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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO Case … · Il Tg di ItaliaOggi Per vedere il Tg di...

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TRASPORTI Mosca privatizza le sue ferrovie Brenta a pag. 11 ARTE E VANDALI Incubo graffitari a Berlino Giardina a pag. 12 MERCATI Gli elicotteri russi entrano in borsa servizio a pag. 11 QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Il Tg di ItaliaOggi Per vedere il Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. Info su: www.italiaoggi.it/QRcode Mineconomia - Moneta elettronica, dieci anni di tempo per chiedere il rim- borso Ciccia a pag. 26 Enti locali - Disco ros- so all’indebitamento per pagare il conferimento di incarichi Paladino a pag. 31 Geometri - Addio alla carta in edi- lizia: le pratiche amministrative viaggeranno via web Galli a pag. 32 Documenti/1 - Case fanta- sma, la circolare del Territo- rio sulle maxi-sanzioni Documenti/2 - Iva e frodi, la sentenza del- la Cassazione Documenti/3 - Mutui per conferire incarichi, la delibera della Corte conti www.italiaoggi.it Maxi-sanzioni a partire da domani per i proprietari delle case fantasma. Scattano, infatti, sanzioni quadruplicate in caso di inadempimento degli obblighi dichiarativi degli immobili e delle varia- zioni di consistenza e di destinazione degli stessi, se la violazione è commessa a partire da tale data (è esclusa la re- troattività). Con una circolare l’Agenzia del territorio è intervenuta al fotofinish per definire la disciplina sanzionatoria prevista per l’inadempimento degli ob- blighi dichiarativi, dei fabbricati non censiti in catasto o che hanno perduto determinati requisiti. Raffica di istanze per disapplicare la conciliazione presentate dai legali alla prima udienza utile Mediazione, avvocati obiettori Raffica di istanze di disapplicazione preconfezionate. Questa l’ultima strategia adottata dall’Avvocatura per fronteggiare l’ob- bligatorietà della mediaconciliazione. La battaglia si combatte così, anche nelle aule dei tribunali. L’iniziativa rilanciata dall’Oua (Organismo unitario dell’avvocatura) porta la firma dell’Ordine degli avvocati di Firenze che ha predisposto un modello di istan- za di disapplicazione dell’art. 5, comma 1 del dlgs 28/2010, da utilizzare nei procedimenti giudiziari instaurati senza il previo esperimento del tentativo di conciliazione. Irrera a pag. 25 fr l M in L’ex deputato Pci è diventato pre- sidente provinciale dell’Associa- zione dei partigiani. Si dichiara resistente combattente, anche se la Resistenza è finita 82 anni fa e lui, oggi, ha 76 anni. Gira come una trottola fra cippi e lapidi. Va nel- le scuole a dire che «la resistenza ha fatto nascere la democrazia». Non certo per merito suo, però. Gli adulti che lo ascoltano sanno che lui, fino a tutti gli anni 80, guidava le delegazioni locali a ce- lebrare il gemellaggio con Erfurt, una città della lugubre Germania orientale che gemeva sotto la ditta- tura comunista di Honecker, da lui (allora?) considerata un esempio. Come può dire che lui, nel 1945, sognava la democrazia? DIRITTO & ROVESCIO IL Giornale dei professionisti * * * Case fantasma da paura Sanzioni quadruplicate da domani per chi non ha provveduto alla regolarizzazione degli immobili. Ma non in modo retroattivo Poggiani a pagina 29 UN’ALTRA BOTTA DA CASINI Il Fli di Fini è stato lasciato a piedi dall’Udc che si è alleata con il Pdl Calitri a pag. 7 l l d l l ll d l Shock a Bologna, l’architetto rosso per eccellenza, il comuni- sta della prima ora Pier Luigi Cervellati, passa alla Lega. Una vita nell’urbanistica, non è con- vinto dalla nouvelle vague della sinistra. E così, a 74 anni, l’ar- chitetto s’è stufato e poiché l’ur- banistica è allo sfascio bisogna trarne le conseguenze, nessuno sconto al Pd, alle prossime ele- zioni amministrative a Bologna è meglio votare Lega e il suo candidato-sindaco, Manes Ber- nardini. A vuoto i tentativi per riportarlo sulla vecchia strada rossa. Lui risponde così: la mia è una battaglia pro-Bologna e se c’è chi presta attenzione ai problemi del comune con i fatti e non a parole va aiutato. Ponziano a pagina 8 C’è una bomba atomica politica a Bologna Il più noto architetto Pci passa alla Lega h N G c g le u o tu (a C s DAL 2 MAGGIO Su Class Tv Msnbc il meglio di film, fiction e sport Giura a pag. 13 e in più IL SETTIMANALE DEGLI OPERATORI DELL’AGRICOLTURA da pag. 19 da pa 19 1 • Nuova serie - Anno 20 - Numero 102 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 30 Aprile 2011 * con guida «La cedolare secca sulle locazioni e le altre novità del federalismo» a € 5,00 in più; con guida «Acquisizioni e fusioni in Cina» a € 6,80 in più; con guida «Manuale iscale - Iva» a € 9,90 in più; con guida «I Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture» a € 7,90 in più; con guida «La riforma dell’Iva» a € 6,00 in più; con guida «Manuale Fiscale - Imposte sui redditi, Reddito d’impresa, Irap» a 9,90 in più; con «Manuale Lavoro - Rapporto di lavoro, previdenza, isco» a 9,90 in più; con guida «Modello 730 e Unico 2011» a 6,00 in più www.smallbusiness.intesasanpaolo.com LUNEDÌ CON IO7 € 2,50 Domenica 1 Maggio 2011 NELL’INSERTO, LA DISCIPLINA FISCALE DEL TRUST www.italiaoggi.it Sette IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE MLT empo scaduto. Il 30 aprile si sono chiusi i termini, più volte proroga- ti, per la regolarizzazione dei fabbrica- ti fantasma. Difficile dire con precisio- ne quanti dei due milioni di immobili identificati dall’Agenzia del territorio attraverso le rilevazioni aerofotogram- metriche siano stati denunciati dai le- gittimi proprietari. Il direttore Laura Alemanno, nell’intervista a ItaliaOggi, parla di uffici affollati e call center sot- to pressione. Si può stimare che almeno la metà di coloro che sapevano di avere un immobile irregolare abbia approfit- tato dell’opportunità e si sia autode- nunciato, anche per evitare un futuro accertamento che sarebbe costato de- cisamente più caro (come dimostra la circolare sulle sanzioni diffusa nella serata del 29 aprile). Tra l’altro sono numerosi i casi in cui l’accatastamento è costato pochi spic- Case fantasma a rapporto IN EVIDENZA Primo piano -Piccole e medie imprese affossate dai costi non palesi dei c/c bancari e dagli estratti conto poco chiari Fisco/1 -Interessi passivi al giro di boa: la perdita della franchigia costa cara ai contri- buenti Ires Fisco/2 -Unico 2011: il quadro Rv fa da spia ai disallinea- menti IN EDICOLA IL MANUALE LAVORO RAPPORTO DI LAVORO, PREVIDENZA, FISCO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
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Page 1: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO Case … · Il Tg di ItaliaOggi Per vedere il Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. ... DCB Milano - Sabato 30 Aprile

TRASPORTIMosca privatizza le sue ferrovieBrenta a pag. 11

ARTE E VANDALIIncubo graffitari a BerlinoGiardina a pag. 12

MERCATIGli elicotteri russi entrano in borsaservizio a pag. 11

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

Il Tg di ItaliaOggiPer vedereil Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. Info su:

www.italiaoggi.it/QRcode

Mineconomia - Moneta elettronica, dieci anni di tempo per chiedere il rim-borso

Ciccia a pag. 26

Enti locali - Disco ros-so all’indebitamento per pagare il conferimento di incarichi

Paladino a pag. 31

Geometri - Addio alla carta in edi-lizia: le pratiche amministrat ive viaggeranno via web

Galli a pag. 32

Documenti/1 - Case fanta-sma, la circolare del Territo-rio sulle maxi-sanzioni

Documenti/2 - Iva e frodi, la sentenza del-la Cassazione

Document i /3 - Mutui per conferire

incarichi, la delibera della Corte conti

www.italiaoggi.it

Maxi-sanzioni a partire da domani per i proprietari delle case fantasma. Scattano, infatti, sanzioni quadruplicate in caso di inadempimento degli obblighi dichiarativi degli immobili e delle varia-zioni di consistenza e di destinazione degli stessi, se la violazione è commessa a partire da tale data (è esclusa la re-troattività). Con una circolare l’Agenzia del territorio è intervenuta al fotofi nish per defi nire la disciplina sanzionatoria prevista per l’inadempimento degli ob-blighi dichiarativi, dei fabbricati non censiti in catasto o che hanno perduto determinati requisiti.

Raffica di istanze per disapplicare la conciliazione presentate dai legali alla prima udienza utile

Mediazione, avvocati obiettoriRaffi ca di istanze di disapplicazione preconfezionate. Questa

l’ultima strategia adottata dall’Avvocatura per fronteggiare l’ob-bligatorietà della mediaconciliazione. La battaglia si combatte così, anche nelle aule dei tribunali. L’iniziativa rilanciata dall’Oua (Organismo unitario dell’avvocatura) porta la fi rma dell’Ordine degli avvocati di Firenze che ha predisposto un modello di istan-za di disapplicazione dell’art. 5, comma 1 del dlgs 28/2010, da utilizzare nei procedimenti giudiziari instaurati senza il previo esperimento del tentativo di conciliazione.

Irrera a pag. 25

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Min

L’ex deputato Pci è diventato pre-sidente provinciale dell’Associa-zione dei partigiani. Si dichiara resistente combattente, anche se la Resistenza è fi nita 82 anni fa e lui, oggi, ha 76 anni. Gira come una trottola fra cippi e lapidi. Va nel-le scuole a dire che «la resistenza ha fatto nascere la democrazia». Non certo per merito suo, però. Gli adulti che lo ascoltano sanno che lui, fino a tutti gli anni 80, guidava le delegazioni locali a ce-lebrare il gemellaggio con Erfurt, una città della lugubre Germania orientale che gemeva sotto la ditta-tura comunista di Honecker, da lui (allora?) considerata un esempio. Come può dire che lui, nel 1945, sognava la democrazia?

DIRITTO & ROVESCIO

IL Giornale dei

professionisti* * *

Case fantasma da pauraSanzioni quadruplicate da domani per chi non ha provveduto alla regolarizzazione degli immobili. Ma non in modo retroattivo

Poggiani a pagina 29

UN’ALTRA BOTTA DA CASINI

Il Fli di Fini è statolasciato a piedi

dall’Udc che si èalleata con il Pdl

Calitri a pag. 7

l l d l l ll d l

Shock a Bologna, l’architetto rosso per eccellenza, il comuni-sta della prima ora Pier Luigi Cervellati, passa alla Lega. Una vita nell’urbanistica, non è con-vinto dalla nouvelle vague della sinistra. E così, a 74 anni, l’ar-chitetto s’è stufato e poiché l’ur-banistica è allo sfascio bisogna trarne le conseguenze, nessuno sconto al Pd, alle prossime ele-zioni amministrative a Bologna è meglio votare Lega e il suo candidato-sindaco, Manes Ber-nardini. A vuoto i tentativi per riportarlo sulla vecchia strada rossa. Lui risponde così: la mia è una battaglia pro-Bologna e se c’è chi presta attenzione ai problemi del comune con i fatti e non a parole va aiutato.

Ponziano a pagina 8

C’è una bomba atomica politica a BolognaIl più noto architetto Pci passa alla Lega

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DAL 2 MAGGIO

Su Class Tv Msnbc il

meglio di film, fiction e sport

Giura a pag. 13

e in più IL SETTIMANALE DEGLI OPERATORI DELL’AGRICOLTURAdapag.19

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• Nuova serie - Anno 20 - Numero 102 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 30 Aprile 2011 •

* con guida «La cedolare secca sulle locazioni e le altre novità del federalismo» a € 5,00 in più; con guida «Acquisizioni e fusioni in Cina» a € 6,80 in più; con guida «Manuale i scale - Iva» a € 9,90 in più; con guida «I Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture» a € 7,90 in più; con guida «La riforma dell’Iva» a € 6,00 in più;con guida «Manuale Fiscale - Imposte sui redditi, Reddito d’impresa, Irap» a € 9,90 in più; con «Manuale Lavoro - Rapporto di lavoro, previdenza, i sco» a € 9,90 in più; con guida «Modello 730 e Unico 2011» a €6,00 in più

www.smallbusiness.intesasanpaolo.com

LUNEDÌ CON IO7

€ 2,50 Domenica 1 Maggio 2011

NELL’INSERTO, LA DISCIPLINA FISCALE DEL TRUST

www.italiaoggi.it

SetteIL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE

DI MARINO LONGONI

Tempo scaduto. Il 30 aprile si sono chiusi i termini, più volte proroga-

ti, per la regolarizzazione dei fabbrica-ti fantasma. Difficile dire con precisio-ne quanti dei due milioni di immobili identificati dall’Agenzia del territorio attraverso le rilevazioni aerofotogram-metriche siano stati denunciati dai le-gittimi proprietari. Il direttore Laura Alemanno, nell’intervista a ItaliaOggi, parla di uffici affollati e call center sot-to pressione. Si può stimare che almeno la metà di coloro che sapevano di avere un immobile irregolare abbia approfit-tato dell’opportunità e si sia autode-nunciato, anche per evitare un futuro accertamento che sarebbe costato de-cisamente più caro (come dimostra la circolare sulle sanzioni diffusa nella serata del 29 aprile).Tra l’altro sono numerosi i casi in cui l’accatastamento è costato pochi spic-

Case fantasma a rapporto

IN EV IDENZA

* * *

Primo piano - Piccole e medie imprese affossate dai costi non palesi dei c/c bancari e dagli estratti conto poco chiari

Fisco/1 - Interessi passivi al giro di boa: la perdita della

franchigia costa cara ai contri-buenti Ires

Fisco/2 - Unico 2011: il quadro

Rv fa da spia ai disallinea-menti

IN EDICOLAIL MANUALE LAVORORAPPORTO DI LAVORO, PREVIDENZA,FISCO

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2 Sabato 30 Aprile 2011

Nei prossimi giorni si saprà se Silvio Berlu-sconi e Umber-

to Bossi saranno in grado di trovare «la quadra» per uscire dal vicolo cieco della contrapposizione sulla politica estera. D’altra parte ai suoi tempi Massimo D’Alema aveva inventato la formula piuttosto paradossale della «difesa at-tiva» per gabellare come operazione di salvaguardia del territorio nazionale ita-liano i bombardamenti sull’ambasciata russa a Belgrado. La Lega difficilmente si farà strumentalizzare dalle manovre delle opposizioni, che per parte loro han-no problemi a sostenere una mozione leghista che contraddirebbe alle loro precedenti asserzio-ni sulla guerra in Libia. Inoltre è evidente che dal Quirinale, che si è assun-to di fatto una responsa-bilità politica nel sostenere l’azione del governo, si vede come il fumo negli occhi l’ipotesi di una crisi di governo proprio su una questione di difesa, che indiret-tamente mette in discussione lo stesso operato di Giorgio Napoletano come capo delle Forze armate.

In ogni caso, però, anche se in qual-che modo si eviteranno conseguenze devastanti sul governo, è evidente che il carattere dell’alleanza tra Popolo del-la libertà e Lega non sarà più quello di prima. Berlusconi non si è reso conto che anche la Lega comincia a guardarsi in giro, alla ricerca di un nuovo equilibrio da

realizzare quando sarà terminata la legislatura e che in quell’orizzonte il ruolo dell’attuale pre-

mier non è più dominante. Guardando più in profondità, forse, si può pensare che sia proprio il successo dell’operazio-ne berlusconiana di «nazionalizzazione» della Lega, che ha assunto nella sua or-mai lunga responsabilità di governo una visione assai meno localistica di quella delle origini ruspanti, a creare le diffi -coltà odierne. Per un partito puramente o almeno prevalentemente territoriale, la politica estera è un campo estraneo, sul quale può piantare qualche bandieri-

na propagandistica, ma che non può occupare stabilmente, perché le relazioni internazionali sono espressione dell’in-teresse nazionale. La Lega anche in passato ha condotto campagne

contro la politica estera di Berlusco-ni, dalla questione dell’adesione turca all’Unione europea all’adesione alle iniziative militari della Nato nella pe-nisola balcanica. Allora però la Lega non puntava a rappresentare meglio dei grandi partiti a base nazionale l’in-teresse dell’Italia. Oggi invece è in grado di farlo, persino di presentarsi come la forza più «patriottica» che non intende subire angherie dalla Francia o ordini dall’America, e in questo non c’è solo un intento elettoralistico ma il segno di una mutazione.

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IL PUNTO

L’alleanza tra Berlusconie Bossi non sarà più la stessa

DI SERGIO SOAVE

e l’azione del

ncsrstLh

contro la politi

Ora la Lega comincia

a guardarsi in giro

Il segretario del-la Lega, Umberto Bossi, dispone di un partito personale

come nessuno l’ha mai avuto in quest’ul-timo dopoguerra, nemmeno Berlusconi. Bisogna tornare al Pci di Palmiro To-gliatti per incontrare qualcosa di simile. Perciò, quando Bossi decide di fare qual-cosa non ha bisogno di consultarsi con i suoi colonnelli perché sa già che tutti lo seguiranno senza fiatare. Questo non è un vantaggio da poco per il leader di un partito. Ma Bossi, di vantaggi, ce ne ha anche un altro. In aggiunta a que-sta rendita di posizione, infatti, sa anche dove vuole andare.

L’ultimo esempio della sua fulminea capacità di leggere i fatti politici e di capire immediatamente le opportunità da utiliz-zare a vantaggio del suo partito, riguarda i bom-bardamenti in Libia che Berlusconi ha improvvisamente accettato di fare, dopo che, per settimane, aveva detto, in tutte le occasioni, che non li avrebbe mai consentiti.

Bossi allora è sbottato e ha detto che non ci stava a questa improvvisa e, se-condo lui, anche immotivata inversione a U. Mentre le opposizioni (che, al riguardo, non sanno che dire, perché, sulle bombe sulla Libia, non possono permettersi di smentire il presidente della Repubblica, che si è detto favorevole) cominciavano a rallegrarsi perché, secondo loro, stava arrivando il redde rationem fra i due par-

titi della maggioranza, la Lega ha cessato le ostilità con il Cavaliere, pur otte-nendo le scuse da Berlu-

sconi che infatti ha dovuto fare pubblica-mente ammettendo che ha commesso un errore a non informare preventivamente Bossi sulle decisioni che stava prendendo. E mentre tutti si apprestavano a chiude-re l’incidente, Bossi, ha improvvisamente, ribaltato la situazione, riaprendo la que-relle con il Cav e dicendo: «Può capitare di tutto». E per far capire che è intenziona-to a tenere sulla corda Berlusconi, Bossi, interpellato dai cronisti sulle previsioni relative alle imminenti elezioni comunali

a Milano, ha detto: «A Mi-lano corre Berlusconi. Se perde, perde lui». Come dire, se Berlusconi vuol andare per conto suo, noi lo appoggiamo (senza en-tusiasmo, sia ben chiaro) ma poi le conseguenze

politiche delle sue scelte sono solo sue. E tutti sanno che le elezioni comunali a Milano saranno cruciali, non solo per la tenuta del governo, ma anche per il futuro politico personale di Berlusconi. E se la Moratti non riuscirà a farcela al primo turno, sarà molto diffi cile che rie-sca a vincere al successivo ballottaggio perché, in questa seconda tornata, avrà contro tutti gli altri.

La sintesi di tutto questo? Bossi ha avvisato Berlusconi che lui, essendo un osso duro e disponendo di un partito che raccoglie voti, non è Gianfranco Fini.

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Berlusconi politiche delle

Appena trovaun varco

ci si infi la subito

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Umberto Bossi si confermacome il politico più politico

PUNIL PUNTO

I C O M M E N T I

DI PIERRE DE NOLAC

Vittorio Sgarbi dà l’ulti-matum al ministro per i beni e le attività culturali Giancarlo Galan: entro il 5 maggio vuole una risposta uffi ciale, e positiva, sulla sua richiesta di diventare soprintendente per il polo museale di Venezia. La data non è stata scelta a caso: proprio giovedì pros-simo nella sede ministeria-le di via del Collegio Ro-mano è in programma la conferenza stampa dedica-ta al Padiglione Italia del-la Biennale veneziana, che ha fame di spazi espositivi. E se non verrà soddisfatto, sarà guerra aperta: Sgar-bi ha già parlato di Galan in termini negativi, rim-piangendo Sandro Bondi, spiegando di avere avuto incontri con il premier Sil-vio Berlusconi ed il sotto-segretario alla presidenza del consiglio Gianni Let-ta: «Quella del Padiglione Italia, è una questione che riguarda il governo». Due in sostanza le alternative percorribili secondo Sgar-

bi: «Che mi restituiscano la soprintendenza, per la qua-le avevo più titoli di tutti, o almeno che mi assicurino la disponibilità degli spazi

che mi aveva garantito il presidente della Biennale Paolo Baratta». Dal mini-stero, rivela il critico, «mi era stato offerto, prima che venisse bocciata la mia no-mina a Venezia, un ruolo di consigliere del ministro

per tutti i musei. Sarebbe stato un compito ben paga-to, che mi avrebbe risarcito di tutti mesi passati alla guida della soprintenden-za a lavorare senza che mi fosse pagato nemmeno un soldo. Io però ho rifi uta-to, non voglio fare il con-sigliere, voglio un ruolo operativo. A Galan avevo chiesto piuttosto di rino-minarmi alla soprinten-denza. Lui mi aveva dato la parola, poi invece non lo ha fatto. È così che è cominciata la guerra: io non mollo, Galan dovrà pagare la mancanza di parola. E vediamo come va a finire. Non voglio avere niente a che fare con lui». Insomma, con-clude Sgarbi, «mi ridiano il posto di soprintenden-te di Venezia come è mio buon diritto o trovino una

soluzione che mi metta nelle stesse condizioni. Ho chiesto a Muti, Tornatore, Ozpetek, Arbasino e tanti altri di segnalarmi gli ar-tisti e ora non ho gli spazi per esporli».

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IL CASO DEL GIORNO

Sgarbi contro il ministro GalanSu Venezia ora il gioco si fa duro

DI MARCO BERTONCINI

Questo fi ne settimana Sil-vio Berlusconi l’indirizzerà soprattutto all’intricata que-stione della Lega. Spera di sistemare una faccenda che gli è sfuggita di mano, soprat-tutto per un errore iniziale di valutazione. Ritenuto che Umberto Bossi, dopo scontati mugugni, gli avrebbe dato il necessario via libera, il Cav si è precipitato a seguire consi-gli e spinte e condizionamenti esterni: dal presidente ame-ricano, ai vertici dei ribelli li-bici, da Cameron, a Sarkozy. Probabilmente aveva pure pensato che l’aiuto di Giorgio Napolitano (arrivato poi in maniera che si potrebbe per-fi no defi nire amicale) avrebbe placato i dubbi leghisti.

È andata storta, perché Bossi non poteva rinnegare posizioni da lui costante-mente assunte. Non solo: sul piano dei rapporti, si è sentito offeso nella propria «dignità» (parola più volte circolata). Il presidente del Consiglio am-mette l’errore, ma a posteriori, sicché la vicenda continua ad annerire il futuro immediato

del governo.È probabile che il prezzo

da pagare sia, alla fi ne, addi-rittura esoso. Una previsione diffusa riguarda il metodo, che ricorda quello dell’alta velocità. Spieghiamoci. Come per consentire il passaggio della linea dell’alta veloci-tà fra Milano e Roma molti Comuni chiedevano un asilo nido, una piscina, la sistema-zione di strade comunali, così per chiudere la partita libica la Lega otterrebbe altre pre-stazioni estranee all’oggetto, cominciando da sostanziosi incarichi legati alle ammi-nistrative milanesi (sempre che il centro-destra, o meglio il Cav in prima persona, le vinca).

I leghisti, purtroppo per Berlusconi, mettono insieme tre spinose questioni: l’arrivo di migranti; i costi della guer-ra; l’assalto a Tremonti. A tutt’e tre il Cav dovrà fornire risposte e soddisfazioni, im-possibilitato però a far marcia indietro. E perfi no, forse, sa-rebbe in diffi coltà a garantire di non fare altri passi avanti nel confl itto.

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LA NOTA POLITICA

La Lega ha il complessodell’Alta velocità

Vittorio Sgarbi

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3Sabato 30 Aprile 2011Sabato 30 ApP R I M O P I A N O

Come molti osservatori avevano pronosticato gli avversari nelle urne del Nord sono Pdl e Lega

La sfida è sulla Libia, ma non soloNiente pace fra Bossi e Berlusconi. Veltroni: verifi ca nel Pd

DI FRANCO ADRIANO

Guardano ai toni alti della politica estera ma con un occhio alle vicende meneghine.

Come molti osservatori hanno pronosticato la vera sfida elet-torale al Nord è fra il Pdl e la Lega e non tanto con il centro-sinistra. «Se a Milano il centro-destra perde è colpa del Pdl», ha messo le mani avanti Umberto Bossi. Un atteggiamento che in termini di consenso sempra pagare, a giudicare dai primi sondaggi post crisi della mag-gioranza (divulgati ieri sera dal Tg di Enrico Mentana su La7) il Pdl è in calo mentre la Lega dopo mesi di stallo ricomincia a salire. Si spiegherebbero così i continui stop and go degli espo-nenti leghisti sull’affaire Libia la cui sintesi è nelle parole di Bossi: la Lega non farà saltare il governo sulla missione in Li-bia, ma se Silvio Berlusconi non cambierà posizione «po-trebbe capitare di tutto». Un braccio di ferro fondamentale per la Lega: i bombardamenti in Libia possono rinfocolare i

temi della sicurezza e dell’im-migrazione carissimi all’eletto-rato leghista. Ed anche quello dei conti pubblici, se qualcuno volesse continuare a vedere un ruolo attivo del ministro dell’Economia, Giulio Tre-monti: infilarsi in una guerra può costare parecchio e l’Italia non sembra essere nelle condi-zioni di permetterselo. «I bom-bardamenti in Libia significhe-

ranno più tasse per gli italiani», ha infatti attaccato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Il ministro alla Semplificazio-ne, Roberto Calderoli ,dice di non vedere «vie d’uscita» e rivendica mani libere nel voto parlamentare sulla missione da parte della Lega: «La politica estera è una cosa», ha spiega-to, «la missione in Libia un’al-tra, così come non fa parte del

programma elettorale. Non ci sentiamo legati al programma su questo, anche perché non se ne era mai parlato». Berlusconi ha trovato una forte sponda nel Quirinale sulla politica estera, ma sa che (sempre per restare al parallelo con il voto ammini-strativo) a Milano si gioca tutto e lì la Lega Nord non sta certo dimostrando entusiasmo per la candidata Letizia Morat-ti. Intanto, si prepara la sfida in parlamento (sulla Libia). La maggioranza ragiona sulla possibilità di presentare una mozione da sottoporre al voto dell’aula. Il Pd ha depositato la propria mozione favorevole alla linea scelta da Berlusconi che è quella del presidente Giorgio Napolitano e che, nelle inten-zioni dei democratici, ha lo sco-po di rendere palesi le divisioni nella maggioranza. «Abbiamo presentato una mozione per verificare la linea del governo in politica estera», dice il capo-gruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini, «visto che il mi-nistro dell’Interno e uno dei due partiti di maggioranza dicono di non condividerla. Un voto del

parlamento è più che naturale». Il punto è che a sorpresa, ieri, è giunta anche la richiesta di ve-rifica all’interno del Pd da parte dell’ex segretario Walter Vel-troni. Il Pd deve «coinvolgere di più» personaggi come Nicola Zingaretti, Matteo Renzi e Sergio Chiamparino, ha det-to significativamente Veltroni. «Io non so cosa succederà nei prossimi mesi, so solo che sarà importante che nel futuro pros-simo siano coinvolti sempre di più nel progetto del Pd tutte quelle persone di qualità che potrebbero dare una mano al partito e che, indiscutibilmente, giocheranno una partita impor-tante per il domani del Pd».

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DI CESARE MAFFI

La vicenda dei posti di sottosegretario (e di viceministro?) da assegnare ai “respon-

sabili” procede sempre più grottesca. La reazione del presidente della Repubblica all’annuncio delle prossime nomine, esternatagli da Sil-vio Berlusconi, dev’essere stata quella che Giovannino Guareschi indicava come ri-chiesta da Peppone all’arrivo del vescovo: dignitosa indiffe-renza. Altri hanno parlato di freddezza. Entusiasmo, certo, non dev’esserci stato, per una faccenda che squalifi ca la clas-se politica, quasi che il livello di stima generale per governo, parlamento e politici in genere non fosse già sotto lo zero.

I continui rinvii, oltre a de-terminare un’effervescenza incessante in tutti gl’inte-ressati, ciascuno col proprio obiettivo (un Calearo Ciman, per fare un esempio, si senti-rebbe umiliato di fronte a una semplice poltrona di sottose-gretario, e addirittura sembra soffrire per un posto di vice-ministro), trascinano la vi-cenda in un gorgo che rischia di gettare il ridicolo su tutti i personaggi. La recita in cui si affastellano è di un teatrino

della politica che, spiace per il Cav, mai si era visto in tali dimensioni nell’aborrita pri-ma repubblica.

Un segnale forse poco capta-to fuori degli addetti ai lavori è arrivato col voto di Monteci-torio sulla risoluzione del do-cumento di economia e fi nanza 2011. Se gli assenti fra i de-putati di opposizione fossero stati la metà di quelli che non si sono visti al momento del voto, la risoluzione di maggio-ranza sarebbe stata bocciata, il governo messo in minoranza e il documento impallinato. Si conferma, dunque, che le oppo-sizioni sarebbero in grado d’in-guaiare il cammino parlamen-tare del centro-destra, solo che lo volessero. Siccome, invece, procedono autonomamente, disordinatamente, disorgani-camente, scoordinatamente, la maggioranza va avanti senza problemi e senza traumi. I voti dei “responsabili” vanno, tut-tavia, egualmente tenuti da conto. Infatti, il giorno in cui le opposizioni si svegliassero, sarebbero dolori. Ecco perché Berlusconi vorrebbe chiudere almeno il primo tempo di que-sta sfi brante e avvilente vicen-da, procedendo a un parziale saldo della campagna acquisti avviata dall’autunno scorso.

© Riproduzione riservata

La porta stretta del governo Berlusconi

I responsabilisono un peso

DI ISHMAEL

A proposito dell’esplosivo, alcuni candelotti di dinamite e una mic-cia per farli brillare, che Massimo Ciancimino ha fatto trovare nel

giardino di casa sua, a Palermo, sostenen-do che gli era stato recapitato dai mam-masantissima «a scopo di minaccia», affinché il figlio di Don Vito Ciancimino la smettesse una buona volta di confidare a magistrati e gazzettieri il contenuto (an-tiberlusconiano, per lo più) dei papelli e contropapelli paterni, ci sono due scuole di pensiero persino all’in-terno della stessa procura palermitana: che abbia rac-contato puramente e sem-plicemente una balla o che sia più o meno (non proprio ma all’incirca, o così si spe-ra) come la racconta lui, da bidonista conclamato. Già icona e superstar dell’antimafia, oggi primo pataccaro d’Italia e per di più dietro le sbarre per falso e calunnia e copia-e-in-colla, a dimostrazione che la vita è davvero una giostra, il giovane Ciancimino non ha più molti fan, come Gheddafi e Muba-rak e Ben Alì dopo la caduta. Gli resta il sostegno (questo sì) del Fatto quotidiano. Ma è come dire nessun sostegno: il Fatto quotidiano, che di solito non ha nessuna simpatia per chi sta in galera, visto che a suo modo di vedere in galera ci va soltanto

chi se lo merita, e non c’è rischio d’errori giudiziari, e anzi molti che meriterebbero la galera (come Berlusconi, per non fare nomi ma soltanto cognomi) la fanno invece franca, be’, il Fatto quotidiano che chiede la scarcerazione di qualcuno, sia pure di questa Madonna Ciccone o Mick Jagger del pentitismo, fa un po’ ridere. È come se

un piromane s’arruolasse d’improvviso nel corpo dei pompieri. Normalmente, poi, il Fatto è uno di quei giornali che fiutano ovun-que complotti. Se Berlusco-ni, sempre per non far nomi, sostenesse (poniamo) che nel cortile (anzi nel parco, praticamente il Mato Gros-so, o forse la Foresta Nera) di Arcore c’è dell’esplosivo che gli è stato spedito per posta da qualche cellula giustizialista clandestina ostile a qualsivoglia ri-forma della giustizia, non esiterebbero un istante a sostenere che l’esplosivo è roba sua, del Cavaliere, e

che lui intendeva usarlo in un attentato, presumibilmente contro Ilda Boccassini, o forse addirittura contro Massimo Cian-cimino. Vedrete, anzi, che tra poco Marco Travaglio o Vauro o Michele Santoro lasceranno intendere, qui un ammiccamen-to, là una vignetta, poi un postino pentito, che quasi certamente è stato il Cavaliere, conoscendolo, a spedire l’esplosivo per rac-comandata al figlio di Don Vito.

© Riproduzione riservata

ANCHE SE, PER QUESTO GIORNALE, IN GALERA CI STA SOLO CHI LO MERITA

Il Fatto è contro tutte le scarcerazionima per Ciancimino jr fa un’eccezione

Vignetta di Claudio Cadei

di Marco Cobianchi

- Silvio Berlusconi: «Avrei dovuto avvertire Bossi».

Voleva dire:

- Ma non volevo distur-barlo.

DECRITTAZIONI

Marco Travaglio

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4 Sabato 30 Aprile 2011 P R I M O P I A N O

Ecco che cosa dirà Papa Benedetto XVI nel giorno della beatii cazione di Giovanni Paolo II

Guerra, la chiesa non si schieraIl Vaticano si affi da al messaggio cristiano della solidarietà

DI PIERO LAPORTA

In queste ore Benedetto XVI sta ritoccando il testo dell’omelia che leggerà du-rante la messa di beatifica-

zione del primo maggio, prima domenica dopo Pasqua o della divina misericordia. Il primo equivoco da rimuovere è quel-lo della scelta della data. «Non giustapposta e tanto meno con-trapposta alla festa del lavoro» sottolineano dall’interno del Vaticano.

La festa della divina mise-ricordia, fortemente voluta da Giovanni Paolo II in persona, fu collocata nella prima domenica dopo Pasqua, come aveva indi-cato santa Faustina Kowalska, la suora polacca, santifi cata dal pontefi ce suo connazionale. La scelta della prima domenica di Pasqua, che suor Kowalska auspicò sin dal 1931, simbo-leggia lo stretto legame della misericordia divina col miste-ro pasquale della redenzione. D’altro canto anche il decesso di Giovanni Paolo II avvenne il giorno dei vespri alla Divina Misericordia, fanno osservare, dunque, sono del tutto infonda-te le interpretazioni maliziose.

Di piccole questioni come queste non vi sarà ovviamente cenno nel discorso di Benedetto XVI, scritto da lui stesso sillaba per sillaba, con la grafi a minu-tissima e armoniosa.

Il pontefi ce centrerà l’omelia sulla santità e sull’azione della misericordia divina nella storia umana.

Il messaggio di Benedetto XVI, di alto respiro teologico, sottolineerà che Giovanni Pao-lo II ha cambiato la storia del mondo, testimonian-do Cristo incessante-mente e con forza, rifiutando qualsi-

voglia separazione nel genere umano, visto fraternamente nel suo insieme, senza distinzione alcuna, né religiosa, tanto meno di razza, di censo o politica.

Sebbene egli, più di ogni altro, contrastò e vinse le ideologie to-talitarie del suo secolo, si guar-dò bene dal rivendicare meriti

di fronte al mondo o dal pro-clamare vittorie, piuttosto

preoccupandosi di supera-re le cadute dei muri con

l’abbraccio universale, simboleggiato dal colonnato della basilica pietrina, a testimoniare la vocazione origi-nale della Chiesa cattolica apostoli-ca e romana.

C’è in Bene-detto XVI la

convinzione che il suo

magiste-

ro echeggia nel momento in cui il Mediterraneo si infi amma, all’inizio di un nuovo critico ciclo storico, iniziato da troppo poco tempo per comprenderne appieno gli sviluppi possibili, il quale tuttavia, a giudicare dalla quantità e dalla qualità dei fattori in gioco, sembra de-stinato ad essere imprevedibil-mente lungo e tormentato come pochi altri della storia, del pari denso di segni apocalittici per il futuro della stessa Chiesa cattolica.

Di fronte ai nuovi focolai di guerra nell’Africa settentriona-le, la Chiesa cattolica riscopre innanzitutto il senso della so-lidarietà, connaturata al pro-fondo del messaggio cristiano, senza lasciarsi intrappolare da scelte di parte che indeboli-scano la sua autorità morale e universale.

Giovanni Paolo II ha dimo-strato per oltre un quarto di secolo che il messaggio cristia-no, spoglio d’ogni potere impo-sitivo e temporale, proprio per questo più autorevole che mai, è l’unico autentico motore non inquinante della modernità e quindi propulsore del destino dell’Uomo.

Joseph Ratzinger, il teologo preferito di Giovanni Paolo II, non si lascerà sfuggire l’occasio-ne per ribadirlo.

[email protected]© Riproduzione riservata

DI MARCO BERTONCINI

Un’espressione usata dal capo dello Sta-to desta preoccupazioni nel variegato e ampio, probabilmente addirittura maggioritario, universo di connaziona-

li ostili alla guerra libica. «L’ulteriore impegno dell’Italia in Libia, annunciato dal presidente del consiglio Berlusconi, costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall’Italia a metà marzo». Così si era espresso Giorgio Napolita-no. Ecco, quel «naturale sviluppo» impensierisce molti. Nel centrosinistra, nel centrodestra, nella Lega, negli analisti (spesso un po’ saccenti) di politica estera, nei (poco numerosi) esperti di politica militare.

Siamo passati, dalla riunione del consiglio su-premo di difesa (rivendicata puntigliosamente dal presidente della Repubblica) e dal voto par-lamentare di metà marzo, attraverso fasi sempre più invasive. Tutto resta collocato sotto l’usbergo della risoluzione dell’Onu, ammantata di dolcezza umanitaria. Però, la non partecipazione è diven-tata prima una mezza partecipazione e adesso una partecipazione attiva. Concedevamo, e pare-va il massimo, le basi. Poi, mandavamo gli aerei, ma solo in ricognizione. Ora gli aerei bombardano, sia pure in maniera mirata (si presume che il passo successivo non consista nel lanciare missili a capocchia). Non un uomo sarebbe stato conces-so. In un secondo tempo abbiamo assegnato dieci

consiglieri. Per ora.Le domande odierne riguardano i limiti

dell’estensione della nostra presenza bellica, vi-sta sempre come «naturale sviluppo» della seduta presieduta da Napolitano (costituzionalmente, fra l’altro, la faccenda è opinabile). Il timore è che si ampli la partecipazione: dopo mezzi aerei e navali, anche terrestri. Quanto ai consiglieri militari, John Kennedy cominciò a inviarne in Vietnam qualche centinaio: si giunse a qualche centinaio di migliaia. Una rifl essione ben presen-te ai leghisti, ma non soltanto a loro, concerne la spesa. Sarà pure un «naturale sviluppo», ma la di-latazione della nostra presenza segna incrementi di uscite pubbliche che dovranno trovare coper-tura fi nanziaria adeguata. Già è stato chiarito che la soppressione della spedizione libanese non sarebbe suffi ciente a pareggiare il conto. Dove reperire le altre risorse?

