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Rapporto cantonale sulla protezione dell'ambiente Aria · 66 Sezione della protezione dell’aria,...

Date post: 08-Aug-2020
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64 Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo · 2009 Rapporto cantonale sulla protezione dell'ambiente Aria 3
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64 Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo · 2009

Rapporto cantonale sulla protezione dell'ambiente Aria

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Rapporto cantonale sulla protezione dell'ambiente Aria

Situazione

Attualmente in Svizzera, ed anche in Ticino in particolare, gli obiettivi di protezio-ne contro l’inquinamento dell’aria stabiliti dall’Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico non sono ancora stati interamente raggiunti. Nonostante le prescrizio-ni in materia di emissioni di sostanze inquinanti e l’adozione di diverse forme d’incentivazione economica volte a ridurre le emissioni, come ad esempio la tassa d’incentivazione dei composti organici volatili o la tassa sul traffico pesante com-misurata alle prestazioni (TTPCP), abbiano permesso di ridurre significativamente le emissioni nel settore del traffico, delle economie domestiche e dell’industria, i valori limite d’immissione, che restituiscono la qualità dell’aria e stabiliti per pro-teggere la salute della popolazione e l’ambiente, sono ancora regolarmente supe-rati. Anche i carichi critici definiti a livello internazionale nella lotta contro l’acidi-ficazione di acqua e suolo, contro l’eutrofizzazione degli ecosistemi sensibili così come contro la formazione dello smog estivo e invernale sono ancora eccessivi.

Le emissioni di sostanze inquinanti sono indotte, da una parte, dalle loro concentrazioni nei gas scaricati nell’aria (fattori d’emissione specifici) e dall’altra dai loro consumi (p.es. volumi di produzione, chilometri percorsi, ecc.). L’inquinamento atmosferico può essere ridotto tramite due tipi d’intervento: le prescrizioni tecniche che agiscono sull’emissioni specifiche e il ridimensionamento delle attività inquinati. Finora i provvedimenti adottati hanno essenzialmente inte-ressato le misure tecniche, grazie all’introduzione di tecnologie d’avanguardia nella depurazione dei gas di scarico delle attività industriali, degli impianti di riscal-damento e dei veicoli a motore.

Lo spazio di manovra concesso da questo tipo di misure è però consistente solo se i consumatori modificheranno i loro comportamenti, altrimenti i migliora-menti tangibili ottenuti negli scorsi 15 anni saranno in parte vanificati dal continuo aumento dei consumi energetici, dei volumi di traffico, della produzione industria-le, della creazione di nuove unità abitative e di tutte le attività simili.

Questa evoluzione è particolarmente evidente per il settore del traffico, che rimane una delle maggiori fonti d’inquinamento atmosferico, dove ormai i benefi-ci derivanti dall’introduzione del catalizzatore nel corso degli anni ‘80 stanno per essere annullati dall’ininterrotto aumento dei volumi di traffico. In particolare la riduzione delle emissioni di ossidi di azoto è stata inferiore alle previsioni. Inoltre l’aumento del trasporto merci e l’aumento dei veicoli diesel in circolazione aumen-tano di circa un terzo le emissioni previste per il 2010.

Occorre inoltre considerare che la topografia del Ticino fa sì che le sorgenti di polveri sottili (PM10) siano concentrate in un territorio relativamente ristretto, ostacolato dalle colline e dalle montagne. Il fenomeno è poi aggravato, in inverno, dalla formazione di frequenti inversioni termiche che impediscono la ventilazione delle masse d’aria. D’altra parte l’influsso per talune sostanze da parte della Lombardia ha effetti sulla situazione dell’aria in Ticino.

Da alcuni anni sono stati introdotti dei provvedimenti di natura urgente, con i quali si mira a ridurre il miscuglio di sostanze inquinanti al quale la popola-zione è esposta durante gli episodi di smog acuto. Queste prevedono la riduzione della velocità in autostrada, interventi nel settore dell’edilizia, forestale e agricolo e nel settore della combustione della legna, con particolare attenzione ai fuochi all’aperto e ai camini che non sono fonte di calore primaria. Questa strategia è stata decisa di comune accordo con gli altri cantoni svizzeri, su proposta della Conferenza svizzera dei direttori della protezione dell’ambiente (DCPA). Il decreto esecutivo che regola le soglie di introduzione, la durata e gli ambiti di intervento per i prov-vedimenti di questo tipo è entrato in vigore nel febbraio 2007.

