritore e

successivamente utilizzati come fluido comburente per la combustione dei rifiuti. Con questo

sistema, al di là di complicazioni impiantistiche e gestionali che devono essere valutate caso per

caso, si possono potenzialmente conseguire rendimenti globali di conversione di energia termica in

energia elettrica dell'ordine del 35 %.

9.2.4.1.2 SCELTE TECNOLOGICHE ALTERNATIVE

L'adozione di tecnologie alternative (per esempio impianti a letto fluido, massificazione, ecc.)

richiede una fase di pretrattamento ed omogeneizzazione spinta.

Tale esigenza deriva non solo da motivi tecnologici, ma anche dalla necessità di

ottemperare ai restrittivi limiti alle emissioni fissati per gli impianti di trattamento termico di rifiuti.

L'adozione di tecnologie alternative deve scaturire anche da un bilancio economico tra maggior

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Sostenibilità ambientale 167

recuperi energetici conseguibili.

9.2.4.1.3 RECUPERO DI ENERGIA IN DISCARICA

Il biogas che si genera dalla digestione anaerobica dei rifiuti e che avviene spontaneamente in una

discarica è recuperabile solo in parte. Esso viene sviluppato in un ampio arco di tempo,

sfasato rispetto al periodo di coltivazione. La sua emissione cessa di essere significativa dopo circa

20 anni. Per via teorica, ma anche da dati di esercizio, è possibile valutare in 125 mc/ton la resa di

metano dei RSU (maggior componente del biogas, di cui costituisce oltre il 50% in volume), che in

termini di energia significa circa un milione kcal/ton, contro gli oltre 2 milioni kcal/ton disponibili

nel rifiuto (considerando il potere calorifico del metano pari a 8.500 kcal/Nmc).

Tale valore rappresenta il limite superiore dell'energia ricavabile mediante l'interramento di

RSU in discarica: gli attuali sistemi di captazione consentono, inclusa la fase successiva alla

coltivazione, un recupero di energia in termini di metano fino ad un massimo del 50%. La discarica

consente un recupero massimo del 25% del contenuto energetico del rifiuto originario.

Lo sfruttamento energetico effettivo è però ancora più limitato, in quanto le utenze capaci di

sfruttare il gas così prodotto devono essere localizzate in prossimità della discarica,

onde evitare gli aggravi economici connessi con lo stoccaggio ed il trasporto. Ne consegue che il

rendimento globale in termini di recupero di energia elettrica risulta essere anche in questa ipotesi,

inferiore al 9 %.

9.2.4.1.4 I DIVERSI SCENARI

Con riferimento alle scelte attuate nel Piano della Provincia di Imperia, si è valutato il possibile

recupero energetico derivante unicamente dalla termovalorizzazione. Nei dati riportati nella

successiva Tabella 9-2 non si tiene infatti conto dell'eventuale recupero derivante dal biogas

prodotto dei processi di fermentazione del materiale in discarica in quanto, smaltendo la sola

frazione organica stabilizzata, non è quantitativamente rilevante. La valutazione è stata elaborata

tenendo conto solo del potere calorifico inferiore (p.c.i.), in quanto le caratteristiche tecnologiche

dell'impianto sono determinanti per definire le rese energetiche. La Tabella 9-2 dà una valutazione

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Sostenibilità ambientale 168

qualitativa dei risultati legati al possibile recupero energetico:

RECUPERO ENERGETICO PROVINCIA DI IMPERIA

soluzione gestionale: impianto di separazione secco-umido e termovalorizzatore della sola frazione secca (anno 2003)

Termovalorizzazione t/anno 57.000

Fabbisogno impianto t/365 156

p.c.i. 3.100

Kcal*10^6/365 484

Tabella 9-2

La combustione solo della frazione secca presenta dunque un rendimento piuttosto modesto,

nonostante l'aumentato potere calorifico rispetto al rifiuto “tal quale”, per effetto del basso

quantitativo di rifiuti trattati.

Sotto il profilo del recupero energetico appare quindi significativa ed auspicabile la possibilità di

stabilire delle sinergie tra ambiti territoriali limitrofi, con la concentrazione del fabbisogno di

smaltimento su pochi impianti di termovalorizzazione ad alta resa energetica, e la realizzazione di

Centri di Conferimento e selezione del rifiuto dislocati sul territorio. Per questo il Piano Provinciale

ha ipotizzato che più Ambiti ottimali limitrofi promuovano iniziative volte alla realizzazione di un

unico impianto di termovalorizzazione; soprattutto per i conseguenti vantaggi economici, oltre che

di impatto sociale, che una tale scelta comporterebbe (previsione del paragrafo 4.5 “Gli scenari del

territorio ligure” del Piano Regionale di gestione dei rifiuti).

9.2.5 Impatto aria

Il Piano Provinciale si propone il contenimento dei gas serra in quanto, a fronte della ipotizzata

termovalorizzazione, occorre considerare i combustibili fossili sostituiti nella produzione di energia,

e i rifiuti sottratti alla discarica, con conseguente diminuzione del rilascio di metano.

A questo proposito occorre evidenziare che il potenziale serra del metano risulta 21 volte

superiore rispetto all'anidride carbonica; pertanto l'indirizzo della normativa statale adottato per

l'utilizzo preferenziale dell'incenerimento con recupero energetico a valle di una raccolta

differenziata spinta si configura come un sistema in linea con i principi della sostenibilità

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 169

ambientale. Riguardo emissioni di altra natura, si sono scelti nella pianificazione sistemi

impiantistici e gestionali atti alla loro massima riduzione. In linea generale si può comunque dire

che i limiti previsti per l'incenerimento consentono un contenimento rispetto sia a quelli delle attuali

centrali energetiche - con limiti in deroga - sia di altre forme di combustione - con limiti più elevati.

9.2.5.1 Le emissioni

Una valutazione corretta delle emissioni di un impianto di termovalorizzazione dei rifiuti con

una linea di depurazione dei fumi dotata della migliore tecnologia disponibile, non può prescindere

dal considerare il confronto con le emissioni prodotte da altre attività che comportano il rilascio di

inquinanti nell'atmosfera. Questo può costituire un elemento importante per l'interpretazione del

significato ambientale dell'attività di termovalorizzazione dei rifiuti.

In particolare si può osservare che per i macroinquinanti della combustione (NOx, SOx,

CO e SOV) la termovalorizzazione, se ben condotta e controllata, non pone problemi particolari

rispetto all'impiego di combustibili convenzionali, e che anzi per NOx ed SOx l'energia prodotta

con gli RSU risulta più pulita. Resta invece da valutare il significato di emissioni di elevata tossicità

quali diossine e metalli pesanti, dal momento che anche le emissioni di IPA risultano largamente al

di sopra delle corrispondenti attribuibili al carbone ed all'olio nelle combustioni convenzionali.

Confrontando i fattori di emissione in atmosfera di ciascuna delle principali fonti conosciute

di diossine, cadmio, mercurio e piombo, il contributo dell'incenerimento può essere rilevante se le

tecnologie di controllo in fase di gestione non sono più che adeguate. Ciononostante, le tecnologie

di depurazione attuali e le rimozioni alla fonte di componenti dei rifiuti ricche di metalli pesanti

(raccolta differenziata) tendono ad allineare l'emissione all'ordine di grandezza delle combustioni

fisse di olio, carbone e legna, soprattutto per ciò che riguarda cadmio e piombo.

Un altro approccio all'interpretazione delle emissioni viene dal confronto, in termini di

concentrazione in atmosfera e di deposito al suolo, fra il contributo dell'impianto e la situazione di

fondo, di norma riferita ad aree caratterizzate. I contributi attesi da impianti realizzati secondo la

migliore tecnologia disponibile si collocano al livello delle presenze riscontrabili in aree remote

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 170

(intendendo con questo termine aree, anche abitate, situate a grande distanza da insediamenti

industriali) e, nel caso della diossina, largamente al di sotto di valori rilevati in aree rurali.

La combustione della sola frazione secca del rifiuto, rispetto alla combustione del rifiuto “tal quale”

e/o della frazione organica stabilizzata, dà ulteriori garanzie di corretta gestione di fondo per la

stabilità del prodotto da bruciare, ed anche per le maggiori temperature di combustione che si

raggiungono. La temperatura di combustione più elevata, con minori problemi di corrosione,

consente prestazioni migliori in termini di rendimento termico e recupero energetico, oltre che

maggiori garanzie di limitazione degli inquinanti.

9.2.6 Impatto acqua

1 ) Uso

Il consumo d'acqua negli impianti di termovalorizzazione è legato al raffreddamento e al sistema

di abbattimento delle emissioni. Rispetto al contenimento dei consumi idrici è opportuno che nella

progettazione degli impianti sia previsto il riutilizzo delle acque nelle diverse fasi dei cicli di

funzionamento.

2) Inquinamento

Mentre le discariche hanno essenzialmente impatti diretti sull’acqua, gli impianti di

termovalorizzazione presentano impatti associati alle ricadute.

Sovrapponendo in fase di valutazione di dettaglio le mappe relative alla diffusione delle emissioni

nell'atmosfera sull'area vasta alla carta idrologica e di qualità delle acque, si possono rilevare i

bacini più o meno interessati dalle ricadute.

E' importante considerare che in un torrente vanno a confluire gli apporti dei dilavamento di

aree di una certa dimensione; per questo nel considerare le ricadute e le loro interferenze sulla

qualità delle acque bisogna prendere in considerazione questo fenomeno di amplificazione della

concentrazione degli inquinanti.

9.2.7 Impatto suolo

1) Inquinamento

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 171

Nella termovalorizzazione i valori di concentrazione degli inquinanti possono essere direttamente

utilizzati per valutazioni sulla qualità dell'aria; sotto diverso profilo vanno considerate le

deposizioni al suolo.

Poiché i rilasci di inquinanti avvengono in quota, la deposizione per via secca (per la quale è

necessario il contatto del pennacchio con il suolo) è per brevi distanze dal camino da considerare

trascurabile rispetto a quella umida, sulla quale l'altezza del rilascio non ha influenza alcuna in

quanto determinata dalla pioggia che cadendo dilava tutta la colonna verticale compresa tra la base

della nuvola ed il suolo.

A distanze superiori a qualche chilometro, però, i valori di deposizione per via secca

diventano paragonabili a quelli per via umida.

Circa la deposizione per via umida i calcoli sono più complessi perché devono tenere conto

dell'impoverimento del pennacchio in funzione della distanza dal punto di rilascio, dei dati relativi

alla pioggia e di quelli relativi alle quantità depositate in relazione alla direzione del vento.

Sulla base di quanto sopra si può evidenziare come, anche ipotizzando un coefficiente di

allontanamento delle ricadute dal terreno per migrazione nel sottosuolo, ruscellamento, ecc., pari a

circa il 10% all'anno (valore in genere riportato per i terreni adibiti ad uso agricolo) nel corso degli

anni le quantità si accumulano, e possono essere raggiunti livelli di equilibrio fino a 10 volte

superiori alle quantità annue.

2) Occupazione

La soluzione che implica il minor quantitativo di rifiuto in discarica è la termovalorizzazione previa

separazione secco-umido, stabilizzazione della frazione organica e sua successiva combustione: tale

soluzione porta ad una riduzione sino al 24% del volume del rifiuto in ingresso. Va però considerato

che gli impianti di separazione secco-umido e stabilizzazione della frazione organica richiedono a

loro volta impegno di suolo.

La separazione della frazione organica e la sua stabilizzazione, se non è possibile ipotizzare una sua

destinazione diversa dalla discarica, non risulta conveniente dal punto di vista dell'occupazione del

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 172

suolo, in quanto riduce l'effetto della termovalorizzazione dei rifiuti e richiede ampi spazi per il

trattamento. Nel Piano Provinciale si è comunque adottata questa ipotesi ritenendo probabile ed

auspicabile la promozione dell’utilizzo della frazione organica stabilizzata anche per altri scopi

(recuperi ambientali di aree degradate).

9.2.8 Trasporto

La scelta degli ambiti territoriali impone bacini anche di dimensioni rilevanti, ma il

contenimento dei trasporti può essere colto grazie a scelte di localizzazione degli impianti

baricentriche rispetto al bacino di utenza e in modo che i diversi impianti dei sistema integrato non

siano reciprocamente troppo lontani.

In relazione alle potenzialità degli impianti e ai bacini di utenza degli stessi, è ragionevole

ipotizzare la presenza di un traffico veicolare di un certo rilievo, ma comunque di entità analoga a

quello già esistente relativo al trasporto dei rifiuti.

Al fine di realizzare il sistema di trasporto, il Piano Provinciale ipotizza l'esistenza di stazioni di

trasferimento presso i Centri di Conferimento nelle quali i rifiuti, scaricati dagli automezzi

compattatori, vengono sistemati su auto articolati per il conferimento agli impianti di separazione

secco-umido.

Se si escludono le aree più prossime agli impianti, l'impatto sul territorio della viabilità

indotta non è sicuramente rilevante, e comunque non dà luogo ad un aumento di traffico pesante

rispetto alla situazione attuale.

Con l’ipotesi del termovalorizzatore a servizio di più Ambiti ottimali, nasce l’esigenza del trasporto

della frazione secca tra i territori interessati.

Si è scelto anche per questo motivo di movimentare la sola frazione secca destinata al

termovalorizzatore finale, così da ridurre il traffico dei mezzi e limitare i possibili impatti dovuti ad

esempio al trasferimento su ruota di rifiuti “tal quali” o anche di frazione organica stabilizzata

(polveri).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 173

9.2.9 Accettabilità sociale

Rispetto all'accettabilità sociale, il Piano Provinciale propone l'adozione di metodologie di

coinvolgimento della popolazione nelle scelte mediante l'apertura di un confronto con gli Enti locali

ed i soggetti sociali presenti sul territorio. Sono obiettivi del Piano l'assicurazione costante della

trasparenza dei processi decisionali e la facilitazione della comprensione dei problemi tramite

l'informazione, la formazione e la sensibilizzazione.

Il metodo adottato si presenta in linea con i principi della sostenibilità, ed in particolare si

inserisce nell'ottica dell'Agenda XXI nel processo di condivisione e concertazione delle scelte

ambientali.

In Italia è sempre più difficile reperire siti idonei all'installazione di nuova impiantistica di

smaltimento rifiuti a causa dell'alta densità di popolazione e dell'alto valore paesaggistico e

turistico dei territori. Alle difficoltà tecniche ed oggettive si aggiunge l'opposizione crescente delle

popolazioni che, al di là di componenti emotive, è stata ed è alimentata dall'inadeguatezza

tecnologica degli impianti realizzati in passato, non che dalla scarsa credibilità attribuita

all'efficienza gestionale delle pubbliche amministrazioni.

Rispetto a questo indicatore l'analisi deve tenere in considerazione diversi ordini di problemi.

Da un lato la realizzazione di nuovi impianti induce generalmente la reazione dei cittadini

residenti in prossimità del sito prescelto: infatti l'area di ricaduta degli impatti diretti interessa in

modo pesante cittadini che si devono accollare l'onere di impianti che soddisfano bisogni di una

collettività più ampia.

Dall'altro anche la scelta di tecnologie "pulite" o "garantite" non è sufficiente a rendere

accettabile un impianto tecnologico, in quanto la sfiducia si sposta sul sistema di gestione e di

controllo da parte delle pubbliche amministrazioni nonché sulla correttezza dei comportamenti

della comunità.

Ai fini dell'accettabilità sociale occorre quindi spostare l'attenzione dal singolo impianto a tutto il

contesto territoriale individuato, adottando un approccio globale che non si ponga in termini di

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 174

indennizzo ma di valutazione della pressione complessiva che viene esercitata sul territorio.

Rispetto all'accettabilità sociale un elemento di valutazione può essere costituito dall'impatto

dovuto alla visibilità degli impianti valutato in relazione al contesto di elevato pregio paesaggistico

dell'intera Regione, caratterizzata peraltro da consistenti flussi turistici.

L'impatto degli impianti sull'occupazione e sull'economia della zona non può essere

considerato come elemento rilevante ai fini di questo indicatore.

E' possibile sviluppare ulteriormente l'analisi di questo indicatore in rapporto alle dimensioni

dell'area vasta interessata e ad aspetti legati alla sensibilizzazione ed informazione dei cittadini sia

nei confronti dell'accettazione degli impianti, sia riguardo comportamenti consapevoli e corretti

(raccolta differenziata, corretto conferimento dei rifiuti per tipologie, riduzione della produzione dei

rifiuti).

9.2.10 Costi

La valutazione dei costi delle diverse opzioni di smaltimento dei rifiuti è di

fondamentale importanza ai fini di una corretta pianificazione. La stima teorica dei costi richiede la

quantificazione di innumerevoli parametri a valle di una valutazione accurata dei rischi e dei

benefici associati alla scelta adottata.

La disamina di tutti gli scenari tiene conto delle seguenti considerazioni:

a) le condizioni di mercato per le frazioni recuperate non sono tali da aver prodotto in Regione

Liguria a tutt’oggi significative iniziative imprenditoriali nel settore della loro valorizzazione;

inoltre, l'incremento di offerta che si prevede venga a determinarsi da parte delle regioni limitrofe

rischia di penalizzare il rifiuto ligure (che presenta costi di raccolta oggettivamente superiori in

ragione della conformazione territoriale) per quanto riguarda l'accesso agli impianti di riciclaggio

presenti in Regione (vetrerie, cartiere, ecc);

b) in considerazione di quanto evidenziato ai punto precedente, appare opportuno proseguire ed

intensificare la politica di incentivazione al recupero, sia attraverso il sostegno economico per la

realizzazione di impianti finalizzati alla raccolta differenziata ed alla lavorazione delle frazioni

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 175

raccolte, sia promuovendo accordi commerciali di lungo periodo con i soggetti economici

interessati; solo in questo modo potranno essere ragionevolmente incrementate le possibilità di

cogliere gli obiettivi di raccolta posti dal D. Lgs. 22/97, e quindi di sottrarre effettivamente allo

smaltimento i flussi di rifiuti della raccolta differenziata;

c) in ogni caso appare opportuno, in una logica di pianificazione, garantire un certo margine di

sovradimensionamento degli impianti, oltre a quello specifico per ogni singolo impianto, in modo

da garantire comunque l'autosufficienza nello smaltimento;

d) la soluzione tecnologica che prevede la produzione di frazione secca, o ancor più di C.D.R. (da

utilizzare come combustibile in impianti convenzionali) ed il conferimento a discarica della frazione

organica stabilizzata è senza dubbio la migliore sotto il profilo dei costi aziendali: sono infatti

minimizzati i fabbisogni di investimento, e la messa in discarica del prodotto di scarto è la forma di

smaltimento più economica, sia dal punto di vista dei costi di investimento che di gestione;

l’opzione con produzione di C.D.R. è peraltro quella che presenta i maggiori rischi strategici,

essendo quella che massimizza il conferimento a discarica; più concreta è l’opzione con produzione

di frazione secca, che comporta la realizzazione di impianti dedicati, ma la garanzia del

funzionamento del sistema nel suo complesso;

e) per l'incenerimento dei rifiuti si dispone di una rilevante quantità di dati anche se, spesso,

scarsamente omogenei e condizionati dalla grande differenziazione dei contesti in cui tali

impianti sono stati realizzati ed eserciti; in linea generale, si può sottolineare che, analogamente al

contesto nazionale, la realizzazione di quattro (o cinque) impianti in Liguria, come previsto dal

Piano Regionale, necessari per incenerire tutti i rifiuti residui, al netto della raccolta differenziata,

avrebbe un impatto non indifferente dell'ordine dei 360 milioni di Euro in termini di costi di

investimento, mentre sarebbe penalizzante, sotto il profilo dei costi di gestione, se la disciplina delle

incentivazioni per la produzione di energia elettrica, di cui si attende l'emanazione, si rivelasse poco

interessante. In primo luogo si evidenzia che la realizzazione di un unico impianto di

termovalorizzazione al servizio di più Ambiti avrebbe una ricaduta economica positiva sia sotto il

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Sostenibilità ambientale 176

profilo dell’investimento complessivo, che sotto l’aspetto gestionale, tenuto conto anche della più

corretta taratura dell’impianto (riferita alle quantità da trattare).

Tenendo presente anche sotto il profilo economico oltre che strategico generale, data la situazione

normativa e di mercato che si è delineata, che è opportuno perseguire la maggiore flessibilità

possibile del sistema, diversificando i "rischi economici" che sono inevitabili qualunque sia

l'opzione tecnologica che si adotta, appare opportuna una valutazione integrata degli scenari

proposti dal Piano Regionale di gestione dei rifiuti.