Infi ne, i tempi. Dai giorni si è passati alle set-timane, ormai si prospettano i mesi. Anche la dilatazione temporale costituisce un «naturale sviluppo»? Pure su questo argomento i leghisti paiono sensibili, ma un po’ di chiarezza sarebbe gradita non soltanto a loro, e certo non guaste-rebbe. Troppo ci si è fi nora mossi tentoni, e la copertura (se non addirittura la propulsione) del Quirinale non può nascondere oscillazioni e mu-tamenti che non sempre sono giustifi cati da errori e incertezze degli alleati.

© Riproduzione riservata

Per Napolitano è un «naturale sviluppo» di decisioni già prese

I bombardamenti in Libianon erano già stati decisi

Il pontei ce Benedetto XVI

DI RICCARDO RUGGERI

Non ho capito perché nessun sociologo (alcuni sono bra-vi) abbia studiato, a fondo, il calcio, come metafora del nostro mondo. Prendiamo la mia squadra, il Toro, meglio il Grande Torino: ha rappresentato una classe sociale (quella operaia), la voglia di riscatto di una città, è tra-gicamente morto giovane, come Marylin (che tristezza i non morti, alla Bardot, ridottasi a dividere il suo talamo, che fu grandioso, con cani di piccola taglia). Pensavo tutto questo osservando la conferenza stampa di Mourinho, dopo Real Madrid-Barcellona (0-2), andata della semi-finale di Champions. Ascoltandolo, osservandolo, mentre passava da una lingua all’altra, mi pareva di vedere un uomo che riassumeva in se Sarkozy, Obama, Berlu-sconi, Merckel, Gheddafi, gli amministratori delegati di Goldman, McKinsey, i supermanager, i banchieri centrali, persino Ferran Andrià, in una parola gli Special One del mondo. Con lui è avvenuto un cambio culturale nella metafora del calcio. Ogni grande squadra rappresentava una sfaccettatura del pianeta calcio. Il Barcellona, una minoranza etnica, che persegue l’indipendentismo attra-verso un gioco (sessuale) fatto di infiniti preliminari. Il Milan, un prodotto mediatico, in apparenza plastificato, in realtà retto da un feroce professionismo. Il Manchester United, la riabilitazione di una città oscena, interpretan-do il calcio delle origini. La Juventus, la sindrome della vittoria, a qualsiasi prezzo. Mou sta cambiando il para-digma del calcio: vuole mettere al centro della scena una figura, in fondo marginale, come quella dell’allenatore; lui, e i suoi cloni. È esattamente l’operazione già riuscita ai supermanager delle banche e dell’industria. Individui normali, chiamati a fare lavori normali, considerati e pagati in modo anormale, tardo adolescenti convinti che il successo è solo loro, l’insuccesso solo degli altri. Mou è il loro mentore, dopo la sconfitta si chiedeva, in modo ossessivo, «porqué?», «porqué?». Anche noi ci chiediamo perché il mercato sforna così tanti special one e pochi normal two di cui avremmo bisogno?

A CIASCUNO IL SUO

Accusato di essere uno de-gli assenti più noti (anche perché è stato un volto te-levisivo delle trasmissioni Rai dedicate al Vaticano) tra i sedici parlamentari del Partito democratico che non hanno votato il Def nell’aula di Monteci-torio, Andrea Sarubbi, ha voluto spiegare su Face-book che era malato, tan-to da chiedere l’assistenza del 118. «Ero nel letto di casa, assistito da un me-dico chiamato d’urgenza: non mi stupisce, dunque, che l’ufficio stampa del mio gruppo non avesse a disposizione il mio certi-fi cato medico, visto che il dottore lo stava ancora scrivendo. Ero pure di-stratto, lo confesso, per-ché l’impossibilità di reg-germi in piedi mi agitava molto più della strategia economica di Tremonti, mentre sulle fughe in ba-gno mi appello alla priva-cy e spero che a nessuno interessi approfondire l’argomento». Amen.

Sebastiano Luciani© Riproduzione riservata

A Sarubbiscappa il Def

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5Sabato 30 Aprile 2011Sabato 30 ApP R I M O P I A N O

Si è aperto il toto-nomine per la successione in Bankitalia: tre in prima i la per un posto

Il dopo Draghi lo decide il ColleSarà il placet di Napolitano a sbloccare la corsa di Grilli

DI ROBERTO MILIACCA

Si è aperta, per ora solo uf-fi ciosamente, la corsa alla successione in Bankitalia. La nomina di Mario Dra-

ghi, nel prossimo mese di ottobre, alla guida della Banca centrale europeea, ottenuto l’appoggio francese e il via libera tedesco alla candidatura, sembra infatti ormai cosa fatta. E già nei palazzi del potere si è iniziato a discutere della successione a Palazzo Koch. Il toto nomine è già partito e sulla scelta del futuro capo della Banca d’Italia peserà moltissimo la voce del ministro dell’economia Giu-lio Tremonti, ma anche quella del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che comun-que dovrà controfi rmare il decre-to di nomina.

D’altronde un più o meno sottile fi lo rosso ha più volte le-gato il Quirinale al vicinissimo Palazzo Koch. Bankitalia ha in-fatti espresso più volte dei nomi di suoi uomini che sono andati a ricoprire posti di vertice nelle istituzioni. È stato il caso di Car-lo Azeglio Ciampi, già gover-natore della Banca d’Italia, ma anche quello di Lamberto Dini,

prestato alla politica per guida-re un governo tecnico all’inizio del 2005, a poche settimane di distanza dalla caduta del primo governo Berlusconi avvenuta a mezzo avviso di garanzia.

E proprio uno storico Ciampi-boy è in pole position per guidare l’istituto di via Nazionale. Si trat-ta di Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro, subentrato a Draghi dopo che questi guidò la Dgt per ben 10 anni, dal 1991 al 2001. Il passaggio dell’allora Ragioniere generale dello Stato Grilli (dal luglio del 2002 al mag-gio 2005, e quindi tra il secondo e il terzo governo Berlusconi), alla Dgt, nel 2005, fu quasi un au-

tomatismo, dopo l’interregno di Domenico Siniscalco, giovane Reviglio-boy chiamato a guidare via XX Settembre nel luglio del 2004 dopo la cacciata di Tremonti dal ministero ad opera di Gian-franco Fini.

Molto apprezzato soprattutto dal sottosegretario alla presiden-za del consiglio, Gianni Letta, Grilli ha ottime possibilità di raccogliere il consenso bipartisan del Quirinale per recarsi a Palaz-zo Koch, visti anche i prestigiosi incarichi comunitari e nazionali ricoperti (a marzo è stato eletto presidente del Comitato econo-mico e fi nanziario della Ue, l’or-ganismo che prepara i lavori del

Consiglio europeo sullo stato eco-nomico e fi nanziario dell’Unione, e dal dicembre 2005 si occupa di ricerca, tema molto caro a Napo-litano, guidando la Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova).

Due sole altre candidature, al momento, potrebbero mettere in discussione la sua corsa in solita-ria verso via Nazionale. Si tratta di una candidatura interna, cioè quella di Fabrizio Saccoman-ni, attuale numero 2 di Palazzo Koch nella veste di direttore ge-nerale, incarico che riveste, su indicazione proprio di Draghi, dall’ottobre del 2006, cioè a quasi un anno di distanza dalle dimis-

sioni del precedente governatore Antonio Fazio.

L’altra candidatura forte è quella del fiorentino Lorenzo Bini Smaghi, dal giugno del 2005 componente del comitato esecutivo proprio di quella Banca centrale europea guidata ancora da Jean-Claude Trichet, dove dovrebbe approdare Draghi. Un tecnico, insomma, esperto dei meccanismi della finanza in-ternazionale (è stato capo della Divisione analisi e pianifi cazione dell’Istituto monetario europeo e poi, dal 1998 al 2005, dirigente generale della Direzione rappor-ti finanziari internazionali del Ministero dell’economia), che potrebbe portare a Palazzo Koch una forte esperienza europea. O, in alternativa, nel caso in cui la scelta ricada su Grilli, potrebbe essere un valido sostituto per la direzione del Tesoro, che deve gestire le partecipazioni azio-narie dello Stato nelle holding industriali. Incarico non certo di ripiego, visto le incursioni fran-cesi delle ultime settimane, e che probabilmente saprebbe gestire parlando la stessa lingua degli attuali scalatori.

© Riproduzione riservata

DI DIEGO GABUTTI

Nozze del secolo, evento mediati-co di fronte al quale sbiadiscono tsunami e attentati catastrofici e persino i concerti degli U2 e

di Paul McCartney e di quel che rimane dei Queen, al matri-monio di Kate e Wil-liam sono stati invi-tati tutti, anche Mr Bean e i titolari del negozietto di dolciu-mi frequentato dai due sposi all’inizio del loro bell’idillio da telenovela, ma il Cavaliere no, non è stato invitato. Non l’hanno invitato al vertice sulla guerra di Libia, nelle scor-se settimane, e ora non lo invitano al matrimonio reale. Che modi! E dire che il nostro presi-dente del consiglio, uno che può diventare l’anima di qualsi-voglia festa (o festino, secondo i Pm) se soltanto gli sciolgono un po’ la briglia, si sarebbe certamente divertito un mondo. Non solo, ma in un’occasione «così elegan-te» (praticamente una serata d’Arcore, o di Palazzo Grazioli, solo leggermente più in grande, e decisamente più pubblica) il Cavaliere avrebbe certamente divertito e rallegrato anche gli altri ospiti. Con uno di quei suoi sguardi caramellosi da

sciupafemmine, anche se ormai (e da un pezzo, diciamolo) in età da pensione, for-se il Cavaliere avrebbe proposto a Sua Maestà la Regina d’Inghilterra di fare il «trenino», alegher, le mani sui fianchi del Re del Perù o di quello del Siam, e via a

saltellare sotto una pioggia di corian-doli insieme a tutti gl’invitati, compre-so lo zio macellaio di Kate e i vendi-tori di caramelle galeotte. O forse si sarebbe porta-to dietro Mariano Apicella, chitarra da posteggiatore partenopeo e tutto, e avrebbe rubato la scena a Elton John alzandosi sui tacchi per cantare una delle sue can-zonette languoro-se: «C’è amore che si accende/come si accende una stel-la/che a forza di

baci ti fa sentire bella./C’è amore che ti sveglia quando la notte è scura/e fa da sentinella scacciando la paura». Oppu-re avrebbe fatto cucù alla coppia regale spuntando da una colonna della cattedra-le di Westminster (o dall’altare, travestito da chierichetto) o anche schizzando fuori dalla torta di nozze (una torta gigante, a trenta strati) come le biondone di Bil-ly Wilder dalle torte di compleanno dei vecchi film hollywoodiani. Ma Kate e

William non l’hanno invitato, e così non sapranno mai che cosa si sono persi.

Non hanno invitato neppure i Savoia, del resto, di cui i reali inglesi sono «cugi-ni», sia pure alla lontanissima, come di tutti i coronati e gli scoronati d’Europa (compreso il Princi-pe Carlo di Borbone, classe 1963, formal-mente pretendente al trono delle Due Sicilie, che invece, vai a capire per-ché, sono misteri, è stato invitato). Ma diciamo la verità: chi lo vuole un Sa-voia (specialmente un Emanuele Fi-liberto, magari in compagnia di Vale-ria Marini o, peggio ancora, di Pupo) alle proprie nozze? Meglio un morto in casa, come si dice, che un Savoia alla porta. Non sono stati invitati, leg-giamo, nemmeno Barak Obama e Tony Blair. Quest’ultimo proprio non si capisce perché no; è stato primo ministro, ha tra-ghettato l’Inghilterra, reggendone più o meno saldamente il timone, dall’età del thatcherismo all’età della guerra al ter-rorismo. E ancor meno si capisce perché non sia stato invitato il presidente ameri-cano. Ma come? Obama è il leader dell’oc-cidente, è l’uomo più potente del mondo, l’Inghilterra sta bombardando le truppe

di Muhammar Gheddafi insieme a lui, è il primo nero che governa gli Stati Uniti d’America, e la famiglia reale inglese lo snobba, trattandolo come un Berlusconi o un Emanuele Filiberto qualsiasi? Da non credere! Non è stato invitato nemmeno

Nicolas Sarkozy, per la verità, e que-sta potrebbe essere, lo sa il cielo, un’al-tra Waterloo per i poveri francesi, ai quali salta facil-mente la mosca al naso, se non fosse che l’attuale pre-sidente francese (fi glio d’un aristo-cratico ungherese e d’una donna greca, per di più sposato a un’italiana, che magari si vergogna, come ha dichiarato una volta, d’essere nata in Italia da genitori italianissi-mi ma che in ogni modo francese non

è) non è certo l’incarnazione dell’esprit francese come un De Gaulle, o un Robe-spierre, o anche soltanto un Pierrot e un Gilbert Bécaud. Quindi i francesi non s’offendono più di tanto (e anzi ridacchia-no, secondo i sondaggi, pensando che alla prima occasione elettorale si rifaranno con una francese di sangue puro come Marine Le Pen) se non viene invitato al party nuziale di Kate e William.

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MA NON BERLUSCONI, SARKOZY, OBAMA E TONY BLAIR. A CASA ANCHE EMANUELE FILIBERTO

Al matrimonio di Kate e William invitato anche Mr BeanPeccato, perché il premier italiano si sarebbe divertito in un’occasione «così elegante»

Vittorio Grilli Fabrizio Saccomanni Lorenzo Bini-Smaghi

e l’anima di qualsi-

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baci ti fa sentire bella

Il Cavaliere avrebbe divertito e rallegrato anche gli altri ospiti. Berlusconi infatti è un uomo che può diventare l’anima di qualsiasi festa

(o festino, secondo i pm) se soltanto gli sciolgono un po’ la briglia. Con uno dei suoi sguardi caramellosi da sciu-pa femmine forse il cavaliere avrebbe proposto a Sua Ma-està la Regina d’Inghilterra, di fare il «trenino» alègher,

le mani sui fi anchi del Re del Perù o di quello del Siam,

e via a saltellare in una pioggia di coriandoli

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Il Cavaliere si sarebbe forse portato dietro anche Ma-

riano Apicella, chitarra da parcheggiatore partenopeo e tutto, e avrebbe rubato la scena ad Elton John, alzan-dosi sui tacchi per cantare una delle sue canzoni lan-guorose. Oppure avrebbe

fatto cucù alla coppia reale, spuntando da una colonna

della cattedrale di Westmin-ster (o dall’altare, travestito

da chierichetto) o anche schizzando fuori dalla torta di nozze (una torta gigante,

a trenta strati)

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6 Sabato 30 Aprile 2011 P R I M O P I A N O

Un patto di sinistra tra Morcone e De Magistris che pensano al ticket. Il terzo polo è fuori

Napoli, il Pd riesuma l’UnionePer vincere si accorda sottotraccia sia con Idv sia con Sel

DI ANTONIO CALITRI

Pur di non perdere il comune di Napoli, il centrosinistra ritorna al passato e fa prove

tecniche dell’Unione vecchio stile. Dopo gli ultimi sondaggi che danno perdenti contro il centrodestra sia il candidato del Pd e di Sel che quello dell’Italia dei valori, che insieme avrebbe-ro potuto addirittura vincere al primo turno, sono incominciati i lavori sotto traccia per un ritor-no insieme nei ballottaggi che metterebbe all’angolo una pos-sibile alleanza con il terzo polo, ininfluente per il risultato e già

abbandonato al suo destino. Il prefetto Mario Morcone e

l’ex magistrato Luigi De Ma-gistris potrebbero presentarsi in ticket per palazzo San Giaco-mo. Non il 15 e 16 maggio ma al secondo turno previsto due settimane dopo e da dove sem-bra ormai sicuro che si dovrà passare per decidere il nuovo sindaco.

C’è molta tensione sotto il Ve-suvio, non solo per l’aggressione avvenuta ieri nel centro storico partenopeo ai danni del candi-dato sindaco del Pdl Gianni Lettieri, attualmente favorito nella competizione. Se l’aggres-sione ha costretto il Pd e Sel a

dare solidarietà al competitor, con Nichi Vendola che si è augurato «che a Napoli si torni rapidamente, dopo una brut-ta giornata segnata da alcuni episodi di violenza, a confronto delle idee e dei programmi. Noi vogliamo sconfi ggere con le idee il candidato del Pdl, ma lo vo-gliamo in buon salute»; e con il commissario del Pd Andrea Or-lando che ha espresso «a nome di tutto il Partito Democratico solidarietà al candidato sindaco del Pdl per l’aggressione subita a San Lorenzo. L’episodio fac-cia rifl ettere tutti i candidati. In questa campagna elettora-le bisogna eliminare ogni ele-mento di violenza. Il confronto, sebbene duro, non esca mai dai canoni della civiltà», la sinistra più che per l’escalation è preoc-cupata per gli affari interni.

Da quando sono stati diffusi gli ultimi sondaggi, all’inizio di questa settimana, il centrosini-stra è in fi brillazione. Sia per quello Swg per il Corriere del Mezzogiorno, sia per un altro che gira nei palazzi, attribuito alla Lorien consulting ma che loro hanno smentito di essere gli autori, il candidato sindaco del Pdl risulta avanti a tutti.

Lettieri per la Swg sarebbe al 33-37% contro il 24-28% di Morcone e il 19-23% di De Ma-

gistris. E sempre il candidato del Pdl sarebbe davanti anche per l’altro sondaggio in circo-latazione, con il 33% rispetto al 26% dell’ex pm e al 16% del prefetto. E per tutti e due, il terzo polo non raggiungerebbe le due cifre.

Fatti due conti, la sinistra si è accorta di essere ancora prevalente in città rispetto al centrodestra, e senza che fosse ancora sceso in campo Antonio Bassolino al momento delle ri-levazioni.

Divisa come si è presentata e con De Magistris che sta facen-do una campagna tutta contro il resto del centrosinistra però, il rischio di perdere anche l’ul-timo baluardo campano si avvicina.

E alla causa, ammesso che al ballottaggio andasse Morcone, non basterebbe neppure l’apparentamento con il terzo polo. Ecco allo-ra che da qualche giorno si lavora alla ricucitura delle sinistra con un pat-to che prevederebbe che al ballottaggio il candi-dato sindaco che passa, Morcone o De Magistris, sarà sostenuto da tutta l’altra coalizione di si-nistra che avrà il vice e metà giunta. E reste-

ranno fuori quelli del terzo polo che tanto sognavano di far fuori il partito urlante di Antonio Di Pietro. E ora si ritrovano il Pd a preferirlo rispetto a loro.

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Baciami ancora KateTutti i giornali online (fortunatamente non quello di ItaliaOggi) stanno andando in visibilio per quel «Baciami ancora Kate» che il Principe William avrebbe sussurrato alla sua sposa sul balcone di Buckingam Palace. Meno male che c’è la sorella della sposa, «Pippa» Middleton, che, col suo nome altamente evocante, ci ricorda come queste sceneggiate d’ancien regime, nel secolo dei credit default swaps e degli asset backed securities, contano ormai sui destini del mondo quanto il deflagrare di una scor-reggia nello spazio.

Andrea Tribulini

Ho i nanziato un espatrio in Francia

Sono andato a prendere un caffè all’area di Ceriale sull’autostrada Genova-Ventimiglia. Davanti alla cas-sa c’erano molte persone fra le quali diversi tunisini. Sono stato spintonato da un giovanottone. L’altro, che sem-brava lo avesse spinto per sbaglio, mi ha chiesto scusa. Uscito dall’Autogrill, sono andato alla pompa di benzina per fare il pieno. Al momento di pagare però mi accorgo che non ho più il por-tafoglio con 600 euro in contanti e tutti i documenti. Ritorno precipitosamente alla cassa del bar. Chiedo se è stato trovato il mio portafoglio. Niente. Mi guardo attorno per vedere se ci sono in giro i ceffi che mi hanno alleggeri-to. Niente anche loro. Siccome Sarkozy accetta in Francia i tunisini che hanno il permesso di soggiorno temporaneo loro accordato dalle autorità italiane, ma anche a condizione che abbiamo un somma di denaro a loro disposizione,

mi sono accorto che ho finanziato (mio malgrado) un espatrio con una conse-guente riduzione dell’onere per lo stato italiano. È un furto deducibile?

Giovanni BrigantiVentimiglia

Il rag. Bossi sa fare i conti

Impagabile, il pacifismo padano. Mica perché le bombe uccidono gl’innocenti, i bambini, le donne, o perché sono cru-deli anche quando stroncano la vita dei colpevoli, e nemmeno perché si tirano l’una con l’altra, come ciliegie o cara-melle in escalation, fino a provocare catastrofi immani, fuori di controllo, l’Italia deve sfilarsi dalla guerra libi-ca contro il Colonnello Gheddafi. Deve farlo, spiegano l’Umberto Bossi e il suo ministro degl’interni, che chiedono un voto pacifista in parlamento, perché al-trimenti su in Padania arrivano i pro-fughi, sì, «gl’immigrati aumentano, e questo costa troppo». E se poi a guerra finita, ci toccasse, vedi mai, aggiunge il Senatùr, umanista, «anche pagare i danni di guerra?»

Gustavo CentofratiSesto San Giovanni

Gli effetti collaterali dell’i Pad

Da qualche settimana mi sono conver-tito all’iPad. Il mattino, appena mi sve-glio, e prima ancora di farmi la barba, leggo i tre quotidiani ai quali mi sono abbonato per via elettronica. Dire leggo, è dire troppo. Li sfolgio. Leggo i titoli. Guardo le fotografie: E, in un attimo, arrivo fino in fondo. Mi riprometto di

rileggerli con più comodo durante la giornata. Ma la giornata, sempre troppo piena di impegni, mi impedisce di tener fede agli impegni. Oltrettutto, avendo già sfogliato i giornali che mi interessa-no, mi sento, tutto sommato e in qualche modo, nella condizione di aver svolto il mio compito di informarmi. E ho notato che, psicologicamente, lo sfoglio elettro-nico dei giornali e la conseguente rapida lettura dei titoli che mi interessano, ha tolto quell’aria di mistero (e quindi an-che l’appeal) che i giornali non ancora sfogliati hanno e che appunto ti spinge a sfogliarli (e a leggerli). I giornali passati rapidamente all’iPad hanno perso il loro appeal e non ti attraggono più. È come se tu li avessi già messi in cestino, da dove, difficilmente, e solo per circostan-ze eccezionali, li ripeschi. Il risultato di tutto ciò? I giornali saranno sempre più letti solo per i titoli e quindi il livello medio dell’informazione sarà destinato a precipitare drasticamente. Haimè.

Guido CariniSiena

È una bella disi da di Barzelletta

Chi ha vinto, alla fine? Sarkozy, novello Guy de la Motte, con i suoi contratti energetici e le sue scalate casearie op-pure Berlusconì, il nostro Ettore Fiera-mosca, con i suoi leghisti mai contenti e i suoi permessi di soggiorno per tunisini decisi a stabilirsi in Francia, piaccia o non piaccia all’Elysée? E chi farà da Ma-ramaldo? Come direbbe il poeta di Rap, è una bella Disfida di Barzelletta.

Egle PaturniaVerona

LETTERA

A Pasqua il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è fi nito sui giornali perché si è distinto come un vigile urbano aggiunto nello snel-lire il traffi co a due passi dal Campidoglio. È riuscito perfi no a mandare le auto contromano pur di aprire un varco nella carreggiata. Lui che era arrivato sul luo-go, teatro dello show, alla guida di uno scooter. Ieri, indossando la felpa dello staff, ha sfi lato con la sua moto lungo il percorso al-lestito per la beatifi cazione di Wojtyla. Un sindaco che ama le due ruote, oltre che le scalate (intese come ar-rampicate montane). Ogni sua iniziativa viene immor-talata dai fotoreporter. Del resto essere il sindaco di Roma concede una visibi-lità notevole. Come accad-de, ovviamente, anche per i suoi predecessori. Walter Veltroni veniva sempre fo-tografato con le forbici in mano, mentre inaugurava un’opera o apriva un can-tiere. Francesco Rutelli fu il primo sindaco a sceglie-re le due ruote come mezzo per muoversi a Roma. E dai romani fu ribattezzato Er Piacione.

Oscar Cromato

Alemanno come Rutelli

Luigi De Magistris

di Serena Gana Cavallo

Scienziati di tutto il mondo si interrogano su una formula segre-tissima di un prodotto la cui esistenza è certa, le caratteristiche anche, gli ingredienti non si sa. Il dubbio che tormenta loro, ma anche noi, e non, purtroppo, Capi di Stato e di Governo e illustri ministri (anche nostri), è quale sia l’ingrediente che rende la car-ta su cui è stata scritta la risoluzione Onu 1973 così stupefacen-temente elastica ed espandibile per cui, tirando e tirando, si sco-pre senza ombra di dubbio che una “no fl y zone” implica attacchi aerei a costruzioni e carri armati, invio di istruttori, fi nanzia-menti ad una parte in un confl itto interno di un Paese e, tra poco, probabilmente lancio di paracadutisti, truppe di terra e così fi -nalmente i grandi possono fare quello che le mamme ormai vie-tano ai piccini: giocare alla guerra.

DUBBIO ELASTICO

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7Sabato 30 Aprile 2011Sabato 30 ApP R I M O P I A N O

Cagliari laboratorio di nuove alleanze: Casini abbandona i futuristi e va in tandem con il Pdl

Fini strizza l’occhio a Vendola Possibile convergenza sul candidato di Sel per le comunali

DI ANTONIO CALITRI

In Sardegna non c’è storia per il terzo polo con l’Udc di Pier Ferdinando Casini che conferma per Cagliari

la stessa alleanza delle regiona-li 2009 con il Pdl, lasciando da solo Gianfranco Fini e Futuro e Libertà. Che adesso provano a strizzare l’occhio addirittura al candidato vendoliano Mas-simo Zedda. Cagliari labora-torio, e non solo per la sinistra che prova a vincere nel fortino sardo del centrodestra con l’ou-tisider di Sel, che alle primarie ha battuto a sorpresa il sena-tore Pd Antonello Cabras. E che a sua volta aveva fatto fuori l’ex governatore Renato Soru. Anche nel centrodestra stanno nascendo ben due laboratori. Il primo è più che altro una con-ferma, almeno per la politica dell’isola, con l’Udc che ancora una volta mentre a Roma ormai non dà più neppure il saluto a Silvio Berlusconi, a Cagliari si allea di nuovo con il Pdl per sostenere il candidato sindaco Massimo Fantola, dissolven-do l’alleanza del terzo polo con Fini e costringendo i futuristi a presentarsi da soli all’appunta-mento elettorale. L’Udc ha delle buone ragioni ad allearsi con il Pdl, almeno a giudicare l’espe-rienza delle ultime regionali, quando, nonostante le tensioni romane col premier, sostenne il suo candidato Ugo Cappel-lacci e risultò determinante nella vittoria, conquistando il 9,4% dei consensi, un record per i centristi. Risultato che comportò nello stesso tempo un doppio risvolto nazionale con la caduta di Walter Veltroni (il segretario del Pd dimessosi proprio per la sconfitta sarda) e con il rafforzamento di Ber-lusconi che aveva messo la sua faccia alle elezioni e in caso di bocciatura avrebbe potuto avere ripercussioni anche a Palazzo Chigi. Adesso la storia si ripete e in caso di vittoria di Fantola e di grande risultato dell’Udc, che punta alla doppia cifra, lo scenario di Cagliari potrebbe stimolare Berlusconi e Casi-ni a ragionare di nuovo per un’alleanza nazionale, questa volta senza Fini. Con il presi-dente della Camera che a sua volta rilancia la sua splendida solitudine su Cagliari come nuovo laboratorio, per tentare di contarsi davvero e verifica-re se non sia meglio staccarsi definitivamente dall’abbracci dell’Udc. E magari strizzare l’occhio addirittura a Vendola. Almeno dalle parole di Ric-cardo Lo Monaco, presiden-te del circolo Fli di Cagliari che sul Futurista spiega che «nel capoluogo sardo, Ignazio Artizzu corre da solo, in con-trapposizione al candidato del Pdl appoggiato anche dall’Udc, e al candidato trionfatore delle primarie del centrosinistra, il vendoliano Zedda. Mentre la

netta distinzione nei confronti del candidato del Pdl, espres-sione delle solite famiglie, delle

solite lobby e dei soliti poteri forti che strangolano la città, sembra sempre più rimarcarsi

nel corso della campagna elet-torale di Artizzu, meno profon-do appare il solco che divide

Futuro e Libertà dal giovane Zedda….».

© Riproduzione riservata

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8 Sabato 30 Aprile 2011 P R I M O P I A N O

Da sempre comunista, l’ex assessore boccia in toto la politica urbanistica del centrosinistra

L’architetto rosso diventa verde Choc a Bologna, per Cervellati è meglio votare la Lega

DI GIORGIO PONZIANO

Che il più noto, indiscus-so architetto targato Pci passi alla Lega è un bot-to da bomba nucleare.

Sì perché il curriculum politico di Pier Luigi Cervellati era, finora, strettamente intrecciato con quello del maggiore partito della sinistra. È stato assessore comunale e regionale all’Urbani-stica in un periodo chiave per lo sviluppo di Bologna, fra il 1964 e il 1980, dall’ultima giunta di Giuseppe Dozza, il popolaris-simo sindaco eletto dopo la Li-berazione, a quella di Renato Zangheri, fino all’approdo in Regione, presidente Lanfran-co Turci.

Era considerato il nume dell’architettura di area comu-nista, insieme con un altro ar-chitetto, stessa tessera in tasca, Giuseppe Campus Venuti, che dice: «Ricordo Cervellati quando appena laureato arrivò in Comune. Io, che ero assesso-re, lo feci assumere come tecnico. Mi parve subito un ragazzo in-telligente, brillante, e quando il Pci cercava quadri emergenti io proposi lui, e gli chiesi se fosse disponibile. Gli dissi anche che non doveva iscriversi al Pci, se non voleva, ma lui prese la tes-sera lo stesso».

Da assessore divenne un ar-chistar ante-litteram perché mise in pratica alcune delle pa-role d’ordine del Pci: pedonaliz-zazione del cuore del centro sto-rico, tutela della zona collinare col rigido divieto di costruzione, espropriazione selvaggia per far posto a infrastrutture, rigida programmazione dell’urbaniz-zazione della città che impediva l’effetto-calamita, cioè la crescita del numero degli abitanti.

Nell’anarchia urbanistica di quel tempo in Italia, tanto diri-gismo faceva scalpore e arriva-rono pure architetti e giornali-

sti dall’estero per vedere questa modo di calare il «comunismo all’emiliana» sul territorio.

Su un verso della medaglia c’è il Cervellati-politico, sull’altro il Cervellati-architetto: studio as-sai ben avviato, docente all’uni-versità di Bologna e ora alla Iuav di Venezia, ricca bibliografi a. Ha messo la sua fi rma anche su una recente ristrutturazione dell’edi-fi cio della redazione bolognese dell’Unità mentre Leoluca Or-lando gli affi dò l’incarico di re-digere il nuovo piano regolatore di Palermo, progetto che poi si è perso nei meandri della politica siciliana.

Ma l’intellettuale comunista ha fi nito per disamorarsi anche se continua a essere chiamato dai suoi vecchi compagni e po-chi giorni fa è stato il relatore di un incontro organizzato dal Pd di Calderara (Bologna). La nou-velle vague della sinistra non lo convince e ancora meno le sue scelte urbanistiche: «Manovre poco chiare sono state denuncia-te per l’acquisto di terreni al fi ne di realizzare il passante nord, equiparabile, considerando i co-sti e i ricavi, a un piccolo ponte sullo Stretto di Messina, da co-struire con la partecipazione dei privati in un fantomatico fi nan-cial project a carico del pubblico. Silenzio di tomba anche da parte

dei Verdi. Eppure, al di là della cementifi cazione della pianura, il passante nord distrugge quel-la centuriazione antica che, in alcune parti, fu tracciata ancor prima dei romani e che fu con-solidata nel corso dei millenni. Ancora: le aree militari anziché lussureggianti parchi pubblici sono diventate luoghi ideali per alberghi, uffi ci e residenze, non certo di pubblico interesse. Men-tre il piano strutturale, appro-vato con il compiacente parere della Provincia e la non minore adesione dei costruttori, è un piano gonfi o e miope: cancella la presenza della città storica per consentire ai giganteschi auto-bus Civis di scassare o quanto meno sfi orare e rendere instabili i monumenti che fi ancheggiano strade storiche. Insomma, conti-nua la mancanza d’una azione di governo locale capace d’indicare le linee di sviluppo della città e del suo hinterland. Il ritardo ac-cumulato imporrebbe una svolta profonda che rimettesse la città e il suo territorio in grado di af-frontare il presente e il futuro».

A 74 anni l’architetto s’è stufa-to e ha fatto outing: poiché l’ur-banistica è allo sfascio bisogna trarne le conseguenze, nessuno sconto al Pd, alle prossime ele-zioni amministrative a Bologna è meglio votare Lega e il suo

candidato-sindaco, Manes Ber-nardini.

Il centrosinistra e il suo leader Virginio Merola sono affranti perché il nome di Cervellati è di quelli pesanti. Tanto che è sceso in campo Giuseppe Campos Venuti per deplorare il salto della quaglia: «Si può essere in disaccordo con le scelte di un’am-ministrazione, io stesso lo sono stato tante volte. Ma votare Lega per questo è profondamente tri-ste. Gli uomini della Lega sono l’equivalente del Movimento so-ciale italiano di 30 anni fa».

Pierluigi Cervellati non si scompone: «La mia è una bat-taglia pro-Bologna e se c’è chi presta attenzione ai problemi del comune con i fatti e non a parole va aiutato. Con Manes Bernardini mi ritrovo in sinto-nia, lui si pone davvero il pro-blema di studiare e capire cosa fare in questa città in modo serio e contingente».

© Riproduzione riservata

DI ANDREA BEVILACQUA

In giorni di grandi incensazioni per il beato Giovanni Paolo II si leva una voce differen-te e, come sempre, molto tagliente. È quella del teologo tedesco dissidente Hans Kung.

Che dice, sulle colonne della «Frankfurter Run-dschau», che Giovanni Paolo II «non merita la beatificazione», poiché all’interno della chiesa ha esercitato il suo ministero in modo autoritario, reprimendo i diritti delle donne e dei teologi. È uno classico leit-motiv di Khung, capofila di un movimento del dissenso che non placa mai la pro-pria voce, soprattutto nei paesi del centro e nord Europa, quelli dove i venti di riforma da Lutezro a oggi non smettono di spirare.

Dice Kung che il Papa polacco ha avuto meriti «come uomo di carattere e come combattente per la pace e i diritti umani», ma è stato anche «il Papa più contraddittorio del XX secolo, che non merita di essere presentato ai fedeli come un mo-dello». Il teologo svizzero ricorda di essere stato «il primo grande caso di Inquisizione» da parte di Wojtyla, che «non ha letto nessuno dei miei libri, ma era subito pronto a condannare. Questo Papa era intollerante e contrario al dialogo». Kung cri-tica duramente la prassi della beatifi cazione e santifi cazione, inizialmente riservata ai credenti, ma poi rivendicata dal Papato. «Francesco d’As-sisi è stato santifi cato dal popolo, ma dal 1200 la curia romana ne ha fatto un privilegio papale, con il risultato che una buona usanza si è trasformata in un abuso».

Ironizzando sulla decisione di Papa Ratzinger

di beatifi care Wojtyla, il teologo afferma che «il successore beatifi ca il predecessore, come quando nell’antica Roma al tempo dei Cesari un impera-tore trasformava in un Dio il suo predecessore. I processi di beatifi cazione e santifi cazione servo-no al Papa come uno strumento per mettersi in mostra». Sui motivi che avrebbero indotto Benedetto XVI ad accelerare il proces-so di beatifi cazione di Papa Wojtyla, Hans Kung spiega che «se volessi essere cattivo, direi che con ciò specula già sulla propria beati-fi cazione, ma presumibilmente pensa che beatifi cando Wojtyla fa dimenticare il male che lui ha fatto. Con la sua persona viene beatifi cata anche la sua politica». Il teologo aggiunge che anche la manifestazioni con la richiesta «Santo subito» al momento della morte di Wojtyla sono state «una messinscena dall’inizio alla fi ne. I cartelli e gli striscioni in piazza San Pietro erano tutti stam-pati alla perfezione. Si è trattato di una mes-sinscena di gruppi cattolici conserva-tori e reazionari, forti soprattutto in Spagna, Italia e in Polonia».

© Riproduzione riservata

Kung: era autoritario. E per questo «non merita la beatificazione»

Il teologo rovina la festae va all’attacco di Karol

DI ANTONELLO DI LELLA

Una campana dal Moli-se per Giovanni Pa-olo II. I primi rintoc-chi saranno emessi

domani durante la proclama-zione ufficiale della sua

beatificazione. La cam-pana è stata realizzata dall’Antica pontificia fonderia Marinel-

li di Agnone, che l’ha fusa il 19

marzo di

quest’anno proprio nel giorno del 16° anniversario della visi-ta di Karol Wojtyla alla mille-naria azienda molisana. Sulla nuova campana oltre all’effige del Santo Padre, ci saranno lo stemma del suo pontificato, le raffigurazioni di San Pietro, primo papa, la facciata della basilica vaticana e la data del-la beatificazione. La fonderia dal 1924 può fregiarsi dello stemma pontificio che gli ven-ne concesso da papa Pio XI; nel 2000, invece, su suggerimento di Giovanni Paolo II in perso-na, gli artisti agnonesi realiz-zarono la grande campana per

il Giubileo. L’ultima creazione va

a confermare quel lega-me che si era creato tra l’azienda molisana e il papa polacco, l’unico pon-tefi ce ad aver visitato la pontifi cia fonderia e, in quell’occasione, Wojtyla potè assistere diretta-mente alla fusione di una campana. A Giovanni Paolo II, inoltre, è stato dedicato anche il museo storico della campana.

© Riproduzione riservata

Da Agnone la campana per la cerimonia

Rintocchi molisaniper Papa Wojtyla

Pier Luigi Cervellati

di Pierre de Nolac

Italia 150: Pd. Convegno con Bersani, il 5 maggio.

Ei fu.

PILLOLA

Giovanni Paolo II

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9Sabato 30 Aprile 2011Sabato 30 ApP R I M O P I A N O

Stati Uniti, si teme un nuova ondata di speculazioni

Tornado derivatiFinanza tossica: scatta l’allarme

DI MARIO LETTIERI* E PAOLO RAIMONDI**

I danni della ripresa dei giochi speculativi della fi-nanza tossica dei derivati e affini potrebbero essere

ben più gravi di quelli causa-ti dai tornado che si stanno abbattendo sugli Usa. Leg-gere il recentissimo rapporto «Wall Street and the fi nancial crisis: anatomy of a fi nancial collapse» della Commissione d’indagine bipartisan del Se-nato americano presieduta dal democratico Carl Levin e dal repubblicano Tom Coburn e nel contempo assistere ai pre-parativi di una nuova e deva-stante crisi bancaria e fi nan-ziaria è davvero sconcertante. Dati incontrovertibili hanno indotto infatti a gettare un nuovo allarme.

Nel 2010 le 5 maggiori ban-che americane, con un valore nozionale in derivati per 231 mila miliardi di dollari, hanno incassato da queste operazioni profi tti per 19,3 miliardi, 3,1 in più dell’anno precedente. Gli hedge fund hanno aumentato le loro operazioni e superato tutti i record. Sfruttando la de-bolezza del sistema bancario, per la prima volta essi hanno raggiunto il massimo dei capi-tali gestiti di ben 2.000 miliar-di di dollari.