Con la messa in vigore del Decreto sui fuochi all’aperto e il compostaggio, nel 1987, è stato posto un freno all’abitudine diffusa di bruciare all’aperto scarti di tutti i generi. Sia la combustione di materiali sintetici che quella di scarti vegetali umidi o non idonei per una buona combustione erano causa di emissioni inqui-

Aria

3.1

< Tramonto invernalevisto dal Ghiridoneverso la Pianura Padana

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Rapporto cantonale sulla protezione dell'ambiente Aria

nanti che spesso molestavano il vicinato e che a volte deturpavano, per ore, l’aria su intere regioni. Il Decreto è stato abrogato con l’entrata in vigore del Regolamento di applicazione dell’Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (ROIAt), nel 2006. L’applicazione del divieto rimane di competenza dei Comuni. Per limitare l’uso impro-prio di deroghe è stata inoltre introdotta una direttiva28 per limitare l’incenerimento all’aperto di scarti viticoli unicamente in caso di possibili problemi fitosanitari.

3.2

3.3

Indirizzi e obiettivi

La Legge federale sulla protezione dell’ambiente (LPAmb) prevede l’allestimento di un piano dei provvedimenti29 se c’è d’aspettarsi o sono certi prevedibili effetti noci-vi o molesti dovuti a inquinamento atmosferico da parte di diverse fonti nonostan-te le limitazioni preventive. Il primo Piano di risana mento dell’aria era stato appro-vato dal Consiglio di Stato nel 1991. Il «Piano di risanamento dell’aria 2007–2016» (PRA2007), che rappresenta la seconda generazione del piano dei provvedimenti, è stato adottato dal Consiglio di Stato nel corso del mese di giugno 2007.

Misure operative

Per i contenuti del PRA2007, che raccoglie i provvedimenti ritenuti necessari per riportare la qualità dell’aria entro i limiti richiesti dall’Ordinanza contro l’inquina-mento atmosferico (OIAt), si rimanda al documento originale30. Per il presente rapporto, l’attuazione dei provvedimenti previsti dal PRA2007 costituisce quindi la principale misura operativa.

Al fine di fornire un quadro più completo delle attività svolte dall’Ufficio si elencano di seguito le altre principali attività non menzionate nel PRA2007 («Altri provvedimenti» a pag. 72). Trattandosi di provvedimenti necessari e avviati da tempo, essi costituiscono attività volte al mantenimento dello stato piuttosto che miranti a un risanamento dell’igiene dell’aria. Per questo motivo non sono con-template dal PRA2007.

28 http://www.ti.ch/DFE/DE/SezA/temi_02/consulenza/viticoltura/allegati/sche_incener.pdf 29 art. 44a LPAmb30 Il PRA2007, i risultati della consultazione e i piani di risanamento dell’aria regionali sono dispo-

nibili sul sito internet http://www.ti.ch/aria.

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Repubblica e Cantone TicinoDipartimento del territorioSezione protezione aria, acqua e suoloSezione della mobilità

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«L'aria cambia», 2008

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67 Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo · 2009

Rapporto cantonale sulla protezione dell'ambiente Aria

DPSIR Competenza Nuova misura

Nuova attività

Incorso

Effi cacia●

Diffi coltà●

Durata──●──

Investimenti Costigestionali

Priorità●

DPR CdS, DT, SPAAS, SST, SdM, Comuni

no no si 1 2 C 0 0 2

IndicatoreBasi legali art. 44a LPAmb; art. 31 e segg. OIAt; art. 5 RLaLPAmbRiferimenti

