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Psicopatologia dei Social Network

Date post: 05-Jul-2015
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PSICOPATOLOGIA DEI SOCIAL NETWORK ASPETTI POSITIVI E NEGATIVI DEI SOCIAL NETWORK DAL PUNTO DI VISTA PSICOSOCIALE
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Page 1: Psicopatologia dei Social Network

PSICOPATOLOGIA DEI SOCIAL

NETWORK

ASPETTI POSITIVI E NEGATIVI

DEI SOCIAL NETWORK

DAL PUNTO DI VISTA PSICO–SOCIALE

Page 2: Psicopatologia dei Social Network

RISERVATEZZA – UNA DEFINIZIONE

La definizione più efficace ed equilibrata è quella che si

trae dalla legislazione del nostro Paese

In tale ordinamento, la riservatezza (privacy) non ha una

definizione costituzionale, ma è derivabile dagli articoli:

ART. 13 (libertà personale)

ART. 14 (tutela del domicilio)

ART. 15 (libertà e segretezza della corrispondenza)

ART. 21 (libertà d’espressione, intesa in senso

negativo: diritto di tenere segrete le proprie

convinzioni)

ART. 29 (famiglia)

Page 3: Psicopatologia dei Social Network

RISERVATEZZA – UNA DEFINIZIONE

Storicamente basata su tre pilastri fondamentali…

1. Autoesclusione dalla società (intimità inviolabile)

2. Esclusione di terzi da fatti riguardanti sé stessi

3. Controllo delle informazioni

…è dunque definibile, in ottica moderna, come il diritto

al controllo sulla circolazione e sull’utilizzo dei propri dati

personali.

Page 4: Psicopatologia dei Social Network

IL RISCHIO: INTERESSI IN GIOCO

Nonostante le misure di gestione della privacy siano

state tenuemente migliorate, l’estensione delle reti e la

loro natura caotica e accattivante tendono a far perdere

il controllo dell’esposizione dei dati personali

Chi ha interesse?

Il web si basa su dinamiche commerciali ultra-settoriali (coda

lunga), per le quali è essenziale conoscere i gusti dell’utente

Di cosa parla? Di cosa s’interessa? Che amicizie ha?

I dati personali sono dunque, giuridicamente parlando, un bene

patrimoniale

L’impressione è che sia stata data all’utente una potente

macchina sportiva, senza cinture di sicurezza

Page 5: Psicopatologia dei Social Network

IL RISCHIO: VULNERABILITÀ INFORMATICHE

Internet si basa sull’accoppiata TCP/IP, due protocolli di comunicazione altamente vulnerabili Sniffing (spiare pacchetti)

Spoofing (forgiare ed immettere in circolazione pacchetti artefatti)

Inoltre, la leggerezza nel controllo dei dati inseriti nei siti dinamici e le peculiarità dei vari browser possono costare caro interpretazione di funzioni deprecate, …

Uno degli attacchi più comuni è il cross-site scripting(XSS) Iniezione di codice (client-side) malevolo tramite una legale

richiesta d’immissione dati

Sfruttamento del metodo POST di HTML (obsoleto)

href=“http://www.pippo.com/...?zipcode=1--%3E%3C...”

Inizio codifica della stringa “<script…”

Page 6: Psicopatologia dei Social Network

IL RISCHIO: VULNERABILITÀ INFORMATICHE

Classico esempio riguardante i SN: Trudy posta un messaggio sul social network (sulla pagina è

stata effettuata un’iniezione di codice per la replica dei cookies)

Bob, attratto dal messaggio, entra nella pagina per leggerlo; lo script di Trudy ruba il cookie di Bob

Trudy effettua uno hijacking della sessione di Bob

Trudy può impersonare Bob

Rischio di DOS: una storia vera Autunno 2005: Samy, il primo worm del web 2.0 riesce a far

crashare Myspace.com, tenendolo down per due giorni: perdite per milioni di dollari

