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R ...flusso della vita. Nella lotta per l’esistenza questi individui sono distrutti e non posso-no...

Date post: 08-Sep-2020
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L’associazione “Benessere per la Jonica” continua,nella sua attività di informazione e divulgazione cul-turale territoriale, a notificare quanti luoghi pococonosciuti ci siano nel nostro territorio; sono siti checi appartengono e di cui, magari non sappiamonulla. Si preda a esempio Caulonia, luogo che valela pena di visitare quale uno dei pochi esempi inItalia di circondario formato da una miriade di loca-lità autoctone anche negli usi e costumi. L'originedel nome dell'odierna Caulonia non risale all'anticaKaulon di Monasterace, come molti erroneamentepensano.Il circondario della vera Caulonia, che una volta sichiamava Aulonia, è tutt’oggi avvolta dal mistero. Sisa che venne edificata dai Crotonesi, ma se ne per-dono le tracce fino all’anno 1000, durante il quale lazona si ritrova abitata con il nome di Castelvetere,cioè zona con una antico castello. Nel territorio esi-stono almeno 32 località (frazioni e borgate) per lopiù di origine greco-romano-bizantina e medievale,che in parte rischiano di essere del tutto abbandona-te e dimenticate. Il Paese è tutto da scoprire, megliose con itinerari guidati, che faranno individuare unamiriade di espressioni artistiche e museali a cieloaperto, di cultura contadina e colori bizantini e rina-scimentali in un luogo in cui, in meno di un’ora sipassa, come in nessun altro posto, dal livello delmare all’alta montagna. Tra le varie località ricordia-mo:Agromastelli: in greco-calabro Agromàstori, termi-ne che sta a significare che l'esperienza della parolae della libertà intellettuale è utile per compiere ilprogetto e il programma di una vita. È un postoenigmatico.Ziia: antico centro minerario abbandonato dopol’alluvione del 1951, ideale per la creazione di un vil-laggio turistico nel cuore delle Serre. Ci sono luoghiche suscitano ammirazione; ve ne sono altri checommuovono e danno rabbia al pensiero di quantoc’era e di quanto si è perso.Campoli: una ferriera dal 1500 appartenente al polosiderurgico della Montagna. È un luogo che respirie senti tuo come quelle persone che ti sembra diconoscere da sempre pur non avendole mai incon-trate.San Nicola (Ai Nikòlas): con le sue cascate, sito diculto in cui è ubicato il Monastero di Sant'Ilarioneche, tramite i gusci delle noci, scambiava con SanBruno delle Serre messaggi attraverso il fiumeAllaro. Non c’è niente di meglio che andare in unluogo che non è cambiato, per rendersi conto diquanto forse noi stessi siamo cambiati.Ursini: con i suoi panorami a perdita d’occhio sulloJonio e con vigneti di alta qualità. Vi si trova la chie-sa parrocchiale di Santa Maria Aiuto dei Cristiani,eretta verso il 1859. È una realtà in cui il cuore batteforte, dove si rimane senza fiato per quanta emozio-ne si prova, in cui il tempo sembra si sia fermato e lamente non smette di sognare.Crochi (Kròki): in questo posto è situato, dominan-te la fiumara, il Santuario della Madonna di Crochi,anticamente detta dello “schizzo” forse perchélacrimava. Tipico, a fine settembre, l’allestimentodelle baracche in cui degustare carni e alimenti diqualità. Molti, chiusa la stagione balneare, lo usanocome tipica zona di villeggiatura autunnale.Ricordata anche per l’uccisione del parroco duran-te la Repubblica Rossa, esiste un centro di anticatecnica iconografica “glikophilousa” presso l’Eremodella Quercia. La meta darà l’occasione di vedere lecose in un nuovo modo.Cufò (Kufò): borgata in cui, in autunno, la vegeta-zione assume colori e odori indimenticabili, metaper naturalisti e appassionati di fotografia, fa senti-re amalgamati, come se ci fosse un angolino adattoa ognuno di noi.Focà (Fòka): grande frazione ricca di storia e dimistero; nata anteriormente al ‘600 fu prima inse-diamento dei greci di “Phocà”, in similitudine alporto dell’isola di Dicono del mare Egeo.Anticamente era un regno con tanto di monarca, ilcosì detto Re di Foca, il quale si racconta avesse sot-terrato in località Ternità - dove oggi esiste una chie-sa bizantina - il suo grande tesoro regale, vincolan-dolo a pratiche raccapriccianti, onde impedire aglialtri di venirne in possesso. Infatti, chi voleva tenta-re d’impossessarsene, doveva consumare sul posto ilsacrilego battesimo di uccisione di una capra o,nientemeno, il truce sacrificio di un bambino, cosache nessuno mai ha pensato di fare. Luogo ospitale,tranquillo, laborioso, solidale nel bene e nel male,nella sventura e nella gioia, che diveniva una circo-stanza collettiva. Ancora oggi viene praticata la cosi-detta “mandata” di carnevale, un assaggio di carne

cruda, di “caldara”, e salumi, che dopo la macella-zione del maiale si offre agli amici e ai più indigen-ti. È uno dei posti in cui esistevano anticamente lemigliori “mammine” (levatrici). Se si va per le cam-pagne sono numerosi i resti antichi con cocci che,come a Locri, si possono trovare scavando nei terre-ni prospicienti al mare. È punto obbligato di transi-to per il Santuario della Madonna dello Scoglio.Santa Domenica: località condivisa con Placanica, lacui celebrità è legata alle apparizioni della Madonnadello Scoglio e al religioso Fratel Cosimo. Il santua-rio della Vergine è meta di pellegrinaggio per i mira-coli che in essa avvengono. Una volta visitato, è dif-ficile dimenticare quel luogo.Gremi: località di alta montagna in vallata del fiumeAmusa, inserita nel parco delle Serre, ricca di abetie faggi a circa 1.300 metri di altezza. I panoramiincantevoli godono della vista dello Jonio e delTirreno. Luoghi del genere lasciano addosso il pro-fumo della gratitudine verso la natura.

Caulonia Centro: borgo medievale, con i suoi vicoli,le tante chiese, palazzi signorili e i resti del maesto-so castello (che diede il nome di Castelvetere), testi-monianza di un glorioso passato, abbandonato nelXVII secolo e adibito a carcere sino al 1873, poidistrutto da un violento terremoto. Molto suggesti-ve le quatto Porte di entrata: Sant'Antonio o delSalvatore, Pusterla, collegata alle mura del castello,Amusa, la porta degli orti e della strada lungo ilfiume Amusa, Allaro, rivolta verso la costa sulla viadel fiume Allaro e sulla sua foce. È nota in tutt’Italiaper l’annuale settimana del “Tarantella Festival”,che si svolge in agosto, durante la quale accorronomigliaia di persone da tutta la Regione. In questoluogo tutto ciò che conta si incide in modo indelebi-le nella mente. Parole, gesti e pensieri sono fotogra-fati per l’eternità. Perciò, quando si bussa alle suePorte, prima di entrare, è bene spogliarsi di tutto evestirsi solo di se stessi.Caulonia Marina: posta tra due grandi fiumare unavolta navigabili, vecchia zona malarica definitamaremmana, venne bonificata da Mussolini perdivenire negli anni il moderno punto di riferimentodell’intero comprensorio cauloniese, con le suebianche spiagge e un mare cristallino. Luogo diritrovo specialmente per i più giovani, con tante atti-vità ludiche e commerciali, tanto da renderla tra lepiù attrattive della jonica. Domina il sito la grandepiazza Bottari, centro di manifestazioni sociali eartistiche: quando si va in questo piccolo centro,dopo la grande città, ci si convince che sarà tutto piùfacile e gestibile.Ma se si vuol girare e vedere qualcosa di nuovo e didiverso, degustare le specialità del luogo, non bastaun giorno. Caulonia, infatti, offre tante altre carat-teristiche borgate e località, ognuna con una parti-colarità.Ognuno di questi luoghi è una miniera. Bastalasciarcisi andare, darsi tempo, stare seduti e osser-vare, diventeranno per molti uno specchio delmondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanitàdinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più ilbisogno di andare altrove.Sono luoghi che attirano, magari anche da moltolontano. Non se ne conosce la ragione, ma ancoraprima di averli visti si percepisce che seguendo illoro richiamo ritroveremo un pezzo della nostraanima.

Franco Napoli

Il nostro territorio vanta realtà territoriali concaratteristiche così uniche da essere impossibile

ritrovarle anche solo nelle zone adiacenti. Uno deicircondari più affascinanti, tuttavia, è certamentequello di Caulonia, zona variatissima e affasci-nante, alla scoperta della quale ci accompagna

l’associazione “Benessere per la Jonica”.

Il santuario dellaVergine è meta dipellegrinaggio peri miracoli che inessa avvengono. Una volta visitato,è difficiledimenticare quel luogo.

Caulonia e i suoi paesaggi

Tra culto,mito e storia

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PILLOLE scelte da effemmeLanciò un’occhiata all’amico che leggeva lalettera e vide i libri sul tavolo. Nei suoi occhiapparvero nostalgia e avidità, come l’avi-dità appare negli occhi dell’affamato allavista del cibo. Un passo impulsivo, accom-pagnato da un solo dondolio a destra e asinistra delle spalle, lo portò vicino al tavo-lo, dove incominciò a mettere affettuosa-mente mano ai libri. Guardò i titoli e i nomidegli autori, lesse frammenti del testo,carezzando i volumi con gli occhi e con lemani, e riconobbe un libro che aveva letto.Gli altri erano libri sconosciuti e autoriignoti. S’imbattè in un volume diSwinburne e cominciò a leggere attenta-mente, dimentico di dove si trovava, colviso raggiante. Due volte chiuse il libro sul-l’indice per guardare il nome dell’autore,Swinburne! Se ne sarebbe ricordato di quelnome. Sapeva vedere, quello! e certo avevaben dovuto assaporare il colore e la lucesfolgorante.

Jack London - Martin Eden

Dovunque la natura sia lasciata a se stessa,le creature che non possono competere coni loro prossimi più forti sono eliminate dalflusso della vita. Nella lotta per l’esistenzaquesti individui sono distrutti e non posso-no riprodursi. Questo è chiamato selezionenaturale. Gli allevatori e gli orticoltori chedesiderano particolari peculiarità elimina-no sistematicamente i soggetti con caratte-ristiche indesiderate, e allevano quelle crea-ture che dispongono dei geni desiderati.Nel caso degli esseri umani il completorifiuto della selezione ha condotto a risulta-ti indesiderabili e inaspettati. Un esempioparticolarmente chiaro è l’incremento dellemalattie genetiche. In Germania nel 1930c’erano circa 150.000 persone in istituti psi-chiatrici e circa 70.000 criminali in carceri eprigioni. Essi richiedono un’enorme spesaper da parte della società.

Du und dein Volk (Tu e il tuo popolo)Opuscolo nazista del 1940

QUISQUILIE

L’Amministrazione Comunale ha consegnato ilriconoscimento di “Cittadino illustre del Comunedi San Luca” a Fortunato Nocera per il contribu-to sociale, culturale e la devozione che ha sempredimostrando nei confronti del suo paese. Lo scrit-tore e ferroviere in pensione, nato a San Luca nel1938, ha ricevuto il premio questa settimana pres-so la Sala Consigliare del Comune, dov’è stataricordata la sua storia personale e professionale.Diplomato all’Istituto Tecnico Commerciale di

Siderno, Nocera ha proseguito gli studi universi-tari in Economia. Ha ricoperto, negli anni ’60, ilruolo di segretario della scuola media a San Luca.Nello stesso periodo ha fondato la società di cal-cio Folgore, iscrivendola al Campionato di calciogiovanile della FIGC. Ha pubblicato numeroseopere, tra cui “Colloquio con il padre” e “SanLuca in Aspromonte”, approfondendo le biogra-fie di due personaggi simbolo di San Luca, ovve-ro Corrado Alvaro e Stefano De Fiores.

DUBBI ITALIANI: LA VIA DELLA SETAPASSA DA HONG KONG?

LA RIPARTENZA DI BERLUSCONI: INCASSAZIONE STRAPPA UNA

SENTENZA DI CONDANNA; INSENATO LO VOGLIONO SENATORE A

VITA; A PALAZZO CHIGI PROPONEUN NUOVO GOVERNO.

DOPPIO BINARIO DEL GOVERNO SUISINDACI: IN CALABRIA

SCIOGLIMENTI, IN LIBIAFINANZIAMENTI.

Vincenzo Amidei

Pippo Callipo lascia il ConsiglioRegionale: legislatura indiscesa per Santelli?

Monsignor Olivascrive ai consiglieriSainato e Crinò

Svoltasi presso la Sala Consigliaredel Comune di San Luca la cerimoniadi consegna del riconoscimento alloscrittore. L’Amministrazione havoluto così onorare il contributo

sociale, culturale e la devozione cheha sempre dimostrando nei confronti

del suo paese, celebrato ancheattraverso le sue opere.

Lunedì mattina Pippo Callipo ha rassegnato leproprie dimissioni da capogruppo di opposizio-ne in Consiglio Regionale. Per il “re del tonno”,si è trattato di una decisione maturata “dopouna lunga e molto sofferta riflessione” e deter-minata dalla convinzione che non ci siano lecondizioni “per portare avanti concretamentel'importante mandato che un considerevolenumero di calabresi mi ha conferito”. E proprioil bacino dei suoi elettori sarà rimasto certa-mente perplesso dinanzi a una defezione chesembrerebbe contravvenire alle dichiarazionirilasciate da Callipo all’indomani della sconfittaelettorale e che potrebbero acuire la crisi sem-piterna del Partito Democratico Calabrese,tanto più che, a sedersi sullo scranno lasciatovacante dall’imprenditore di Pizzo, ci sarà ades-so il reggino Antonio Billari, esponente delDemocratici progressisti vicino all’ex assessoreregionale Nino De Gaetano, per il quale saràcertamente complicatissimo far ritrovare unitàall’opposizione. E intanto la maggioranza gon-gola…

Nella giornata di giovedì il vescovo delladiocesi di Locri-Gerace, monsignorFrancesco Oliva, ha scritto ai consigliereregionale Raffaele Sainato e GiacomoCrinò su due argomenti che gli stannomolto a cuore. Nella missiva a SainatoOliva ha ripercorso sommariamente leinfinite difficoltà che i cittadini bisognosidi cure sono costretti ad affrontare ancheper ottenere le più banali cure e, dicen-dosi consapevole che Sainato già cono-sca questa realtà, lo prega di condividerela sua riflessione in Regione, affinché gli

interessi dei malati tornino ad avere unruolo di primo piano nell’agenda politi-ca. Nella lettera a Crinò, invece, il vesco-vo ringrazia per la donazione che il con-sigliere ha effettuato alla CaritasDiocesana e lo invita a dedicar grandeattenzione ai problemi ambientali esociali che affliggono il nostro compren-sorio. Nella giornata di venerdì Sainatoha risposto a Oliva affermando di esserepronto a farsi carico dei problemi che glisono stati posti.

Fortunato Nocera diventasanluchese illustre

Lunedì mattina,disattendendo

l’impegno preso con ilproprio elettorato, il “re

del tonno” harassegnato le suedimissioni dacapogruppo diopposizione in

Consiglio Regionalelasciando il

centrosinistra calabreseorfano di quel collanteche poteva garantireancora un minimo di

supervisionesull’operato dellaGiunta Santelli.

