+ All Categories
Home > Documents > Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro...

Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro...

Date post: 08-Jul-2020
Category:
Upload: others
View: 0 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
216
Nato nel 2001, sulla scia dei seminari di formazione qui raccontati, Redattore sociale è oggi il più importante network italiano di servizi informativi e di documentazione sui temi sociali. Fulcro delle attività è un notiziario giornalistico quotidiano diffuso attraverso due portali web: redattoresociale.it, gratuito; agenzia.redattoresociale.it, l’agenzia di stampa riservata agli abbonati. Vengono inoltre alimentati altri siti tra cui quello della Guida all’informazione sociale (guida.redattoresociale.it) e quello della formazione dei giornalisti (giornalisti.redattoresociale.it). Gridare che ciò non era giusto non bastava. Occorreva far comprendere, invitare a conoscere, ascoltare quanti erano addetti alla comunicazione. (Vinicio Albanesi) La storia degli incontri di Redattore sociale ripercorsa nelle parole degli ospiti ascoltati a Capodarco: appunti di viaggio utili a chi svolge (o intende svolgere) la professione del giornalista, una collezione preziosa di idee e suggerimenti “senza tempo”, offerti con generosità, da leggere e rileggere. Dai programmi dei seminari emergono alcune costanti: l’appello all’approfondimento e allo studio; l’esortazione a entrare dentro le storie, senza averne paura; l’invito a non perdere mai la capacità di meravigliarsi; il riconoscimento delle difficoltà oggettive della professione, ma senza alcuna indulgenza; il richiamo a distinguere le tecniche dalla sostanza; l’invito all’ascolto reciproco, perché l’autoreferenzialità uccide sia il giornalismo che l’azione degli operatori sociali. Euro 12,00 Redattore sociale Raccontare come va il viaggio Raccontare come va il viaggio Venti anni di incontri con i giornalisti Redattore sociale Nel maggio del 1994 il Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza organizzò nella Comunità di Capodarco di Fermo un convegno di due giorni dedicato ai giornalisti. Vennero scelti il nome di “Redattore sociale” e la tipologia del “seminario di formazione sui temi del disagio e delle marginalità”. L’incontro ebbe buon esito e si decise di ripeterlo ogni anno. Dal 1995 la durata passò a tre giorni e il periodo venne spostato a fine novembre. Dal 1999 il seminario cominciò ad essere riproposto in forme più brevi in altre sei città: Trento, Vicenza, Milano, Roma, Napoli, Palermo. In totale si sono svolte finora 42 edizioni di Redattore sociale, con 6.500 presenze e oltre 500 relatori.
Transcript
Page 1: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Nato nel 2001, sulla sciadei seminari di formazionequi raccontati, Redattore socialeè oggi il più importante networkitaliano di servizi informativie di documentazione sui temisociali. Fulcro delle attivitàè un notiziario giornalisticoquotidiano diffusoattraverso due portali web:redattoresociale.it, gratuito;agenzia.redattoresociale.it,l’agenzia di stampariservata agli abbonati.Vengono inoltre alimentatialtri siti tra cui quello dellaGuida all’informazione sociale(guida.redattoresociale.it)e quello della formazionedei giornalisti(giornalisti.redattoresociale.it).

Gridare che ciò non era giusto non bastava. Occorrevafar comprendere, invitare a conoscere, ascoltare quanti eranoaddetti alla comunicazione. (Vinicio Albanesi)

La storia degli incontri di Redattore sociale ripercorsanelle parole degli ospiti ascoltati a Capodarco: appuntidi viaggio utili a chi svolge (o intende svolgere) la professionedel giornalista, una collezione preziosa di idee e suggerimenti“senza tempo”, offerti con generosità, da leggere e rileggere.

Dai programmi dei seminari emergono alcune costanti:l’appello all’approfondimento e allo studio; l’esortazionea entrare dentro le storie, senza averne paura; l’invitoa non perdere mai la capacità di meravigliarsi;il riconoscimento delle difficoltà oggettive della professione,ma senza alcuna indulgenza; il richiamo a distinguerele tecniche dalla sostanza; l’invito all’ascolto reciproco,perché l’autoreferenzialità uccide sia il giornalismoche l’azione degli operatori sociali.

Euro 12,00

Redattore sociale R

accontare come va il viaggio

Raccontarecome va il viaggio

Venti anni di incontricon i giornalisti

Redattore sociale

Nel maggio del 1994il Coordinamento nazionaledelle comunità di accoglienzaorganizzò nella Comunità diCapodarco di Fermo un convegnodi due giorni dedicatoai giornalisti. Vennero sceltiil nome di “Redattore sociale”e la tipologia del “seminariodi formazione sui temidel disagio e delle marginalità”.L’incontro ebbe buon esitoe si decise di ripeterlo ogni anno.Dal 1995 la durata passò a tregiorni e il periodo venne spostatoa fine novembre. Dal 1999il seminario cominciò ad essereriproposto in forme più breviin altre sei città: Trento, Vicenza,Milano, Roma, Napoli, Palermo.In totale si sono svolte finora42 edizioni di Redattore sociale,con 6.500 presenzee oltre 500 relatori.

Page 2: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Redattore sociale

Raccontare come va il viaggioVenti anni di incontri con i giornalisti

a cura di Stefano Trasatti

Page 3: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

I brani tratti dalle sessioni plenarie dei seminari di Capodarco sono stati presele-zionati da: Giovanni Augello, Laura Badaracchi, Alessandra Brandoni, EleonoraCamilli, Stefano Caredda, Carla Chiaramoni, Gianluigi Cocci, Giorgia Gay,Daniele Iacopini, Chiara Ludovisi, Diego Marsicano, Sabrina Lupacchini, Anto-nella Patete, Sonia Postacchini, Elisabetta Proietti.Ha collaborato Federica Onori.

Editing di Laura Badaracchi.

Copertina di Andrea Rauch (www.rauchdesign.com).

Tutti i materiali scritti e/o video dei seminari di Redattore sociale sono disponibi-li su www.giornalisti.redattoresociale.it.

Informazioni: 0734 681001; e-mail: [email protected].

Nato nel 2001 sulla scia dei seminari di formazione per i giornalisti, Redattoresociale è oggi il più importante network multimediale italiano di servizi informa-tivi, di documentazione e di formazione sui temi sociali. Il fulcro delle attività èun notiziario giornalistico quotidiano diffuso attraverso due portali web:www.redattoresociale.it, gratuito, e www.agenzia.redattoresociale.it, l’agenzia distampa quotidiana riservata agli abbonati. Vengono inoltre alimentati altri sitiweb, tra cui quello della Guida all’informazione sociale (www.guida.redattoresocia-le.it) e quello della formazione dei giornalisti (www.giornalisti.redattoresociale.it).

Page 4: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Indice

Prefazione 7di Vinicio Albanesi

Introduzione 11di Stefano Trasatti

Appunti di viaggio per giornalisti1. Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo 172. Il giornalista sociale 413. Notizie deboli: il sociale e come viene raccontato 494. Immagini ferme e in movimento 695. Idee, tecniche e avvertenze per un giornalismo migliore 81

Tutti i seminari di Redattore sociale 101

Elenco dei relatori 201

Ringraziamenti 219

Page 5: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Prefazione

di Vinicio Albanesi

Rileggere, a distanza di tempo, brani degli interventi tenutinel corso di vent’anni a Redattore sociale, crea emozione.

Ritornano in mente attese, incontri, climi, persone conosciuteper la prima volta o frequentate nel tempo: direttori, redattori,studenti, in momenti festosi di accoglienza, per apprendere epartecipare contenuti e modalità della comunicazione.L’intuizione di Redattore sociale è nata da molte esigenze di chi eraimmerso, già da anni, nel mondo del sociale. La prima esigenzanasceva dal verificare se ciò che si stava vivendo in comunità era cor-retto. La conoscenza di altre storie non poteva che far bene a chitentava di cambiare il modo di fare welfare. Inoltre era importantecomunicare ciò che si era sperimentato: non in modo narciso e ripe-titivo, ma mettendo a fuoco i mondi complessi della vita sociale. Infine era indispensabile saper comunicare quanto vissuto. Primadi tutto a se stessi, ma anche ai mondi vicini alle proprie esperien-ze, alle amministrazioni e infine a semplici lettori e ascoltatori.Da una corretta comunicazione, poteva scaturire un salto di qua-lità nel comprendere e nel vivere il vasto mondo del sociale.La riuscita dei seminari di fine novembre a Capodarco e diquelli in altre sedi è da ricercare nell’onestà di voler coniugarevita vissuta con la volontà e capacità di comunicazione.

Negli anni ’80 nuovi modelli di cura e assistenza alle persone era-no già in atto. Ma non erano ancora diventati cultura di rispettodelle persone. Comunicare in modo corretto significava contri-buire ad elevare il senso di civiltà, per la quale ogni individuo fa

7

Page 6: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

parte rispettata del mondo nel quale vive, nonostante limiti edisagi. I mondi della disabilità, dell’immigrazione, delle carceri,della malattia, della strada, della tossicodipendenza sono com-plessi. Vissuti da persone che prima di essere “diverse” sono “per-sone”. La comunicazione non poteva aggravare la distanza, mapiuttosto doveva restringerla, fino a farla scomparire.Un lungo processo di attenzione, di studio e di partecipazione,così da essere in grado di “narrare”. Ciò ha significato scoprirein profondità ambienti e storie sconosciute, fino ad arrivare allacapacità di usare approcci e linguaggi adeguati.

I risultati di questa lunga storia sono stati ottimi. Rileggere icontenuti riguardanti il mestiere del giornalista, la capacità diappassionarsi al sociale, l’allontanare la tentazione del clamore,l’avvicinarsi con rispetto e attenzione alla tragedia, l’utilizzareadeguatamente vecchi e nuovi strumenti di comunicazione hacontribuito a rendere più vere ed esatte le notizie su quanti finoad allora erano ristretti nella cronaca nera.Per la Comunità di Capodarco è stato naturale proporre imomenti di riflessione di Redattore sociale. Noi stessi, dallafine degli anni ’60 eravamo stati oggetto di attenzioni morbo-se, di pregiudizi, di racconti non rispettosi. Come nella vita del-le persone avevamo cercato di ridare senso, così doveva accade-re per ogni individuo che sempre e comunque ha una propriadignità, insegue sogni, vuole realizzare qualcosa di significativo.Lo “stigma” di cui in sociologia si era molto parlato, affibbiatoa chiunque fosse ritenuto “non normale”, produce effetti nefa-sti perché imbalsama la vita in uno schema sterile: impedisce diessere se stessi; brucia ogni energia e speranza; riduce all’impo-tenza e alla vergogna.Gridare che ciò non era giusto non bastava; occorreva far com-prendere, invitare a conoscere, ascoltare quanti erano addettialla comunicazione.

Raccontare come va il viaggio

8

Page 7: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Non tutti hanno compreso questo sforzo: qualcuno ha suggeri-to di ritornare al vecchio schema dell’aiuto e dell’elemosina,sconsigliando di accostarsi al mondo della comunicazione,attento ad altro.Abbiamo respinto questa indicazione perché vecchia, irrispetto-sa e soprattutto pericolosa. È indice di una mentalità che distin-gue tra quanti contano e quanti non hanno nulla da offrire,perché ritenuti marginali.

Sono da ricordare e ringraziare invece quanti, fin dall’inizio, han-no sostenuto l’idea di Redattore sociale e ci hanno incoraggiati.Senza costoro, dalla penultima provincia dell’impero, nonsaremmo stati capaci nemmeno di iniziare, come sono da ricor-dare e ringraziare quanti si sono resi disponibili a mettere adisposizione le loro intelligenze e il loro tempo.Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che eravamo sulla strada giusta, come sono stati mol-ti – oltre seimila – coloro che hanno partecipato ai seminari conattenzione e impegno.

Il percorso non termina con i primi venti anni. Il mondo dellacomunicazione è profondamente cambiato nelle sue dinami-che, nei suoi strumenti, negli equilibri delle fonti di notizie.Sono cambiati anche i mondi del sociale come, d’altra parte,cambia in continuazione la vita di ognuno di noi.

Termino ringraziando la Comunità tutta di Capodarco che hacreduto all’idea; ringrazio i giornalisti e gli operatori di Redat-tore sociale e sono molto riconoscente a Stefano Trasatti che hacurato tutte le edizioni, con competenza e pazienza.

Capodarco, 17 novembre 2013

Prefazione

9

Page 8: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Introduzione

di Stefano Trasatti

Nel maggio del 1994 il Coordinamento nazionale delle comu-nità di accoglienza (Cnca) organizzò nella Comunità di

Capodarco di Fermo un convegno di due giorni dedicato ai gior-nalisti. Vennero scelti il nome di “Redattore sociale” e la tipologiadel “seminario di formazione sui temi del disagio e delle margina-lità”. L’incontro ebbe buon esito, per i contenuti e per il numeroinatteso di partecipanti (136) venuti a loro spese da tutta Italia. Sidecise di ripeterlo ogni anno. Dal 1995 la durata passò a tre gior-ni e il periodo venne spostato a fine novembre. Dal 1999 il semi-nario cominciò ad essere riproposto in forme più brevi in altre seicittà: Trento, Vicenza, Milano, Roma, Napoli, Palermo. In totalesi sono svolte finora 42 edizioni di Redattore sociale, con 6.500presenze, in massima parte di giornalisti, e circa 500 relatori.La storia di questi venti anni di incontri viene qui ripercorsa indue parti. La prima contiene citazioni di alcuni degli ospitiascoltati a Capodarco, scelte tra un’immensa quantità di mate-riali disponibili e distribuite su cinque capitoli. Lo scopo era diconsegnare degli appunti di viaggio utili a chi svolge (o inten-de svolgere) la professione del giornalista: ne risulta una colle-zione preziosa di idee e suggerimenti “senza tempo”, offerti congenerosità, da leggere e rileggere. Come ogni selezione, anchequesta può apparire incompleta: possiamo garantire che il lavo-ro è stato comunque guidato da professionalità e buona fede.La seconda parte, come era necessario, riproduce i programmidi tutti i seminari, le loro introduzioni, l’elenco dei relatori edei soggetti che vi hanno contribuito in vari modi.

11

Page 9: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Nel realizzare questo libro, ci è sembrato di poter affermareche esistono pochissimi altri luoghi in Italia dove si siano con-centrate una tale densità di pensiero, di proposta e di critica sulgiornalismo e una mole così rilevante di nozioni sui particola-ri fenomeni sociali e su come sono rappresentati nella comuni-cazione. Gli atti e i video raccolti nel sito dei seminari sonodavvero una fonte da cui potrebbero essere tratti altri libri, odove aggiornarsi sui cambiamenti della professione e dellevicende sociali.Fin dalla prima edizione, Redattore sociale ha scelto unmodello di formazione volutamente lontano sia dalla tradi-zionale rigidità accademica sia dagli schemi più partecipativiche si andavano perfezionando negli anni. Si è preferita unaformazione frontale che garantisse nel contempo il massimocoinvolgimento dei partecipanti. Sono stati scelti i relatoricon estrema cura, sulla base non soltanto delle competenze edelle esperienze che potevano trasmettere, ma anche delleloro capacità di comunicarle e della loro dimestichezza con imeccanismi dell’informazione. E tutti sono stati invitati acondividere un approccio ben preciso nei confronti della par-ticolare platea che si trovavano di fronte: nessuna “criminaliz-zazione”, nessun atteggiamento censorio, né lamentoso orivendicativo.L’obiettivo principale era, e resta, favorire un dialogo maturotra due parti (i giornalisti e il “mondo del sociale”) che si par-lano poco e male, che usano troppo spesso il solo registro del-la retorica compassionevole, e che si stimano o si legittimanoben poco a vicenda. A tutto questo sono state aggiunte la con-vivialità, l’atmosfera particolare di Capodarco e di altri luoghi,l’eliminazione per quanto possibile di distrazioni, così da ren-dere i momenti di pausa e di ristoro altrettanto importanti del-l’ascolto delle relazioni.

Raccontare come va il viaggio

12

Page 10: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Per molto tempo i seminari di Redattore sociale sono stati così,insieme alle scuole di giornalismo, l’unica occasione permanen-te di formazione e di confronto sulla professione giornalistica,le sue derive e le sue responsabilità, e soprattutto sulle compe-tenze da acquisire o riqualificare. Rileggendo i programmi del-le 42 edizioni ne emergono alcune costanti: l’appello all’ap-profondimento e allo studio; l’esortazione a entrare dentro lestorie, senza averne paura; l’invito a non perdere mai la capacitàdi meravigliarsi; il riconoscimento delle difficoltà oggettive del-la professione, ma senza alcuna indulgenza; il richiamo a distin-guere le tecniche dalla sostanza; l’invito all’ascolto reciproco,perché l’autoreferenzialità uccide sia il giornalismo che l’azionedegli operatori sociali.

Dal 2014 per i giornalisti è obbligatoria la formazione profes-sionale continua. Forse si moltiplicheranno le possibilità dimigliorare le conoscenze e le pratiche, di consolidare i fonda-menti deontologici, di riflettere finalmente in modo adeguatosul linguaggio usato.È una grande cambiamento. Redattore sociale lo seguirà met-tendo a disposizione il suo modello di formazione e di incon-tro: abbiamo percorso con onestà un lungo pezzo di strada, maquesto è un viaggio che non avrà mai fine.

Capodarco, 19 novembre 2013

Introduzione

13

Page 11: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Appunti di viaggio per giornalisti

Page 12: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Le citazioni che seguono sono tratte dalle sessioni plenarie dei seminari di Capo-darco dal 1994 al 2012. Testi non rivisti dagli autori.

Page 13: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

1. Il giornalista,il suo mestiere, il suo mondo

Ventiquattro ore al giornoÈ una professione molto esigente, questa. Tutte lo sono, ma lanostra in modo particolare. Il motivo è che noi ci conviviamoventiquattro ore al giorno. Non possiamo chiudere il nostro“desk” alle quattro del pomeriggio e passare a occupazionidiverse. Questo è un mestiere che prende tutta la vita, non c’èaltro modo di esercitarlo. (Ryszard Kapuscinski, 1999)

Sentirsi a disagio con le verità prefabbricateIl ruolo del giornalista è quello di sentirsi a disagio con le veritàprefabbricate, quali che siano i referenti. Se non c’è quest’atti-tudine, è meglio forse non affrontare per niente la carriera. […]La libertà del giornalista è il fondamento della libertà di stam-pa. Le altre cose - tengo famiglia, bisogna campare - sonoimportanti ma secondarie. Una volta il responsabile dell’infor-mazione religiosa del “Figaro” mi disse: “C’è soltanto una stra-da per fare il giornalista seriamente: rinunciare alla carriera. Èdifficile servire il padrone e la verità al tempo stesso”. (Leonar-do Zega, 1995)

Non è il più bel mestiere del mondoMolti aspiranti giornalisti pensano ancora che il giornalismo siail più bel mestiere del mondo. Non lo è: è uno dei mestieri piùcondizionati e più servili che ci sono al mondo, ma anche deipiù responsabili. La responsabilità implica un elemento decisi-vo, quando si sceglie di fare questo mestiere: un elemento divocazione e di militanza molto forte. (Goffredo Fofi, 1995)

17

Page 14: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Il cinismo è incompatibileLa nostra professione non può essere esercitata al meglio danessuno che sia cinico. Occorre distinguere: una cosa è esserescettici, realisti, prudenti. Questo è assolutamente necessario,altrimenti non si potrebbe fare giornalismo. Tutt’altra cosa èessere cinici, un atteggiamento incompatibile con la professio-ne del giornalista. Il cinismo è un atteggiamento inumano, cheallontana automaticamente dal nostro mestiere, almeno se lo siconcepisce in modo serio. (Ryszard Kapuscinski, 1999)

Il cinismo e l’eticaÈ difficile trovare un giornalista dai 40 anni in su che non siacinico, un po’ perché è il mestiere che porta a esserlo - ne veditante che alla fine per autodifesa fai il callo -, un po’ perché faposa il mostrarsi corazzati, rende importanti. Quanto opportu-nismo c’è nel nostro mestiere e quante convinzioni giocate aseconda del momento? Perché ci sia tensione etica bisogna chesia interiorizzata e che valga per me prima che per gli altri: un’i-dea di bene e di male, un concetto di limite, di confine, occhiper vedere e disponibilità psicologica per farsi coinvolgere einterrogare, cultura e sensibilità per misurare e misurarsi, capa-cità di turbarsi, di inquietarsi, di arrabbiarsi. (Dino Boffo, 1999)

Lo sforzo di essere imparzialiC’è un modello diverso di giornalismo, ed è quello che conce-pisce il proprio ruolo come sociale e non politico, un ruolo dipubblico servizio, indipendentemente dal carattere pubblico oprivato della proprietà […]. Un giornalismo che accentui lapropria terzietà rispetto ai poteri e che capisca che - se vuoi fareil guardalinee e segnalare i falli dei giocatori - non può stareanche in mezzo ai giocatori; che stia dalla parte del cittadino,cui andrebbero fornite in modo accessibile le informazioni dicui ha bisogno per agire come protagonista della vita democra-

Raccontare come va il viaggio

18

Page 15: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

tica. In questo modello c’è anche la più forte elaborazione del-le regole, l’idea che se è quasi impossibile essere totalmenteobiettivi, si può fare almeno lo sforzo di essere imparziali.(Rodolfo Brancoli, 1996)

Il minimo comune denominatoreC’è un minimo comune denominatore che è fatto di qualitàdell’informazione, credibilità, riconoscibilità e dal fatto che unorgano di stampa, su qualsiasi mezzo venga declinato, è comun-que un pezzo della nostra società, della nostra identità naziona-le, del nostro modo di essere cittadini del mondo, ma allo stes-so tempo appartenenti alla comunità più o meno grande.Andiamo incontro a un’informazione più aperta e disponibiledove non ci sarà più una questione di tempo, dove potremoavere in qualsiasi momento tutto ciò che desideriamo, doveavremo la possibilità di conoscere esattamente quello che avvie-ne nel mondo in tempo reale. (Ferruccio De Bortoli, 2000)

Un lavoro socialmente utileNoi siamo sempre in un equilibrio ambiguo e altalenante fradue funzioni: una è quella dell’assecondare i gusti, i bisogni, lemorbosità, le curiosità anche più basse dei nostri utenti - o diquelli che presumiamo essere i nostri utenti -, perché moltospesso li facciamo meno intelligenti di quello che sono. L’altraè la funzione educativa, che anche il giornalista ha. Ciascunopercepisce il proprio ruolo e la propria funzione soggettiva-mente: c’è chi vede questo come un lavoro prevalentemente diprestigio, nel quale si può fare carriera e reddito in fretta, e chigli attribuisce, per sua storia personale, una funzione di utilitàsociale, lo interpreta come lavoro socialmente utile. Le duecose spesso convivono: magari uno pensa di poter salvare caprae cavoli, la carriera e l’utilità sociale, e ci riesce pure. (Gad Ler-ner, 1996)

Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo

19

Page 16: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

I persuasi e i rètoriIl filosofo triestino Carlo Michelstaedter ha scritto un librostraordinario che s’intitola La persuasione e la retorica. Questadoppia divaricazione della figura dell’intellettuale, dell’uomopensante, tra il persuaso e il rètore, resta una delle grandi distin-zioni del nostro tempo […] e riguarda possentemente la figuradel giornalista. Il persuaso è colui che fa il suo lavoro sulla basedi una convinzione, di una vocazione, di una scelta di valori dacontrapporre ai disvalori di una società, alla crudeltà della storia;che sceglie di testimoniare la verità attraverso modi che sonoconsoni alla sua professione e alla sua collocazione nel mondo.Il rètore è colui che inganna con le parole i valori, che cioè limistifica, che li trasforma in frasi fatte, in enfasi, in pubblicità,in propaganda, in retorica per l’appunto. (Goffredo Fofi, 1994)

Il disagio dentro l’informazioneIl primo disagio è quello dentro l’informazione: la solitudine,l’isolamento, l’indifferenza, ma anche la violenza, l’aggressivitàe la chiusura sono modalità sempre più frequenti nel giornali-smo di oggi. Un giornalismo che, come altri sistemi della nostrasocietà, tende ad essere autoreferenziale e spesso anche intolle-rante. […] Il giornalismo italiano si caratterizza come casta,ceto, classe, tra l’altro non omogenea al proprio interno, maspesso lontana dalla realtà che racconta. Un giornalismo lonta-no, in particolare se diventa un giornalismo d’élite, fa fatica aleggere l’emarginazione, la sofferenza, e quindi le nuove formedi solitudine e violenza. (Stefano Ricci, 1996)

I direttori di una voltaUn tempo i direttori dei giornali costruivano la loro carrieraessendo dei giornalisti, poi degli inviati, poi facendo i corri-spondenti e infine diventando direttori, quindi con un’espe-rienza molto ampia di rapporto col mondo e con la professio-

Raccontare come va il viaggio

20

Page 17: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

ne. Oggi sono spesso delle persone che hanno vissuto tutta laloro carriera all’interno della redazione, tenendo un occhioattento più alla parte manageriale della casa editrice che a quel-la giornalistica. Spesso ci si trova di fronte a delle persone chedanno delle istruzioni professionali di cui non hanno la mini-ma conoscenza. (Roberto Koch, 1996)

Il padrone del giornalistaIl giornalista non ha padrone. Non lo ha per contratto. Puòavere un direttore, deve seguire una linea editoriale, ma special-mente il giornalista che ha una faccia e la spende nei confrontidi un pubblico, specialmente quello che cammina e che va nel-le situazioni, che deve rendere conto di ciò che fa, ha un solopadrone, un solo spessore etico al quale riferirsi: la linea edito-riale dell’azienda per la quale lavora da una parte e il pubblicoal quale si rivolge. (Riccardo Iacona, 2002)

Senza regole, senza rispettoViviamo con un’idea di giornalismo sostanzialmente interven-tista, agitatoria, schierata, senza regole e con scarsa coscienza. Eun giornalismo senza regole è improbabile che generi rispetto.[…] Nel modello che si è storicamente affermato in Italia, e dacui non siamo riusciti ad affrancarci, le regole sono un impac-cio. È un modello che non si pone il problema dell’autorevolez-za e quindi della credibilità, né del rispetto dei destinatari, cheandrebbero trattati da adulti coscienti e non da oggetti damanipolare o da eccitare. (Rodolfo Brancoli, 1996)

Specialisti della menzognaIn Italia ci sono 77 quotidiani: francamente non se ne senteproprio il bisogno, perché sono più o meno tutti uguali e i gior-nalisti sono anche loro, fatte le dovute eccezioni, più o menotutti uguali. Sono degli specialisti della menzogna e dell’indo-

Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo

21

Page 18: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

rare la pillola. Ci sono università che prosperano su questo. Lapedagogia una volta voleva dire educare sanamente le nuovegenerazioni, trasmettere conoscenze, trasmettersi sistemi divalore. Ora i discorsi sull’arte e sulla cultura vengono sostituitidalle scienze della comunicazione. (Goffredo Fofi, 2001)

Specialisti della superficialitàA buon diritto possiamo essere considerati specialisti dellamenzogna, ma c’è un elemento in più: rischiamo di essere spe-cialisti della superficialità, vale a dire specialisti dell’apparente,del fatto momentaneo, senza essere abituati, per una distorsio-ne legata a un vecchio modo d’intendere la professione, a scen-dere alle radici di quegli apparenti fatti. (Roberto Natale, 2001)

La sindrome dell’ultima notiziaFaccio parte di quella che è la stampa classica, un medium appa-rentemente in via di estinzione, dove sono state sviluppate alcu-ne sindromi: alcuni di noi pensano che consegneranno esaustil’ultima notizia e moriranno subito dopo; forse moriranno nonesausti, ma semplicemente tentando di fare bene o male il loromestiere. Credo che stiamo entrando in una società in cui ilruolo di coloro che fanno l’informazione sarà sempre piùimportante. (Ferruccio De Bortoli, 2000)

Non è il migliore dei mondi possibiliCome militante intellettuale il mio dovere è quello di procede-re a un’analisi critica del presente, e anche all’elaborazione diidee che possano in prospettiva aprire altre strade. A partire dal-la convinzione che il presente non è il migliore dei mondi pos-sibili. Una delle logiche del giornalismo italiano è che questo siail migliore dei mondi possibili. Altri non se ne danno, quindibisogna starci dentro cercando di strapparne il meglio che sipuò, mediando, tirando più da una parte o dall’altra a seconda

Raccontare come va il viaggio

22

Page 19: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

dei casi. Io parto da un’altra logica: non solo il presente, maaddirittura la realtà così com’è non mi piace, vorrei cambiarla,vorrei imparare a volare, vorrei entrare nei cervelli degli altri...(Goffredo Fofi, 1996)

I due conflittiNon so com’è qui da voi, ma nello spazio dell’ex Unione Sovie-tica lo scrittore vive tra due conflitti: quello con il potere, che èun conflitto eterno e che adesso chiamiamo “con il padrone”; equello ancora più tremendo con la coscienza di massa. Il censo-re più terribile non è il redattore, sono le nostre coscienze accu-mulate negli anni su che cosa l’uomo deve e non deve sapere.(Svetlana Aleksievic, 2001)

La complicità tra politico e giornalistaC’è in Italia un rapporto di complicità obiettiva fra il giornalistae l’uomo politico. Hanno bisogno l’uno dell’altro. Quando vediil politico che protesta o il giornalista che dice che la sua indipen-denza è messa in pericolo dalle dichiarazioni di un tale, in veritàè un gioco tra di loro, perché sono l’uno veramente degno dell’al-tro e l’uno riflette esattamente l’altro. [...] Appartengono tutti edue a un sistema di scambi reciproci. (Marcelle Padovani, 1997)

Gli attori del potereFaremmo torto ai media e ai suoi uomini se pensassimo che agi-scono in modo del tutto dipendente dalla politica. Non è così. Inquesto sistema di forte intreccio fra comunicazione e politica, gliuomini della comunicazione sono attori che hanno in molti casilo stesso potere, se non di più, dei politici. (Ilvo Diamanti, 2010)

Il culo e l’animaDa quando il mondo è mondo, l’umanità si è guadagnata ilpane con il sudore della fronte e ha venduto la propria forza

Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo

23

Page 20: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

lavoro a qualcuno. Chiamiamo questa forza lavoro “culo”: laclasse operaia per esempio ha sempre venduto il culo, ma l’ani-ma se l’è sempre tenuta per sé […]. In genere agli intellettualiitaliani fa invece schifo vendere il culo, mentre soffrono di nonpoter vendere l’anima. La cosa a cui aspirano di più è che unpadrone gliela compri. (Goffredo Fofi, 1996)

La giusta distanza dal centroGoffredo Fofi ha scritto una volta che il problema non è stareal centro o stare fuori: il problema è stare alla giusta distanza dalcentro. Quasi tutte le persone intelligenti passano gran partedella propria vita a cercare questa giusta distanza, perché nessu-no ha voglia di starsene fuori. C’è chi fa la scelta rispettabilissi-ma della fuga dal mondo: una scelta estrema, comprensibile,ma poco praticata. C’è poi una scelta di grande narcisismo eavidità personale, quella di chi a qualunque costo e a costo dicompiere qualunque nefandezza o di resa o di opportunismovuole invece stare al centro. La maggior parte delle persone per-bene, invece, nella vita cerca di calibrare questa sua distanza dalcentro e quindi dal successo, dal denaro, dal potere, però senzaandarsene. Questo è grossomodo quello che ho cercato di fare.(Michele Serra, 1996)

Distinguere le cose dal rumore che fannoIl concetto di normalità è sempre difficile da definire. La vitaindividuale e quella sociale spesso vengono rappresentate conparametri “devianti”, ma il problema è distinguere le cose dalrumore che fanno, come diceva Seneca: le cose che accadono eche non ci piacciono dovrebbero comunque rappresentare unospunto, un’occasione per riflettere su quelle che potrebbero pia-cerci di più. Noi continuiamo a sognare, a immaginare e a bat-terci per un mondo diverso e migliore, però facciamo anchesogni possibili e realistici, affinché sia possibile in qualche

Raccontare come va il viaggio

24

Page 21: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

modo conciliare la contraddizione tra il sogno e la realtà. Losforzo è esattamente questo: fare in modo che dietro la notiziaappariscente ci sia anche la ricerca di qualcosa che vada oltre.Questo non sempre accade, e occorre chiedersi perché. (GiulioBorrelli, 1998)

Il mito dell’obiettivitàCredo nell’onestà, che può essere parziale e discutibile, ma ilmito dell’obiettività lo lascio volentieri ad altri. Credo più a ungiornalismo onesto e ruspante. (Antonio Di Bella, 2005)

L’obiettività e la completezza sono delle tendenzeSette anni alla guida di un telegiornale mi hanno fatto capiredefinitivamente che l’obiettività e la completezza sono delletendenze, sono come l’orizzonte per un navigatore, anche se saiche ti batti con cose più realistiche. […] L’obiettività è impos-sibile; siamo chiaramente condizionati dalla nostra formazioneculturale ed è questo che ci fa a volte flirtare e a volte respinge-re il diverso, perché abbiamo degli approcci che partonocomunque dalla diversità di retaggi culturali. Per questo tentia-mo di sposare il punto di vista avversario o di respingerlo, nonabbiamo un approccio facilmente mediano. È un condiziona-mento che ci deriva dalla nostra formazione culturale e dainostri gusti, perfino dal nostro inconscio. Non si è mai analiz-zato, e non lo si farà mai, quanto di ciò che c’è nell’inconsciodi chi è chiamato a una forte responsabilità può funzionare dacatalizzatore di una serie di scelte. (Enrico Mentana, 1998)

Informazione o comunicazione?La confusione tra l’informazione e la comunicazione, dallaguerra del Golfo in poi, è sempre più evidente. Ormai i giorna-listi non sono più gli unici produttori di notizie, ma esistonointere strutture, apparati giganteschi, spesso con mezzi ben

Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo

25

Page 22: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

superiori a quelli delle più grandi testate, che producono qual-cosa che non è più informazione ma è comunicazione. Quelladel Golfo è stata una guerra in cui gli operatori dell’informazio-ne tradizionale erano completamente marginalizzati e quelloche arrivava ai cittadini è stato il risultato del prodotto di uffi-ci stampa, organismi di marketing, multinazionali delle pubbli-che relazioni che arrivavano a produrre notizie a uso e consumodei telegiornali, dei giornali, delle radio ecc. (Giovanni DeMauro, 1995)

Branchi in movimentoIl problema delle televisioni, in generale di tutti i media, è chesono così grandi, influenti e importanti che hanno comincia-to a creare un mondo tutto loro. Un mondo che ha poco a chefare con la realtà. Ma del resto questi media non sono interes-sati a riflettere la realtà del mondo, bensì solo a competere l’u-no con l’altro. Una stazione televisiva o un giornale non pos-sono permettersi di non avere la notizia che ha anche il suodiretto concorrente. Così essi finiscono per osservare non lavita reale, ma i propri concorrenti. Oggi i media si muovonoin branchi, come pecore in gregge; non possono spostarsi sepa-ratamente. Per questo su tutto ciò che viene riportato leggia-mo e ascoltiamo gli stessi resoconti, le stesse notizie. (RyszardKapuscinski, 1999)

Un paese che balbettaSiamo un paese dipendente totalmente dall’informazione stra-niera. L’80% delle immagini pubblicate in Italia sono di prove-nienza delle grandi agenzie straniere. E l’80% delle agenzie sta-tunitensi e asiatiche fornisce anche materiale scritto. Noi nonabbiamo fonti, dipendiamo. E un Paese che dipende è un Pae-se che balbetta. (Uliano Lucas, 2012)

Raccontare come va il viaggio

26

Page 23: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Non è un mestiere per fighettiIl nostro è semmai un mestiere antiborghese per eccellenza avolerlo interpretare, non un mestiere per “fighetti”, anche sealcuni di noi quando entrano in una redazione e sono final-mente assunti cominciano a interpretarsi tali, dimenticando lastoria da cui provengono. Non è un mestiere per lambire gliambienti potenti e restarne coinvolti, da salotto per stare neisalotti, messo a servizio di qualcuno, cinghia di trasmissione.(Dino Boffo, 1999)

Appartenere alla massa, non alla corporazioneIl sentimento del giornalista deve essere quello di appartenerenon già alla propria categoria, ma al mondo, e allo stesso tem-po non tanto alle cose che tratta, quanto ai suoi lettori. Il gior-nalista dovrebbe appartenere di più alla massa che non alla cor-porazione. (Paolo Ruffini, 1999)

La bicicletta e il trenoIl giornalismo deve tenere fede a quelle che sono le sue caratte-ristiche da sempre, ossia essere accurato, preciso, approfondito,indipendente e questo in tutte le sue forme, che sia su internet,carta, telefono... Il giornalismo online non è nemico di quelloclassico su carta, bensì dovranno essere complementari. La car-ta è lenta, è la bicicletta, mentre internet è un treno veloce; seio li metto in contrapposizione è ovvio che la carta perde, pos-so pedalare come un forsennato, ma se il treno parte io farò solouna figura ridicola. Ma chi prende il treno non usa più la bici-cletta? No, le due cose vanno insieme; così è nel giornalismo sucarta e in quello online. (Mario Calabresi, 2009)

Mai mortiI mezzi tradizionali non sono mai morti: sono cambiati, si sonoevoluti. Sono morte le testate. (Ferruccio De Bortoli, 2000)

Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo

27

Page 24: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

L’informazione intossicataVediamo crescere questo rumore di fondo, che è una sorta diintossicazione dell’informazione. Abbiamo tanto, troppo, maforse non siamo in grado di scegliere, di selezionare, di capirequal è la frontiera tra il vero e il falso, tra il lecito e l’illecito, trail sostanziale e l’effimero, tra il credibile e il non credibile. […]Una buona informazione può garantire agli utenti uno stru-mento per navigare nella globalità, ma nello stesso tempo esse-re riconosciuti, difendere e salvaguardare la propria identitàlocale, anche piccola. Questo avviene grazie a una pluralità divoci soprattutto professionalmente integre, oneste. (FerruccioDe Bortoli, 2000)

La fine delle grandi narrazioniLe grandi narrazioni finiscono quando ci si accorge che le coseche stanno fuori da esse sono troppo grandi, forse persino piùimportanti di quelle che stanno dentro. Ad esempio, è finita lalotta di classe? No, ma è finita la sua narrazione, è finita la capa-cità di far entrare dentro quello schema le società come leabbiamo conosciute e di escludere quello che non c’entrava. Èfinita l’ideologia della lotta di classe e credo pure che sia saluta-re se non trascina con sé l’idea che non esistono le classi e chequelle differenze non hanno nessuna importanza. (Marino Sini-baldi, 2010)

Non vivere di immaginarioIl compito dell’informazione dovrebbe essere quello di nonvivere di immaginario. Quando parlo di laicizzarsi non intendodire che bisogna rinunciare alla persuasione. Un atteggiamentolaico può essere profondamente persuaso e “religioso”. Si trattadi vedere quello che c’è di reale, di liberare noi stessi dalleimmagini, dalle ideologie, dalle sopraffazioni mentali che civengono dalla cultura, dalle paure e dalle manipolazioni del

Raccontare come va il viaggio

28

Page 25: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

presente, per ritornare a vedere concretamente la realtà e a rac-contarla. (Goffredo Fofi, 1994)

Salvare le parole dalla cultura di massaL’intellettuale e il giornalista hanno un problema molto simile:lo sforzo enorme di salvare le parole, cioè di ritrovare un lin-guaggio, una terminologia, addirittura degli argomenti che sia-no limpidi, trasparenti, e non definitivamente compromessi daquella che chiamiamo cultura di massa. (Michele Serra, 1996)