Un cross-site script in JavaScript aggiungeva milioni di utenti come “amici”, facendo collassare il server per sovraccarico di richieste

Page 7: Psicopatologia dei Social Network

LA REALTÀ: FACEBOOK E LE MINACCE DI IERI

Dicembre 2008: la più estesa rete sociale del mondo viene attaccata da Koobface: 120.000.000 infettati

worm replicantesi tramite la mail di facebook:

la macchina infettata manda in automatico una mail a tutti gli “amici”, con un’intestazione innocua che attira a guardare un video divertente Sfruttamento del basso livello di attenzione dell’utente durante la “pausa relax” in

cui è supposto utilizzare il SN

Link al video porta ad una pagina esterna a FB, ove compare la richiesta all’aggiornamento di Adobe Flash per poter vedere il sedicente filmato

L’aggiornamento è in realtà il worm

Attacco tramite reindirizzamento programmato

Ogniqualvolta l’utente tenta di accedere ai maggiori siti (Google, Yahoo, MSN, Live.com e persino Facebook stesso –versione Net-Worm.Win32.Koobface.b) viene indirizzato ad una pagina simile, con contenuti presi da una pagina esterna “ad hoc”, recuperando dati come numeri di carta di credito

Page 8: Psicopatologia dei Social Network

DARE POCA FIDUCIA A MOLTE PERSONE

Una strategia adottata da alcuni utenti sospettosi è quella di limitare le informazioni personali cedute al social network: paga?

Il punto centrale è tenere sotto controllo l’estensione dello “spettro visibile”: Non la quantità di volte in cui il mio nome compare sulla

rete…

…ma a cosa (a quali altre informazioni) è associato il mio nome, in rete

Caso concreto: truffa ai danni di un 22enne californiano: Una botnet ha captato

la registrazione di un nome di dominio su GoDaddy.com[indirizzo reale, numero di telefono, password]

il cambio della password dell'account e-mail su Yahoo! [data di nascita, password]

l'ordine di una pizza da Pizza Hut [numero carta di credito]

…tutto è finito nelle mani dei cybercriminali responsabili della gestione della botnet.

Page 9: Psicopatologia dei Social Network

IL GRANDE FRATELLO E LE SUE SVISTE

Famoso il baco di FaceBook che permetteva a

utenti estranei alla cerchia degli “amici” di

visualizzare album di foto private avendo accesso

ad una foto commentata da un amico comune

Impostazioni di default generalmente molto lasse

Esiste il modo di renderle più sicure:

http://www.sophos.com/security/best-

practice/facebook.html

Page 10: Psicopatologia dei Social Network

LA FORZA DELLA TACITA COERCIZIONE

Importanza delle dinamiche del gruppo in età giovanile

Estensione dell’adolescenza ben oltre i 30 anni

Scontro con la personalità timida/introversa

“Voglio rimanere all’interno del gruppo, perché tengo alle persone che lo compongono”

vs

“Non voglio rendere pubblici i miei dati (foto, pensieri, attività, …)”

“Non voglio essere invischiato in dinamiche che rischiano di sfuggirmi di mano”

Page 11: Psicopatologia dei Social Network

“COSA VUOI CHE SUCCEDA…!”

La percezione distorta che si ha, alla lunga, dell’esposizione dei propri dati può portare a scelte avventate, dagli effetti indelebili

Febbraio 2009: una dipendente di un’azienda inglese confessa, sul suo profilo FB, che il suo lavoro “è noioso”. Licenziata. Se avesse avuto una chiara percezione della gittata del suo

commento, l’avrebbe postato ugualmente?

