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Quaderni di Fotografia

Date post: 07-Mar-2016
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Luglio 2012
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Sabato 23 e Domenica 24 giugno si è svolta a Riomagno, frazione del Comune di Seravezza, la seconda edizione del Riomagno Foto Festival. Manifestazione organizzata dal Circolo Fotografico L’Altissimo e dal Circolo Fotografico Micromosso, in collaborazione con il Comune di Seravezza e con il patrocinio della Fe-derazione Italiana Associazioni Fotografiche, alla quale hanno partecipato fotografi di ogni livello e genere, accomunati dalla stessa passione che, in un cli-ma di serena convivialità, han-no esposto le proprie immagini, scambiato esperienze e promos-so performance estemporanee, fa-vorendo l’arricchimento culturale di tutti i partecipanti alla kermesse.

Alla seconda edizione del Festival hanno partecipato esponendo le loro opere importanti nomi della fotografia italiana quali Pepi Merisio, Sandro Santioli e Gabrie-le Rigon, innalzando, così, il livello qualitativo del festival stesso che, co-munque, ha mantenuto intatta la sua veste di “festa popolare”.Il paese intero è stato tappezzato da oltre 4000 fotografie, animato nei vicoli da band musicali, ballerini, artisti di ogni genere che, anche nella passata edizione, hanno caratterizzato la festosa due giorni versiliese. La sera, all’apertura degli stand gastronomici, è stato possibile degustare in una Riomagno apparecchiata a festa, i famosi “Tordelli”.La nuova edizione, però, è nata sotto i migliori auspici anche in virtù di una accresciuta e consapevole base di partecipazio-ne della comunità locale che si è r e s a disponibile a mettere in atto tutto quanto possibile affinché l’afflusso e la presenza dei visi-tatori (che sono stati stimati in numero considerevolmente superiore rispetto agli oltre 3000 dello scorso anno) sia avvenuto nel segno della migliore accoglienza e di-sponibilità possibili; il consenso, i numeri e l’ampio eco anche a livello mediatico nazionale, riscontrati nell’edizione appena trascorsa, fanno ra-gionevolmente supporre che la manifestazione sia destinata a diven-tare un appuntamento fisso nel calendario degli eventi cultural-popolari delle estati versiliesi ed è a questo obiettivo che gli organizzatori stanno pensando con sempre maggiore convinzione.Vi aspettiamo al Riomagno Foto Festival 2013 per rinnovare il rito di una festa che resterà piacevolmente, a lungo, negli occhi e nel cuore.

S.B.

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Kevin, John Gubertini

oto in ve t r ina se l ez iona te da l lo s t a f f

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Castelluccio 2012, Elio Ausili

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St, Enzo Penna

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Ombrelloni in movimento, Giovanni Paolini

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Uno, nessuno e centomila, Valeria Tomaselli

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St, Ivana Triossi

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St, Catalina Filip

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St, Margherita Vitagliano

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Gruccione, Andrea Carmassi

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Bond girl -la mora, Antonio D’Errico

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Feel That Breeze !!!!, Christian Gatti

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St, Fabio Itri

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Red Winter, Saro Di Bartolo

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Viva Palermu e Santa Rosalia, Angelo Trapani

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Ancora lei ... furbetta piu’ che mai... Sofia, Ugo Padula

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Terre emerse, Giulia Berardi

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Fo(n)t-ografia, Daniela Cappello

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Il folle ciclista, Donato Bellomo

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La grande preda, Giorgio Di Ambra

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ST, Enzo Penna

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Il lago dei cigni, Stefano Landi

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L’Orsacchiotto, Antonio Perrone

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ST, Antonella Catalano

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Nel magico mondo delle bolle, Fiorella Lamnidis

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...L’ho vista, l’ho messa...dedicata..., Susanna Bertoni

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La merenda, Paolo Ciucci

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ST, Carla Bonomo

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ST, Fabrizia Milia

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Il Faro, Paolo Corradini

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Declaration of love, Paolo Maffioletti

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Figli di un calcio minore, Alfredo Anfossi

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The Supplice, Andrea Pede

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ST, Ambra Menichini

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ST, Fabrizia Milia

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Paesaggio Africano, Paolo Maffioletti

