Date post: | 24-Jul-2015 |
Category: |
Documents |
Upload: | scuolacamposolare |
View: | 576 times |
Download: | 4 times |
REDAZIONE DELLA CLASSE QUINTA
INSEGNANTE DANIELA MORITTU
Pagine Argomenti
2/7 Cronache e descrizioni
8/9 Romani in Bisbino
10/11 Arte
12/18 Cinema
19 Mostra dei Giochi
Matemagici
20 Shoà
21/24 Emozioni, poesie,
filastrocche
25/27 Leggende … flash
Fiabe a 4 mani
28/39 Gite
40 Musica
SOMMARIO
Campo Solare, giugno 2012
…
Alcuni colori schizzarono gli uomini
ed è per questo che vi sono
UOMINI di COLORI diversi e di PENSIERI diversi.
Gli dèi videro passare la GUACAMAYA
e per conservare tutti i colori la catturarono
e glieli attaccarono addosso allungandole le piume.
E fu così che la GUACAMAYA ci ricorda ancora oggi
che i COLORI e i PENSIERI sono molti
e il mondo è felice solo quando tutti i COLORI
e tutti i PENSIERI trovano un loro posto.
Il pettirosso Il pettirosso del nostro giardino l’abbiamo chiamato Rossino, il suo nome
scientifico è Erithacus rubecula.
Il petto è di colore beige e marroncino, è gonfio, la pancia è tondeggiante e
marrone, il dorso è beige con una linea marrone scuro e ondulata.
La testa, davanti è arancione e rossa e di dietro è marrone chiaro e scuro.
Il becco è piccolo sottile e di colore nero, lo usa per prendere gli insetti piccoli,
gli occhi sono neri circondati dal bianco. La coda sembra piuttosto lunga ed è
marrone scuro. Un alunno di classe 3
Dado il mio cagnolino Ora voglio parlarvi del nuovo arrivato in famiglia : Dado , un cagnolino un po’ matto , ma
molto simpatico ; è sempre agitato , non smette di correre per la casa ma poi dopo un po’ si
mette a dormire . Da piccolino quando si sedeva non riusciva più ad alzarsi perché il suo
“sedere “ era enorme e pesante , ma quando iniziò ad avere tre mesi si sedeva e si rialzava
tranquillamente .Dado
è un fulmine anche a mangiare e vuole sempre il bis!
Una sera quando stavamo mangiando , mia sorella aveva Dado in braccio e a un certo punto
sentì qual cosa di bagnato sui calzoni , pipì !!! proprio così Dado aveva fatto la pipi . Dado
ora è molto più grande ;Dado a gli occhi marroni e sono dolcissimi quando ti guardano .
Sembra che il suo pelo è fatto proprio apposta, perché sotto è bianco e sopra è nero ,sembra
un tifoso della Juve.
La coda è dura e stretta , le zampe sono di colore bianco . Quando era piccolo camminava
storto perché aveva “peso” sul di dietro. Quando facciamo la lotta è sempre agitato ma quan-
do lo sgridi si calma e si mette seduto ; quando gioca con l’altra cagna ( Nala) solitamente
stanno in giardino ma quando è stanco gratta la porta ed entra in casa a morsicare il suo le-
gno . Dado è un meticcio e secondo me è un cane carino ,simpatico ... ma è sempre agitato! .
Un’alunna di V
Nel nostro giardino viene un pettirosso.
E’ piccolino e si spaventa difficilmente. Partendo dal petto e
fino agli occhi è di colore arancione quasi rosso, le ali sono
marroni e in qualche pezzetto bianche, la coda è marroncina
e le zampine sono scure con sopra tre piccoli artiglietti. I
due piccoli occhietti neri circondati da un contorno bianco
sono un po’ più in alto di un piccolo becco quasi nero. Il capo è
un pochino più chiaro del resto.
Prima di venire a mangiare pezzetti di torta o quello che gli
abbiamo messo, si ferma sulla siepe e si guarda in giro per
vedere se c’è pericolo, poi rassicurato che non c’è, va sul mu-
retto e anche lì si guarda in giro, poi, prende con gusto il
pezzetto di cibo e lo becca fino all’ ultima briciola. Quando ci
vede mette le ali in posizione di volo e appena qualcuno si alza
vola sulla siepe aspettando il momento giusto per tornare.
Il 30 gennaio è arrivato sul nostro davanzale un pettirosso con
due zampette piccolissime che partono dalla coda, con delle un-
ghie affilate e curve verso il basso. Il becco lungo e sottile, ma
poco perché mangia piccoli insetti. Il corpo è grigio con delle
striscette nere, il petto e la testa di colore arancione che arriva
fino agli occhi. Ha due occhietti piccolissimi che quasi quasi non si
vedono, ha anche delle lunghe ali che tiene ai fianchi e finiscono
quasi a metà coda, come una coda un po’ più corta. Il dorso è piat-
to e la pancia è gonfia.
Quando lui non c’è noi gli mettiamo qualche briciola di pane e, do-
po qualche minuto, lui si appoggia su un ramo della siepe e poi
schizza subito a prendere e a mangiare le briciole e ,appena ci
avviciniamo, scappa. Quando mangia alza la coda tenendola chiusa.
Vive nei boschi. Può vivere fino a 3-4 anni. È lungo 6,6 cm, cioè
quasi come una penna e la femmina cova le uova 13-14 giorni.
I nostri bachi da seta man-
giano le foglie di gelso, man-
giano tantissimo, crescono in
fretta, cambiano la pelle e
dormono.
Smettono di mangiare e
vanno al bosco, cioè salgono
sui rami e costruiscono il
bozzolo di seta con la bava.
Dopo circa dieci giorni bucano
il bozzolo e cominciano ad
uscire le farfalle, i maschi sono
magri, le femmine sono più
tonde.
Non volano e non mangiano.
Depongono centinaia di uova,
che sono piccolissime e gialle
in tutta la scatola.
Caro signor Butti,
da noi sono nate le falene e hanno fatto le uova. Le uova erano gialle, ma adesso sono
diventate marroni. Perché sono diventate marroni? Vogliamo ringraziarla per tutto quello che ha
fatto per noi. Perché ci ha proposto questa bellissima esperienza, per i libri interessanti che ci ha
regalato, per il CD con la storia della seta, ma soprattutto per averci portato i bachi e per essere
venuto a trovarci e a rispondere alle nostre domande. Adesso, in italiano ci stiamo dedicando alla
storia dei bachi e della seta. La maestra ci ha fatto sentire le canzoni e ce le ha stampate, la pri-
ma è “Cata la föia”, la seconda è “’l Criste” e la terza “Mama mia mi son stüfa”.
Grazie e tanti saluti con affetto I bambini di terza
Venerdì 18 maggio sia-mo andati a Rovenna, quando siamo arrivati ci hanno permesso di fare merenda. Poi sono arriva-ti i bambini della scuola seconda-ria, allora hanno iniziato a libera-re gli animali. Una persona della Guardia ecologica provinciale ci ha fatto vedere gli uccelli e ha chiamato un bambino per fargli liberare il primo animale. I primi uccelli liberati sono stati due merli femmina perché erano brunastri, mentre i maschi sono neri. Poi abbiamo liberato un passero e due tortore con il col-lare. Il gheppio l'hanno liberato con i guanti perché aveva gli arti-gli affilati. Siamo tornati a scuola, abbiamo fatto quasi la stessa strada ma invece di fare la scor-ciatoia siamo passati da un'altra strada. Dopo un po’ siamo arri-vati a scuola. Mi sono divertito molto a vedere gli uccelli e ho visto uccelli che non conoscevo come la tortora e il gheppio.
Il 18 maggio siamo andati a Ro-venna a piedi. Eravamo la terza, due quarte della primaria e due classi della secondaria. Il WWF di Vanzago, cura gli animali che i cittadini trovano, e le GUARDIE ECOLOGICHE PROVINCIALI li liberano. Hanno liberato: due merli giovani che sono sfrecciati veloci, una passera scopaiola che mentre l’aveva in mano cin-guettava, due tortore che si sono appollaiate su un alto pino, un colombaccio che quando volava perdeva le piume e infine un gheppio che all’inizio volava bas-so poi si è alzato e si vedeva solo la sagoma nera. E’ stata una giornata stupenda, spero di rifar-la.
Oggi siamo andati a Rovenna a piedi con le quarte, ci siamo fer-mati un po' di volte perché alcuni si dovevano allacciare le scarpe. Siamo arrivati, abbiamo fatto merenda e....sono arrivati i ra-gazzi delle medie, ci siamo siste-mati e ci hanno spiegato che GEP significa guardie ecologiche pro-vinciali che erano quelli che li lanciavano. Questi uccelli erano stati curati nel centro WWF di Vanzago. Gli uccelli erano: due merli, una passera, due tortore, un colombaccio ed un gheppio. Prima di tutti c'era il merlo. Il signore l'ha preso dalla scatola, però chiusa. Metteva dentro le mani in modo che non poteva uscire. “Chi vuole rilasciarlo?” disse il signore. Il primo ragazzo scelto, se non sbaglio, era uno delle medie: “E uno e due e tre !” e lo fece volare. “Ora c'è l'altro merlo !”. Ce l'ha fatto vedere e ne abbiamo parlato : “ Chi vuole rilasciarlo?” “Io, io!” e sono stata scelta io per rilasciarlo ,ero così contenta!!! Era una forte emo-zione, mi sentivo al centro di tutti gli sguardi, e quando l'ho lanciato mi sembrava che il mer-lo era solo mio, era morbido e non era tanto spaventato. Ed ora c'era la prima tortora, ma sfortunatamente la ragazza l'ha fatta volare . Poi c'era la seconda tortora e l'ha lanciata Josh, non so che emozio-ni abbia provato, ma credo che siano state belle. C'era un colom-baccio, ma non so chi è stato a lanciarlo. Alla fine c'era il gheppio, ci ha spiegato un sacco di cose, poi ha lanciato anche lui . E' STATO SUPEREXTRAMEGABEL-LO !!!!!!!! Oggi, cioè 18 maggio, siamo an-dati a Rovenna a vedere le Guar-die Ecologiche che ci hanno fatto vedere la liberazione degli uccel-li. C’eravamo noi di terza, le quarte e due classi delle medie.
Appena siamo arrivati a Rovenna siamo andati nel prato che c’è sotto il cimitero, prima abbiamo fatto merenda e abbiamo dovuto aspettare le medie. A questo punto ci siamo messi in cerchio e ci hanno detto il nome del primo uccello, era il merlo, ci hanno fatto vedere come si do-veva tenere per poi dargli il volo, il secondo era un altro merlo e l’ha fatto tirare a uno di noi bam-bini. Dopo c’era un passera scopaio-la e la fatto tirare a uno di noi. Poi ha tirato fuori due tortore dal collare orientale, ma nessuno riusciva ad indovinare come si chiamavano, mentre una ragazzina cercava di prenderne una in mano le è scappata ed è volata senza la spinta ed in più ha perso una piuma che adesso teniamo in classe. L’altra tortora è stata lanciata bene da un altro ragazzino delle medie. Il penultimo che hanno tirato fuori dalla scatola è stato il co-lombaccio che è stato lanciato da una bambina di quarta. L’ultimo è stato il gheppio che non abbiamo potuto tirare per-ché aveva gli artigli troppo lunghi e poteva farci male e lasciarci dei segni. Io non ho voluto tirare gli uccelli perché avevo paura di fargli ma-le.
Oggi siamo andati a vedere gli uccelli a Rovenna. I momenti che mi sono più piaciuti sono stati: camminare perché ci siamo divertiti fra di noi. Siamo arrivati in piazza poi siamo arrivati sotto il cimitero, abbiamo fatto meren-da. Le guardie ecologiche provin-ciali. Un signore prima di liberarli ci faceva indovinare che uccello era, poi chiamava un bambino e lo liberava. Io cercavo di fare delle foto, ma erano troppo velo-
ci; poi ho fatto un video di quello che spiegavano: erano molto interessanti! Al ritorno mi sono divertita ancora di più per-ché il Pietro e il Diego si metteva-no le felpa sulla testa è stato SUPEREXTRAMEGAFANTASTI-CO!!!. E mi sono divertita tantissimo!!!
Venerdì 18 maggio di mattina siamo andati a Rovenna. Siamo andati con la quarta a piedi. A metà strada c’erano delle fo-glie appiccicose allora io, Ale, Matteo S. e Nicolò N. ce le siamo messe in testa, dopo le abbiamo tolte e la mia faccia mi bruciava. Quando siamo arrivati in un pra-to abbastanza grande abbiamo incontrato le guardie. Mentre aspettavamo mangiava-mo la merenda, nel frattempo sono arrivate la prima e la secon-da media. Dopo è arrivata una guardia a spiegarci un po’ di quello che avremmo fatto; il primo rapace era un merlo e ci ha spiegato un po’ del merlo, a proposito ce ne erano due. Il primo lo ha liberato la guardia, il secondo la Caterina; dopo per gli altri uccelli facevano andare a turno i bambini delle classi. Gli uccelli erano: una passera e due tortore. La prima tortora l’ha liberata una ragazza che l’ha lan-ciata male. Dopo mi ha chiamato e mi ha passato la tortora. Quando l’ho presa in mano ho provato diverse sensazioni: era calda, era molle liscia e sentivi la vibrazione, non volevo mollarla ma dopo averla liberata mi senti-vo soddisfatto. Poi c’era il gheppio, era il mio uccello preferito, ma l’ha fatto volare la guardia con i guanti perché poteva ferire con i suoi artigli.