Per quanto riguarda il compost, la stima grossolana delle possibili utilizzazioni in settori

diversi da quello agricolo si può effettuare attribuendo in maniera proporzionale alla Liguria i valori

stimati da Federambiente su scala nazionale: si ottiene un quantitativo di 30.000 tonnellate/anno.

Tale quantitativo è congruente con la produzione "minima" di compost (ovvero quella derivante da

impianti di selezione delle Province di Imperia e Savona, più il Tigullio) che ammonta, secondo il

Piano Regionale a circa 28.000 ton; il Piano Provinciale di Imperia prevede di trattare circa 14.000

ton/anno di compost in impianti dedicati all’anno 2003.

A fronte di specifici programmi di utilizzazione della frazione organica stabilizzata (compost di

scarsa qualità), ottenibile da processi di selezione a valle (rispondente in ogni caso ai requisiti della

Deliberazione Interministeriale 27 Luglio 1984, di attuazione del D.P.R. 915/82), ad esempio per il

reimpianto ed il rimboschimento delle aree danneggiate dagli incendi o per la risistemazione

ambientale delle cave dismesse, i quantitativi potrebbero aumentare, giustificando a maggior

ragione la scelta di non inviare ad incenerimento tale prodotto.

Si precisa che per le utilizzazioni in agricoltura e per impieghi minori a scala locale si prevede

l'impiego del compost di qualità ottenuto dalla raccolta differenziata, i cui quantitativi rientrano

nelle quote-obiettivo fissate dalla norma.

La produzione e l’utilizzo invece del C.D.R. (combustibile derivato dai rifiuti) presenta, tra le altre,

due criticità fondamentali:

• la prima legata agli esiti delle sperimentazioni di combustione nella centrale ENEL di

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 177

Fusina (ad oggi l'unica dotata degli impianti di abbattimento necessari per la utilizzazione di

C.D.R.) ed ai tempi di adeguamento delle centrali liguri;

• la seconda, di ordine macroeconomico ed amministrativo, che dovrebbe prevedere di

"riservare" le centrali al C.D.R. prodotto in Liguria.

Le considerazioni sulle concrete difficoltà che incontra tale opzione ed il fatto che, ancora oggi,

oltre l'80% del C.D.R. prodotto dai 23 impianti che risultano operativi in Italia finisce in discarica,

rendono preferibili approcci assai prudenti; per cui si è optato per la produzione della sola frazione

secca.

9.2.11 Eventi incidentali

Dal punto di vista degli eventi incidentali, più si complicano e si moltiplicano le tecnologie che

vengono messe in atto, più si sommano le probabilità di eventi indesiderati.

L'utilizzo di tecnologie consolidate consente invece di valutare in modo più oggettivo il rischio

associato alle diverse operazioni con il relativo fattore di probabilità che l'evento si possa verificare.

Occorre anche tener conto delle operazioni di raccolta, trasporto, carico e scarico dei rifiuti nelle

diverse fasi del ciclo integrato.

L'esistenza di un certo tipo di rischio non deve però diventare motivo di esclusione di una scelta, ma

implica che, mediante un'analisi puntuale di tale rischio, possano essere prese tutte le misure

tecnologiche e procedurali che consentano di abbassare la probabilità che tale evento si verifichi,

anche dopo anni di gestione e manutenzione degli impianti.

Si ritiene che il sistema impiantistico scelto per la pianificazione provinciale sia di tipo semplice e

consolidato, e quindi tale da limitare la probabilità di eventi accidentali. Per ovvi motivi, il

passaggio da un termovalorizzatore per ogni Provincia ad un termovalorizzatore al servizio di più

Ambiti ridurrebbe ulteriormente le possibilità di eventi accidentali.

9.3 Valutazione delle scelte tecnologiche

In analogia al metodo adottato dal Piano Regionale di gestione dei rifiuti, si è elaborata la

valutazione dei singoli indicatori in modo quantitativo. In particolare:

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 178

• Riduzione del volume dei rifiuti: è stato valutato per ogni scenario il quantitativo di rifiuti

destinati a discarica; nel Piano Provinciale la valutazione è stata specificatamente elaborata per

l’Ambito Imperiese.

• Recupero energetico potenziale: valutato come potere calorifico specifico per quantità di

rifiuti destinati a termovalorizzazione.

• Recupero di materia: la valutazione è semi quantitativa, e lo scenario al 2003 risulta

preferibile all'attuale situazione a seguito del conseguimento degli obiettivi della raccolta

differenziata al 35% e dell'attivazione di politiche per la riduzione della produzione dei rifiuti; di

conseguenza il Piano Provinciale ha previsto uno scenario con impianti di recupero e selezione

e con produzione di compost in parte destinato a discarica o per recuperi ambientali e bonifiche,

e in parte ad utenza (compost di qualità), mantenendo di conseguenza un potenziale utilizzo sul

territorio.

• Impatto aria emissioni: la valutazione è semiquantitativa e, indipendentemente dalla

tecnologia adottata, si è tenuto conto delle emissioni in senso massivo, e pertanto si è valutato il

quantitativo di rifiuti destinato a termovalorizzazione nello scenario conseguente all’attuazione.

• Impatto acqua consumi: si è tenuto conto del consumo d'acqua negli impianti di

termovalorizzazione per raffreddamento, e pertanto i valori sono proporzionali al quantitativo di

rifiuti destinato a termovalorizzazione.

• Inquinamento acqua: è stato valutato in rapporto al quantitativo di rifiuti destinato a discarica

in quanto, pur in presenza di impianto di captazione e depurazione del percolato, il comparto

acqua è interessato dagli impatti della discarica.

• Inquinamento suolo: valgono le stesse considerazioni effettuate per il comparto acqua.

• Occupazione del suolo: il Piano Regionale di gestione dei rifiuti valuta i volumi dei rifiuti

destinati a discarica, diminuiti di un fattore relativo alla superficie del suolo occupata dagli

impianti di separazione; il fabbisogno calcolato all’anno 2003 per la Provincia di Imperia è pari

a 82 ton/365, per cui il punteggio assunto è 4.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 179

Fabbisogno discarica al t/365 Punteggio <50 5

50 – 100 4 100 – 150 3 150 – 200 2

>200 1 Tabella 9-3

Per il fabbisogno di impianti il valore determinato per la Provincia di Imperia è pari a 144 ton/365

all’anno 2003, per cui il fattore è assunto pari a 0.

Fabbisogno impianti al t/365 Fattore

<200 0 200 – 500 -1

>500 -2 Tabella 9-4

• Accettabilità sociale: in questo delicato comparto sono stati presi in considerazione i seguenti

fattori:

1. lo status quo è sempre preferito rispetto alla realizzazione di nuovi impianti;

2. la tecnologia ha una certa rilevanza, soprattutto se si tratta di tecnologie innovative e

pulite; gli impianti scelti nel Piano Provinciale sono di tipo tradizionale, collaudato, di poco

impatto, “puliti”;

3. le dimensioni degli impianti hanno una notevole rilevanza nella contrattazione sociale: sono

stati scelti impianti di taglia media, distribuiti equamente sul territorio;

4. non è stato considerato nella valutazione di questo indicatore il fattore costi di realizzazione,

di gestione e smaltimento rifiuti, già valutato in altro indicatore.

• Trasporti: è stato valutato il numero degli spostamenti e i quantitativi movimentati nello

scenario finale ipotizzato all’anno 2003.

• Costi: sono stati confrontati i costi rispetto ai diversi scenari possibili.

• Eventi incidentali: sono stati valutati considerando che ogni passaggio tecnologico aggiuntivo

alza la possibilità che si verifichi un evento non desiderato; non è stato in alcun modo

considerata la gravità possibile dell'evento.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 180

Nella Tabella 9-5 successiva sono presentati in sintesi i valori variabili da 1 a 5 attribuiti alla scelta

tecnologica adottata nel Piano della Provincia di Imperia rispetto agli indicatori individuati.

Il quadro è funzionale a evidenziare l'impatto relativo dei diversi scenari su ogni indicatore in

termini assoluti, indipendentemente, quindi, dal "peso" di ciascun indicatore.

Sostenibilità degli scenari Discarica Termo

utilizzatore Impianto secco umido e

termoutilizzatore CDR e termoutilizzatore

INDICATORI Situazione attuale Termovalor.

Termovalor. del secco

umido trattato in discarica

Termovalor. del secco e

umido trattato

Termovalor. del CDR

umido trattato in discarica

Termovalor. del CDR

umido trattato

Riduzione del volume dei rifiuti � ���� ��� ���� ��� ����

Recupero di materia � �� ���� ��� ���� ��� Impatto aria: emissioni ��� � ���� ��� ���� ��� Impatto acqua: consumo ����� � ���� ��� ���� ��� Impatto acqua: inquinanti � ���� ��� ���� ��� ���� Inquinamento del suolo �� ���� ��� ���� ��� ���� Occupazione del suolo � ���� ���� ���� �� ��� Recupero energetico � ����� ���� ���� ���� ���� Trasporto ���� ���� �� ��� �� ��� Costi ����� ���� ��� � ��� � Eventi inc. ���� ���� ��� ��� ��� ��� Accettabilità sociale ���� � ���� ��� ���� �

Tabella 9-5

Il valore attribuito ai singoli indicatori tiene conto dei fattori di contestualizzazione evidenziati nel

Piano Regionale di gestione di rifiuti: in particolare della ipotesi di avere un unico termoutilizzatore

al servizio di più ambiti.

9.4 Valutazione degli scenari

Al fine di individuare una gamma più ristretta rispetto alla totalità degli scenari ipotizzati, il Piano

Regionale di gestione dei rifiuti ha elaborato un modello che consente di valutarli in modo

complessivo.

L'applicazione del modello comporta:

• una valutazione più puntuale degli indicatori sulla base delle condizioni territoriali della

Provincia e delle possibilità di integrazione tra più ambiti;

• attribuzione di un peso agli indicatori, in modo tale da renderli confrontabili;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 181

• il calcolo, per somma pesata, dell'indice di efficacia di smaltimento di ciascuno scenario.

La valutazione dei possibili scenari passa anche attraverso l’analisi puntuale delle caratteristiche di

idoneità di ogni sito indicato nel presente Piano Provinciale come possibile per ospitare la

realizzazione dei previsti impianti:

- Centri di Conferimento;

- impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione;

- impianti di separazione secco–umido, stabilizzazione e compostaggio della FORSU;

- impianto di termovalorizzazione.

9.5 Peso degli indicatori

Il modello prevede di attribuire a ciascun indicatore un peso di valore compreso tra 1 e 5.

Nel caso della Provincia di Imperia sono stati assegnati i seguenti pesi, accettando quelli del Piano

Regionale:

Riduzione del volume dei rifiuti 3 Recupero di materia 2 Impatto aria: emissioni 4 Impatto acqua: consumi 1 Impatto acqua: inquinanti 4 Impatto suolo: inquinanti 4 Impatto suolo: occupazione 2 Recupero energetico 5 Trasporti 3 Costi 5 Eventi incidentali 3 Accettabilità sociale 5

Tabella 9-6

In funzione della natura strategica locale, si è dato particolare peso ai fattori legati agli inquinamenti

e al “Recupero energetico”, fattori a forte richiamo ambientale, oltre ai “Costi” ed alla

“Accettabilità sociale”, fattori legati alla particolare morfologia del territorio provinciale ed alla

pressoché totale mancanza di insediamenti di tipo industriale.

In analogia con il Piano Regionale di gestione dei rifiuti, sono stati quindi considerati tre separati

aspetti, e cioè:

A - ambientali (Riduzione dei volume dei rifiuti, Recupero di materia, Impatto aria

emissioni, Impatto acqua consumi, Inquinamento acqua, Inquinamento suolo, Occupazione

del suolo);

E - economici (Recupero energetico potenziale, Trasporti, Costi);

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 182

S - sociali (Eventi incidentali, Accettabilità sociale).

Nel caso della Provincia di Imperia si è posto che i tre aspetti abbiano peso complessivo differente,

e cioè: Ambientali = 15, Economici = 10, Sociali = 10; in questo modo viene privilegiata la tutela

ambientale rispetto alle valutazioni di carattere economico e sociale. Si è così proceduto a

standardizzare i valori precedentemente attribuiti ai singoli indicatori, da cui sono risultati i seguenti

pesi standardizzati:

Peso standardizzato degli Indicatori Ambientali 2.25 Riduzione del volume dei rifiuti 1.50 Recupero di materia 3.00 Impatto aria: emissioni 0.75 Impatto acqua: consumi 3.00 Impatto acqua: inquinanti 3.00 Impatto suolo: inquinanti 1.50 Impatto suolo: occupazione 15 Totale

Tabella 9-7

Peso standardizzato degli Indicatori Economici 3.85 Recupero energetico 2.30 Trasporto 3.85 Costi 10 Totale

Tabella 9-8

Peso standardizzato degli Indicatori Sociali 3.75 Eventi incidentali 6.25 Accettabilità sociale 10 Totale

Tabella 9-9

9.5.1 Applicazione del modello.

Moltiplicando il peso dell'indicatore standardizzato per il valore attribuito per ciascun scenario, si

ottiene il contributo dell'indicatore alla valutazione dello scenario stesso: la somma dei contributi di

tutti gli indicatori consente pertanto di ottenere un valore indice definito "Efficacia relativa di

smaltimento dello scenario".

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 183

Peso Peso

standar-dizzato

INDICATORI DI SOSTENIBILITA’

Termoutiliz-zatore e discarica

Impianti di separazione secco-umido o CDR, quindi un termoutilizzatore e una discarica

Secco-umido CDR umido in

discarica umido a termoutil.

umido in discarica

umido a termoutil.

3 2,25 Riduzione del volume dei rifiuti 4 3 (6.75) 4 (9.00) 3 (6.75) 4 (9.00)

2 1,50 Recupero di materia 2 4 (6.00) 3 (4.50) 4 (6.00) 3 (4.50) 4 3,00 Impatto aria: emissioni 1 4 (12.00) 3 (9.00) 4 (12.00) 3 (9.00) 1 0,75 Impatto acqua: consumi 1 4 (3.00) 3 (2.25) 4 (3.00) 3 (2.25)

4 3,00 Impatto acqua: inquinanti 4 3 (9.00) 4 (12.00) 3 (9.00) 4 (12.00)

4 3,00 Impatto suolo: inquinanti 4 3 (9.00) 4 (12.00) 3 (9.00) 4 (12.00)

2 1,50 Impatto suolo: occupazione 4 4 (6.00) 4 (6.00) 2 (3.00) 3 (4.50)

5 3,85 Recupero energetico 5 4 (15.40) 4 (15.40) 4 (15.40) 4 (15.40) 3 2,30 Trasporti 4 2 (4.60) 3 (6.90) 2 (4.60) 3 (6.90) 5 3,85 Costi 4 3 (11.55) 1 (3.85) 3 (11.55) 1 (3.85) 3 3,75 Eventi incidentali 4 3 (11.25) 3 (11.25) 3 (11.25) 3 (11.25) 5 6,25 Accettabilità sociale 1 4 (25.00) 3 (18.75) 4 (25.00) 1 (6.25) (119,55) (110.90) (116.55) (96.9)

Tabella 9-10

Il valore indice di “Efficacia relativa di smaltimento dello scenario” ipotizzato nella pianificazione

per la Provincia di Imperia è pari a 119,55 valore positivo, se comparato con i valori degli eventuali

scenari alternativi. Le sole alternative con impianto C.D.R. portano in teoria a indici comparabili,

ma per tutte le incertezze citate e descritte non si ritiene prudente ed opportuno adottarle. Il risultato

dell’analisi dimostra quindi la compatibilità ambientale dello scenario di pianificazione proposto

per la Provincia di Imperia.

9.6 Studio di sostenibilità ambientale dei siti proposti

In analogia a quanto già proposto nei precedenti paragrafi per la valutazione di sostenibilità

ambientale dei differenti scenari previsti dal Piano, nel presente paragrafo viene eseguita l’analisi di

sostenibilità dei siti proposti per la localizzazione degli impianti previsti dalla pianificazione. In

particolare, lo scopo è quello di arrivare ad ottenere un confronto sia quantitativo che qualitativo

dell’abbinamento sito + impianto tra le alternative proposte. L’analisi viene effettuata utilizzando

tra gli indicatori suggeriti dalla Regione Liguria nel Piano di Gestione dei Rifiuti approvato con

D.C. Regione Liguria n° 17 del 29/07/2000, quelli ritenuti più significativi e mirati alla valutazione.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 184

Gli indicatori scelti, suddivisi a seconda dei principali aspetti che caratterizzano la gestione dei

rifiuti, sono pertanto i seguenti:

ASPETTI AMBIENTALI

• Impatto aria – emissioni: parametro indipendente dalla tecnologia impiantistica adottata,

che tiene conto delle emissioni impattanti rispetto al territorio in cui l’impianto è

previsto;

• Impatto acqua – consumo: parametro che valuta il consumo di acqua nelle varie fasi di

lavorazione e trattamento dei rifiuti previste negli impianti di gestione rifiuti quali i

Centri di Conferimento, l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione del

materiale proveniente dalla raccolta differenziata, gli impianti di separazione secco-

umido con stabilizzazione e compostaggio della frazione organica, gli impianti per lo

smaltimento finale tra cui il termoutilizzatore e le discariche;

• Impatto acqua – inquinamento: parametro che tiene conto dell’incidenza delle emissioni

impattanti rispetto al territorio in cui l’impianto va a collocarsi;

• Impatto suolo – inquinamento: parametro per il quale valgono le stesse considerazioni

fatte per il punto precedente;

• Impatto suolo – occupazione: parametro che valuta le superfici occupate dall’impianto

ed i volumi dei rifiuti destinati a smaltimento.

ASPETTI ECONOMICI

• Recupero energetico: parametro valutato come potere calorifico specifico per quantità di

rifiuti destinati al termovalorizzazione ed anche in base alla presenza di utenze

potenzialmente servite da un eventuale circuito di teleriscaldamento; questo parametro è

considerato solamente per la scelta dei siti del termovalorizzatore;

• Trasporto: parametro che considera il numero degli spostamenti, la baricentricità del sito

rispetto alle varie utenze, la viabilità esistente. Il parametro trasporto è strettamente

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 185

correlato al parametro costi, visto che influisce sulla necessità o meno di migliorare a

viabilità esistente ovvero realizzare nuove strade;

• Costi: parametro che non tiene conto dei costi di realizzazione dell’impianto, in quanto

uguali relativamente al tipo di impianto esaminato e per ogni sito analizzato; tiene

invece conto delle opere al contorno necessarie all’insediamento degli impianti quali le

strade di accesso, la messa in sicurezza dei siti (ad esempio gli interventi previsti dai

piani di bacino, ecc.), le eventuali opere di bonifica del sito.

ASPETTI SOCIALI

• Eventi incidentali: parametro che considera l’aumento della possibilità che si verifichi

un evento incidentale ad ogni passaggio tecnologico ovvero ad ogni trasporto

aggiuntivo;

• Accettabilità sociale: per questo parametro, sono tenuti in considerazione alcuni fattori,

tenendone conto in maniera integrata su scala provinciale, tra cui:

o la preferibilità di integrare, ampliare o adattare impianti già esistenti rispetto alla

realizzazione di nuovi;

o la forte rilevanza e preferenza verso tecnologie innovative e “pulite”, ma già

collaudate ed affidabili;

o la dimensione degli impianti, parametro molto rilevante in sede di contrattazione

sociale, anche con riferimento all’ampiezza del bacino di utenza di competenza

dell’impianto.

9.6.1 Valutazione dei pesi degli indicatori

Al fine di individuare una serie ristretta di scelte preferibili rispetto a quelle individuate,

analogamente a quanto proposto dalla Regione Liguria, nel presente Piano Provinciale è stato

elaborato un “modello” che consente di valutare complessivamente i diversi siti tenendo conto del

previsto impianto, comportando una valutazione più mirata degli indicatori in funzione delle

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 186

condizioni territoriali della Provincia, e l’attribuzione ai vari indicatori di un peso al fine di renderli

confrontabili.

Il modello attribuisce ad ognun indicatore un peso compreso tra il valore minimo pari a 1 e quello

massimo pari a 5; il valore attribuito esprime direttamente il grado di importanza del parametro

considerato. I pesi addottati sono quelli proposti dal Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione

Liguria.