Con i mercati e le banche pieni di liquidità ampiamente elargita dalla Federal Reserve, le banche di investimento e le altre fi nanziarie sono tornate a «confezionare» alla grande vecchi e nuovi titoli cosiddetti strutturati, cioè titoli emessi su altri titoli, come gli Asset-backed Securities, i Cdo, i Cds.

In queste cartolarizzazioni esasperate regnano il rischio, l’opacità e l’illusione della fi -nanza «creativa» sganciata dai processi economici reali. Sono potenzialmente tossici ed hanno per sottostante un debito spesso di incerta e bas-sa qualità.

Tra i sottostanti, oltre ai mu-tui, annoverano infatti i debiti delle carte di credito, quelli per l’acquisto di auto e di qualsiasi altro bene comprato a rate o addirittura altri derivati. Non hanno altra garanzia che il co-stante fl usso di cassa prodotto dai regolari pagamenti. Se una qualsiasi causa, tornado natu-rale, sociale o politico, dovesse manifestarsi e interrompere il fl usso, avremmo un’altra crisi come nel 2007-8.

Il Financial Stability Board, presieduto da Mario Draghi, di recente ha opportunamente avvertito di possibili «sviluppi inquietanti» di certi derivati e dei loro effetti sui mercati, soprattutto quello delle com-modity.

Il complesso di questi ope-razioni di fatto costituisce il cosiddetto «sistema bancario

ombra» che muove ben 16 mila miliardi di dollari, di gran lunga più grande di quello uf-fi ciale con cui comunque inte-ragisce.

Il rilancio in atto della fi nan-za tossica si scontra duramente con il Rapporto Levin che an-cora una volta sottolinea come «la crisi non è stato un disastro naturale, bensì il risultato di alti rischi, prodotti fi nanziari complessi, confl itti di interesse coperti, il fallimento degli or-gani di controllo, il ruolo delle agenzie di rating e dello stesso mercato che hanno permesso e guidato gli eccessi di Wall Street».

Detto rapporto di oltre 600 pagine rivisita con dovizia di dettagli la follia finanziaria sistemica che ha portato alla crisi. Nel capitolo «Abusi delle banche di investimento: i casi della Goldman Sachs e della Deutsche Bank» si spiega come nel periodo tra il 2004 e il 2008 gli istituti fi nanziari americani abbiano emesso circa 2,5 trilio-ni di dollari in derivati Rmbs (basati su ipoteche di abitazio-ni) e altri 1,4 trilioni di Cdo legati ai mutui casa.

Oltre a ribadire le responsa-bilità della Goldman Sachs, è signifi cativo, anche per la si-tuazione europea, che si diano le prove a carico della Db tede-sca, che è diventata centrale nella «macchina Cdo» e nello

«schema Ponzi». Negli Usa una delle prime grandi pira-midi finanziarie degli anni venti orchestrata dall’italo americano Charles Ponzi fu così chiamata. Nel 2007 la DB gestiva sul mercato ame-ricano 128 miliardi di dollari di Cdo che causarono al suo bilancio una perdita secca di 4,5 miliardi.

Questo fatto la dice lunga sulla partecipazione delle banche europee nella grande speculazione. Svela inoltre una malcelata debolezza del sistema bancario tedesco che ha ancora centinaia di miliardi di euro in titoli tossici da smal-tire. Speriamo che ciò spinga Berlino ad un atteggiamen-to più costruttivo e unitario nell’affrontare i problemi fi-nanziari e del debito pubblico dell’Ue.

Il rapporto della Commis-sione d’indagine del Senato americano è in defi nitiva un monito molto forte sui rischi di una ricaduta sistemica nei vecchi schemi della fi nanza e conferma quanto da noi evi-denziato nel libro «I gattopardi di Wall Street» recentemente pubblicato.

* Sottosegretario all’economia

nel governo Prodi** Economista

© Riproduzione riservata

DI PAOLO SIEPI

Roberto Saviano mi sta sui coglioni, però è bravo. E’ un esibizionista, un attore, si mette lì con la barba lunga. E’ uno che recita il suo personaggio, gli piace fare il carbonaro, il perseguitato. La mafi a lo ha per-seguitato, dice? Anche nella mafi a ci sono i cretini. E qualche cretino mafi oso lo ha minacciato. In ogni caso, da cronista a cronista, a me i suoi libri danno noia perché sono barocchi, con una sovrabbondanza di aggettivi. Giorgio Bocca in Lettera 43.it

«Secondo voi, quale fu la causa della rottura fra Montanelli e Ber-lusconi?». Vittorio Feltri: «Con la discesa in campo del suo editore, Montanelli fi niva di essere il re». Maurizio Belpietro: «In quegli anni, Montanelli era il vero leader della destra liberal democratica italia-na. Con l’ingresso di Berlusconi non lo era più». Vanity Fair.

Tutti gli anni la stessa storia. Le vacanze. Il confronto inizia, per lo più, a marzo (…). L’altra sera, ormai a ridosso di maggio, Franca se ne esce: «Certo che per te, viaggiare, è un lavoro!». Le ho tirato un cazzotto in mezzo agli occhi. Poi ho chiamato Giorgio Napolitano che mi ha assicurato per telefono: «Se il cazzotto era pre-ciso, ma veramente preciso, altro non è che il naturale

sviluppo della scelta di marzo». Andrea Marcenaro. Il Foglio.

La missione del Pd sui bombardamenti non parla dei bombarda-menti. Jena. La Stampa.

Per capire lo stato della giustizia in Italia farò un piccolo esempio concreto che conosco. Se una persona si trova la casa allagata dal vicino di casa, e questo è un prepotente che si rifi uta di pagare le necessarie riparazioni dei danni provocati, ha molte diffi coltà a ottenere giustizia da un tribunale italiano, anche se ha eviden-temente ragione. Il processo può durare anche più di dieci anni, durante i quali bisogna pagare l’avvocato (anche se poi le spese legali andranno a carico del vicino, in questa fase deve sborsarle lui) e intanto deve pagarsi da solo le spese della casa. Non sono molti coloro che possono affrontare questo disastro economico, i più si rassegnano alla prepotenza e, piuttosto di aprire una voragine di debiti per pagare gli avvocati, si pagano i lavori. Lucetta Scaraffi a. Il Riformista.

Tribunale del lavoro. Fiat condannata. Marchionne condannato. Condannata la Fiat che ora si chiamerà Fiomat. Tump! Basta scioperi, un giudice del lavoro vale 10 scioperi generali. Vignetta di Vincino su Il Foglio.

Una cosa è puntare su un’Alta Corte all’americana, responsa-bilizzata dall’autorità del Presidente nello scegliere i candidati e del Congresso nell’esaminarli “ferocemente”: e proprio per questa natura politicamente ispirata senza pretese di ipocrite neutralità. Altra cosa è la Corte costituzionale italiana che, messa insieme grazie a procedure bizantine, fi nisce per coltivare quella tendenza all’irresponsabilità che è tipica di tante istituzioni italiane, dai pm a certe istituzioni fi nanziarie. Sono centri di potere che non si sa mai a chi rispondono precisamente e che, grazie a ciò, debilitano il carattere liberale e democratico della nostra società. Ludovico Festa. Tempi.

La lettera di scuse di Lassini dovrebbe nel frattempo essere arrivata al Colle. Ma la lettera di scuse di Asor Rosa è almeno partita?E quella dei pasticcioni pm? Giuseppe Zola, sul web.

Il motto della famiglia Ferrero di Alba è sempre stato: massima visibilità al prodotti, massima riser-

vatezza ai dirigenti. Michele Casale Alloa. La Stampa.

Invece di condannare pubblicani e samaritane, Cristo condannò «i sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni di ossa di morti e d’ogni immondizia» (Matteo 23, 27). Luigi Amicone. Tempi.

Per evitare le tentazioni, i magistrati venivano spostati frequente-mente di sede, e la loro attività cominciava in luogo diverso da quello di origine; non parliamo della ineleggibilità nell’ambito territoriale del loro mandato. Oggi invece ci sono dei magistrati che, come Sansa a Genova, nel corso di una assegnazione ultratrentennale hanno percorso tutto il loro cursus honorum nella carriera, con escursioni nelle magistrature civili (Sansa è stato sindaco della città) senza cambiare mai sede. Paolo Togni. Tempi.

Gli emigranti hanno uno sguardo assieme amorevole e spietato sul loro paese d’origine. Proprio per questo, la loro è una voce sempre preziosa. L’ho sempre sospettato, ma non ne dubiterò mai più, dopo aver visitato a Seattle un bellissimo salone da parrucchiere. L’inse-gna diceva: “Via Solferino”. Alberto Mingardi. Il Foglio.

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PERISCOPIO

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DI BARTOLOMEO SCAPPI

Canova Club – Tutto esaurito per l’appuntamento di lunedì prossimo del Canova Club di Roma, all’hotel Parco dei Princi-pi: protagonista sarà il banchiere Mps Giuseppe Mussari. E il giorno successivo, in uno storico locale romano, per festeggiare, mega degustazione di vini “1472”. Voto 8

Papa Giovanni Paolo II – Le manifestazione per la beati-fi cazione di papa Giovanni Paolo II non termineranno nella serata del primo maggio: il giorno successivo, nella piazza del Campidoglio, Amedeo Minghi interpreterà il brano che ha com-posto in onore del papa: “Un uomo venuto da lontano”, canzone già eseguita per il XXV anniversario del pontifi cato di Karol Wojtyla. Voto 7+

Giuseppe Fioroni – Nel Partito democratico dicono che l’ex ministro Giuseppe Fioroni è il recordman delle cene elettorali: si è fatto notare anche in qualità di ospite d’onore del ban-chetto organizzato per presentare la candidatura al consiglio comunale di Ravenna di Gianluca Scacco, svoltasi al Bagno La Piazzetta di Marina di Ravenna. N.C.

Emilio Salgari – Cosa c’è di meglio di un pasto luculliano per ricordare uno scrittore come Emilio Salgari? E allora ecco il pranzo salgariano, andato in scena ieri nella veronese Chievo: pomodori al gratin come antipasto, consommé con sedano bian-co e brunoise di pomodoro e ziti con salsa pomodoro e polpettine di carne come primi piatti; petto di tacchino agli agrumi cara-mellati e quaglietta adagiata su nido di polenta come secondi piatti; trionfo di corbeilles con frutta, formaggi e canestrelli per dessert ed infi ne caffé e rigatino. Il tutto accompagnato dai vini del Consorzio Valpolicella. Voto 7+

Gianni Alemanno – Il sindaco di Roma non è a dieta: lo ha dimostrato l’altra sera a via Veneto, nell’hotel Majestic, dove lo chef Filippo La Mantia aveva allestito la cena per il primo anno di radio Ies, emittente della famiglia Garofalo, gruppo imprenditoriale attivo nel settore della sanità privata. N.C.

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CONVEGNI E BUFFET

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10 Sabato 30 Aprile 2011 P R I M O P I A N O

Alle battute i nali le nomine all’Agenzia governativa, Gasparrini presidente con il sì delle regioni

Brunetta perde la partita AranFallita la scalata del veneziano Mingardi al vertice dell’ente

DI ALESSANDRA RICCIARDI

È riuscito a sventare il ri-schio, assai concreto ap-pena arrivato a Palazzo Chigi, che l’Aran, uno dei

bracci operativi nella riforma della pubblica amministrazione, fosse espressione del mondo del-la Cgil. Il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, non ha vinto però l’ultimo match del-la partita, quello della nomina del presidente dell’Aran, l’agenzia per la contrattazione del pubblico im-piego. È il soggetto a cui il governo detta le linee guida per i rinnovi dei contratti dei dipendenti pub-blici, affida il compito delle tratta-tive con i sindacati sui permessi e sulle interpretazioni autentiche delle norme contrattuali. Arrivata alle battute finali la partita per le nomine, dopo un anno e mezzo di commissariamento dell’Agenzia, Brunetta ha messo da parte il suo candidato naturale, il veneziano Enrico Mingardi, oggi vicecom-missario dell’ente, e ha optato per un tecnico, Sergio Gasparri-ni, da anni dirigente di primo piano della stessa agenzia. Fi-gura che ha incassato nei giorni

scorsi anche il parere favorevole della Conferenza delle regioni. In arrivo ora i decreti di nomina dei 4 del collegio di indirizzo. Mingar-di, secondo quanto risulta a Italia-Oggi, dovrebbe essere nella rosa in quota Funzione pubblica. A ricoprire gli altri tre posti, in pole Harold Bonura, universitario, esperto di diritto amministrativo, indicato da Comuni e Province, Giampiero Proia, sempre universitario ma esperto di diritto del lavoro, indicato dalle Regioni e pare sup-portato in particolare dalla governatrice del Lazio, Renata Polve-rini. Ultimo, indicato dal ministero del Te-soro, Silvia Geno-vese, dirigente della Ragioneria

generale dello stato. Con Ga-sparrini, si delinea così un Aran di profilo più tecnico che politico, come del resto richiede il decreto 150/2009 che parla di esperti in materia di economia del lavoro, diritto del lavoro, politiche del personale e strategia aziendale, anche estranei all’amministrazio-ne. La figura più ai margini pare

essere proprio quella di Mingardi. Ex

assessore alla mobilità del comune di Venezia con M a s s i m o Cacciari, con-sigliere d’am-ministrazione

e presidente di alcune impor-

tanti azien-de nel

setto-

re dei trasporti pubblici, Mingar-di fece scalpore con il voltafaccia di San Valentino: appellandosi al suo essere «tecnico», e dunque ter-zo rispetto alla politica, per le ele-zioni comunali lasciò il centrosini-stra, che sfoderava come sindaco Giorgio Orsoni, per appoggiare la candidatura Pdl di Brunetta. L’operazione lagunare andò come andò e Mingardi è approdato poco dopo all’Aran, con l’incarico di vi-cecommissario. Lungo la strada per la sua presidenza si sono però frapposte alcune difficoltà, tutte ben evidenziate a Palazzo Vidoni nell’intento di evitare attacchi e strumentalizzazioni: per esem-pio la carica politica ricoperta in passato, che potrebbe far parlare di incompatibilità. E poi il curri-culum. Del «signor Mingardi», si legge in un’interrogazione che il parlamentare Oriano Giova-nelli (Pd) presentò in occasione della nomina di Mingardi a vi-cecommissario. Questioni che, stando ai rumors di minoranza di Palazzo Vidoni, terrebbero in ballo fino alla fine Mingardi ad-dirittura per l’incarico di semplice componente.

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Per risolvere la drammati-ca emergenza occupazio-nale dei giovani italiani, non basterà il programma economico del governo Berlusconi, pur promosso a pieni voti, ma servireb-be un miracolo. E così ieri Raffaele Bonanni, segre-tario della Cisl, al termi-ne del consiglio generale dell’organizzazione, ha annunciato una veglia di preghiera in tutte le diocesi, insieme alle Acli e alle associazioni che si rifanno alla dottrina cat-tolica, «per chiedere alle istituzioni una maggiore attenzione sui giovani». L’appuntamento è per il prossimo 10 maggio, a po-chi giorni dalla beatifi ca-zione di Wojtyla, il papa dei giovani e del lavoro.

Alessandra Ricciardi© Riproduzione riservata

Bonanni pregaper i giovani

Renato Brunetta

«Tenuto conto del dovere di lealtà, al quale de-vono essere improntati i rapporti tra regione ed enti locali, si invita il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, uffi cio scolastico regionale per il Lazio, Direzione regionale Uffi cio V, entro e non oltre giorni 15 dal ricevimento della presente, a rivedere, anche in fase di determina-zione dell’organico di fatto, la dotazione organica riguardante la Provincia di Latina, determinata in virtù della circolare n.7102 del 18 marzo 2011 e ad uniformarla a tutti i para-metri dettati dal Dpr 81/2009 revocandola e riformulandola nel suo complesso».

Questa la conclusione della lettera che il presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani, ha inviato all’Ufficio scolastico regionale per il Lazio, per far riconsiderare la nefasta circolare n.7102, che penalizza oltre misura l’intera organiz-zazione del sistema scolastico pontino.

Nella missiva il presidente Cusani offre mille ed una ragio-ne affinché l’Ufficio scolastico regionale possa ritornare sulle sue decisioni. Nell’attesa che questo possa accadere, si è scrit-to chiaramente con forza come la provincia nel corso dei precedenti anni scolastici ha attuato con scrupolosità e rigore un piano di dimensio-namento della rete scolastica provinciale tale da garantire un livello di servizio scolastico corretto e sostenibile, intervenendo, attraverso un con-fronto con tutte le forze sociali e sindacali coin-volte, con i comuni, con gli ex distretti scolastici, anche sulle realtà più disagiate con risultati ri-tenuti adeguati e virtuosi in sede di Osservatorio scolastico regionale.

«Per l’anno scolastico 2011-2012», ha scritto Cusani, «si rileva che la popolazione scolastica provinciale ammonta, secondo i dati registrati, a circa 82.845 unità. Tale dato numerico si diffe-

renzia in misura non incidente rispetto a quello dell’anno scolastico 2010-2011 in rapporto al quale risulta essere inferiore di circa 853 unità, peraltro recuperabili in sede di organico di fatto, con conseguente determinazione di una differen-za tra gli organici di fatto dei due anni scolastici di riferimento oltremodo esigua. Sulla base della risultanza del rapporto tra le circa 853 unità di alunni iscritti in meno per l’a.s. 2011-2012 e il numero medio di alunni per classi pari a circa

25 unità avrebbe dovuto esse-re previsto un taglio alle consi-stenze organiche destinate al territorio provinciale pari alle 35 unità in luogo dei 254 posti soppressi. L’Uffi cio scolastico regionale assegna invece per l’a.s. 2011-2012 un numero di posti per la scuola primaria pari a 1711 unità a fronte delle 1826 assegnate per l’anno scolastico 2010-2011 e, con riguardo alla dotazione organica della scuo-la secondaria di II grado, ha assegnato un numero di posti pari a 2115 a fronte delle 2254 unità assegnate lo scorso anno,

con un’incidenza negativa di 115 unità in meno nella scuola primaria e di 139 unità in meno nella scuola secondaria di II grado, nonostante non si sia registrata negli anni scolastici presi in consi-derazione una riduzione signifi cativa del numero degli alunni tale da giustifi care una diminuzio-ne delle consistenze organiche provinciali». Per queste fondanti ragioni e in considerazione del comportamento omissivo e disattento verso le esigenze provinciali e comunali tenuto dall’uf-fi cio scolastico regionale, la Provincia di Latina è pronta a far valere nella aule di giustizia le ragioni di tutti gli operatori della scuola pontina e delle migliaia di studenti.

Everardo LongariniPortavoce del Presidente della Provincia

di Latina Armando Cusani

PROVINCIA DI LATINA

La scuola non si tocca, rivedere i tagli

DI SIMONA D’ALESSIO

L’Italia si conferma un Paese di inventori. Cre-scono, infatti, i brevetti depositati alla direzio-

ne generale per la lotta alla con-traffazione del ministero dello sviluppo economico: 69.671 nel 2010, a fronte dei 66 mila dell’an-no precedente. Negli ultimi do-dici mesi, le richieste che hanno ottenuto il via libera sono state poco meno di 181 mila, in preva-lenza marchi nazionali (oltre 161 mila), a seguire invenzioni (più di 16 mila), modelli di utilità (2.421) e disegni e modelli (1.361). Un patrimonio da salvaguardare, cui è stato dedicato ieri a Roma, nella sede del Cnel, un evento ce-lebrativo: la giornata mondiale della proprietà intellettuale. Ep-pure, riuscire a tradurre in realtà un’idea che si considera vincen-te è tutt’altro che un’impresa facile, nel nostro Paese dove, ha sostenuto Antonio Marzano, «una banca è capace di negare il fi nanziamento ad un imprendito-re, motivando il rifi uto nel fatto che non ci sono dei precedenti». Circostanza curiosa, trattandosi, appunto, di un’iniziativa inedita sul mercato. La missione di chi ha messo in piedi un’azienda, ha proseguito il presidente del Cnel, non consiste soltanto nella «gestione dei fattori di produzio-

ne», bensì nel superamento del-le «resistenze al cambiamento». Intanto, nel dicastero guidato da Paolo Romani si punta a miglio-rare il sistema brevettuale, forti di un buon risultato raggiunto lo scorso mese quando è stato azzerato l’arretrato di doman-de di registrazione di marchi in giacenza (160 mila, ndr), grazie all’istituzione di una task force di esaminatori e snellendo le procedure di verifi ca. E adesso, ha detto con orgoglio il direttore generale del dipartimento anti-contraffazione, Loredana Gulino, «siamo in grado di rilasciare un titolo in quindici giorni»; sul sito dell’ufficio ministeriale, www.uibm.gov.it, è pronta la pubbli-cazione a cadenza mensile del bollettino ufficiale dei marchi d’impresa, che permetterà la con-sultazione di quelli registrabili, insieme ai modelli depositati e rinnovati. Secondo Carlo Alberto De Michelis, vicepresidente di In-dicam, l’istituto per la lotta alla contraffazione che riunisce circa 200 aziende, nella diffusione del fenomeno illecito internet gioca un ruolo importante. Ad avva-lorare la tesi, in assenza di dati nazionali, c’è il caso delle dogane francesi, che hanno riportato un notevole incremento dei seque-stri di articoli contraffatti distri-buiti online: da 75 mila nel 2006 ad oltre un milione nel 2009.

Crescono le domande anticontraffazione

Non si fa credito all’idea brevettata

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Il presidente Cusani annuncia l’intenzione

di ricorrere ai giu-dici per sostenere le ragioni di insegnanti e studenti contro le riduzioni di perso-

nale e risorse decise dall’uffi cio scolastico regionale. Una lettera per chiedere il ripensa-

mento

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11Sabato 30 Aprile 2011ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Sul mercato il 12% di Rjd, che gestisce la seconda più grande rete al mondo

Mosca privatizza le ferrovieLa loro attività rappresenta il 2,5% del pil russo

DI ANDREA BRENTA

È per dimensioni la secon-da rete al mondo (dopo quella degli Stati Uniti), con 85.500 chilometri di

strada ferrata e 950 mila addet-ti. E la sua attività rappresenta il 2,5% del prodotto interno lor-do del paese.

Ora il governo russo vuole ce-dere il 12% di Rjd, l’operatore che gestisce le ferrovie del pa-ese. Per pesare sulle decisioni strategiche del gigante ferro-viario servirebbe una parteci-pazione del 25%, ma il ministro dei trasporti, Igor Levitine, ritiene che sarebbe «una quota troppo grossa» per essere as-sorbita in un colpo solo da un investitore.

Secondo il numero uno di Rjd, Vladimir Iakounine, il valore sul mercato della socie-tà potrebbe essere ampiamente superiore ai 1.500 miliardi di rubli, circa 37 miliardi di euro, del suo capitale sociale.

Il progetto di privatizzazione parziale delle ferrovie rientra in un più ampio programma che prevede l’uscita dello stato rus-

so da numerosi asset. Un pro-gramma che potrebbe tuttavia essere rallentato dal rialzo del prezzo del petrolio, che dovreb-

be assicurare al Cremlino en-trate molto importanti.

Tornando a Rjd, il colosso fer-roviario, viste le sue caratteri-

stiche, è da sempre un soggetto politicamente molto sensibile. E non è un caso che fi n dalla sua creazione, nel 2003, sia stato di-retto da un amico di lunga data di Vladimir Putin. Iakounine dovrebbe però lasciare l’incarico la prossima estate, alla scaden-za del suo mandato.

Intanto il gruppo prevede di investire almeno 26 miliardi di euro nel corso dei prossimi tre anni per modernizzare linee e materiale rotabile. Inoltre il governo esige che la compagnia realizzi collegamenti ad alta ve-locità fra la decina di città rus-se che ospiteranno gli incontri della coppa del mondo di calcio del 2018: ossia un investimento di circa 50 miliardi di euro che comprende anche il tratto ad altissima velocità (400 km/h) Mosca-San Pietroburgo.

I consorzi di quattro paesi (Francia, Germania, Corea del Sud e Cina) hanno depositato le loro offerte per questa linea, ma alla gara potrebbe partecipare anche la spagnola Adif.

Il piatto è certamente molto ricco.

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La Cina è a corto di ac-qua. E in suo aiuto accor-re Israele.

Dopo essere riuscito a fare rifiorire il deserto, lo stato ebraico scopre un mercato immenso.

Forti di una tecnolo-gia all’avanguardia nel mondo, soprattutto per quanto riguarda la dissa-lazione dell’acqua marina e l’irrigazione, le imprese israeliane (quelle del set-tore sono ben 166 e il loro export annuale supera 1,5 miliardi di dollari) hanno cominciato a muovere le proprie pedine nell’enor-me mercato cinese.

Come ha fatto Ide Tech-nologies, joint venture fra Delek e Israel Chemical, leader rispettivamente nei settori dell’energia e della chimica, che ha re-centemente concluso un contratto con la compa-gnia di elettricità della città di Tianjin per la co-struzione di quattro unità di dissalazione dalla capa-

cità di 73 milioni di metri cubi all’anno. La tecno-logia utilizzata permette di ottenere non soltanto l’acqua per i 12 milioni di abitanti della metropoli, ma anche di far funziona-re una centrale elettrica.

Anche sul fronte finan-ziario gli israeliani avan-zano e sono stati lanciati diversi fondi che riunisco-no partner dei due paesi.

Il mercato, come si è detto, è enorme. La Cina dispone soltanto del 6,2% delle risorse idriche del pianeta, ma ospita il 21% della popolazione mondiale. La carenza di acqua causata dall’inqui-namento industriale e da una rete di distribuzione obsoleta è una delle sfide cruciali dei prossimi anni per l’ex Celeste impero, anche perché, secondo le stime, il 70% delle ac-que utilizzate in Cina non sono adatte né al consumo né per la pesca.

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ISRAELE ACCORRE

La Cinaè a cortod’acqua

Continua la cura dima-grante di Panasonic.

Il colosso dell’elettro-nica giapponese ha an-

nunciato che, entro marzo 2013, taglierà ben 35 mila posti. Una cifra impressionante. Ma non è fi nita. Panasonic ridurrà del 10% anche il numero (350) dei suoi siti industriali nel mondo.

Il gruppo giustifi ca i tagli con la necessità di riorganizzare le proprie attività e soprattutto di eliminare i «doppioni» in seguito all’acquisizione, lo scorso anno, di Sanyo e di Panasonic Electric Works, due entità che hanno au-mentato gli effettivi di ben 160 mila unità.

L’acquisizione di Sanyo si inse-risce a pieno titolo nella strategia di Panasonic di rafforzarsi nel

«green tech», le tecnologie verdi, soprattutto celle fotovoltaiche e batterie al litio.

Il piano di riduzione dei costi ha già dato i suoi primi frutti.

Giovedì, alla presentazione dei risultati annuali, Panaso-nic ha annunciato un risultato netto di 74 miliardi di yen (643 milioni di euro), che conferma l’uscita dal «rosso» al termine dell’esercizio 2010-2011, con un fatturato di oltre 8.692 miliardi di yen (75,6 miliardi di euro), in aumento del 17,2% rispetto a un anno fa.

A causa delle diffi coltà lega-te al terremoto dello scorso 11 marzo, il gruppo non è in grado di fare previsioni per il biennio 2011-2012.

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Cura dimagrante dopo l’acquisizione di Sanyo

Panasonic taglia 35 mila posti

Decolla il progetto di quotazione in borsa di Vertolety Rossii, il costruttore russo di

elicotteri che detiene il 10% del mercato mondiale e che martedì ha svelato la forchetta di prezzo (tra 19 e 25 dollari, che portano la valorizzazione potenziale tra 1,8 e 2,38 miliardi di dollari) all’in-terno della quale esso intende piazzare le proprie azioni sulle borse di Londra e di Mosca.

Appartenente al 100% allo stato russo attraverso la potente holding OboronProm, Vertolety Rossii emetterà 250 milioni di dollari di nuove azioni.

L’obiettivo è raccogliere 500 milioni di dollari per contribu-ire alla modernizzazione del settore aeronautico e militare russo. Le somme recuperate

serviranno inoltre a rimborsa-re una parte del debito da 930 milioni di dollari.

Secondo il prospetto informati-vo, Vertolety Rossii l’anno scorso è stato il costruttore di elicotteri più profi ttevole al mondo, con un risultato netto pari al 18% del suo giro d’affari: 500 milioni su 2,7 miliardi di dollari. Un margi-ne superiore a quelli dei suoi con-correnti Bell (13%), AgustaWest-land (11,3%), Sikorsky (10,7%) ed Eurocopter (3,8%).

Il carnet di ordini prevede la consegna all’esercito russo di ol-tre 100 elicotteri all’anno da qui al 2020. All’estero gli apparecchi di Vertolety Rossii, giudicati ro-busti e a buon mercato, si vendo-no bene in India, Sud-est asiatico, Nord Africa e Sud America.

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La società a caccia di 500 milioni di $

Gli elicotteri russi entrano in borsa

Rjd investirà 50 miliardi di euro per nuovi collegamenti ad altissima velocità (400 km/h), tra cui la tratta Mosca-San Pietroburgo

Panasonic ridurrà del 10%anche il numero (350)dei suoi siti industriali nel mondo

Un Mi-35di Vertolety Rossii

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12 Sabato 30 Aprile 2011 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Anche a Berlino, come nelle altre grandi città, sono un incubo. Tuttavia c’è chi li difende

I graffitari, artisti o vandali?Si ripulisce, e loro tornano subito a deturpare, o a creare

DA BERLINO ROBERTO GIARDINA

Orrendi scarabocchi o opere d’arte? I graf-fitari sono l’incubo delle grandi città, da

New York a Roma, da Milano a Londra. Per alcuni sono vanda-li, per altri artisti a cui si deve lasciare la libertà di creare. Ma deturpano facciate storiche e i vagoni della metropolitana, provocano danni per milioni di euro o di dollari. Si ripulisce, e loro tornano a deturpare, o a creare.

Berlino ha un rapporto par-ticolare con i suoi graffi tari. In fondo, furono loro a salvare qua-si un chilometro del Muro. Rico-prirono un tratto della barriera di cemento con le loro opere, che vennero protette dalle autori-tà. Quel muro, dalle parti della Ostbanhof, ora è chiamato East Side Gallery, ed è una meta dei turisti. Proprio graffi ti classi-ci non sono, obiettano i critici, piuttosto murales eseguiti in molti casi da artisti già noti.

Ai «colleghi» di oggi si dà la caccia. Il municipio promette

una ricompensa di 2 mila euro a chiunque dia informazioni in grado di portare alla cattura di un vanda-lo. Sono sorti club di graffitari che danno consigli, sia artistici che legali. E si spiega il codice d’onore da rispettare: dipingere un palazzo è ammesso, un monumento storico no. E le scuole offrono pareti pulite da dipin-gere liberamente. Con poco successo: il vero graffitaro ama il ri-schio. Creare sotto gli occhi del preside toglie il piacere e l’estro arti-stico. A Berlino ci sono già state delle vittime: ragazzi fi niti sotto un treno della metropoli-tana, o caduti da un ponte o da un balco-ne. Anche un agente ci ha rimesso la vita, anni fa. Un ragazzo aveva portato a svi-luppare le foto delle sue opere. Il fotografo

coscienzioso chiamò la polizia. L’agente attese il graffi taro nel negozio, ma questi reagì pugna-landolo al cuore, e fug-gì. Mai identifi cato. Un caso limite.

Ora, a uno di que-sti artisti fuorilegge, o street artist, come li chiamano a New York, è stata offerta un’op-portunità unica. Di-ventare una sorta di Michelangelo del XXI secolo e affrescare una chiesa. L’idea è venuta al sacerdote Thomas Braunstein, parroco di tre chiese nel Baden-Württemberg, dalle parti di Friburgo. Solo il 3% dei suoi fedeli si fa vedere a messa, e le sue chiese rischiano di ve-nire chiuse per sempre. Braunstein ha così de-ciso di intervenire e di rendere più accoglienti le sue «case». Perché non affrescare la chiesa di Goldscheuer, paeset-to della Foresta Nera?

Ma dove trovare i soldi?Il sacerdote è riuscito a rac-

cogliere appena 50 mila euro, insuffi cienti se si fosse rivolto a un artista affermato. Padre Thomas ha però trovato Stefan Strumbel, 32 anni, graffi taro nella vicina Offenburg, noto ai suoi concittadini e inviso alla polizia. Stefan è già al lavoro: una gigantesca Madonna, di-pinta con la pistola a spruzzo. Michelangelo non avrebbe approvato lo strumento o forse, al contrario, l’avrebbe apprez-zato, chissà? Da vero artista, Stefan lavora gratis, solo per il vitto e l’alloggio. Ma l’aspetta la fama. La chiesa è già meta di turisti, e il parroco ha tro-vato i 250 mila euro che ser-vono per restaurare l’edifi cio, costruito nel 1961. Tutti con-tenti? C’è qualcuno che obietta: così diamo il cattivo esempio, e scateniamo gli altri vandali, gli street artist che deturpano le metropoli. Stefan è un graf-fi taro, ma non tutti i graffi tari sono bravi come Stefan. Però, se non si offre loro una chance come si fa a saperlo?

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DI ETTORE BIANCHI

I conti pubblici degli Stati Uniti non sono così brillanti e il governo si trova a fronteggiare un deficit pubblico schizzato alle stelle per sostenere l’economia dopo la crisi. Così, per

recuperare soldi, la macchina fiscale si è messa in moto. Obiettivo: stana-re gli evasori. Anche in Europa.

Proprio nel Vecchio continente si giocherà presto una battaglia de-cisiva. Banche e società di gestione, soprattutto quelle straniere inse-diate in Europa, dal 1° gennaio 2013 dovran-no identifi care ciascun cliente americano per permettere a Washing-ton di recuperare le somme nascoste al fi-sco. In alternativa, esse si troveranno tassate al 30% sull’insieme dei loro fl ussi provenienti dagli Usa. Ci si domanda se in Europa bisognerà mettere la croce sui clienti d’Oltreoceano. Una situazione che vogliamo evitare, replica James Broderick, di JP Morgan Asset Ma-nagement. L’industria si sta preparando ad affron-tare la situazione e, con l’appoggio delle autorità politiche, spera ancora di ottenere qualche correzione al testo di leg-ge americano adottato in marzo sotto il nome di Fatca (Foreign Ac-count Tax Compliance Act) e di cui il Tesoro si appresta a scrivere le disposizioni applicative. Vi sono,

però, ancora molte incertezze sulle implicazioni di questa novità a livello extraterritoriale.

In concreto questa legge, che completa un dispo-sitivo esistente giudicato meno stringente e senza obiettivi repressivi, obbligherà le istituzioni fi nan-ziarie straniere a catalogare e dichiarare i conti americani, specifi cando il loro ammontare. Se il

cliente rifi uta questo in-tervento, la sua banca o società di gestione sarà costretta a prelevare alla fonte una ritenu-ta del 30%. I recidivi rischiano il blocco del loro conto.

Jacques Ripoll, di-rettore del polo investi-menti globali di Société Générale, afferma che il suo gruppo fi nanziario è in fase di studio. I nuo-vi obblighi andranno a colpire parecchie entità: banche private, banche universali, gestori di titoli. Se l’intervento

dell’amministrazione americana è ammirevole (lot-tare contro l’evasione fi scale), serve però un lavoro di coordinamento internazionale.

Il commissario Ue Algirdas Semata, che si occu-pa di questioni fi scali e doganali, ha sensibilizzato i vertici di Washington sugli effetti negativi di tale

provvedimento in Europa, solleci-tando il dialogo. Ma dall’altra par-te dell’oceano attendono con ansia quei soldi per fi nanziare un piano di sostegno all’impiego che è stato varato recentemente.

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L’alto deficit pubblico esige interventi eccezionali anti-evasione

Il fisco Usa vuol guardare nei conti delle banche Ue

È guerra fra società eu-ropee per vendere i jet all’India.

Alla resa dei conti si presentano per ora il Ra-fale di Dassault e il Typhoon di Eurofi ghter, in fi nale per il contratto da 126 aerei da com-battimento.

Quattro anni dopo il lancio del-la gara, l’unico vincitore sicuro è per il momento soltanto Eads, azionista con la stessa percen-tuale (il 46%) sia di Dassault sia di Eurofi ghter.

Dallo scontro finale per un mercato che vale 12 miliardi di dollari restano esclusi gli ame-ricani: l’F-16 di Lockheed Mar-tin e l’F-18 di Boeing. «Siamo

profondamente delusi», ha detto l’ambasciatore Usa in India Ti-mothy Roemer.

Grandi esclusi anche i russi Mig e il Gripen della svedese Saab.

Ma dietro il match fi nale Ra-fale-Eurofi ghter si gioca anche lo scontro politico fra un aereo francese e uno europeo.

L’India privilegerà le proprie relazioni con la Francia o con quattro grandi paesi dell’Unio-ne europea? La risposta darà il nome del vincitore.

Tuttavia, la decisione defi niti-va potrebbe richiedere tempo. In India numerose gare nel settore sono rimaste bloccate per anni.

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Scontro finale fra Dassault ed Eurofighter

Per i jet all’India è guerra in Ue

L’opera del grafi taro Stefan Strumbel nella chiesa di Goldscheuer, in Germania

Gli occhi del i sco di Washingtonscandaglieranno l’Europa

Il Typhoon di Euroi ghter

Le due pagine di «Este-ro - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di

Sabina Rodi

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19Sabato 30 Aprile 2011

IL PRIMO GIORNALE DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

LA 90*

IN EDICOLA SOLI € 7,9

CON AgricolturaI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

Oggi

Pechino approi tta della crisi. Il gruppo Dynasty investe 150 mln $ sul vino rosso. E non è il solo

Vignaioli con gli occhi a mandorla Ora i cinesi comprano a sconto aziende vinicole australiane

DI EDOARDO NARDUZZI

La crisi del vino australia-no inizia a farsi cronica. Da sempre i produttori australiani puntano sulle

esportazioni per far quadrare i loro bilanci annuali, considerato che il mercato domestico assorbe meno del 20% della produzione annua. Ma ora esportare si è fat-to per loro molto meno agevole. Il dollaro australiano è ai massimi storici nei confronti di quello sta-tunitense, e gli Usa sono il prin-cipale mercato di esportazione, e si è molto apprezzato anche verso la sterlina e l’euro; la so-vrapproduzione storica resta un problema che impatta sui prezzi medi sempre di più, ad esempio in un supermercato di Sydney una bottiglia di buona acqua minerale costa più dei 2,99 dol-lari australiani di una bottiglia di vino locale; la crisi fi nanziaria ha reso molto meno facile per i produttori australiani trovare fi nanziamenti nel sistema credi-tizio locale. Il risultato è che le pa-gine dei giornali locali sono piene di annunci di aziende vinicole in vendita e che il prezzo di 100mila dollari australiani per ettaro, che

i vigneti della Barossa Valley e delle zone più pregiate avevano toccato nel 2007, non si rivedrà più per diversi anni. Gli esperti stimano che circa 40 mila ettari di vigneto usciranno a breve dalla produzione annua di vino.