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Петро - Petro, Matteo Turina

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Made in Italy, Beppe Castellani

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ST, Ivana Triossi

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ST, Catalina Filip

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Life is a Circus : the mirror of the soul, Ugo Padula

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ST, Lucia Pulvirenti

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In volo..., Susanna Bertoni

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ST, Annamaria Germani

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In fondo al viale, Giovanni Paolini

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Orcialand Sundown, Saro Di Bartolo

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Lettre d’amour par avion, Giuseppe Maiorana

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or t fo l io : Sh ip Break ing Yard d i A ldo Ferocea cura di Marco Furio Perini, Lucia Pulvirenti e Vania Paganelli P

Ship Breaking Yard è uno degli straordinari reporta-ge sull’India di Aldo Feroce, il quale documenta con forza, intensità, partecipazione emotiva la gravissima situazione dei lavoratori di questo enorme e proibi-tivo cantiere, dove si smantellano navi provenienti un po’ da tutto il mondo, occidente compreso. E’ in que-sta parte di mondo, l’occidente, che si discute e ci si indigna - a ragione - di mancata sicurezza sul lavoro, di diritto al lavoro, di precarietà e di ambienti a rischio. Ma Darukhana e la sua gente sembrano non farne par-te, non godendo degli accordi internazionali sui diritti e sulle varie condizioni di tutela: come se fossero gli “outsider” di un grande business, del quale probabil-mente non conoscono le dimensioni.

Scrive, tra l’altro, l’autore a presentazione di questo portfolio-reportage:

“Darukhana è una zona industriale a nord di Mum-bai, dove esistono cantieri per la demolizione di parti navali, quali acciaio, ferro, rame, legno ed altre com-ponenti.Un numero imprecisato di cantieri offre lavoro a circa 6.000 persone, le quali devono provvedere allo sman-tellamento di circa 20.000 tonnellate provenienti dalle navi cargo entro e non oltre 12 settimane, in condi-zioni di lavoro quotidiano pericolose sia per il metodo quanto per le sostanze altamente tossiche presenti. Questo purtroppo in palese violazione della Conven-zione di Basilea”.

Condizioni lavorative usuranti, nocive ed estremamen-te pericolose dunque quelle descritte da Aldo attrver-so le sue immagini e le note che le accompagnano: rifiuti ad alta tossicità, tra cui amianto e piombo, l’i-nesistenza delle protezioni basilari, una paga da 2 euro giornaliere, con un conseguente impatto ambientale che si propaga ed inquina tutta l’area circostante dove vivono molte persone.

“Ogni mattina, uomini provenienti da zone rurali po-vere dell’ India o del Pakistan, arrivano per lavorare ad una paga giornaliera inferiore ai due euro, in condizio-ni di lavoro disumano non protetto da alcun codice di sicurezza, rischiando la morte. Se da una parte la rottamazione crea ricchezza, dall’altra le condizioni in

cui gli operai lavorano causano incidenti giornalieri quali ustioni, fratture, etc., in quanto i lavoratori sono privi di indu-menti di protezione, esposti al rumore ed alla contaminazione di sostanze tossiche quali amianto, piombo, arsenico, olio, solventi, cromo. Inoltre le zone circostanti sono colpite da inquinamento chimico, in quanto i vari liquidi vengono scaricati nell’acqua utilizzata dagli abitanti per lavare e cucinare.”

L’obiettivo del fotoreporter entra nella scena, la sua presenza ci arriva discreta e rispettosa (com’è tipico del fotografare di

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Aldo), ma al contempo così diretta ed immediata che osservando queste fotografie ci sembra di essere lì, in quell’ambiente desolante dall’aria rarefatta, a guardare dal basso la grandezza di quelle navi da smaltire, ed a ricambiare i sorrisi con quelli - a tratti inconsapevoli, a tratti lucidi - di quei lavoratori.

“ Entrare dentro un “dock” è assai difficile, soprat-tutto se l’intento è documentare quello che avviene all’interno. Ciò nonostante sono riuscito a farlo”.