La favola della buonanotteChe senso ha oggi parlare, descrivere e analizzare il mondo senon lo sappiamo cambiare? Se le parole e la fotografia e il cine-ma non sanno più cambiare niente? [...] Se noi operatori smet-tiamo di credere nella potenza, nella forza delle parole o delleimmagini che sappiamo produrre? I media sono diventati lafavola per andare a dormire più sereni o più inquieti; sembra dileggere Cappuccetto rosso. (Maria Nadotti, 2001)

La malattia mortale del giornalismoLa spettacolarizzazione è un aspetto perverso della velocità. È ilrisultato di una sorta di concorrenza tra testate giornalisticheche porta a un’enfasi eccessiva su certi avvenimenti e alladimenticanza degli altri. Nell’insieme, porta soprattutto all’as-senza di memoria e produce quella sorta di superficialità checredo sia la malattia mortale del giornalismo contemporaneo.Tutto dura un giorno e il giorno dopo è come se non fosse maisuccesso niente. Nulla si sedimenta, bisogna sempre ricomin-ciare daccapo. (Goffredo Fofi, 1994)

Non c’è bisogno di mentire, basta omettereIl problema della radio e della televisione è che non c’è bisognodi mentire: ci si può limitare a non riflettere la verità. Il sistema

Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo

29

Page 26: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

è molto semplice: omettere l’argomento. La maggior parte deglispettatori della televisione ricevono in modo molto passivo ciòche essa offre loro. I padroni dei network televisivi decidonoper loro cosa debbono pensare. Determinano la lista delle cosea cui pensare e cosa pensarne. (Ryszard Kapuscinski, 1999)

Ciò che ci ha corrosoAmo parlare di questa professione come di un mestiere: c’èqualcosa di egualitario come in altri, almeno nella fatica, nel-la dedizione, nell’applicazione a cui ogni mestiere richiama,con il rigore arcaico quasi operaista che il termine “mestiere”porta con sé e anche con quel tanto di ridimensionamentoche la parola include. Non è però il nostro un mestiere qual-siasi, così come il giornale non è un prodotto qualsiasi. Riten-go che uno dei tanti guai che hanno finito col corrodere daldi dentro la nostra professione sia nella convinzione che dob-biamo mettere su giorno per giorno un prodotto che va ven-duto e che bisogna vendere a tutti i costi. Finiamo per pensa-re che sia come vendere una scatola di dadi o un paio di scar-pe. (Dino Boffo, 1999)

La nostra pigriziaIn questo momento l’informazione ha dei legami molto forticon il mercato, con la necessità di vendere, ma questo non puòesimere dall’affrontare altri temi socialmente edificanti, piùimpegnativi, più coinvolgenti per chi legge o ascolta. Ecco lapigrizia dei giornali, la mancanza di scommessa da parte di noiche li dirigiamo, l’inadeguatezza culturale, come soggetti collet-tivi, nel proporre un prodotto diverso. (Enrico Mentana, 1998)

La paura del nuovoNon è il nuovo che ci fa paura, sono i nostri strumenti inade-guati ad affrontare il nuovo che creano paura. Non avendo le

Raccontare come va il viaggio

30

Page 27: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

liturgie, i linguaggi e nemmeno gli strumenti per capire, il nuo-vo diventa un grande buco nero. (Vinicio Albanesi, 2010)

Le ragioni della nebbiaLa nebbia, cioè la nostra incapacità di discernere i contorni del-le cose, è dovuta a un duplice ordine di ragioni: la prima è la cri-si culturale, il trapasso epocale che stiamo vivendo e che ci fa tro-vare con strumenti vecchi dinanzi a problemi nuovi. Le nostrecategorie, la nostra esperienza, i nostri criteri di interpretazione,i nostri stessi valori sono spesso incapaci di leggere la realtà. La seconda ragione è quella che chiamerei una certa imperfezio-ne del nostro sistema di informazione. [...] È evidente che sonodue cose collegate: non si può interpretare un avvenimento senon lo si conosce anzitutto nella sua dimensione esteriore. Ilnostro sistema mediatico enfatizza tante notizie, ne ignora alcu-ne, ne rimuove tante altre, contribuendo in questo modo acreare nebbia. Tuttavia è vero anche il contrario: l’insufficienzaculturale rende difficile persino riconoscere i fatti importanti,fare il setaccio alle migliaia di notizie che passano ogni giorno.(Antonio Sciortino, 2001)

La necessità di ricordareNon c’è niente di peggio dei giornalisti che credono di saperetutto. Il giornalista ha la necessità di ricordare. La cultura delricordo è la vera sapienza, la memoria per rimettere ordine nel-le cose che accadono. Il rischio, altrimenti, in una società velo-ce e vorticosa che dimentica tutto è quello di perdere il sensodelle cose. (Paolo Ruffini, 1999)

L’informazione narcisaL’informazione si è fatta narcisa. Ce la teniamo così ma ci ribel-liamo, ne parliamo, ne bofonchiamo, cerchiamo se possibile dismontarla. Questo è quello che ho cercato di fare. Non cono-

Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo

31

Page 28: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

scevo “Redattore sociale”. Prima di venire, però, ho volutoguardare gli ultimi 60 giorni. E man mano che leggevo mi veni-va di pensare alla rovescia, al tesoro di tempo, di cura professio-nale, di soldi, di capacità tecnica che invece viene spesa permettere in scena quella che ho chiamato il “teatrone della poli-tica”, che invece è sostanzialmente il teatro del potere. (FilippoCeccarelli, 2003)

Descrivere la realtà senza esserne attoriIl compito dei giornalisti è anche farsi carico delle paure dellasocietà, per non ripetere errori che sono stati compiuti in pas-sato. […] I giornalisti dovrebbero per statuto interno non scrit-to descrivere la realtà, non diventare attori di quello che raccon-tano. Attenti a non affidare ai giornali e ai giornalisti missionicatartiche e risolutive. (Mario Calabresi, 2004)

Il testimone non esiste piùIl giornalista testimone non esiste più da un giorno ben preci-so: la notte tra il 16 e il 17 gennaio 1991, quando hanno tra-smesso la prima guerra in diretta. Da quel momento il giorna-lista ha finito di essere un testimone ed è diventato una parte incausa. Per questo non esiste più qualificazione del giornalismoe soprattutto in quelle situazioni il giornalista è sempre di piùuna pedina di un gioco. È un giornalismo sempre più persona-lizzato, che invece di raccontare quello che ha davanti moltospesso si racconta. (Alberto Negri, 2005)

Rassegnati al peggioLa difficoltà di non riuscire a dare una priorità alle notizie ci faripiegare spesso su una scelta opportunistica. Se è tanto diffici-le capire e giudicare esattamente, essere obiettivi e lungimiran-ti, è più facile rassegnarsi al peggio. Ognuno dice quel che facomodo al proprio punto di vista, alla propria ideologia, anche

Raccontare come va il viaggio

32

Page 29: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

se ormai decotta, al proprio “padrone” o alla propria personalecarriera. (Antonio Sciortino, 2001)

La parzialità del qui e oraLa coscienza si forma attraverso vari strumenti. L’informazionedeve dare tutto quello che può secondo libertà e senza condi-zionamenti, ma non deve avere la pretesa di lasciare una memo-ria storica, perché quello è il mestiere dello storico, che ha altristrumenti, altri tempi, altre responsabilità. Come giornalistadevo raccontare la cosa qui e ora, con la parzialità del quotidia-no. (Antonio Di Bella, 2005)

Il vero coraggioso va dove “non c’è campo”Il luogo del coraggio è il campo aperto […]; il vero coraggiosoè quello che esce dalla trincea non per arditismo, cioè per sfida-re il fuoco nemico, né per dare testimonianza morale, ma pervedere qualcosa che gli altri non hanno visto e non raccontano.È la più semplice, ma la meno praticata e la più necessaria del-le qualità del racconto e dell’informazione. […] Anna Politkovskaia si travestiva da cecena in Cecenia, adopera-va tutti gli strumenti, ma la cosa più importante è che raccon-tava qualcosa che gli altri non facevano, andava nel campoaperto, nelle zone dove non c’è luce, dove non c’è voce, dovenon c’è campo, per usare una metafora telefonica che è la piùadeguata per indicare il posto dove si vede il coraggio dell’infor-mazione. (Marino Sinibaldi, 2006)

Il coraggio dei giornalistiIl coraggio dei giornalisti è come il coraggio di don Abbondio:se uno non ce l’ha, nessuno glielo può dare. Non glielo dà laCostituzione, non glielo dà il contratto nazionale di lavoro, nonglielo dà la tessera di giornalista, non glielo dà la Federazionedella stampa. Ovviamente la carne è debole, si tiene famiglia e

Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo

33

Page 30: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

quindi è sempre una lotta sul filo del compromesso, non fateviillusioni. (Giancarlo Santalmassi, 2004)

Le parole e il pane“Giornalista è colui che vende molte tonnellate di parole perpochi chilogrammi di pane”, diceva Carlo Collodi. […] Il gior-nalista è sempre stato per lunghi e lunghi decenni un lavorato-re salariato, uno che fa un mestiere per portare a casa uno sti-pendio. Oggi la situazione è cambiata. (Angelo Agostini, 2002)

Un mestiere finito?Non ho paura ad ammettere che il nostro mestiere di cronisti èin crisi. Ce lo diciamo tra giornalisti della stessa testata maanche di testate diverse. Il mio è un mestiere che qualche voltadà l’impressione di essere finito; se poi ci diamo un tono peringannare il pubblico a cui dobbiamo pur vendere un prodot-to, diciamo che tutto va bene. Finiamo per sostenere che il gior-nalismo che interpretiamo è il miglior giornalismo del mondo.(Dino Boffo, 1999)

Il pane buono del nostro tempoUna persona diventa cittadino quando ha a disposizione leinformazioni per orientarsi, fare le proprie scelte, decidere del-la propria vita. Da questo punto di vista l’informazione ha unvalore enorme e non misurabile materialmente. Un lavoroenorme che dovrebbe essere il pane buono del nostro tempo,perché oggi chi non è informato correttamente è già di per sénella seconda, terza, quarta fascia della società: è un emargina-to. (Franco Siddi, 2008)

Siamo tanti ma interstizialiSiamo interstiziali, siamo tanti ma interstiziali. La virtualità èuna bellissima astrazione, ma la realtà è un’altra cosa. Siamo

Raccontare come va il viaggio

34

Page 31: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

tanti, ma dovremo lottare con i denti per diventare maggioran-za; adesso siamo minoranza. (Giancarlo Santalmassi, 2004)

La cronaca e il melodrammaLa specificità italiana nel mondo non è solo il numero enormedi notizie, quindi l’attenzione esasperata che diamo alla crona-ca nera, di sangue, ma anche la narrazione che ci costruiamosopra, cioè il fatto che durano anni, ci si costruiscono sopra lecasette, i plastici... Stendhal è venuto in Italia e ha scritto unaraccolta di cronache italiane, una sorta di racconti che nasconotutti dal suo stupore per la spettacolarità che assumono in Ita-lia certi eventi; ha raccontato tutte storie di intrighi, di delitti,di complotti, di tradimenti. Non è che queste storie non esistes-sero negli altri paesi, però qui c’è una narrazione che le sostie-ne e infatti noi abbiamo avuto il melodramma e altri Paesi ilromanzo sociale. (Marino Sinibaldi, 2010)

Dalle 5 “W” alle 5 “S”Sappiamo tutti che la regola che sovrintendeva la cronaca eraquella delle 5 “W”. Adesso abbiamo la consapevolezza che laregola base sia quella delle 5 “S”: sport, spettacolo, sangue, ses-so, soldi... Perché fanno vendere, dicono. Oppure perché glieditori vogliono dare questo ai cittadini? (Enzo Iacopino, 2011)

Sul filo del feuilletonGli omosessuali sono discriminati quando, anche se non ènecessario specificare la preferenza sessuale della persona coin-volta nel fatto di cronaca, essa viene riportata come circostanzaessenziale. I giornali viaggiano sul filo del feuilleton: non sonoinformazione nuda e cruda come dovrebbero essere. Dobbiamoinformare, non scrivere dei pezzi di calligrafia. Non dobbiamofare dei romanzi. (Gianluca Nicoletti, 1997)

Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo

35

Page 32: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Una bulimia che impoverisceLa teoria della contro produttività di Ivan Illich si potrebbeapplicare alla bulimia della comunicazione e dell’informazione:in presenza di un eccesso di offerta si produce esattamente l’ef-fetto opposto, quello dell’impoverimento. Significa che più faicomunicazione inondando la pubblica opinione e più la impo-verisci e la rendi poco decifrabile. Siamo tutti i giorni subissatida tantissime informazioni da ogni mezzo, ma spesso ci accor-giamo di non sapere bene come stanno le cose, anche sui temiche ci interessano di più. (Giulio Marcon, 2011)

Bowling aloneIl massimo della capacità di comunicazione coincide col mini-mo di vita sociale. […] Il meccanismo dell’informazione, comelo stiamo concependo e praticando noi operatori, e come lostanno intendendo gli utenti, è un meccanismo che favoriscel’isolamento, porta al bowling alone. (Antonio Ramenghi, 2002)

L’ozio e il silenzioPurtroppo siamo sempre connessi. Bisogna essere bravi a rita-gliarsi spazi mentali in cui essere scollegati e concedersi dei lus-si come l’ozio e il silenzio. (Neri Marcorè, 2012)

Uno scoop al giornoChiunque di noi potrebbe fare un giornale in rete, potrebbefare uno scoop al giorno e diventare a sua volta fonte di notiziaper quotidiani, settimanali, talk show televisivi, se lo volesse.Ma se uno si cala in rete con un profondo senso di responsabi-lità non lo può fare. Può farlo chi è legato da un forte pattodeontologico rispetto a questa mediazione. Il mio prodottoinformativo e giornalistico deve essere ben ristretto e ben defi-nito in un’area di responsabilità. (Gianluca Nicoletti, 2000)

Raccontare come va il viaggio

36

Page 33: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

I blogger e i giornalistiMolti dicono che oggi ci sono i blog che fanno informazione equindi non servono più i giornali, ma di cosa parlano questiblog? Di notizie che questi blogger sono andati a cercare sul ter-reno o di cose che hanno letto sui giornali o visto in televisio-ne? Chi porta le notizie nella rete? I giornalisti, oppure davveroquesti sono stati sostituiti da persone che di mestiere fannoaltro ma che per hobby creano tutto il notiziario che c’è? No,non è così. (Mario Calabresi, 2009)

Web per mettersi in giocoIl rischio vero è che [internet] sia come una sorta di seduta dipsicoterapia di gruppo. Avere un rapporto con un propriopubblico, con un proprio utente, quando si è responsabili diuno spazio di informazione significa mettersi fortemente ingioco e avere a che fare con persone che sono altrettanto for-temente messe in gioco. È uno strumento immediato di con-tatto con le fonti, non oneroso: con un paio di giorni di tem-po, una buona connessione e una capacità di muoversi è pos-sibile crearsi tutta una serie di corrispondenze in totale gra-tuità, con uno scambio di opinioni e di saperi. (GianlucaNicoletti, 2000)

Fidarsi dei giornalistiIo faccio a fidarmi di chi fa prima di me un lavoro di selezionee di approfondimento, e anche lo sforzo di riassumere, di rac-contare una visione. […] Ho una visione diversa rispetto a chidice che gli approfondimenti se li fa da solo, saltando da un linkall’altro in tempo reale appena c’è la notizia. Io invece vedo letante diverse possibilità e sono incapace di fare da solo, e cosìmi difendo dalla bulimia leggendo gli approfondimenti deigiornalisti. (Renato Soru, 2011)

Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo

37

Page 34: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Open journalismNoi pensiamo che sia meglio sfruttare i cambiamenti piuttostoche resistere a essi. Il modo migliore per farlo è rendersi conto cheil modello di giornalismo che è esistito per tre secoli ora è finito.In quel modello i giornalisti e i proprietari dei media erano i gate-keepers, decidevano cos’era notizia e soprattutto avevano il mono-polio dei mezzi per produrre notizie, erano le uniche persone chepotevano interpretare il mondo. A partire dall’ultimo decennio,chiunque abbia un accesso a internet può fare cose che sono oassomigliano al giornalismo: può registrare quello che sta acca-dendo attorno a lui, può interpretarlo e può trasmetterlo. Questaè la sfida. Le persone che erano i nostri lettori, i consumatori pas-sivi del nostro lavoro, possono potenzialmente collaborare a esso.La strategia del Guardian è aprirsi il più possibile, per questo lochiamiamo open o collaborative journalism. (Paul Lewis, 2012)

Bulimia da GoogleÈ il motore di ricerca il responsabile della bulimia, è lui che cipermette di mettere una o due parole chiave sul rettangolinobianco e ci dà una risposta che porta alla possibilità di leggere,rileggere, vedere e confrontare. Oggi abbiamo sicuramente supe-rato i 100 miliardi di pagine web che Google indicizza. È incre-dibile che dietro a una tale quantità di pagine e a un numeroenorme di utilizzatori di internet ci sia questo solo motore diricerca, questa sola società che permette di selezionare e di muo-versi dentro questo mare. È strano che non sia nato un dibattitopolitico serio sulla responsabilità di questo motore di ricerca esulla debolezza di un mondo di lettori acritici e inconsapevoli delmodo con cui i link vengono selezionati. (Renato Soru, 2011)

Il “grande motore immobile”Ci buttiamo su Google cercando qualunque cosa; prima anco-ra di domandarcelo, lo stiamo domandando a lui. Google sta

Raccontare come va il viaggio

38

Page 35: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

diventando il cervello del pianeta, quello che Aristotele chiamail “grande motore immobile”. Sta lì e ci dice tutto, ma condi-ziona i nostri comportamenti. È anche come la Sibilla, a cui siandavano a chiedere continue risposte. E, come la Sibilla, ci dàrisposte equivoche. (Marino Niola, 2012)

Non notai, ma profetiLe responsabilità e l’impegno a costruire in positivo apparten-gono a tutti: bisogna essere capaci di non essere i notai dello sta-tus quo, ma i profeti dell’aurora. C’è il rischio che ci si rassegnia una difficoltà, all’impotenza davanti a qualcuno più grande epotente di noi; ma noi, se siamo qui, siamo tutti gente testar-da, e vi auguro di esserlo sempre di più. (Luigi Ciotti, 1997)

L’unico modo per essere liberiIl grande coraggio della vostra generazione è di mettersi soli. Ècostruire un giornalismo dal basso, in cooperativa, credendocied entrando nel mercato. È l’unico modo per essere liberi.(Uliano Lucas, 2012)

Il giornalista, il suo mestiere, il suo mondo

39

Page 36: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che
Page 37: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

2. Il giornalista sociale

Io sto attentoIl mio mestiere è quello di stare attento. Sto attento a quello cheleggo, a quello che ascolto alla radio, a quello che vedo in tele-visione, a quello che sento per la strada... (Francesco TullioAltan, 2010)

Il bravo giornalistaIo credo al bravo giornalista e il bravo giornalista è un redatto-re sociale, perché deve esserlo nella sua genetica, perché tutti glielementi costituenti della sua formazione, direi della sua voca-zione, portano in quella direzione; altrimenti è uno che tradi-sce se stesso. (Roberto Morrione, 1995)

I quattro elementi del giornalismoIl primo elemento è la curiosità. Chi non è curioso cambimestiere, perché chi vive nel sociale è come il cane randagio,annusa, spesso non conosce le cause, almeno all’inizio, peròsente l’odore e quello di bruciato si capisce. Nella storia, nellavicenda, un giornalista deve capire gli odori, deve sentirli, quel-li cattivi ma anche quelli buoni, perché in una storia, in un det-taglio possono esserci i trend di quello che avverrà o potrebbeavvenire [...] La seconda condizione è la competenza, che signi-fica approfondire la curiosità. Se tu ti limiti, non approfondi-sci, non allarghi il tuo orizzonte. [...] Un ulteriore elemento èl’onestà. Signori miei, è vero che ciascuno di noi deve vivere esopravvivere, però anche nell’obbligo richiesto dal direttore sidovrebbe avere la capacità di esprimersi: bisogna chiedersi se èuna cosa onesta, e a quel punto si può cambiare una parola,

41

Page 38: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

un’espressione, si può sfumare, accentuare, esaltare, si può faremergere questa onestà; noi non siamo esenti dall’onestà. [...] Ilquarto passaggio è la memoria, una capacità che bisogna eserci-tare, altrimenti si perde. Ciò che avviene ha sempre una storia,è sempre risultato di una serie di processi, di passaggi e non sipuò mettere lì una notizia senza tenerne conto, come se nullafosse avvenuto. (Vinicio Albanesi, 2009)

La vita e la cronacaNon si può più parlare di problemi sociali così, all’impronta.Mentre per tutto si richiede una specializzazione o, almeno, unapreparazione sufficiente, l’ultimo arrivato, in un giornale, finiscesul sociale. Il sociale diventa puramente cronaca e spesso la cro-naca diventa cronaca nera. E si crede che la vita sia tutta là. Lavita sarebbe fatta di cronaca nera. I giornali traboccano di crona-ca nera perché è opinione diffusa che questa faccia vendere, men-tre la bianca no. [...] Ma la vita è molto più grande della crona-ca. Bisogna avere la pazienza di stare addosso alla vita e di cerca-re di vederla e conoscerla dall’interno, se si vuol parlarne conqualche competenza. La vita odia le schematizzazioni, le incasel-lature, odia le generalizzazioni. (Leonardo Zega, 1995)

Immergersi nella paludeVolare basso significa immergersi nella palude, cercare di sco-prire dettagli, cercare e vedere il sudore della fronte di un poli-tico che non sa cosa dire. E volare basso significa poi, per chi fainformazione sociale, raccontare realtà che nessuno racconta. Ame questo volare radente suggerisce il primo antidoto all’infor-mazione narcisista. (Marco Damilano, 2003)

Competenti e orecchiantiNella storia e nella pratica giornalistica ci sono due filoni: quel-lo dei professionisti competenti e quello degli orecchianti e

Raccontare come va il viaggio

42

Page 39: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

pressappochisti, ai quali interessa di più apparire che essere. [...]Se non si ha stoffa e se non si è bravi giornalisti, nel senso del-la competenza, non si diventerà neppure buoni redattori socia-li. [...] Alcuni dicono che il giornalismo non sia una vera scien-za. Forse hanno ragione perché lascia molto spazio alla sogget-tività, all’iniziativa, ma proprio per questo è indispensabile chesia supportato da eticità e sete di apprendimento. (Carlo DiCicco, 1994)

Raccontare come va il viaggioIl valore alto della vostra professione è di raccontare come va ilviaggio, è di informare se qualcuno è inciampato ed è meglioche ci fermiamo per aspettarlo, è di avvertire qualcuno che siferma perché crede di essere già arrivato e invece forse anche luiha un pochino di strada da fare. (Giovanni Nicolini, 2008)

Primo: delegittimare le guerreL’informazione dominante ha come compito prevalente quellodi giustificare le guerre. Lo fa attraverso molteplici modalità, sianel modo stesso con cui presenta le notizie e a maggior ragionenel modo con cui le commentano gli opinionisti.II compito del redattore sociale è quello di delegittimare leguerre. Tutte le guerre sono ingiuste, sporche e brutte. Non c’e-ra bisogno di vedere quello che sta avvenendo nella ex-Jugosla-via, per sostenere questo: bastava avere un minimo di memoriastorica per sapere cos’è avvenuto nel corso dei 40 anni prece-denti: oltre 140 guerre con 25-30 milioni di morti. (NanniSalio, 1994)

Contribuire al cambiamento della mentalitàI mass media possono facilitare l’inclusione con notizie aimpatto positivo, attraverso servizi che rivelano il volto umanodemarginalizzato e le modalità di venirgli incontro. Possono e

Il giornalista sociale

43

Page 40: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

devono denunciare le ingiustizie sociali e promuovere la dispo-nibilità e la capacità dei marginalizzati di lavorare e vivere unavita dignitosa. Il giornalista deve essere - lo è per forza - un for-matore di atteggiamenti e di opinioni: può contribuire al cam-biamento della mentalità. (Alexandru Cobzaru, 2004)

La voglia di veritàNon vogliamo proclamare eroi, ma il fatto che otto giornalistiabbiano perso la vita per aver fatto emergere verità a volte sco-mode per la mafia, la camorra, la criminalità che poi li ha ucci-si, rimane dopotutto un segno di positività. Al di là della trage-dia, è il segno di quanti dei nostri colleghi sono veramente per-sone alle quali non è venuta mai meno la voglia di verità. (Lui-gi Ciotti, 1997)

I paradossi del “giornalismo umanitario”La discussione tra giornalismo e “umanitarismo” è molto intimae anche ambivalente. I giornalisti hanno bisogno degli operatoriumanitari per entrare nelle zone di crisi. Le ong hanno bisognodi giornalisti per far sì che le notizie circolino. Loro ci dannoospitalità e informazioni e sperano che raccontiamo la storia, chepubblicizziamo l’evento a cui sono interessati. È un affare neces-sario, ma è anche un affare poco soddisfacente per entrambi, per-ché dal punto di vista dei giornalisti forse il soggetto umanitarionon è la cosa principale a cui si è interessati. (David Rieff, 2005)

Giornalismo umanoHo dei dubbi che esista un giornalismo umanitario, ma esisteun giornalismo umano. In un mondo altamente utopico, essopresupporrebbe che i giornalisti potessero raccontare semprequello che vedono, rafforzato dalle proprie coscienze, dalle pro-prie opinioni e dalle proprie sensibilità. E che esistessero deimedia slegati dal potere economico-finanziario, che parte di

Raccontare come va il viaggio

44

Page 41: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

essi non fossero in gravi difficoltà economiche, che vi fosse unquadro che rendesse possibile fare più umanamente questomestiere… (Alberto Negri, 2005)

Comunicare non è un lussoA fare comunicazione in un’economia totalmente disastrata,che ha certamente altre priorità, dove la gente pensa solo asopravvivere, sembra a volte di fare una cosa di lusso. Io sonoconvinto di no, sono convinto che una delle ragioni per cui l’A-frica è sottosviluppata è anche perché l’informazione è control-lata dall’esterno, perché non c’è sufficiente informazione.(Renato “Kizito” Sesana, 2003)

Raccontare i dislivelliSi discute sulla fine della vita di una giovane donna, non sidiscute affatto sulla realtà che ogni giorno noi facciamo morirecentinaia di persone perché non facciamo nessuna ricerca scien-tifica su malattie molto elementari e non mandiamo nessunaforma di aiuto. [...] Se non teniamo conto di questi dislivelli edi questi drammi di differenza, il razzismo è già sdoganato.(Giovanni Nicolini, 2008)

Rozzano non si impara su internetDal punto di vista giornalistico un posto come Rozzano, peri-feria di Milano, non può essere conosciuto attraverso internet,e neanche attraverso i casi di emergenza. Bisogna stare lì, pervedere tanti episodi che sono delle vicende di umanità, anche senon di grande emergenza. Dovreste andare in certi quartieri emettervi d’estate nel cortile a guardare i bambini e gli adole-scenti, le mamme, in quei posti in cui si alternano esperienzedifficili, di periferia. I giornalisti dovrebbero riacquistare ilgusto delle umanità, degli affetti, della fantasia, delle piccolerelazioni, della creatività industriosa che nasce quando ci sono

Il giornalista sociale

45

Page 42: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

pochi mezzi per fare cose grandiose... Anche quando non c’ènulla di sensazionalistico da raccontare ma c’è tanto di specialein ogni ordinario momento di vita. (Gino Rigoldi, 2003)

La fatica e il rispettoGiornalisti sociali si diventa, è vero, ma con fatica. Sia perché nonci sono ancora modelli precostituiti che esprimano in modoemblematico questo nuovo tassello della nostra professione gior-nalistica, sia perché la fatica e l’impegno occorrono per diventareanzitutto dei buoni giornalisti. Buoni giornalisti significa veriprofessionisti, competenti, che raggiungono gli obiettivi non pergrazia ricevuta; e che una volta inseriti nei circuiti produttivi, aqualunque livello, non si contentano di essere arrivati, perché laprofessione - se la si ama e si ha stima di sé e rispetto per gli altri- esige un continuo aggiornamento. (Carlo Di Cicco, 1994)

Conoscere i nostri difettiPrima di “sbattere in prima pagina” un bambino, oggi, nelleredazioni ci si pensa su. Dieci anni fa non succedeva. Certo,non ci deve bastare. [...] Ma noi giornalisti, anche attraverso inostri organismi di categoria, siamo un po’ cocciuti e nonostan-te i tanti punti di crisi della nostra professione, cerchiamo dicrescere e di cambiare. Soprattutto cerchiamo di conoscere inostri difetti. (Gigi Padovani, 1997)

La rappresentanza politica del socialeComincio ad averne piene le tasche del lamento nei confrontidei grandi media riguardo la caricatura del sociale. Oggi vedouna moltiplicazione di strumenti d’informazione e di comuni-cazione da parte dei soggetti sociali. Ma il problema non è tan-to trovare una pagina buona d’informazione sul sociale su“Repubblica”: il problema è politico, nel senso che questa mol-tiplicazione di forme di presenza sociale non trova rappresen-

Raccontare come va il viaggio

46

Page 43: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

tanza politica. [...] E temo che in questo i giornali c’entrinopoco. (Angelo Agostini, 2002)

Informare per cambiareIl ruolo dell’editoria del non profit è triplice: 1) riscatta dallaspirale del silenzio molti soggetti e realtà che altrimenti nonavrebbero diritto di cittadinanza sulle pagine del quotidiano odella rivista che va in edicola. L’editoria del non profit dà vocecostantemente a chi non ha voce, a chi sta ai margini della noti-zia. 2) Denuncia situazioni di ingiustizia, casi di leggi nonapplicate, disfunzioni burocratiche, ma anche ritardi culturalinell’approccio ai problemi sociali. […] 3) Fa muovere le perso-ne, sensibilizza la coscienze. Detto con uno slogan, al non pro-fit interessa informare per cambiare. (Gerolamo Fazzini, 1998)

Giornalisti visionariChi fa informazione nel terzo settore non è neutrale, per il sem-plice fatto che si fa portatore di una visione del mondo “rivolu-zionaria”, che punta a cambiamenti strutturali nella società, aorientare il baricentro del benessere in maniera diversa da com’èoggi. […] È il singolare destino dei giornalisti del non profit:debbono essere - in certa misura - dei visionari: gente cioè capa-ce, mentre racconta. di anticipare il “mondo nuovo” che l’uto-pia del terzo settore va inseguendo. (Gerolamo Fazzini, 1998)

Un’impresa specialeQui a Capodarco è nata un’impresa straordinaria e speciale, chelavora per offrire quell’informazione che non sempre trovagrande spazio nei media commerciali tradizionali e che purerappresenta una parte di realtà così importante, viva: quella chein genere tiene insieme le società complesse attraverso i mecca-nismi della partecipazione, del volontariato, della solidarietà.(Franco Siddi, 2008)

Il giornalista sociale

47

Page 44: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

3. Notizie deboli:il sociale e come viene raccontato

Vita e giornaliLa vita non funziona come c’è scritto sui giornali. (Michele Ser-ra, 1996)

Il giornalismo intenzionaleIl vero giornalismo è quello intenzionale, vale a dire quello chesi dà uno scopo e che mira a produrre una qualche forma dicambiamento. Non c’è altro giornalismo possibile. (RyszardKapuscinski, 1999)

Un problema di tuttiIn Italia non si è ancora arrivati a comprendere che il problemadi alcune persone è comunque il problema di tutti. [...] Tratta-re la marginalità come problema categoriale è il più grosso erro-re che si possa fare. (Vinicio Albanesi, 1994)

La persona e la mascheraTutti i temi dei quali il giornalismo sociale si occupa hannoun’identità di persona, hanno una maschera ed è estremamen-te difficile per chi non è dentro al codice di quel settore speci-fico capire cosa c’è dietro quella maschera, quali sono i fatti, lerealtà, le esistenze... (Franco Bomprezzi, 2002)

Il sociale e la società dominanteIl “sociale” non è un interesse generale: è legato alla societàdominante e alle sue componenti più significative. Diventacentrale in proporzione a come tocca i nervi scoperti di alcuni

49

Page 45: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

gruppi. Gestire le notizie sociali diventa allora una grande fati-ca, perché sei marginale/alternativo e non entri nel cuore delleemozioni. A meno che i destinatari non siano gli interessi e leemozioni delle persone che contano. Questa logica si estendeagli editori, che non sono missionari, da cui i giornalisti dipen-dono. A meno che - come per il biologico - il marginale nondiventi coessenziale all’attenzione dei benestanti. (Vinicio Alba-nesi, 2001)

La causa delle buone notizieMi hanno chiesto perché i giornali non danno spazio alle buo-ne notizie, all’Italia che cerca di fare piccole cose buone. Hodato una risposta di tipo commerciale: perché si legge poco. Mapoi ci ho ripensato: raccontiamo poco quell’Italia perché nonne raccontiamo la causa primaria: che c’è tanta gente impegna-ta nel sociale e nel volontariato perché c’è tanta gente che ne habisogno. (Marco Imarisio, 2012)

Violazioni indiretteI diritti della persona vengono spesso violati da un certo mododi fare cronaca. Che magari non viola l’anonimato della perso-na, ma ha delle ricadute indirette, gravide di conseguenze deva-stanti. Etichettare determinati gruppi di persone significa espri-mere giudizi di valore su determinate culture, stigmatizzaredeterminate minoranze, magari senza colpire direttamente lapersona ma creando una cultura basata su pregiudizi, letturesuperficiali, semplificazioni. (Luigi Ciotti, 1997)

Il mantenimento dei pregiudiziLa tendenza al maggior rispetto dei diritti individuali e le cre-scenti sensibilità individuali non eliminano il problema piùcomplesso: il ruolo che i giornali continuano a ricoprire nellacircolazione di luoghi comuni, stereotipi e pregiudizi, come nel

Raccontare come va il viaggio

50

Page 46: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

mantenimento di determinati orientamenti e gerarchie di valo-re e nell’alimentare la propensione alla marginalizzazione didiversi e devianti. (Franco Prina, 1997)

Violenza sulla violenzaPerché liquidare le persone dicendo sei un “handicappato”, un“drogato”, un “bambino violento”, un “pazzo”? Se non c’è par-tecipazione a questo mondo, si fa una violenza sulla violenza.Poi tutto è giustificabile attraverso il diritto di cronaca, la ricer-ca della verità ecc. I motivi possono essere infiniti, ma la sostan-za è che si cerca di giustificare una propria violenza. (VinicioAlbanesi, 1994)

Compassione malintesaChe cos’è che passa sulla carta stampata e più in genere nellacomunicazione? La disgrazia, la compassione, l’immigrato cheuccide l’altro immigrato e non i 503 che fanno il loro mestieredevotamente; lo psicotico che ammazza la madre e non le coo-perative sociali che se ne occupano. In parte sicuramente que-sto appartiene alla vecchia storia per cui è l’uomo che morde ilcane a fare notizia e non viceversa, però anche a qualcos’altro, aun meccanismo compassionevole, agli aspetti più deteriori diun paese cattolico, a un malinteso senso non della pietas madella compassione. (Clara Sereni, 1999)

Lo scopo della cronaca rosaIl problema per chi, come noi, tutela interessi deboli è: comefarli diventare forti? Appellarsi alla correttezza dell’informazio-ne non ha più senso. Assistiamo ad aberrazioni editoriali, in unbarbarismo che non ha limiti. La tendenza spropositata verso lacronaca rosa non può essere frutto di “sciocchezza” giornalisti-ca. […] Probabilmente la tendenza all’informazione leggeraplaca (in modo distorto) la sete d’informazione generalizzata,

Notizie deboli: il sociale e come viene raccontato

51

Page 47: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

per non essere costretti a dare informazioni sui fenomeni checontano della società. (Vinicio Albanesi, 1998)

La raucedine del papaL’altro ieri tutti i giornali mettevano più o meno in rilievo unfatto: il papa ha la raucedine. Io voglio tanto bene al papa e mirincresce che abbia la raucedine, però, Cristo di Dio, i miei bar-boni che dormono sulle panchine, sotto i cartoni, hanno tuttila raucedine, e più della raucedine, ma nessuno ne parla! (Dan-te Clauser, 1997)

Tranne quelli della cronaca!I giornalisti sono esseri umani come tutti, vivono in questomondo, partecipano delle sue gioie e dei suoi dolori, e anchedei suoi pregiudizi: noi omosessuali siamo straordinariamentedebitori al mondo dell’informazione, per l’aiuto che quotidia-namente ci dà. Abbiamo a che fare con la categoria più apertae più sensibile alle tematiche degli omosessuali. Tranne però igiornalisti che lavorano in cronaca! [...] La furia macellaia deigiornalisti di cronaca si scatena quando hanno a che fare condelitti in cui sono coinvolte persone omosessuali. In quel casotorna fuori tutta la vecchia fraseologia che ciascuno può trova-re se sfoglia la stampa degli anni ‘60. (Franco Grillini, 1997)

Condanne senza appelloNon mancano esempi di mezzi di informazione che sistemati-camente esprimono, nei contenuti e negli stili comunicativi, ilrifiuto del diverso, l’odio per chi tenta di inserirsi, provenendoda un qualunque “altrove”, nella realtà cui si appartiene. Unacondanna senza appello di chi attenta alla sicurezza e alla tran-quillità del territorio in cui vivono i cittadini “per bene”. (Fran-co Prina, 1997)

Raccontare come va il viaggio

52

Page 48: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

L’esperto-dipendenzaSe mettiamo a confronto i nomi dei giornalisti e i nomi degliesperti consultati, notiamo che la ricorrenza dei primi è bassis-sima, mentre la permanenza dell’esperto è altissima: vuol direche giornalisti diversi sentono sempre lo stesso. [...] L’espertonon declina mai: è come se sentissimo la stessa fonte da tantigiornali diversi; c’è un meccanismo di rifrazione che non con-sente una pluralità informativa. (Stefano Laffi, 2008)

Il sociale nel localePer la cronaca sociale, il giornalismo dei quotidiani a forte pre-sa locale è potere tout court. Un articolo di giornale sbagliatodistrugge mesi di lavoro degli operatori sociali, e distruggeanche la possibilità di dire la verità su un fatto per mesi interi,a volte per anni. Radica luoghi comuni, che magari non avreb-bero avuto la possibilità di stabilizzarsi, attribuendo lorodignità di verità. (Gianfranco Bettin, 1996)

Volontari e politicantiIl volontariato va bene e va sostenuto quando assiste i poverie coopera a tenerli buoni; ma se i volontari si mettono dallaparte dei poveri e ne difendono la dignità e tutelano i diritti,allora “fanno parole” e sono “politicanti”. (Giovanni Nervo,1995)

Operatori ecologiciIl rischio che corriamo, noi come comunità e come ong, èquello di essere come gli operatori ecologici, quelli che servo-no a mantenere pulita la città. Possono alzarsi molto presto,devono finire il lavoro entro le otto, oppure la sera tardi e nel-la notte, ma durante il giorno devono scomparire. (VinicioAlbanesi, 2002)

Notizie deboli: il sociale e come viene raccontato

53

Page 49: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Il volontariato non è nato come supplenzaOccorre distinguere il volontariato tradizionale (quello di ispi-razione laica e quello di ispirazione cristiana) e il nuovo volon-tariato, che compare all’orizzonte negli anni Settanta ed esplo-de negli anni Ottanta. Il nuovo volontariato non è nato quan-do ha cominciato a scricchiolare lo stato sociale, come forma disupplenza all’istituzione pubblica: c’era già anche quando lacultura dominante concedeva il pluralismo nelle istituzioni(cioè il pluralismo nelle organizzazioni rappresentative), marifiutava il pluralismo delle istituzioni. È stato forse, in unaminoranza, uno sbocco costruttivo della contestazione: vistal’impossibilità di cambiare il sistema, i giovani più responsabilisi sono impegnati in prima persona sul fronte dell’emarginazio-ne. La diffusione così ampia del volontariato forse esprime unbisogno vitale di ossigeno, una reazione magari inconsapevolealla società consumistica, una ricerca di valori incarnati nellarealtà umana e nella storia. (Giovanni Nervo, 1995)