3|1 Attuazione del Piano di risanamento dell’aria 2007–2016

Nel PRA2007 le singole misure sono organizzate in vari settori (p.es. «Impianti stazionari»). Per ognuno di essi sono proposti uno o più provvedimenti necessari per limitare in modo equilibrato le emissioni, raggruppati in una o più cosiddette politiche costitutive (p. es. «Risanamento degli impianti con potenza inferiore a 1MW non conformi ai valori limite delle emissioni»; «Applicazione integrale della Direttiva aria cantieri

negli appalti e concorsi pubblici», ecc.). All’investimento a carico della Stato (circa 5 milioni di franchi di cui 3 approvati con il Messaggio n. 6022 del 22.1.2009 per il periodo 2008–2011) si aggiungono gli investimenti attuati dai privati, dalle ditte, ecc., stima-bili in circa 170 milioni di franchi. Non sono invece quantificati i benefici diretti o indiretti che ne derivano per l’economia e per la salute (vedi capitoli 3.3 e 3.4).

Le modalità di attuazione dei provvedimenti previsti dal PRA2007 sono descritte per ognuno di essi nelle singole schede, al punto «Esecuzione». Da rilevare che è in atto un controlling per la cui

attuazione è stato assunto un ausiliario (i costi sono coperti dal credito del Messaggio n. 6022). Cfr. PRA2007: Misure organizzative.

Attuazione

Si ricorda, inoltre, che diversi provvedimenti proposti al capitolo 16 perseguono anche obiettivi di protezione dell’aria.

I gruppi di provvedimenti proposti nel PRA2007 sono elencati nel seguito per una maggiore completezza del presente rapporto, assieme alle relative introduzioni.

Nel settore degli impianti stazionari31 è di capitale importanza l’OIAt, che definisce due modalità d’intervento per diminuire le immissioni eccessive (art. 32): ridurre i termini di risanamento per gli impianti non conformi oppure stabilire limitazioni completive o più severe delle emissioni.

In particolare l’OIAt prevede: • lalimitazionedelleemissionipercirca150sostanzeinquinanti; • la limitazione delle emissioni per circa 40 tipi di impianti industriali e

artigianali; • lalimitazionedelleemissioniduranteleoperazioniditravasodicarburante; • leprescrizionipergliimpiantidicombustionedomesticiedindustriali; • leprovediomologazioneperbruciatoriecaldaie; • leesigenzeinmateriadicombustibili(p.es.iltenoredizolfo); • la tassa d’incentivazione sul tenore di zolfo nell’olio da riscaldamento

«extra leggero» (OHEL) del 1997; • latassad’incentivazionesulleemissionidicompostiorganicivolatili.

31 Secondo l’art. 2 cpv. 1 OIAt gli impianti stazionari comprendono le opere edili e gli altri disposi-tivi fissi, le modificazioni del terreno, gli apparecchi e le macchine, gli impianti di ventilazione che convogliano i gas di scarico dei veicoli e li immettono nell’ambiente come aria di scarico.

PRA2007:Impianti stazionari

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Rapporto cantonale sulla protezione dell'ambiente Aria

Sulla base di queste premesse, si possono delineare le strategie d’intervento dei provvedimenti del PRA relativi agli impianti stazionari e alle emissioni diffuse: • risanamentoeinasprimentodelcontrollodelleemissionidiossididiazoto

per gli impianti di combustione alimentati a olio e a gas; • adeguamento degli impianti stazionari nuovi o esistenti sulla base delle

esigenze fissate dallo stato attuale della tecnica (v. impianti di inceneri-mento);

• risanamentodegliimpiantialegnael’inasprimentodeivalorilimitedelleemissioni di PM10;

• riduzionedelleemissioniinquinantineicantieri; • provvedimenti di natura tecnica e di sensibilizzazione volti a ridurre le

emissioni diffuse di composti organici volatili e di altre emissioni nocive o moleste.