INDICATORI AMBIENTALI PESO

Impatto aria: emissioni 4

Impatto acqua: consumo 1

Impatto acqua: inquinamento 4

Impatto suolo: inquinamento 4

Impatto suolo: occupazione 2

TOTALE 15

INDICATORI ECONOMICI PESO

Recupero energetico 5

Trasporto 3

Costi 5

TOTALE 13

INDICATORI SOCIALI PESO

Eventi incidentali 3

Accettabilità sociale 5

TOTALE 8

Tabella 9-11 L’indicatore “Recupero energetico” viene preso in considerazione solamente nella valutazione dei

siti destinati alla localizzazione degli impianti di termovalorizzazione. Pertanto, il totale dei pesi

degli indicatori economici nella valutazione della localizzazione delle altre tipologie di impianti, è

pari a 8.

Per un’obiettiva valutazione delle scelte localizzative degli impianti, si è ritenuto opportuno

standardizzare i pesi degli indicatori assegnando agli indicatori Ambientali il valore 15, agli

indicatori Economici e Sociali il valore 10. In questo modo viene privilegiata la tutela ambientale

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 187

rispetto alle valutazioni di carattere economico e sociale. I pesi standardizzati degli indicatori

risultano pertanto essere i seguenti

INDICATORI AMBIENTALI PESO STANDARDIZZATO

Impatto aria – emissioni 4

Impatto acqua – consumo 1

Impatto acqua – inquinamento 4

Impatto suolo – inquinamento 4

Impatto suolo – occupazione 2

TOTALE 15

INDICATORI ECONOMICI

(per i siti destinati alla localizzazione del

termovalorizzatore)

PESO STANDARDIZZATO

Recupero energetico 3.8

Trasporto 2.4

Costi 3.8

TOTALE 10

INDICATORI ECONOMICI

(per i siti destinati alla localizzazione di altre

tipologie di impianto)

PESO STANDARDIZZATO

Trasporto 3.8

Costi 6.2

TOTALE 10

INDICATORI SOCIALI

PESO STANDARDIZZATO

Eventi incidentali 3.8

Accettabilità sociale 6.2

TOTALE 10

Tabella 9-12

9.6.2 Applicazione del modello

Per l’applicazione del “modello”, su ciascun sito da analizzare occorre moltiplicare il peso

dell’indicatore standardizzato per il rispettivo valore attribuito, ottenendo il contributo

dell’indicatore di sostenibilità in relazione alla valutazione del sito stesso. La somma dei contributi

di tutti gli indicatori consente di ottenere un valore di preferibilità del sito in funzione del tipo di

impianto cui viene destinato.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 188

Per l’assegnazione del valore, ad ogni singolo indicatore ambientale, fermo restando 1÷5 il range

dei valori attribuibili, si è proceduto nel seguente modo:

o Indicatori ambientali: a basso impatto viene attribuito un alto valore, ad alto impatto

viene attribuito un valore basso; ad esempio, ad impianti che comportano un

bassissimo impatto in atmosfera rispetto al territorio di ubicazione viene attribuito

all’indicatore il massimo valore, mentre un forte impatto sul suolo o sull’acqua

comporta all’indicatore l’attribuzione di un basso valore;

o Indicatori economici: ad alta componente di recupero energetico, relativamente al

termovalorizzatore, corrisponde un alto valore attribuito, mentre ad alti costi di

adeguamento e di sistemazione delle aree e della viabilità di collegamento ovvero ad

alto numero di movimentazioni e di trasferimenti, corrisponde un basso punteggio;

o Indicatori sociali: ad alta accettabilità sociale corrisponde un punteggio alto, mentre

ad alto rischio di incidenti ambientali legati alle diverse fasi di lavorazione dei rifiuti

corrisponde un basso punteggio.

E’ possibile inoltre, sulla base del contenuto del Piano Regionale, tenere conto delle situazioni già

esistenti sul territorio al fine di valutare le peculiarità o le sinergie sul territorio provinciale. Il

procedimento si basa sull’introduzione di alcuni valori correttivi, chiamati fattori di

contestualizzazione, da applicare ai valori assoluti attribuiti ad ogni singolo indicatore.

I fattori di contestualizzazione sono riportati nella seguente tabella.

FATTORI DI

CONTESTUALIZZAZIONE

ACCETTABILITA’

SOCIALE

EMISSIONI

IN

ATMOSFERA

CONSUMI

D’ACQUA

OCCUPAZIONE

DEL SUOLO

RECUPERO

ENERGETICO

COSTI TRASPORTI

Preesistenza di impianti idonei a

utilizzare CDR o frazione secca

(ad esempio centrali ENEL)

+1 +1 +1 +1 +1 +1

Impianti di termovalorizzazione

al servizio di più ambiti o sub

ambiti territoriali

+1 +1 +1 +1 +1 +1 -1

Presenza di più impianti nello

stesso ambito

+1

Più impianti di separazione

piccoli o a tecnologia innovativa

+1

Tabella 9-13

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 189

Nel seguito vengono riportate le tabelle applicative del “modello” per ogni tipologia di impianto in

relazione ai potenziali siti di localizzazione. Le tabelle riportano, per ogni sito, nella prima colonna i

punteggi assegnati ad ogni indicatore, nella seconda colonna i punteggi assegnati eventualmente

corretti mediante i fattori di contestualizzazione, nella terza colonna i pesi standardizzati, nella

quarta colonna il prodotto dei punteggi assegnati ad ogni indicatore per il peso standardizzato, la cui

somma indica il grado di preferibilità del sito.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale 190

- COMUNE DI CAMPOROSSO -

- COMUNE DI VENTIMIGLIA -

CIAPAGNI

PUNTEGGIO PUNTEGGIO

CORRETTO

PESO

STANDARD.

PREFERIBILITA‘

DEL SITO

PUNTEGGIO PUNTEGGIO

CORRETTO

PESO

STANDARD.

PREFERIBILITA‘

DEL SITO

INDICATORI AMBIENTALI

Impatto aria – emissioni 4 4 4 16 3 3 4 12

Impatto acqua – consumo 5 5 1 5 5 5 1 5

Impatto acqua –inquinamento 4 4 4 16 4 4 4 16

Impatto suolo – inquinamento 4 4 4 16 4 4 4 16

Impatto suolo – occupazione 3 3 2 6 3 3 2 6

INDICATORI ECONOMICI

Trasporto 3 3 3.8 11.4 2 2 3.8 7.6

Costi 4 4 6.2 24.8 2 2 6.2 12.4

INDICATORI SOCIALI

Eventi incidentali 3 3 3.8 11.4 3 3 3.8 11.4

Accettabilità sociale 4 4 6.2 24.8 4 4 6.2 24.8

TOTALE 131.4 111.2

Tabella 9-14: Centro di Conferimento del Comprensorio Ventimigliese (A)

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale

191

- CO

MU

NE

DI SA

NR

EM

O -

SAN

PIET

RO

- CO

MU

NE

DI SA

NR

EM

O -

CA

VA

BIA

NC

HI (1)

- CO

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DI T

AG

GIA

-

CO

LL

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- CO

MU

NE

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NR

EM

O -

TR

ASC

A (1)

- CO

MU

NE

DI SA

NR

EM

O -

CIU

VIN

(1)

PU

NT

EG

GIO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO PU

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L SIT

O

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TE

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IO

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ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

IND

ICA

TO

RI

AM

BIE

NT

AL

I

Impatto aria – em

issioni 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto acqua – consum

o 5

5 1

5 5

5 1

5 5

5 1

5 5

5 1

5 5

5 1

5

Impatto acqua – inquinam

ento 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – inquinam

ento 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – occupazione

3 3

2 6

4 4

2 8

3 3

2 6

3 3

2 6

3 3

2 6

IND

ICA

TO

RI

EC

ON

OM

ICI

Trasporto

4

4 3.8

15.2 3

3 3.8

11.4 4

4 3.8

15.2 3

3 3.8

11.4 4

4 3.8

15.2

Costi

2 2

6.2 12.4

3 3

6.2 18.6

4 4

6.2 24.8

3 3

6.2 18.6

4 4

6.2 24.8

IND

ICA

TO

RI SO

CIA

LI

Eventi incidentali 3

3 3.8

11.4 2

2 3.8

7.6 3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4 4

4 3.8

15.2

Accettabilità sociale

3 3

6.2 18.6

3 3

6.2 18.6

3 3

6.2 18.6

4 4

6.2 24.8

2 2

6.2 12.4

TO

TA

LE

116.6

117.2

129.0

125.2

126.6

Tabella 9-15: Centro di Conferim

ento del Comprensorio Sanrem

ese (B)

(1) I siti sono per loro caratteristica idonei a ospitare assieme il C

entro di Conferim

ento del Com

prensorio Sanremese (B

) e l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione.

La graduatoria di merito, in quel caso, rim

ane la stessa riportata nel presente tabulato.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale

192

- CO

MU

NE

DI IM

PER

IA -

EX

MA

TT

AT

OIO

DI IM

PER

IA

- CO

MU

NE

DI C

HIU

SAN

ICO

-

BR

UG

HI

- CO

MU

NE

DI IM

PER

IA -

CA

RA

MA

GN

A

- CO

MU

NE

DI C

IPRE

SSA -

PIAN

DE

L BU

E

- CO

MU

NE

DI IM

PER

IA -

PON

TIC

ELL

I

PU

NT

EG

GIO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

EL

SITO

PUN

TE

GG

IO PU

NT

EG

GIO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A‘

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

IND

ICA

TO

RI

AM

BIE

NT

AL

I

Impatto aria – em

issioni 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto acqua – consum

o 5

5 1

5 5

5 1

5 5

5 1

5 5

5 1

5 5

5 1

5

Impatto acqua – inquinam

ento 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – inquinam

ento 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – occupazione

3 3

2 6

3 3

2 6

3 3

2 6

3 3

2 6

2 2

2 4

IND

ICA

TO

RI

EC

ON

OM

ICI

Trasporto

4

4 3.8

15.2 3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4 4

4 3.8

15.2 3

3 3.8

11.4

Costi

3 3

6.2 18.6

3 3

6.2 18.6

3 3

6.2 18.6

3 3

6.2 18.6

3 3

6.2 18.6

IND

ICA

TO

RI SO

CIA

LI

Eventi incidentali 3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4

Accettabilità sociale

3 3

6.2 18.6

3 3

6.2 18.6

2 2

6.2 12.4

2 2

6.2 12.4

3 3

6.2 18.6

TO

TA

LE

122.8

119.0

112.8

116.6

117.0

Tabella 9-16: Centro di Conferim

ento del Comprensorio Im

periese (C)

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale

193

- CO

MU

NE

DI SA

NR

EM

O -

CA

VA

BIA

NC

HI

- CO

MU

NE

DI T

AG

GIA

-

CO

LL

I

- CO

MU

NE

DI SA

NR

EM

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TR

ASC

A

- CO

MU

NE

DI SA

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CIU

VIN

PU

NT

EG

GIO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

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A‘

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO PU

NT

EG

GIO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO PU

NT

EG

GIO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

IND

ICA

TO

RI

AM

BIE

NT

AL

I

Impatto aria – em

issioni 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto acqua – consum

o 5

5 1

5 5

5 1

5 5

5 1

5 5

5 1

5

Impatto acqua – inquinam

ento 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – inquinam

ento 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – occupazione

3 3

2 6

3 3

2 6

4 4

2 8

3 3

2 6

IND

ICA

TO

RI

EC

ON

OM

ICI

Trasporto

3

4 3.8

15.2 4

5 3.8

19.0 3

4 3.8

15.2 4

5 3.8

19.0

Costi

3 3

6.2 18.6

4 4

6.2 24.8

3 3

6.2 18.6

4 4

6.2 24.8

IND

ICA

TO

RI SO

CIA

LI

Eventi incidentali 2

2 3.8

7.6 3

3 3.8

11.4 2

2 3.8

7.6 4

4 3.8

15.2

Accettabilità sociale

3 3

6.2 18.6

3 3

6.2 18.6

4 4

6.2 24.8

2 2

6.2 12.4

TO

TA

LE

119.0

132.8

127.2

130.4

Tabella 9-17: Im

pianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione provinciale

NO

TA

: l’analisi è stata condotta ipotizzando nel C

omprensorio Sanrem

ese (B) l’abbinam

ento tra l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione e il relativo C

entro di Conferim

ento. L’analisi condotta sull’ipotesi di costruzione nei siti in esam

e del solo impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione com

porta la stessa graduatoria di merito.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale

194

- CO

MU

NE

DI V

EN

TIM

IGL

IA -

CIA

PAG

NI

- CO

MU

NE

DI V

EN

TIM

IGL

IA -

VA

LL

ON

E DE

I LO

DI

- CO

MU

NE

DI T

AG

GIA

-

CO

LL

I

- CO

MU

NE

DI T

AG

GIA

-

CO

STA

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I FRA

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PU

NT

EG

GIO

PUN

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GG

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CO

RR

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TO

PESO

STA

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FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO PU

NT

EG

GIO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A‘

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A‘

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

IND

ICA

TO

RI

AM

BIE

NT

AL

I

Impatto aria – em

issioni 3

3 4

12 3

3 4

12 3

3 4

12 3

3 4

12

Impatto acqua – consum

o 4

4 1

4 4

4 1

4 4

4 1

4 4

4 1

4

Impatto acqua – inquinam

ento 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – inquinam

ento 4

4 4

16 3

3 4

12 3

3 4

12 4

4 4

16

Impatto suolo – occupazione

2 2

2 4

4 4

2 8

3 3

2 6

2 2

2 4

IND

ICA

TO

RI E

CO

NO

MIC

I

Trasporto

3

4 3.8

15.2 4

5 3.8

19.0 4

5 3.8

19.0 2

3 3.8

11.4

Costi

3 3

6.2 18.6

3 3

6.2 18.6

4 4

6.2 24.8

2 2

6.2 12.4

IND

ICA

TO

RI SO

CIA

LI

Eventi incidentali 3

3 3.8

11.4 4

4 3.8

15.2 3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4

Accettabilità sociale

4 4

6.2 24.8

4 4

6.2 24.8

4 4

6.2 24.8

2 2

6.2 12.4

TO

TA

LE

122.0

129,6

130.0

99.6

Tabella 9-18: Im

pianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e com

postaggio della FORSU

- CO

MU

NE

DI IM

PER

IA -

PON

TIC

ELL

I

- CO

MU

NE

DI C

IPRE

SSA -

PIAN

DE

L BU

E

- CO

MU

NE

DI IM

PER

IA -

CA

RA

MA

GN

A

PU

NT

EG

GIO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

IND

ICA

TO

RI

AM

BIE

NT

AL

I

Impatto aria – em

issioni 3

3 4

12 4

4 4

16 3

3 4

12

Impatto acqua – consum

o 3

3 1

3 4

4 1

4 4

4 1

4

Impatto acqua – inquinam

ento 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – inquinam

ento 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – occupazione

3 3

2 6

3 3

2 6

3 3

2 6

IND

ICA

TO

RI

EC

ON

OM

ICI

Trasporto

4

5 3.8

19.0 3

4 3.8

15.2 3

4 3.8

15.2

Costi

4 4

6.2 24.8

4 4

6.2 24.8

2 2

6.2 12.4

IND

ICA

TO

RI SO

CIA

LI

Eventi incidentali 2

2 3.8

7.6 4

4 3.8

15.2 3

3 3.8

11.4

Accettabilità sociale

3 3

6.2 18.6

2 2

6.2 12.4

2 2

6.2 12.4

TO

TA

LE

123.0

125.6

105.4

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale

195

- CO

MU

NE

DI V

EN

TIM

IGL

IA-C

AM

POR

OSSO

-

VA

LL

ON

E DE

I LO

DI

- CO

MU

NE

DI B

AD

AL

UC

CO

-

VA

LL

ON

E DE

I MO

RT

I

- CO

MU

NE

DI C

ESIO

-

CA

RT

AR

I

PU

NT

EG

GIO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A‘

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A‘

DE

L SIT

O

IND

ICA

TO

RI

AM

BIE

NT

AL

I

Impatto aria – em

issioni 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto acqua – consum

o 3

3 1

3 3

3 1

3 2

2 1

2

Impatto acqua – inquinam

ento 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – inquinam

ento 3

3 4

12 3

3 4

12 3

3 4

12

Impatto suolo – occupazione

4 4

2 8

2 2

2 4

2 2

2 4

IND

ICA

TO

RI E

CO

NO

MIC

I

Recupero energetico

1 1

3.8 3.8

1 1

3.8 3.8

1 1

3.8 3.8

Trasporto

4

4 2.4

9.6 3

3 2.4

7.2 1

1 2.4

2.4

Costi

3 3

3.8 11.4

3 3

3.8 11.4

2 2

3.8 7.6

IND

ICA

TO

RI SO

CIA

LI

Eventi incidentali 2

2 3.8

7.6 3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4

Accettabilità sociale

4 4

6.2 24.8

3 3

6.2 18.6

2 2

6.2 12.4

TO

TA

LE

112.2

103.4

87.6

Tabella 9-19: Im

pianto di termovalorizzazione

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori

Ottobre 2002

Sostenibilità ambientale

196

- CO

MU

NE

DI V

EN

TIM

IGL

IA-C

AM

POR

OSSO

-

VA

LL

ON

E DE

I LO

DI

- CO

MU

NE

DI PE

RIN

AL

DO

-

MO

RG

A

- CO

MU

NE

DI B

AD

AL

UC

CO

-

VA

LL

ON

E DE

I MO

RT

I

- CO

MU

NE

DI T

AG

GIA

-

CO

STA

DE

I FRA

TI

PU

NT

EG

GIO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

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TO

PESO

STA

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PRE

FER

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A’

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO PU

NT

EG

GIO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A‘

DE

L SIT

O

PUN

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GG

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PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A‘

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

IO

CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

IND

ICA

TO

RI

AM

BIE

NT

AL

I

Impatto aria – em

issioni 4

4 4

16 4

4 4

16 4

4 4

16 3

3 4

12

Impatto acqua – consum

o 4

4 1

4 4

4 1

4 4

4 1

4 4

4 1

4

Impatto acqua – inquinam

ento 4

4 4

16 3

3 4

12 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – inquinam

ento 4

4 4

16 3

3 4

12 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – occupazione

3 3

2 6

4 4

2 8

3 3

2 6

3 3

2 6

IND

ICA

TO

RI E

CO

NO

MIC

I

Trasporto

3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4 2

2 3.8

7.6

Costi

2 2

6.2 12.4

2 2

6.2 12.4

3 3

6.2 18.6

2 2

6.2 12.4

IND

ICA

TO

RI SO

CIA

LI

Eventi incidentali 4

4 3.8

15.2 3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4

Accettabilità sociale

4 4

6.2 24.8

3 3

6.2 18.6

4 4

6.2 24.8

2 2

6.2 12.4

TO

TA

LE

121.8

105.8

124.2

97.8

- CO

MU

NE

DI C

IPRE

SSA -

PIAN

DE

L BU

E

- CO

MU

NE

DI C

AST

ELL

AR

O / PO

MPE

IAN

A -

PRA

TO

GR

AN

DE

PU

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A‘

DE

L SIT

O

PUN

TE

GG

IO

PUN

TE

GG

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CO

RR

ET

TO

PESO

STA

ND

AR

D.

PRE

FER

IBILIT

A’

DE

L SIT

O

IND

ICA

TO

RI

AM

BIE

NT

AL

I

Impatto aria – em

issioni 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto acqua – consum

o 4

4 1

4 4

4 1

4

Impatto acqua – inquinam

ento 4

4 4

16 4

4 4

16

Impatto suolo – inquinam

ento 3

3 4

12 3

3 4

12

Impatto suolo – occupazione

4 4

2 8

4 4

2 8

IND

ICA

TO

RI E

CO

NO

MIC

I

Trasporto

3

3 3.8

11.4 3

3 3.8

11.4

Costi

3 3

6.2 18.6

2 2

6.2 12.4

IND

ICA

TO

RI SO

CIA

LI

Eventi incidentali 4

4 3.8

15.2 4

4 3.8

15.2

Accettabilità sociale

3 3

6.2 18.6

3 3

6.2 18.6

TO

TA

LE

119.8

113.6

Tabella 9-20: D

iscariche di 1° Categoria e 2° Categoria tipo B e C

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 197

10 Sistema tariffario e incentivante

10.1 La nuova tariffa rifiuti prevista dal D. Lgs. n. 22/1997

10.1.1 Riferimento normativo

In base all'art. 49 del D. Lgs. n. 22/97 - "la tassa per lo smaltimento dei rifiuti di cui alla sezione II

del capo XVIII del titolo III del testo unico della finanza locale, approvato con regio decreto n.

1175 del 14/09/1931, come sostituito dall'art. 21 del D.P.R. n. 915 del 10/09/1982, ed al capo III del

D. Lgs. n. 507 del 15/11/1993, è soppressa a decorrere dal 1 gennaio 1999".1

I costi per i servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di qualunque natura o

provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche e soggette ad uso pubblico, sono coperti, a

partire dal 1 gennaio 1999 (vedasi nota 1), mediante l'istituzione di una tariffa.