Andrea Cuzzocrea guiderà la listaMezzogiorno in Movimento in occasionedelle elezioni amministrative di ReggioCalabria fissate per il 20 e 21 settembre. Loha deciso il direttivo del Movimento compo-sto da Ilario Ammendolia, AndreaCuzzocrea, Mimmo Gangemi, GianpaoloCatanzariti, Pierpaolo Zavettieri, MargheritaTripodi, Enzo Caccavari, Pasquale Simari eRosario Condarcuri, a seguito della riunionedel 01 luglio u.s., in cui si è stabilito di parte-cipare, ovunque possibile, alla tornata eletto-rale prossima con un candidato a Sindaco.Una presenza che non mira ad ottenere voticlientelari o su basi parentali, ma a trasfor-mare l’occasione delle prossime elezioni inqualcosa di diverso da una lotta per la meraconquista dell'amministrazione comunale.Il movimento sente di dover iniziare a con-frontarsi con i cittadini e proporre le proprieidee cercandone la condivisione, portandoalla base del proprio impegno una strenua

lotta in difesa del buon nome della città e deipaesi del Mezzogiorno, dove sicuramenteesiste la ‘ndrangheta, ma questa non può tra-sformarsi in alibi dietro cui nascondere lastorica inettitudine e la subalternità delleclassi dirigenti.L’obiettivo è che la città e i paesi venganogovernati dai cittadini, senza interferenze dialcun tipo di potere che non abbia la proprialegittimazione nella sovranità popolare esenza alcuna ipoteca criminale o affaristica.Il movimento, nato anni fa per ribadire lanecessità che anche in Calabria e in tutto ilMezzogiorno sia rispettata la Costituzione apartire dall’art. 3, che sancisce gli stessi dirit-ti dei cittadini ovunque residenti, intendeporre al centro del dibattito la Libertà e laDemocrazia, valori fondanti di una societàdavvero civile e giusta eppure calpestati.È tempo di affermare, quasi con prepotenza,che noi siamo meridionali, orgogliosi d'essertali, ma non criminali, come una distorta e

strumentale narrazione intende far credere.La battaglia del Movimento è una battagliadi riscatto e di democrazia, che include ilbuon governo e pretende la buona ammini-strazione ma non si ferma a essa.I valori portati avanti dal Movimento, oltre arendere migliore e potenziare le realtà terri-toriali oggi mortificate e umiliate grazie allaconnivenza e alla ipocrisia di una estesa clas-se dominante, vorrebbero impedire così direndere le elezioni un rito noioso in cui siconfrontano i soliti gruppi di potere.È una semina che guarda con serietà e con-cretezza al futuro, allo sviluppo economico,alla crescita culturale e al miglioramentodella società calabrese e meridionale.A partire dalla città di Reggio Calabria, le cuivesti tutte le forze politiche oggi presentihanno deciso di giocarseli ai dadi,Mezzogiorno in Movimento sarà presente,con Andrea Cuzzocrea candidato a Sindaco.

L’associazione, che ha fatto contrasto allalegge sullo scioglimento dei comuni il suo

cavallo di battaglia, ha deciso diconcretizzare il proprio impegno scendendo

in campo in occasione delle ElezioniAmministrative di settembre e di lanciarecosì un segnale di concretezza e serietà peril futuro dell’intera Città Metropolitana.

Il vescovo della Diocesi diLocri-Gerace si rivolge aidue consiglieri regionalidel comprensorio perpregarli di porre la

massima attenzione suiproblemi del nostrocomprensorio, a

cominciare da quellosanitario e sociale, cherichiedono attenzione

istituzionale e unimpegno attivo da partedella Regione Calabria.

Andrea Cuzzocrea candidato a sindacocon Mezzogiorno in Movimento a Reggio

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attualità

Molto spesso, in coincidenza del periodo estivo, il nostroterritorio è stato oggetto di servizi giornalistici che hanno postol’accento sulle storture (più o meno gonfiate) della nostra terra,convincendo una buona fetta di potenziali turisti a sceglieremete alternative rispetto alla Calabria. Con la pandemia e lemete estere off limits, la stagione 2020 potrebbe essereinaspettatamente ricca per la Locride, tanto più che nessuno haavuto occasione di denigrare i nostri paesi… per ora.

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Arrivano i turisti…arriveranno anchegli attacchi?

Lo spot di KlausDavi non ciappartiene

ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

L’altra sera mi trovavo a Casignana, a un con-vegno organizzato dai due Antonio Crinò, ilsindaco e il vulcanico ingegnere.All’improvviso il luogo è diventato magico: ilventicello e il tramonto rendevano l’atmos-fera meravigliosa. È stato un luogo scelto daiRomani 2000 anni fa. Loro, gli antichi abitan-ti di questa terra, avevano capito come goderedelle bellezze di questo territorio, mentre noirimaniamo chiusi in case di cemento armatoo in piazze senza tramonto. La Locride è unaterra meravigliosa, ce ne accorgiamo ognivolta che un po’ di luce illumina le suebellezze.Cosi mi rendo conto che ogni anno, nel peri-odo che va da marzo a giugno, durante leprenotazioni per le vacanze estive, la Locrideviene bombardata con notizie che la definis-cono “criminale”. Dalle serie tv, passando peri servizi d’inchiesta e dei Tg satirici, anche imeno talentosi giornalisti vivono il loromomento di gloria parlando male di questaterra. Certo, gli argomenti non mancano: si vadalla regina delle notizie di cronaca, la‘ndrangheta in tutte le sue sfumature di gri-gio, ai rifiuti, passando per gli ospedali fatis-centi. Basta che dia disgusto, qualsiasi argo-mento va bene. Sembra una strategia studia-ta a tavolino: così, su due piedi, ricordoalmeno 10 copertine contro questo tipo diinformazione negativa realizzate dal nostrosettimanale. Del resto perché in questo peri-odo, perché contro le nostre mete turistiche?Ora che ci penso, ricordo che tanti anni fa, nel1989, tutti i mass media si misero in allarmeper le alghe presenti sulla Riviera romagnola.

Fu un anno tremendo per Rimini e Riccionecon un calo di turisti vertiginoso. Dopo 31anni ci dicono i ben informati che le alghesiano sempre lì, eppure i giornali non nehanno più parlato a differenza di quanto si fadei nostri territori. È evidente che l’organiz-zazione turistica della Riviera dei Gelsomininon sia la stessa della Riviera romagnola.Per uno strano caso del destino, quest’anno,l’emergenza Coronavirus ha azzerato l’effettodi questi servizi giornalistici e le prenotazioniper la Calabria, e la Locride in particolare,sono in crescita. Naturalmente questo stato dicose ha portato un certo nervosismo tra glioperatori avversari. Mi pare di vederli, men-tre girano nervosi intorno a un tavolo e cer-cano una strategia per dirottare i turisti dellaCalabria verso i loro lidi. Del resto, se le cosequi cominciano a funzionare potrebbero

cominciare a pensare che la fortuna abbialoro voltato le spalle, che non sia più cosìfacile trovare storture a buon prezzo.Qualche illuminato potrebbe persino pren-dersela con la ‘ndrangheta perché non si faviva. Il mio timore e che questa scena tragi-comica, a certe latitudini, si stia verificandodavvero e che qualche strategia originale perdenigrarci, prima o poi, venga davvero fuori.Per questa ragione credo che i cittadini dellaLocride dovrebbero stare attenti a noncadere nelle provocazioni di eventuali troupetelevisive che potrebbero aggirarsi per i nostripaesi. È giunto il momento di capire chesiamo i soli padroni del nostro destino e, con-siderato quanto accaduto quest’anno, qualisiano le cose importanti e quanto vale la nos-tra terra

Per quel poco che contiamo, ci dissociamoe ci differenziamo nettamente dallo spotpubblicitario del dottor Klaus Davi,applaudito - purtroppo - da alcuni sindacidella Locride.Pensiamo di avere titoli antichi e recentiper farlo, anche perché apparteniamo a unmovimento meridionalista e a una scuoladi pensiero che ha radici profonde nellanostra terra.Solo per esempio, il 22 ottobre del 2017,mentre i veneti e i lombardi si recavanoordinatamente a votare a favore del refer-endum sul secessionismo mascherato, lanostra associazione convocava una riusci-tissima manifestazione “per l’Unità e laCostituzione” che si apriva con l’InnoNazionale e si concludeva al canto di“Bella Ciao”.Pensavamo allora - e pensiamo oggi - chedietro quel referendum fosse evidente unmarcato e ingiusto egoismo territoriale,malgrado la recente epidemia abbiadimostrato, una volta ancora, che l’Italia oritrova una reale unità o di divisionimuore.Unità che manca – è giusto ribadirlo- nonper volontà dei veneti, dei lombardi, deicalabresi o dei siciliani, ma per preciseresponsabilità delle forze economiche,politiche e dei “corpi separati che gestis-cono lo “Stato” da quasi due secoli.La Calabria, per cinici calcoli e per l’asso-luta mediocrità delle classi dirigentisoprattutto indigene, ha affrontato l’emer-genza “Covid” in condizioni di terzomondo. Eppure, anche in quei giorni, ilnostro sguardo è stato costantemente su“Bergamo” o Brescia; la nostra appren-sione per le zone che hanno più sofferto.Il coraggio, la serietà, la compostezza concui i cittadini delle zone maggiormentecolpite dall’epidemia hanno affrontato esconfitto il virus è per noi una ragione diorgoglio e dovrebbe essere per tutti unmotivo in più per visitare le incantevolicittà e le splendide spiagge dell’Italia tutta.Tali ragioni ci inducono a dire con la mas-sima fermezza che lo spot pubblicitarioconcepito da Klaus Davi non ci appar-tiene.Non appartiene soprattutto alla storia edalla cultura del Sud ed è totalmente estra-neo alla gente di Calabria che ha fatto del-l’ospitalità, dell’accoglienza e del rispettoverso gli altri, una ragione di vita.Altra cosa è porre con serietà la “ques-tione meridionale”, in termini moderni eattuali e che non riguarda il solo aspettoeconomico. Noi continueremo a farlo conla stessa decisione e determinazione disempre e al di là delle scadenze elettorali.

Ilario AmmendoliaAssociazione 22 Ottobre

L’Associazione 22 Ottobreriflette sullo spot prodottoda Klaus Davi perpromuovere la Locride edecide di prenderne ledistanze. La denigrazionedegli altri territori, unatteggiamento odioso cheil meridione in generale ela Calabria in particolarehanno subito per decenni,sono alla base delle lottesociali e politiche che ilmovimento conduce e chesi contraddistinguono peruna linea di pensiero e dicondotta assai differentedai movimentisecessionisti promossi adaltre latitudini

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I novelli Umberto Zanotti Biancoe la capitale della Cultura 2025

L’estate 2020 tra soddisfazione e rammarico

Facebook ha affinato le capacità di fotografo diMassimo: dalla nostra spiaggia, a un'ora improbabiledel mattino (per noi, che non facciamo le levatacce)immortala il fuoco rosso di un muro di nuvole, che met-tono fuori dalla pancia una sconvolgente bellezza, unabarriera a squarci con le fondamenta e il tetto dentrol'azzurro di mare e cielo. Ma io e Umberto - sarà per-ché veniamo da un paese interno - al primo posto met-tiamo un Borgo - scegliete voi quale, sono i tanti a esse-re molto belli (magari non tutti curati alla stessa manie-ra). Noi, l'universo di "scegliete voi quale" lo guardiamoda sopra la panoramica, dalla collina opposta al borgo,con tutta la campagna e fino alla costa ionica che sivede nell’eccezionale "fotografia": il sole sta calando, sisommano i colori pastello di case, murature nuove,quelle antiche a pietra e solo ritoccate, i riflessi sulletegole e su qualche audace fotovoltaico, i rampicanti, ivecchi legni, le finestre e i balconi, un po' giardino e unpo’ dispensa, l'arte sparsa. E trapela una preoccupazio-ne superflua: dentro quelle abitazioni ci saranno i con-gelatori, i climatizzatori, il Wi-Fi? Seby cita DeCrescenzo: «Come faceva Socrate, senza frigorifero?»Non ci incartiamo neppure con quella cosa lì, "con labellezza si mangia?" Se non è una cosa eterea, certo chesì, si guadagna. Il consigliere comunale per caso michiede: «Questo vostro amico Umberto… è ZanottiBianco?» Ha appena ascoltato LambertI Castronuovoparagonare il massmediologo Klaus Davi al politico-filantropo che ci ha lasciati più di mezzo secolo fa. Chescopriva e tutelava le "ruine" dei nostri impareggiabililuoghi, guardava alla povertà per capire il brigantaggioe, con le immagini e il racconto, non ha sgarrato nulla.Il punto per capire lo spopolamento dei paesi interni ela realtà dei borghi che non vogliono essere un presepe(per di più, non hanno fabbro, carpentiere, sarto e cosìvia, traslocati verso la Forestale) sta negli interventi perriparare le lesioni e gli smottamenti del terreno, nei ser-vizi che ormai si hanno, anche in collegamento con le

discutibili antenne. Ripristinare ciò che manca e mette-re ciò che serve. I collegamenti stradali, ahimè: il dipen-dente dell'ufficio delle Entrate ha digerito da anni quei10 chilometri di Strada Provinciale che dal suo comunelo immette sulla Statale 106. Quando non ci sono inter-ruzioni (quando?) aggiunge quindici minuti all'altrotempo per raggiungere l'ufficio di Locri, lo studenteuniversitario che si serve del treno per raggiungere lesedi universitarie ha i tempi più disordinati della gio-ventù, i pendolari si organizzano in gruppi con le auto-vetture. Se le distanze sono doppie o triple di quelle cheabbiamo detto, l'interessato si ritrova spesso a trasferir-si da un paese delle aree interne in un comune del lito-rale. Lì, nelle farmacie, sono arrivati i cuscini per alle-viare la cervicale, nel negozio dei telefonini i "gioielli" diultima generazione, al centro commerciale il pesce sur-gelato tanto sofisticato, trovi l'edicola-libreria con tuttele pubblicazioni, la bottega con il macchinario che ti

risuola le scarpe in tempo reale, la pinseria (con la “n"e la “s” al posto delle due “z”) a suggello della novità,all'abbigliamento un vestito che altrimenti non trovi. AMarina, di sotto, c'è lo sportello della banca, il profes-sore del Liceo che fa ripetizioni. Se utilizziamo bene ifinanziamenti per mettere in sicurezza aree interne eborghi, sentieri e vicoli, pavimentazione e icone, chia-miamo i vecchietti a fare "da libri", come si dice, se ria-priamo le botteghe artigiane e commercializziamo iprodotti che si fanno solo qui, formiamo guide turisti-che, organizziamo eventi, la ristorazione, esponiamogadget non dozzinali, porteremo a termine un'opera-zione intelligente. I paesi interni si spopolano perchémancano alcune figure che formano una società viva eprotetta e alcuni servizi (uffici, Forze dell'Ordine, asso-ciazioni di volontariato). I borghi non sono un disegnocon grotte e persone dentro un'ampolla di vetro in cui"nevica", che vai a guardarci ogni tanto: invece, debbo-no essere sempre organizzati per i visitatori. Questagrande scommessa che viene presentata dal GAL“Terre Locridee” e da Officina delle Idee, la LocrideCapitale della Cultura 2025, deve avere tra i "capisaldi"aree interne e borghi (i supporter di ognuno di essi el'assessore regionale Nino Spirlì troveranno un puntod'incontro nell’identificazione dei più suggestivi).Abbiamo segnalato l'essenziale delle motivazioni chehanno spinto all'abbandono. Si deve lavorare su questeconseguenze che si sono determinate, oggi ci serve unrespiro politico capace di mettere in pratica un’iniziati-va culturale ed economica forte, sapendo che non sitorna indietro, che bisogna essere capaci di inventarsiun "nuovo" allettante. Dalla Panoramica, insieme aidue Umberto (quello vivo e quello che non c'è più),vediamo laggiù il Borgo incantevole, che ci indica unpezzo di futuro, dietro di noi c'è una panchina persederci e continuare a oziare. Spazio per fare altro nonc'è.