CLASSE TERZA
IL RILASCIO DEGLI UCCELLIIL RILASCIO DEGLI UCCELLIIL RILASCIO DEGLI UCCELLI
Testo sui compagni della nostra classe V Iniziamo da F. è molto simpatica e brava, lei è amica di tutti, le sue
migliori amiche sono tutte. Lei è bravissima a disegnare ed è anche
ordinatissima e poi ha una particolarità: ha la r moscia!
G.: di lui sappiamo solo che gli piacciono i colori scuri e che ha un
ciuffo davanti alla fronte molto lungo. Sembra che con i compagni sia
simpatico ma non posso dire come sia veramente , ma per gli amici è
un “pazzo” ma “simpaticoso”!!!
P.: lui per gli amici è permaloso ma anche simpatico, un po’ “gasato” a
volte , anche a lui piacciono i colori scuri.
C. detta anche Albert Einstein, lei noi la chiamiamo cosi perchè è in-
telligente e anche lei è brava a disegnare.
G. lei e piccolina e muscolosa e simpatica , la sua migliore amica è
Marta ed è bravissima a giocare a calcio, fa anche i tornei e si allena
alla grande!!
C.: lei è piccolina e non fa laboratorio, è molto simpatica e ha la voce
bassa ma all’ intervallo urla tantissimo!
L.S ha lei gli piacciono tanto i
colori scuri e a urlare non la
batte nessuno lei è anche un
po’ alta e anche brava
M.C lei e simpatica e la sua mi-
gliore amica è Gio o Giu, lei po-
chissime , pochissime volte è
gelosa ma poche .
G.P lei e simpatica,brava e in-
telligente anche lei è amica di
tutti e certe volte si arrabbia
ma dopo cinque minuti è subiti felice .
A.C lui è amico di tutti e sta simpatico a tutte le femmine , è molto
simpatico anche perché ha una sedia bassissima e certe volte sem-
bra al bar perché e praticamente sdraiato .
F.G Lui ,è molto alto e per gli amici è simpatico
F.L lui è alto gli piace il calcio .
Noi non scriviamo tutti i compagni perché sono venticinque ….
Testo descrittivo: un oggetto a cui tengo molto
Il soggetto di questo testo è un mio caro cuscino di nome Bananone. E’ molto
simpatico perché è a forma di banana, ha i piccioli di un verde acceso, il suo
corpo invece è giallissimo. Ha due occhioni cuciti con un filo nero , la bocca è
sottile e nera anche lei ma il suo viso è simpatico e allegro grazie al suo morbi-
do, giallo e rotondo nasone. Dal corpo gli spuntano due tenerissime manine e in
fondo dei piedini rotondi e cicciotti!!!!! Mi fu regalato da un amia compagna,
ero in prima o in seconda. Gli ho sempre voluto
bene, da piccola mi divertivo ad abbracciarlo
non solo perché è morbido ma anche perché se
stringevo sotto vicino, ai piedi la faccia diventa-
va gonfia come un palloncino mentre se stringe-
vo sopra dove c’era la faccia sotto si gonfiava e
la faccia diventava tutta moscia. Dentro è pieno
di palline minuscole, quando lo tocchi lo senti è
una sensazione strana!!!!!!!! Si trova sul mio let-
to ma tutti quando vengono a casa mia lo lancia-
no in aria si divertono a toccarlo e ad abbracciar-
lo. Mi piace molto……gli voglio un elefante di
bene!!!!!!!
Un’alunna di V
Una bella giornata Oggi abbiamo pensato di andare in negozio da mio zio, e mio zio, visto che an-
davamo alla fiera di Como, mi regalò 10£ e con quelli la mamma mi comprò
una tartaruga e la tana, però la tartaruga era in un sacchetto e non vedevo l’ora
di arrivare a casa perché la mettevo dentro la tana. Holly! È così che la chiame-
rò, Holly è simpaticissima perché fa i tuffi !!!!.
Un’alunna di III
I FUTURI “PRIMINI” A SCUOLA CON NOI!!!
Il 16 maggio sono venuti a Campo Solare i bambini delle
scuole dell’infanzia di Piazza e di Rovenna per la “Festa
dell’Accoglienza”. Con i ragazzi e le ragazze di V hanno gio-
cato, ascoltato, dipinto e poi hanno gustato una bella meren-
da. E’ stata una mattina divertente ma impegnativa. Speriamo
che la scuola “dei grandi” sia loro piaciuta ……
Cl V
Un amico: S.K. S. è la prima volta che compare in un mio testo. Egli ha la mia età e gioca a calcio con me
ed è il capitano. E’ molto simpatico, io l’ho conosciuto questo anno perchè gli altri anni
giocavo a Maslianico, quindi io Italia lui Svizzera è un po’ difficile conoscerci.
S. è timido, esattamente come F. C., l' altro mio amico del calcio che avrei descritto volen-
tieri ma siccome il testo riguarda una singola persona ho dovuto scegliere. S. è un amico
simpatico (questo aggettivo devo continuare a usarlo) timido, come ho già scritto, e vivace.
Un giorno, esattamente un mercoledì, aspettando che suonasse la campanella, il mio sguar-
do era rivolto oltre la finestra, su una Mercedes nera con la targa ********, sono così pre-
ciso perché vedevo uscire prima un bambino in giacca che subito riconobbi per il cappello
a strisce verdi e nere: era F. C., subito dopo vidi uscire un secondo bambino anche lui in
giacca e cappello, ma questa volta nero. Era il protagonista del racconto S. Rimasi senza
parole nella mia mente perché all’esterno qualche parolina l’avevo.
Esclamai- Ma quei due sono S. e C.!- non ricordo a memoria cosa pronunciai. Uscito da
scuola dissi loro- Cosa ci fate qui????
La prima risposta a quella quadrupla domanda la
diede mia mamma - Ti è piaciuta la sorpresa?- natu-
ralmente in quel momento per me il no non esisteva.
Montammo in macchina dopo aver presentato S. e F.
ai miei compagni di scuola. Arrivati a casa facemmo
merenda e li sfidai a ricordarsi i nomi dei miei com-
pagni indicandoli su una foto scattata in quarta a Mi-
lano, alcuni fecero fatica a ricordarseli ma tre o
quattro se li ricordarono con successo, lasciandomi a
bocca aperta.
Finita la merenda, feci vedere loro la mia casa e poi
uscimmo a giocare a calcio: io, loro due e un quarto
bambino, il mio vicino, che ha la mia età e si chiama
R.. Dopo quattro partite di puro divertimento an-
dammo da me a giocare alla wii. Finito anche quel-
lo tutto ormai era finito … a casa mia!! Perché dopo
il pomeriggio in Italia , andammo in Svizzera da F. a
mangiare. Fu divertentissimo perché F. ha un fratel-
lino di otto anni e si chiama J. e giocammo con lui, è veramente simpatico. Quella fu una
giornata meravigliosa. Il ventisette, il ventotto e il ventinove di Gennaio con la squadra
andai a Montreaux, una città in Svizzera francese. All'andata in pullman ero seduto davanti
a S. e C. e vicino a P.. Ci divertimmo molto, senza capire quante ore c'erano di viaggio.
Nel torneo arrivammo quarti su otto. Al viaggio di ritorno rimasi deluso perchè provai a
convincere S. e C. a mettersi giù con me ma loro rifiutarono. Alla sosta dissi a F.:
"Abbiamo trovato una presa per l’ipod e ora possiamo giocarci”, lo convinsi e con S. venne
giù di posto. Il viaggio finì bene.
Un alunno di V
Un sogno
Un giorno mi svegliai e mi sentii rotolare nel campo e c’erano dei
bambini che mi tirarono dei calci. Ahi!!
Che male!! Smettetela ma nessuno mi sentì. Io pensai -ma che cosa
sono?- Un bambino mi tirò un calcio ed io finii in rete, allora pen-
sai: “ Sono una palla!…”
Ecco le foto del nostro scoop!! Le abbiamo scattate di
nascosto!! Leggete più avanti il nostro articolo ed espri-
mete le vostre opinioni.
Scoop esclusivo : i romani all’attacco
Noi di quinta abbiamo scoperto che al Bisbino c’erano
dei romani accampati. Li abbiamo riconosciuti dalle loro
armature e gli abbiamo fatto delle foto. Non sapevamo che ci fossero ancora in
giro dei soldati romani: com’è possibile? Nemmeno il Sindaco ha saputo darci
risposte, nemmeno il Generale dell’esercito, quindi è una storia davvero com-
plicata!!!!!se non ci credete guardate le foto che abbiamo scattato da lontano
senza farci scoprire. Guardatele molto bene!!
DOMANDE RISPONDETE!!! Grazie.
COME, SECONDO VOI, SONO SOPRAVISSUTI ALLE GUERRE?
……………………………………………………………....
………………………………………………………............
COME SONO ARRIVATI FINO A QUI DA SOLI?
…………………………………………………………………………………
……………………………………………
COME SI SONO NUTRITI E COME SONO SOPRAVISSUTI AL FREDDO
E AL GELO?
…………………………………………………………………………………
……………………………………………
Giotto Giotto di Bondone nacque nel 1267 Vespignano, Vicchio e morì a Firenze nel 1337. Pittore
ed architetto, molto probabilmente fu allievo di Cimabue.
Secondo la tradizione, sin da bambino dimostrò una particolare inclinazione per l’arte ed il
disegno, e ben presto entrò nella bottega del maestro Cimabue a Firenze, e come lo scrisse lo
stesso
Giorgio Vasari, il padre di Giotto avrebbe intuito la capacità del figlio osservando alcuni di-
segni particolarmente realistici di alcune pecore, tuttavia non ci sono riscontri da parti di fon-
ti documentali.
Le opere di Giotto furono di fondamentale importanza per gli sviluppi dell’ arte italiana ed
europea:
lo stile bidimensionale tipico dell’epoca bizantina viene abbandonato,la figura dell’uomo
prende vita assumendo un volume all’interno dello spazio.
Il castello di Holw Cl. V
Il castello di Holw, secondo noi è un film molto bello ma anche un po’ strano.
I personaggi sono:Holw il mago ,Sophie la ragazza (che poi diventa vec-
chia ),Marco, Calsifer il demonio,la strega delle langhe ,il cagnolino “contro
spia “,Rapa lo spaventapasseri, Madame Sullivan la strega.. La trama è :c’è
Sophie una normale ragazza che prepara cappelli; un giorno incontrò la strega
delle langhe che la trasformò in una vecchia, Sophie scappa disperata sulle col-
line dove incontra Rapa, Holw e Marco.
Lì inizia a fare la donna delle pulizie e si innamora di Howl.in quel tempo c’era
la guerra e Howl era stato convocato dal re per aiutare il popolo.
Lì incontra madame Sullivan, alla fine termina la guerra .
Il castello errante di Howl Il castello errante di Howl è un bel film perché possiede molti disegni fantasio-
si.
Mijazaky è stato molto bravo a interpretare certe scene. Il film parla di una
giovane ragazza di nome Sophie che diventa una simpatica anziana per colpa di
una maledizione lanciata dalla Strega delle Lande. Siccome è diventata vec-
chia, la sua famiglia si preoccupava allora lei scappò.
Durante il suo cammino trovò uno spaventapasseri e gli chiese:Sai trovarmi un
bastone?:.
Poco dopo lo spaventapasseri la accontentò,
allora lei richiese:Una casa riesci a trovarmela?:
Lo spaventapasseri senza dare risposte movimentali si allontanò. Egli tornò
con…….
… il castello errante di Howl, incredibile!!!!!!
La signora controvoglia entrò nella magica casa,
dove incontrò un bambino di nome Marco,
un simpatico fuoco \ demone di nome Kalsifer
e più tardi arrivò una persona che alla vecchia Sophie era familiare … Howl il
mago.
Succedono molte traversie mentre scoppia la guerra tra le nazioni europee. Do-
po molte avventure,viaggi di Howl e mondi incantati
la guerra finì. Un giorno la strega della Lande
seppe che Kalsifer conteneva il cuore di Howl e cercò di rubarlo, Sophie cerava
in ogni modo di impedirglielo passando poi a spegnere la fiammetta. Sophie
riuscì a recuperare l’anima del mago spezzando ogni incantesimo persino Rapa
lo spaventapasseri tornò un principe ciò che era veramente.
Il castello errante di Howl
Il castello errante di Howl è un bellissimo film perché è molto divertente e mi
da una buona impressione perché ci sono personaggi divertentissimi per esem-
pio Sophy che quando prese la maledizione dalla strega delle lande e diventò
vecchietta, quando il cane cercò di abbaiare non fece neanche un rumore anzi
fece solo dei soffi dal naso, quando Sophy e la strega delle lande salivano tutti i
gradini del tempio che erano tutti vecchietti e per camminare continuavano a
piegarsi ogni gradino.
Faceva molto ridere anche quando
Sophy faceva tutte quelle divertenti
facce e
Il castello è un castello errante cioè
che viaggia.
Il bello però è che quando entri nel
castello tutto sembra fermo e calmo.
Di fianco alla porta principale del ca-
stello ha un congegno che gli permet-
te di cambiare la porta per andare in
altri posti.
Cl. V
Il castello errante di Howl Il castello errante di Howl è un bellissimo film perché Mijazaky a fatto delle scene bellissi-
me.
Il film parla di un ragazzo giovane che ha dei poteri magici e una ragazza che lavora in un
negozio di capelli.
Questa ragazza in un giorno quando la ragazza e andata al negozio e su una piccola strada ha
incontrato due soldati.