Nel contesto delle finalità generali del decreto, la tariffa si pone come strumento economico di

attuazione del principio di "responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella

produzione, nella distribuzione, nell'utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti",

strumento economico di incentivazione di comportamenti degli utenti coerenti con gli obiettivi di

fondo del decreto stesso: riduzione dei rifiuti, massimizzazione del recupero, minimizzazione del

ricorso alla discarica.

10.1.1.1 I soggetti passivi

Ai sensi dell’articolo 49 comma 2 del D. Lgs. 22/97, i costi per i servizi relativi alla gestione dei

rifiuti urbani e dei rifiuti di qualunque natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche e

soggette ad uso pubblico, sono coperti dai Comuni mediante l'istituzione di una tariffa.

1 L’articolo 5, comma 2 del D.L. 2 novembre 1998 n. 376 titolato "Disposizioni urgenti in materia di finanza locale"

prevede che il termine del 1° gennaio 1999 sia differito al 1° gennaio 2000

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 198

Pertanto la tariffa deve garantire al Comune il gettito necessario a coprire i costi per il servizio di

gestione delle seguenti tipologie di rifiuti:

a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile

abitazione;

b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla

lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'art. 21, comma 2, lettera g);

c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;

d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade

ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive

dei corsi d'acqua;

e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;

f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività

cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e).

In generale sono tenuti al pagamento della tariffa tutti coloro che occupano o conducano locali

ovvero aree scoperte ad uso privato non costituenti accessorio o pertinenza dei locali medesimi, a

qualsiasi uso adibiti, presenti sul territorio del Comune (art. 49 comma 3, D. Lgs. 22/97).

10.1.1.2 Applicazione e riscossione della tariffa

L’applicazione e la riscossione della tariffa è rimessa direttamente al soggetto gestore del servizio

(art. 49 commi 9 e 13, D. Lgs. 22/97). Ne deriva che nel nuovo ordinamento si determina un

rapporto dialettico tra ente locale che adotta la tariffa ed il gestore chiamato ad introitarne il gettito.

Tale rapporto deve essere disciplinato, ai sensi del comma 9 dell’art. 49 del D. Lgs. 22/97, da una

convenzione e dal relativo disciplinare avente la funzione di regolamentare gli obblighi e le pretese

reciproche delle parti sotto il profilo economico oltre che operativo.

La riscossione volontaria e coattiva della tariffa può essere effettuata con l’obbligo del non riscosso

per riscosso, tramite ruolo secondo le disposizioni del Decreto del Presidente della Repubblica n°

602 del 29/09/1973 e del Decreto del Presidente della Repubblica n° 43 del 28/01/1988.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 199

10.1.1.3 Determinazione della tariffa

La tariffa deve essere determinata dagli enti locali in base alla tariffa di riferimento contenuta nel

decreto di attuazione, previsto dal comma 5 dell’art. 49 del D. Lgs. 22/97, di approvazione del

“metodo normalizzato” che definisce le componenti dei costi e determina la tariffa di riferimento

(D.P.R. 158/99).

Nella determinazione concreta della tariffa, come nelle successive modulazioni, gli enti locali

devono tenere conto del piano finanziario degli interventi relativi al servizio di cui al comma 8

dell’art. 49 del D. Lgs. 22/97.

Il piano finanziario prevede, tra l’altro, gli interventi da realizzare per la gestione del servizio, e le

risorse finanziarie necessarie; indica le strutture ed i beni disponibili. Al piano finanziario dovrebbe

essere allegata una relazione che specifichi i modelli gestionali e di organizzazione, i livelli di

qualità del servizio e che renda conto di eventuali scostamenti rispetto alle previsioni dell’anno

precedente, individuandone i motivi.

La tariffa così determinata deve coprire, a regime, tutti i costi di gestione del servizio di raccolta e

smaltimento dei rifiuti solidi urbani compresi quelli per lo spazzamento delle strade e delle aree

pubbliche che nella precedente disciplina erano coperti, in parte, da entrate diverse (D. Lgs.

507/93).

Stante la complessità del sistema tariffario, il D.P.R. 158/99 prevede un regime transitorio che

scagliona nel tempo la soppressione della tassa rifiuti e l’entrata in vigore della tariffa in ragione del

grado di copertura dei costi raggiunto dai Comuni nel 1999 e dalla dimensioni dell’Ente.

In sintesi:

- se il grado di copertura dei costi e superiore all’85%: 1 gennaio 2003;

- se il grado di copertura è compreso tra il 55% e l’85%: 1 gennaio 2005;

- se il grado di copertura è inferiore al 55%: 1 gennaio 2008;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 200

- ai Comuni che hanno una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti è consentito raggiungere il

grado di piena copertura dei costi entro il primo gennaio 2008, indipendentemente dal grado

di copertura dei costi raggiunto nel 1999.

10.1.1.4 Criteri per la determinazione della tariffa

La tariffa, ai sensi del comma 4 dell’art. 49 del D. Lgs. 22/97, è composta da:

- una quota fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del servizio, riferite in

particolare agli investimenti per le opere e dai relativi ammortamenti;

- da una quota variabile, rapportata alla quantità dei rifiuti conferiti, al servizio fornito, ed

all’entità dei costi di gestione.

In questo modo è assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio.

La parte fissa dovrà coprire, fra gli altri, i “costi indivisibili” come quelli dello spazzamento e

lavaggio delle strade e piazze pubbliche, i costi amministrativi dell’accertamento, della riscossione

e del controllo, i costi generali di gestione tra cui quelli per il personale, i costi d’uso di capitali

(ammortamenti, accantonamenti, remunerazione del capitale investito).

La parte variabile dovrà coprire, invece, i costi di raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento dei

rifiuti urbani raccolti in modo indifferenziato, i costi della raccolta differenziata per materiale e del

successivo trattamento e riciclo.

La tariffa è anche articolata in fasce di utenza e territoriali (art. 49 comma 6 del D. Lgs. 22/97).

Per quanto riguarda le fasce d’utenza, la disciplina di attuazione contenuta nel recente decreto sul

“metodo normalizzato” della tariffa distingue le fasce di utenza domestica e non domestica,

disponendo che vengano ripartiti i costi complessivi del servizio fra i due tipi di utenza secondo

criteri razionali e comunque garantendo delle agevolazioni alle utenze domestiche, come anche

previsto dal comma 10 dell’articolo 49 dello stesso decreto.

A livello di articolazioni territoriali, la tariffa deve invece, essere determinata in riferimento alle

caratteristiche delle differenti zone del territorio comunale, con particolare riguardo alla

destinazione urbanistica ed alla densità abitativa.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 201

Nella modulazione della tariffa sono assicurate agevolazioni per le utenze domestiche e per la

raccolta differenziata delle frazioni umide e delle altre frazioni. Inoltre, il comma 14 dell’art. 49,

prevede l’applicazione di un coefficiente di riduzione determinato in base alla quantità di rifiuti

assimilati che il produttore dimostri di avere avviato a recupero

Le agevolazioni per le utenze domestiche, con particolare riferimento ai nuclei familiari, hanno

natura socio-economica in conformità al dettato costituzionale per cui la Repubblica agevola, con

misure anche economiche, la famiglia.

L’agevolazione in favore di chi attua la raccolta differenziata, attraverso l’abbattimento della parte

variabile della tariffa per un coefficiente determinato dell’ente locale, è finalizzata a promuovere la

raccolta differenziata e il riciclo di materiali con particolare riguardo per quelli di origine organica

che possono trovare un utile reimpiego in cicli produttivi. Non rileva la raccolta differenziata degli

imballaggi i cui costi di gestione sono a carico dei produttori e degli utilizzatori.

La nuova disciplina contenuta nell’art. 49 del D. Lgs. 22/97 e nel relativo decreto attuativo

mantiene in vita il tributo, a favore delle province, per l’esercizio delle funzione di tutela,

protezione e igiene dell’ambiente istituito dall’art. 19 del D. Lgs. N° 504 del 30 dicembre 1992:

viene lasciata inalterata la precedente normativa, limitandosi a precisare che nella determinazione

del tributo “ex art. 19 D. Lgs. n° 504 del 30 dicembre 1992” si deve prendere come parametro di

riferimento la nuova tariffa.

In base a quanto stabilito dall’art. 24 comma 2 del D. Lgs. 22/97, sulla tariffa andrà a gravare anche

il tributo speciale per il deposito dei materiali in discarica istituito dalla Legge n° 549 del 28

dicembre 1995.

10.2 Determinazione della tariffa

Come detto nei paragrafi precedenti, la tariffa prevista dalla vigente normativa si compone di una

quota fissa ed una quota variabile. La normativa di riferimento inoltre ha differenziato il calcolo

della tariffa a seconda del tipo d’utenza (domestica e non domestica).

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Sistema tariffario e incentivante 202

Per le utenze domestiche, la quota fissa è determinata in base al costo del servizio, per unità di

superficie, per il singolo gruppo familiare, rapportato all’ampiezza dei locali occupati; la quota fissa

così determinata viene corretta applicando un coefficiente di adattamento; il coefficiente di

adattamento tiene conto del numero dei componenti del nucleo familiare ed è differenziato per aree

geografiche ( Nord, Centro e Sud) ed è articolato in modo da privilegiare le famiglie più numerose e

le minori dimensioni dei locali. La quota variabile è determinata in base alla produzione dei rifiuti

della singola utenza così come definita dalla normativa di settore.

Per quanto riguarda le utenze non domestiche, la quota fissa è determinata in base al costo del

servizio, per unità di superficie, rapportato all’ampiezza dei locali occupati: la quota fissa così

determinata viene corretta in base ad un coefficiente moltiplicatore che indica la produzione dei

rifiuti connessa alla tipologia della attività produttiva; La quota variabile della tariffa è determinata

in base alla effettiva produzione di rifiuto delle utenze.

Il nuovo sistema, prevedendo una relazione tra costi che l’utente deve sostenere e quantità conferite

e consentendo una diversificazione in funzione dell’adesione a schemi di raccolta differenziata,

potrà costituire un potente incentivo allo sviluppo della raccolta differenziata e a politiche di

riduzione e minimizzazione del rifiuto.

Il nuovo sistema tariffario per contro, determinerà anche a parità di costi di gestione, un aumento

del carico tariffario medio dell’utenza, in quanto la normativa di settore prevede la copertura in

misura pari al 100% dei costi di gestione del servizio.

Fatto salvo il principio secondo il quale ai sensi del comma 8 dell’art. 49 del D. Lgs. 22/97 la tariffa

è determinata dai Comuni in base al “metodo normalizzato” per la determinazione della tariffa di

riferimento, nei paragrafi che seguono sono indicati gli indirizzi generali per l’applicazione del

sistema tariffario dei rifiuti urbani nella Provincia di Imperia.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 203

10.2.1 Costi per la raccolta e il trasporto dei rifiuti urbani e ripartizione tra i Comuni

Considerato il carattere unitario di gestione del servizio di raccolta e trasporto su tutto il territorio

provinciale, si prevede una ripartizione del costo tra i vari Comuni regolata da un criterio oggettivo,

omogeneo, facilmente verificabile e tale da non penalizzare eccessivamente situazioni svantaggiate.

La ripartizione del costo di raccolta e trasporto può essere, indicativamente, realizzata secondo i

seguenti parametri:

♦ per i rifiuti raccolti in modo indifferenziato:

ripartizione dei costi in funzione della:

− quantità di rifiuti effettivamente raccolti in ciascun Comune;

− percorrenza interna a ciascun Comune.

♦ per i rifiuti raccolti in modo differenziato:

ripartizione dei costi in funzione della:

− quantità di materiale raccolto in maniera differenziata;

− tipologia di materiale raccolto.

Il costo sarà pertanto espresso, per ciascuna frazione raccolta, in €/kg di materiale raccolto.

Al fine di conseguire gli obiettivi previsti dal D. Lgs. n. 22/1997, ossia la riduzione della quantità di

rifiuti prodotti e incentivazione della raccolta differenziata, è necessario che la quota del costo

relativa alla raccolta dei rifiuti indifferenziati sia maggiorata in maniera tale da coprire una parte dei

costi della raccolta differenziata.

In tale modo si incentiva la riduzione della produzione dei rifiuti e l’aumento della raccolta

differenziata.

Secondo questi criteri i Comuni ove determinate raccolte differenziate non sono attive (es. frazione

organica) non parteciperanno alla suddivisione dei costi.

Affinché questo metodo sia attuabile è necessario che i mezzi adibiti alla raccolta siano muniti di

appositi pesa-rifiuti, ovvero che si proceda alla pesata dei rifiuti al momento in cui questi sono

trasbordati al centro di conferimento o all’impianto di compostaggio.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 204

10.2.2 Costi per i servizi di trattamento e smaltimento e ripartizione tra i Comuni

I costi per i servizi di trattamento e smaltimento devono essere ripartiti tra i vari Comuni della

Provincia di Imperia.

Poiché l’intero territorio provinciale è servito dai medesimi impianti di stoccaggio, separazione e

nobilitazione e di trattamento e smaltimento, la tariffa potrà essere omogeneamente stabilita in

funzione delle masse conferite (Euro/ton).

La tariffa base, conformemente alle indicazioni di legge, sarà definita sulla base del piano

finanziario elaborato per ciascun impianto previsto considerando:

− costi di realizzazione, gestione e ammortamento di tutti i servizi;

− eventuali accantonamenti per futuri interventi locali di bonifica;

− costi di svolgimento delle attività di controllo;

− ricavi dalla vendita dei materiali riutilizzati;

− ricavi dalla vendita di eventuale energia;

− eventuali costi di compensazione per i Comuni sede di impianto.

Al fine di incentivare la raccolta differenziata e il recupero dei rifiuti assimilabili si suggerisce di

differenziare la tariffa in funzione della tipologia di materiale trattato (se rifiuti indifferenziati,

multimateriale, frazione organica, frazioni omogenee, ecc.).

10.2.2.1 Ipotesi di programmazione del rifiuto per ciascun Comune

Al fine di agevolare e incentivare la riduzione della produzione di rifiuti e l’incremento della

raccolta differenziata e dei conferimenti separati, si suggerisce di definire, per ciascun Comune, una

quantità programmata di rifiuti indifferenziati a cui si applica la tariffa base che sarà maggiorata per

le quantità eccedenti.

Il valore della quantità programmata per ciascun Comune potrà essere determinata sulla base del

quantitativo lordo di rifiuto (indifferenziato + raccolta differenziata) generato nell’anno precedente

da ciascun Comune, calcolato come rifiuto pro-capite (sulla base degli abitanti dell’anno di

riferimento). Tale quantitativo di rifiuto sarà ricalcolato sulla base degli abitanti al 1° gennaio

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 205

dell’anno in corso e gli sarà detratta la quota di raccolta differenziata programmata nella presente

pianificazione.

Al quantitativo così ricavato, fino a oscillazioni di +5 % ovvero fino a 10 ton/anno, non si applica

una tariffa maggiorata di un coefficiente deciso dalla Conferenza dei rappresentanti.

Le quantità programmate dovranno, al termine dell’anno di riferimento, essere eventualmente

ritarate per tutti quei Comuni ove si è registrata un’ampia variazione di afflusso turistico rispetto

all’anno precedente.

Il metodo indicato nei paragrafi precedenti dovrà essere oggetto di una seria e attenta discussione

tra tutti i Comuni della Provincia di Imperia, e costituirà una attività della Conferenza dei

rappresentanti.

10.2.3 La tariffa per il cittadino

Un sistema tariffario maturo, così come stabilito dal D. Lgs. 22/1997, è compatibile con un

industria matura dei rifiuti che deve superare la frammentazione delle gestioni e le gestioni in

economia organizzando la gestione a scala di ambito territoriale ottimale ed affidando la gestione ad

un numero definito e limitato di soggetti caratterizzati da dimensioni e da capacità finanziarie

adeguate.

I sistemi tariffari di tipo “price cap”, inoltre, non sono applicabili alle gestioni in economia ed i

benefici di tali sistemi non sono apprezzabili in gestioni di piccole dimensioni.

Tali situazioni, quasi certamente, permarranno alla data del 1° gennaio 2000, prevista per l’avvio

del nuovo sistema tariffario. Ciò perché, evidentemente, l’organizzazione della gestione dei rifiuti

in ambito ottimale non potrà essere raggiunta in pochi mesi.

E’ possibile, pertanto, immaginare una fase che preveda un sistema tariffario transitorio capace di

introdurre subito alcuni aspetti fondamentali della nuova normativa (superamento della tassa, ruolo

incentivante della tariffa), rinviando gli altri aspetti al momento dell’affidamento della gestione di

ambito.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 206

E’ ipotizzabile pensare di introdurre un modello di calcolo di transizione tra la tassa e la tariffa

(misto numero di persone e m2 abitazione) che vincoli l’Amministrazione a dare un segnale forte di

volontà politica, per risolvere le problematiche legate alla gestione dei rifiuti urbani e che garantisca

anche una prima e più equa ridistribuzione dell’attuale tassa (metodo presuntivo).

Questo modo di procedere si ritiene necessario ed importante anche per due motivi:

a) impegna l’Amministrazione ad andare avanti nella giusta direzione, cioè quella di introdurre nel

breve/medio termine un nuovo sistema di gestione dei rifiuti urbani che consenta di affinare il

primo modello di transizione impostato su produttività medie statistiche;

b) consente un passaggio morbido tra tassa e tariffa, sia per quanto riguarda l’aspetto economico

che la risposta psicologica del contribuente. Consente, soprattutto, al Comune di fare un “check

up” e quindi una messa a punto delle banche dati comunali e delle relative strutture

amministrative per la gestione dei dati più graduale e diluita nel tempo, necessaria anche per la

futura emissione della fattura sulla base delle effettive quantità prodotte.

Come illustrato in precedenza, la tariffa è binomia ossia composta da una parte fissa e una variabile

in funzione della quantità di rifiuti prodotti.

Sulla base anche di risultati di studi condotti mediante indagine sperimentale su alcuni Comuni

italiani (vedasi paragrafo 10.2.3.1), la quota fissa che dovrebbe remunerare i cosiddetti "costi

indivisibili", come quelli di spazzamento e lavaggio delle strade, i costi amministrativi per la

riscossione ed il controllo, i costi generali di gestione, i costi comuni diversi e i costi d’uso di

capitali (ammortamenti, accantonamenti, remunerazione del capitale investito) potrebbe

rappresentare circa il 30÷40% dell’intero costo. Non si consiglia di adottare percentuali superiori

poiché cesserebbe il fine tariffario di incentivazione della riduzione della produzione di rifiuti.

A giudizio degli scriventi, il metodo che potrebbe essere adottato nella realtà della Provincia di

Imperia è quello cosiddetto “presuntivo a tariffazione parametrica con incentivazione della raccolta

differenziata”.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 207

La tariffa a peso, infatti, comporterebbe notevoli problemi quali, ad esempio, la necessità di munire

di lettori badge ogni bidone, evitare atti vandalici, evitare qualsiasi forma di manomissione o

smaltimenti impropri, garantire un sistema di pesatura affidabile, ecc.

Ciò non significa affatto che quest’ultima metodologia non debba essere mai attuata ma, in una

prima fase, a livello generale, è consigliabile adottare un metodo che, sebbene non possa avere la

pretesa di essere esatto, consente comunque di ridistribuire l’attuale tassa con criteri abbastanza

prossimi alla realtà delle cose (produzione media pro-capite).

Altre metodologie di tariffazione potranno essere sperimentate all’interno della realtà provinciale e,

in caso positivo, essere estese in tutti i Comuni.

Esistono differenti algoritmi di calcolo della tariffa secondo un metodo presuntivo. Le

caratteristiche principali di questa metodologia sono rappresentate dal fatto di suddividere le utenze

in due categorie contributive (utenza domestica e utenze non domestiche) le quali, eventualmente,

possono essere successivamente suddivise in sottocategorie.

10.2.3.1 Risultati di un’indagine condotta dall’Osservatorio Nazionale sui rifiuti su sperimentazioni

concernenti il sistema di tariffazione

A titolo esemplificativo, si riportano i risultati ottenuti da un’indagine condotta dall’Osservatorio

nazionale sui rifiuti, in collaborazione con Federambiente, sulle sperimentazioni concernenti sistemi

di tariffazione attualmente in corso presso Comuni di varie dimensioni.