Cosa inganna e induce ad abbassare la guardia? L’ignoranza (“non credo ci sia alcunchè di pericoloso”)

L’aspetto amichevole (“sono fra amici; non mi devo guardare da nessuno qui”)

L’eccessiva estensione (“è tutto troppo esteso perché io mi possa preoccupare di chi legge cosa, anche perché la combinazione specifica è improbabile”)

Il momento ricreativo (“sono in pausa: non voglio pressioni”)

Page 12: Psicopatologia dei Social Network

IL DIRITTO DI GIOCARE SPORCO

Secondo alcune scuole di pensiero… L’etica comune predica l’onestà nel comportamento e nei pensieri, alfine

di una pacifica convivenza

I comportamenti sono però relativi ad un infinito numero di variabili peculiari per ciascun individuo (si pensi, ad esempio, alle esperienze passate)

I rapporti umani sono di tale complessità da non poter essere ricondotti (a parte casi estremi, come omicidio, furto, stupro, etc…) ad un codice rigido di regole: ogni essere umano nasce libero, ed è pertanto libero di mentire, se lo crede opportuno

Questo non è possibile tramite i SN, che tendono a far venire a galla qualsiasi cosa, in forza della capillarità, rapidità ed economicità di comunicazione. Non è forse un’invasione della sfera privata?

Febbraio 2009: caso Slann – adescato da un profilo FB femminile fittizio, manovrato dagli amici buontemponi, si reca a conoscere di persona la ragazza: deriso su youTube dagli amici, cacciato dalla moglie.

Dall’uomo come isola all’isola come uomo

Page 13: Psicopatologia dei Social Network

ALCUNI ASPETTI POSITIVI

I motivi per cui i SN hanno ottenuto un così vasto

successo sono sostanzialmente palesi a tutti:

Consolidamento e ampliamento della propria rete di conoscenze

sociali

Divertimento e svago

Page 14: Psicopatologia dei Social Network

CONSOLIDAMENTO E AMPLIAMENTO DELLA

PROPRIA RETE SOCIALE

I social network, come abbiamo già avuto modo di osservare in numerose altre occasioni, sono potentissimi strumenti che ci permettono di condividere molti aspetti delle nostre vite con le persone a noi più care (commenti, foto, idee…).

Tutto ciò ha come conseguenza quella di consolidare le nostre amicizie e le nostre conoscenze per mezzo di quel processo, a tutti noto, per il quale i rapporti interpersonali sono tanto più saldi quanto più si condividono oggetti, punti di vista e concetti con gli altri.

In più abbiamo la possibilità di allargare questa nostra rete di conoscenze interpersonali in quanto abbiamo la possibilità di trovare vecchi amici delle scuole superiori, medie elementari e, addirittura, dell’asilo! Ritrovare una persona è molto semplice e richiede pochissimo tempo: non c’è bisogno di incontrarsi, né di telefonarsi.

Page 15: Psicopatologia dei Social Network

DIVERTIMENTO E SVAGO

Questo punto si ricollega in parte a quello precedente

(essendone una conseguenza), in quanto rimanere in

contatto con le persone che si conoscono è senza

ombra di dubbio un’esperienza positiva e

piacevole, così come ritrovare vecchi amici, i quali

magari pubblicano vecchie foto di scuola in cui eravamo

giovani giovani…

In più se è possibile ascoltare musica, svagarsi con

giochi grazie ai quali confrontarsi con gli amici, …

In sostanza: non c’è molto da dire… perché i social

network SONO divertenti!

Page 16: Psicopatologia dei Social Network

TUTTAVIA…

Dietro a questa apparente facciata di spensieratezza e

ilarità, si celano dei meccanismi che non sono noti ai

più, ma che purtroppo influenzano gran parte della

nostra esistenza al di là della nostra consapevolezza.

Rendimento sul posto di lavoro

Rischio di alienazione dalla realtà

Ruolo del gruppo del pari

Violazione della propria personalità

… si parlava di privacy

Page 17: Psicopatologia dei Social Network

RENDIMENTO SUL POSTO DI LAVORO

Gli anglofoni hanno già ribattezzato questi strumenti

“Social not–working”

Indagine di 3 UK (fonte: Espresso 23 ottobre 2008, n°

42): il 58% dei lavoratori in Italia si connette a un social network

dall’ufficio

il 56% in Germania

il 53% Francia

il 41% Spagna

il 36% Inghilterra

Page 18: Psicopatologia dei Social Network

RISCHIO DI ALIENAZIONE DALLA REALTÀ

In GB una donna ha chiesto il divorzio al marito in quanto l’avatar di quest’ultimo si trovava in “posizioni compromettenti con una prostituta” su Second Life.