La società spezzataChi sta pensando che bisogna ormai smantellare lo stato socia-le in Italia, sta proponendo esattamente la ricetta liberisticadegli anni Cinquanta, che ha fallito clamorosamente proprionei paesi in cui è stata proposta. La cosa straordinaria di questomomento è che, di fronte alla crisi del welfare, da parte di chisembra così deciso ad andare avanti non c’è l’elaborazione di unmodello nuovo. Non tiene conto che i pilastri dello stato socia-le che abbiamo conosciuto negli anni ’50 sono crollati. Tieneconto solamente di modelli ideologicamente assunti senzaalcun filtro critico. […]Siamo di fronte a una tendenza culturale che vuole spezzarequesta società e reinterpretare il concetto di solidarietà: non piùcome patto solidale all’interno di una comunità, di una cittadi-nanza, fra generazioni, fra sani e malati, fra maschi e femmine,

Raccontare come va il viaggio

54

Page 50: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

fra territori; ma una solidarietà vista come “benevolenza pub-blica”. (Ugo Ascoli, 1994)

Il terzo settore sarà sempre il più deboleCi si deve preoccupare di fronte ad affermazioni come: “Lo Sta-to non è in grado di garantire i servizi alle persone, ci pensiamonoi terzo settore”. Il terzo settore ha certamente necessità diconiugare solidarietà ed efficienza per offrire servizi non solocarichi di positive motivazioni, ma efficaci. Deve però avereconsapevolezza che dei tre pilastri - Stato, mercato, terzo setto-re - è il più debole, mentre il mercato è il più forte: può essereperciò facilmente strumentalizzato come ammortizzatore delletensioni sociali destinate ad aumentare se si tende a smantella-re lo stato sociale per passare dallo stato sociale allo stato libe-rale, affidando esclusivamente ai meccanismi concorrenziali delmercato e a un maggiore sviluppo economico l’attuazione diuna solidarietà autentica. (Giovanni Nervo, 1995)

I giovani non sono straniÈ proprio vero che i giovani di oggi sono strani, diversi, fre-quentano posti malandati? Non è vero neanche un po’. È veroinvece che il mondo adulto è poco disposto e attrezzato per larelazione, per la comunicazione e, poiché questi giovani guar-dano lontano, vengono ritenuti abbastanza strani e fuori dalleabitudini. (Gino Rigoldi, 1996)

Il pregio di un futuro senza progettoUn futuro senza progetto: potrebbe essere questo il modo in cuii più giovani esprimono quello che li attende, e che è difficileda raccontare. Ma il loro futuro senza progetto ha un grandepregio: l’apertura all’accidentale, al casuale, che i ragazzi hannomolto più degli altri. (Stefano Laffi, 2005)

Notizie deboli: il sociale e come viene raccontato

55

Page 51: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Pochissimo amatiI giovani non sono un valore per la società contemporanea.[...] Al di là del loro essere attori del consumo, oppure pre-cursori di mode, utilizzati per le pubblicità, i giovani di oggisono pochissimo amati. A partire dalla famiglia. Ne incontrotantissime: tutte si riconoscono incompetenti e in grosse dif-ficoltà nei confronti dei figli adolescenti, ma nessuna si pren-de l’impegno di andare a scuola, di confrontarsi, di impiega-re del tempo, delle energie. Amare i figli e lavorare perché laloro situazione socio-economica sia forte ed essere disinteres-sati o superficiali nei confronti della loro educazione è segnodi poco amore. Educazione vuol dire spiegare ai figli quelloche è bello, importante, dare la propria anima, se stessi. [...]Se si vuol bene a una persona, le si danno le cose che servonoper crescere, per vivere. Invece - dal lavoro alla formazione ealla scuola, dall’ambito familiare a quello della socialità - gliinterventi che si offrono sono poveri, improvvisati, seconda-ri, accessori. E tra questi ci sono anche i giornali. (GinoRigoldi, 1996)

Se invecchiare è una malattiaLa “sanitarizzazione dei bisogni”, cioè la lettura dei bisognisociali (soprattutto quelli degli anziani) sotto la lente sanitaria,è un problema radicale dei nostri tempi. Perché mai le case diriposo sono state costruite come ospedali, con i classici tempi emodi dell’istituzione totale [...]? Esiste addirittura un’epide-miologia dell’invecchiamento, che lo considera tout court comemalattia. La storia del sociale e del sanitario in Italia assomigliaa quella del treno e dell’automobile, per i diversi destini segui-ti dagli investimenti per la rete ferroviaria e quella autostradale.È noto lo squilibrio di potere tra sociale e sanitario esistente inItalia, e i danni che questo ha provocato. (Stefano Laffi, 1996)

Raccontare come va il viaggio

56

Page 52: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Un argomento semplice e disadorno“Non c’è niente di più facile che un argomento semplice e disa-dorno per confondere gli ignoranti”, dice il Manzoni. [...] Indi-viduando esattamente il caso di chi non vuol fare la fatica dicapire e fruisce dei vantaggi secondari di una interpretazionesemplificata. Le interpretazioni troppo semplici, quelle riassu-mibili in una etichetta, non aiutano le persone coinvolte e pur-troppo nemmeno la comprensione dei fenomeni. L’interpreta-zione del fenomeno condiziona il fenomeno stesso, ci interagi-sce e in qualche modo lo determina. La tossicodipendenza èforse è il terreno più fertile per i luoghi comuni e le falsificazio-ni scientifiche. (Leopoldo Grosso, 1994)

La falsificazione dell’infanziaUno dei nodi più importanti è la continua falsificazione cheviene proposta dell’immagine dell’infanzia; di bambini si parlasolo quando c’è di mezzo la pedofilia, il bullismo, casi ango-scianti come la strage di Erba o il caso del piccolo romeno Flo-rin, bruciato vivo nella periferia di Milano, figlio di romeni chenon erano delinquenti, ladri o “zingari”, ma semplicementegente poverissima che viveva in una baracca in condizioni spa-ventose. (Grazia Honegger Fresco, 2007)

Dietro ogni viaggioDietro ogni viaggio [di migranti] ci sono mogli che perdono imariti, ci sono bambini piccoli che rimangono orfani, ci sonogenitori che perdono i figli, spesso senza nemmeno sapere chesono partiti. (Gabriele Del Grande, 2007)

Quello che cerca la veritàSe volete scrivere qualcosa che riguarda gli immigrati, dovetevenire prima a conoscerli. Non scrivete o raccontate per senti-to dire: venite in piazza, venite nelle loro baracche, nelle loro

Notizie deboli: il sociale e come viene raccontato

57

Page 53: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

abitazioni seppure siano le fogne, ma venite a conoscerli, aincontrarli e fatevi dire da loro cosa ne pensano su quello che sidice di loro. […] In quanto emigrante, in quanto rifugiato, viposso dire che quando noi pensiamo al giornalista lo vediamocome quello che cerca la verità, la verità dei fatti, la verità dellecronache, la verità del vissuto quotidiano. Ebbene, noi ci aspet-tiamo da un giornalista che dica la verità, la verità anche sulperché queste persone si trovano in una certa condizione piut-tosto che in un’altra. (Mussie Zerai Yosief, 2007)

La tolleranza meschinaOggi siamo tutti costretti a fare gli antropologi: riflettere sull’i-dentità e sulla differenza, su come si fanno certe cose da noi ecome si fanno altrove, non è più teorico, non è una questione ditolleranza o di umanesimo o di coscienza. L’alterità ce l’abbiamoin casa ed è diventato questo il fuoco dei nostri problemi. [...]Oggi la tolleranza si riduce sempre più a quel qualcosa di moltomisero e meschino che è il “tollerare”, ma sappiamo benissimoche la tolleranza non è questo: non è toleration ma tolerance, cheè un’altra cosa e molto più ampia. (Marino Niola, 2001)

Le tre barriere alla voce dell’immigratoL’immigrato è un’emergenza da affrontare, una bocca da sfama-re oppure una minaccia da esorcizzare. Diventa difficile per luiparlare; ci sono tre barriere che glielo impediscono. La primaevidentemente è linguistica, ma la lingua non è solo da capire.Dietro ogni lingua c’è tutto il patrimonio culturale di un popo-lo che sfugge all’immigrato perché non ne possiede gli strumen-ti di lettura. […] La seconda è quella sociale. L’immigratoappartiene spesso all’ultimo gradino della società: i luoghi dalui frequentati e che i mass media ci fanno vedere sono, appun-to, quelli dell’esclusione sociale. Quando uno è collocato “suimarciapiedi” dell’esclusione sociale non ha diritto a quei luoghi

Raccontare come va il viaggio

58

Page 54: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

del dibattito pubblico, a quegli spazi del verbo collettivo chesono diventati la radio, la televisione e i giornali. […] Infine c’èla barriera culturale-religiosa con quei suoi modi strani di fare edi agire: l’immigrato già si colloca come un corpo estraneoall’interno della società; se poi aggiungiamo l’elemento religio-so, ecco che davvero la sua diversità diventa radicale. La nostrareligione è tollerante e civile; la sua superstiziosa, violenta, inte-gralista, fondamentalista. (Jean Leonard Touadi, 1998)

Immigrazione in chiave sicurezzaBisogna mettersi dalla parte della signora che sta a casa e vedela tv, magari una signora di una certa età che giustamente sisente più minacciata. Io la capisco profondamente, non la con-danno e non la giudico [...]. Ma perché quella signora ha pau-ra? Perché per almeno 10-12 anni, ogni sera, lei non ha maipotuto vedere in tv una trasmissione sull’immigrazione chenon coniugasse la parola sicurezza, mai! Non ha mai potutovedere una trasmissione che parlasse d’immigrazione come diun fenomeno sociale che sta cambiando la nostra comunitàitaliana, come un fenomeno culturale che ci sta arricchendo,come un fenomeno economico che sta portando dei vantagginon indifferenti, non da ultimo anche per le pensioni, magariquella stessa che la signora percepisce. Questo no, non cel’hanno propinato, e la signora ha ragione ad aver paura. (Lau-ra Boldrini, 2009)

Persone repellentiUn interessante studio recente basato sulla lettura protratta pertre mesi di quattro quotidiani nazionali ha evidenziato come ilmondo delle persone senza dimora è oggetto di frettolosasuperficialità. […] Nelle descrizioni tutto viene livellato: sonopersone repellenti con un quoziente intellettuale molto bassoche rasenta l’ebetismo, vivono nella sporcizia, incapaci di vera

Notizie deboli: il sociale e come viene raccontato

59

Page 55: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

solidarietà. In sintesi, una categoria che si avvicina di più alregno animale che a quello umano. (Sergio Pighi, 1999)

Si sentono onorati[Le persone senza dimora] ci fanno capire il valore della essenzia-lità del bisogno insopprimibile di affetto di ogni creatura. Tantidi loro esprimono questa necessità accudendo il cane randagio.Sono attaccati ai ninnoli e li difendono a volte con asprezza. Ilrifugio notturno viene difeso da ogni invasione e il più delle vol-te è pulito. Soprattutto parlano, discutono, si arrabbiano, pensa-no. Quando “sentono” che sei loro amico, ti ringraziano con gestiinconsueti ma carichi di tanto affetto. Si sentono onorati quan-do chiedi loro un parere. (Sergio Pighi, 1999)

Poesie accanto al cadavereA volte qualcuno che è entrato in questo mondo [dei senzadimora] perché colpito da disgrazie personali - il più delle vol-te familiari - si mette a scrivere. Accanto al cadavere abbando-nato, tra le misere cose non è raro trovare degli appunti o dellepoesie che descrivono quello che realmente sentono e lo strug-gente ricordo dei bei tempi passati assieme alla donna amata, aifigli, agli amici di un tempo. Qualcuno, caso molto raro, riescea rientrare in quella che noi riteniamo normalità. (Sergio Pighi,1999)

Una madre handicappataMi definisco una madre handicappata, anche se la gente sussul-ta un po’ e dice: ma perché? Sono una madre handicappata per-ché ho un figlio psicotico. Questo - va dichiarato - non è unavergogna e quello che mi rende handicappata non è il destinocinico e baro che mi ha regalato un figlio così, ma sono gli osta-coli che la società pone alla sua e dunque alla mia autonomia.(Clara Sereni, 1999)

Raccontare come va il viaggio

60

Page 56: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Un eccesso di schiavi potenzialiLa corruzione dei governi - insieme con il vasto incremento delnumero di persone e il loro continuo impoverimento - hannodato origine a nuove forme di schiavitù. Per la prima volta nellastoria umana c’è un assoluto eccesso di schiavi potenziali. [...] Èdrammaticamente cambiata la quantità di profitto che può esse-re ricavato da uno schiavo, così come la durata di tempo duranteil quale una persona può essere schiavizzata. (Kevin Bales, 2000)

I folli e gli economistiParlare di crescita infinita in un mondo limitato, possono farlosolo due categorie di persone: i folli e gli economisti. Solo uneconomista interno alla propria disciplina può dire: sviluppia-mo, cresciamo, senza vedere che tutto questo non ha radici. Ildi più non è necessariamente il meglio, il di più è solo quanti-tativo, mentre il meglio è l’umano, che è un’altra cosa. Noidobbiamo crescere in umanità e in qualità, ma ciò non signifi-ca aumentare la rata dei beni di consumo. (Achille Rossi, 2011)

Il rintocco funebre della schiavitùMentre il processo di globalizzazione ha reso possibili nuoveforme di schiavitù, esso ha anche introdotto il concetto fonda-mentale che i diritti umani riguardano il mondo intero. Manmano che crescerà il consenso a questo concetto, le ragioni eco-nomiche su cui si basa la schiavitù verranno sempre più messesotto pressione. Se è forse troppo aspettarsi che ogni tipo di cri-mine scomparirà completamente, la globalizzazione potrebbeessere sia il punto di partenza della nuova schiavitù, sia il rin-tocco funebre di tutta la schiavitù. (Kevin Bales, 2000)

Africa? No, grazieUn altro grande buco dell’informazione è rappresentato dall’A-frica: una forma di esclusione straordinaria. È veramente la

Notizie deboli: il sociale e come viene raccontato

61

Page 57: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

grande colpa del fenomeno della mondializzazione e globalizza-zione […]. Dei miei colleghi, su 10 che vogliono andare all’e-stero, 9 vogliono andare negli Stati Uniti e uno vuole andare inAfrica. Siamo una corporazione che a volte predica bene e raz-zola malissimo, come tutte le corporazioni. (Ferruccio De Bor-toli, 2000)

Che cos’è l’Africa?Che cos’è l’Africa? Un serbatoio di uomini neri pronti a inva-dere l’Europa e l’Italia in particolare, che ogni tanto crepanoalle soglie del nostro territorio. Questo è l’Africa, per i mediaitaliani. (Paolo Serventi Longhi, 2003)

Il continente con la pancia gonfiaL’Africa è sempre un continente di gente con la pancia gonfia.Nessuno parla delle università africane, della nuova borghesia.C’è un’altra Africa fatta di scrittori, di giornalisti, di uomini dicultura. Il problema è che è fuori dal mercato, come anche l’A-merica Latina. Non c’è un’agenzia africana e sudamericana chedia notizie. (Uliano Lucas, 2012)

La lezione del volontariato al giornalismoPer realizzare una convincente informazione sociale occorremuoversi in una prospettiva culturale concentrica, dal partico-lare territoriale all’universale e viceversa, perché i deboli e i mar-ginali sono dovunque e i problemi che li riguardano sono tra-sversali alle società povere e opulente. È una lezione che allaprofessione giornalistica viene dal mondo del volontariato edella marginalità. Senza una forte carica etica, anche conosciti-va, e una forte cultura delle questioni ambientali, delle questio-ni religiose, delle questioni di municipalità e politiche sociali atutti i livelli, non si può fare una vera informazione sociale. Sipotrebbe fare della spigolatura di informazione sociale, più vici-

Raccontare come va il viaggio

62

Page 58: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

na alla cronaca, ma è un’altra cosa. Al volontariato noi giorna-listi dobbiamo questo grande richiamo. [...] Ciò non significache solo un giornalista che proviene dal volontariato potrà esse-re un buon informatore sociale. Ma certamente questo mondobisogna conoscerlo davvero bene per non restare alla sola super-ficie del bello scrivere. (Carlo Di Cicco, 1994)

L’esaltazione del volontariato e i suoi pericoliLo Stato non può delegare le sue funzioni. Noi siamo preoccu-pati quando sentiamo dire che lo Stato deve limitarsi a garanti-re la sicurezza, l’ordine e l’osservanza delle leggi.Anche il volontariato deve avere chiari i suoi ruoli e richiederecon forza che vengano riconosciuti: di anticipazione in rispostaa bisogni emergenti, di integrazione di servizi esistenti, di sti-molo delle istituzioni e delle politiche sociali a tutela dei sog-getti deboli. Deve però riconoscere i suoi limiti e i pericoli cuiè esposto. Non è in grado anzitutto e non ha la funzione digarantire i diritti dei cittadini; perciò non può pretendere oaccettare di sostituirsi al ruolo dello Stato. […] Nell’attualesituazione, a mio avviso, occorre insistere sul ruolo dello Statoa causa del pericolo che il volontariato, gratificato dalle esalta-zioni verbali e dai sussidi economici, accetti supplenze indebitee che altre componenti del terzo settore, per esempio le coope-rative sociali, esaltando se stesse consentano la deresponsabiliz-zazione delle istituzioni pubbliche. (Giovanni Nervo, 1995)

La colpa dei poveriI poveri sono colpevoli perché hanno perso. In questo scenariobuonistico, secondo il quale tutto funziona come una partitadove tu devi vincere, devi essere grintoso e vincente, il povero èuno che ha la colpa di essere un perdente. [...] Una volta chi sta-va bene aveva una specie di senso di colpa, per cui dissimulavala ricchezza. Oggi i ricchi affermano la loro pienezza e il loro

Notizie deboli: il sociale e come viene raccontato

63

Page 59: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

diritto alla felicità. Non a caso vanno in questi posti dove ven-gono dati loro stimoli a sentirsi bene nel ruolo di ricchi, vengo-no abituati a pensare positivo, fanno lezioni di dinamica men-tale. Escono ricchi e santificati e son cavoli dei poveri se sonopoveri, se non hanno saputo diventare ricchi, se non si sonoallenati abbastanza. (Marino Niola, 2001)

La povertà e la miseriaLe società umane hanno convissuto sempre con la povertà, chesignifica vivere con dei mezzi limitati. La miseria, invece, è unacosa molto diversa: è la disumanità, perché impedisce che l’u-manità delle persone possa fiorire. [...] Il grande discrimine stanel capire che la povertà può essere gestita, mentre la miseria èdisumana e deve essere necessariamente superata. (Achille Ros-si, 2011)

La prostituzione “morale”La commercializzazione del sesso da parte degli uomini e lavendita di sesso come opportunità di promozione sociale daparte delle donne sono cose ormai accettate, anche se la mora-le che prevale è ancora quella ottocentesca, nella quale la pro-stituzione si esercita ma mantenendo sempre un velo di mora-lità, per cui non se ne parla e si esercita sempre in luoghi chiu-si e/o nascosti. (Paola Monzini, 2007)

Solo qualche trafilettoL’intreccio pieno tra criminalità ed economia sta alla base di unsistema agricolo che si fonda sullo sfruttamento del lavoro stra-niero, e che ha un’organizzazione non para-criminale ma diret-tamente criminale. Di tutto questo sistema [raccontato nellibro Uomini e caporali, Mondadori 2008, sulla raccolta deipomodori in Puglia, ndr] e del successivo processo a 20 capora-li, con una sentenza di 150 anni complessivi di condanne, in

Raccontare come va il viaggio

64

Page 60: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Polonia sono state fatte trasmissioni su trasmissioni. In Italia èuscito soltanto qualche trafiletto sulla stampa locale pugliese.(Alessandro Leogrande, 2008)

I giornalisti spuntavano dappertuttoIl mio mestiere è quello cercare di aiutare la gente a cammina-re di nuovo, sia nel senso di deambulare che di riprendere avivere la propria vita. Ho tanti contatti coi giornalisti e col gior-nalismo. In Afghanistan adesso se ne vedono pochi, pochissimi.C’è stato il periodo che chiamavamo delle vacche grasse, nelsenso che ne venivano tantissimi da non poterne più. Spunta-vano dappertutto, alcuni molto seri, alcuni a “volo radente”,alcuni con volo ad alta quota, qualcuno molto veloce, qualcu-no più lento, qualcuno ben intenzionato, qualcuno disgraziato.C’è stato un po’ di tutto, adesso invece non ce ne sono quasipiù. Devo ringraziare alcuni di loro perché hanno scritto dellecose bellissime, hanno fatto capire cosa l’Afghanistan è, cosanon è. Altri, invece, hanno inventato tutto. […] Ecco, questisono i giornalisti che mi fanno molta rabbia! (Alberto Cairo,2003)

Il coraggio di perdonare e benedireUna volta [in Uganda] ci fu una manifestazione organizzatadalle donne contro la guerra. Una di loro diceva: “Noi donneabbiamo subito ogni forma di violenza in questa guerra, non ciè stato risparmiato niente. Siamo state violentate, ci hannoucciso i mariti, ci hanno portato via i figli, i nostri figli sonoritornati ad uccidere i nostri stessi figli […]. Tutto abbiamo pas-sato, ma noi continuiamo a sognare la pace, vogliamo la vita. Eperché venga questa vita noi donne che abbiamo subito la vio-lenza, chiediamo prima di tutto il perdono, noi offriamo il per-dono per quello che è avvenuto, vogliamo che finisca questaspirale di violenza e di odio. […]”. E in un silenzio incredibile

Notizie deboli: il sociale e come viene raccontato

65

Page 61: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

ha continuato: “Io chiedo la benedizione per chi ci ha violenta-to, per le loro famiglie, per i loro figli, per tutto il loro bestia-me”. (Dorina Tadiello, 2006)

Cosa è davvero la guerraFino a quando c’è la bomba che esplode, i morti per terra, ilsangue dappertutto, va benissimo: passa perché serve, è funzio-nale, è spettacolo. Invece i bambini mutilati che non hanno diche sopravvivere, quelli non passano, sono noiosi, non interes-sano nessuno… In realtà non è vero. Quella è la guerra. Laguerra non sono soltanto il morto o il sangue, gli eserciti o lemilizie varie; la guerra è di chi la soffre. (Ferdinando Pellegrini,2006)

Le colpe sono sempre degli altriUna delle cose che mi hanno impressionato di più alla marciadella pace di Perugia è capire che gli italiani, quegli italiani,pensano di essere innocenti di tutto: le colpe sono sempre deglialtri. (Goffredo Fofi, 2001)

Dacci oggi il nostro crimine quotidianoAnche negli altri Paesi c’è l’informazione sui delitti, può ancheessere dato un buono spazio a un delitto, ma solo nel momen-to in cui c’è la circostanza e inoltre si deve trattare di un fattorilevante, poi il caso si chiude. In Italia invece diventa un fat-to quotidiano: c’è la rubrica della politica, c’è la rubrica dellosport, c’è la rubrica del dacci oggi il nostro crimine quotidia-no che è anche consistente, robusta. [...] Certi casi non muoio-no mai, restano sempre lì, sono continuamente riesumati. Unbuon caso dura tre o quattro anni e se rende anche otto, capi-te? Altrove, come negli Stati Uniti, ti fanno un canale specifi-co come Fox Crime, noi non ne abbiamo bisogno... (Ilvo Dia-manti, 2010)

Raccontare come va il viaggio

66

Page 62: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

La paura che tranquillizzaLa paura vende perché è strettamente collegata con la rassicura-zione. […] Il diverso che fa paura vende. Conoscere l’altro eli-minerebbe molte paure, ma la cronaca bianca - che contribui-sce ad abbassare il livello della paura - non vende. Si vuole esse-re rassicurati nella propria opinione. Chi ha paura non si muo-ve, conserva la situazione com’è ed è confortato nelle proprieabitudini e certezze. […] C’è un grande bisogno di “tranquil-lanti”, ed è molto più tranquillizzante l’immigrato che fa pauraperché è diverso che mettersi a ragionare sull’inevitabile cam-biamento che avremo. (Fausto Spegni, 1998)

La coltivazione della pauraSono il presidente della Federazione della stampa, il sindacatodi tutti giornalisti italiani, ma dato che stiamo parlando dellacoltivazione della paura, ho il timore di essere stato invitato inqualità di presidente di un sindacato di contadini. Ho infatti ilsospetto che veniamo considerati, e giustamente, come parte dicoloro che in questi anni hanno attivamente lavorato la terradella paura, anche consapevolmente. (Roberto Natale, 2010)

Il senso d’insicurezzaCi sono differenze tra gli abitanti dei centri urbani e quelli cheabitano in provincia, e curiosamente il senso di insicurezza hadelle basi reali, inattese: per esempio il senso di insicurezza inEmilia-Romagna è più alto che in Sicilia, nonostante qui comesapete il tasso di omicidi è molto più alto; non è tanto la gra-vità dei reati che influisce sul senso di sicurezza, ma la loro fre-quenza. (Marzio Barbagli, 2007)

Il baco del millennioL’economia è globale, fluida, veloce e senza confini, mentre lapolitica è ancora irrimediabilmente prigioniera dei confini. Ciò

Notizie deboli: il sociale e come viene raccontato

67

Page 63: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

finisce per rendere di fatto, se non di diritto, extraterritoriali eincontrollabili le decisioni del mercato e i loro effetti sullenostre vite. Dalla totale imprevedibilità di questa realtà senzafrontiere nasce un’insicurezza crescente [...], che diventa unasorta di pensiero dominante: il tarlo che rode le certezze del vil-laggio globale. È l’insicurezza il vero baco del millennio. (Mari-no Niola, 2001)

Raccontare come va il viaggio

68

Page 64: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

4. Immagini ferme e in movimento

Cartoni animatiIo ero felice quando c’era lo sciopero dei giornalisti, perché alposto del telegiornale facevano vedere i cartoni animati. (NeriMarcorè, 2012)

Il divismo giornalisticoI giornalisti tendono sempre, avendo quel grosso potere che gliviene dalla partecipazione alla sfera separata della politica, adare di sé un’immagine esaltante. Il divismo giornalistico è undivismo paradossale: l’immagine del giornalista conta più chenon la sostanza delle cose che dice e che fa. Ci sono pessimi,orrendi giornalisti televisivi che dal punto di vista del giornali-smo non valgono assolutamente un fico secco, ma che sonomaestri di pensiero per le masse degli ascoltatori e dei lettori ita-liani. Anche questo mito va smontato: è il mito del giornalismotrafficato attraverso i modelli del cinema americano, attraversol’autocompiacimento e l’autoesaltazione che la categoria ha fat-to di se stessa, proponendo come divi e come quasi superuomi-ni delle persone che in realtà fanno mediocremente il loromestiere e che sono molto ben retribuiti. (Goffredo Fofi, 1995)

La televisione e la parola scrittaLa televisione, per come è fatta oggi, è un nemico della buonainformazione. […] Informarsi è faticoso ed è al tempo stesso uncompito per cui vale la pena spendere tempo, dedicare energia,perché ha a che vedere con la partecipazione democratica diogni cittadino. La televisione, grazie all’impatto e spesso allaviolenza delle immagini, è in grado di imporre la sua scelta di

69

Page 65: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

cosa fa notizia e di costringere la stampa a fare questa scelta.[…] Sempre di più i giornali si vanno dividendo fra giornaliche si sfogliano, che si guardano con criteri e con modi che civengono imposti dalla televisione, e giornali invece che vengo-no letti, dove cioè viene restituita o conservata alla parola scrit-ta la capacità di trasmettere una grande quantità d’informazio-ni. Questo rapporto fra televisione e carta stampata è un discri-mine fondamentale rispetto a dove vada e a come sia possibileoperare in maniera onesta nel mondo dell’informazione. (Gio-vanni De Mauro, 1995)

I competenti non vanno in tvLe persone competenti, che hanno l’esperienza, parlano pochissi-mo e non vanno in televisione, probabilmente perché non litighe-rebbero come si vuole, quindi fanno poco spettacolo. Dunque, ofai dei bei programmi dove i competenti parlano anche per quat-tro ore, per avere tutto il tempo di spiegare, oppure bisogna litiga-re: non c’è una via di mezzo. (Francesco Tullio Altan, 2010)

La mostruosizzazione della diversitàIl povero come concetto non sembra fare più notizia. In tv vaiper dire che sei un licantropo, che sei posseduto dal demonio eal tempo stesso hai l’alluce valgo. [...] Da Costanzo vediamo lapoetessa nana che legge le sue poesie scritte sotto dettatura diuno spirito assiro e la stiamo a guardare. Il povero lì non lo vedimai, perché è considerato una cosa che non solo non fa notizia,ma un po’ infastidisce. In fondo il povero che ti può dire? Sonopovero, e finisce lì. È il meccanismo televisivo della “mostruo-sizzazione della diversità”: se sei mostruoso interessi fino a chelo sei; se sei nell’ambito di una disperazione vera, concreta,quotidiana, non frega niente a nessuno. L’informazione socialedovrebbe andare in questa direzione, mi sembra che ci vadapoco. (Marco Presta e Antonello Dose, 2001)

Raccontare come va il viaggio

70

Page 66: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

La fiction che ispira la realtàOrmai non c’è più un’informazione in tv che non abbia unasorta di editing e di confezione. [...] I grandi contenitori delpomeriggio devono essere infarciti di un simpatico mix di realtàe di romanzo, per cui a volte capita che sia la fiction a ispirarela realtà e non il contrario. (Gianluca Nicoletti, 1997)

Il consumo di emozioniNella televisione generalista le emozioni vengono oggi consu-mate con grandissima rapidità e senza pensieri, perché c’è unasorta di opposizione fra l’emozione e il pensiero: come se avereun pensiero diminuisse l’emozione, mentre è vero esattamenteil contrario. (Marino Niola, 2005)

La demonizzazione sbagliataNegli anni passati c’è stata una demonizzazione sbagliata dellatelevisione: il problema vero è che gli altri media hanno scim-miottato la televisione, invece di reagire e di utilizzare le pecu-liarità del proprio linguaggio per raggiungere un pubblico chevoleva un’informazione diversa da quella - immediata e di diret-to rapporto con gli eventi del giorno - offerta dalla televisione.L’hanno inseguita su un terreno su cui la sconfitta era sicura.(Roberto Koch, 1996)

Perché odiano la televisioneIl fatto che i ceti intellettuali, quelli che possono muovere e far cre-scere questo Paese, abbiano la repulsione per la televisione lo con-sidero una iattura pazzesca, perché così si consegna uno strumen-to potentissimo in mano a persone che l’orienteranno verso un tar-get popolare, che ha meno strumenti per difendersi dalla volgarità,dalla violenza quando c’è, e ce n’è tanta. La tv diventa così unostrumento che seguirà soprattutto o solo la costruzione del consen-so politico attorno agli schieramenti altrimenti costituitisi. […]

Immagini ferme e in movimento

71

Page 67: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Cosa odiano della televisione? La capacità - pur in mezzo ai laccie laccioli, alle commissioni dell’authority, alla par condicio - diaccendersi sui fatti. Ogni tanto si accende una luce e improvvisa-mente la televisione incomincia a diventare vera e in quello spa-zio, nello spazio di un istante, abbiamo visto una cosa che nonsapevamo che esistesse. Si ha paura della libertà che la televisioneesprime quando riesce a essere televisione. (Riccardo Iacona, 2002)

Cosa decide la televisioneL’assetto televisivo sarà decisivo, lo è già per il futuro dellademocrazia di questo Paese, e non solo. [...] La partita che sigiocherà sulle regole del mercato e delle istituzioni radiotelevi-sive sarà fondamentale anche per consentire o meno lo svilup-po di un rapporto tra televisione e società. [...]La televisione forma i modelli di comportamento e di costume,direi di vita, che sono decisivi per alimentare il cosiddetto mer-cato. Negli ultimi 10-12 anni, certamente da quando esiste unacompetizione del privato su questo terreno, tali modelli dicomportamento si sono in buona parte formati attraverso l’usoe il consumo della televisione. E hanno impostato di sé tutto,dallo sviluppo economico alle scelte del consumo, al costume,alla politica ecc. Non c’è Paese nel mondo sviluppato in cui lacompetizione politica coincida con la competizione televisiva;l’Italia ha queste caratteristiche. Siamo il solo Paese, non solodell’Occidente sviluppato, in cui la persona che concentra in séla proprietà del maggior numero di reti televisive si candidacome uomo, come formazione, come gruppo di interessi e diforze, a guidare il Paese. (Roberto Morrione, 1995)

La ricetta di un buon telegiornaleCredo che la sobrietà sia un’importante forma di rispetto per itelespettatori: la forza della notizia non va dispersa dal condut-tore, deve passare direttamente dalla fonte al fruitore. Oltre

Raccontare come va il viaggio

72

Page 68: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

all’aspetto formale, c’è quello che si può riassumere nel “parlacome mangi”: rappresentare le stesse notizie come le si pensa,nella formula grezza, senza tradurle, come le si racconterebbetra vicini di casa. La ricetta di un buon telegiornale è quella diavere il più possibile argomenti che riguardino tutti, che noncreino fazioni. (Enrico Mentana, 1998)

Di cosa è fatto il tg, tra ansia e povertà del testoLa parte ansiogena di un telegiornale, non solo nelle notizie maanche nella narrazione è intorno al 55-60%. In molti telegior-nali il complementare sono i cagnolini, la nonna più vecchia, ilnano più alto […], quindi siamo nella logica della disforia del-l’ansia, dell’euforia e del tranquillizzante, del gossip. […] Setogliete al telegiornale le immagini, scoprirete che la povertà diquello che viene detto è incredibile. (Antonio Nizzoli, 2010)

La televisione dell’equilibrioOra si sostiene la televisione dell’equilibrio: la televisione è quellache non fa male, non inquina, non manipola le coscienze, la tele-visione che non grida e che spiega, che riesce a ottenere il massimoequilibrio possibile fra punti di vista differenti. Sembra una bana-lità e apparentemente è abbastanza condivisibile. […] Quello chenon diciamo - e che rimane nascosto dietro la quella formulettaapparentemente neutra - è che i punti di vista che debbono essererappresentati e il cui equilibrio va ricercato in maniera così certosi-na e millimetrica, sono solo e sempre i punti di vista forti, cioèquelli che già hanno una loro forza d’intervento sulla realtà, chederivano la loro legittimazione fuori dal sistema televisivo, cheentrano nel sistema televisivo e pretendono lo stesso spazio. E ipunti di vista deboli? Quelli che non hanno accesso all’agenda poli-tica e al mercato dell’informazione? È come se non esistessero. […]Non è vero che non c’è una verità. C’è una verità, la si può rag-giungere. E una volta che l’hai raggiunta e sei stato capace di

Immagini ferme e in movimento

73

Page 69: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

metterla in scena ottenendo l’attenzione dell’opinione pubbli-ca, vedi come i punti di vista forti - i punti di vista politici, eco-nomici - non possono fare a meno di fare i conti con questarealtà. (Riccardo Iacona, 2002)

Specializzati in insicurezzaIl nostro Paese è specializzato nella comunicazione dell’insicu-rezza e nella trasmissione della paura. […] Prendete i Tg evedrete che in Italia l’insicurezza, intesa come criminalità, la fada padrona, sia a livello interno, all’interno dei palinsesti deisingoli telegiornali, sia a maggior ragione a livello comparato.In Italia le notizie sulla criminalità sono assolutamente rilevan-ti […] Per cui il problema non è tanto l’audience in sé ma èanche un’informazione che è caratterizzata e “predefinita”. L’I-talia è in Europa il paese che ha il maggior numero di notizie dicrimini nei Tg. (Ilvo Diamanti, 2010)

Il diritto alla noiaDifendo il diritto alla noia nei telegiornali. L’alternativa alpastone tanto deprecato è il corsivo, il pezzo brillante e il retro-scena, che secondo me sono peggio. E allora mi tengo il miopastone noioso. (Antonio Di Bella, 2005)

Il tempo che stordiscePer raccontare occorre tempo, se le cose sono un po’ complessene occorre un po’ di più. I venti minuti del monologo di Rober-to Saviano sono un tempo enorme cui non siamo più abituati.Vedere ciò stordisce o consola […] è meraviglioso perché vacontro ogni legge della televisione, e andando contro ha battu-to ogni record di quello stesso mondo. Se c’è qualcosa da impa-rare è proprio questo: il narrare e connettere genera un saltoemotivo e conoscitivo improvviso, al quale non eravamo piùabituati. (Marino Sinibaldi, 2010)

Raccontare come va il viaggio

74

Page 70: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Figlia del peccatoLa televisione di oggi, nella sua dimensione informativa, è figliadel peccato. Ogni tanto ha delle ricadute, ma tende a stare piùlontana di prima dalla politica; un fatto salutare, anche perchéquest’ultima ha perso molta della sua voce, molta della capacitàdi parlare forte, di dire cose importanti e del resto anche neigiornali vediamo tale aspetto molto meno rappresentato. E latelevisione ha conquistato un’altra vittoria: cercare di fornire unprodotto che sia il più possibile vicino a quello che il pubblicos’aspetta, che è molto meglio di quando si lavorava soltanto perfar piacere al “principe”. Attenzione, però, perché potrebbe tra-sformarsi in una vittoria di Pirro. (Enrico Mentana, 1998)

Come migliorare la domanda?I nostri telegiornali trattano le notizie che fanno evento, tuttoquello che incuriosisce, attrae, interessa per tanti versi. Il 90%dei telegiornali di oggi rispondono agli interessi, alle richieste eai bisogni della stragrande maggioranza della popolazione, dichi vive una vita normale. Il 90% della popolazione è gente chenon ammazza, che non uccide, che fa volontariato, che assistechi sta in disgrazia. Quello stesso 90% vede i telegiornali, il lorointeresse viene attirato, si sentono partecipi e coinvolti. C’è unalegge della domanda e dell’offerta in televisione: la domandacondiziona l’offerta e l’offerta condiziona, in qualche modo, ladomanda. Il nostro problema è quello di cercare di migliorareanche la domanda. (Giulio Borrelli, 1998)

Le guerre civili striscianti alla RaiUna volta, quando incontravo qualche vecchio amico, collegao tecnico, che diceva: “Io penserei di andarmene prima, voglioandare in pensione“, gli rispondevo: “Pensaci bene, perché poirimpiangerai, ho avuto tanti amici che l’hanno fatto e poi...”.Adesso a chi mi dice, e sono sempre di più, “intendo andarme-

Immagini ferme e in movimento

75

Page 71: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

ne”, non dico più “pensaci bene”, perché lui ci ha pensatobene. [...]Le redazioni sono divise, c’è una specie di guerra civile striscian-te. I due poli dei sistema maggioritario sono diventati due polianche tra i giornalisti della Rai. [...] Si dividono i servizi, da cheparte questo e da che parte quello, si riequilibra... Non si discu-te più, non circolano le idee, le riunioni di sommario finisconoin meno di mezz’ora, non c’è possibilità di confrontarsi, discambiarsi idee, di litigare; ciascun caporedattore recita ilcopioncino delle cose che la giornata gli offre con i sommaridell’Ansa alla mano; il direttore decide e si fa un rapido som-mario che magari viene cinque volte capovolto nel corso dellagiornata, anche lì da parte di direzioni monocratiche che nonlasciano nessuna possibilità né di dialogo né di discussione, nédi dialettica; e si va a notiziare. (Roberto Morrione, 1995)