In questa situazione si sono tuffati a pesce gli investitori ci-nesi interessati a comprare asset vinicoli in Australia, il produt-tore più vicino al loro mercato domestico. Investimenti cinesi in qualche modo anticiclici che però segnalano il consumo futuro in arrivo a Pechino a dintorni. Oggi gli investitori del paese del Dra-gone si vogliono posizionare in Au-stralia perché si tratta di un paese che da de-cenni pro-duce vini da vitigni interna-z i o n a l i di buona qualità a prezzi medi

decisamente low cost. Per sti-molare e supportare la crescita della domanda di vino in Cina l’offerta australiana pare quanto mai interessante: grandi diste-se di terra vitata o vitabile (nel 2010 l’Australia ha prodotto 1,5 milioni di tonnellate di uva con-tro le 418 mila tonnellate cinesi); vocazione all’export che signifi ca disponibilità di una fi liera logisti-ca che dalla vigna australiana, via container e via nave, fa arrivare le bottiglie di vino sugli scaffali di Shanghai o Nanchi-no senza problemi

ed a costi contenuti; possibilità di utilizzare verso i consumatori cinesi brand internazionali già presenti sul mercato da decenni (nel 2010 la Cina ha superato il Canada ed è ora il terzo merca-to di consumo al mondo dei vini a basso prezzo medio cosiddetti «down-under» dopo Usa e Regno Unito). La Cina potrebbe essere

per l’Australia la soluzio-ne dei suoi problemi

recenti e l’Australia per la Cina una sorta di maxi-Sici-lia, cioè un terroir dove è possibile produrre tanto vino

a prezzi medi molto contenuti ma anche,

se necessario, bottiglie su-perpremium d i o t t ima qualità.

Ecco spie-gato perché il gruppo ci-nese Dyna-sty Fine wi-nes Group ha appena annunciato che investirà

almeno 150 milioni di dollari in aziende vinicole australiane pun-tando soprattutto su produzioni di vino rosso. Ed ecco altrettanto spiegato perché ogni settimana almeno una delegazione di inve-stitori cinesi sbarca a Perth per visitare la regione di Margret River, dove si producono alcuni dei migliori vini australiani di fascia alta in un terroir esclusivo dal punto di vista del paesaggio.

La stagione degli investimenti cinesi nel vino australiano è ap-pena iniziata. Tra qualche anno potrebbe aver prodotto dei nuovi colossi dell’industria mondiale del vino: produttori capaci di fat-turare miliardi di dollari annui benefi ciando della nuova doman-da di consumo cinese e della spe-rimentata capacità australiana di esportare bottiglie di vino nel resto del mondo. Un matrimonio che, a tendere, potrebbe davvero scuotere gli equilibri vinicoli glo-bali in termini di quote di merca-to e di produzione annua.

USA 1/UN GIUDICE FEDERALE ha appro-vato un accordo per il risarcimento da 680 mln di dollari per nativi americani a cui sono stati negati prestiti federali. Il giudice ha riconosciuto che gli agricoltori erano stati discriminati perchè nativi americani. Ora i singoli agricoltori, se potranno dimostrare di essere stati di-scriminati, riceveranno fi no a 250 mila dollari dal governo. L’accordo prevede anche 80 milioni in prestiti agricoli una serie di iniziative per abolire le pratiche discriminatorie negli uffi ci federali che concedono i prestiti

USA 2/IL DIPARTIMENTO DELL’AGRICOL-TURA ha diramato le sue stime su pro-duzione e consumo mondiale di carni nel 2011. Sono tutte di segno positivo. Più dinamico il settore avicolo, con una produzione in crescita del 2,9% (a 83 mln tons) e consumi per 82,2 mln tons (+2,8%). Seguono le carni suine: la produzione salirà dell’1,4% a 104,5 mln tons e il consumo dell’1,39% a 104,39 mln tons. Stabili produzione e consumi di carni bovine: rispettivamente +0,06% a 57,35 mln tons e +0,09% a 56,4 mln tons.

USA 3/SONO STATI IL MERCATO ESTERO ove le vendite di Grana Padano sono incrementate di più nel 2010. La cresci-

ta è stata del 18,3% a 146.512 forme. A doppia cifra anche l’aumento dell’export verso Francia (+13,2% a 112,096 forme) e Regno Unito (+11,2%, per 105.102 forme). Primo mercato estero si conferma la Ger-mania (+9,1% con 294.097 forme).

USA 4/SECONDO UN SONDAGGIO ACNIEL-SEN, fra novembre 2010 e febbraio 2011 le vendite di vino in bottiglia con tappo di sughero nei negozi Usa sono cresciute del 13,8% (a 8,7 mln di casse) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sarebbero contestualmente diminuite del 13,1% quelle di vini in bottiglie sigillate con tappi a vite o in silicone.

L’ARGENTINA HA FIRMATO UN ACCORDO con l’Unione europea che le consentirà d’incrementare di 1.500 tons l’anno il suo export di carni bovine d’alta qualità e di 200 tons quelle di carne di bufalo disossato e congelato, per un controvalore annuo di 25 mln $. Questi volumi si som-meranno alle 28 mila tons/anno fi nora inviate in Europa in base alla cosiddetta quota Hilton.

LA CAPRA CATALANA, razza autoctona dell’omonima comunità autonoma spa-gnola, non s’è estinta. Senza saperlo un pastore di San Salvador de Toló (Lérida)

ne aveva 40 esemplari nel suo gregge. La delegazione spagnola di Slow Food ne ha acquistati 22 esemplari per avviare un progetto di conservazione e riproduzione della specie.

CINA 1/LA POLIZIA DI CHONGQING, città del Centro della Cina, ha individuato 26 tons di latte contaminato con melamina. Proveniva da un produttore del Nord del-la Mongolia e doveva essere impiegato per la preparazione di gelati. Fortunatamen-te non era ancora entrato nella catena alimentare. Dopo lo scandalo del 2008, che aveva causato la morte di otto lattanti e l’intossicazione di 300 mila bambini, i controlli sul latte in Cina si sono fatti più severi. A tutt’oggi però il 45% dei 1.176 produttori di latte cinesi non rispettano le norme sulla qualità del latte e non superano le ispezioni di qualità.

CINA 2 /NEL MIRINO DEL PARMIGIANO-REGGIANO. L’export verso l’impero celeste potrà raggiungere le 370 tons (quasi 10 mila forme) nel 2015 e progredire a mille tons nel 2017, 2.730 tons nel 2015 e 16.700 tons nel 2025.

L’UNIÓN, LA FEDERAZIONE DELLE UNIONI degli agricoltori e allevatori spagnoli, ha chiesto alla ministra dell’Agricoltura,

Rosa Aguilar, di prendere una posizione chiara rispetto alla questione della libe-ralizzazione degli impianti viticoli, come hanno già fatto altri governi europei, in primis quelli dell’Italia e della Francia.

IL MESSICO HA SEMPLIFICATO LA BURO-CRAZIA per l’utilizzo in ambiente protetto di Ogm da parte di centri di ricerca e imprese pubbliche e private. Basteranno due domande, una al ministero dell’Agri-coltura e a quello dell’Ambiente. Chi li impiegherà dovrà ovviamente rispet-tare la legge sulla salvaguardia della biodiversità in vigore nella federazione centroamericana dal 2005.

IN PERÙ FA DISCUTERE L’OK DEL GOVERNO AGLI OGM. Alcune delle più importanti associazioni di agricoltori, scienziati ed esperti d’alta cucina hanno dato vita a una coalizione che chiederà al presidente Alan García una moratoria dell’appli-cazione del regolamento del 15 aprile scorso sulla sicurezza delle biotecnologie nell’impiego di organismi modifi cati vivi sia vegetali che animali che forestali e dei relativi derivati. La neonata coali-zione sospetta che il via libera agli ogm benefi ci imprese di proprietà del ministro dell’Economia e di un funzionario del ministero dell’Agricoltura.

DAL MONDO

Supplemento a cura di LUIGI CHIARELLO

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20 Sabato 30 Aprile 2011 AT T U A L I TÀ

Presto un’intesa tra Eurol ora (i era Genova) ed Expo 2015

Un mercato in fioreEcuador e Kenya nuovi competitor

DI ANTONINO D’ANNA

Il mercato italiano dei fiori sta tenendo botta alla crisi e reagendo in nome della qua-lità e dei prodotti di nicchia

contro i nuovi concorrenti targati Ecuador e Kenya. Sono questi i trend che emergono dalla decima edizione di Euroflora, la grande vetrina del florovivaismo tricolo-re e internazionale che chiude i battenti domani a Genova.

Come vanno i conti. Nel 2009 (report Ismea pubblicato nei giorni scorsi) il fl orovivaismo ha generato un valore pari a 2,8 mld di euro. In Italia si produ-cono fiori e piante in vaso nel 53% sul totale; quanto ai fiori recisi siamo a 2,4 mld di steli e oltre 700 mln di pezzi di fronde e fogliame. Il settore raccoglie 20 mila aziende. Il 60% degli acqui-sti delle nostre famiglie sono per il 60% fi ori e fogliame, per il 40% piante, alberi e arbusti. Sale l’im-port dall’Olanda (90% fi ori reci-si) e anche dalla Cina, migliora l’export verso la Germania. Si compra meno al Sud (-14%) e nel Nordest (-16%).

Eurofl ora, proposte e criti-

che. Paolo Lombardi, presiden-te di fi era Genova, è soddisfatto: «Quest’anno a Eurofl ora abbiamo tutte le regioni italiane escluso l’Abruzzo. Sono aumentati an-che i numeri dei marchi di fl oro-vivaisti che vengono in maniera autonoma, il che vuol dire che in Eurofl ora vedono un forte stru-mento di promozione». Sono pre-senti 16 paesi esteri, con il Belgio ospite d’onore. Spiega Lombardi:

«Volevamo essere aperti in con-temporanea con Expo 2015, ma quell’anno c’è il Flower Show di Gand. Così, abbiamo convinto i belgi affi nché a fi ne-marzo pri-mi di aprile ci sia il loro Show. E alla fi ne di aprile - in apertura dell’Expo - Eurofl ora aprirà in via straordinaria». Bene anche l’Ecuador, con la comunità loca-le - tra le più importanti d’Italia - che ha presentato un padiglio-

ne di rose prodotte oltre i 2.400 metri d’altezza, garantite da un apposito marchio di qualità na-zionale. Soluzione che - si dice tra gli stand Eurofl ora - dovreb-be essere adottata anche in Italia a garanzia del prodotto made in Italy. A scontentare i produttori è la concorrenza africana. Lom-bardi spiega a ItaliaOggi: «Sen-to molte lamentele sulle rose del Kenya, di pessima qualità, ven-

dute a niente con un mercato massacrato». E sul mercato dice: «Quest’anno c’è stato un recupero del 9%, dopo una perdita del 9% l’anno prima. Siamo già stati ca-paci di tornare al livello del 2009 a fronte di un aumento delle im-portazioni pari all’11%. Il saldo non c’è ancora, ma è superiore ai 500 mln di euro». Il futuro della nostra produzione? Fiori «di nic-chia», come anemoni e ranuncoli in Liguria, ma più redditizi.

Expo 2015. A riguardo c’è aria di collaborazione. Lombardi annuncia: «Stiamo defi nendo il protocollo d’accordo che fi rme-remo nelle prossime settimane con l’Expo. Fiera di Genova spa ed Expo spa faranno marketing insieme». Insomma, per il presi-dente della Fiera di Genova, «non credo sarà un Expo monocentrico su Milano, sarà anche la scusa per un bel tour in Italia. Sulla collaborazione con l’Expo non vedo società o newco: siamo in grado di camminare insieme e lo faremo», !&%!$'"#

Piante toscane e fiori pugliesi per la beati-ficazione, il 1° maggio, di papa Giovanni Paolo II. Il giardino all’italiana è a cura dell’Associazione Vivaisti Pistoiesi, che

ha fatto pervenire le proprie piante ai tecnici dei Giardini Vaticani. Si tratta di 15 cipressi e oltre 300 metri di siepe di Bruxus. Più la lavanda, che sarà fornita dalla Regione Puglia assieme a un enorme apparato di fiori, prevalentemente rose. A parlarne con ItaliaOggi, a margine di Euroflora, sono il vicepresidente dell’Associazione Francesco Vignoli e il direttore Emanuele Begliomini. Dice Vignoli: «Il nostro legame col Vaticano? Siamo l’or-ganizzazione principale in Italia, Pistoia è il centro di produzione delle piante. La nostra associazione è apolitica, per cui non c’è scelta di parte». Questa la fornitura: «È classica, con il bruxus per le bordure e il cipresso nero». «Praticamen-te», spiega Begliomini, «è un giardino rinascimentale classico, un progetto fat-to dalla regione Puglia - che fornirà anche la lavanda - col cipresso simbolo del tra-passo poiché è slancia-to verso

l’alto». Le piante, continua, «sono state scelte con altezze da 4 a 6 metri, le siepi di bruxus sono di pri-ma scelta con altezza tra 60 e 80 cm». Il materiale è già stato consegnato in Vaticano. «Sicuramente cinque cipressi», dichiara Vignoli, «resteranno nei Giardini a ricordo. Anche perché quello con la Chie-sa è un rapporto storico. Le piante sono arrivate bene in Vaticano, senza problemi e venerdì scorso, quando ho fatto il sopralluogo, stavano iniziando a prepararle». Il giardino sarà installato sul sagrato di Piazza San Pietro e resterà esposto fino al due maggio. Valore dell’operazione? «15 mila euro», dice il vicepresidente. «Prezzo commerciale all’ingrosso nostro. Poi c’è una quota del trasporto e una par-te delle piante saranno rivendute, le altre donate ai Giardini Vaticani». Parte della manodopera è stata fornita dai giardinieri vaticani, il resto dalla Regione Puglia grazie alla cura della Coopera-tiva Progetto 2000 e il contributo economico della Camera di commercio di Bari. Non è tutto: dalla Puglia arriveranno 25 mila rose di Terlizzi, 15 mila steli di Solidago, 30 mila di Asparagus, tremila di Gipsofila. Sono i fiori che

verranno adoperati in piazza, con sfumature cromatiche che vanno dal bianco al verde mela,

dal giallo all’arancio. Il drappo su cui verrà col-locata l’immagine di Giovanni Paolo II sarà

incorniciato da un mega festone di oltre 7 mila fiori, per lo più rose (a sot-

tolineare la devozione mariana del Papa polacco). La tomba del

Papa verrà ornata dalle or-chidee Phalenopsis. E non è detto che un domani, sulla scia della devozio-ne crescente per Karol il Grande, non nasca una speciale varietà di rose a lui dedicate.

Piante toscane e fiori pugliesi alla cerimonia di Giovanni Paolo II

I vivaisti di Pistoia curanoil giardino del Beato Karol

Chiamatele nozze del se-colo oppure no, certo è che il matrimonio tra William d’Inghilter-

ra e la sua Kate Middleton ha fatto felici tanti giardinieri bri-tannici. Del resto, in una nazio-ne appassionata del verde, non poteva che essere così. E difat-ti la stessa austera abbazia di Westminster ha visto stavolta la nascita di una vera e propria foresta sotto le arcate, che nel luglio 1981 videro il sì di Carlo e Diana. Fiori crema e bianchi, tra azalee, rododendri, lilla han-no deliziato gli occhi dei presenti, mentre due carpini bianchi, ta-gliati a forma di piramide, hanno creato un «separé» tra il coro e gli augusti parenti degli sposini. La giovane coppia, in cui l’ambienta-lismo di papà Carlo si è fatto evi-

dentemente sentire, ha chiesto e ottenuto oltre quattro tonnellate di addobbi fl oreali e otto alberi di acero britannico alti almeno sei metri l’uno, sotto i quali sono passati gli invitati alla cerimo-nia. A curare il tutto la fi orista di fi ducia della neoprincipessa ed ex Cenerentola Kate, Shane Connolly che al costo di 50 mila sterline, poco meno di 75 mila euro, ha provveduto ad accon-tentare la sposina. Con tanti sa-luti all’austerità inaugurata dal premier David Cameron, che viaggia con voli di linea per far risparmiare il contribuente d’Ol-tremanica. A proposito: per non violentare l’ambiente, informa la Bbc, gli alberi - stagionali come i fi ori - potranno essere ripiantati. Con enorme sollievo, si suppone, di Carlo. Auguri.

Addobbo da 75 mila euro a Westminster

Un viale di aceri per Will & Kate

I lavori d’addobbo con alberi di acero nell’abbazia di Westminster

ANNO VOLUME (MLN DI €) VARIAZIONE (MLN DI €)

2006 65 -

2007 67 2

2008 71 4

2009 59 -12

2010 67 8

ANNO VOLUME (MLN DI €) VARIAZIONE (MLN DI €)

Export fi ori recisi Italia 2006-2010

Fonte: report ISMEA su base dati ISTAT

Gli stand di Euroflora

ALTRI ARTICOLI

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21Sabato 30 Aprile 2011Sabato 30 AprileAT T U A L I TÀ

DI LUISA CONTRI

Fare di Parmalat il grup-po italiano di riferimento nel latte confezionato a livello mondiale. È l’ambi-

zioso obiettivo alla base dell’opa totalitaria (a 2,60 euro per azio-ne, per complessivi 3,375 mld di euro) lanciata nei giorni scorsi da Emmanuel Besnier, presiden-te di Lactalis. Il gruppo lattiero-caseario francese ha un fatturato di 9,4 mld di euro, 126 siti indu-striali, una raccolta globale di 9,9 mld di litri di latte e 38.200 addetti. Si tratta del terzo pla-yer mondiale in questo business. Prima di lanciare l’opa, Lactalis era già salito al 29% di Parma-lat. Ora - se dovesse andare in porto l’acquisizione del gruppo di Collecchio - da specialista nel-la trasformazione, specializzato in formaggi, il gruppo francese diverrebbe anche specialista in latte Uht. Contestualmente estenderebbe all’Emilia-Roma-gna la sua presenza nel nostro paese, per ora circoscritta ai sei impianti produttivi in Lombardia (Casale Cremasco-Cr, Cortenuo-va-Pv, Certosa-Pv, Introbio-Lc, Caravaggio-Bg e Melzo-Mi), che fanno capo alla Egidio Galba-ni. L’ultima azienda in ordine di tempo a entrare nel portafoglio della filiale italiana, Lactalis Italia.

LA STORIA. Lo sviluppo del gruppo francese nel Belpaese ri-sale al 1997 con l’acquisto di Lo-catelli dal gruppo Nestlé, cui è seguito quello della Invernizzi da Kraft Foods nel 2003, di Ca-demartori nel 2005 da Froma-gerie Bel e di Galbani, appunto, nel 2006, da BC Partners. E con le aziende, sono stati comprati anche i relativi marchi, Galba-ni, Belpaese, Galbanino, Val-lelata, Cademartori, Locatelli, Gim, Mozzarì e così via.

MA COM’È VISTA LACTA-LIS IN ITALIA? Stando alle tre sigle sindacali Fai-Cgil, Flai-Ci-

sl e Uila-Uil, si tratterebbe di un operatore industriale competente e sostanzialmente affi dabile. «La strategia del gruppo, uffi cializ-zata dal 2006», si legge in una nota congiunta, «era di valoriz-zare il marchio Galbani sia in Italia che all’estero, quando la prece-dente proprietà aveva iniziato una signifi cativa esternalizzazione di produzioni e la messa in discus-sione di Big, la società storica per la vendita dei prodot-ti Galbani. L a c t a l i s ha invece riportato in azienda tutte le produzioni esterne e ridato valore alla rete di vendita. E se nel setto-re dei formaggi ha punta-to a una crescita dei volumi, in quello dei salumi, prodotti nello stabilimen-to di Melzo, ha lavorato per una stabilizzazione della produzione, accantonando i progetti di ces-sione della precedente gestione. Ha attuato inoltre investimenti in marketing e impianti e con-fermato i livelli occupazionali: 3.202 persone nel 2005, 3.056 nel 006, 3.555 nel 2007, 3.400 nel 2008 e 3.262 nel 2009».Nel 2010 Lactalis Italia ha svi-luppato un fatturato di 1.346,186 milioni di euro (+4,5% sul 2009),

l’86,24% realizzato sul mercato interno e l 13,76% su quelli este-ri a fronte di una produzione di 200 mila tonnellate. «In partico-lare sui mercati esteri», dichiara a ItaliaOggi Fabio Leonardi, amministratore delegato di Igor, il principale produttore di gor-

gonzola, «il brand Gal-bani si è giovato dell’en-trata in scena di Lactalis.

Quanto all’Opa su Parmalat,

sinceramente, vedo meglio il gruppo in mano a un operatore serio e capace come Lactalis, piut-tosto che a una cordata guidata da istituti bancari e con commi-stioni politiche». In effetti il solo marchio Galbani vale oggi circa un miliardo di euro e presidia ol-tre cento mercati (erano la metà sotto la gestione precedente). «Galbani», fanno sapere da Lac-talis Italia, «è la prima marca di formaggi italiani nel mondo e rappresenta circa il 20% del to-

tale formaggi esportati, più del 35% dei formaggi freschi espor-tati e più del 30% del gorgonzola esportato. Negli Stati Uniti, dove il marchio Galbani è sbarcato lo scorso anno, il brand Mozzarella fresca di Lactalis è stato modifi -

cato in Mozzarella Galbani».

«L’acquisi-zione da parte

di Lactalis Italia nel 2006», os-

serva Denis Pantini, re-sponsabile

area agricol-tura e industria

alimentare di Nomi-sma, «ha reso fi nanzia-riamente più solida la Egidio Galbani. La crisi degli ultimi tre anni non

permette di fare un con-fronto

omoge-neo dei

dati di perfor-mance econo-

mica, seppur va detto che Galbani ha

evidenziato una capacità di fare utile,

rispetto al valore delle vendite, analoga a quella ante 2006. Rite-niamo molto più esplicativi i dati di natura fi nanziaria e patrimo-niale. E da questo punto di vista si registra un impegno finan-ziario accresciuto, derivante da mezzi propri apportati in azien-da. Prima dell’avvento di Lacta-lis su ogni cento euro di capitale Galbani, dieci euro erano appor-tati dalla proprietà. Con Lactalis, l’apporto è passato a 17,4 euro ed

è aumentata anche la disponibi-lità fi nanziaria. Appare chiara, insomma, la volontà di Lactalis d’investire nell’azienda».

DUBBI DA SCIOGLIERE. Il cambio di bandiera di Parmalat comporterà o meno una confer-ma degli attuali livelli d’approv-vigionamento di latte sul merca-to interno? In realtà già oggi il grosso del latte imbottigliato da Parmalat è reperito sui mercati esteri (Germania più che Francia nello specifi co); un po’ perché la produzione italiana di latte non copre il fabbisogno delle imprese lattiero-casearie italiane, un po’ per i minori costi del latte fresco straniero a parità di qualità. D’al-tronde, Lactalis avrebbe tutta la convenienza ad approvvigionarsi di latte francese, all’attuale costo di 30-32 centesimi di euro/litro e di rivenderlo alle sue controllate italiane, lucrando la differenza (circa 10 cent/litro).

LA PREOCCUPAZIONE DI FEDAGRI-CONFCOOPERA-TIVE. «L’Opa lanciata da Lac-talis», spiega il presidente Mau-rizio Gardini, «mette a serio rischio la possibilità di realizza-re un grande polo nazionale nel lattiero caseario. Questo progetto avrebbe avuto in Granarolo un partner esclusivamente indu-striale, con un ruolo chiave nella trasformazione e distribuzione del latte, per garantire la tenuta della fi liera produttiva e distri-butiva italiana, dagli allevamen-ti ai consumatori fi nali. L’arrivo dei francesi potrebbe penalizzare i nostri produttori, cooperatori e non, e arrecare danni gravi all’in-tero indotto. Per Lactalis potreb-be risultare più facile acquistare latte fresco o in polvere all’estero e commercializzarlo attraverso Parmalat con contraccolpi su tutta la fi liera». Al mondo coop è riconducibile il 60% degli 11 mln di tonnellate di latte prodotti in Italia (sui 18 mln consumati).

DI PAOLO DE CASTRO*

La maggior parte delle reazioni del mondo produttivo e politico sull’Opa lanciata da Lactalis per l’acquisizione di Parmalat ha messo l’accento sulla necessità di preser-vare l’«italianità» del gigante di Collecchio. Ma non serve gridare «non passa lo straniero» se i francesi prendono Parmalat. Serve semmai capire perché noi italiani, pur vantando realtà produttive di primo piano nell’agroali-mentare mondiale, siamo stati incapaci di impostare nel settore lattiero caseario iniziative (e politiche) industriali al passo con i tempi. Si mette l’accento sull’italianità del marchio, perché non si è in grado di imporre l’italianità nelle dinamiche del mercato globale. E mentre da noi si continua a inseguire un’immagine romantica dell’agri-coltura, altrove si investe applicando strategie nazionali per guadagnare competitività nella produzione e nell’ap-provvigionamento alimentare. Parmalat è un asset produttivo di grandissima rilevan-za, con 68 stabilimenti e più di 13mila dipendenti nel mondo, che può vantare posizioni di forza in mercati dal grande dinamismo come quello brasiliano e canadese, e una quota di mercato nel mercato latte italiano del 34,8% per il prodotto a lunga conservazione e al 25,6% per il pastorizzato. Tra Uht e fresco, yogurt e succhi di frutta, il marchio di Collecchio offre i suoi prodotti a 17 milio-ni (circa l’85%) di famiglie italiane e a 200 milioni nel mondo. Parmalat non è una semplice azienda: mobilita una filiera, è un sistema produttivo, di quel particolare

tipo che si rivela strategico nell’attuale scenario econo-mico globale. L’accelerazione delle economie cosiddette emergenti ci ha infatti catapultato in una nuova era. Da un lato questa fase apre nuove opportunità di mercato, che per essere colte richiedono assetti competitivi robusti. Dall’altro ci sta conducendo in una condizione che ho de-finito di «nuova scarsità». Dopo decenni di prezzi stabili o calanti, infatti, le quotazioni delle commodities agricole sono entrate in permanente fibrillazione, all’interno di un trend strutturalmente al rialzo. La «volatilità» dei prezzi è il sintomo dell’instabilità generalizzata che domina i mercati delle derrate alimentari. Ad avvertire il disagio sono innanzitutto gli abitanti delle aree più povere del pianeta. Ma gli squilibri colpiscono anche gli agricoltori dei paesi più avanzati e, in questi mesi, la preoccupazione di una «stretta» sugli approvvigionamenti si è diffusa an-che tra gli industriali. I trasformatori, storicamente nemi-ci dei sostegni pubblici che in tutto il mondo, con formule ed intensità diverse, vengono accordati agli agricoltori, oggi fanno i conti con l’inedito problema di non riuscire a reperire le materie prime, o di doverlo fare a costi e con sforzi organizzativi molto più impegnativi che in passa-to. In questi anni il rapporto tra produzione agricola e trasformazione è radicalmente mutato: se prima l’indu-stria alimentare doveva solo riuscire a spuntare il prezzo più basso, in tempi recenti il punto è diventato trovare la disponibilità delle commodity agricole ed averle nei tempi richiesti. Nell’era della «nuova scarsità» l’urgenza è di costruire filiere forti, a partire dal tessuto primario,

che possano garantire una prospettiva di sicurezza degli approvvigionamenti.In questo contesto serve a poco appellarsi a un ingenuo cam-panilismo. Anzi, se guardo al caso Lactalis-Galbani, oppure all’espansione di imprese italiane dell’agroali-mentare come Mataluni e Rana in Spagna, dico: ben vengano gli investimenti oltre i rispettivi confini nazio-nali. Basta attrezzarsi a non subirli. È quindi necessaria una strategia nazionale che operi in un’ottica di sistema, imprimendo una svolta di carattere strutturale e orga-nizzativo alle filiere italiane.Le enormi potenzialità dei nostri asset produttivi ri-mangono invece ostaggio di una visione romantica dell’agricoltura, in cui i discorsi sull’italianità si legano alla banalizzazione di temi come la tipicità, allo scontro tribale sugli ogm, alla mitizzazione del «chilometro zero». In questo contesto, lo dico con rammarico, non stupisce l’assenza totale di una politica che inquadri gli inte-ressi del settore nell’unica cornice oggi possibile, quella dell’economia globale, e lo faccia con idee, progettualità e capacità di coordinamento degne di un Paese leader nell’agroalimentare mondiale. Un ruolo che, se continua così, non potremo più vantare, per finire a subire le scelte di altri sistemi produttivi.

*Presidente della Commissione agricolturae sviluppo rurale del Parlamento Europeo

IL COMMENTO

Basta slogan, l’Italia conta solo se fa sistema

PaoloDe Castro

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Lactalis? Un affaireCon i francesi la Galbani è esplosa

Le performance dei francesi in Italia. Il vero rischio è il reperimento esclusivo di latte all’estero

Emmanuel Besnier nella galassiadi loghi italiani rilevati da Lactalis

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22 Sabato 30 Aprile 2011 M E R C AT O A G R I C O L O

Il dg smentisce la voci di cessione. Si cercano partner o fondi d’investimento

Baraldi: Salov non si vende Mediobanca advisor. La quotazione all’orizzonte

DI GIUSY PASCUCCI

La Salov non è in vendita e non perderà il carattere fa-miliare. Ma studia la possi-bilità di entrare

in borsa o di aprire a nuovi partner. A smen-tire la notizia, apparsa su un settimanale eco-nomico, circa un immi-nente passaggio dello storico gruppo oleario appartenente alla fa-miglia Fontana da tre generazioni in mano spagnola o portoghe-se, è stato il direttore generale della società Alberto Baraldi. «Le notizie circolate sono false. La famiglia Fontana non ha assolutamente intenzione di vendere la Salov», ha spiegato a ItaliaOggi. «Anzi semmai l’inten-zione è quella di rafforzare le ottime performance che hanno consentito anche quest’anno di chiudere i bilanci con 300 milioni di euro di ricavi, di cui il 60% all’estero». Baral-di ha confermato il mandato a Mediobanca e a Boston Consulting da parte della società per azioni lucchese di olii e vini (Salov). «Ma non per vendere, bensì per ottenere con-sulenza finanziaria e industriale

con l’intenzione di dare avvio ad un

piano triennale che consenta al gruppo di affrontare in modo so-lido i cambiamenti del mercato»,

ha spiegato Baraldi. «Siamo in at-tesa che ci vengano proposti tutti gli scenari possibili per crescere ulteriormente nei prossimi dieci anni. Non c’è in corso alcuna ven-dita e la Salov non perderà il ca-

rattere familiare», ha pre-cisato il direttore. «Tutte

le opzioni sono in corso d’esame. Fra queste,

c’è l’ipotesi che la società venga quotata in borsa. Ma anche, che si apra all’ingresso di nuovi partner industriali o a fondi di investimento». Sembrano, dunque salvi, i due marchi Sagra e Filippo Berio, con il quale solo in America e Inghilterra lo stori-co gruppo lucchese detiene il 20% del mercato. Salov è uno fra gli ultimi gruppi industriali dell’olio a essere rimasto in Italia. Secon-do indiscrezioni di stampa, tra i gruppi interessati all’acquisto, insieme alla portoghese Sovena e agli spagnoli del Grupo Sos, già detentori dei marchi Bertolli e Sasso, ci sarebbe anche il cam-pano Mataluni.

L’iniziativa, la prima in Ita-lia, vuole rendere tangibile ai consumatori fi n dall’etichetta la «tracciabilità del prodotto». Nella «carta d’identità» sono presenti anche le firme, con tanto di indirizzo, delle 18 aziende, tutte locali, che han-no prodotto il latte con cui sono confezionati i formaggi dal Ca-seifi cio sociale di Sorano (Gr). L’idea è brevettata per Unicoop Firenze. Il «pecorino fi rmato» offre la garanzia che il prodot-to ha subìto tre soli passaggi:

allevatore, tra-sformatore, banco di vendita. «È un esem-pio emble-

matico di quel lo che

intendiamo per filiera corta e che vorremmo applicare a tutta l’agricoltura toscana at-traverso accordi fra produtto-ri, trasformatori, soggetti che commercializzano, e dove cia-scuno ha un giusto margine di guadagno», spiega l’assessore all’agricoltura della Toscana, Gianni Salvadori. Il caseifi-cio sociale di Sorano, nato nel 1963, è una coop che riunisce oggi 120 allevatori della pro-vincia di Grosseto e Siena.

IN TOSCANA

Un pecorino con la carta d’identità

Sarà la ricerca del Dna a salvare la tipicità degli olivi italiani. Curato da Rosario Muleo,

professore dell’università dalla Tuscia e accademico dei Georgofi li, è stato av-viato il progetto Olea sulla «Genomica e miglioramento genetico dell’olivo» fi -nalizzato all’applicazione di approcci di analisi genomica avanzata all’olivo. Finanziato dal Mipaaf, il progetto si propone di attuare ricerche per la sal-vaguardia della grande variabilità ge-netica e delle produzioni olivicole delle regioni italiane e per il miglioramento genetico dell’olivo. In particolare, ciò a

cui mira è preservare e valorizzare le risorse geneti-che disponibili, oltre all’aumento della produttività e precocità di entrata in fruttifi cazione. Ma anche l’aumento della resistenza ai principali patogeni e parassiti, della resistenza agli stress abiotici e l’adattamento ai diversi sistemi agronomici e so-stenibili per le diverse olivicolture. Infi ne miglio-ramento della qualità commerciale, nutrizionale e organolettica e del valore salutistico dell’olio e delle olive. Il Progetto Olea è suddivido in 10 work packages e coinvolge 15 unità di ricerca, tra le qua-li sei atenei universitari e diversi centri del Cra, Enea, Cnr, Iga e Iasma.

Andrea Settefonti

Esame del Dna per riconoscere l’olio italiano

TRE NUOVE NOMINE PER TONUTTI GROUP, azienda di macchine per l’agricoltura di Remanzacco (Ud). Albino Dazzi, 39 anni, di Belluno è il nuovo responsabile di produzione degli stabili-menti produttivi del gruppo (Remanzacco, Suzzara e Perm Russia). Novità anche nel set-tore commerciale con due nuovi corporate export area manager Si tratta di Fabio Trivellato, 40 anni, e Stefano Gramatica, 44 anni. [email protected]

IL CONSIGLIERE DI ASSOLOGI-STICA e ad di Argol Air Logi-stics, Carlo Mearelli, è stato eletto presidente dell’Ifwla (International Federation of Warehousing and Logistics Associations), la federazione internazionale degli operatori dei magazzini e della logistica di livello mondiale che riunisce le associazioni settoriali rap-presentative di 17 Stati. [email protected]

UNA FONDAZIONE PER LA DIETA MEDITERRANEA. A istituirla è stato l’assessore siciliano all’Agri-coltura Elio D’Antrassi. La Sicilia diventa così la regione capofi la della Dieta mediterranea, un’area che comprende Calabria, Basilica-ta, Puglia e Campania. «La Sicilia riscopre il suo patrimonio storico, culturale, enogastronomico», af-ferma D’Antrassi. [email protected]

GIRI DI POLTRONE

DI ANDREA SETTEFONTI

Anche il pescatore entra nel sistema di ga-ranzia del pesce. Per regolare la traccia-bilità nel settore ittico è entrata da poco in vigore il regolamento Ue 1224/2009 che

mira a istituire un regime di controllo apposito. Ogni operatore della fi liera ittica, dal pescatore, al com-merciante, fi no al ristoratore fi nale ha il compito di trasmettere la merce al passaggio successivo corredata da un pacchetto di informazioni che consente di rintracciarla e identifi carla. In base alla normativa, le informazioni da riportare per consentire la tracciabilità sono svariate. Dai dati del peschereccio, alle date di cattura o produzione, fi no ai dettagli dei fornitori. Di queste info, però, solo quattro devono es-sere comunicate nell’ultimo passaggio di vendita al dettaglio: il nome commerciale e scientifi co del prodotto, la zona geografi ca di provenienza, il metodo di produzione (pesca o alleva-mento) e se è stato preceden-temente surgelato. Questo vale per rivenditori al dettaglio e supermercati in generale, ma an-che per i pescatori che pratichino la vendita diretta (fi no a un massimo di 50 euro di merce venduta al gior-no per consumatore fi nale), al fi ne di agevolare proprio questo tipo di pratica. Al ristorante, spetta al ristoratore for-nire le informazioni che permettono di

identifi care un prodotto; perché a lui vengono conse-gnate con la merce che acquista. Per Silvio Greco, presidente del Comitato scientifi co di Slow Fish, c’è un ulteriore passo da fare, «una etichettatura che dica con quale tecnica è stato pescato il pesce e in quale area specifi ca di mare». Non basta la dizione generica Mediterraneo o Atlantico. «Si tratta di un obiettivo diffi cile da raggiungere visto che l’Italia importa pesce da 44 paesi del mondo. Siamo il Paese

che importa più pesce da più Paesi in assolu-to», spiega Greco. Di tracciabilità del pesce si discuterà in due laboratori, all’interno di Slow fi sh (Genova, 27-30 maggio). «La trac-ciabilità deve essere tale fi n dal momento in cui il pesce viene pescato», spiega Flavia Binda di Legapesca. «È necessario riper-

correre tutta la fi liera, dalla barca alla tavola, la novità è l’aver inserito anche

il pescatore nella tracciabilità». Il di-scorso tracciabilità riguarda anche il rischio che in Europa possa arrivare dal Giappone pesce contaminato dal-le radiazioni. «Ci deve essere massi-ma attenzione, occorre un ferreo controllo sui prodotti di tutta l’area da dove importiamo poco fresco, ma molto trasformato e molte alghe», commenta Greco. Che il livello di guardia con il Giappone sia stato

innalzato lo conferma Flavia Binda. «Sono stati emessi regolamenti ag-giuntivi, sono aumentati i controlli uffi ciali sul pesce sia in Giappone, sia quando entra nella Ue».

