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1 LA PAROLA DELL’ARCIPRETE LA PAROLA DELL’ARCIPRETE mons. Bruno Stenco C QUARESIMA E FAMIGLIA Cari lettori del bollettino, per quanto mi è pos- sibile, seguo con attenzione il cam- mino educativo e la proposta di forma- zione cristiana che la nostra comunità propone, in par- ticolare, ai nostri bambini e ai ragaz- zi. Si tratta dell’at- tività di catechismo che impegna tante persone con l’obiet- tivo di «iniziare» i nostri piccoli a partecipare alla vita cristiana, a conoscere Gesú, a pregarlo e ad incontrarlo nelle celebrazioni del- la comunità. I bambini e i ragazzi percepiscono la gioia e la bellezza di essere e di diventare amici di Gesú anche e soprattutto quan- do sentono che la loro scoperta dell’Amore di Dio per noi, è con- diviso e incoraggiato dagli adulti, dalla testimonianza di una intera comunità e, in particolare, della loro famiglia e dei loro genitori. IL «CATECHISMO» E LA FA- MIGLIA: COSA SIGNIFICA CON- DIVIDERE OGGI LA RESPONSABI- LITÀ? È a nome dei ge- nitori e della comu- nità che i catechisti, d’accordo con i sa- cerdoti, seguono un cammino di forma- zione e di proposta non certo casuale o solo occasionale: è un cammino fatto di momenti di contatto con la Parola di Dio, fatto di esperienze, fatto di incontri con testimoni della fede, fatto di preghiera personale o an- che collocata all’interno dell’an- no liturgico e della liturgia della Chiesa, fatto di giochi e di canti per favorire l’amicizia tra di loro, il senso del gruppo, la conoscen- za di sé, dei propri sentimenti e di quelli degli altri compagni. In sintesi il catechismo è... - incontro con la Parola di Dio - preghiera e liturgia - azione, testimonianza, cammino di carità e solidarietà Marko Ivan Rupnik, La Risurrezione dai morti (Collegio di San Stanislao, Lubiana).
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LA PAROLA DELL’ARCIPRETELA PAROLA DELL’ARCIPRETE

mons. Bruno Stenco

C

QUARESIMA E FAMIGLIA

Cari lettori del bollettino, per quanto mi è pos-sibile, seguo con attenzione il cam-mino educativo e la proposta di forma-zione cristiana che la nostra comunità propone, in par-ticolare, ai nostri bambini e ai ragaz-zi. Si tratta dell’at-tività di catechismo che impegna tante persone con l’obiet-tivo di «iniziare» i nostri piccoli a partecipare alla vita cristiana, a conoscere Gesú, a pregarlo e ad incontrarlo nelle celebrazioni del-la comunità. I bambini e i ragazzi percepiscono la gioia e la bellezza di essere e di diventare amici di Gesú anche e soprattutto quan-do sentono che la loro scoperta dell’Amore di Dio per noi, è con-diviso e incoraggiato dagli adulti, dalla testimonianza di una intera comunità e, in particolare, della loro famiglia e dei loro genitori.

IL «CATECHISMO» E LA FA-

MIGLIA: COSA SIGNIFICA CON-DIVIDERE OGGI LA RESPONSABI-LITÀ?

È a nome dei ge-nitori e della comu-nità che i catechisti, d’accordo con i sa-cerdoti, seguono un cammino di forma-zione e di proposta

non certo casuale o solo occasionale: è un cammino fatto di

momenti di contatto con la Parola di Dio, fatto di esperienze, fatto di incontri con testimoni della fede, fatto di preghiera personale o an-che collocata all’interno dell’an-no liturgico e della liturgia della Chiesa, fatto di giochi e di canti per favorire l’amicizia tra di loro, il senso del gruppo, la conoscen-za di sé, dei propri sentimenti e di quelli degli altri compagni.

In sintesi il catechismo è...- incontro con la Parola di Dio- preghiera e liturgia- azione, testimonianza, cammino

di carità e solidarietà

Marko Ivan Rupnik, La Risurrezione dai morti (Collegio di San Stanislao, Lubiana).

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- gruppo di amici nel quale si im-para a volersi bene e ad espri-mersi con confidenza e fiducia reciproca.Ma come potrebbero i bambini

e i ragazzi fare un tale cammino di «catechesi» senza l’attenzione, il concorso, l’accompagnamento, e anche la condivisione partecipe dei genitori?

D’altra parte, considerate tante difficoltà oggettive che oggi in-contrano le famiglie e le coppie (anche quelle profondamente cre-denti), è realistico proporsi una tale collaborazione? È una do-manda che mi pongo quando, ad esempio, mi sento dire dai genito-ri: «I nostri figli piú grandi non vo-gliono piú venire a messa con noi, e cosí anche i piú piccoli comincia-no a porsi delle domande e ad ac-compagnarci con riluttanza. Non vediamo come si possa rispettare la libertà degli uni costringendo gli altri». «Finora eravamo stati fede-li alla preghiera serale in famiglia: adesso è impossibile perché alcuni figli la rifiutano».

Come aiutarsi a superare le dif-ficoltà evitando di proporsi obiet-tivi troppo ottimistici e un po’ il-lusori, ma anche senza scoraggia-menti che possono solo tradursi in sterili sensi di colpa?

Per eliminare i danni della pau-ra del complesso di colpa o della facile ricerca di soluzioni imme-diate oppure anche del ridimen-sionamento degli obiettivi occorre

un atteggiamento piú fondamen-tale: vedere le cose dall’alto; riflet-tere sulla situazione reale della fa-miglia nella società e nella Chiesa. Questo ritorno al centro del pro-blema, all’essenziale, ci consen-tirà di relativizzare certe nozioni applicate troppo frettolosamente e faciliterà l’assimilazione e l’at-tuazione delle scoperte in campo psicologico, alla luce di una visio-ne di fede rinnovata. Credo che sarà un lavoro lungo, ma necessa-rio perché si tratta di liberare le coscienze, di rigenerarle e quindi di sbloccare energie creative che ci sono (sia pur latenti in molte coppie) e favorire l’avvio di un cammino meno individualistico e piú popolare e comunitario.

Occorre riflettere sul ruolo della famiglia nella società di oggi

Mi limito a fare tre considerazio-ni che qualificano anche il cam-mino che ogni cristiano (e ogni uomo) è invitato a fare nel tempo «speciale» della Quaresima.

QUARESIMA: LA FAMIGLIA E L’INTERIORITÀ

Alcuni elementi che caratte-rizzano l’ideale di una famiglia sono in rapida ri-definizione. Non c’è piú uno spazio protet-to; l’influenza dei genitori viene sommersa dal flusso discordante delle interferenze esterne; l’au-torità in quanto cerca di indiriz-zare gli impulsi e di aprirli gra-

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dualmente verso l’autonomia dei figli è rifiutata, e spesso disprez-zata come una forma di oppres-sione. Inoltre c’è la complessità della vita: una corsa senza fiato tra lavoro, famiglia, incomben-ze di tutti i tipi. Un affanno di problemi che si inseguono e si sovrappongono. Il rischio non è tanto l’affaticamento fisico-psi-chico. È piuttosto la perdita del proprio io, una frustrazione del-la personalità nella aridità del tempo. I ripari che proteggono la famiglia non stanno al di fuo-ri delle persone che la compon-gono. Vanificata l’immagine di uno spazio protetto va trovata quella di uno spazio interiore. È nel piú intimo di se stesso che un uomo si ritrova figlio, fratello, padre o madre. La chiave di vol-ta dell’edificio familiare non si può cercare che là, dove il cuore di un uomo e di una donna fan-no l’esperienza di una donazione mutua, totale e senza pentimen-ti, vale a dire, assunta quotidia-namente come il primo giorno del loro amore. Il primo modo in cui i genitori devono mani-festare la loro autorità consiste nella testimonianza del proprio amore coniugale.

QUARESIMA: INSIEME TRA FAMIGLIE

Qua e là fioriscono ceppi di amicizia che rompono la solitu-

dine della settimana e innestano solidarietà al di fuori dell’ambito parentale: due o tre coppie si in-vitano con una certa frequenza reciprocamente a cena il sabato sera; altre programmano insieme qualche giorno sulla neve. Nel-le circostanze che imbrigliano la vita, avverti il valore della perso-na, provocata a un uso nuovo del-la libertà e sollecitata a una nuova intraprendenza.

CATECHISMO E FAMIGLIA: SEGNI DI COINVOLGIMENTO

Alcuni genitori fanno importan-ti scoperte durante l’anno di cate-chismo: si fanno carico del loro compito di genitori-educatori, ve-dono con occhi nuovi la comunità parrocchiale, diventano collabo-ratori del catechista. Spesso ini-ziano nuove relazioni nel quartie-re e nuove amicizie.