Secondo tale studio, la dimensione del Comune condiziona inevitabilmente la scelta di effettuare la

valutazione della quantità di rifiuti conferiti dalle utenze, indispensabile per determinare la parte

variabile della tariffa, sulla base di criteri presuntivi o attraverso sistemi puntuali, quali la pesatura o

il volume. In quest'ultimo caso, la dimensione del Comune influisce ulteriormente con riguardo alla

possibilità di effettuare la valutazione dei rifiuti conferiti per singola utenza (cosa che presuppone la

raccolta dei rifiuti porta a porta con tutto ciò che ne deriva in termini di organizzazione e di costi) o

per utenze aggregate secondo criteri che possono spaziare, a secondo della densità abitativa, dal

condominio alla circoscrizione, alla sezione elettorale.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 208

Sempre attingendo dall’indagine dell’Osservatorio Nazionale sui rifiuti, si riporta la sintesi dei

questionari predisposti dai Comuni che hanno in corso sperimentazioni concernenti sistemi tariffari

per i rifiuti urbani.

Tali dati potranno essere utili ai Comuni che, una volta approvato il metodo normalizzato per la

tariffa di riferimento, dovranno determinare il sistema tariffario.

Comune di BRESCIA - 190.000 abitanti

Modello di gestione adottato: la sperimentazione riguarda il 1998 ed è riferita alle sole utenze

domestiche. Il servizio è a cassonetto con autocarri addetti allo svuotamento dotati di sistema di

pesatura del singolo contenitore e di GPS per la sua localizzazione.

Percentuali di raccolta differenziata di partenza e obiettivo da raggiungere a1 termine della

sperimentazione: dal 30% al 36% circa.

Struttura della tariffa ( applicata a livello di simulazione): la quota fissa remunera i costi di impianto

e i costi indivisibili (ammortamenti e spese generali), dovrebbe coprire circa il 30% del costo

complessivo del servizio.

La quota variabile è destinata a coprire i costi di tutti i servizi. Come parametro di addebito è

adottata la produzione media pro capite cittadina con la previsione di bonus per quantità di rifiuti

conferiti al recupero che saranno accreditati in forma collettiva per zona tariffa, individuata nella

sezione elettorale.

Comune di SESTO FIORENTINO (FI) - 47.000 abitanti

Modello di gestione: la sperimentazione è in corso dal settembre 1996 e riguarda tutte le utenze. E'

previsto il monitoraggio continuo di peso e qualità dei materiali prelevati, l'identificazione degli

utenti che conferiscono rifiuti, la verifica del comportamento degli utenti in base alle quantità

conferite a raccolta differenziata.

Percentuali di raccolta differenziata e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione:

dal 18% al 32% attuale.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 209

Tariffa: nell'ambito del regolamento TARSU ex D. Lgs 507/93 sono previste incentivazioni per chi

partecipa alle iniziative di riduzione rifiuti che oscillano dal 15% al 45% del totale della tassa ed

agevolazioni per utenze domestiche che riducono alla fonte i propri rifiuti. Il gettito è suddiviso

rispettivamente per 1'87% e il 13% tra utenze domestiche e non domestiche e copre i costi di

raccolta e smaltimento, gli investimenti e gli ammortamenti.

Comune di CORREGGIO e SCANDIANO (Re) - 42.000 ab. in totale

Modello di gestione: la sperimentazione riguarda la primavera-estate 1998. Il servizio prevede

cassonetti indifferenziati e, in alcuni quartieri, la raccolta porta a porta di organico, secco

multimateriale e carta. I mezzi di raccolta sono attrezzati per la pesatura del rifiuto riciclabile

raccolto.

Percentuali e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione: dal 20% al 30%

Tariffa (applicata a livello di simulazione): la quota fissa copre il 35% circa dei costi ed è riferita

alla gestione passiva delle discariche, a parte dei costi di pulizia e spazzamento, agli ammortamenti

spese generali ed alla remunerazione del capitale investito.

La quota variabile copre il 65% dei costi ed è attribuita in ragione del numero dei componenti del

nucleo familiare per le utenze domestiche, alla superficie moltiplicata per un coefficiente di

produttività per le utenze produttive. È contemplato uno sconto per le utenze che raggiungano o

superino gli obiettivi di raccolta differenziata. La cifra totale a disposizione per lo sconto è uguale al

50% del mancato costo di smaltimento realizzato rispetto ad una raccolta differenziata pari al 25%.

Comune di MERANO - 33.850 abitanti - ed altri 80 Comuni della Provincia Autonoma

di BOLZANO - Alto Adige

Modello di gestione: è stato adottato dal 1995 e riguarda tutte le utenze. Il servizio si basa sulla

raccolta in bidoni personalizzati e sul conteggio del numero di svuotamenti.

Struttura della tariffa: I costi vengono coperti per il 30% della quota fissa e per il 70% della

variabile.

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Sistema tariffario e incentivante 210

La quota fissa copre tutti i costi fissi della raccolta interna ed esterna dei rifiuti, ed è addebitata alle

utenze domestiche in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare, alle attività

produttive in funzione dell'utilizzo di altri servizi offerti dal comune.

La quota variabile è riferita alle spese in proporzione al quantitativo di rifiuti effettivamente

prodotto dalla singola utenza.

Comuni di SOMMACAMPAGNA e SONA (VR) 26000 ab. in totale

Modello di gestione: la sperimentazione parte dal 1998 e riguarda utenze domestiche e produttive.

La raccolta del secco non riciclabile, dell'umido e dei riciclabili è a sacco a porta a porta. La

raccolta di ingombranti, verde, riciclabili e pericolosi avviene presso piazzole ecologiche.

Percentuali e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione: dal 15% al 35% garantito,

si punta al 50%.

Tariffa (applicata effettivamente a seguito di modifica del relativo regolamento): sarà composta,

almeno per il primo anno, per Sona per l'80% e per Sommacampagna per il 55% della parte fissa, e

coprirà complessivamente per Sona almeno il 60% e per Sommacampagna l'80% dei costi, nel

rispetto del principio di gradualità di cui al comma 10 dell'articolo 49 del D. Lgs 22.

La parte fissa sosterrà i costi generali dello smaltimento, i servizi di igiene urbana collettivi e i

servizi di gestione rifiuti relativi alle raccolte differenziate. Sarà coperta per il 75% a carico delle

utenze domestiche e per il 25% a carico delle utenze di attività per Sona, per Sommacampagna 59%

e 41%. I parametri di riferimento sono, per le utenze domestiche, la superficie ed il numero dei

componenti di ciascun nucleo familiare, per le utenze di attività la superficie moltiplicata per un

coefficiente di produttività.

La parte variabile è relazionata alla quantità di rifiuti prodotti dalla singola utenza e sarà riferita

soprattutto ai rifiuti comportanti un trattamento ambientalmente o economicamente più pesante

(frazione secca non riciclabile). È attribuita e corrisposta attraverso il costo di vendita del sacco.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 211

Comuni dei NAVIGLI (MI): ALBAIRATE, BESATE, BERNATE TICINO,

CASSINETTA DI LUGAGNANO, CUSAGO, MESERO, MORIMONDO, MOTTA

VISCONTI, OZZERO 24.200 ab. in totale

Modello di gestione: la sperimentazione parte da febbraio 1998. È prevista la vendita di sacchi, sui

quali ciascun utente dovrà apporre un cartellino con il proprio codice a barre, preventivamente

ritirato presso l'apposito ufficio al momento della stipula del contratto e successivamente almeno

una volta all'anno, unitamente ad un sistema di pesatura e alla tenuta di un formulario di trasporto

da parte degli addetti agli automezzi di raccolta.

Percentuali e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione: dal 40% al 65%.

Tariffa (applicata a livello di simulazione): La ripartizione dei costi totali tra utenze domestiche e

utenze di attività avviene attraverso parametri riferiti alla potenzialità di produrre rifiuti ed alla

qualità del servizio offerto (per utenze domestiche superficie in mq, numero componenti nucleo

familiare, ubicazione e categoria dell'abitazione; per utenze di attività superficie in mq, classe

merceologica, numero di addetti e ubicazioni ). La quota fissa incide per il 50% della tariffa, e copre

i costi di ammortamento degli investimenti, di gestione dell'ecocentro, 1'80% della raccolta e del

trasporto, di gestione degli uffici. La quota variabile copre il residuo 20% dei costi di raccolta e di

trasporto e i costi di smaltimento. È prevista una riduzione del 20% per chi pratica il compostaggio

domestico. È inoltre attribuito un punteggio per ogni unità di rifiuto differenziato conferito presso

l'ecocentro, con distribuzione tra gli utenti che hanno differenziato del risparmio ottenuto per il

mancato conferimento in discarica.

Comune di TORRE BOLDONE (BG) – 7.600 ab.

Modello di gestione: la sperimentazione è in vigore dal 1998 e prevede la raccolta differenziata a

domicilio di organico, carta, plastica, vetro, secco non riciclabile, metalli e lattine, stracci e

indumenti. È inoltre in funzione una piattaforma ecologica per carta, polistirolo, verde, cassette di

plastica, legno, ingombranti, metallo. Riguarda tutte le utenze.

Percentuali e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione: dal 45% all'80% circa.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 212

Tariffa (effettivamente applicata a seguito di modifica del regolamento, operativa dal gennaio

1998): le spese della raccolta differenziata, spazzamento stradale sono coperte da tariffa pro capite a

carico delle famiglie per il 70%, per il 30% con tariffa a mq per le utenze produttive.

Le spese per raccolta trasporto e smaltimento del rifiuto non riciclabile sono coperte con sacco a

pagamento (c.d. tariffa a volume), mentre le spese per lo smaltimento di rifiuti ingombranti non

riciclabili sono coperte dalla tariffa a peso, da corrispondere al momento del conferimento presso la

piattaforma.

Comune di MOGGIO UDINESE (UD) – 2.100 ab.

Modello di gestione: la sperimentazione partirà dal giugno 1998 e prevede il servizio a cassonetti,

piazzole ecologiche e un centro di raccolta polifunzionale. Saranno istituiti cassonetti personalizzati

dotati di transponder di trasmissione del codice personale, con sistema a bordo degli automezzi

addetti allo svuotamento in grado di comunicare i dati relativi alle pesate, sulla cui base saranno

emesse le bollette.

Percentuali e obiettivo da raggiungere a1 termine della sperimentazione: al termine del primo anno

previsto il 30%.

Tariffa (applicata a livello di simulazione): la quota fissa è destinata a coprire i costi generali e i

costi connessi alla gestione dei rifiuti ed è ripartita in base al numero dei componenti del nucleo

familiare per le utenze domestiche e a1 tipo di attività economica per le utenze produttive.

La quota variabile è attribuita in base all'effettiva produzione di rifiuti in capo ad ogni famiglia o

attività produttiva.

10.3 Sistemi incentivanti

Nei paragrafi precedenti si è già fatto riferimento all’istituzione di sistemi incentivanti nei riguardi

della popolazione alla riduzione della produzione di rifiuti urbani e per lo sviluppo della raccolta

differenziata e del conferimento separato.

In particolare, è possibile ipotizzare due livelli di incentivazione.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 213

Il primo è direttamente commisurato ai quantitativi di rifiuti conferiti in forma differenziata, per cui

è possibile attivare forme di determinazione oggettiva quali la pesata presso le aree ecologiche o,

per i Comuni non serviti da queste strutture, presso gli specifici automezzi adibiti alla raccolta

differenziata.

Il secondo livello di incentivazione, attuabile a livello collettivo, è rivolto a quelle categorie o aree

urbane in cui si raggiungono determinati obiettivi di raccolta differenziata attraverso conferimenti

“non personalizzabili” come nel caso dei contenitori stradali.

Un ulteriore sistema incentivante può essere rappresentato dalla programmazione comunale della

quantità di rifiuto producibile di cui al paragrafo 10.2.2.1.

Nel momento in cui l’intero sistema di gestione dei rifiuti urbani proposto nel presente Piano sia

sperimentato e attuato, sarà possibile definire nuovi sistemi incentivanti aventi il fine di conseguire

gli obiettivi di riduzione e recupero dei rifiuti urbani previsti dal D. Lgs. 22/1997.

Qualsiasi sistema incentivante che sarà adottato dovrà soddisfare i seguenti criteri generali:

− l’incentivo economico prescelto dovrebbe essere in grado di mitigare la portata

dell’inquinamento e 1’impatto dell’uso delle risorse associato ai rifiuti urbani. Ciò costituisce il

principio dell’efficacia ambientale;

− il sistema incentivante dovrebbe fornire uno stimolo continuo alla ricerca di soluzioni

caratterizzate dal minor costo possibile. Ciò rappresenta il principio dell’efficienza economica;

− l’impatto dell’incentivo economico non dovrebbe essere regressivo in maniera significativa, e

cioè non dovrebbe addossare un onere sproporzionato sulle spalle delle componenti meno

abbienti della società. Ciò costituisce il principio di equità;

− il sistema incentivante dovrebbe presentare costi burocratici e di applicazione ridotti (e cioè

dovrebbe consentire di minimizzare le difficoltà pratiche di taratura, raccolta, monitoraggio e

controllo). Ciò rappresenta il principio amministrativo del1’efficacia dei costi;

− gli incentivi economici semplici e trasparenti sono più facilmente fatti propri dal sistema di

mercato e istituzionale esistente. Questo è il principio di accettabilità;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Sistema tariffario e incentivante 214

− I sistemi incentivanti scelti dovrebbero essere compatibili con gli obiettivi normativi e la

legislazione esistente a livello nazionale e comunitario

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Azioni di promozione e sensibilizzazione della popolazione 215

11 Azioni di promozione e sensibilizzazione della popolazione

Il conseguimento degli obiettivi pianificati dal presente Piano non può prescindere da una attenta,

valida e costante informazione della popolazione direttamente coinvolta nella gestione dei rifiuti

urbani.

Mediante un adeguato lavoro di sensibilizzazione, si può ottenere il risultato di ridurre il consumo

di rifiuti, aumentare la raccolta differenziata e il conferimento separato di prodotti pericolosi.

L’attuazione di un programma di raccolta differenziata richiede, come condizione essenziale, la

partecipazione fattiva degli utenti.

Tale partecipazione implica una modifica nelle abitudini e nei comportamenti connessi alla gestione

dei rifiuti prodotti in casa, nella aziende, negli uffici. E’ necessario, pertanto, che l’utente

consciamente od inconsciamente, compia un processo mentale che porti:

− alla consapevolezza del problema dei rifiuti;

− alla certezza di potere e dovere fare qualcosa in prima persona;

− alla fiducia nelle soluzioni operative che vengono proposte ed attivate;

In sinergia a questo percorso logico esiste la possibilità di agire sulla leva economica (maggiore

raccolta differenziata, minori costi) o su un sistema sanzionatorio (divieti di conferimento

indifferenziato di certi materiali).

Certamente, la soluzione che offre più garanzie è quella di un mix delle tre motivazioni (ambiente,

costo, obbligo), diversificato a seconda del target di utenza.

Per certi versi, la ricerca del consenso e della partecipazione degli utenti si può assimilare alla

promozione di un prodotto, e quindi, così come nel settore commerciale, vanno anche usate

adeguate tecniche di marketing.

Tra le azioni per la gestione della raccolta differenziata, a livello di ambito, dovrà, essere presente

una serie di interventi a largo spettro identificabili in:

− campagne di educazione ambientale e sensibilizzazione degli utenti;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Azioni di promozione e sensibilizzazione della popolazione 216

− interventi di formazione degli educatori e degli amministratori pubblici;

− interventi di informazione sulle modalità operative, sugli obiettivi e sui risultati del programma

di raccolta differenziata;

− iniziative di promozione.

Per l’attuazione di iniziative di sensibilizzazione ed informazione occorrerà instaurare una

collaborazione con le varie associazioni ambientaliste che possono garantire, oltre che una specifica

competenza, una buona ricaduta sul territorio ed una forte motivazione.

Particolare attenzione dovrà essere rivolta all’educazione ambientale ricercando sinergie con la

Regione Liguria, il Provveditorato agli Studi e le Direzioni didattiche proponendo indirizzi e

percorsi sul tema dei rifiuti urbani in stretto collegamento con la realtà locale.

Accanto all’attività di sensibilizzazione della popolazione scolastica dovrà essere sviluppata una

costante attività di informazione e aggiornamento rivolta verso gli insegnanti.

La Provincia dovrà, inoltre, promuovere delle campagne di sensibilizzazione ed informazione

rivolte alla popolazione.

Queste dovranno essere legate ad aspetti puntuali della gestione dei rifiuti urbani ed essere

fortemente finalizzate alla prevenzione della produzione di rifiuti ed alla promozione di

comportamenti e gesti richiesti agli utenti.

Infine, sarà molto importante la verifica sull’adozione, da parte dei soggetti istituzionali

responsabili della gestione del sistema integrato, di una procedura di informazione continua agli

utenti, con l’obiettivo di un loro coinvolgimento e di una loro responsabilizzazione.

I costi previsti dal presente Piano per le attività di informazione e sensibilizzazione possono essere

stimati in circa 70.000,00 Euro l’anno, pari a circa 1-1.5% dell’investimento complessivo ripartito

su 10 anni.

Occorre precisare che, anziché di costi, è più esatto parlare di investimenti poiché tali possono

essere considerate le uscite finanziarie per l’intervento di informazione pubblica se agli interventi di

spesa fanno seguito vere azioni di monitoraggio.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Azioni di promozione e sensibilizzazione della popolazione 217

Se nei sistemi complessi, come ad esempio le organizzazioni dei servizi sanitari, ormai è patrimonio

comune il fatto che la prevenzione sia meglio della cura, per gli utenti e per l’equilibrio dei costi e

ricavi delle prestazioni, altrettanto si può dire per la gestione dei rifiuti.

Occorre riuscire a “costruire” cittadini-utenti più informati educandoli a comportamenti corretti per

la raccolta differenziata ed il recupero dei rifiuti, urbani e di origine produttiva, creando, la

condizione per abbassare i costi, elevatissimi dal punto di vista ambientale, che a tutt’oggi è

necessario sostenere per lo smaltimento.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Monitoraggio del programma provinciale 218

12 Monitoraggio del programma provinciale

Al fine di potere verificare l’attuazione del presente Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani,

la Provincia, in congiunzione con il futuro Ufficio di segreteria, dovrà procedere alla realizzazione

di un apposito sistema informatico atto al monitoraggio dell’intero sistema di gestione dei rifiuti

urbani della Provincia di Imperia.

Annualmente, la Provincia e/o l’Ufficio di Segreteria e/o il gestore del servizio redigeranno una

relazione sul sistema di gestione dei rifiuti urbani che riporta i dati quantitativi del sistema di

raccolta, trattamento, smaltimento e riciclaggio e informazioni sulla qualità ambientale degli

impianti (rendimenti, qualità delle emissioni, residui e sottoprodotti, ecc…). Tale relazione è

presentata al Consiglio Provinciale e resta disponibile a tutti i cittadini. Tale relazione, inoltre,

verifica lo stato di attuazione sia degli obiettivi di raccolta differenziata sia delle realizzazioni

impiantistiche e valuta la capacità residua di smaltimento esistente.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti: rappresentazione cartografica

219

13 Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti: rappresentazione cartografica

Nel rispetto di quanto previsto all’articolo 20, comma 1 lettera e) del D. L.vo 22/97 (Decreto

Ronchi) e all’articolo 32, comma 2 lettera b) della L.R. 18/99, nel presente Piano Provinciale è stato

sviluppato un processo di rappresentazione cartografica dei criteri di individuazione delle aree

idonee e non idonee alla localizzazione di impianti di gestione dei rifiuti come indicato nel capitolo

8 del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (vedasi VOLUME III – Cartografia relativa al sistema

integrato della raccolta differenziata – Tavola n. 18).

Sono stati a tal fine considerati ed interpretati graficamente i “fattori escludenti” esplicitati dal

Piano Regionale di Gestione rifiuti approvato con Delibera di C.R. n. 17 del 29/02/2000 che

precludono la localizzazione di impianti; per alcuni dei criteri localizzativi sussistono elementi di

incertezza interpretativa, superabili con analisi di maggior dettaglio necessarie nella fase successiva

di specificazione attuativa della pianificazione.

La rappresentazione cartografica è stata condizionata dalla disponibilità delle informazioni su base

informatica georeferenziata; per l’elaborazione sono stati utilizzati i dati reperiti nel Sistema

Informativo del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Imperia, attualmente in fase

di avanzata elaborazione.

Per la costruzione dell’approccio cartografico si è redatta una carta cumulativa delle varie

informazioni corrispondenti ai criteri di “esclusione”, ottenendo un complessivo livello di

definizione delle aree “non idonee” alla localizzazione di impianti di gestione dei rifiuti.