Quel quid in piùLa forza dell’immagine è enorme: nessuna parola può riuscire abilanciarla. In una serata media il Tg1 è visto, quando va male,da due milioni e mezzo di persone in più del totale dell’interatiratura della stampa quotidiana italiana, quindi un’informazio-ne o un’immagine data in modo non controllato può avere unimpatto devastante. Questo significa che chi fa informazionetelevisiva deve avere un quid di attenzione, di scrupolo, di auto-disciplina in più. Ciò non significa però che l’informazionescritta ne sia esentata. (Rodolfo Brancoli, 1996)

Formati sulle immaginiLa guerra del Vietnam non la ricorderemo per gli interventifrancese o americano. Io la ricorderò per due-tre immagini: labambina nuda che corre sotto le bombe, la ragazza che alla finedella guerra allarga le braccia e ci sono le colombe che si posa-no sulle sue braccia. Sono immagini che hanno offerto delle

Raccontare come va il viaggio

76

Page 72: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

suggestioni su cui il mondo si è formato. Su quelle immaginiapparentemente normali abbiamo lavorato, abbiamo pensato[...]. Sono state sì il lavoro del fotografo, ma poi quel lavoro èdiventato collettivo. (Andrea Rauch, 2001)

Ciò che non si può far vedereI grandi network non consentono che si facciano vedere le imma-gini delle bare che dall’Iraq e dall’Afghanistan tornano a casa. Èproibito. Non possono far vedere neanche i feriti che vengonocurati e che tornano a casa, invalidi. (Ferdinando Pellegrini, 2006)

Gli eventi cruciali e la fotografia La televisione ha filmato tutto negli ultimi 20 anni, ma se dob-biamo pensare a un qualunque evento importante della storia,quello che ci viene in mente è un’immagine fissa: una fotogra-fia. La fotografia porta a pensare. (Roberto Koch, 2001)

La responsabilità di farci cambiareCon un’immagine si può meravigliare, cioè raccontare ciò chescorre davanti ai nostri occhi tutti i giorni, ma che non si eranotato prima. Fare questo in situazioni di difficoltà e di grandedolore richiede una forma di giustificazione, di responsabilità:è il tentativo - attraverso queste anime rubate e fissate in unafotografia - di farci cambiare, di farci uscire dal nostro guscio,dalla nostra corazza che sempre più stiamo creando, anche gra-zie a giornali che stanno perdendo la loro motivazione princi-pale. (Francesco Zizola, 2005)

Niente tecnica, solo letteraturaLa cosa sconcertante nel mondo del giornalismo, in particolareitaliano, è che - anche se le immagini vengono usate in quantitàenorme - non è sentita la contemporanea necessità di un serviziointerno al giornale che sia effettivamente deputato alla scelta, alla

Immagini ferme e in movimento

77

Page 73: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

produzione, all’identificazione delle immagini da usare. Questodipende da due fattori: uno è la diffidenza degli intellettuali diformazione umanistica verso tutto ciò che è tecnica, e quindi ver-so chi usa strumenti diversi dalla parola. […] L’altro è l’opinioneche il giornalismo sia legato alla nobile arte dello scrivere, alla let-teratura: da cui nasce e a cui ritorna. I grandi scrittori italiani,quando si sono cimentati in racconti giornalistici, non hannomai ritenuto di dover viaggiare con un fotografo, diversamenteda quanto accade in altri Paesi. (Roberto Koch, 1996)

Le immagini riproducono la realtà, non la veritàLe immagini sono riproduzione della realtà e non elementi diverità. La verità è un concetto molto diverso dalla fotografia, dicui la fotografia ovviamente deve tenere conto. È come un per-corso parallelo, perché la presenza nel mondo di fatti e la pre-senza nel mondo delle immagini che raccontano questi fattisono entrambe autentiche, vere, ma con una profonda diver-sità. (Roberto Koch, 1996)

Fine del manifesto socialeIl manifesto sociale o politico, quello che parla di problemicome il razzismo, l’Aids, l’ecologia, la povertà ecc. tende a nonesistere più perché la politica è diventata esclusivamente propa-ganda personale. Oggi quando noi grafici siamo chiamati adisegnare un manifesto politico, praticamente dobbiamo solodare un bell’aspetto a un candidato piuttosto che a un altro.(Andrea Rauch, 2006)

A colori o in bianco e neroCi sono situazioni spettacolo che vanno fotografate a colori,mentre i grandi temi, la storia, i drammi, le miserie, le sofferen-ze, l’umanità della gente è meglio fotografarla in bianco e nero:credo sia più intensa. (Mario Dondero, 2011)

Raccontare come va il viaggio

78

Page 74: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

I fotografi provocano avvenimentiCi sono foto che possono suscitare una forte indignazione: io laprovo fortissima di fronte a quella di Eddie Adams, un ex mari-ne che andava alla guerra con lo spirito dei marines, la foto delgenerale Nguy?n Ng?c Loan che spara nella testa di un vietcong.Penso che se non ci fosse stato il fotografo, il vietcong non sareb-be mai morto: i fotografi quindi portano delle responsabilitàpesantissime facendo questo lavoro, perché provocano avveni-menti. (Mario Dondero, 2011)

Dal giornalismo di cialtroni al giornalismo liberoQuello degli anni Sessanta era un giornalismo di cialtroni. Diveri cialtroni. Andate a sfogliare i rotocalchi di allora, che arri-vavano a 20 milioni di copie. C’erano articoli di più pagine suargomenti irreali: sua maestà, padre Pio, i cantanti, le maggio-rate fisiche. Della realtà del Paese - che era fatta del miracoloeconomico, di periferie, di donne che entravano nel mondo dellavoro, di emigrazione dal nord al sud e viceversa - non si par-lava. E non si pubblicavano foto. C’era una censura. [...] Neglianni Settanta e Ottanta si è potuto fare un giornalismo liberoperché la società era in fermento. E il fotografo prendeva partea tutto questo: non andava a fotografare lo sciopero, ma cerca-va di capire da dove venivano 50mila operai, dove vivevano,come arrivavano, la loro formazione politica, come era cambia-ta la città, le donne operaie. (Uliano Lucas, 2012)

Immagini ferme e in movimento

79

Page 75: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che
Page 76: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

5. Idee, tecniche e avvertenzeper un giornalismo migliore

La nostra fonte principalePer noi giornalisti che lavoriamo con le persone, che cerchiamodi comprendere le loro storie, che dobbiamo esplorare e inve-stigare, l’esperienza personale è naturalmente fondamentale. Lafonte principale della nostra conoscenza giornalistica sono “glialtri”. Gli altri sono coloro che ci dirigono, ci danno le loro opi-nioni, interpretano per noi il mondo che tentiamo di capire edescrivere. Non c’è giornalismo possibile fuori dalla relazionecon gli altri esseri umani. La relazione con gli altri è l’elementoimprescindibile del nostro lavoro. (Ryszard Kapuscinski, 1999)

La lentezza del giornalistaL’andatura e la quota del movimento del giornalista sono cen-trali per il suo approccio e la sua comprensione delle notizie.Quando sono arrivato in bicicletta a Istanbul dall’Italia […],dopo 3 milioni di colpi di pedale, circa 35 litri di birra ingur-gitata in 18 giorni, ho avuto una stranissima sensazione. Nonmi sono chiesto come mai ce l’avevo fatta ad arrivare fino a lìma mi sono chiesto come mai, improvvisamente, l’Europa misembrasse molto più piccola di prima. […] A quel punto hocominciato ad analizzare gli effetti collaterali e straordinari diquesta lentezza, chiedendomi quanto avrebbero potuto essermiutili, anche perché dopo aver fatto questo viaggio ho dovutoanche scrivere, ho dovuto raccontare quello che avevo visto. Misono reso conto che disponevo di una serie di cose delle qualiavevo fatto a meno durante lo svolgimento normale del miolavoro di giornalista, che è per sua natura un mestiere veloce. La

81

Page 77: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

lentezza mi aveva dischiuso tutta una serie di dimensioni chenon avevo ancora conosciuto. (Paolo Rumiz, 2003)

L’importante è volareIl volo radente è una bellissima immagine, che presenta anchedelle opportunità. Per esempio, in termini militari è usato persfuggire alla contraerea e permette di fotografare meglio alcuneposizioni. L’importante è volare. Ma il volo radente non puòessere staccato da un volo ad alta quota, da visioni più globali.[...] Ci sono molti modi di volare. La cosa fondamentale è bat-tersi affinché si possa volare, ciascuno nei propri spazi, ai pro-pri livelli di responsabilità, cercare di far sì che non ci siano ifuochi di contraerea, o che comunque - quando ci sono - ci siala possibilità di poter difendere la propria autonomia, il propriogiudizio, la propria professionalità. (Roberto Morrione, 2003)

Fatti separati dalle opinioni?L’idea di disgiungere i fatti dalle opinioni è lodevole in sé, manon lodevole in assoluto: perché le opinioni derivano dai fatti,non possono esistere opinioni senza il confronto diretto con ifatti. Così come non dovrebbe esistere teoria senza un qualchetipo di verifica, soprattutto all’interno del mondo dell’informa-zione. (Goffredo Fofi, 1994)

La sacralità della notiziaNon ho mai creduto alla sacralità della notizia: il fatto si sceglie,s’impagina, si dà un taglio all’articolo. E non credo nelle inchieste incui non ci sia dentro nessuna ipotesi: è una cosa piatta e puramen-te statistica, sono numeri che non parlano. (Giuliano Ferrara, 2007)

Dimenticarci della nostra esistenzaCredo che per fare del giornalismo si debba essere innanzituttodegli uomini buoni o delle donne buone: dei buoni esseri uma-

Raccontare come va il viaggio

82

Page 78: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

ni. Le persone cattive non possono essere dei bravi giornalisti. Sesi è una persona buona, si può tentare di capire gli altri, le lorointenzioni, la loro fede, i loro interessi, le loro difficoltà, le lorotragedie. E diventare immediatamente, fin dal primo momento,parte del loro destino. È una qualità che in psicologia viene chia-mata “empatia”. Attraverso l’empatia si può capire il carattere delproprio interlocutore e condividere in maniera naturale e sincerail destino e i problemi degli altri. In questo senso, il solo modoper fare bene il nostro lavoro è scomparire, dimenticarci dellanostra esistenza. (Ryszard Kapuscinski, 1999)

Giornalisti separati dai luoghi comuniGli informatori, qualsiasi mezzo utilizzino, dovrebbero coltivareun po’ di più la propria diversità e separatezza. Naturalmente,essendo la loro materia prima ciò che accade in mezzo alla gente,devono, più di quanto non accada, essere sul posto, andare avedere e tornare a raccontare. Ma dovrebbero farlo prendendosila cura di distinguersi dai luoghi comuni, mentre mi pare che piùspesso li inseguano […]. Bisognerebbe riscoprire il gusto del nonconformismo, della provocazione felice, del punto di vista diver-so, del retroscena, di ciò che è alla radice delle cose, mentre que-sto accade raramente. Se è vero che c’è un circuito autoreferen-ziale del giornalismo, è altrettanto vero che esiste una tendenza alasciarsi omologare, che andrebbe superata come precondizioneper rifondare una pratica di informazione originale e quindianche più attendibile. (Gianfranco Bettin, 1996)

La praticaccia non bastaPer diventare medico si studia degli anni, per diventare giorna-lista si dice: buttati nell’acqua, impara a scrivere, impara ilmestiere. Il che è verissimo: se uno non sa l’italiano è inutile cheinfligga al pubblico un articolo che non sta in piedi; la genia-lità, il carisma personale non sono sostituibili, però bisogna

Idee, tecniche e avvertenze per un giornalismo migliore

83

Page 79: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

anche studiare almeno per conoscere le leggi che ci riguardanoe per diventare più cauti. C’è una formazione che viene dalla“praticaccia” del mestiere e spesso resta l’unica cultura che svi-luppiamo; ci dovrebbe essere un’auto-formazione sulla qualevorrei che facessimo un esame di coscienza. Quanto sforzodocumentativo personale facciamo e quante letture sviluppia-mo? Non solo quelle che servono per fare il “pezzo” l’indoma-ni. Quanti filoni coltiviamo come congeniali a noi? (DinoBoffo, 1999)

L’alibi della frettaCapita a tutti di scrivere una notizia sbagliata. Ma non inven-tatevi l’alibi della fretta, è insopportabile. (Enzo Iacopino, 2012)

Forse un giorno la gente capiràRicordo un pilota di elicottero durante la catastrofe di Cher-nobyl. Lavorava vicino al sarcofago e stava morendo. Mi hatelefonato e mi ha detto: “Devo morire fra qualche mese, ven-ga presto”. Sono andata a trovarlo, ormai aveva solo gli occhi,il corpo non c’era più e questi occhi avevano delle conoscenzeche voleva trasmettermi. Sono stata con lui tutta la sera, finchéha avuto la forza di parlare e il suo pensiero era questo: “Nonabbiamo visto tutto, non abbiamo capito tutto, però abbiamovisto qualcosa che voi non sapete, quindi scrivete. Forse leinon capirà, forse non capiranno quelli che verranno dopo dinoi, ma forse un giorno la gente lo capirà”. (Svetlana Aleksie-vic, 2001)

Immaginazione e sensibilitàL’immaginazione e la sensibilità sono delle armi formidabili perfare inchiesta: si possono enucleare dati, scrivere cose, ma senon si ha sensibilità umana e capacità immaginifica non si ècompleti. (Maurizio Braucci, 2008)

Raccontare come va il viaggio

84

Page 80: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

La mancanza di curiositàQuando ho cominciato a fare il giornalista, una regoletta chemi avevano insegnato era la curiosità. Tu devi essere curioso,devi chiederti e continuare ogni giorno a chiedere perché. Inve-ce noi siamo assetati di risposte veloci, per brevità, scarsezza ditempo, per la necessità di confezionare comunque un prodot-to. La mancanza di curiosità professionale è una delle grandimalattie di questi ultimi anni. Si ha a che fare con giornalistinon dico pigri, perché poi lavorano tante ore, ma che non han-no più quella voglia di saperne quel tantino di più che rende iltuo servizio diverso rispetto a quello di un tuo collega, anche aparità di agenzia d’informazione dalla quale sei partito. (FrancoBomprezzi, 2002)

Il coraggio di tacereSta al giornalista, al caporedattore, al direttore il coraggio e lacoscienza di tacere su fatti e persone, valutando il danno che lanotizia rilanciata sui media può causare. Presupposto di ognibuon giornalista dovrebbe essere, in primo luogo, quello di nonarrecare danni alle persone, poi spiegare, aiutare a capire. (Mir-ta Da Pra Pocchiesa, 1994)

La motivazione di un articoloCiò che più colpisce del giornalismo italiano è che non ci sonocifre negli articoli, né riferimenti precisi; spesso devi leggerefino alla fine per capire il fatto che motiva quell’articolo. [...] Ionon scrivo articoli brillanti, ma credo di scrivere delle cose dovec’è la motivazione dell’articolo, dove ci sono delle informazio-ni, dove c’è gente intervistata, che cito fra virgolette [...]. Inquesto senso sono una giornalista marginale, che fa un giorna-lismo prosaico, molto prosaico e molto pedagogico, laborioso.(Marcelle Padovani, 1997)

Idee, tecniche e avvertenze per un giornalismo migliore

85

Page 81: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

La cultura della documentazioneImparare a usare correttamente le fonti, a documentarsi, a parlaresoltanto dopo essersi documentati. Un giornalista che non abbia lacultura della ricerca, della documentazione, del controllo dei datinon è un giornalista degno di essere chiamato con questo nome e,secondo me, non ha un grande futuro. Se noi ci ponessimo comeobiettivo anche solo questo ideale, moltissimi degli inconvenientiche lamentiamo, moltissime delle sciocchezze che diciamo e scri-viamo si potrebbero evitare. (Leonardo Zega, 1995)

I rischi dei dati Quando si usano i dati ci sono due rischi. Uno è la convinzione cheil numero esaurisca la conoscenza, risolva il problema, poiché loriduce a una dimensione apparentemente più comprensibile: nonsolo si rischia la semplificazione, ma anche la mistificazione, perchéil dato quantitativo può nascondere relazioni significative omascherare realtà quantitativamente poco rilevanti ma socialmentedecisive. L’altro rischio è la fiducia nell’oggettività, nella neutralità(apparente) dei numeri. Il numero è qualcosa di “assoluto”, di pre-ciso, di certo. Chi presenta un numero si sente “tranquillo” perchél’interpretazione del fatto pare venire quasi “automatica”. Il proble-ma dei dati è invece la decontestualizzazione; un dato ha senso solose fa parte di un ragionamento, di un contesto: è utile a capire solose spiega il senso e il significato di un fatto. (Stefano Ricci, 1995)

Spararla grossaI numeri vanno sempre controllati, perché è forte cadere nellatentazione di spararla grossa per poter toccare il narcisismo ditutti. (Alessandro Leogrande, 2008)

Il sondaggio: ciò che la gente pensa quando non pensaIo non farei mai una notizia a partire da un sondaggio. [...]Secondo Robert Fisk, “il sondaggio dice quello che la gente

Raccontare come va il viaggio

86

Page 82: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

pensa quando non pensa”: perché non hai tempo di pensare.(Stefano Laffi, 2008)

Ai limiti dell’indicibileBisogna fare attenzione alle notizie prese dalla rete e poi divul-gate, molte sono veri e propri rifiuti. Chi si mette in rete sca-rica tutto quello che ha dentro. […] In rete c’è lo splendore el’abiezione dell’umanità. La rete è anche questo, fortunata-mente, perché significa una grande libertà espressiva, un luogodi totale scambio di culture, di impressioni e di modi di vede-re, che rasentano anche i limiti dell’indicibile. (Gianluca Nico-letti, 2000)

I rischi delle storieLe storie sono importantissime, ma in esse ci sono dei vincoli edei limiti che vanno riconosciuti e rispettati. Uno è la partico-larità contro la generalizzazione: non si può dimenticare che lastoria è un “pezzetto”, un particolare della realtà; si corre ilrischio di rimanere impantanati nella situazione particolare sen-za riuscire a comprendere e spiegare il generale. Un altro vinco-lo è il rispetto del diritto alla privatezza all’immagine. La prati-ca di sbattere in prima pagina o in video, la televisione del dolo-re, le storie tristi, i delinquenti, i mostri o presunti tali, maanche gli eroi della solidarietà, è così frequente che la normalitàfa dimenticare questa controindicazione. […]Sicuramente dietro un fatto ci sono una persona e una storia,ma anche mille persone e mille storie; e troppo spesso la com-plessità del fatto viene ridotta e banalizzata proprio dal raccon-to di una, di “quella” storia. […] La narrazione di una storia hasenso se esemplifica una situazione aiutandoci a capire ledimensioni più generali del fatto, se aiuta a comprendere un po’della “Storia”. (Stefano Ricci, 1995)

Idee, tecniche e avvertenze per un giornalismo migliore

87

Page 83: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

La bulimia e le verificheSono cresciuto in una scuola del giornalismo di provincia dovemi sono formato con capiredattori miscredenti, ma l’etica pro-fessionale è uguale per tutti, e mi hanno insegnato che prima dipubblicare una cosa la si verifica. Dentro la grande tradizionedel giornale cattolico, che non abbiamo inventato noi, le cosesi verificano, si va alle fonti primarie, si vedono i numeri veri,si danno le esatte proporzioni. […] Siamo dentro una forma dibulimia informativa: sembra che sappiamo tutto e veniamobombardati da tante cose, ma quanto è certificato di quello chevediamo galleggiare nelle pagine dei giornali, nel web e in tele-visione? (Marco Tarquinio, 2011)

Quando si riduce la complessitàLa riduzione della complessità è l’operazione che fa un giorna-lista quando scrive un articolo in cui tratteggia o analizza unasituazione o un fenomeno sociale. Un’operazione di riduzioneinevitabile, della complessità della realtà, dal momento che l’al-ternativa sarebbe quella di scrivere un libro per ogni singolocaso o situazione. Operare “riduzioni” è dunque, per certi ver-si, costitutivo del suo lavoro. Ma in questa operazione vi è ilrischio di distorcere e falsare la realtà di cui si parla e soprattut-to di farsi guidare da stereotipi e pregiudizi, contribuendo adalimentarli. (Franco Prina, 1997)

Il falso e l’insignificanteIl reale non obbedisce sempre ai tuoi schemi, qualche volta te limanda in pezzi, spesso ti indica una strada completamente diver-sa da quella che ti aspetti, ci finisci dentro quasi per caso. […]Nel codice dei giornalisti c’è l’imperativo di dire sempre la veritàe non dire delle balle. Però tante volte si ha l’impressione che difatto quello che limita la verità non sia tanto il falso, che pure hauna sua dignità, quanto l’insignificante. (Giulio Giorello, 2005)

Raccontare come va il viaggio

88

Page 84: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

La cronaca che naturalizza l’ovvioLa cronaca è un luogo di educazione dello sguardo: insegna aguardare alle cose con un effetto di naturalizzazione dell’ovvio.Nel tempo si produce un effetto che rende i fenomeni naturaliscontati e non più oggetto d’indagine, ma soltanto oggetto didescrizione. […] Ad esempio, è stato reso ovvio che degli esse-ri umani possano essere deportati, qualcosa che fino a 20 annifa avrebbe fatto gridare vendetta e ci avrebbe scandalizzato.Com’è possibile che i giornalisti rinuncino a un compito che ècosì fondamentale, accontentandosi di descrivere, di colorareun fenomeno che conforta l’ovvio pubblico invece di spiegarlo?(Francesco Vacchiano, 2007)

Il distacco non è antagonista del coinvolgimentoDistacco è una parola che ha un duplice valore. C’è il distaccodi chi non vuol essere esistenzialmente disturbato da ciò che larealtà propina, da ciò che il volontariato, la Caritas, il socialerappresentano e quindi si corazza per resistere, il distacco delcinico, il distacco dell’ignavia, della viltà. C’è anche un distac-co elaborato, filtrato, voluto, perseguito, conquistato che mipermetto di raccomandare a me stesso e ai miei colleghi, fruttodi uno sforzo che rappresenta un minimo di garanzia di indi-pendenza anche emozionale rispetto ai fatti. Bisogna intender-si sul valore che diamo a questa parola: vorrei usare il terminedistacco dandogli un’accezione positiva, in questo senso nonsarà più l’antagonista del coinvolgimento. (Dino Boffo, 1999)

Pilateschi o opinion maker?Il nostro ruolo è cercare di raccontare, asetticamente quando è pos-sibile - con un coinvolgimento che vuole essere etico o demistifica-tore volta per volta, quando è necessario - ciò che è successo, cosasta succedendo o cosa può succedere, tenendo conto che non pos-siamo considerare l’opinione pubblica come un tutto unico. […]

Idee, tecniche e avvertenze per un giornalismo migliore

89

Page 85: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Ci sono problemi che non si possono affrontare soltanto con ilcuore, e da questo discende il rapporto con un’opinione pub-blica che va innanzitutto vista e auscultata per quello che è, e inun secondo momento, solo quando si è capaci e lo si può fare,indirizzata. Il massimo dell’indirizzo è quello di dire la nostra,sapendo però che è sempre e comunque un vulnus all’immagi-ne complessiva di equilibrio che ha un telegiornale, nonché neiconfronti del rispetto di tutta la platea dei telespettatori. Si pen-dola tra due esigenze: quella di non essere pilateschi […] e quel-la di tener conto del fatto che, non essendo noi demiurghi dinulla, non essendo opinion maker, non dovendolo essere e nonessendo neanche in grado di esserlo, non possiamo usare anostra volta violenza nei confronti delle libere aspettative diparti anche consistenti degli ascoltatori e dell’opinione pubbli-ca imponendo una riflessione a nessi logici che non possonoessere quelli di tutti. (Enrico Mentana, 1998)

La gente capisce le vostre intenzioniLa gente con la quale dovete lavorare - e il nostro lavoro sulcampo è un lavoro con la gente - scoprirà immediatamente levostre intenzioni e il vostro atteggiamento verso di essa. Se per-cepiscono che siete arroganti, non realmente interessati ai loroproblemi, se scoprono che siete andati lì solo per fare qualchefotografia o raccogliere un po’ di materiale, le persone reagiran-no immediatamente in modo negativo. Non vi parleranno, nonvi aiuteranno, non vi risponderanno, non saranno amichevoli.E certamente non vi forniranno il materiale che cercate. E sen-za l’aiuto degli altri non si può scrivere un reportage. Non sipuò scrivere una storia. Ogni reportage - anche se firmato soloda chi l’ha scritto - in realtà è il frutto del lavoro di molti. Ilgiornalista è l’estensore finale, ma il materiale è fornito da mol-tissimi individui. Ogni buon reportage è un lavoro collettivo, esenza uno spirito di collettività, di cooperazione, di buona

Raccontare come va il viaggio

90

Page 86: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

volontà, di comprensione reciproca, scrivere è impossibile.(Ryszard Kapuscinski, 1999)

La libertà di stampa non è solo un dirittoVi chiedo di fare questo lavoro con dignità, con rispetto per laverità e per tutte le persone, anche i mascalzoni. Perché la dif-ferenza tra le persone per bene e i mascalzoni è che i mascalzo-ni negano i diritti, le persone per bene rispettano le regole. E vichiedo la capacità di fare un salto: non invocare la libertà distampa solo come un diritto, ma praticarla come un dovere.Bisogna passare da un generico senso di libertà dell’informazio-ne al dovere di fare un’informazione etica. Se non riusciamocon la nostra forza a cambiare un’informazione che si piega soloalle logiche del mercato, la scarsa considerazione della qualegodiamo in questo momento presso l’opinione pubblica èampiamente meritata. (Enzo Iacopino, 2012)

Il linguaggio e il gergoAbbiamo un compito e un ruolo, dobbiamo avere l’umiltà disentirci come artigiani; ci vuole partecipazione, comprensionedei fenomeni e delle realtà da raccontare. Occorre avvicinarsi adessa senza pregiudizi. È importantissimo il linguaggio; purtrop-po finiamo col farne un uso troppo elitario, antidemocratico,quasi dittatoriale. Una certa “gergalità” che appartiene soltantoall’oggetto del nostro articolo, che finisce per appartenere aquella piccola casta di cui stiamo parlando, eludendo quelli chepoi sono veramente i nostri interlocutori. (Paolo Ruffini, 1999)

Niente da capireInternet non va capita, o perlomeno non va capita nella suastruttura compositiva: non bisogna sapere nulla di internet senon afferrare subito - e questa è un’operazione d’istinto - qualè il potenziale. (Gianluca Nicoletti, 2000)

Idee, tecniche e avvertenze per un giornalismo migliore

91

Page 87: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Le scintille dentro la realtàNell’era di internet il problema è anche la selezione delle noti-zie: dare un ordine, una logica, un’interpretazione, saper coglie-re dentro la realtà le scintille, le spie di quello che si sta muo-vendo di nuovo. Il disagio, così come il cambiamento, ci attra-versa tutti. Bisogna riflettere e mettere in gioco anche la partefragile di ciascuno di noi. Bisogna dire e dirsi: forse un pezzo didiversità ce l’ho anch’io. (Clara Sereni, 1999)

La crisi dell’ascoltoLe difficoltà che abbiamo oggi a raccontare il paese derivano dauna crisi di ascolto. […] Non parliamo di censure o di rimozio-ni, ma ci sono mondi nascosti che non raccontiamo. A forza dichiudere gli occhi sui mondi nascosti ci succede come quandosi è affetti dalla macula, quella malattia visiva per cui alla fine lazona buia si allarga molto. […] Il problema è che non guardan-do i margini, non guardi neanche il cuore della società. Se nonsi ascolta si diventa sordi, più o meno del tutto, e si finisce perraccontare cose diverse dalla realtà. (Marino Sinibaldi, 2004)

La meraviglia che fa la differenzaIn un’epoca di comunicazione abbondante, persino ridondan-te, la meraviglia è lo spazio decisivo che introduce la differenza,l’elemento della novità, della rottura, dello scarto… Cioè quel-lo che oggi manca nei media. Ha quindi a che fare con qualco-sa di critico per il modo in cui questo lavoro si va configuran-do. (Marino Sinibaldi, 2005)

La meraviglia è un inizioLa meraviglia ricorda il miracolo. Lo stupore, lo stare a boccaaperta spingono a pensare. […] Quindi la meraviglia è un ini-zio, non una fine: lo è per l’artista, per lo scienziato, per il poe-ta e suppongo per il fotografo. (Giulio Giorello, 2005)

Raccontare come va il viaggio

92

Page 88: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Essere un po’ stupidiPer meravigliarsi bisogna essere un po’ stupidi, cioè fermarsi auno stadio precedente alla conoscenza: resto stupefatto di unacosa perché non l’avevo ancora vista, o perché mi si manifestain un modo insolito. Spesso cose che appaiono sempre dallostesso punto di vista, una volta che le guardi da un altro puntoappaiono insolite. E questo però attiene al mestiere, non allameraviglia. (Mauro Covacich, 2005)

La meraviglia ti viene a cercarePer chi fa il mestiere del giornalista e va nei posti per vedere eper raccontare, per chi fa i réportage non c’è niente di peggioche andare con l’intenzione di meravigliarsi e quindi, parados-salmente, di meravigliare. È un’operazione che contraddice ilfatto. La meraviglia è una cosa che ti viene a cercare e che puòsolo capitarti (Mauro Covacich, 2005)

La meraviglia va cercataOgni tanto la meraviglia va cercata, almeno come desiderio.Parlo di conoscenza, di capacità di aprirsi all’altro, a ciò che èfuori dalla nostra stanza. Ciò ha a che fare con la capacità diaccettarsi e di accettare le trasformazioni che ogni giorno inter-vengono nella nostra persona e nella nostra mente. Ha a chefare con la capacità dei giornalisti di rispondere e di stimolarequesta curiosità. Oggi non solo sembra che sia dato tutto perscontato, ma che sia in atto una grande opera di normalizzazio-ne dei nostri tempi, delle nostre vite, del nostro quotidiano,affinché la meraviglia e il desiderio di conoscenza venganoridotti il più possibile. (Francesco Zizola, 2005)

Inviati, ma come in redazioneIn tutte le esperienze degli inviati sul campo in grandi eventi,[…] i fotografi spesso si trovano a confronto con giornalisti che

Idee, tecniche e avvertenze per un giornalismo migliore

93

Page 89: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

chiedono loro una testimonianza diretta, il racconto in primapersona di quel che hanno visto, perché in molti casi essi nonhanno voluto o potuto recarsi sul posto. È abbastanza comico:molti inviati replicano le funzioni che hanno in redazione: rico-struiscono sul posto una serie di strumenti che consentono lorodi accedere all’informazione in maniera immediata; invece direcarsi direttamente dove gli eventi si svolgono, rimettonoinsieme da lontano tutte le informazioni per un racconto in pri-ma persona. (Roberto Koch, 1996)

L’inviato e le sue emozioniL’inviato è un mestiere fisico, molto stancante. [...] È un’attivitàimpegnativa anche emotivamente. Quando vedi certe cose, cistai male; mi capita di svegliarmi di notte rivedendo immaginiche mi sono rimaste in testa. Il giornalista deve essere una buo-na persona, capace di provare ancora sensazioni. Io sono anco-rato ai fatti, ma poi li racconto con il mio sentire. Una volta sidiceva che deve esserci un filtro tra te e la storia. Io invece sonoconvinto che al lettore si debba dare un surplus: dimostrargli disentire delle cose. [...] E devi fargli vedere che ci sei andato, cheti sei confrontato con quello che stai raccontando. Che sai. L’al-gida cronaca non basta. (Marco Imarisio, 2012)

L’inviato e il deskNon è vero che solo l’inviato è in grado di dare la testimonianzadiretta. Ci sono dei modelli di linguaggio giornalistico e dei fonda-mentali, chiamiamoli così, che quando vengono attuati seriamentesu basi di conoscenza danno dei risultati. Se dal desk hai una serietàdi analisi, utilizzi il web nel modo giusto, cerchi le tue verifiche, seiperfettamente in grado di fare della buona informazione. Le vec-chie divisioni professionali di un tempo, l’inviato, il desk, in qual-che modo le tecnologie le stanno superando, anche se il giornalistaon the road sarà sempre insostituibile. (Roberto Morrione, 2002)

Raccontare come va il viaggio

94

Page 90: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Mettersi nei panni degli altriFaccio il mio mestiere [di portavoce dell’Unhcr] cercando dicapire la condizione di chi arriva - in questo caso - sulle costeitaliane dopo aver rischiato la vita prima nel deserto e poi inmare. Mi metto nei panni di quella donna che per arrivare adavere un minimo di rispetto e di sicurezza ha dovuto subire lepeggiori violenze. Mi metto nei panni di quella donna che hadovuto magari essere umiliata, abusata lungo la strada e capiscoil suo dolore. E questa situazione noi dobbiamo renderla nota,perché le persone in Italia, come in altri Paesi, la ignorano […].Potrei magari essere molto più diplomatica, molto meno diret-ta; potrei evitare di mettere il dito nella piaga. Ma anche un’i-stituzione delle Nazioni Unite ha il dovere di alzare la voce: seio non lo facessi avrei la vita più facile, ma non farei bene il miolavoro. […] Mettersi nei panni degli altri significa assumersi leresponsabilità, non ignorare la realtà e non aver paura. (LauraBoldrini, 2009)

Alzarsi un’ora primaÈ vero che a volte il tempo non c’è, ma è anche vero che c’è laresponsabilità dei giornalisti. È facile scaricare i nostri deficit sulsistema che non ci mette nelle giuste condizioni. […] Sta a noimagari alzarci un’ora prima la mattina e studiare le cose che sidevono andare a fare. Questo è fondamentale: andare, guarda-re, studiare, leggere libri, prepararsi, approfondire, anche se poial dunque tutto quello che si è fatto cambierà una o due righenel pezzo. […] Lo studio e la responsabilità personale sono duepassaggi fondamentali; e non ve li dà nessuno. Nessuno, quan-do entrate in una scuola di giornalismo o in una redazione, viconsegna una busta con dentro preparazione, studio, approfon-dimento, tenacia e metodo. Queste cose ve le dovete fare dasoli. (Mario Calabresi, 2009)

Idee, tecniche e avvertenze per un giornalismo migliore

95

Page 91: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Studiare per essere sorpresiCos’è la verifica sul campo, per chi fa i réportage, se non un accet-tare la sorpresa del rovesciamento delle proprie opinioni, di un’i-dentità diversa da quella che ci si aspettava di trovare? Questa sor-presa può seguire soltanto a una preparazione, a uno studio, maanche a una disponibilità all’ascolto e ciò passa necessariamente perdei tempi che non sono quelli del giornalismo di oggi, che li con-trae e li riduce allo spasmo. (Francesco Zizola, 2005)

La testa, le gambe e...Il problema, cari giovanotti, è che vi vedo molto fermi, moltoredazionali, vi vedo inviati con le rotelle della seggiola dellapostazione del computer. Quindi, detto gentilmente, alzate unpo’ le chiappe. Un maestro del giornalismo antico, Mario Mis-siroli, diceva che il 50% del mestiere di giornalista è fatto ditesta, ma il 50% è fatto di gambe. Io, da giornalista in 15-20anni di guerre, ho aggiunto un terzo elemento perché, insom-ma... tante volte salvarsi la pelle è un valore. […] Il mestiere delgiornalista d’avventura, d’assalto, d’inchiesta, quello che dovre-te essere voi, ha dei componenti al 33%: testa, gambe e ancheun po’ di culo. (Ennio Remondino, 2011)

Osservante militanteMi pongo come osservante militante, cioè partecipo e cerco didare il maggior numero di dati possibile perché gli altri possa-no comprendere. […] C’è un confine nel quale devo interveni-re per far capire che c’è un problema che non posso risolverecon lo scoop, ma che devo risolvere con una coscienza giornali-stica. (Santo Della Volpe, 2004)

Non basta tirar fuori l’informazione da sotto il tappetoAbbiamo fatto qualcosa che credevo inconcepibile in Cina:abbiamo lavorato per otto giorni nella clandestinità, cammi-

Raccontare come va il viaggio

96

Page 92: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

nando di villaggio in villaggio abbiamo incontrato e intervista-to decine di persone, facendo i nostri spostamenti di notte. Ilsenso che vorrei dare a questa storia è: 1) bisogna andare a vede-re sempre sotto il tappeto; 2) quando c’è un lavoro in comunetra la società civile e i giornalisti si può riuscire a far venire fuo-ri l’informazione che è sotto il tappeto e questo è molto effica-ce in un paese come la Cina dove tutto è fatto perché il tappe-to sia ben nascosto e che non si senta più parlare d’informazio-ne delicate; 3) non basta far uscire l’informazione che è sotto iltappeto se non c’è un collegamento con la società, e nel casodella Cina non c’è stato nessun collegamento. Per fare pressio-ne, l’informazione da sola non basta. (Pierre Haski, 2006)

Contano anche le didascalie“Avvenire” spesso viene considerato totalmente la voce della Chie-sa italiana, naturalmente quando fa comodo. Quando non facomodo e bisogna dire che la Chiesa non parla, allora non contaneanche “Avvenire”; quando invece c’è da enfatizzare ogni sospiro,allora… le altre testate sono andate a prendere persino le didasca-lie del nostro giornale. Questo per me è anche confortante: dicosempre ai miei colleghi di stare attenti a tutto perché gli altri leg-gono tutto, soprattutto le cose più brevi. (Marco Tarquinio, 2011)

Quando spegni il registratoreLe cose più interessati vengono dette quando spegni il registra-tore. È una sorta di legge di Murphy non scritta. Ma significache bisogna non solo andare nei posti, ma tornarci; non soloincontrare le persone, ma rincontrarle. Perché spesso al primoincontro non capisci niente. (Alessandro Leogrande, 2012)

Il cambiamento appena avviatoLa nostra professione ha bisogno di nuove forze, nuove visioni,nuova immaginazione, perché negli ultimi tempi è cambiata in

Idee, tecniche e avvertenze per un giornalismo migliore

97

Page 93: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

modo tremendo. Voi siete nati per portare a compimento unlavoro appena avviato. Il giornalismo sta attraversando una gran-de rivoluzione elettronica. Le nuove tecnologie facilitano enor-memente il nostro lavoro, ma non ne prendono il posto. Tutti iproblemi della nostra professione, le nostre qualità, la nostramanualità rimangono inalterati. Qualsiasi scoperta o migliora-mento tecnico può certamente aiutarci, ma non può sostituirsial nostro lavoro, alla nostra dedizione a esso, al nostro studio, alnostro esplorare e ricercare. (Ryszard Kapuscinski, 1999)

Raccontare come va il viaggio

98

Page 94: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Tutti i seminari di Redattore sociale

Page 95: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che
Page 96: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Tutti i seminari di Redattore sociale

101

Anno

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

Luogo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Titolo

REDATTORE SOCIALESeminario di formazione per giornalistisui temi del disagio e della marginalità

REDATTORE SOCIALESeminario di formazione per giornalistisui temi del disagio e della marginalità

PERIFERIE UMANE

DIRE, NON DIRE, DIRE TROPPOGiornalismo sociale e diritto di cronaca

ACCIAIO E CRISTALLIPersistenza e fragilità delle notizie

nell’informazione italiana

DI RAZZA E DI CLASSEIl giornalismo tra voglia d’élite,

coinvolgimento, indifferenza

CORRE LA LEPRE…Le fatiche del giornalismo,

all’inseguimento della notizia e del potere

NEBBIADove sono andate a finire le notizie?