Poi è arrivato Howl e ha alzato la mano e la guardie sono andati dove ha indicato con la ma-
no.
Li c’erano dei demoni e Howl ha iniziato a correre a un certo punto hanno incominciato di
volare camminando.
Howl ha lasciato la ragazza che si chiamava Sophie la lasciata giù.
Quando era notte Sophie era tornata al negozio,ed era arrivata la strega delle lande ed ha fat-
to un incantesimo su Sophie e ha detto che non può dire niente di che cos’ era successo.
Sophie si è svegliata e ha visto che era diventata una vechia brutta.
Lei è andata in un viaggio. Durante il suo viaggio Sophie ha trovato un spaventapasseri ed
lui per ringraziare gli ha portato un bastone per camminare meglio.
Poi dopo un po’ di cammino Sophie ha visto un grande castello errante.
Lei è entrata ed lo spaventapasseri si allontanò.
Dopo Sophie ha incontrato di nuovo Howl.
Lui si poteva trasformare in un uccello grande.
Gli dentro c’era un demone di fuoco che si chiamava Calsipher con un bambino che si chia-
mava Marco che aveva un costume di un vecchio.
Poi la porta era magica perché quando giravi la maniglia il castello si spostava in un secondo
in un altro posto.
Sophie ha deciso di fare la pulizia in tutto il castello.
Dopo Howl ha deciso di fare una doccia, ma dopo che è uscito ha incominciato di gridare
perché i suoi capelli sono diventati arancioni e dal suo corpo ha iniziato a scorrere un liquido
verde. Ma Sophie la portato fin su.
Dopo i capelli di Howl sono diventati neri.
Quando era notte Sophie ha sognato che lei entrava nella stanza di Howl ed era tutto buio,
dopo è andata in un tunnel. Lì c’era un uccello grande che era Howl stesso e che ha detto a
Sophie che ormai era troppo tardi! In realtà Sophie non si arrende finchè riesce a riconquista-
re il cuore di Howl, la guerra finisce e va a vivere con Marco e la strega delle lande, mentre
l’incantesimo sparisce.
Il castello errante di Howl
A me piace molto il film per gli effetti, per la
bellezza e per il racconto con le scene.
Il film negli effetti è molto forte e divertente
anche quando esce Calsiper dal castello e si di-
strugge tutto fa vedere che la porta si allarga e
si restringe.
Questo mi fa ridere ed è divertente.
Il regista Hayao Miyazaki mi piace moltissimo
perchè fa film bellissimi.
Questo è un film per tutti ed molto bello.
Questo film mi fa divertire per il cane che salta
quando non sa cosa fare e non sa abbaiare per-
ciò al posto di abbaiare fa appena un soffietto.
Poi c’è Calsipher, una fiamma, che mangia la
legna ….
Insomma, è un film che vi consiglio!!
Cl. V
Il castello errante di Howl
Il castello errante di Howl è un bellissimo film perché Mijazaky a fatto delle scene bellissi-
me.
Il film parla di un ragazzo giovane che ha dei poteri magici e una ragazza che lavora in un
negozio di capelli.
Questa ragazza in un giorno quando la ragazza e andata al negozio e su una piccola strada
ha incontrato due soldati.
Poi è arrivato Howl e ha alzato la mano e la guardie sono andati dove ha indicato con la
mano.
Li c’erano dei demoni e Howl ha iniziato a correre a un certo punto hanno incominciato di
volare camminando.
Howl ha lasciato la ragazza che si chiamava Sophie la lasciata giù.
Quando era notte Sophie era tornata al negozio,ed era arrivata la strega delle lande ed ha
fatto un incantesimo su Sophie e ha detto che non può dire niente di che cos’ era successo.
Sophie si è svegliata e ha visto che era diventata una vecchia brutta.
Lei è andata in un viaggio. Durante il suo viaggio Sophie ha trovato un spaventapasseri ed
lui per ringraziare gli ha portato un bastone per camminare meglio.
Poi dopo un po’ di cammino Sophie ha visto un grande castello errante.
Lei è entrata ed lo spaventapasseri si allontano.
Dopo Sophie ha incontrato di nuovo Howl.
Lui si poteva trasformare in un uccello grande.
Gli dentro c’era un demone di fuoco che si chiamava Calsipher con un bambino che si chia-
mava Marco che aveva un costume di un vecchio.
Poi la porta era magica perché quando giravi la maniglia il castello si spostava in un secon-
do in un altro posto.
Sophie ha deciso di fare la pulizia in tutto il castello.
Dopo Howl ha deciso di fare una doccia, ma dopo che è uscito ha incominciato di gridare
perché i suoi capelli sono diventati arancioni e dal suo corpo ha iniziato a scorrere un liqui-
do verde. Ma Sophie la portato fin su.
Dopo i capelli di Howl sono diventati neri.
Quando era notte Sophie ha sognato che lei entrava nella stanza di Howl ed era tutto buio,
dopo è andata in un tunnel. Lì c’era un uccello grande che era Howl stesso e che ha detto a
Sophie che ormai era troppo tardi! In realtà Sophie non si arrende finchè riesce a riconqui-
stare il cuore di Howl, la guerra finisce e viene a vivere con Marco e la Strega delle lande e
l’incantesimo sparisce.
Un alunno di V
La città incantata Questo film “La città incantata’’ mi è piaciuto perché è molto poetico ed espri-
me molte emozioni.
Questo è un film fatto da Miyazaki. Secondo me questo è il più bello tra gli al-
tri che ho visto dello stesso autore.
Tutto inizia con una famiglia, una madre, un padre e una ragazza che si chiama-
va Chiro, che sono andati in un palazzo.
Però quel palazzo era l’entrata nella città incantata.
Lì c’era una città piccola, quando sono entrati c’erano centinaia di ristoranti e i
genitori di Chiro hanno incominciato a mangiare tanto invece Chiro non vole-
va mangiare niente.
Dopo un po’ la ragazza è andata su un ponte e ha incontrato Haku, un ragazzo
dalla sua età. Lui le disse che non doveva stare là perché era tardi e gli spiriti
uscivano di sera ma la ragazza era tornata dai suoi genitori e i suoi genitori era-
no diventati maiali.
Poi Chiro voleva tornarsi indietro ma i campi erano pieni d’acqua.
Cosi Haku l’ha nascosta su un ponte e le ha detto che doveva cercare un lavoro
se voleva rimanere in quel mondo.
Dopo lei ha incontrato un vecchio con sei mani che lavorava per tutta la città,
fornendo tutta l’energia. Lei gli aveva chiesto se poteva dargli un lavoro, ma lui
aveva rifiutato . Dopo è arrivata una donna che l’aveva presa per dargli un la-
voro. L’ha portata da una strega che era malvagia però le ha dato un lavoro ma
le ha rubato il suo nome. Il suo nome non era più Chiro invece Sem. Dopo un
po’ era arrivato lo spirito del cattivo odore, che invece era lo spirito del fiume
tutto sporco. Chiro l'ha lavato bene e lui per ringraziarla le ha dato una pallina
magica. Poi quando era sera era arrivato uno spirito ma non si sapeva che spiri-
to era, lui dava a tutti l'oro. Poi Sem aveva visto Haku che era attaccato da dei
minuscoli fogli di carta.
Sem allora era andata dalla sorella della strega.
Lei era buona, non come la sorella.
E poi la ragazza ha salvato i suoi genitori che sono tornati indietro, però il tem-
po era passato, nel frattempo, forse anche due mesi.
Cosi Chiro non dimenticherà mai che cos’è successo.
Un alunno di V Chiro
Questo film di Miyazaki si intitola “La città incantata” è un film d’anima-
zione che parla di una ragazza di nome Chihiro che con i suoi genitori entrò in
un vecchio palazzo abbandonato e da lì entrarono in un altro mondo, un mondo
magico dove incontrò Akhu, un servo-stregone della strega Yu-baba, il quale la
aiutò a salvare i suoi genitori che dopo aver mangiato del cibo del mondo dei
morti si trasformarono in due maiali. Chihiro diventò una serva di Yu-baba ,
poi Akhu rubò un talismano magico con una maledizione, quindi Chihiro andò
dalla sorella di Yu-baba. Lei intraprese questo viaggio per riportarlo, dopo mol-
to tempo arrivò a casa sua e Akhu si riprese e la seguì. Dopo averglielo riporta-
to Akhu la riportò alle terme nel viaggio Chihiro ricordò il vero nome di Akhu
che era Coakhu , lui era uno spirito del fiume . Yu-baba disse a Chihiro di rico-
noscere quali maiali erano suo papà e sua mamma, lei indovinò e tornò a casa. Un’alunna di V
Arrietty è una piccola elfa che vive sotto il pavimento di una casa di campagna. In quella casa abitava un bam-
bino che un giorno scoprì la famiglia degli elfi e ne era stupito e felice. Purtroppo però da quel giorno la fami-
glia di Arrietty si trovò in pericolo . Arrietty poi dovette pure salvare sua mamma perché la domestica l’aveva
rapita. Alla fine Arrietty dovette cambiare casa, ma tra lei e il ragazzino ammalato (era in attesa di trapianto
del cuore) era nata una bella amicizia, anche se Arrietty non si fidava degli umani. Il bambino cambiò atteggia-
mento nei confronti della vita e, grazie all’amicizia con la piccola elfa, affrontò l’operazione con maggior sere-
nità.
Venerdì 9 Marzo alle ore
2:00. A scuola le maestre
hanno organizzato una mo-stra.
Le signore Ester e Elsa ci
hanno spiegato alcune regole
dei giochi. Questa mostra è stata organizzata per fare
giocare e ragionare i bambini,
infatti si chiama Ragiocando.
Quando sono arrivato ero emozionato, il mio gioco preferito è stato
Cinque passi sulla luna. Sabato 10 Marzo alle ore 9:00. A scuola
quel giorno potevano venire anche i genitori
alla mostra a giocare.
Io sono venuto con il mio papà Alberto. Lui pensava che bisognava fare operazioni, inve-
ce quando è arrivato ha capito che erano
giochi divertenti.
All’inizio abbiamo giocato con le Tabelline, e ho vinto, poi al Circo e ho ancora vinto,
dopo al gioco del Calcio e ho vinto, poi a
Scale e Serpenti e lì ho ancora vinto, dopo
all’Ape Regina e l’ho stracciato e infine a Cinque passi sulla luna e l’ho stracciato
centouno a quarantuno.
Alla fine della mostra voleva che ci fosse anche il giorno dopo per ritornarci!
È stato un giorno davvero indimenticabile!!!
Sabato 10 marzo a scuola c’era la mostra dei
giochi matemagici da fare con i genitori: io
sono venuto con il papà e mia sorella. Ab-
biamo fatto cinque giochi: Calcio, Quatris, Hex, quello delle case e la torre di Hanoi.
Nel calcio c’era un campo con le caselle, da
una parte le caselle erano numerate da 0,1
fino a 8,0, dall’ altra parte da 8,1 a 16,0 e due omini e due dadi. Si doveva posizionare
gli omini uno su 8,0 e l’ altro su 8,1, si dove-
vano lanciare i dadi e quello che aveva l’o-
mino su 8,0 doveva sottrarre il risultato dei dadi e arrivare a 0,1, invece l’altro doveva
addizionare e arrivare a 16,0. Vinceva chi
per primo arrivava a destinazione facendo
goal. Nel Quatris c’era una scacchiera da 4x4 caselle come base, sostenute da quattro
paletti c’erano tre scacchiere una sopra l’
altra. Lo scopo del gioco era di mettere in
fila quattro pedine prima dell’avversario. La
fila si poteva fare in orizzontale, verticale e diagonale sia sullo stesso piano sia sui quat-
tro piani.
Nell’ Hex c’era un rombo disegnato con i
lati opposti colorati nello stesso colore e l’area del rombo era divisa in caselle. I due
sfidanti dovevano partire da un lato e rag-
giungere il lato opposto formando una riga
di pedine mai interrotta dalle pedine avver-
sarie. Vinceva chi tra i due raggiungeva per
primo il lato opposto. Il quarto gioco era quello delle case. Le
case avevano grandi finestre divise in diver-
se forme, c’era una scatola dove c’era dentro pezzi di forma uguale e dovevi attaccare i
pezzi nei posti uguali delle finestre. Vinceva
chi per primo completava la finestra come
un puzzle. Il quinto gioco era la torre di Hanoi. In questo gioco si doveva costruire il
percorso con i pezzi di legno con sopra dise-
gnato un pezzo di strada per arrivare alla
torre. Chi per primo congiungeva i pezzi di strada fino alla torre vinceva il gioco. Tutti
noi ci siamo divertiti a giocare tutti insieme
a fare giochi diversi dal solito: tutti belli e
divertenti. Grazie alla signora Ester e alle maestre per la bella mattinata organizzata.
Nella nostra scuola da giovedì 8 a sabato 10
marzo c’è stata la mostra dei Giochi Mate-magici. Giovedì e venerdì però c’erano le
classi con le maestre, invece sabato siamo
venuti con i genitori. E’ stata organizzata
dalle maestre, hanno fatto la mostra per farci divertire e allo stesso tempo ragionare.
Sabato mattina mi ha accompagnato il mio
papà e ci siamo sfidati con molti giochi. E’
stato bello avere il papà a scuola con me, perché un’occasione così non capita spesso.
C’erano delle signore che ci spiegavano
come giocare.
Quando ho giocato ero molto felice e mi divertivo, ma quando siamo andati via ero
molto molto triste.
Il mio gioco preferito è stato “La strada per
il castello”. E’ stata una mostra molto bella!
