+ All Categories
Home > Documents > RACCONTI DI VIAGGIO | India INDIA · India! O meglio nell’India di Delhi. Infatti ciò che...

RACCONTI DI VIAGGIO | India INDIA · India! O meglio nell’India di Delhi. Infatti ciò che...

Date post: 15-Feb-2020
Category:
Upload: others
View: 2 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
5
118 - Avventure nel mondo 2 | 2017 RACCONTI DI VIAGGIO | India Testo e foto della coordinatrice Cinzia Mancinelli R ajasthan Varanasi: la mia terza volta in India, la prima nel nord, e la prima come coordinatrice, qui. Un sogno che si realizza. E’ stato un viaggio molto desiderato e sto per realizzarlo, con degli splendidi sconosciuti, avventurieri. Descritti subito da Giulia- una giovane partecipante- all’inizio del viaggio con 15 brevi e fulminanti identikit. Andiamo dai 29 ai 60 anni: ci sia- mo conosciuti, amalgamati e ci siamo goduti un viaggio intenso, colmo di bellezza, di sensazioni, emozioni, che ognuno porterà dentro di sé. Perché come sempre, dopo un viaggio, si torna stanchi, ma arricchiti dalla conoscen- za di un paese e dai rapporti umani, colorati e vivaci che un viaggio con Anm consente di vivere. Ecco il gruppo: Cinzia, quarantenne romana, coordinatrice attenta e or- ganizzata, grande viaggiatrice, impiegata e istruttrice di yoga. Francesco, romano, quasi cinquanta, compagno di Cinzia. Guida di avventure esperto, dalle battute promette bene. Patrizia, sessantenne siciliana ma sul palco francese, av- venturiera e carismatica attrice impegnata. Claudio, cinquantenne romagnolo, silenzioso ma astuto forse perchè trafficante di diamanti. Marco, trentenne romano, buttafuori magazziniere, aria da ultrà picchiatore ma è l’orso buono del gruppo. Lorenzo, trentenne romano, infermiere a Manchester, vo- lontario in Africa, simpatico frikkettone che nega di esser- lo. Per 3 mesi in India a riso e yoga. Danilo, cinquantenne, sindacalista torinese con un fare da sociopatico ma simpatico e alla mano. Gioia, quarantenne marchigiana, estetista e impippata avventu.re/2910 INDIA RAJASTHAN-VARANASI Un sogno che si realizza
Transcript
Page 1: RACCONTI DI VIAGGIO | India INDIA · India! O meglio nell’India di Delhi. Infatti ciò che bi-sogna tenere a mente è che di India ce ne sono molte…a seconda di dove si va. Andremo

118 - Avventure nel mondo 2 | 2017

RACCONTI DI VIAGGIO | Iran RACCONTI DI VIAGGIO | India

Testo e foto della coordinatrice Cinzia Mancinelli

Rajasthan Varanasi: la mia terza volta in India, la prima nel nord, e la prima come coordinatrice, qui. Un sogno che si realizza. E’ stato un viaggio

molto desiderato e sto per realizzarlo, con degli splendidi sconosciuti, avventurieri. Descritti subito da Giulia- una giovane partecipante- all’inizio del viaggio con 15 brevi e fulminanti identikit. Andiamo dai 29 ai 60 anni: ci sia-mo conosciuti, amalgamati e ci siamo goduti un viaggio intenso, colmo di bellezza, di sensazioni, emozioni, che ognuno porterà dentro di sé. Perché come sempre, dopo un viaggio, si torna stanchi, ma arricchiti dalla conoscen-za di un paese e dai rapporti umani, colorati e vivaci che un viaggio con Anm consente di vivere.Ecco il gruppo:Cinzia, quarantenne romana, coordinatrice attenta e or-ganizzata, grande viaggiatrice, impiegata e istruttrice di yoga. Francesco, romano, quasi cinquanta, compagno di Cinzia. Guida di avventure esperto, dalle battute promette bene.Patrizia, sessantenne siciliana ma sul palco francese, av-venturiera e carismatica attrice impegnata. Claudio, cinquantenne romagnolo, silenzioso ma astuto forse perchè trafficante di diamanti.Marco, trentenne romano, buttafuori magazziniere, aria da ultrà picchiatore ma è l’orso buono del gruppo. Lorenzo, trentenne romano, infermiere a Manchester, vo-lontario in Africa, simpatico frikkettone che nega di esser-lo. Per 3 mesi in India a riso e yoga.Danilo, cinquantenne, sindacalista torinese con un fare da sociopatico ma simpatico e alla mano.Gioia, quarantenne marchigiana, estetista e impippata

avventu.re/2910

INDIA RAJASTHAN-VARANASI

Un sogno che si realizza

Page 2: RACCONTI DI VIAGGIO | India INDIA · India! O meglio nell’India di Delhi. Infatti ciò che bi-sogna tenere a mente è che di India ce ne sono molte…a seconda di dove si va. Andremo