MASCHEREI fatti sono un velo dietro al quale

la verità si nasconde

VOLO RADENTEIl giornalismo veloce e le sue vittime

NASCONDIGLIIl giornalismo e la paura dei mondi sconosciuti

MERAVIGLIAI giornalisti e la scoperta di non sapere già tutto

SOTTO IL TAPPETOI giornalisti e il coraggio quotidiano

Partecipanti

136

207

187

172

191

175

208

157

224

248

212

209

237

Page 97: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2103

2006

2007

2009

2010

2011

2012

2013

2010

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Capodarcodi Fermo

Milano

Milano

Milano

Milano

Milano

Milano

Milano

Roma

IL DITTATOREIl pensiero unico del giornalismo

ALGORITMILezioni per capire e raccontare la società

DISORIENTATIGiornalisti in cerca di bussole per capirci qualcosa

OLTRE L’APOCALISSECome non farsi imprigionare dalla paura del nuovo

BULIMIEDalle abbuffate virtuali

alla sobrietà dell’informazione

LABIRINTO SENZA FILICome uscire dall’illusione di essere sempre connessi

LA SOSTANZA E GLI ACCIDENTIGiornalisti in cerca dell’essenziale

e le trappole della transizione

LA CITTÀ CRUDELEFare i giornalisti in tempi di convivenza difficile

MIGLIORATORI DEL PEGGIOI giornalisti e la responsabilità

di raccontare (anche) la speranza

IN MARE APERTOLe notizie sociali e una professione nella tempesta

GIORNALISTI NONOSTANTESussulti, idee, scenari

per una professione bella e possibile

IL TESORETTO DELLE NOTIZIEIl giornalismo e la scoperta del sociale

SGOMBERIAMOLIGiornalismo e immigrazione: come evitare

stereotipi, pregiudizi, discriminazioni

L’ORGOGLIO E I PREGIUDIZIPer un’informazione rispettosa delle persone LGBT

GIORNALISTI NONOSTANTESussulti, idee, scenari

per una professione bella e possibile

159

232

219

203

206

194

220

145

202

229

215

139

98

194

182

Anno Luogo Titolo Partecipanti

Raccontare come va il viaggio

102

Page 98: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Tutti i seminari di Redattore sociale

2012

2013

2013

2012

2013

2013

1999

2000

2001

2004

2005

2006

2005

2006

Roma

Roma

Roma

Napoli

Napoli

Palermo

Trento

Trento

Trento

Trento

Trento

Trento

Vicenza

Vicenza

SGOMBERIAMOLIGiornalismo e immigrazione: come evitare

stereotipi, pregiudizi, discriminazioni

PARLARE CIVILEIl giornalismo e la manutenzione delle parole

L’ORGOGLIO E I PREGIUDIZIPer un’informazione rispettosa delle persone LGBT

SGOMBERIAMOLIGiornalismo e immigrazione: come evitare

stereotipi, pregiudizi, discriminazioni

L’ORGOGLIO E I PREGIUDIZIPer un’informazione rispettosa delle persone LGBT

L’ORGOGLIO E I PREGIUDIZIPer un’informazione rispettosa delle persone LGBT

REDATTORE SOCIALE

PROFETI DI PAURA?

SCOPRI IL DISAGIO NASCOSTO

CAMMINA PIANO…Perché cammini su miei sogni

IDENTITÀ LIQUIDEOperatori sociali e della comunicazione

Tra inquietudine e coraggio

GRATUITÀ SCOMPARSAOperatori sociali e della comunicazione

parlano (poco) di volontariato e servizio civile

INQUIETUDINILe nuove paure sociali e il ruolo dell’informazione

DENTRO E FUORII poteri in gioco e i diritti fuorigioco

nella società di oggi

268

175

142

71

62

55

48

42

50

62

38

65

39

53

6.517

Anno Luogo Titolo Partecipanti

TOTALE

103

Page 99: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che
Page 100: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Redattore socialeSeminario di formazione per giornalistisui temi del disagio e delle marginalità

Comunità di Capodarco, 27-28 maggio 1994

Il poco tempo, le imposizioni del caporedatto-re, la necessità della “notizia prima di tutto”,

i condizionamenti del mercato. E poi, non ulti-ma, la difficoltà di trovare e selezionare le fonti,le cifre, le chiavi di lettura. Quando deve occu-parsi di fatti che toccano in qualsiasi modo i piùdeboli, il giornalista incontra tanti problemi.Con “Redattore sociale” si vorrebbe comincia-re a risolverne almeno alcuni. Crediamo chesolo la conoscenza approfondita degli argo-menti possa aiutare a superare gli altri agentiesterni che influiscono sul lavoro di un giornalista. La conoscen-za e - nel nostro caso - la vicinanza ai problemi del “sociale”.Non si può certo dire che oggi gli operatori dell’informazionesiano molto vicini e in sintonia con quelli del “disagio”. Ingenerale, i secondi nutrono diffidenza, a volte ostilità, spessochiusura nei confronti dei primi. Ecco allora i perché di“Redattore sociale”, il seminario a cui vi invitiamo:• per ricreare un rapporto di collaborazione e di fiducia tra

questi due mondi così lontani;• per fornire ai giornalisti - finalmente in modo organico - nozio-

ni, dati, esperienze, panorami sui settori maggiormente tratta-ti nell’ambito dell’emarginazione e dell’impegno sociale;

• per limitare le imprecisioni e le approssimazioni;

Tutti i seminari di Redattore sociale

105

Page 101: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

• infine, per far sì che ogni redattore cominci ad essere un po’più “sociale”. All’interno del seminario verrà presentata la pri-ma “Guida per l’informazione sociale”: un volumetto di oltre200 pagine denso di numeri, notizie e soprattutto di interpre-tazioni per muoversi meglio, da giornalisti ma non solo, inquesto sempre più difficile e delicato settore.

Raccontare come va il viaggio

106

Programma

Venerdì 27 maggio

Introduzione di Vinicio Albanesi

Relazioni tematicheL’Agenzia nazionaledi formazione del CncaGiovanni Devastato

La malattia mortale Goffredo Fofi

L’informazione sui deboli Mirta Da Pra Pocchiesa Stato sociale, politiche socialie welfare state in Italia

Ugo Ascoli Minori e informazioneMarina D’Amato

Tossicodipendenze:informazione e nuovi scenari Leopoldo Grosso

Aids. Una testimonianza Simona Ferraresi

Immigrati e giornalisti Germano Garatto

Handicap fisico/Handicappsichico e società Augusto Battaglia

Obiezione di Coscienza/Pacifismo Nanni Salio

Sabato 28 maggio

Presentazione della primaGuida per l’informazione sociale Stefano Ricci

Giornalisti sociali si diventa Carlo Di Cicco

I giornalisti e i loro doveri Stefano Gigotti

Per un redattore più “sociale”Dibattito con i partecipanti

Page 102: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Redattore socialeSeminario di formazione per giornalistisui temi del disagio e della marginalità

Hotel Royal - Casabianca di Fermo, 10-11-12 novembre 1995

Redattore sociale è l’occasione di appren-dere, o di aggiornare, le conoscenze di

base sui temi del disagio e dell’impegno nellasolidarietà. Ma non è solo questo. Il titolo delseminario contiene anche la speranza di ungiornalismo che sia, tutto, più sociale.Per questo accanto alle consuete “relazioni-lezioni” abbiamo rinforzato i momenti didibattito e di confronto. Da una parte peresplorare la possibilità di un’editoria piùcoraggiosa, cioè meno schiava del mercato edei nudi di copertina. Dall’altra per ricercare insieme una diver-sa scala di valori delle notizie, magari con un atteggiamento unpo’ più cosmopolita e meno italo-centrico.È uno sforzo che il Cnca - con i suoi 150 gruppi (500 struttu-re di accoglienza di cui 250 comunità residenziali) impegnatisulle varie forme di emarginazione - compie per il secondoanno consecutivo. Siamo convinti, che fare buona informazio-ne sia anche fare un’opera di prevenzione; e che sia anche uncompito dei media rendere più solidale l’atteggiamento dell’o-pinione pubblica verso gli “esclusi”. Questo dunque è il nostrocontributo.Anche quest’anno Redattore sociale coinciderà con la presenta-zione della “Guida 1996 per l’informazione sociale”, che sarà

Tutti i seminari di Redattore sociale

107

Page 103: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

distribuita ai giornalisti partecipanti al seminario, quindi mes-sa in vendita da metà di novembre in poi.Rispetto alla prima edizione il volume passa da 14 a 20 settoridel disagio esaminati, con centinaia di tabelle, dati, glossari,legislazioni e quadri interpretativi.

Raccontare come va il viaggio

108

Programma

Venerdì 10 novembre

Introduzione di Vinicio Albanesie Stefano Gigotti

VolontariatiRelazioni tematiche

Il caso italianoGiovanni Nervo Volontariato internazionaleGiorgio Cingolani Una visione criticaVinicio Albanesi

Sabato 11 novembre

Tavola rotonda Gutemberg era solidale(Per un’editoria meno cinicae più sociale)

Con Claudio Fracassi,Luigi Guastamacchia,Leonardo ZegaCoordina Riccardo Bonacina

Mondi nascostiRelazioni tematiche

ProstituzioneRoberta Tatafioree sr. Maria Rosario BolanosCarcereElvio Damoli AidsMaria Luisa Albera

Domenica 12 novembre

Presentazione della Guida 1996per l’informazione socialeStefano Ricci

Tavola rotondaUn altro giornalismo: è possibile? Con Mirta Da Pra,Giovanni De Mauro,Tana De Zulueta,Roberto MorrioneCoordina Goffredo Fofi

Page 104: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Periferie Umane

Hotel Royal - Casabianca di Fermo, 8-9-10 novembre 1996

Per il terzo anno il Cnca invita i giornalistiitaliani a un fine settimana di formazione

sui temi del disagio e dell’impegno sociale,nonché sul giornalismo in genere.Per molti operatori dell’informazione (redat-tori e collaborati di quotidiani, di periodici, diradio e TV, addetti stampa) si tratta ormai diun appuntamento fisso dove acquisire infor-mazioni per far meglio il proprio lavoro, maanche per incontrarsi e discutere.Redattore sociale si è posto fin dall’inizio - e già dal titolo - unduplice obiettivo: contribuire, con strumenti concreti edesperienze, a una maggiore accuratezza dei resoconti sullemarginalità; essere sede di confronto per favorire una profes-sione giornalistica più “sociale”, cioè più vicina alla vita realedelle persone.Redattore sociale, insomma, vuol essere molto più di un corsoper formare “specialisti” del giornalismo sul disagio.L’edizione 1996 di Redattore sociale avrà come filo conduttorei temi della solitudine e della violenza.La tesi è che nella società occidentale moderna si formano, oaumentano, forme nuove e già conosciute di solitudine, le qua-li diventano causa primaria della violenza crescente a cui assi-stiamo, violenza verso se stessi e vero gli altri.La solitudine avviene anche in contesti di vita “affollati”; è lasolitudine del giovane nel rumore assordante della discoteca,

Tutti i seminari di Redattore sociale

109

Page 105: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

dell’anziano improvvisamente espulso dal ciclo produttivo, delbambino “orfano” dentro la sua famiglia, del quartiere che nonsente alcun legame con il centro della città, del malato menta-le fuori dal manicomio, dell’immigrato che deve fingere di inte-grarsi con una nuova cultura.La violenza si esprime in forme fisiche sempre efferate, ma nonsolo; è violenza anche il modo di porsi verso “l’altro”: la paura,l’aggressività, la chiusura, l’intolleranza, l’indifferenza, il nonrispetto. Atteggiamenti che la solitudine produce e alimenta.Il seminario sarà diviso in quattro momenti collegati - più unaserata pubblica per la città - durante i quali si cercherà diaffiancare la lettura dei fenomeni alla sua trasposizione nellavoro giornalistico, aprendo dove è possibile al dibattito tra ipartecipanti.

Raccontare come va il viaggio

110

Programma

Venerdì 8 novembre

Introduzione di Dante Clauser

InterventiNella periferia umanaVinicio AlbanesiTra responsabilitàe diritto di cronacaVincenzo VaragonaGiornalisti, vasi di “coccio”.La virtù dell’essere testimoniLorenzo Del Boca

Gente Sola/gente violenta:i dati, la lettura, l’interpretazioneRelazioniPaolo Garonna e Franco Prina

Sabato 9 novembre

Cronache locali.Alla periferia del giornalismoIntroduce e coordinaGian Luigi Gasparri

Il giovane - Gino Rigoldi Il vecchio - Stefano Laffi Il pazzo - Mario Vatta Il negro (1) - Franco Pittau Il negro (2) - ‘Ndjok Ngana

Terzo settore: prima il pane? Dibattito condottoda Andrea Pancaldi

Page 106: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Interventi di Ugo Ascoli,Vinicio Albanesi,Giulio Marcon,Gad Lerner

Dove vivono i giornalisti1

Dialogo tra Goffredo Fofie Michele SerraConduce Gad Lerner

Domenica 10 novembre

Tavola rotondaIl disagio dell’informazione Introduzione di Stefano RicciCon Roberto Koch, GianfrancoBettin, Rodolfo Brancoli

Tutti i seminari di Redattore sociale

111

1. Il testo di questo incontro è stato pubblicato nel libro “Maledetti giornali-sti”, edizioni e/o, 1997.

Page 107: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Dire, non dire, dire troppoGiornalismo sociale e diritto di cronaca

Capodarco, 14-15-16 novembre 1997

L’edizione 1997 di Redattore sociale pren-de spunto dalla recente legge sulla pri-

vacy, che impone, anche alla professione gior-nalistica, precisi adempimenti rispetto allapubblicazione di dati personali. In particolare- impedendo che siano trattati senza il consen-so dell’interessato dati sull’origine razziale edetnica, le convinzioni religiose, lo stato disalute, la vita sessuale - la legge tocca alcuninodi cruciali del modo stesso di “fare cronaca”su fatti che coinvolgono categorie e posizioni deboli dellasocietà (malati, immigrati, minori, suicidi, gay, imputati, carce-rati, disagiati psichici).Il seminario vorrebbe aprire una pacata riflessione sul diritto dicronaca, fondamento della libertà di espressione e informazio-ne del giornalista.Un diritto che va esercitato con il necessario discernimento e nelrispetto di alcune accortezze: ad esempio quella di valutare il dan-no che la notizia può causare alle persone interessate; o quella diconsiderare l’opportunità di tacere determinati particolari.È un tema, quest’ultimo, di cui conosciamo le delicatissimeimplicanze e controindicazioni, ma che introduciamo rifacen-doci proprio al richiamo alla “essenzialità dell’informazione”contenuto dalla legge sulla privacy, nonché al dibattito da tem-po in corso in altri paesi.

Raccontare come va il viaggio

112

Page 108: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Il filo conduttore di Redattore sociale ‘97 è l’idea che il giorna-lista sociale è un giornalista “maturo”, cioè in grado di esercita-re i suoi inalienabili diritti di cronista tenendo conto anche divariabili diverse da quelle della pratica odierna dei nostri mezzidi informazione, senza per questo sentirsi limitato o reticente.

Tutti i seminari di Redattore sociale

113

Programma

Venerdì 14 novembre

Apertura dei LavoriVinicio Albanesi

“Fatti” da stampa e Tv Rassegna curatada Gianluca Nicoletti

Interventi di Dante Clausere Gigi PadovaniDibattito coordinatoda Fausto Spegni

Cinema Helios FermoIl “privato” dei mafiosiProiezione del film“Tano da morire” Intervista di Goffredo Fofialla regista Roberta Torre

Sabato 15 novembre

La privacy dei N.I.P.(Not Important Persons)Relazioni tematiche

“...in ambienti omosessuali…”Franco Grillini“...il nome è di fantasiaper tutelare il minore…”Luisanna Del Conte “…con precedenti penali…”Franco Maisto “…capacità di intenderee di volere…”Paolo Rigliano

Il vizio dell’etichetta:stereotipi e catalogazionedella diversità nell’informazioneFranco Prina

Workshop paralleliCronache della porta accanto:informazione locale, fontidella “nera”, storie personali Relazione di Roberto NatalePartecipa Italo D’Angelo

Prove di giornalismo sociale:simulazione basatasu “lanci” di agenzia Relazione di Stefano Ricci

Page 109: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Privacy on line: giornalismovirtuale, nuove tecnologie,implicazioni etiche…Giovanni Buttarelli

Raccontare il disagio:quale comunicazioneper le associazioni impegnatesull’emarginazione sociale Stefano Trasatti

Tutti i particolari in cronaca?Una nuova etica giornalistica,tra rischi di autocensurae tutela delle persone Franco Abruzzo

“Cinici spaventati guerrieri” Incontro con Marcelle Padovani Conduce Vinicio Albanesi

Domenica 16 novembre

L’informazione “essenziale”e la cronaca di tutti i giorni Ugo De Siervo

Persone, non articoli Luigi Ciotti

Conclusioni di Vinicio Albanesi

Raccontare come va il viaggio

114

Page 110: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Acciaio e CristalliPersistenza e fragilità delle notizie nell’informazione italiana

Comunità di Capodarco, 20-21-22 novembre 1998

Quali meccanismi determinano la “citta-dinanza” di una notizia - e il relativo spa-

zio ad essa concesso - sui mezzi di informazio-ne italiani?L’“ordine costituito” dei fatti e dei temi oggi trat-tati può essere modificato? Perché alcuni ambiti(sociali, culturali, politici, economici) vengonosistematicamente ignorati o sovraesposti?Perché altri sono rappresentati sempre in uncerto modo?La V edizione di Redattore sociale affronta la questione dellagerarchia delle notizie.Il punto di vista è quello di chi, operando a stretto contatto con leespressioni del disagio sociale, osserva ogni giorno alcune contraddi-zioni: tra i fenomeni e la loro “immagine”; tra i contesti delle vicen-de personali e il loro racconto sui media; tra ciò che percepisce comeimportante e la scala dei valori utilizzata da stampa, radio e Tv.L’impressione è di trovarsi di fronte a notizie forti e notiziedeboli, che sembrano tali non tanto per la loro portata oggetti-va, quanto per il loro rientrare o meno in una specie di conven-zione, tacitamente accettata.Eppure, tra i doveri del giornalista c’è anche quello di anticipa-re le tendenze e i problemi della società. E se per farlo ci vuoleimpegno, e spesso coraggio, occorre anzitutto superare i como-di conformismi indotti dal mestiere . Ad esempio: che “la gen-

Tutti i seminari di Redattore sociale

115

Page 111: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

te si annoia” con certi temi; oppure che “la gente vuole” alcunecose invece di altre. Produrre informazione su soggetti difficili,e nello stesso tempo interessare e fare audience, è possibile.A Capodarco, da una riflessione sugli schemi gerarchici sottesi allanostra informazione e al suo atteggiamento verso il mondo, pas-seremo a esaminare alcuni argomenti - legati al modo dei menodifesi e non solo - poco, male o solo parzialmente affrontati.Come sempre, l’obiettivo è quello di stimolare la curiosità, apri-re strade nuove di interesse, e soprattutto attivare quel dialogocon l’esterno che, paradossalmente, spesso manca proprio a chisvolge il “mestiere di informare”.

Raccontare come va il viaggio

116

Programma

Venerdì 20 novembre

Apertura dei Lavori Presentazione della“Tessera del giornalista N.I.P.”(Not Important Person):riconoscimento del Cncaai redattori sociali.Per un’informazione sui fortiche tiene conto dei deboli

Parte I: prove di scrittura.Parte II: prove di pensieroVinicio Albanesi

InterventiIl nostro sistema Paolo Serventi Longhi

Convenzioni e convenienze Annibale Paloscia

Il drammadella spettacolarizzazioneStefano Gigotti

Dibattito coordinato daRoberto Natale

Presentazione della ricercaCnca-Università La Sapienzasulla gerarchia delle notiziedi alcuni grandi mezzidi informazione nazionali Michele Sorice

Sabato 21 novembre

Notizie deboli, storie fortiRelazioni tematiche

Page 112: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

SballiFabrizia Bagozzi Nuove povertàMariuccia Cocco Immigrati di oggi,società di domaniJean Leonard Touadi SchiaveVincenzo Castelli

Editoria del non profit:cosa mettere in pagina? Gerolamo Fazzini

Perché ho fatto un telegiornale così Incontro con Enrico Mentana

Presentazionedella Guida 1998-99per l’informazione sociale Stefano Trasatti

Domenica 22 novembre

I Telegiornali che ci sono e quelliche non ci sono Dialogo tra Giulio Borrellie Enrico Mentana Conduce Maria Nadotti

Tutti i seminari di Redattore sociale

117

Page 113: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Di razza e di classeIl giornalismo tra voglia d’élite, coinvolgimento, indifferenza

Comunità di Capodarco, 26-27-28 novembre 1999

Fino a che punto il giornalista può farsicoinvolgere dagli eventi?

E se il coinvolgimento è lecito, quali fattoripossono ostacolarlo e quali favorirlo?Dopo il diritto di cronaca e la gerarchia dellenotizie, l’edizione 1999 di Redattore socialeaffronta un altro dei miti del giornalismo: ildistacco personale dai fatti raccontati. Cosasignifica distacco, quando le cose da capirerichiedono il contatto diretto con persone invari stati di disagio? Come declinare la “professionalità” senza sci-volare nel cinismo, nell’indifferenza o persino nell’insofferenza?La questione porta inevitabilmente a riflettere sullo status del gior-nalismo nella società moderna. Da una parte, è una professioned’élite in quanto presuppone un bagaglio di conoscenze, un dove-re di aggiornamento e dei riferimenti deontologici di altissimolivello. Dall’altra parte. Senza un’adeguata formazione e una giustatensione etica - l’essere d’élite può scivolare nell’elitarismo, nonchétrasformarsi in credersi d’élite o, peggio, nell’andare con le élite.L’elitarismo e le sue degenerazioni hanno un legame stretto conil coinvolgimento, e indicano per contrasto anche alcune formeche esso dovrebbe assumere.Coinvolgimento come:• comprensione dei problemi, oltre i pregiudizi;• dovere di documentarsi, oltre la fatica che ciò comporta;

Raccontare come va il viaggio

118

Page 114: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

• legittimazione delle culture, oltre la propria;• attenzione alle situazioni personali, oltre le esigenze narrative;• rispetto dei “cattivi”, oltre la ragione dei “buoni”;• coraggio di indagare ambiti nascosti, oltre a sicurezza dei pro-

pri riferimenti sociali;• onestà nello schierarsi, oltre il pericolo della faziosità.Di questi antagonismi, e di molto altro, discuteremo nella par-ticolare atmosfera della Comunità di Capodarco.

Tutti i seminari di Redattore sociale

119

Programma

Venerdì 26 novembre

Apertura dei lavori

“La Civetta e l’assiolo”Vinicio Albanesi

La Professione smarritaVincenzo Zeno- Zencovich

Informare, conoscere, coinvolgersi…Virginio Colmegna

Gli Schierati e i conformisti Dino Boffo

Sabato 27 novembre

Angoli di mondoRelazioni tematiche

Barboni, clochard, homeless…:i cittadini invisibiliSergio Pighi

Donne a servizio:le facce scomodedell’immigrazione femminilePilàr SaraviaZingari: il lato oscuro della cittàCarla Osellacon Osmani Bajram

Conduce Miriam Giovanzana

Comunicazioni Presentazione delle Guidesu lavoro e tossicodipendenza(Cnca)Presentazione del Primo rapportonazionale sull’handicap(Comunità di Capodarco)Presentazione della rassegnastampa ragionata sull’immigrazione(Caritas Roma) Presentazione in anteprimadella ricerca della Fivolsu Volontariato e comunicazione

Page 115: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

In ricordo di Paola Biocca(lettura di pagine tratte da“Diario umanitario”)2

Maria Nadotti

Il cinico non è adattoa questo mestiereIncontro conRyszard Kapuscinski Conduce Maria Nadotti

Domenica 28 novembre

Tavola Rotonda Elite del sapereo èlite senza sapere? Con Paolo Ruffinie Clara SereniConduce Vinicio Albanesi

Raccontare come va il viaggio

120

2. Prevista nel programma di questa edizione, la portavoce del World FoodProgramme Paola Biocca morì il 12 novembre 1999 in un incidente aereo inKosovo.

Page 116: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Corre la lepre…Le fatiche del giornalismo,

all’inseguimento della notizia e del potere

Comunità di Capodarco, 1-2-3 dicembre 2000

Il giornalismo è il potere senza tronoGabriel Garcia Marquez

L’edizione 2000 del seminario si apre conla presentazione dell’Agenzia di stampa

quotidiana che porterà il suo stesso nome.Redattore sociale è una testata giornalisticache può considerarsi il frutto maturo delleriflessioni di questi anni a Capodarco. Essa sipropone di fornire ai mass media, e non solo,un flusso quotidiano di notizie, documenta-zioni, idee e competenze provenienti dalcosiddetto “sociale”. Redattore sociale nonvuole diventare una nicchia protetta: il suo scopo è immetterenel flusso della comunicazione materiali nuovi, attendibili, trat-tati con criteri giornalistici di qualità.Redattore sociale sarà certamente una sfida, e soprattutto unagrande fatica.È proprio alle fatiche del giornalismo che è dedicato questo VIIseminario di formazione per giornalisti. La fatica di inseguire lanotizia, e di essere costretti a far finta di averla trovata, anchequando servirebbe più tempo. La fatica di dover completareuna storia senza poterne conoscere tutti i dettagli. La fatica disopportare la responsabilità che il proprio lavoro possa diventa-

Tutti i seminari di Redattore sociale

121

Page 117: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

re, un giorno, una fonte per la Storia. La fatica di dover spiega-re fenomeni troppo grandi, che non possono essere semplifica-ti. La fatica di inseguire un potere che sembra così vicino eppu-re, una volta raggiunto, ci si accorge che non è vero potere.Tre grandi temi della società moderna saranno affrontati con unaformula nuova, che immette accanto agli esperti un/una giorna-lista che, per il suo ruolo, si trova quotidianamente a deciderecosa pubblicare. Per la prima volta viene introdotto il tema dellaglobalizzazione economica, con testimoni autorevoli e con unconfronto a tutto campo tra un grande direttore e un grande eco-nomista. Come sempre, i tre giorni a Capodarco saranno un’oc-casione di “pausa”, per riflettere con e tra i diretti interessati sucome migliorare sempre più la qualità dell’informazione.

Raccontare come va il viaggio

122

Programma3

Venerdì 1 dicembre

Apertura dei lavori Presentazione diRedattore sociale - Agenziaquotidiana di informazione

Interventi diVinicio Albanesi,Stefano Trasatti,Franco Oliva,Gianluca Nicoletti

Tra l’urgenza, la sofferenzae la storia: il giornalismoe le fonti “sociali”Carlo Rognoni

Giornalisti: l’autonomia a rischioPaolo Serventi Longhi

Auditorium San Martino FermoMadornale 33Di e con Alessandro Bergonzoni

3. Nei giorni del seminario è stata allestita la mostra su Walter Tobagi a 20 annidalla scomparsa, per gentile concessione dell’Ordine dei giornalisti dellaLombardia.

Page 118: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Sabato 2 dicembre

La fatica di leggere la “società”Workshop tematici

Adolescenti: nuove drogheo nuove trasgressioni?Edoardo Polidori

Pedofilia: tra malattia,allarme e reazione socialeClaudio FotiConduce Roy Gianni

La normalità patologica:dalla schedina al gioco d’azzardo,dall’aperitivo all’alcolismo,dalla dieta all’anoressiaMauro CroceConduce Mimmo Tartaglia

Intervento diRoberto Natale sulla nuovaAgenzia Redattore sociale

“Globalizzazione, I suppose…”Tra denaro e diritti umani:le facce oscure di una parolasulla bocca di tutti

Gente usa e getta:la nuova schiavitùnell’economica globaleKevin Bales

Africa:i costi della povertà globalizzataElhadji Malick Diop

Minoranze che non si adeguano Alberto Castagnola

Le speranze della cooperazioneRosario Lembo

Domenica 3 dicembre

“Il giornalismoè il potere senza trono”.L’economiae il giornalismo economicoDialogo tra Ferruccio De Bortolie Riccardo Petrella Conduce Vinicio Albanesi

Tutti i seminari di Redattore sociale

123

Page 119: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

NebbiaDove sono andate a finire le notizie?

Comunità di Capodarco, 30 novembre, 1-2 dicembre 2001

L’VIII Edizione di Redattore sociale si basasu un’impressione paradossale; in que-

st’epoca a cavallo di due secoli, il giornalismofatica più che mai a capire cosa succede nelmondo. Il risultato è una specie di surplace,dove stancamente si torna e si ritorna sugliambiti, i personaggi, gli eventi già conosciuti(e rassicuranti). Il 2001 è stato l’anno che piùdi ogni altro ha sconvolto l’agenda degli argo-menti di cui occuparsi. Dapprima l’irromperedei temi legati alla globalizzazione (economica e culturale), poigli attentati negli Usa, quindi la guerra. Eppure la risposta delgiornalismo - e di quello italiano in particolare - è stata solo atratti adeguata a questi mutamenti di priorità. In questo clima,la percezione di fondo è stata di un disorientamento diffuso acui, tranne alcune eccezioni, si è preferito rispondere riutiliz-zando i vecchi schemi di comprensione, o andando general-mente “al traino” dei fatti.Quell’impressione, insomma, si è clamorosamente confermata.Malgrado l’apparente sovrabbondanza di notizie, è come se suc-cedessero meno cose che in passato. Ma è davvero così?E se il cambiamento accelerato delle società avesse invece crea-to nuovi temi ancora tutti da approfondire? (e tra questi temi,quale deve essere, se mai può esserci, la visibilità dell’impegnosociale organizzato?)

Raccontare come va il viaggio

124

Page 120: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Non ci sarà bisogno di un cambio di velocità anche da parte delgiornalismo? E di un po’ più di audacia? Insomma, di piùcoraggio nell’usare nuove chiavi di lettura?Ne discuteremo a Capodarco, in quello che dal 1994 è l’unicoluogo in cui, per tre giorni, operatori dell’informazione e pro-tagonisti dell’impegno sociale e culturale danno vita a unincontro dove la convivialità prevale sulla formalità, la riflessio-ne prevale sulla fretta.

Tutti i seminari di Redattore sociale

125

Programma

Venerdì 30 novembre

Apertura dei lavori

Agenzia Redattore sociale:questi primi mesi Stefano Trasatti

Il sociale oggiVinicio Albanesi

Nuove preoccupazioni,nuove priorità, nuovi soggettiCosa sale e cosa scendenell’informazione delle societàoccidentali del benessere;quale accesso ai mass mediaper le realtà del terzo settoreMarino Niolae Massimo Vergnano

Rassegnarsi o ruggire? Incontro con Marco Prestae Antonello Dose

Sabato 1 dicembre

Workshop tematiciLavorare nel mondoper la solidarietà e lo sviluppo:le tante faccedella cooperazione internazionaleSilvia MontevecchiConduce Ivano Liberati

Adolescenti e famiglia:incomunicabilità o conflitto? Lucio BabolinConduce Lucia Nencioni

Nuovi lavori e nuove povertà Marilisa MonacoConduce Umberto Di Maria

Page 121: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Di fronte a tutto questo doloreAnteprima nazionaledel film “The spectre of hope”Discussione conGoffredo Fofi,Roberto Koch,Roberto Natale,Andrea Rauch Conduce Maria Nadotti

Domenica 2 dicembre

Apertura diPaolo Serventi Longhi

Orientarsi nella nebbiaIncontro con Antonio Sciortino

Il male e come raccontarloIncontro con Svetlana Aleksievic

Raccontare come va il viaggio

126

Page 122: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

MaschereI fatti sono un velo dietro il quale la verità si nasconde4

Comunità di Capodarco, 6-7-8 dicembre 2002

La IX edizione di Redattore sociale ha l’am-bizione di approfondire uno dei punti car-

dine della professione giornalistica: il se, il come,il quanto la vita dei popoli e degli individui pos-sa essere resa con i mezzi del giornalismo.È un conflitto forse davvero eterno.I nudi fatti non si danno mai. Nel loro raccon-to, influiscono la cultura di chi scrive, il conte-sto, la disponibilità di dettagli. Ma anche lanecessità di descrivere il male e il dolore, la gioiae l’euforia, la speranza e l’apprensione, i sentimenti più o menointensi che sono parte essenziale di ogni avvenimento. E che lascia-no più spazio all’interpretazione, facendo da “velo” alla verità.Il linguaggio, i filtri applicati, gli strumenti usati diventanoallora determinanti, perché rischiano di diventare vere e proprie“maschere” sul volto dei fatti.In ogni modo di raccontare - dal cinema alla narrativa - puòesserci, in fondo, del giornalismo. Ma è dal giornalismo che cisi attende la rappresentazione della realtà oggettiva, senza licen-ze, né omissioni o distorsioni.Il programma inizierà mettendo a confronto quattro forme diracconto, diverse ma ugualmente in cerca di verità: l’inchiesta a

Tutti i seminari di Redattore sociale

127

4. Frase di Tiziano Terzani tratta da un’intervista a Redattore sociale.

Page 123: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Programma

Venerdì 6 dicembre

AperturaIl volto vero delle maschereVinicio Albanesi

Gettare via la propria mascheraPaolo Serventi Longhi

Le “maschere del servizio pubblicoRoberto Natale

Tavola rotondaLa vita, il racconto, il giornalismo:punti di incontro possibiliCon Daniele Segre,Matteo Ghidoni, Riccardo IaconaConduce Maria Nadotti

Sabato 7 dicembre

Il male e il suo raccontoWorkshop tematici

Lo sfruttamento sessualedei minoriPerla Goseco-Savino.Conduce Daniele Iacopini

Rifugiati in fuga da violenze econflitti: un diritto condizionato?Francesco De Luccia.Conduce Laura Badaracchi

Minori in carcere, e fuori Ettore Cannavera e Ugo Pastore.Conduce Carla Chiaramoni

struttura classica, il cinema “utile” e di cronaca, il reportagetelevisivo in presa diretta, la videoinstallazione su una tragediarealmente avvenuta. Nella consueta mattinata di formazione,sarà calato in realtà concrete e difficili il suggestivo tema di Sve-tlana Aleksievic nell’edizione 2001: il male e come raccontarlo.Si cercherà quindi di analizzare quella che viene chiamata“altra” o “contro” informazione, cioè tutte quelle forme dicomunicazione sociale (negli ultimi tempi in prevalenza suweb) spesso legate a movimenti di contrasto all’ultraliberismoeconomico, che pretendono di non usare veli e di non masche-rare i fatti con mediazioni e condizionamenti.Infine il dialogo tra un economista e un giornalista, entrambiparticolarmente attenti alle dinamiche dell’informazione, suquella che in fondo può essere la maschera più pesante.

Raccontare come va il viaggio

128

Page 124: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Immigrati: la maschera, la realtàRelazione di Franco Pittaue Ugo Melchionda

Tavola rotondaL’altra informazione ci salverà?Linguaggio, attendibilità,potenzialità dei media“non allineati”

Il senso di una informazione“sociale” oggiFranco BomprezziL’informazione alternativae la società civileCarlo GubitosaMettere in rete sulla reteJason NardiIl “mediattivismo”e il pericolo dell’autoreferenzialitàMatteo PasquinelliCoordina Stefano Trasatti

Tavola rotondaTra economia e informazioneCon Marco Vitale,Vittorio Roidi,Pietro Colonnella Conduce Vinicio Albanesi

Domenica 8 dicembre

Tavola rotondaMaschere e giocattoli.Il prezzo della informazione“merce”Con Angelo Agostini,Roberto Morrione,Antonio Ramenghi

Conclusioni di Vinicio Albanesi

Tutti i seminari di Redattore sociale

129

Page 125: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Volo radenteIl giornalismo veloce e le sue vittime

Comunità di Capodarco, 28-29-30 novembre 2003

Il volo radente è emozionante e rischioso.Utile per vedere le cose da vicino, può far

perdere la prospettiva globale.Può essere troppo rapido e superficiale, ren-dendo necessari ulteriori passaggi.A volte il “brivido” è così forte da vincere sullafreddezza, che serve a non perdere i particolari.

Con la metafora del volo radente, Redattoresociale giunge alla decima edizione. Si parleràdel giornalismo veloce, vincente ormai da molti anni nel siste-ma dell’informazione.Il giornalismo che non ha tempo di controllare, che ha paura diosare fonti inconsuete e abusa di quelle prefabbricate.Il giornalismo che divide la società in categorie, ma non riescea fermarsi per conoscere le persone.Il giornalismo che dimentica, perché costruire memoria è con-siderato superfluo. Il giornalismo che non “segue” più le storiee i fenomeni.Il giornalismo di cui gli stessi giornalisti sono vittime.Di fronte, c’è una realtà che spesso cambia in modo lento eimpercettibile: eppure perdersi quei piccoli cambiamenti signi-fica perdere in professionalità, impoverirsi in conoscenza. Edessere sempre meno capaci di comprendere quali, di quei cam-biamenti, sono davvero decisivi.

Raccontare come va il viaggio

130

Page 126: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Lo schema del seminario 2003 ripropone il tentativo di mette-re insieme testimonianze forti con momenti di approfondimen-to, nozioni con suggestioni. E incontri con persone che - daposizioni o con modalità “atipiche” - hanno lavorato terra terrae spesso fatto del buon giornalismo.

Volo radente

131

Programma

Venerdì 28 novembre

Apertura dei lavori

www.redattoresociale.it.Il nuovo sitoStefano Trasattie Domenico Oliva

Volo radenteVinicio Albanesi

Interventi diPaolo Serventi Longhie Roberto Natale

Tavola rotondaA rimorchio. Se l’agendadell’informazioneè dettata dalla politicaCon Marco Damilano,Filippo Ceccarelli,Federica Sciarelli

Sabato 29 novembre

Giornalismo e…Workshop paralleli

Giornalismo e pacifismi Francesca Ciarallo.Conduce Piero SansonettiIntervento diFranco Monterubbianesi

Giornalismo e “periferie”Relatore Gino RigoldiConduce Massimo RebottiIntervento di Ugo Pastore

Giornalismo e numeri:tecniche, letture,usi, rappresentazioniRelatore Andrea ManciniConduce Carlo GiorgiIntervento di Roberto Sgalla

Page 127: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Tavola rotondaCrederci: la responsabilità socialedi impresa e le cause “difficili”Con Walter Dondi,Fabio Falzea,Amedeo Piva,Marco ReggioConduce Ilaria Catastini

TerraterraAlberto Cairo,Nicoletta Dentico,Paolo Rumiz,Renato Kizito SesanaConduce Giovanni De Mauro

Domenica 30 novembre

Dove planano i giornalistiApertura di Lucio Babolin

Interventi diDiego Della Valle,Laura Gnocchi,Roberto MorrioneConduce Vinicio Albanesi

Raccontare come va il viaggio

132

Page 128: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

NascondigliIl giornalismo e la paura dei mondi sconosciuti

Comunità di Capodarco, 26-27-28 novembre 2004

Ci sono luoghi, persone e azioni più diffi-cili da raccontare.

