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Rassegna 12 settembre

Date post: 26-Mar-2016
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rassegna 12 settembre
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12 settembre
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12 settembre

! 1,20 – Arretrati: ! 2,00Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Domenica 12 settembre 2010 – Anno 2 – n° 241Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Romatel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

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123456785895:5367in onda alle ore 19.00 su www.ilfattoquotidiano.it

alle 24.00 su CurrentCanale 130 di Sky

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Altri quattromortisul lavoro. Napolitano indignato. Tremontiche vuole meno vincoli sulla sicurezza, si vergognerà?

La solitudinedei numeri premier

di Marco Travaglio

Prosegue il complotto del mondo intero controil piccolo B. Tre giorni fa, mentre lui volava aMosca per denunciare al “For uminternazionale della democrazia” (un

ossimoro, vista la presenza sua e dell’amico Putin, “undono del Signore”) la persecuzione giudiziaria ai suoidanni, a Parigi la Brigade Financière dava una plasticadimostrazione di cos’è una democrazia: i suoi agentiirrompevano nella sede dell’Ump, il partito delpresidente Nicolas Sarkozy, per perquisirla surichiesta della Procura di Nanterre che indaga supresunti finanziamenti illeciti alla campagnapresidenziale del 2007. La Guardia di finanzatransalpina cercava l’originale di una lettera inviata daEric Woerth (all’epoca tesoriere dell’Ump, oggiministro del Lavoro) all’allora ministro dell’Interno ecandidato presidente Sarkozy, per sollecitare ilconferimento della Legion d’Onore a Patrice deMaistre, gestore dei beni della miliardaria LilianeBettencourt, erede dell’immensa fortuna L’Oréal,secondo patrimonio di tutta la Francia. La lettera èdatata 12 marzo 2007. Subito dopo la Bettencourt –come ha raccontato la sua ex contabile, prima diritrattare tutto – consegna a De Maistre una busta di50 mila euro per finanziare la campagna di Sarkozy(prima tranche di un finanziamento complessivo di150 mila euro di fondi neri). Il quale a maggio vieneeletto capo dello Stato e nomina Woerth ministro delBilancio nel nuovo governo Fillon. A luglio assegna laLegion d’Onore a De Maistre. A novembre la mogliedi Woerth viene assunta da De Maistre per gestire ilpatrimonio Bettencourt. A gennaio 2008 Woerthappunta la prestigiosa onorificenza sulla giacca di DeMaistre. Intanto il governo chiude un occhio sulleenormi frodi fiscali (fondi neri nascosti su due contiin Svizzera) della Bettencourt, che coi soldi evasiavrebbe acquistato dai discendenti dello scià di Persial’isola di Arros, alle Seychelles, per 19 milioni didollari. Ci vuol poco a ipotizzare che l’ereditiera abbiafinanziato Sarkozy in cambio della Legion d’Onore aDe Maistre e dell’indulgenza ministeriale sulle sueevasioni. Woerth nega per mesi di aver mai scrittoquella lettera, ma alla fine è costretto ad ammettere,anche perché ne è stata trovata una copia al ministerodell’Interno, cacciando nei guai Sarkozy. La poliziagiudiziaria, cercando l’originale della missiva, proprioquesto vuole verificare: se il futuro presidente laricevette. Nel qual caso sarebbe complice di Woerthin due reati: finanziamento illecito e conflittod’interessi (in Francia è proibito). Woerth, comeministro del Bilancio, avrebbe dovuto vigilare sullafedeltà fiscale della famiglia Bettencourt: ma comepoteva farlo, se aveva ricevuto soldi per Sarkozy estava per piazzare la moglie in casa Bettencourt?Appena la Brigade Financière è entrata nella sededell’Ump, i vertici del partito presidenziale le hannoconsegnato tutta la corrispondenza. Nessuna protestadell’Eliseo, nessuna polemica politica, nessun attaccoalle toghe rosse che vogliono sovvertire il risultatodelle elezioni, nessuna proposta di lodi o scudi perproteggere il ministro sotto inchiesta o il presidentesotto scacco. Strano: i lodi e gli scudi all’italiana inpreparazione nel premiato laboratorioBerlusconi-Ghedini-Alfano vengono spacciati (anchedai finiani e dal Pompiere della Sera) per misurepresenti in tutte le altre democrazie, addiritturacopiate dal “modello francese”. Purtroppo da Parigi siapprende che in Francia solo il capo dello Stato hadiritto al congelamento dei suoi processi, semprechéi reati siano connessi alle sue funzioni (e non parequesto il caso), fino al termine del mandato; ma ilpremier Fillon e i suoi ministri sono cittadini come glialtri e possono essere processati e pure arrestati (perlegge non devono essere parlamentari: nienteimmunità, nemmeno per le manette). Pertanto,gentili signori della banda del buco, le chiacchierestanno a zero: il vostro “modello francese” in Francianon esiste. Inventatevi un’altra balla.

Uno zerbino all’ingresso della scuola di Adro

In un’intervista Capezzone haammesso di esserebisessuale. Gli piacciono siagli uomini che Berlusconi

( w w w. s p i n o z a . i t )

C AT T I V E R I E

di Marco Lillo

P roprio quando si ricomin-cia a parlare di compraven-

dita di parlamentari da parte diBerlusconi rispunta l’o m b radella vecchia indagine per cor-ruzione a carico del premier.Uno degli arrestati dell’inchie -sta sulla P3, Arcangelo Martino,il 18 agosto scorso ha puntato ildito contro il Cavaliere. Il suo èun verbale che la Procura di Ro-ma sarà costretta a valutare congrande attenzione pag. 2-3 z

Udi Furio Colombo

DIRITTISUL LAVORO:ANNO ZERO

“S e non c’è la fabbrica nonci sono i diritti” è la frase

più ripetuta del momento.Vuol dire: “Lasciate fareall’impresa, che sa cosa è be-ne e cosa è male”. Per moltiquesta è innovazione. Manon è così. pag. 14 z

di Elisabetta Reguitti

I l simbolo della Lega sul cestino della raccolta dif-ferenziata, sullo zerbino d’ingresso, sui cartelli

messi nel giardino, sul tetto e soprattutto impressosui banchi. Sulle vetrate dell’ingresso della scuolamaterna, una decorazione di bimbi uniti tra loro dalsimbolo del partito di Umberto Bossi. pag. 7 z