Avventure nel mondo 2 | 2019 - 119

RACCONTI DI VIAGGIO | India

con pratiche ayurvediche. Soffre il pullman e ci fa ridere. Francesca, trentenne marchigiana, naturopata nerd e un po’ naif. Veste di rosa e di leopardato, ma è una entusiasta.Grazia, cinquantenne lombarda, allevatrice e istrut-trice yoga. Viaggiatrice curiosa ma non rumorosa.Massimo, trentenne valtellinese, produttore di mele-kiwi-patate. Al-ternativo e bevitore. Un tipo giusto. Jessica, trentenne valtellinese, compagna di Massimo. Garbata e sorridente, si lascia trasportare.Fabio, quarantenne toscano, sim-patica guida turistica. Compagnone al punto giusto.Katya, quarantenne tedesca, com-pagna di Fabio. Fa il saluto al sole, parla poco ma fa molti “click”.Giulia, trentenne romana, designer e cooperante in Africa. Attenta e generosa, a tratti rumorosa, trasci-natrice di folleEccoci qui! Aggiungo che Giulia, davvero speciale, c’ha visto bene e subito, e soprattutto, è stata molto generosa nella descrizione dell’età di ciascuno di noi! Fantastici, brevi e pertinenti ritratti di un gruppo che non scorderò facilmente.Ma ecco cosa abbiamo fatto, in giro per il Rajsthan con un pulmino e tanta tanta curiosità.4 Gennaio –Italia-New Delhi: chi parte da Milano raggiunge Roma Fiumicino in aereo. Con la maggior parte ci incontriamo a Fiumicino, banco AnM, con Patrizia e Lorenzo, l’incontro è rimandato a Delhi: sono già entrambi in India per motivi differenti, ed entrambi ci rimarranno. Carichi, contenti, si parte. Il volo è abbastanza in orario. Arriveremo la mattina del 5/1 gennaio a Delhi, in orario ma sfiniti (viaggiato con bambini piangenti).Il viaggio si sviluppa nella parte nord di quell’enor-me paese che è l’India. Lo stato del Rajasthan è la parte più abituata al turismo, e ce ne accorgeremo. E’ anche la parte “araba” dell’india, perché qui gli arabi sono arrivati intorno al 700 d.c. e ci sono ri-masti fino ai Moghul, che nel 1858 furono deposti dagli inglesi, che fecero dell’India una vera e propria colonia britannica.5 Gennaio Delhi-city tour: Atterrati a Delhi per le 7.15, sbrighiamo le formalità doganali facendo file lunghe ma scorrevoli, e alle 9 siamo fuori e troviamo ad attenderci il corrispondente. Andiamo al primo bus che ci porterà in hotel per lasciare i bagagli, rin-frescarci e partire per la visita di Delhi.E’ chiaro da subito che dobbiamo lasciarci andare al mood indiano: che è fatto di caos, rumori, tante gente, sempre in giro, tanti mezzi di trasporto, dal bus, alle biciclette, alle moto, passando per i tuk tuk e le auto, tutti insieme e che, tutti insieme, vogliono passare nello stesso momento nello stesso pezzet-tino di strada, suonando tutti insieme il proprio clac-son! Sarà questo il rumore che ci accompagnerà, ma che impareremo anche in qualche strano modo ad amare: è l’India!Siamo un po’ stanchi dal volo, e oltre ai rumori, sono gli odori che ci avvolgono e ci stordiscono ancora di più …

Prima tappa la Moschea Jama Mashid in pieno centro. Spoglia e grande, offre una vista sulla zona sottostante, sul Chadni Cwok: la zona bazaar. Caoti-ca, trafficatissima. Ci avventuriamo a piedi e siamo travolti dalle persone, dai motorini e non sappiamo bene da che parte girarci: un tuffo intensissimo in India! O meglio nell’India di Delhi. Infatti ciò che bi-

sogna tenere a mente è che di India ce ne sono molte…a seconda di dove si va.Andremo ad ammirare il Red fort, che è in ristrutturazione, e non ce la sentiamo di entrare. Poi andiamo al Raj Ghat bello e silenzioso è la tom-ba del Mahatma Gandhi, uno dei luo-ghi più visitati di Nuova Delhi. Una tappa al memoriale che omaggia il grande personaggio, politico e filo-sofo indiano. Costruito sulla riva oc-