Poiché il Piano Regionale riporta criteri integrativi di esclusione specificatamente riferiti alla

localizzazione di discariche di 1° categoria e di 2° categoria tipo B e C e impianti a tecnologia

complessa, sono state redatte due mappe cartografiche: una per i Centri di Conferimento, per

l’impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione, per gli impianto di separazione secco-umido

con stabilizzazione e compostaggio della FORSU, per il termovalorizzatore, l’altra per le

discariche..

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti: rappresentazione cartografica

220

Si è inoltre ritenuto necessario inserire l’informazione grafica relativa alla distribuzione territoriale

delle aree di interesse naturalistico classificate (ZPS, in attuazione alla Direttiva “Uccelli”) o

classificande (proposte SIC, Siti di Interesse Comunitario, in attuazione alla Direttiva “Habitat”,

con esclusione degli ambiti marini) per le quali vige la disciplina di cui al D.P.R. 357/1997 e

D.G.R. n° 646 del 08.06.2001.

Nelle seguenti tabelle vengono esplicitate, per ognuno dei criteri d’esclusione indicati dal Piano

Regionale di Gestione Rifiuti, i dati utilizzati per la rappresentazione grafica (con le relative

limitazioni), fermo restando che la vigenza giuridica resta quella espressa nella formulazione

regionale.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti: rappresentazione cartografica

221

- Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - - paragrafi 8.2 e 8.3 -

Fattori escludenti per la localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti

Contenuto informativo riprodotto nella cartografia schematica, come più

rappresentativo del criterio di esclusione

� Zone di “Conservazione” come definite dal PTCP o di “Mantenimento” ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori d'immagine (IU)

� Sono state rappresentate le zone CE “Conservazione” del PTCP e per l’assetto insediativi le zone SU, PU e IU, le distribuzioni areali degli ME (Manufatti Emergenti) ed SME (Sistemi di Manufatti Emergenti), anch’essi in regime CE (estratte dalla versione aggiornata dalla Regione Liguria al 2001); sono fatti salvi gli ulteriori eventuali aggiornamenti, come previsti dalla legislazione di settore.

� Le aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1).

� Non esistono aree di tali caratteristiche in territorio imperiese, fatta salva la foce del Torrente Nervia che risulta ricompresa

� Le aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del D.P.R. 236/88.

� Sono state rappresentati aree circolari aventi raggio di influenza pari a 200 m. rispetto ai punti di captazione idropotabile esistenti sul territorio provinciale.

� Le aree individuate a rischio inondazione in base al Piano di Bacino o Piano di Bacino stralcio redatto ai sensi della legge regionale 9/1993.

� Le aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”;

� le aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni.

� Sono state rappresentate le aree definite al secondo punto (aree storicamente inondate ai sensi e per gli effetti della D.G.P. 2615/98 e successive modificazioni ed integrazioni) e quelle indicate al terzo punto (aree a rischio di frana); sono state anche indicate le perimetrazioni delle aree a rischio d’inondazione (fasce fluviali con T = 50 e 200 anni) individuate nei Piani di Bacino provinciali; non sono ancora disponibili e pertanto non sono state indicate le aree “Pg3 e Pg4” – pericolosità geomorfologia elevata e molto elevata - individuate nei Piani di Bacino.

� Le aree che ricadono entro la fascia di rispetto da strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica.

� Sono state rappresentate, a titolo indicativo e compatibilmente con la possibilità di rappresentazione grafica, fasce o ambiti di rispetto di:

a) autostrade, strade statali e provinciali; per la puntuale applicazione dei divieti relativi alle fasce di rispetto, si rimanda alle vigenze del Codice della Strada o altre leggi di settore;

b) beni monumentali e archeologici vincolati e manufatti emergenti (valori puntuali) del PTCP Regionale, per i quali valgono le norme particolari di tutela

Per gli altri elementi indicati non sono al momento disponibili informazioni georeferenziate rappresentative.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: Indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti: rappresentazione cartografica

222

- Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti -

- Paragrafo 8.4 - Fattori integrativi di esclusione per la

localizzazione di discariche di 1° Categoria e 2° categoria tipo B e C

Contenuto informativo riprodotto nella cartografia schematica, come più

rappresentativo del criterio di esclusione

� Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90

� sono state rappresentate le aree carsiche delimitate dalla Regione Liguria in applicazione alla L.R. 14/90

� Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per approvvigionamento idropotabile

� sono state rappresentate le piane alluvionali (perimetrazione indicativa) che ospitano acquiferi di sistemi di captazioni idropotabili

� Distanza minore di 500 m. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi

� sono state rappresentate, a titolo indicativo, le aree urbane definite “residenziali sature” nella carta dell’uso del suolo (elaborazione Caire 1995, con aggiornamenti per le zone urbane) con relative fasce di rispetto di 500 m. (in carenza di un livello informatizzato relativo alla perimetrazione dei centri edificati L. 865/71)

- Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - - Paragrafo 8.4 -

Fattori integrativi di esclusione per impianti a tecnologia complessa

� Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 metri (verificare per gli impianti che implicano un'aia di maturazione esterna) fra il perimetro dell'impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedono un’aia di maturazione esterna, tale distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 metri

� Per semplificazione cartografica non è stata perimetrata la specifica di esclusione relativa agli impianti a tecnologia complessa, essendo comunque inclusa nella perimetrazione di cui al punto precedente

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 223

14 Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 14.1 Premesse

Con riferimento al contenuto del capitolo 8 “Criteri di individuazione delle aree idonee e non

idonee alla localizzazione degli impianti”, alla Tavola n. 18 allegata al presente Piano (vedasi

capitolo 13), nel seguito si analizzano le caratteristiche peculiari dei siti individuati come aree

potenziali per la localizzazione delle tipologie di impianto previste dalla pianificazione:

- Centri di conferimento (n° 3; n° 1 per Comprensorio);

- Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (n° 1);

- Impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio della FORSU (n°

2);

- Impianto di termovalorizzazione (n° 1, nell’ipotesi di ubicazione su territorio imperiese)

- Discariche di 1° Categoria e 2° Categoria tipo B e C.

Si è proceduto alla valutazione di ogni singola localizzazione, procedendo ad un esame qualitativo

degli aspetti di attenzione, degli indirizzi e degli obiettivi indicati dallo strumento di pianificazione

regionale e dalle norme vigenti, confrontati con la specifica scelta tipologica dell’impianto.

Analogamente si sono tenuti in conto l’impatto “sociale” indotto dalla scelta localizzativa e gli

effetti locali in termini di possibili rischi, danni o disagi indotti sulla popolazione.

Sul piano metodologico si è tenuta in considerazione anche la Direttiva 2001/42/CE - giugno 2001 -

concernente la “Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”, che

delinea a livello generale sia l’iter del processo, sia i contenuti del rapporto di sostenibilità

ambientale, secondo la seguente logica (Allegato I della Direttiva):

a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con

altri pertinenti piani o programmi;

b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione

del piano o del programma;

c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 224

d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in

particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi

delle direttive 79/409/CEE (Uccelli) e 92/43/CEE (Habitat);

e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati

membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è

tenuto conto di detti obiettivi ed di ogni considerazione ambientale;

f) possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione,

la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il

patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i

suddetti fattori;

g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali

effetti negativi significativi sull'ambiente dell’attuazione del piano o del programma;

h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata

effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o

mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;

i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;

j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 225

14.2 Centro di Conferimento Ventimigliese (A)

14.2.1 - “COMUNE DI CAMPOROSSO” (già esistente)

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO Il sito è posto a monte (2.5 km ca.) di opere di presa idrica sulla falda sotterranea sul Torrente Nervia per scoppi idropotabili

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

ATTUALMENTE SI Area attualmente inondabile con portata T < 50 anni (Fascia A), ma esterna alla fascia di riassetto fluviale secondo le previsioni in progetto – Zona IB. Subordinatamente ai previsti interventi di regimentazione idraulica previsti dal “Piano di Bacino del torrente Nervia”, si riduce la possibilità di inondazione dell’area rendendola compatibile. Esiste un’iniziativa della Comunità Montana Intemelia per sistemare la sponda destra del torrente Nervia (lato centro di conferimento esistente) aderente alla previsione di pianificazione del piano di bacino, che attende approvazione per il finanziamento. La tempistica di inizio intervento è in funzione della disponibilità di finanziamento dei Piani di Bacino; si presume l’anno 2004.

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

ATTUALMENTE SI

Vedasi punto precedente.

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO PG0 - Pericolosità Geologica a rischio 0

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica.

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 226

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO

B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

SI

Il sito ricade in “Zona a servizi -ambito F1” regolamentato dall’art. 63 delle Norme di Conformità e Congruenza

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento con l’Aurelia tramite Strada Provinciale n. 64.

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Sito ospitante il “Centro di raccolta differenziata rifiuti urbani del Comprensorio Intemelio”, attualmente già operativo e in fase di richiesta di finanziamento per l’ampliamento e potenziamento. Assetto insediativo: • ANI-TRZ ID, Area Non

Insediata-TRasformaZione in Insediamento Diffuso

• IS-MA, Insediamento Sparso-regime di MAntenimento

Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, COLture-

Insediamento Diffuso di Serre COnsolidamento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

NO Alluvioni recenti, talora terrazzate; permeabilità per porosità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 227

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Ventimigliese (A)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI Attualmente è gestito dalla Comunità Montana Intemelia

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Ventimigliese (A)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

NO

C/A5 Avere buona accessibilità SI Note Superficie = ca. 6.300 mq Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: NO

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”), ma posto a margine di una zona soggetta a proposta SIC (19 B IT1315719 - Torrente Nervia) attualmente in fase di riesame.

Motivo di individuazione del sito, oltre ad essere su un area a destinazione industriale, è stato anche l’esistenza dell’attuale “Centro di raccolta differenziata rifiuti urbani del comprensorio Intemelio”; si segnala nella situazione attuale l’esistenza di un potenziale fattore escludente (A4.1), superabile però attraverso la realizzazione dei previsti interventi di regimentazione idraulica del Torrente Nervia pianificati nel Piano stralcio del torrente Nervia.

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 228

14.2.2 - “COMUNE DI VENTIMIGLIA – Località Rio Ciapagni”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 229

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO

B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

NO

Destinazione urbanistica zona “Boschiva” art. 24 NAPRG

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Strada di accesso esistente di lunghezza pari a circa 500 mt. a partire della Strada Statale n. 20 della Val Roia, da migliorare.

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,

regime di Mantenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT, BCT TRZ-BAT

PRaTeria, Bosco di Conifere Termofile, Trasformazione- Bosco di Angiosperme Termofile

Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fatturazione

SI • Formazione geologica: formazioni di conglomerati a microcodium, marne priaboniane., flysch di Ventimiglia

• Litologia: calcari arenaci, marne arenacee, torbiditi arenaceo-argillose

• Coltri detritiche: accumuli detritici di falda

• Dissesti: cigli di arretramento, frane di crollo in roccia, erosione accelerata

• Semipermeabilità e

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 230

impermeabilità C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Ventimigliese (A)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Ventimigliese (A)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

NO

C/A5 Avere buona accessibilità SI Strada di accesso esistente di lunghezza pari a circa 500 mt. a partire della Strada Statale n. 20 della Val Roia, da migliorare.

Note Superficie = ca. 25.000 ~ 30.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): SI Zona Sismica: NO

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 231

14.3 Centro di Conferimento Sanremese (B)

14.3.1 - “COMUNE DI SANREMO - CIUVIN”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 232

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini

di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Sito notevolmente depresso rispetto all’autostrada A10, pertanto non esiste interferenza visuale. Visibile da Bussana Vecchia e da S.P. per Ceriana, pertanto sono necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

NO

E1g – zona agricola consolidata a coltura intensiva (art. 31 delle N.d.A.)

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Ex sito di discarica di 2° categoria tipo A per inerti Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo

B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, COLture -

Insediamenti Diffusi di Serre Consolidamento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI

Copertura detritica potente (> 3mt.) Permeabilità per porosità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 233

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Sanremese (B)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Sanremese (B)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

SI Adiacente ad attività commerciali ed artigianali

C/A5 Avere buona accessibilità SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia

Note Superficie = ca. 45.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI, il sito è in parte rilevante compreso in zona “3” di zonizzazione sismica (art. 42 di P.R.G.)

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

COMMENTI: a fronte della situazione dello Strumento Urbanistico vigente, il progetto di realizzazione

dell’eventuale impianto dovrà essere proposto come Piano Particolareggiato, prevedendo l’intera sistemazione dell’area.

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 234

14.3.2 - “COMUNE DI SANREMO - TRASCA”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 235

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Sito notevolmente depresso rispetto all’autostrada, pertanto non esiste interferenza visuale. Visibile da Bussana Vecchia e da S.P. per Ceriana, pertanto sono necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

NO

E1g – zona agricola consolidata a coltura intensiva (art. 31 delle N.d.A.)

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Ex discarica di 2° categoria tipo A per inerti. E’ adiacente a siti individuati dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -

MAntenimento Assetto geomorfologico • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, COLture -

Impianti Diffusi di Serre COnsolidamento

• COL-ISS MA, COLture- Impianti Sparsi di Serre Mantenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI • Formazione geologica: flysch di Sanremo

• Litologia: arenarie, marne, calcari marnosi con interstrati argilloscistosi

• Coltri detritiche: discarica di inerti e di RSU, coltri pluvio-colluviali

• Dissesti: assenti

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 236

• Permeabilità: da scarsa a media per porosità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Sanremese (B)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Sanremese (B)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

NO

C/A5 Avere buona accessibilità SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia

Note Superficie = ca. 30.000 ÷ 40.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: SI Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

COMMENTI: a fronte della situazione dello Strumento Urbanistico vigente, il progetto di realizzazione

dell’eventuale impianto dovrà essere proposto come Piano Particolareggiato, prevedendo l’intera sistemazione dell’area.

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 237

14.3.3 - “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Visibile parzialmente da autostrada A10 Genova-Ventimiglia e dal Comune di Castellano

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 238

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

SI

Destinazione urbanistica: “Industriale/Agricolo – Boschiva /Zootecnica

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Facilmente accessibile dalle principali vie di comunicazione attraverso la strada di collegamento con il casello Autostradale di Taggia

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Sito di discarica di inerti esaurita, individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia Assetto insediativo: • ANI-TRZ, Area Non

Insediata – TrasformaZione Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di

tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtiure -

Insediamento Sparso di Serre MAntrenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI Detrito a granulometria grossolana e media Permeabilità per porosità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Sanremese (B)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Sanremese (B)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

NO

C/A5 Avere buona accessibilità SI Facilmente accessibile dalle principali vie di comunicazione attraverso la strada di collegamento con il casello Autostradale di Taggia

Note Superficie = ca. 45-50.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): -

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 239

Zona Sismica: SI Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”), ma a circa 1.5 km si segnala il limite del sito 21 B IT1315805 – Bassa Valle Armea, proposto come SIC, attualmente in fase di riesame.

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 240

14.3.4 - “COMUNE DI SANREMO – Località Cava Bianchi”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Visibile da Bussana Vecchia, dalla località Poggio, in parte dall’autostrada A10 Genova-Ventimiglia

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 241

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

NO

E3 – zona agricola tradizionale o mista (art. 31 delle N.d.A.)

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento con S.S. n. 1 Aurelia, Aurelia bis e strada comunale per Bussana

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Sito di cava esaurita, in fase di recupero ambientale. Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -

regime di MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B • CA, Cava Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtivazioni,

Insediamenti Sparsi di Serre Mantenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI • Formazione geologica: argille di Ortovero

• Litologia: argille azzurre plioceniche con intercalazioni sabbiose e ciottolose

• Permeabilità: nulla C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Sanremese (B)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Sanremese (B)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

NO

C/A5 Avere buona accessibilità NO

Collegamento con S.S. n. 1 Aurelia, Aurelia bis e strada comunale per Bussana

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 242

Note Superficie = ca. 30.000 - 40.000 mq Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): -

Zona Sismica: SI Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: SI Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 243

14.3.5 - “COMUNE DI SANREMO – LOC. SAN PIETRO” (attuale stazione di trasferimento RSU)

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

ATTUALMENTE SI Secondo il Piano di Bacino del torrente Armea e Rio Fonti, area in fascia derivante da aree storicamente inondate o da analisi idraulica non sufficientemente approfondita (A*). Divieto di costruzione di nuove edificazioni nelle aree situate all’esterno del centro edificato comprese nella fascia di rispetto di 40 mt. dai corsi d’acqua, distanza derogabile a non meno di 10 mt con provvedimento del Servizio Opere Idrauliche della Provincia. Divieto di qualsiasi intervento sino all’esecuzione delle opere di messa in sicurezza previste dal progetto IBp6. Esiste una domanda di finanziamento Ob2 in avanzata fase di autorizzazione per la sistemazione idraulica di tutto il tratto del torrente Armea dal Mercato dei fiori fino a San Pietro. La tempistica di inizio intervento è in funzione della disponibilità di finanziamento dei Piani di Bacino; si presume l’anno 2004.

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

ATTUALMENTE SI

Vedasi punto precedente.

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 244

importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO

Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO

B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI In parte visibile da Bussana Vecchia, pertanto sono necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva.

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

SI

Zona F24 – zona a pubblici servizi (art. 32 delle N.d.A.), che individua area per rifiuti urbani ed impianti tecnologici in genere, pertanto compatibile dal punto di vista urbanistico con l’insediamento di un centro di conferimento rifiuti

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento con S.S. 1 Aurelia, Aurelia bis e l’autostrada Genova- Ventimiglia

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Area già considerata per la realizzazione di stazione di trasferimento e valorizzazione rifiuti riciclabili, in parte esistente Assetto insediativo: • ANI-TRZ ID, Area Non

Insediata-TRasformaZione in Insediamento Diffuso

• IS-MA, Insediamento Sparso – MAntenimento

Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo

B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, Colture-

Insediamento Diffuso di Serre COnsolidamento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI

Marne di Sanremo, semipermeabile

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 245

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Sanremese (B)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Sanremese (B)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

SI Adiacente ad attività commerciali ed artigianali

C/A5 Avere buona accessibilità SI Collegamento con S.S. 1 Aurelia, Aurelia bis e l’autostrada Genova- Ventimiglia

Note Superficie = ca. 6.700 + 3.300 = ca. 10.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

COMMENTI: motivo di individuazione del sito, oltre ad essere su un’area per rifiuti urbani e impianti

tecnologici in genere, è stato anche l’esistenza dell’attuale stazione di trasferimento dei RSU; si segnala l’esistenza di un potenziale fattore escludente (A4.3), superabile attraverso l’analisi più approfondita dell’idrologia del Rio Cascine e del Torrente Armea (come richiesto dal Piano di bacino del torrente Armea e Rio Fonti) e la realizzazione di interventi atti ad evitare l’eventuale inondazione dell’area.

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 246

14.4 Centro di Conferimento Imperiese (C)

14.4.1 - “COMUNE DI CHIUSANICO – Località Brughi”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO

NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 247

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO

NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi Punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO Scarsa visibilità dal centro abitato di Torria, più significativa dal centro di San Lazzarro Reale. Necessarie opere di mitigazione visiva.

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

SI Zona a destinazione urbanistica It “Impianti tecnologici”.

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento diretto della SS. 20 del Colle di Nava.

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

NO

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Assetto insediativi: • ANI-TRZ, Area Non Insediata -

TRasformsaZione Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLture-

Insediamento Sparso di Serre MAntenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI Flysch di Sanremo, calcari marnosi Permeabilità per porosità o fatturazione

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 248

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Imperiese (C)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Imperiese (C)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

NO

C/A5 Avere buona accessibilità NO Collegamento diretto della SS. 20 del Colle di Nava.

Note Superficie = ca. 4.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: NO

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 249

14.4.2 - “COMUNE DI IMPERIA – EX MATTATOIO” (già esistente)

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

Area prossima a batterie di pozzi pubblici per uso potabile, posti sia a nord che a sud del sito

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

PG0 - Pericolosità Geologica a rischio 0

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante

NO Il centro è già esistente ed autorizzato allo svolgimento dell’attività. E’ in adiacenza al viadotto dell’autostrada A10 Genova-Ventimiglia (vedasi tavola grafica n. 9 del Volume III)

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 250

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

SI

Area prossima a batterie di pozzi pubblici per uso potabile, posti sia a nord che a sud del sito

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI

Sito notevolmente depresso rispetto all’autostrada, ma adiacente alla S.S. 28. Necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

SI

Zona per attrezzature tecnologiche IT1D, regolamentata dall’art. 67 delle N.T.A. del P.R.G.

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia e con l’autostrada A10 Genova -Ventimiglia; si segnala il nodo stradale come punto di traffico intenso.