Simboli padani dappertuttoE alla mensa il sindacoimpone nel menu la carnedi maiale per tenerelontani i bimbi islamici

ADRO x Inaugurato un edificio per elementari e materne intitolato a Miglio

Scuola pubblica in salsa leghistacon benedizione della Gelmini

QUEI SOLDIPER FAR CADERE PRODIVerbali P3: accuse a B. sulla compravendita

di senatori (anche ora il mercato è aperto)Nomina di Marra: tutte le pressioni sul Csm

di Antonella Mascalie Antonio Massari

H a denunciato “l’imbarba-rimento istituzionale” le-

gato alla nomina di AlfonsoMarra a presidente della Cor-te d’Appello di Milano: ora lasua “cor rente” vuole proces-sarlo dinanzi ai “probi viri”. Èla sorte di Giuseppe MariaBerruti, l’unico consiglieredi Unicost al Csm che si op-pose alla nomina di Marra,sostenuta invece da governoe “P3”. pag. 3 z

Per fermare il Caimano

Ferilli: scelgola vecchiaguardia Pd

Carboni, Martino e Lombardi sulla soglia di ingresso dell’abitazione di Denis Verdini (FOTO ANSA)

Morti bianche

Strage continua: 3 mortia Capua e uno a Pistoia

Telese pag. 5 z

Iurillo pag. 7 z

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pagina 2

Nomine e appalti

Il testimone

“Cesare è il premier”

C esare e il vice-Cesare sono davveroBerlusconi e Dell’Utri. Parola di ArcangeloMartino, l’ex assessore socialista finito in

carcere il 7 luglio scorso insieme a Flavio Carboni ePasquale Lombardi con l’accusa di aver costituito lasocietà segreta che tutti chiamano P3. Dopo 40 giornidi carcere, spinto anche dalla grave malattia dellamoglie (deceduta pochi giorni fa) il 19 agosto Martino

interrogato per otto ore ha fatto molte ammissioni.“Un interrogatorio importante” che aggrava laposizione di magistrati e politici coinvolti nella vicenda.Ad esempio Alfonso Marra che ha sempre negato diaver chiesto favori a Lombardi, anzi ha rivendicato:“Sono stato nominato perché ero il più bravo”.Martino racconta invece: “Costantemente Lombardimi riferiva di essere riuscito a ottenere posti di

COME ABBATTO UN GOVERNOMartino getta altre ombre sulla caduta di Prodi

e parla della compravendita dei parlamentari per B.di Marco Lillo

P roprio quando si ricomin-cia a parlare di compraven-dita di parlamentari da par-te di Berlusconi rispunta

l’ombra della vecchia indagineper corruzione a carico del pre-mier. Uno degli arrestati dell’in -chiesta sulla P3, Arcangelo Marti-no, il 18 agosto scorso ha puntatoil dito contro il Cavaliere. Il suo èun verbale che la Procura di Romasarà costretta a valutare con gran-de attenzione perché combaciacon le vecchie ipotesi accusato-rie sulla corruzione dei senatoridel centrosinistra per far cadereProdi. Il rappresentante degli ita-liani in Oceania, Giovanni Ran-dazzo, era stato avvicinato da Ber-lusconi per convincerlo a lasciarela maggioranza proponendogliseggi e poltrone. Randazzo avevaraccontato anche che un impren-ditore gli aveva offerto molti soldiper abbandonare il governo al suo

destino. Ora Martino illumina sot-to una luce diversa quella vicendaimpolverata. L’ex socialista arre-stato come regista dell’associa -zione segreta che mirava a in-fluenzare i giudici in favore di Ber-lusconi e a fare affari in proprio,ha deciso di collaborare con lamagistratura. Secondo il raccon-to fatto al pm Giancarlo Capaldo,l’ex assessore del Pdl Ernesto Si-ca, avrebbe spinto un imprendi-tore amico a offrire soldi al dinia-no Giuseppe Scalera e ad altri se-natori in bilico per passare conBerlusconi. Sica, secondo Marti-no, conservava le prove per ricat-tare il premier e le avrebbe usateper farsi nominare assessore inCampania nella giunta Caldoro.

“SICA MI INCONTRÒ al barRiviera di Chiaia ed era partico-larmente agitato”, ha raccontatoMartino a Capaldo. Il giovane po-litico voleva scavalcare nella cor-sa a governatore, gli altri poten-

ziali sfidanti Caldoro e Cosenti-no. “Sica mi disse che aveva il di-ritto ad ottenere la candidatura apresidente della Campania per-ch é ”, prosegue Martino nel suoverbale del 19 agosto 2010, “Ber -lusconi gli doveva molto”. Il pro-curatore aggiunto Capaldo si in-curiosice: cosa permetteva a unoscuro sindaco di Pontecagnano,di pretendere dal Cavaliere addi-rittura la presidenza?. “Sica disseche conosceva bene Berlusconi eche aveva dormito a lungo a viadel Plebiscito (residenza romanadel premier, ndr) da cui era statoallontanato per gelosia da PaoloBonaiuti e dall’avvocato NicolòGhedini”. Dopo questi pettego-lezzi sul clan che conosce i segre-ti dell’appartamento presiden-ziale, finalmente Martino svelal’asso nella manica del sindaco:“Sica disse che Berlusconi dove-va a lui la caduta del governo Pro-di, in quanto egli si era adoperatocon l’aiuto di un imprenditoreamico di Sica e ben conosciuto daBerlusconi a convincere previoesborso di ingenti somme di de-naro, alcuni senatori del centro-sinistra a votare contro Prodi.