Giovedì 8 e venerdì 9 Marzo abbiamo fatto
‘’ Giochi Matemagici’’ a scuola e sabato 10
siamo venuti con i nostri genitori sempre a scuola. I giochi li hanno spiegati e presenta-
ti due signore. I giochi erano posizionati su
dei banchi e ce n’erano veramente tanti. Io ho giocato davvero bene e secondo me la
mostra è stata inventata per far divertire e far
ragionare. Abbiamo giocato tutti e ci siamo
divertiti. I miei giochi preferiti sono stati: la torre di
Hanoi, scale e serpente, gli elastici e le car-
te. Visto che non li ho giocati tutti, ne avrei
avuti anche altri. E’ stato divertente, ho avu-to altre emozioni e non le riesco a raccontare
tutte, anche se ne ho un cuore pieno non
riesco ad esprimerle, perché è stato troppo
BELLO. Mio papà e mia mamma la pensano an-
che loro così e sono felice anche perché
ho trovato la soluzione del gioco ‘’la
capra, il cavolo e il lupo’’. Mio papà non voleva andare più via e anch’io, ma
purtroppo sono andata a un compleanno.
Sabato 10 marzo io e mio papà siamo andati
a scuola per la mostra dei Giochi Matemagi-
ci. Venerdì è stata fatta per i bambini e sabato
invece, con gli stessi giochi, la mostra
l’hanno fatta insieme ai genitori, nonni, zii,
… Questa mostra è stata fatta per far divertire e
ragionare genitori e figli e per far capire che
la matematica in quel modo lì è anche diver-
tente. Io ho giocato insieme al mio papà a un gioco
che si chiamava “Quartiere residenziale”.
Quartiere residenziale era il gioco preferito
di mio papà ma anche il mio perché bisogna-va ragionare molto, lo ha fatto
quasi tutto lui ma i ritocchi li
ho dati io.
Mi è piaciuta moltissimo la
mostra dei Giochi Matematici.
Classe terza
IL 27 gennaio ricordiamo i 6.000.000 di EBREI uccisi perché erano diversi.
Hitler credeva che i tedeschi fossero la razza pura chiamata ariana.
Iniziando dagli ebrei gli “ARIANI”sterminarono tutti ed anche i rom , dei sacerdoti cristiani ecc. Addirittura la
principessa Mafalda di Savoia morì in un campo di sterminio, a Buchenwald.
SOFFIA E SOFFIA
L’ IMMAGINE DEL LAGO CON I SUOI
COLORI
SUSCITA CALMA E TRANQUILLITA’.
IL LAGO , COME UN BAMBINO ABBANDONATO
SI LASCIA RISCALDARE DA UNA PIOGGIA
DI RAGGI D’ORO .
TUTTO INTORNO SI SENTE IL RESPIRO DELLA
NATURA
CHE SI RINNOVA AL SOFFIO DELLA PRIMAVERA,
GLI ALBERI FIORITI SI SPECCHIANO NELL’ACQUA CALDA
E CRISTALLINA
E CON I FIORI GIALLI, BIANCHI.
Un alunno di V
La luna bianca la luna
bianca come il latte
bianca come la neve,
come il formaggio bianco
la luna bianca, molto bianca.
Il sole rosso
Il sole rosso
Rosso come il sangue
il sangue leggero
una goccia di sangue
come il sole rosso
rosso fuoco incendiato
caldo come un fuoco in cielo
come un fiore rosso.
Un alunno di V
FILSTROCCA
Cade una goccia,
cade rotonda,
cade nel mare diventa un’onda,
diventa alta se c’è la luna,
onda su onda porta fortuna
Juve
Juve bianca come la neve
nera come la notte,
Juve spaziale con Ale
Juve imbattuta,
classifica compiuta
con l’allenatore migliore,
Juve stellare, con la terza stella
che fai brillare lo Juventus Stadium.
Juve stellare mitica spaziale.
Italia
Italia tu sei
Lo stivale della terra,
Sei molto bella.
Cielo e Mare
Cielo e mare
Azzurro sopra e sotto
Bianco spuma e bianco nu-
vola.
Cane abbagliante
Cane hai il pelo lucente
Con un muso
Accattivante.
IL DELFINO Il delfino blu,
va allegro felice
mare profondo.
Haiku
Alla mattina
il sole sorge come
una palla di luce.
Il fuoco riscalda
la gente attorno,
soprattutto i loro cuori.
Spiaggia d’estate, sei af-follata, la notte il tuo rumore si sente tanto e la schiuma del mare ti viene addosso e ti rin-fresca.
Classe V HAYKU
Acqua fresca , splendente Le tue onde ti cullano, il tuo volto è dolce, i tuoi sorrisi arrivano fino a riva . Capodanno sei la festa più bella dell’anno , nella notte rumorosa, a mezzanotte inizia il nuovo anno . Fiore tutti i colori e di tanti tipi, cresci nell’ erba con petali eleganti .
IL SOLE
Il sole caldo,
sorge dietro ai monti
riflette chiaro.
Mia madre mi ama molto.
Si intende che la mia mamma è una persona che non si
arrende mai.
Mia madre mi protegge.
La mamma è forte e sostiene la famiglia.
Mia madre sta davanti a me e mi protegge.
Perché anche nei momenti peggiori ti aiuta a non essere
triste.
La mamma ci vuole molto bene.
Nonostante tutte le difficoltà risolve sempre i problemi.
Perché sua madre lo protegge dai guai.
Perché mi ama tanto.
La mia mamma mi vuole bene dal profondo del cuore e sta
davanti a me per proteggermi.
Perché la mamma protegge i figli.
LA MIA CASA A cura di Veronique Taydo, in Tamburi parlanti
Ho costruito la mia casa
Senza sabbia, senza acqua
Il cuore di mia madre
E’ un muro forte
Le braccia di mio padre
Sono il tetto e il pavimento
Le risate di mia sorella
Le porte e le finestre
Gli occhi di mio fratello
La luce che la rischiara
La mia casa è una casa buona
Nella mia casa c’è tanta dolcezza.
Si riferisce alla mia famiglia.
Si intende che la mia casa è la famiglia.
La mia casa è la mia famiglia.
Perché parla della sua famiglia.
La mia famiglia è una casa stupenda.
Perché si riferisce alla propria famiglia.
La famiglia è molto importante.
La casa è costruita dall’amore della sua famiglia.
Si riferisce alla sua famiglia e non alla casa.
Perché la parete e il pavimento sono formati dalla
mia famiglia.
La mia famiglia è una casa meravigliosa.
Si riferisce alla famiglia non alla casa.
Mio padre mi protegge e mi sostiene.
Si intende che le braccia del papà tengono in piedi la casa.
Le braccia di mio padre mi sostengono.
Ti sostiene.
Mio padre mi copre dall’oscurità.
Perché tuo padre ti aiuta e ti sostiene.
Il papà ci protegge dal male.
Non ha mai mollato e ci ha sempre protetti. Vuol dire che il papà sostiene la famiglia
Perché mi sostiene e non mi lascia mai
Mio padre lavora per mantenere la famiglia in buone con-
dizioni.
È pronto ad accogliere tutti.
Mia sorella riscalda l’ambiente.
La via di comunicazione.
Significa che mia sorella mi farà divertire anche se sono
triste.
Fanno allegria.
Mia sorella mi diverte, mi fa venire voglia di uscire e cor-
rere dappertutto.
Perché se hai un sorriso puoi avere tutto.
La sorella ci dà rinforzo.
Le sue risate portano allegria. Vuol dire che sua sorella è spiritosa.
Perché dà luce alla mia famiglia.
Mia sorella rallegra e diverte molto la famiglia.
Dà tanta serenità.
Mio fratello fa luce che rallegra.
Mi tiene allegro.
Significa che gli occhi di mio fratello mi faranno compa-
gnia.
Dà gioia alla famiglia.
Mio fratello è sincero con me.
Perché con i miei occhi puoi vedere tutto.
Gli occhi di mio fratello sono luminosi.
Riporta la calma e ridà la pace. Quando lo guardi i suoi occhi brillano.
Perché da luce dentro di te.
Mio fratello è molto sincero e carino.
Ti dà tanta felicità.
Nella mia famiglia ci vogliamo tutti bene.
Nella mia casa ci si vuole bene.
Significa che la mia casa è bella e l'amore dei miei
genitori è grandissimo.
La mia famiglia è brava, nella mia famiglia ci vo-
gliamo tutti bene.
Siamo una famiglia dove ci vogliamo bene.
La mia famiglia è molto buona, nella mia famiglia
c’è tanta dolcezza.
Perché nella famiglia tutti sono buoni, e tutti ti
vogliono bene.
La famiglia è importante.
La mia famiglia si vuole tanto bene. Vuol dire che si vogliono bene.
Nella mia casa c’è tanta bontà.
Tutti si vogliono bene
La mia famiglia mi vuole molto, molto bene.
La mia famiglia mi vuole molto bene. Classe
terza
METTIAMO IN RIMA
LA FIABA DELLE MELARANCE Se il principe la sposa vuol trovare,
lontano lontano deve andare.
Una vecchina disseta bel bello,
Lei gli dice il segreto del castello.
Poi aiuta un vecchietto distrutto,
lui in cambio gli da uno strutto.
Aiuta anche una tessitrice,
“Ti regalo una corda” gli dice.
Porta la legna della contadina,
lei in cambio gli da una scopina.
Quando vede arrugginito il cancello ,
lo unge con lo strutto che ha nel fardello.
Vede una donna al pozzo vecchio,
le dona una corda per alzare il secchio.
Ora le scale deve spezzare,
se la sposa lui vuole trovare le melarance finalmente trova,
ma lo aspetta più di una prova.
Da scale, pozzo e cancello deve trovare
ma tutti lo fan passare.
Le melarance son principesse belle,
con la terza è felice fino alle stelle. Gli alunni di II
Perché la rosa ha le spine
Tanto tempo fa le rose non avevano le
spine e tutti le coglievano senza punger-
si.
Un giorno, nel giardino delle rose
arrivò un coniglio che stava mangiando
tutte le rose. Le persone videro il coni-
glio e per non fargli mangiare le rose
misero delle spine sulle piante, così
nessun animale le avrebbe più mangia-
te.
Da allora le rose ebbero le spine e più
nessuno le mangiò.
Perché i pini al mare sembrano ombrel-
li.
Tanto tempo fa, in una pineta, c’era un
grande pino con un tronco molto spesso,
e rami molto alti, era infatti il pino più
alto della pineta.
Un giorno faceva caldissimo, e quel
pino sudava !
Lui disse:- Che caldo che fa oggi, mi
sto seccando ! - poi aggiunse – Ci
vorrebbe un ombrello per ripararmi.-
Allora si sforzò a far diventare la sua
chioma ad ombrello, e… ci riuscì !
Da allora i pini al mare hanno la
chioma ad ombrello.
Perché le zebre sono a strisce.
Tanto tempo fa viveva nella savana una
zebra tutta nera e sporca.
Un giorno una nuvoletta la vide che
piangeva e piangeva, la nuvoletta gli
chiese: “Perché piangi?”.
“Perché mi sento un po’ sporca”.
Allora la nuvola gli buttò un po’ di
acqua.
Da allora le zebre sono tutte nere e
bianche, perché lo sporco non se n’è
andato tutto.
Tanto tempo fa un cavallo bianco venne
allontanato dal suo gruppo perché era
troppo bello .
Un giorno, mentre trottava da solo,
urtò contro un secchio di vernice nera
ritrovandosi tutto rigato .
Da allora, tutti gli altri cavalli lo
videro come una divinità, ma invece era
semplicemente diventato una zebra.
Tanto tempo fa le zebre erano tutte
bianche.
Un giorno un pittore stava dipingendo
una zebra e dalla tavolozza gli cadde
un po' di nero, così si sono formate
sulla zebra delle strisce nere.
Da allora le zebre hanno le strisce
bianche e nere.
Perché la lepre ha la cosa a batuffolo
Tanto tempo fa c’era una lepre con la
coda uguale a quella di un gatto.
Un giorno la lepre salì su un sasso
alto, la sua amica zebra per scherzo la
spaventò, lei cadde di coda, che si arro-
tondò e si accorciò formando un batuffo-
lo.
Da allora la lepre ha la coda a batuf-
folo.
Perché la giraffa ha le macchie?
Tanto tempo fa la giraffa era tutta
gialla e non era contenta del suo colore.
Un giorno la giraffa incontra un uomo
con il fuoco su un bastone, la giraffa si
spaventa e l’uomo fa cadere il fuoco che
brucia la foresta.
I suoi piccoli la chiamano impauriti, la
mamma attraversa la foresta per sal-
varli e si scotta.
Da allora la giraffa ha le macchie.
Perché i fenicotteri sono rosa.
Tanto tempo fa un fenicottero bianco
andò a passeggiare con un amico sulla
spiaggia.
Un giorno su quella spiaggia i fenicot-
teri trovarono una piscina piena di
vernice rosa. Il colore li attirò così
tanto che si tuffarono nella piscina e
subito dopo li raggiunsero tutti i loro
amici.
Da allora i fenicotteri sono rosa, perché
molto tempo fa si innamorarono della
vernice rosa!
Perché gli elefanti hanno la proboscide
Tanto tempo fa c'era un elefantino che
voleva sapere cosa c'era dentro un buco
nella roccia.
Un giorno ci infilò dentro il naso e non
riuscì più a tirarlo fuori, allora l'elefan-
tino tirò così tanto che il naso si allun-
gò e alla fine si disincastrò.
Da allora gli elefanti hanno la probo-
scide.