Franco Crinò

Da sempre sono convinto che ci sono cose materiali, chenella vita che si possono scegliere. Altre cose, invece, arri-vano nella nostra vita come doni. In questo secondo grup-po, che è quello più importante, perché racchiude la sferaaffettiva dell’uomo, c’è il posto in cui ognuno di noi nasce econ il quale nella maggior parte dei casi crea un legameindissolubile. Io mi ritengo molto fortunato a essere nato,cresciuto e rimasto a combattere in quella che considero laterra più bella del mondo, la Locride. Mare cristallino,spiagge e scogliere dalla divina bellezza, straordinarie eincontaminate montagne che, come uno scrigno pieno diricchezze naturalistiche contiene la nostra millenaria storia.Già solo per questo uno dovrebbe esprimere soddisfazionedalla mattina alla sera, invece non è sempre così. La primaItalia di ieri, cioè la Locride e la Calabria di oggi, resta agalla esclusivamente grazie alla testa dura di chi qui è rima-sto a lottare contro molteplici problematiche. Col comodis-simo senno del poi molti studiosi fanno ricadere la colpadella nostra arretratezza strutturale all’Unità d’Italia, eppu-re ritengo che se i nostri avi si fossero sentiti realmente bor-bonici sarebbe stato improbabile che 1.000 uomini in cami-cia rossa riuscissero a passeggiare incontrastati da Scilla aCosenza con la stessa tranquillità con la quale oggi un grup-po di turisti svizzeri passeggerebbe ad Agosto per le vie diGerace. Volendo trovare i veri responsabili della nostraattuale situazione, allora, l’attenzione non può che ricade-re sulla nostra classe politica, della quale siamo silenziosicomplici. Cercando di operare nel sociale vedo solo pessi-

mismo e arrendevolezza dappertutto, atteggiamento che“incoraggerebbe” anche il mulo più testardo ad abbando-nare qualsiasi progetto di sviluppo. Eppure, al pari di tanticalabresi giovani e non, in vita mia non mi sono mai ritira-to, preferendo rischiare di perdere la partita giocandomelapiuttosto che portarmi a casa un inutile pareggio. Con que-sto spirito, due anni, fa ho iniziato a scrivere alcuni proget-ti sociali con lo scopo di arricchire una terra già bella di suo.Il lavoro da fare è immane e lo sto riscontrando quotidia-namente. Ma nonostante la mia poca esperienza, solo nel-l’ultimo mese sono stato coinvolto in due progetti differen-ti per la sola città di Siderno: il bando della CittàMetropolitana di Reggio Calabria per la valorizzazionedelle biblioteche e il confronto avuto con il settore “servizialla persona” del comune, che mi ha aiutato a capire se c’e-rano le basi per rispondere al bando governativo per l’aper-tura dei centri estivi in contrasto alle povertà educativededicati a bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni.Anche se il lavoro che viene svolto sul territorio ci ha rega-lato un mese di soddisfazioni, il lavoro per far conoscere lanostra Siderno, la Locride e la Calabria non si è fermato“solo” a questo. Siderno ha infatti avuto grande visibilitàgrazie al suo stendardo e alla storia che rappresenta trami-te il gruppo facebook “Fun with Flags” che, presentandoci,scriveva: “Lo stemma con la storia più bella, tra quelli pub-blicati fin ora”, dimostrando come, al pari degli altri sten-dardi della Locride e della Calabria, il nostro riesca a esse-re all’altezza di una storia millenaria e bellissima. Sempre a

Siderno, poi, liberi comitati di cittadini nascono come fun-ghi e, come avvenuto nello scrigno che custodisce la nostraStoria, il borgo antico di Siderno Superiore, sono in gradodi recuperare interi borghi al netto dei i problemi che liattanagliano. E Siderno non è il solo esempio positivo dellaLocride: da Monasterace a Brancaleone gli esempi virtuo-si sono innumerevoli e costituiscono una base che dovreb-be farci da esprimere soddisfazione e ottimismo da tutti ipori per il futuro. Tuttavia, negli ultimi giorni, è arrivato adisturbare il nostro lavoro di crescita sociale anche un altrosentimento, il rammarico. Un video di “promozione turisti-ca”, invece di dare spazio “solo” al tanto di bello che laRiviera dei Gelsomini può offrire ai visitatori, conteneva alsuo interno un’infelice frase.Mi sto convincendo che la nostra terra per crescere devepuntare semplicemente sulle sue risorse materiali e umane;battere le mani solo perchéé uno slogan parla male deglialtri non solo non basta, ma ci fa rimanere male comepopolo, perché anche se abbiamo la testa dura, noi calabre-si abbiamo il cuore grande e siamo da sempre stati abitua-ti a perdonare chi ci offende e non a offendere.Da cittadino innamorato di questa terra auguro a chiunquedi avere la fortuna di abitare in un posto bello come laLocride. In caso contrario venite a visitarci, siamo sempli-cemente la terra più bella del mondo, abitata da un popo-lo dal grande cuore, che finalmente è tornato a batterefiero.

Francesco Gentile

La promozione del nostroterritorio è un delicatogioco di equilibri che ci

mettono poco a infrangersicontro inaspettati scivoloni

di stampo sociale opolitico. Del resto,

promuovere una terra incui, paradossalmente, c’èallo stesso tempo così poco

e così tanto, richiedeun’arte non accessibile a

tutti e impone unariflessione che deve tenereconto di decine di variabili.

La storia del nostro territorio è ilmigliore biglietto da visita chepossiamo presentare a chiesprime il desiderio di

conoscerci. Eppure, questasettimana, si è parlato del nostrocomprensorio per una infelicescelta promozionale che la

nostra politica locale,evidentemente dimentica di

poter vantare fior diprofessionisti del settore turistico,ha affidato a una persona chedel nostro territorio non è, e che

ha finito con il fare delle scelte discutibili.

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GLIO

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Francesco Moio è un avvocato prestato alla politica. Perquasi due legislature ha guidato l’AmministrazioneComunale di Brancaleone in qualità di Sindaco. Quel“quasi” è riferito all’intervenuto di scioglimento delConsiglio Comunale con decreto del Presidente dellaRepubblica del 31 Luglio 2017, che ha portato alla gestio-ne del Comune di Brancaleone una CommissioneStraordinaria, in considerazione di asseriti collegamentiemersi tra i componenti del consesso elettivo e la crimina-lità organizzata locale.Il Ministero dell’Interno, con nota dell’11/09/2017, avevatrasmesso al Presidente del Tribunale di Locri copia delDPR 31/07/2017 e della relazione/proposta del Ministrodell’Interno del 28 luglio 2017 allegata al decretoPresidenziale, ai fini della declaratoria di incandidabilitàdi alcuni degli amministratori, ai sensi dell’art. 143,comma 11, D.Lgs. 267/2000, compreso l’avvocato Moio.Il Tribunale di Locri, riunito in camera di consiglio, hapronunciato un decreto con il quale ha respinto la richie-sta di incandidabilità relativa all’ex Sindaco diBrancaleone, difeso da Rosario Infantino, stabilendo insentenza che “quanto al Sindaco, Francesco Moio, figuraapicale dell’Amministrazione Comunale, la contestazionefondata sull’assunto mancato adempimento dei suoidoveri d’ufficio, di impulso, direzione e controllo dell’atti-vità dell’Ente rappresentato non ha trovato riscontro nelladocumentazione allegata, con la conseguenza che non visono i presupposti per pronunciare l’incandidabilità neisuoi confronti. Invero, si osserva che né nella relazione del01/06/2017 del Prefetto di Reggio Calabria né nellamemoria integrativa sono state indicate dallaAmministrazione procedente condotte - attive e/o omissi-ve - costituenti elementi concreti, univoci e rilevanti di col-legamento diretti o indiretti con la criminalità organizza-ta. Gli addebiti mossi nei suoi confronti, lungi dall’esserespecifici e circostanziati, appaiono oltremodo generici edevanescenti, atteso che si imputano al Sindaco delleresponsabilità connesse alla sua posizione di garanziadella correttezza della azione amministrativa e alla dedot-ta e non dimostrata attuazione del compito di ‘promuove-re la cultura della legalità e della sicurezza per assicurareuna serena convivenza civile al riparo dai rischi e dal disva-lore derivanti da condotte negative’ (cfr. pag. 11 dellamemoria integrativa)”. I Giudici di Locri hanno aggiunto:“È evidente che tali elementi sono troppo vaghi e che l’in-candidabilità, come detto, non è automatica per effettodella posizione ricoperta anche considerato che nelle pre-messe della relazione prefettizia si legge testualmente che‘nel Comune di Brancaleone non è censito alcun locale di‘ndrangheta anche se è segnalata la notevole influenza deiclan operanti nel vicino comune di Africo Nuovo’ (cfr.pag. 2) […]. Da ultimo - concludono i giudici di PiazzaDon Bosco - si evidenzia che non figura in alcun modo uncoinvolgimento nelle vicende che hanno interessato glialtri amministratori rispetto alle quali il Moio è risultatoestraneo o quanto meno non risulta aver ricoperto unruolo rilevante nella vicenda dell’affidamento del serviziodi raccolta dei rifiuti solidi urbani da una attenta disaminadella documentazione allegata”.Avverso tale decreto il Ministero dell’Interno ha propostoreclamo.Anche in questo caso i giudici della Corte di Appello diReggio Calabria, Sezione Civile, hanno dato ragione all’exSindaco di Brancaleone. Tra l’altro evidenziando che“deve, pertanto, addivenirsi alla conclusione che privo dipregio si rileva l’argomento più volte speso nell’atto direclamo, nella parte in cui è stata rimarcata, ai fini delladeclaratoria di incandidabilità, la decisività delle vicendevia via segnalate, in quanto indicate nella relazione mini-steriale fra le cause dell’adozione della misura dissoluto-ria. L’autonomia fra il provvedimento di scioglimento delConsiglio Comunale e la declaratoria di incandidabilitànon consente che la rilevanza di condotte e/o eventi attri-buita nel provvedimento di scioglimento del ConsiglioComunale possa automaticamente ridondare i proprieffetti sull’amministratore del quale è stata chiesta l’incan-didabilità, necessitando quel quid pluris indefettibilmenteriferibile alla persona dell’amministratore”. E, dopo averconcluso la disamina dei motivi di reclamo, “deve la Cortedare atto che, conformemente al giudizio espresso dalTribunale, non sono emersi elementi indicativi di condi-zionamento mafioso dell’azione amministrativa delSindaco Moio, non essendo stati allegati elementi univocie concordanti, idonei a rendere percepibile l’illecita inge-renza della criminalità organizzata nell’attività deliberati-va e gestionale dell’Ente Pubblico, limitatamente a quan-to riferibile alle condotte del sindaco. Il provvedimentoemesso dal Tribunale, pertanto, è corretto e deve essereconfermato”.Per questo motivo “rigetta il reclamo. Condanna ilMinistero dell’Interno, in persona del Ministro pro – tem-pore, alla rifusione, in favore di Francesco Moio, dellespese di questo grado di giudizio”.Francesco Moio è tornato a professare l’avvocatura.Intanto due giudici, quello di Locri e quello di ReggioCalabria, hanno stabilito che l’avvocato Francesco Moio,eletto con la maggioranza delle preferenze dei cittadini diBrancaleone per “quasi” due mandati, è stato un politicocorretto nella sua condotta amministrativa.

Romus

Moioil politico correttosciolto per motivievanescenti

Francesco

Francesco Moio è statosindaco di Brancaleone

per quasi due legislature,fino a quando la scuredello scioglimento dei

comuni non si è abbattutasul suo Consiglio

Comunale. Da quel 31luglio 2017 a oggi sono

passati quasi tre anni incui il legale ha fatto

valere le proprie ragioniin tribunale ottenendoeclatante giustizia: le

accuse mosse nei suoiconfronti sono state infatticonsiderate generiche e la

sua incandidabilitàpretestuosa.

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GLIO

- 10 Questo spazio è riservato a te. 1200 bat-

tute per lamentarti o complimentarticon noi, fare segnalazioni, raccontarcile tue esperienze, potrai inviarci foto

degli scorci del tuo paese o video se haiun talento nascosto. Saremo lieti dirisponderti pubblicamente, daremo

voce al tuo pensiero e ti daremo visibil-ità sui nostri social.

Sii parte integrante di questa realtà

È lo splendido gesto diun lavoratore indiano

che ha ritrovato ilportafogli mentre

rientrava a casa e chenon ha voluto nemmeno

alcuna ricompensadall’uomo che lo aveva

smarrito.

Siderno: chiuso l’ingresso nord del Lungomare

Locri: Trova un portafogli pieno didenaro, lo restituisce al proprietario

Come tutte le sere Soni rientra a Locri da Siderno, dovelavora. Si muove in bici. Ma qualche sera fa, lungo la stra-da, ha trovato un portafogli. Si è fermato lo ha preso, madentro c’erano soldi, e non pochi…Andare dai Carabinieri…. ma Soni è straniero, e haqualche timore… Se mancasse qualcosa mi chiederebberospiegazioni, pensa… mi crederebbero?Così raggiunge un amico italiano. Dentro il portafogli c’èun numero di telefono che viene contattato e, dopo poco,si incontrano e il “fortunato distratto” ritorna in possesso ditutto… non mancava nulla. Istintivo il gesto di offrire unaricompensa…rifiutata senza esitazione. Tanto meglio unastretta di mano!Soni è arrivato ormai da tanti anni dall’India, con regolarepermesso di soggiorno. È un lavoratore serio, onesto,instancabile. Sempre con il sorriso, la gentilezza e la speran-za di portare nella nostra terra sua moglie e il suo bellissi-mo bimbo.

Rimpasto di Giunta a Locri: voltinuovi per un amore invariato

La pandemia da Covid-19 ha determinato unaviolenta battuta d’ar-

resto per sale diproiezione. Per cercaredi fare fronte all’asti-nenza da cinema, tut-tavia, alcuni respons-abili del settore hannorispolverato un sistemaantico e affascinante,quello del Drive-in.