cidentale del fiume Yamuna, nel punto esatto in cui i resti di Gandhi furono cremati il 31 gennaio 1948, il giorno successivo al suo assassinio compiuto da un fanatico indù radicale con tre colpi di pistola. Sito silenzioso (una rarità in India), molto ben tenuto e che porta a riflettere. Humayun Tomb, DelhiPoi andiamo alla Humayun Tomb, prototipo del Taj Mahal: si rivela un sito bellissimo, anch’esso silen-zioso, interessante per entrare in confidenza con l’arte moghul, che ritroveremo nel corso delle tappe del viaggio.E’ gennaio, ed alle 17.00 ci aspetta il tramonto: andiamo al tempio del Loto per poterlo vedere, ma da fuori, è buio, è già chiuso. Peccato meritava una visita.Alle 18,30 ritorniamo in albergo, dove decidiamo di cenare: la prima buona cena indiana. La stanchezza sta arrivando come un macigno, in un’oretta abbia-mo cenato e siamo in camera, abbiamo bisogno tutti di una bella dormita.6 Gennaio Delhi-Jhunjunju- Mandawa: 8,30 circa partenza da Delhi. Inizia così il viaggio vero e pro-prio. Prima sosta nella piccola cittadina di Jhunjunju dove passeggiamo per le vie in cerca delle prime vecchie haveli che si riconoscono facilmente da fuori. Purtroppo tutte in stato di abbandono, tranne una scovata per caso in una traversa della strada del mercato e che visiteremo lasciando al custode una mancia. Mangiamo i primi Samosa del viaggio: simili a dei “panzarotti”, sono di forma triangolare, bollenti, speziati, piccanti. Si tutto insieme! Prima di ripartire, andiamo al tempio Rani Sata temple, mo-derno ma bello: ci sono solo persone del luogo, e la dedizione che si respira pare autentica. Ripartiamo e arriviamo a Mandawa verso le 17.00. è già quasi buio, ma dopo avere poggiato i bagagli in hotel, (un bellissimo haveli adattato ad hotel), con una guida locale Jeetu, andiamo a fare il tour delle haveli. Oltre a questo, ci porta pure nel suo negozio di pashmine. Inizia lo shopping, un po’ ci disturba, un po’ com-priamo qualcosina tutti... 7 Gennaio Mandawa-Fathepur- Bikaner Deshnok: partiamo per le 8,30 insieme ad una neb-bia fitta che ci accompagnerà fino a Fatephur, dove vedremo altre haveli.

INDIA RAJASTHAN-VARANASI

Un sogno che si realizza

Page 3: RACCONTI DI VIAGGIO | India INDIA · India! O meglio nell’India di Delhi. Infatti ciò che bi-sogna tenere a mente è che di India ce ne sono molte…a seconda di dove si va. Andremo

120 - Avventure nel mondo 2 | 2019

Ripartiamo per Bikaner e alle 13,30 siamo davanti al Forte: il nostro prima forte indiano, per i quali è famoso il Rajasthan. Questo è in pieno centro cit-tadino, ovverosia nel caos. Decidiamo di mangiare qualcosa e poi, ci raggiunge Mohamed, la guida, par-cheggiamo ed entriamo nel forte Junagarh: bellissi-mo, grande, la guida ci aiuta a restare uniti. Ci vuole almeno un’ora per la visita. Con il bus ci spostiamo, ma poi per addentrarci nei vicoli cittadini, prendiamo i tuk tuk e così arriviamo nella città vecchia: haveli ed un bel tempio jainista. E poi, un tempio, famoso, agognato e temuto da tutti: il tempio dei topi!!!! A Deshnok.Il tempio dei topi è un’esperienza strana. Sono tan-tissimi…Non danno fastidio, evidentemente ben abituati alla presenza umana (molti gli uomini che se ne prendono cura e addirittura li coccolano…) forse dentro c’è un odore forte. Entriamo: il tempio non è molto grande, ma i topi sono centinaia!!!! Ven-gono nutriti e coccolati: hanno a disposizione gran-di vassoi pieni di latte. Pare che se ti passano sui piedi vuol dire che sei fortunato; andiamo anche nel sancta sanctorum dove intorno alla fila di persone che entrano, ce ne sono davvero tanti: in realtà sono dappertutto! In molti riusciamo a vedere il topolino bianco, dicono che porti fortuna. Siamo entrati tutti, a nessuno hanno fatto ribrezzo, sebbene una parte-cipante sia uscita quasi subito.Per le 20.00 ritorniamo a Bikaner, cena a buffet, buo-na e abbondante, poi con i tuk tuk in Hotel, bello e moderno. E cotti!8 Gennaio Bikaner-Pokaran-Bada Bagh-Jaisal-mer: Facciamo colazione e alle 8,00 si parte col bus, verso il forte di Pokaran dove arriveremo dopo pranzo. Pranzo consumato in una specie di autogrill sulla strada, poco prima di arrivare al paese. Il Forte di Pokaran, girato da soli, ci piace tantissimo. Non è molto grande, è silenzioso, c’è solo qualche famiglia

indiana. Ci resterà nel cuore forse proprio perché piccolo e distante, tanto quanto basta, dal caos della piccola cittadina.La strada sembra buona. Sosta dell’autista per farci vedere dei cammelli: ma per ogni cosa che fai, c’è un obolo da pagare. Pertanto se il cammello vuoi fo-

tografare, l’obolo devi pagare…Ripartiamo per Jaisalmer dove alle 16.00 sia-mo ai Cenotafi Bada Bhag, un po’ fuori città. I cenotafi sono monumenti sepolcrali che vengono eretti per ricordare una persona o un gruppo di persone, sepolte in altro luogo. Sono tanti e molto belli nella luce del tramonto: tutto diventa di un colore ocra ancora più intenso. Siamo in pochi, ed il posto è davvero bello. Capiremo sempre di più come siano preziosi questi momenti passati in posti silenziosi. Per le 18.00 siamo a Jaisalmer, e prendiamo possesso delle nostre belle stanze in una vera residenza da Maraja! E’ ai piedi del centro e di una strada che porta al Forte, ci consentirà di fare tutto a piedi con maggiore autonomia per tutti. Infatti, già prima di cena siamo in giro per la cittadina.