MI FECE I NOMI dei senatoriAndreotti e del senatore Scalera.Mi fece vedere anche dei fogli suiquali, a suo dire, erano segnati gliestremi dei bonifici al senatoreScalera e di altri parlamentari dicui non mi disse il nome”. Mar-tino probabilmente non dice tut-to quello che sa. Nel primo inter-rogatorio aveva negato tutto. Sta-volta apre uno scenario ma poichiude il sipario sfumando la sce-na, che così resta ancora più in-quietante. “Sica non mi vollenemmeno dire il nome dell’im -prenditore che aveva tirato fuori isoldi”. Poi continua il suo raccon-to introducendo il ruolo determi-nante di Marcello Dell’Utri e De-nis Verdini. Martino avverteDell’Utri dei propositi bellicosi di

Sica e il sindaco viene convocatoimmediatamente da Verdini chelo rassicura e e gli garantisce unasistemazione. Puntualmente Sicaviene nominato assessore nellagiunta Caldoro, posto che perde-rà solo quando il presidente dellaCampania scoprirà il complotto abase di dossier sessuali contro dilui. Martino spiega ai pm di avereappreso da Verdini che il verosponsor della nomina era Berlu-sconi. E aggiunge sibillino: “Ber -lusconi riteneva Sica un ricattato-re. Più volte Sica mi annunciò lapresentazione di una denunciasulla vicenda della corruzionedei senatori per votare controProdi. Ma non l’ha mai presenta-ta”.

QUESTE affermazioni difficil-mente potranno essere lasciatecadere dal pm Capaldo perchépongono per l’ennesima volta ilproblema della ricattabilità diBerlusconi e perché i riscontri so-no già nelle mani dei pm. Nelledue indagini nate a Napoli nel2007 su Berlusconi e poi archivia-te a Roma, (sulla corruzione diSaccà e di Randazzo) infatti, ci so-no altri due casi nei quali l’a l l o raleader dell’opposizione sembraavere seguito uno schema simile.Funzionava così: un fidato colla-boratore di Berlusconi contatta-va un imprenditore terzo e inso-spettabile che offriva denaro o al-tri vantaggi a un senatore del cen-trosinistra per abbandonare Pro-di. Lo schema del caso Randazzo(secondo la versione del senato-re non ritenuta affidabile dal pmromano Angelo Racanelli) è statoapplicato anche per tentare di se-durre (senza successo) WillerBordon . Nel primo caso Berlu-sconi aveva messo in pista il com-mercialista di Saccà, Pietro Pilel-lo, amico di Randazzo. Nel secon-do invece l’uomo messo in pistadal Cavaliere era Giancarlo Inno-cenzi, proprio il celeberrimo

“È Sica ad aver dato

membro dell’Agcom costretto al-le dimissioni dopo l’indagine diTrani. Quando Bordon non votacontro Prodi, Innocenzi com-menta al telefono: “Se lo sono ri-c o m p ra t o ”.

ECCO, BASTA sostituire i no-mi delle due inchieste su Berlu-sconi nate a Napoli per ritrovareanche nel caso Sica quello sche-ma triangolare. Se fosse veroquello che dice Martino, Berlu-sconi sarebbe il regista di una par-tita giocata su tre campi diversicon lo stesso modulo. Per dare laspallata a Prodi il Cavaliere avreb-be ordinato a Salvatore Pilello,Giancarlo Innocenzi e Ernesto Si-ca, nello stesso periodo, di trova-re un canale per foraggiare il se-natore che gli era stato affidatocome preda.

AL MOMENTO non risultaun’indagine sul caso della com-pravendita presunta da parte di

Sica ma un dato va sottolineato: adifferenza di Bordon e Randazzo,il senatore Scalera oggi è in Par-lamento. Scalera si è astenuto ilgiorno della caduta di Prodi. Poi èstato eletto alla Camera ma con ilPdl. Il capo del suo gruppo, Lam-berto Dini, invece quel giornovotò contro Prodi. Andreotti, un

altro nome citato da Martino, asorpresa quel giorno non si pre-sentò.Martino non dice il nome dell’im -prenditore che ha tirato fuori isoldi ma nelle cronache dei mesiscorsi Il Fatto aveva ricordato unacoincidenza: Sica era molto ami-co dell’imprenditore Davide Cin-

SORVEGLIANTI SPECIALI

SCALERA

L’UOMO DI DINIFINITO SOTTO ACCUSA

di Sara Nicoli

M inaccia querele. Nega –come si fa in questi casi –di avernulla a che vedere con quanto Arcangelo Martino ha

spifferato ai Pm romani sull’affaire P3. A chi lo ha incon-trato, Giuseppe Scalera, classe 1954, medico chirurgo epresidente dell’Ordine dei Medici Campani, è apparsoscosso. Lui, il parlamentare “più grigio e taciturno che siconosca”, dice chi lo frequenta tra gli scranni del Senatoprima e della Camera poi, si è visto piombare addosso qual-cosa di più grosso di lui. E non sa come gestirlo. “Ho datomandato ai miei legali di procedere contro Arcangelo Mar-tino e contro chiunque tenda ad offendere la mia onora-bilità con una squallida, fantasiosa operazione di sciacal-laggio politico”. Diniano della prima ora, nella precedentelegislatura era tra i più presenti a Palazzo Madama (81,05%i suoi voti in aula) e viene descritto come buon amicodell’attuale governatore campano, Stefano Caldoro, che loaveva contattato per conferirgli l’incarico di monitorare lasituazione della devastata sanità regionale, poi in seguito sisarebbe parlato anche di un assessorato. Ora, questa “bom -ba” della P3 potrebbe rimettere tutto in discussione.“Se anche è stato blandito con del denaro per convincerloa passare con Berlusconi e far cadere Prodi – ricorda un suovicino di banco al Senato – di certo non ha fatto in tempo aprenderli; il governo è caduto da solo con Mastella. Poi,però, tutti i diniani sono stati ‘r ingraziati’ con la candida-tura nel Pdl”. Scalera, però, non sa che farsene delle difesed’ufficio: l’accusa di corruzione pesa. “Non ho mai incon-trato Martino – ha dichiarato ieri – non ho mai incontratoSica, non ho mai partecipato a incontri, cene, riunioni diqualsiasi genere e tipo con loro e con la loro cricca. Masoprattutto non ho mai preso un euro da nessuno e i mieiconti bancari sono, sin d'ora, a totale disposizione dellaMa gistratura”. “Ricordo solo – continua Scalera – che, ve-nuta meno la Margherita, come liberaldemocratici nonaderimmo al Pd, sviluppando per lunghi mesi una serie diaccenti critici al governo Prodi votando, comunque, sem-pre insieme alla maggioranza”. “Quando la situazione si sfi-lacciò definitivamente, come liberaldemocratici, decidem-mo di non garantire la fiducia al governo Prodi. E i nostrinon furono nemmeno voti determinanti per la caduta diquel governo. In quell’occasione, tra l’altro, il mio non fuun voto contrario ma semplicemente un’astensione”. Sca-lera si è distinto, in questa legislatura, come forte soste-nitore dello scudo al premier; suoi molti suggerimenti aldeputato Brigandì per la stesura della prima bozza del le-gittimo impedimento, passato poi con il voto di fiducia.