Grazie al catechismo del loro figlio, i genitori ritrovano spesso una Chiesa ben diversa da quella che avevano conosciuto. Alcuni riscoprono la preghiera durante una celebrazione con i figli e al-tri si aprono a domande sulla fede che non si ponevano piú da molto tempo.

La catechesi d’altra parte non sarebbe efficace se si rivolgesse solo ai ragazzi. Né la vivranno al di fuori del perimetro parrocchia-le, se tutto si esaurisce all’interno del gruppo catechistico.

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SOTTO IL PRÒNAO DEL DUOMOSOTTO IL PRÒNAO DEL DUOMO

Papa Francesco continua a viag-giare coerentemente per la sua stra-da, secondo un progetto sempre piú chiaro. Egli non vuole una Chiesa degli anatemi, delle verità assolute in ogni campo, pronta a giudicare con severità e durezza, ma la Chiesa della miseri-cordia, della comprensione, della ca-rità. Essa accetta tutti, vive nel mondo, ma è distinta dal mondo. Francesco I parla da papa, rispetta lo Stato laico, non confessionale, cioè indipendente dalla religione. Egli è vescovo di Roma, ma è il capo di uno Stato estero, la Città del Vaticano.

L’anno santo della misericordia è in sintonia sia con il salmo 50 in cui Da-vid chiede perdono a Dio per la sua grande misericordia: «Miserere mei, deus, secundum magnam misericor-diam tuam», sia con la misericordia onnipresente nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, opera che po-trebbe essere il romanzo dell’Anno Santo, sia anche con la definizione dantesca dell’indulgenza di Dio: «la bontà infinita ha sí gran braccia,/ che prende ciò che si rivolge a lei».

Già Benedetto XVI aveva sviluppa-to il progetto dell’unità dei cristiani, la cui divisione, oramai antica, mi sem-bra uno scandalo contro il Vangelo. Egli aveva inoltre intrecciato buoni rapporti con gli ebrei e altre religioni. Papa Francesco continua sulla stessa strada, senza esitazione, con grande convinzione e speranza di ottenere la convivenza e la pace fra tutti.

L’atto piú recente è l’abbraccio con il capo della Chiesa ortodossa russa, dopo una divisione ultrasecolare. Egli continua i suoi viaggi pastorali soprat-tutto tra i paesi piú poveri.

Qualche porporato talvolta tende a Ruinare, il Papa mai.

Egli ha ricordato il senso della fa-miglia cristiana e naturale in cui si concepiscono e nascono i figli, da non confondere con altre forme di unione, ma non ha fatto commenti sui politici italiani, né ha dato indicazioni, consigli sulle leggi che il Parlamento autonomamente discute e approverà.

***La muta era una particolare forma

di matrimonio temporaneo in vigore presso gli Arabi al tempo di Maomet-to. All’atto delle nozze, se ne stabiliva la durata con regolare contratto. Il vin-colo nuziale cessava automaticamente allo scadere del termine fissato! Un contratto a termine, che oramai sem-bra esistere anche nei matrimoni del mondo occidentale.

***Quando l’islamico presidente ira-

niano Rohani è venuto nella nostra

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capitale, abbiamo notato modalità diverse di comportamento nell’am-biente romano. Il Vaticano non ha censurato le opere d’arte, come invece è avvenuto in Campidoglio dove bianchi pannelli hanno nascosto le statue artistiche del museo, perché erano nude e forse avrebbero potuto offendere la suscettibilità islamica.

Il Papa ha accolto nel suo studio tappezzato di opere d’arte il presi-dente dello stato islamico, dopo che costui era transitato attraverso cor-ridoi impreziositi da capolavori unici al mondo. Tutto trasparente, senza veli, senza nascondere nulla. Nessuna offesa al pudore di fronte alle opere d’arte: anzi fra i due si sono stabilite identità di vedute.

C’è un lontano precedente in Vati-cano. Dopo che Michelangelo, duran-te il papato di Paolo III, aveva comple-tato lo stupendo affresco del Giudi-zio Universale nella Cappella Sisti-na, Pio IV e taluni porporati troppo scrupolosi avevano voluto coprire le nudità. Fu affidato l’incarico a Danie-le Ricciarelli da Volterra, un modesto pittore e scultore, il quale è ricordato soprattutto per questo intervento di cattivo gusto. È conosciuto con il so-prannome di Braghettone, dalle bra-ghe con cui aveva vestito gli ignudi.

Ora l’opera appare come l’aveva creata il Michelangelo; perfino la luce cinquecentesca, offuscata da ritocchi inopportuni camuffati da restauro, sembra essere stata ripristinata, e nessuno si scandalizza di un fatto na-turale. Omnia munda mundis, tutto è puro per i puri: aveva detto san Pao-

lo a Tito, frase che il Manzoni mette in bocca a padre Cristoforo per dare pace all’animo di fra Fazio, il portinaio nel convento di Pescarenico, preoccu-pato che, contro la regola, fossero en-trate in chiesa due donne, e di notte!

C’è ben altro di cui scandalizzarsi, perfino in Vaticano!

Tuttavia a Roma c’è un preceden-te anche nel mondo laico: lo Sta-dio dei marmi, opera del periodo fascista, voluta da Mussolini nel 1932 a completamento del foro italico, è contornato da 64 statue di atleti nudi che rappresentano le diverse attività sportive.

Il nostro don Mario Brun, che amava e organizzava spesso viaggi in comi-tiva, aveva accompagnato a Roma un gruppo di pie donne scledensi in oc-casione dell’Anno santo 1950. Oltre a visitare San Pietro e le altre basiliche con le porte sante, aveva voluto mo-strare qualche monumento laico: per esempio il famoso Stadio dei marmi.

Appena entrate nello stadio, le pie donne guardano con stupore le sta-tue e rimangono turbate, quasi offe-se e corrono subito verso don Mario commentando con sgomento: «Gàlo visto che roba, don Mario! Zelo o no zelo un scàndalo? Tuti nudi i ze!» . Al che don Mario pronto disse sorriden-do: «Ma va là, che la ze arte, quela!»

Qualche anno dopo andai in treno a Roma con mia madre, sorella e altri. Oltre alle chiese e palazzi storici non mancò una visita agli impianti spor-tivi. Notammo una novità fin troppo evidente nelle statue dello Stadio dei marmi: una foglia copriva le nudità

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delle statue. La mia madrina commen-tò: «La ze la politica de la foja de la DC».

Non ho piú visto lo Stadio dei mar-mi e quindi non so se, come nella Cappella Sistina, la situazione sia ri-tornata com’era in origine.

***In Medio Oriente la guerra con-

tinua, anzi non è mai cessata. Talora si sposta da una località all’altra tra Siria, Afghanistan, Turchia, Iraq, Egitto, Terra Santa, Isis, ecc., cambiano le alleanze. Anzi sono mobili, poiché anche lí c’è il trasformismo. Ci sono Stati che di giorno sono paladini della pace con-tro il terrorismo, di notte finanziano i terroristi. E vi sono molti aerei russi che bombardano a tutto spiano e con efficacia, ma loro negano: «facciamo parte del paesaggio, siamo lí come turisti, ci limitiamo solo a qualche fo-tografia». Ma vi sono anche navi degli Stati Uniti, e truppe di «pace» dall’Eu-ropa. Il popolo inerme scappa e viene in Europa, anzi in Italia, visto che si sono alzati molti muri con il reticola-to per bloccare il flusso da terra.

E i politicanti? Sempre peggio: risso-si e bellicosi. Sono bravi a governare quando stanno all’opposizione e san-no sempre che cosa fare: quello che non hanno fatto quando governavano loro.

***Ha impressionato tutti la tragica

morte del giovane Giulio, un ricer-catore italiano. Ucciso dopo crudeli torture!

È pericoloso andare in taluni paesi di stampo dittatoriale e pensare di vi-

vere come in Italia o in Inghilterra. In Italia si sta bene, tutti vogliono

venire nel nostro bel paese, ma quan-do si vuole vivere dove vige la ditta-tura, occorre imparare a dire signorsí e muoversi con prudenza, altrimenti ti ritengono una spia. Quindi è meglio vivere in Italia.

***Si è concluso il festival di San-

remo. Ricordo vagamente le prime edizioni, quando la televisione era un lusso per pochi e si vedeva nei bar. Poi entrò in casa un piccolo televisore in bianco e nero: mio padre amava le canzoni e quindi. Ora mi basta il rias-sunto del giorno dopo. Da quel poco che ho visto, mi pare tutto abbastanza ripetitivo e circolano ancora quelli di quando ero giovane.

Quest’anno mi è capitato di rivede-re i Pooh, vecchi pensionati, rigenerati, tirati a lucido con capelli scuri come i merli.