Il reportage risulta fin da subito costruito in modo tecnicamente ineccepibile. Ci piace molto quella pri-ma immagine introduttiva, che ci presenta il luogo, le baracche dove i personaggi vivono contaminati da montagne d’immondizia, e che da subito sbalordisce il lettore per l’uso dei colori così saturi, intensi, co-lori che altrove avrebbero potuto essere fuori posto, ma che risultano invece adeguatissimi in questo par-ticolare contesto. Il racconto procede di foto in foto in modo estremamente compatto, privo di sbavature o di compiacimenti fotoamatoriali, ma saldato invece in una impostazione fortemente professionale: basti vedere come l’autore sa alternare ritratti ambientati ad inquadrature più ampie, mirate alla presentazione di contesto ed ambiente. O come incornicia ogni im-magine in leggere e non invadenti vignettature sugli angoli e sui bordi, per evidenziare ancor di più, espressivamente, la dram-maticità degli scenari che quella realtà gli presenta. Ed in ciascun fotogramma i materiali, i colori rugginosi, i fumi venefici ed i volti si fondono con l’ambiente cir-costante, spaccato di pura realtà, di vite vissute fatico-samente, di ferro e rifiuti a perdita d’occhio.

“Una colonna sonora assordante di rumore: acciaio in piena espansione, il sibilo della torcia (fiamma ossidri-ca)e martelli metallici non consentono una normale conversazione; un’aria irrespirabile ed una gran puzza di fiamma ossidrica e lubrificanti bruciati, dispersi nei cantieri”.

Ci colpiscono molto quei volti così disponibili a la-sciarsi fotografare, carichi di dignità, a volte di fierezza, nonostante le condizioni quasi disumane nelle quali sono costretti a lavorare.

“Un lavoro sporco. Eppure nei loro volti traspare una felicità inconsueta, forse inconscia. Sorridono come fossero i veri protagonisti di un film nel quale non riusciamo ad afferrare tante sfaccettature che emergono prepotentemente. Eppure in questa discarica di uomini ed acciaio emerge con drammatica evidenza quel senso di dignità, difficile da percepire.Lavoratori protagonisti per un giorno e che sembrano dirci “Ehilà, guardate che noi esistiamo!”.”

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51E ci colpisce altresì quell’immagine finale, con l’im-mensa parete che sembra proprio estrapolata dalla fiancata di una nave e messa lì a chiusura e pro-tezione del luogo da sguardi indiscreti. Lasciando però quella porticina aperta, quasi a voler simbo-leggiare uno spiraglio, una speranza, una possibili-tà.... oppure solo un’illusione ? Girovagando su Internet e Google, abbiamo sco-vato nell’archivio di Steve McCurry un ritratto ambientato nel cantiere navale di Mumbai: stessa atmosfera, stessa qualità tecnica e capacità repor-tagistica che ritroviamo in Aldo, quasi come se i due fotografi si fossero trovati fianco a fianco al momento delle riprese.Una foto importante che ci conferma quanto già pensavamo (non per adulazione, ma per sincera convinzione): ovvero che Aldo Feroce non ha nulla da invidiare ai grandi fotografi della storia, senza escludere quelli della Magnum (di cui, guarda caso, McCurry è membro).

Porgiamo dunque i nostri complimenti più sentiti e sinceri ad Aldo. Pregandolo altresì di non smet-tere mai di tenere allineati gli occhi al sentimento autentico di rispetto ed amore per l’ umanità che sa trasmettere attraverso le sue straordinarie fo-tografie.

Il portfolio di Aldo Feroce su Micromosso.com è raggiungibile a questo indirizzo:

http://www.micromosso.com/forum/viewtopic.php?t=5667

Lucia PulvirentiVania PaganelliMarco Furio Perini

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i n c i tore contes t 7 : “FA ’ C ALDO. . .”V

June afternoon, Valeria Tomaselli

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Ivana “occhio di pesce” Triossi: sbrindellato talento in salsa romagnola!

….se la nostra rubrica mensile e la scelta del relativo autore su cui posare attenzione corrispondesse ad un’e-sclusiva logica di merito…beh! allora, nessuno ce ne voglia,ma Ivana avrebbe avuto il suo spazio ben prima di questo agosto 2012.