Cenotafi Bada Bhag, JaisalmerCena nella terrazza dell’Hotel con una bella vista sul forte illuminato, poi a nanna...9 Gennaio-Jaisalmer- city tour-Khuri-Jaisalmer: colazionati, alle 9 con la Guida Balu andiamo a vi-sitare la cittadina. Giro a piedi, finalmente. Il bus è si comodo, ma può essere faticoso perché il traffico indiano è micidiale, ed è ancora più micidiale il loro modo di guidare: un viaggio nel viaggio, però!

Namastè beautiful people a Jaisalmer!Prima le Haveli Patwa ki haveli, poi verso il forte che è l’unico ad essere ancora abitato come nei tem-pi passati. E’ in effetti una vera e propria cittadina, con i suoi negozi, templi, case private. Visiteremo i due templi jainisti, ben tenuti e decorati, abbastanza tranquilli. Nonostante ci sia molto turismo indiano, il fatto che ci si sposti a piedi rende la folla più tol-lerabile e tranquilla. La guida ci porta in un negozio di pashmine…e qui il gruppo si scatena in compere

quasi compulsive! Anch’io compro due pashmine: sono tutte coloratissime, bellissime e sembrano economiche. Ce ne sono di tutti i prezzi, per tutte le tasche, di tanti, tan-tissimi bei colori e fantasie da stordirci (ed anche da uomo!).Un po’ di street food, e poi per le 17.30 siamo in hotel: in 4 decideranno di fare la gita nel deserto con cammel tour, e l’autista li porterà a Khuri. Gli altri sparsi per la cittadina, in hotel, insomma c’è un po’ di tempo libero per tutti.Cena in un piccolo e simpati-co ristorante nel centro città: abbiamo mangiato il tali (quel piatto grande che contiene tante ciotoline piene di riso,

legumi etc). Per alcuni non è stata sufficientemente abbondante come cena, però è caratteristica ed al-meno una volta consiglio di provarla.Il Tali10 Gennaio Jaisalmer- Mandore gardens-Jodhpur: partiamo alle 8.00 a malincuore. La citta-

dina di Jaisalmer ci ha catturato il cuore, per la bel-lezza e forse anche per l’opportunità di poterla girare a piedi, che ha fatto si che la potessimo assaporare meglio. Prima di lasciare Jaisalmer andiamo sul lago Gadi Sagar: bellissimi ghat, con una luce molto bella, poco dopo l’alba.Andiamo verso Jodphur, passando dai Mandore gar-dens dove arriveremo per le 13.00. Devo dire che sono belli sia i giardini sia i cenotafi, però visto lo stato delle strade ed il tempo che ci si mette, rag-giungere ogni meta è una conquista! Soprattutto dell’autista!.Alle 15,00 siamo al Forte Mehrangarh, dove con le audio guide facciamo un tour in libertà. Il forte è bellissimo, molto grande, pieno di turisti, e con un book shop che vende cose bellissime. Forse qualche souvenir carino è meglio comprarlo qui: abbiamo ac-quistato delle eleganti confezioni di the e delle belle cartoline.Andiamo in albergo, per raggiungerlo dobbiamo prendere dei tuk tuk. Jodphur è un girone dantesco perché le strade vicino all’hotel e alla Torre dell’o-rologio sono tutto un bazaar. Io non mi sento molto bene e non andrò a fare il giro come gli altri del grup-po. Qui la febbre da shopping ha contagiato molti!!! Ma ricordatevi che contrattare è d’obbligo, ma è pure un’arte che non tutti sanno esercitare. Ceniamo a buffet in hotel. Buona cena e tutti a nanna. 11 Gennaio Jodhpur- Pushkar-Jaipur : lasciamo l’hotel con i tuk tuk e per le 8.00 siamo di nuovo in viaggio, direzione Pushkar. Dove arriveremo verso le 13.10, facciamo un giro per la cittadina, molto turistica e piena di banca-relle dal gusto occidentale. Sinceramente cogliere l’aspetto sacro e devozionale è difficile. Forse biso-gnerebbe passarci più giorni. Comunque andiamo ai ghat e facciamo una puja con offerta al “baracchi-no”, dove ci assicurano, che andrà in beneficienza! Non riusciamo a visitare uno dei pochi templi indiani dedicati a Brahma, perché chiuso all’ora di pranzo. Decidiamo di non aspettare l’apertura prevista per le 15.00. Rinunciare non è semplice, ma lo stato delle strade indiane non ci consente di fare tardi: ed io voglio assolutamente evitare di far guidare l’autista con il buio.A PuskharLa scelta sarà corretta: nonostante questo arrivere-mo all’albergo di Jaipur solo alle 19.00! Il traffico per entrare in città è terribile: bloccati a passo d’uomo per circa 20 km! Prendiamo le stanze e decidiamo di andare a cena al vicino ristorante, tipo tavola calda. Una delle cene più economiche e più buone: si vedo-no i piatti che si ordinano. Io, già un po’ provata dallo speziato indiano, mi lancio e ordino il purè di patate: buonissimo!!! Il gruppo si sta affiatando sempre più.