Nella Locride nessuno èriuscito ad attrezzarsi inquesti termini; eppure il

Drive-in potrebbeabbattere delle “bar-riere architettoniche”

che, fino ad oggi, hannoimpedito a moltissimepersone di gustarsi un

film in sala

Le misure di sicurezza dovute al Covid 19 sembrano far riscoprirequalcosa che, col tempo, era andato perso quasi del tutto. Si ritornaindietro di qualche anno, al momento in cui il cinema Drive-in sor-passava di gran lunga quello classico. Ci si proietta negli anni ‘30,quando l'amore di un figlio verso la propria madre riusciva ad abbat-tere non solo una barriera architettonica, bensì a realizzare ciò cheai tempi sapeva di impossibile. Una donna in sovrappeso impossibi-litata a sedersi sulle poltrone dei cinema. Un figlio che non si arren-de all'idea di non potersi godere un film al cinema accanto alla pro-pria mamma. Un giardino, un lenzuolo attaccato fra due alberi sucui proiettare il lungometraggio, e delle macchine sulle quali seder-si in compagnia dei propri vicini di casa. Nasce così il Drive-in.Dall’amore di un figlio e di una madre, da un sogno che, dopo varitentativi, viene realizzato. Un cinema all’aperto che spopola intornoagli anni ’50 negli Stati Uniti e via via per tutto il mondo. Una novitàche, come tutte le invenzioni del momento, sembrava essere passa-ta di moda. Una modalità di cinema che era stata messa in stand-byper parecchio tempo fino all’arrivo di quest’estate 2020. In vari postid’Italia, infatti, molte città hanno rispolverato questa “nuova” visio-ne di cinema. Nonostante dal 15 Giugno ci sia la possibilità di recar-si nuovamente nelle classiche sale, le paure e i timori collegati alCovid-19 spingono più persone a preferire questa sicura, curiosa eaffascinante versione. Un tuffo nel passato. Un’emozionante sco-perta per i più giovani amanti del cinema, che mai prima d’ora ave-vano avuto l’opportunità di assistere a tali momenti. La Locrideperò, sembra ancora rimanere in disparte nell’adottare quest’origi-nale sistema. Eppure, basterebbe così poco per mettersi al paripasso coi tempi e dare nuove opportunità e svaghi in questo territo-rio, a volte dimenticato e abbandonato da tutti. Sarebbe, infatti, unmodo come un altro per incentivare e stimolare un luogo che vienecostantemente calpestato in malo modo, ma che riesce sempre a

rialzarsi con le sue straordinarie riserve. Il Drive-in potrebbe rivelar-si, proprio come all’origine, realmente utile nell’abbattimento diogni barriera, poiché è davvero alla portata di tutti. Ci si reca in ungrande terreno, all’interno della propria auto, in bici, con passeggi-ni, a piedi o in sedia a rotelle. Scegliendo in base alle proprie prefe-renze. Rimanendo dentro la macchina in compagnia delle personedesiderate, con l’audio del film trasmesso direttamente in FM den-tro l'auto. O fuori, all’aria aperta, seduti con gli appositi tavolini. Conla possibilità di guardarsi attorno e di vedere il bello, anche lì dovenon c’è. Il Drive-in è in grado di trasmettere oggi, dopo un lungoperiodo di angosce e preoccupazioni, una maggiore tranquillità eriservatezza. Un modo per iniziare nuovamente a vivere e a viversi.Per riscoprirsi e scoprire. Per appassionarsi e sorprendersi.

Carmelina Nicita

Una delle notizie politiche più discusse della settimana è certamente stata quella del rim-pasto di giunta operato dal sindaco di Locri Giovanni Calabrese. Con la pubblicazione didue differenti decreti sindacali, infatti, lunedì sera il primo cittadino ha dichiarato di averinvestito Giuseppe Fontana del ruolo di vicesindaco lasciato vacante dal ConsigliereRegionale Raffaele Sainato e di aver invece selezionato Emilio Piero Leone e RobertaAccursi per completare la rosa degli assessori, rimasta orfana delle dimissionarie AnnaSofia e Anna Baldessarro.La decisione di Calabrese è stata accolta con sospetto e ironia dalla coalizione civica“Scelgo Locri”, che occupa gli scranni dell’opposizione in Consiglio Comunale. Il gruppo,infatti, ha diffuso martedì mattina una nota stampa nella quale parlava di profondi e preoc-cupanti “movimenti tettonici” in seno alla Giunta Comunale che, al netto delle paroletranquillizzanti del sindaco, sarebbero la prova di una profonda crisi politica di cui i citta-

dini rischiano adesso di pagare le conseguenze, soprattutto in virtù del delicato periodosocio-economico dal quale stiamo uscendo.Ha risposto a stretto giro lo stesso primo cittadino Giovanni Calabrese che, in un’articola-re lettera rivolta ai cittadini di Locri, ha parlato di un’imprevedibile pagina politica deter-minata da “stanchezza, incomprensioni ed errate valutazioni” che, indubbiamente, “apro-no una crepa in un gruppo che, fino ad oggi, si era dimostrato coeso, forte e proiettato soloalla risoluzione delle problematiche”. Ciò non toglie, continua il sindaco, che l’amore perLocri resta invariato così come invariato resterà l’impegno della giunta, rinnovata, specifi-ca Calabrese, seguendo rigidamente il criterio delle preferenze espresse dai cittadini inoccasione delle elezioni del giugno 2018.Non resta adesso che attendere che alle parole seguano i fatti.

Jacopo Giuca

L’ingresso nord del Lungomare diSiderno è chiuso ormai da una setti-mana e, considerata la mancanza dicomunicazioni ufficiali, per capirne lemotivazioni è necessario affidarsi alleipotesi e alle voci che circolano sulweb. E mentre sulla rete si parla di unachiusura permanente per evitare che illuogo torni ad essere zona di prosti-tuzione, ipotesi alla quale riteniamodifficile credere, resta il fatto che il pas-saggio si sta riempiendo di sacchi dispazzatura che contribuiscono aldegrado di una zona comunqueaffascinante della città. Noi, nel frat-tempo, continueremo a “indagare” percomprendere il motivo di tale chiusura.

È ormai una settimanache l’ingresso nord delLungomare delle Palmeè interdetto al traffico ela cosa che lasciamaggiormente perplessiè che non sia stata dataalcuna motivazioneall’atto istituzionale. Ementre le illazioni sisusseguono, il postodiventa una discarica.

Il Drive-in: il cinema per tutti che risorge grazie al Coronavirus

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Il futuro è Nero…d’AspromonteGiovedì 9 luglio, alle ore 20:30, ad Ardore Marina, sullungomare lato nord, il ristorante - lido “DeJa Vu BeachClub” presenterà una formula innovativa. Un vecchiomotivo cantava “sapore di sale, sapore di mare” e facevacorrere l’immaginazione alle grigliate di pesce in riva almare. Per l’occasione dell’inaugurazione della stagioneestiva, i proprietari del locale hanno invece deciso discommettere sulla carne e, precisamente, sui prodottidella lavorazione del Maiale Nero d’Aspromonte. Oggi,l’antico suino nero pascola allo stato brado nel suo habi-tat di origine, l’Aspromonte, in cui la natura dei boschi èimpervia, molto spesso incontaminata o persino vergine.Questa specie ha origini antichissime e, secondo alcunicenni storici, sembra risalga ai suini locali incrociati nel-l’antichità con ceppi di razza romanica, iberica e celtica. Sinutre liberamente di ghiande, castagne, radici, tuberi,funghi e degli altri frutti del sottobosco. Per l’occasionesarà Arturo Rocca, ambientalista stagionato, a enumer-are le ragioni della bontà di carni di maiale nero allevato

in tale ambiente. La sua morfologia primordiale è rimas-ta immutata a testimoniare la purezza della specie: forte,rustico, possente, con due appendici pendule sotto la golae, nell’esemplare maschio, una criniera, caratteristicheche lo rendono distinguibile fra tutti i maiali neri calabre-si e che si ritrovano nei profumi e sapori dei prodotti lavo-rati delle sue carni. Carne si, carne no. Il dibattito è aper-to e la contrapposizione tra salutisti di varia specie alimen-ta i convegni ed i social. Sarà Pietro Schirripa, tra gli antes-ignani assertori della reintroduzione e della valoriz-zazione del maiale nero d’Aspromonte, a dare una rispos-ta sui valori nutrizionali delle sue carni. Porterà i saluti delConsorzio del maiale nero d’Aspromonte il presidenteFrancesco Macrì. Farà da cornice la forza espressa dagliallevatori della Locride, che proprio lo scorso settembre sisono associati, con la benedizione del GAL “TerreLocridee” e “Kroton”, che per l’occasione hanno messoda parte l’antagonismo che risale alla Battaglia dellaSagra del VI sec. a.C. Per una volta il Nero per il futuro è

Il “miracolo” del Marconi: i primi adulti conseguono il diplomaLa fine di un annoscolastico compli-

catissimo come quel-lo del 2019-2020 hacomunque riservatoenormi soddisfazioniai docenti del nostrocomprensorio. Tra

essi, particolarmentecontenti si dicono iprofessori dell’IIS

Marconi di Sidernoche, nonostante i

tempi difficilissimi,hanno accompagna-to fino al diploma ungruppo di adulti che,per i motivi più dis-parati, erano staticostretti ad abban-donare gli studi in

gioventù.

Un altro difficile, faticoso, complicato anno scolastico è finito.Il 2020 sarà ricordato, quasi sempre in negativo, per la pandemia che ha cambiato radicalmente le nostrevite, i nostri rapporti, il nostro lavoro.Ma all’I.I.S. Marconi di Siderno è successo un piccolo miracolo, una di quelle cose che ti fanno pensare:“Beh! Le cose possono davvero andare meglio; esiste una possibilità di riscatto.”Ci riferisco ai Corsi di II Livello che, fino alla riforma del 2015, si chiamavano, anche con una certa “suffi-cienza”, corsi serali. Corsi per gli adulti che decidono, con grande coraggio, durante il cammino della lorovita , a volte complicata, di riprendere gli studi interrotti. Ragazzi che non avevano capito “al momento giu-sto” l’importanza dello studio, donne e uomini adulti cui è stata negata la possibilità di studiare per moti-vi culturali o economici, persone di tutte le età che hanno incontrato difficoltà di varia natura e che hannodeciso di riprendere in mano la loro vita e di mettersi in gioco, riprovare: tornare a scuola.Per il Marconi di Siderno è un’esperienza relativamente nuova, questo è stato il secondo anno, ma sonogià attivi due corsi, Amministrazione Finanza e Marketing (ex Ragioneria) e Costruzioni Ambiente eTerritorio (ex Geometra). È possibile conseguire un diploma in tre anni, o anche meno, se si è già frequen-tato qualche anno delle scuole superiori; vi è l’opportunità, infatti, di frequentare due anni in uno. Il corsoè strutturato su tre periodi: il primo comprende le classi 1ª e 2ª; il secondo, 3ª e 4ª e il terzo corrispondealla 5ª classe del diurno.Per noi dell’IIS Marconi, dalla Dirigente Clelia Bruzzì, che ha creduto molto in questo progetto e alVicepreside Bruno Pelle, il deus ex machina di questo corso, passando per tutti i Docenti che si sono alter-nati dietro le cattedre di queste aule stracolme di persone eccezionali, è stata un’esperienza esaltante comepoteva esserlo solo vedere persone che, partendo da contesti di vita completamente diversi hanno ripresoin mano i fili della loro storia e sono ripartiti, acquisendo, col tempo, fiducia e progettualità per un futurodiverso e probabilmente migliore.Un’esperienza unica, sia dal punto di vista didattico sia umano. Un’opportunità di crescita per tutti, docen-ti e alunni, che si sono misurati in questi due anni con la Matematica, l’Italiano, la Geopedologia e viadicendo, ma soprattutto con loro stessi, raggiungendo risultati che neanche immaginavano.Quest’anno abbiamo avuto due classi terminali che hanno affrontato, esattamente come i ragazzi, l’Esame

di Stato, ottenendo risultati eccellenti, tanto da stupire il Presidente della Commissione d’Esame, che nonsi aspettava livelli tali in un corso per adulti. E invece gli alunni del Marconi hanno dimostrato grandedeterminazione nonostante la difficoltà della didattica a distanza, che per loro è stata più problematica,rispetto ai ragazzi. Prima, la scuola era il momento per staccare dagli impegni, dalle famiglie, il tempo perconcentrarsi, per studiare, per dedicarsi a loro stessi, ma da marzo ciò non è stato più possibile. Ma loro cel’hanno fatta lo stesso, quindi maggiore è il plauso a queste persone che, tra mille difficoltà, si sono impe-gnate al massimo raggiungendo importanti risultati. Parlano i numeri: un 100, molti voti sopra il 90 e l’80.Un ottimo risultato dal punto di vista didattico, una grande soddisfazione per i Docenti che si sono spesisenza risparmiarsi per trovare sempre nuove strategie di insegnamento in un contesto tanto eterogeneo.Al di là dei risultati (ottimi), colpiscono le storie di queste persone che, come fiumi, anche dai percorsi tor-tuosi, alla fine, hanno trovato il loro mare. Le storie dei singoli, che fanno la nostra Storia.La luce di orgoglio negli occhi di una signora, non più giovanissima, con figli, famiglia, uno, due e anchetre lavori, che ha concluso un Esame brillante, impressionando, con la sua dialettica, la commissione (e séstessa), mentre pochi minuti prima era convinta di non poter affrontare l’Esame. Il trentenne che ha pas-sato due anni pensando che non ce l’avrebbe fatta, che non ne sarebbe stato all’altezza e invece, comedirebbero oggi i ragazzi, ha “spaccato”, meritando il bonus. Una coppia, marito e moglie, che nei pome-riggi bui d’inverno venivano a scuola con il loro bambino, come fanno anche molte altre mamme nostreallieve, che non possono lasciare i loro figli soli, che hanno preso il diploma insieme (grande insegnamen-to per il figlio). Poi c’è chi è tornato a scuola per imparare tutto il possibile, tutto quello che non aveva potu-to conoscere, con quella voracità di sapere che è difficile trovare in un adulto. Il ragazzo o la ragazza bul-lizzati, che avevo mollato pensando di non farcela e adesso hanno un diploma. Lo studente modello cheaveva dovuto abbandonare, più che gli studi, i suoi sogni, i suoi progetti di vita, che trova, forse, nel votopiù alto una conferma al suo innegabile valore. Tante storie, tante vite che si sono incrociate e hanno fattoun pezzo di strada insieme alla famiglia del Marconi, per giungere a risultati veramente notevoli.Persone che ci hanno creduto, fino in fondo, persone con cui abbiamo lottato quotidianamente, e con cuiabbiamo vinto, insieme.

Il gruppo docenti dell’IIS Marconi di Siderno

Giovedì prossimo, ad Ardore, al ristorante-

lido un menùparticolarissimo.

Mettendo da parte leclassiche grigliate dipesce in riva al mare,

infatti, il lido siconcentrerà sullapresentazione e

promozione di piatti abase di Maiale Nero

d’Aspromonte, del qualesaranno presentate

anche le caratteristiche,la storia e le proprietà.Un appuntamento da

non perdere percomprendere perché ilfuturo della Locridedebba essere nero!

È quanto silegge in una

sentenza emessaquesta settimanadal Tribunale di

Locri, che haassolto cinque

imputati “perchéil fatto nonsussiste” e

dichiarato chenon ci fu alcuna

arbitrariaoccupazione disuolo pubblico

con lacostruzione del

manufatto di 212metri quadri che

ospitava illocale.

Siderno: Il “Cremino” nonoccupò abusivamentedemanio pubblico

Secondo la sentenza emessa dal giudice Vanessa Manni,del Tribunale di Locri, sul Lungomare delle Palme diSiderno non c’è stata alcuna “arbitraria occupazione di250 mq del demanio marittimo mediante la realizzazionedi un manufatto non amovibile con travi di fondazione inc.a. e strutture in elevazione di tipo lamellare della super-ficie di mq 212”. Assolti “perché il fatto non sussiste”,dunque, i cinque imputati di un processo nato da unostralcio dell’indagine convenzionalmente intesa“Cremino”, che si era occupata di accertare l’occupazioneabusiva e la realizzazione di un manufatto destinato alocale pubblico violando una serie di norme edilizie einvadendo un’area di proprietà demaniale “al fine dioccuparla o di trarne comunque profitto”.Nel filone conclusosi questa settimana davanti al giudicemonocratico sono stati coinvolti, a vario titolo e conmodalità differenti, il legale rappresentante della societàcommittente del progetto, il tecnico che lo ha redatto e hadiretto i lavori, il titolare dell’impresa esecutrice e ilsoggetto che aveva ottenuto la concessione dal 2001 al2004.Nel corso del lungo e articolato dibattimento le difese,rappresentate dagli avvocati Vincenzo Gerasolo,Giuseppe Sgambellone, Elio Pezzano, Ugo Ricupero eAlessia Ferraro, hanno evidenziato l’infondatezza delleaccuse, ricostruendo, anche con l’apporto di una copiosadocumentazione, la vicenda e chiedendo l’assoluzione deirispettivi assistiti.Il giudice ha accolto le argomentazioni difensive assolven-do gli imputati e disponendo il dissequestro e la resti-tuzione del manufatto, riservandosi, come di consueto, 90giorni di tempo per depositare le motivazioni.Ricordiamo che, nel settembre del 2018, il Tribunale diLocri, questa volta in composizione collegiale, in un altrofilone della medesima indagine, aveva assolto altri seiimputati accusati a vario titolo e con modalità differenti diabuso d’ufficio in concorso tra di loro, che secondol’ipotesi originaria dell’accusa avrebbero, in tempi diversi,procurato un ingiusto profitto al titolare della ditta cheoccupava un suolo demaniale comunale posto sul lungo-mare di Siderno senza che fosse in possesso di una rego-lare concessione. Allora gli imputati sono stati assolti conla formula “perché il fatto non costituisce reato”.