Tra i tanti buoni e ottimi fotogra-fi che Micromosso annovera tra le sue fila Ivana spicca con forza dandoci testimonianza, da circa due anni e mezzo al ritmo di una foto al giorno, o quasi, di un talento non comune che la porta a concepire immagini difficilmente banali,molto spesso ricche di spunti originali e significativi, grazie alla sua non co-mune capacità di saper filtrare la realtà oggettiva e quotidiana per rendercela secondo una visione personale e poetica.

Non è da tutti alterare le regole e che supportano correttamente il linguaggio visuale e la leggibilità del messaggio in esso insito riuscendo ad essere propositivi e creativi, senza che ciò appaia operazione presuntuosa e tentativo estemporaneo, perfor-mance isolata frutto di inventiva tout-court piuttosto che risultato ponderato di un processo di ricerca lento e articolato; ci sono una continuità e un’impronta di coerenza nel lavoro di Ivana che emerge in quasi tutte le sue fotografie ritraggano esse le stanze di casa sua con marito, figli e pesci rossi compresi, siano le strade,le piazze o i campi della sua stralunata bassa romagna o i clamorosi, allucinanti carrelli del supermercato con tanto di figlioli dentro.

La Triossi taglia le gambe, affetta qualche testa, violenta il bianco e nero, rende sferici il salotto, la cucina, il bagno, le camere da letto, deforma suo marito, allunga Alessandro e accorcia la Matilde, s’inventa nuovi colori, riempie le sue foto di cose o le svuota quasi del tutto… ma riesce quasi sempre a raccontare qualcosa di in-teressante o a smuovere qualche sentimento evidenziando una rara capacità di saper cogliere l’essenza di ciò che ci propone attraverso l’uso di un linguaggio personale che snocciola,spesso, tramite una metodica, ricor-rente, “apparente confusione” che contiene invece tutto ciò che serve e nulla più a descrivere compiutamente un luogo,una situazione, un’atmosfera.

Ci piace inoltre sottolineare l’intelligenza, l’acutezza e la simpatia che emergono spesso dai commenti che la Triossi lascia sotto le foto degli altri utenti di Micromosso: caratteri che ritroviamo,espressi in adeguata forma sintetica, nel corpo complessivo della sua opera postata; dicono che i romagnoli (e gli emiliani) siano individui passionali, intelligenti, laboriosi e simpatici (a parte Gianni giannetto Mazzesi): Ivana, sicuramente, lo è!.

Tic & Tac

Sot to l a l en te d i T IC & TACa cura di Libero Musetti e Franco Maffei

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Anfossi Alfredo, 33Ausili Elio, 4Bellomo Donato, 20Berardi Giulia, 18Bertoni Susanna, 27, 44Bonomo Carla, 29Cappello Daniela, 19Carmassi Andrea, 11Castellani Beppe, 39Catalano Antonella, 25Ciucci Paolo, 28Corradini Paolo, 31D’Errico Antonio, 12Di Ambra Giorgio, 21Di Bartolo Saro, 15, 47Feroce Aldo, 49Filip Catalina, 9, 42Gatti Christian, 13Germani Annamaria, 45

Hanno contribuito con le proprie foto:

Gubertini John, 3Itri Fabio, 14Lamnidis Fiorella, 26Landi Stefano, 23Maffioletti Paolo, 32, 37Maiorana Giuseppe, 48Menichini Ambra, 35Milia Fabrizia, 30, 36Padula Ugo, 17, 42Paolini Giovanni, 6, 46Pede Andrea, 34Penna Enzo, 5, 22Perrone Antonio, 24Pulvirenti Lucia, 43Trapani Angelo, 16Triossi Ivana, 8, 40, 53Turina Matteo, 38 Valeria Tomaselli, 7, 52Vitagliano Margherita, 10

Grazie anche a

La rubrica Portfolio è curata da Marco Furio Perini, Lucia Pulvirenti e Vania PaganelliImpaginazione Antonio PerroneLa copertina è di Adolfo Aievoli

La rubrica TIC&TAC è curata da Franco Maffei e Libero MusettiTutto il materiale è gentilmente fornito dal portale del

CIRCOLO FOTOGRAFICO MICROMOSSOindirizzo web:

www.micromosso.com

il quaderno è stampato daTEXMAT

via Tor Vergata 93/95 - 00133 Roma [email protected]

sito web: www.texmat.it

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