Nuove regole a garanzia del pescato. Ma Slow fish vuole di più

Il pesce sarà rintracciabile dal pescatore fino al piatto

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23Sabato 30 Aprile 2011TECNOLOGIA & INNOVAZIONE

Same Deutz Fahr ha presentato la rinnovata gamma Ttv a inizio aprile, in terra spagnola

Arriva Agrotron, potenza e designPerformance elevate, consumi ridotti per un trattore tuttofare

DI STEFANO CATELLANI

Segni particolari? Bellis-simo. Così il verde Sdf raddoppia e vince. A Si-viglia nei primi giorni di

aprile Deutz Fahr ha presenta-to sul fertile terreno spagnolo, un po’ come avviene con le an-teprime delle grandi case auto-mobilistiche, la nuova gamma Agrotron Ttv quattro cilindri in contemporanea europea. I nuovi modelli, Agrotron Ttv 410, Agrotron Ttv 420 e Agrotron Ttv 430 ampliano la gamma Agro-tron Ttv nella fascia tra i 115 e i 135 cv. La gamma Agrotron Ttv completa ora è costituita in to-tale da sei modelli fino a 224 cv.Anche il nuovo stile della car-rozzeria e il nuovo carattere per il nome sul cofano motore simboleggiano le innovative caratteristiche di questa gam-ma. Il design è davvero accat-tivante. Sono trattori studiati «su misura» per gli agricoltori e i contoterzisti in cerca di per-formance, comfort, efficienza e versatilità nelle più diverse ap-plicazioni. I trattori in questa categoria di potenza vengono impiegati in svariate applica-zioni. Dalla fienagione ai tratta-menti, dalle lavorazioni trattive alla semina in campo aperto e per tutte le applicazioni azien-

dali e con caricatore frontale. Già sinonimo di performance elevate e consumi ridotti, i nuo-vi Ttv sono dotati degli ultimi 4 cilindri Deutz turbodiesel della Serie 2012, common rail (Dcr) e quattro valvole, nonché il si-stema di ricircolo esterno dei gas di scarico (Ag-Rex) per la massima potenza di 121, 130 e 142 cv (89, 95 e 116 kW). L’uso di quattro valvole per c i l indro migliora il flusso di aria in en-trata e di gas in uscita dal motore. Equipaggiati con i più mo-derni sistemi di iniezione ad alta pressione, in grado di raggiungere anche 1.600 bar,

questi motori garantiscono una resa ottimale del carburante e un’efficienza ai vertici della categoria. La trasmissione Ttv gestisce tre strategie di guida e di lavoro per le diverse applica-zioni. Oltre alla modalità auto-matica, è disponibile una moda-lità speciale per la Pto (Power take off - presa di potenza) che si attiva automaticamente non appena si innesta la Pto stessa,

oltre a una modalità manua-le. Inoltre, l’Agrotron Ttv 410/420/430 è dotato della mo-dalità di arresto att ivo «Power

Zero», che consente di frenare e arrestare il trattore anche in pendenza e quindi di ripar-tire usando semplicemente il pedale dell’acceleratore. La cabina Classe S dell’Agrotron 410/420/430 è leader di merca-to in termini di visibilità. Con oltre 6,5 mq di superficie vetra-ta, la cabina Classe S offre una visibilità senza eguali nella aree attorno alla macchina. La cabi-na Classe S offre tutto il comfort che il cliente cerca. L’accesso alla cabina è sicuro e facile. Grazie ai comandi integrati nel brac-ciolo PowerCom V, l’operatore può comandare il trattore con la massima ergonomia. Tutti i

principali comandi sono rag-gruppati e codificati con colori per una più facile identifica-

zione in base alla rispetti-va funzione, (per esempio, impianto idraulico, Pto e

trasmissio-ne) . Di-sponibile i n o l t r e l’I-moni-tor per il

controllo det-tagliato di tutte le funzioni del tratto-

re e la compatibili-tà con lo standard Isobus. La versa-

tile Pto con quattro

regimi standard (540 / 540E; 1.000 / 1.000E giri) aumenta la flessibilità del trattore. La Pto può essere azionata sia dalla cabina che con i pulsanti sui parafanghi posteriori. L’innesto elettroidraulico proporzionale assicura un avvio modulato e con bassa usura dei componenti. Con la funzione «Pto Auto» la presa di forza si disinserisce automatica-mente durante il sollevamento e si riattiva all’abbassamento del sollevatore. Vengono così evitati errori di comando e le attrezza-ture sono protette da eventuali danni. Disponibile inoltre la Pto sincronizzata. L’Agrotron Ttv 410/420/430 è dotato di un impianto idraulico «Load-Sensing», con una portata del-la pompa che raggiunge i 110 l/min e una pressione di esercizio di 200 bar. Il sistema a centro chiuso utilizza una pompa a pi-stoni assiali a portata variabile. Questo circuito gestisce fino a 7 distributori elettroidraulici a doppio effetto (5 posteriori + sollevatore anteriore e distribu-tore anteriore), con la possibi-lità di regolare flusso e tempo. I cilindri di sollevamento ga-rantiscono una capacità di sollevamento pari a ben 6,2 tonnellate. Un forza record per le nuove esigenze delle aziende agricole europee.

Un problemino c’è: la nuova se-rie di trattori Farmall C sarà disponibile solo a partire dal terzo trimestre del 2011 ma

Case IH a quanto pare, seguendo i test in campo in giro per l’Europa, ha fatto di nuovo centro. Il nome «Farmall» è pro-fondamente radicato nella storia di Case IH. Affi dabilità e versatilità erano un se-gno distintivo dei primi trattori Farmall, che furono lanciati sul mercato nel 1922 e che proprio grazie a queste doti otten-nero subito un grande successo in tutto il mondo. La nuova serie Farmall C rinnova questa tradizione. La serie Farmall C è stata completamente progettata con l’in-tento di creare la macchina adatta per le movimentazioni aziendali (impieghi con il caricatore frontale, utilizzo negli annessi degli allevamenti zootecnici ecc.). Grazie al design compatto è inoltre particolarmente adatta per l’agricoltura specializzata (col-ture orticole, colture speciali ecc.) e impone un nuovo standard di riferimento in ter-mini di visibilità panoramica, soprattutto sulle zone di lavoro cruciali. È un tratto-re di complemento della serie Quantum C nella fascia di potenza da 55 a 75 cv. La serie comprende tre modelli che svi-luppano rispettivamente una potenza di 55 cv (41 kW), 65 cv (48 kW) e 75 cv (55 kW). È azionata da un motore Fpt (Fiat Powertrain Technologies) a 4 cilindri da 3.200 cm3 di cilindrata, emissionato Tier 3. Oltre ai motori a bassissimo consumo, questi trattori si distinguono anche per i ridottissimi costi di manutenzione, grazie agli intervalli di 600 ore. Il consumo di olio

dei trattori ogni mille ore di funzionamen-to è inferiore del 54% rispetto ai diretti concorrenti. La nuova serie associa design compatto e motori potenti per creare un ottimo rapporto peso/potenza. Il risultato è un trattore potente ma agile. Grazie al passo corto, il raggio di sterzata è di ap-pena 3,75 metri. Tutti i modelli offrono di serie la trasmissione sincronizzata 12 x 12, disponibile anche con superriduttore optional che porta a 20 x 20 il numero delle marce disponibili. Entrambe le trasmissio-ni possono essere dotate di inversore mec-canico o elettroidraulico. La velocità mas-sima d’avanzamento è di 40 km/h, mentre il superriduttore optional offre velocità lente fino a un minimo di 123 metri l’ora. L’estetica della nuo-va serie Farmall C si caratterizza per un cofano new line «spio-vent» e per la cabina «com-fort» com-pletamente nuova, che i m p o n e un nuovo standard di riferi-mento in t e rmin i di visibi-lità sulle zone di la-voro cruciali.

Durante la progettazione della serie Far-mall C, gli ingegneri di Case IH hanno puntato soprattutto sull’ergonomia e sul comfort dell’operatore. I trattori sono dota-ti di una nuovissima cabina con pavimento completamente piano. Il design innovativo del tetto ad alta visibilità completamente apribile permette di visualizzare facilmen-te il caricatore frontale a tutta altezza. La cabina Farmall C è basata sugli stes-si concetti operativi dei trattori Case IH più grandi e tutti i display principali sono ergonomicamente integrati nel cruscotto. Per la prima volta, il joystick del caricatore

può essere integrato nella console di destra, assicurando all’ope-

ratore un controllo comodo e reattivo dell’attrezzatura. Mentre sui trat-tori più piccoli il climatizzatore

è general-m e n t e

montato nel tetto, sui modelli Farmall C gli ingegneri Case IH hanno preferito integrarlo all’interno della cabina. In tal modo, l’altezza totale del trattore è ora di appena 2,37 metri: la più bassa in que-sta fascia di potenza per una macchina con cabina dal pavimento piano. I trattori Farmall C sono quindi ideali per l’utilizzo in quei contesti operativi dove lo spazio in verticale è angusto, come per esempio gli annessi degli allevamenti zootecnici. Nel nuovo design della cabina è stata data grande importanza all’insonorizzazione dell’abitacolo, in cui il livello fonometrico è stato quindi signifi cativamente ridotto rispetto ai modelli precedenti. I trattori Farmall C offrono di serie l’autoradio con dock station integrata per iPod. Il sedile ampio e confortevole, ruotabile di 15°, assicura una comoda posizione di lavoro. Tra le dotazioni optional è compreso an-che un sedile passeggero di alta qualità. Il sollevatore posteriore ha una capacità di sollevamento di 2.150 kg e sul trattore possono essere montati fi no a tre distri-butori idraulici ausiliari posteriori e due distributori ventrali.

Case rinnova la linea storica, nel solco della tradizione. Il mezzo sarà disponibile sul mercato da luglio

Il nuovo Farmall? Per agricoltori specializzati

LE CARATTERISTICHE

cabina Classe S• impianto idraulico • «Load-Sensing»oltre , mq di • superficie ve-tratasei modelli fi-• no a cvprezzi: oltre • mila euro

LE

LE CARATTERISTICHE

∙ motore cilindri da . cm cubici

∙ intervalli manutenzione a ore

∙ raggio di sterzata , metri

∙ trasmissione sincronizzata x

∙ altezza totale solo , metri∙ prezzi da definire

nzamento è di 40 km/h, mentreuttore optional ità lente minimo tri l’ora.

della nuo-armall C si za per unline «spio-er laom-m-te e

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può essere integrato nella console didestra, assicurando all’ope-

ratore un controllocomodo e reattivodell’attrezzatura.Mentre sui trat-tori più piccoli ilclimatizzatore

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24 Sabato 30 Aprile 2011 C O N FA G R I C O LT U R A

A Eurol ora il presidente nazionale Mario Guidi. Verso logiche di sistema e una logistica efi ciente

Il fiore, emblema di made in ItalyConfagricoltura analizza problemi e prospettive del mercato

Quello di Confagricoltura ad Eurofl ora è un impe-gno considerevole perché tra le manifestazioni del

settore la rassegna di Genova è leader in Europa, tanto che nell’edizione 2006 – la cadenza dell’evento è quinquennale – ha registrato oltre 700.000 visita-tori. Si tratta di uno spettacolo unico al mondo, capace di fi ssare l’attenzione su alcuni dei temi più importanti del nostro tempo: la tutela della biodiversità, la capacità dell’uomo di vivere nel rispetto dell’ambiente, anche at-traverso l’utilizzo delle fonti ener-getiche rinnovabili, e la necessità di mantenere un rapporto con la natura nella vita di tutti i giorni. Ma è anche un’occasione per pre-sentare delle nuove varietà, con focus sullo stato dell’arte della ricerca varietale, sull’innovazio-ne di processo e di tecnologia che sta coinvolgendo il fl orovivaismo italiano nell’ottica di un rilancio dell’intero sistema.

Confagricoltura Liguria ha vo-luto rendere sinergica la parteci-pazione ad Eurofl ora di tutte le realtà nazionali del settore asso-ciate alla propria organizzazione professionale con un vasto spazio espositivo nel nuovo Padiglione Fieristico progettato dall’archi-tetto Jean Nouvel. Tantissime le opportunità di interscambio tra operatori e di presentazione di progetti e prodotti, creando que-sto punto di riferimento in fi era, adattabile alle esigenze di tutte le realtà di Confagricoltura con un programma di alto profi lo tecnico e culturale. Il riscontro viene an-che dai partners al proprio fi anco: da Erg a Monte dei Paschi di Sie-na, da SunergySOL a Mondo Ser-vizi, da Passepartout a Gaa, nomi rappresentativi dell’eccellenza nei rispettivi campi per ciò che attiene all’energia alternativa, al credito agricolo, all’impiantistica fotovoltaica, allo smaltimento dei rifi uti agricoli, ai gestionali con-tabili e all’assicurazione.

Nello spazio di Confagricoltu-ra ci sono anche l’Unicef, che di Confagricoltura Liguria è testi-monial da tempo, e un «presidio» di docenti e studenti del Corso di Scienze della Comunicazio-ne dell’Università di Genova, impegnati nella web-radio e della web-tv del progetto didat-tico «CampusWave», sviluppato presso il Campus di Savona, che trasmettono in streaming tutti i principali eventi che coinvolgono lo stand della nostra organizza-zione.

Sotto il profi lo convegnistico il calendario ha visto quattro seminari: uno sulla ricerca e lo sviluppo con l’Università degli studi di Torino, gli Istituti di ri-cerca pubblica nel comparto fl o-ricolo, il regionale Irf e lo statale Cra, il Centro di sperimentazione della Cciaa di Savona; il mondo bancario e le imprese impegnate nella quotidiana ricerca varieta-le. Gli altri tre hanno focalizzato la loro attenzione sulle energie rinnovabili, sui servizi innovati-

vi e sull’assicurazione legata alla gestione delle imprese agricole.

Passando alle cifre il fl orovivai-smo, con un fatturato che supera i 3 miliardi di euro, il 6% della produzione lorda vendibile agri-cola totale (pari a quella del vino), 21.000 aziende e 112.000 addet-ti è un comparto assolutamente strategico dell’agricoltura nazio-nale. L’Italia, dopo i Paesi Bassi, è il secondo Paese esportatore mondiale con oltre 640 milioni di euro in fi ori venduti oltre i no-stri confi ni. La principale regione produttrice di fi ori e fronde recise è la Liguria, con Sanremo ed Im-peria come città di riferimento, seguita dalla Campania (Napo-li) e dal Lazio (Latina e Roma). Anche per le piante in vaso la Liguria, con Savona, continua a primeggiare, seguita da Lombar-dia, Lazio e Veneto, mentre nella produzione di alberi ed arbusti al primo posto c’è la Toscana, con Pistoia, seguita da Lombar-dia (Como Lecco e Mantova) e Veneto.

L’importanza dell’Italia in questo settore è dimostrata dal-la presenza di numerose aziende leader a livello mondiale, per la maggior parte associate Confa-gricoltura. Come la ibridatrice Nirp International di Andrea Mansuino in Liguria; oppure la Mediterranea Fiori ad Acate (Ra-gusa) che, con i suoi 80 milioni di steli, è la più grande azienda di produzione di fi ori recisi su scala internazionale. Pistoia è la pro-vincia con il maggior numero di

ettari investiti a vivaio del mondo (circa 6.000 ettari) e l’azienda di Vannino Vannucci da sola, con i suoi 400 ettari, traina il mercato del 40% delle aziende vivaistiche locali, dando occupazione a più di 300 persone.

Da non dimenticare gli opera-tori del verde, distribuiti in tutta Italia, che mantengono parchi e giardini pubblici e privati ed esportano in tutto il mondo lo stile del «giardino all’italiana», come fa l’azienda Mati da oltre 100 anni.

Le problematiche del settore sono soprattutto legate al calo dei consumi, dovuto alla crisi eco-nomica, dal momento che fi ori e piante rientrano tra i beni volut-tuari. La stessa crisi ha eviden-ziato la scarsa competitività delle imprese dovuta alla dipendenza dal petrolio per il riscaldamento delle serre (che incide per oltre il 50% sui costi) ed a tutti i suoi derivati (vasetti, prodotti fi tosa-nitari e fertilizzanti), mentre la manodopera, che per la maggior parte delle aziende è assunta a tempo indeterminato, deve esse-re fortemente specializzata ed ha quindi costi molto alti.

Un elemento di forza della nostra floricoltura è il know-how della ricerca e la costante trasmissione di questo sapere di generazione in generazione.

Purtroppo però la perdita di redditività delle colture ed un’au-mentata concorrenza internazio-nale, ormai proveniente da tutti i continenti e spesso contraddi-

stinta da regole di mercato e del lavoro «sleali» nei confronti di quelle adottate in Europa, stanno sicuramente mettendo in pericolo la conservazione e la trasmissio-ne di questa conoscenza. Anche perché la nostra fl oricoltura non è riuscita a fare sistema e non ha saputo mettere a punto, ne-gli anni, un modello organizzato di insegnamento e sviluppo del più specializzato know-how, tra-mandato nell’ambito aziendale, ma mai strutturato e trasmesso in ambiti didattici.

Questa è una forte preoccu-pazione di Confagricoltura, che raduna la quasi totalità delle aziende attive nella ricerca fl o-ricola. Infatti, gli ibridatori at-tualmente in piena attività sono mediamente di età compresa tra i cinquanta ed i sessant’anni e diffi cilmente il loro sapere verrà tramandato alle nuove genera-zioni, che spesso appaiono meno interessate alla fl oricoltura per tante note ragioni, prime fra tutte la perdita di redditività e un carico burocratico ormai in-sostenibile.

Al di là di questa perdita di risorse, è importante sottoline-are che la lacuna esiste comun-que, in quanto non è più in oggi economicamente sostenibile un microcosmo di aziende di ricerca varietale che non sia supporta-to da una base accademica che conservi, sviluppi e tramandi il know-how garantendo tra l’altro un piccolo bacino di giovani ricer-catori per le aziende esistenti o

di nuovi imprenditori e manager che diano luogo a nuove realtà di ricerca. Su questo si sta lavo-rando, nell’ottica di preservare, accrescere e sistematizzare que-sto, è il caso di dirlo, «fi ore all’oc-chiello» della nostra agricoltura. Tra i nostri obiettivi prioritari ci sono maggiori fi nanziamenti per la ricerca pubblica e per quella privata, coinvolgendo anche il sistema bancario.

E Confagricoltura, attraverso i suoi imprenditori, è impegna-ta con decisione anche sotto il profilo etico della produzione florovivaistica per combattere lo sfruttamento del lavoro ed il mancato rispetto degli standard ambientali in molti Paesi terzi. Basti ricordare che, secondo i dati forniti dall’Organizzazione inter-nazionale del lavoro in Ecuador il 20% della manodopera impiegata è costituita da bambini, mentre in Kenia il 60% è formata da donne senza tutela né diritti. E queste condizioni sono simili in molti paesi terzi dove si coltiva-no fi ori, dall’Etiopia alla Colom-bia, dove la produzione è spesso ancora contrassegnata da gravi violazioni dei diritti umani e da pesanti impatti ambientali.

Il florovivaismo, che non ha mai goduto di finanziamenti comunitari legati ad un’Orga-nizzazione comune di mercato, sconta e non da oggi l’aumento progressivo delle importazioni dai Paesi come Kenya, Colombia, Etiopia, Perù, Bolivia, Costarica ed Ecuador, molti dei quali, oltre al basso costo della manodopera, si avvantaggiano anche di accor-di commerciali a dazio zero. Inol-tre il comparto è alla mercé di costi produttivi che aumentano (a partire dal gasolio), prezzi in caduta libera, mancanza di «sal-vaguardia comunitaria», senza contare il farraginoso rapporto con la pubblica amministrazione a tutti i livelli.

In questo quadro le carte vin-centi da giocare vengono dalla tradizione e dalla capacità inno-vativa della nostra fl oricoltura, inserendole in azioni promoziona-li, magari sulla falsariga di quelle svolte per altri prodotti «made in Italy», come il vino. Ad avviso di Confagricoltura dovremmo pro-babilmente iniziare a ragionare come sistema Italia e mettere a punto gli strumenti per favorire la ripresa; una maggiore coesione tra i produttori italiani, una più effi cace concentrazione ed una più effi ciente logistica del pro-dotto. In altre parole dare forza ad un’organizzazione capillare di sistema che da noi stenta ancora a decollare. Dobbiamo rifl ettere insieme alle istituzioni naziona-li e comunitarie sulle regole del commercio internazionale e indi-viduare nuovi strumenti compe-titivi rispetto all’evoluzione dei mercati.

«Solo attraverso l’equilibrio della politica l’agricoltura potrà avere successo nel sistema-Paese ed in un contesto mondiale in cui la parola d’ordine è competitività». Lo ha detto il presi-dente di Confagricoltura, Mario Guidi, nel suo intervento all’assemblea degli associati di Man-tova di mercoledì scorso. Guidi ha sottolineato al ministro per le politiche agricole Saverio Romano, intervenuto all’incontro, le richieste alla politica per rilanciare e rafforzare l’agricol-tura italiana, attraverso interventi precisi che permettano alle imprese di riorganizzarsi ed es-sere competitive. «Alla necessità di investire nella ricerca per aumentare la capacità produttiva, sollecitata anche dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, l’Unione europea rispon-de con una politica che non gestisce le produzioni

agricole»; ha commentato il presidente Guidi, che ha proseguito: «Quel che chiediamo al ministro è di dialogare con il resto di Europa per avere una politica agricola a livello comunitario. Dobbiamo recuperare sul fronte degli interventi di mercato in comparti come il latte, i suini ed i cereali». Im-mediata la risposta del ministro Saverio Roma-no. «L’impegno prioritario è il negoziato in corso per il futuro assetto della Pac dopo il 2013». «E’ assolutamente necessario recuperare l’unitarietà della proposta politica - ha sottolineato Romano. Organizzazioni di categoria, produttori, governo, parlamentari europei, tutti assieme dobbiamo costruire ed avanzare una proposta italiana in Europa e sono convinto che questo possa essere fatto attraverso la convocazione degli Stati Ge-nerali dell’agricoltura».

Guidi e Romano: strategia comune per la Pac

Pagina a cura di

CONFAGRICOLTURA

Mario Guidi

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25Sabato 30 Aprile 2011

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L’avvocatura afi na le strategie contro la conciliazione obbligatoria adottando un modello standard

Battaglia in aula sulla mediazione Raffi ca di istanze di disapplicazione alla prima udienza

DI ANNA IRRERA

Una raffica di istanze di disapplicazione preconfezionate. Que-sta l’ultima strategia

adottata dall’avvocatura per fronteggiare l’obbligatorietà della mediaconciliazione. La battaglia si combatte così, anche nelle aule dei tribu-nali. L’iniziativa rilanciata dall’Oua (Organismo Unita-rio dell’Avvocatura), porta la firma del Consigliere Ga-etano Viciconte dell’Ordine degli Avvocati di Firenze che ha predisposto un modello di istanza di disapplicazione dell’art. 5, comma 1 del dlgs 28/2010, da utilizzare nei pro-cedimenti giudiziari instaura-ti senza il previo esperimento del tentativo di conciliazione. Su questa scia si è mosso an-che l’Ordine degli avvocati di Milano che ieri, nel corso del convegno «Mediazione, limiti e prospettive» ha messo nero su bianco gli aspetti negativi dell’istituto e le iniziative in-traprese per sollecitare il ri-pensamento della disciplina. Tra queste, l’intenzione di co-stituirsi nel giudizio davanti alla Consulta, investita della questione con l’ordinanza del 12 aprile scorso (si veda Italia-Oggi del 13/04/2011).

«Non ci basta l’ordinanza del Tar del Lazio di rimessio-ne alla Corte Costituzionale», ha spiegato ad ItaliaOggi a margine del convegno il pre-sidente dell’Oua Maurizio de Tilla, «vogliamo anche i prov-vedimenti di disapplicazione dei giudici ordinari e dei giu-dici di pace». «L’Oua ha accolto l’iniziativa e ha invitato tutti gli ordini a segnalarla ai pro-pri iscritti, cosicchè oltre alle innumerevoli questioni di in-costituzionalità, possa essere sollevata dinanzi ai giudici anche l’istanza di disapplica-zione dell’obbligatorietà», ha aggiunto de Tilla.

«Abbiamo sempre sostenu-to le iniziative di protesta e di sensibilizzazione dirette a sol-lecitare il rinvio dell’entrata in vigore e il ripensamento com-plessivo della disciplina non-ché a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti distorsivi sul diritto all’accesso alla Giu-stizia causati dalla loro appli-cazione», ha affermato invece Paolo Giuggioli, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano e dell’Unione Lom-barda degli Ordini forensi. «Ho

avuto modo di riferire tutto ciò anche al Ministro Alfano», ha proseguito Giuggioli, «sia tra-mite lettere sia in occasione di un incontro nel gennaio scorso a Roma e poi qui a Milano». «Dobbiamo ora attendere la decisione della Corte Costitu-zionale», ha concluso il presi-dente, «tuttavia va sottolineato che, nel percorso argomen-tativo dell’ordinanza, il Tar ha toccato i punti nevralgici della disciplina della mediazione, rile-vando proprio per questi la necessità di sciogliere il n o d o s u l l a conformità ai dettami della Costituzione».

I contenuti del modello d’istanza. «Nel presente giudi-zio» si legge nel primo paragra-fo del modello fornito agli avvo-cati, «l’attore non ha esperito il procedimento di mediazione previsto dall’art. 5 del dlgs 4 marzo 2010, n. 28, pur ricor-rendone l’obbligo. Le domande proposte non devono, tuttavia, essere dichiarate improcedibili perché la disciplina che intro-duce l’obbligatorietà della mediazione merita di es-sere disapplicata per con-

trasto con l’art. 47 della Carta dei diritti fonda-mentali dell’Unione europea, la cui por-tata, ai sensi dell’art. 52, terzo comma, del-la Carta, corrisponde a

quella dell’art. 6 della

Convenzione europea dei diritti dell’uomo». «Con giurispruden-za costante dopo la sentenza Golder c. Regno Unito del 21 febbraio 1975», spiega il docu-mento del Consiglio dell’ordine di Firenze, «la Cedu ritiene che il diritto di effettivo accesso al giudice, pur non espressamen-te menzionato all’art. 6 della Convenzione, è un diritto che

deve essere concreto ed ef-fettivo». Nel testo, poi,

si entra anche in un caso concreto: «La Corte di Giustizia ha esaminato per esempio una fatti-specie simile alla obbligatorietà della mediaconciliazione

in merito a

un tentativo obbligatorio di conciliazione extragiudizia-le davanti al Co.re.com, come condizione di procedibilità dei ricorsi giurisdizionali in talune controversie civili». Tra le con-dizioni di legittimità rilevate in quella sede dai giudici di Lus-semburgo il modello d’istanza ricorda come «il risultato del-la procedura di conciliazione non deve essere vincolante nei confronti delle parti interessa-te e non deve incidere sul loro diritto ad un ricorso giurisdi-zionale». «Conseguentemente», conclude l’istanza, «si richiede che il Giudice dichiari la pro-cedibilità della domanda, di-sapplicando l’art. 5 comma 1 del dlgs n. 28/2010, perché in contrasto con il diritto di cui all’art. 47 della Carta dei di-ritti fondamentali dell’Unione europea, anche, qualora fosse ritenuto necessario, previo rin-vio pregiudiziale alla Corte di giustizia, ai sensi dell’art. 267 Tfue».

© Riproduzione riservata

DI CRISTINA BARTELLI

L’authority sui mediatori e agenti ben diviso dal mondo bancario. Il varo dell’organismo secondo

stime Banca di Italia sarà di circa 3,1 mln di euro. Il suo fi-nanziamento sarà ripartito tra le associazioni coinvolte Abi, As-sofin, Assilea, Assifact e gli altri organismi nella misura di circa 10 mila euro di contributo figura-tivo. Le responsabilità di vigilan-za resteranno ben separate tra organismo degli agenti in attività finanziaria e mondo del credito. Ed entreranno in vigore almeno sei mesi dopo la costituzione. Sono queste alcune indicazioni che arrivano dal comitato esecu-tivo dell’Abi del 20 aprile proprio sull’attuazione del nuovo articolo 128 undecies del Tub.

All’organismo degli agenti in attività fi nanziaria e dei media-tori creditizi (Oam) spetterà il compito di gestione degli elenchi degli agenti e della verifi ca da parte di questa categoria di pro-fessionisti della disciplina a cui sono sottoposti. Il passaggio per l’elenco è da natura pubblicistica a struttura privatistica. Per l’Abi sulla nascita dell’Oam pendono delle criticità e in particolare due attinenti la prima, alla non chia-rezza del ruolo delle associazioni degli intermediari e agenti e me-diatori, sia con riferimento alla costituzione, sia con riferimento al fi nanziamento sia alla respon-sabilità di soci e dei componenti del board. La seconda, invece at-tiene all’avvio delle nuove dispo-sizione dal 1° gennaio 2012.

Sulla creazione dell’Oam Ban-ca d’Italia ha aperto un tavolo

di confronto a cui siedono, oltre l’Istituto, anche l’Abi, e le altre associazioni di categoria come Assofi n, Assilea e Assifact. Ognu-na di queste associazioni dovrà predisporre un elenco di possi-bili candidati al board. Per l’Abi sarebbe importante defi nire, dal punto di vista normativo, la netta separazione delle responsabilità giuridiche e patrimoniali di ogni tipo tra le associazioni che contri-buiscono a costituire l’organismo e l’organismo stesso ed evitare ri-cadute reputazionali.

Le correzioni proposte dall’Abi e che, con buona probabilità, potranno trovare accoglimento, riguardano una modifi ca dell’ar-ticolo 128 undecies Tub per eli-minare dall’Oam la qualifi ca di associazione avente personalità giuridica di diritto privato. Il ruolo dell’Abi e delle altre asso-

ciazioni è quello di dar vita a un comitato promotore per l’avvio dell’organismo. Ed è in questo contesto, spiegano nel documen-to, che potrebbe essere previsto eventualmente un contributo economico figurativo a carico delle associazioni partecipanti al comitato non superiore ai 10 mila euro.

Il comitato dovrebbe avere due compiti porre in essere attività per l’atto costitutivo e contribu-ire a individuare il pool di ban-che che fi nanzieranno lo start up dell’organismo il cui fabbisogno, stimato da Banca d’Italia in 3,1 mln di euro appare per l’Abi sot-tostimato.

Il comitato si scioglierebbe nel momento in cui l’Oam diventa operativo e la responsabilità non toccherebbe l’operato dell’Oam.

© Riproduzione riservata

Le indicazioni sono emerse da un documento presentato al comitato esecutivo dell’Abi

Authority agenti e mediatori,start up da 3,1 milioni di euro

Paolo Giuggioli

Angelino Alfano

Il testo dell’istanza su www.italiaoggi.it/documenti

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26 Sabato 30 Aprile 2011 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

Aperta la consultazione pubblica sul regolamento che recepisce le norme Ue

Denaro da digitale a realeDieci anni di tempo per il rimborso delle somme

DI ANTONIO CICCIA

Tempo dieci anni per il rimborso della moneta elettronica e commissioni sul rimborso solo in casi

specifici. Queste alcune novità contenute nello schema di recepi-mento della direttiva 2009/110/Ce concernente l’avvio, l’esercizio e la vigilanza prudenziale dell’attività degli istituti di moneta elettroni-ca (Imel), che modifi ca le diretti-ve 2005/60/Ce e 2006/48/Ce e che abroga la direttiva 2000/46/Ce. Ricordiamo che il denaro digitale consente pagamenti che poggiano su una provvista di denaro fi sico che viene «caricata» su un depo-sito virtuale e poi spesa sia su internet sia negli ordinari canali commerciali.

Il dipartimento del tesoro ha dunque predisposto un documento di consultazione messo a disposi-zione sul sito www.dt.tesoro.it, con la possibilità per gli interessati di far pervenire entro il 13 maggio 2011 contributi ed osservazioni. Nel dettaglio viene data attua-zione a un punto specifi co delle direttive prevedendo il diritto del detentore di moneta elettronica

di ottenere, su richiesta, dagli emittenti il rimborso della mo-neta elettronica in ogni momen-to e al valore nominale, secondo modalità indicate espressamente nel contratto di emissione. Come spiega la relazione illustrativa, la disposizione integra l’assetto nor-mativo attuale che, in linea con le disposizioni della previgente di-rettiva Imel 2000/46/Ce, stabiliva il solo principio del rimborso al va-lore nominale della moneta elet-tronica. Si aggiunge la disciplina espressa dei termini di prescrizio-ne con riferimento all’estinzione del diritto al rimborso. Sul punto non vi sarebbero specifi che indica-zioni da parte della direttiva e la prassi adottata da numerosi emit-tenti (sia Imel sia banche) è stata quella di prevedere, mediante spe-ciali clausole contrattuali, l’estin-zione del diritto al rimborso del valore monetario residuo trascor-si dodici mesi dalla scadenza del rapporto; trascorso l’anno scatta il conseguente diritto dell’emittente di moneta elettronica di trattene-re le relative somme. Lo schema di recepimento della normativa comunitaria vuole evitare l’elu-sione dei principi sanciti dalla

direttiva in materia di diritto al rimborso: per questo si propone l’introduzione di una norma che precisa che l’estinzione del diritto al rimborso è assoggettata al ter-mine di prescrizione ordinario di dieci anni, secondo quanto previ-sto dall’articolo articolo 2946 del codice civile. Sempre in tema di rimborsi è la proposta integrazio-ne del Testo unico bancario con l’articolo 126-novies, disciplinan-do gli unici casi in cui, se previsto dal contratto, il rimborso della moneta elettronica è assoggetta-to a commissione. La relazione illustrativa spiega che si tratta di una novità rispetto alla direttiva previgente che si limitava a pre-vedere il solo diritto di rimborso al valore nominale a richiesta del detentore della moneta

Secondo lo schema, dunque, il rimborso della moneta elettronica può essere soggetto al pagamen-to di una commissione adeguata e conforme ai costi effettivamen-te sostenuti dall’emittente, solo se previsto dal contratto e in uno dei seguenti casi: rimborso chiesto prima della scadenza del contrat-to; recesso del detentore di mo-neta elettronica prima della sua

scadenza; rimborso chiesto più di un anno dopo la data di scadenza del contratto.

Più in generale lo schema chia-risce l’estensione all’emissione di moneta elettronica delle norme di trasparenza previste Testo unico bancario, specificando l’ambito dei soggetti tenuti alle relative prescrizioni. Il documento, inol-tre, chiarisce quali soggetti posso-no emettere moneta elettronica: Banca centrale europea, banche centrali comunitarie, Poste italia-ne, Stato italiano e altri Stati co-munitari, pubbliche amministra-zioni statali, regionali e locali. La formulazione proposta consente ai soggetti pubblici di emettere moneta elettronica soltanto se le disposizioni di settore che li disci-plinano consentono tale forma di operatività; in mancanza di tale autorizzazione ex lege anche i sog-getti di natura pubblica dovranno costituire un Imel per svolgere la relativa attività.

Arrivano al tetto dei 900 mila i bilanci inviati e depositati con il sistema Xbrl. Il sistema (l’acroni-mo Xbrl sta per eXten-sible business reporting language) consente l’ac-cesso a dati che possono essere facilmente rielabo-rati, e permette al siste-ma camerale di acquisire informazioni e formulare analisi economico-stati-stiche in precedenza non disponibili. Il dato arri-va dall’assemblea degli azionisti di InfoCamere, Società consortile di in-formatica delle xamere di xommercio, presieduta da Alessandro Barberis, ha approvato il bilancio 2010, che registra un va-lore della produzione di 99.5 milioni di euro (107.7 nel 2009) e un utile netto di circa 1 milione di euro. Il positivo andamento economico della socie-tà ha consentito inoltre di mantenere pressoché invariato il contribu-to consortile rispetto all’anno precedente; so-

stanzialmente invariate, circa 10 milioni, anche le spese per gli investimen-ti: progetti di ricerca e sviluppo e di evoluzione delle infrastrutture infor-matiche. Tra le iniziative più importanti portate avanti da InfoCamere nel 2010 è la predisposi-zione dell’infrastruttura tecnologica necessaria al funzionamento degli sportelli unici per le at-tività produttive, inte-grata con il portale www.impresainungiorno.gov.it: vera e propria «rete» na-zionale di servizi rivolti agli operatori economi-ci, a supporto degli enti locali coinvolti nelle fasi di avvio e di modifi ca di un’attività imprenditoria-le. «Il sistema camerale», afferma Barberis, «ha ri-sposto alle aspettative del legislatore con lo stesso impegno che ha consen-tito l’attuazione di altre importanti riforme, come la comunicazione unica: è questo un nuovo modo di concepire i servizi alle imprese a livello territo-riale, dove le camere di commercio si confermano ancora una volta nel ruo-lo di promotori della cre-scita del sistema econo-mico e di una più effi cace azione di semplifi cazione da parte della pubblica amministrazione.»

INFOCAMERE

In Xbrl 900 mila bilanci

Riconsiderare l’iniziativa «Al Servizio degli italiani» promossa dall’Associazione Pdl-Al Servizio degli italiani e con la qua-le si intenderebbero, tra l’altro, offrire ai cittadini servizi in materia di assistenza pensionistica e di assistenza fi scale che riguardano l’area di attività svolte dai Pa-tronati e dai Caf. Lo chiede l’uffi cio di presi-denza di Rete imprese Italia (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti) che sottolinea la necessità di distinguere le funzioni che la legge assegna alle associazioni d’impresa e del lavoro rispetto ai compiti propri dell’associazio-nismo politico.

L’attività istituzionale di Aams è co-stantemente rivolta a «una corretta azione di prevenzione», che garantisca traspa-renza nelle attività proposte, cercando di eliminare gli eventuali pericoli, tra cui l’accesso al gioco da parte dei minori». Così il sottosegretario all’economia Alberto Giorgetti, come spiega Agipronews, rispon-de a una interrogazione dell’onorevole del gruppo di Iniziativa responsabile, Americo Porfi dia, che chiedeva di «intervenire con provvedimenti e iniziative finalizzate ad arginare il dilagare incontrollato del fenomeno del gioco tra i cittadini, infor-mando questi ultimi dei gravi rischi da dipendenza». Giorgetti elenca le iniziative attuate dai Monopoli di stato al riguardo e in particolare nei confronti del gioco online: inibizione dei siti illegali, canale su Youtu-be dedicato ai giovani, il progetto triennale denominato «Giovani e gioco», l’iniziativa «Il gioco è una cosa seria», rientrante nel progetto nazionale sulle dipendenze com-portamentali e coordinato dalla regione Piemonte, che ha avuto luogo in oltre 50 comuni di 9 regioni italiane nonché nelle province di Torino, Varese, Monza, Padova, Venezia, Rimini, Pesaro-Urbino, Roma, Salerno, Barletta-Trani-Andria, Taranto e Palermo.

«Il dpcm sul quale si è raggiunto l’intesa in Conferenza stato-città e che dovrebbe contenere la revisione degli obiettivi del Patto di stabilità degli enti locali e la riduzione del contributo che il comparto dei comuni dovrà portare rispetto ai conte-nuti dell’ultima manovra venga emanato quanto prima, i comuni in questo momento sono bloccati, in diffi coltà e necessitano di scelte chiare». Così Franco Floris, sindaco di Andora e presidente della commissione fi nanza locale Anci, sul dpcm in attesa di pubblicazione.

Secondo gli ultimi dati forniti dall’Inps, questa settimana i certifi cati di malattia tra-smessi online all’Istituto sono stati 308.839, un dato che appare in linea con le settimane precedenti se si considera il giorno lavorato in meno. Lo rende noto il Mininnovazione. Dalla data di attivazione della nuova procedura, il totale dei certifi cati trasmessi raggiunge così la cifra di 9.475.867 unità. Come comunicato dal ministro Renato Bru-netta, i medici dispongono anche di un nuovo servizio per l’invio telematico che consente di risolvere eventuali situazioni di digital divide, quali l’indisponibilità di banda larga in alcune aree territoriali oppure l’impos-sibilità temporanea di usare un computer. L’Inps ha infatti messo a disposizione dei medici il numero verde 800180919 tramite il quale, previa identifi cazione, è possibile trasmettere con una semplice telefonata il certifi cato medico.

Domani oltre 350 tra musei, monumenti, siti archeologici e, per la prima volta, archivi e biblioteche statali saranno aperti in via straordinaria. Per ogni informazione su orari di apertura, prenotazioni ed eventuale costo del biglietto, comunica il ministero dei beni culturali, è attivo un call center nazionale che risponde al numero verde 800991199, gratuito per chiamate da telefo-nia fi ssa effettuate dal territorio italiano. Il

servizio è accessibile tutti i giorni dalle 9 alle 19. Sul sito www.beniculturali.it, è inoltre disponibile l’elenco completo dei musei, de-gli archivi di Stato, delle biblioteche statali e delle aree archeologiche visitabili.

Con il dlgs sul federalismo fi scale è stato annunciato un riordino dell’Imposta pro-vinciale di trascrizione (Ipt) che si tradurrà «in un preoccupante aumento tributario a carico degli automobilisti. Già dall’anno in corso, si avrà un consistente incremento dell’Ipt per la registrazione delle vetture nuove di potenza superiore a 53 Kw, i cui acquirenti dovranno pagare un importo crescente parametrato alla potenza delle vetture con costi per l’utente che potranno aumentare considerevolmente», ha dichia-rato Eugenio Razelli, presidente di Anfi a. «Si tratta dell’ennesimo aggravio fi scale a danno del comparto automotive, che già detiene il primato, in Italia, in termini di contributo alle entrate fi scali dello stato, con oltre 67 miliardi di euro versati nel 2009, pari al 16% del totale del gettito fi scale e al 4,5% del pil, l’incidenza più alta tra i principali paesi europei».