Sono mondi sconosciuti, a volte sgradevoli,che possono metterci a disagio per il solo fat-to di porre in discussione i nostri schemi.Mondi “incomprensibili” che - più o menoesplicitamente - reclamano attenzione, sensi-bilità, capacità di ascolto.Chi opera a contatto con questi mondi perce-pisce una specie di ritrosia del giornalismo dalraccontarli pienamente. Come una paura di penetrare la com-plessità, di capire ciò che “disturba”.Spesso, proprio chi ha scelto il mestiere di spiegare ciò che ècomplesso, si ferma sulla soglia dei fenomeni e dei fatti. La cul-tura di provenienza, schemi mentali consolidati, stereotipi chesi autoalimentano: tutto ciò esercita sulle esigenze della nuovaprofessionalità condizionamenti decisivi.È un comportamento molto umano: spinge a ricondurre tuttodentro modelli rassicuranti, a non dispiegare completamente losguardo, a rifugiarsi in metaforici nascondigli della professione.Contribuendo a far sì che quei mondi restino, oltre che scono-sciuti, ignorati. Nell’XI appuntamento di Capodarco, Redatto-re sociale cerca l’aiuto di chi si è calato in luoghi scomodi dellapsiche e della storia, per offrire ai comunicatori strumenti sem-plici (ma molto impegnativi), di comprensione delle società

Tutti i seminari di Redattore sociale

133

Page 129: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

grandi e piccole con cui siamo a contatto. Con l’obiettivo disuperare una paura che non ha ragione di esistere.

Raccontare come va il viaggio

134

Programma

Venerdì 26 novembre

Mondi sconosciutiVinicio Albanesiintervista Agata (video)

I fantasmi di PortopaloGiovanni Maria Bellu

L’arte di ascoltaree il mestiere di raccontareMarino Sinibaldiintervista Marianella Sclavi

Progettoratto presenta“Theatresports - Sfidaa colpi di improvvisazioneteatrale”

Sabato 27 novembre

Attraversare i mondi sconosciuti Workshop tematici

Dentro e fuori.Vittime, origini, affetti, lavoro:i detenuti e il rapporto con l’esternoRenato RebuzziniConduce Mario Calabresi

Ragazzi di “famiglia.Il coinvolgimento dei giovaninella criminalità organizzataGiacomo PanizzaConduce Santo Della Volpe

Il benessere “facile”.Illusioni e speranzedella manodopera dell’Est EuropaAlexandru Cobzaru.Conduce Paolo Lambruschi

Il senso del reportageBilanciodelle prime quattro edizionidel “Premio Paola Biocca”e presentazione del bando 2004

Il dovere scomododi superare i cliché.Route 181: un viaggionel “cuore del problema”Incontro conMichel Khleifi e Eyal SivanConduce Maria Nadotti

Page 130: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Domenica 28 novembre

Responsabilità in gioco.La cittadinanza dei diritti,dei bisogni e delle capacità.Anteprima del documentopolitico del CncaLucio Babolin

Intervento di Massimo Rossi

L’informazioneai tempi della metereologiaIncontro conGiancarlo SantalmassiConducono Marino Sinibaldie Angelo Agostini

Tutti i seminari di Redattore sociale

135

Page 131: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

MeravigliaI giornalisti e la scoperta di non sapere già tutto

Comunità di Capodarco, 2-3-4 dicembre 2005

C’è un gran bisogno di ritrovare il sensodella meraviglia nel giornalismo di

oggi. Di fronte all’eccesso di rumore informa-tivo (non di informazione), alla prepotenzadelle fonti, allo schiacciamento della profes-sione tra gli estremi del desk e del precariatoestremo, la reazione più comune sembra quel-la di standardizzare tutto. Tutto è stato giàvisto, tutto era prevedibile, tutto è scontato.Tutto ciò che succede dev’essere urgentemen-te incasellato in pochi schemi già predisposti.Lo sforzo di non aspettarsi niente che non si riveli già saputoappare inutile, insensato. La curiosità è un pregio il cui eserci-zio appare consentito a pochi eletti.Eppure bisognerebbe tornare a meravigliarsi: ad essere disponi-bili a farsi spiazzare; a non aver paura dell’inatteso; a non farsiimprigionare dall’ovvio; a scoprire che c’è qualcosa di “nuovo”dove non immaginavamo. Sperimentando anche modi incon-sueti di meravigliarsi: quelli che ci rendono ancora capaci diinorridire, di cambiare idea. Di scoprire che ci sono miseriedentro il potere e la ricchezza, e “meraviglie” in mezzo agli scar-ti della società.E che a volte raccontare il nulla o il normale può risultare mol-to interessante. La XII edizione del seminario di Capodarcoprosegue la riflessione sulle “qualità perdute” del giornalismo.

Raccontare come va il viaggio

136

Page 132: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Nel 2004 l’ascolto, quest’anno la capacità di stupirsi. Qualitàda recuperare partendo, come sempre, dal confronto con ilpunto di vista degli anelli deboli della società. Di chi non havoce e nemmeno lo sa.

Tutti i seminari di Redattore sociale

137

Programma

Venerdì 2 dicembre

Premio L’anello deboleVisione di operedell’edizione 2005e presentazione del bando 2006

Interventi diMarco Amagliani,Amedeo Grilli, Giovanni Rossi

Presentazione del progetto“Pane e denti.Possibilità e strumenti”Andrea Pugliese

Che meraviglia!Incontro con Giulio GiorelloInterventi diMauro Covaciche Francesco ZizolaConduce Marino Sinibaldi

Sabato 3 dicembre

Differenze colmabili:il potere e le sue variabiliWorkshop paralleli

Ricchi/PoveriNicoletta BoscoConduce Marco ReggioPartecipa Salvatore Esposito

Giovani/VecchiStefano LaffiConduce Marino NiolaPartecipa Giovanni Sandonà

Istruiti/Ignoranti Relatore Franco LorenzoniConduce Paolo RestucciaPartecipa Marina Carta

PresentazioniRapporto Sostenibilità di CoreplaFrancesca MontemagnoGuida per l’InformazioneSociale 2006Stefano Trasatti

Page 133: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Come raccontare il mondo?I paradossi del“giornalismo umanitario”Confronto traDavid Rieff e Alberto NegriConduce Jacopo Zanchini

Domenica 4 dicembre

Presentazione del bando 2006del Premio Paola BioccaDaniela De Roberte Federica Margaritora

Non meravigliarsi più di nulla?Incontro con Antonio Di BellaConduce Vinicio Albanesi

Raccontare come va il viaggio

138

Page 134: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Sotto il tappetoI giornalisti e il coraggio quotidiano

Comunità di Capodarco, 1-2-3 dicembre 2006

Sotto i tappeti di casa c’è solo un po’ di pol-vere. Sotto il tappeto dell’informazione c’è

tutto quello che ogni giorno, ogni ora, vienescartato dal “sistema dei media”. Notizie pre-ziose o sgradevoli, persone, numeri, punti divista… E poi storie, pezzi di mondo, brani dicontesto a volte indispensabili per capire cosasuccede.Nella XIII edizione del seminario di Capodarcosi vuole capire che cosa, nel giornalismo, vienespazzato sotto il tappeto. E soprattutto perché: quali convenienze,ragionamenti, meccanismi professionali determinano certe scelte.In economia come in politica, negli esteri come in cronaca.Quest’anno si concluderà anche la trilogia delle “qualità perdu-te” del giornalismo: dopo l’ascolto (2004) e la meraviglia(2005), il coraggio. Ci vuole coraggio - che non è avventatezza,né avventurismo - per alzare il lembo del tappeto e guardarecosa c’è sotto.L’esempio di chi ha voluto correre rischi seri per la propria inco-lumità, invece che spingere a giudizi frettolosi (“chi glielo hafatto fare”) o a sentimenti di delega, dovrebbe rafforzare unaforma di coraggio che è alla portata di tutti i giornalisti: ilcoraggio quotidiano.Che può significare anche solo scegliere, con la propria testa,di trattare temi fuori dal consueto, senza limitarsi alle notizie

Tutti i seminari di Redattore sociale

139

Page 135: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

“che hanno tutti”. Smettere di ignorare la sofferenza nascostadietro le svolte grandi e piccole dell’umanità. Immergersi, percapirli, dentro i conflitti con cui conviviamo in casa nostra. Osemplicemente raccontare la verità, anche quando non faràpiacere leggerla.

Raccontare come va il viaggio

140

Programma

Venerdì 1 dicembre

AperturaStefano Trasatti,Andrea Rauch

Premio L’anello deboleVisione di opere premiateo menzionate nell’edizione 2006,presentazione del bando 2007

Superabile.itPresentazione del portale dell’Inaildal mondo della disabilità Mauro Fanti

Interventi diVinicio Albanesi,Roberto Natale,Carlo Verna

Il coraggio uno se lo può dareTestimonianze diMarisa Gallie Dorina TadielloConduce Marino Sinibaldi

Sabato 2 dicembre

I conflitti sottotracciadi casa nostraWorkshop paralleli

Tutelati e precariPier Paolo Baretta,Roberto NataleConduce Angelo Ferracuti

Legali e illegaliMassimo Pavarini,Enrico ColajanniConduce Roberto Sgalla

Indigeni e forestieriMassimo Ghirelli,Ahmad EjazConduce Roberto Morrione

Ciò che della guerranessuno deve (o vuole) vedere

Page 136: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Proiezione del film “Oh, uomo!” Discussione con gli autoriYervant Gianikiane Angela Ricci Lucchi

Intervento diFerdinando PellegriniConduce Flavio Lotti

Domenica 3 dicembre

Premio Paola Bioccaper il reportagePresentazione del bando 2006Caterina Serra

Sotto il tappeto dell’economiaDialogo tra Pierre Haskie Loretta NapoleoniConduce Vinicio Albanesi

Tutti i seminari di Redattore sociale

141

Page 137: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Il dittatoreIl pensiero unico del giornalismo

Comunità di Capodarco, 30 novembre, 1-2 dicembre 2007

La libera professione del giornalista è domi-nata da una forza al contempo sconosciuta

e familiare: il pensiero unico del giornalismo. Èun dittatore implacabile che cresce nel chiusodi grandi e piccole redazioni. Prospera in queiluoghi dove si stabilisce “cosa interessa alla gen-te”: là, dove si ignora quanto, su quelle certez-ze, pesino mode, interessi pubblicitari, pigrizia,suggerimenti politici. Negli anni, il pensierounico del giornalismo evolve e si modifica, peresercitare un ruolo in fondo subalterno: essere il custode dei“dogmi” che via via prevalgono nel mondo moderno.Esempi: il dogma del consumo fine a se stesso e incessante(anche delle notizie, le quali devono essere una gran massa chescorre continua e veloce, senza che il giornalista debba piùpreoccuparsi di fare ordine). Il mercato che si autoregola. Lapolitica in cui destra e sinistra non devono distinguersi (altri-menti toccherebbe scendere nel dettaglio dei valori). La sicurez-za che va perseguita sempre, previa un’accurata selezione…Il pensiero unico del giornalismo ha cura di mostrare la saggez-za di un adulto che sa stare sempre al passo coi tempi. Per que-sto si preoccupa molto di capire i giovani. Così facendo generaqualcosa di più raffinato del semplice conformismo. Come tut-ti i grandi pensieri, esso opera secondo alcuni canoni. Il cano-ne estetico, per il quale si è considerati in base a come e in che

Raccontare come va il viaggio

142

Page 138: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

contesto si appare. Il canone di potere: si vale per quanto sicomanda, o almeno per quanto (e quanti) si rappresenta.Il canone di stima sociale (più o meno meritata): nell’informa-zione si conta finché è attivo il corto circuito della visibilità, delrimbalzo delle citazioni dentro circoli ben definiti. E infine ilcanone di relazione, per cui sei tanto più apprezzato quanto piùconosci persone (valutate secondo i tre canoni precedenti).Sono usati quasi sempre in simultanea e appaiono più evidentiquando si tratta di individui che, in base a quei canoni, entra-no con prepotenza, o entrano male, o non entrano affatto nelflusso di ciò che si considera “notiziabile”.Da queste provocazioni, il quattordicesimo seminario di Capo-darco muove per svelare i veri tratti di questo sfuggente dittato-re del pensiero. E per verificare la praticabilità della sfida piùurgente: quella di tornare a pensare.

Tutti i seminari di Redattore sociale

143

Programma

Venerdì 30 novembre

Premio L’anello debole.Visione di opere premiateo menzionate nell’edizione 2007

Il pensiero unicosi impara da piccoliGrazia Honegger Fresco

Era ora! Analisi dell’improvvisosuccesso della tolleranza zero Marzio BarbagliDibattito condotto daCarlo Giorgi

Sabato 1 dicembre

“Nomi di fantasia”:protagonisti delle nuove paurenell’era della sicurezza turbataWorkshop paralleli

Mamadou(clandestini, rifugiati,nuovi ghetti,minori stranieri e devianza…)Gabriele Del Grande,Francesco Vacchiano,Mussie Zerai

Page 139: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Wendy(tratta, prostituzione,all’aperto e al chiuso, strade,scorciatoie…)Paola Monzini,Marco Bufo,Wendy Uba

Sacha e Lilli(Rom e Sinti, campi e case,emarginazione, integrazione,scuola…)Salvo Di Maggio,Enrico Serpieri

Presentazione della Guida 2008per l’informazione socialeVinicio Albanesi,Sabrina Lupacchini,Sonia PostacchiniIntervento di Walter Dondi

Un mese di DiReS Stefano Trasatti, Giuseppe Pace

Il giornalismoe il consumo a tutti i costi

Spendere meno,senza essere avari (né pauperisti)Antonella ValerC’è benessere e benessere…Christoph BakerInterventi diLoris Ferini e Marco ReggioConduce Giovanna Chioini

Domenica 2 dicembre

Il pensiero unico del giornalismoIncontro con Giuliano FerraraConduce Vinicio Albanesi

Raccontare come va il viaggio

144

Page 140: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

AlgoritmiLezioni per capire e raccontare la società

Comunità di Capodarco, 28-29-30 novembre 2008

Senza condividere non ha senso leggere e scrivere.Goffredo Fofi

Algoritmo: una sequenza di istruzioni ele-mentari univocamente interpretabili che,

eseguite in un ordine stabilito, permettono lasoluzione di un problema in un numero fini-to di passi.

Con algoritmi sempre più raffinati, i motoridi ricerca su internet hanno raggiunto livelliimpensati. Come altre innovazioni tecnologi-che, essi hanno reso più facile la nostra vita eil nostro lavoro. Il loro ruolo nella pratica giornalistica è addi-rittura pervasivo. Raccontano di manifestazioni di panico tra igiornalisti al solo pensiero di affrontare qualsiasi argomentosenza disporre dell’aiuto di Google...Eppure, quando si usa questo mezzo, è difficile non avvertirecome un senso di seconda mano, di incompletezza in agguato,di incertezza latente. Tanto più quando si devono raccontarestorie in cui la faccia, la voce, i gesti, i luoghi, la storia delle per-sone sono indispensabili.Se è diventato difficile persino dosare i risultati dei motori diricerca (e delle tradizionali fonti fredde) con le conoscenze(sempre più rare) acquisite “sul campo”, allora il giornalismo ha

Tutti i seminari di Redattore sociale

145

Page 141: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

bisogno di impadronirsi nuovamente dei tanti altri metodi pos-sibili in questa professione.Nel quindicesimo seminario di Capodarco ci saranno personeche - anche per forme espressive diverse - utilizzano a fondoalcuni di questi metodi, unendoli alla propria curiosità e allaconsapevolezza che non si è mai imparato abbastanza.L’uso delle carte unito alla cronaca di testimonianza, i numeriinsieme alle percezioni, la visione del macro e l’attenzione almicro, la rapidità del flash con l’accuratezza dell’inchiesta e delréportage. Queste e altre tecniche dovrebbero essere sempretenute in efficienza dentro la cassetta degli attrezzi del giorna-lista. Almeno del giornalista che coltiva la coscienza del pro-prio ruolo nella società. E che non vuole farsi sostituire da unalgoritmo.

Raccontare come va il viaggio

146

Programma

Venerdì 28 novembre

Premio L’anello debole.Visione delle operedell’edizione 2008

L’informazione estraneaVinicio Albanesi

Una Carta e un Osservatoriosu migranti e mediaFranco Siddi,Marco Volpati

La salute è uguale per tutti…Maxia Zandonai

Il razzismo sdoganato(come siamo arrivati a questo punto?)Giovanni Nicolini

Parole dalla sogliadi un campo romPerformance su“Il circo capovolto”Con Milena Magnani,Andrea Lupo,David Sarnelli

Page 142: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Sabato 29 novembre

L’economia e i suoi sottoscala.Parte ILoretta Napoleoni,Claudia SegreIntervento di Enzo Bianchi

Metodi di inchiesta socialeRelazioniNumeriStefano Laffi

SchiaviAlessandro Leogrande

NapoliMaurizio Braucci

Conduce Marino Sinibaldi

Domenica 30 novembre

Io faccio la giudiziaria Maria Nadottiintervista Rosaria Capacchione

La storia del presenteGiovanni Maria Belluintervista Goffredo Fofi

Tutti i seminari di Redattore sociale

147

Page 143: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

DisorientatiGiornalisti in cerca di bussole per capirci qualcosa

Comunità di Capodarco, 27-28-29 novembre 2009

Dove ci siamo persi? Cos’è avvenuto, a uncerto punto? Tornare al tempo in cui

(quasi) tutto sembrava spiegabile ci aiuterebbea superare il disorientamento che ci ha colto?Il XVI incontro di Capodarco è dedicato allasensazione, sgradevole e poco raccontata, cheaccomuna gran parte di chi opera nel mondodella comunicazione: quella nuova e frequenteincapacità di cogliere i legami tra gli eventi dicui si tenta il racconto, di collocarli in una pro-spettiva storica o almeno temporale, di fare legittimamente ricor-so alla memoria. Insomma, di andare oltre un’arrogante routinedel presente che pare fatta solo di spettacolari notizie e “denun-ce” e “storie”, ciascuna delle quali pretende attenzione esclusiva.Un’incapacità che a volte si evolve in quella che è stata definitapanorafobia: la paura di vedere il quadro d’insieme. E che è for-se causa di quel disagio che ogni giorno spinge molti giornali-sti e lettori a domandarsi: ma sono davvero queste le coseimportanti successe oggi?Certo, in questi anni il giornalismo ha perso molta della suaautonomia e ha acuito in modo imbarazzante la sua dipenden-za dalla politica. Ma le responsabilità del disorientamento nonsono soltanto personali e culturali.L’incertezza su come sarà il “prodotto informazione” nel futuroimmediato è molto grande. Chi raccoglierà le notizie; quanto e

Raccontare come va il viaggio

148

Page 144: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

come saranno pagate; come saranno diffuse; in base a qualiinteressi verranno selezionate...Uno scenario che nessuno dà ancora l’impressione di aver chia-ro, ma nella cui costruzione dovrebbe rimanere centrale il temadelle notizie forti e delle notizie deboli, altre volte trattato neinostri seminari. Le notizie deboli (spesso definite sociali) sonosolo notizie in sé, non dispongono di alcuna altra forza esterna(politica, economica...) che le aiuti a emergere; ma permettonodi leggere meglio le notizie forti, di capire fenomeni più com-plessi, astrarre, fare connessioni, percepire identità.Sono come delle bussole per orientarsi, o almeno per tornare unpo’ indietro: a quel punto in cui (quasi) tutto sembrava solo dif-ficile, ma non impossibile da raccontare.

Tutti i seminari di Redattore sociale

149

Programma

Venerdì 27 novembre

Premio L’Anello DeboleProiezione opere vincitrici 2009

Una bussola per il sociale.Presentazione della“Guida per l’informazionesociale 2010”PartecipanoLaura Badaracchi,Paola Lanzarini,Giuseppe Buondonno

Girare a vuoto.Se il futuro non fa notizia…Vinicio Albanesi

Intervento di Carlo Verna

Il disorientamentodella comunicazioneFabio Merlini

Dove ci siamo persiIncontro con Saskia SassenConduce Giuliano Battiston

Sabato 28 novembre

Senza vie di mezzo?Orientarsi tra gli estremiWorkshop paralleli

Carcere: rinchiudere/recuperare Francesco Cascini,Patrizio GonnellaConduce Ornella Favero

Page 145: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Psichiatria: cliniche/comunità Giuseppe Dell’Acqua,Gisella TrincasConduce Ilaria Sotis

Immigrazione: respingere/convivereGiancarlo Blangiardo,Marco CarsettiConduce Corrado Giustiniani

Dimenticati.L’Africa delle crisi umanitarie,l’Africa della normalità Loris de FilippiCon interventi diAbubakr Jokose Assan DaoudConduce Mauro Sarti

Ricordo di Paola BioccaDario Biocca

Informare i giornalistiIncontro con Laura BoldriniConduce Maria Nadotti

Domenica 29 novembre

PresentazioniA diversity toolkitAnna MeliRoma senza fissa dimoraGabriele Del Grande

Intervento di Roberto Natale

Giornalisti di domaniIncontro con Mario CalabresiConduce Stefano Trasatti

Raccontare come va il viaggio

150

Page 146: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Oltre l’apocalisseCome non farsi imprigionare dalla paura del nuovo

Comunità di Capodarco, 26-27-28 novembre 2010

Dal disorientamento alla consapevolezza.Nell’edizione 2010 di Redattore sociale

prosegue, da un nuovo punto di vista, il dibat-tito sui temi più urgenti del giornalismo.Le cose cambiano sempre più velocemente; lacarta stampata è in declino; il futuro dellenuove e affascinanti piattaforme di contenutiè ancora incerto (e la sua lettura esclusiva dipochi addetti); i “produttori” di informazionesono sempre più frammentati. Eppure, bastatutto questo per lasciarsi sopraffare da un senso di apocalisseche sembra a volte paralizzante?La paura del nuovo è connaturata alla natura umana e allosviluppo di tutte le professioni. Ma essa non dovrebbe condi-zionare solo in negativo chi ha scelto proprio il mestiere diraccontarlo, il nuovo. I giornalisti dovrebbero anche usarequesta paura, adattando ai cambiamenti delle forme di tra-smissione gli scopi immutabili del proprio lavoro. E non,viceversa, lasciando che diventi più importante il mezzorispetto al messaggio.Esperienze interessanti degli ultimi tempi testimoniano che la“rivoluzione del web” può essere benefica e che le nuove tecno-logie sono anche l’opportunità per un’informazione migliore,più completa e democratica. Purché non si continui a fruirnecon la passività di oggi…

Tutti i seminari di Redattore sociale

151

Page 147: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

In questa prospettiva, si partirà dalle paure per parlare della lorocostruzione e decostruzione. Nella sessione tematica si affronte-ranno tre grandi aspetti della struttura stessa della nostra società,spesso rappresentati in termini ansiogeni: l’invecchiamento e latenuta dello stato sociale, le non più “adeguate” disuguaglianzedi genere, la crescente difficoltà di capire gli adolescenti. Infine,dopo un approfondimento sul lavoro dei cronisti minacciati inCalabria, si rifletterà sulle caratteristiche del giornalismo nellapost modernità. Per esempio, sul venir meno dei riferimenti del-la “grande narrazione” (ideologie, teorie dominanti, sintesi tra-mandate da generazioni) a vantaggio della ricerca personalizza-ta. E su come, nel nuovo scenario, si evolverà una delle funzio-ni essenziale del giornalismo, che è quella di dare un ordine alflusso indistinto delle notizie e delle idee.

Raccontare come va il viaggio

152

Programma

Venerdì 26 novembre

Premio L’Anello DeboleProiezione opere vincitrici del 2010

Proiezione de “La nouvelle semence”Giovanni Marrozzini

La coltivazione della pauraAntonio Nizzoli,Ilvo DiamantiConduce Roberto Natale

La confezione della pauraInterventi di Milena Magnanie Giuseppe CedernaConduce Maria Nadotti

Sabato 27 novembre

Prima i vecchi,le donne, i ragazzi…Workshop paralleli

Le sfide di un mondo più vecchioCristiano GoriIntroduce e coordinaCarlos Chiatti

Se la societàdiventa meno maschileElena Sisti,Isabella MenichiniConduce Daniela Ducoli

Page 148: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

L’incomprensibile normalitàdegli adolescentiGiovanni CarpentieriIntroduce e coordinaErica Valsecchi

Fare il giornalista in CalabriaIncontro conAntonino MonteleoneConduce Raffaella Cosentino

Quattro domande sul giornalismonella post modernitàDialogo tra Marino Sinibaldie Francesco Tullio AltanConduce Vinicio Albanesi

Domenica 28 novembre

Intervento diGianni Sabbatini Rossetti

Presentazioni Game over. Play again(Ecra edizioni)Marco ReggioDiario di un addio(Comma 22)Pietro ScarneraParole sporche(Altreconomia dizioni)Lorenzo Guadagnucci

L’ordine delle notizieIncontro con Antonio PreziosiConduce Stefano Trasatti

Tutti i seminari di Redattore sociale

153

Page 149: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

BulimieDalle abbuffate virtuali alla sobrietà dell’informazione

Comunità di Capodarco, 25-26-27 novembre 2011

Intasano il cervello, provocano sazietà illuso-rie; e sono ugualmente difficili da “curare”.

Sono le molte, moderne bulimie legate allacomunicazione: a come informiamo e a comesiamo informati.Dentro i vari spazi virtuali, nel rumore infor-mativo di sottofondo, ci nutriamo in modosempre più compulsivo di poche notizie rima-sticate all’infinito, di “tempo reale”, di crona-ca frammentata o seriale, di dichiarazioni,opinioni, indignati commenti anonimi. E poi di curiosità, tra-sh, gossip, simboli, tendenze, e pubblicità...Una abbuffata quotidiana che è, a sua volta, effetto e causa dibulimie di altro tipo, ben più radicate e oramai architravi dellanostra pseudo convivenza civile: la bulimia del consumismo(anche spirituale, con un’ondata inarrestabile di trascendentaled’accatto), dei dogmi della “legge del mercato” e della crescitache non ha alternative, della “visibilità”, del narcisismo, delladifesa dei privilegi e delle rendite di posizione.Ciò interessa più o meno tutti, ma pone un grave problema aigiornalisti, i più esposti e spesso le prime vittime delle nuovebulimie, che d’altra parte contribuiscono ad alimentare e tene-re vive. Come difendersi? Come tenere in funzione il filtro del-lo spirito critico? Nella diciottesima edizione del seminario diCapodarco, e nel decennale dell’Agenzia Redattore sociale, cer-

Raccontare come va il viaggio

154

Page 150: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

cheremo di analizzare la forza e i punti deboli del fenomeno,evitando la demonizzazione delle nuove tecnologie e ragionan-do di eccessi. Per capire se sia possibile una nuova sobrietà nel-la vita quotidiana, ma anche nel consumo e nella produzione diinformazione.

Tutti i seminari di Redattore sociale

155

Programma

Venerdì 25 novembre

In ricordo di Roberto MorrioneEnnio RemondinoConduce Stefano Trasatti

Per una nuova frugalitàIncontro con Achille RossiConduce Giulio Marcon

EsserciIncontro con Mario DonderoConduce Massimo Raffaeli

Sabato 26 novembre

Il realeWorkshop paralleli I parte

Il réportage e la voce degli umiliPaolo Di StefanoConduce Angelo Ferracuti

Rom: lo sgombero…degli stereotipiBianca StancanelliConduce Eleonora Camilli

Tecniche per l’inchiesta socialeAndrea BajaniConduce Federica Margaritora

Il virtualeWorkshop paralleli II parte

Il “peccato originale”della gratuità. Quanto costail giornalismo su web?Iacopo Gori,Angelo Perrino

Open data? Il giornalismodei dati nell’era digitaleAndrea Fama,Vittorio Pasteris

L’informazione e i social media:un circolo virtuoso?Frieda BrioschiIntervento diFrancesca Fanciullacci

Page 151: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Presentazionedella “Guida all’informazionesociale on line” Agenzia Redattore sociale

Wikipedia e i giornalisti Frieda Brioschi.Interventi di Andrea Famae Vittorio Pasteris

Abbuffata e post abbuffatatelevisivaRelazioniLorella Zanardoe Massimiliano PanarariConduce Roberto Natale

Il superfluo e il necessariodell’informazioneMarino Sinibaldiintervista Renato Soru

Domenica 27 novembre

Intervento di Enzo Iacopino

PresentazioniSparategli(Editori Riuniti 2011)Jacopo Storni Il giornalista di quartiereDario Paladini

Il giornalismo tra eccessi e sobrietàIncontro con Marco Tarquinio Conduce Vinicio Albanesi

Raccontare come va il viaggio

156

Page 152: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Labirinto senza filiCome uscire dall’illusione di essere sempre connessi

Comunità di Capodarco, 30 novembre, 1-2 dicembre 2012

La connessione permanente - e wireless -non è solo una conquista tecnologica del

nostro tempo. È una chiave d’accesso allaconoscenza che abbiamo la facoltà di usare inogni momento: possiamo sapere tutto, vederetutto, capire tutto, quando vogliamo… Per-ché, allora, abbiamo sempre più la sensazionedi trovarci dentro un labirinto da cui non tro-viamo il filo per uscire? E perché, nonostantela libertà di seguire infiniti percorsi in autono-mia, a volte ci sembra che sia tutto uguale, omologato e un po’frustrante? Dopo le bulimie dell’edizione 2011, il diciannovesi-mo seminario di Capodarco rilancia la discussione sul significa-to della rete per le nostre vite, e su come la rete influisce sulgiornalismo e sul racconto della società.Tra gli innumerevoli spunti di questo dibattito ventennale (maappena iniziato), c’è ad esempio la crescente copertura a distan-za dei fatti attraverso contenuti nati o transitati in blog e socialnetwork. Una formidabile opportunità in più, purché non ci siilluda che possa sostituire le azioni basilari del giornalismo: stu-diare, andare, vedere, raccontare. Azioni che si compiono sem-pre meno a causa della nota crisi del modello tradizionale, mache sempre basilari restano. Azioni cruciali soprattutto per lestorie “deboli”, per i temi sociali e meno illuminati, che oggiappaiono più difficili da spiegare.

Tutti i seminari di Redattore sociale

157

Page 153: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

È dunque importante farsi domande e azzardare previsioni sucome sarà il giornalismo del futuro. Ma forse lo è altrettantoriscoprire alla radice linguaggi e tecniche nati prima della rete,perché ci aiutino a uscire, una volta ogni tanto, da quel labirin-to senza fili da cui ogni giorno ci facciamo catturare. E a trova-re una connessione permanente - anche - con la realtà.

Raccontare come va il viaggio

158

Programma

Venerdì 30 novembre

Apertura Intervento di Enzo Iacopino

Presentazione di“Carità e giustizia.Biografia di don Luigi Di Liegro”Federica Margaritorae Vinicio Albanesi

Il fotografo e il “sociale”Incontro con Uliano LucasConduce Stefano Trasatti

I miti d’oggie il bricolage della conoscenzaIncontro con Marino NiolaConduce Carla Chiaramoni

La formazione dei giornalistiitaliani su immigrazione e mediaIncontrodel Gruppo Formazionedell’associazione Carta di Roma

Sabato 1 dicembre

Modi di raccontare il sociale/1Workshop paralleli

Un particolare racconto di viaggioFranco ArminioConduce Giovanni Augello

L’inchiesta sommersaAlessandro LeograndeConduce Marco Filoni

Raccontare l’Italia con il réportageMarco ImarisioConduce Angelo Ferracuti

Modi di raccontare il sociale/2Workshop paralleli

Graphic journalism:resistere sulla cartaCarlo Gubitosae Maria Pia Cinque

Page 154: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

La fotografia che i media voglionoGiulia Tornarie Ruben Salvatori

Riconvertirsi multimedialiEmanuela Zuccalàe Claudia Amico

Tavola rotondaDagli “emarginati” al disagiodiffuso: l’informazionee le spiegazioni smarriteCon Marco Imarisio,Alessandro Leograne,Emanuela ZuccalàIntroduce Vinicio Albanesi

Giornalismo sulla strada...e ovunqueIncontro con Paul LewisConduce Mariangela Paone

Domenica 2 dicembre

Parlare civilePresentazione Stefano TrasattiIntervento di Roberto Natale

PresentazioniLa bisaccia del giornalista(Dissensi, 2012)Fausto PellegriniLa mia ‘Ndrangheta(Edizioni Paoline, 2012)Emanuela ZuccalàMi devo svegliare.I volontari di Coop Adriaticain terra di mafiaa cura di Blogos Web TvPaola Minoliti

Opinioni di un clownIncontro con Neri MarcorèConduce Marino Sinibaldi

Tutti i seminari di Redattore sociale

159

Page 155: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

La sostanza e gli accidentiGiornalisti in cerca dell’essenziale e le trappole della transizione

Comunità di Capodarco, 29-30 novembre-1 dicembre 2013

Le transizioni sono burrascose e piene diinganni: è difficile, per chi le vive, indivi-

duarne la direzione, separare l’effimero dall’es-senziale, il polverone da ciò che resterà. Eppure, mai come in questi momenti il giorna-lista si sentirà più inadeguato se accetta di esseresolo uno “storico del presente”. Nell’epoca delletransizioni e dell’informazione istantanea, lafunzione nobile del giornalismo dovrebbe esserequella di spiegare, dare un ordine gerarchico aglieventi, far intravedere qualche prospettiva di medio termine.I nostri venti anni di incontri sul giornalismo, sono stati ancheanni di transizioni avviate e certo non ancora compiute. Forsemai così tante, e così importanti, nello stesso periodo storico.Provare a farne l’elenco pur minimo è come fermare per pochiistanti un’immagine che torna subito mossa. E che, se guardatacon onestà, ci restituisce molte domande e pochissime certezze.L’informazione e la letteratura hanno cominciato a viaggiare inmodi nuovi dopo secoli di sola carta o sola parola, con effetti perora appena intuiti sulla trasmissione stessa della conoscenza.Il consumismo dell’occidente sta conoscendo una crisi forse nonpasseggera: la sua evoluzione potrebbe essere la sobrietà, ma ancheun consumo più sfrenato e solo per pochi. Mentre ci si chiede sequella crisi metterà in discussione i dogmi del capitalismo liberista.Lo stato sociale universale “all’europea” è in affanno a causa di

Raccontare come va il viaggio

160

Page 156: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

cambiamenti demografici sempre meno gestibili: nessuno sa sestiamo andando verso un welfare più giusto e adeguato ai tempi,o sempre più selettivo e privatistico. Infine la politica sta cambian-do in modo drammatico: forse assumerà forme migliori di rappre-sentanza, ma potremmo anche assistere alla sua implosione…Come distinguere, in mezzo a queste e altre transizioni, lasostanza dagli accidenti?I seminari di Capodarco raggiungono la loro XX edizione met-tendo al centro della discussione il “tema dei temi”. Quello chein fondo racchiude il senso di un confronto che ha sempre piùsenso continuare.

Tutti i seminari di Redattore sociale

161

Programma

Venerdì 29 novembre

AperturaIntervento di Andrea Rauch

In-formazione: 20 annidi incontri con i giornalistiVinicio Albanesi,Enzo Iacopino, Giovanni Rossi,Vittorio Di TrapaniConduce Stefano Trasatti

Presentazione di “Dal beneconfiscato al bene comune”Marco Reggio

Avvicinarsi all’essenzialeDialogo tra Charlie Barnaoe Domenico IannaconeConduce Laura BadaracchiCon un intervento di

Giovanni Battista Sgritta

“Eu 013 L’ultima frontiera”Proiezione in anteprima peri giornalisti del documentarioCon Alessio Genovesee Raffaella CosentinoPresenta Alessandra Brandoni

Sabato 30 novembre

10 cose da sapere su…Workshop paralleliPovertà: andata e ritornoWalter NanniConduce Giovanna Rossiello

Suicidi: tra il silenzio e i falsi mitiMaurizio PompiliConduce Eleonora Belviso

Page 157: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Gioco d’azzardo:una dipendenza scomodaMaurizio FiascoConduce Lucia Bellaspiga

Transizioni: cosa sta succedendo…Workshop paralleliNel welfareGiovanni Battista SgrittaConduce Daniele Iacopini

Nel lavoroMassimiliano ColombiConduce Antonella Patete

Nella scuolaFranco LorenzoniConduce Carla Chiaramoni

Presentazioni Premio Coop AmbienteSilvia Mastagni e Paola MinolitiCon un intervento diDomenico Iannacone

Oltre la crisi, inventarsi il lavoro.I risultati di Culturability 2013Walter Dondi

Il palazzo e la realtàL’informazione politica:a rimorchio del potere Giuseppe Pace

Il lavoro scomparsoAngelo Ferracuti

Come cambia il réportageMarco Imarisio

Conduce Marco Damilano

L’essenziale del giornalismoIncontro con Sergio ZavoliConduce Marino Sinibaldi

Domenica 1 dicembre

Saluto di Dario Gattafoni

Presentazioni “Parlarecivile.it”,comunicare senza discriminare Stefano Trasatti,Pierpaolo InserraLinee guida per un’informazionerispettosa delle persone LgbtMarco De Giorgi,Giorgia Serughetti

Leggere il meglio del mondo che verrà

Incontro con Vito MancusoConduce Vinicio AlbanesiCon Marino Sinibaldi

Raccontare come va il viaggio

162

Page 158: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

La città crudeleFare i giornalisti in tempi di convivenza difficile

Milano - Cascina Biblioteca, 29-30 settembre 2006

La percezione di “non farcela” accomunaormai i normali ai marginali, trasforman-

do spesso in problema insormontabile l’aspi-razione a un livello di vita appena migliore, oil semplice accesso a diritti elementari.Sembra quasi diffondersi un sentimento didisabilità sociale anche tra chi non vive, delladisabilità, gli effetti fisici o mentali. Una con-dizione in cui la propensione alla solidarietà -naturale all’uomo almeno quanto l’individua-lismo - resta come schiacciata nella quotidiana consapevolezzadi vivere in una “città crudele”. Dove si riduce inesorabilmentela motivazione a dare perché si riduce anche la speranza di rice-vere qualcosa in cambio.La convivenza è una pianta delicata. La sua qualità dipende daequilibri precari, fatti di economia, di scelte urbanistiche, dipolitiche sociali pavide o audaci, di condizionamenti esterni, dieventi che incidono sull’immaginario popolare. Equilibri deter-minati anche da immagini e notizie, trasmesse attraverso unlavoro giornalistico sempre più arduo da svolgere.Questo seminario intende inaugurare una sede permanente doveriflettere insieme - giornalisti, studiosi e operatori sociali - sullepossibilità di migliorare la convivenza nella “Grande Milano”.Ragionando sulle fonti vecchie e nuove, sulla gerarchia dellenotizie, sulle competenze e le sensibilità che gli operatori del-

Tutti i seminari di Redattore sociale

163

Page 159: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

l’informazione hanno il dovere di coltivare, in modo speciale,quando si occupano di chi “non ce la fa”.Un appuntamento annuale dove imparare di nuovo a parlare dipersone, e non solo di problemi.A raccontare la città anche attraverso le emozioni dell’incontro, enon solo con emozionalità prefabbricate davanti a un computer.