Perché l’aquila ha il becco curvo
Tanto tempo fa le aquile cacciavano gli
scoiattoli.
Un giorno un’aquila vide uno
scoiattolo tra le rocce e si diresse verso
di lui a tutta velocità ma sbagliò la
mira e andò a sbattere contro le rocce.
Da allora l’aquila ha il becco curvo.
Perché la marmotta va in letargo
Tanto tempo fa, c’era una marmotta
che non dormiva mai e si vantava con
tutti di questo fatto.
Un giorno, gli altri animali del bosco
le misero un sonnifero magico nel cibo.
La marmotta si addormentò per quattro
mesi; dopo si risvegliò, ma ogni inverno
cadeva in letargo.
Da allora la marmotta non si vantò
più di non dormire e diventò grande
amica di tutti gli animali del bosco,
soprattutto dello scoiattolo.
Perché le farfalle hanno le ali colorate
Tanto tempo fa le farfalle avevano le
ali bianche finché accadde un fatto.
Un giorno mentre le farfalle stavano
volando tutte insieme, arrivò il vento che
spazzò tutte le farfalle in diversi posti:
nel fiume, nei prati, nei mari e in tutti i
posti della terra. Le ali diventarono dei
colori dell’ ambiente.
Da allora tutte le farfalle hanno le ali
di diversi colori.
I tre giorni della merla
Tanto tempo fa i merli erano bianchi.
Un giorno alla fine di gennaio faceva
tanto freddo. Una merla con i suoi
piccoli entrò in un camino per scaldarsi.
Dopo tre giorni tornarono fuori al sole
e videro che erano diventati neri. Da
allora i merli sono tutti neri.
Perché i fiori profumano.
Il Dio dei fiori, creò la terra e sparse
allegria e fiori. poi spruzzò su tutto un
profumo molto dolce, per fare profumare
il mondo e anche casa sua. Nel davan-
zale di casa sua c'erano dei petali e i
petali si sparsero e si fusero con il
profumo .
Da allora i fiori profumarono e quel
profumo si sparse e andò ad appoggiar-
si sui fiori che presero un profumo
diverso per ognuno.
Perché le tartarughe hanno il guscio.
Tanto tempo fa c'erano due foche a cui
piacevano giocare a palla.
Un giorno persero la palla, erano
tristissime e allora non si vedeva una
faccia felice.
Ma dopo un po’ videro una tartaruga
che, grazie al guscio assomigliava ad
una palla, le foche giocarono giorno e
notte con un sorriso meraviglioso.
Da allora la tartaruga ha il guscio per
far divertire le foche!!!
Perché il delfino ha il muso schiacciato
Tanto tempo fa il delfino non aveva il
muso schiacciato, ma aveva un muso
grande e grosso.
Un giorno un delfino di nome Splash
volle andare a visitare il fondale marino.
Era arrivato sul fondo quando un bam-
bino sulla spiaggia tirò un sasso pesan-
te che finì sul suo muso e restò lì per
un’ora fino a quando non se lo tolse.
Da allora il delfino ha il muso
schiacciato.
Perché il pettirosso ha il petto rosso?
Tanto tempo fa c'era un passero.
Un giorno questo uccellino vide Gesù
sulla croce e andò a vedere cosa era
successo. Si appoggiò e si sporcò di
sangue.
Da allora ha il petto rosso e si chiama
pettirosso.
Classe terza
C’era una volta in una foresta uno scoiattolo schiavo di una pattinatrice. Egli era un bravo inventore e sapeva costruire pattini magici. La pattinatrice voleva vincere a tutti i costi un trofeo di pattinaggio e voleva avere tanta fama.. Un giorno la pattinatrice vide lo scoiattolo, esausto, che non stava lavorando e gli disse: -Lavora scoiattolo scansafatiche, se no ti la-scerò senza cibo e acqua, ti rinchiuderò in una gabbia e ti spedirò al Polo Sud ! Lo scoiattolo rispose:
-Sì, sì, lavorerò per te, ma non spedirmi al Polo Sud. Due giorni dopo Ghianda, lo scoiattolo, stava lavando il pavimento dicendo: -Ah basta non c’è la faccio più! Una settimana dopo lo scoiattolo si stufò di lavorare per Alexandra, così lei lo chiuse in una gabbia, perché non lavorava e gli disse: -Ah, ah, ah! Tra una settimana ti spedirò al Polo Sud! E Ghianda la supplicò: -No ti prego al Polo Sud no, allora quel gior-
no… non scherzavi! E aggiunse gridando: - Aiutoooo! A questo punto arrivò Super Scoiattolo con il suo magico computer e liberò Ghianda con l’aiuto del suo magico computer e poi con l’aiuto di Super Scoiattolo fuggirono dalla casa di Alexandra, ma poi lei li scoprì e disse: -Nooooooo! Successivamente Super Scoiattolo chiamò la polizia e arrestarono Alexandra e vissero tutti felici e contenti.
C’era una volta un ermellino di nome Caldino che dormiva dietro ad un albero sul Monte Ermello. Caldino dormiva sempre alle ore 13.45. Un giorno passò di lì un cuoco che vo-leva uccidere e cucinare tutti gli ermellini per-ché gli stavano antipatici. L’ermellino si sve-gliò di colpo per la voce del cuoco che grida-va: “Vi catturerò brutti ermellini.” L’ermellino fece un rumore e il cuoco lo sentì; mentre lo
rincorreva cercando di sparagli, il cuoco guar-dava sempre l’ animale e, non vedendo dove andava, inciampò in un sasso e andò a sbatte-re la testa contro un albero, ma riuscì a cattu-rare Caldino. L’ ermellino saggio che vide tutta la scena, chiamò il rastrello magico e gli affidò il compi-to di liberare l’ermellino Caldino dalle grinfie del cuoco. Intanto il cuoco mise in gabbia
Caldino e stava andando in cerca di altri er-mellini, il rastrello anticipò il cuoco e gli diede una bella lezione: lo rastrellò da cima a fondo fino a massacrarlo e gli disse: “Lascialo anda-re!” E poi con i suoi denti appuntiti e affilati staccò il naso del cuoco e gli tagliò il collo. Il cuoco morì, Caldino e il rastrello tornarono a casa e vissero tutti felici e contenti.
C’era una volta una ragazza che stava riposando su una pan-
china, a un certo punto arrivò un ladro a bordo di un’aquila. Il
ladro buttò la ragazza contro un muro, l’aquila la prese per i
capelli facendola rimanere a gambe in aria e il ladro gli rubò
la borsetta. Poi il ladro risalì sull’aquila e scappò via. La ra-
gazza corse a chiamare il poliziotto che chiese aiuto ad un
mago. Il mago possedeva un battello magico (il Milano) che si
alzò in volo e li portò alla caverna segreta del ladro.
Il ladro pensò di dover nascondere la borsetta, allora la na-
scose in una caverna segreta costruita sotto una poltrona,
per entrarci bisognava azionare un bottone a forma di cusci-
no. Dopo poco tempo arrivarono il poliziotto, la ragazza e il
mago a bordo del Milano. Il ladro vedendoli arrivare andò ad
accoglierli: catturò e legò la ragazza e scacciò il mago e il
poliziotto. Quando si fu liberato del mago e del poliziotto
spinse la ragazza sulla poltrona, la ragazza atterrò sul cusci-
no ed ebbe accesso al passaggio segreto. Atterrò di sedere
su un pavimento molto duro, da lì vide un lama tagliente e
vicino alla lama la sua borsetta, allora andò verso la lama per
slegarsi e, quando si fu liberata, prese la sua borsetta poi
uscì dal passaggio. Nel frattempo ritornò il poliziotto con
altri suoi colleghi, catturarono il ladro e lo misero in prigio-
ne. La ragazza corse ad abbracciare il poliziotto. Si innamo-
rarono, dopo un po’ di tempo si sposarono e ebbero 2 gemelli,
Rebecca e Matteo.
FIABE A QUATTRO MANI CLASSE TERZA
C’era una volta un ghepardo di nome Fiamma che viveva a Gropparello. Un giorno un pompiere sì stancò di fare il pompiere e disse: “Sono stufo! Non voglio più lavorare qui e andrò a possedere Gropparel-lo.’’ Il ghepardo dietro la finestra sentì il pom-piere che parlò e, visto che lui abitava a Grop-parello, non voleva farlo venire.
Il ghepardo cercava un modo di fermare il pompiere e si chiedeva perché la sua sveglia magica non lo aiutava. Intanto il pompiere cercava sulla cartina “Gropparello” e ci arrivò. Il ghepardo sentì una vocina che disse: “Su !! Non mi vedi su!!’’ Il ghepardo capì che a parla-re era la sveglia e così la sveglia e il ghepardo si misero d’accordo per fermare il pompiere.
Ma il pompiere sentì tutto dalla finestra. Dopo un po’ cominciò la guerra tra pompiere e ghe-pardo tra fuochi, pugni e calci, finalmente …! Vinse il ghepardo perché la sveglia sparò tan-tissimo fuoco contro il pompiere così il pom-piere scappò a gambe levate e non si fece più vedere a Gropparello !!
C’era una volta un operaio che non smetteva mai di lavorare per costruire la sua casa, perché la sua casa era stata spazzata via da un vortice magico. Un giorno l’operaio lavorò così tanto che si addormentò. Quando si svegliò vide la sua casa tutta ben fatta. Ad un tratto arrivò uno gnomo malvagio con i poteri magici e fece
apparire dal nulla, un mattone il mattone cadde sulla testa dell’operaio, da quanto era forte il colpo è arrivata l’ambulanza. E la sua casa doveva essere pronta per l’indo-mani perché doveva arrivare un suo amico, mentre l’operaio andò nell’ospedale arrivò una scimmia magica che bastava uno schioc-co di dita per ricostruire la sua casa .
Arrivò l’operaio dall’ospedale e vide la sua casa finita e gridò: “Evviva!!!” e vide la scim-mia, divennero grandi amici. E la scimmia divenne il più grande operaio nel mondo. E così finì la storia dell’operaio e del mattone.
C’era una volta un avventuriero molto catti-vo, che voleva uccidere un anziano canguro che possedeva una lampada preziosa che aveva il potere di esaudire ogni desiderio. L’avventuriero decise che doveva assoluta-mente avere quella lampada, perché era follemente innamorato di una donna che voleva quella lampada, quindi l’avventuriero decise di portargliela.
Allora ha visto il canguro e gli ha detto: “Vieni stupido canguro” e lo catturò legan-dolo a una corda. Vieni da questa prigione non scapperai ! Allora canguro prese la lampada e la sfregò, da lì uscì uno splendido genio e disse: “Esprimi un desiderio e io lo avvererò!!!” E il canguro disse: “Voglio uscire e andare a casa mia”.
Allora il genio in un batter d’occhio riporto il canguro a casa sua. Però l’avventuriero andò dal canguro chie-dendo perdono il canguro disse: “Sì, ti per-dono”. In fine Il canguro organizzò una grande fe-sta. l’avventuriero e il canguro vissero per sempre felici e contenti.
C’era una volta una attrice che era molto bella e per questo era molto conosciuta. Questa attrice aveva un nemico ed era un orso perché l’attrice aveva usato la sua pel-liccia come un bellissimo cappotto. Dopo una settimana l’attrice incontrò un
mago , gli diede un mappamondo e gli disse: “Questo mappamondo è magico se tocchi uno stato lì vai” Il mago glielo donò perché sapeva che il giorno dopo sarebbe venuto l’orso gigantesco con il muso molto brutto. Il giorno dopo l’attrice stava facendo i me-
stieri di casa, a un tratto sentì un rumore molto pauroso. Era l’orso! Continuava a rin-ghiare, lei spaventata toccò il mappamondo finì alle Haway e incontrò la sua amica Fran-cesca. E insieme andarono in spiaggia a giocare!!!!
Avventura a Gropparello
Noi siamo andati in gita! Eravamo sul pullman per Gropparello e siamo partiti bene. La
maestra si è un po’ arrabbiata, ma aveva ragione perché non si potevano portare i giochi elet-
tronici, siamo arrivati un po’ in ritardo perché l’autista si è perso. Appena siamo arrivati ab-
biamo fatto “l’assalto al castello”: eravamo divisi in due squadre, verdi e rosse. Le sfide era-
no tre, “i sacchi”, “la croce e gli anelli” e “la battaglia”. Poi c’era la visita al castello con
Madonna Costanza. Tutti a pranzo!! … dopo aver mangiato c’era la giornata “Fantasy”.
Eravamo divisi in due squadre i “Mac Finn” o i “ Mac Fire ”. Noi abbiamo attraversato un
sentiero cantando: “Mac Finn …..” e i Mac Fire ci avevano teso un’imboscata. Combattia-
mo !! Così abbiamo combattuto. Dopo un po’ è arrivato il grande Druido, il vecchietto
disse che non dovevamo combattere, però dovevamo cercare il libro sacro. Allora due ra-
gazzi di quinta sono andati a vedere nel bosco se c’era qualcosa, uno disse che non c’era nul-
la e l’altro :”Haaaaaa!” Noi cominciammo a sentire boom boom, infatti c’erano due scim-
mioni; dopo averli sconfitti abbiamo preso il sacro libro e tutto andò a meraviglia proprio
da quando ci eravamo riuniti. E’ stata la miglior gita di sempre!!!
cl. III
Gita al Castello di Gropparello
Mercoledì 21 Marzo siamo andati in gita al Castello di Gropparello (Emilia-Romagna) con la classe
3°, siamo partiti alle 8:00 da Piazza S. Stefano con il pullman, il viaggio è stato divertente ma …. un
imprevisto: l’autista aveva sbagliato ma dopo ha ripreso la strada giusta, per questo imprevisto sia-
mo arrivati al castello un po’ in ritardo.