D i seguito parte del verbaledell’interrogatorio del 19

agosto 2010 di Arcangelo Mar-tino davanti ai pm di Roma.

“A questo punto voglio riferirequanto a mia conoscenza sul ten-tativo effettuato da Ernesto Sicacontro la candidatura di StefanoCaldoro. Umberto Marconi, presi-dente della Corte di Appello di Sa-lerno (...) mi telefonò un giorno pre-gandomi di incontrarlo. AI nostro in-contro era presente anche ErnestoSica che Marconi mi presentò comeun giovane politico, allora sindaco diPontecagnano, amico di Berlusconi,che voleva da me un appoggio perpoter portare avanti la sua candi-datura come presidente della Re-gione Campania. Ciò accadde pri-ma di conoscere la scelta di Berlu-sconi su Caldoro e quando eranoancora in discussione le candidatu-

re di Lettieri, di Caldoro e di Miller. Iorisposi positivamente a Marconi di-çengogli che avrei visto cosa potevofare in favore di Sica. Qualche gior-no dopo, mi telefonò Sica e (...) michiese un incontro per spiegarmimeglio la sua situazione. Durantel'incontro, svoltosi all'interno del BarRiviera di Chiaia dove si era svolto ilprecedente incontro tra me, Mar-coni e Sica, quest'ultimo mi apparveparticolarmente agitato. Sica midisse che egli aveva tutto il diritto diottenere la candidatura alla presi-denza della Regione Campania, inquanto Berlusconi gli doveva mol-to”.

“AI riguardo disse che egli cono-sceva bene Berlusconi, che avevadormito per diverso tempo nella suacasa di Roma in Via del Plebiscito,da cui era stato allontanato per ge-losia di Paolo Bonaiuti e dell’avvo -

cato Ghedini. Sica disse che Berlu-sconi doveva a lui la caduta del go-verno Prodi, in quanto egli si eraadoperato, con l’aiuto di un impren-ditore amico di Sica e ben conosciu-to da Berlusconi, a convincere, pre-vio esborso di ingenti somme di de-naro alcuni senatori a votare controProdi. Mi fece il nome del SenatoreAndreotti e del Senatore Scalera. Mimostrò anche dei fogli su cui, a suodire, vi erano segnati gli estremi deibonifici in favore del Senatore Sca-lera e di altri parlamentari di cui nonmi disse il nome. (...) In quella stessaoccasione, Sica si scagliò anche con-tro Stefano Caldoro, dicendo cheera assurdo puntare su una candi-datura come quella, in quanto Cal-doro era una persona eticamentesconcertante. Sica infatti mi disseche Caldoro frequentava transes-suali ed era stato sorpreso in incon-tri clandestini sia nella zona di Na-

Il sospetto èche il sistemafaccia pernosulle donazionidi imprenditori“estranei”alla politica

prestigio per alcune persone in genere magistrati... permerito suo Marra era diventato presidente della Corted’appello di Milano, Marconi presidente della Corted’appello di Salerno, Bonaiuto della Corte d’appello diNapoli, Albano procuratore del Molise e altria n c o r a . . .”. Martino tira in ballo un nome nuovo:Giovanni Mainolfi, comandante provinciale dellaGuardia di Finanza a Napoli. “Era lui ‘il maresciallo’ al

In alto il senatore Scalera;sotto l’ex assessore campano

Ernesto Sica (ANSA)

Domenica 12 settembre 2010

un aiuto a Berlusconi”

di Antonella Mascalie Antonio Massari

H a denunciato “l’imbarba -rimento istituzionale” le -gato alla nomina di Alfon-so Marra a presidente

della Corte d’Appello di Milano:ora la sua “cor rente” vuole pro-cessarlo dinanzi ai “probi viri”.È la sorte di Giuseppe Maria Ber-ruti, l’unico consigliere di Uni-cost al Csm che si oppose allanomina di Marra, sostenuta in-vece da governo e “P3”. È un al-tro tassello di una storia che fapoco onore all’indipendenzadel Csm e della magistratura.Per la nomina del giudice, è sto-ria nota, si era mossa l’associa -zione occulta di Flavio Carboni,Pasquale Lombardi e ArcangeloMartino, collegata ai vertici delPdl, attraverso MarcelloDell’Utri e Denis Verdini. An-che loro indagati. E la nomina diMarra, uno degli obiettivi rag-giunti dai nuovi piduisti, dimo-stra come la logica correntizia -presente anche nel Csm - quan-do sfocia nella lottizzazione de-gli uffici giudiziari, può favorirel’ingerenza del governo e digruppi occulti su una parte del-le toghe.