Raccontare come va il viaggio

164

Programma

Venerdì 29 settembre

Saluti diGiovanni Negri,Ombretta Fortunati

Apertura dei lavoriClaudio Figini,Angelo Fasani,Stefano Trasatti

Siamo tutti disabiliFranco Bomprezzi

La città crudele, la città buonaDialogo tra Stefano Boerie Daniele Checchi

La speranzasta dove non te l’aspettiGino Rigoldi

Alle periferie dell’umanitàdi MilanoWorkshop paralleli

Vivere da disabili a Milano.L’informazione invalidaBarbara GarlaschelliConduce Franco BomprezziIntervento di Giovanni Merlo

Da Rozzangeles al Gratosoglio:come le periferiecambiano il centroMarianella SclaviConduce Ivan BerniIntervento di Dario Anzani

Facce nuove! Non più...Come oltre 20 annidi immigrazione hannocambiato il volto della cittàMilena SanteriniConduce Matteo ScanniIntervento di Fabrizio Gatti

Allora dov’è la notizia?Dibattito con Dario Di VicoConduce Angelo Perrino

Page 160: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

“Anima e corpi”Performancedi Arte teatrale integrataTeatro delle LuneA cura di Giuseppe Badolato

La città che rideIncontro-spettacolocon Lella CostaPartecipa Gino Rigoldi

Sabato 30 settembre

Immagini di personee di problemiTommaso Bonaventura,Alessandro Cosmellie Fabio CutticaConduce Giulia Tornari

Tavola rotondaL’informazione sociale in città:tra emozione e dovere di cronaca,dova va Milano?Con Francesco Anfossi,Ferruccio De Bortoli,Ines Maggiolini,Massimo RebottiConduce Vinicio Albanesi

Tutti i seminari di Redattore sociale

165

Page 161: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Miglioratori del peggioI giornalisti e la responsabilità di raccontare (anche) la speranza

Milano - Cascina Biblioteca, 5-6 ottobre 2007

Uno dei luoghi comuni più ricorrenti nelgiornalismo è che le buone notizie “non

fanno vendere”. Come tutti i luoghi comuni,anche questo ha un fondo di verità: quello chefa vendere, infatti, sono le notizie e basta.Buone o cattive che siano.Ma in un mondo ormai dominato dall’inquie-tudine e dalla paura, in cui i media sembranocomunicare solo preoccupazioni, ansie e allar-mi, diventa sempre più cruciale il compito dichi seleziona le notizie, individua i luoghi dove andarle a cerca-re, sceglie le parti da raccontare. Il giornalismo ufficiale ha sem-pre rifiutato qualsiasi discussione sul suo ruolo “pedagogico”.Un rifiuto giustificato dal timore di mettere in pericolo i fon-damenti della professione: l’indipendenza, il diritto di cronaca,l’imparzialità.Dopo l’incontro del 2006 su “La città crudele”, in questaseconda edizione di Redattore sociale Milano apriamo ladiscussione su un altro di quei fondamenti, che non ha nulla ache fare con la pedagogia: la responsabilità. Vogliamo declinarequesta parola soprattutto dal punto di vista tecnico, pensandoa chi quotidianamente incontra i fenomeni e i problemi acutidi una metropoli.Crediamo che il giornalista responsabile non dovrebbe averpaura di portare alla luce anche gli aspetti positivi di una sto-

Raccontare come va il viaggio

166

Page 162: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

ria, di lasciar filtrare i segni di speranza che fanno parte, sem-pre, di ogni vicenda, comprese quelle peggiori. Non dovrebbelasciarsi imprigionare dal presunto “dovere” esclusivo di emo-zionare e scandalizzare, di far inorridire e indignare (per lascia-re poi ad altri la funzione di “ricreare” il pubblico, rassicuran-dolo con la banalità).Il giornalista responsabile dovrebbe solo trovare le notizie,buone o cattive che siano. E proporle, nei limiti del possibi-le, in tutte le loro sfaccettature. Solo così potrà assolvere alservizio che sta alla base del suo mestiere: aiutarci a interpre-tare giorno dopo giorno il mondo in cui viviamo. E magari afarci tener viva la speranza che è sempre possibile migliorareil peggio.

Tutti i seminari di Redattore sociale

167

Programma

Venerdì 5 ottobre

Saluti di Letizia Gonzales,Giovanni Negri,Roberto Speziale,Claudio Figini

La città crudelee la città della speranza.La responsabilitàdi migliorare il peggioGino Rigoldi

Tavola rotonda Che cos’è e a che cosa serve oggila “filantropia meneghina”?Con Gian Paolo Barbetta,Giovanni Colombo,

Miriam Giovanzana,Paolo MorerioConduce Franco Bomprezzi

Buoni o cattivi che sianoWorkshop paralleli

Persone non gradite:zingari, cinesi e altre “minoranze”in una città che non li vuoleDaniele Cologna,Gad LernerInterventi di Lin Jian Yie Maurizio Pagani

Casa, amara casa:pendolari, sfruttati e sfrattatiin una città che non ha posto

Page 163: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Antonio Tosie Riccardo IaconaInterventi di Marco Pitzene Sergio D’Agostini

La responsabilitàe l’etica nell’uso delle immagini Denis Curtie Marco Vacca

Quando il peggio avrà una fine...Incontro con Massimo Cirrie Filippo Solibello

Sabato 6 ottobre

Una visione consapevolePresentazione del libro“I custodi dei fratelli”Alessandra Mauro,Luciano D’Alessandro,Conduce Denis Curti

La responsabilità del giornalista Dialogo tra Lamberto Sechie Giulio AnselmiConduce Angelo Perrino

Conclusioni di Vinicio Albanesi

Raccontare come va il viaggio

168

Page 164: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

In mare apertoLe notizie sociali e una professione nella tempesta

Milano - Villaggio Barona, 23 aprile 2009

Nessuno sa oggi descrivere lo sce-nario futuro dell’informazione:

come sarà “consumata”, su quali sup-porti verrà diffusa, con che risorse eguadagni. Ma c’è una cosa su cui mol-ti concordano: il modo di fare giorna-lismo cambierà nelle forme, non nellasostanza. Insomma, non morirà: perché ci sarà sempre bisognodi informazione attendibile, trattata con professionalità e auto-nomia, e con una forte tensione etica.Perché, allora, non approfittare di questi anni molto tempesto-si per la professione giornalistica? Potrebbe essere l’occasioneper migliorarne l’immagine verso un pubblico che non la con-sidera più come una volta. Correggendo vizi, cambiando modidi scrivere e di raccontare, rivoluzionando le gerarchie dellenotizie. È una sfida che vale soprattutto per i giovani, per chi sista inoltrando da poco nel mare aperto di un mestiere in pienorivolgimento.Un’attenzione più costante e meno superficiale ai fenomeni chechiamiamo “sociali” (dai disagi vecchi e nuovi all’impegnovolontario per contrastarli) può essere parte di questa sfida. Nelsociale c’è un’infinità di notizie che spesso non sono viste, o chenon sono considerate tali di fronte all’agenda setting dominan-te. Il problema è riconoscerle, seguirle, trattarle con competen-za. A partire dal linguaggio che si usa.

Tutti i seminari di Redattore sociale

169

Page 165: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Questa terza edizione di Redattore sociale a Milano si rivolge inparticolare ai giovani e aspiranti giornalisti e si propone, comenella formula ormai classica di questi seminari, di offrire nozio-ni, chiavi di lettura, strumenti di lavoro sui fenomeni socialipiù rilevanti; ma anche idee e punti di vista diversi sulla rappre-sentazione di tali fenomeni sui mezzi di informazione. Provvi-ste utili per una navigazione più tranquilla.

Raccontare come va il viaggio

170

Programma

Interventi introduttivi diLetizia Gonzales,Angelo Fasani,Oliviero Motta

Notizie ultime Gino Rigoldi

Avvisi ai naviganti

Guadagnarsi l’autonomia Piero Colaprico

Scrivere di casacon gli occhi sul mondoFulvio Scaglione

Informazione, solidarietà,soldi e dintorniIntervista a Giuseppe Guzzetti Domande diMiriam Giovanzanae Angelo M. Perrino

Di’ la cosa giusta:ll linguaggio competente Workshop paralleli

Stranieri/Immigrazione,razzismo e la pulizia delle paroleLorenzo GuadagnucciConduce Francesca PadulaPartecipa Gabriella Kuruvilla

Diversi/L’inclusione verbaledella disabilità: tra pietismo e “culto” del corpoFranco BomprezziConduce Enrico FovannaPartecipa Igor Salomone

Sbagliati/La cronaca nerae le sue vittimeGherardo Colomboe Ornella FaveroConduce Elena Parasiliti

Page 166: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Giornalisti nonostanteSussulti, idee, scenari per una professione bella e possibile

Milano - Roma5

Milano - Villaggio Barona, 14 aprile 2010

Il giornalismo sta cambiando. Nonsolo nelle pratiche, nell’introduzio-

ne di nuove tecnologie o nel rapportocon il pubblico. Stanno diminuendoanche il suo status, la sua forza, lacapacità - attribuitagli con un po’ diretorica, ma essenziale - di difendere ideboli sorvegliando i forti. A questo si aggiunge il precariato,mai così selvaggio, e il tasso drammatico di disoccupazione. Seun tempo si diceva che “fare il giornalista è sempre meglio chelavorare”, oggi la stessa battuta suona piuttosto macabra. Eppu-re non possiamo permettere che a vincere sia il pessimismo. Igiornalisti svolgono ancora un ruolo intellettuale determinanteper la diffusione dell’informazione, da sempre “bene comune”.Occorre partire da questa consapevolezza per rilanciare la pro-fessione con creatività e, soprattutto, con dignità. Con un uni-co obiettivo: essere giornalisti nonostante. Perché risponderealla crisi (non solo economica) della professione è possibile.Sono indispensabili però autonomia, perseveranza, studio e lavolontà di investire su se stessi e sulla propria crescita umana,senza subire il fascino del “virtuale”. In nome di una riscoperta

Tutti i seminari di Redattore sociale

171

5. Il programma del seminario di Roma è a pag. 179.

Page 167: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

autentica della realtà e dei fenomeni sociali, troppo spesso mal-trattati, e di un rinnovato senso della responsabilità sociale delfare giornalismo.Le edizioni primaverili dei seminari di Redattore sociale, per laquarta volta a Milano e per la prima volta a Roma, puntanoancora una volta l’attenzione sui passaggi obbligati di questaprofessione, definita lo scorso anno “nella tempesta”, ma cheresta comunque “bella e possibile”. Offrono un momento disosta e di approfondimento “qualificato”, per ripartire conqualche stimolo in più.

Raccontare come va il viaggio

172

Programma

Interventi di saluto diLetizia Gonzales,Marco Morganti

Me la dai una storia? Gabriella GabrielliConduce Franco Bomprezzi

Fare i giornalisti nonostante Incontro con Enrico FinziInterventi di Ginevra Battistini,Gabriele Barbati (video),Simone Fanti,Gianluca SchinaiaConduce Angelo Perrino

Interventi di Angelo Fasani, Paolo Cattaneo

Salute mentale:10 luoghi comunida non frequentareIncontro con Massimo CirriPartecipa Alice BanfiConduce Oliviero Motta

10 modi per evitarei tranelli del razzismo Incontro con Gad LernerConduce Miriam Giovanzana

Page 168: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Il tesoretto delle notizieIl giornalismo e la scoperta del sociale

Milano - Villaggio Barona, 28 aprile 2011

Guardata con sospetto per molti anni,oppure fraintesa e trasformata in un

sostantivo, la parola “sociale” comincia aessere presa sul serio dal giornalismo. Par-te dell’informazione italiana ne sta sco-prendo le possibili utilità, vi dedica spazi,tempi e risorse non occasionali. Difficile eazzardato definirla una tendenza, in quan-to si manifesta in un periodo eccezionale per la professione: sono itempi della crisi dei giornali di carta, della rivoluzione dei media,della polarizzazione sempre più spinta su pochissime notizie.Eppure i segnali di questa scoperta devono essere colti, perché han-no a che fare con la qualità stessa della pratica giornalistica.Che cosa è il giornalismo sociale? Ci sono tre livelli di risposta.In primo luogo è una specializzazione, che come tale richiedecompetenze precise e spesso sofisticate: non ci si improvvisa ascrivere di immigrazione o disabilità, di carcere o volontariato;non bastano la motivazione e l’entusiasmo, servono studio edesperienza. In secondo luogo è un atteggiamento professionale,che consiste nel considerare - in qualsiasi redazione si lavori -anche il punto di vista sociale: gli effetti che una nuova misuraeconomica avrà sui più deboli, le opinioni di chi non ha pote-re, le implicazioni di un linguaggio poco corretto.Il terzo livello è il più impegnativo e consiste nell’assumere ilsociale come lente di ingrandimento della realtà, nello scoprire

Tutti i seminari di Redattore sociale

173

Page 169: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

che, raccontandolo, si può spiegare anche la politica, l’econo-mia, il costume… Una vera e propria inversione del punto dipartenza nel cercare le notizie e nel modo di rapportarsi con lefonti: mettere il sociale al centro del giornalismo senza relegar-lo ad accessorio, a ingrediente di un menu dove, a volte, ci sisente tenuti a mettere un po’ di “bontà”.In questa edizione del seminario di Milano discuteremo, nelconcreto, di tutti e tre questi livelli, ma in particolare di socia-le come fonte di notizie vere, pregiate, di qualità. In un’epocadove sempre più persone considerano le notizie come un benegratuito, potrebbe essere una delle strade per recuperare il valo-re del mestiere di giornalista.

Raccontare come va il viaggio

174

Programma

Apertura dei lavori Letizia Gonzales.Intervento di Monica Boni

“Lei non sa chi sono io…”.Figli, nipoti e orfanidell’informazione sociale Franco Bomprezzie Elena Parasiliti

Nebbia. I nuovi disagi invisibili (o solo difficili da vedere?)Incontro con Virginio Colmegna

Conduce Angelo M. Perrino

Tavola rotondaLa selezione (in)naturaledelle notizie

Con Giorgio Paolucci,Ugo Savoia,Alessandra ScaglioniConduce Walter Passerini

Welfare 2.0.La protezione socialee la crisi dello Stato pagatoreCristiano GoriDomande di Oliviero Mottae Angelo FasaniConduce Dario Bolis

Storie confiscate.Il progetto Terre Liberate Angelo Agostini

Report dalla città FragileIncontro con Gigi GherziConduce Matteo Scanni

Page 170: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

SgomberiamoliGiornalismo e immigrazione: come evitare

stereotipi, pregiudizi, discriminazioniMilano - Roma - Napoli6

Milano, 17 aprile - 2012

Il tema dell’immigrazione, e delpossibile uso di termini discrimi-

nanti, superficiali o impropri, è traquelli che più spesso hanno esposto ilgiornalismo ad accuse di inadegua-tezza, di incompetenza e a volte per-sino di razzismo. Negli ultimi anni, sull’onda di alcuni fatti dicronaca - come la strage di Erba (2006), l’uccisione di GiovannaReggiani a Roma (2007), i roghi dei campi rom a Napoli (2008)e Torino (2011) - il dibattito pubblico su questo argomento èsensibilmente cresciuto in quantità e qualità, con toni accesi eanche esasperati, ma con risultati indubbiamente positivi perchéiniziasse a diffondersi una presa di coscienza nella categoria. A ciòha indubbiamente contribuito la stesura della “Carta di Roma”da parte di Fnsi, Ordine dei Giornalisti e Unhcr e con la collabo-razione di vari altri soggetti tra cui l’Unar. Tale presa di coscien-za, tuttavia, è ancora fragile e necessita di un lavoro che punti amantenere all’ordine del giorno la necessità di un’informazionecorretta sul fenomeno immigrazione, che metta in evidenza leinsidie e i tranelli insiti nelle parole e i pericoli della cattiva cono-

Tutti i seminari di Redattore sociale

175

6. I programmi di Roma e Napoli sono rispettivamente a pag. 180 e pag. 184.

Page 171: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

scenza di alcuni dati, situazioni, norme. E che, senza scadere inatteggiamenti prescrittivi o censori, segnali le scorrettezze e indi-chi i termini e le locuzioni corrette da utilizzare.Per tutto ciò è fondamentale un’azione continua volta al dialo-go e alla formazione, sia verso coloro che svolgono già la pro-fessione, soprattutto con ruoli di responsabilità nella selezionedelle notizie e nell’impostazione di titoli e gerarchie, sia versochi si è avvicinato da poco al giornalismo. È il contributo chequesto seminario intende dare.

Raccontare come va il viaggio

176

Programma

Apertura dei lavoriLetizia Gonzales,Elena Parasiliti

Presentazione in anteprimadelle “Linee Guidaper l’applicazionedella Carta di Roma”Anna Meli

L’ossessione della diversitàIncontro con Salvatore NatoliConduce Angelo Perrino

Come si costruisconole discriminazioniDialogo tra Marcello Manerie Alberto GuarisoConduce Alessandra Coppola

I sentieri del pregiudizioIntervento di Mohamed Ba

Tavola rotonda Immigrazione:le azioni e le parole.Discussione sulla praticagiornalistica quotidiana Con Filippo Azimonti,Maria Piera Ceci,Luciano MoiaPartecipano Tiziana Bianchinie Pietro MassarottoCon interventi di Dijana PavlovicConduce Elena Parasiliti

Page 172: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

L’orgoglio e i pregiudiziPer un’informazione rispettosa delle persone LGBT

Milano - Roma - Napoli - Palermo7

Milano, 15 ottobre 2013

Ogni volta che i riflettori della crona-ca si accendono su “ambienti gay”

torbidi e devianti, o l’omosessualità diqualcuno è usata come un’arma di dileg-gio, ogni volta che transessualità divienesinonimo di prostituzione e l’orgoglio ètrasformato in “esibizionismo”, i mediaitaliani allontanano di un passo la cono-scenza delle persone LGBT, delle lorolotte, delle loro vite, dei loro diritti. Tal-volta è per imbarazzo, talaltra per incompetenza. In molti casiè per pregiudizio, più o meno consapevole.Così i mezzi di informazione possono rendersi complici di unacultura omofobica che esclude e discrimina le persone LGBT.Omofobia, lesbofobia, transfobia sono forme di avversione irra-zionali, “analoghe al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismoe al sessismo”, secondo la definizione del Parlamento Europeo.Possono esprimersi attraverso discorsi intrisi d’odio e istigazio-ne alla discriminazione, ma anche con l’occultamento e la can-cellazione delle identità sessuali e di genere che si discostano dauna presunta “norma” eterosessuale. Organizzazioni della

Tutti i seminari di Redattore sociale

177

7. I programmi di Roma, Napoli, Palermo sono rispettivamente alle pag. 183,185, 186.

Page 173: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

società civile, intellettuali, giornalisti, insieme a enti come l’U-NAR, promuovono da anni un cambiamento che parta dallacultura e dal linguaggio. Proprio per questo, l’Italia ha adottatoper la prima volta la Strategia nazionale LGBT 2013-2015, nel-l’ambito del Progetto promosso dal Consiglio d’Europa inattuazione della Raccomandazione CM/REC (2010)5.Sono lontani oggi i tempi in cui mancava persino un lessico pernominare senza disprezzo la diversità, ma ancora è scarsa otroppo fragile tra gli operatori della comunicazione la cono-scenza e la consapevolezza delle “parole per dirlo”.Per questo è necessaria un’azione continua di formazione e dialogoche, senza scadere in atteggiamenti prescrittivi o censori, metta inguardia dai rischi di un cattivo uso delle parole e indichi la via perun’informazione corretta sulle persone LGBT. È questo l’obiettivodel seminario, rivolto a tutti i comunicatori e in particolare ai gior-nalisti, sia a chi è ancora in formazione sia a coloro che svolgonogià la professione, soprattutto con ruoli di responsabilità nella sele-zione delle notizie e nell’impostazione di titoli e gerarchie.

Raccontare come va il viaggio

178

Programma

Interventi di saluto diAgnese Canevari,Seble Woldeghiorghis,Gabriele Dossena

Dal pregiudizio al linguaggio dei dirittiMatteo Winkler

I vizietti dell’informazione.10 errori da evitare quandosi parla di persone LGBT (parte I)Claudio Rossi Marcelli

Tavola rotondaSocial media: tra hate speeched espressione dell’orgoglioGiuseppe Catalano,Chiara Reali, Fulvio ZendriniIntroduce e coordinaGiovanni Boccia Artieri

Le parole e le persone. Discussionesulla pratica giornalisticaMatteo Gamba,Alessandro CannavòConduce Giorgia Serughetti

Page 174: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Giornalisti nonostanteSussulti, idee, scenari per una professione bella e possibile

Roma, 15 aprile 20108

Tutti i seminari di Redattore sociale

179

8. L’introduzione è a pag. 171.

Interventi di saluto diMassimiliano Smeriglio,Paolo Butturini

Curiosi, competenti, onesti… Vinicio Albanesi

La rivincita del cronistaIncontro con David RandallConduce Stefano Trasatti

Di chi parliamoquando parliamo di rom Incontro con Paolo CianiPartecipa Boban Trajkovic

Raccontare la precarietàIncontro con Riccardo IaconaConduce Giuseppe Pace

Programma

Page 175: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

SgomberiamoliGiornalismo e immigrazione: come evitare

stereotipi, pregiudizi, discriminazioni

Roma, 18 aprile 20129

Raccontare come va il viaggio

180

Interventi di saluto diGiulio Marco, Paolo Butturini,Vinicio Albanesi

Dieci trappole da evitarequando si scrive di immigrazione Mauro Valeri

Presentazione in anteprimadelle “Linee Guida perl’applicazione della Carta di Roma”Interventi di Enzo Iacopinoe Roberto NataleConduce Franco Pittau

I respingimenti e l’informazioneitaliana. Analisi di un casoAnton Giulio LanaProiezione del trailer di“Mare chiuso”, documentario diAndrea Segre e Stefano Liberti

Tavola rotondaL’immigrazione e la “macchina”della cronaca. Discussione sullapratica giornalistica quotidianaCon Anna Lisa Antonucci,Giancarlo Mola, Matteo VincenzoniConduce Giorgio Zanchini

L’integrazione del condominio.Proiezione in anteprimadel trailer di “I vicini.Il mondo inizia dalla porta accanto”Massimiliano Monnanni

Giornalisti brava gente.Quando il razzismo è “non voluto”Gabriele Del Grandeintervista Gian Antonio StellaPartecipa Graziano Halilovic

9. L’introduzione è a pag. 175.

Programma

Page 176: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Parlare civileIl giornalismo e la manutenzione delle parole

Roma, 18 aprile 2013

“Le parole possono essere muri oponti. Possono creare distanza o

aiutare la comprensione dei problemi.Le stesse parole usate in contesti diver-si possono essere appropriate, confon-dere o addirittura offendere. (…)Quando si comunica occorre però pre-cisione, bisogna avere consapevolezza del significato, del pesodelle parole. Non è facile, perché il tempo è sempre poco, per-ché viviamo nella nostra cultura, perché il senso e la percezionedelle parole si evolvono continuamente. Non è facile, ma ènecessario…”.La terza edizione del nostro seminario di formazione per i gior-nalisti a Roma coincide con la presentazione in anteprima dellibro “Parlare civile”, manuale sui principali temi a rischiodiscriminazione e il linguaggio per parlarne. Un viaggio in 8capitoli alla ricerca della comunicazione più precisa e accuratasu Disabilità, Genere e orientamento sessuale, Immigrazione,Povertà ed emarginazione, Prostituzione e tratta, Religioni,Rom e Sinti, Salute mentale; un minidizionario di 25 parolechiave a cui se ne legano quasi 350.“Parlare civile non è una nuova opera di denuncia della cattivainformazione, né uno strumento di censura o di intralcio allavoro giornalistico, e neppure un repertorio del politically cor-rect”. È un libro di servizio che, senza ideologia e attraverso opi-

Tutti i seminari di Redattore sociale

181

Page 177: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

nioni diverse, cerca di indicare una direzione responsabile allacomunicazione pubblica, giornalistica e politica, di chiarire idubbi e contestualizzare l’uso di termini spesso abusati nellecronache quotidiane. Un aiuto, insomma, per quella manuten-zione delle parole che dovrebbe essere costante e “naturale” perogni comunicatore.

Raccontare come va il viaggio

182

Programma

Interventi di apertura diGiulio Marcon,Paolo Butturini,Daniela De Robert

Presentazione di “Parlare civile” Stefano Trasattie Antonio D’Alessandro

“Non esistono parole sbagliate...”Enrico Pugliese

Il mio nome sul campanello(monologo letto da Perla Moriggi) Vinicio Albanesi

Interventi diMarco De Giorgie Enzo Iacopino

Tavola rotondaIl peso delle paroleCon Loredana Lipperinie Annamaria TestaConduce Giovanni De Mauro

Domande e risposte sulle parole.Casi, provocazioni e dibattitoIntroduce e coordinaLuigi Manconi

“Appartenentea una setta fondamentalista” Federica Dolente“Delitto passionalein ambienti gay” Giorgia Serughetti“Badante clandestinauccide handicappato”Raffaella Cosentino

Page 178: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

L’orgoglio e i pregiudiziPer un’informazione rispettosa delle persone LGBT

Roma, 16 ottobre 201310

Tutti i seminari di Redattore sociale

183

10. L’introduzione è a pag. 177.

Apertura dei lavoriInterventi di saluto diPaola Concia,Alessandra Cattoi,Lazzaro Pappagallo

I vizietti dell’informazione.10 errori da evitare quandosi parla di persone LGBT (parte II)Claudio Rossi Marcelli

Chi ha paura della transessualità?Delia Vaccarello

Diversa TV: persone LGBTtra informazione, reality e fictionValeria Ambrosio,Ivan Cotroneo,Elena TebanoConduce Giovanni Anversa

Le parole e le persone:discussione sulla praticagiornalisticaCon Angela Abbrescia,Alessandro Baracchini

Programma

Page 179: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

SgomberiamoliGiornalismo e immigrazione: come evitare

stereotipi, pregiudizi, discriminazioni

Napoli, 19 aprile 201211

Raccontare come va il viaggio

184

Interventi di saluto diSergio D’Angeloe Ottavio Lucarelli

Sangue, terra, identità.Il mito dell’uomo “autoctono”Marino Niola

Le braccia e le personeDialogo tra Elena De Filippoe Jean René BilongoConduce Luca Romano

Braccia nascoste.Presentazione degli spotdella campagna “Apri gli occhi”

Presentazione in anteprimadelle “Linee Guida perl’applicazione della Carta di Roma”Laura Boldrini

Tavola rotondaImmigrazione: i diritti e i doveridella cronaca. Discussione sullapratica giornalistica quotidiana Con Valeria Capezzutoe Vincenzo EspositoPartecipano Giancamillo Trani,Liana Nesta,Lassad AssabiConduce Ida Palisi

Proiezione di brani del film“Là Bas” Intervento di Gaetano Di Vaioe Billi Serigne Faye

Conclusione musicalecon il gruppo O’ Rom

Programma

11. L’introduzione è a pag. 175.

Page 180: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

L’orgoglio e i pregiudiziPer un’informazione rispettosa

delle persone LGBT

Napoli, 18 ottobre 201312

Tutti i seminari di Redattore sociale

185

12. L’introduzione è a pag. 177.

Interventi di saluto diAlessandra Barberi,Andrea Morniroli

Alla scopertadell’identità di generePaolo Valerio

Media e LGBT:come eravamo, come siamoAndrea Pini

Famiglie “contro natura”:matrimoni, unioni e adozioniLorenza Soldanie Ingrid LamminpaaConduce Tommaso Giartosio

Transessualità ed emarginazione:tra cronaca nera e invisibilitàCarmela Maietta,Loredana Rossi,Ottavia VozaIntroduce e coordina Ida Palisi

Programma

Page 181: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

L’orgoglio e i pregiudiziPer un’informazione rispettosa delle persone LGBT

Palermo, 22 ottobre 201313

Raccontare come va il viaggio

186

Interventi di saluto diMarco Buemi,Agnese Ciulla,Riccardo Arena

Le radici dell’omofobia Giuseppe Burgio

Media e pantaloni rosa Delia Vaccarello

Omofobia e pregiudizi di genere Ambra Pirri,Cirus Rinaldi,Claudio CappottoConduce Giovanni Lo Monaco

Le parole e le persone. Discussionesulla pratica giornalisticaCon Davide Camarrone,Salvatore Rizzo,Sara ScarafiaConduce Titti De Simone

Programma

13. L’introduzione è a pag. 177.

Page 182: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Redattore sociale

Trento, 12 marzo 1999

Tutti i seminari di Redattore sociale

187

Presentazione di Dario Fortin

La qualità dell’informazionesui temi del disagio socialeStefano Trasatti

Interventi di direttoridegli organi di informazionee responsabili di associazioniToni Cembran,Agostino Valentini,Pino De Cesare,Pierpaolo Patrizi,Paolo Ghezzi,Gianfranco Fata,Manuela De Maria,Fernanda Scarmagnan

Quale privacy per i deboli?Riflessioni a partiredal codice deontologicodei giornalisti”Vittorio Cristelli

Programma

Page 183: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Profeti di paura?

Trento, 2 giugno 2000

Raccontare come va il viaggio

188

Sicurezza e microcriminalitànelle città; esiti ed effettidelle misure alternative al carcereMario Resta

Profeti di paura? I giornalisti,la sicurezza, la “diversità”.Alcune ipotesi sulla costruzionedell’allarme socialeattraverso i mezzi di informazioneGiorgio Grossi

Presentazione della campagna“La Grande Riforma Sociale”Dario Fortin

Tavola rotondaLa sicurezza dei deboliDon Mario Vatta,Gigi Zoppello,Gianni Faustini,Pierpaolo Patrizi,Romano Turri,Mario Resta,Claude Rotelli,Dante Clauser

Il funzionamento dei mediaa livello locale.Fonti, agenzie, redazioniGianni Faustini

Le associazioni del socialee l’informazione.Suggerimenti e indicazioniper migliorare l’efficienzae il rapporto con il giornalismoStefano Trasatti

Programma

Page 184: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Scopri il disagio nascosto

Trento, 10 dicembre 2001

Scopri il disagio “nascosto” è un invito-appello per:• il giornalista, perché possa andare oltre la cronaca, con

un’attenzione particolare verso le nuove e più “nascoste” forme disofferenza, che colpiscono vasti strati “normali” di popolazione;• l’operatore sociale, perché possa intervenire in tempo, di

fronte alle nuove forme del disagio giovanile e adulto;• il cittadino, perché possa accorgersi dell’altro, parente, amico,

vicino e dei meccanismi del mondo dell’informazione.

Tutti i seminari di Redattore sociale

189

Programma

Apertura di Dario Fortine Stefano Trasatti

Presentazione dell’Osservatoriosull’informazione socialein Trentino Alto AdigeFulvio Gardumi

Interventi didirettori e giornalistidegli organi di informazionee responsabili di associazioni

Consegnadel Premio giornalisticoEnrico Goio“Storie di emarginazione”

Gruppi tematiciScopri il disagio nascostodai nuovi consumi di drogheRelazione di Edoardo PolidoriConduce Paolo Piffer

Scopri il disagio nascostodal proprio corpo.Il fenomeno anoressia e bulimiaValerio CostaConduce Marco Pontoni

Scopri le violenzesubite dai bambini.Dal maltrattamento alla pedofiliaRelazione di Claudio FotiConduce Vittorio Cristelli

Page 185: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Cammina piano…perché cammini sui miei sogni

Trento, 8 gennaio 2004

Può la penna del giornalista di oggi scrivere efficacemente(correttamente) sui temi del disagio e della marginalità pur

nel sistema del giornalismo veloce? Un giornalismo che non hatempo di controllare, che ha paura di fonti inconsuete e cheabusa di quelle prefabbricate. Un giornalismo che divide lasocietà in categorie, ma fa fatica a fermarsi per conoscere le per-sone.Può l’operatore sociale di oggi intervenire efficacemente su que-sti problemi (lasciare un segno) anche se schiacciato sulle emer-genze? Un sistema di welfare che torna a chiedere risposte velo-ci ed assistenziali, dimenticando che la dignità della persona èpossibile solo se è considerata portatrice di diritti. Un sistemache risente di una percezione sociale di forte insicurezza e chedunque chiede più forze dell’ordine, piuttosto che solidarietàdiffuse.Come può il cittadino dare un senso alla propria vita se si sen-te così confuso circa il presente ed insicuro verso il futuro?Diventa improbabile che l’adulto di oggi possa lasciare unatraccia di sé negli altri, se la percezione di inadeguatezza perso-nale e professionale è così esplosiva e diffusa.Di fronte ad una realtà che cambia in maniera decisiva, maspesso in modo impercettibile, rimane da una parte il problemadi saper leggere i bisogni reali della gente. Dall’altra è semprepiù necessario saper incidere sulle cause che producono soffe-renza ed emarginazione, per non diventare tutti - anche gli ope-

Raccontare come va il viaggio

190

Page 186: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

ratori sociali e dell’informazione - funzionali alle dominantilogiche di esclusione sociale.

Tutti i seminari di Redattore sociale

191

Programma

Apertura diDario Fortin e Stefano Trasatti

Dove va la società italiana?Scenari e prefigurazioniper addetti alla comunicazioneStefano Gnasso

Storie di genteche vive diversamentePresentazione del libro“Hotel Millestelle”Charlie Barnaoe Antonio Scaglia

Rapporto sull’indagineda parte degli operatori sociali,degli articoli sui temi del disagio,apparsi sui due quotidiani locali nel corso del 2002Fulvio Gardumi

Page 187: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Identità liquideOperatori sociali e della comunicazione.

Tra inquietudine e coraggio

Trento, 13 maggio 2005

Inquietudine. Dell’operatore sociale chevede il proprio settore a rischio di ingen-

ti tagli di spesa e sempre più favorevole allelogiche di mercato, nonostante un disagiosociale sempre maggiore.Del giornalista che in un contesto editorialecaratterizzato dall’abbassamento della qualitàprofessionale, tende a perdere il contatto conla realtà/verità dei fatti.Del cittadino giovane che si trova ad affrontareun futuro professionale senza sicurezze e stabilità e di quello adul-to che percepisce il rischio di perdere quanto realizzato con fatica.

Coraggio. Da parte del giornalista e dell’operatore sociale che,per fare il proprio mestiere con senso di responsabilità, deve:• sapersi coinvolgere 24 ore su 24 nel proprio mondo senza

cadere nel burn out;• mantenere una tensione etica legata ad alcuni valori universa-

li, purtroppo sempre più messi in discussione;• comprendere al meglio la complessità della comunicazione e

riconoscere la relazione quale strumento principale del pro-prio impegno;

• saper lavorare con tempi di emergenza, a fronte di problema-tiche in veloce e continua evoluzione;

Raccontare come va il viaggio

192

Page 188: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

• organizzarsi la formazione e l’aggiornamento in ambiti incui la formazione del personale spesso non offre titolispendibili.

Tutti i seminari di Redattore sociale

193

Programma

Interventi di saluto diDiego Giacometti,Alberto Pacher,Lorenzo Dellai

L’inquietudine.Giornalista e operatore sociale:belle professioni a rischioAngelo Agostini,Don Vittorio CristelliModera Dario Fortin

Il coraggio di stare dentroai conflittiGuerra e informazione: un’analisifuori da ogni schieramentoMaurizio Torrealta

Storie di rifugiatiFrancesco De Luccia

Diritti di Cittadinanzatra inquietudine e coraggio:mafia, giustizia, impegno civileIncontro con Giancarlo Caselli

Page 189: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Gratuità scomparsaOperatori sociali e della comunicazione

parlano (poco) di volontariato e servizio civile

Trento, 15 novembre 2006

Le accuse dei volontari: la gratuità è scompar-sa dai media

C’è ma non si vede. L’impegno del volontaria-to e del servizio civile non sono al centro del-l’attenzione dei mezzi di comunicazione,anche se sono note le dimensioni e l’utilitàsociale del fenomeno. Ciò che è gratuito nonvale economicamente e dunque non assumedignità di notizia. Lo stile (o meglio la regolaprima) dell’informazione rimane tradizional-mente ancorata allo scandalo, al morto che (si dice) “vende” dipiù. Dopo “Drive in” anche singoli “pezzi” del corpo (femmi-nile) vendono molto, mentre le notizie positive, come quellelegate al mondo del volontariato, ricevono spazi e trattamentiinsufficienti e poco proporzionati all’importanza dei fenomenitrattati. Se vi è attenzione al volontariato, il modo è quello del-l’enfasi acritica, della sdolcinatezza e senza approfondimentiseri. Per gli operatori sociali i media hanno grossi problemi dirappresentazione del reale, ossia vendono “fumo”. La gratuità èscomparsa dai media.

Le accuse dei giornalisti: il sociale non sa comunicareCon la scusa della privacy e del segreto professionale, nonvengono rilasciate dichiarazioni. Il volontariato concreto (in

Raccontare come va il viaggio

194

Page 190: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

azioni di sostegno alla persona) non sa “urlare” come ben san-no fare altre associazioni più movimentiste e meno impegna-te direttamente nel disagio sociale. Non vi sono investimentiin comunicazione a parte qualche bollettino (ma ancora instile parrocchiale) con la conseguenza di avere una bassa pro-duzione di notizie a fronte di tante attività. Il terzo settore stadiventando un “progettificio” in perenne gara d’appalto conse stesso e con il libero mercato, così non ha più tempo permanifestare indignazione difronte ai diritti calpestati e perprodurre cultura della solidarietà. Gli operatori sociali sonopiù portati alla “relazione” con la persona che alla “comunica-zione” con il mondo.

Tutti i seminari di Redattore sociale

195

Programma

Saluti diMarina Fracassoe Diego Giacometti Presentazione di Dario Fortin

Tavola rotondaComunicare l’impegno di gratuitàCon Vinicio Albanesi,Alberto Cappato,Mariano Bottaccio

Page 191: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

InquietudiniLe nuove paure sociali e il ruolo dell’informazione

Vicenza, 28-29 gennaio 2005

Un nuovo senso di precarietà sembra per-vadere le società occidentali di inizio

millennio. Soprattutto nei luoghi, come il“ricco” nordest italiano, in cui apparenti cer-tezze e agiatezza economica hanno per lungotempo dominato l’immaginario e la concre-tezza quotidiana.La precarietà assume infinite variazioni, ma sialimenta anche con un numero limitato di“messaggi forti” veicolati periodicamente daimezzi d’informazione. Spesso la precarietà si trasforma in pau-ra, anche perché questi messaggi si intrecciano con la vita per-sonale di ciascuno e possono essere elaborati con insufficientespirito critico.In fasi storiche caratterizzate da paure crescenti, il ruolo del-l’informazione diventa così ancor più delicato e cruciale che inperiodi “normali”. È un ruolo che chiama il mondo del giorna-lismo a un surplus di attenzione e di tensione etica, ma chechiama anche la società civile organizzata e impegnata sulleproblematiche del disagio sociale a un protagonismo maggiorenei confronti dei media.Nel rispetto e nella legittimazione delle rispettive funzioni,giornalisti e operatori sociali sono chiamati a una alleanza ine-dita, affinché certi fenomeni, dinamiche e comportamentigeneratori di potenziali paure, incertezze, intolleranze e chiusu-

Raccontare come va il viaggio

196

Page 192: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

re siano rappresentati con rigore. L’aderenza, la correttezza, laprecisione dei resoconti, il “coinvolgimento professionale” sonoin questi casi fondamentali per informare la società in un perio-do storico di inquietudine. E per fare sì che essa sia più apertaalla solidarietà, nonostante l’umana inclinazione a reagire conla paura a un futuro dove ci saranno meno certezze.

Tutti i seminari di Redattore sociale

197

Programma

Venerdì 28 gennaio

Presentazione diGiordana BertoldiInterventi diMaurizio Paglialunga,Andrea Camporese,Sante Bressan.