Sarà stata, certamente, una giornata indimenticabile per l’acquirente del ricco biglietto «Gratta & Vinci» della serie «Mega Miliardario» quando, dopo avere grattato la parte dorata, ha scoperto di avere vinto 1 milione di euro. Ma altrettanto indimen-ticabile deve essere stato il momento in cui i fi nanzieri gli hanno comunicato che tutti i suoi soldi erano stati sequestrati in forza di un provvedimento cautelare emesso dal gip. È accaduto nei giorni scorsi ad Arzignano (Vicenza), dove i fi nanzieri hanno messo sotto sequestro il conto corrente in cui era stata accreditata una vincita di 1 milione di euro alla lotteria istantanea «Gratta & Vinci», realizzata in una ricevitoria locale a fi ne marzo 2011, da una persona indagata per frode ed evasione fi scale.

BREVI

Lo schema di regola-mento su www.italia-oggi.it/documenti

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Promuovi Italia opera a supporto delle Pubbliche Amministrazioni per la crescita

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attraverso il programma “Lavoro e Sviluppo Turismo”.

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28 Sabato 30 Aprile 2011 I M P O S T E E TA S S E

La Corte di cassazione cambia rotta sull’onere della prova delle fatture soggettivamente false

La frode fiscale non blocca l’IvaDeduzione possibile anche se c’è coinvolgimento dell’azienda

DI DEBORA ALBERICI

L’accertamento nel processo penale del coinvolgimento di un’azienda in una fro-

de carosello non fa venir meno il diritto alla deduzione Iva perché non prova la mala fede sulle fat-ture soggettivamente false .

Insomma, con la sentenza nu-mero 9537 del 29 aprile 2011, la Cassazione cambia idea rispetto ai rapporti fra processo tributario e penale, accogliendo il ricorso di una società che era stata condan-nata nell’ambito di un’inchiesta su cessione di materiali preziosi.

In sostanza la contribuente acquistava il materiale da una società di comodo che non pagava l’imposta e quindi riusciva a ven-dere a un prezzo particolarmente concorrenziale.

Ma aveva presentato la dichia-razione dei redditi detraendo l’Iva sostenuto per gli acquisti. Il fi sco aveva quindi spiccato un accertamento delle imposte sui redditi sostenendo che la condan-na penale sulla frode emessa dal Tribunale ostacolava il benefi cio fi scale. Contro l’atto impositivo

l’azienda ha presentato ricorso in Cassazione e, questa volta, lo ha vinto.

La sezione tributaria ha infat-ti accolto tutte e tre le obiezioni prendendo coscienza di un prece-dente e difforme orientamento. In particolare in sentenza si legge che «la omessa seria analisi e spiegazione della consistenza del-la ritenuta inesistenza soggettiva delle operazioni non rende in al-cun modo convincente l’operazio-ne compiuta dalla Ctr di elimina-zione dell’importo corrispondente all’Iva». Bisogna tener conto, sottolinea la Cassazione, del più recente indirizzo espresso dalla sezione tributaria del Palazzaccio (sentenza n. 1147/2010) secondo cui «il problema vero non è dato dall’accertamento della inesisten-za oggettiva, o solo meramente soggettiva delle operazioni con-testate, ma dalla detraibilità dei costi relativi alle operazioni indicate nelle afferenti fatture la quale – avendo l’abrogazione del dpr 22 dicembre 1986, n. 917, art. 75 comportato, un ampliamento del regime di prova dei costi da parte del contribuente (prova che può essere fornita anche con

i mezzi diversi dalle scritture con-tabili purché costituenti elemen-ti certi e precisi, come prescritto dal dpr 22 dicembre 1986, n. 917, art. 75, comma 4) – suppone che il contribuente dimostri l’effettiva sussistenza nonché l’ammontare e l’inerenza di quegli specifi ci co-sti». Ciò perché si verte in tema di imposte sui redditi (se cioè del reddito d’impresa) e non già in tema di Iva - cioè di imposta per la quale la detrazione è ammessa solo in presenza di fatture prove-nienti dal soggetto che effettua la cessione o la prestazione, non entrano nel conteggio del dare ed avere ai fi ni Iva le fatture emesse da chi non è stato controparte nel rapporto relativo alle operazioni fatturate». Ciò in quanto tali fat-ture riguardano operazioni ine-sistenti, a nulla rilevando che le medesime fatture costituiscano la copertura di prestazioni ac-quisite da altri soggetti.

© Riproduzione riservata

Sale la riscossione nel 2010 (+15% sul 2009): è quan-to emerge dai progetti di bilancio civilistico e consolidato al 31 dicembre 2010 approvati ieri dal cda di Equitalia. I volumi riscossi sono migliorati rispetto all’esercizio pre-cedente con un incremento del 15% sul 2009, per un im-porto complessivo di 8,9 miliardi. Nella nota, si legge che «dalla nascita di Equitalia i volumi riscossi annualmente con ruoli erariali e previdenziali sono più che raddoppiati rispetto alla precedente gestione affi data ai concessiona-ri privati, rimuovendo così progressivamente parte delle ineffi cienze che penalizzavano la credibilità del sistema fi scale nel suo insieme». Grande importanza ha rivestito lo strumento delle rateazioni delle cartelle che ha consenti-to ai contribuenti in diffi coltà di regolarizzare la propria posizione con il fi sco. In totale, al 31 dicembre 2010, le rateazioni concesse hanno raggiunto quota un milione per un importo che supera i 14 miliardi di euro». Equitalia rende noto che «contestualmente sono stati potenziati i servizi online di informazione e pagamento, migliorata la rete degli sportelli sul territorio, aperti in un numero crescente e con orari prolungati, e sono stati sottoscritti molti accordi con associazioni di categoria e ordini pro-fessionali. Inoltre, sempre con l’obiettivo di ottimizzare il rapporto con i cittadini, a maggio 2010 è stata emanata la direttiva antiburocrazia che consente al contribuente, con una semplice dichiarazione, di ottenere la sospensione delle procedure di riscossione».

Equitalia, riscossione +15% e rateazioni per 14 miliardi

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«Sono sbalordito e sorpreso dalle dichiarazioni di Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei dottori com-mercialisti e degli esperti contabili, sulla possibile commistione di diverse fi gure nell’ambito della previdenza dei ragionieri. Nel caso queste dichiarazioni fossero venute da altra fi gura non sarebbe stato il caso di commentarle, ma se provengono dal presidente di un’unica categoria professionale è giusto che gli iscritti all’Istituto previdenziale dei ragionieri si pongano degli interrogativi». Così Paolo Saltarelli, presidente Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri, replica con un comunicato alla lettera (ItaliaOggi di ieri) con cui il presidente del Cndcec ha smentito che sia stato un «conciliabolo» sul futuro previdenziale dei ragionieri. «Il presidente Siciliotti avrebbe potuto e dovuto spendere meglio la sua autore-volezza allo scopo di dare un contributo, in quanto presidente di tutti, alla soluzione dell’assetto previdenziale della categoria dei commercialisti nell’ambito dell’Albo unico. Sono dispiaciuto di quanto affermato da Siciliotti», conclude Saltarelli nella nota, «ma credo lo saranno ancora di più i 40 mila colleghi che credevano ormai di appartenere alla stessa famiglia e, quindi di godere, di pari dignità». « Se c’è qualcuno di stupefatto quello sono io», gli risponde a stretto giro il presidente Siciliotti, « in primo luogo, nel constatare che il presidente Saltarelli non ritiene di spendere una parola sul falso giornalistico che ha dato origine alla vicenda e che lo riguarda al pari del sottoscritto. In secondo luogo, perché davvero non si capisce cosa ci si aspetti che possa pensare di una commistione, ancorché previdenziale, tra liberi professionisti rico-nosciuti e lavoratori autonomi non iscritti ad Ordini chi, come il sottoscritto, si batte da anni perché il futuro della nostra professione non venga pregiudicato da coloro che in più occasioni hanno de-fi nito il nostro Ordine un ente inutile». «Ho profondo rispetto per chi ha il compito di gestire la previdenza degli iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili», prosegue Siciliotti, «ma ne pretendo altrettanto, perché ciascun presidente ha i propri doveri cui attendere e non può pensare di risolvere i propri proble-mi inventandosi di sana pianta nemici che non esistono. Quanto alla minaccia, nemmeno troppo velata, di quello che penseranno i 40.000 colleghi ragionieri commercialisti, la rispedisco al mittente. Sono anni che vengo attaccato, spesso in modo becero, proprio per-ché ho sempre creduto in una professione forte e unita, in cui dottori commercialisti e ragionieri commercialisti lavorassero insieme per costruire un futuro comune migliore di quello che avrebbero potuto essere due futuri divisi. Questi tre anni testimoniano quanto ciò fosse giusto», conclude Siciliotti, «se qualcuno pensa di usare la previdenza per dividere la categoria, ha fatto male i suoi conti».

Previdenza commercialisti, confronto a distanza

La sentenzasul sito www.italia-oggi.it/documenti

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29Sabato 30 Aprile 2011SabatoI M P O S T E E TA S S E

Una circolare dell’Agenzia del territorio sulla stretta sui fabbricati non censiti al catasto

Case fantasma con maxi sanzioniA partire da domani scatta la quadruplicazione degli importi

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Maxisanzioni a partire da domani per i pro-prietari delle case fantasma. Scattano,

infatti, sanzioni quadruplicate in caso di inadempimento degli ob-blighi dichiarativi degli immobili e delle variazioni di consistenza e di destinazione degli stessi, se la violazione è commessa a partire da tale data.

Con la circolare n. 4/T (proto-collo n. 26755) di ieri, l’Agenzia del territorio è intervenuta per defi nire la disciplina sanzionato-ria prevista dal comma 2, dell’ar-ticolo 12, del d.lgs. 14/03/2011 n. 23, per l’inadempimento degli ob-blighi dichiarativi, dei fabbricati non censiti in catasto o che han-no perduto determinati requisiti, come quelli rurali, di cui all’art. 9, d.l. n. 557/1993.

Circolare che arriva sul fi lo di lana della scadenza di oggi per la regolarizzazione. Ancora non esistono stime su quanti immo-bili sono stati sanati ma nella sola giornata di ieri, in una città come Torino erano arrivati agli uffi ci 600 Docfa. Non solo. La sa-

natoria potrebbe anche rivelare nuove sorprese perchè molti pro-prietari di immobili non rientran-ti nel censimento degli immobili fantasma presi da timore hanno comunque provveduto a regola-rizzare la propria situazione.

Definito così, almeno per il momento, il quadro degli oneri a carico dei proprietari e/o titolari di diritti reali degli immobili che non hanno provveduto alla regolariz-zazione dei propri fabbricati.

Preliminarmente, il Territorio ha precisato che gli obblighi di dichiarazione erano già stati in-dicati dagli articoli 20 e 28, del regio decreto legge 13/04/1939 n. 652, convertito con modifi cazioni dalla legge 11/08/1939, n. 1249 e successive modifi cazioni ed inte-

grazioni. Per quanto concerne gli obblighi posti a carico dei proprie-tari, l’agenzia ricorda che questi ultimi sono “obbligati” a denun-ciare, nei modi e nei termini stabi-liti, le variazioni dello stato degli immobili dalli stessi posseduti e che, in caso di inadempimento, si rendono applicabili le sanzioni in presenza di omessa dichiarazione delle nuove costruzioni entro 30 giorni dal momento in cui sono di-venute abitabili o servibili all’uso cui sono destinate, di omessa di-chiarazione dei fabbricati che pas-sano da una categoria esente ad una soggetta ai tributi entro i 30 giorni successivi dal momento in cui sorge l’obbligo dichiarativo e di omessa dichiarazione di variazio-ne delle unità immobiliari entro

il medesimo termine di 30 giorni decorrente dal momento in cui la variazione si è concretizzata.

Il chiarimento si è reso oppor-tuno in relazioni alle disposizioni introdotte dal citato comma 2, dell’art. 12, d.lgs. n. 23/2011 che prevedono la quadruplicazione delle sanzioni previgenti, nel ri-spetto dei principi di legalità e del favor rei, per i quali si rende ne-cessaria la determinazione della disciplina sanzionatoria da parte del legislatore ed il rispetto del principio dell’irretroattività del-la norma sanzionatoria (tempus regit actum) in base alla quale nessun cittadino può essere as-soggettato a sanzioni se non in forza di disposizioni entrate in vigore prima della commissione della violazione e/o del reato o se il fatto non costituisce più una vio-lazione punibile, sulla base di una diversa previsione legislativa.

Per quanto concerne la conte-stazione dell’inadempimento de-gli obblighi dichiarativi a cura del Territorio si potranno verifi care situazioni ante e post 30 aprile, per le quali la stessa agenzia ha ritenuto di diversifi care l’applica-zione delle sanzioni.

Di conseguenza, il Territorio ha ritenuto corretto rendere irretro-attiva la disciplina sanzionatoria che rende più gravosa l’applicazio-ne della sanzione già applicabile, stabilendo nel prossimo 1° maggio lo spartiacque, con la conseguen-za che solo a partire da tale data si applicheranno i nuovi e mag-giori importi fi ssati dal d.lgs. n. 23/2011 mentre, per le violazioni commesse in data anteriore, “…indipendentemente dalla data di accertamento della violazione ...”, si renderanno applicabili gli importi indicati dalla disciplina previgente.

Infi ne, il documento di prassi precisa che, anche per i fabbri-cati mai dichiarati in catasto, la violazione decorre al decorso dei 30 giorni dal momento in cui gli immobili sono divenuti utilizzabi-li (abitabili o servibili all’uso a cui sono destinati) nel caso di omessa denuncia in catasto.

© Riproduzione riservata

Il premier russo, Vladimir Putin, ha deciso di alzare del 44% le tasse applicate sull’export di carburanti con l’intento di combattere la pe-nuria di benzina che affl igge il Paese. A partire dal primo di maggio prossimo, l’imposta salirà così a 408,30 dollari per tonnellata cubica rispet-to ai 283,90 dollari di oggi. All’inizio della settimana, Putin aveva approvato anche un aumento del 7% della tassa sulle esportazioni dei cosiddetti prodotti petroliferi leggeri, incrementando il bal-zello di 304 dollari a partire dal mese prossimo.

L’Olanda si prepara a ta-gliare le imposte sulle società. Il Segretario di Stato alle Finanze, Weekers Frans, ha annunciato che, nel tentativo di aumentare il numero di in-vestitori internazionali, il suo programma fi scale prevede l’innalzamento delle tasse sui consumi e la riduzione della pressione fi scale sulle imprese che dovrebbe così portarsi, nel breve periodo, dall’attuale 25,5% fi no al 24%.

«Non c’è alcun regalo, la riforma dell’imposta pa-trimoniale è integralmente fi nanziata». Lo ha dichiarato ieri il ministro del Bilancio francese, François Baroin, do-po le critiche dell’opposizione sulle modifi che della tassa sui redditi elevati, che provocherà un miliardo circa di mancati introiti allo Stato francese.

«La soppressione della patri-moniale della prima fascia (reddito da 800 milioni a 1,3 miliardi di euro, ndr.) sarà effettiva da quest’anno – ha spiegato Baroin – e il costo sarà fi nanziato fi no all’ultimo euro o quasi». Il fi nanzia-mento, precisa, verrà in parte dai «proventi della cellula di regolarizzazione fi scale», e in parte dagli «introiti supple-mentari» previsti nel 2011 ma non inclusi nei calcoli dell’ultima fi nanziaria.

Nuova offensiva del Fisco argentino contro l’evasione perpetrata dai colossi agri-coli. L’Agenzia delle Entrate di Buenos Aires (Afip) ha inviato 1.200 ispettori negli uffi ci dei principali produt-tori ed esportatori di cereali del Paese compresi Cargill e Noble Group. Queste società, che esportano per lo più soia e mais, presentano un debito nei confronti dell’Erario di 310 milioni di pesos pari a 73 milioni di dollari. Le in-cursioni degli agenti del Fisco rappresentano l’ultimo capi-tolo di un’offensiva iniziata nel mese di ottobre. Secondo Marcelo Quintilliani, ispet-tore dell’Afi p, alcune di queste imprese avrebbero emesso fatture false e costituito so-cietà di comodo per evitare il pagamento delle tasse. In base alle stime dell’Agenzia, l’evasione ammonterebbe a 252 milioni di dollari soltanto lo scorso anno.

Gabriele Frontoni

FISCO DEGLI ALTRI

DI ANTONIO RUSSO

Più motivi legittimano l’iscrizione dell’ipoteca esattoriale, ex art. 77 dpr 602/73, su beni assoggettati al vincolo del fondo patrimoniale costituito per

convenzione matrimoniale. Infatti, secondo la Ctp di Vercelli (sent. n. 11/04/11, dep. il 14 feb-braio 2011), il debito verso l’erario, non derivan-do da attività voluttuarie o speculative, non può essere ritenuto estraneo alle esigenze familiari; la Ctr Piemonte invece (sent. n.16/1/11, dep. il 31 gennaio 2011) risolve la questione «a mon-te» affermando che l’ipoteca erariale, rivesten-do natura cautelare, debba essere esclusa dai limiti ex lege dell’ azione esecutiva sul fondo patrimoniale.

Entrambe le decisioni «ruotano» intorno all’interpretazione dell’art.170 c.c., norma che inibisce l’ «esecuzione» di quei debiti «che il cre-ditore conosceva esser stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia » e costituisce uno dei principi che regolano l’istituto del fondo patrimoniale, contraddistinto poi, ex art. 169 c.c., da un regime di deroghe agli atti dispositivi tipici dell’ordinaria autonomia negoziale.

Così il fondo de quo risponde sempre dei debi-ti che attengono alla vita familiare e, pertanto, al giudice tributario è chiesto di valutare se i debiti tributari possano essere ritenuti, o meno, ad essa inerenti, con la conseguenza che solo la risposta affermativa a tale interrogativo legitti-ma l’iscrizione di ipoteca intrapresa dall’Agente della Riscossione.

A favore di una soluzione negativa era inter-venuta la Ctp di Grosseto (sent. n. 280/2009) che aveva affermato la necessità, ai fi ni della legittimità della iscrizione ipotecaria, dell’ine-renza «diretta ed immediata» dei debiti con-

tratti per i bisogni della famiglia. Nonostante altri recenti responsi di contenuto

conforme a quello toscano (Ctp di Padova, sent. n.9/2011; Ctp di Milano, sent. n. 437/2010),la Ctp di Vercelli ha invece respinto il ricorso del contribuente richiamando una decisione del giu-dice di ultima istanza (Cass. Civ. n. 5684/2006) e sottolineando che l’orientamento prevalen-te, adottando un parametro «negativo», tende ad escludere dai bisogni della famiglia solo le esigenze di natura voluttuaria o caratterizzate da interessi meramente speculativi; una delle argomentazioni più «forti», tra quelle offerte dai giudici vercellesi, è però quella che ha trattato l’onus probandi che assisterebbe tali controver-sie : secondo l’estensore della decisione sarebbe a carico del contribuente l’obbligo della prova, utile all’accoglimento del ricorso, della cono-scenza – da parte del creditore – dell’estraneità del credito ai bisogni familiari .

Ma, addirittura più rigorosa nella lettura delle norme che disciplinano questo istituto del diritto di famiglia, si è dimostrata la Ctr Piemonte. Essa, infatti ha accolto il gravame della Equitalia Sestri dichiarando che l’iscri-zione d’ipoteca ha natura esclusivamente cau-telare e quindi sfugge al divieto ex art.170 c.c. in quanto il tenore letterale di questa norma interdice solo le azioni di tipo esecutivo; i giu-dici torinesi hanno, tra l’altro, aggiunto che «la necessità eventuale di espletamento di un’azione revocatoria del fondo patrimoniale, costituito dopo l’emissione della cartella esat-toriale, che si rendesse necessario, a fronte dell’opposizione all’esecuzione da parte del debitore, non incide sul diritto ad iscrivere ipoteca, anzi, se mai giustifi ca il ricorso alla cautela per tutelare, nelle more del giudizio, il credito per cui è causa».

Non ci sono restrizioni all’azione esecutiva. Così la Ctp Vercelli

L’ipoteca esattorialesul fondo patrimoniale

natoria potrebbe anche rivelare grazioni Per quanto concerne gli

SANZIONE

AMMINISTRATIVA

DA EURO 258,00

A EURO 2.066,00

Se la violazione relativa agli obblighi dichiarativi è stata

commessa in data anteriore al 1° maggio 2011, si rendono

applicabili gli importi delle sanzioni vigenti i no al 30 aprile 2011,

indipendentemente dalla data di accertamento della violazione

SANZIONE

AMMINISTRATIVA

DA EURO 1.032,00

A EURO 8.264,00

Se la violazione degli obblighi dichiarativi è commessa a partire dal

1° maggio 2011, si rendono applicabili i nuovi maggiori importi

delle sanzioni, di cui al comma 12, dell’art. 2, dlgs 23/2011,

quadruplicati rispetto a quelli applicabili in data anteriore

vSANZIONE Se la violazione relativa agli obblighi dichiarativi è stata

Case fantasma, ecco le sanzioni applicabili

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30 Sabato 30 Aprile 2011 I M P O S T E E TA S S E

Sentenza della Cassazione sull’accesso ai conti bancari

Induttivo legittimoValido l’accertamento sui titoli

DI DEBORA ALBERICI

Legittimo l’accertamento induttivo basato sui conti bancari del contribuente che investe in titoli se il

normale rendimento del merca-to finanziario non si concilia con il flusso di denaro depositato in banca. A decretare la vittoria dell’Agenzia delle entrate in un caso che ormai sembrava vinto dalla contribuente, che investi-va il suo denaro in titoli, è stata la sezione tributaria della Corte di cassazione che, con la senten-za numero 9535 del 29 aprile 2011, ha accolto il ricorso del fi sco, ribaltando completamente le decisioni conformi della ctp e della ctr. Al contribuente la pro-va contraria. Insomma, secondo i giudici del Palazzaccio il fatto che il mercato abbia delle fl uttuazioni normali e quindi un rendimento non troppo elevato dei titoli spo-sta l’onere della prova contraria sul contribuente chiamato a di-mostrare la provenienza del de-naro. In proposito in un passaggio chiave della sentenza si legge che «la Ctr osservava che la contri-buente aveva provato il confe-

rimento del mandato a tali enti per la gestione dei fondi e delle rendite che ne derivavano, e ciò per un determinato ammontare, assolvendo in tal modo l’onere probatorio gravante su di lei, con la conseguenza che le eccezioni sollevate dall’agenzia rimane-vano superate». Ma questa tesi non è piaciuta a Piazza Cavour. «L’assunto non è esatto», hanno tuonato i giudici di legittimità, «dal momento che l’accertamen-to si basava sul metodo induttivo scaturito dalla non fedeltà della dichiarazione del reddito, come verifi cato dalla polizia tributaria in base al notevole incremento di fl usso di denaro nei conti banca-ri, non conciliabile con il normale rendimento dei titoli del merca-to fi nanziario e le variazioni di borsa, atteso che semmai quei mandati dimostravano la sussi-stenza di un rapporto fi duciario ad amministrare, ma non anche la totalità dei titoli e delle som-me posseduti dalla signora, con la conseguenza che quel dato, e cioè il possesso di maggiore im-ponibile, faceva scattare la pre-sunzione di maggior reddito, con la derivante inversione dell’onere

probatorio». La contabilità regolare non

salva dall’accertamento. In que-ste interessanti motivazioni viene rafforzato, fra l’altro, un orientamento sull’accertamento induttivo che da qualche anno a questa parte la fa da padrone. E cioè che questo metodo può es-sere usato dall’amministrazione fi nanziaria anche in caso di con-tabilità regolare. «L’art. 38 del dpr 29 settembre 1973 n. 600», sottolinea Piazza Cavour, «non impedisce, pure in presenza di dichiarazione formalmente rego-lare, l’accertamento in rettifi ca in forza di valutazioni condotte sulla base di presunzioni gravi, precise e concordanti, come nella specie». Infatti nel processo tributario, nel caso in cui l’accertamento effet-tuato dall’ufficio finanziario si fondi su verifi che di conti corren-ti bancari, è onere della contri-buente la prova contraria a carico della quale si determinava una inversione di ruoli.

Le imposte sulle provvigioni erogate all’agente vanno calcolate e possono quindi essere dedotte nell’anno di esecuzione del contratto e non in quello di conferimento dell’incarico. Lo ha affermato la Corte di cassazione che, con la sentenza numero 9539 del 29 aprile 2011, ha dato torto a una società che aveva dedotto i costi delle provvigioni date ad alcuni agenti nell’anno in cui era stato conferito il contratto e non in quello di esecu-zione. Per questo l’Agenzia delle entrate gli aveva notifi cato un accertamento contestando l’esercizio di competenza calcolato. Contro l’atto impositivo la contribuente ha fatto ricorso alla Ctp e poi alla Ctr, ottenendo, però, un verdetto negativo. Inutile anche il tentativo in Cassazione. Respingendo entrambe i motivi di ricorso, la sezione tributaria ha chiarito che «non potrebbe non ritenersi, dalla parte del preponente, che si dovrebbe tener conto della data di esecu-zione del contratto (consegna o spedizione dei beni mobili, stipula dell’atto per i beni immobili e le altre ipotesi previste dal comma 2 lett. a) e b) del predetto art. 75 del Tuir) ai fi ni della determinazione dell’esercizio di competenza». A pesa-re sulla decisione, più che le nuove norme comunitarie sulle quali si pone un problema temporale di applicabilità , è stata la riforma classe 1999 all’articolo 1748 del codice civile. E so-prattutto il momento in cui si forma il diritto dell’agente alla provvigione. Ebbene , si legge ancora, «nella nuova disciplina giuridica, il fatto costitutivo della provvigione è la conclusione del contratto». Questa genera non una semplice aspettativa, come nella disciplina precedente, ma un diritto di credito vero e proprio, anche se non esigibile. E cioè «un diritto che può essere ceduto e permette l’insinuazione nel passivo del fallimento del preponente. Condizione di esigibilità è invece l’esecuzione del contratto da parte del preponente: la provvigione è esigibile nel momento e nella misura in cui il preponente ha eseguito o avrebbe dovuto eseguire la prestazione. Non è quindi neces-

saria la prova del buon fi ne dell’affare e cioè, in sostanza, dal pagamento del prezzo da parte del cliente».

Debora Alberici

Deduzioni fi scali,provvigioni a tempo

Scade il 7 maggio il termine per presentare domanda di accesso ai fondi del 5 per mille 2011. Ancora qualche giorno di tempo, dunque, a disposizione di enti del volontariato e associazioni sportive dilettantistiche per richiedere in via telematica l’ammissione al benefi cio. Lo ha ricordato ieri l’Agenzia delle entrate con un comunicato.Da circa un mese e mezzo è infatti disponibile sul sito internet dell’Agenzia il software mediante il quale i sog-getti inclusi negli elenchi curati direttamente dalle Entra-te possono presentare l’istanza per l’anno 2011 (si veda ItaliaOggi del 16 marzo scorso). Si tratta dei soggetti di cui all’articolo 1, comma 1, lettera a) del dpcm 23 aprile 2010, vale a dire onlus, associazioni di promozione socia-le, enti del volontariato, associazioni e fondazioni ricono-sciute, nonché delle associazioni sportive dilettantistiche previste dall’articolo 1, comma 1, lettera e) del medesimo provvedimento. Come noto, possono poi accedere al 5 per mille anche enti di ricerca scientifi ca e dell’università, come pure gli enti che svolgono ricerca sanitaria, i cui elenchi di be-nefi ciari sono però amministrati dai rispettivi ministeri competenti. Tornando alle associazioni e agli enti gestiti direttamente dal Fisco, le iscrizioni devono avvenire attraverso i canali telematici Entratel o Fisconline, direttamente a cura dei rappresentanti dell’organizzazione o tramite un interme-diario abilitato. L’Agenzia delle entrate pubblicherà sul proprio sito web già a far data dal 14 maggio la prima ver-sione di tutti gli elenchi provvisori. Tali elenchi conter-ranno i nominativi dei soggetti che si sono iscritti presso i ministeri della salute e dell’istruzione (rispettivamente per la ricerca sanitaria e per quella scientifi co-universita-ria), nonché presso le Entrate (volontariato e associazioni sportive dilettantistiche). Per questi ultimi ci sarà tempo fi no al 20 maggio per richiedere alla Direzione regionale competente per territorio la correzione di eventuali errori di iscrizione presenti negli elenchi provvisori pubblicati. L’Agenzia pubblicherà quindi entro il 25 maggio una ver-sione aggiornata dell’elenco degli enti del volontariato e delle associazioni sportive dilettantistiche.Si ricorda che anche i soggetti che avevano presentato la domanda per il 5 per mille negli anni scorsi sono tenuti a inviare nuovamente l’istanza.

Valerio Stroppa

Fondi 5 per mille,istanze entro il 7 maggio

DI VALERIO STROPPA

Un altro punto della giurisprudenza a favore della libertà dell’imprendi-tore di operare le scelte economiche a lui più congeniali. Stavolta la pro-

nuncia arriva dalla Ctp Milano, che con una sentenza del 4 aprile scorso (la n. 128/03/11) ha annullato la contestazione fiscale mossa dall’amministrazione finanziaria nei confronti di una società, affermando che il Fisco non è deputato a sindacare le motivazioni specifiche che soggiacciono dietro alle scelte imprendi-toriali. Il verdetto interviene nel filone delle pronunce sull’abuso di diritto, peraltro a poche ore di distanza dalla pronuncia, quella invece pro-Fisco, con cui i giudici tributari della Ctp Genova avevano condannato una banca per operazioni su titoli atipici finalizzate a conse-guire un illecito risparmio d’imposta (si veda ItaliaOggi del 2 aprile scorso).

Nel caso all’attenzione dei giudici milanesi la vicenda riguardava la deduzione di costi in-fragruppo per il pagamento di royalties. Detti oneri erano cresciuti nel tempo in maniera piuttosto consistente e l’Agenzia delle entra-te aveva contestato le operazioni, ritenendo che queste fossero fi nalizzate ad abbattere la base imponibile della società che effettuava i pagamenti. Da qui il recupero a tassazione della quota eccedente alle royalties origina-rie. In sede contenziosa la società sottoposta a verifi ca sosteneva che invece tali aumenti rispondessero a logiche economiche di gruppo, che tenevano conto sia delle maggiori immobi-lizzazioni e degli ammortamenti, senza quindi alcuna fi nalità di eludere le imposte. Inoltre, le due società avevano optato per la tassazione di gruppo prevista dalle norme sul consolida-

to nazionale (articolo 117 del Tuir); pertanto, osservava la ricorrente, le maggiori deduzioni di costi dell’una trovavano compensazione nei maggiori ricavi dell’altra società.

Una tesi condivisa dai giudici tributari me-neghini, che affermano come l’aumento delle royalties corrisposte da una società all’altra non fosse in realtà privo di valide ragioni economiche, ma rispondesse a esigenze di natura commerciale esistenti all’interno del gruppo, delle quali l’amministrazione fi nan-ziaria deve prendere atto senza indagarne le ragioni specifi che.

La pronuncia si allinea anche all’importante principio espresso dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 1372 del 21 gennaio 2011 (si veda ItaliaOggi del 22 gennaio 2011). In tale occasione gli «ermellini» avevano precisato che la libertà economica delle imprese non può es-sere limitata per meri motivi fi scali. I giudici di legittimità avevano inoltre precisato che, ai fi ni dell’elevazione di contestazioni relative a casi di abuso del diritto, è necessario accertare se l’operazione rientra in una ordinaria logica di mercato.

È necessario trovare, quindi, «una giusta linea di confi ne tra pianifi cazione fi scale ec-cessivamente aggressiva e libertà di scelta delle forme giuridiche, soprattutto quando si tratta di attività di impresa». Una posizione che peraltro è stata recepita dall’Agenzia del-le entrate, come ribadito a più riprese negli ultimi mesi, laddove è stata fornita agli uffi ci l’indicazione di avvalersi della clausola gene-rale antiabusiva soltanto in quei casi in cui il tax planning è smaccatamente fi nalizzato a eludere il fi sco, in assenza di qualsiasi valida ragione economica delle operazioni o dei negozi giuridici.

Ctp Milano a favore dei contribuenti sull’abuso di diritto

Il fisco non deve giudicarele scelte imprenditoriali

Il testo della senten-za su www.italiaog-gi.it/documenti

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31Sabato 30 Aprile 2011PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La Corte dei conti bacchetta gli enti locali: l’elenco della Finanziaria 2004 è tassativo

No ai mutui per dare incarichiLa spesa non può essere giustifi cata come investimento

Pagina a cura DI ANTONIO G. PALADINO

La spesa per il conferimento di un incarico professiona-le per la redazione di un piano urbanistico non può

essere fi nanziata dal comune at-traverso l’accensione di un mutuo o di un’altra forma di indebita-mento, in quanto non può essere considerata quale spesa per inve-stimento. Questo, perché l’elenco delle operazioni economiche che costituiscono investimenti, con-tenuto all’articolo 3, comma 18 della legge finanziaria 2004, è da considerarsi tassativo e, tra queste, non vi è menzionata la spesa per la progettazione di un piano urbanistico.

È quanto hanno affermato le sezioni riunite della Corte dei conti, nel testo della deliberazio-ne n. 25 pubblicata lo scorso 29 aprile, dirimendo una questione di massima rilevanza in merito alla possibilità di ricorrere all’in-debitamento per poter procedere all’affi damento di un incarico pro-fessionale per la redazione di un piano urbanistico.

Su input della sezione regio-nale di controllo della Corte dei conti marchigiana, l’alto consesso della magistratura contabile ha preliminarmente fatto chiarezza sulla nozione di «investimento» che può essere fi nanziata attra-verso il ricorso ad un mutuo o ad altra forma. Il riferimento, va alla legge fi nanziaria del 2004 (la n. 350/2003) dove, al terzo com-ma dell’articolo 18, il legislatore ha indicato un elenco di tutte le operazioni economiche che possono essere considerate tali. Una nozione che, rileva la Cor-te, considera «tutti i casi in cui dalla spesa assunta dall’ente, deriva un aumento di valore del patrimonio immobiliare o mobi-liare». In breve, un aumento della ricchezza dell’ente stesso che si ripercuote non solo sull’eserci-zio corrente, ma anche su quelli futuri, proprio per giustifi care il perdurare, nel tempo, degli effetti dell’indebitamento.

Sul punto, come sottolineato dalla sezione remittente, la Cas-sa Depositi e prestiti (circolare 1255 del 27.1.2005), ammette la stipula di mutui «per coprire gli oneri derivanti dall’affi damento di incarichi professionali esterni». Previsione, questa, da riferire, anche all’esecuzione di un’opera pubblica.

La Corte, pur non sottovalu-tando le possibili analogie, sotto il profi lo contabile, fra la spesa per progettazione e quella per la

redazione del piano urbanistico di un ente locale e pur considerando che la prassi sino ad oggi «abbia potuto trovare giustifi cazione nel-

la complessità e nell’ambiguità del vigente apparato normativo», ri-tiene che le disposizioni contenu-te nell’elenco ex art. 3, comma 18,

della legge 350/2003, vadano lette ed interpretate in senso letterale e restrittivo. Ciò per l’esigenza di assicurare un comportamento gestionale degli enti improntato ad una prassi di assoluto rigore ed in linea con la necessità di ga-rantire il rispetto della regola del pareggio economico del bilancio

degli enti locali, principio cardine della sana gestio-ne finanziaria, a garanzia del rispetto dei complessivi equilibri di fi nanza pubblica, quali derivanti dall’apparte-nenza dell’Italia all’Unione europea. Infatti, il progetto di un’opera pubblica rap-presenta di per sé un bene

che ha un valore commerciale da contabilizzare all’interno dei conti economici degli enti, men-tre «non sembra possa essere attribuita la medesima valenza all’attività istruttoria destinata a confl uire all’interno della delibera approvativa del piano regolatore o di sue varianti».

Tutti gli enti pubblici sono tenuti a comunicare, per via telematica, all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), le somme impe-gnate nell’esercizio fi nanziario 2010, per l’ac-quisto di spazi sui mezzi di comunicazione di massa, ai fi ni di pubblicità istituzionale. Detta comunicazione va effettuata anche nel caso in cui non siano state impegnate somme per spese pubblicitarie.È quanto ricorda la circolare n. 13 del 28 apri-le scorso, fi rmata dal ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, in attuazione del disposto previsto dall’articolo 41, terzo comma, del Testo Unico della radiotelevisione (il dlgs n.177/2005), inviata a tutti i revisori dei conti in rappresen-tanza del Mineconomia nei collegi di revisione o sindacali degli enti pubblici.Secondo tali disposizioni, infatti, entro il 31 marzo di ogni anno, gli enti pubblici, anche quelli economici, devono comunicare all’Agcom le som-me che gli stessi hanno impegnato per l’acquisto ai fi ni di pubblicità istituzionale, di spazi com-merciali sui mezzi di comunicazione di massa. Le amministrazioni pubbliche o gli enti pubblici anche economici nominano a tal fi ne un respon-

sabile del procedimento che, in caso di mancata osservanza delle disposizioni stesse e salvo il caso di non attuazione per motivi a lui non im-putabili, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da un minimo di 1.040 euro a un massimo di 5.200 euro. L’obbligo di comunicazione, avvisa la circolare della Ragio-neria, si concreta nella compilazione dell’appo-sito modello telematico, disponibile all’indirizzo internet www.agcom.it/entipubblici, ed il suc-cessivo invio dello stesso con la posta elettronica certifi cata che è stata assegnata all’ente pubbli-co. Il modello dovrà essere inviato, pertanto, con tale modalità, all’indirizzo di posta elettronica [email protected] circolare della Ragioneria, infi ne, ricorda che l’invio telematico del modello va comunque effettuato, anche se nell’esercizio precedente l’ente non ha impegnato alcuna somma per pub-blicità istituzionale.

Spazi pubblicitari, la Rgs vuole i conti

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ing

Società Aeroporto Toscano (S.A.T.) Galileo Galilei S.p.A.

Sede Legale: eroporto Galileo Galilei di Pisa

Capitale Sociale deliberato 16.269.000 interamente sottoscritto e versato

Iscrizione al Registro delle Imprese di Pisa, Codice Fiscale e Partita IVA n. 00403110505

AVVISO AGLI AZIONISTI

PAGAMENTO DIVIDENDO ESERCIZIO 2010

Si rende noto che l’Assemblea degli azionisti del 29 aprile 2011 ha approvato la

distribuzione di un dividendo unitario, al lordo delle ritenute di legge, pari a Euro

0,13 per azione, che verrà messo in pagamento dal 26 maggio 2011 presso tutti

gli intermediari autorizzati aderenti al sistema di gestione accentrata Monte Titoli

S.p.A.. Lo stacco della cedola n. 5 verrà operato il 23 maggio 2011.

Il verbale dell’Assemblea sarà messo a disposizione del pubblico presso la sede

sociale, presso Borsa Italiana S.p.A. e sarà consultabile sul sito internet della

Società www.pisa-airport.com entro i termini di legge.

Pisa, 30 aprile 2011 Per il Consiglio di Amministrazione

Il Presidente

Avv. Costantino Cavallaro

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Estratto Di Bando Di Gara –

Settori Speciali

snam rete gas spa

Ente Aggiudicatore: Snam Rete Gas Spa , Sede Legale: S. Donato Milanese (MI), P.zza S. Barbara 7. Capitale sociale Euro 3.570.978.994,00 i.v. Codice Fiscale e numero di iscrizione al Registro Imprese di Milano n. 13271390158 - R.E.A. Milano n. 1633443 Partita IVA 13271390158Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento dell’Eni S.p.A.Oggetto dell’appalto: Fornitura di sistemi STORAGE (CPV 48821000)Tipo di appalto: fornituraLuogo di consegna/di esecuzione delle prestazioni: NUTS - ITC4Tipo di procedura: negoziataCriterio di aggiudicazione: Prezzo più bassoTermine per il ricevimento delle domande di partecipazione: 12/5/2011– ore 17:00.Condizioni di Partecipazione: Le condizioni di partecipazione sono riportate sul testo integrale del Bando pubblicato sulla G.U.U.E n. 2011/S 75-123420 del 16/4/2011. Il suddetto testo è disponibile sul sito www.snamretegas.it.