Nel gorgodelle correnti

IL FATTO ha scoperto che Uni-cost intende processare, dopo ladenuncia di pressioni dietro

l’elezione del giudice, il suo excapogruppo al Csm: a chiedere ilprovvedimento nei confronti diBerruti, l’8 febbraio, i colleghi Fa-bio Roia e Luisa Napolitano. Loaccusano di aver danneggiato amezzo stampa l’immagine dellacorrente mettendo “in discussio-ne uno dei suoi principali trattiidentitari quale è il non collate-ra l i s m o ”. Ma uno degli sponsorprincipali di Marra è GiacomoCaliendo, tra i fondatori di Unico-st, sottosegretario alla Giustizia eindagato per la P3. L’ex magistra-to chiede insistentemente il voto

per il giudice non solo a Berruti,ma anche ad altri membri delCsm. Sostiene che alla futura no-mina di Edmondo Bruti Liberati,di Md (corrente di sinistra), a pro-curatore di Milano, bisogna con-trapporre il “m o d e ra t o ” Mar ra.Non deve essere eletto l’a l t rocandidato, Renato Rordof, an-che lui di Md. Un passato allaConsob, anche per la sua profon-da conoscenza del diritto socie-tario, la nomina in corte d’appel -lo, dove si possono giudicare lesocietà di Berlusconi, potrebberappresentare un pericolo. Già,perché il palazzo di Giustizia mi-lanese è l’incubo di Berlusconi.Lì pendono i suoi processi. E an-che la causa civile – proprio inappello –che lo mette a rischio didover sborsare 750 milioni di eu-ro a Carlo De Benedetti, per risar-cirlo dello scippo della Monda-dori, grazie a una sentenza com-prata. Dunque il cavaliere, osses-sionato dalle “toghe rosse”, vuo-le un contrappeso.

Il sottosegretarioe i suoi amici

CALIENDO, CON Unicost, èlo snodo. Può influenzare circa il40 per cento dei magistrati italia-ni. La nomina a sottosegretariova letta in quest’ottica. Da nonsottovalutare poi che è stato ma-gistrato a Milano per oltre 30 an-ni. Conosce tutti. Nei corridoi

Ora gli sponsor di Marra“processano” Berruti

del Tribunale si dice che nei gior-ni prima della sentenza di appel-lo per il testimone David Mills,poi condannato, Caliendo avreb-be telefonato a un membro dellaCorte, per chiedergli che aria ti-rasse. Berlusconi, presunto cor-ruttore, temeva la conferma delverdetto, per gli effetti negativisul suo processo. Insomma il sot-tosegretario sembra messo al mi-nistero per ingraziarsi i suoi excolleghi. C’è un episodio che evi-denza la confusione dei ruoli.Prima dell’elezione di Marra, inun convegno di Unicost a Siracu-sa, Caliendo si rivolge ai magi-strati parlando al plurale:“N o i . . .”. È Berruti a replicare amuso duro: “Noi chi?. Lei è unpolitico, noi siamo dei magistra-ti”.

Un giudicegradito al capo

CALIENDO comunque perse-gue il suo obiettivo: garantire aivertici della magistratura milane-se un giudice “m o d e ra t o ”, gradi-to a Berlusconi. Ci riesce. Noncome avrebbe voluto. La propo-sta di nomina spetta alla Quintacommissione del Csm dove, daqualche anno, Berruti ed EziaMaccora (Md), danno maggiorvalore al merito. Ma che le cor-renti di sinistra, Md e Movimentoper la Giustizia, fossero contrariealla nomina di Marra, viene con-siderato dalla P3 un dato acqui-sito. Il vero terreno di conquistasono le correnti di centrodestra:Unicost, e Magistratura indipen-dente, guidata da Cosimo Ferri.C’è poi da ottenere il voto del vi-cepresidente Mancino. Infinequello dei “laici” di centrosini-stra, tra i quali Celestina Tinelli,avvocato molto vicino a Fassinoe Bersani. Ferri, in grande confi-denza con Lombardi, non sem-bra rappresentare un problema.E infatti Mi voterà in blocco Mar-ra con l’eccezione di Antonio Pa-trono. I consiglieri di Unicost, inun primo momento non sembra-no tutti a favore di Marra: Rober-to Carrelli Palombi, FrancescoMannino e Alfredo Viola, appaio-no scettici. Ma cambierannoidea. Il capogruppo Berruti inve-ce è irremovibile. Preferisce Ror-dorf. Ma se Berruti non vota Mar-ra, cade l’altro obiettivo: dimo-strare di poter controllare, attra-verso Unicost, il 40 per centodella magistratura associata. Bi-sogna convincerlo. Caliendo loinvita in un bar tra dicembre egennaio e Berruti riferisce del“p re s s i n g ” ai colleghi del Csm.Qualcuno inizia a delegittimarlo:vuole votare Rordorf per agevo-

lare il suo eventuale approdo allaConsulta, è la voce che gira. Nelgiorno della nomina, 3 febbraio2010, la votazione finisce 14 a 12per Marra.

L’elezionedi Marra

L’UNICO DI UNICOST a vo-tare contro è Berruti. Votano a fa-vore anche il primo presidente eil pg della Cassazione, VincenzoCarbone (al telefono con Lom-bardi si preoccupa di avere un fu-turo garantito dopo l’imminentepensione), e Vitaliano Esposito;il vice presidente del Csm, Nico-la Mancino e Celestina Tinelli.Nei giorni prima del plenum, tral’altro, la Tinelli viene vista da piùpersone a pranzo, nel ristorante“Il molo”, in compagnia dei con-siglieri Roia e Napolitano. Circo-stanza che non è certo un reato.La Tinelli parla spesso anche conLombardi, intercettato. Il tribu-tarista spinge per le nomine diPaolo Albano e Gianfranco Izzoal vertice delle procure di Iserniae Nocera Inferiore. E a propositodi Marra, la Tinelli risponde: “Lì èBerruti eh! È Berruti eh! Che hacreato il problema! Sia ben chia-ro eh!”. E Lombardi: “Allora pureGiacomo (Caliendo, ndr) devevedere di poterlo scannare a que-sto”. L’ex consigliera dice a Il Fattodi non ricordare un pranzo pre-ciso con Caliendo “ma sicura-mente ci sono andata, e anche acena. Era il sotto segretario...”.Avete parlato di Marra? “Calien -do lo diceva a tutti che gradivaMarra a Milano perché era il piùtitolato”. Quanto a quelle telefo-nate imbarazzanti con Lombar-di, l’avvocato ribatte: “Inquell’ambiente tutti usano unlinguaggio confidenziale. Io nonc’entro nulla con la P3, ammessoche esista. Per me Marra era il piùq u a l i fi c a t o ”. Oggi, come a feb-braio, rivendica il voto “ in pienaautonomia” anche Roia: “È statauna valutazione esclusivamentedi idoneità. Su questo ci metto lafa c c i a ”. Berruti alla fine di quelvoto burrascoso aveva dichiara-to: “Il Csm ha perso un’occasio -ne per dimostrare la sua indipen-denza: c’è la richiesta di riequili-brio nella scelta dei capi degli uf-fici giudiziari milanesi immagi-nando che certe sentenze posso-no essere diverse a seconda deldirigente dell' ufficio...”. Eccoperché la questione morale nellamagistratura non è più procrasti-nabile. Come hanno scritto nellemailing list decine di magistratisconcertati dalle scandalo P3 maanche dalle vicende legate ai casi“De Magistris” e “Fo r l e o ”.