Il fatto interessante è che queste persone sembra passassero molto più tempo navigando nella rete, che non intrattenendosi in altre attività più costruttive dal punto di vista sociale e relazionale.

Come se tutto ciò non bastasse, la donna per scoprire il fatto ha assoldato un detective, non reale ovviamente, ma virtuale.

http://www.corriere.it/cronache/08_novembre_14/second_life_tradimento_virtuale_divorzio_gran_bretagna_03c01500-b236-11dd-aa9a-00144f02aabc.shtml

Page 19: Psicopatologia dei Social Network

…SI PARLAVA DI PRIVACY

Ma, come si è ben potuto capire in precedenza, il lato

negativo che ha maggior rilevanza nel mondo dei SN è quello

relativo alla diffusione incontrollata e incontrollabile delle

informazioni personali, sotto forma di

identità, abitudini, gusti, rapporti sociali, etc..

A dimostrazione di questo punto, la storia di un trentenne

francese che si è visto pubblicare su una rivista (Le Tigre)

praticamente tutta la sua vita, ricavata dal suo account di

Facebok: nome, data di

nascita, vacanze, amici, lavoro, hobby, nomi delle

fidanzate, etc.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/01/marc-giornale-le-

tigre-facebook.shtml?uuid=acc414cc-e340-11dd-acbd-

857b7cd398b0&DocRulesView=Libero

http://www.le-tigre.net/Marc-L.html

Page 20: Psicopatologia dei Social Network

PRIMA OBIEZIONE

Il libero arbitrio

“Noi siamo liberi di decidere se iscriverci o meno a determinati

siti e siamo liberi anche di scegliere il materiale che vogliamo

pubblicare”

Sarà vero?

Page 21: Psicopatologia dei Social Network

RISPOSTE

Alcuni esperimenti di psicologia sociale: molti psicologi

sociali hanno dimostrato come le nostre decisioni e i

nostri comportamenti non siano propriamente libere da

condizionamenti esterni alla nostra persona…

Zimbardo

Ash

Milgram

Page 22: Psicopatologia dei Social Network

ESPERIMENTO DI ZIMBARDO

Zimbardo – Ruolo sociale

Alcuni studenti di college, selezionati tra i più sani ed

equilibrati, vennero utilizzati in un esperimento di simulazione di vita

carceraria.

Gli studenti furono divisi in 2 gruppi: carcerati e carcerieri.

L’esperimento consentiva ai carcerieri libera scelta riguardo ai metodi

da utilizzare per mantenere l’ordine.

Risultato: dopo soli 6 giorni l’esperimento fu interrotto. I carcerati

non tolleravano più il comportamento via via sempre più violento dei

carcerieri, che persisteva anche quando i carcerati smettevano di

reagire…

Per saperne di più: http://en.wikipedia.org/wiki/Stanford_prison_experiment

Haney C., Banks W.C., Zimbardo P.G. (1973), Interpersonal dynamics in a simulated prison.

International Journal of Criminology and Penology, 1, pp. 69-97.

Page 23: Psicopatologia dei Social Network

ESPERIMENTO DI ASCH

Asch – Pressione di gruppo

Chiede ai suoi soggetti sperimentali quale tra tre diverse linee di

confronto è uguale alla linea di riferimento.

I soggetti erano inseriti in gruppo con altre tre persone, complici dello

sperimentatore, le quali hanno avuto l’istruzione di sbagliare

unanimamente il loro giudizio…

Risultato: il 37% dei soggetti sperimentali ha dato un giudizio

errato, ma omogeneo al giudizio dei tre complici (molto

pochi, invece, gli errori nel gruppo di controllo).