Snam Rete Gas SpaPROCU Il Responsabile Ing. Cesare Vecchietti.

Sede legale in San Donato Milanese (MI)

Piazza Santa Barbara n. 7

Cap. soc. Euro 3.570.978.994,00, i.v.

Cod. Fisc. e numero di iscrizione

al Reg. Imp. di Milano n. 13271390158

P. IVA n. 13271390158

R.E.A. Milano n. 1633443

Società soggetta all’attività

di direzione e coordinamento

dell’Eni S.p.A.

HERA S.p.A., con sede in Bologna, Viale Carlo Berti Pichat n.2/4, tel. 051/287908, fax 051/287082, sito internet www.grup-pohera.it, proroga il termine stabilito per la presentazionedelle domande di partecipazione alla gara d’appalto a pro-cedura negoziata, indetta con bando spedito all’Ufficio dellePubblicazioni Ufficiali delle Comunità Europee in data04/04/2011 e pubblicato in GU/S S66 del 05/04/2011 con il n.107623 ed in G.U.R.I. n. 46 del 18/04/2011 con il n. TS-11BFM7479, avente ad oggetto le Prestazioni di servizio perattività di supporto al pronto intervento diurno e notturno,feriale e festivo, per la manutenzione di reti, realizzazionedi allacciamenti ed accessori dei settori merceologici gas,acqua, fognatura o eventuali ulteriori settori da eseguirsisul territorio gestito dalle Strutture Operative Territorialidel Gruppo Hera, per il periodo 01/07/2011 – 30/06/2013,con facoltà di rinnovo alle stesse condizioni contrattuali,di anno in anno, per ulteriori due periodi annuali, ad in-sindacabile giudizio della Committente, suddiviso in 6lotti. Il nuovo termine per la presentazione delle domande dipartecipazione viene fissato alle ore 12.00 del giorno 20maggio 2011, fermo restando tutto il resto. La comunicazionedi proroga è stata inviata alla G.U.C.E. in data 27/04/2011.

dott. Maurizio Chiarini Amministratore Delegato

PROROGA TERMINE BANDO A PROCEDURA NEGOZIATA

Hera S.p.A.Sede in Bologna - viale C.Berti Pichat, 2/4Capitale sociale euro 1.115.013.754 i.v. n. di iscrizione al Registro delle Imprese di BolognaCodice Fiscale e Partita I.V.A. 04245520376 www.gruppohera.it

I testi dei documentisul sito www.italia-oggi.it/documenti

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32 Sabato 30 Aprile 2011 P R O F E S S I O N I

GEOMETRI/Un nuovo sistema telematico per i professionisti dell’area tecnica

Edilizia, addio alla cartaLe pratiche amministrative ora viaggiano sul web

DI GIOVANNI GALLI

Edilizia più semplice e trasparente. Professio-nisti, imprese, cittadini e pubblica amministra-

zione d’ora in poi dialogheranno via internet. Come? Attraverso un servizio telematico che con-sente ai tecnici del settore delle costruzioni e ai comuni italiani di gestire online tutte le pro-cedure amministrative: addio alla carta, i fascicoli diventa-no elettronici. Si chiama Sipem (Sistema informativo pratiche edilizie e monitoraggio), il nuovo strumento realizzato da Ancitel spa (società dell’Anci, Associazione nazionale comuni italiani), in collaborazione con il Consiglio nazionale dei geo-metri e dei geometri laureati (CNGeGL) e la Cassa italiana di previdenza e assistenza dei geometri liberi professionisti (Cipag). Il progetto si inseri-sce nell’ambito del piano sulla digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Il nuovo Co-dice dell’amministrazione digi-tale (Cad), in vigore da gennaio 2011, infatti, prevede per citta-dini e imprese il diritto di «ri-chiedere ed ottenere l’uso delle tecnologie telematiche nelle co-municazioni con le pubbliche amministrazioni» e stabilisce che «ogni atto e documento può essere trasmesso alle pubbli-che amministrazioni con l’uso delle tecnologie dell’informa-zione e della comunicazione». Grazie a questo nuovo sistema a professionisti e comuni è ga-rantita la semplificazione de-gli adempimenti e la maggiore rapidità delle comunicazioni, compreso l’azzeramento delle spese postali e di notifica de-gli atti. Dagli uffici comunali e dalle scrivanie di geometri, ingegneri, architetti e periti, quindi, sparirà la carta: i fa-scicoli relativi alle procedure edilizie diventano elettronici. Denuncia di inizio attività (Dia), Permesso di costruire (Pdc), Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), Comu-nicazioni di inizio lavori (Cil) nonché le istanze relative al Piano casa. Sipem è gratuito per i comuni e permette agli amministratori locali di gestire la relazione con i professionisti e di monitorare l’andamento delle pratiche. Sono previsti grazie a strumenti e funzioni create ad hoc: una casella di Posta elettronica certificata, un archivio digitale oltre che sistemi di analisi e statistiche periodiche. Tutte le istruzioni tecniche e le indicazioni per collegarsi al sistema Sipem sono state presentate ieri a Verona durante il convegno «La comunicazione digitale tra imprese e cittadini con le amministrazioni pubbliche: i comuni ed i liberi professioni-sti» e sono disponibili anche su www.ancitel.it

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Da lunedì 2 maggio par-te la conciliazione gestita dai consulenti del lavoro. Le commissioni di certi-ficazione dei contratti di lavoro istituite presso i Consigli provinciali dell’or-dine, infatti, allargano il loro raggio d’azione (così come previsto dalla legge 183/2010) e si occuperan-no anche della risoluzione alternativa delle controver-sie di lavoro. «Un onere e un onore che», come ricordato dalla presidente della cate-goria Marina Calderone ieri durante un convegno a Reg-gio Calabria dedicato alla legalità, «aiuterà il paese a crescere». In un contesto più ampio, la presidente ha sottolineato come «lavoro e legalità» siano due parole «che devono essere legate con gran forza». «I profes-sionisti in Italia sono più di 2 milioni», ha aggiunto, «e il periodo storico che sta vivendo il Paese costringe molti di loro a fronteggiare criticità e disagi forti per poter comunque garantire il ruolo di supporto alle im-prese ed ai lavoratori. Ri-spettare i valori, le leggi ed i principi della Costituzione Italiana: questo è quello che i professionisti continuano a garantire al sistema eco-nomico e sociale nazionale. I consulenti del lavoro», ha concluso, «devono essere propositivi perché la man-canza di lavoro è oggi, forse, la problematica principale». Intervenuto ai lavori, il pre-sidente della Fondazione studi della categoria, Rosa-rio De Luca, ha fatto nota-re come l’etica e il rispetto delle leggi siano fondamen-tali per poter garantire ai giovani un Paese migliore, dove il lavoro e la legalità non siano solo il titolo di un convegno ma la quotidiani-tà e la regola fondamenta-le. Presentato nel corso del Convegno regionale anche il progetto «La legalità cre-sce sui banchi di scuola» che vede la partecipazione di molte amministrazioni regionali, i ministeri e del-la gioventù, Italia Lavoro e i consulenti del lavoro. Presente a Reggio Calabria anche il numero uno della Fondazione Consulenti per il lavoro Mauro Capitanio per illustrare l’opportuni-tà data ai giovani (anche stranieri) di collocarsi nel mondo nel lavoro tramite i tirocini formativi. «La lega-lità collegata all’etica», ha evidenziato, «sta alla base del nostro progetto, giunto a numeri ragguardevoli in crescita rispetto al 2010, 3000 solo nei primi mesi del 2011».

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CONSULENTI

Lavoro, da lunedìsi concilia

Possibilità di compensazione, rateizzazio-ne fino a sei rate, riduzione al 4% degli interessi di dilazione rispetto al prece-dente tasso del 6%. Ecco i tre principali vantaggi della liquidazione delle ecceden-ze contributive alla cassa di previdenza Geometri all’interno del modello Unico 2011 (si veda ItaliaOggi di ieri). L’innovativo sistema di liquidazione delle eccedenze contributive della Cassa dei Ge-ometri nell’apposita sezione III del qua-dro RR di Unico 2011 consentirà inoltre uno snellimento nei tempi di liquidazione e la riduzione del rischio di sanzioni civili dovute ad errori connessi alla necessità di dover predisporre due distinti modelli.Ovviamente la possibilità di compensa-re gli importi dovuti a titolo di contri-buto soggettivo e integrativo alla cassa di previdenza attraverso il transito delle eccedenze nel modello F24 costituisce il vantaggio più importante per gli iscritti. Spesso infatti i lavoratori autonomi pos-sono chiudere la dichiarazione dei redditi con un credito Irpef per effetto, ad esem-pio, delle ritenute subite sui compensi, che i geometri potranno ora utilizzare nel modello F24 per compensare le eccedenze contributive dovute alla cassa di previ-denza.Il modello inserito in Unico 2011 è di fa-cile compilazione. Le istruzioni di Unico 2011 PF2 guidano passo per passo l’iscrit-to nella compilazione dei vari campi della sezione III del Quadro RR.

Ipotizzando ad esempio la situazione di un geometra iscritto obbligatoriamente alla cassa (codice posizione giuridica IO) con reddito professionale di euro 50.000 ed un volume d’affari Iva di euro 75.000, avremo un contributo soggettivo a debito di euro 3.250 e un contributo integrativo, sempre a debito, di euro 2.085.Tali eccedenze, determinate applicando le aliquote contributive previste per la posi-zione giuridica dell’iscritto e scomputati gli importi dei contributi minimi già versa-ti, potranno essere pagate scegliendo una delle modalità offerte dalle scadenze del modello Unico. Il nostro geometra potrà così decidere per il pagamento in unica soluzione entro il 16 giugno o il 16 luglio con la maggiorazione dello 0,40%. Potrà anche decidere di compensare, in tutto o in parte, tali importi con crediti dallo stesso vantati presso altri enti impositori purché gestibili all’interno del modello di pagamento F24. Potrà infine decidere di rateizzare tali pagamenti con le tempisti-che previste per i pagamenti a saldo del modello Unico 2011 con un massimo di sei rate e interessi di dilazione del 4%. Naturalmente la nuova procedura sarà completa ed utilizzabile non appena ver-ranno istituiti gli appositi codici tributo da inserire nel modello F24 per il versa-mento dei contributi soggettivi ed integra-tivi dovuti alla cassa geometri.

Andrea Bongi© Riproduzione riservata

Contributi alla Cassa compensabili, le istruzioni

Per la prima volta nella storia delle profes-sioni tecniche, un ministro dell’economia ha ascoltato le istanze di una categoria di tecnici. Lo scorso 21 aprile, nel corso dell’assemblea dei presidenti dei colle-gi provinciali del consiglio nazionale dei geometri in rappresentanza dei 110.000 professionisti iscritti su tutto il territo-rio nazionale, il numero uno della catego-ria Fausto Savoldi ha illustrato a Giulio Tremonti la necessità di una riforma delle professioni adeguata ai tempi. L’unico ri-ferimento legislativo che regola l’attività di geometra è infatti ancorato ad un Regio Decreto del 1929 che si basa su modelli di riferimento ormai inadeguati, sia rispetto ad una società che è cambiata, sia nei con-fronti di professionisti che hanno saputo assecondare i cambiamenti, affi nando le competenze. «Nonostante l’inadeguatez-za delle legge istitutiva che risale al 1929, pensata sostanzialmente per una economia agricola», ha affermato Savoldi, «i geome-tri hanno saputo trasformarsi nel tempo adeguandosi alle esigenze di un’economia, prima industriale e poi post industriale. Ma la nostra capacità di adattamento in un contesto di economia globale, quale quello in cui oggi i geometri si trovano ad opera-re, non basta più. Occorre porre mano ad una legislazione che consenta alla catego-ria di cogliere le sfi de sul mercato globale, in particolare per dare un futuro ai nostri giovani iscritti» . L’Assise è stata anche l’occasione per delineare il nuovi obiettivi della categoria. Ha spiegato Savoldi: «Oggi non si può solo pensare a costruire, ma si deve costruire bene, con un’attenzione al territorio e alle nuove sfi de che da esso derivano. I geometri sono presenti in tut-te le località e paesi, conoscono bene il

nostro territorio, perché l’hanno valutato e misurato. La nostra è la prima categoria professionale che vuole assumersi il com-pito di tutelare l’ambiente ed il territo-rio». Alla presenza del ministro Tremonti i rappresentanti della categoria hanno affrontato anche una serie di rifl essioni e programmi. Primo tra tutti, il rilancio del Piano Casa, che dovrebbe recepire l’ordinamento già esistente, ma con l’idea di renderlo operativo a livello nazionale, superando così i vincoli imposti dalle Re-gioni che spesso hanno determinato il fal-limento della normativa. Il ministro, ha poi annunciato anche la semplifi cazione del-la Scia (Segnalazione certifi cata d’inizio attività), per poter rilanciare l’economia nel settore delle costruzioni. «Dell’inter-vento del ministro Tremonti», ha concluso Savoldi, «apprezziamo la visione globale dello sviluppo economico e della crescita dell’Italia nel contesto europeo e globale, soffermandoci con attenzione sull’annun-cio di una soluzione istituzionale dei nodi che hanno rallentato il Piano Casa, spe-cialmente la semplifi cazione della Scia, che potrebbe rilanciare l’economia del settore costruzioni, nonché il rilancio degli appalti di lavori pubblici, che devono vedere par-tecipi imprese edili in grado di dare lavoro alle idee ed ai progetti dei Geometri, piut-tosto che agli uffi ci legali che intasano i tribunali amministrativi. In questo senso dobbiamo ringraziare il ministro per gli im-pegni assunti e per aver sostenuto il ruolo svolto nell’economia del territorio italiano da parte di oltre 8.000 Comuni che danno stabilità al territorio attraverso i loro Uf-fi ci Tecnici in cui sono impegnati migliaia di Geometri.»

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La categoria a confronto con il ministro Tremonti

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33Sabato 30 Aprile 2011SabTRIBUTARISTI - LAPET

Grande successo per il convegno a tema organizzato dalla Lapet a Roma

La famiglia sia prioritariaNecessario cambiare rotta sulle politiche fi scali

Pagina a curaDI PAMELA GIUFRÈ

Come abbiamo già avu-to modo di evidenzia-re nella pagina del 16 aprile scorso di Italia

Oggi, investire sulla famiglia si può. Grande consenso ha infatti riscontrato la ricerca sul tema «Fattore famiglia» che, nell’am-bito della riforma del sistema fiscale, rappresenta un valido ed adeguato strumento di in-tervento.

«Sono proprio i dati a confor-tarci», spiega il presidente nazio-nale tributaristi Lapet Roberto Falcone, «ed è anche questo il motivo che ci spinge a tornare sull’argomento con tutti gli ap-profondimenti del caso».

Dalla ricerca, posta in cam-po dall’associazione tributa-risti Lapet, Forum delle asso-ciazioni familiari e Università Unitelma Sapienza, emergono aspetti piuttosto rilevanti che necessitano di essere sottopo-sti alla giusta attenzione, anche istituzionale. «Quello che oggi ci preme evidenziare è la necessi-tà di cambiare la rotta, con la

certezza che con un investimen-to pari a 16,9 miliardi di euro si otterrebbero, oltre a benefi ci economici e sociali, anche cre-scita occupazionale e riduzione del numero di famiglie sotto la soglia di povertà».

«Se è vero che nel 2009 la manovra su-gli incentivi statali per il settore auto ha generato cassa per l’era-rio, così come quella per

il settore risparmio energetico, si tratta comunque di manovre che hanno interessato soltanto un comparto produttivo», dice Falcone. E aggiunge: «La no-stra ricerca dimostra come la manovra del fattore famiglia potrà, non solo far cassa ma, in riferimento all’impatto sull’eco-nomia, i dati stimati prevedono la crescita di più settori, in par-ticolar modo: abitazioni (quindi edilizia), alimentare (beni di consumo) e trasporti, settori che da soli rappresentano oltre l’80% dell’economia nazionale,

senza considerare gli altri settori ad essi colle-gati».

Detassare i nu-clei familiari con

fi gli consentireb-be quindi una

m a g g i o r e capacità di spesa con beneficio dei consu-mi e dell’oc-

cupazione.A benefi ciare

dell’introduzione del fattore famiglia

sarebbero oltre il 43 per cento delle famiglie al sud e oltre il 26% nelle isole.

«Tenendo conto che la maggior parte delle famiglie benefi ciarie si trova in Campania e Sicilia, al centro nel Lazio, colpisce che al nord la percentuale di famiglie benefi ciarie si attesta al 5,11% in Lombardia», evidenzia Fal-cone.

Sulla crescita occupazionale poi gli indici che emergono sono molto interessanti.

Partendo dall’analisi occupa-zionale esistente, i dati eviden-ziano le diffi coltà che attanaglia-no il sud e le isole, registrando l’indice più alto di disoccupa-zione nel 2010 in Sicilia, pari al 14,7%.

Con l’applicazione del fattore famiglia si apporterebbe una riduzione dei disoccupati del 12,5% al Sud, 12,2% per le Isole, 3,5% al Nord e 4,5% al Centro, il che vuol dire 150-200 mila posti di lavoro in più e conseguente abbassamento della soglia di povertà.

«Un paese si può defi nire civi-le», dice Falcone, «solo quando la nascita di un fi glio non genera

più povertà per la famiglia che lo accoglie ma ricchezza per il paese stesso. Il futuro del nostro paese ha un forte legame con la famiglia e solo attraverso essa potrà raggiungere obiettivi di coesione sociale e ricchezza eco-nomica. La famiglia», conclude il presidente della Lapet, «non ha più bisogno di parole ma di fatti e stranamente questo è l’unico strumento in grado di riavvia-re la nostra economia. Per cui una detassazione a carico delle famiglie con fi gli si traduce in maggiori introiti per lo Stato in termini di consumi e rilancio economico».

Sulla base dei risultati pre-visionali ottenuti dall’applica-zione del fattore famiglia, una seconda parte della ricerca sta per essere approntata e vedrà presto la luce: necessita una politica fi scale rispettosa della soggettività della famiglia, ma soprattutto ci si appella a una certa urgenza nella traduzione di interventi concreti, visto che le promesse susseguitesi negli ultimi anni sono state molto spesso disattese.

© Riproduzione riservata

«Un ripensamento del governo sull’esecutivi-tà immediata degli avvisi di accertamento è senz’altro da accogliere con favore». È questo il commento a caldo del presidente nazionale tributaristi Lapet Roberto Falcone, all’indo-mani delle indiscrezioni circolate su un pos-sibile passo indietro sul fronte dei tempi di esecutività degli accertamenti fi scali.«D’altra parte», continua Falcone, «fummo facili profeti lo scorso anno, quando, duran-te i lavori parlamentari di conversione del dl 78/2010, evidenziammo che la novella intro-dotta dall’articolo 29 violava palesemente i di-ritti costituzionali del contribuente in materia di capacità contributiva e di difesa».È noto, infatti, che la semplice emissione, da parte dell’amministrazione fi nanziaria, di un avviso di accertamento d’imposta, non deter-mina automaticamente il nascere dell’obbli-gazione tributaria a carico del contribuente. L’uffi cio, sulla base degli elementi a sua di-sposizione, chiede una maggiore imposta che potrebbe anche non essere dovuta in parte o totalmente. A tutela quindi dei diritti del con-tribuente, la disciplina, ante articolo 29 del dl 78/2010, prevedeva un percorso assolutamen-te garantista che consentiva al contribuente di pagare le imposte richieste o ricorrere alla Commissione tributaria entro 60 giorni dalla notifi ca dell’avviso di accertamento. L’uffi cio fi nanziario, dal canto suo, poteva procedere all’iscrizione a ruolo del 50% delle imposte richieste, fermo restando il diritto del contri-buente di inoltrare al giudice tributario istanza per ottenere un provvedimento di sospen-sione. Dal 1° luglio 2011 alcune di queste importanti garanzie verranno meno, in quanto la fase dell’accertamento e della riscossione saranno accorpate, per cui l’atto di accertamento, decorso il termine di 90 giorni, diviene titolo esecutivo per la riscossione, anche coattiva. «Al contribuente non resterà

quindi che ricorrere alla Commissione tributa-ria, qualora sussistano i presupposti, chieden-do al tempo stesso la sospensione della riscos-sione provvisoria. È evidente che una siffatta situazione è fortemente lesiva dei diritti del contribuente in quanto usa strumenti coerci-tivi di riscossione in relazione a importi, nella maggior parte dei casi non certi e quindi non liquidi ed esigibili», sottolinea Falcone. «Né si può pensare che il sistema di pagare subito per poi chiedere la restituzione dell’indebito possa defi nirsi una soluzione equa, se si con-siderano i tempi biblici con i quali l’ammini-strazione fi nanziaria rimborsa le imposte non dovute. A tutto questo va aggiunto che la crisi economica non è ancora alla nostre spalle, per cui nessuno, famiglie o imprese che siano, può permettersi di anticipare somme che poi forse, potrebbero rivelarsi non dovute».Se poi l’analisi si sposta sul fronte della giu-stizia tributaria, ci si accorge come le attua-li norme potranno creare notevoli diffi coltà pratiche ed un ingolfamento del lavoro delle commissioni tributarie a danno sempre dei principi di equità fi scale. Lo stesso presiden-te del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, Daniela Gobbi, ha lanciato l’allar-me sulla questione, temendo un fortissimo incremento delle istanze di sospensione, a fronte delle quali non si dispone di strutture e personale adeguato.«Deve essere altrettanto chiaro che l’equità fi scale si raggiunge anche con un’incisiva lotta

all’evasione fi scale», specifi ca il presidente, «tuttavia questa lotta non deve mai prevaricare i limiti imposti dalla Costitu-zione prima e dallo Statuto del contribuente dopo. È proprio nel rispetto di entrambe le Carte che condividiamo l’idea del governo di ripristinare l’impianto normativo ante dl 78/2010. La bilancia della giu-stizia forse sarà nuovamente in equilibrio».

Bene lo stop sull’accertamento esecutivo

A curadell’Uffi cio Stampa della ASSOCIAZIONE NAZIONALE

TRIBUTARISTI LAPET Associazione legalmente

riconosciutaSede nazionale: Via Sergio I 32

00165 RomaTel. 06-6371274

Fax [email protected]

Roberto Falcone

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34 Sabato 30 Aprile 2011

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SAFI - Servizi Ambientali Area Fiorentina Spa - Firenze

AVVISO DI INDAGINE ESPLORATIVA DI MERCATODecommissioning impianto di gassificazione di Testi,

Greve in Chianti (Firenze)

SAFi - Servizi Ambientali Area Fiorentina Spa,Località Testi, Passo dei Pecorai - 50020 Greve in Chianti (FI).

Si informa che S.A.FI. S.p.A. sta ricercando Operatori Economici che siano in grado di offrire le seguenti prestazioni:

Decommissioning dell’impianto di gassificazione di Testi, eventualmente anche mediante contratto di global service. L’intervento ricomprende le attività, a titolo meramente esemplificativo, di smontaggio delle dotazioni ed infrastrutture impiantistiche esistenti; la loro vendita, a completo ed unico vantaggio dell’aggiudicatario, come attrezzature usate o come materiali; la rimozione ed avvio al trattamento e/o smaltimento dei rifiuti esistenti e di quelli risultanti dalle attività in oggetto; i trasporti; l’accantieramento e quant’altro necessario per lasciare intatte le sole opere murarie.

− L’Impianto di Gassificazione di Testi è l’impianto di valorizzazione energetica del combustibile derivato dal trattamento dei rifiuti urbani dell’area fiorentina, così come pianificato dai piani provinciali e localizzato all’interno dell’area impiantistica del cementificio di SACCI, nel Comune di Greve in Chianti;

− Non saranno prese in considerazione proposte alternative a quanto sopra descritto;− Chiunque ritenga di poter prestare attività conformi a quelle sopra individuate è invitato a darne comunicazione

mediante telefax al numero e nei termini di seguito indicati, riportando il numero di pratica indicato;− S.A.FI. Spa si riserva la facoltà di approfondire, con gli Operatori Economici manifestanti la disponibilità ad offrire

le attività di cui trattasi al presente avviso, l’effettiva corrispondenza di quanto offerto con le caratteristiche sopra indicate ed il possesso dei requisiti prescritti dalla normativa applicabile;

− L’avviso non costituisce offerta pubblica di acquisto e non legittima alcuna pretesa a favore di eventuali operatori economici che abbiano manifestato il proprio interesse.

Punti di contatto: fax 055 73 39 294. - Numero di riferimento attribuito al dossier: Pratica 102/2011.Termine per l’invio della manifestazione di disponibilità ad offrire: 26 Maggio 2011, entro e non oltre le ore 12:00.

S.A.FI. S.p.A.L’Amministratore Delegato, Idilio Pisani

ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SULLA SORDITA' ONLUS

Sede in Roma - Via Dardanelli, 13 Codice Fiscale 04960031005.- Partita IVA 08716291003

Bilancio Consuntivo al 31/12/2010

Stato patrimoniale attivo 31/12/2010 31/12/2009

B) Immobilizzazioni

I. Immateriali- (Ammortamenti)- (Svalutazioni)

II. Materiali 26.500 26.031- (Ammortamenti) 17.312 15.033- (Svalutazioni)

9.188 10.998III. Finanziarie

- (Svalutazioni)

Totale Immobilizzazioni 9.188 10.998

C) Attivo circolante

I. RimanenzeII. Crediti

- entro 12 mesi 57.000 56.749- oltre 12 mesi

57.000 56.749III. Attività finanziarie che non costituiscono ImmobilizzazioniIV. Disponibilità liquide 70.447 47.280

Totale attivo circolante 127.447 104.029

D) Ratei e risconti

Totale attivo 136.635 115.027

Stato patrimoniale passivo 31/12/2010 31/12/2009

A) Patrimonio netto

I. CapitaleII. Riserva da sovrapprezzo delle azioniIII. Riserva di rivalutazioneIV. Riserva legaleV. Riserve statutarieVII. Altre riserveVIII. Avanzo (Disavanzo) portato a nuovo 81.114 117.722IX. Avanzo (Disavanzo) dell’esercizio 23.666 (36.608)

Totale patrimonio netto 104.780 81.114

B) Fondi per rischi e oneri

C) Trattamento fine rapporto di lavoro subordinato

D) Debiti- entro 12 mesi 31.855 33.913 - oltre 12 mesi

31.855 33.913

E) Ratei e risconti

Totale passivo 136.635 115.027

Conto economico 31/12/2010 31/12/2009

A) Valore della produzione

1) Ricavi da raccolta fondi e sponsorizzazioni 88.720 83.522 5) Altri ricavi e proventi:b) erogazioni liberali 31.484 33.904 c) altri ricavi 1.774 1.670

33.258 35.574 Totale valore della produzione 121.978 119.096

B) Costi della produzione

6) Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 2.025 2.564 7) Per Progetti di ricerca, organizzazione e sensibilizzazione 85.320 138.223 8) Per godimento di beni di terzi9) Per il personale

a) Salari e stipendib) Oneri sociali 4.399 4.958 c) Trattamento di ine rapportod) Trattamento di quiescenza e similie) Altri costi

4.399 4.958 10) Ammortamenti e svalutazioni

a) Ammortamento delle immobilizzazioni immaterialib) Ammortamento delle immobilizzazioni materiali 2.279 2.232c) Altre svalutazioni delle immobilizzazionid) Svalutazioni dei crediti compresi nell'attivocircolante e delle disponibilità liquide

2.279 2.23211) Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci12) Accantonamento per rischi13) Altri accantonamenti14) Oneri diversi di gestione 298 4.525

Totale costi della produzione 94.321 152.502

Differenza tra valore e costi di produzione (A-B) 27.657 (33.406)

C) Proventi e oneri finanziari

15) Proventi da partecipazioni

16) Altri proventi finanziari:a) da crediti iscritti nelle immobilizzazionib) da titoli iscritti nelle immobilizzazionic) da titoli iscritti nell'attivo circolanted) proventi diversi dai precedenti: - altri 42 59

42 59 42 59

17) Interessi e altri oneri finanziari: - altri 328 400 328 400 17-bis) utili e perdite su cambi

Totale proventi e oneri finanziari (286) (341)

D) Rettifiche di valore di attività finanziarie

18) Rivalutazioni

19) SvalutazioniTotale rettifiche di valore di attività finanziarie

E) Proventi e oneri straordinari

20) Proventi:- plusvalenze da alienazioni- varie- Differenza da arrotondamento all'unità di Euro 1 2

1 2 21) Oneri:- minusvalenze da alienazioni- imposte esercizi precedenti- varie 1.456 132 - Differenza da arrotondamento all'unità di Euro 1.456 132 Totale delle partite straordinarie (1.455) (130)

Risultato prima delle imposte (A-B±C±D±E) 25.916 (33.877) 22) Imposte sul reddito dell'esercizio 2.250 2.731 2.250 2.731

23) Avanzo (Disavanzo) dell'esercizio 23.666 (36.608)

Il Presidente del Consiglio DirettivoProf. Giancarlo Cianfrone

AVVISO RELATIVO AD APPALTO AGGIUDICATOIl Compartimento della Viabilità per la Toscana, V.le dei Mille 36 - 50131 FIRENZE, rende noto l’esito relativo alla gara FILAV01-11 - CIG 0738199D12 - CUP F33D10000140001 - S.S. 1 “Aurelia” Lavori di manutenzione straordinaria - lavori di realizzazione di una passerella ciclo-pedonale sul fi ume Albegna in località Albinia nel comune di Orbetello. Importo a base d’appalto:€ 850.000,00; importo oneri di sicurezza non soggetti a ribasso € 40.000,00; Gara aggiudicata in data 11.04.2011 offerte ricevute 10 Impresa aggiudicataria POZZI STEFANO SRL sede in ROMA ribasso sull’importo 18.950%, ribasso sul tempo contrattuale 30.000%, punteggio offerta tecnica 55, punteggio totale ottenuto 89.60.

Il Dirigente Amministrativo: Dott.ssa Rita Zaratti

VIALE DEI MILLE, 36 - 50131 FIRENZETel. 055/56401 - Fax 055/573497 • sito internet www.stradeanas.it

ANAS S.p.A.

Compartimento della viabilità per la Toscana

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www.duomo.itwww.cattolica.it

SOCIETÀ CATTOLICA DI ASSICURAZIONEsocietà cooperativa

con sede legale in Verona, Lungadige Cangrande n. 16,

Codice fiscale e numero di iscrizione al Registro delle Imprese di

Verona 00320160237

Albo cooperative A100378

Albo imprese di assicurazione 1.00012

Capogruppo del Gruppo Cattolica Assicurazioni, iscritto all’Albo

dei Gruppi Assicurativi 019

DUOMO UNI ONE ASSICURAZIONI S.p.A.Sede in Milano – Largo Tazio Nuvolari n. 1

Capitale sociale € 8.878.445,16 i.v.

C.F./P.IVA e n. iscr. al Registro delle Imprese

di Milano 00961490158 - Albo Imprese Isvap n. 1.00016

Società del Gruppo Cattolica Assicurazioni,

iscritto all’Albo dei Gruppi Assicurativi al n. 019

società soggetta alla attività di direzione e coordinamento da parte della

Società Cattolica di Assicurazione Società Cooperativa – Verona

AVVISO

Facendo seguito a quanto già comunicato in data 28 aprile 2010 e 28 gennaio 2011, nonchè

a quanto pubblicato con avviso sul quotidiano “Milano Finanza” del 13 gennaio 2011, si comu-

nica che è stato iscritto presso i competenti uffici del registro delle imprese l’atto di scissione

parziale proporzionale di Duomo Uni One Assicurazioni a beneficio di Cattolica Assicurazioni.

La scissione si intende quindi efficace a partire dalle ore 24 del 29 aprile 2011.

Devono pertanto ritenersi pienamente efficaci i trasferimenti di azioni di Duomo Uni One ese-

guiti a Cattolica Assicurazioni in attuazione dell’Opzione di Vendita prevista per gli azionisti di

minoranza di Duomo Uni One

A S S I C U R A Z I O N I

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35Sabato 30 Aprile 2011

In assemblea il presidente Mancini chiede meno costi e più marginalità

La Fondazione striglia MpsCaltagirone: analizzerò l’aumento di capitale

L’assemblea degli azioni-sti di Banca Mps ha ap-provato il bilancio 2010, chiuso con un utile netto

di 985,5 milioni di euro, in cre-scita del 348% rispetto all’anno precedente. Ma il numero uno della Fondazione, Gabriello Man-cini, non è ancora soddisfatto dei numeri. I soci hanno inoltre dato il loro assenso alla distribuzione di dividendi pari a 167,76 milioni di euro. Sale nel frattempo l’atte-sa per l’assemblea del 6 giugno, quando gli azionisti si riuniranno nuovamente per approvare l’au-mento di capitale da 2,47 miliardi di euro.

Come ha sottolineato il d.g. An-tonio Vigni, Mps continua il trend positivo dell’ultimo trimestre 2010, con la raccolta che conti-nua a crescere e con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qua-lità del credito. Sono inoltre già partiti 30 progetti alla base del

nuovo piano industriale dell’isti-tuto, anche se il board continua a mantenersi cauto sulle stime relative alla crescita economica e all’andamento dei tassi nell’an-no in corso: come ha osservato il presidente, Giuseppe Mussari, permangono elementi di diffi coltà nel contesto macroeconomico.

Vigni si è detto inoltre fi ducio-so sul superamento, senza alcuna diffi coltà, dei prossimi stress test, anche alla luce dell’aumento di capitale. Aumento a cui parteci-perà sicuramente la Fondazione Mps, il cui presidente, Gabriello Mancini, ha dichiarato che l’ente «dovrà compiere indubbiamente un grande sforzo economico, ma non si sottrarrà all’impegno preso con le istituzioni e la comunità se-nese e toscana per difendere l’au-tonomia del gruppo, la sua non scalabilità e il suo stretto legame con il territorio. Come ho già det-to, se il bene più prezioso per tutti

è la solidità della banca, questo valore deve essere non solo affer-mato e ribadito, ma soprattutto concretamente realizzato. Se tut-to questo è vero, è pure vero che il Monte deve prendere coscienza della necessità di scelte rapide e coraggiose».

Mancini, sottolineando che la decisione della Fondazione di aderire all’aumento si basa sulla profonda fi ducia nella banca, ha comunque riproposto alcuni obiet-tivi già presentati un anno fa, af-fi nché possano essere la base di un percorso di crescita che è stato «avviato ma non ancora comple-tato». Mancini, pur plaudendo al percorso di rafforzamento patri-moniale, ha sottolineato che «i principali margini dell’attività creditizia tradizionale non mo-strano significativi progressi rispetto al 2009». Il presidente dell’ente ha poi chiesto uno sforzo ulteriore nella riduzione dei costi

di esercizio e, in tema di qualità del credito, ha mostrato preoccu-pazione per «l’arretramento della qualità degli attivi, l’aumento del rapporto tra sofferenze nette e im-pieghi a clientela e le coperture dei crediti problematici, non allo stesso livello dello standard degli altri competitor domestici. Un bilancio ancora in chiaroscuro», quindi, ha concluso Mancini, «ma certamente posto sulla strada del-la completa uscita dalla crisi».

L’aumento di capitale potrebbe dare l’impulso decisivo per acce-lerare questo processo. La tappa fondamentale sarà il 6 giugno, quando i soci si riuniranno nuo-vamente per votare la ricapitaliz-zazione. «Aspettiamo di vedere le condizioni per valutare e decide-re», ha detto ai giornalisti France-sco Gaetano Caltagirone, vicepre-sidente del Monte dei Paschi, che detiene il 4,73% dell’istituto.

© Riproduzione riservata

L’utile netto di Cir, nel pri-mo trimestre, è ammontato a 14,4 milioni, in forte cre-scita rispetto ai 3,3 mln di un anno prima. I ricavi del gruppo sono stati pari a 1,115 miliardi (+1% a/a), l’ebitda a 124,9 mln (+85,3%), l’ebit a 76,8 mln (27,6 mln). Il risul-tato della gestione fi nanziaria è stato negativo per 22,4 mln (-14,2 mln). L’indebitamento fi nanziario netto ammonta-va a 2.198 milioni rispetto ai 2.166,8 di fi ne 2010.

L’a.d. Rodolfo De Benedetti, a margine dell’assemblea de-gli azionisti, ha detto che per il 2011 «è un po’ presto per fare previsioni. I risultati del primo trimestre sono buoni per tutte le nostre aziende, che fanno registrare risultati positivi, ma a oggi è diffi cile fare previsioni sull’intero anno». Sulle voci di un possi-bile interessamento di Sogefi per la società francese Mark IV Systèmes Moteurs, De Be-nedetti ha osservato: «Sono abituato a fare prima le cose e poi a parlare. Sogefi è una storia di successo, di crescita all’estero e internazionale». Non c’è alcun interesse per la partita Edison. Su un’even-tuale quotazione di Sorgenia, «non è un tema attuale». Il cda di Cir ha confermato Stefano Micossi presidente e Rodolfo De Benedetti amministratore delegato.

La controllante Cofi de ha archiviato il trimestre con un utile netto in crescita a 5,9 milioni (0,9 mln un anno prima) e ricavi a 1,12 miliardi (+1% a/a).

© Riproduzione riservata

TRIMESTRALE

L’utile Cir balza

a 14,4 mln

pIVnaesaNptu«ndMDd

au5p(+

Il gruppo Unicredit «ha raggiunto un livello di patrimonializzazione adegua-to» e per il momento non ha bisogno di un aumento di capitale. Lo ha sottoli-neato l’a.d. Federico Ghizzoni, rispon-dendo in assemblea alle domande degli azionisti. «Il core Tier 1 a dicembre era all’8,58%, livello che ci aspet-tiamo di superare nel primo trimestre di quest’anno. La-voriamo sul rafforzamento di capitale anche con una generazione organica in-terna, ma abbiamo tempo e spazio».

Ghizzoni ha aggiunto che si guarda «con un certo ottimismo al 2011 e agli anni che abbiamo di fronte». L’istituto «deve conti-nuare a investire in Italia e sfruttare il forte potenziale di crescita in Germania e nei paesi del Centro Est Europa». Tra le sfi de, «migliorare l’attuale non soddisfa-

cente redditività in Italia».Quanto alla quota in Mediobanca, pari

all’8,7%, l’a.d. ha confermato che «è stra-tegica». La cessione della polacca Bank Pekao «non è mai stata discussa o pen-sata: quindi non ci sono contatti in corso». Infi ne, parlando della possibile cessione di

una parte della quota del 40% che la banca di piazza Cordu-sio ha in Neep Roma Holding, la newco che controllerà As Roma, Ghizzoni ha riferito di avere «negoziazioni in corso con parti interessate».