Il comico Massimo Pongolini li ha cosí definiti: «I Pooh sono l’unico complesso al mondo che vende dischi postumi da vivi».

***È l’alba. Un ubriaco gira per la città

con aria smarrita e non sa dove stia andando. Per fortuna incontra un si-gnore e gli chiede, pur con qualche difficoltà di parola: «scusi, signore... dove mi trovo mai?»

«Siamo nei paraggi di piazza del Duomo, tra via Cavour e via…»

«No, no… niente particolari, per favore, ché poi mi confondo. Mi dica solo in quale città…».

IL DIRETTOREGiuseppe Piazza

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IL CATECHISMOUN CAMMINO DI FEDE CONDIVISOIL CATECHISMOUN CAMMINO DI FEDE CONDIVISO

AAnche per quest’anno catechisti-co 2015/2016 alle classi quinte della scuola primaria abbiamo proposto un percorso formativo per i genitori e ragazzi insieme, in tema con il Giu-bileo della Misericordia.

Ci siamo soffermati su alcune pa-rabole della Misericordia da cui trarre degli spunti da calare nella vita fami-gliare di tutti i giorni, proprio perché le parabole sono «storie aperte», la conclusione non è scritta, sta a noi. I primi due appuntamenti, uno a novembre e l’altro a gennaio han-no messo al centro la parabola del Buon Samaritano (Lc 10,25-35) e la parabola del ricco e del povero (Lc 16, 19-31). Rispetto agli altri anni ab-

biamo modificato la struttura degli incontri privilegiando il momento ini-ziale in cui genitori e figli partecipano insieme ad un gioco che ci porta poi a presentare e commentare la para-bola, quindi ci si divide: i genitori per riflettere su alcune domande-stimolo e i ragazzi impegnati a preparare del-le preghiere oppure dei cartelloni o altro sempre come momento di ri-flessione su quanto emerso nella pri-ma fase dell’incontro. A conclusione ci riuniamo per la Messa.

La parabola del Buon Samaritano ci ha permesso di riflettere su queste domande:1. «Se nella parabola al posto della pa-

Le catechiste di Quinta primaria

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rola “un uomo” (quello che scendeva da Gerusalemme a Gerico) mettiamo la parola “un figlio”, non è sbagliato mettere al posto di “un Samaritano” la parola “un genitore”. Infatti il modo di amare di un genitore ha tanti aspetti in comune con quello del Samaritano... per esempio...».

2. «In quali modi e occasioni posso in-segnare a mio figlio a farsi “prossimo” verso gli altri?»

Per la parabola del ricco e del po-vero le domande-stimolo sono state:1. «Leggendo e riflettendo su questa pa-

rabola, che cosa “mi butta giú” – mi preoccupa? Che cosa “mi tira su” – mi dà fiducia?»

2. «Che cosa posso fare concretamente nella mia famiglia e verso i miei figli?

Per esempio: quali difficoltà incontro nel trasmettere il messaggio educativo di carità ai figli quando ci sono modelli di vita che vanno nella direzione oppo-sta? Quali sono i segni di condivisione che ritengo importanti nella vita fami-gliare? Quale posto do, nella mia vita, alla Provvidenza?»

Per noi catechiste è bello vedere come sia i genitori sia i figli si met-tano in gioco nei diversi momenti dell’incontro e quello che si cerca soprattutto di trasmettere è il mes-saggio di speranza e di salvezza che la parola ci lascia.

Domenica 7 febbraio in Duomo la santa messa ha visto la partecipazione dei bambini e dei genitori del secondo anno di catechismo per la celebrazione di una delle tappe del loro itinerario catechistico.

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IIl vescovo mons. Beniamino Piz-ziol, nell’aprire il Giubileo della Mi-sericordia in cattedrale a Vicenza lo scorso 13 dicembre, ha ammonito che perché l’anno giubilare diventi esperienza autentica, bisogna aprirsi a una maggiore disponibilità a vive-re la misericordia nei confronti dei fratelli. Lo ha fatto ricordando l’im-portanza di farsi prossimi anche a chi nella nostra in diocesi vive in difficol-tà economica. La crisi economica, in-fatti, anche se non è piú argomento da prime pagine dei giornali, tocca nel vivo ancora tante, troppe famiglie e spesso da troppo tempo. Per que-sto il Vescovo ha invitato ancora una volta a farsi vicini attraverso lo stru-mento dei Sostegni di Vicinanza, un gesto concreto, da famiglia a fami-glia, da persona a persona, per aiutare chi non riesce a far fronte ai propri impegni economici rispetto a beni di prima necessità come affitto, bollette, spese scolastiche e mediche.

I Sostegni di Vicinanza (SdV) sono un’opportunità di prossimità – avviata dal Vescovo nel dicembre 2009 e la cui gestione è affidata alla Caritas vi-centina, tramite 13 sportelli distribu-iti in altrettante zone del territorio vicentino – nei confronti di famiglie e persone che si trovano in diffi-coltà economica temporanea a

causa della perdita o precarietà o ri-duzione del lavoro e non riescono a far fronte ai propri impegni economi-ci e finanziari rispetto a beni e servizi di prima necessità.

Per l’anno 2016, il Consiglio pastorale parrocchiale ha deli-berato di accogliere la propo-sta del Vescovo e di destinare alle famiglie in difficoltà del nostro territorio quanto sarà raccolto.

Ricordiamo che il nostro Fondo di solidarietà è alimentato da alcu-ne iniziative: la tradizionale Lotteria (in occasione della festa patronale di san Pietro), le offerte delle famiglie in occasione della celebrazione della Prima Comunione e della Cresima, il concerto del Giubileo (la domenica delle Palme), il concerto del 29 giu-gno (Festa di san Pietro).

Ma il Fondo di solidarietà è sem-pre stato sostenuto anche dalla rac-colta delle apposite buste disposte sui banchetti alle porte delle chiese della nostra Parrocchia. Può, pertan-to, trattarsi di un piccolo gesto, per una somma mensile che può essere decisa secondo le possibilità di cia-scuno e che può coinvolgere, oltre al singolo individuo, una famiglia, coppie di sposi, gruppi parrocchiali, aziende e associazioni.

FONDO DI SOLIDARIETÀ PARROCCHIALE 2016

I SOSTEGNI DI VICINANZA, UNA SCELTA PER L’ANNO DELLA MISERICORDIA

FONDO DI SOLIDARIETÀ PARROCCHIALE 2016

I SOSTEGNI DI VICINANZA, UNA SCELTAPER L’ANNO DELLA MISERICORDIA

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GGesú è il volto della misericordia e la misericordia è la manifestazio-ne dell’Amore di Dio, che dimostra la sua capacità di perdonare e di amare sempre. Come discepoli di Gesú, siamo chiamati ad essere mi-sericordiosi, cioè diventare capaci di perdono e attraverso il perdono possiamo diventare come il Padre. Ogni giorno, in ogni luogo possia-mo mostrare gesti di misericordia e di perdono verso noi stessi e i no-stri limiti, e verso i nostri fratelli.

Attraverso la misericordia, di-ventiamo simili al samaritano, che non ha nulla, non ha dio, non ha religione, non ha acqua, nulla da dare per soccorrere l’uomo che in-contra ferito sulla strada… e allora si fa vicino con il cuore, facendogli sentire quanto può volergli bene, quanto gli sta a cuore la sua soffe-renza. Attraverso la misericordia, diventiamo simili al locandiere, che non è un personaggio di se-condo piano, ma è la persona che si prende effettivamente cura del forestiero. Proprio perché il sama-ritano non può fare tutto da solo,

perché nessuno di noi può fare tut-to da solo, abbiamo bisogno del lo-candiere, della comunità, che por-ta avanti, quotidianamente e con gesti concreti, l’impegno del pren-dersi cura di qualcuno.

La misericordia di Dio entra sempre in una realtà concreta: alza chi è caduto, sostiene l’orfano e la

INCONTRO CON ANTONIO SANTINISULLA BOLLA MISERICORDIAE VULTUSINCONTRO CON ANTONIO SANTINISULLA BOLLA MISERICORDIAE VULTUS

Mascia Selmo

Pompeo Girolamo Batoni, Il ritorno del fi-gliol prodigo (Kunsthistorisches Museum, Vienna).

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vedova, accoglie i forestieri. La pa-rola misericordia in ebraico provie-ne da:• Hesed, cioè bontà originaria e co-

stitutiva, l’amore sorgivo, puro e gratuito. È l’amore paterno nel senso che «Dio è amore» (1Gv 4,8.16), ci ama «per primo» (1Gv 4,19). Un amore che continua-mente si riversa su di noi.