Il PRA2007 prevede quindi dei provvedimenti per le seguenti cosiddette politiche costitutive: IS1 Impianti a combustione alimentati con olio o con gas IS2 Impianti di incenerimento IS3 Impianti a legna IS4 Emissioni inquinanti nei cantieri IS5 Riduzione delle emissioni di composti organici volatili (COV) IS6 Riduzione delle emissioni di ammoniaca e di odori molesti IS7 Risparmio energetico negli edifici

Nell’ambito della lotta all’inquinamento atmosferico, l’OIAt prevede che le immis-sioni eccessive dovute al traffico, siano contrastate con misure di costruzione, d’esercizio oppure tendenti a canalizzare o limitare il traffico (OIAt art. 32). Le misure più efficaci per ridurre le emissioni del traffico sono state, finora, quelle di natura tecnica introdotte dalla Confederazione. Si tratta segnatamente dell’inaspri-mento delle prescrizioni sui gas di scarico e dell’introduzione dell’obbligo di con-trollo periodico dei gas di scarico dei veicoli con motore a benzina. I limiti d’emis-sione, introdotti nel 1987, hanno di fatto portato all’introduzione del catalizzatore sulle automobili. Un ulteriore contributo alla riduzione delle emissioni di polveri sottili risulterà dall’introduzione di filtri per le particelle sui motori diesel, in par-ticolare quelli dei veicoli pesanti. Questi filtri sono ora disponibili, la loro applica-zione, benché non prescritta, è incentivata tramite la legge cantonale sulle imposte e tasse di circolazione dei veicoli a motore (ecoincentivi).

Il settore del traffico rimane però una delle maggiori fonti d’inquinamento atmosferico, dove i benefici derivanti dalle misure tecniche rischiano di essere vanificati dall’aumento dei volumi di traffico e del trasporto merci. Occorre d’altro canto ricordare che alla questione del traffico sono legati altri problemi di fonda-mentale importanza: quello dell’energia, della protezione fonica, dell’uso del terri-torio e dell’assetto urbano. La politica dei trasporti costituisce pertanto un tassello determinante della strategia di protezione dell’aria. Tra gli elementi essenziali figu-ra lo sviluppo dei trasporti pubblici in alternativa al trasporto motorizzato privato, sia per lo spostamento delle persone, sia per il trasferimento di merci dalla strada alla ferrovia. Sono inoltre indispensabili dei provvedimenti di pianificazione del territorio che permettano di integrare esigenze di mobilità più razionali e meno inquinanti, assicurando nel contempo gli spostamenti anche lungo percorsi molto diversi, ad esempio: negli agglomerati; tra gli agglomerati; tra le regioni periferiche e gli agglomerati; nelle regioni periferiche; di collegamento con l’esterno del Cantone; di transito.

In tal senso vanno pure intese quelle misure atte a influenzare l’ubicazione dei grandi generatori di traffico in funzione dell’allacciamento ai trasporti pubblici, tramite strumenti pianificatori o incentivi per istanti. Uno sforzo maggiore va anche elargito alla realizzazione di piste ciclabili e percorsi pedonali da usare per gli spostamenti locali. Gli sforzi volti a contrastare la richiesta di mobilità, per evi-tare spostamenti, avvengono tramite misure di organizzazione territoriale e dun-

PRA2007: Traffico

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Rapporto cantonale sulla protezione dell'ambiente Aria

que la prevenzione a livello pianificatorio (> pag. 29, 82 e 185).Le imposte di circolazione in funzione di criteri ambientali costituiscono un

valido ecoincentivo, oltre ad essere stato un tassello importante della strategia pro-mozionale di veicoli efficienti leggeri (VEL) operata dal Cantone. Le diverse compo-nenti dei trasporti chiamano in causa per le soluzioni le autorità federali, cantonali e comunali. Per le considerazioni di carattere regionale, si rimanda ai rispettivi Piani di trasporto regionali (PRAL-PTL, PRAM-PTM, PRAB-PTB, PRAML-PTLV).Il PRA2007 prevede quindi le seguenti politiche costitutive: TR1 Strumenti di pianificazione territoriale per uno sviluppo sostenibile TR2 Moderazione e gestione del traffico TR3 Politica dei posteggi TR4 Trasferimento su rotaia del traffico merci stradale TR5 Potenziamento e promozione dei percorsi pedonali e ciclabili TR6 Ecoincentivi in favore di veicoli meno inquinanti TR7 Misure d’urgenza in caso di forte inquinamento TR8 Misure tecniche e di risparmio energetico sui veicoli TR9 Potenziamento e promozione dei trasporti pubblici e aziendali

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Foschie di tarda estate dalla Cima della TrosaFoto: SPAAS

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Rapporto cantonale sulla protezione dell'ambiente Aria