© Riproduzione riservata

GHIZZONI: IL CORE TIER 1 È ALL’8,6%. STRATEGICA LA PARTECIPAZIONE IN MEDIOBANCA

A Unicredit non serve l’iniezione di mezzi freschi

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale.Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidianoi nanziario italiano

Corona Ceca 24,223 24,124 0,0990 16,3008

Corona Danese 7,4576 7,4574 0,0002 5,0186

Corona Norvegese 7,782 7,809 -0,0270 5,2369

Corona Svedese 8,914 8,928 -0,0140 5,9987

Dollaro Australiano 1,356 1,3586 -0,0026 0,9125

Dollaro Canadese 1,4102 1,4065 0,0037 0,9490

Dollaro N Zelanda 1,8414 1,8495 -0,0081 1,2392

Dollaro USA 1,486 1,4794 0,0066 -

Fiorino Ungherese 264,5 264,48 0,0200 177,9946

Franco Svizzero 1,2867 1,2954 -0,0087 0,8659

Rand Sudafricano 9,7994 9,8032 -0,0038 6,5945

Sterlina 0,8917 0,8888 0,0029 0,6001

Yen 120,67 120,97 -0,3000 81,2046

Zloty Polacco 3,9356 3,9393 -0,0037 2,6485

Tasso uffi ciale di riferimento 1,25 1,00 0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 4,27 4,25 0,02

Tasso Infl azione ITA 2,60 2,50 0,10

Tasso Infl azione EU 2,60 2,40 0,20

Indice HICP EU-12 113,00 110,60 2,40

HICP area EURO ex tobacco 112,11 110,57 1,54

Tasso annuo crescita PIL ITA 1,50 1,40 0,10

Tasso di disoccupazione ITA 8,70 7,60 1,10

1 sett 1,107

1 mese 1,167

2 mesi 1,164

3 mesi 1,219

4 mesi 1,274

5 mesi 1,316

6 mesi 1,363

7 mesi 1,407

8 mesi 1,445

9 mesi 1,481

10 mesi 1,518

12 mesi 1,587

Preziosi ($ per oncia)Oro 1551,85 1552,5Argento 48,49 48,56Palladio 791 796Platino 1866,5 1876,5Metalli ($ per tonn.)Alluminio 2772 2772Rame 9370 9371Piombo 2530 2531Nichel 26605 26610

Stagno 32250 32275Zinco 2221 2222Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 230,34 250,48Sterlina (n.c.) 230,34 250,48Sterlina (post 74) 230,34 250,48Marengo Italiano 182,46 203,48Marengo Svizzero 181,33 202,97Marengo Francese 181,33 202,97Marengo Belga 181,33 202,97

1 Sett. 1,226

2 Sett. 1,229

3 Sett. 1,233

1 M 1,237

2 M 1,270

3 M 1,385

4 M 1,479

5 M 1,573

6 M 1,675

7 M 1,751

8 M 1,822

9 M 1,909

10 M 1,983

11 M 2,049

12 M 2,132

S/N - O/N 1,434 0,134 0,581 0,072 0,116

1 sett 1,204 0,178 0,589 0,096 0,123

2 sett 1,194 0,190 0,596 0,114 0,129

1 mese 1,189 0,210 0,624 0,140 0,144

2 mesi 1,224 0,242 0,701 0,160 0,160

3 mesi 1,345 0,273 0,822 0,185 0,196

4 mesi 1,434 0,316 0,896 0,210 0,243

5 mesi 1,524 0,378 1,004 0,232 0,300

6 mesi 1,635 0,431 1,116 0,260 0,346

7 mesi 1,711 0,489 1,203 0,302 0,396

8 mesi 1,790 0,543 1,289 0,347 0,443

9 mesi 1,871 0,593 1,372 0,402 0,487

10 mesi 1,950 0,647 1,454 0,453 0,513

11 mesi 2,018 0,701 1,526 0,505 0,540

12 mesi 2,097 0,761 1,592 0,557 0,563

1 anno 1,940 1,990

2 anni 2,318 2,368

3 anni 2,605 2,655

4 anni 2,827 2,877

5 anni 3,002 3,052

6 anni 3,147 3,197

7 anni 3,265 3,315

8 anni 3,364 3,414

9 anni 3,449 3,499

10 anni 3,526 3,576

12 anni 3,671 3,721

15 anni 3,825 3,875

20 anni 3,904 3,954

25 anni 3,857 3,907

30 anni 3,768 3,818

Fonte: Icap

TA S S I E VA L U T E

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Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

VALORI AL 15/04/2011

Adesso Index Aprile '07 91,200 MERRILL LYNCH & CO. INC. A2 | A | A+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Adesso Index Febbraio '07 96,641 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl A2 | A- | A- * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Alba Carim Index 08/07 99,800 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Alba Carim Index 11/06 99,749 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Alti Percorsi Index 1 – 2007 97,830 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

AltiPercorsi Index 2005 100,507 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

CariChieti Index Linked 2005 104,490 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Carichieti index linked 2006 99,120 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A1 | A | A+

Carichieti Index Linked 2007 97,350 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Creberg altiplano marzo 07 95,610 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | A- | A- BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Creberg Altiplano Aprile '07 91,300 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Creberg Polar Aprile '07 91,210 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Derby Index Linked Dicembre 2006 92,040 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Derby Index Linked Ottobre 2006 92,960 BANCA POPOLARE DI BARI Scrl - | (1) | - BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

DOMANIDEA 2 – INDEX LINKED 2007 70,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | CCC+ | BB- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere 101,010 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere II Serie N/D ( ) GLITNIR BANKI HF WR | NR | NR SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere III serie 92,340 BANCA POPOLARE DI VICENZA - | BBB+ | BBB+ BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 95,610 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VII serie 70,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | CCC+ | BB- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

ExtraFrutti - Index Linked 2008 104,430 UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A **** SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Futuro Forte 1 - 2006 98,080 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index Scatto piu' Persona Life 96,120 SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index Up 1-2008 90,090 MORGAN STANLEY A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index Up 3 - 2005 100,164 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Prima Classe 2 - 2005 102,630 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Prima Classe 2005 - Edizione speciale Progetti Regionali 99,360 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Prima Classe 3 - 2005 98,600 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 10 97,904 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 11 97,650 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - CITIBANK N.A. A1 | A+ | A+

Scelgo index 12 98,122 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Scelgo Index 13 97,845 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Scelgo Index 14 95,638 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK Aa1 | AA- | AA-

Treviso Index 2007 97,830 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

(�) Index con sottostante Glitnir Banki HF; si comunica che, a partire dalle quotazioni dell’ 1/10/2008, le quotazioni sono sospese come dacomunicato disponibile sulla home page del sito www.cattolica.it e www.cattolicabanche.it.

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

2,40% S&P/Mib CRESCITA ITALIA SERIE XIV LUGLIO 2005 99,540 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

2,80% EURO DOLLARO SERIE XV SETT 05 99,143 BANCA REGIONALE EUROPEA A1 | A | A *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

3,15% GRIFO COUPON - SERIE VI MAGGIO 2004 99,750 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

4,30% International Index Serie V Marzo 2007 66,010 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | CCC+ | BB- UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 97,410 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 96,480 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VI Aprile 2007 66,620 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VII Aprile 2007 67,190 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie X Giugno 2007 96,320 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 96,355 MORGAN STANLEY A2 | A | A UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie IX 2007 66,620 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Convergence Serie VIII 2007 66,010 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | CCC+ | BB- UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XI 2007 97,410 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Convergence Serie XII 2007 96,320 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Convergence serie XIV 2007 96,480 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 70% SERIE XIII 2005 99,080 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 80% SERIE XII LUGLIO 2005 99,110 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 98,224 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 96,050 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 93,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE II/2006 97,900 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 95,640 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie III 2007 93,050 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie IV 2005 101,090 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 96,500 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 94,360 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 97,110 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2005 100,160 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 96,700 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2007 97,410 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2005 99,540 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Crescita Sicura Serie VI 2007 96,320 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE VII 2005 99,143 BANCA DI VALLE CAMONICA S.p.A. A1 | A | A *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 97,240 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Crescita Sicura Serie VII 2007 96,480 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2005 98,802 BANCA DI VALLE CAMONICA S.p.A. A1 | A | A *** BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 98,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VIII 2007 88,260 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 96,780 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 95,850 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 97,900 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 95,340 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A1 | A | A+

Euro dollaro Index Coupon 1,75% serie VII 5/2005 101,090 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 96,500 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 97,240 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 97,110 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 96,780 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 95,850 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 98,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 96,050 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 96,700 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 98,224 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 93,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 97,900 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XI 2007 99,450 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANK OF AMERICA NA Aa3 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XII Settembre 2007 99,000 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XIII 2007 99,450 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANK OF AMERICA NA Aa3 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XV 2007 99,000 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,870 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 95,640 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 98,224 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 96,500 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 96,700 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 97,240 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 98,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 97,110 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 96,780 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 95,850 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 93,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX "EURO/$" 2011/BSG SERIE XIII 99,143 BANCO DI SAN GIORGIO S.p.A. A1 | A | A *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II 96,050 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 96,110 CREDIT SUISSE, LONDON BRANCH Aa1 | - | -

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 88,260 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 96,320 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 97,410 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 96,480 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 93,050 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 94,360 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Index Coupon Euro/Dollaro Serie IX 2005 100,160 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro serie XX 2005 98,802 B.CO DI BRESCIA SAN PAOLO S.p.A. A1 | A | A *** BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XIV 2006 99,550 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index Euro - Dollaro 2011 BSG Serie VII 101,090 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Index Euro-Dollaro 2011 BSG Serie X 2005 100,160 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

INDEX SERIE XVI 2005 COUPON EURO/DOLLARO 99,143 B.CO DI BRESCIA SAN PAOLO S.p.A. A1 | A | A *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

INDEX SWING SPMIB BSG 2011 SERIE XII/2005 99,540 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Japan – Euro Serie IV 2007 66,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa1 | CCC+ | BB- SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Lombarda vita 6&6 95,450 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 94,080 MORGAN STANLEY A2 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 96,600 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA- SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 85,690 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 92,230 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Classic Markets 94,928 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Lombarda Vita Classic Markets New 94,290 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector 94,220 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - FORTIS BANK SA A1 | AA | A+

Lombarda Vita Euro Sector New 91,830 BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 88,260 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Presente e Futuro Serie XVI 2007 88,260 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Protezione e Valore Serie III 2007 96,110 CREDIT SUISSE, LONDON BRANCH Aa1 | - | -

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 96,050 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

VALORI AL 15/04/2011

VALORI AL 15/04/2011

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* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

*** Rating della Società Incorporante Unione di Banche Italiane ScpA

**** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

***** Rating della Società Incorporante Natixis

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

Carismi Più Certezza 10 100,912 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 11 99,990 BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA- BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Carismi Più Certezza 2 Private 101,970 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Carismi Più Certezza 3 96,352 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 5 99,500 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 6 106,810 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+

Carismi Più Certezza 7 99,440 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

CARISMI Più Certezza 8 88,350 UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A **** SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 9 89,510 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

/$ Doppia Opportunità protezione totale 99,881 C. DI RISP. DI FABR.NO E CUPRAMONTANA - | (1) | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

BCP Più index serie IV 2005 97,940 MEDIOCREDITO FRIULI VENEZIA GIULIA - | A- | - UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

CRFC INDEX LINKED SERIE XII 98,940 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRFC INDEX LINKED SERIE XII bis 2004 98,961 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Il valore dell'energia 99,500 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Index Linked Bull Dividend 93,450 BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA- SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index Linked Select Dividend 95,320 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Index Up 1 2007 98,239 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Index Up 2 2006 97,720 MERRILL LYNCH & CO. INC. A2 | A | A+ INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA-

Nikkei Avenue 97,120 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA-

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 143,490 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie I 144,450 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie II 143,490 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie III 142,520 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie IV 141,560 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie V 143,630 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Tandem Doppia Opportunità 99,221 C. DI RISP. DI FABR.NO E CUPRAMONTANA - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Valore Assicurato 98,530 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 93,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 93,050 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 94,360 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 98,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 97,430 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 97,110 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 96,780 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 95,850 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLI - 2005 101,090 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLII - 2005 100,160 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLIV 2005 99,540 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 96,700 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 98,224 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 98,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 97,110 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 96,780 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 96,500 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

VALORI AL 15/04/2011

VALORI AL 15/04/2011

VALORI AL 15/04/2011

Previsioni nelle città d’Italia

min max S D L

PIEMONTE Alessandria 12 20 Asti 12 20 Cuneo 11 19 Novara 11 21 Torino 12 20 Verbania 11 21 Vercelli 11 21 VALLE D’AOSTA

Aosta 5 15 LOMBARDIA

Bergamo 11 20 Brescia 11 20 Como 11 20 Cremona 11 21 Lecco 10 20 Lodi 11 21 Mantova 11 21 Milano 12 21 Pavia 11 20 Sondrio 11 20 Varese 10 20 TRENTINO-ALTO ADIGE

Bolzano 14 24 Trento 12 20 VENETO

Belluno 10 21 Padova 10 21 Rovigo 11 21 Treviso 11 22 Venezia 12 20 Verona 11 21 Vicenza 11 21 FRIULI-VENEZIA GIULIA

Gorizia 8 19 Pordenone 9 21 Trieste 13 18 Udine 8 20 LIGURIA

Genova 14 19 Imperia 13 17 La Spezia 12 17 Savona 13 21 EMILIA-ROMAGNA

Bologna 10 21 Ferrara 10 21 Forlì 10 20 Modena 11 20 Parma 11 19 Piacenza 9 21 Ravenna 11 20 Reggio Emilia 11 19 Rimini 11 20 TOSCANA

Arezzo 10 19 Firenze 11 21 Grosseto 9 21 Livorno 11 18 Lucca 11 18 Massa Carrara 12 17 Pisa 9 20 Pistoia 12 19 Prato 12 19

min max S D L

Siena 10 19 UMBRIA

Perugia 8 20 Terni 12 17 MARCHE

Ancona 11 18 Ascoli Piceno 10 18 Macerata 8 18 Pesaro 11 18 Urbino 9 17 LAZIO

Frosinone 9 18 Latina 10 18 Rieti 11 16 Roma 11 18 Viterbo 8 16 ABRUZZO

Chieti 9 18 L’Aquila 6 15 Pescara 10 17 Teramo 9 18 MOLISE

Campobasso 8 12 Isernia 8 15 CAMPANIA

Avellino 12 16 Benevento 12 16 Caserta 12 17 Napoli 14 17 Salerno 12 16 PUGLIA

Bari 13 15 Brindisi 14 14 Foggia 12 17 Lecce 13 15 Taranto 13 16 BASILICATA

Matera 11 13 Potenza 8 11 CALABRIA

Catanzaro 13 17 Cosenza 15 17 Crotone 14 18 Lamezia Terme 13 18 Reggio Calabria 15 17 Vibo Valentia 11 15 SICILIA

Agrigento 12 16 Caltanissetta 12 16 Catania 13 20 Enna 8 12 Messina 15 20 Palermo 16 20 Ragusa 8 17 Siracusa 13 20 Trapani 12 20 SARDEGNA

Cagliari 13 19 Nuoro 10 13 Olbia 11 17 Oristano 13 18 Sassari 11 17

Canale 27 digitale terrestre

• Aosta

• Torino • Milano

• Trieste

• Venezia

• Genova

• Bologna

• Firenze

• Ancona

• Perugia

• ROMA

• L’Aquila

• Campobasso

• Napoli

• Bari

• Potenza

• Catanzaro

Palermo•

• Cagliari

• Trento

AGLI ESTREMI

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38 Sabato 30 Aprile 2011 MERCATI E FINANZA

Parmalat. Lactalis ha deposi-tato presso la Consob la docu-mentazione relativa all’offerta pubblica di acquisto annuncia-ta sull’intero capitale sociale di Parmalat. La documentazione, si legge in una nota, è stata de-positata «in qualità di offerente» da Sofi l, la società di diritto francese che fa interamente capo alla famiglia Besnier. A questo punto la Consob, come previsto dal Testo unico sulla fi nanza, ha 15 giorni di tempo per rendere nota la sua decisione.

Prysmian. Il 20 aprile Flint Holding ha azzerato la parte-cipazione del 7,382% detenuta in Prysmian dal 16 febbraio. La quota dell’ex Pirelli Cavi in mano ai Flint, ex proprie-tari di Draka Holding, era un concambio azionario che rappresentava una parte del pagamento con cui la stessa Prysmian aveva rilevato le partecipazioni della famiglia nel player olandese dei cavi, rilevato uffi cialmente qual-che settimana fa attraverso un’opa.

Enel «si sente totalmente responsabile del progetto Hydroaysen, che porta avanti la nostra controllata Endesa Chile, e non ha alcuna inten-zione di cambiare idea sul progetto, che è assolutamente strategico». Lo ha affermato l’a.d Fulvio Conti, risponden-do alle proteste di azionisti ambientalisti cileni contro il progetto di costruzione di cinque dighe sui fi umi Baker e Pascua, i più importanti corsi d’acqua della Patagonia cilena.

Acea. «L’esercizio 2010 è stato anche l’anno dell’accordo per lo scioglimento della partnership energetica con Gdg Suez. È im-portante qui sottolineare che la risoluzione della problematica joint venture con il partner francese non esclude future sinergie con quello che resta un importante operatore del nostro mercato di riferimento e un solido azionista, con il quale valutare altre forme di collaborazione soprattutto nel settore idrico». Lo ha affermato il presidente di Acea, Giancarlo

Cremonesi, nel corso dell’as-semblea degli azionisti.

Piaggio, nel primo trimestre, ha riportato un utile netto di 3 milioni (2,9 mln un anno prima) e ricavi per 351,7 milioni (340,6 mln). L’ebitda si è attestato a 33,7 mln (31,8 mln) e l’ebit a 12,2 mln (+7,3%).

Amplifon, nel trimestre, ha registrato un utile netto di 2,3 milioni (2,6 mln nel primo trimestre 2010). I ricavi delle vendite e delle prestazioni sono

state pari a 188,8 mln (+18,8% a/a). Il cda ha nominato Susan Carol Holland presidente della società.

Vittoria Ass. L’assemblea ordinaria degli azionisti ha ap-provato il bilancio di esercizio 2010. Il dividendo ammonta a 0,17 euro per azione, in li-nea con l’esercizio precedente. L’assemblea ha nominato consigliere di amministrazio-ne Massimo Antonarelli in sostituzione di Edgar Mueller Gotthard.

BREVI

PRIMA INDUSTRIE S.p.A.Sede Legale ed Operativa: Via Antonelli n. 32 – Collegno (TO)

Capitale Sociale: € 21.600.917,50 i.v.Registro Imprese di Torino e P.IVA 03736080015

Relazione finanziaria annuale 2010La Relazione finanziaria annuale 2010, le altre relazioni e la documentazione inerente l’Assemblea tenutasi il 29 aprile 2011, sono a disposizione del pubblico presso la Borsa Italiana S.p.A. e presso la Sede Sociale. Il verbale assembleare di approvazione del bilancio sarà messo a disposizione del pubblico entro i termini di legge. La suddetta documentazione sarà inoltre disponibile sul sito internet www.primaindustrie.com.

Esercizio WarrantSi segnala che, ai sensi dell’art. 2.6 del Regolamento dei Warrant, l’esercizio dei warrant riprende il giorno 2 Maggio 2011.

Si rende noto che l’Assemblea Ordinaria degli Azionisti del 29 aprile 2011 ha approvato il Bilancio di esercizio della Società al 31 dicembre 2010 e ha deliberato la distribuzione del dividendo relativo all’esercizio 2010 nella misura unitaria di 0,05 Euro lordi. Il dividendo complessivo, rappresentato dalla cedola n.6, sarà messo in pagamento a partire dal 16 giugno 2011, con stacco cedola il 13 giugno 2011, tramite gli intermediari aderenti al sistema di gestione accentrata presso Monte Titoli S.p.A.

BILANCIO CIVILISTICO E BILANCIO CONSOLIDATO AL 31 DICEMBRE 2010

Il bilancio, corredato della documentazione prevista dalle vigenti disposizioni, nonché il bilancio consolidato al 31 dicembre 2010 sono disponibili presso la sede sociale, presso la Borsa Italiana S.p.A. e sul sito Internet www.basicnet.com.

Il verbale dell’assemblea sarà messo a disposizione del pubblico, presso la sede sociale e presso la Borsa Italiana S.p.A. nei termini di legge.

RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE AL 31 MARZO 2011

Si rende noto inoltre che il Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2011 è depositato presso la sede sociale, presso la Borsa Italiana S.p.A. e disponibile sul sito Internet www.basicnet.com

Torino, 30 aprile 2011

BasicNet S.p.A.

DIVIDENDO ESERCIZIO 2010

Sede legale in Torino, Largo Maurizio Vitale 1 - Capitale sociale 31.716.673,04 i.v.

Codice Fiscale, Partita Iva e Iscrizione nel Registro delle Imprese di Torino n. 04413650013

Fidia S.p.A.Sede in San Mauro Torinese (TO) - Corso Lombardia n° 11

Capitale Sociale Euro 5.123.000 i.v.C.C.I.A.A. R.E.A. di Torino n. 735673

Registro Imprese di Torino - Codice Fiscale 05787820017

RELAZIONE FINANZIARIA ANNUALE AL 31 DICEMBRE 2010

L’Assemblea degli Azionisti ha approvato in data 28 Aprile 2011 il bilancio di esercizio al 31 Dicembre 2010. La relazione finan-ziaria annuale, le relazioni della società di revisione e la restante documentazione richiesta dall’art. 77 del regolamento Consob 11971/99 sono depositati ed a disposizione del pubblico presso la sede sociale e presso la sede di Borsa Italiana S.p.A. I docu-menti sono consultabili anche sul sito internet della società www.fidia.com. Il verbale dell’Assemblea sarà messo a disposizione del pubblico con le medesime modalità entro i termini di legge.

Per Il Consiglio di Amministrazione Il Presidente e Amministratore Delegato – Ing. Giuseppe MORFINOSito Internet: www.fidia.comEmail : [email protected] Mauro Torinese, 29 Aprile 2011

Polytems Hir

Si informa che l’Assemblea degli Azionisti del 29 aprile 2011 ha approvato,tra l’altro il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2010.Si ricorda che il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2010 di Banca FinnatEuramerica S.p.A., unitamente al bilancio consolidato al 31 dicembre 2010,alla relazione sulla gestione, all’attestazione di cui all’art. 154 bis comma 5del D.lgs. n. 58/98, alle relazioni del Collegio Sindacale e della Società direvisione, alla relazione annuale sul governo societario redatta ai sensi del-l’art. 123 bis del T.U.F., è disponibile al pubblico presso la sede sociale inRoma Piazza del Gesù 49 e presso la Borsa Italiana S.p.A. nonché consulta-bile sul sito internet www.bancafinnat.it.Il verbale dell’Assemblea degli Azionisti sarà messo a disposizione del pubbli-co con le medesime modalità nei termini di legge.

Si informano i Signori Azionisti che, in conformità alla deliberazione assuntadall’Assemblea del 29 aprile 2011, a partire dal prossimo 26 maggio 2011 (datastacco 23 maggio 2011), sarà posto in pagamento, al lordo delle ritenute dilegge, un dividendo di euro 0,010 per ogni azione ordinaria (cedola n. 27).Gli Azionisti potranno incassare il dividendo presso i rispettivi intermediari. Incaso di azioni non ancora dematerializzate, gli azionisti dovranno previamen-te consegnare le stesse ad un intermediario autorizzato per la loro immissionenel sistema di gestione accentrata in regime di dematerializzazione.

Roma, 29 aprile 2011 Il Presidente del Consiglio di Amministrazionedott. Giampietro Nattino

RELAZIONE FINANZIARIA ANNUALE AL 31.12.2010

PAGAMENTO DIVIDENDO

Sede sociale: Roma – Palazzo Altieri - Piazza del Gesù, 49 Capitale Sociale: Euro 72.576.000,00Codice Fiscale n. 00168220069 - Partita I.V.A. 00856091004 - R.E.A. di Roma n. 444286

www.brembo.com

BREMBO S.p.A. - Sede sociale: Curno (BG), Via Brembo, 25 - ItaliaCapitale Sociale sottoscritto e versato: € 34.727.914,00 - E-mail: [email protected]

Registro delle Imprese di Bergamo e Codice fiscale: n. 00222620163

Si comunica che l’Assemblea degli Azionisti di Brembo S.p.A.,tenutasi a Stezzano il 29 aprile 2011, ha approvato, tra l’altro, ilbilancio dell’esercizio al 31 dicembre 2010.Si ricorda che la Relazione finanziaria annuale al 31 dicembre2010, unitamente alla documentazione prevista dalla normativavigente, è disponibile presso la sede sociale e presso Bor-sa Italiana S.p.A. ed è consultabile sul sito internet della Societàwww.brembo.com, sezione Investor Relations.Il verbale dell’Assemblea sarà messo a disposizione del pubblicocon le medesime modalità entro i termini di legge.

Si avvisano i Signori Azionisti che, in attuazione delle delibereassunte dall’Assemblea del 29 aprile scorso, verrà posto in paga-mento a decorrere dal 12 maggio 2011 (con data di “stacco” inBorsa 9 maggio 2011, cedola nr.19) il dividendo relativo all’eser-cizio 2010, nella misura di Euro 0,30 per ogni azione in circolazio-ne, al lordo delle eventuali ritenute di legge.Il pagamento del dividendo verrà effettuato presso gli intermedia-ri aderenti al sistema di gestione accentrata Monte Titoli S.p.A.

RELAZIONE FINANZIARIA ANNUALE AL 31 DICEMBRE 2010

PAGAMENTO DIVIDENDO PER L'ESERCIZIO 2010

Si informa che l’Assemblea di Enervit SpA, tenutasi in data 29 aprile 2011, ha deliberato

di distribuire agli azionisti un dividendo pari ad Euro 0,035, al lordo delle ritenute di legge,

per ciascuna azione avente diritto, per complessivi Euro 623.000, che verrà messo in pa-

gamento dal 26 maggio 2011, con stacco cedola in data 23 maggio 2011. Il verbale della

suddetta Assemblea sarà disponibile nei termini di legge.

Enervit S.p.A.Sede Legale in Milano, Viale Achille Papa, 30 - www.enervit.it

Capitale sociale: Euro 4.628.000,00 i.v.

C.F. 01765290067 – P.I. 02375690134

PAGAMENTO DIVIDENDO

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Il cda della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor ha approvato il nuovo piano industriale. Il documento è stato elaborato con il supporto dell’advisor Bain & Company e confer-ma il presidio di tutte le attività attualmente svolte dall’Hsr nei settori assi-stenziali e della ricerca, il mantenimento dei livelli di eccellenza raggiunti e la cre-scita in specifi che aree tera-peutiche, tra cui l’oncologia. Il piano prevede inoltre la riorganizzazione logistica, attraverso la centralizza-zione in sede delle attività ospedaliere attualmente dislocate a Villa Turro e la successiva dismissione dell’immobile. Si conferma invece la cessione di tutte le attività non core. Ciò por-terà a un fatturato di fi ne piano di oltre 800 milioni di euro e a un signifi cativo in-cremento della marginalità operativa.

© Riproduzione riservata

San Raffaele Sì al piano

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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Page 33: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO Case … · Il Tg di ItaliaOggi Per vedere il Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. ... DCB Milano - Sabato 30 Aprile

39Sabato 30 Aprile 2011SabatMERCATI E FINANZA

Giornata senza una di-rezione precisa per le borse europee, complici la chiusura della borsa

di Londra in occasione delle nozze del principe William e la mancanza di spunti operativi. Sul fronte dei dati macro Usa, il costo dell’occupazione nel trimestre è salito dello 0,6% su base trimestrale, in linea con il consenso, e del 2% a/a. L’indice dei redditi in marzo si è attesta-to a +5% (consenso +4%).

Inoltre l’indice spese consu-mi personali core è salito dello 0,1%, in linea con le aspettative. L’indice di fi ducia dei consuma-tori dell’università del Michigan in aprile si è attestato a 67,6 punti, in calo rispetto ai 70,6 di marzo e al di sotto dei 68 punti previsti dal mercato.

A Milano il Ftse All Share ha guadagnato lo 0,21% a 23.129 punti e il Ftse Mib lo 0,17% a

22.417. In Europa, Francofor-te è salita dello 0,41%, mentre Parigi è terminata appena sotto la parità (-0,02%). A New York, intorno a metà seduta, il Dow Jones era in rialzo dello 0,48% e il Nasdaq cedeva lo 0,04%.

A Piazza Affari Lottomatica (+3,01%) ha conseguito la mi-gliore performance sul paniere principale. Brillanti Diasorin (+1,31%) e B.Unicem (+1,55%). Positiva Pirelli & C. (+0,79%): il gruppo aumenterà tra il 6 e il 9% i prezzi dei pneumatici per auto e Suv sul mercato Usa dal 1° giugno. Toniche anche Atlan-tia (+1,16%), Saipem (+0,26%) e Prysmian (+0,7%).

Bene Exor (+0,37% a 24,41 euro) ed Exor priv. (-1,55% a 20,92 euro). Fiat Industrial è terminata invariata a 10,03 euro, mentre Fiat ha ceduto lo 0,21%.

Contrastati i titoli bancari. In nero Unicredit (+0,46%), Ubi B. (+0,17%), Intesa Sanpaolo (+0,09%) e B. Mps (+0,05%). Le vendite hanno prevalso su Bp Milano (-0,77%), Mediobanca (-0,45%) e B. Popolare (-0,04%). In forte calo Luxottica (-1,81% a 22,29 euro). Positiva la per-formance di Cir (+3,63%) sul Ftse Italia Mid Cap. Piaggio è salita dello 0,69%. Tra gli al-tri titoli, Cogeme ha chiuso a +7,22%.

Nei cambi, l’euro ha archi-viato le contrattazioni a 1,4836 dollari, vicino ai livelli dell’aper-tura. Euro-yen a 120,43.

Per le materie prime, nuo-vo massimo storico dell’oro a 1.545,9 dollari, oltre 15 dollari in più rispetto a giovedì. Lievi rincari anche per il petrolio: a Londra il Brent è aumentato di 40 cent a 125,42 dollari, mentre a New York il Wti ha guadagna-to 4 cent a 112,90 dollari.

© Riproduzione riservata

Milano +0,21%. Euro a 1,4836 $

Listini poco mossi Bancari contrastati

Co

lom

biC

&E

Sede in Milano, via Pontaccio 10Capitale sociale euro 69.959.372,08

Registro Imprese Milano ecodice fiscale 10869270156

BILANCIO AL 31 DICEMBRE 2010

A seguito dell’approvazione del bilancio al 31dicembre 2010 da parte dell’Assemblea ordi-naria dei soci tenutasi il 29 aprile 2011 e inottemperanza all’art. 77 della delibera Consobn. 11971 del 14/5/1999 e successive modifica-zioni e integrazioni, si comunica che è disponi-bile presso la sede sociale e Borsa Italiana S.p.A.,oltre che sul sito internet della società all’indi-rizzo www.tipspa.it, nei termini indicati dalcomma 1 lett. a) del suddetto art. 77, il Fasci-colo del Bilancio di esercizio al 31 dicembre2010, completo delle rispettive Relazioni dellaSocietà di Revisione e del Collegio Sindacale.Il verbale dell’Assemblea sarà messo a disposi-zione del pubblico nei termini di legge.

DIVIDENDO

Si informa altresì che il dividendo ordinariodeliberato dall’Assemblea, pari a euro 0,035 perogni azione ordinaria, al lordo di eventuali ri-tenute di legge, sarà posto in pagamento dal 12maggio 2011 con data stacco della cedola n. 6in data 9 maggio 2011.

Milano, 30 aprile 2011

gruppoitas.it

FONDO FORIV IN VALUTAPROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA

PER IL PERIODO DAL 31.12.2010 AL 31.03.2011

Denominazione gestioni: FORIV - VALUTA CHF Valuta: Franchi Svizzeri

Denominazione gestioni: FORIV - VALUTA DM Valuta: Euro

Categoria di attività Importi al % Importi al %31.12.2010 31.03.2011

Titoli di Stato 58.001 100,00 57.847 100,00

Denominazione gestioni: FORIV - VALUTA ATS Valuta: Euro

Categoria di attivitàImporti al

%Importi al

%31.12.2010 31.03.2011

Titoli di Stato 414.083 100,00 411.542 100,00

Categoria di attività Importi al % Importi al %31.12.2010 31.03.2011

Obbligazioni quotate 100.387 100,00 101.430 100,00

ITAS VITA S.p.A.Direzione e coordinamento di ITAS Mutua - Via Mantova, 67 - 38122 Trento - ItaliaTel 0461.891711 - Fax 0461.891930 - gruppoitas.it - [email protected] sociale euro 24.138.015 i.v. - P. Iva 00367690229 - C.F./Registro Imprese di Trento n° 02593460583Impresa autorizzata all’esercizio della assicurazione vita con D.M. n.6405 del 11.12.1968(G.U. n° 5 del 8.1.1969) Iscritta all’albo gruppi assicurativi al n° 010ed all’albo delle imprese di assicurazione e riassicurazione al n° 1.00035

Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected]

I fatti separatidalle opinioni

Direttore ed editore:

Paolo Panerai (02-58219209)

Direttore ed editore associato:

Pierluigi Magnaschi (02-58219207)

Condirettore: Marino Longoni (02-58219207)

Vicedirettore: Sabina Rodi (02-58219339)

Caporedattore centrale: Marco Castoro (06-6976081); Caporedattori: Gianni Macheda (02-58219220); Roberto Miliacca (Roma 06-6976081). Caposervizio:

Franco Adriano (06-69760827); Giorgio Bertoni (02-58219321); Giampiero Di Santo (06-69760826). Vicecaposervizio:

Cristina Bartelli (02-58219342); Franca Floris (02-58219341); Roberto Gagliardini (02-58219795); Ignazio Marino (02-58219468). Redazione: Marco Capisani (02-58219235); Francesco Cerisano (02-58219333), Luigi Chiarello (02-58219226); Elena Galli (02-58219589); Massimo Galli (02-58219588); Valentina Giannella (02-58219610); Emilio Gioventù (06-69760851); Alessandra Ricciardi (06-69760822); Stefano Sansonetti (06-69760849); Silvana Saturno (02-58219378); Andrea Secchi (02-58219251); Simonetta Scarane (02-58219374); Francesca Sottilaro (02-58219232); Roxy Tomasicchio (02-58219335). Segreteria: Manuela Bettiga (Milano); Anna Cioppa e Flavia Fabi (Roma)

ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.

Stampa: Milano, Nuova Sebe Spa, Cernusco S/N (Milano), via Brescia 22 - Roma, Litosud srl, via Carlo Pesenti 130 - Catania, Società Tipografica Siciliana Spa, Catania, Strada 5ª n. 35 - Cagliari, L’Unione Editoriale Spa, Via Omodeo, Elmas (Cagliari).

Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 58219283.

ItaliaOggi - Registrazione del tribunale di Milano n. 602 del 31-7-91 - Direttore responsabile: Paolo Panerai.

Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250.

Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 6470 del 4/12/2008

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Polar Japan Fund USD 18,48 28/04/2011 GBP 11,1000 28/04/2011 JPY 1509,7600 28/04/2011

UK Absolute Return EUR 11,89 28/04/2011 GBP 10,5800 28/04/2011 USD 17,6200 28/04/2011 EUR 12,0400 28/04/2011 GBP 10,7100 28/04/2011 USD 17,8300 28/04/2011

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Sede sociale: Via Gaggia, 4 - 20139 Milano - Cap. Soc. Euro 34.178.000 i.v.

Unidesio 760071 11,1470 15/04/2011

Unidesio 760072 10,2260 15/04/2011

Unidesio 760073 10,2260 15/04/2011

Unidesio 760074 10,2730 15/04/2011

Unidesio 760075 11,5890 15/04/2011

Unidesio 760077 10,7010 15/04/2011

Unidesio 760078 10,2810 15/04/2011

Unidesio 760079 10,6390 15/04/2011

Unidesio 760080 10,4820 15/04/2011

Unidesio 760082 9,6260 15/04/2011

Unidesio 760083 10,7840 15/04/2011

Unidesio 760085 10,2520 15/04/2011

Unidesio 760087 10,9760 15/04/2011

Unidesio 760088 9,6150 15/04/2011

Unidesio 760089 11,1360 07/01/2011

Unidesio 760090 7,4630 15/04/2011

Unidesio 760091 10,4940 15/04/2011

Unidesio 760092 10,4600 15/04/2011

Unidesio 760093 10,2020 15/04/2011

Unidesio 760094 10,5480 15/04/2011

Unidesio 760095 10,1240 15/04/2011

Unidesio 760096 10,2800 15/04/2011

Unidesio 760097 10,5480 15/04/2011

Unidesio 760098 10,6910 15/04/2011

Unidesio 760099 10,8490 15/04/2011

Unidesio 760100 10,2950 15/04/2011

Unidesio 760101 10,6180 15/04/2011

Unidesio 760102 10,0370 15/04/2011

Unidesio 760104 10,3460 15/04/2011

Unidesio 760105 10,5630 15/04/2011

Unidesio 760106 10,3870 15/04/2011

Unidesio 760109 10,6600 15/04/2011

Unidesio 760110 10,5220 15/04/2011

Unidesio 760111 10,536 11/02/2011

Unidesio 760124 10,647 15/04/2011

Unidesio 760125 10,547 15/04/2011

Unidesio 760126 9,922 15/04/2011

Unidesio 760129 10,797 15/04/2011

Unidesio 760130 10,464 15/04/2011

Unidesio 760131 10,531 01/04/2011

Unidesio 760132 10,465 15/04/2011

Unidesio 760133 10,510 15/04/2011

Unidesio 760134 10,442 01/04/2011

Unidesio 760137 10,347 15/04/2011

Unidesio 760138 10,520 15/04/2011

Unidesio 760139 10,680 15/04/2011

Unidesio 760140 10,594 15/04/2011

Unidesio 760141 10,1110 15/04/2011

Unidesio 760143 10,290 15/04/2011

Unidesio 760144 10,296 15/04/2011

Unidesio 760145 10,912 15/04/2011

Unidesio 760147 10,389 15/04/2011

Unidesio 760148 10,201 15/04/2011

Unidesio 760149 10,378 15/04/2011

Unidesio 760150 10,396 15/04/2011

Unidesio 760156 9,978 15/04/2011

Unidesio 760157 10,720 15/04/2011

Unidesio 760158 9,935 15/04/2011

Unidesio 760159 10,108 15/04/2011

Unidesio 760160 9,972 15/04/2011

Unidesio 760161 9,950 11/03/2011

Unidesio 760162 9,959 15/04/2011

Unidesio 760163 9,949 15/04/2011

Unidesio 760166 10,024 08/04/2011

Unidesio 760167 9,983 15/04/2011

Unidesio 760168 10,131 15/04/2011

Unidesio 760169 10,385 15/04/2011

Unidesio 760170 10,257 15/04/2011

Unidesio 760171 9,989 15/04/2011

Unidesio 760173 9,9920 15/04/2011

Unidesio 760174 9,9790 15/04/2011

Unidesio 760178 10,075 15/04/2011

Unidesio 760179 9,941 15/04/2011

Unidesio 760180 10,030 15/04/2011

Unidesio 760181 10,088 15/04/2011

Unidesio 760182 9,389 15/04/2011

Unidesio 760183 9,987 15/04/2011

Unidesio 760184 9,999 15/04/2011

Unidesio 760185 9,973 15/04/2011

Unidesio 760186 9,916 15/04/2011

Unidesio 760187 9,973 15/04/2011

Unidesio 760188 9,897 15/04/2011

Unidesio 760189 9,960 15/04/2011

Unidesio 760191 9,970 15/04/2011

Unidesio 760192 9,937 15/04/2011

Unidesio 760193 9,981 15/04/2011

Unidesio 760198 9,0140 15/04/2011

Unidesio 760201 9,911 15/04/2011

Unidesio 760202 9,918 15/04/2011

Unidesio Obblig.

Breve Termine 9,966 15/04/2011

Unidesio Obblig.

Medio Termine 9,909 15/04/2011

Unidesio Azionario

Area Euro 10,087 15/04/2011

Unidesio Azionario

Internazionale 10,105 15/04/2011

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