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QUELLO CHE LE PAROLE NON DICONO QUELLO CHE LE PAROLE NON DICONO Rappresentazioni, stereotipi e...

Date post: 02-May-2015
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QUELLO CHE LE PAROLE NON DICONO QUELLO CHE LE PAROLE NON DICONO Rappresentazioni, stereotipi e condizionamenti nella costruzione dell’identità di genere Prof. Daniele Bruzzone (Università
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QUELLO CHE LE PAROLE NON DICONOQUELLO CHE LE PAROLE NON DICONORappresentazioni, stereotipi e

condizionamenti nella costruzione dell’identità di genere

Prof. Daniele Bruzzone(Università Cattolica)

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Riepilogando: Sesso e Genere

La differenza sessuale è fisiologica e anatomica.La differenza di genere è psicologica e sociale.

La differenza sessuale si basa sul corredo ereditario ed è quindi innata.

La differenza di genere si basa sull’interazione sociale ed è quindi appresa.

Maschi e femmine si nasceUomini e donne si diventa

(cfr. Simone de Beauvoir, Il secondo sesso)

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Il paradosso

• Geneticamente, il sesso “forte” è femminile – La differenziazione della coppia cromosomica XY è

successiva alla dotazione di base XX

• Storicamente, il sesso “forte” è maschile – La supremazia dell’uomo ha relegato per secoli le

donne in uno stato di inferiorità e di subalternità

(cfr. E. Badinter, XY. L’identità maschile, 1992)

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L’esistenza è sempre “sessuata”

• L’identità di genere non coincide semplicemente con l’identità sessuale e non corrisponde in modo univoco ad un orientamento sessuale.

• Accanto al dato naturale di carattere biologico, l’identità si costruisce mediante un processo socio-culturale di carattere biografico .

• Storicamente, a uomini e donne sono stati attribuiti ruoli differenti e complementari, spesso gerarchicamente ordinati.

• Le società definiscono e trasmettono i ruoli tradizionali fin dall’infanzia, mediante l’educazione (prerogative e censure).

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Natura o cultura:?la diversità arbitraria

Margaret Mead, Sesso e temperamento (1933) Pierre Bourdieu, Il dominio maschile

(1998)

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• Nella misura in cui i ruoli sono concepiti come rigidi e impersonali, diventano inautentici.

• Le definizioni convenzionali delle appartenenze di genere permeano il linguaggio corrente e condizionano le relazioni alimentando talvolta pregiudizi e discriminazioni.

• Le trasformazioni nella coscienza di genere (es. emancipazione femminile) hanno rimesso in discussione le categorie con cui uomini e donne si pensano e si rapportano.

• Gli stereotipi di genere sono tuttavia presenti nel senso comune e popolano l’immaginario collettivo, amplificato dai media.

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Il “maschile”

Il “femminile

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Il corpo delle donne

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Il corpo degli uomini

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Le “competenze” degli uomini

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Le “competenze” delle donne

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Emancipazione e sensi di colpa

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I “contro-stereotipi”

“Yentl” (USA, 1983)

“Mrs Doubtfire” (USA, 1993)

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“Il diavolo veste Prada” (USA, 2006)

Appropriazioni…

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…e ri-appropriazioni

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L’IDENTITÀ È COMPOSITA

“…quegli io di cui noi siamo composti

e che sono sovrapposti gli uni agli altri come una

pila di piatti in mano a un cameriere…”

(V. Woolf, Orlando, 1928)

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L’altro è

DENTRO di noi

“Dato che l’Anima è un archetipo che si riscontra nell’uomo, è da presumere che nella donna sia presente un fattore equivalente; giacché come l’uomo è compensato dall’elemento femminile, così lo è la donna da quello maschile. La donna è compensata dall’elemento maschile, perciò il suo inconscio è accordato, per così dire, in chiave maschile…Come l’Anima corrisponde all’Eros materno, così l’Animus corrisponde al Logos paterno…E come l’Anima presta alla coscienza maschile relazione e connessione, così Animus presta alla coscienza femminile riflessività, ponderatezza e conoscenza di sé.”

(C.G. Jung, La struttura della psiche, 1951)

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I codici affettivi

PaternoMaterno

Franco Fornari

Gustavo Pietropolli Charmet

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LAVORI IN CORSO

Francia, 2011

Belgio, Francia, 1997

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1. Quali MESSAGGI EDUCATIVI ho

ricevuto da bambino/a rispetto alla mia identità di genere? Quali vincoli,

quali censure, quali condizionamenti?

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2. Mi è capitato, allora o in seguito, di sentirmi "imbrigliato" in uno STEREOTIPO DI GENERE?

Quando, ad esempio, ho sentito che le aspettative degli altri mi andavano strette?

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3. Ho incontrato nella mia storia formativa ESEMPI DI PERSONE che interpretavano la propria

appartenenza di genere in modo meno stereotipato, più

autonomo e più creativo?

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4. Riconosco in me un LATO ”FEMMINILE”

(se sono un uomo) o un LATO ”MASCHILE” (se sono una donna)? In che

cosa consiste?

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5. In quali situazioni questa "alterità" in me tende a manifestarsi? Penso

che sia una RISORSA o un OSTACOLO nel rapporto con gli altri

del mio stesso sesso o di sesso diverso?

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LA NOSTALGIA DELL’ALTROIl “dialogo” incomincia da se

stessi

“Anticamente la nostra natura non era quella di oggi. I generi non erano tre o due, come ora, maschio e femmina, ma ce n’era uno che partecipava di entrambi… un androgino… la forma di questo essere era sferica, e aveva quattro mani e quattro gambe… Giove decise di tagliarlo a metà… da tempo perciò è connaturato agli esseri umani l’amore reciproco, per questo ognuno è sempre alla ricerca della propria metà, sia essa uomo o donna, indipendentemente dal proprio sesso, per ricostituire l’intero iniziale… Per questo diciamo che ognuno cerca la propria metà… La causa della nostra ricerca è che un tempo eravamo interi, e al desiderio e al perseguimento dell’intero noi diamo nome amore.”

(Platone, Il Simposio)


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