• Emet dice fedeltà assoluta anche nel caso dell’infedeltà del part-ner. Unito alla hesed specifica che l’amore paterno di Dio è fedele anche dinanzi alla risposta nega-tiva dell’uomo. Dio continua ad amarlo settanta volte sette (cfr Mt 18,22), cioè perdona sempre, è misericordioso.

• Rahamim suggerisce l’amore

Sabato 20 febbraio in cattedrale di Vicenza il cancelliere della nostra diocesi, mons. Pierantonio Pavanello, è stato consacrato vescovo di Adria e Rovigo. Lo vediamo qui mentre riceve dal «nostro» mons. Adriano Tessarollo l’Evangeliario che gli era stato aperto sul capo durante la preghiera di ordinazione, pronunciata dal consacrante principale, card. Piero Parolin, assieme a 22 vescovi del Triveneto (immagine tratta dal sito facebook della diocesi).

viscerale della madre (rehem = seno materno) e quindi miseri-cordia. Dal profondo legame del-la madre col bambino, scaturi-sce un particolarissimo rapporto di tenerezza e comprensione. Il bambino lascia una traccia inde-lebile nel grembo della madre, in-clinandola alla misericordia. «Si dimentica forse una donna del suo bambino, cosí da non com-muoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani» (Is 49,15s). Anche noi, se compiamo un gesto

di misericordia, siamo generatori e rigeneratori di vita, e di vita vera.

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Gli Animatori

AAria di festa in oratorio nel primo po-meriggio di sabato 6 febbraio. Il cortile si presenta cosí: salta subito all’occhio il grande autobus, gremito di ragazzi e ragazze. Portano al collo il fazzolet-tone degli ADS (Amici di Domenico Savio) di colore verde, sono delle me-die. Tutt’intorno un grande gruppo di genitori che saluta i figli entusiasti di partire. Tutto è pronto, il momento è solenne: l’autista mette in moto, ingra-na la prima e spinge sull’acceleratore, dirigendosi verso il cancello d’uscita. Un’ultimo saluto e pochi secondi dopo inizia il viaggio. Destinazione: Colle Don Bosco, nel torinese.

***

Dal 6 al 9 febbraio il gruppo Leader dell’oratorio ha vissuto una splendida esperienza di campo-scuola, breve ma intensa, nei luoghi salesiani a Torino e dintorni. Trentaquattro ragazzi, cinque animatori, due salesiani, tre cuochi e un simpatico autista, per un totale di quarantacinque persone hanno fissa-to il loro campo base presso la casa «Artemide Zatti», situata a pochi passi dalla cascina dove il piccolo Giovanni Bosco ha vissuto la sua infanzia. Da lí, ogni mattina dopo colazione si partiva seguendo le orme del Santo dei giovani e dell’allievo che piú di tutti ne assorbí lo spirito, Domenico Savio.

Il primo giorno, dopo un rapido in-

NEI LUOGHI DI DON BOSCOE DOMENICO SAVIONEI LUOGHI DI DON BOSCOE DOMENICO SAVIO

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contro con don Emilio Zeni alla Basilica Inferiore del Tempio al Colle, i ragazzi hanno visitato il luogo in cui il pic-colo Domenico è nato, a San Giovanni di Riva presso Chieri. Durante il pomeriggio, l’attività e la riflessione sono state gui-date da Piero Pietrobelli, un salesiano di Schio che per molti anni ha animato in oratorio e che ora studia a Torino. Piero ha inoltre accompagnato il grup-po a visitare la Basilica Superiore del Tempio e la Casetta di Don Bosco.

Un altro incontro con un compaesa-no è avvenuto il giorno dopo: il «cice-rone» della visita all’interno delle mura dell’oratorio di Valdocco, infatti, è stato don Fabio Maistro, diacono, ex anima-tore dell’oratorio e tra le altre cose fon-datore del gruppo ADS di Schio. Alla fine del suo tour, con la visita della basi-lica di Maria Ausiliatrice, e dei suoi rac-conti, sulla nascita del primo oratorio, Fabio ha rinnovato per tutti l’invito alla sua ordinazione sacerdotale, pres-so il Duomo di Schio il 25 giugno. Dopo il pranzo e un po’ di allegro divertimento, i ra-gazzi hanno pas-seggiato per le vie di Torino, non re-sistendo alla tentazione di mangiare un buon gelato. Prima di tornare al Colle, il gruppo si è fermato a Mondonio, luogo in cui Domenico Savio è morto prema-turamente all’alba dei suoi 15 anni. Un fazzolettone dei gruppi di Schio è stato lasciato come gesto simbolico. L’ultimo

paese visitato è stato Chieri, famo-so come il posto in cui Giovanni Bosco ha lavorato e studiato durante la sua adolescen-za. Da qui, dopo il pranzo offerto dall’oratorio di

San Luigi, i ragazzi sono partiti alla volta di Schio, ricchi di ricordi, emo-zioni e propositi.

***«Uno degli argomenti che mi è

piaciuto di piú è stato quello sugli Aggettivi e Avverbi forti di Domenico Savio accennato da don Emilio, il pri-mo giorno della nostra esperienza», dice Alessandro, uno dei giovani ADS. «Vivere con aggettivi e avverbi forti, come faceva Domenico Savio, mi aiuta giorno per giorno ad essere piú felice e gioioso e fare piú attenzione ai miei impegni e alle persone che mi stanno vicino» aggiunge Giorgia. Noi anima-tori siamo stati molto entusiasti dell’ esperienza, i ragazzi sono stati molto responsabili dal punto di vista com-

portamentale e anche curiosi e in-teressati a ciò che stavano vivendo, speriamo che tra tutti i pensieri e le attività forma-tive proposte sia rimasto dentro di loro lo spirito di

accoglienza e semplicità che abbiamo respirato visitando i luoghi dei due Santi. Sarà ancora piú soddisfacente quando noteremo che gli stessi ragaz-zi saranno i primi a trasmettere questo carisma anche negli ambienti che ogni giorno frequentano.

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LDatazione: prima metà del XVII secolo. Autore: Ambito maganzesco.

La tela, che è stata restaurata dallo studio Artemisia restauro di Bassano del Grappa, grazie al contributo delle socie dell’Inner Wheel di Schio-Thiene, fu per circa trecento anni la pala dell’al-tare della Madonna del Carmine nel Duomo di Schio. Rappresenta in alto Maria con il Bambino, cir-condata da putti e angeli. Con la mano destra la Vergine sorregge lo scapolare, la tipica devozione del Carmine. Nella parte infe-riore, a sinistra, c’è san Rocco in abito da pellegrino (come dimo-strano la conchiglia appuntata sulla pellegrina e il robusto bastone da viaggio). Ai suoi piedi un rozzo cane ha in bocca il pane. A destra, invece, seminudo, legato a un tronco e trafitto da alcu-ne frecce è san Sebastiano. Ai piedi del Santo si nota un piccolo arco. Fra le due figure c’è un paesaggio dominato da alte montagne: è la Schio del XVII secolo, ripresa dalla parte di contrà Oltreponte (oggi via Pasini). Tra gli edifici som-mariamente disegnati si possono tuttavia notare alcune chiese: da sinistra si notano San France-sco, poi, sul monte, la chiesa di Santa Maria della neve al castello, Santissima Trinità (?), San Pietro, sul colle e preceduta da una scalinata, e San Gia-como. Non si riesce, invece, a vedere la chiesa di Sant’Antonio abate.

***L’altare oggi dedicato alla Vergine del monte

Carmelo fu istituito attorno al 1485 e dedicato a san Sebastiano, ma quasi subito si affiancò al martire romano la piú recente devozione a san

Rocco, invocato in occasione di ricorrenti epidemie di peste. Per questo altare

il pittore scledense Giampietro Taioli nel 1497 era incaricato di dipingere una pala. L’altare, le cui modeste rendite erano unite alla prebenda canonicale di Santa Ma-ria del Castello, nel corso del XVI secolo passò in carico alla Comu-nità di Schio, che, probabilmente, vi fece eseguire dei lavori, fra cui una nuova pala d’altare di gusto piú moderno, commissionandola con buona probabilità alla bottega del pittore vicentino Alessandro Maganza. L’unione dell’altare dei santi Sebastiano e Rocco con la confraternita del Carmine (avve-

nuta attorno alla prima metà del XVII secolo), portò a poco a poco alla sostituzione del titolo dell’altare con quello della Madonna del Carmi-ne. Nel 1776 pertanto l’arciprete Bortolo Gar-dellin poteva benedire l’attuale altare, intitolato solo a Maria vergine del Carmine. In esso fino al 1900 rimase l’antica tela. In quell’anno la si sosti-tuí con una nuova raffigurazione della Madonna del Carmine, piú tradizionale e dovuta al pennel-lo di Tomaso Pasquotti. Nel 1914 l’arciprete Elia Dalla Costa sostituiva anche questa tela con una statua opera del veneziano Vincenzo Cadorin.