SORVEGLIANTI SPECIALI

poli (presso l'Hotel Excelsior) sia diAgnano sia, infine, in quella di Sa-lerno e che vi erano al riguardo deiverbali dei Carabinieri. Quanto rife-ritomi dal Sica mi sorprese forte-mente, anche perché ritenevo chequanto detto dal Sica non fosse ve-ro. Comunque, per la mia vecchiaamicizia con Caldoro, decisi di te-lefonargli. Caldoro però non risposealla mia chiamata, ma mi chiamòlui i giorno successivo. Io gli accennaitelefonicamente qualcosa ed egli, ilgiorno ancora successivo, mi fececontattare da suo cognato Ferdi-nando Morabito, detto Nanni. lo in-contrai Morabito e gli raccontaiquello che mi aveva detto Sica suStefano Caldoro. Qualche tempodopo, dopo l'elezione di Caldoro, fuiinvitato a cena a Roma a casa diMorabito . Alla cena era presenteMorabito con la moglie, insieme aStefano Caldoro. Per quello invece

che riguarda quanto Sica mi avevadetto su Berlusconi e il governo Pro-di, ritenni opportuno riferire tutto aDell'Utri, in un incontro che si è svol-to a Roma, all'Hotel Eden. So che, aseguito di questo incontro, Sica fuconvocato in Toscana da Verdini”.

“Ho appreso ciò direttamente daSica che mi disse che era stato con-vocato immediatamente da Verdiniuna domenica con tutta urgenza;Sica mi disse, che aveva noleggiatoun aereo per recarsi subito da Ver-dini e che, dopo l'incontro con Ver-dini , si sentiva tranquillizzato per-ché Verdini gli aveva assicurato cheper lui avrebbero trovato un incaricoimportante. Ancora successiva-mente, seppi da Verdini che Berlu-sconi fece ottenere a Sica il posto diassessore nella Giunta Regionale,ma che Berlusconi riteneva Sica unricattatore e come tale inaffidabile.

Voglio anche dire che Sica mi ha piùvolte preannunciato la presentazio-ne di una sua denuncia sulla vicen-da della corruzione dei senatori pervotare contro Prodi, ma per quantoio ne sappia, non l'ha mai presen-tata né mi ha mai mostrato alcunabozza al riguardo”

cotti, patron della Deriblok diBattipaglia. Pur essendo molto vi-cino ai Berlusconi (Cincotti ave-va affittato la villa in Costa Sme-ralda del fratello del premier) im-provvisamente l’i m p re n d i t o renel 2008 decide di donare 295mila euro al partito di LambertoDini. La Procura di Roma alla luce

di tutto questo sta rileggendo conattenzione le parole intercettatein una conversazione del 2009 traSica e Martino quando il sindacodi Pontecagnano, infuriato per lamancata candidatura gridava: “Ioracconto tutto dall’agosto 2007in poi e non faccio la fine dellaputtana di Bari”.

Alfonso Marra:obiettivo l’elezione

La sua elezione alla Corted’appello di Milano era uno degli

obiettivi della P3. Su Marra orapende un procedimento ditrasferimento d’ufficio per

incompatibilità ambientale.Martedì il Csm deve decidere se

ascoltarlo in merito alla vicendadella sua nomina. Il Pg della

Cassazione ha intanto aperto su dilui un procedimento disciplinare.

Giacomo Caliendo:punto di riferimento

Il sottosegretario alla GiustiziaGiacomo Caliendo, tra i fondatori

di Unicost, è indagato perviolazione della legge Anselmi

sullesocietà segrete. Il 4 agosto la

Camera ha respinto la mozione disfiducia contro di lui, segnando

però lo sganciamento dei finianidalla maggioranza (si astennero).

Resta dunque sottosegretario.

Marcello Dell’Utri:il “vice Cesare”

Già condannato in appello perconcorso esterno in associazione

mafiosa, il senatore Pdl efondatore di Forza Italia non ha

avuto nulla da dichiarare aigiudici che indagano sulla P3.

Amico di Flavio Carboni, a dettadel coordinatore del Pdl Denis

Verdini, gli presentò FlavioCarboni, Pasquale Lombardi e

Arcangelo Martino.

Votò contro alCsm: è accusatodi aver messoin discussionel’immaginedi Unicost,la sua corrente

Dal verbaledel faccendiere:“A ff e r m a v adi aver fattoc a d e rel’esecutivo dic e n t ro s i n i s t r a ”

quale io e Lombardi ci riferiamo nelle telefonate.Mainolfi - continua Martino - si era rivolto a Lombardiper ottenere un trasferimento da Napoli e anche io midovevo adoperare con Dell’Utri per questo ma perquanto ne sappia non è stato ancora trasferito”.Martino nel verbale dà un colpo al presidente dellaCassazione Carbone coinvolgendolo nella vicenda delLodo Mondadori. Dopo il convegno dei magistrati a