L’inquinamento atmosferico non si arresta alle frontiere! Le sostanze nocive immesse nell’aria dal traffico, dalle industrie e dagli impianti di riscaldamento giungono sui terreni per deposizione diretta (deposizioni secche) o tramite la pioggia (deposizioni umide) e possono provenire anche da molto lontano. La maggior parte delle masse d’aria attraversanti il nostro Cantone provengono da sud e sono quindi arricchite da inquinanti le cui sorgenti si trovano prevalente-mente nella pianura padana. Lo sbarramento alpino inoltre, costringendo l’aria ad alzarsi, innesca delle precipitazioni «purificatrici»: questo fenomeno avviene tramite i meccanismi di rain-out (quando gli inquinanti si condensano nelle nubi) e di wash-out (quando vengono raccolti dalla pioggia che cade attraverso strati più bassi di aria).

Si valuta che l’inquinamento transfrontaliero incide sulle deposizioni umide nella misura dell’80% per i composti dello zolfo e del 70% per quelli dell’azoto. Occorre inoltre considerare che la topografia del Ticino fa sì che le sorgenti di pol-veri sottili (PM10) siano concentrate in un territorio relativamente ristretto, osta-colato dalle colline e dalle montagne. Il fenomeno è poi aggravato, in inverno, dalla formazione di frequenti inversioni termiche che impediscono la ventilazione delle masse d’aria.

Per limitare e ridurre questo tipo d’inquinamento bisogna intervenire tra-mite accordi, convenzioni o protocolli internazionali, i quali possono però essere stipulati soltanto sulla base di ricerche scientifiche. Nell’ambito di una cooperazio-ne internazionale, tramite la ratifica del Protocollo di Göteborg alla Convenzione sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza, la Svizzera si è pertanto impegnata nella lotta contro l’acidificazione delle acque e del suolo, l’eu-trofizzazione degli ecosistemi e la formazione dello smog estivo, tre gravi conse-guenze dell’inquinamento atmosferico transfrontaliero. Sono però da prendere in considerazione altri provvedimenti di collaborazione fra il Ticino e il Nord Italia, in particolar modo la Lombardia (v. Accordo Cantone Ticino e Regioni italiane della Pianura Padana del 2007).

Provvedimenti contenuti nel settore Inquinamento atmosferico transfrontaliero (IT): IT1 Monitoraggio dell’inquinamento atmosferico transfrontaliero

nell’ambito del Protocollo di Göteborg

I provvedimenti previsti dal Piano di risanamento dell’aria sottostanno a uno spe-cifico monitoraggio: l’elaborazione di un sistema di controlling costituisce pertanto un valido strumento per valutare e coordinare lo stato e l’efficacia delle misure descritte, basandosi sugli effetti e sui risultati. Il controlling, peraltro già in atto nei Piani di risanamento regionali (PRAL e PRAM), è in corso pure per il PRA2007 e permette di adeguarlo a eventuali nuove disposizioni federali in merito all’inqui-namento dell’aria e a nuove esigenze emergenti nel corso del tempo. Allo scopo è stato assunto un ausiliario per il periodo 2009–201132. Un documento a parte del PRA è dedicato interamente al sistema di controlling per ogni singola scheda.

Le politiche costitutive del PRA2007 sono dunque le seguenti: MO1 Controlling per i provvedimenti previsti dal PRA e dai PRA regionali

32 Messaggio governativo n. 6022 del 22.1.2009 Un primo rapporto del controlling (giugno 2009) è stato pubblicato ed è disponibile all’indirizzo internet http://www.ti.ch/DT/DA/SPAA/UffPA/Temi/Aria/divulg/piani_risaria/doc/Controlling_PRA_I_R08.pdf

PRA2007: Inquinamento transfrontaliero

PRA2007: Misure organizzative

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Rapporto cantonale sulla protezione dell'ambiente Aria