La pala oggi restituita al Duomo fu per lun-go tempo attribuita al pennello di Alessandro Maganza, pittore attivo a Vicenza tra il 1576 e il 1632. Nel 1992, tuttavia, Maria Cristina Dossi, autrice di un approfondito studio sulla famiglia vicentina dei Maganza, ha decisamente negato tale attribuzione. In assenza di nuove scoperte documentarie l’opera è indicata come apparte-nente a un generico «ambito maganzesco».

MADONNA CON IL BAMBINOE I SANTI ROCCO E SEBASTIANOMADONNA CON IL BAMBINOE I SANTI ROCCO E SEBASTIANO

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PARROCCHIA DI SAN PIETRO - SCHIO

SETTIMANA SANTA20 MARZO: DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE• Presso l’oratorio salesiano: ore 10.30: benedizione degli ulivi. Seguono la processione

al Duomo e la Santa Messa.• In Duomo: ore 16.30: Concerto per il Giubileo della Misericordia Seguirà la Santa Mes-

sa delle ore 19.

21 MARZO: LUNEDÍ SANTO • Nella chiesa di San Giacomo: l’adorazione eucaristica: ha inizio dopo la santa Messa

delle ore 8 e termina alle ore 18 con la santa Messa.• Presso l’oratorio salesiano: ore 20.30: liturgia penitenziale per i giovani.

22 MARZO: MARTEDÍ SANTO• Nella chiesa di San Giacomo: continua l’adorazione eucaristica dalle ore 8 in poi. Alle

ore 17.45: conclusione, benedizione eucaristica e santa Messa.

23 MARZO: MERCOLEDÍ SANTO• Presso l’oratorio salesiano: ore 15: confessioni per le medie. Ore 20 Via Crucis cittadina con partenza da piazzetta Garibaldi e conclusione sul colle

di San Nicolò alle ore 21.

24 MARZO: GIOVEDÍ SANTO • A Sant’Antonio abate: ore 18: santa Messa.• In Duomo: ore 20.30: santa Messa concelebrata in Coena Domini durante la quale le

famiglie e i ragazzi offrono i bustoni e i salvadanai «Un pane per amore di Dio». Se-guono compieta e l’adorazione eucaristica nel sottocoro del Duomo.

25 MARZO: VENERDÍ SANTO IN PASSIONE DOMINI • Nella chiesa di San Giacomo: alle ore 15: Via Crucis.• Presso l’oratorio salesiano: ore 15: Via Crucis per tutti i ragazzi del catechismo.• In Duomo: alle ore 20.30: Celebrazione della Passione del Signore: adorazione della

Croce, santa Comunione. Colletta per la Terra Santa.

26 MARZO: SABATO SANTO • In Duomo alle ore 21: solenne Veglia pasquale.

27 MARZO: DOMENICA DI PASQUA IN RESURRECTIONE DOMINI • In Duomo: ore 11: santa Messa solenne.• In Duomo: ore 17: Vespri solenni con tutte le parrocchie della città.

28 MARZO: LUNEDÍ DELL’ANGELO • Nella chiesa di San Nicolò: santa messa ore 7.30.• Nella chiesa di Sant’Antonio abate: santa messa ore 8.30 (non c’è la messa delle 18).• Nella chiesa di San Francesco: santa messa ore 8.45.• Nella chiesa di San Giacomo: santa messa ore 9.30 - 11 (non c’è in Duomo).

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ADORAZIONE DELLE QUARANTORE20 MARZO: DOMENICA DELLE PAL-ME - IN DUOMOOre 16.30: concerto per il Giubileo della

misericordia.Ore 19: santa Messa.

21 MARZO: LUNEDI’ SANTOA SAN GIACOMOOre 8: santa Messa, ed espo-

sizione del santis-simo Sacramento - Lodi - adorazione.

Via Porta di Sotto - via Vaschette - vic. Del Ferro - p.ta San Gaetano - via San Gaetano.

Ore 9: via A. Fusinato - via Della Pozza - via don F. Faccin - via D. Manin - via G. Verdi.

Ore 10: via Pasubio - via card. E. Dalla Costa - vic. della Colla - vic. Fusinelle - Via San Rocco - via G.B. Conte.

Ore 11: Sacerdoti della parrocchia. Via A. Fogazzaro - via J. Vittorelli - via San G. Bosco - via G. Zanel-la - largo S. De Pretto - via A. Da Schio.

Ore 12: Adoratori volontari.Ore 13: Adoratori volontari.Ore 14: Suore Giuseppine.Ore 15: p.za A. Rossi - p.ta G. Garibaldi

- via G. Garibaldi - via Petitti di Roreto.

Ore 16: Gruppo rosarianti. Via Btg.Val Leogra - Via A. Baccarini - Via L. e V. Pasini - p.za dello Statuto - via Monte Ciove - vic. della Gia-sara - p.ta IV novembre.

Ore 17: Gruppo Caritas - San Vincen-zo - Azione Cattolica - A.C.L.I. P.za A.Da Schio - via cap. G. Sel-la - via R. Rompato - via Castello - via F. De Pinedo - via T. Dal Mo-

lin - via F. Baracca - via Valletta - via Grumi dei Frati, via Brolo del Conte.

Ore 18: riposizione e santa Messa.

22 MARZO: MARTEDI’ SANTOA SAN GIACOMOOre 8: santa Messa ed esposizione del

santissimo Sacramento - Lodi - Adorazione. .Via P. Maraschin - via A. Rossi - via N. Tron - via fra Giovanni da Schio - via S. Bologna - via G. Manfron.Ore 9: via A. Fusinieri - via G.B. Cipani - via G. Reghe-lin - vic. B. Trinaggio - vic. G. Bencucci.Ore 10: via Trento e Trieste - via Milano - via Lungo Le-ogra - via Cimatori - via Tes-sitori.Ore 11:Istituto Canossiano

Scuola Maddalena di Canossa. Via Venezia - via Vicenza - via Mentana - via Belfiore - via Vallo-ne di Rovito - via Curtatone - via Montanara.

Ore 12: Adoratori volontari.Ore 13: Adoratori volontari.Ore 14: Adoratori volontari.Ore 15: Ammalati. Via Paraiso - via Mo-

lette - via della Macina - via Rog-gia.

Ore 16: Viale dell’Industria - via Franzin.Ore 17: Gruppo Catechiste - Oratorio

salesiano. Via C. Cavour - via Gorzone - via G. G. Trissino - via I. Nievo - via G. Carducci - via G. Mazzini - via G. Marconi - via Baratto.

Ore 17.45: conclusione e benedizione eu-caristica.

Ore 18: santa Messa.

Durante l’adorazione è sempre aperto per il par-cheggio il cortile della canonica.

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ÈGIOVEDÍ SANTO

È l’ultimo giorno della Quaresima, con esso finisce an-che il digiuno quaresimale. Con la Messa in Coena Domini, inizia anche il Triduo pasquale dei tre giorni passionis et resurrectionis Domini, che si conclude con i secondi vespri della Domenica di Pasqua. Abbiamo dunque un triduo, con quattro momenti di-versi, che nei libri liturgici non è molto esplicito.Messa crismale

La messa crismale è celebrata il giovedí mattina. La celebra-zione, anche se non appartiene al Triduo stesso, è importante in quanto serve a consacrare gli oli necessari per i Sacramenti. Essa è segnata solo come l’ultima messa di Quaresima prima della celebrazione della Veglia. Infatti sia venerdí che sabato sono gior-ni aliturgici cioè senza la cele-brazione di Eucaristia. Anche il digiuno intra-pasquale di questi due giorni non è piú penitenzia-le, ma è legato all’attesa della ri-surrezione o attesa escatologica di Cristo nella seconda venuta.

Messa in coena DominiLa Tradizione Romana fino al

VII sec. conosce solo la celebra-zione della riconciliazione dei penitenti. Un nuovo sviluppo av-viene a partire dal VII sec. quan-do si celebreranno tre messe: la prima della riconciliazione dei penitenti, la seconda con la con-sacrazione degli oli, verso mez-zogiorno, e la terza la sera. Il gio-vedí però abbiamo altri due riti che pian piano verranno sempre piú considerati. Il primo è la la-vanda dei piedi, il secondo, inve-ce, la deposizione e l’adorazione eucaristica. Il primo proviene dalla Chiesa di Gerusalemme. Le

TRIDUO PASQUALEIL CENTRO DEL MISTERO DI CRISTOE DELLA CHIESA. IL CENTRO DELL’ANNO LITURGICO. ALCUNE NOTE

TRIDUO PASQUALEIL CENTRO DEL MISTERO DI CRISTOE DELLA CHIESA. IL CENTRO DELL’ANNO LITURGICO. ALCUNE NOTE

Le immagini di queste pagine mostra-no alcuni momenti delle liturgie del Triduo pasquale nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, officiate dal patriarca latino di Gerusalemme, S.B. mons. Fouad Boutros Ibrahim Twal.