Forte Village in Sardegna c’era stato un pranzo daTullio, noto ristorante romano. “Mentre noi eravamorimasti a parlare nella saletta riservata, Lombardi èandato in Cassazione ritornando non molto tempodopo e ci disse che non era possibile ottenere dallaCassazione una decisione che risolvessedefinitivamente la questione (evitare che la Mondadoripagasse 450 milioni di imposte Ndr) ma si poteva

risolvere la questione attraverso un altro strumentogiuridico e cioè la remissione alle Sezioni Unite dellaCassazione e così in effetti avvenne...”. Le parole diMartino sono il primo riscontro testimoniale alleintercettazioni. E, poiché sembra che la Cassazioneabbia annullato l’ordinanza di arresto proprio perchépriva di riscontro, il “pentimento” di Martino potrebbesalvare le sorti dell’inchiesta sulla P3. Anche se per ora,

come Carboni e Lombardi, resta in carcere. Berlusconi-per Martino - è Cesare. In una delle 19 telefonate sidice che “deve rientrare da Catania”. L’av vo c a t oGhedini è insorto:”Berlusconi non è mai stato aCatania tanto meno il giorno dell’i n t e rc e t t a z i o n e ”. Eraforse Dell'Utri? Poco importa: quasi tutte le operazionidella P3, secondo Martino, venivano fatte in nome diBerlusconi o del vice. (Rita Di Giovacchino)

Berlusconi-Cesare sopraa Lombardi, Martino

e Carboni,visti

con un’e l ab o ra z i o n edi Manolo Fucecchi

LA NAZIONE Pagina 21 – Massa Carrara Versiliana. Il Pd replica al Pdl. Chiusura con Antonio Tabucchi Continua la polemica per “Il Fatto” E oggi sulla «tre-giorni» cala il sipario CONTINUA il dibattito sulla tre-giorni del quotidiano “Il Fatto” in Versiliana, che si conclude oggi. Dopo l’intervento del Pdl, che ha attaccato l’amministrazione comunale per le agevolazioni e i soldi concessi all’organizzazione, prende la parola il Pd di Pietrasanta, secondo il quale «il Pdl dimostra di non avere il senso delle cose, polemizzando in maniera sterile su un evento di grande successo e risonanza. Pietrasanta sta ottenendo ampi spazi sulla stampa nazionale, con un ritorno in termini presenza di pubblico e promozione del territorio, nonostante l’impiego di modestissime risorse e il ricorso a tanti volontari che danno in maniera disinteressata il proprio contributo. Dunque, grazie all’impegno dell’amministrazione e di alcune persone si è riusciti a creare un grande evento per la città, chiudendo una stagione della Versiliana, l’ultima dell’era Mallegni, poco significativa». OGGI, dicevamo, ultimo appuntamento con “Il Fatto”. In campo, la redazione del quotidiano con il suo direttore Antonio Padellaro, e poi tanti ospiti fra i quali anche l’onorevole Antonio Di Pietro e Antonio Tabucchi. Ecco il programma. Alle 11,30, al “Caffè”, «Convivere con la corruzione?» con Antonio Di Pietro, Claudio Fava, Fabio Granata, Matteo Renzi e Marco Travaglio (modera Edoardo Novella); alle 17, Marco Lillo intervista Antonio Tabucchi; alle 17.30, «Beffe, burle e altre cattiverie» con Vauro e Dario Vergassola; alle 21, incontro conclusivo con Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Furio Colombo, Luca Telese, Antonio Tabucchi, Oliviero Beha e tutta la redazione.

LA NAZIONE Pagina 24 – Massa Carrara Di Pietro oggi al Mediceo per la mostra sul Risorgimento DOPO la visita dell’assessore regionale Cristina Scaletti alla mostra «Italia sia! Fatti di vita e d’arme del Risorgimento italiano» di ieri, stamani alle 10 sarà la volta di Antonio Di Pietro. Il leader dell’Italia dei valori si trovava in Versilia ospite del dibattito-show de Il Fatto quotidiano allestito alla Versiliana e ne ha approfittato per visitare la mostra che sta raccogliendo adesioni del mondo istituzionale italiano e soprattutto l’interesse crescente del pubblico. L’onorevole Di Pietro visiterà oggi anche la mostra agrozootecnica della Fiera dei becchi.

IL TIRRENO Pagina 11 - Pisa Ci sarà anche un convegno sull’editoria toscana Il calendario. Verranno presentati un volume sull’Arno e uno sul prete di Cevoli assassinato PONTEDERA. “L’Era dei Libri” 2010 ospita anche un convegno sull’editoria toscana. Nella mattina di sabato 2 ottobre, il sindaco di Pontedera Simone Millozzi, l’assessore alla cultura Stefano Tognarelli e l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti incontrano editori e operatori del settore. Saranno tre giornate dense di presentazioni, con due fili conduttori: da una parte la piccola editoria, dall’altra, invece, il territorio, con le sue storie, con i fatti del passato che vengono portati alla luce. Tra i libri presenti alla tre giorni che è programmata a ottobre (e per il quale proprio in questo periodo fervono i preparativi per il calendario), anche alcune novità del catalogo di Tagete, tra cui: “Su Arno e su Era”, libro di Mario Marianelli, un viaggio tra le trattorie, le osterie e i più curiosi personaggi della Pontedera dei tempi andati; “Antonio da Pontedera”, di Mario Mannucci, la storia e le rocambolesche imprese di un curioso concittadino quattrocentesco, armigero, capitano di ventura, protagonista di gesta eroiche; “Quelli del Serchio”, di Michele Quirici e Matteo Isoni, la storia di una base segreta della X Mas a Marina di Vecchiano; la “Storia del Comune di Vecchiano”, di Laura Martini e Michele Quirici; “Il prete di Cevoli”, del giornalista del Tirreno Francesco Turchi, che ricostruisce i fatti inerenti a un delitto degli anni Cinquanta che fece scalpore, e di cui le cronache si occuparono per anni. A.L.