Inquietudini:dal “modello Nord Est”a un’economia in fasedi trasformazioneDaniele Marini

Precarietà, povertàe il volto dell’incertezza.Cercansi vie d’uscitaGiovanni Sarpellon,Giovanni Nervo,Danilo De Biasio

Diversità: come diventa bellauna società a colori?Con Pietro Basso,Grazia Bellini,Sergio FrigoModera Luca Picotti

Sabato 29 gennaio

I media e le paure della genteDialogo traAlessandro Dal Lagoe Stefano AllieviConduce Lucio Babolin

Page 193: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Dentro e fuoriI poteri in gioco e i diritti fuorigioco nella società di oggi

Vicenza, 2-4 marzo 2006

Escludere, tagliar fuori, recintare. Maanche autoescludersi, scappare, spostarsi

altrove. Nella società moderna, impaurita e unpo’ depressa, l’oscillazione tra il dentro e ilfuori è sempre più frequente. È utile rifletteresu queste dinamiche, e magari cercare il filoche le accomuna. Uno potrebbe essere la“necessità” di doversi difendere.Difendersi dagli stranieri, che rubano lenostre risorse e il nostro lavoro, approfittanodelle nostre case e dei nostri servizi. E allora fuori gli stranieridalla sanità.Difendersi dal costo dei salari, arrangiarsi in attesa di tempimigliori. E allora fuori la produzione dall’Italia verso dove lamanodopera è più a buon mercato.Difendersi dalla crisi economica, dal timore di non reggere. Eallora istituzionalizziamo il lavoro precario (anche nel giorna-lismo).Difendersi dalle notizie scomode, che fanno interrogare. E allo-ra semaforo rosso per le inchieste, gli approfondimenti, l’anali-si dei fenomeni sociali, le fonti non allineate.Meccanismi di difesa “naturali”, in molti casi. Ma anche cinicie razionali, in molti altri. Di certo attuati con la sensazione,chiara o inconscia, che non saranno efficaci sul lungo termine.Una società matura dovrebbe evitare di porsi solo sulla difen-siva. E dovrebbe farlo proprio a partire da chi ha scelto pro-

Raccontare come va il viaggio

198

Page 194: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

fessioni che, più di altre, influiscono sulla formazione del“sentire comune”.Giornalisti e operatori sociali hanno insomma il dovere rilan-ciare, di non farsi sorprendere dalle paure. Il loro contributopuò servire anche non far scattare quel bisogno ossessivo didoversi proteggere da qualcuno o qualcosa.

Tutti i seminari di Redattore sociale

199

Programma

Venerdì 3 marzo

Presentazione diGiordana BertoldiInterventi diMaurizio Paglialunga,Daniele Carlon

Il lavoro precario del giornalistaAndrea Camporese

Vivere in una società trasparente.Democrazia è informazioneRoberto Reale

Nella città del dirittoe della legalità.Zone calde del socialeGuido Tallone

Diritto alla salute e sanità in VenetoMaurizio Benato

Dentro la notizia,nelle vicende di un campo RomGiordana Bertoldi,Stefano Trasatti

Le regole comuni del patto sociale.Rifiuti tossici nel vicentinoed ecomafieValentina Dovigo,Guido Papalia,Pietro GrassoIntroduce e coordinaLuigi Tellatin

Sabato 4 marzo

Delocalizzazione, Nordeste possibilità di immaginarefuturi miglioriIncontro con Mario Carraro

Page 195: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che
Page 196: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Elenco dei relatori14

AAngela ABBRESCIA, giornalista dell’AnsaFranco ABRUZZO, presidente dell’Ordine giornalisti LombardiaAgata, ospite della Comunità di CapodarcoAngelo AGOSTINI, coordinatore del Master in giornalismo Iulm MilanoVinicio ALBANESI, presidente della Comunità di Capodarco e dell’A-genzia Redattore socialeMaria ALBERA, Associazione A77 MilanoSvetlana ALEKSIEVIC, scrittrice e giornalista bielorussaStefano ALLIEVI, docente di sociologia all’università di PadovaFrancesco Tullio ALTAN, illustratore e vignettista satiricoMarco AMAGLIANI, assessore alle Politiche sociali della Regione MarcheValeria AMBROSIO, ricercatrice del Centro d’ascolto Radiotelevisivo Claudia AMICO, producer televisiva, video-makerPaolo ANDRUCCIOLI, giornalista dell’Agenzia Redattore socialeGraziella ANESI, cooperativa Sociale Handicrea di TrentoFrancesco ANFOSSI, giornalista di Famiglia CristianaGiulio ANSELMI, direttore de La StampaAnnalisa ANTONUCCI, caporedattrice Cronache italiane dell’agenzia AnsaDario ANZANI, educatore di stradaGiovanni ANVERSA, giornalista, conduttore televisivo di Rai TreRiccardo ARENA, presidente dell’Ordine giornalisti SiciliaFranco ARMINIO, scrittore e “paesologo”Lassad ASSABI, mediatore culturale della cooperativa Dedalus NapoliUgo ASCOLI, preside della Facoltà di Economia dell’università di AnconaGiovanni AUGELLO, giornalista dell’Agenzia Redattore socialeFilippo AZIMONTI, vicecaporedattore de la Repubblica a Milano

201

14. Comprende i relatori di tutte le edizioni riportate a pag. 101. Le qualifichesi riferiscono al momento della partecipazione ai seminari; nel caso di più par-tecipazioni, il riferimento è all’ultima in ordine di tempo.

Page 197: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

BMohamed BA, musicista e attore senegaleseLucio BABOLIN, presidente del CncaLaura BADARACCHI, giornalista dell’Agenzia “Redattore sociale”Fabrizia BAGOZZI, giornalista di NarcomafieAndrea BAJANI, scrittoreOsmani BAJRAM, giornalistaChristoph BAKER, saggistaKevin BALES, Rohampton Insistute di Londra, esperto di schiavitùmodernaAlice BANFI, scrittrice e pittriceAlessandro BARACCHINI, giornalista di Rai News 24Gabriele BARBATI, corrispondente da Pechino per Sky Tg24 e RadioPopolareMarzio BARBAGLI, docente di Sociologia all’università di BolognaAlessandra BARBERI, dirigente dell’UnarGian Paolo BARBETTA, docente di Economia politica all’UniversitàCattolica di MilanoPier Paolo BARETTA, segretario generale aggiunto della CislCharlie BARNAO, docente di sociologia all’università di CatanzaroAugusto BATTAGLIA, Comunità Capodarco di RomaGiuliano BATTISTON, giornalista free-lanceGinevra BATTISTINI, direttrice di Mixa RazzismoGrazia BELLINI, portavoce dell’AgesciLucia BELLASPIGA, giornalista di AvvenireGiovanni Maria BELLU, vicedirettore de L’UnitàEleonora BELVISO, giornalista redazione Società del Giornale Radio RaiMaurizio BENATO, medicoIvan BERNI, giornalista, master in Giornalismo della Iulm MilanoAlessandro BERGONZONI, attore e autore comicoGiordana BERTOLDI, Comunità dei giovani VeronaGianfranco BETTIN, sociologo e scrittoreTiziana BIANCHINI, cooperativa Lotta contro l’emarginazione Sesto S.GiovanniEnzo BIANCHI, Banca di credito cooperativo FilottranoJean René BILONGO, sindacalistaDario BIOCCA, docente di Storia contemporanea all’università di Perugia

Raccontare come va il viaggio

202

Page 198: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Giancarlo BLANGIARDO, università Milano Bicocca, Fondazione IsmuMilanoGiovanni BOCCIA ARTIERI, docente di Sociologia all’università di UrbinoAntonio BOCOLA, registaStefano BOERI, direttore di DomusDino BOFFO, direttore di AvvenireMaria Rosario BOLAÑOS, associazione On the RoadLaura BOLDRINI, portavoce in Italia dell’UnhcrDario BOLIS, direttore comunicazione e relazioni esterne di FondazioneCariploFranco BOMPREZZI, caporedattore dell’AgrRiccardo BONACINA, direttore di VitaTommaso BONAVENTURA, fotografo, agenzia ContrastoMonica BONI, Edenred ItaliaGiulio BORRELLI, direttore del Tg1Nicoletta BOSCO, università di TorinoMariano BOTTACCIO, addetto stampa del CncaRodolfo BRANCOLI, direttore del Tg1Alessandra BRANDONI, giornalista di Redattore socialeMaurizio BRAUCCI, scrittoreFrieda BRIOSCHI, presidente di Wikimedia ItaliaMarco BUFO, associazione On the roadMarco BUEMI, esperto dell’UnarGiuseppe BURGIO, docente di Pedagogia all’università di PalermoGiovanni BUTTARELLI, segretario generale Garante della protezionedati personaliPaolo BUTTURINI, segretario dell’Associazione Stampa Romana

CAlberto CAIRO, operatore umanitario della Croce RossaMario CALABRESI, direttore de “La Stampa”Enzo CALABRIA, OscadDavide CAMARRONE, giornalista di Rai SiciliaEleonora CAMILLI, giornalista dell’Agenzia Redattore socialeAndrea CAMPORESE, sindacato giornalisti VenetoLuigi CANCRINI, psichiatra e psicoterapeutaAgnese CANEVARI, coordinatrice Strategia Lgbt dell’Unar

Elenco dei relatori

203

Page 199: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Ettore CANNAVERA, cappellano del carcere minorile di Quartucciu(Cagliari)Alessandro CANNAV Ò, caporedattore inserti del Corriere della SeraRosaria CAPACCHIONE, giornalista de Il Mattino di NapoliValeria CAPEZZUTO, giornalista di Rai CampaniaAlberto CAPPATO, giornalista del Tg5Claudio CAPPOTTO, psicologo associazione Agedo PalermoFrancesco CARCHEDI, sociologo, associazione ParsecGiovanni CARPENTIERI, sacerdote, associazione FuoriDellaPortaMario CARRARO, imprenditoreMarco CARSETTI, associazione Asinitas RomaMarina CARTA, Centro Come di MilanoFrancesco CASCINI, magistrato, dirigente del DapGiancarlo CASELLI, procuratore generale a TorinoAlberto CASTAGNOLA, economistaVincenzo CASTELLI, associazione On the RoadGiuseppe CATALANO, caporedattore di Gay.tvIlaria CATASTINI, Hill & Knowlton-GaiaPaolo CATTANEO, cooperativa Diapason di MilanoAlessandra CATTOI, assessora Roma CapitaleFilippo CECCARELLI, editorialista de La StampaMaria Piera CECI, vicecaporedattrice di Radio 24Giuseppe CEDERNA, attore, scrittore e alpinistaToni CEMBRAN, presidente dell’Ordine giornalisti Trentino AltoAdigeDaniele CHECCHI, docente di Economia del lavoro all’Università Sta-tale di MilanoCarla CHIARAMONI, giornalista dell’Agenzia Redattore socialeCarlos CHIATTI, ricercatore all’Inrca e all’università Politecnica delle MarcheGiovanna CHIOINI, giornalista di InternazionalePaolo CIANI, Comunità di Sant’Egidio RomaFrancesca CIARALLO, PeacelinkGiorgio CINGOLANI, cooperatore internazionaleLuigi CIOTTI, sacerdote, presidente del Gruppo AbeleMaria Pia CINQUE, illustratrice, vignettistaClaudio CIPPITELLI, associazione ParsecMassimo CIRRI, conduttore di Caterpillar su Rai Radio DueAgnese CIULLA, assessore Comune di palermo

Raccontare come va il viaggio

204

Page 200: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Dante CLAUSER, associazione Punto d’incontro TrentoAlexandru COBZARU, sacerdote, direttore della Caritas di BucarestMariuccia COCCO, direttrice della Caritas di CagliariEnrico COLAJANNI, associazione Addiopizzo PalermoPiero COLAPRICO, inviato de la RepubblicaVirginio COLMEGNA, presidente della Casa della Carità MilanoDaniele COLOGNA, ricercatore dell’Agenzia Codici MilanoMassimiliano COLOMBI, sociologo, Centro WWELLGherardo COLOMBO, magistratoGiovanni COLOMBO, consigliere comunale a MilanoPietro COLONNELLA, presidente della Provincia di Ascoli PicenoPaola CONCIA, esperta del dipartimento Pari opportunitàAlessandra COPPOLA, giornalista del Corriere della SeraRaffaella COSENTINO, collaboratrice dell’Agenzia Redattore socialeAlessandro COSMELLI, fotografo, agenzia ContrastoLella COSTA, attriceValerio COSTA, Cad TrentoIvan COTRONEO, regista e sceneggiatoreMauro COVACICH, scrittoreVittorio CRISTELLI, sacerdote e giornalistaMauro CROCE, psicologo esperto di dipendenzeDenis CURTI, direttore dell’Agenzia Contrasto a MilanoFabio CUTTICA, fotografo, Agenzia Contrasto

DSergio D’AGOSTINI, associazione Dar-Casa MilanoAntonio D’ALESSANDRO, presidente di Parsec ConsortiumMarina D’AMATO, docente all’università La Sapienza RomaItalo D’ANGELO, dirigente Criminalpol MarcheSergio D’ANGELO, assessore alle Politiche sociali del comune di NapoliMarco DAMILANO, giornalista de L’EspressoAlessandro DAL LAGO, docente di sociologia all’università di GenovaElvio DAMOLI, cappellano del carcere di Poggioreale a NapoliHassan DAOUD, rifugiato somaloMirta DA PRA POCCHIESA, direttrice di AspeMarco DE GIORGI, direttore dell’UnarDanilo DE BIASIO, giornalista

Elenco dei relatori

205

Page 201: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Ferruccio DE BORTOLI, direttore del Corriere della SeraPino DE CESARE, giornalista di Rai Trentino Alto AdigeLoris DE FILIPPI, Medici senza frontiere ItaliaElena DE FILIPPO, presidente della cooperativa sociale Dedalus NapoliFrancesco DE LUCCIA, sacerdote, coordinatore del Centro Astalli RomaManuela DE MARIA, presidente dell’Ordine assistenti sociali del Trenti-no Alto AdigeGiovanni DE MAURO, direttore di InternazionaleDaniela DE ROBERT, giornalista del Tg2Ugo DE SIERVO, componente del Garante protezione dati personaliTitti DE SIMONE, giornalista, coordinatrice del Palermo PrideTana DE ZULUETA, giornalistaLorenzo DEL BOCA, presidente FnsiLuisanna DEL CONTE, presidente del Tribunale dei Minori di AnconaDiego DELLA VALLE, imprenditoreGabriele DEL GRANDE, giornalista dell’Agenzia Redattore sociale, fon-datore di Fortress EuropeSanto DELLA VOLPE, caporedattore Cronaca del Tg3Giuseppe DELL’ACQUA, responsabile Dipartimento salute mentale diTriesteLorenzo DELLAI, presidente della Provincia di TrentoNicoletta DENTICO, giornalistaGiovanni DEVASTATO, consigliere del CncaAntonio DI BELLA, direttore del Tg3Daniele DI BONAVENTURA, musicistaCarlo DI CICCO, caporedattore Sociale-Vaticano dell’Agenzia AscaSalvo DI MAGGIO, responsabile area Rom e Sinti Comunità Capodar-co di RomaUmberto DI MARIA, giornalista di Terre di mezzoPaolo DI STEFANO, inviato del Corriere della SeraVittorio DI TRAPANI, segretario dell’UsigRaiGaetano DI VAIO, regista e produttoreDario DI VICO, vicedirettore del Corriere della SeraIlvo DIAMANTI, docente di Scienza Politica all’università di UrbinoMassimo DINI, giornalista, direttore dell’Ifg MilanoElhadji Malick DIOP, sindacalista senegaleseFederica DOLENTE, associazione Parsec RomaMario DONDERO, fotografo e giornalista

Raccontare come va il viaggio

206

Page 202: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Walter DONDI, consigliere delegato e direttore di Fondazione UnipolisAntonello DOSE, conduttore de Il ruggito del coniglio su Radio Rai DueGabriele DOSSENA, presidente dell’Ordine giornalisti LombardiaValentina DOVIGO, Legambiente VicenzaDaniela DUCOLI, giornalista di Radio Montecarlo

ESalvatore ESPOSITO, consigliere del CncaVincenzo ESPOSITO, giornalista del Corriere del MezzogiornoAhmad EJAZ, giornalista pakistano, rivista Azad

FFabio FALZEA, Microsoft ItaliaAndrea FAMA, esperto di comunicazioneFrancesca FANCIULLACCI, giornalista del portale E-coop.itSimone FANTI, giornalista de Il MondoAngelo FASANI, presidente di Anffas MilanoGianfranco FATA, segretario del sindacato giornalisti del Trentino AltoAdigeBilli Serigne FAYE, attoreGianni FAUSTINI, presidente dell’Ordine giornalisti del Trentino AltoAdigeOrnella FAVERO, responsabile di Ristretti OrizzontiGerolamo FAZZINI, giornalista di AvvenireLoris FERINI, responsabile politiche sociali di Ancc CoopAngelo FERRACUTI, scrittoreGiuliano FERRARA, direttore de Il FoglioSimona FERRARESI, Cooperativa Sensibili alle foglie RomaMaurizio FIASCO, sociologo, esperto di gioco d’azzardo patologicoClaudio FIGINI, residente del Cnca LombardiaMarco FILONI, filosofo e ricercatoreEnrico FINZI, presidente di Astra RicercheGoffredo FOFI, scrittore, critico, direttore de Lo StranieroDario FORTIN, cooperativa Villa Sant’Ignazio TrentoOmbretta FORTUNATI, consigliera Provincia di MilanoClaudio FOTI, psicoterapeuta, Centro Hansel e Gretel Torino

Elenco dei relatori

207

Page 203: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Enrico FOVANNA, giornalista de Il GiornoClaudio FRACASSI, direttore di AvvenimentiGrazia Honegger FRESCO, esperta di scuola per l’infanziaSergio FRIGO, giornalista

GGabriella GABRIELLI, assistente socialeMarisa GALLI, cofondatrice della Comunità di CapodarcoMatteo GAMBA, Vicecaporedattore del settimanale Vanity FairGermano GARATTO, Caritas di GenovaFulvio GARDUMI, presidente dell’Ordine dei giornalisti del TrentinoAlto AdigeBarbara GARLASCHELLI, scrittricePaolo GARONNA, direttore generale dell’IstatGianluigi GASPARRI, caporedattore del Resto del Carlino ad AscoliPicenoDario GATTAFONI, presidente dell’Ordine dei giornalisti delle MarcheFabrizio GATTI, inviato de l’EspressoAlessio GENOVESE, giornalista e video-makerGigi GHERZI, attore e drammaturgoPaolo GHEZZI, direttore de L’AdigeMatteo GHIDONI, Studio Multiplicity MilanoMassimo GHIRELLI, giornalista, autore radiotelevisivoDiego GIACOMETTI, responsabile Cnca Trentino Alto AdigeYervant GIANIKIAN, registaRoy GIANNI, caporedattore centrale del Corriere AdriaticoTommaso GIARTOSIO, scrittore, garante di Famiglie ArcobalenoStefano GIGOTTI, vicedirettore del Giornale Radio RaiGiulio GIORELLO, docente di Filosofia della Scienza all’università diMilanoCarlo GIORGI, direttore di Terre di MezzoMiriam GIOVANZANA, direttrice di Terre di Mezzo e AltreconomiaCorrado GIUSTINIANI, inviato de Il MessaggeroStefano GNASSO, MediasetLaura GNOCCHI, direttrice de Il venerdì di RepubblicaPatrizio GONNELLA, presidente dell’associazione AntigoneLetizia GONZALES, presidente dell’Ordine giornalisti Lombardia

Raccontare come va il viaggio

208

Page 204: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Iacopo GORI, caporedattore di Corriere.itCristiano GORI, docente all’università Cattolica di MilanoPerla GOSECO, associazione EcpatPietro GRASSO, procuratore nazionale antimafiaAmedeo GRILLI, presidente Fondazione CarifermoFranco GRILLINI, presidente dell’ArcigayGiorgio GROSSI, università di TrentoLeopoldo GROSSO, Gruppo Abele TorinoLorenzo GUADAGNUCCI, giornalista del Quotidiano nazionaleAlberto GUARISO, presidente associazione Avvocati per nienteLuigi GUASTAMACCHIA, presidente di SpeCarlo GUBITOSA, giornalista freelance, saggistaGiuseppe GUZZETTI, presidente di Fondazione Cariplo

HGraziano HALILOVIC, presidente associazione Romà onlusPierre HASKI, condirettore del quotidiano francese Libération

IRiccardo IACONA, giornalista di Rai TreDaniele IACOPINI, giornalista dell’Agenzia “Redattore sociale”Enzo IACOPINO, presidente dell’Ordine nazionale giornalistiDomenico IANNACONE, giornalista di Rai TreFrancesco IANNUZZELLI, portavoce di PeacelinkMarco IMARISIO, inviato del Corriere della Sera

JAbubakr JOKOS, rifugiato somalo

KRyszard KAPUSCINSKI, giornalista e scrittoreMichel KHLEIFI, regista palestineseRoberto KOCH, fotografo, direttore dell’agenzia ContrastoGabriella KURUVILLA, scrittrice e pittrice

Elenco dei relatori

209

Page 205: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

LStefano LAFFI, ricercatore dell’istituto Synergia MilanoPaolo LAMBRUSCHI, giornalista di Avvenire, direttore di Scarp de’ tenisIngrid LAMMINPAA, autrice di Lei disse sì. Due donne e un matrimonioAnton Giulio LANA, segretario dell’Unione forense per la tutela deidiritti umaniPaola LANZARINI, direttrice della Fondazione UnipolisRosario LEMBO, presidente del CipsiGad LERNER, giornalista de La 7, editorialista de La RepubblicaAlessandro LEOGRANDE, scrittore, vicedirettore de Lo StranieroPaul LEWIS, special project editor del quotidiano britannico The GuardianIvano LIBERATI, giornalista del Giornale Radio RaiLoredana LIPPERINI, giornalista, scrittrice, conduttrice radiofonicaGiovanni LO MONACO, Sicilia Queer FilmfestFranco LORENZONI, insegnante, fondatore della Casa laboratorio di CenciFlavio LOTTI, presidente della Tavola della PaceOttavio LUCARELLI, presidente dell’Ordine giornalisti CampaniaUliano LUCAS, fotografo e giornalistaSabrina LUPACCHINI, centro documentazione dell’Agenzia RedattoresocialeAndrea LUPO, attore

MInes MAGGIOLINI, caporedattrice di Rai LombardiaMonica MAGGIONI, direttrice di Rai News 24Milena MAGNANI, scrittrice, educatriceCarmela MAIETTA, giornalista de Il Mattino di NapoliFranco MAISTO, magistratoAndrea MANCINI, dirigente dell’IstatLuigi MANCONI, politico, sociologo, critico musicaleVito MANCUSO, teologoMarcello MANERI, docente all’università di Milano-BicoccaGiulio MARCON, coordinatore di Sbilanciamoci!Neri MARCORÈ, attore e conduttore televisivoFederica MARGARITORA, giornalista di Radio InbluDaniele MARINI, Fondazione Nord Est

Raccontare come va il viaggio

210

Page 206: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Giovanni MARROZZINI, fotografoPietro MASSAROTTO, presidente dell’associazione Naga MilanoSilvia MASTAGNI, responsabile Ufficio stampa di Coop.Carmen MATTEI, Comunità di CapodarcoAlessandra MAURO, direttore editoriale dell’agenzia ContrastoUgo MELCHIONDA, Dossier statistico Immigrazione CaritasAnna MELI, associazione CospeRoberto MENCARINI, segretario del SigimIsabella MENICHINI, dirigente del comune di ParmaEnrico MENTANA, direttore del Tg5Giovanni MERLO, direttore della LedhaFabio MERLINI, docente di Filosofia morale all’università dell’InsubriaVareseMariantonietta MILELLI, psicologaPaola MINOLITI, responsabile comunicazione di Coop AdriaticaGiancarlo MOLA, caporedattore Cronaca nazionale de la RepubblicaLuciano MOIA, caporedattore Interni dell’AvvenireMarilisa MONACO, Nidil CgilMassimiliano MONNANNI, direttore dell’UnarAntonino MONTELEONE, giornalista, blogger Francesca MONTEMAGNO, responsabile comunicazione CoreplaFranco MONTERUBBIANESI, sacerdote, fondatore Comunità diCapodarcoSilvia MONTEVECCHI, pedagogista, cooperatrice internazionalePaola MONZINI, ricercatrice, criminologaPaolo MORERIO, presidente della Fondazione Peppino VismaraMarco MORGANTI, amministratore delegato di Banca ProssimaAndrea MORNIROLI, cooperativa Dedalus NapoliRoberto MORRIONE, direttore di Rai News 24Oliviero MOTTA, esecutivo del Cnca Lombardia

NMaria NADOTTI, scrittrice, critica letteraria e cinematograficaWalter NANNI, responsabile Centro studi di Caritas ItalianaLoretta NAPOLEONI, economistaJason NARDI, direttore di Unimondo.itRoberto NATALE, presidente della Fnsi

Elenco dei relatori

211

Page 207: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Salvatore NATOLI, docente di Filosofia teoretica all’università di Mila-no-BicoccaAlberto NEGRI, inviato de Il sole 24 oreGiovanni NEGRI, segretario dell’Associazione Stampa LombardaLucia NENCIONI, addetta stampa Centro nazionale infanzia e adolescenzaGiovanni NERVO, presidente della Fondazione E. Zancan PadovaLiana NESTA, avvocato dell’Associazione LessNdjock ‘NGANA, giornalista ghaneseGianluca NICOLETTI, conduttore di Golem su Rai Radio UnoGiovanni NICOLINI, sacerdote, ex direttore Caritas BolognaMarino NIOLA, docente di antropologia culturale all’università SuorOrsola Benincasa NapoliAntonio NIZZOLI, responsabile dell’Osservatorio di Pavia Media Research

OFranco OLIVA, giornalistaCarla OSELLA, presidente dell’Aizo Torino

PGiuseppe PACE, direttore dell’Agenzia DireAlberto PACHER, sindaco di TrentoGigi PADOVANI, giornalista de “La Stampa”Marcelle PADOVANI, giornalista del settimanale francese Le nouvelobservateurFrancesca PADULA, giornalista de Il Sole 24 oreMaurizio PAGANI, presidente Opera Nomadi MilanoMaurizio PAGLIALUNGA, presidente dell’Ordine giornalisti VenetoIda PALISI, giornalista dell’agenzia Redattore sociale, direttrice di Napo-licittasociale.itDario PALADINI, giornalista di Terre di mezzo e dell’Agenzia RedattoresocialeAnnibale PALOSCIA, vicedirettore di AvvenimentiMassimiliano PANARARI, docente all’università di Modena e Reggio EmiliaAndrea PANCALDI, responsabile Centro documentazione handicap BolognaGiacomo PANIZZA, sacerdote, presidente della comunità Progetto SudLamezia Terme

Raccontare come va il viaggio

212

Page 208: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Giorgio PAOLUCCI, caporedattore centrale di AvvenireMariangela PAONE, giornalistaGuido PAPALIA, procuratore di VeronaLazzaro PAPPAGALLO, giornalista del Tg3, consigliere dell’Associazio-ne stampa romanaElena PARASILITI, direttrice di Terre di mezzoMatteo PASQUINELLI, progetto Rekombinant Vittorio PASTERIS, giornalista, esperto di media digitaliAntonella PATETE, giornalista di Redattore socialeWalter PASSERINI, vicedirettore del Master in giornalismo W.Tobagi MilanoUgo PASTORE, procuratore del tribunale dei minori di AnconaPierpaolo PATRIZI, Caritas BolzanoMassimo PAVARINI, docente di Diritto penitenziario all’università di BolognaDijana PAVLOVIC, attriceFerdinando PELLEGRINI, inviato del Giornale Radio RaiFausto PELLEGRINI, vicecaporedattore di Rai News 24Angelo PERRINO, direttore di Affari ItalianiRiccardo PETRELLA, economistaSergio PIGHI, sacerdote, presidente Comunità dei Giovani VeronaAndrea PINI, storico, scrittoreGiampaolo PIROCCA, editore di A piedi TrentoAmbra PIRRI, giornalista, scrittriceMarco PISTOLATO, giornalista Rai Trentino Alto AdigeFranco PITTAU, coordinatore del Centro studi e ricerche IdosMarco PITZEN, Sicet MilanoAmedeo PIVA, responsabile Politiche sociali delle Ferrovie dello StatoEdoardo POLIDORI, responsabile del Sert di FaenzaSonia POSTACCHINI, centro documentazione dell’Agenzia Redattore socialeMarco PRESTA, conduttore de “Il ruggito del coniglio” su Rai Radio DueAntonio PREZIOSI, direttore del Giornale Radio RaiFranco PRINA, docente di sociologia della devianza all’università di TorinoAndrea PUGLIESE, direttore di ConformEnrico PUGLIESE, sociologo, direttore dell’Irpps del Cnr

RMassimo RAFFAELI, critico letterario, scrittoreAntonio RAMENGHI, vicedirettore de L’Espresso

Elenco dei relatori

213

Page 209: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

David RANDALL, giornalista, senior editor del settimanale britannicoIndependent on Sunday Andrea RAUCH, illustratore e graficoRoberto REALE, giornalista del Tg3Chiara REALI, responsabile di Lecosecambiano.org Massimo REBOTTI, caporedattore di Radio PopolareRenato REBUZZINI, sacerdote, Comunità del Giambellino MilanoMarco REGGIO, responsabile ufficio stampa Banche di Credito CooperativoEnnio REMONDINO, giornalista, inviato della RaiPaolo RESTUCCIA, giornalista, fondatore della scuola di scrittura crea-tiva “Omero”Stefano RICCI, responsabile Agenzia Res di CapodarcoAngela RICCI LUCCHI, registaDavid RIEFF, giornalista statunitensePaolo RIGLIANO, psichiatra Commissione nazionale AidsGino RIGOLDI, sacerdote, fondatore di Comunità Nuova MilanoCirus RINALDI, docente di Sociologia all’università di PalermoSalvatore RIZZO, giornalista del Giornale di SiciliaCarlo ROGNONI, vice presidente del SenatoVittorio ROIDI, segretario dell’Ordine nazionale giornalistiLuca ROMANO, giornalista coordinatore di Napolicittàsociale.itAchille ROSSI, sacerdote, scrittoreGiovanni ROSSI, presidente della FnsiLoredana ROSSI, presidente dell’associazione Trans NapoliMassimo ROSSI, presidente della Provincia di Ascoli PicenoGiovanna ROSSIELLO, giornalista del Tg1Claudio ROSSI MARCELLI, giornalista di InternazionaleClaude ROTELLI, associazione Volontarius BolzanoPaolo RUFFINI, direttore del Giornale Radio Rai e di Rai Radio UnoPaolo RUMIZ, editorialista de la Repubblica

SGianni SABBATINI ROSSETTI, presidente dell’Ordine giornalisti MarcheNanni SALIO, segretario dell’IpriIgor SALOMONE, pedagogistaRuben SALVATORI, fotogiornalistaGiovanni SANDONA’, sacerdote, direttore della Caritas di Vicenza

Raccontare come va il viaggio

214

Page 210: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Piero SANSONETTI, giornalista de l’UnitàGiancarlo SANTALMASSI, giornalistaMilena SANTERINI, docente di Pedagogia all’università Cattolica di MilanoPilar SARAVIA, Uil Roma, presidente dell’Associazione No.Di.David SARNELLI, musicistaGiovanni SARPELLON, docente all’università di GenovaMauro SARTI, giornalista dell’Agenzia Redattore sociale a BolognaSaskia SASSEN, docente di sociologia alla Columbia University di New YorkUgo SAVOIA, caporedattore cronaca di Milano del Corriere della SeraAlessandra SCAGLIONI, caporedattrice di Radio 24Fulvio SCAGLIONE, vicedirettore di Famiglia CristianaMatteo SCANNI, giornalista, master in giornalismo dell’Università Cat-tolica di MilanoSara SCARAFIA, giornalista de la Repubblica a PalermoFernanda SCARMAGNAN, giornalista free lancePietro SCARNERA, giornalista dell’agenzia Agenda BolognaGianluca SCHINAIA, giornalista, ha fondato la cooperativa FpSFederica SCIARELLI, giornalista del Tg3Antonio SCIORTINO, sacerdote, direttore di Famiglia CristianaMarianella SCLAVI, docente di Antropologia al Politecnico di MilanoLamberto SECHI, fondatore di PanoramaClaudia SEGRE, Abaxbank, vicepresidente dell’AssiomDaniele SEGRE, registaClara SERENI, scrittriceEnrico SERPIERI, responsabile area rom del Comune di RomaCaterina SERRA, giornalistaMichele SERRA, editorialista dell’Unità, fondatore del settimanale CuoreGiorgia SERUGHETTI, ricercatrice socialePaolo SERVENTI LONGHI, segretario della FnsiRenato “Kizito” SESANA, sacerdote comboniano e giornalistaRoberto SGALLA, direttore relazioni esterne del Dipartimento PubblicasicurezzaGiovanni Battista SGRITTA, docente all’università La Sapienza di RomaFranco SIDDI, segretario della FnsiMarino SINIBALDI, vicedirettore di Rai Radio 3Elena SISTI, economistaEyal SIVAN, regista israelianoMassimiliano SMERIGLIO, assessore al Lavoro della Provincia di Roma

Elenco dei relatori

215

Page 211: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Lorenza SOLDANI, autrice del progetto Lei disse sì. Due donne e unmatrimonioFilippo SOLIBELLO, conduttore di Caterpillar su Rai Radio DueMichele SORICE, docente all’università La Sapienza di RomaRenato SORU, fondatore e presidente di FiscaliIlaria SOTIS, giornalista del Giornale Radio RaiFausto SPEGNI, caporedattore di Rai InternationalRoberto SPEZIALE, presidente dell’AnffasBianca STANCANELLI, inviata speciale di PanoramaGian Antonio STELLA, giornalista del Corriere della SeraJacopo STORNI, corrispondente dalla Toscana dell’Agenzia Redattoresociale

TDorina TADIELLO, medico, suora missionaria in UgandaGuido TALLONE, Gruppo AbeleMarco TARQUINIO, direttore di AvvenireMimmo TARTAGLIA, inviato del Tg1Roberta TATAFIORE, giornalista e scrittriceElena TEBANO, giornalista del Corriere della Sera, coautrice di Diversa-mente EteroLuigi TELLATIN, sacerdote, Libera VenetoAnnamaria TESTA, pubblicitaria, docente all’università Bocconi MilanoGiulia TORNARI, editor dell’Agenzia ContrastoRoberta TORRE, registaAntonio TOSI, docente di Sociologia urbana al Politecnico di MilanoJean TOUADI, giornalistaBoban TRAJKOVIC, mediatore culturale romGiancamillo TRANI, responsabile immigrazione della Caritas di NapoliStefano TRASATTI, direttore dell’Agenzia Redattore socialeGisella TRINCAS, presidente dell’Unasam

UWendy UBA, protagonista del libro di Paola Monzini Il mio nome non èWendy

Raccontare come va il viaggio

216

Page 212: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

VMarco VACCA, fotoreporter e presidente di Fotografia&InformazioneDelia VACCARELLO, scrittrice e giornalistaFrancesco VACCHIANO, antropologo culturale del centro Frantz FanonTorinoAgostino VALENTINI, sacerdote, direttore di Vita TrentinaAntonella VALER, Bilanci di giustiziaMauro VALERI, sociologo, responsabile dell’Osservatorio su razzismo eantirazzismo nel calcioPaolo VALERIO, docente di Psicologia clinica all’Università Federico IIdi Napoli Erica VALSECCHI, educatriceVincenzo VARAGONA, giornalista di Rai Marche, segretario del SigimPaolo VARI, registaMario VATTA, sacerdote, Comunità di San Martino al Campo TriesteMassimo VERGNANO, pubblicitario, presidente dell’Agenzia Sudler &Hennessey EuropaCarlo VERNA, segretario dell’UsigRaiMatteo VINCENZONI, caporedattore cronaca di Roma de Il TempoMarco VITALE, economistaMarco VOLPATI, commissione giuridica dell’Ordine nazionale dei giornalistiOttavia VOZA, Presidente di Arcigay Salerno e responsabile nazionaleArcigay per i diritti dei trans

WMatteo WINKLER, docente di Diritto internazionale all’Università Boc-coni di Milano, Rete LenfordSeble WOLDEGHIORGHIS, Comune di Milano

YLin Jian YI, coordinatore per il Nord Italia di Associna

ZGiorgio ZANCHINI, giornalista di Rai Radio Tre

Elenco dei relatori

217

Page 213: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Jacopo ZANCHINI, giornalista di InternazionaleLorella ZANARDO, formatrice e docente, autrice del documentario Ilcorpo delle donneMaxia ZANDONAI, giornalista di Rai LombardiaSergio ZAVOLI, giornalista, scrittore e politicoFulvio ZENDRINI, responsabile comunicazione del progetto Le cosecambiano Leonardo ZEGA, sacerdote, direttore Famiglia CristianaVincenzo ZENO ZENCOVICH, docente di Diritto privato all’univer-sità di Sassari e CagliariMussie ZERAI YOSEF, sacerdote, presidente dell’Agenzia HabeshiaFrancesco ZIZOLA, fotografo e giornalistaGigi ZOPPELLO, giornalista dell’AdigeGiovanni ZOPPOLI, Centro Mammut di NapoliEmanuela ZUCCALÀ, giornalista e video-maker

Raccontare come va il viaggio

218

Page 214: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Ringraziamenti

I seminari di Redattore sociale non avrebbero potuto svolgersi negli annisenza il supporto economico, la collaborazione e il patrocinio di diversisoggetti.

SponsorCoop, Banche di Credito Cooperativo, Microsoft, Ferrovie dello Stato,Terna, Corepla, Edenred, Banca Prossima, Banca popolare di Milano,Eni, Ncr, Sopra group, Red.

FondazioniFondazione Unipolis, Open society Foundations, Fondazione Cariplo,Fondazione Carifermo, Fondazione Vodafone Italia.

Professione giornalisticaOrdine nazionale dei giornalisti, Ordini regionali dei giornalisti di Lom-bardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Campa-nia, Sicilia, Sardegna.Federazione nazionale stampa italiana, UsigRai, Associazione Stampatrentina, Associazione lombarda dei giornalisti, Sindacato giornalistiVeneto, Associazione Stampa romana, Sindacato giornalisti Marche.Master in giornalismo “W. Tobagi” Università degli studi di Milano/Ifg,Master in giornalismo Università Cattolica del Sacro Cuore, Master bien-nale in giornalismo Università Iulm, Master in giornalismo Lumsa diRoma, Scuola superiore di Giornalismo Luiss, Master in Giornalismo eComunicazione pubblica Università Tor Vergata, Master biennale diGiornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Scuolapost laurea in Giornalismo dell’Università di Salerno.

TestateInternazionale, Lo straniero, Terre di mezzo, Affari Italiani, Napolicittà-sociale.it.

219

Page 215: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

AssociazioniComunità di Capodarco, Cnca, Cnca Lombardia, Cnca Veneto, CncaTrentino Alto Adige, Villa Sant’Ignazio, Anffas Milano, Ledha, PremioPaolo Volponi, Parsec, Idos, Itas Trento, Gesco Gruppo di imprese socia-li, Caritas di Napoli, cooperativa Dedalus, cooperativa Casba, associazio-ne Less, associazione Priscilla, associazione Caracoles, associazioneSconfinamenti, Cooperazione internazionale sud sud, associazione Laiciterzo mondo.

Istituzioni pubblicheMinistero della Solidarietà sociale, Dipartimento Pari opportunità, Unar,Provincia di Milano, Provincia di Ascoli Piceno, Regione Lombardia,Regione Marche, Provincia autonoma di Trento, Provincia di Roma-Scuola del sociale, Comune di Trento, Comune di Milano, Comune diFermo, Roma Capitale, Comune di Napoli, Comune di Palermo, Azien-da di promozione turistica del Fermano.

Un ringraziamento particolare a Andrea Rauch per la copertina di questolibro e per le immagini e la grafica di tutte le edizioni di Redattore socia-le dal 1996 al 2013.

Raccontare come va il viaggio

220

Page 216: Raccontare come va il viaggio - Redattore Sociale · disposizione le loro intelligenze e il loro tempo. Cinquecento relatori sono molti: per tutti noi è stata la dimo-strazione che

Finito di stampare nel mese di novembre 2013presso la Litografica COM soc. coop.

Capodarco di Fermo (FM)[email protected]


Recommended