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05 LU

GLIO

- 14

Insomma, oggi possiamo dire, dopo lospot sul turismo in Calabria, che ancorauna volta abbiamo tolto alla tradizionenordica i propri eroi e li abbiamo visti dirot-

tarsi verso Sud. Una missione non nuova in questi ultimianni, condotta da illuminati per salvare una terra mairedenta sia nel nome di una legalità ossimorica sia di un’e-conomia che non va oltre la sussistenza di chi può e di chinon può, con buona pace dei suoi feudatari romani e dellepiccole espressioni di potere che macinano un quotidianofatto delle solite notizie.Oggi esprimo una libera (e non condizionata da riservaalcuna) riflessione che parte da un Nord calabro-italicoche guarda, inutilmente, alla propria terra con speranza esi accorge che dalle conquiste politiche si è passati anchealle conquiste culturali, si fa per dire, di nuovi sacerdoti diuna comunicazione discutibile, se non grottesca, per certiversi. Una comunicazione che manca l’obiettivo di dareun’immagine nuova, diversa, conciliante e premurosa diuna terra che non ha certo bisogno di un’emergenza sani-taria altrui, si fa per dire, per promuoversi in ciò chepotrebbe offrire dovendo, essa stessa, fare i conti sulleproprie capacità di cura e di assistenza.Lo spot della Locride e della Calabria in generale lancia-to da un Tg nazionale non presenta nulla di positivo, al di

là di immagini note, nelle sue forme e nei contenuti utiliz-zati nello scegliere di promuovere una possibilità turistica,perché di possibilità si tratta e non di un’offerta, cercandodi far presa sulle disgrazie altrui.Covid free e non free, tutta l’Italia sta uscendo da unapaura collettiva, deriva a cui la stessa Calabria non hamancato di dare il suo contributo.Tuttavia, credo che gli argomenti da offrire alpubblico/utente, cercando di convincerlo, non siano dagiustificarsi sul paragone di un distanziamento sociale checontraddistingue secoli di marginalità con l’affollata sta-gione estiva di un altrove ben noto a chi ha ideato lo spot.Gli argomenti sono o, meglio, dovrebbero essere, altri,caratterizzati non dalla scelta della critica prefigurata perfar parlare di sé, ma dalla capacità di attrarre per stilericorrendo a messaggi che, subliminando l’intenzione, seproprio ciò è necessario, non giocano sulla sicurezza einsicurezza di altre offerte in modo quasi impietoso.L’idea che si possa sottrarre utenza a un concorrente nonla si muove sulle spoglie dello sconfitto, ammesso che taledebba essere considerato il turismo del Nord, ma sullacapacità di esprimere con umiltà e buon senso la diversitàdei luoghi o dello stesso stile di vita che si propongono inalternativa. Stili di vita o nuove idee per una vacanzaancorati non solo all’ingrasso o alla sicurezza da Covid -

salvo poi veder chiudere come zona rossa un tratto dicosta calabrese - ma alle disponibilità di strutture ricettive,a una sanità efficiente che dia sicurezza e fiducia al turista,a un territorio pulito e senza lasciti di ricordini per stradache denotano il senso civico del rispetto dei luoghi. Credoche aver bucato lo schermo possa essere un risultato.Tuttavia, vorrei far considerare, pur non essendo chi scri-ve né un Walter Lippman né un Marshall McLuhan, cheuna Good Society, una buona società, non la si realizzacostruendo spot e notizie che amplificano le debolezzedell’avversario o, in questo caso, del competitor turisticodi sempre: le spiagge, soprattutto dell’Adriatico. Cosìcome mettere in campo una buona promozione nonsignifica giocare con le offerte comunicative penalizzandol’offerta altrui credendo di poter stabilire un successo aprescindere. Il gioco comunicativo è un gioco che tende acreare credibilità ma può, se sfugge di mano, screditarenon solo i destinatari, ma anche coloro che producono lanotizia.Il news management, termine caro ai nuovi guru delleagenzie, che pone la notizia come un prodotto da confe-zionare e vendere, ha delle sue regole e i suoi prezzi dapagare. Giocare sul bias cognitivo delle persone non dàsempre gli effetti sperati. Una comunicazione distorsiva,alla fine, produce sempre gli effetti di una chiusura ancor

più radicale ed è ciò di cui la Calabria, in questo momen-to, non ha proprio bisogno. Semmai, essa ha necessità dientrare in sinergia con gli altri e di porsi sulle stesse matri-ci di crescita delle regioni solo oggi in difficoltà, ma dicerto non così marginali.Lo spot che tende a promuovere una terra ritenuta sicu-ra contro i rischi di altre destinazioni così manifestamen-te espressi, alla fine creerà solo l’ennesima barriera. Ma,ciò nonostante, probabilmente, anche grazie a questepoche righe, l’ideatore dello spot avrà raggiunto il suorisultato: quello di essere l’argomento del momento.Certo, per chi fa della notorietà la sua ragione di esisten-za la frase di Oscar Wilde per cui “C’è una sola cosa almondo peggiore del far parlare di sé ed è il non far parla-re di sé” rappresenta quasi un paradigma comportamen-tale. Tuttavia, credo che vi sia una Calabria che chiede diessere ben considerata per ciò che è.Vorrei, perdonatemi la velleità, che se ne parlasse beneper stile, per modo di porsi e per ciò che essa è capace dioffrire senza aver bisogno di confrontarsi o sottrarre spa-zio soprattutto approfittando delle difficoltà altrui. Forsesarebbe una Calabria che non fa notizia. Ma per fare noti-zia in questo modo sarebbe meglio restarenel nostro, purtroppo e ancora una volta,dignitoso silenzio!

CALABRESE PER CASO di Giuseppe Romeo

Il nostroviaggio

dei ricordiprosegue

esaminandola settimana

che vadal 5 all’11

luglio.

5 LuglioAccade che:1841 (179 anni fa): Thomas Cook, imprenditore inglese,organizza il primo pacchetto turistico modernamenteinteso, realizzando la prima agenzia di viaggio.1946 (74 anni fa): Nasce il bikini, inventato dal sarto fran-cese Louis Rèard a Parigi. Il nome richiama l’atollo diBikini, nelle isole Marshall, nel quale negli stessi anni gliStati Uniti conducevano esperimenti nucleari.Scomparsi oggi:1899 (121 anni fa): Muore a Napoli Francesco SaverioArabia, saggista, poeta e drammaturgo. Nato aDipignano (Cosenza) il 24 marzo 1821, avvocato prima epoi magistrato, amò le belle lettere e scrisse: “Poesie”,“Gherardo dè Rinieri”, la novella in versi “TommasoCampanella”, opere teatrali e “Ricordi di letteratura”.

6 LuglioAccade che:1957 (63 anni fa): Primo incontro tra John Lennon e PaulMcCartney nella chiesa di St. Pete a Liverpool, durante lepause dell’allora gruppo di John Lennon (i“Quarrymen”).1970 (50 anni fa): In Italia cade il terzo Governo Rumor,il venticinquesimo della Repubblica Italiana, il quartodella V legislatura.Nati oggi:1904 (116 anni fa): Nasce a Villa San Giovanni (ReggioCalabria) Giovanni Calì, ingegnere e industriale.Appartenne alla razza dei calabresi che sanno farsi onore,fu capace di dar vita a Milano a una struttura industriale,la Elettrocondutture, che diede pane anche ai calabresi.Fu una sua creatura il premio “Villa San Giovanni”, dellacui giuria fecero parte uomini alti della cultura italianacome Bocelli, Dessì, Petroni, Selvaggi e tanti altri. Muorea Milano il 22 maggio 1985.

7 LuglioAccade che:1868 (152 anni fa): La Camera del nuovo Regno d’Italiavota a favore della tassa sul macinato, su iniziativa di LuigiMenabrea.1960 (60 anni fa): A Reggio Emilia, durante gli scontri traforze dell’ordine e lavoratori, perdono la vita cinque ope-rai. L’evento, noto come Strage di Reggio Emilia, ha datonome a una piazza della città “Piazza Martiri del 7 luglio”.Scomparsi oggi:

1994 (26 anni fa): Muore a Roma Rocco Minasi, avvoca-to, politico e meridionalista. Nato a Scilla (ReggioCalabria) il 14 marzo 1910, fu avvocato di grande periziagiuridica, mise il suo sapere al servizio del popolo. Fu unodei massimi protagonisti della vicenda del PSI, portatopoi a dissoluzione da uomini senza fede. Nel 1963 fu tra ifondatori del PSIUP (Partito Socialista Italiano di UnitàProletaria) e, dopo il suo scioglimento, si ritirò dalla vitapolitica attiva, alla quale aveva impresso il segno di unpensiero e di una passione non comuni, calati da unaprosa avvincente, come dimostrano gli Atti parlamentari.

8 LuglioAccade che:1904 (116 anni fa): In Italia la legge Orlando estende l’ob-bligo scolastico da 9 a 12 anni, ma avrà scarso successo acausa delle poche scuole presenti nei Comuni d’Italia.1978 (42 anni fa): Sandro Pertini è eletto settimoPresidente della Repubblica Italiana al sedicesimo scruti-nio con 832 voti su 995. Rimase in carica fino al 1985,primo socialista e unico esponente del PSI a ricoprire lacarica.Nati oggi:1876 (144 anni fa): Nasce a Cosenza Pietro Mancini,avvocato e politico, figura notevole del socialismo cala-brese. Fondò e diresse, nel 1905, il giornale “La ParolaSocialista”. Patì il confino durante il ventennio fascista efu Ministro dei Lavori Pubblici nel 1944. Senatore dellaRepubblica, impressionò l’aula con la sua oratoria cheraggiungeva il lirismo. Muore a Cosenza il 19 febbraio1968.

9 LuglioAccade che:1942 (78 anni fa): Durante l’Olocausto la famiglia diAnna Frank si nasconde nell’attico sopra l’ufficio delpadre, in un magazzino di Amsterdam. Rimasero nasco-sti per più di due anni, fino a quando la mattina del 4 ago-sto 1944 la Gestapo fece irruzione nell’alloggio segreto, inseguito a una segnalazione da parte di una persona maiidentificata, arrestando tutte le otto persone nascoste.2006 (14 anni fa): A Berlino, l’Italia batte la Francia per6-4 dopo i calci di rigore nella finale dei mondiali di calciodi Germania 2006 (1-1 dopo i tempi supplementari). È ilquarto titolo mondiale conquistato dagli azzurri, 24 annidopo il precedente trionfo a Spagna ’82.Scomparsi oggi:

1813 (207 anni fa): Muore a Napoli Nicola AntonioManfroce, musicista. Nato a Palmi (Reggio Calabria) il 20febbraio 1791, per la sua spiccata vocazione alla musica lafamiglia gli fece frequentare il Conservatorio della Pietàdei Turchini di Napoli. La sua prima opera, “Alzira”, furappresentata a Roma nel 1810; l’altra, “Manfredi” aMilano nel 1816. Il suo capolavoro resta “L’Ecuba”, rap-presentata al teatro San Carlo il 13 dicembre 1812 e a taleopera si ispirò, per il suo Mosè, Gioacchino Rossini.

10 Luglio138 (1882 anni fa): A Roma, Antonino Pio è acclamatodal popolo imperatore romano. L’epiteto Pius gli venneattribuito per il sentimento di amore filiale che manifestònei confronti del padre adottivo, che fece divinizzare.2011 (9 anni fa): Viene pubblicato l’ultimo numero delgiornale “News of the World”, settimanale britannicofondato il 1º ottobre 1843.Scomparsi oggi:1821 (199 anni fa): Muore a Napoli Angelo Masci, giuri-sta ed economista. Nato a Santa Sofia (Cosenza) il 7dicembre 1758, fu nominato, nel 1810, CommissarioRegio per la ripartizione dei demani in terra di Calabria edi Basilicata. Di particolare interesse risultano i saggi“Esame politico-legale dè diritti e delle prerogative dèBaroni nel Regno di Napoli” e “Discorso sull’origine,costumi e stato attuale della Nazione albanese”.

11 LuglioAccade che:1895 (125 anni fa): I fratelli Lumiere, imprenditori fran-cesi, inventori del proiettore cinematografico, mostranoun film a degli scienziati.1955 (65 anni fa): La frase In God we trust (Confidiamoin Dio) viene aggiunta su tutte le banconote statunitensi.Scomparsi oggi:2011 (9 anni fa): Muore a Grottaferrata (Roma)Ferdinando Cordova, storico. Nato a Reggio Calabria nel1938, ha dedicato in maniera particolare la sua attenzio-ne alla vicenda calabrese, di cui danno conto i seguentivolumi: “Alle origini del PCI in Calabria”, “Massoneria inCalabria” e “Il fascismo nel Mezzogiorno: le Calabrie”.Ha diretto la rivista “Giornale di storia contemporanea”.

Aforisma della settimana: “Il piacere più nobile è la gioiadi comprendere”. Leonardo Da Vinci

Rosalba Topini

Il tempo dei ricordi

Non ne azzecchiamo una! Ma una…

Accade che…

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GIUDIZIARIA

Con il passare degli anni il contesto investi-gativo ha scardinato una serie di rapporti econnivenze tra politica, affari e criminalità

organizzata. Il lato oscuro dei rapporti crimi-nosi si inserisce fortemente nella società, condizio-nandola, sotto molteplici profili.Con l’indagine “Rinascita – Scott” sono stati svelatiinquietanti rapporti in cui anche un professionista,nonché politico di lungo corso, appare con un ruolodi primo piano nelle dinamiche territoriali in unambito in cui le consorterie della ’ndrangheta sonopervasive al punto da imporre il loro volere nella vitadi ogni giorno e cercando di diventare il centro di unsistema economico per accaparrarsi ogni possibilerisorsa “pulita”.In questo “lato oscuro” il professionista supera il con-cetto di “colletto bianco” per diventare motore pro-pulsivo e soggetto “pienamente a disposizione deiboss, dai quali riceve disponibilità ed ha ottenuto, inpassato, doni molto costosi come orologi di lussodelle case più prestigiose”.C’è chi mette “a disposizione dei pezzi grossi della’ndrangheta, le sue conoscenze ai livelli apicali inambito medico, universitario e, in generale, in ognisettore della società civile. D'altro conto, per comeemerso dalla stessa voce dei protagonisti delle vicen-de esaminate (alcuni ritenuti boss o intranei al siste-ma criminoso) si rivolgono a lui ‘a colpo sicuro’,dando per scontata la sua disponibilità, apprezzandole sue conoscenze ad ogni livello, contando su unafedeltà di ampiezza incommensurabile”.Un “siffatto modo di comportarsi è indicativo delfatto che i rapporti… esorbitano grandemente dallasfera del rapporto professionale e vanno oltre, collo-candosi in una dimensione propria. Questa dimensio-ne si chiarirà con le parole dei collaboratori di giusti-zia che, senza mezzi termini, definiranno… a disposi-zione dei vertici della consorteria”.C’è chi cerca in tutti i modi di poter contribuire a ren-dersi visibile il più possibile, anche se con una certadiscrezionalità, come quel professionista che “simuove in tutti gli ambiti con le sue conoscenze, inter-viene anche a favore della figlia di G. per risolvereuna delicata questione” presso un istituto bancario.Su queste e altre basi simili si fondano le considera-zioni degli inquirenti che hanno rilevato altre vicendedi estremo interesse che consentiranno di raggiunge-re la conclusione, invero più consona al ruolo effetti-vamente rivestito da questo/i soggetto/i cheviene/vengono ritenuto/i: non mero/i concorrente/iesterno della consorteria, ma dei veri e propri asso-ciati con un ruolo “proprio”.Il contenuto dell'interrogatorio di alcuni collaborato-ri di giustizia, del resto “si mostra di estremo rilievoperché dà conferma di un dato emerso, anche se inmaniera sottintesa, in tutte le vicende finora rappre-sentate e contribuisce a ricostruire unitariamente,offrendone una lettura sistematica, i rapporti e i lega-mi… con persone ben collocate socialmente e con ivertici delle associazioni mafiose”.Figura che si troverebbe “all’interno di un contestomolto grigio, in una zona d'ombra nella quale siaddensano tutti i più alti interessi delle persone concui entra in contatto. Si tratta di relazioni intessute acondizione di reciprocità perché, come si evince glo-balmente, lo stesso… ne trae un tornaconto persona-le”.Non a caso, è ritenuta “azzeccata e che non ha biso-gno di precisazioni” l’affermazione di una personache, nel riferirsi a un professionista e politico di lungocorso avrebbe affermato: «quindi èun mafioso!?».Sono figure in cui “si sublima quella linea indefinita,appena sfumata, di contatto tra gli alti vertici della’ndrangheta (lontani, come sopra esaminato, dall'i-deal-tipo immaginato dall'uomo comune dello’ndranghetista “troglodita”) e gli alti verticidella società, possedendo la chiave di SanPietro a servizio dei vertici della 'ndrangheta”.