Arrivati al castello ci ha accolto una signora che ci ha spiegato qualcosa sul castello, abbiamo appog-
giato gli zaini (anche la giacca perché faceva caldo) e siamo andati ai bagni; finalmente dopo tutto il
viaggio, abbiamo incominciato le attività. La prima è stata “ L’assalto al Castello”.
Per questa attività un animatore ci ha diviso in due squadre, con le casacche di due colori diversi, la
mia squadra aveva un re e la casacca verde, mentre l’altra squadra aveva una regina e la casacca ros-
sa.
Il nostro capo si chiamava Sigfrido, abbiamo giocato, lottato ecc e ci siamo divertiti; finito “ l’assal-
to”, Madonna Costanza ci ha portato a visitare il castello. Gli animatori erano simpatici e parlavano
all’antica . Ormai era ora di pranzare, andammo a prendere gli zaini e ci sedemmo ai tavoli per man-
giare; finito il pranzo siamo andati al negozio del castello dove si poteva comprare quello che si vo-
leva. Posati gli zaini eravamo tutti pronti per un’altra attività; adesso c’era la “Giornata fantasy cel-
tica” dove, eravamo sempre divisi in due squadre con le casacche diverse ma adesso avevamo anche
la cintura e la mazza di plastica.
Il mio capo era Mc Fire (agricoltori), l’altro era Mc Finn (allevatori); poi noi siamo andati nel prato
dove ci siamo allenati per i combattimenti ma, soprattutto per il silenzio... Abbiamo fatto anche
un’imboscata e poi, quando sono arrivati i Mc Finn abbiamo combattuto. Però il Druido ci aveva in-
caricato di trovargli un libro sacro e quando tornò e ci vide combattere si arrabbiò perché lui non vo-
leva che noi combattevamo. Dopo arrivarono due mostri che non si capiva bene che cosa fossero.
Abbiamo dovuto combattere anche con loro, eravamo un po’ spaventati perché facevano paura; il
libro infatti ce l’aveva uno di quei due mostri e noi glielo abbiamo preso e poi l’abbiamo riportato al
Druido ci ha ringraziato e l’attività è finita. Era ora di tornare: ci siamo preparati, abbiamo salutato e
siamo andati a prendere il pullman. Il viaggio è stato come quello d’andata: ci siamo divertiti, arrivati
a Piazza S. Stefano ognuno è andato con i propri genitori; la giornata era finita, eravamo tutti un po’
stanchi ma alla fine la gita è stata bellissima e divertentissima!
Mercoledì 21 marzo sono andata in
gita a Gropparello, con la scuola. La
mattina mi sono svegliata, sono anda-
ta in bagno, mi sono vestita, mi sono
pettinata e sono salita al piano di
sopra a fare colazione.
Poi sono scesa al piano di sotto e mi
sono lavata i denti, ho preso lo zaino,
mi sono messa giacca e scarpe e sono
uscita di casa per mettermi in macchi-
na. Quando sono arrivata dove c’era il
pullman la maestra mi ha dato il car-
tellino con sopra scritto il mio nome,
quale scuola e quale classe frequento
e in il numero di cellulare di mia
mamma.
Quando eravamo tutti arrivati, ci sia-
mo messi in fila, abbiamo messo gli
zaini nel bagagliaio dell’autobus e
siamo saliti.
Quando sono arrivata (dopo tre ore di
autobus perché il navigatore si era
rotto) sono andata all’accampamento
a lasciare lo zaino, poi in bagno e
quindi a fare assalto al castello.
C’era Sigfrido un cavaliere che distri-
buiva le casacche, io indossavo la
casacca verde ed ero nella squadra
dei difensori, quelli nella squadra
rossa erano gli attaccanti. C’erano tre
prove.
La prima consisteva nel portare
quattro sacchi di cibo nella propria
riserva, all’inizio c’erano tre sacchi in
ogni riserva di cibo, quando Sigfrido
diceva: “Via” i bambini che stavano
per primi in fila iniziavano a correre
per rubare un sacco della riserva della
squadra avversaria. Alla fine ha vinto
la squadra rossa.
La seconda prova consisteva nel tirare
i cerchietti nel bastoncino, i più piccoli
valevano un punto, il più grande
(quello più in alto) valeva cinque pun-
ti. Io non l’ho fatto centro neanche
una volta, ma il mio gruppo è riuscito
a tirare un cerchietto nel bersaglio più
alto. In questa prova ha vinto la mia
squadra, i Verdi.
La terza prova consisteva nel colpire
in pancia (senza far male) con una
mazza di plastica, io lottavo contro
Marta e ho vinto. In questa prova ha
vinto la squadra
verde (la mia squadra). Alla fine le tre
prove le ha vinte la squadra verde.
Finito l’assalto al castello abbiamo
incontrato una donna che ha detto di
chiamarsi “Madonna Costanza”.
Con lei abbiamo fatto il giro del ca-
stello e della torre. La stanza che mi è
piaciuta di più del castello è stata la
sala degli strumenti, c’erano un pia-
noforte e un’arpa.
Finita la visita siamo andati a mangia-
re, io avevo:
un panino prosciutto e formaggio
un panino mortadella e formaggio
un panino alla mortadella
una barretta Kellog’s
un ghiacciolo all’arancio
una bottiglietta di tè freddo.
Siamo andati a prendere un ricordo
della gita e io ho preso un magnetino
con l’immagine del castello in estate,
invece mia sorella lo ha preso con
l’immagine del castello in inverno.
Dopo siamo andati a fare la giornata
“fantasy”.
Io indossavo la casacca rossa, una
cintura lunga e avevo (nella cintura)
una mazza di plastica.
Sono andata nel luogo dove facevo
assalto al castello e ho trovato il mio
capo clan “Mac Finn” mano a mano
sono arrivati tutti i componenti del
clan e ci siamo diretti alla tavola ro-
tonda dove abbiamo incontrato il
nostro avversario “Mac Fire”. Mac
Finn e Mac Fire si sono messi a litiga-
re fino a quando arrivò il grande drui-
do che disse che i mostri dell’oscurità
avevano rubato lo sacro libro delle
rune, allora i Mac Finn dissero:
“Recupereremo noi lo sacro libro
delle rune!” e
così dicendo
andammo ad
allenarci.
Dopo un po’
ci avviammo
verso la Mon-
te Piscione
dove trovam-
mo i Mac Fire
che si infuriarono e si misero a com-
battere contro di noi fino a quando
arrivò il grande druido che disse di
fare pace. Allora ci siamo uniti. Pom-
pelmo andò a vedere se c’era qualcu-
no e vide due bestie feroci che si diri-
gevano verso di noi, allora io mi sono
nascosta dietro alle maestre fino a
quando non furono sconfitti, vera-
mente uno è scappato via. Quando
furono sconfitti noi abbiamo recupe-
rato il libro e siamo tornati alla tavola
rotonda dove incontrammo il grande
druido che prese il libro e andò.
Tutti siamo andati a bere, a prendere
gli zaini e siamo risaliti sull’autobus.
Quando sono arrivata a casa ho fatto
la doccia e ho mangiato.
È stata una giornata super bella!!!!!
Il 21 marzo siamo andati al castello di
Gropparello a Piacenza con il bus e la
scuola, la classe quinta e la terza.
Quando siamo arrivati abbiamo mes-
so gli zaini dove c’era lo scudo a scac-
chiera, poi abbiamo fatto l’assalto al
castello. La prima prova consisteva
nel portare i sacchi nel proprio posto,
perché c’erano due squadre: la difesa
era di color verde e l’attacco era rosso
e hanno vinto i rossi. La seconda pro-
va consisteva nel lanciare i cerchi e
l’hanno vinta i verdi. La terza prova
consisteva nel combattere. Poi abbia-
mo visitato il castello con la madama
Costanza.
Quindi abbiamo pranzato, ci hanno
dato il gelato e ho preso il mottarello.
Al Pomeriggio abbiamo fatto la gior-
nata Fantasy e abbiamo fatto finta di
essere due popoli: i Mac Fire e i Mac
Finn, io ero nei Mac Finn insieme al
capitano.
Poi i capitani stavano litigando ed è
arrivato il druido e gli ha detto di non
litigare, allora ci siamo separati e
abbiamo fatto gli schieramenti per
allenarci. Dopo abbiamo camminato e
li abbiamo visti in un prato, allora
abbiamo combattuto molte volte ed è
arrivato il druido e ci ha detto di riu-
nirci. Tutti ci siamo dipinti con gli
escrementi d’oca rossi, per recupera-
re il sacro libro.
Pompelmo è andato a vedere e è
ritornato scappando perché arrivava-
no gli scimmioni e allora abbiamo
combattuto per recuperare il libro. La
battaglia l’abbiamo vinta ma gli scim-
mioni avevano più potenza se gli da-
vamo dei colpi forti, perciò bisognava
darli piano.
Infine siamo andati alla tavola roton-
da e qualche bambino ha raccontato
la parte che gli è piaciuta di più.
Poi è arrivato il druido, gli abbiamo
dato il libro e lui ci ha fatto vedere
una pagina.
Dopo abbiamo preso il pullman e
siamo tornati a Piazza e lì siamo scesi
e abbiamo visto le mamme che erano
venute a prenderci.
Eravamo un po' stanchi, ma contenti
per la bella giornata.
Avventura al Castello di Gropparello
Classe terza
Alle scuole medie Erano le 10:30 siamo usciti da scuola, per dirigerci alle scuole medie .
Appena siamo arrivati eravamo molto preoccupati e entusiasti.
Siamo entrati nell’ aula magna dove ci dovevamo esibire ,la maestra ci ha fatto sedere e ci ha fatto
aspettare pochi minuti , dopo di che sono arrivati quelli delle medie .
Abbiamo iniziato con maremma, finita “Maremma” abbiamo iniziato a fare “Vitti’na crozza”
Dopo di noi i ragazzi delle medie hanno letto delle storielle sulla musica dopo hanno cantato una
canzone della Sardegna con l’accompagnamento del piano .
Alla fine,come finale abbiamo fatto “O Bella Ciao” dopo di che li abbiamo salutati e ce ne siamo
andati .
Tornati a scuola erano già le 12:30
Una mattina musicale alle medie Stamane verso le 10.40 siamo andati alle medie di Cernobbio.
Ci siamo incamminati dalla nostra scuola e quindici minuti
dopo siamo arrivati. Dopo essere entrati siamo andati in aula magna; ci siamo seduti e la maestra
ci ha dato gli strumenti e subito dopo sono arrivati i ragazzi delle medie. La prof. Gioffrè ci ha
spiegato il motivo di questo incontro. Dopo le spiegazioni era giunto il nostro momento: doveva-
mo cantare “Maremma”, un canto toscano e subito dopo “Vitti’na crozza”, canto siciliano.
In seguito ci hanno raccontato sette storie legate alla musica e ci hanno cantato un pezzo sardo.
Per concludere la maestra ci ha fatto cantare “O bella ciao” e ci hanno applaudito. ( Noi ci siamo
lamentati perché pensavamo di fare brutta figura cantando “Vitti’na crozza”) ma invece è andata
molto bene. Siamo ripartiti verso mezzo giorno, arrivati a scuola eravamo molto stanchi e un po’
accaldati ma soddisfatti!
Alla ricerca del tempo perduto Noi lunedì 21 Maggio siamo andati al teatro di via Dottesio per vedere uno spettacolo chiamato “Alla ricerca del
tempo perduto,, dove c’erano due personaggi: Gregory e uno scienziato chiamato Cronicus.
Gregory un giorno camminava in un bosco molto bello per fare le foto alla farfalla dei sette colori e infatti l’aveva
vista però sembrava che fosse ubriaca.
Poi aveva visto un albero con un alveare delle api, si era arrampicato sull’albero però non ne aveva visto nemmeno
una.
Gregory si era spaventato ed era andato dallo scienziato.
Dopo Cronicus aveva detto: “Quando il sole scotta la madre terra è cotta!!” e alle persone resterebbero solo quattro
anni di sopravvivenza.
Lo scienziato aveva fatto vedere a Gregory una macchina del tempo: “Aquilante” e così il bambino era andato molto
indietro nel tempo.
Prima era andato nell’epoca preistorica e aveva lasciato un oggetto che misurava la temperatura della terra, se le luci
verdi erano accese era tutto a posto ma invece se erano rosse la terra aveva tanta febbre. Nella preistoria le luci erano
verdi.
Dopo era andato nel 1800 e Gregory aveva incontrato un bambino che puliva il cammino che continuava a dire:
“Spazza, spazza, spazza!’’. Le luci erano verdi e rosse e la temperatura della terra era salita di 3 gradi.
Poi Cronicus aveva mandato Gregory nell’anno 3012 ma era tutto deserto e aveva visto delle macchine volanti che
combattevano per la poca acqua che era rimasta sulla terra.
Dopo era andato nell’anno 4512 ed era tutto trasformato in oceano e Gregory aveva visto una nave che volava grazie
all’energia solare e dalla quale era stato mandato un messaggio in una bottiglia che diceva che i sopravvissuti sulla
terra si erano dovuti rifugiare nelle navi volanti.
Così Gregory era tornato nel 2012 e aveva capito che l’inquinamento della terra crescerà se le persone continueranno
a inquinarla.
Alla fine Gregory era tornato a casa e aveva detto che aveva visto una nave che volava con la luce del sole.