RACCONTI DI VIAGGIO | India

Page 4: RACCONTI DI VIAGGIO | India INDIA · India! O meglio nell’India di Delhi. Infatti ciò che bi-sogna tenere a mente è che di India ce ne sono molte…a seconda di dove si va. Andremo

Avventure nel mondo 2 | 2019 - 121

RACCONTI DI VIAGGIO | India

E’ bello stare insieme.12 Gennaio Jaipur-Amber Fort- city tour e tem-pio delle scimmie fuori città: alle ore 8,00 appun-tamento con la guida Vaseem che parla benissimo italiano: prima tappa Palazzo del vento, andiamo ve-locemente al Forte di Amber perché vorremmo tutti salire in elefante: ma purtroppo c’è troppa fila e deci-diamo di salire a piedi. Una passeggiatina di circa 15 minuti, facile e forse ci fa pure bene. Ma l’elefante è un sogno che rimarrà tale (pare che non sia vero che siano maltrattati).Il forte è molto grande, vedere gli elefanti che salgo-no, è divertente. Incontriamo anche numerosi ven-ditori ambulanti, hanno veramente di tutto, e sono molto, troppo insistenti se viene data loro un mini-mo di confidenza. Qui abbiamo la prova provata che l’occidentale è visto come un soldo che cammina. E non bisogna mai cedere alla tentazione di fare l’e-lemosina. Sarebbe un grave errore proprio a spese delle persone che pensiamo di aiutare. Dedichiamo un paio d’ore alla visita guidata poi andiamo ad am-mirare il Palazzo dell’acqua dalle rive del lago.Breve spuntino, in una gioielleria dove ci porta la guida (ci offrono bibite e buonissime samosa). E qualcuno compra. Io compresa mi sono regalata un sottile giro di ametista per 20€. Poi si va verso il centro a visitare l’Osservatorio astronomico, Jantar Mantar. Posto surreale, ed interessante. Poi solo in 2 vanno a visitare il palazzo reale. Tutti gli altri ci si sparpaglia: bazaar, spezie, cibo. Prima di tornare in hotel, andremo al Tempio delle scimmie: pieno di scimmie, decadente e silenzioso verso l’ora del tramonto. Molti giocheranno con le scimmiette, non sono aggressive. Poi verso le 18.00 si torna in hotel, e tramite la guida riceviamo un sorprendente invito a partecipare ad un matrimonio indiano!! Che bella sorpresa! E’ il matrimonio di un ricco indiano e lo spettacolo che vedremo tra musica, cibo, e “loca-tion” ci lascerà storditi e felici! Chi andrà a nanna per le 22.30, in 3 torneranno più tardi per aspettare la sposa! Sfarzo, lusso, bellezza, ma anche generosità ad aprire le porte a perfetti sconosciuti come noi! Ne resteremo tutti abbagliati e sarà una delle esperien-ze più frizzanti del viaggio! Un bellissimo ricordo da conservare.

Al matrimonio indiano13 Gennaio Jaipur-Pozzo di Abhaneri-Fatehpur Sikri-Agra: partiamo per le 7,30 ed alle 9,30 siamo al pozzo di Abhaneri: bellissimo. Uno dei siti più belli del viaggio! Sembra un’illustrazione di Escher: un immenso pozzo a gradoni che va assolutamente vi-sto! Poi andiamo a Fathepur Sikri dove visitiamo que-sta città voluta da Akbhar, il Grande, ma abitata solo per 15 anni. E’ una città intatta, ma forse proprio per questo l’abbiamo trovata senza anima. Pranziamo e per le 15.30 ripartiamo: la meta è il Taj Mahal….. una sorte di elettricità incomincia a serpeggiare tra il gruppo. E’ il top del viaggio. Ammetto di provare un brivido al pensiero che potrebbe deludermi, avendo-lo già visto tante volte in tante riproduzioni….Arriviamo ad Agra, ai giardini Metab Bagh sulle rive del fiume sacro Yamuna, sulla sponda opposta del Taj Mahal, verso le 17.00. Visto l’orario non entriamo nei giardini che sono a pagamento e stanno per chiude-