FRUTTI DIMENTICATI

Il lato oscuro deirapporti criminosi

A TAVOLA CON BLUETTE

CAPSICUM L.FAMIGLIA SOLANACEE

Tutte le varietà dei peperoncini piccanti derivano dalgenere capsicum, che si divide all’interno in cinquespecie.Tanto per cominciare, il termine capsicum i botanicilo fanno derivare dal latino capsa, che significa cassa,forse per il fatto che alcuni tipi hanno la forma dicassa ma, più probabilmente, derivano dal verbogreco “capto” o “capso” che si significa mordere conavidità, nel senso di ingoiare qualche cibo con ingor-digia, ma in questo caso significa addentare doloro-samente, in quanto il bruciore che determina l’ad-dentare un peperoncino, ricorda addirittura il morsoche si subisce da parte di qualche animale.I peperoncini diffusi da più tempo nei nostri territo-ri sono quelli ascrivibili alla specie “capsa frutescens”e, probabilmente, sono quelli che per primi raggiun-sero la Calabria, direttamente dall’America, general-mente Centrale e Meridionale da cui derivarono.Bisogna ricordare che tali territori furono i primi adessere colonizzati dagli spagnoli, assieme alle isoledel Mar dei Caraibi e naturalmente la diffusione rag-giunse la nostra terra immediatamente dopo la colo-nizzazione spagnola di tante aree dell’America.L’Italia meridionale fu governata dagli spagnoli acominciare dalla prima metà del XV secolo, primacon gli Aragonesi, nella persona di Alfonso Vd’Aragona il Magnanimo, che nel 1443 si impadronìdel regno di Napoli, assumendo il titolo di Alfonso I,e poi direttamente dagli spagnoli nel 1503, quando sisostituirono agli Aragonesi che li chiamarono inaiuto contro i francesi che avevano invaso il Regno diNapoli.Quindi dall’America, che cominciò ad essere colo-nizzata dagli spagnoli subito dopo la scoperta diCristoforo Colombo, avvenuta nel 1492, cominciaro-no a essere introdotti in Europa nuovi prodotti ali-mentari, che cominciarono a essere utilizzati primacon diffidenza.Tra di essi ricordiamo i pomodori, che divennerod’uso diffuso solo a partire dal ‘700, le patate, alcunitipi di fagioli e naturalmente tra i nuovi prodotti ali-mentari giunti dal nuovo continente, ci furono anchei peperoni e, naturalmente, i peperoncini piccanti.Con il passare del tempo i nuovi prodotti alimentariraggiunsero i Paesi Europei e furono accolti dappri-ma con molta circospezione e prudenza, passandoprima dalla curiosità ornamentale con cui furono uti-lizzati, ad esempio, i pomodori; infatti essi furono uti-

lizzati come piante alimentari solo a partire dal ‘700,come già abbiamo accennato.Più rapida fu la diffusione delle patate, che ebberoun successo migliore, in quanto si adattavano meglioai climi svariati che andavano da quelloMediterraneo, a quelli temperati freddi.Inoltre, le patate avevano una maggiore capacità disoddisfare le esigenze delle popolazioni più poveredell’Europa, che attraversata costantemente da eser-citi in armi che danneggiavano i seminati provocan-do fame e carestie.Esse avevano la possibilità di essere coltivati in picco-li spazi costituiti dagli orti e dare prodotti abbondan-ti, come capiterà in seguito per i pomodori.Dall’America arrivarono tante varietà di fagioli, tran-ne i dolici, ovvero quelli che producevano baccellilunghi e generalmente tondeggianti, originaridell’Africa e presenti già in Europa da tempi imme-morabili; tra questi ricordiamo i fagioli dell’occhio,che sono i più diffusi nel mondo.In Calabria ebbero tanto successo i peperoncini pic-canti, oltre che in tutta l’Italia meridionale, anchenell’ambito dei territori dominati dagli spagnoli.Delle tante varietà di peperoncini piccanti, inCalabria, ebbe una rapida diffusione la varietà“capsicum fructescens”, che offre caratteristiche par-ticolari dovute alle infiorescenze bianche che si tra-sformano poi in peperoncini verdi, che alla fine assu-mono definitivamente il colore rosso.In tutti i nostri territori prevalevano, fino a pochidecenni fa, solo i peperoncini colorati di rosso a varieforme ma, di recente, sono stati diffusi anche altri tipidi vari colori.Nei miei spostamenti all’interno della Locride, spes-so vado a Caulonia a trovare il mio amico carissimoSanto Strati, che ha trasformato il suo campo sulladestra idrografica dell’Amusa in un rifugio privilegia-to di biodiversità, prevalentemente del territorio,anche se talvolta deroga da tale regola, accettandoanche piante esotiche.Nell’estate 2019 visitai il campo di Santo e, girandoall’interno e cercando di fotografare m’imbattei inuna pianta particolare di peperoncini piccanti che ilmio amico denominò Corno d’Ariete, in quanto sisviluppano notevolmente in lunghezza, ma in formacontorta, come talvolta capita per le corna dell’arie-te.Risultano più piccanti di ogni altra varietà del nostroterritorio e rigorosamente sono originari diCaulonia.

Orlando Sculli

Peperoncino corno d’ariete di Caulonia

“CAPESANTEGRATINATE”

Tra le collezioni filateliche di storiapostale molto seguita è la Posta militare,cioè quel Servizio logistico di un eserci-to in attività, dotato di propria organiz-zazione nonché di personale e mezzi ditrasporto militarizzati. Fino a tuttol’800(vedi pezzo riprodotto della postamilitare sarda nel risorgimento italiano)il maggior interesse della posta militareera per le necessità di servizio: per i mili-tari erano solo previste agevolazioni

tariffarie – una tassa fissa non basatasulla distanza oppure le tariffe interne,una tassa ridotta per le lettere lorodirette, e dal 1866 la possibilità di spedi-re con tassa semplice a carico del desti-natario – anche se ai tempi diNapoleone fu inventato proprio per loroil servizio delle reconnaissances per laspedizione virtuale di denaro. In Italia lafranchigia postale per le corrispondenzedei soldati fu introdotta per la prima

volta nel 1896, per i militari in Eritrea, eripresa durante ogni guerra successiva.La prima normativa unitaria sul serviziopostale militare in caso di guerra risaleal dicembre 1913, ma venne completa-mente rivista già nel maggio 1915, almomento di metterla in pratica. NellaPrima Guerra Mondiale furono creatiappositi servizi pacchi per le truppe alfronte, e altrettanto avvenne durante laseconda Guerra mondiale; inglesi e

ame-ricani introdussero invece un ser-vizio a mezzo microfilm (vedi Airgraphe V-Mail). Alcuni Paesi, come Germaniae Francia, hanno emesso speciali franco-bolli, cartoline o buste per regolare laconcessione della franchigia ai militari;in altri casi sono stati emessi francobolliappositi per gli uffici di posta militare,per evitare speculazioni (ad esempio i

PMitaliani). Per la Marina, e speci-ficamente le navi da guerra in acqueestere, il servizio fu regolato dall’accor-do del 25 luglio 1892; anche per i mari-nai in guerra furono approntate specialicartoline, la prima delle quali con testiprestampati.

Frana

La PostaMilitare

Ben ritrovati questa settimana a tavo-la con Bluette con una mia ricetta:

DOSE: PER 4 PERSONE DIFFI-COLTA’: FACILE TEMPO 40 MIN. Ingredienti: 12 capesante, 25 gr. di funghi secchi, 50gr. di prosciutto crudo un po’ grasso, 2spicchi di aglio 2 scalogni, 4 pomodoriun po di panna un ciuffo di prezzemo-lo, 2 rametti di maggiorana, vino bian-co ,grana olio sale e pepe q.b.Procedimento: 1) Lavate a lungo le capesante,staccatele delle valve le noci e il coral-lo, eliminando la sacca sabbiosa; con-servate in conchiglie concave, tagliatele noci a fettine e tritate i coralli. In unaltro recipiente fate scaldare 4 cucchiaidi olio con il prosciutto tritato, gli spic-chi di aglio e gli scalogni pure tritati.

2 ) fate soffriggere il trito a fiammabassa, poi aggiungete i funghi ammor-biditi in acqua calda lavati e tagliuzzati.Dopo 5 minuti uniti la panna. Fate cuo-cere a fuoco vivo ancora per 5 minutilasciando addensare.

3) aggiungete al sugo le capesante ,il corallo, i pomodori dadini sale pepee gli aromi tritati.

4) Cuocete x 5 minuti; suddividetenelle conchiglie. Cospargetele di granae passatele sotto il grilli.

Alla prossima ricetta !!!

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I FRANCOBOLLI & LA POSTA

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www.larivieraonline.com Rattualità

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Le chat pin to pin tra dispositivi Blackberryconsentono ai detentori di tali apparecchidi scambiarsi comunicazioni scritteattraverso un particolare programma chesfrutta il sistema telematico creato dallacasa produttrice dei medesimi dispositivi,la RIM (Research In Motion), società consede in Canada.Cioè il soggetto che invia un messaggio aun altro utente dà avvio a una sequenza diquesto tipo: il messaggio viene cifrato dalsuo smartphone, spedito al server dellaRIM (allocato in Canada), e da qui inviatoall’apparecchio destinatario, chedecomprime il messaggio e lo rendeintelligibile.L’attività captativa di tali comunicazioniaventi a oggetto un’utenza straniera, o puressendo compiute all’estero da utenzemobili nazionali, può essere effettuata conla tecnologia dell’instradamento, ovverotutte le conversazioni vengono canalizzatesul territorio italiano e fatte transitaredalle centrali telefoniche ivi collocate e intal modo tutta l’attività di intercettazione,ricezione e registrazione delle telefonate,pur riguardando chiamate provenientidall’estero (da utenze estere o nazionali)viene compiuta completamente sulterritorio nazionale.Ciò comporta, quale logica conseguenza,che la suddetta attività soggiace alle regolepreviste dal codice di procedura penaleitaliano all’art. 266 c.p.p. senza necessità diuna rogatoria internazionale.Questa tecnologia, però, rende inutileintercettare le chat attraverso i tradizionalicanali delle compagnie telefoniche, ovveroa mezzo la procedura di instradamento,perché i dati che vi transitano non possonoessere decifrati.Di conseguenza, di fronte all’uso dellatecnologia pin to pin, diffuso tra leorganizzazioni criminali per celare icontenuti delle conversazioni degliassociati, gli organi inquirenti, anzichéseguire l’iter della procedura diacquisizione dei dati in chiaro a mezzodella tecnologia dell’instradamento,alquanto difficoltosa, o avviare unaprocedura di acquisizione per rogatoria,prediligono raggiungere accordi di lacollaborazione (Cooperation Agreement)con la casa madre (Blackberry canadese)per captare e decifrare i messaggi.Il Cooperation Agreement consiste in unaformale richiesta da parte degli inquirentialla casa madre della Blakberry canadese diottenere i testi decifrati dei messaggi pin to

pin inviati e ricevuti dagli apparecchisottoposti a intercettazione.Quindi gli investigatori, trovandosi difronte all’esigenza di intercettare presunticriminali che comunicano tra lorosfruttando la tecnologia pin to pinmediante dispositivi BlackBerry, fino a oggihanno chiesto e ottenuto collaborazionedalla casa madre dei predetti apparecchitelefonici.Questa operazione, tuttavia, non puòessere compiuta in Italia, ma in Canada,perché il server su cui transitano queimessaggi si trova lì.Pertanto, una volta intervenuto l’accordotra gli investigatori italiani e la societàtelefonica canadese, quest’ultimaottempera direttamente all’attività dicaptazione e di decriptazione delleconversazioni, e successivamente trasmettegli esiti delle captazioni alleapparecchiature installate presso laProcura procedente, dove sono stateregistrate su appositi supporti informatici.Però a questo punto sorge il problema se leattività di acquisizione dei testi decifrati deimessaggi pin to pin debba seguire le regoledel sequestro probatorio o delle

intercettazioni di comunicazionitelematiche.Se l’acquisizione di dati telematici giàformati e già oggetto di operazioni diarchiviazione di massa presso un serverestero è senz’altro assimilabile a unaablazione ex art. 254 c.p.p. che aun’intercettazione di conversazioni, ex artt.266 ss. c.p.p.Di conseguenza il detentore dei dati, inquesto caso la Blackberry canadese, puòprocedere alla consegna spontanea dei datisenza che l’autorità giudiziaria italianarichiedente proceda al sequestroprobatorio ex art. 254 c.p.p., previarichiesta di rogatoria internazionale.D'altronde il sequestro probatorio serveper acquisire dati telematici già salvati,conservati e detenuti da un soggetto aprescindere da una espressa richiestadell’autorità giudiziaria, cioè se ildocumento informatico si è formato fuoried indipendentemente dal procedimentopenale.Quanto sopra detto è importante in quantosolo nel caso in cui la Blackberry canadesepotesse autonomamente captare le chat econservarle renderebbe corretta la

procedura della consegna volontariaseguita, nel caso di specie, per acquisire alprocesso il dato probatorio.Siccome è noto che la società Blackberry,per contratto con l’utenza, nel fornire ipropri servizi non conserva tutti i testi dellechat pin to pin intercorse tra gli utentiBlackberry (nel qual caso sarebbe correttoricorrere al sequestro probatorio), laconsegna volontaria non sarebbeproponibile posto che la società Blackberrycanadese non potrebbe procedere allaautonoma captazione dei dati senzaricevere alcuna autorizzazione da partedell’autorità giudiziaria canadese.E, d'altronde, se così fosse, la stessaincorrerebbe nella violazione della tuteladella segretezza delle conversazioni e ildato probatorio risulterebbe acquisitoillegittimamente, posto che detta societàprovvede a captare solo i messaggiscambiati dagli utenti nei cui confrontil’autorità giudiziaria italiana ha emessodecreto di autorizzazione alleintercettazioni seguendo una procedurasemplificata ma senza applicare le normedel codice di rito che disciplinano lemodalità di autorizzazione e di esecuzione

delle intercettazioni.In buona sostanza, l’attività di captazionevolontaria, operata dalla società canadesesu espressa richiesta di intercettazioneavanzata dall’autorità giudiziaria italiana,avviene per flusso di comunicazioni incorso relativo a sistemi telematici, il checomporta di per sé una attività diintercettazione telematica alla qualedovrebbe applicarsi l’art. 266 bis c.p.p. enon di sequestro.Tale soluzione non risulta scalfita neppuredalla considerazione che il novellato art.254 c.p.p. contempla oggi la possibilità diapprendere, con le modalità del sequestro,qualsiasi oggetto di corrispondenza, anchese inoltrato per via telematica.La disposizione in parola trovaapplicazione solo quando i dati oggetto dicorrispondenza sono già giunti aldestinatario, quando cioè il flusso dicomunicazione si è concluso.Ma se il dato viene captato mentre il flussoscorre e prima ancora che il destinatarioabbia avuto conoscenza dello stesso, si è inpresenza di una tipica attività diintercettazione.Anche la circostanza che l’acquisizione e lalettura dei messaggi da parte degliinquirenti avvenga in un momentosuccessivo alla captazione, non sposta itermini del problema: ciò che conta, perchési possa parlare di intercettazione, è che ilflusso di comunicazione venga acquisitoprima che sia giunto al destinatario, perchéè quello il momento in cui la conversazionesi svolge, ed è rispetto ad esso che deveverificarsi la contestualità.Sarebbe, invece, corretto invocare ladisciplina del sequestro nel caso in cui sivolessero acquisire i testi dei messaggi giàsalvati sul telefono dell’utente sottoosservazione.Pertanto, acclarato che nel caso di specie siè in presenza di una tipica esecuzione diintercettazione di flussi telematici, ci siinterroga se anche la captazione senzaalcuna autorizzazione può essere,comunque, effettuata direttamente dalgestore di telefonia estera nell’ambito delcooperation agreement, oppure se taleattività, in assenza di autorizzazione, nonpossa essere effettuata. Di conseguenzal’attività di captazione deve essere ritenutafraudolenta?