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prime testimonianze si hanno fin dal V sec. Inizialmente espri-meva il mandatum di Cristo: «af-finché come ho fatto io, facciate anche voi.» (Gv 13,15) non umi-liazione dunque, ma prevalente-mente l’amore e il servizio.

Il secondo, e cioè la deposizio-ne del Santissimo e l’adorazione è assai antico. Ne troviamo men-zione ad es. nel Ordo Romanus Primus. Le specie consacrate rimanenti venivano conservate, dopo la celebrazione, in un co-fanetto apposito nella sacrestia, ma senza particolari segni di onore. Il giorno della successiva celebrazione, venivano riportate al pontefice nel presbiterio. Ivi, dopo esser state da lui adorate per qualche momento, venivano usate per la comunione nella ce-lebrazione stessa.

La Chiesa vuole che la messa In coena Domini sia concelebra-ta e con piú solennità per richia-mare l’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio ministeriale, e il comandamento dell’amore fra-terno. Dopo l’omelia si procede alla lavanda dei piedi.

Dopo la celebrazione, il Santissimo sacramento viene portato processionalmente al tabernacolo provvisorio, dove si potrà svolgere un’adorazione protratta. Dopo la celebrazione si compie la spogliazione dell’alta-re. Non è piú un rito particolare, ma tutto si svolge con semplicità.

VENERDÍ SANTO

L’odierna celebrazione del Venerdí ha i suoi albori proba-bilmente nella celebrazione del-la Chiesa di Gerusalemme, che era solita rievocare, con parti-colari riti, la passione di Cristo e ciò nei luoghi dove essa era real-mente avvenuta.

La celebrazione romana ha subito l’influsso delle tradizio-ni orientali. Nel VIII-IX sec. i Vescovi di Roma provenivano da quella tradizione. Portano con loro l’Adorazione della croce. Nell’Urbe si conservava un fram-mento del legno della Croce. Esso veniva portato in proces-sione dalla basilica di Santa Croce al Laterano. La proces-sione veniva guidata dal papa che, scalzo, al modo dei vescovi orientali, portava il turibolo (uso sconosciuto nella tradizione ro-mana) davanti alla reliquia della Santa Croce. Nel XII sec. entra nella liturgia romana la dram-matizzazione. Abbiamo perciò molti gesti come ad esempio la

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velazione e la svelazione della croce fin ora sconosciuta e la stessa celebrazione diventa mol-to piú complessa.

Oggi la celebrazione del Venerdí non è stata molto cam-biata nella struttura celebrativa. Essa si svolge nel primo pome-riggio. Il sacerdote indossa le vesti rosse, simboleggianti la re-galità di Cristo, e ciò dall’inizio della celebrazione. L’ingresso del celebrante, fatto senza nessun canto, prosegue con la prostra-zione e la preghiera silenziosa. Successivamente, dall’ambone, viene proclamata un’orazione cui segue la liturgia della Parola. La seconda parte della celebra-zione, l’adorazione della Croce, è stata semplificata. Per la co-munione è riportato sull’altare il Santissimo, senza solennità. Alla fine, dopo l’orazione dopo la co-munione e una, preghiera super populum, l’assemblea si scioglie in silenzio.

SABATO SANTO

Sabato santo è il giorno del grande silenzio perché come dice un’antica omelia, «il Re dorme. La terra tace perché il Dio fatto carne si è addormen-tato ed ha svegliato coloro che da secoli dormono». Le Chiese orientali celebrano la discesa di Cristo agli inferi. Egli, che rom-pe le porte dell’inferno, redime

e libera i santi, che aspettavano da secoli la sua risurrezione. È la celebrazione silenziosa del tem-po sospeso, del riposo, ma non del nulla-fare, tanto che antica-mente al mattino si convocava-no i catecumeni per la pubblica professione di fede. Questo gior-no era segnato da un severo di-giuno fino alla celebrazione del-la Veglia.

DOMENICA DI RISURREZIONE

Veglia della Notte santa«La Madre di tutte le veglie»,

cosí sant’Agostino definisce que-sta celebrazione, che si colloca al cuore dell’Anno liturgico, al cen-tro di ogni celebrazione. Ad essa si preparavano i nuovi cristiani, in essa speravano i peccatori, tutti potevano di nuovo attinge-re dalla Mensa. Essa rappresen-ta Totum pasquale sacramentum.

Dalla comunità primitiva non abbiamo nessuna testimonianza della celebrazione della Pasqua in una domenica precisa. Infatti i cristiani celebravano la risurre-

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Approfondimento scritto e pubblicato sul sito della Congregazione Benedettina Silvestrina Monastero San Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

zione del Signore ogni domenica, ogni settimana. Ben presto, però, si è iniziato a commemorare la resurrezione in un giorno parti-colare annuale. Già gli scritti del III sec. ci dan-no la testimonianza di queste celebrazioni. La Veglia primiti-va non ha accenni in proposito all’istituzione dell’Eucaristia. Dunque nel VII sec. lo schema della celebrazione potrebbe esse-re questo: la lettura della Parola, la celebrazione del Battesimo, la celebrazione dell’Eucaristia. A questo, abbastanza presto, si aggiunge anche la Liturgia della Luce, che apre la celebrazione. Il rito probabilmente proviene dal «lucernario» di cui abbiamo di-verse testimonianze. Non è pre-sente nelle celebrazioni papali, ma dal V-VI sec. diventa prassi per tutte le chiese, tranne quella del pontefice, che l’assume solo verso XI sec.

La liturgia della luce, essendo compiuta nelle ore notturne, ha ripristinato la sua simbologia. Compiuta la benedizione del fuoco e del cero, l’assemblea fa rientro in chiesa con la triplice acclamazione del «Cristo - luce del mondo». Segue il canto dell’Exultet. Nella Liturgia del-la Parola abbiamo nove letture

scelte dall’Anti-co e dal Nuovo testamento. Di solito se ne tra-lascia qualcuna, ma si deve legge-re quella del pas-saggio del Mar Rosso. Nel varco

dall’Antico al Nuovo Testamento si canta il Gloria – canto pasqua-le per eccellenza - accompagnato dal suono delle campane. Prima del Vangelo si cantano diversi Alleluia che annunziano la gioia della Risurrezione del Signore.

Alla Liturgia della Parola segue la Liturgia Battesimale, che vede la rinnovazione delle promesse battesimali e l’aspersione dell’as-semblea con l’acqua benedetta, mentre si tiene la candela accesa col fuoco nuovo, che simboleggia l’attesa del Signore che ritorna alla fine dei tempi. Se ci sono dei candidati al Battesimo si celebra il sacramento. La celebrazione prosegue con poi l’Eucaristia. Tutto il mondo cosmico è rinno-vato dal Mistero Pasquale. Tutti, compresi i neo-battezzati, parte-cipano al Sacramento dell’altare, verso cui hanno condotto l’inte-ra preparazione quaresimale e il digiuno intra-pasquale.

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È«È tradizione secolare che nei gior-ni che precedono la Quaresima nella chiesa di Sant’Antonio abate si ce-lebri l’Adorazione eucaristica detta «delle Quarantore». Documenti che risalgono al 1892 lo confermano». Sono parole di monsignor Luciano Dalle Molle, scritte su un Bollettino parrocchiale del 2000. L’articolo con-tinuava con l’esortazione a coglie-re la preziosa occasione di grazia di quell’Anno Santo attraverso l’Ado-razione eucaristica, che «a Sant’An-tonio si tiene, anche questo per tra-dizione secolare, ogni primo venerdí del mese, ed è frequentata non solo dai fedeli della parrocchia, ma anche da cristiani di altre comunità par-rocchiali, essendo la sola chiesa del vicariato di Schio in cui c’è questo pio esercizio». E la tradizione conti-nua ancor oggi, viene mantenuta viva pur con una partecipazione ridotta rispetto a quindici anni fa. Nella no-stra chiesa la preghiera di adorazione è guidata: sono fornite mensilmente tracce di letture, meditazioni e ora-zioni su opuscoli che restano a di-

sposizione di chi desidera averli. (Gli stessi opuscoli sono disponibili anche nella chiesa dell’Incoronata, per una meditazione di preghiera silenziosa, nelle mattinate di mercoledí e saba-to). Quest’anno, la prima domenica di febbraio, si è tenuta a Sant’Antonio un’ora di adorazione eucaristica po-meridiana, condotta da don Petru per i fedeli romeni, ma con attenzione di particolare accoglienza per i presen-ti di lingua italiana. Il Vangelo è sta-to letto nelle due lingue, cosí come alcune acclamazioni e litanie. I canti in latino erano di pari comprensione per tutti... È stato un bell’esperimen-to di comunità ecclesiale, da ripro-porre senza dubbio, avendo cura di renderlo noto per tempo negli avvisi parrocchiali. L’esortazione di mons. Dalle Molle vale dunque, e particolar-mente, anche per questo Anno Santo della Misericordia, poiché l’Eucaristia è un dono che viene dalla Misericor-dia di Dio. («Adorare con fiducia e fedeltà, questa è la grazia che dobbia-mo chiedere», come afferma in una sua omelia di papa Francesco).