re, così mi metto alla testa del gruppo e percorriamo il sentiero che porta al fiume. Stanno facendo dei la-vori per pavimentare tutto, e quando arriviamo sulla sponda e avvistiamo il Taj Mahal, siamo a nostra vol-ta avvistati da una guardia che ci fischia intimandoci di andarcene. Ma impavidi restiamo il tempo di fare le foto, insieme ad altri occidentali. Il Taj Mahal appare davvero grandioso. Comunque c’è foschia. Ed io inizio a pregare affinché la mattina dopo all’alba non ci sia la tanto temuta nebbia!Anche Agra è una trappola di traffico. Arriviamo in hotel che è nella zona pedonale. Molto comodo per raggiungere il Taj Mahal a piedi. Decideremo di ce-nare in hotel, e dopo con alcuni mi avvio a esplorare l’ingresso al Taj. Sono circa 10/15 minuti a piedi: ottimo. 14 Gennaio Agra-Taj Mahal-Orcha: Il giorno è arrivato! Oggi si visita il Taj Mahal!Alle 6,00, a piedi, andiamo al Taj Mahal, ci arriviamo in 10 minuti, acquisto subito i biglietti, e poco dopo le 7,00 siamo dentro, e sarà una splendida giorna-ta senza nebbia e con pochi turisti! Lo spettacolo è grandioso, siamo tutti eccitati come bambini. Teme-vo di poterne rimanere delusa per averlo visto in foto tante volte, ed invece è bellissimo, maestoso, gran-de, un inno all’amore? E’ un mausoleo fatto costruire nel 1632 dall’imperatore moghul Shah Jahan in me-moria della moglie preferita Arjumand Banu Begum, meglio conosciuta come Mumtaz Mahal, morta men-tre dava alla luce il 14° figlio. Riusciamo a vedere il sito con tranquillità, scattando decine, decine di foto. Siamo tutti abbastanza stregati dal posto! Anche qui molto turismo indiano.

Alle 9,30 rientriamo in hotel, colazione, e alle 10,00 partiamo, destinazione Orcha, dove arriveremo verso le 16.30.Orcha sarà una bellissima scoperta: i palazzi decisa-mente decadenti in mezzo al verde e vicino al fiume ci regalano scorci bellissimi, e solitari. Vedere il tra-monto con i templi sullo sfondo sarà una delle altre cose più belle del viaggio! Dopo i palazzi (Jehangir Palace e Kings Palace) andiamo al locale tempio dove assistiamo alla puja serale: siamo osservati da tutti, ma ci sentiamo accolti senza giudizio. Poi in hotel un po’ fuori città: bello, in un parco. La zona archeologica della città è ampia e meriterebbe un giro in bici! Se ci tornerò, resterò più a lungo.Zona archeologica di Orcha15 Gennaio Orcha-Khajuraho: alle 8 lasciamo l’hotel ed andiamo ai Ghat ed ai Cenotafi di Orcha, vicini gli uni agli altri. Siamo fortunati: è pieno di fe-deli che fanno le abluzioni votive nel fiume. C’è una bella e sincera atmosfera di dedizione e fede. Siamo tutti conquistati dal posto, e ci dispiace molto andar-cene, ma ci consideriamo fortunati di averci passato del tempo senza fretta.

La strada sarà lunga ma a tratti è piacevole sotto grandi alberi e dentro a campi coltivati a senape, pare (i campi verdi sono pieni di bei fiorellini gialli!). Alle 13.15 siamo in hotel a Khajuraho, molto felici di avere tempo da far scorrere senza correre. Ci aspetta una storica guida di Anm. I templi ovest di Khajuraho sono ottimamenti tenuti (sono Patrimonio

Unesco, come il Taj Mahal). Mangiamo qualcosa e poi visitiamo i templi del Kama-sutra (trattato del piacere)…ma che dire si belli, divertenti anche forse per le battute inevitabili…ma ho visto templi molto più belli nel sud dell’India. Piacciono, ma nessuno è entusiasta.Facciamo un giro nella città vecchia, dove per caso troviamo in una casa anche un negozio….poi tempo libero per acquisti. Decidiamo di cenare da Bella Ita-lia: incominciamo ad essere saturi del cibo indiano, davvero dai sapori molto forti. Pizza margherita e tagliatelle al pomodoro: ottime per essere dove sia-mo! Torniamo in hotel a piedi: circa 15 minuti, ma fa decisamente freschetto!16 Gennaio Khajuraho-game drive-Varanasi: con la sveglia alle 5.00, solo in 3 andranno a fare il ga-me-drive per avvistare la tigre. Tutti gli altri sveglia, colazione in hotel (ci faremo preparare la doggybag della colazione per i tre della tigre). Il safari ha dato i suoi frutti: hanno visto la tigre e quando li recuperia-mo all’ingresso del parco, sono infreddoliti ma felici!Alle 9,30 inizia quello che si rivelerà un viaggio sen-za fine verso Varanasi: troveremo blocchi di tir lunghi decine di chilometri! Arriviamo verso le 23.00 a Vara-nasi!! Sfatti ma non isterici, per fortuna! Alloggiamo vicino all’Assi Ghat. Prendiamo possesso delle stan-ze e tutti a dormire…appuntamento comodo verso le 9.00.17 Gennaio Varanasi : questo sarà il primo dei 2 giorni più una mattinata che passeremo a Varanasi, la città più santa per gli indù. La giornata inizia con colazione libera: chi in hotel, chi comprando biscotti in uno dei numerosi negozi vicino all’hotel. Decidia-

Page 5: RACCONTI DI VIAGGIO | India INDIA · India! O meglio nell’India di Delhi. Infatti ciò che bi-sogna tenere a mente è che di India ce ne sono molte…a seconda di dove si va. Andremo