Vincenzo Nobile

Al netto del fallimento della compagnia Blackberrye del ritiro dal mercato dei suoi prodotti, la

giurisprudenza italiana deve fare ancora oggi iconti con la captazione delle chat di questidispositivi, che utilizzavano un sistema di

crittografia proprietario che impesice qualunquetipo di accesso alle conversazioni digitali per

questioni di privacy. La natura particolarissima diquesto sistema, anzi, crea tutt’ora non pochi

grattacapi a legali e giudici.

“La captazione dellechat Blackberry è di natura fraudolenta?

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www.larivieraonline.com Rcultura

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Quanto può essere difficile la distribuzione di unnuovo libro!Questo nella normalità.In tempo di Coronavirus la cosa diventa quasiimpossibile. Allora le tenti tutte: Pagina su inter-net, social sfruttati al massimo, mini-presenta-zioni tra parenti e amici, perché le belle presen-tazioni, quelle grandi, con le pizzette e gli aperi-tivi, non si possono fare.È per questo che ne scrivo.Ho editato, grazie ad Amazon, il mio primoromanzo: “Ricordatevi di Angelica” Una storiad’amore e di morte nella Calabria del 1700.Mi corre l’obbligo di narrarvi la trama:Un uomo sta tornando a casa in auto percorren-do la SS 111 da Cittanova a Locri.È una notte di tempesta. La pioggia torrenzialeè così violenta che impedisce la visibilità. La stra-da di montagna, tutta tornanti, sembra trasfor-mata in un torrente in piena. I tuoni continuisembrano latrati di terribili mostri. I lampi, atratti, illuminano la strada buia che i fari dell’uti-litaria riescono a stento rischiarare.D’un, tratto sull’altipiano della Melia, unadonna apparsa dal nulla ferma la macchina met-tendosi proprio in mezzo alla strada. L’autistafrena bruscamente per non travolgerla, poi aprela portiera e fa entrare la donna che si siede,senza dire una parola, sul sedile accanto alposto di guida.È fradicia di pioggia, ha i capelli lunghi e neri

che le cadono sulle spalle,indossa un lungo vestitonero e ha i piedi nudi.Non dice una parola e il suosguardo è perso nel vuoto.All’improvviso un ostacolodi traverso sulla stradacostringe il guidatore a fareun'altra brusca frenata, poi faper uscire, sotto la pioggia,per rimuoverlo. Nel contem-po la donna, rivolta all’uomopronuncia una sola frase,“Ricordatevi di Angelica” esparisce e con essa l’ostacolosull’asfalto viscido.L’autista, confuso e spaventato,riprende il suo viaggio versocasa, dove ritroverà la donnache, imponendogli le mani, lotrasporterà in una diversadimensione. Verrà catapultatonella stessa cittadina in cui vive,ma nella metà del '700. Quiconoscerà Angelica, una giovanecontadina poco più che sedicen-ne che vive e lavora nelle terredel Barone Orsomando.La giovane, un giorno, verrà rapi-ta dal Baronetto Filippo e portataa palazzo per soddisfare, com’era

d’uso, le sue voglie.A palazzo la Zingara Samira, però, impe-disce al baronetto di far sua la giovaneAngelica poiché riconosce nella ragazza laprescelta del Demone Lilith, veneratadalla Zingara.Samira, un tempo, aveva ricevuto dai suoiavi una pergamena dov’era descritto unrituale che avrebbe consentito di appro-priarsi di un immenso tesoro ammassato inun antro ai piedi del Castello Medievaledai Saraceni in fuga.La Zingara, seguendo scrupolosamente ilsortilegio descritto nella pergamena, sacri-fica atrocemente la giovane Angelica e ilpiccolo che la giovane portava in grembo.Il macabro rito non ha però l’effetto spera-to e la Zingara rimane imprigionata persempre nell’antro del tesoro.La madre di Angelica, la donna incontrataall’inizio dal guidatore, si vendica dellamorte della figlia uccidendo, nel corso diuna cerimonia religiosa, il baronettoFilippo nel Grande Duomo della Cittàmedievale, ma viene a sua volta giustiziatadagli uomini del barone.Molti altri personaggi vivono in quellasocietà nella quale si svolge la vicenda: ilCanonico Fragalà omicida per gelosia esuicida per onore; il Dottor Orione, sfuggi-to a Roma alle guardie papaline e rifugia-

tosi in quella Cittadina medievale; la pazzaErsilia, che la notte urla a tutti il propriodolore mentre va alla ricerca del propriofiglioletto strappatole in fasce perché ille-gittimo. È un microcosmo in cui i ricchi, gliecclesiastici e i potenti possiedono i piùpoveri considerandoli alla stregua delleloro proprietà, dei loro palazzi, delle loroolive, dei loro terreni e dei loro vini. Daquesto microcosmo si leva disperato ilgrido della madre di Angelica che chiedeche la propria figlia possa vivere almenonel ricordo della gente, che si raccontino leantiche vicende e che Angelica non vengadimenticata.La storia è ambientata a Gerace, anche seessa non viene mai menzionata, mentrevengono nominate con le antiche topono-mastiche varie cittadine della zona.È dunque un libro sulla Calabria che, però,non parla né di ‘ndrangheta né di miseria,né si piange addosso.Sotto questo aspetto è, quindi, un libroanomalo.È in vendita attualmente on line dal gran-de colosso Amazon.P.S. Accetto ben volentieri chiunque voles-se darmi, per questa estate, un luogo perpresentare il mio libro.

Bruno G. Siciliano

È stato pubblicato di recente “Ricordatevi diAngelica” libro che esplora in maniera mistica la

Locride del ‘700 senza narrarne le miserie e le vicendedi ‘ndrangheta. Il libro è reperibile online ma, a causadell’emergenza Coronavirus, non ha trovato lo spazio

promozionale che avrebbe meritato. Ecco perché ilsuo autore, Bruno Siciliano, si rivolge a noi per

poterne parlare e… sperare in qualcuno che gli dia lapossibilità di presentare il suo libro!

DSA e specifiche modalità di apprendimentoLeonardo da Vinci, Michelangelo, Beethoven, AgathaChristie, Picasso e molti attori attuali, da JackNicholson a Orlando Bloom, hanno tutti una “carat-teristica” in comune: un Disturbo Specificodell’Apprendimento (DSA).Il DSA è un deficit di funzionamento del sistema ner-voso centrale, biologicamente determinato, che simanifesta con una difficoltà significativa e persistentenell’automatizzazione delle competenze di base speci-fiche per l’area di apprendimento coinvolta, che sia lalettura, la scrittura, o il calcolo (Dislessia,Disortografia, Discalculia). Nell’esecuzione di questefunzioni sono presenti errori altamente caratteristici espesso è riconoscibile una familiarità di tale disturbo.Ora è importante sottolineare come la genialitàappartenente ai personaggi sopra elencati sia testimo-nianza dall’infinita ricchezza che risiede all’interno diogni specificità.I DSA, pur avendo un disturbo specifico della lettura,della scrittura e/o della comprensione del testo scritto,hanno spiccata intuizione e creatività, ed evidenticapacità empatiche, competenze tipiche del pensierolaterale. Questo "specifico pensiero" altro non è che unmodo “indiretto” di risolvere i problemi, ovveroprovare a guardare l’obiettivo da raggiungere dadiverse angolazioni. Questa modalità di pensiero sicontrappone al pensiero verticale e la differenza con-siste nel fatto che il secondo è un pensiero logico, selet-tivo e sequenziale, mentre il primo è generativo e intu-itivo, e permette di trovare nuove idee attraverso per-corsi alternativi.Pensiero laterale e pensiero verticale si riconducono aidue emisferi cerebrali destro e sinistro e al loro mododiverso di affrontare ed elaborare la realtà.

I bambini con DSA sembrano utilizzare maggior-mente l’emisfero destro nell’apprendimento. Perquesto motivo diventa di fondamentale rilevanza com-prendere cosa sia il pensiero laterale, al fine diimpostare una didattica adeguata, che possa valoriz-zare i punti di forza dei bambini eragazzi con DSA, così da evitare chegli stessi si trasformino in invalicabililimiti per l’apprendimento.Caratteristiche come la creativ-ità, l'intuizione el'empatia, in unamodalità diapprendimentoclassico, potreb-

bero sembrare superflue, comunque non essenziali, equindi non potenziate.Per fare alcuni esempi l’intuitopotrebbe essere pensato come a un lampo, che arrivaall’improvviso e ti dà la possibilità di risolvere un prob-lema di matematica saltando tutti i passaggi, e quindiviolando le metodologie di svolgimento insegnate.L’empatia ti dà la possibilità di guardare le persone conun occhio diverso, ci permette di comprendere come

si sente una persona emetterci nei suoipanni; questa carat-teristica migliora irapporti sociali a

ogni livel-lo.

L’empatia. in ambito scolastico. potrebbe servire acapire come si sente un’insegnante o un compagno indifficoltà, ma molto spesso queste emozioni ti si“appiccicano” addosso fino al punto di non riusciredavvero a fare nulla e, quindi a risultare distratto e dis-orientato.Insomma, la vita scolastica non è facile per una per-sona con questo funzionamento mentale.Per poter agire su queste modalità di pensiero lateraleè importante l’atteggiamento dell’adulto che deveessere rilassato e spontaneo nell’affrontare le disci-pline di studio, concentrato e attento a rilevare le com-petenze acquisite e lavorare sulla parte del compitopiù semplice, ma soprattutto aperto e predisposto allapossibilità di giocare con le idee del bambino. Pensieroverticale e pensiero laterale, nella scuola, devonoessere complementari, uno non esclude l’altro, perconsentire un apprendimento significativo.I vantaggi di potenziare, in tutti i bambini, il pensierolaterale, sono infatti l’incoraggiamento costanteall’apertura verso nuove idee, che porta ad acquisire laconsapevolezza che anche gli ostacoli più grandi pos-sono essere superati. Il bambino con disturbo specifi-co dell’apprendimento necessita oggi proprio di ques-ta spinta a volare verso l’alto.La scuola è obbligata ad essere sempre più attenta aibisogni specifici di ogni studente e deve quindi attrez-zarsi per individuare sempre più percorsi di apprendi-mento che utilizzino il pensiero visivo e che educhinoalla creatività.Se non siamo preparati a guardare i punti di forza ditutti i bambini e ragazzi, allora non tocchiamo le lorodebolezze!

Maria Rita Canova

DIAMO SPAZIO ALL’ETÀ EVOLUTIVA

L’anomala promozionedi un libro anomalo

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L’intervista ArtInMovimento, realtà associativa che si occupa dibenessere della persona, è dallo scorso 20 giugno unariconosciuta Università Popolare. Grazie all’impegnostraordinario del suo presidente, il locrese AnnunziatoGentiluomo, l’associazione è oggi attiva in Piemonte,Lombardia, Veneto, Lazio e Calabria e, in virtù del suo nuovostatus, attiverà anche a Locri corsi che potranno arricchire laformazione degli studenti universitari. Abbiamo intervistatoGentiluomo per capire meglio come funzionerà.

ArtInMovimento diventaUniversità Popolare

Dall’associazionismo alla formazione

Da sabato 20 giugno l’ACSDArtInMovimento, dopo sei anni diattività nel campo del benessere allapersona, della saluto-genesi, dellacultura e della divulgazione in diver-si ambiti, è diventata UniversitàPopolare. Durante l’Assemblea dellaConfederazione Nazionale delleUniversità Popolari Italiane, all’una-nimità, la realtà associativa è statainsignita di questo prestigioso titoloche la conferma referentedell’Istruzione non formale, con lapossibilità di offrire un’ampiagamma di materie, ovvero una pro-posta formativa articolata rivoltaprevalentemente alla popolazioneadulta e la possibilità di un’azioneintegrata con l’Università di Statoper l’attivazione di Corsi di Alta for-mazione universitaria e il rilascio diCrediti Formativi Universitari.Un riconoscimento importante di unpercorso svolto da tutto il team e inparticolare dal Presidente, il locreseAnnunziato Gentiluomo, che si èspeso sempre affinché la l’associazio-ne potesse rappresentare un riferi-mento nel territorio per quanto con-cerne i settori di interesse.Su questi temi abbiamo voluto inter-vistarlo.Come nasce il suo rapporto con l’as-sociazionismo e quali sono le tappefondamentali di ArtInMovimento?Ho iniziato col Movimento deiFocolari, con la realtà associativa diMarò d’Agostino con cui ho presoparte a ben due scambi europei e

poi, in modo più attivo e in primapersona, con l’associazioneZephyria, fondata il 2 gennaio 2007di cui sono stato presidente fin daglialbori e con cui ancora oggi organiz-ziamo il Cimento Invernale dellaLocride. Trasferendomi a Torino einiziandomi a occupare di benesseredella persona, di olismo e di saluto-genesi, ho ritenuto fondamentaleaprire una nuova realtà associativanel febbraio 2014. Così è nataArtInMovimento, divenuta subitoScuola di formazione AccreditataAsi Settore Arti Olistiche e Orientalioperando tra Torino, Biella,Castelletto di Brenzone, Como,Milano, Roma e Locri.