Natale Montanari

LE QUARANTOREA SANT’ANTONIO ABATELE QUARANTOREA SANT’ANTONIO ABATE

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SETTIMANA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANISETTIMANA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

Domenica 25 gennaio si è con-clusa l’annuale settimana di pre-ghiera per l’unità dei cristiani, che quest’anno svolgeva il tema «Chiamati per annunziare a tut-ti le meravigliose opere di Dio». Come di consueto nella chiesa di Sant’Antonio abate si è tenu-ta una celebrazione ecumenica alla presenza di mons. Giuseppe Dal Fero, delegato diocesano per l’ecumenismo. Quest’anno hanno pregato con noi i fratelli della Chiesa pentecostale «Vita Nuova», guidati dal pastore John Amponsah, che ha rivolto la sua parola ai fedeli presen-ti. La celebrazione è stata allie-tata dai canti di alcuni fedeli, giunti da Vicenza con il pastore Amponsah.

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OOggi, lunedí 14 settembre 2015, alle ore 20.30 presso palazzo Boschetti si è riu-nito il Consiglio pastorale parrocchiale della parrocchia di San Pietro apostolo di Schio, convocato con avviso dell’Arciprete del 3 settembre 2015 per discutere il se-guente ordine del giorno: 1. approvazione del verbale della riunione

dell’1 giugno 2015 (Regolamento, art. 17);

2. resoconto sulle feste di san Pietro (giu-gno 2015) e dell’Assunta (agosto 2015);

3. «settimana della comunità 2015»;4. rinnovo del Consiglio per gli affari eco-

nomici: adempimenti di competenze del CPP;

5. calendario parrocchiale 2016;6. calendarizzazione dei prossimi incon-

tri.Per la discussione del secondo punto

all’ordine del giorno è presente Giuliano Tacchini, membro del Consiglio per gli af-fari economici.

Alle ore 20.35, prima di passare alla di-scussione dell’ordine del giorno il Parro-co-presidente invita tutti alla preghiera, poi la Moderatrice, dichiara aperta la se-duta.

All’inizio della seduta i votanti sono 22. Come da Regolamento del Consiglio pastorale parrocchiale (articolo 17), per la validità delle decisioni è necessaria la metà piú uno dei voti validamente espres-si (pari a 12).1. Si passa al primo punto all’ordine del

giorno: «approvazione del verbale della riunione del 2 luglio 2015». Il verbale della riunione precedente, predisposto

dal segretario, era stato inviato a tutti i consiglieri. Non essendoci osservazio-ni o richieste di correzione, il verbale è approvato da quanti erano presenti anche lo scorso 1 giugno (14 voti). Si astengono gli assenti nell’incontro pre-cedente (8 voti).

2. Si passa alla discussione del secondo punto all’ordine del giorno «resoconto sulle feste di san Pietro (giugno 2015) e dell’Assunta (agosto 2015)».

Tacchini introduce la discussione con l’aiuto di alcune slide. Sottolinea in primo luogo la necessità di alcune spese sostenute per l’allestimento delle strutture e per la loro messa a norma. Se non ci fossero state spese extra, la manifestazione avrebbe potuto conta-re su un incasso totale di circa 7000 euro. Si apre la discussione. Alcuni consiglieri osservano che il cachet pagato all’orchestra dell’Accademia musicale cittadina è stato eccessivo. Tacchini spiega che il concerto è sta-to organizzato in fretta, su una pro-posta dell’Accademia stessa, il cui ca-chet non scende mai sotto i 1500 euro. Miola lamenta che il concerto sia sta-to organizzato quasi in concomitanza con una manifestazione di «Coralità scledense» e nota che non mancano in città e in parrocchia gruppi ama-toriali che, per una spesa sicuramente inferiore, avrebbero potuto presentare un concerto altrettanto valido. Don Alberto invita a superare le polemi-che e chiede di sapere come è anda-ta la festa, al di là del semplice conto

CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALESINTESI DEL VERBALEDEL 14 SETTEMBRE 2015

CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALESINTESI DEL VERBALEDEL 14 SETTEMBRE 2015

Giorgio Zacchello

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economico. Arciprete interviene per sottolineare che al di là dell’aspetto economico, la festa è andata bene e anche il concerto è stato di alta quali-tà. Ricorda che l’idea di fondo che ha mosso l’organizzazione è stata quella di costituire un gruppo che vedeva molte collaborazioni per poter lavora-re alla festa. Si è aperto un percorso che si deve continuare. Don Alberto chiede che alla luce dell’esperienza di quest’anno, si pensi per tempo all’edi-zione del 2016. Rodeghiero nota che proprio per le difficoltà organizzative incontrate, il risultato è sicuramente buono, tuttavia chiede che si discu-ta in Consiglio pastorale la festa del prossimo anno.

Alle ore 21.19 esce Tacchini.3. Si passa alla discussione del terzo pun-

to all’ordine del giorno «settimana del-la comunità 2015».

Moderatrice legge il testo evangelico scelto per la settimana, poi l’Arciprete, dopo aver commentato il brano pro-posto, conferma che per l’intervento iniziale c’è la disponibilità di Franco Nembrini. Si apre la discussione. Don Alberto suggerisce che nella relazione di Nembrini si affronti anche il tema di come tradurre la misericordia nella vita quotidiana. Sottolinea l’inoppor-tunità dell’incontro dei gruppi giova-nili del 6 novembre, perché i gruppi giovanili sarebbero impegnati per tre volte di seguito (23/X, 30/X, 6/X). È piú utile che uno o piú incontri dei grup-pi giovanili si tengano durante l’anno. Arciprete pur con qualche perplessità, concorda sul fatto che ci si possa in-contrare in altra data. Sottolinea in-vece l’importanza della celebrazione dell’8 novembre: sarà il momento di consegna del mandato agli operatori pastorali, ma anche l’inizio dell’anno catechistico. Comparin osserva che,

a suo giudizio, si tratta di una data troppo lontana dall’inizio effettivo del catechismo, fissato per il prossimo 12 ottobre. Sarebbe meglio prevedere una celebrazione o l’11 o il 18 ottobre, pensata specificatamente per il cate-chismo. Arciprete esprime di nuovo la sua perplessità, meglio mantenere la celebrazione unitaria dell’8 novembre.

Infine si predispone il programma de-finitivo degli appuntamenti della setti-mana.

4. Si passa al quarto punto all’ordine del giorno «rinnovo del Consiglio per gli affari economici».

Zacchello con alcune slide illustra le caratteristiche del Consiglio per gli af-fari economici e spiega sulla base del Regolamento quali siano le condizioni di eleggibilità dei componenti da par-te del Consiglio pastorale. Arciprete comunica che le elezioni si terranno nella prossima riunione del Consiglio pastorale parrocchiale.

5. Si passa al quinto punto all’ordine del giorno «calendario parrocchiale 2016».

Arciprete presenta il progetto del pros-simo calendario parrocchiale. Ricorda che, proprio sulla scia della «settimana della comunità 2014», il Consiglio ha già individuato alcune date per le ce-lebrazioni della Comunità e nelle quali non si devono prevedere altre attività. Zacchello presenta infine la struttura del prossimo calendario. Il tema scel-to è quello delle opere di misericordia corporale e spirituale, cosí da ricolle-garsi al prossimo Giubileo della mise-ricordia.

6. Si passa alla discussione del sesto pun-to all’ordine del giorno «calendarizza-zione dei prossimi incontri». Il pros-simo incontro del Consiglio sarà il 23 novembre.

Alle ore 23, dopo la recita di una pre-ghiera e la benedizione, la seduta è tolta.