122 - Avventure nel mondo 2 | 2019

mo di recarci tutti insieme all’Assi ghat che dista 5 minuti a piedi dall’albergo, che non affaccia sul Gan-ge (sistemazione adatta ai mesi più freddi, si evita di trovare stanze umide e gelate).Dall’Assi ghat risaliamo verso nord in una bella e piacevole passeggiata: con sorpresa scopriamo che i Ghat sono luoghi tranquilli, ed ospitano una variega-ta umanità. Dall’indiano devoto e sincero che fa puje ed abluzioni varie, da solo o in compagnia, ai sedi-centi e alquanto esibizionisti pseudo santoni dediti a fumare la qualunque e che spesso chiedono soldi per una foto, ai numerosi occidentali, molti persi in altri viaggi.La passeggiata è piacevole, c’è un tiepido sole e riusciamo ad acquistare un ritmo lento adatto alla città: ci vuole tempo per entrare nel suo mood, non è semplice. Camminando arriviamo al primo ghat delle cremazioni, ed è abbastanza commovente. Continu-iamo fino al Dashashwamedh ghat (dove ogni sera alle 18.00 c’è una meravigliosa puja con 7 brahmini, che dura 1 ora) brulicante di persone di tutte le raz-ze, e pieno come tutta Varanasi di mucche, vacche, bufale ovunque. Ed infine poco oltre arriviamo al Ma-nikarnika Ghat, quello principale per le cremazioni. Cadaveri avvolti in lenzuoli bianchi, parenti affran-ti, mucche, cani, fumo, odore diverso, puje, offerte, preghiere…senza sosta tutti i giorni, tutte le notti, 365 giorni l’anno. Ci fermiamo, finalmente silenziosi. Qualcosa più grande di noi avvolge tutto. Più grande, più rarefatto, decisamente immateriale, ma in qual-che modo tangibile.Nel silenzio che permette l’ascolto forse ognuno di noi è posto davanti all’ultimo viaggio del corpo e dell’anima: ci si creda, non ci si creda, in ogni caso qui la morte è davanti a noi, mostrata, non esibita, e mai come qui arriva forte e diretto il concetto che fa parte della vita. Che toccherà a tutti, che va solo accettata. Un punto di vista diverso per noi occiden-tali, poiché nella nostra cultura, la morte è spesso allontanata, rimossa, o peggio mistificata e negata. Colpisce questo rapporto naturale che gli indiani hanno con questo momento di passaggio, dal corpo fisico alle ceneri, e chissà l’anima, forse osservare porta maggiore consapevolezza anche a noi, e può aiutarci a coltivare la gratitudine per ogni istante della vita, sia esso felice o difficile. La vita è bella, sempre, insomma.

Dopo questi lunghi momenti meditativi, dove la chiacchiera del gruppo si disperde nel vedere le pire con i cadaveri, ritorniamo sui nostri passi e ci perdia-mo tra i vicoli di Varanasi che brulicano di persone e di negozietti che vendono ogni genere di cose. Poi decidiamo di dare spazio al corpo ed andiamo a mangiare. Siamo vicini ad un ristorante con una bella terrazza vista Gange. Ci pare adatto a rifocillarci. Tro-viamo anche posto, e tra un hamburger vegetariano e dei buoni noodles il pranzo scorre via.Nel pomeriggio ci sciogliamo: molti andranno per negozietti a fare incetta di oggetti vari. Io rientrerò in hotel, ma l’appuntamento per me è andare a vedere la puja al Dashashwamedh ghat. Rientrando a piedi in hotel, decido di prendere un tuk tuk per arrivare al ghat per la puja. Consiglio di andarci: non è per turisti, è pieno di indiani, ed i gesti nel rito compiuto

dai 7 brahmini è coinvolgente anche per pro-fani come noi. Il tutto è accompagnato dalla recitazione di mantra, dal suono incessante di tamburi e campanelle. In questo periodo inizia alle 18.00, dura un’ora, ed è meglio arrivare verso le 17.15 e prendere posto nelle sedie che vengono disposte davanti “agli altari”. Le sedie non sono “booked” come tentano di far-mi credere, ma sono free per tutti. Chi vi farà credere che sono booked è perché cercherà di vendervi a 200 rupie il posto sulla barca sul Gange. E’ stato bello trovare posto tra gli indiani: estrema-mente stupiti di scoprire a quante rupie a noi turisti vendevano i fiori da offrire al Gange: 50 rupie, contro le 10 per loro. La dura vita del turista! Rientro in ho-tel, dove per le 19.30 è l’appuntamento per andare a cena. Si mangia bene, vicino l’hotel, poi tutti a nanna.18 Gennaio- Varanasi: Alle ore 6,00, Sara, la ragazza del Centro Risorse India, viene a prenderci in hotel per accompagnarci nel tour “Dentro il Samsara”. In-sonnoliti e ben coperti perchè fa freddo, (e con qual-che biscottino) saliamo sulla barca a noi riservata all’Assi ghat, e che sarà portata a remi da un indiano magro magro ma forte. Lo spettacolo è bellissimo. Non siamo gli unici a fare questa gita, ma farla su una barca a remi consente di non avere rumori di motori: è tutto poetico.