Successivamente si è distinta sulcampo, fino ad arrivare a essere sele-zionata come realtà virtuosa e fattaaccedere al titolo di UniversitàPopolare.Cos’è un’Università Popolare?Per Università Popolare si intendeun’istituzione, generalmente privata,che giuridicamente si propone comeassociazione di promozione sociale odi volontariato: le prime furono isti-tuite a partire dall’800 in tuttaEuropa e, dai primi del ‘900, in Italia,orientate ad avvicinare alla culturatutti i ceti sociali, specialmente quel-li più emarginati. A differenza delleUniversità di Stato o di quelle legal-mente riconosciute, non rilascianotitoli accademici, tuttavia è possibileentrarvi in sinergia e attivare in talmodo Corsi di Alta FormazioneUniversitaria e il rilascio di CreditiFormativi Universitari. In Italia, esi-stono due grandi Associazioni,CNUPI e UNIEDA, che rappresen-tano le Università Popolari oggi esi-stenti e ArtInMovimento è orgoglio-sa di far parte della prima.A che cosa si dedicheràArtInMovimento in qualità diUniversità Popolare? Continuerà il proprio percorso e sidedicandosi alla formazione nelcampo dell’olismo, delle arti espres-sive, delle lingue straniere e ai temilegati alla vita oltre la vita. Opereràprincipalmente tra Torino e Biella,ma anche a Locri e Castelletto diBrenzone. Nella Locride i referenti

saranno Luca Lamberti, il Tesoriere,e Giulio Gentiluomo, uno dei Vice-Presidenti. Tutti i programmi di for-mazione continueranno a essereapprovati da ASI, di cui rimaniamoScuola di Formazione Accreditata,rilasciando i suoi titoli, e inizieremo acollaborare in sinergia con leUniversità per attivare progetti e sti-pulare convenzioni. Ci occuperemodi formazione, di divulgazione ericerca nel campo delle disciplinebionaturali. Inizieremo col Reiki, loShiatsu, la Suonoterapia, laRiflessologia, la Cristollogia, laRadioestesia e la Mindfulness psico-somatica, per poi continuare con loSciamanesimo. Parallelamente cioccuperemo di divulgazione e for-mazione nelle Arti espressive - musi-ca, canto, cinema, teatro e pittura - edello studio delle lingue straniere.Inizieremo a proporre con la CNUPIcorsi di formazione formale e nonformale rivolti alle scuole di ogniordine e grado, ricorrendo all’utiliz-zo della piattaforma SOFIA per laBuona Scuola, al fine di portare lediscipline olistiche come strumento emetodo innovativo per il benessereglobale e l’approccio più sensibile enaturale alla crescita della persona ealla sensibilizzazione nei confrontidel tema fondante ogni forma diapprendimento, che è appunto larelazione. Grazie alla collaborazionecon A.R.E.I., in particolare conCraig Hogan, ci interesseremo diricerca e formazione sui temi escato-

logici legati alla vita oltre la vita,intorno al quale organizzeremo aottobre un Convegno Internazionaleche ha raggiunto la sua quinta edizio-ne. E poi proseguiremo la nostraopera di divulgazione e approfondi-mento grazie alla testataArtInMovimento Magazine e adArtInMovimento web radio, que-st’ultima nata a marzo, propriodurante il lockdown, con lo scopo difare compagnia, far riflettere e por-tare messaggi di bellezza e speranza.Chi lavorerà al suo fianco?Siamo un bel gruppo che ha voglia difare. Ringrazio per la fiducia GiulioGentiluomo, Luca Lamberti, VixiaMaggini, Evelyn Meuren, LorenzoRamasco, Mauro Russo, CarmeloSpoto, Matteo Valier e RaphaelleVoruz, che compongono il Consigliodirettivo, e Gianna Cannì, VincenzoD’Amato, Imma Lucà, Bruno Pepe,Simone Oneglio, Maurizio Scarpa,Manuela Romeo, Samuele Maritan,Raffaele Facciolà, Luigi Jannarone,Bruno Pestarino e LucreziaSeminara, che fanno parte del teamdocente. Sono felice e sicuro che rea-lizzeremo grandi cose integrandodiscipline, saperi antropologici dicura e approcci innovativi con creati-vità e rispetto per le specifiche disci-pline. Ringrazio infine ErmannoRossitti e Ida Cagno, che hanno resopossibile questo sogno.

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R05 LUGLIO- 21 storiewww.larivieraonline.com

Il filo dei ricordi è spesso menzogne-ro, fragile, a volte disperato.Avventurarsi in esso è molto rischioso.Non si possono stabilire fatti inconte-stabili. Almeno io non lo posso fare.Piuttosto mi affido alle emozioni. Allesensazioni sottili e indecifrabili chefanno riemergere, mondati d’ogniimpurità, persone, luoghi, momentiche parevano sepolti per sempre.Occuparmi del passato non è il miomestiere. Non basta girarsi all’indietroper darne un’occhiata. E però, siacome sia, esso rimane sempre impi-gliato da qualche parte, magari a pic-coli lembi. Basta un ricordo, un per-corso tenue della memoria, un papa-vero che ricordi, in un certo giornodella sua vita, piegarsi al vento prima-verile. Un oggetto che ti è rimastoaggrappato per dare un senso a quelfatto, a quella sensazione. Un uomocome tanti e più di tanti innocente,stralunato, avvolto nel labirinto dipensieri, di voglie, d’umori, di dispera-ta ricerca di una verità evanescenteperché proveniente dalla poesia, dalpensiero.Io amo la mia Siderno, quella diquand’ero giovane, forse perché erogiovane, forse perché mi preparavoassieme alla mia città all’avventuradella vita. Lo facevo con una folla d’a-mici, d’epigoni, d’emozioni. Ora sonopiù solo e ho modo di meglio ricorda-re.

Molti di quelli che avranno la pazien-za di leggere queste poche righe nonsanno cosa sia stato il Caffè- GelateriaSarroino. Posto al centro del paese eraallora il salotto buono, la gelateria incui si mangiava il miglior gelato e lemigliori paste alla crema. Lì si consu-mava il rito di allora, il rito delle festenelle cui giornate si potevano assag-giare i sorbetti, i pezzi duri, le granite.Lì vi approdavano le famiglie d’allora,padri, madri, figli con il vestito buonoe l’impaccio di chi non era abituatoalla mondanità.Il proprietario era il grande Luigi,uomo singolare, poeta del suo mestie-re che faceva con gran passione. Lasoggezione che quell’uomo incuteva,le sedie e i tavolini sulla sottile strisciadi marciapiedi sotto lo sguardo ditanti cittadini che andavano, su e giù,per gustarsi la festa costruivano il mitodel posto, la sua particolarità. Avevadue figli, uno di essi era PeppeSarroino. Peppe Sarroino aveva lettomolti libri e vagava assillato alla ricer-ca di qualcosa che gli sfuggiva e chesapeva essere importante per sé e perla sua gente. Era sempre con il cuorein tumulto e con le parole che si affol-lavano sulle labbra, aveva un’insazia-bile passione per la vita che era diver-sa da quella che vivevamo noi che nonsapevamo.Lui voleva penetrarne la sua essenzapiù profonda e si stordiva in questi

suoi pensieri.Ricordo un suo tenerissimo amoreper una ragazza che arrivò qui da nonso dove per dirigere la biblioteca e iservizi dell’UNLA. Rossa di capelli epiena di lentiggini, esile ed eterea, erairraggiungibile per il nostro Peppe.Eppure lui seppe vivere questo suoamore con dignità e con il soffio dellapoesia. Che importava se il destino l’a-vrebbe portata lontano, in qualchepaese sconosciuto, lui le aveva costrui-to una nicchia invalicabile, dove sololui poteva esserci, solo lui poteva vive-re momenti indimenticabili. Poi conti-nuava a cercare, a leggere libri e cita-re, sempre a proposito, filosofi e scrit-tori, a immaginare nuove strade enuove opportunità per il propriopaese. Non aveva interlocutori, forsequalche intellettuale che passavacasualmente dalle nostre parti, comeGustavo Malan di Torre Pellice, comeMalardi, autore del “Levantazzo”,perché nessuno intuiva veramente laprofondità dei suoi pensieri, tutti sigiravano da qualche altra parte senzaaccorgersi che avevano un grandeuomo davanti a loro, un uomo cheavrebbe lasciato tracce tanto labili dasparire con inesorabile velocità.Eppure entro la sua trasandatezzaracchiudeva dei sentimenti così auten-tici e veri, immagini così ricche di variaumanità da farmi ancora pensare chegli sciocchi eravamo noi che non capi-

vamo e che continuavamo ad andarecon stoltezza poveri della nostrasuperbia. Peppe Sarroino faceva partedella nostra storia, rappresentava, inmodo originale, tratti salienti delnostro modo d’essere. Era un uomotormentato ma era un uomo vero conle sua fragilità, i suoi sogni, le sue uto-pie. Faceva parte della lunga schieradei vinti, si trascinava inseguendo unmondo che non esisteva e anche que-sto suo mondo, pian piano svanì.Perse la sua vivace comunicativa,perse la sua verve polemica, si trascinòsempre più stancamente. Aveva ces-sato di combattere. Anche i suoi muli-ni a vento erano svaniti assieme allasua Dulcinea partita con un altrouomo non si sa per dove. Non ressealla sua solitudine e ai suoi malanni.Non s’indignò più per la sua gente,per il suo Sud che moriva, per i pro-getti che aveva immaginato e insegui-to e che erano deperiti fino a svanire.Morì senza che nessuno se n’accor-gesse, dimenticato, solo. Quell’uomoche vagava come qualcun altro nel-l’antichità, cercava ancora il suo uomoideale, il suo mondo ideale, le sue uto-pie di sognatore. Era anch’egli unvinto come tanti nel Sud e nessuno siaccorse che con lui moriva un po’ dipoesia, un po’ d’immaginazione, unpo’ d’innocenza, un po’ di quella vitache varrebbe la pena vivere.

Paolo Catalano

In un mondo in cui tutti vogliono apparire quel chenon sono ed è fondamentale piacere a tutti costi (isocial network ne sono un esempio evidente), in unmondo in cui la paura di prendere una posizionerischia di trasformare molti in ignavi, non moltotempo fa viveva un uomo che preferiva essere piutto-sto che apparire, un uomo che ha fatto dell’anti-conformismo uno stile di vita: il suo nome era PeppeSarroino. Molti ricordano il Caffè-GelateriaSarroino, al centro di Siderno, in cui si mangiava ilmiglior gelato della zona e le migliori paste allacrema, chiuso nel 1973 dopo quasi cento anni di atti-vità. Peppe, nato a Siderno nel 1921, lavorava nellapasticceria di famiglia, ma la sua passione era la filo-sofia; in particolare apprezzava il pensiero diDiogene, filosofo che rifiutava drasticamente le con-venzioni e i tabù sociali. Studiava tanto, da autodidat-ta, possedeva a casa una ricca biblioteca nella qualesi dilettava a esplorare nuove conoscenze in piùcampi, anche in quello della lirica. La sua mente siavviluppava a tutto ciò che riusciva ad apprendereattraverso i suoi viaggi nel sapere, intrapresi per sod-disfare i suoi dubbi. Peppe non si saziava mai di cono-scere, ma il suo mondo era diverso rispetto a quelloche lo circondava, in cui tanti lo consideravano “stra-no” se non “pazzo”. Trovava molto divertente ilmodo in cui veniva additato dai suoi compaesani,portava le sue stranezze cucite addosso con grande

orgoglio, da classico figlio dei fiori. Era sicuramenteun uomo fuori dalle righe, un uomo che negli anni’70 e ’80 trascorreva molto tempo alla YMCA espri-mendo le sue idee e la sua visione della vita. Vedevaprogetti e strade là dove gli altri non vedevano nulla.Peppe era un uomo molto intelligente, per questoera anche incompreso, ma soprattutto era un uomoche amava la vita e il mare. La sua mente era invasada tanti pensieri, dalla volontà di trovare risposte allesue numerose domande, di cercare di migliorare ilmondo che lo circondava, di cercare qualcuno similea lui con cui poter parlare di tutto, soprattutto di queidiscorsi filosofici che ai tanti risultavano noiosi. Eraun essere libero e forse proprio per questo non si èmai sposato anche se si dice che il suo cuore battesseper una donna di nome Adriana Quaranta. Morì nel1994, quando ancora nessuno aveva capito davverochi fosse in realtà quest’uomo appassionato di filoso-fia e senza che qualcuno indagasse sulla grandezzadelle sue idee e sulla profondità dei suoi pensieri.Peppe Sarroino è un esempio di come gli uominigrandi d’animo vengano compresi sempre tardi,troppo tardi. Se imparassimo ad ascoltare davverochi ci parla, chissà come cambierebbe il nostro mododi approcciarci agli altri. E sicuramente Peppe meri-tava di esser ascoltato davvero, almeno per una volta.

Rosalba Topini

Peppe Sarroino è stato per lunghi anni additato come lapersona più curiosa di Siderno. Impiegato nella

pasticceria di famiglia, la sua passione nascosta èsempre stata la filosofia di Diogene che, al netto dellasua istruzione, comprendeva come pochi altri erano ingrado di fare. Forse proprio per questa ragione Peppe èscomparso nel 1994 senza che nessuno si accorgesseche la città aveva appena perduto uno degli uomini

dall’animo più grande che potesse vantare.

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Direttore responsabile ROCCO LUCIANO MUSCARI

IN REDAZIONEJacopo Giuca

PRESIDENTE ONORARIOILARIO AMMENDOLIA

Peppe era custode di sentimenti autentici

Peppe Sarroino, il filosofo di Siderno che amava la vita

Pubblichiamo il toccante ricordoche Paolo Catalano scrive di Peppe

Sarroino, avido ricercatore diconoscenza e tormentato solitarioche ha indubbiamente fatto partedella lunga schiera dei vinti, ma

che, forse proprio per questaragione, è stato in grado di vivereun’esistenza piena, che davvero in

pochissimi possono vantare.

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Promoter naturale Nel godersi la sua

estate, il nostro GigiSarroino, dovunquepuò, su tutti i canalisocial e dal vivo,

cerca di promuoverela vera Locride, ilnostro mare e le

nostre mille bellezze.

Sisto sanremesePubblichiamo questa bella foto di un giovane Domenico“Sisto” Panetta, impegnato dietro le tastiere duranteun’esibizione a Sanremo con il gruppo degli “Omertha”.

PassionitradizionaliEcco a voi FrancoCandido e il figlioMarco, due gene-razioni unite, oltreche dall’ovviolegame di parente-la, dalla passionestraordinaria per latarantella e perCosimoPapandrea.

Rappresentanze samesiA Samo tutto a posto: il sin-daco Bruzzaniti posa assie-me all’uomo che più rappre-senta Samo fuori da Samo,l’amico Brancatisano.

Vicini di nascitaMario Diano, Ninì Scordino e Aristide Bava, tre giova-notti nati per uno strano caso del destino a poche oredi distanza l’uno dall’altro nel giugno di molti anni fa.

Simpatiche presenzeAlcuni nostri lettori cihanno segnalato la proba-bile presenza di animalipoco graditi lungo il murodi cinta di questo liceo diLocri. Qualora la notiziafosse confermata, ci augu-riamo che chi di compe-tenza intervenga primadella riapertura di settem-bre.

Riunioni amicaliGaetano Buttiglieri,Giancarlo Canton, AndreaRomeo, Isa Ferraro,Raffaele Salerno, Pinodetto“Plis”, KatiaD’Agostino e StefaniaPellizzieri, un gruppomisto Roccella-Sidernotutti legati dall’amicizianei confronti del nostrogiornale.

Giornalismogastronomico

Il titolare de “L’ultimaspiaggia” di Locri

Domenico Capogrecoposa assieme al

famoso giornalista escrittore Roberto

Messina, in visita inquesti giorni nella

Locride.

Pizza di qualitàMimmo Pavone e

Ciccio Macrì, pizzaioliper passione, si sonomeritati la pubblica-zione e di questa

bella foto come rin-graziamento per aver-ci fatto mangiare unadelle più buone pizze

dell’estate.

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