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Sito ospitante il centro di lavorazione dei rifiuti riciclabili della Ditta Eco Imperia, già operativo Assetto insediativo: • TU-AE, Tessuto Urbano-

Autostrade Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionele: • COL-ISS MA, COLture,

Insediamento Sparso di Serre MAntenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

NO

Alluvioni recenti ghiaiose Permeabilità per fratturazione

C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 251

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Imperiese (C)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Imperiese (C)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

SI

C/A5 Avere buona accessibilità SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia e con l’autostrada A10 Genova -Ventimiglia; si segnala il nodo stradale come punto di traffico intenso

Note Superficie = ca. 5.300 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

COMMENTI: il centro è già attualmente in attività ed è inserito su un’area per insediamenti produttivi; non

esistono fattori escludenti, anche se si segnala la vicinanza a pozzi di approvvigionamento idropotabile (A3) e l’occupazione in parte della fascia di rispetto autostradale (A5) (la fascia non è interessata da strutture fisse)

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 252

14.4.3 - “COMUNE DI IMPERIA – Località Caramagna”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO Sito posto in posizione prossima al Rio Caramagna

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO PG0 - Pericolosità Geologica a rischio 0

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

B - Fattori penalizzanti

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 253

storica e paesistica C - Fattori preferenziali

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

SI

Zona destinata ad attività miste produttive e commerciali di tipo DM2C e DM4C

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Sito posto in prossimità della strada comunale Imperia – Montegrazie

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

NO Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLture -

Insediamenti Sparsi di Serre MAntenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI • Geolitologia affiorante di tipo arenacea argillosa

• Permeabilità per porosità C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO Insediamenti artigianali e abitativi

sparsi C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Imperiese (C)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Imperiese (C)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

NO

C/A5 Avere buona accessibilità SI Sito posto in prossimità della strada comunale Imperia – Montegrazie

Note Superficie = ca. 10.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 254

14.4.4 - “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Visibilità dal Comune di Civezza e dalla località Lingueglietta. Necessarie opere di mitigazione visiva.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 255

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

NO

Zona agricola boschiva AB regolamentata da artt 8.-8.1-8.2 delle N.T.A. del P.R.G.

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento alla S.S. n. 1 Aurelia attraverso la S.P. n. 45 per Pietrabruna; pista di accesso alla cava esistente.

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Cava di materiale inerte in fase di coltivazione. Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,

MAntenimento Assetto geomorfologico: • CA, Cave a cielo aperto Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtivazioni -

Insediamenti Sparsi di Serre MAntenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI

• Formazione geologica: Flysch di Sanremo

• Litologia: arenarie, calcari marnosi, marne con interstrati argilloscistosi

• Permeabilità: da scarsa a media per porosità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 256

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Imperiese (C)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Imperiese (C)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

NO

C/A5 Avere buona accessibilità NO Collegamento alla S.S. n. 1 Aurelia attraverso la S.P. n. 45 per Pietrabruna; pista di accesso alla cava esistente.

Note Superficie = ca. 90.000 mq.

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 257

14.4.5 - “COMUNE DI IMPERIA – Località Ponticelli”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Visibilità da autostrada A10 Genova-Ventimiglia e in parte dalla Strada Provinciale per Civezza

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 258

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

SI Zona per attrezzature tecnologiche IT1A, regolamentata dall’art. 67 delle N.T.A. del P.R.G.

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Strada di accesso alla discarica esistente direttamente dalla S.S. 1 Aurelia

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -

regime di MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLture -

Insediamenti Sparsi di Serre Mantenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI

Permeabilità per porosità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C/A - Fattori preferenziali integrativi (paragrafo 8.4.5 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C/A1 Centro concepito come struttura al servizio di ambiti sovracomunali, specie per le fasce territoriali entroterra, con alta frammentazione amministrativa

SI Il centro è previsto a servizio del Comprensorio Imperiese (C)

C/A2 La realizzazione deve con preferenza essere gestita da enti sovracomunali, come le Comunità Montane, in grado di contemperare esigenze e necessità dei diversi ambiti territoriali che ad esse fanno capo

SI

C/A3 L’impianto deve essere dimensionato e strutturato in modo tale da garantire una capacità di trattamento del materiale congruente con gli obiettivi di raccolta differenziata indicati nel D. Lgs. 22/97

SI Il centro è dimensionato sulla produzione di rifiuti e sugli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il Comprensorio Imperiese (C)

C/A4 Luoghi abitualmente frequentati, come supermercati, grandi centri commerciali e altri spazi pubblici di richiamo della popolazione

NO

C/A5 Avere buona accessibilità SI Strada di accesso alla discarica esistente direttamente dalla S.S. 1 Aurelia

Note Superficie = ca. 10.000 ÷ 12.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 259

COMMENTI: Il sito è la piana posta a valle della discarica attualmente in fase di coltivazione, indicata dallo STUDIO GALLI-SIBILLA-TEI.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 260

14.5 Impianto di stoccaggio, separazione e nobilitazione (n° 1)

14.5.1 - “COMUNE DI SANREMO - CIUVIN”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 261

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini

di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Sito notevolmente depresso rispetto all’autostrada, pertanto non esiste interferenza visuale. Visibile da Bussana Vecchia e da S.P. per Ceriana, pertanto sono necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

NO

E1g – zona agricola consolidata a coltura intensiva (art. 31 delle N.d.A.)

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Ex sito di discarica di 2° categoria tipo A per inerti Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, COLture -

Insediamenti Diffusi di Serre COnsolidamento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI

Copertura detritica potente (> 3mt.) Permeabilità per porosità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 262

Note Superficie = ca. 45.000 mq Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): -

Zona Sismica: SI, il sito è in parte rilevante compreso in zona “3” di zonizzazione sismica (art. 42 di P.R.G.) Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

COMMENTI: a fronte della situazione dello Strumento Urbanistico vigente, il progetto di realizzazione dell’eventuale impianto dovrà essere proposto come Piano Particolareggiato, prevedendo l’intera sistemazione dell’area.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 263

14.5.2 - “COMUNE DI SANREMO - TRASCA”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 264

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Sito notevolmente depresso rispetto all’autostrada, pertanto non esiste interferenza visuale. Visibile da Bussana Vecchia e da S.P. per Ceriana, pertanto sono necessarie in ogni caso opere di mitigazione visiva

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 265

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

NO

E1g – zona agricola consolidata a coltura intensiva (art. 31 delle N.d.A.)

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento con la S.S. 1 Aurelia, l’Aurelia bis e l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Ex discarica di 2° categoria tipo A per inerti. E’ adiacente a siti individuati dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -

MAntenimento Assetto geomorfologico • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-IDS CO, COLture -

Impianti Diffusi di Serre COnsolidamento

• COL-ISS MA, COLture- Impianti Sparsi di Serre MAntenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

NO • Formazione geologica: flysch di Sanremo

• Litologia: arenarie, marne, calcari marnosi con interstrati argilloscistosi

• Coltri detritiche: discarica di inerti e di RSU, coltri pluvio-colluviali

• Dissesti: assenti • Permeabilità: da scarsa a media

per porosità C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

Note Superficie = ca. 40.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: SI Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

COMMENTI: a fronte della situazione dello Strumento Urbanistico vigente, il progetto di realizzazione

dell’eventuale impianto dovrà essere proposto come Piano Particolareggiato, prevedendo l’intera sistemazione dell’area.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 266

14.5.3 - “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Visibile parzialmente da autostrada A10 Genova-Ventimiglia e dal Comune di Castellaro

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 267

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

SI

Destinazione urbanistica: “Industriale/Agricolo – Boschiva /Zootecnica

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Facilmente accessibile dalle principali vie di comunicazione attraverso la strada di collegamento con il casello Autostradale di Taggia

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Sito di discarica di inerti esaurita, individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia Assetto insediativo: • ANI-TRZ, Area Non

Insediata – TrasformaZione Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di

tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtiure -

Insediamento Sparso di Serre MAntrenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI Detrito a granulometria grossolana e media Permeabilità per porosità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

Note Superficie = ca. 45-50.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”), ma a circa 1.5 km si segnala il limite del sito 21 B IT1315805 – Bassa Valle Armea, proposto come SIC, attualmente in fase di riesame.

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 268

14.5.4 - “COMUNE DI SANREMO – Località Cava Bianchi”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Visibile da Bussana Vecchia, dalla località Poggio, in parte dall’autostrada A10 Genova-Ventimiglia

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 269

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

NO

E3 – zona agricola tradizionale o mista (art. 31 delle N.d.A.)

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento con S.S. n. 1 Aurelia e strada comunale per Bussana

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Sito di cava esaurita, in fase di recupero ambientale. Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -

regime di MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B • CA, Cava Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtivazioni,

Insediamenti Sparsi di Serre Mantenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI • Formazione geologica: argille di Ortovero

• Litologia: argille azzurre plioceniche con intercalazioni sabbiose e ciottolose

• Permeabilità: nulla C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

Note Superficie = ca. 30.000 ÷ 40.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: SI Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 270

14.6 Impianti di separazione secco-umido, stabilizzazione e compostaggio FORSU (n° 2)

14.6.1 - “COMUNE DI VENTIMIGLIA – Località Rio Ciapagni”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.

NO

A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 271

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 272

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse

NO

Destinazione urbanistica zona “Boschiva” art. 24 NAPRG

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Strada di accesso esistente di lunghezza pari a circa 500 mt. a partire della Strada Statale n. 20 della Val Roia, da migliorare.

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,

regime di Mantenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT, BCT TRZ-BAT

PRaTeria, Bosco di Conifere Termofile, Trasformazione- Bosco di Angiosperme Termofile

Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo - Individuazione siti per discariche inerti” della Provincia di Imperia

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI • Formazione geologica: formazioni di conglomerati a microcodium, marne priaboniane., flysch di Ventimiglia

• Litologia: calcari arenaci, marne arenacee, torbiditi arenaceo-argillose

• Coltri detritiche: accumuli detritici di falda

• Dissesti: cigli di arretramento, frane di crollo in roccia, erosione accelerata

• Semipermeabilità e impermeabilità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio

SI

Note Superficie = ca. 25.000 ÷ 30.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): SI Zona Sismica: NO

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 273

14.6.2 - “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4 Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di regime di Conservazione per l’assetto insediativo

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di pericolosità geologica a rischio Pg3A

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.

NO

A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 274

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 275

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse

SI Ricade in “Area per attrezzature di interesse pubblico “ art. 17 NAPRG

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

NO Posto a circa 4 km. dal casello di Ventimiglia dell’autostrada A10 Genova-Ventimiglia e a circa 5 km dalla S.S. n. 1 Aurelia, sulla Strada Statale n. 20 della Val Roia. Strada di accesso stretta e ripida nel tratto iniziale su fondo di cemento

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

NO

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso,

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT-BCT TRZ BAT, PraTerie-

Boschi di Conifere Termofile, TRasformaZione - Boschi di Angiosperme Termofile

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI Geolitologia caratterizzata dall’affioramento del complesso arenaceo ed in parte del complesso conglomeratici. Il primo è ascrivibile al flysch di Ventimiglia, il secondo al ciclo sedimentario pliocenico. Scarsa permeabilità.

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio

SI

Note Superficie = ca. 20.000 mq.

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: NO

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 276

14.6.3 - “COMUNE DI TAGGIA – Località Colli”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 277

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Visibile parzialmente da autostrada A10 Genova-Ventimiglia e dal Comune di Castellaro

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse.

SI

Destinazione urbanistica: “Industriale/Agricolo – Boschiva/ Zootecnica

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Facilmente accessibile dalle principali vie di comunicazione attraverso la strada di collegamento con il casello Autostradale di Taggia

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Sito di discarica di inerti esaurita, individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia Assetto insediativo: • ANI-TRZ, Area Non Insediata

– TrasformaZione Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtiure -

Insediamento Sparso di Serre MAntrenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI Detrito a granulometria grossolana e media Permeabilità per porosità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio

SI

Note Superficie = ca. 45-50.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: -

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 278

Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”), ma a circa 1.5 km si segnala il limite del sito 21 B IT1315805 – Bassa Valle Armea, proposto come SIC, attualmente in fase di riesame.

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 279

14.6.4 - “COMUNE DI TAGGIA – Costa dei Frati”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.

NO

A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.

NO

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 280

aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO

B5 Zone che interessano direttamente o in termini di interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse

NO

Destinazione urbanistica: Parco Urbano/Agricolo-boschiva

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

NO Esiste strada di accesso al sito, che deve essere migliorata e potenziata

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

NO

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

NO Assetto insediativo: • ANI-.MA, Area Non Insediata,

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • BA-CO, Bosco di

Angiosperme, COnsolidamentoC5 Affioramenti litologici che presentino limitata

permeabilità per porosità o fratturazione NO Calcari del Monte Maccarello

Permeabilità per porosità C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio

SI

Note Superficie = ca. 100.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): SI Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”), identificata come 21 B IT1315805 – Bassa Valle Armea,, attualmente in fase di riesame.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 281

14.6.5 - “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.

NO

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 282

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Visibilità dal Comune di Civezza

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse.

NO

Zona agricola boschiva AB regolamentata da artt 8.-8.1-8.2 delle N.T.A. del P.R.G.

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento alla S.S. n. 1 Aurelia attraverso la S.P. n. 45 per Pietrabruna; pista di accesso alla cava esistente.

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Cava di materiale inerte in fase di coltivazione. Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,

MAntenimento Assetto geomorfologico: • CA, Cave a cielo aperto Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtivazioni -

Insediamenti Sparsi di Serre MAntenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI

• Formazione geologica: Flysch di Sanremo

• Litologia: arenarie, calcari marnosi, marne con interstrati argilloscistosi

• Permeabilità: da scarsa a media per porosità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio

SI

Note Superficie = ca. 90.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 283

14.6.6 - COMUNE DI IMPERIA - Località Ponticelli”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.

NO

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO

NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 284

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Visibilità da autostrada A10 Genova Ventimiglia e in parte dalla Strada Provinciale per Civezza

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse.

SI Zona per attrezzature tecnologiche IT1A, regolamentata dall’art. 67 delle N.T.A. del P.R.G.

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Strada di accesso alla discarica esistente direttamente dalla S.S. 1 Aurelia

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -

regime di MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLture -

Insediamenti Sparsi di Serre Mantenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI

Permeabilità per porosità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio

NO

Note Superficie = ca. 10.000 – 12.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): NO Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

COMMENTI: il sito è la piana posta a valle della discarica attualmente in fase di coltivazione, indicata dallo

STUDIO GALLI-SIBILLA-TEI.

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 285

14.6.7 - “COMUNE DI IMPERIA – Località Caramagna”

A - Fattori escludenti (paragrafo 8.2.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO Sito posto in posizione prossima al Rio Caramagna

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO PG0 - Pericolosità Geologica a rischio 0

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.

NO

B - Fattori penalizzanti

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 286

recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

C - Fattori preferenziali

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici

SI

Zona destinata ad attività miste produttive e commerciali di tipo DM2C e DM4C

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Sito posto in prossimità della strada comunale Imperia – Montegrazie

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

NO Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso -

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLture -

Insediamenti Sparsi di Serre MAntenimento

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI • Geolitologia affiorante di tipo arenacea argillosa

• Permeabilità per porosità C6 Idonea distanza da edifici residenziali NO Insediamenti artigianali e abitativi

sparsi C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C8 Aree con destinazione agricola relativamente agli impianti di compostaggio

SI

Note Superficie = ca. 10.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 287

14.7 Termovalorizzatore

14.7.1 - “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4 Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di regime di Conservazione per l’assetto insediativo

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di pericolosità geologica a rischio Pg3A

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.

NO

A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 288

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

B6 Aree caratterizzate da condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 289

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse

SI Ricade in “Area per attrezzature di interesse pubblico “ art. 17 NAPRG

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

NO Posto a circa 4 km. dal casello di Ventimiglia dell’autostrada A10 Genova-Ventimiglia e a circa 5 km dalla S.S. n. 1 Aurelia, sulla Strada Statale n. 20 della Val Roia. Strada di accesso stretta e ripida nel tratto iniziale su fondo di cemento

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

NO

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamenti Sparsi,

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT-BCT TRZ BAT, PraTerie-

Boschi di Conifere Termofile, TRasformaZione - Boschi di Angiosperme Termofile

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI Geolitologia caratterizzata dall’affioramento del complesso arenaceo ed in parte del complesso conglomeratici. Il primo è ascrivibile al flysch di Ventimiglia, il secondo al ciclo sedimentario pliocenico. Scarsa permeabilità.

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C8 Preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale

NO

C9 Sostituzioni di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al fine di produrre un globale miglioramento dell’ambiente

NO

C10 Impianti di termodistruzione esistenti NO C11 Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed

energia NO

Note Superficie = ca. 20.000 mq.

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: NO

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 290

14.7.2 - “COMUNE DI BADALUCCO – Località Vallone dei Morti”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO Si segnala nell’intorno del sito considerato un’area con Pericolosità Geologica a rischio Pg3

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.

NO

A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 291

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C4

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

B6 Aree caratterizzate da condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 292

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse

SI Ricade in zona agricola

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Strada Statale n. 548 di Valle Argentina fino all’incrocio per Ciabaudo-Vignai; Strada provinciale n. 54 della Valle Oxentina fino alla Strada Comunale Don Caprile che conduce al Santuario N. S. Madonna della Neve.

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

NO

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Sito proposto per discarica RSU da precedenti pianificazioni Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,

Mantenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • BA-CO, Boschi di

Angiosperme COnsolidamento C5 Affioramenti litologici che presentino limitata

permeabilità per porosità o fratturazione SI Geolitologia affiorante di tipo

arenaceo argillosa con permeabilità generalmente scarsa

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C8 Preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale

NO

C9 Sostituzioni di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al fine di produrre un globale miglioramento dell’ambiente

NO

C10 Impianti di termodistruzione esistenti NO C11 Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed

energia NO

Note Superficie = ca. 60.000 mq , di cui disponibili ca. 55.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 293

14.7.3 - “COMUNE DI CESIO - Località Cartari”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Assetto insediativo: • ANI-MA. Aree Non Insediate -

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MA, MAntenimento Assetto vegetazionale: • BA-CO, Boschi di Angiosperme -

COnsolidamento A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che

possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a rischio rilevante.

NO

A6 Aree con presenza di centri edificati, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di almeno 100 mt fra il perimetro dell’impianto e il perimetro dei centri stessi. Nel caso in cui gli impianti prevedano un’aia di maturazione esterna, la distanza dovrà essere adeguatamente aumentata e comunque non dovrà risultare inferiore a 200 m.

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 294

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto A1

B2 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90 relativamente alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con esclusione delle discariche, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

NO

B3 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile, se il sedime dell’impianto e delle aree di maturazione e stoccaggio non risulta impermeabilizzato artificialmente

NO

B4 Zone gravate da usi civici NO B5 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

B6 Aree caratterizzate da condizioni climatiche-orografiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti, ad esempio ove condizioni di calma di vento ricorrono con maggiore frequenza

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 295

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3, 8.4.3 e 8.4.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Aree destinate dal Piano Regolatore Generale a zone destinate ad attività produttive o ad impianti tecnologici o contigue alle stesse

NO Zona boschiva

C2 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

NO

C3 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

NO

C4 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dimesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

NO

C5 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

NO Arenarie, formazioni di Testico Semipermeabilità

C6 Idonea distanza da edifici residenziali SI C7 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C8 Preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale

NO

C9 Sostituzioni di emissioni esistenti nell’area da utenze industriali, civili e termoelettriche al fine di produrre un globale miglioramento dell’ambiente

NO

C10 Impianti di termodistruzione esistenti NO C11 Vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed

energia NO

Note Superficie = ca. 20.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: NO

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 296

14.8 Discarica di 1° e 2° categoria di tipo B e C

14.8.1 - “COMUNE DI VENTIMIGLIA / CAMPOROSSO – Località Vallone dei Lodi”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C3 Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di regime di Conservazione per l’assetto insediativo

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO Si segnala la presenza nell’intorno del sito considerato di pericolosità geologica a rischio Pg3A

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90

NO

A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 297

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C3

B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)

NO

B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue

NO

B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 298

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

NO Posto a circa 4 km. dal casello di Ventimiglia dell’autostrada A10 Genova-Ventimiglia e a circa 5 km dalla S.S. n. 1 Aurelia, sulla Strada Statale n. 20 della Val Roia. Strada di accesso stretta e ripida nel tratto iniziale su fondo di cemento

C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

NO

C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamenti Sparsi,

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT-BCT TRZ BAT, PraTerie-

Boschi di Conifere Termofile, TRasformaZione - Boschi di Angiosperme Termofile

C4 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI Geolitologia caratterizzata dall’affioramento del complesso arenaceo. Il primo è ascrivibile al flysch di Ventimiglia. Scarsa permeabilità.