IL TIRRENO Pagina 3 - Cecina Casi in continuo aumento, il piano Ada si ispira all’esperienza inglese Sos violenza sulle donne Un progetto d’aiuto: la Provincia di Livorno capofila VIOLA CONTI CECINA. Dati poco confortanti quelli sulla violenza sulle donne. La provincia di Livorno è diventata capofila del progetto A.D.A., un progetto di Ascolto Donna e Aiuto realizzato dal Governo e dal Dipartimento per le Pari Opportunità con l’obiettivo di elaborare un piano per contrastare la violenza di genere, tra le prime cause di morte o di invalidità permanente della popolazione femminile dai 14 ai 50 anni. Perché la violenza è un fenomeno sociale diffuso, che interessa tutte le fasce di età ed i ceti sociali e che è frutto di un disagio familiare che rientra nella quotidianità, che vede la donna come soggetto debole che ripone fiducia, le più volte, in una partner incapace di darle autonomia e soprattutto rispetto. Per tale motivo, il progetto A.D.A si è posto come traguardo la creazione di una rete composta da enti ed associazioni pubbliche e private, volta a supportare la donna abusata attraverso sia, l’ascolto gli sportelli donna presenti sul territorio con a capo operatori adeguatamente formati, sia la sensibilizzazione nelle scuole e, più in generale, tutta l’attività di comunicazione sul problema. Alla presentazione di A.D.A hanno preso parte Caterina Tocchini, funzionario della Qualità sociale della Provincia di Livorno, Maria Teresa Sposito, assessore provinciale alle Pari Opportunità e Simonetta Agnello Hornby, avvocato e scrittrice di successo, con un’esperienza pluriennale sul campo della difesa dei diritti umani e civili delle donne e dei minori che subiscono violenze domestiche. La Hornby ha portato l’esperienza del suo studio di Londra, nel quartiere multietnico di Brixton, il primo studio legale specializzato nei casi di violenza sui minori e sulle donne. «Abbiamo costituto una rete di ascolto e di intervento - dice - tra i diversi soggetti coinvolti stilando un protocollo di intesa che stabilisse modalità di intervento decodificate e coordinate. Così, nonostante i pochi mezzi e sostanze a disposizione messi dal governo, siamo riusciti a farci conoscere ed apprezzare sul campo, tanto che adesso abbiamo costituito vere e proprie squadre legali che seguono solo i casi di violenza di genere». Come intervenite per assistere al meglio i vostri clienti? «Innanzitutto li ascoltiamo e li educhiamo a rispettarsi, ad avere stima di se stessi. Può essere considerata una cosa scontata, ma non lo è affatto. Per tale motivo, partiamo dalle cose più semplici, ma fondamentali. Per esempio, le diamo del Lei e non del tu. Poi gli diamo la continuità nell’assistenza legale dandogli appuntamenti periodici, al fine di ascoltarlo e rassicurarlo del nostro intervento affinché acquisti fiducia, infine, lo proteggiamo legalmente. Ma la cosa fondamentale è che la donna abbia sicurezza economica».

IL TIRRENO Pagina 4 - Cecina Taglio del nastro della rinnovata struttura di Marittimo Ecco Villa Pertusati, finalmente Franchi: «Edificio a disposizione di tutti i cittadini» ALBERTO MANGIANTINI MARITTIMO. Con il taglio del nastro del sindaco Alessandro Franchi e dell’assessore provinciale alle pari opportunità Teresa Sposito è stata inaugurata Villa Pertusati. Un’opera costellata di ritardi e polemiche. Alla presenza di numerose persone - tra autorità, rappresentanti di associazioni e semplici cittadini - il sindaco Franchi si è detto molto felice di essere riuscito a restituire alla comunità la villa: «Dopo anni di lavoro - dice Franchi - siamo riusciti finalmente a donare a tutti i cittadini questa struttura, grazie alla quale sono certo che riusciremo a rilanciare la frazione di Rosignano Marittimo. L’importante è che Villa Pertusati diventi il luogo di ritrovo di tutti i cittadini di Rosignano». Franchi ha specificato che all’interno della struttura avranno sede l’associazione Semi Rurali, grazie alla quale sarà rafforzato il rapporto con le università di Pisa e Firenze per quello che riguarda la difesa e la valorizzazione del territorio e le Guardie ambientali volontarie (Gav), che si occuperanno della gestione dell’edificio. Sposito non ha nascosto i ritardi che hanno contraddistinto i lavori di restauro, ma nonostante tutto si è detta «soddisfatta della loro riuscita». All’inaugurazione ha inoltre partecipato la rete Semi Rurali che, dalla voce del proprio coordinatore Riccardo Bacci, ha spiegato «la creazione di un centro di conservazione della biodiversità e di una casa delle sementi». Sono Poi intervenuti Alessandro Lenzi, dell’associazione Amici della Natura, che gestisce il museo di Storia Naturale di Rosignano Marittimo e il presidente del Cdf Mauro Battini. L’inaugurazione è stata l’opportunità per premiare i vincitori del concorso “Fotografando nel Parco”, Katiuscia Spina, Elena Bacchi e Elisa Ciardi: hanno vinto una minicrociera nell’arcipelago toscano.

IL TIRRENO Pagina 4 - Cecina Sui rimborsi al comitato Bagnolese: il Comune fa ricorso ROSIGNANO. Pugno duro dell’amministrazione comunale contro il comitato la Bagnolese, l’associazione che gestisce il verde dell’omonimo parco a Rosignano Solvay. L’ente, infatti, farà ricorso contro il decreto ingiuntivo di 7500 euro deciso nei giorni scorsi dal tribunale di Cecina nei confronti del Comune stesso. «Su questa vicenda - spiega l’assessore al patrimonio Luca Simoncini - non abbiamo nessuna intenzione di piegarci. Faremo opposizione al decreto ingiuntivo del tribunale perché i rimborsi spese richiesti da quel comitato sono ingiustificati, non hanno una motivazione». Ricordiamo che alla base della guerra tra il comitato presieduto da Franco Calvani (e tutelato dall’avvocato Nobile) e Comune c’è il blocco dei rimborsi (5mila euro all’anno in due rate) deciso dall’ente lo scorso anno con un provvedimento dirigenziale. «Il presidente di quel comitato - continua Simoncini - ci indica come i “cattivi”, ma la realtà è che non potevamo continuare a dare soldi senza una rendicontazione precisa come riportato nella convenzione». Lo stesso assessore annuncia che nei prossimi giorni gli uffici competenti faranno ulteriore chiarezza su questa vicenda.


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