Per saperne di più: http://en.wikipedia.org/wiki/Asch_conformity_experiments

Asch S.E. (1958), Effects on group pressure upon the modification and distortion of judgementes. In E.

Maccoby, T. Newcomb, E.Hartley (eds.), Readings in Social Psychology, Holt Rinheart and

Winston, New York, pp. 174-183.

Page 24: Psicopatologia dei Social Network

ESPERIMENTO DI MILGRAM

Milgram – Obbedienza all’autorità

I soggetti sperimentali, chiamati “insegnanti”, avevano il compito di

somministrare prove di apprendimento ad una persona, chiamata

“allievo” (complice dello sperimentatore).

Per ogni errore commesso dall’allievo, l’insegnante doveva premere in

ordine crescente una serie di interruttori numerati da 1 a 30. Ogni

interruttore era abbinato ad una scarica elettrica via via sempre più

alta, da 45 a 450 volts.

Ovviamente l’allievo, essendo complice, non subiva realmente le scosse

elettriche, ma ne simulava gli effetti.

Ad esempio:

a 75 volts: emette un piccolo grido;

a 135 volts: grida allo sperimentatore che le scosse stanno diventando

dolorose;

a 180 volts: grida che non riesce più a sopportare il dolore e che vuole

smettere;

a 270 volts: reagisce solo con grida strazianti;

a 330 volts: non emette più alcun suono.

Page 25: Psicopatologia dei Social Network

ESPERIMENTO DI MILGRAM

Il soggetto veniva preventivamente informato che le scosse, seppur dolorose, non causavano danni permanenti.

Inoltre, l’assegnazione nel ruolo di insegnante o allievo era effettuato tramite un sorteggio (truccato, ovviamente).

Infine, durante l’esperimento lo sperimentatore esortava il soggetto a continuare con voce ferma e sicura.

Durante una conferenza a cui parteciparono psicologi e psichiatri, Milgramchiese di fornire delle previsioni riguardo ai risultati che avrebbe ottenuto.

Le risposte furono che solo una minoranza di individui patologici avrebbe continuato fino all’ultimo pulsante, che la maggior parte non sarebbe andata oltre i 150 volts, che il 4% avrebbe raggiunto i 300 e che solo 1 su 1000 avrebbe raggiunto la scossa massima.

Risultati: ben il 65% dei soggetti arrivarono a somministrare la scossa massima da 450 volts, con una media del massimo livello dell’ultima scossa somministrata di 405 volts!

Per saperne di più: http://en.wikipedia.org/wiki/Milgram_experiment

Milgram S. (1963). Behavioural study of obedience. Journal of abnormal and social psychology, 67, pp. 371–378.

Page 26: Psicopatologia dei Social Network

DOMANDA

Quindi, tornando a noi:

Quanto siamo liberi?

Page 27: Psicopatologia dei Social Network

SECONDA OBIEZIONE

2ª obiezione a favore dei social network: potrebbero

essere solo i soggetti più deboli a “pagare” e a essere

influenzati o più influenzati dagli altri.

Tuttavia, la nostra società è fondata proprio sulla difesa

dei più deboli (codici

giuridici, norme, regolamenti, sistema

previdenziale, tutela dei minori, etc.).

Ci definiamo “civili” proprio per questo!

Page 28: Psicopatologia dei Social Network

PER CONCLUDERE

Vogliamo demonizzare il Web 2.0?

Assolutamente no! Il progresso tecnologico ci ha

permesso di raggiungere traguardi impensabili solo

pochi decenni fa e grazie ai SN possiamo ottenere

scambi di informazioni, passatempi e altresì

conoscenza (Wikipedia)

Nondimeno, tali strumenti non devono costituire

un’alternativa alla normale vita sociale, in quanto

quest’ultima è insostituibile, e non dovrebbero

neanche rappresentare strumenti di potenziale

pericolo per l’incolumità personale.


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