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L’ANGOLO DEI LIBRIL’ANGOLO DEI LIBRI

Armando SAVINI, Risurrezione. Un viaggio tra fede e scienza, EDB, p. 200, 15 euro

Che cos’è la risurrezione? Esiste un’al-tra vita dopo questa? Cristo è vera-mente risorto? Dove è finito il corpo di Gesú? Risorgeremo anche noi? Che cosa è la vita eterna? Perché la morte? Le leggi che regolano il nostro universo sono il risultato del caso o la realizza-zione di un Disegno intelligente? È piú razionale e scientifico credere oppure non credere all’esistenza di Dio? Con l’aiuto della Sacra Scrittura, del Magi-stero della Chiesa cattolica, dei Padri e Dottori della Chiesa, ma anche delle in-dicazioni offerte da alcuni recenti stu-di scientifici, con il proposito di uscire dagli schemi imposti dalla corrente do-minante del positivismo materialistico, l’autore invita ad esaminare la realtà con occhi nuovi, liberi da ogni pregiu-

dizio, per riscoprire la forza che la ri-surrezione dà alla Fede.

Parole e gesti d’amore, Edizioni Pa-oline, 12,50 euro

Il testo è costruito grazie all’apporto di cinque autori (Tonino Lasconi, Fausto Negri, Tassielli Mariangela, Cecilia Sa-lizzoni e Maria Teresa Panico) e offre a catechisti e animatori input di rifles-sione, attualizzazioni, percorsi ed espe-rienze da vivere con i ragazzi, idee da concretare in gruppo e preghiere. Le opere di misericordia vengono presen-tate e approfondite sono cinque pro-spettive: la Bibbia, l’attualità, la musi-ca, il cinema, il test. Si tratta di un per-corso proposto in otto tappe: si parte dall’icona biblica del buon Samaritano e si attraversano tutte le opere di mise-ricordia, corporali e spirituali.

G.Z. con la collaborazione della Libreria Immacolata

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MARZO - APRILE 2016MARZOVenerdí 4: giornata di astinenza. «24

ore per il Signore». Celebrazio-ni comunitarie della Riconciliazione a san Nicolò. All’Oratorio salesiano ore 20.30 via Crucis.

Sabato 5: a S. Nicolò «24 ore per il Signore», termina alle ore 16.

Domenica 6 – Quarta domeni-ca di Quaresima: Laetare: a San Giacomo ore 16 vespri. Oratorio sa-lesiano - festa dei Ragazzi a Jesolo.

Martedí 8: a San Nicolò ore 20 per-corso francescano.

Mercoledí 9: incontro degli adulti di AC alle ore 20.30 presso Palazzo Bo-schetti.

Venerdí 11: giornata di astinenza. Alle ore 15 a san Giacomo via Crucis; alle ore 20.35 all’Oratorio salesiano via Crucis.

Sabato 12: ore 17.30 incontro fami-glie della V primaria; santa messa a San Giacomo ore 19. All’oratorio salesia-no ore 21.30 adorazione eucaristica per i giovani.

Domenica 13 – Quinta domeni-ca di Quaresima: in Duomo (bat-tistero) ore 12 Battesimo comunita-rio. A San Nicolò ore 10 Battesimo comunitario. A San Giacomo ore 16 vespri.

Giovedí 17: a Santissima Trinità alle ore 20.30: riunione congiunta dei consigli pastorali di San Pietro, Santa Croce e Santissima Trinità.

Venerdí 18: giornata di astinenza. A San Giacomo ore 15 via Crucis. All’O-ratorio salesiano ore 20.30 Via Crucis.

Sabato 19: solennità di san Giu-seppe, sposo della B.V. Maria. Auguri a tutti i papà. All’Oratorio sa-lesiano ritiro A.D.S. – Key Boys.

Domenica 20 – domenica del-le Palme e della Passione del Signore: all’Oratorio salesiano alle ore 10.30 benedizione dell’ulivo; se-gue la processione al Duomo. In Duomo alle ore 16.30 Concerto per il Giubileo: con la Schola cantorum «Santa Cecilia» e il complesso stru-mentale «Città di Schio».

Lunedí 21: Ore 8. A San Giacomo: santa messa di apertura delle Qua-rantore e adorazione eucaristica; chiusura ore 18, seguita dalla santa Messa.

Martedí 22: a San Giacomo adora-zione eucaristica, chiusura ore 18 se-guita dalla santa Messa.

Mercoledí 23: ore 20 - via Crucis cit-tadina con partenza da piazzetta Ga-ribaldi e conclusione nel piazzale della chiesa di San Nicolò.

29

Giovedí 24 – giovedí santo «in coena Domini»: santa Messa in co-ena Domini a Sant’Antonio abate ore 18; in Duomo ore 20.30; nel sottoco-ro adorazione fino alle 24. Termina la raccolta «Un pane per amore di Dio».

Venerdí 25 – venerdí santo «in passione et morte Domini»: giornata di astinenza e digiuno. Inizio triduo pasquale dei giovani. Ore 15 via Crucis (a San Giacomo; ai Salesiani per i ragazzi). In Duomo ore 20.30 ce-lebrazione della Passione del Signore.

Sabato 26 – sabato santo: In Duomo ore 21 solenne veglia pasqua-le; a San Nicolò: veglia pasquale.

Domenica 27 – Pasqua «in re-surrectione Domini: In Duomo alle ore 11: santa messa solenne. In Duomo alle ore 17: chiusura del tri-duo pasquale con la celebrazione so-lenne del vespro.

Lunedí 28 – lunedí dell’Angelo: messe ore 7.30 (S. Nicolò), 8.30 (S. Antonio abate), 8.45 (S. Francesco), 9.30 e 11 (S. Giacomo). Oratorio sa-lesiano: Pasquetta in bicicletta.

Giovedí 31: incontro di preghiera per le rosarianti alle ore 9 nella chiesa di San Giacomo.

APRILEVenerdí 1: A Sant’Antonio abate

giornata di adorazione eucaristica e preghiera per le vocazioni.

Domenica 3 – II domenica di Pasqua «della divina Miseri-cordia»: a San Giacomo ore 16 ve-spri.

Lunedí 4: – solennità dell’an-nunciazione del Signore.

Giovedí 7: alle ore 20.30 presso la sala «Calendoli» primo incontro cul-turale promosso dal Centro di cultu-ra «Card. Elia dalla Costa». Interviene Luigino Bruni.

LECTIO DIVINATutti i giovedí:a San Nicolò ore 20.30 ascolto della Parola.Il terzo giovedí del mese: Effatà.

CONFESSIONI DURANTE LA SETTIMANA SANTALUNEDÍSANTO

9.30 - 12

9.30 - 1215 - 18

MARTEDÍSANTO

9.30 - 12

9.30 - 1215 - 18

MERCOLEDÍSANTO

9.30 - 12

9.30 - 1215 - 18

GIOVEDÍSANTO

15.30 - 18

21.30 - 22.30

15 - 18

VENERDÍSANTO

9 - 1215.30 - 18

9 - 1215 - 18

15.30 - 189 - 1215.30 - 18

15.30 - 18

9.30 - 1215 - 18

SABATOSANTO

9.30 - 1215 - 19

9.30 - 1215 - 18

9.30 - 1215 - 18

SAN GIACOMO

DUOMO

SAN NICOLÒ

SALESIANI

30

ANAGRAFE PARROCCHIALE DAL 15 NOVEMBRE AL 31 DICEMBRE 2015

RINATI NEL BATTESIMO1. Roselyn Annan Asubonteng di William e Cynthia Annobea

(24 gennaio)

2. Giacomo Lionzo di Simone e Paolo Dal Pozzolo (7 febbraio)

RITORNATI AL PADRE1. Alessandro Squillaro (1982), coniugato

2. Radames Bernardelle (1929), coniugato

3. Dorino Dall’Amico (1939), celibe

4. Amalia Sartori (1924), vedova

5. Luigi Barausse (1929), coniugato

6. Teresa Frigerio (1923), vedova

7. Anna Lide Fabris (1923), vedova

8. Marisa Borsato (1939), coniugata

ANNO XXXIX – NUMERO 5 – MARZO 2016Periodico della Parrocchia del Duomo di S. Pietro - SchioRegistrato dal Tribunale di Vicenza il 12 settembre 1978 al n. 375Proprietà di mons. Bruno Stenco, arcipreteDirettore Giuseppe Piazza - Schio, via Milano, 34 - Tel. 0445 521425Atelier Grafico srlComitato di redazione: Gianni Grendene, don Alberto Maschio, Giuseppe Piazza, mons. Bruno Stenco, Giorgio ZacchelloSede della redazione: Canonica di San Pietro apostolo – via C. Cavour, 3 – 36015 Schio (VI) – tel. 0445/521103 - e-mail: [email protected]: realizzazione grafica di Renzo Matino.Per abbonamenti: CCP n° 20562484 - intestato a «Parrocchia San Pietro apostolo» - Causale «Offerta per rinnovo Bollettino anno 2015/2016»

BOLLETTINO DUOMO SAN PIETROin gabbia no abbondanze

0445.52118824 ore su 24

Via Baratto, 24 - Schio - www.cullere.it

La fiducia è un valoreche si conquista nel tempo

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