Questo spettacolo ci ha fatto capire che noi non dobbiamo inquinare la terra, perché noi siamo il futuro del pianeta e
se vogliamo vivere sulla terra dobbiamo rispettare le leggi della natura.
Per me lo spettacolo è stato molto bello e spero che tutti i bambini non inquineranno la terra come hanno cominciato a
fare già dal 1800.
Un alunno di classe V
Spettacolo sull’inquinamento
Lunedi 21 maggio siamo andati a Como in via Dottesio a vedere uno spettacolo sull’ inquinamento del pianeta. Questa storia
parlava di un bambino che conosceva una foresta di tutti i colori e voleva vedere e fotografare una farfalla di sette colori. Egli se
la immaginava bella colorata e veloce invece era sbiadita e sembrava ubriaca, allora il bambino andò subito dal dottor Cronicus .
Gregory, (così si chiamava il ragazzino) gli spiegò tutto e lui disse che si avvererà una vecchia profezia dei Maya , allora appena
ci pensò e gli venne in mente la macchina del tempo: l’Aquilante. Cronicus Sali e disse al bambino: “Dobbiamo andare indietro
nel tempo per capire da che cosa dipende la febbre della terra!”. Così diede in mano al bambino uno zaino e andarono indietro nel
tempo, arrivarono nell’ era dei dinosauri e trovarono la farfalla tutta colorata e il dottore gli disse di prendere una scatola nello
zaino e di misurare la febbre della terra. La febbre era bassa. Poi andarono ancora avanti negli anni e la temperatura era sempre
più alta. Finchè si trovarono in un paese dove incontrarono uno spazzacamino e Gregory misurò la febbre che era altissima al-
lora il dottore disse: << Nel 1800 hanno inventato le industrie, il fumo, l’ inquinamento, allora, ho capito è l’inquinamento la
causa di tutto !>>. Allora il bambino disse: <<Riportami a casa adesso!>> ma Cronicus lo riportò nel 3012 e vide che il mon-
do era ricoperto di sabbia, misurò ancora la febbre che era altissima! Allora il dottore lo portò nel 5012 e il pianeta era sommerso
dalle acque dell’oceano. Gregory però era stanco e riposò e anche il dottore si mise a dormire, però quando si svegliò Gregory vide
una nave che volava grazie alla luce solare. Dalla nave gli arrivò una lettera, egli la lesse e diceva che c’erano tante persone a bor-
do, infatti si era avverata un’antica profezia. A questo punto il dottore lo riportò a casa. Un’alunna di V
.
Questo spettacolo ci ha fatto capire che non dobbiamo inquinare il pianeta!!!
Alla ricerca del tempo perduto
Lunedì siamo andati a teatro a Como a vedere uno spettacolo del C.R.E.A.
Siamo andati alla fermata del bus a Cernobbio e siamo partiti verso Como.
Arrivati al teatro è iniziato lo spettacolo. Esso parlava di un bambino che, grazie a uno scienziato, viaggiava nel tempo per vedere
come erano il passato e il futuro per capire come si poteva salvare il pianeta dall’inquinamento. Era necessario capire quando la terra
ha iniziato a stare male. Gregorì era andato nella foresta e aveva visto che le api non c’erano più e quindi lo scienziato gli spiegò che
rimanevano quattro anni prima che la terra finisse il suo ciclo vitale.
Il protagonista era un bambino di nome Gregorì e lo scienziato si chiamava Cronichus e la macchina del tempo Aquilante.
Il protagonista era un bambino perchè il senso della storia era che il futuro è nelle mani dei bambini, gli adulti del futuro. Alla fine
viaggiando nel passato e nel futuro Gregorì riuscì a salvare la terra.
Perche mancano quattro anni alla fine della terra quando vanno via le api? Perché senza api non si impollinano i fiori, senza fiori non crescono più né frutti nè alberi e sen-
za alberi non si può respirare, quindi davvero si possono avere al massimo quattro anni di vita.
Questa teoria è di Albert Einstein. Due alunni di V
Alla ricerca del tempo perduto Alla ricerca del tempo perduto è il titolo dello spettacolo che siamo andati a vedere lunedì 21 Maggio al teatrino di Como grazie al
C.R.E.A . Lo spettacolo era basato sulla frase di Einstein: “quando le api spariranno ci saranno solo quattro anni di tempo”. Infatti
Como C.R.E.A. è un associazione che si occupa di ecologia ambientale. Lo spettacolo comincia con un ragazzo di nome Gregory
che va nel bosco per cercare la farfalla dai sette colori, ma la trova sbiadita e rincitrullita. Allora, dato che aveva fame si arrampicò
sull’albero delle api per prendere il miele, ma non lo trovò, allora andò dallo scienziato Cronicus e gli spiegò cosa aveva visto. Il
dottor Cronicus gli disse che anni prima in una piramide dei maya aveva trovato una pergamena che parlava della febbre della terra
e così con la sua nuova macchina Aquilante lo spedì indietro nel tempo per vedere quando la febbre era incominciata .
Cominciò con la preistoria: Gregory si ritrovò in un bosco pieno di alberi altissimi, tirò fuori dal suo zaino il cronotermometro e
misurò la febbre, ma nella preistoria non era ancora incominciata. Avvistò un albero pieno di miele e si arrampicò per mangiarlo
ma fu inseguito da due orsi, così prima di essere inghiottito si buttò nel vortice del tempo e il dottor Cronicus lo spedì nel 1800.
Qui Gregory incontrò un nuovo personaggio: lo spazzacamino Tom. Nella preistoria Gregory aveva sotterrato il cronotermometro
ai piedi dell’albero, ora lo ritrovò, però ai piedi di una ciminiera. Misurò ancora la temperatura della Terra, ed è qui, nel 1800 che
la febbre è cominciata. Gregory avvertì subito il dottor Cronicus. Il dottor Cronicus per sbaglio lo mandò nel 3012 e lì c’è solo
deserto e si fa la lotta per un’oasi, per cui non si può più misurare la temperatura.
Cronicus sbaglia ancora pedale e lo manda nel 4512, dove i continenti sono sommersi a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Lo
spettacolo termina con un gioco che ci fa capire di non sprecare le risorse e di scegliere prodotti a “km zero”.
Due alunne di V
Il teatro di Gregory e lo scienziato pazzo Lunedì 21 noi di quinta siamo andati in gita a Como perché il Como crea ha organizzato uno spettacolo sull’ambiente in
via Dottesio pensavamo che la nostra ultima gita era a Gropparello, ma una classe ha disdetto la loro presenza e ci hanno
chiesto se volevamo andare e noi abbiamo accettato volentieri. Siamo andati a scuola abbiamo dato l’autorizzazione alla
maestra poi i alcuni dei nostri genitori ci hanno accompagnato alla fermata del bus a Cernobbio. Quando siamo scesi dal
bus pioveva abbastanza forte ma noi ci siamo lo stesso incamminati a piedi verso il teatro ci siamo abbastanza bagnati
specialmente Giovanni. Arrivati abbiamo deposto gli ombrelli e ci siamo seduti. Abbiamo parlato sul tempo cronologico e
meteorologico, e hanno chiamato due ragazze di prima media ad interpretarlo. Lo spettacolo parlava di un bambino che
andava nella foresta dai tre colori (bianco-rosso-verde) per vedere la farfalla dai sette colori,
cercò e cercò finchè non la vide ma si accorse che i colori erano sbiaditi e c’era un caldo insolito e aveva un po’ di fame e
andò a cercare un alveare cercò quando vide un alveare su un albero si arrampicò in cima ma le api non c’erano più. An-
dò dal dottor cronicus per cercare delle spiegazioni e lo scienziato gli rispose che c’è una vecchia leggenda sulla terra il
quale diceva che quando le api scompariranno abbiamo solo quattro anni di tempo per ridurre l’inquinamento. Il dottor
fece vedere a Gregory Aquilante una meravigliosa macchina del tempo per vedere quando la terra ha iniziato ad avere la
febbre. Lo spedì nella preistoria il dottor Cronicus gli disse che dentro lo zaino c’era un termometro per misurare la tem-
peratura, era sul venticinque, niente di strano, gli disse di seppellire il termometro e cosi fece. Poi lo spedì nel 1800 Croni-
cus gli disse di trovare il termometro guardò ma dove lo aveva seppellito sorgeva una ciminiera cercò ma trovò un bambi-
no tutto nero che cantava : “Io spazzo i camini io spazzo e spazzo”, Gregory gli chiese se aveva visto un termometro e li
rispose di si glielo do e misurò la temperatura era sul 28 era salita. Nel 3012 era un deserto unico e il sole abbagliava gli
occhi cercò il termometro e lo trovò misurò la temperatura ed era salita sul 34 ma in quel momento Gregory pensava che
era più importante bere. Vide due macchine volanti che si facevano la guerra. Un capitano gli lanciò una bomba Gregory
di tutta fretta chiamò il dottor e gli disse di riportarlo a casa Cronicus accese Aquilante pedalò per portarlo via ma lo
portò nel 4112. la terra era ricoperta da acqua vide una nave in cielo che gli lanciò una bottiglia in testa che c’era scritto
che uno scienziato sapeva catturare l’energia del sole per far volare la nave, dopo lo riportò a casa.
Due alunni di V
I MAIALINI
I maialini piccoli sono bellissimi .
Vivono in tante stalle piccoline .
Alcuni maialini sono a macchie invece altri sono solo rosa chiaro .
Le mamme scrofe mangiano di tutto, i piccoli bevevano il latte .
All’orecchio hanno dei cartellini dove c è scritto il giorno di nascita e un
numero.
I MAIALINI
I maialini sono grandi circa come gatti.
Sono rosa chiaro, sono ciccioni e vivono in una stalla, con la scrofa che li allat-
ta .
Ci sono tanti reparti, in ogni reparto vive una scrofa con i suoi piccoli.
I MAIALI
Si toccano il nasino, sembra che si bacino.
Sono ciccioni e la mamma pesa tanti tanti chili.
I MAIALINI.
In fattoria ho visto i maialini.
Vivevano in una stalla con le loro mamme, c’erano
dei maialini arancioni con le macchie nere.
I maialini mangiavano un po’ di tutto, per esempio le
mele, le carote, o il mais; i maialini avevano dei cartellini attaccati alle orec-
chiette.
I piccoli sono alti circa fino al mio ginocchio e sono così carini che ne vorrei
averne uno anch’io.
Le orecchie erano corte e il nasino schiacciato con due buchini.
I TORELLI
I torelli della fattoria sono più alti di noi .
Il loro pelo è corto, colorato e hanno le corna.
Sono in recinti separati, vicini a depositi di mais e fieno.
Mangiano fieno e erba; sono molto calmi.
Il signor Carlo ci ha detto che la maggior parte dei maschi viene vendu-
ta.
E’ stata una gita molto bella e anche una bella esperienza.
I MAIALINI
I maialini sono in una stalla, con tanti scomparti.
Sono alti circa come dei gatti, la scrofa è alta circa fino ad un mio fianco.
Hanno le orecchie corte, hanno attaccato all’ orecchio un cartellino, hanno il
pelo corto. Mangiano tutto, bevono il latte dalla scrofa, hanno gli occhi blu, al-
cuni sono a macchie nere e rosa, altre solo rosa.
I TORELLI
I torelli sono marroni e bianchi e mangiano fieno.
Hanno due piccole corna e un cartellino sulle orecchie.
Tra le due corna, hanno un po’ di riccioli.
I TORELLI
I torelli sono in cinque recinti, mangiano fieno ed erba, hanno le corna, ma pic-
cole, hanno le macchie marroni,nere e bianche.
Hanno zoccoli grandi come un topo.
Vicino a loro c’era una macchina che portava il fieno.
Il VITELLINO APPENA NATO
Proprio in quel momento, quando la gita era appena iniziata, abbiamo visto una
carriola con dentro un vitellino appena nato.
Era pesante,le orecchie erano un po’ rotonde e una zampina era un po’gialla.
Siamo corsi incontro e abbiamo visto che era un po’ agitato.
Due allevatori l’hanno preso in braccio e l’hanno messo in una piccola stalla,
però non stava in piedi.
Il signor Carlo gli ha dato un po’ di latte.
Per allattarlo ha usato un secchio con una grossa tettarella.
LE MUCCHE PEZZATE.
Queste mucche hanno le macchie nere o marroni.
Nella fattoria sono di diverse età.
Da 0-6 mesi si chiamano vitelle, manze fino al primo vitello e poi vacche .
LE MUCCHE MARRONI
La mucca marrone ha gli occhi azzurri e produce meno latte, ma lo
produce più buono e si miscela con quello delle altre.
Ha il pelo marrone ha quattro zampe,ha le orecchie e le mammelle.
VISITA ALLA FATTORIA: I TORELLI .
I torelli erano: alcuni marroni e alcuni bianchi.
Quelli bianchi erano agitati,mangiavano tutti fieno.
Avevano lunghe corna marroni.
Vivono in una piccola stalla marrone, erano grandi circa come un armadio, e
molto pesanti.
Anno sull’ orecchio un cartello con la data di nascita, e un numero.
LE ASINELLE
Le tre asinelle della fattoria si chiamano Pina, Gina,Rina.
Sono alte un po’ più di noi .
Il loro pelo è abbastanza lungo, grigio, con sfumature chiare.
Le orecchie sono lunghe, gli occhi sono scuri, un po’ chiusi .
Vivono in un recinto e mangiano erba fieno .
Sono venute vicino a noi e si sono lasciate accarezzare .
I VITELLINI
I vitellini erano in grandi casse e c’ era anche un vitellino che aveva mal di
pancia e uno che continuava a scalciare.