Assistiamo al sorgere del sole e al Gange, la Madre Ganga, che cambia colore insieme al cielo che passa da grigio al rosa e così via. Sonno o meno siamo un po’ in silenzio, e non facciamo altro che fotografare. Non mi sembra vero che sto navigando sul Gange! E’ una bella pura emozione.Sara vive a Varanasi da 7 anni, e parla Indi. Con lei ci siamo sentiti accuditi, accolti e indirizzati con sa-pienza a cogliere le sfumature della città e della sua storia millenaria complessa e sacra. E’ stato il valore aggiunto per cogliere gli aspetti anche più difficili e lontani da noi della città antica e sacra di Varanasi.Risaliamo il Gange e sbarchiamo all’altezza del ghat delle cremazioni, il Manikarnika. Sara ci conduce in alto così che possiamo guardare tutto il sito. E’ as-solutamente proibito scattare foto. Stiamo in silenzio ad osservare, a vedere parenti che si preparano alla cremazione del loro defunto. Poi Sara ci invita a bere un the chai, buono e caldo, e ci spiega un po’ di cose sulle cremazioni e sulla casta dei dom addetti a que-sto lavoro. Casta bassa ma ricca proprio in virtù di questo lavoro: chi è povero non paga la cerimonia della cremazione, ma chi ha beni, paga in base al proprio patrimonio. Il pagamento va nelle mani dei dom. Il giro prosegue nei vicoli stretti della vecchia Va-ranasi, andiamo per templi, piccoli, intimi, fino alla moschea. Da soli non saremmo arrivati fin qui, e sa-rebbe stato molto facile perderci. Con Sara è stata una piacevole passeggiata di scoperta. Raggiungia-mo viste sul Gange da lasciarci senza fiato, visitiamo minuscoli templi del tutto nascosti nei vicoli. Sara ci fa assaggiare un dolce tipico, sempre street food, che forse da soli non avremmo assaggiato, non tanto per ritrosia, ma perché non avremmo capito cosa poteva essere. Infatti, poi ci offre un cachoti: è una specie di crocchetta croccante a base di patate,

che viene sbriciolata in una ciotolina di coccio (mono uso) e irrorata di un brodo bollente a base di legumi e spezie…ottimo! Verso le 15.00 finiamo il giro con Sara. Ci lasciamo di nuovo tutti liberi, per goderci l’ultimo pomeriggio a Varanasi. C’è chi andrà a fare massaggi ayurvedici, chi a fare shopping…chi si perderà con i propri pen-sieri vicino ai Ghat delle cremazioni.Concordiamo l’appuntamento per andare a cena, ma ci incontriamo comunque prima mentre vediamo la puja all’Assi Ghat. Con i tuk tuk andiamo in un ristorante bello ed ele-gante per chiudere in bellezza, l’Aman-i-Khass dove si mangia buona carne. Mangiamo bene, ma credo che i sapori indiani ci abbiano un po’ saturato. Rien-triamo in hotel e tutti a nanna: ci sono le valige da preparare, domani si volerà verso Delhi!18 Gennaio Varanasi- Delhi: Abbiamo il volo alle 19.00 ma Sara ci consiglia di muoverci con largo anticipo, e visto quello che abbiamo passato per ar-rivare fin qui, il bus per l’aeroporto è previsto per le 13.00.Abbiamo altro il tempo da dedicare agli ultimi ac-quisti, alle ultime foto. Qualcuno in tuk tuk andrà a visitare la grande università di Varanasi, a qualche decina di minuti dall’hotel.Il gruppo però inizia a dividersi già alle 11.00: Marco rimarrà una settimana in più che passerà a Goa, ed ha un volo diverso per raggiungere Delhi e poi pro-seguire per il mare. Rimaniamo in 14, andremo tutti insieme all’aeroporto dove ci saluta pure Lorenzo, che trovato a Delhi, rimarrà un altro periodo in India. Arriviamo a Delhi e troviamo il bus con un addetto dell’agenzia.Pernottiamo in un hotel vicino all’aeroporto: acco-gliente e caldo.19 Gennaio Delhi-Italia Riposati da una tranquilla notte in comode stanze e comodi letti, per le 9.30 facciamo colazione, e poco dopo salutiamo un’altra pax che resterà in India, Patrizia. Alle 11.00 arriva il nostro bus e andiamo in aeroporto, il volo è puntuale e sono talmente lunghi i controlli, che pur partiti 3 ore prima abbiamo solo mezz’ora di tempo per gironzolare in aeroporto prima dell’imbarco. Volo in orario, e come quello dell’andata, ahinoi, pieno di bambini urlanti. Arriviamo a Roma, e ci si divide: chi va a casa direttamente, chi prenderà il volo per Mila-no.Un’Avventura densa e bella è giunta al termine. Altri ricordi da custodire, trasmettere, raccontare.Un grazie a tutti i miei compagni di viaggio: ognuno dei quali ha contribuito a fare di questo viaggio, un’ esperienza bella e indimenticabile! E grazie ad AnM!

Buon Viaggio sempre APPASSIONATAMENTE!

RACCONTI DI VIAGGIO | India


Recommended