C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

NO

C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali

NO

C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

NO

Note Superficie = ca. 330-350.000 mq., di cui idonea ca. 90.000 mq.

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: NO

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 299

14.8.2 - “COMUNE DI PERINALDO – Località Morga”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C4

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO Si segnala nell’intorno del sito considerato, area con Pericolosità Geologica a rischio Pg4.

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90

NO

A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione

NO

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 300

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C3

B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)

NO Permeabilità da scarsa a media

B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue

NO

B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali

SI

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 301

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

NO Strada Provinciale per Perinaldo, Strada Provinciale per Dolceacqua, pista sterrata per circa 2 km

C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

NO

C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • IS-MA, Insediamento Sparso –

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabiltà di tipo B Assetto vegetazionale: • PRT, BCT TRZ-BAT,

PRaTeria, Bosco di Conifere Termofile, TRasformaZione - Bosco di Angiosperme Termofile

C4 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

NO • Formazione geologica: flysch di Ventimiglia

• Litologia: torbiditi arenaceo-argilloscistose con bancate di marne

• Coltri detritiche: coltri pluvio-colluviali in sacche

• Dissesti: erosione di tipo calanchivo

• Permeabilità: da nulla a scarsa prevalentemente per porosità

C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

NO

C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali

NO

C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

NO

Note Superficie = ca. 65.000 mq, di cui circa 15.000 non interessata dalla frana

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): SI Zona Sismica: NO

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: SI Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: SI Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 302

14.8.3 - “COMUNE DI BADALUCCO – Località Vallone dei Morti”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C3

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO Si segnala nell’intorno del sito considerato un’area con Pericolosità Geologica a rischio Pg3

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90

NO

A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 303

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C3

B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)

NO

B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue

NO

B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali

SI

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 304

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Strada Statale n. 548 di Valle Argentina fino all’incrocio per Ciabaudo-Vignai; Strada provinciale n. 54 della Valle Oxentina fino alla Strada Comunale Don Caprile che conduce al Santuario N. S. Madonna della Neve.

C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

NO

C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,

Mantenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, Modificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • BA-CO, Boschi di Angiosperme

COnsolidamento C4 Affioramenti litologici che presentino limitata

permeabilità per porosità o fratturazione SI Geolitologia affiorante di tipo

arenaceo argillosa con permeabilità generalmente scarsa

C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

SI

C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali

NO

C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

SI

Note Superficie = ca. 60.000 mq , di cui disponibili ca. 55.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 305

14.8.4 - “COMUNE DI TAGGIA – Località Costa dei Frati”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C3

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 2

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90

NO

A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 306

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

NO Vedasi punto C3

B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)

NO Permeabilità di tipo medio

B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue

NO

B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali

SI

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 307

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

NO Esiste strada di accesso al sito, che deve essere migliorata e potenziata

C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

NO

C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

NO Assetto insediativo: • ANI-.MA, Area Non Insediata,

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MO-B, MOdificabilità di tipo B Assetto vegetazionale: • BA-CO, Bosco di Angiosperme,

COnsolidamento C4 Affioramenti litologici che presentino limitata

permeabilità per porosità o fratturazione NO Calcari del Monte Saccarello

Permeabilità per porosità C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

NO

C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali

NO

C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

NO

Note Superficie = ca. 100.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): SI Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: NO Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: NO Area ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”), identificata come 21 B IT1315805 – Bassa Valle Armea,, attualmente in fase di riesame.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 308

14.8.5 - “COMUNE DI CIPRESSA – Località Pian del Bue”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90

NO

A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 309

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C3

B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

SI Visibilità dal Comune di Civezza

B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)

NO

B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue

NO

B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 310

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

SI Collegamento alla S.S. n. 1 Aurelia attraverso la S.P. n. 45 per Pietrabruna; pista di accesso alla cava esistente.

C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI

Cava di materiale inerte in fase di coltivazione. Sito già individuato dallo studio “Progetto Obiettivo – Individuazione siti per discariche di inerti” della Provincia di Imperia. Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,

MAntenimento Assetto geomorfologico: • CA, Cave a cielo aperto Assetto vegetazionale: • COL-ISS MA, COLtivazioni -

Insediamenti Sparsi di Serre MAntenimento

C4 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

SI

• Formazione geologica: Flysch di Sanremo

• Litologia: arenarie, calcari marnosi, marne con interstrati argilloscistosi

• Permeabilità: da scarsa a media per porosità

C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

NO

C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali

SI

C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

SI

Note Superficie = ca. 90.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

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Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 311

14.8.6 - “COMUNE DI CASTELLARO / POMPEIANA – Località Prato Grande”

A - Fattori escludenti (paragrafi 8.2.1 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

A1 Zone di “Conservazione” come definite dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP) o di “Mantenimento“ ove comprese nei sistemi di interesse naturalistico ambientale, in strutture urbane qualificate (SU), parchi urbani (PU) e valori di immagine (IU)

NO Vedasi punto C3

A2 Aree golenali e tutte le aree di ambito fluviale che possano concorrere alla riqualificazione ambientale dello stesso ed il cui utilizzo sia in contrasto con le finalità previste dalla L.R. 9/93 che, oltre ad assicurare la difesa del suolo e la tutela dei corpi idrici, persegue “la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi” (art. 1 comma 1)

NO

A3 Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a scopo potabile (200 m o altra dimensione comunque maggiore definita in base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del sito), ai sensi del DPR 236/88 e s.m.i.

NO Sono presenti delle sorgenti dell’acquedotto pubblico in località Zunchi a circa 1.5 km di distanza dal sito e lungo il Rio Chiuse a circa 2.0 km

A4.1 Aree individuate a rischio inondazione in base al piano di bacino o piano di bacino stralcio redatto ai sensi della Legge Regionale 9/1993

NO

A4.2 Aree inserite nelle mappe rischio di cui all’art. 6 della legge regionale 45/96 “Disciplina delle attività di protezione civile in ambito regionale”

NO

A4.3 Aree a rischio idrogeologico elevato e a rischio idrogeologico molto elevato inserite nei provvedimenti regionali attuativi del D.L. 180/98 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania” convertito con legge 267/98 e successive modificazioni

NO PG1 e PG2 - Pericolosità Geologica a rischio 1 e 2 Nell’intorno del sito considerato, a sud, si segnala una zona interessata da Pericolosità Geologica a rischio PG3

A5 Aree che ricadono entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti e siti di importanza storica e paesistica, stabilimenti soggetti a pericolo di rischio rilevante

NO

A6 Aree carsiche comprensive di grotte e doline ai sensi della L.R. 14/90

NO

A7 Aree su terreni sciolti alluvionali sedi di corpi idrici sotterranei utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile

NO

A8 Distanza minore di 500 mt. tra il perimetro della discarica e il perimetro del più prossimo “centro edificato”. Il centro edificato, come definito dalla Legge 865/71, è delimitato per ciascun centro o nucleo abitato dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi. Non possono essere compresi nel perimetro dei centri edificati gli insediamenti sparsi e le aree esterne, anche se interessate dal processo di urbanizzazione

NO

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 312

B - Fattori penalizzanti (paragrafo 8.2.2 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

B1 Zone sottoposte al regime normativo di “Mantenimento” sia nell’assetto morfologico che vegetazionale come da art. 64 e 71 del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

SI Vedasi punto C3

B2 Zone gravate da usi civici NO B3 Zone che interessano direttamente o in termini di

interferenze visuali grandi infrastrutture di comunicazione, siti e percorsi di importanza storica e paesistica

NO

B4 Aree caratterizzate dalla presenza di rocce con elevata permeabilità per fessurazione, fratturazione o porosità (serpentiniti, conglomerati, ecc.)

NO

B5 Aree agricole di pregio quali le colture permanenti (vigneti, frutteti, oliveti) e seminativi in terre irrigue

NO

B6 Caratteristiche orografiche (dimensione del bacino imbrifero, acclività dei versanti, ecc.) tali da rendere necessarie ingenti opere di regimazione idraulica tra cui, principalmente, il tombinamento dei corpi idrici superficiali

SI

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Analisi delle caratteristiche di idoneità e non idoneità dei siti proposti 313

C - Fattori preferenziali (paragrafo 8.2.3 e 8.4.1 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti)

DESCRIZIONE STATO DI FATTO NOTE E PRESCRIZIONI

C1 Dotazione di infrastrutture esistenti, viabilità d’accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati

NO Non esiste una strada di accesso. Il sito è raggiungibile con difficoltà dall’abitato di Boscomare

C2 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti e con l’utilizzatore dell’energia o del materiale prodotto

SI

C3 Inserimento in aree degradate quali, tra le altre, discariche esistenti o non più attive, cave dismesse, al fine di apportare comunque una riqualificazione generale dell’area quali zone definite dal PTCP come TRZ e, in subordine alla Trasformabilità, Modificabilità (di tipo a e b);

SI Assetto insediativo: • ANI-MA, Area Non Insediata,

MAntenimento Assetto geomorfologico: • MA, MAntenimento Assetto vegetazionale: • PRT TRZ BAT, PRateria

Termofile in TRasformaZione a BOsco di Angiosperme Termofile

C4 Affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o fratturazione

NO Geolitologia affiorante prevalentemente calcarea, intercalata da interstrati marnosi. Media permeabilità per fratturazione.

C5 Idonea distanza da edifici residenziali SI C6 Zone con aree di contorno all’impianto di

dimensioni tali da permettere la realizzazione di opere di mitigazione

SI

C7 Sedime costituito da roccia compatta a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

NO

C8 Caratteristiche orografiche tali da permettere la regimentazione delle acque esclusivamente mediante opere superficiali

NO

C9 Riqualificazione di aree degradate con particolare riferimento alle cave abbandonate o non più in coltivazione, presenti su affioramenti di rocce compatte a prevalente componente argillosa (argilliti, argilloscisti, ecc.)

NO

Note Superficie = ca. 200.000 mq

Vincolo Idrogeologico (ex R.D.L. 30-12-1923 N° 3267): - Zona Sismica: SI

Area vincolata ex L. 29-06-1939 n° 1497: - Area vincolata D.D.M.M. 24-04-1985: - Area NON ricadente in zone soggette a proposta SIC, Siti di Interesse Comunitario (Direttiva CEE 92/43 “Habitat”) o in zone ZPS, Zone di Protezione Speciale (Direttiva CEE 79/409 “Uccelli”).

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia 315

15 Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia

15.1 Proposta di collaborazione per un accordo interprovinciale con la Provincia di Savona

Il Piano Provinciale di gestione dei rifiuti adottato dall’Amministrazione Provinciale di Imperia con

delibera del Consiglio Provinciale n° 97 del 12/12/2001 prevedeva, in accordo col punto 4.5 del

Piano Regionale, l’ipotesi di un unico termovalorizzatore a servizio di più Province limitrofe.

L’ipotesi è anche motivata dall’obiettiva difficoltà di reperire, sul territorio della Provincia di

Imperia, siti idonei alla realizzazione di un termovalorizzatore rispetto ad altri territori provinciali

limitrofi.

Il Piano adottato nel mese di dicembre 2001, inoltre, stabiliva che la fattibilità di tale soluzione

doveva essere verificata in tempi ragionevoli (in ipotesi, fine anno 2002).

In seguito ad alcuni incontri tra le Amministrazioni Provinciali di Imperia e Savona avvenute nei

primi mesi dell’anno 2002, l’Assessore alla Tutela dell’Ambiente della Provincia di Imperia, con

lettera datata 26 marzo 2002 Prot. 16.956/633, ha richiamato l’attenzione sull’opportunità di

conoscere la disponibilità della Provincia di Savona in merito alla possibilità di portare avanti un

accordo interprovinciale al fine di realizzare un unico impianto a servizio di entrambe le Province.

Pur non essendo mai arrivata una formale adesione a quanto richiesto, la Provincia di Savona non

ha, a priori, escluso la possibilità di giungere ad un accordo per la costruzione del

termovalorizzatore a servizio di entrambe le Province nel suo territorio.

15.2 Cooperazione transfrontaliera con la Communauté d'Agglomération de la Riviera

Française (C.A.R.F.)

Come già ricordato al precedente paragrafo, il Piano Provinciale di gestione dei rifiuti adottato

dall’Amministrazione Provinciale di Imperia con delibera del Consiglio Provinciale n° 97 del

12/12/2001 prevedeva, in accordo col punto 4.5 del Piano Regionale, l’ipotesi di un unico

termovalorizzatore a servizio di più Province o enti locali limitrofi.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia 316

Il Piano adottato nel mese di dicembre 2001, inoltre, stabiliva che la fattibilità di tale soluzione

doveva essere verificata in tempi ragionevoli (in ipotesi, fine anno 2002).

Con lettera acquisita agli atti con Prot. 8.099 del 12 febbraio 2002, il Presidente della “Communauté

d'Agglomération de la Riviera Française” (C.A.R.F.), Deputato e Sindaco della città di Mentone,

Sig. Jean-Claude GUIBAL, ha proposto un incontro con la Provincia di Imperia al fine di verificare

la disponibilità di quest’ultima ad intraprendere una collaborazione transfrontaliera in tema di

gestione dei rifiuti.

La “Communauté d'Agglomération de la Riviera Française” (C.A.R.F.) é un Ente pubblico:

nell'ordinamento locale francese, in relazione anche alla Costituzione francese, ha la stessa natura di

una Provincia o di un Comune.

Nella Provincia delle Alpi Marittime sono state istituite quattro”communauté d'agglomeration”:

• la C.A.R.F. di Mentone;

• la C.A.N.C.A. di Nice;

• la C.A.S.A. di Antibes;

• la C.A.P.A. di Grasse.

La C.A.R.F. è nata il primo gennaio 2002, ed a tale data era costituita dai seguenti Comuni:

o Moulinet ;

o Sospel ;

o Castillon ;

o Menton ;

o Roquebrune-Cap Martin ;

o Beausoleil.

Successivamente tale data, sono entrati a far parte della CARF i seguenti Comuni:

o Pielle;

o Sainte-Agnes;

o Gorbio;

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia 317

o La Turbie.

Altri Comuni stanno discutendo sull’opportunità di entrare a far parte della “Communauté

d'Agglomération de la Riviera Française” (Cap D’Ail, Peillon, l’Escarene, i Comuni della Valle

Roja). Entro il primo gennaio 2003, la C.A.R.F. sarà pertanto costituita da almeno 10 Comuni, per

65.000 abitanti, che rappresentano circa l’80% della popolazione dell’est della Provincia delle Alpi

Marittime.

Sono state trasferite a questo nuovo Ente varie funzioni, prima esercitate dai Comuni. In particolare

sono state trasferite dai Comuni le competenze in materia di gestione dei rifiuti. Nelle materie

trasferite i Comuni non hanno più alcuna competenza.

La “Communauté d'Agglomération de la Riviera Française” è un Ente dotato di autonomia

finanziaria e gestionale. È dotato di proprio personale e di un proprio patrimonio.

Gli organi di governo sono il Presidente, il vice-Presidente ed il Consiglio. I membri del Consiglio

sono designati dai Consigli Comunali dei Comuni appartenenti alla C.A.R.F.

Pertanto, parallelamente agli incontri con la Provincia di Savona, la Provincia di Imperia ha iniziato

una serie di incontri con i vicini francesi.

E’ in fase avanzata la sottoscrizione di un protocollo di intesa per un “parternariato” transfrontaliero

tra l’Ambito Est delle Alpi Marittime e la Provincia di Imperia, per il trattamento dei rifiuti solidi

urbani prodotti su entrambi i territori.

L’accordo si basa sul principio della complementarietà dei territori: l’obiettivo è quello di

individuare scenari e soluzioni complementari all’interno dei territori dei soggetti firmatari

dell’accordo. Ogni territorio dovrà disporre di almeno un sito per gestire in condizioni di equità una

parte dei rifiuti del vicino. L’ipotesi iniziale per l’operatività del progetto è:

- un’unità da parte francese per un centro di termodistruzione;

- un’unità da parte italiana per discarica controllata;

Le successive fasi per dare operatività all’accordo dovranno essere oggetto di un gruppo di studio

allo scopo istituito.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia 318

Il 5 novembre 2002 la commissione rifiuti della C.A.R.F. ha esaminato la bozza di convenzione

esprimendo parere favorevole alla bozza di protocollo.

L’attività di collaborazione transfrontaliera in cui tale documento s’inserisce ha come precedenti i

seguenti atti di carattere internazionale:

- la convenzione quadro del Consiglio d’Europa sottoscritta a Madrid nel 1980, entrata in

vigore in Francia nel 1984 e in Italia nel 1985, tesa a favorire la cooperazione

transfrontaliera tra collettività dei territori contigui.

- l’accordo franco-italiano relativo alla cooperazione transfrontaliera tra i rispettivi enti

pubblici, sottoscritto a Roma il 26 novembre 1993 (operativo dal 1995 in Italia e dal 1996

in Francia).

La provincia di Imperia e l’Ambito Est delle Alpi Marittime, pur nel rispetto delle specifiche realtà

territoriali, condividono un bacino di vita di confine dalle comuni identità territoriali, culturali,

storiche e umane.

Sulla base di queste identità sono state avviate numerose iniziative tra i due territori anche

precedentemente agli accordi internazionali sopra citati. Ad esempio, già nel 1972 è stato firmato

tra lo Stato italiano e lo Stato francese un accordo per l’adduzione di acqua potabile (l’acquedotto a

servizio della città di Mentone e dell’Est delle Alpi Marittime è alimentato dalle acque del fiume

Roja, in territorio italiano).

I legami di cooperazione tra i due territori di confine si sono successivamente rafforzati nel quadro

del progetto comunitario “INTERREG”, nato nell’anno 1990 e finalizzato a sviluppare i rapporti tra

enti locali (strumento di cooperazione che consente l’accesso a finanziamenti europei) e a stimolare

l’attività imprenditoriale degli enti interessati al progetto.

Nel 1997 è stato firmato un accordo di cooperazione tra la Provincia di Imperia, la Provincia di

Cuneo e il Dipartimento delle Alpi Marittime. La “Conferenza delle tre Province” ha significato una

volontà di cooperazione tra i territori interessati dall’accordo e la volontà di partecipare in modo

coordinato alla pianificazione del territorio di confine.

Piano Provinciale della gestione integrata dei rifiuti urbani - Volume II: indirizzi pianificatori Ottobre 2002

Ipotesi di gestione della parte finale del sistema di smaltimento dei rifiuti in territori fuori Provincia 319

Sempre nel 1997 lo stato francese ha creato la “Mission Opérationnelle Transfrontalière” (M.O.T.).

Sono stati scelti n° 6 siti pilota nazionali fra cui, l’est delle Alpi Marittime – Comprensorio di

Mentone. La M.O.T. ha come scopo lo sviluppo ed il monitoraggio dell’attività transfrontaliera in

particolare nel campo dei servizi pubblici locali.

L’attuale Presidente della M.O.T. é il sig. Pierre Mauroy (Lille), ex Primo Ministro del governo

francese. Il Deputato–Sindaco di Mentone è il vice Presidente per il confine franco – italiano.

Nel quadro di questo lavoro, il Presidente della Provincia d’Imperia ha partecipato con il Deputato-

Sindaco di Mentone ad una conferenza della M.O.T., tenutasi a Parigi in data 8 ottobre 2002, alla

presenza del Commissario Europeo sig. Michel Barnier e del Ministro Francese sig. Jean Paul

Delevoye.

Le esperienze maturate negli anni 1990, hanno avuto lo scopo di approfondire la conoscenza

specifica ed in particolare la conoscenza delle rispettive organizzazioni politico-amministrative. Il

successivo sviluppo della collaborazione transfrontaliera, una volta acquisita la conoscenza delle

realtà dei rispettivi territori, dovrebbe essere quello di realizzare progetti comuni per il

soddisfacimento dei bisogni delle relative popolazioni. Nel corso dell’ultimo decennio si è spostato

l’obiettivo dalla conoscenza del territorio (come realtà politico-amministrativa) alla realizzazione di

progetti comuni. Diventa importante il bacino di influenza del progetto da dover realizzare (da

intendersi, per la maggior dei casi, come progetto di un servizio). Ad esempio, nell’ambito della

gestione dei rifiuti, al fine di ottimizzare lo smaltimento degli stessi, può essere necessario superare

i confini del proprio territorio e cooperare con il “vicino” per creare un bacino d’utenza (“massa

critica”) tale da permettere di ottenere il migliore risultato finale in termini di efficacia ed

economicità del servizio.


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