Erano di colore marroncino scuro, gli occhi blu e il nasino rosa chiaro e aveva-
no gli zoccoli piccolini.
Abbiamo visto che Carlo dava loro il latte con il secchio con la tettarella.
Alla ricerca del tempo perduto Il giorno 21 maggio ’12 siamo andati ad un teatro a Como dell’ associazione C.R.E.A. Sia-
mo andati in bus e poi abbiamo fatto un pezzo a piedi. All’inizio un attore ha suonato il flau-
to ma con il nostro aiuto perché, non sapeva come si faceva!!
Lo spettacolo parlava di un bambino di nome Gregory e di uno scienziato di nome Cronicus
con la sua macchina del tempo Aquilante. Questa storia parlava di un bambino che era anda-
to nel bosco e trovò la farfalla dei sette colori sbiadita che volava rincitrullita. Dopo decise di
andare nella casa dello scienziato Cronicus, Gregory disse che aveva un problema con la far-
falla.
Lo scienziato disse che la terra aveva la febbre, allora decise di mandare il bambino a misu-
rare la terra nelle epoche diverse. Salirono su Aquilante e Cronicus mandò Gregory a misu-
rare la terra nel passato e nel futuro. Nelle ere diverse al bambino succedevano diverse espe-
rienze e anche la temperatura della terra aumentava. Dopo tutto il suo tragitto tornò a casa
con la macchina speciale ma il bello era che si trovavano sempre nella casa del professor
CRONICUS. Dopo finì lo spettacolo e ci hanno spiegato molte cose sull’ambiente e sull’
ecologia ambientale. Siamo tornati con il bus che era molto affollato.
Il teatro di Gregory e lo scienziato pazzo
Lunedì 21 noi di quinta siamo andati in gita a Como perché il CREA di Como ha organizzato uno
spettacolo sull’ambiente in via Dottesio. Pensavamo che la nostra ultima gita era a Gropparello,
ma una classe ha disdetto la sua presenza e ci hanno chiesto se volevamo andare e noi abbiamo
accettato volentieri. Siamo andati a scuola, abbiamo dato l’autorizzazione alla maestra poi i alcu-
ni dei nostri genitori ci hanno accompagnato alla fermata del bus a Cernobbio. Quando siamo
scesi dal bus pioveva abbastanza forte ma noi ci siamo lo stesso incamminati a piedi verso il tea-
tro ci siamo abbastanza bagnati specialmente Giovanni. Arrivati abbiamo deposto gli ombrelli e
ci siamo seduti e abbiamo assistito allo spettacolo che parlava di ambiente e di sostenibilità del
nostro pianeta. Così abbiamo capito in modo simpatico che è molto importante che ciascuno di
noi faccia ogni giorno piccole azioni concrete per salvare il PIANETA TERRA!! Cl. V
La Frase di Einstein Nello spettacolo di lunedì l’attore recitò la famosa frase di Eistein:
“Se le api spariranno dalla terra, ci resteranno solo quattro anni di vita”.
Questa frase mi ha colpito molto perchè se succedesse davvero per noi sarebbe finita.
Quindi noi per evitare questo dobbiamo aiutare la natura senza inquinare e rispettare la sta-
gionalità dei cibi. QUESTO E’ MOLTO IMPORTANTE PER IL NOSTRO FUTURO!!
Se noi non aiutiamo la terra, l’acqua potabile evaporerà, i ghiacciai si scioglieranno e ci
inonderanno. Quindi noi possiamo aiutare la natura: E’ MOLTO IMPORTANTE PER IL
NOSTRO FUTURO!! Cl. V
Se le api spariranno avremo solo quattro anni
di tempo” (Einstein)
E’ vera questa frase perchè se le api spariranno non ci sarà più l’impollinazione e senza impollinazione non ci
saranno né fiori né frutti e se non ci saranno loro, non c’è più la natura e senza natura non ci sono più gli ani-
mali e senza animali non possiamo mangiare. Perché con questo inquinamento stiamo rovinando la natura quin-
di aiutateci a costruire di meno, a usare meno macchine, a organizzarvi perché stiamo rovinando veramente il
pianeta , con le sigarette per terra , le macchine , le industrie che buttano gas nel cielo e che fanno stare male
tutti. Poi respiriamo aria malata: tutta aria cattiva , in certi paesi vanno in giro con le mascherine che usano i
dottori. Ma ci rendiamo conto che stiamo buttando via il pianeta? Si sicuramente perche non sappiamo rispetta-
re i boschi , i parchi ecc. Einstein ci vuole far capire che prima non esistevano cosi tante macchine cosi tante
case: lui ci vuole dire che tanto tempo fa non esistevano neanche le automobili e che andavano in giro a piedi .
Dobbiamo essere noi a salvare il pianeta , ma io dico: perche non danno la multa a quelli che inquinano ? Do-
vrebbero dargliela , ma solo in certi paesi c’è cosi tanto inquinamento perché in certi paesi se buttano via qual-
cosa per terra o se fanno qualcosa che inquina la natura la multa gliela danno quindi perché qua no?
Aiutateci a spargere in giro la voce che non dobbiamo inquinare la terra. Non si vince niente, solo una cosa:
diventeremo delle persone che non sporcano la natura e che non la inquiniamo perché dobbiamo crescere e
diventare responsabili. Solo noi possiamo aiutare il pianeta che ormai è gia inquinato , mi
raccomando aiutate il pianeta , vivremo meglio !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!. Cl. V
Alla ricerca del tempo perduto 3 Lunedì 21 maggio siamo andati a Como e purtroppo ha piovuto tutto il giorno e quindi siamo stati
tutto il tempo sotto gli ombrelli….. che brutto, non ero felice!!! Per fortuna dopo è arrivato il bus
pieno di gente e quindi, attaccati ai sostegni del bus, siamo partiti. Arrivati a Como ci siamo re-
cati verso il teatro e dopo alcune mimi delle ragazze delle medie, lo spettacolo è iniziato. Era
carina questa rappresentazione, ma ne ho viste di meglio….. Parlava di un bambino curioso e sim-
patico che dopo aver visto la foresta dei tre colori senza api e senza neanche un colore acceso
sulla farfalla dei sette colori si spaventò e corse subito da un altro strano personaggio. Lo
scienziato che Gregory incontra era buffo e anziano, con capelli ricci che nascondevano una nuca
pelata: il suo nome era Cronicus. In quel momento dopo tante battute lo scienziato ricordò il
fatto più importante: ”Senza api, quando il sole scotta la terra è cotta!”
In quel momento anche lui fu preso dal panico e fece vedere le sue scoperte e tolse il telo dalla
macchina del tempo: Aquilante, costruita con materiali riciclati…….
Proprio con quella strana macchina iniziò il viaggio che alla fine finì bene!
Il significato del viaggio nel tempo era chiaro: la terra l’abbiamo inquinata noi: QUINDI ADES-
SO SALVIAMOLA!!!
Il teatro di Gregory e lo scienziato pazzo
Lunedì 21/5/12 noi di quinta abbiamo partecipato ad uno spettacolo organizzato dal CREA.
Questa è stata la nostra ultima esperienza di teatro con la scuola di Campo Solare. Lo spettacolo
era buffo soprattutto perché c’era questo strano scienziato che parlava con l’accento francese.
La storia ci raccontava di un bambino di nome Gregory, il quale abitava nella strana foresta dei tre colori. Gre-
gory ha capito che la terra aveva qualche problema, questo lo ha potuto dedurre da una
farfalla scolorita e dal fatto che le api erano scomparse. Allora Gregory andò da Cronicus cioè lo scienziato.
Egli, per cercare una soluzione, ha costruito una macchina del tempo. Vi domanderete a cosa può servire una
macchina del tempo per risolvere il problema della febbre della Terra. La macchina serve per trasportare il
bambino e vedere come è la temperatura della Terra nei secoli precedenti e successivi, per fare ciò Cronicus gli
ha affidato una specie di termometro per misurare il calore della Terra. Dopo una serie di avventure nella prei-
storia, nel 4512 nel 3012 e prima ancora nell’ottocento.
Lo spettacolo finì e i due attori risposero ad alcune nostre domande. Tornammo a scuola fradici e la maggior
parte di noi si cambiò. Questa è stata un esperienza molto bella e sarà ricordata come l’ultima gita di Campo
Solare.
LO SPETTACOLO A COMO
Il 21 maggio siamo andati in gita a Como per vedere uno spettacolo del C.R.E.A.. Lo spettacolo è stato orga-
nizzato per far capire cosa potrebbe succedere al nostro Pianeta se continuiamo a inquinarlo. All’inizio hanno
preso due bambine per fare delle dimostrazioni, solo che quelle bambine non erano troppo brave a mio parere!
Dopo è iniziato lo spettacolo. C’era un bambino di nome Gregory e uno scienziato di nome Cronicus. Lo spet-
tacolo è iniziato con Gregory dentro al bosco dei tre colori. Gregory era andato a vedere se c’era la farfalla dai
sette colori e per fotografarla. Quando poi ha trovato la farfalla l’ha trovata sbiadita e si è preoccupato. Allora è
andato a dirlo al Dottor Cronicus dicendogli anche che nel bosco c’era più caldo del solito. Il Dottor Cronicus
era molto eccitato/preoccupato perché era da molto tempo che aspettava quel momento! Praticamente era da
tanto tempo che aspettava che il bosco si riscaldasse, che la farfalla dai sette colori si sbiadisse perché voleva
dire che avevamo quattro anni di tempo per organizzarci perché le api erano scomparse. La frase sulle api era di
un famoso scienziato: Einstein. Einstein aveva calcolato che se scomparivano le api avevamo quattro anni di
vita. Allora il Dottor Cronicus fa vedere a Gregory la sua nuova invenzione: la macchina Aquilante! Il Dottor
Cronicus dice a Gregory che deve essere contento perché è il primo a usarla!! Ma Gregory non è troppo conten-
to!! Iniziano a fare viaggi nel tempo nel passato. Cronicus è alla guida della macchina mentre Gregory viaggia
nel tempo. All’inizio si trovano in un era lontana e Gregory rischia di essere bruciato da un uomo delle caverne
e di essere sbranato da un orso. Allora Cronicus lo trasporta nel 1800 e si vede un bambino spazzacamino che
canta una canzoncina. Poi Gregory viene trasportato nel futuro e nel primo viaggio fa veramente tanto caldo e
non c’è neanche un filo d’acqua. Sopra Gregory c’è anche una lotta tra due macchine volanti e quando Gregory
trova dell’acqua e ne beve un po’ una delle macchine si arrabbia e gli sta per andare addosso ma il Dottor Cro-
nicus lo trasporta avanti di 1500 anni. In quell’anno il Mondo è completamente ricoperto di acqua. Dopo Gre-
gory torna a casa e il Dottor Cronicus gli spiega che cosa è successo. In pratica la terra ha iniziato ad avere dei
problemi nel 1800 per via dei treni a vapore e delle prime macchine. Mi è piaciuto questo spettacolo. Alla fine
abbiamo fatto un ‘’gioco’’ per imparare a non inquinare ancora di più il nostro pianeta.
QUALCUNO NON PENSA CHE….
Molti non usano il cervello ma lo potrebbero usare per capire che non bisogna buttare mozziconi, bottiglie di
vetro e plastica, cartacce e carte di merendine per terra come in autostrada, è pieno: non c’è un autostrada senza
rifiuti, il cervello si usa anche per capire e sapere che il petrolio non è veramente l’oro nero quindi è inutile fare
guerre! Il petrolio è la sostanza più nociva e diffusa in tutto il globo non si riesce più a smaltire, tipo la plastica:
ci sono intere isole artificiali galleggianti di plastica o solamente i sacchetti di plastica i gabbiani se li mangia-
no e soffocano, il petrolio uccide e avvelena la terra. L’inizio del inquinamento è stato nell’800. In quel tempo
era pieno di ciminiere e fumo, fumo e ciminiere, molti bambini sono morti facendo gli spazzacamini e respiran-
do la fuliggine. Lo sfruttamento del lavoro minorile è una cosa insensata: i bambini devono andare a scuola non
devono lavorare nei campi dove si coltiva il tè, come ad esempio in Africa e in altri posti. Ci sono delle persone
che, invece, pensano come chi lavora nell’associazione C.R.E.A.: che significa “centro di riferimento per l’edu-
cazione ambientale”, come anche anche il wwf o la lipu.
Tutti musicisti
Articolo di L. P. e M.
Un giorno P. mi intervistò sul lavoro organizzato da Giulia e mi fece queste
domande:
Secondo te Giulia oltre alla musica cosa ci ha insegnato ?
Ci ha insegnato che la musica può collegare due paesi lontani come Capoverde
e l’Italia.
Secondo te queste lezioni saranno utili in futuro?
Sì, perché ci ha insegnato cose nuove, infatti è una brava insegnante.
Giulia ci ha insegnato ad essere bambini migliori e dei musicisti provetti?
Sì, ci ha aiutato a provare simpatia e passione per le persone straniere perché
già adesso attraverso le foto ci sta facendo conoscere altri bambini.
Le canzoni come Escondido ci hanno fatto capire cose nuove?
Sì, che stare assieme è importante e che giocare a nascondino è un modo diver-
tente per stare assieme e divertirci .
“La filastrocca di tutti i colori” secondo te è una canzone che esprime la real-
tà ?
Sì, perché in questa filastrocca i colori esprimono la realtà in modo simpatico
ma anche molto attento al significato di ciò che osserviamo.
P, L e M.
cl. V