DPSIR Competenza Nuova misura

Nuova attività

Incorso

Effi cacia●

Diffi coltà●

Durata──●──

Investimenti Costigestionali

Priorità●

P UACER no no si 1 1 C 0 0 1

Indicatore % degli impianti conformi all’OIAtBasi legali Art. 13 OIAtRiferimenti

3|2 Verifica e riduzione delle emissioni delle aziende industriali e artigianali

In Ticino, le aziende che secondo l’OIAt necessitano una verifica delle emissioni (ogni 3 anni) sono circa 330, nelle quali sono presenti in totale circa 550 impianti. Di questi finora ne sono stati analizzati 400. Per gli altri 200 il carico emesso nell’aria è rite-nuto meno significativo, e le emissioni non sono state oggetto di verifiche analitiche.La verifica della conformità delle emissioni atmosfe-

riche di impianti industriali con le disposizioni dell’OIAt rappresenta un’attività che l’ufficio com-petente (UACER) svolge da tempo. Esso è menziona-to poiché, pur richiedendo risorse non indifferenti (3 unità lavorative) non è ripreso nel PRA2007. Con le attuali risorse analitiche e di personale è possibile garantire unicamente il controllo di soli 50–80 impianti all’anno.

I controlli delle emissioni industriali sono svolti su circa un centinaio di impianti scelti dall’Ufficio. In caso di non-conformità con le disposizioni dell’OIAt

(allegati 1, 2, 3 o 6) viene emanato un ordine di aggiornamento rispettivamente di risanamento.

Attuazione

Altri provvedimenti

DPSIR Competenza Nuova misura

Nuova attività

Incorso

Effi cacia●

Diffi coltà●

Durata──●──

Investimenti Costigestionali

Priorità●

P UACER no no si 1 1 C 0 0 1

IndicatoreBasi legali Art. 6–7 ROIAtRiferimenti

3|3 Verifica e riduzione delle emissioni degli impianti di combustione

Nel Cantone esistono circa 45’000 impianti di combu-stione soggetti al controllo delle emissioni atmosferi-

che, di cui circa 150 di grandi dimensioni (cioè con oltre 1 MW di potenza).

Il compito di verificare la conformità legale degli impianti di combustione esistenti spetta principal-mente ai Comuni. Spettano invece all’UACER i con-

trolli degli impianti nuovi, le autorizzazioni per il con-trollo degli impianti a combustione e l’organizzazione dei relativi corsi di aggiornamento per i controllori.

Attuazione

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73 Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo · 2009

Rapporto cantonale sulla protezione dell'ambiente Aria

Malgrado il crescente e continuo inasprimento delle prescrizioni nel settore delle emissioni di sostanze inquinanti abbia avuto un effetto positivo in termini d’igiene dell’aria, sono ancora indispensabili misure efficaci di tipo duraturo per migliorare la qualità dell’aria.

I provvedimenti a lungo termine hanno dimostrato e stanno dimostrando la loro efficacia, ma l’evoluzione delle emissioni, soprattutto nel settore del trasporto ne mostra una riduzione meno rapida del previsto. Sulla base di queste considera-zioni essi sono stati affiancati da misure di tipo stagionale e d’urgenza, con lo scopo di alleviare l’esposizione della popolazione durante episodi di smog acuto, in atte-sa che le misure durature esplichino totalmente i loro effetti. Nel caso in cui a livello federale e in accordo con i cantoni dovesse concretizzarsi l’introduzione di zone a basse emissioni (cosiddette «low emission zones»), queste potrebbero costi-tuire un’ulteriore provvedimento per limitare il carico inquinante nelle zone den-samente abitate e particolarmente toccate dalle emissioni locali. Questa ipotesi appare però attualmente ancora troppo lontana per giustificare una misura opera-tiva o una scheda del PRA.

La politica di lotta contro l’inquinamento atmosferico deve essere condotta in modo coerente, utilizzando anche le migliori tecnologie attualmente disponibili. In particolare le decisioni prese in materia di trasporti e pianificazione del territorio esercitano un’influenza decisiva sulla futura evoluzione delle emissioni di sostanze inquinanti. In questi due settori devono quindi essere integrate le esigenze legate alla protezione dell’aria nei rispettivi ambiti d’intervento. Non si tratta quindi solo di migliorare lo stato attuale della qualità dell’aria ma evitarne un ulteriore peggio-ramento.

Conclusioni

3

3.4

Treno regionale TILOFonte: www.stadlerrail.com


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